Ieri, la giornata operativa si è rivelata una di quelle meno volatili del 2024, considerata la festività del President’s day negli USA, con Wall Sreet chiusa e mercati europei poco mossi. Non si è fermato però il mercato delle Cryptovalute con il Bitcoin salito sopra i 52.400 dollari, il livello più alto dal novembre 2021, spinto dal sentiment positivo legato all’introduzione di fondi negoziati in borsa, che ridurrà l’offerta di token.
Sul fronte degli altri mercati, pochissimi movimenti, con le valute ancorate in oscillazioni da 20 pip, mentre gli azionari europei sono rimasti relativamente stabili, con lo STOXX 50 che ha chiuso al nuovo massimo di 23 anni e il più ampio Stoxx 600 in rialzo al massimo da gennaio 2022.
Gli investitori si stanno preparando per una settimana in cui le notizie chiave saranno rappresentate dai dati flash PMI per Europa, Uk e USA, oltre ai dati finali sull’inflazione del vecchio continente. Il mercato attende inoltre con impazienza i verbali delle riunioni della Fed e della BCE, nonché il rapporto sugli utili del colosso dei semiconduttori Nvidia Corp.
VALUTE
EurUsd fermo tra 1.0760 e 1.0785 così come le principali majors, stabili in pochi pip. Anche i cross non hanno rivelato nulla, e il forex resta in attesa di qualcosa che possa modificare lo scenario macro e relativo ai tassi di interesse prima di scatenarsi.
Prima o poi qualcosa cambierà, nel senso che un ritorno dell’avversione al rischio potrebbe scatenare acquisti di dollari come asset rifugio, mentre solo un ritorno prepotente dell’appetito al rischio e il persistente rialzo dei listini, alla ricerca di nuovi massimi storici (price action che crediamo però non possa andare avanti all’infinito), potrebbe far crollare la divisa statunitense.
Se poi aggiungiamo che il disinteresse apparente della BoJ per il tasso di cambio dello Jpy non può che sostenere ancora il biglietto verde, beh per ora pare assai difficile assistere ad un cambio di rotta del mercato più liquido al mondo, a meno che non cambino le correlazioni intermarket e a fronte di borse in discesa, non si possa osservare congiuntamente anche ad un calo del biglietto verde, legato a timori di caduta (ora assai improbabile) dei principali aggregati macro negli Stati Uniti.
LA CINA TAGLIA I TASSI A 5 ANNI
Questa notte la Banca Popolare Cinese (PBoC) ha tagliato il tasso di riferimento per i mutui ipotecari, il tasso primario sui prestiti a 5 anni, di 25 punti base, al 3,95%, una riduzione superiore alle previsioni che scommettevano su un taglio di 15 punti base. Si è trattato del primo taglio dei tassi da giugno 2023 e del più grande da quando il tasso è stato introdotto nel 2019.
È un passo che è stato fatto per stimolare la domanda di credito e invertire la flessione del settore immobiliare. Nel frattempo, il tasso a 1 anno è stato mantenuto al 3,45%, rispetto invece a previsioni che erano per una riduzione dello 0.15%.
All’inizio del mese, la banca centrale aveva già immesso 1.000 miliardi di yuan di liquidità nel sistema bancario tagliando di 50 punti base il RRR (la riserva obbligatoria) per le banche commerciali. Insignificante per ora, la reazione dello Yuan che contro dollaro è rimasto nel range 7.2050 - 7.2200.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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