Nuovi rialzi ieri per le borse Usa ed europee: difficile spiegarlo. Grande attesa per le mosse della Banca Centrale Europe domani, giovedi’ 21. Trimestrali Usa delle big tech non deludono , ma managers cauti. Le materie prime industriali sembrano stabilizzarsi: aspettiamo conferme.
Gli investitori sembrano voler superare le paure dovute allo scenario economico recessivo o di forte rallentamento nel 3 e 4’ trimestre dell’anno: ieri i mercati europei, dopo una partenza incerta, hanno chiuso sui massimi di seduta: la migliore e’ stata Francoforte, +2,7%, seguita da Milano, +2,5%, Parigi +1,8%, Londra +1.1%. Le azioni automobilistiche e bancarie sono in forte ripresa.
La Borsa italiana sale, scommettendo sulla risoluzione della crisi di Governo, e lo spread BTP-BUND 10 anni si contrae a 200 bps e anche sotto, testimoniando una ritrovata fiducia verso il debito pubblico italiano.
Domani, giovedì 21, sono attese grandi novita’ dal Direttivo della Banca Centrale Europea, che alzera’ i tassi di riferimento per la prima volta dopo 11 anni di testarda politica dei “tassi zero”, nella misura di +0,25% o +0,50%. Analisti ed investitori attendono anche di conoscere dettagli operativi e dotazione del cosiddetto “scudo anti-spread/anti-frammentazione”.
Anche Wall Street ieri, 19 luglio, ha chiuso con rialzi notevoli: Dow Jones +2,4%, Nasdaq +3,1%, S&P500 +2,8%: quest’ultimo ha guadagnato +7,4% dai minimi del 16 giugno, a dispetto della cautela di alcune Big tech, come Apple, Netflix, Facebook e Google, che prospettano minori assunzioni e investimenti prevendendo un conteso meno brillante nella 2’ meta’ 2022.
Il problema del rallentamento della domanda e delle pressioni al ribasso sui margini operativi riguarda tutte le aziende, soprattutto quelle americane ed europee, ed e’ dovuto alla difficolta’ a “ribaltare” sui clienti finali lo spaventoso aumento dei prezzi subito “a monte” su materie prime, semilavorati, componenti e servizi.
Cio’ suggerisce di leggere “criticamente” cio’ che verra’ comunicato assieme ai numeri del 2’ trimestre dalle aziende quotate.
La crisi degli approvvigionamenti europei di gas naturale resta al centro di analisi e discussioni: il colosso statale russo Gazprom promette il ripristino delle forniture ai clienti europei, anche attraverso il riavvio del gasdotto Nord Stream1.
Tuttavia l’Unione Europea si attrezza per soluzioni di fornitura alternative. Oggi, 20 luglio, e’ attesa la presentazione del piano europeo per l'emergenza gas ed il mercato esprime un cauto ottimismo, col prezzo del metano che sulla piattaforma europea TTF, scende -1,5% a 154 Euro/megawattora, dopo il -7% di ieri.
Sul mercato valutario, ieri l'Euro ha recuperato +0,8% sul Dollaro tornando a 1,023: oggi, 20 luglio, si indebolisce a 1.019, -0,3%. Il cambio Dollaro/Yen e’ stabile a 137,8, vicino ai minimi storici per la valuta giapponese.
Il prezzo del petrolio e’ in calo: il WTI (West Texas Intermedate) perde stamani il -1,6% a 99,1 Dollari/barile, scontando scenari di rallentamento dei consumi e la prospettiva di una maggiore offerta da Usa, Arabia Saudita ed Iran.
Tornando alla crisi politica italiana, il Presidente del Consiglio Draghi, nel suo appassionato e pragmatico discorso in Parlamento di stamattina, ha spronando i partiti a ricostruire il patto di fiducia che tutti gli italiani chiedono, e "a proseguire in questo confronto per definire una prospettiva condivisa".
L'esito del voto di fiducia al Governo che ne seguira è tuttavia incerto, cosi’ come permane il rischio di elezioni anticipate". Se Draghi fosse confermato Premier con maggioranza parzialmente ricomposta, il clima sara’ meno favorevole per prendere la decisioni rilevanti dell’autunno, come Legge di Bilancio 2023 e “sblocco delle nuove risorse del Recovery Fund."
Lo spread BTP-Bund e’ rapidamente sceso a 194 punti bae, col rendimento del BTP decennale calato -14 bps a +3,17%.
Sul fronte “macro-economico” Usa, il settore delle costruzioni a giugno ha rallentato meno di quanto temuto: i permessi di costruire sono scesi -0,6% mese su mese, contro -7% di maggio: i nuovi cantieri sono diminuiti -2% dopo -12% di maggio.
L’inflazione media nell'Eurozona, secondo Eurostat (Ufficio statistico dell'Unione europea) e’ salita a +8,6% a giugno dal +8,1% di maggio, con picchi impressionanti per Estonia (22%), Lituania (20,5%) e Lettonia (19,2%). Un anno fa si regsitrava un aumento medio del +1,9% nell’Eurozona!
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, le interruzioni delle forniture di gas russo costituiscono un "significativo rischio economico per l'Europa, poiche’ causerebbe carenze nei paesi dell'Europa centrale/orientale e cali del prodotto interno lordo (GDP) fino a -6%”.
Nel Regno Unito la disoccupazione e’ stabile al +3,8%, mentre il tasso di crescita delle retribuzioni totali, bonus inclusi, rallenta a +6,2% da +6,8% di maggio.
In Germania, a giugno, i prezzi alla produzione sono cresciuti meno delle stime: +0,6%, contro +1,3% atteso, e +1,6% registrato di maggio. Su base annua l’incremento e’ ancora +32,7%, inferiore al +33,9% previsto ed al +33,6% di maggio.
Le Borse asiatiche sono salite stamattina, 20 giugno, contagiate dall’ottimismo di ieri a Wall Street: Nikkei giapponese +2,7%, Shanghai +0,8%, Hong Kong +1,1%. Borse europee poco mosse a fine mattinata, dopo un avvio positivo: i futures di Wall Street anticipano aperture pomeridiane in lieve calo. (ore 14.00 CET).
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