Peter_Braganti

WisdomTree - Tactical daily Update - 06.05.2022

TVC:USOIL   CFD Petrolio WTI
Wall Street teme la frenata cinese: Nasdaq -5,0%.
L’economia dell’Eurozona rallentera’ nel 2’ trimestre, causa inflazione e guerra.
Corrono I rendimenti obbligazionari: per Treasury Usa e BTP sopra il +3%.
Prezzo del petrolio ancora in tensione. WTI di nuovo verso 110 $/barile.

La seduta borsistica europea di ieri, 5 maggio, era partita in sensibile rialzo, in scia alle brillanti chiusure di mercoledi’ a Wall Street post-annuncio delle decisioni della Banca Centrale Usa (Federal Reserve) di aumentare di +0,5% i tassi di interesse ed avviare il programma di vendita della colossale massa di titoli a reddito fisso accumulati soprattutto negli ultimi 2 anni.

L’ottimismo ha avuto breve durata e nel pomeriggio ha nettamente prevalso un clima di “risk-off” su azioni ed obbligazioni. Le Borse europee, nelle ultime 2 ore di contrattazione, hanno annullato i progressi della mattinata, ed hanno chiuso frazionalmente negative: una per tutte quella di Milano (FtseMib), -0,4% dopo aver toccato anche +2% nel corso della seduta.

Il Chairman della Federal Reserve Jerome Powell, oltre ad illustrare l’appropriatezza delle mosse, aveva anche dato come probabili nuovi rialzi da +0,5% nei prossimi 2 comitati di politica monetaria (Federal Open Market Committee, FOMC), escludendo invece aumenti piu’ drastici, da 75 punti base. Insomma, un tentativo di bilanciare il contrasto dell’inflazione col mantenimento di condizioni finanziarie agevoli nell’economia.

Anche la Bank of England ha appena deciso un rialzo di 25 punti base del tasso di riferimento, da +0,75 a +1,0%, un livello in assoluto ancora basso, ma il piu’ alto dal 2009 ad oggi. L’inflazione per il 2022 e’ prevista superare +10% e il prodotto interno lordo potrebbe contrarsi di -0,2% nel 2023....

L'effetto FED, che aveva spinto al rialzo Wall Street mercoledi’ sera, e’ praticamente svanito, impattato da chiari segnali negativi sulla prospettiva dell'economia cinese, dalle ricadute su prezzi e reperibilita’ delle materie prime causate dalla guerra e dalla preoccupazione che il supporto della politica monteraria delle banche centrali possa essere rimosso nel momento sbagliato, frenando la crescita economica.

Wall Street ieri, 5 maggio, ha vissuto un seduta drammatica, chiudendo con cali pesantissimi: Dow Jones -3,1%, Nasdaq -5,0% e S&P500 -3,6%, piu’ che cancellando i progressi della vigilia e proseguendo un trend decisamente negativo che, nei primi 4 mesi del 2022, ha portato l’indice S&P500 a perdere oltre -13%, il Nasdaq Composite -21% ed il Dow Jones -15%.

Sull’umore degli investitori americani ha pesato anche il crollo della produttività nella manifattura, -7,5% nel primo trimestre, peggior calo dal 1947, frutto di un aumento dei salari, dell’impennata dei prezzi dei fattori produttivi e della domanda in tendenziale indebolimento. Piu’ incoraggiante il dato sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, 200 mila, coi percettori continuativi al minimo da 50 anni.



Prosegue la tendenza al rialzo dei rendimenti obbligazionari, con quello del decennale Usa tornato sopra il +3%, in parallelo a rialzi simili per i Governativi europei. Forte degenerazione del decennale italiano, che stamane, 6 maggio, supera la soglia del +3%, un livello che non si vedeva da fine 2018, e che dilata lo spread con l’omologo Bund tedesco a 200 punti base.

Il prezzo del petrolio prosegue il movimento al rialzo, dopo che l’Opec+ (cartello dei 13 maggiori esportatori) ha deciso di confermare il programma di aumento graduale e disciplinato della produzione deciso in autunno 2021: il livello di produzione aumentera’ di 432 mila barili/giorno a partire da giugno. Cio’ si concilia male con la volonta’ dell'Unione europea di imporre un progressivo divieto, nei prossimi 6 mesi, all’import di petrolio russo.

Intanto i dati macroeconomici europei fotografano un chiaro rallentamento della dinamica congiunturale. In Germania la produzione industriale di marzo ha fatto segnare un calo mensile sopra le attese, -3,9% verso -1,3%, e del -3,5% rispetto a marzo 2021, quando gli analisti indicavano -0,4%.

Sul mercato valutario, il Dollaro Usa e’ tornato a correre ieri, 5 maggio, toccando di nuovo 1,05 verso Euro, anche se stamane, 6 maggio, ripega a 1,059 (-0,5%). Prosegue invece la fase di debolezza del Bitcoin che ieri sera, in parallelo al crollo di Wall Street, e’ arrivato a perdere sino a -11% a 35.600 Dollari.

Cali considerevoli anche per altre “digital currencies”, tra cui spicca Ether -8,7%, Avalanche -15% e Solana -11%.

Prevedibile anche l’andamento negativo di tutte Borse dell’Asia-Pacifico, con l’eccezione del Nikkei giapponese, +0,5%, che scontava la riapertura dopo 2 sedute di chiusura per festività. La tecnologia cinese e’ tornata sotto pressione, con l’Indice Hang Seng Tech che ha perso -5%: blue chips come Bilibili ed XPeng hanno perso il -10% circa, ed Alibaba -6%.

Tra gli altri maggiori listino, il Kospi coreano ha perso -1%, l’ASX200 australiano -2%, il Sensex indiano -1,5% ed il CSI300 di Shanghai&Shenzen -2,5%.

Il “black Thursday di Wall Street ha pesato sulla riapertura delle Borse europee che, a fine mattinata, perdono in media il -1,2%: futures su Wall Street in calo medio del -0,6% e oro positivo, +0,4 a 1883 Dollari/oncia (ore 13.00 CET).

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