Mercati: settimana decisiva?La prossima probabilmente (se non vedremo un estenuante lateralità) sarà la settimana che ci dirà qualcocosa di più a proposito dell'andamento dei mercati.
Partiamo dal babbo di tutti i merxcati:
- SPX: la violazione del minimo di partenza del ciclo trimestrale del 4 Ottobre chiude o chiuderà a breve un trimestrale ribassista che dovrebbe a sua volta chiudere il lungo ciclo biennale iniziato a Marzo 2020. I tempi sono regolari e consoni come la struttura. Però... sarebbe tutt'altro che sorprendente vedere ancora un piccolo ciclo (settimanale?) proiettarsi verso nuovi minimi o a ritestare quello appena fatto. Provo ad analizzarlo nel grafico dedicato successivo. Resta comunque il fatto che chiuso un ciclo ne parte un altro con quello che ne consegue.
- VIX: ha fatto dei picchi crescenti e sebbene l'ultimo sembri rientrare, 27.65 è ancora lontanuccio dai 20 sotto i quali il mercato si può considerare tranquillo. L'azionario nella prossima settimana potrebbe dunque vedere ancora un range piuttosto importante.
- SKEWX: è tornato sui suoi valori normali anche se qualche punto in meno darebbe più tranquillià per la ripartenza.
- WTI: è in pieno rally che potrebbe continuare qualche giorno ma anche lui a breve rientrerà, sul minimo del 20 agosto è partito un ciclo semestrale, ha chiuso con struttura e tempi consoni il trimestrale a 71 giorni, ed ora si appresta a chiuderlo non appena avrà terminato gamba 3 del due tempi a 4 sottocli.
- Materie prime: in realtà quello è un ETF sull'indice, il CRB, che qui però non trovo. Sono in pieno rally anche loro ma va detto che petrolio ed ora pesano oltre il 50% sull'indice.
- Baltic Dry: questo indice è più preciso e soprattutto anticipa, perchè si riferisce al costo del noleggio delle Bulk, dry appunto, cioè materie prime secche e alla rinfusa, quindi niente petrolio, altri prodotti chimici liquidi, gas e ovviamente oro. Da notare infatti nel quadratino evidenziato, come con la partenza del rally del CRB, il BDX abbia invertito rotta, segnale importante di una caduta della domanda di trasporto di materie secche che poi sono quelle usate dalla produzione di beni come auto ecc...
- MIB: infine un 'occhiata al nostro indice sempre bistrattato e che ora invece si è dimostrato il più robusto non avendo ancora violato i minimi di partenza a 24921. Qualora li violasse a breve, a mio avviso sarà uno dei mercati che potrebbe dare più soddisfazioni di altri in fase di ripartenza.
La presente è la mia visione e non costituisce un sollecito all'investimento o ad operare.
1-VIX
ANALISI SETTORIALE E COEFFICIENTI BETA. COSA SUCCEDE SUI MERCATIBuongiorno a tutti. La scorsa settimana ho letto tanti articoli secondo cui la stessa è stata tra le più difficili per quanto riguarda i trader e i loro relativi trade ed investimenti. Io, tuttavia, non la penso così. Credo sia importante saper leggere il mercato e studiare come gli investitori tendenzialmente reagiscono ai giorni di alta volatilità e cosa preferiscono vendere o comprare; tuttavia, riagganciandomi allo stesso discorso, credo che l’ultima sia quindi stata una settimana fondamentale sotto questi aspetti. Attraverso determinati grafici cercherò di spiegare il motivo, analizzando l’S&P500 e il Nasdaq con le rispettive volatilità, il livello di opzioni presenti sul mercato per capire ancora più da vicino il sentiment e, successivamente, analizzerò ogni singolo settore, spiegando cos’è il coefficiente beta e come può essere utile in certe condizioni di mercato, condividendo una mia operazione andata in profitto.
VIX E VXN: VOLATILITA’ AD ALTI VALORI
Voglio ricordare a chi non lo sapesse cosa si intende per volatilità dei mercati : essa non è altro che uno strumento che misura la variazione di prezzo di un asset in un dato periodo. Può assumere dei valori bassi o viceversa alti (per il VIX , indice di volatilità dell’S&P 500, lo spartiacque tra bassa ed alta volatilità sono i 20 punti mentre per il VXN, indice di volatilità del Nasdaq, 25 punti) a seconda delle particolari condizioni di mercato.
Spesso gli indici di volatilità sono definiti “gli indici di paura” in quanto un loro incremento è spesso associato ad uno storno del mercato. I mercati ad alta volatilità sono caratterizzati da bruschi movimenti di prezzo che vanno a caratterizzare l’elevata imprevedibilità di quel mercato mentre i mercati a bassa volatilità sono più stabili e hanno fluttuazioni di prezzo contenute.
Vediamo a livello grafico i valori che questi due indici hanno raggiunto:
Come possiamo vedere, essi hanno raggiunto valori simili a quelli avuti tra fine novembre-inizi dicembre 2021 dovuti alla scoperta della variante omicron. Come ho specificato prima, un’alta volatilità spesso accompagna uno storno dei mercati; vediamo come hanno reagito l’S&P500 e il Nasdaq, i due benchmark di riferimento:
Vediamo come entrambi gli indici siano stati pesantemente ribassisti: l’S&P si è discostato dai suoi massimi di circa il -8,5%, mentre il Nasdaq ancora di più, segnando un -13,5%.
Quello che mi interessa farvi notare sono due segnali tecnici: il primo riguarda il fatto che i due indici sono riusciti a rompere al ribasso e con decisione la media a 200 periodi; questo evento non accadeva dal 29 giugno 2020 per quanto riguarda l’S&P e dal 9 marzo 2020 per quanto riguarda il Nasdaq da quasi, si fa per dire, un’eternità.
Il secondo segnale è dato dal profilo del volume settato tra luglio 2021 ed oggi: notate nella parte destra di entrambi i grafici i rettangolini da me segnati di color grigio? Ecco, notate come all’interno i volumi siano notevolmente inferiori rispetto agli altri? Quelle zone vengono chiamate “vuoti volumetrici” e in essi, tipicamente, il prezzo non trova grandi ostacoli. Questo può significare che potremmo vedere, almeno nel breve periodo, l’S&P a valori intorno a 4200$/4300$ e il Nasdaq intorno ai 14000$. Vedremo i prossimi giorni cosa succederà. Ora vi condivido gli andamenti dei due benchmark e la loro correlazione con le rispettive volatilità:
La domanda è: la volatilità continuerà? E’ probabile, dal momento che la prossima settimana la FED si riunirà (mercoledì); il mercato sconta dai tre ai quattro rialzi dei tassi di interesse quest’anno, tuttavia la FED ha gradualmente cambiato atteggiamento nei confronti di tale argomento, essendo diventata ultimamente “imprevedibile”. Come dico sempre, i mercati sono impauriti dalle incertezze e imprevedibilità e non dalle certezze per cui, a parer mio, la prossima settimana, almeno da lunedì a mercoledi, saremo soggetti a volatilità. Vedremo cosa succederà, probabilmente lo commenterò poi nel mio profilo.
UN INDICATORE PARTICOLARE: IL RAPPORTO PUT/CALL RATIO SU SINGOLE AZIONI
Per chi non lo sapesse, il rapporto Put/Call è un indicatore che mostra il volume delle opzioni put relativo al volume delle opzioni call. Le opzioni put vengono utilizzate per diversi motivi: per proteggersi dai ribassi del mercato o per scommettere su un ribasso. Le opzioni call, al contrario, vengono utilizzate per proteggersi dai rialzi del mercato o per scommettere su un rialzo. Il rapporto Put/Call è superiore a 1 quando il volume delle put supera il volume delle call e inferiore a 1 quando il volume delle call supera il volume delle put.
Io utilizzo questo indicatore per capire il sentiment del mercato: quest’ultimo lo considero pessimista quando l’indicatore supera i livelli di 1 e ottimista quando scende al di sotto dello stesso livello; questi giorni ho notato qualcosa di molto particolare, che ora vi farò notare:
Nell’ultima settimana abbiamo assistito ad un picco di 1.14; ciò significa che la quantità di put piazzate a mercato erano ben superiori alle quantità di call. Per tornare a valori simili dobbiamo ritornare allo scoppio della pandemia, ossia a marzo 2020. Questo a parer mio sta ad indicare il fatto che gli operatori, stavolta, hanno realmente paura e sono incerti sul futuro a breve termine (non come, talvolta, si vociferava nel 2020-2021 quando il mercato stornava del 2%-3%) e, di conseguenza, acquistano massicce quantità di put per coprirsi, come ho spiegato all’inizio del paragrafo.
Monitorerò nei prossimi giorni questo indicatore, assieme ad altri di cui parlerò tra poco, per vedere il tipo di opzioni che gli investitori piazzeranno a mercato in maniera da avere un quadro più o meno generale sul sentiment.
SETTORE PER SETTORE: I MIGLIORI E I PEGGIORI
Ora analizzerò tutti i settori dell’S&P500 ricorrendo all’utilizzo di diversi etf che ora mostrero’:
A sinistra vediamo il settore finanziario, mentre a destra quello energetico. Entrambi in territorio negativo (-6,5% circa per quello finance mentre un -3,2% per quello energy), i due settori value si sono comportati in maniera diversa, dal momento che il finance ha perso il doppio rispetto all’altro; questo è dovuto al fatto che parte delle banche d’affari presenti in quell’etf hanno presentato delle trimestrali deludenti. A queste appartengono sicuramente JPMORGAN e GOLDMAN SACHS:
Mentre l’etf sul settore finance è stato spinto giù dalle grandi banche, il settore energetico ha invece attutito i colpi grazie ad un petrolio che non è crollato come altri asset, infatti:
Notate inoltre la grande forza del settore energetico, al contrario di tutti gli altri che poi mostrerò: la lontananza del prezzo dalla media a 50 periodi indica una grande forza al contrario di tutti gli altri settori che, come vedrete, hanno rotto al ribasso la media a 200 periodi, segnale di grande debolezza.
Ora analizziamo il settore industriale e dei materiali:
Quello dei materiali si è dimostrato più debole rispetto a quello industriale (-5,36% contro un -4,39%) tuttavia, in chiave tecnica, vediamo come l’industrial abbia dapprima rotto la media a 200 periodi e, successivamente, abbia confermato quest’ultima con un’ulteriore candela ribassista (quella di venerdì) al contrario del settore materials che non ha avuto un’ulteriore conferma di rottura della stessa media. A livello tecnico ciò che ho appena detto si traduce in una debolezza più forte del settore industrial.
Anche il settore del Real Estate è stato venduto:
Nell’ultima settimana ha perso un -2,90% e, nell’ultimo mese, un -9,5%. Vi ho segnato con dei segmenti orizzontali le strutture per me più importanti; tuttavia, tracciando l’intervallo fisso volumetrico nel periodo di lateralizzazione compreso tra giugno e dicembre 2021, mi sono reso conto di come ci sia un vuoto volumetrico (indicato in quel rettangolo di color rosa): è possibile quindi che se il prezzo riuscisse a rompere al ribasso con forza la media a 200 periodi, potrebbe poi trovare pochi ostacoli nel rivisitare la struttura di prezzo intorno ai 44$. Vedremo cosa accadrà.
Adesso andremo a considerare i settori difensivi:
A primo impatto si può vedere come questi settori abbiano sofferto molto meno di altri. In particolare, direi più i settori dei beni di prima necessità e delle utilities, che hanno perso intorno al punto percentuale, a differenza del settore sanitario, che ha sfiorato il -3,5%.
In conclusione, quindi, possiamo ancora una volta vedere come i due settori difensivi per eccellenza abbiano costituito una sorta di “porto sicuro”.
Molto male i settori tecnologico, dei beni discrezionali e delle comunicazioni, con le performance raffigurata nella grafica di sotto:
Detto questo, abbiamo visto le performance di ogni settore all’interno dell’S&P500. All’inizio di questo articolo scrivevo di come i giornali finanziari di tutto il mondo parlassero di un momento molto difficile per gli investitori per quanto riguardava i loro trade e i loro investimenti, specificando che non la pensavo così. Credo sia fondamentale essere sempre pronti a qualsiasi situazione di mercato, specie nei giorni di alta volatilità. Sapete qual è uno dei parametri da poter considerare per capire meglio come ci si può muovere in mercati con volatilità simili? E’ il concetto di “coefficiente beta”.
IL BETA NEI MERCATI AZIONARI
Il coefficiente Beta è una grandezza che misura la variazione attesa del rendimento di un certo titolo per ogni variazione di un singolo punto percentuale del mercato di riferimento. Il valore di questo coefficiente tende a muoversi intorno a 1: nello specifico, se il Beta di un’azione è pari a 1, questa tenderà a muoversi in linea con il mercato di riferimento, senza amplificare o ridurre i movimenti dello stesso. Quando il Beta di un’azione è maggiore di 1, invece, si è davanti a un titolo “aggressivo”, che amplifica i movimenti del mercato, l’attività è considerata quindi più rischiosa. Se il Beta è compreso tra 0 e 1, si ha di fronte un’azione “difensiva”, la quale tende a muoversi in modo meno proporzionale all’indice di riferimento.
Fatta questa piccola premessa, vi elenco i valori dei Beta di ogni singolo etf settoriale che ho preso in considerazione precedentemente.
• XLE: 1,67
• XLI: 1,24
• XLY: 1,18
• XLF: 1,17
• XLB: 1,10
• XLK: 1,05
• XLC: 1,01
• XLU: 0,38
• XLV: 0,81
• XLP: 0,58
• XLRE: 0,7
Notiamo come gli etf con un beta superiore ad 1 siano quello energetico, industriale, dei beni discrezionali, dei finanziari, dei materiali, quello tecnologico e quello delle comunicazioni. Con un beta inferiore ad 1 invece troviamo il settore delle utilities, dei sanitari, dei beni di prima necessità e il settore immobiliare.
Per fare un esempio pratico, prendendo il beta di XLU, ossia 0.38, ci possiamo aspettare che a un movimento del +1% dell’S&P500 corrisponda un +0,8% del settore utilities. O, viceversa, a un movimento del -5,69% da parte dello Standard and Poor corrisponda un -6.7% da parte del settore tecnologico. E’ quello che è realmente successo questi giorni? Ebbene si. Se andate a moltiplicare il beta di ogni settore per la performance del bechmark di riferimento vedrete con buona approssimazione che tutto ciò risulta.
Ora capite perché conoscere i beta dei diversi settori (o comunque delle diverse azioni) è di per sé un indicatore fondamentale?
Ci è utile innanzitutto per capire quali potrebbero essere, ad esempio, le migliori opportunità short (sfruttando il fatto che il più delle volte la volatilità porti ribassi), e anche per posizionare stop loss e take profit nelle operazioni.
Spero che questo concetto sul coefficiente beta vi schiarisca le idee, e soprattutto spieghi il perché, in giorni di alta volatilità, alcuni settori performano diversamente da altri. Questo a me ha aiutato tanto nell’operatività.
Ho ad esempio chiuso in profitto un’operazione su Amazon in vendita, aperta alla rottura di un canale:
Avevo essenzialmente 3 segnali: rottura al ribasso di un canale contrassegnato dai segmenti neri paralleli, alti volumi al momento della rottura e un vuoto volumetrico dato dal visible range di tutto il momento di lateralizzazione dell’azienda. Ora vi spiego come ho ragionato: dopo aver avuto questi 3 segnali, ho controllato il beta di Amazon, che è di 1,12. Ciò significa che il prezzo dell’azienda, dal giorno dell’apertura della posizione short, si sarebbe mossa più veloce del benchmark Nasdaq di 1,12 volte. Approfittando del fatto che il settore dei beni discrezionali (a cui appartiene AMZN) ha un beta alto (1.18), ho aperto la posizione, che mi è andata in profitto in pochissimi giorni. Se non avessimo avuto alta volatilità non avrei mai aperto una posizione a causa del fatto che tra pochi giorni ci saranno gli earnings dell’azienda (e l’operazione quindi mi sarebbe potuta andare immediatamente in perdita); avendo invece alta volatilità (quindi range delle candele molto ampi) e beta alto, ho aperto l’operazione con tranquillità perché mi aspettavo di raggiungere il take profit (o lo stop loss) in breve tempo.
Spero che questo esempio vi possa schiarire le idee.
Per quanto riguarda i valori dei coefficienti beta, potete notare come XLE, con un beta superiore a tutti, non abbia rispettato le aspettative; come vi ho già spiegato, esso è fortemente dipendente dal petrolio che, appunto, è andato bene la scorsa settimana se rapportato ad altri asset.
Come ultimo grafico riguardante questo paragrafo vi condivido il rapporto tra le azioni ad alto e basso beta, il tutto associato al vix:
Fissate l’attenzione in basso, dove vedete il Vix: il rettangolo rosso vi è utile per visualizzare quanto la volatilità sia stata alta nelle ultime settimane. Adesso, considerando il rapporto tra le azioni ad alto beta e quelle a basso beta, notate come queste ultime stiano sovraperformando le altre? Questa è la chiara dimostrazione di tutto quello che ho provato a spiegare fin’ora.
Tuttavia ho considerato solo quello che gli investitori hanno scaricato o venduto. Vediamo anche quello che hanno acquistato.
VALUTE RIFUGIO: YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Vediamo come dall’inizio della settimana (dal 18 gennaio) lo yen si sia rafforzato in maniera costante, formando un canale ascendente. Che dire? Ha confermato il suo ruolo di valuta rifugio in giorni di turbolenza. Il franco svizzero, ugualmente in positivo, ha formato addirittura un doppio minimo: questa è una particolare situazione a me molto cara, in cui si sono andate ad intrecciare analisi tecnica e fondamentale: tecnica per quanto riguarda il pattern, che è rialzista, e fondamentale in quanto il franco, in qualità di bene rifugio, avrebbe dovuto apprezzarsi. Tutto questo è accaduto.
Gli altri asset acquistati dagli investitori sono state le obbligazioni, sia a breve che a lunga scadenza.
Come dico sempre, le obbligazioni sono asset a rischio molto più basso se paragonate alle azioni, quindi in settimane di alta volatilità si po' verificare un loro acquisto da parte di chi vuole preservare il denaro. Ma attenzione, non è sempre così, in quanto un aumento della volatilità, spesso, è causata proprio dalle forti vendite nello stesso mercato obbligazionario, con conseguente rialzo dei rendimenti che, come ho specificato diverse volte, apre tutta una serie di questioni riguardanti, in particolare, il settore growth (trovate tutte le informazioni a riguardo sul mio profilo, vi consiglio di dare un’occhiata oppure, per maggiori dettagli, contattatemi pure).
BITCOIN: ROTTURA TESTA E SPALLE E RIMBALZO SU POINT OF CONTROL DEL VISIBLE RANGE
Nella mia precedente idea avevo correlato il Bitcoin all’economia, allo spread tra i rendimenti dei titoli di stato a 10 e 2 anni e agli altri etf settoriali:
Quello che voglio aggiungere a questa idea è che il Bitcoin, anche nella passata settimana, ha continuato a muoversi in trend ribassista, visto il momento di risk-off sui mercati:
La crypto ha perso il -18% circa al momento della scrittura. Questo era abbastanza prevedibile vista la correlazione positiva che sta presentando ultimamente con alcuni settori, in particolare quello tech. Vi voglio far notare due cose: la rottura del testa e spalle ribassista e il successivo rimbalzo della candela di sabato 22 nel point of control del visible range settato nel periodo inizi 2021- 23 gennaio 2022. Il prezzo scenderà al sotto? Vedremo. Da considerare la grande quantità di volumi presenti in quella fascia di prezzo; ciò si traduce con il fatto che il prezzo stesso potrà incontrare molti ostacoli.
Spero che quest’idea vi possa aiutare a prendere delle scelte migliori in futuro.
Non ho menzionato l’oro poiché ho intenzione di scrivere i prossimi giorni un’idea a parte.
Le mie idee non costituiscono consigli finanziari, sono soltanto delle analisi che condivido per cercare di portare forti contenuti all’interno di tradingview e della sua community. Ognuno deve crearsi il proprio metodo. Per qualsiasi informazione o chiarimento sono disponibile per tutti.
Buona settimana.
Matteo Farci
Piazza Affari? Sell Off segue la Volatilità di Wall StreetPiazza Affari in preda alla volatilità, subito apertura negativa e corsa sui supporti!
Per Piazza Affari i livelli di 27.000 punti indice futures Ftse Mib erano un importantissimo supporto, adesso una resistenza da agganciare a tutti i costi per evitare un'accelerazione negativa sino al supporto successivo di 26.735 punti.
Piazza Affari a differenza degli altre Piazze Finanziarie mondiali è ancora tutto sommato neutra ma se dovessimo accelerare sotto i 26.500 punti gli indicatori si porteranno immediatamente in ipervenduto e non ci sarà più storia.
A Piazza Affari l'unico motivo per trovare serenità e rialzo risiede nel superamento degli swing di mercato di area 27.700 punti, fino a quando non superiamo quel livello rimarremo purtroppo nel limbo.
Anche il Dax di Francoforte alla pari di Piazza Affari apre con un gap down sotto il livello di supporto dei 15.750 punti purtroppo il superamento di questo supporto ha fatto accelerare al ribasso il future Dax che potrebbe ancora accelerare al ribasso fino all'ulteriore supporto dei 15.250 punti area di swing.
Quest'ultimo supporto se violato trascinerà nella tendenza negativa anche il futures Dax, c'è da aggiungere che l'indice tedesco è in movimento laterale da oramai più di 7 mesi ragion per cui se si conferma il ribasso si esprimerà tutta la volatilità accumulata e sarà dura recuperare i massimi di breve periodo.
Ftse Mib Piazza Affari Thomas Berra Souvenir di Milano 2015, performance artistica di Thomas Berra.
Wall Street invece negativa con tutti gli indici.
Non si arresta la corsa al ribasso il Nasdaq perde l'1,50% e supera la soglia psicologica di supporto di 14.750 punti nonché swing di mercato anzi doppio swing siamo, il Nasdaq si muove in ipervenduto e quindi se dovessimo rimbalzare sino ai 15.500 punti si tratterà solo di un ritracciamento poichè storicamente ogni volta che il Nasdaq supera il 10% di perdita si apre uno scenario ribassista di conseguenza l'ingresso nel Bear market.
S&P500 negativo si appoggia sul supporto di 4430 punti, zona di prezzi non facile da gestire ma sicuramente possiamo recuperare le resistenze dei 4500 punti.
Un recupero positivo per l'indice S&P500 solo ai livelli di 4700 punti .
Non arrivano segnali entusiasmanti dall' indice Vix, l'indice della volatilità implicita delle azioni quotate sull' S&P500dopo anni passati a quotare in laterale pare stia proprio ripartendo di slancio, è quasi scontato che se la volatilità continuasse a salire, una colta superati i 35$ per punto battuti a novembre del 2021 lo scenario di Bear Market con gli indici al capolinea sarà confermato.
VIX: Definizione, utilizzo ed interpretazioneIl VIX è un indice sulla volatilità, creato dal Chicago Board Options Exchange (CBOE) nel 1993 ed utilizzato per quantificare le aspettative sulla volatilità del mercato.
Esso misura la volatilità implicita nelle opzioni, sia call che put, sull'indice S&P 500 ed è l’espressione della variabilità attesa dagli operatori circa questo ultimo indice.
Tanto più alto è il VIX, maggiore sarà la percezione del rischio presente sul mercato. E' per questo motivo che il benchmark si è guadagnato il l'appellativo di "indice della paura".
Gli operatori dei mercati finanziari monitorano il valore dell'indice facendo attenzione in particolare alla soglia dei 20-30 punti, poiché rappresenta tradizionalmente la soglia critica che demarca la condizione di bassa volatilità (ottimismo sui mercati) da quella di alta volatilità (tensione sui mercati), la quale è generalmente associata ad un ribasso dei mercati azionari.
Durante i periodi di grande incertezza, la paura di un forte calo nel livello dei prezzi stimola la domanda di opzioni put, utili al fine di coprirsi da eventuali ribassi bloccando il prezzo di vendita. Da qui consegue un aumento della loro volatilità implicita e dunque del valore dell’indice VIX.
Al contrario, durante i periodi di mercato rialzista c'è più fiducia tra gli operatori, i quali hanno meno necessità di coprirsi da un eventuale crollo delle Borse. In queste fasi il VIX generalmente tende a stazionare su livelli inferiori a 20.
Nell'ultima settimana si è assistito ad un progressivo aumento dell'indice che ha contribuito a destabilizzare i mercati finanziari e ad aumentarne la volatilità. Dal 3 dicembre la volatilità si è sgonfiata e si è assistito ad un recupero del mercato del 4%.
Il VIX è un indice che monitori? Dicci la tua con un commento.
Sell-off Azionario-Crypto. C'è realmente correlazione?Lo scorso venerdì è stato un venerdì nero per la quasi totalità dei mercati borsistici mondiali, criptovalute comprese. La notizia della nuova variante sudafricana " Omicron " ha causato un fortissimo panic selling sui mercati finanziari. Infatti, stando alle prime analisi sembrerebbe che l'attuale vaccino non sia in grado di garantire la copertura per questa nuova variante. Pfizer e Moderna tuttavia, hanno già dichiarato che il nuovo vaccino per coprire questa mutazione sarà disponibile a partire dalle prime settimane del 2022.
Tema caldo di questi giorni è la discussione animata dalle principali testate finanziarie mondiali sulla forte correlazione di mercato che lo scorso venerdì ha coinvolto sia mercati azionari che criptovalutari.
Infatti, i principali indici borsistici azionari sia in Europa che in America sono arrivati a perdere addirittura quattro punti percentuali all'interno della singola giornata. Nella stessa giornata Bitcoin è arrivato a perdere oltre otto punti percentuali , con le altcoin che hanno subito delle flessioni molto più accentuate.
Nel corso dell'ultimo anno e mezzo sui mercati azionari ci sono state spesso e volentieri giornate in cui notizie negative sul fronte vaccini hanno fatto ripiegare vertiginosamente le quotazioni. Tuttavia, non eravamo abituati a vedere un crollo del mercato criptovalutario per la stessa fattispecie di mercato.
Quello che è avvenuto lo scorso venerdì, secondo molti investitori, mette fortemente in discussione la qualità delle criptovalute come " asset alternativi ". Anche se in questo momento c'è un forte afflusso di investimenti nel mercato criptovalutario e vi sia ancora una gran confusione per quanto concerne il reale valore di questi asset, molti investitori usano questo mercato per decorrelare gli investimenti dai mercati tradizionali.
Vi è un importante fetta di mercato che anche se non ha ancora compreso le potenzialità della blockchain e di tutte le sue applicazioni, utilizza questo mercato come bilanciamento di portafoglio in termini di rendimento.
Cercando di analizzare il fenomeno nella maniera più oggettiva possibile, sentiamo di poter affermare con convinzione che non esistono stretti legami tra il mercato criptovalutario e il mercato azionario mondiale.
Un'osservazione che deve essere portata all'attenzione di tutti i lettori è il fatto che nell'ultimo anno il mercato delle criptovalute ha beneficiato di un importante iniezione di capitale , dal momento che molti attori anche istituzionali che prima lavoravano esclusivamente sui mercati tradizionali, hanno modificato parte della loro operatività apportando capitale in questo nuovo mercato.
Risulta evidente il fatto che costoro, essendo stati abituati per anni a ragionare secondo determinate logiche di mercato, si stiano portando dietro anche sul mercato delle criptovalute il medesimo modo di operare. Il crollo del mercato azionario seguito dal mercato crypto dello scorso venerdì ne è una prova evidente.
Naturalmente, una tale notizia giustifica un forte sell-off sui mercati azionari ma non vi è nessun reale motivo per cui sulla notizia di una nuova variante del covid-19 vi sia un crollo del mercato delle criptovalute.
La spiegazione più plausibile trova risposta nel fatto che molti operatori applichino le logiche dei mercati tradizionali sul mercato crypto.
Questo mercato però ha poco da condividere con quelli tradizionali. La struttura e l'impostazione di Bitcoin e compagni, segue logiche completamente diverse sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista del prezzo dell'asset. Come già ampiamente trattato in altre sedi, seppur da un paio d'anni si faccia un gran parlare di questo nuovo mercato, siamo ancora agli inizi. Diventerà sempre più importante informare la platea degli investitori sulle forti divergenze strutturali che vi sono tra questi mercati.
Infatti, tramite una maggior presa di consapevolezza i mercati crypto riusciranno ad esprimere e a far vedere anche a coloro che sono più scettici, la loro reale utilità sia in termini tecnologici che di decorrelazione in termini di rendimento.
A cura di:
Matteo Bernardi
Pannello volatilità - UpdateSettimana decisamente interessante, all’insegna della volatilità e dei posizionamenti tattici.
Vix su valori vicini a 20, nel pannello della volatilità il 22/11 ha intersecato la banda superiore del canale di bollinger, con candela del 24 novembre che è orientata decisamente al ribasso. Stesso discorso per il VVIX, che misura la stabilità della volatilità. Dopo un periodo di salita ha trovato un’ area di respiro in zona 110.
I movimenti dei giorni scorsi potrebbero essere stati determinati dal timore dei nuovi lockdown e dalle manovre delle banche centrali che si teme potranno essere più tempestive di quanto non ci si aspetti.
Tuttavia analizzando alcuni indicatori, come ATR e Volatilità Storica, notiamo come essi avessero nei giorni scorsi raggiunto valori minimi dove ciclicamente tendono a risalire.
Indicatore PUT /CALL in sostanziale risalita, con una maggior forza lato PUT, a testimonianza di una maggior propensione alla copertura e di un deterioramento delle aspettative rialziste nel breve (l’indicatore è tuttavia ancora sotto la parità).
Ragionando in termini di forza relativa tra mercato azionario e indice materie prime, notiamo ancora una curvatura della media a 200 periodi verso le materie prime.
Lo studio del sistema di medie mobili sull’SP500 infine ci permette di guardare la tendenza dei prezzi, eliminando il rumore di fondo. Resta sempre apprezzabile sia l’impostazione che l’inclinazione e la distanza delle medie.
Considerate anche le festività del ringraziamento, ne approfitterò per la gestione delle posizioni, per lo studio delle dinamiche intermarket e per l’idealizzazione di diversi scenari macro.
Pannello volatilità - Risk onSettimana particolarmente ricca dal punto di vista delle pubblicazioni macroeconomiche, almeno per quanto riguarda il contesto americano.
Nell’ordine abbiamo visto l’indice ISM dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero, con valore pari a 60,8 superiore alle aspettative ed in territorio positivo, seguito a ruota dal Purchase Manager Index e dall’incremento degli ordinativi alle fabbriche nel mese di settembre dello 0.2%.
Il livello di occupazione non agricola ha letteralmente “sorpreso in positivo” le stime degli analisti, così come le richieste di sussidi di disoccupazione in decisa diminuzione.
In questo contesto, è stato semplice per la Fed annunciare l’avviamento del tapering, anche se per il momento in misura soft. Prima di passare per l’aumento dei tassi d’interesse, bisognerà attendere una sostanziosa riduzione del ritmo di acquisto dei titoli di stato, che potrebbe impiegare 4/6 mesi circa. Solo allora sarà possibile agire in maniera diretta sui tassi di riferimento. (Non ha senso alzare i tassi, durante una fase di impegno di acquisto di titoli di stato).
Queste notizie, probabilmente già scontate dagli operatori, hanno fatto vivere due settimane di mercati in decisa crescita, soprattutto in settori che durante un periodo inflazionistico non avrebbero dovuto performare.
Il pannello della volatilità è in linea con quanto sopra descritto, con il VIX su valori decisamente bassi, volatilità della volatilità particolarmente stabile (VVIX), rapporto tra opzioni put e call in favore di quest’ultime (visione non ribassista del mercato), forza relativa tra SPY e materie prime seppur ancora al di sotto della media a 200 periodi, in deciso recupero in favore del comparto azionario.
In questa settimana ho aperto alcune posizioni in settori che hanno dimostrato una forza relativa particolarmente elevata, come consumer cyclical e tecnologico, tuttavia senza abbandonare le posizioni già aperte nell’energetico e finanziario.
Seguirà una successiva analisi settoriale, dove noteremo l’interessante impostazione del Russel 2000
SP500 e Vix, attenzioneSP500 è andato a toccare i massimi a 4598 il 26 Ottobre, lo potete vedere dal grafico di DX, dove ho inserito anche il Vix in blue.
Su Grafico di SX sono sceso di time frame su un 1H, qui è abbastanza evidente come nell'ultima settimana il Vix è salito di più dell'indice.
La salita del Vix in concomitanza con la salita di Sp500 è un segnale che qualcosa non torna..
Analisi volatilità: 12.10.2021
Lo studio della volatilità è uno delle basi per definire l’attitudine al rischio delle mie strategie, nonché per definire le size delle operazioni.
• Negli ultimi giorni abbiamo visto un VIX (primo grafico) in fase discendente, tuttavia osservando la tendenza di fondo, da agosto 2021 i minimi continuano ad essere crescenti, facendo
configurare situazioni di maggior volatilità. Stamattina il VIX quota valore 20,00 in rialzo del 6,55% rispetto alla precedente chiusura.
• Il VVIX, ovvero la “stabilità della volatilità”(secondo grafico), sembra continuare a lateralizzare attorno a quota 110, livello che ci ha accompagnato da luglio 2020.
• La volatilità storica del Mini S&P (terzo grafico), sembra aver rotto al rialzo una trendline ribassista Segnale da tenere sotto controllo
• Il PUT/CALL ratio (quarto grafico) gravita attorno al livello 1, non prevale in maniera particolare un volume delle opzioni PUT o delle opzioni CALL. Tuttavia notiamo come da marzo 2021 i
minimi ed i massimi dell’indicatore siano andati a crescere. Questo significa che i traders con ogni probabilità abbiano protetto i loro profitti con strategie di protective put.
• La forza relativa tra SPY e Gold (quinto grafico), tarata su un periodo di 25 settimane di osservazione, con media di 10 settimane è discendente in favore del gold. Questo potrebbe significare
una maggior propensione d’investimento in asset legati all’inflazione ed ai finanziari.
• Analizziamo infine nell’ultimo grafico il sistema di medie mobili sull’S&P500 che ha visto l’incrocio al ribasso tra Ema20 ed Ema50.
Quali conclusioni traggo da quest’analisi?
Sicuramente sui mercati vige indecisione. Da tempo ho liquidato asset di natura tecnologica ed aziende ad alto tasso di crescita, andando a preferire, studiando anche l’analisi intermarket, posizioni su energetici (in questo settore ad oggi non apro nuove operazioni, gestisco le esistenti) e finanziari. Personalmente le uniche posizioni che sto aprendo fanno proprio riferimento a breakout su titoli bancari o conglomerati finanziari (segnalati anche con idee precedenti). Tuttavia la massima esposizione settoriale prevista dalla mia strategia è pari al 20% ed attualmente il mio portafoglio è investito al 30% circa ripartito tra energetici, finanziari, ed in quota parte industriali ed healthcare. Per il resto sono flat, conservando liquidità per successive opportunità o per operazioni swing di breve termine.
Analisi della volatilità e del sentiment.
Condivido il mio layout per l’analisi della volatilità corrente sui mercati finanziari. Grazie a questo monitoraggio, decido la modalità Risk On/ Risk Off per l’apertura di operazioni long di breve/medio periodo sull’azionario. Gli strumenti utilizzati sono:
• VIX: Volatilità dell’S&P stimata sul prezzo delle opzioni, primo grafico;
• VVIX: Conosciuta come “volatilità della volatilità” ,secondo grafico a destra;
• PUT/CALL Ratio: Rapporto tra il volume delle opzioni Put e Call nel mercato, terzo grafico;
• Forza relativa tra SPY (ETF su S&P500) e GC1! (Future sull’oro), quarto grafico.
A questi strumenti applico degli indicatori statistici come le bande di bollinger e le medie mobili.
In generale il livello di allerta aumenta nel momento in cui sia il VIX che il VVIX incrociano al rialzo la banda superiore di bollinger. In questo caso si prospetta una fase di volatilità elevata ed instabile.
E’ facile notare come in corrispondenza di questi valori, il mercato tenda a “respirare” e ritracciare.
Da inizio settembre è possibile apprezzare la tendenza in crescita del VIX.
Il Put/Call ratio esprime il rapporto tra il volume delle opzioni Put e Call. Esso può assumere valori superiori o inferiori ad uno.
Livelli di quest’indicatore superiori ad 1 esprimono un maggior volume di opzioni PUT (Opzioni di vendita, visione “non rialzista” del mercato).
Valori inferiori ad 1 indicano un maggior volume di opzioni Call (Opzioni di acquisto, visione “non ribassista”). In condizioni di normalità e per operazioni long, preferisco l’indicatore su valori inferiori ad 1 o decrescenti. Possiamo notare come in corrispondenza dei recenti ribassi del mercato, il Put/Call ratio abbia raggiunto il valore di 1,12. In piena crisi Covid addirittura il rapporto 1,8.
Infine valuto la forza relativa tra lo SPY ed il gold. In uno scenario ottimale, preferisco vedere la forza relativa dell’azionario maggiore rispetto a quella dell’oro, con l’indicatore crescente o in recupero rispetto ad un precedente minimo. Le fasi nelle quali il gold è più forte dell’azionario, potrebbero essere indicative di un clima di maggior preoccupazione da parte degli operatori.
Situazioni nelle quali 3 o più indicatori si trovano nella condizione ottimale, determinano una valutazione di “Risk On”.
Qualora i criteri di cui sopra non dovessero essere rispettati, la modalità è Risk Off per operazioni long su azionario.
Ancora nervosismo sui mercatiGiornate di contrattazione interessanti, alla luce delle notizie che si rincorrono nel Regno Unito, circa la mancanza di autotrasportatori che metterebbe in crisi gran parte della supply chain, sotto pressione specialmente nel settore dei carburanti. I distributori sono in gran parte chiusi, fuori servizio o in razionamento, a causa degli acquisti di carburante dettati dal panico dei consumatori.
Sul fronte orientale, osserviamo il taglio delle stime di crescita della Cina da parte di Goldman Sachs, S&P e Nomura, sulla scorta degli effetti della crisi del debito di Evergrande (che per il momento sembrerebbe avere solo effetti “interni”) accompagnate dall’aumento del costo dell’energia e delle materie prime.
Le quotazioni del Crude Oil tornano sui massimi da luglio 2021 e ottobre 2018. Importante osservare cosa accadrà in corrispondenza del livello 77$; continueranno a salire le quotazioni o avremo una figura di doppio massimo, con i prezzi che cominceranno a rallentare?
Il Vix che sale dell’8% attestandosi sul valore 20,40 ed il future sull’S&P500 in flessione dello 0,60%, fanno presagire apertura in ribasso per le piazze americane. Il prezzo continua ad oscillare in prossimità della media esponenziale a 50 periodi.
Il cambio Eur/Usd si attesta in area 1.1676, in corrispondenza di un livello sensibile al mercato, dove sarà interessante analizzare le chances di un rimbalzo o di un break al ribasso del livello.
Market overview e operazione odiernaIn attesa del discorso della Fed in serata, nel quale potrebbero essere dettati la tempistica e l'entità del tapering e in seguito agli accordi anti default di Evergrande, i mercati sembrerebbero apparentemente aver in parte metabolizzato i timori destati dai rumors di questi giorni.
Analizzando il Vix, ovvero la stima della volatilità dell 'S&P500 calcolata sulla prezzatura delle opzioni, possiamo notare come negli ultimi due giorni, seppur con molta cautela e relativa indecisione, abbiamo assistito ad una sua discesa nell'ordine del 20%, successiva all'impennata del 20 settembre. Attualmente il Vix si attesta attorno al valore del 22 ed il future sul Mini S&P500 è in rialzo dello 0,50%, facendo configurare una probabile apertura rialzista, così come nelle principali piazze europee.
I rendimenti dei bond governativi americani sono in salita sia a 10 che 30 anni, neutro il gold.
Sui mercati sembrerebbe quindi dominare la cautela e sarà interessante osservare l'andamento delle quotazioni nei prossimi giorni.
Sul portafoglio di lungo termine, non segnalo nuove operazioni, limitandomi a gestire quelle in essere.
Per il breve termine, invece, un mio trading system segnala possibile ingresso su JNJ (Johnson & Johnson, terzo grafico).
Ingresso a 165, take profit a 175 e stoploss a 152,98.
La strategia cerca ingresso su un titolo con trend di fondo rialzista, ma con approccio contrarian, per godere di un breve movimento di recupero del prezzo. Da backtest condotto su JNJ, percentuale di operazioni chiuse in profitto di questa strategia pari al 70% circa.
TVC:VIX
TVC:US30Y
NYSE:JNJ
SPX: Impatto Evergrande sequenza temporaleBuongiorno a tutti,
di seguito riporto la sequenza temporale degli eventi Evergrande e l'impatto che hanno avuto sull'Indice americano.
0) 31 agosto - Evergrande mette in guardia gli investitori sul rischio di default;
1) 6 settembre - Sospese le negoziazioni delle obbligazioni di Evergrande a seguito di "fluttuazioni anomale";
2) 8 settembre - Il gruppo prevede di sospendere il pagamento degli interessi dovuti sui prestiti a due banche il 21 settembre;
3) 15 settembre - Le autorità cinesi hanno detto ai principali istituti di credito che Evergrande non pagherà il pagamento degli interessi in scadenza il 21 settembre sui suoi prestiti;
4) 16 settembre - L'unità onshore di Evergrande ha interrotto le negoziazioni di tutte le obbligazioni dopo un taglio del rating nazionale.
Da notare l'impatto che i suddetti eventi hanno avuto sul VIX, portandolo nuovamente all'interno della fascia d'incertezza.
Spero di essere stato chiaro ma se avete altre idee vi prego di scriverle nei commenti qui sotto.
Queste sono solo idee di trading e non consigli per investire. Per quelle dovete rivolgervi a un professionista perche' io non lo sono. Sono un semplice appassionato.
Un abbraccio a tutti.
Be good!
Cozzamara
Inizia il contagio Evergrande sui mercati globaliBuongiorno a tutti,
il problema del rifinanziamento del debito da parte delle imprese costruttrici cinesi era iniziato ad emergere gia' a Maggio quando il CBOE China ETF Volatility Index (sopra) aveva iniziato a dare i primi segnali preoccupanti con repentine impennate provocate dall'intensificarsi dell'austerita' da parte del CCP nei confronti di questo settore esageratamente in espansione. La preoccupazione è rimasta circoscritta ai mercati cinesi per 4 mesi ma adesso che il rischio d'insolvenza sta esplodendo il contagio inizia a diffondersi rapidamente anche sui mercati globali con il VIX (sotto) che e' ritornato a dare segnali inequivocabili d'incertezza.
La situazione sta determinando un sentimento di risk-off sui mercati finanziari. Gli investitori si vedono costretti a ritirare i capitali dai mercati a rischio alla ricerca di safe havens anche se in questo momento l'unico bene rifugio disponibile sembra essere il dollaro americano in attesa del meeting della FED di mercoledi'. Il dollaro sembra infatti che stia beneficiando della svalutazione delle Yuan quale misura adottata per contrastare gli effetti della crisi finanziaria in Cina. Il Gold non si sta apprezzando come dovrebbe nonostante le dinamiche di risk-off mentre il Bitcoin sembra soffrire del fatto che alcune stablecoin possano essere esposte al default dei bonds Evergrande.
Spero di essere stato chiaro ma se avete altre idee vi prego di scriverle nei commenti qui sotto.
Queste sono solo idee di trading e non consigli per investire. Per quelle dovete rivolgervi a un professionista perche' io non lo sono. Sono un semplice appassionato.
Un abbraccio a tutti.
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Cozzamara
S&P500 - Si scatena la volatilitàLo scorso 17 Settembre lo Spy, in corrispondenza del “witching day”, ovvero giorno di scadenza dei più importanti strumenti derivati, si è riportato con una decisa black candle in prossimità della media esponenziale a 50 periodi, che come abbiamo visto anche in altre analisi, si è comportata egregiamente come livello di supporto dinamico, a seguire il rialzo dei prezzi.
Il Vix, ovvero la misura della volatilità implicita dell’S&P500 stimata sulla prezzatura delle opzioni, questa mattina fa registrare un’impennata di oltre il 20%, riportandosi su valori decisamente più sostenuti, facendo configurare giorni di maggior volatilità, da seguire attentamente, sia per la gestione delle posizioni aperte, sia per l’individuazione di nuove opportunità.
Il Future sull’S&P500 mentre scrivo, apre con un ribasso dell’1,13%, portando sullo Spy ulteriore debolezza e qualora la media a 50 periodi evidenziata sul grafico non dovesse tenere l’attacco dei prezzi, una possibile discesa in area 436.
VIX: sotto il livello di normalita'Buongiorno a tutti,
ho scritto molti posts sul VIX , cos'e', come funziona e come puo' essere utilizzato per valutare eventuali opportunita' sugli Indici ed in particolare sul SPX .
Finalmente sembra che il VIX abbia ritrovato la strada della normalita' ma le scosse continuano a non mancare ogni volta che si presentano elementi d'incertezza.
Capire quali possano essere questi elementi e come vengano affrontati dal mercato puo' essere una chiave fondamentale per poter sfruttare potenziali movimenti sui mercati.
In questo momento secondo me dobbiamo stare attenti nel valutare l'impatto Evergrande (in primis) e l'incombente crisi energetica in Europa mantenendo l'allerta sul fattore di rischio sempre latente rappresentato dal Covid-19.
Saranno sufficenti questi fattori a far ritornare l'incertezza?
Spero di essere stato chiaro ma se avete altre idee vi prego di scriverle nei commenti qui sotto.
Queste sono solo idee di trading e non consigli per investire. Per quelle dovete rivolgervi a un professionista perche' io non lo sono. Sono un semplice appassionato.
Un abbraccio a tutti.
Be good!
Cozzamara
NAS ci siamo quasi, 14500 il targetNon manca la forza al NASDAQ e potrebbe allungare ancora in area 14500 - 14700.
Si attende il meet della FED per avere il quadro più chiaro.
VIX torna a livello pre-CovidI listini americani non sembrano preoccupati dall'aumento dei prezzi e aprono gli ultimi scambi settimanali in positivo, con sguardo tutto rivolto alla riunione Fed del prossimo 16 giugno.
L'indice "della paura", il Volatility Index (VIX) segna un calo del 3,2% intorno al livello pre-pandemico di gennaio 2020 (15,50), mentre sul lato obbligazionario il Treasury a 10 anni segna un calo dello 0,8% ad un rendimento dell'1,454%.
Gli investitori continuano a sostenere gli strumenti di rischio nonostante l'inflazione "core", o "di fondo", sia schizzata ad un tasso annuo del 3,8% (record in quasi 30 anni).
L'inflazione degli Stati Uniti ha raggiunto i massimi dal 2008 nel mese di maggio.
L'indice IPC è balzato al +5% su base annua dal +4,2% di aprile che già aveva segnato i nuovi massimi dal 2008, la componente "core" (che non tiene conto dei beni 'volatili' come energia ed alimentari), è schizzata ad un tasso annuo del 3,8% (record in quasi 30 anni) mettendo ulteriore pressione sulla riunione Fed del prossimo 16 giugno.
La Fed continua a parlare di inflazione temporanea, con i dubbi che iniziano tuttavia a serpeggiare tra i suoi stessi funzionari.
Con l’economia che torna a ruggire, il ritorno dell’occupazione e l’inflazione che rimarrà probabilmente più elevata per un periodo di tempo più lungo, continuiamo a ritenere che i rischi siano di un rialzo dei tassi di interesse prima del previsto.
Il VIX ha chiuso il gap del Febbraio 2020Il VIx dopo 400 giorni è andato a chiudere il gap lasciato aperto il 21 Febbraio’20.
La questione da capire cosa è la coda e cosa è il cane.
Se il Vix è la coda allora può diventare irrilevante come modello, mentre se il Vix è il cane ed il mercato è la coda, il modello si fa interessante.
Le metriche del credito e della liquidità sono solide, la velocità della M2 sta leggermente aumentando ed il mercato azionario resta sui massimi.
Un pull back del Vix va osato, ma per il momento senza aspettative eccesive, manca un trigger che metta in moto una correzione decisa.
Allego grafico M2 e velocità di circolazione della moneta.