TLT a rischio nuova fase di ribassiNell'ultimo mese, TLT è sceso da un massimo di 90,15 USD (29 aprile 2025) a 86,581 USD (12 maggio 2025), riflettendo una perdita di circa il 4%. La discesa attuale sta pressando sui rendimenti che potrebbero salire e sfiorare il 5%. E' questa la principale preoccupazione degli investitori a lungo periodo nonostante uno stacco di cedole interessanti di circa il 4,5% annuale.
La risoluzione dei dazi tra Cina e USA, in corso in questi giorni, potrebbe alleviare la tensione degli investitori.
Rimane alta ancora la paura di un'inflazione crescente nei prossimi mesi. Un'inflazione più alta riduce il valore reale dei pagamenti fissi delle obbligazioni a lungo termine, spingendo gli investitori a richiedere rendimenti più elevati e, di conseguenza, deprimendo i prezzi degli ETF come TLT.
Chart di Capital.com
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CINA
Analisi DXY - la Cina come "Sputnik moment".Analisi settimane macroeconomica e prospettive future.
Il dollaro statunitense ha registrato il terzo guadagno settimanale consecutivo, proseguendo il suo recupero dai minimi pluriennali raggiunti a metà aprile. L’indice del dollaro (DXY) ha consolidato ulteriormente la propria posizione al di sopra della soglia chiave di 100,00, un livello psicologico rilevante che, tuttavia, non è stato ancora superato con decisione.
Dopo aver subito una flessione di quasi il 9% rispetto ai massimi di marzo, con un temporaneo calo sotto quota 98,00 il mese scorso, il biglietto verde ha messo a segno un progressivo rafforzamento nelle ultime settimane. Tale ripresa è stata agevolata dal miglioramento del clima nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, con sviluppi immediati attesi già nel fine settimana, in occasione di un incontro tra rappresentanti delle due nazioni in Svizzera.
L’apprezzamento della valuta statunitense è stato inoltre sostenuto dall’incremento dei rendimenti dei Treasury, che hanno raggiunto nuovi massimi su più scadenze nella seconda parte della settimana. Sebbene il movimento rialzista del dollaro sia rimasto contenuto, l’aumento dei rendimenti ha contribuito a consolidarne la forza, specie dopo che la Federal Reserve (Fed) ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse mercoledì, con il Presidente Jerome Powell che ha ribadito un approccio prudente e improntato alla stabilità monetaria.
Questa settimana, la Casa Bianca ha evitato l’introduzione di nuovi dazi, ma il contesto commerciale ha subito un'evoluzione significativa. L’attenzione si è concentrata sulle crescenti speculazioni riguardo a una possibile riduzione dell’imponente tariffa del 145% sulle importazioni statunitensi di prodotti cinesi, precedentemente annunciata dal presidente Donald Trump. Tale ipotesi rappresenterebbe un allentamento sostanziale rispetto alla sua precedente strategia protezionistica. In un intervento preliminare a un importante incontro di sabato, il presidente ha suggerito che un’aliquota più contenuta, intorno all’80%, potrebbe essere "adeguata", lasciando intravedere un potenziale cambio di rotta nella politica commerciale americana.
A rafforzare il sentiment positivo sul dollaro statunitense, Washington e Londra hanno svelato giovedì un nuovo quadro commerciale bilaterale. L’intesa prevede un miglioramento delle condizioni di accesso al mercato e una semplificazione delle procedure doganali per le esportazioni statunitensi destinate al Regno Unito, mentre la Gran Bretagna beneficerà di un’esenzione tariffaria limitata su specifici settori, tra cui automotive, acciaio e alluminio.
Tuttavia, la reazione dei mercati è rimasta relativamente contenuta. Molti analisti hanno giudicato l’accordo di portata ridotta, considerandolo più un insieme di concessioni reciproche che una revisione strutturale delle relazioni commerciali bilaterali. In effetti, gli Stati Uniti manterranno un dazio di base del 10% sulla maggior parte dei prodotti britannici, rafforzando l’idea che un ritorno ai livelli tariffari precedenti al cosiddetto "Giorno della Liberazione" sia improbabile, indipendentemente dagli accordi in corso.
L’apparente ammorbidimento della postura commerciale di Trump segnerebbe un ulteriore ripensamento rispetto alle posizioni precedentemente rigide, in risposta alla volatilità dei mercati finanziari. Nelle ultime settimane, il presidente ha ridimensionato le minacce di imposizione generalizzata di nuovi dazi a seguito di una forte correzione azionaria, ha moderato le critiche rivolte al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, e ha esaltato i successi commerciali ottenuti con Canada e Messico—risultati che, tuttavia, si sono rivelati prevalentemente simbolici.
Gli economisti avvertono che, sebbene una revisione delle tariffe possa alleviare alcune pressioni sui prezzi, le persistenti barriere commerciali continuano a rappresentare un fattore di rischio per l’economia globale. I potenziali effetti inflazionistici derivanti da tali misure potrebbero infatti indebolire la domanda dei consumatori e rallentare la crescita economica. Qualora i rischi di ribasso si acuissero, la Federal Reserve potrebbe trovarsi nella posizione di dover riesaminare il proprio approccio monetario prudente e basato sui dati.
Mercoledì, la Federal Reserve ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse, in linea con le aspettative del mercato, ma ha evidenziato l’emergere di rischi crescenti sia sul fronte inflazionistico che occupazionale nei prossimi mesi.
Nel comunicato diffuso al termine della riunione, la banca centrale ha sottolineato che l’economia statunitense continua a espandersi a un ritmo sostenuto. Tuttavia, la crescita più contenuta registrata nel primo trimestre è stata in larga parte attribuita all’incremento delle importazioni, poiché consumatori e imprese hanno cercato di anticipare l’impatto dei nuovi dazi imposti.
Durante la conferenza stampa successiva alla riunione, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito la solidità strutturale dell’economia statunitense, pur riconoscendo l’aumento dell’incertezza. Ha precisato che le future decisioni di politica monetaria saranno strettamente legate all’evoluzione dei dati macroeconomici e che il percorso della Fed potrebbe includere una riduzione dei tassi o un prolungato periodo di stabilità.
"La traiettoria futura potrebbe prevedere un allentamento monetario o il mantenimento dell’attuale livello dei tassi", ha dichiarato Powell, sottolineando l’adozione di un approccio più flessibile da parte della banca centrale, in un contesto caratterizzato da tensioni commerciali e da fattori di rischio globali che potrebbero influenzare le prospettive economiche.
Nelle ultime sedute, il dollaro statunitense ha mostrato segnali di stabilizzazione, attenuando le preoccupazioni legate alla stagflazione (una condizione economica caratterizzata da crescita debole e inflazione persistente) e fornendo un temporaneo impulso al sentiment degli investitori. Tuttavia, la valuta americana continua a essere soggetta a pressioni ribassiste, influenzata da un insieme di fattori avversi, tra cui l’impatto dei dazi, il rallentamento della crescita economica interna e il deterioramento della fiducia degli operatori di mercato.
L’inflazione rimane al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla Federal Reserve, con gli ultimi dati relativi all’indice dei prezzi al consumo (IPC) e al PCE che confermano la persistenza delle pressioni inflazionistiche. A complicare ulteriormente il quadro di politica monetaria della Fed è la tenuta del mercato del lavoro, che continua a mostrare una resilienza superiore alle attese, riducendo le probabilità di imminenti interventi di allentamento sui tassi di interesse.
In aggiunta, le aspettative di inflazione al consumo hanno registrato un incremento. L’ultimo sondaggio condotto dalla Fed di New York indica che gli americani prevedono un aumento dei prezzi del 3,6% nel prossimo anno, in rialzo rispetto al 3,1% di febbraio, il livello più elevato da ottobre 2023. Tuttavia, le aspettative di lungo periodo restano ben ancorate, segnale di una persistente fiducia nella capacità della Fed di contenere le pressioni inflazionistiche.
Sul fronte occupazionale, il mercato del lavoro ha mantenuto una relativa stabilità ad aprile, con il numero di occupati non agricoli (NFP) rivisto a 177.000 e il tasso di disoccupazione fermo al 4,2%. Tuttavia, gli analisti avvertono che tali dati potrebbero non riflettere ancora pienamente l’impatto delle misure tariffarie introdotte dopo il "Giorno della Liberazione", un elemento che potrebbe emergere con maggiore evidenza nelle prossime rilevazioni.
Nel complesso, il dollaro statunitense continua a muoversi in un contesto di elevata volatilità, influenzato da un mix di inflazione persistente, incertezza sulle politiche commerciali e indebolimento dei fondamentali macroeconomici. Di conseguenza, i mercati si preparano a una fase di turbolenza prolungata, con un andamento prudente per la valuta americana.
Nella prossima settimana, l’attenzione dei mercati sarà focalizzata sui dati relativi all’inflazione, con la pubblicazione dei report di aprile sull’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) e sull’Indice dei Prezzi alla Produzione (IPP). Questi indicatori forniranno elementi chiave per valutare l’evoluzione delle pressioni inflazionistiche e il loro impatto sulle prospettive di politica monetaria della Federal Reserve. In un contesto caratterizzato da inflazione persistente e segnali economici contrastanti, tali dati potrebbero risultare determinanti per le aspettative sui futuri interventi della banca centrale in materia di tassi di interesse.
Contestualmente, un ampio gruppo di esponenti della Fed è atteso per una serie di interventi che manterranno alta l’attenzione degli investitori sulla comunicazione della banca centrale, in seguito all’ultima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC). Le dichiarazioni dei funzionari potrebbero offrire ulteriori indicazioni sulla traiettoria della politica monetaria e sulla valutazione dei rischi macroeconomici.
Oltre alle dinamiche legate alla Fed, i mercati continueranno a monitorare con attenzione gli sviluppi sul fronte commerciale, con particolare riferimento ai negoziati tra Stati Uniti e Cina.
Nonostante le aspettative di progressi, le trattative hanno finora registrato risultati limitati, alimentando incertezza sulle prospettive delle relazioni economiche tra le due principali economie globali.
Analisi tecnica DXY
L' indice del dollaro statunitense ha continuato la sua ripresa costante, seppur lenta, chiudendo la terza settimana di rialzo registrando un +0,39% e un +0,78% da inizio mese.
Sul grafico giornaliero, una rottura sostenuta al di sopra del livello psicologico di 100,00, chiudendo la sessione giornaliera al di sopra delle Kijun Sen, potrebbe aprire la strada a un test della media mobile semplice (SMA) a 50 giorni a 102,60, seguita dalla più significativa SMA a 200 giorni a 104,30, appena al di sotto del massimo del 26 marzo di 104,6.
Tuttavia, i rischi al ribasso rimangono evidenti. Una nuova inversione ribassista potrebbe riportare in gioco il minimo del 2025 a 97,92, segnato il 21 aprile, con il minimo di marzo 2022 a 97,92.
Per ora, è probabile che la pressione al ribasso persista finché l'indice rimarrà al di sotto delle medie mobili.
Riflessioni finali.
La politica tariffaria adottata dall’amministrazione Trump non deve essere interpretata esclusivamente in chiave protezionistica, ma anche come uno strumento volto a fronteggiare criticità economiche di rilevante entità, che gli Stati Uniti potrebbero aver sottovalutato per troppo tempo. L’attuale governo si trova a dover affrontare una serie di sfide cruciali:
• Gestione del debito pubblico, con l’obiettivo di rifinanziare le scadenze dell’anno in corso a rendimenti più contenuti.
• Controllo dell’inflazione, cercando di mantenere la stabilità dei prezzi in un contesto di crescente pressione sui costi.
• Prevenzione della stagflazione, evitando una combinazione di crescita economica debole e inflazione elevata.
Tali obiettivi, senza un intervento diretto sul sistema fiscale—ipotesi considerata solo in ultima istanza dall’amministrazione Trump—appaiono perseguibili principalmente attraverso l’imposizione di dazi, misura che verrà comunque implementata. L’applicazione di tariffe doganali potrebbe rappresentare l’unico strumento efficace per mitigare gli effetti derivanti dall’elevata domanda interna e dal forte impulso ai consumi registrato negli ultimi anni.
Naturalmente, questa strategia ha un impatto significativo sulla politica monetaria della Federal Reserve, che si trova a dover bilanciare il difficile compito di contenere l’inflazione senza alimentare rischi di stagflazione. Inoltre, la banca centrale deve gestire le pressioni esercitate dal presidente Trump, il quale ha più volte sollecitato un orientamento più accomodante, con toni particolarmente incisivi. In questo contesto, la Fed dovrà mantenere un approccio prudente, basato sull’analisi dei dati economici e sulla valutazione delle implicazioni derivanti dalle misure tariffarie.
Il processo di de-dollarizzazione sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nel panorama economico globale, con implicazioni significative per i mercati finanziari e valutari. Dall’inizio dell’anno, il dollaro statunitense ha registrato un progressivo indebolimento, accompagnato da una flessione dei mercati azionari americani. In contrasto, l’Europa ha mostrato una dinamica più favorevole, con la Germania che, nell’ultima settimana, ha raggiunto nuovi massimi storici.
Negli Stati Uniti, il mercato azionario è stato sostenuto principalmente dagli investitori retail, mentre gli investitori istituzionali di lungo termine hanno mantenuto un atteggiamento prudente, segnando l’undicesima settimana consecutiva di performance negativa. Tale scenario ha determinato una sovraperformance dell’Europa rispetto agli Stati Uniti, sia in termini di mercato azionario che di forza valutaria. Per la prima volta, l’euro mostra un vantaggio competitivo così marcato rispetto al dollaro e potrebbe riportare gli investimenti all’estero verso il Vecchio Continente.
A far leva su un ritorno in patria degli investimenti, da parte dell’investitore europeo, sul fronte delle valutazioni azionarie (multipli), i mercati europei risultano molto più convenienti rispetto a quelli americani, alimentando l’interesse degli investitori verso il Vecchio Continente. La de-dollarizzazione, dunque, appare come un fenomeno in evoluzione, con dinamiche che sembrano essere in parte influenzate dagli stessi Stati Uniti. L’obiettivo implicito dell’amministrazione americana è, infatti, quello di indebolire il dollaro per favorire la competitività delle esportazioni americane, mantenendo al contempo l’economia fortemente ancorata alla valuta statunitense.
Nel contesto delle tensioni commerciali, Scott Bessent sta assumendo un ruolo di mediazione nelle trattative sui dazi, mentre l’accordo commerciale raggiunto in settimana tra Stati Uniti e Regno Unito sembra, in fin dei conti, avere come obiettivo strategico la Cina. Tale intesa tra i due Pesi, infatti, se la si legge tra le righe, mira a incidere sulla supply chain cinese destinata al mercato britannico, con possibili ripercussioni sulle dinamiche commerciali globali.
Quindi verrebbe, infine, da definire la Cina stessa come un vero e proprio “Sputnik moment” nei confronti del mondo ma soprattutto verso gli USA, confermandosi sempre più attore centrale nello scenario economico internazionale. Dopo le restrizioni sui semiconduttori e le recenti misure riguardanti l’intelligenza artificiale, il Paese continua a essere al centro delle strategie economiche e geopolitiche globali, con implicazioni di vasta portata per il commercio e la tecnologia.
Cina: Dazi contro USA del 34%, impatto sul Mercato Forex
Salve, sono il Trader Forex Andrea Russo e oggi voglio parlarvi della risposta della Cina contro i Dazi Americani. La recente decisione della Cina di imporre contro-dazi del 34% sui prodotti statunitensi rappresenta un significativo sviluppo nelle tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Questa mossa, che entrerà in vigore il 10 aprile, è una risposta diretta ai dazi del 10% imposti dagli Stati Uniti. L'annuncio ha già avuto ripercussioni sui mercati globali, con le borse che hanno registrato forti cali. In questo articolo, analizzeremo le motivazioni dietro questa decisione, le sue implicazioni economiche e l'impatto sul mercato Forex.
Motivazioni Dietro i Contro-Dazi
La decisione della Cina di imporre contro-dazi è una risposta strategica alle politiche commerciali aggressive degli Stati Uniti. I dazi del 10% imposti dagli USA mirano a correggere quello che viene percepito come un disavanzo commerciale ingiusto e a proteggere le industrie nazionali. Tuttavia, la Cina vede questi dazi come una minaccia alla sua crescita economica e alla stabilità delle sue esportazioni. I contro-dazi del 34% sono quindi un tentativo di riequilibrare la bilancia commerciale e di esercitare pressione sugli Stati Uniti per rivedere le loro politiche.
Implicazioni Economiche Globali
L'imposizione di contro-dazi ha implicazioni economiche che vanno ben oltre le due nazioni coinvolte. Le tensioni commerciali possono innescare una serie di reazioni a catena che influenzano l'economia globale in vari modi:
Aumento dei Costi di Produzione: Le aziende che dipendono dalle importazioni di materie prime e componenti dagli Stati Uniti vedranno un aumento dei costi di produzione, che potrebbe essere trasferito ai consumatori sotto forma di prezzi più alti.
Rallentamento della Crescita Economica: Le tensioni commerciali possono portare a un rallentamento della crescita economica globale, poiché le aziende potrebbero ridurre gli investimenti a causa dell'incertezza economica.
Inflazione: L'aumento dei prezzi dei beni importati può contribuire all'inflazione, riducendo il potere d'acquisto dei consumatori e aumentando i costi per le imprese.
Impatto sul Mercato Forex
Il mercato Forex, noto per la sua sensibilità agli eventi geopolitici ed economici, non è immune agli effetti delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. Ecco alcuni dei principali impatti:
Volatilità del Dollaro Statunitense: L'aumento dei dazi potrebbe indebolire il dollaro statunitense, poiché le tensioni commerciali tendono a ridurre la fiducia degli investitori. La domanda di beni statunitensi potrebbe diminuire, influenzando negativamente il valore del dollaro.
Rafforzamento dello Yuan Cinese: La Cina potrebbe vedere un rafforzamento dello yuan, poiché la sua economia potrebbe essere percepita come più stabile rispetto a quella degli Stati Uniti in questo contesto di tensioni commerciali.
Politica Monetaria della Federal Reserve: La Federal Reserve potrebbe essere costretta a rivedere la sua politica monetaria, con possibili tagli dei tassi di interesse per mitigare l'impatto economico dei dazi. Questo potrebbe influenzare ulteriormente il mercato Forex, aumentando la volatilità.
La decisione della Cina di imporre contro-dazi del 34% sui prodotti statunitensi rappresenta un significativo sviluppo nelle tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Le implicazioni economiche di questa mossa sono vaste e complesse, influenzando non solo le economie nazionali ma anche il mercato Forex globale. Gli investitori e gli analisti dovranno monitorare attentamente questi sviluppi per comprendere appieno le loro implicazioni e adattare le loro strategie di conseguenza.
CENTRAL BANK WEEKDi seguito sono riportate le principali notizie di questa settimana:
LUNEDI'
- Vendite al dettaglio (13:30) (USD)
- Indice NAHB (15:00) (USD)
MARTEDI'
- Bilancia commerciale (11:00) (EUR)
- Indice ZEW (11:00) (EUR)
- CPI CANADA (13:30) (CAD)
- Produzione industriale (14:15) (USD)
MERCOLEDI'
- Tasso d'interesse (04:00) (JPY)
- CPI EURO (11:00) (EUR)
- Tasso d'interesse (19:00) (USD)
GIOVEDI'
- FESTA GIAPPONE
- Tasso d'interesse (02:15) (CNY)
- Tasso disoccupazione (08:00) (GBP)
- Tasso d'interesse (09:30) (CHF)
- Tasso d'interesse (13:00) (GBP)
- Jobless claims (13:30) (USD)
VENERDI'
- vendite al dettaglio (08:00) (GBP)
- Fiducia consumatori (16:00) (EUR)
CINA:
L'economia cinese ha mostrato una modesta ripresa per i primi due mesi dell'anno.
Le vendite al dettaglio sono aumentate del 4,0% nel periodo gennaio-febbraio rispetto a un anno fa e la produzione industriale è salita del 5,9%.
Buon trading a tutti
CINA E USASecondo i dati del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, la Cina ha ridotto le sue partecipazioni nel debito statunitense di 9,6 miliardi di dollari nel dicembre 2024, portando il totale a 759 miliardi di dollari, il livello più basso dal 2009.
Tuttavia, la Cina rimane il secondo maggiore detentore di obbligazioni statunitensi.
Il primo posto va al Giappone, con 1,06 trilioni di dollari di investimenti.
Il Regno Unito è al terzo posto tra i detentori di debito degli Stati Uniti, anch'esso con 759 miliardi di dollari, dopo aver tagliato i suoi investimenti di 9 miliardi di dollari.
Il Lussemburgo e le Isole Cayman occupano rispettivamente il quarto e il quinto posto.
Le forti correlazioni tra yuan cinese e yen giapponese con il dollaro derivano, in parte, proprio per questo.
Una svalutazione o un apprezzamento delle obbligazioni americane influenzano DIRETTAMENTE i paesi detentori del debito.
Buon trading a tutti
La Guerra dei Dazi: America, Messico, Canada e CinaCari lettori, mi chiamo Andrea Russo e sono un Trader, e oggi voglio parlarvi di un cambiamento rilevante che sta scuotendo i mercati globali: gli Stati Uniti hanno deciso di congelare i dazi su Messico e Canada, mentre la Cina ha lanciato una serie di controdazi mirati. Un'operazione strategica che promette di avere ripercussioni significative sul commercio internazionale e sulle dinamiche economiche globali, con effetti diretti anche sulle valute e sul mercato del Forex.
Congelamento dei Dazi su Messico e Canada: Un Cambio di Strategia?
Gli Stati Uniti, sotto l'amministrazione Biden, hanno deciso di congelare i dazi su Messico e Canada, due partner commerciali vitali. Questa mossa potrebbe sembrare una distensione nella guerra commerciale, ma in realtà rappresenta un tentativo di rafforzare i legami con i vicini, facilitando così il flusso commerciale e stimolando l'economia interna. Con l’aumento dei costi delle materie prime e la crisi energetica, Washington mira a evitare l’escalation delle tariffe, che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione economica già fragile.
Una Scelta Strategica in Un Mondo In Bilico
Nonostante le buone intenzioni, il contesto globale resta incerto. La decisione di sospendere i dazi è in parte motivata dalla necessità di rallentare l'inflazione e mitigare gli effetti negativi sulle catene di approvvigionamento, specialmente in Nord America. Tuttavia, questo può anche essere un segnale che gli Stati Uniti cercano di concentrarsi su sfide interne, per poi focalizzarsi su una battaglia più ampia, quella con la Cina.
La Risposta della Cina: Controdazi e Ritorsioni
Dall’altra parte, la Cina non ha tardato a rispondere, introducendo nuove tariffe sui prodotti statunitensi, in particolare in settori chiave come la tecnologia, l’agricoltura e l'automotive. Questi dazi potrebbero avere un impatto diretto sulle aziende statunitensi che esportano verso il paese asiatico, ma anche influenzare le dinamiche del commercio globale. La Cina ha chiaramente messo in campo una risposta strategica, che va oltre la semplice vendetta economica: è un segnale che Pechino non ha intenzione di fare concessioni su un tema che considera fondamentale per la sua posizione geopolitica.
Impatto sui Mercati Finanziari e sul Forex
Ora che abbiamo visto le principali mosse strategiche, vediamo cosa questo implica per i mercati finanziari, in particolare sul mercato Forex. La combinazione di un possibile allentamento delle tariffe verso Messico e Canada e l’inasprimento delle tariffe contro la Cina influenzerà sicuramente le dinamiche valutarie, generando opportunità e rischi per i trader.
1. Impatto sul Dollaro USA (USD)
Il dollaro potrebbe essere influenzato in modi contrastanti da questi sviluppi. Da una parte, l’allentamento delle tariffe verso Messico e Canada potrebbe essere positivo per il dollaro, in quanto potrebbe favorire un rafforzamento dell’economia nordamericana, stimolando i flussi commerciali e riducendo l’incertezza. In particolare, i settori come l’automotive, l’energia e l’agroalimentare potrebbero beneficiare di costi ridotti.
D’altra parte, le tensioni con la Cina potrebbero mantenere un clima di incertezze geopolitiche, che storicamente ha portato a una maggiore volatilità del dollaro. In caso di escalation, l’effetto potrebbe essere un incremento della domanda di beni rifugio, come l’oro e lo yen giapponese, e una possibile debolezza temporanea del dollaro.
Strategia per il trader sul Forex:
Se la mossa di congelare i dazi porta a una stabilizzazione dell’economia nordamericana, il dollaro potrebbe apprezzarsi nei confronti di valute più rischiose, come il messicano (MXN) e il canadese (CAD). Tuttavia, i trader dovrebbero monitorare le reazioni della Cina, poiché un’escalation delle tensioni potrebbe spingere il dollaro verso un rafforzamento più marcato.
2. Impatto sul Peso Messicano (MXN) e sul Dollaro Canadese (CAD)
Il congelamento dei dazi su Messico e Canada avrà probabilmente un impatto positivo sul peso messicano e sul dollaro canadese. Entrambi questi paesi beneficeranno di una riduzione dei costi sulle merci esportate verso gli Stati Uniti, che potrebbe stimolare la crescita economica e migliorare la bilancia commerciale.
Tuttavia, la situazione rimane delicata. Se la Cina continua a rispondere con nuove tariffe, il Messico e il Canada potrebbero risentirne indirettamente, poiché l’incertezza generale potrebbe ridurre gli scambi globali e impattare la crescita complessiva. Nonostante ciò, entrambi i paesi potrebbero continuare a vedere apprezzamenti delle loro valute rispetto a valute emergenti o più rischiose.
Strategia per il trader sul Forex:
L’eventuale apprezzamento del CAD e del MXN potrebbe rendere interessante una strategia di acquisto per queste valute contro valute come il real brasiliano (BRL) o il rand sudafricano (ZAR), che tendono a essere più volatili e vulnerabili a crisi globali.
3. Impatto sullo Yuan Cinese (CNY) e Sulle Valute Emergenti
L’escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina avrà un impatto diretto sullo yuan cinese. In caso di ulteriori controdazi, lo yuan potrebbe indebolirsi ulteriormente, in particolare nei confronti del dollaro. Questo indebolimento potrebbe anche tradursi in un aumento della volatilità sui mercati delle valute emergenti, poiché i capitali potrebbero rifugiarsi in valute più sicure, come il dollaro o lo yen giapponese.
Un altro possibile effetto sarà l’incremento della domanda di commodities, in particolare di metalli e energia, che potrebbero vedere un impatto positivo dai controdazi cinesi, con un conseguente apprezzamento delle valute legate alle esportazioni di materie prime, come il dollaro australiano (AUD) e il dollaro neozelandese (NZD).
Strategia per il trader sul Forex:
Il trader che si aspetta un indebolimento dello yuan potrebbe considerare posizioni corte sul CNY contro il dollaro o altre valute principali. Inoltre, sarebbe saggio monitorare l’andamento delle commodity, in quanto potrebbero fornire segnali anticipatori per l’andamento delle valute legate alla loro esportazione.
Conclusioni: Un Nuovo Capitolo Nella Guerra dei Dazi con Impatti sul Forex
La guerra dei dazi tra Stati Uniti, Messico, Canada e Cina entra in una nuova fase che avrà effetti duraturi sui mercati finanziari, in particolare sul Forex. Le fluttuazioni valutarie saranno influenzate dalla combinazione di politiche commerciali, incertezze geopolitiche e dinamiche economiche globali. Gli investitori e i trader devono prepararsi a un periodo di alta volatilità, monitorando attentamente le mosse dei principali attori e le loro ripercussioni sui mercati delle valute.
In un contesto del genere, è fondamentale adottare una strategia flessibile e diversificata, pronta ad adattarsi a sviluppi rapidi e imprevedibili. Il Forex, come sempre, offre grandi opportunità, ma anche significativi rischi. La chiave sarà riuscire a leggere tra le righe delle politiche economiche globali e agire con tempismo.
NEWSLETTER#102: NFP e CINANON FARM PAYROLL
Le buste paga non agricole negli Stati Uniti sono aumentate sostanzialmente in linea con le aspettative dopo i recenti scioperi e le distorsioni degli uragani, ma la disoccupazione è aumentata più del previsto.
L'indagine sulle famiglie è stata più debole, mostrando che l'occupazione su quella base è scesa di 355 mila dopo un calo di 368 mila a ottobre.
Ciò ha portato il tasso di disoccupazione a salire dal 4,1% al 4,2%.
Nel complesso, questo rapporto mantiene la narrativa del taglio dei tassi di dicembre a 25 punti base a favore di un risultato invariato.
INFLAZIONE CINESE
L'inflazione CPI cinese di novembre è rallentata allo 0,2% su base annua ed è il livello più basso da giugno 2024.
“La ragione principale del rallentamento sono stati i prezzi dei generi
alimentari.
La pressione deflazionistica dovrebbe dare alla PBoC spazio per un ulteriore allentamento in futuro”
Notizie macroeconomiche della giornata di domani
- Decisione sul tasso d'interesse (04:30) (AUD)
- CPI Germania (08:00) (EUR)
- Vertice OPEC (11:00) (USD)
- Rapporto sull'ottimismo delle piccole imprese (12:00) (USD)
Buon trading a tutti
NEWSLETTER#86: CAD, CINA E USDBANCA CENTRALE CANADESE
Il mercato, nella riunione della BOC di oggi pomeriggio, si aspetta un taglio di 50 punti base ma non è da sottovalutare un taglio di 25.
Le misure principali dell'inflazione non hanno mostrato ulteriori segni di rallentamento a settembre, mentre il mercato del lavoro ha visto di recente solidi incrementi, con un leggero calo del tasso di disoccupazione.
Il contesto della crescita evidenzia anche alcuni timidi segnali di miglioramento, come indicato dal BoC Business Outlook, che nel terzo trimestre ha riportato un aumento delle aspettative di vendite future.
Un taglio di 25 punti base potrebbe aiutare il CAD a recuperare parte del terreno perso nelle settimane precedenti.
CINA e USD
Dopo il taglio dei tassi a 1 e 5 anni annunciato dalla PBoC lunedì e tutta una serie di stimoli per portare la crescita del Pil attorno al 5% quest’anno, oggi gli indici azionari cinesi salgono di oltre l’1,5%.
Attenzione ai beige book che verrà pubblicato questa sera.
Gli investitori utilizzeranno il report per comprendere meglio le prospettive della banca centrale.
Notizie macroeconomiche della giornata
- Decisione sul tasso d'interesse (15:45) (CAD)
- Vendite di case esistenti (16:00) (USD)
- Fiducia dei consumatori preliminare (16:00) (EUR)
- Beige Book (20:00) (USD)
Buon trading a tutti
NEWSLETTER#84: FMI E CINASETTIMANA DEL FMI
La riunione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) si terrà dal 21 al 26 ottobre.
Di solito, questo evento ha un'influenza moderata sulle principali coppie di valute, ma con un calendario economico piuttosto scarno, potrebbe catturare l'interesse del mercato.
I partecipanti saranno particolarmente attenti alle previsioni del FMI riguardanti le principali economie globali, in particolare quelle di Cina e Stati Uniti.
È importante ricordare che, a settembre, la Cina ha introdotto una serie di misure di stimolo per rilanciare la propria economia: la Banca Popolare Cinese ha ridotto i tassi di interesse, alleggerito i costi dei mutui e promesso di iniettare ulteriori fondi nel sistema finanziario.
CINA
L'incremento del PIL al 4,6% nel terzo trimestre (più basso rispetto al 4,7% precedente ma più alto rispetto le aspettative) e i report mensili di settembre hanno in gran parte superato le aspettative, tuttavia le statistiche di base rivelano che c'è ancora molto da migliorare.
La crescita del PIL cinese è ora del 4,8% su base annua. I numeri del terzo trimestre mantengono la Cina a breve distanza dal raggiungere il suo obiettivo di crescita per l'intero anno di circa il 5%.
Notizie macroeconomiche della giornata
- Indice predittivo USA (16:00) (USD)
Buon trading a tutti
NEWSLETTER#69: CINA E DOLLAROCINA E DOLLARO
Le misure della Cina per sostenere il mercato immobiliare e azionario, della scorsa settimana, hanno portato a una corsa all'acquisto di azioni cinesi, in vista della festa nazionale dal 1° al 7 ottobre.
Le conseguenze di questo annuncio sono state le seguenti: Rafforzamento del dollaro australiano e neozelandese con conseguente deprezzamento del dollaro americano.
Questa settimana vedremo diversi dati importanti per gli Stati Uniti.
Con molta probabilità il dollaro uscirà dalla fase laterale che lo caratterizza da oltre 2 settimane.
PIL REGNO UNITO
Si stima che il prodotto interno lordo reale del Regno Unito sia cresciuto dello 0,5% nel 2° trimestre (da aprile a giugno) 2024, rivisto al ribasso rispetto a un aumento dello 0,6% della prima stima.
“Esaminando le nostre stime mensili più tempestive del PIL, è stato recentemente stimato che l'economia non ha mostrato alcuna crescita a luglio 2024, poiché l'aumento del settore dei servizi è stato compensato da un calo della produzione e delle costruzioni”.
Notizie macroeconomiche della giornata
- Indice dei direttori agli acquisti di Chicago (15:45) (USD)
- Speech Powell (20:00) (USD)
Buon trading a tutti
NEWSLETTER#55: UK e CINAUK, MERCATO DEL LAVORO SOLIDO?
Alle 8:00 sono stati pubblicati i dati occupazionali del regno unito.
Il tasso di disoccupazione è diminuito dal 4,2% al 4,1% ma la crescita dell’occupazione a luglio è stata più forte del previsto.
Vi ricordo che attualmente i mercati stanno scontando un taglio entro dicembre di soli 50 punti base per la BOE, rispetto ai 100 previsti per la FED.
La reazione della sterlina a questi dati è stata inizialmente rialzista per poi, nell’ultima ora, ricoprire il movimento a ribasso.
SURPLUS CINESE
Questa mattina sono usciti i dati relativi all’export e l’import cinese.
Le esportazioni sono cresciute dell’8,7%, i massimi da febbraio 2023.
Al contrario le importazioni hanno avuto uno sviluppo meno sorprendente, registrando un piccolo aumento dello 0,5%.
Di conseguenza ad agosto è aumentato il surplus commerciale di circa 50 miliardi.
Notizie macroeconomiche della giornata
- Previsioni economiche UE (11:00) (EUR)
- Report OPEC (13:00)
Buon trading a tutti
NAS100 17.800 - SHORT Continua il teatrino delle poche aziende che stanno tirando su questo indice in modo abbastanza pericoloso. Tutto va bene, stappiamo bottiglie, evviva la IA... CHE BELLO! Verrebbe da dire!
Tuttavia lasciare il potere di movimento a poche aziende rispetto alla grande quantità interna è davvero pericoloso... lo so, l'ho ripetuto diverse volte, ma analizzate virtualmente un indice che contiene 500 aziende, mi riferisco in questo caso al SP500... di cui la maggiornaza non se la sta passando bene, altre sono in stallo e solo 4 di 500 stanno performando in modo avulso e costante aumentando la loro capitalizzazione a livelli indegni... cosa succede se qualcuno inizia a vendere per fare cassa? Vi lascio solo pensare al ribasso alla quale potremmo assistere ed io non penso siamo poi tanto lontani da quel momento!
Ci sono 3 grandi problemi da affrontare o quanto meno su cui è opportuno riflettere:
1 America: elezioni a novembre, debito delle carte di credito e mercato immobiliare in rallentamento;
2 Cina: economia in deflazione, immobiliare in collasso e fiducia dei risparmiatori ai minini, banche a rischio ed esportazioni dimezzate;
3 Germania: non riparte. Il grande motore europeo è in crisi, inutile negarlo.
Apro uno short e me lo terrò allungo. attendo i 15.000 quindi chiunque legga questa mia analisi, tenga presente che fino ai 18.000 rafforzerò la mia posizione. Potete seguirla nei miei profili.
OIL / WTI LONG - 67.00L'idea che il petrolio sia in caduta libera è un fattore che aiuta notevolmente le industrie in particolare modo in questo periodo molto intenso di consegne e produzione.
La cina, che è un motore industriale molto importante, continua a soffrire di una deflazione che non auspica ad un buon rendimento previsto pe ril 2024, di fatto hanno lo stesso obiettivo del 2023 che non sono stati in grado di raggiungere.
Il range previsto per l'anno 2024 è il 63/83 quindi possiamo partire adesso long per terminare la costruzione di un operazione con SL 61 e TP 80.
Baba, trend cercasi Alibaba, ancora calma piatta, dopo la lunga corsa al ribasso ancora non si riesce a vedere la luce in fondo al tunnel, fluttua in un ampio trading range, dove ogni velleità viene prontamente riassorbita. Pesano sicuramente le decisioni del governo cinese (difficilmente prevedibile), Taiwan, e anche le scelte societarie sicuramente non hanno aiutato.
Tecnicamente neutro, ma a questi prezzi il colosso MI fa comunque gola, la media dei vari modelli di investimento danno un fair value intorno ai 150$(Fonte investing.com). Al netto di tutte le problematiche personalmente è un titolo che voglio in portafoglio per il lungo periodo. Ovviamente con una esposizione a dir poco marginale.
EURUSD LONGVANTAGE:EURUSD
Sebbene l'Europa abbia grandi problemi sull'approvvigionamento delle materie energetiche e tuttora non è ben chiaro come affronteremo la stagione invernale, i segnali che giungono dagli Stati Uniti non sono rassicuranti.
La convinzione che il dollaro possa continuare la sua scalata arrivando a vette fin oggi mai esplorate per il mio modesto punto di vista è molto poco probabile.
Il presidente degli Stati Uniti è un noto "guerra fondaio" e fino ad oggi le sue uniche priorità non sono state mettere pace tra i paesi ma sviluppare degli attriti per stimolare tutti a tutelarsi nel malaugurato caso dovesse scoppiare una guerra. In questo modo si allarga il potere della Nato, sottomettendo in sostanza i Paesi che ne fanno parte e quelli che ne stanno richiedendo l'adesione, e, come primo produttore di ingegneria militare, aumenta il principale business americano. Il problema è che la Cina non ha paura degli americani in quanto ha già ricordato in varie occasioni che detengono un grande percentuale del loro debito pubblico e che le loro banche sono piene (parliamo di trilioni) di dollari contanti che immessi nel mercato trasformerebbe all'istante il biglietto verde in carta straccia. Non ultimo l'oriente sta perseguendo una politica economica totalmente differente, direi opposta a quella occidentale, se da una parte si aumentano i tassi di interesse dall'altra si alleggeriscono.
La Russia ha dimostrato che le sanzioni non hanno avuto alcun effetto poiché la dipendenza dell'eurozona dalle materie prime russe è innegabile e molti paesi, Italia compresa, ha dovuto ripiegare con dei trust per aggirare le sanzioni e continuare a comprare materie prime dalla Russia. Inutile dire la situazione ridicola che si è generata.
Il conflitto con Taiwan è l'ennesima prova di come la Cina da 20 anni a questa parte abbia lavorato come un "frate cappuccino" in silenzio e con una strategia commerciale ramificata e devastante comprando aziende, terreni e territori, acquisendo il controllo della produzione e distribuzione di materie prime e semilavorati. Di recente ha acquistato il 40% delle estrazioni dell'oro fino al suo completamento. L'oro è una materia finita e la Cina nel giro dei prossimi 15 anni controllerà il suo prezzo. Ma torniamo all'isoletta di Taiwan che dopo 100 anni torna ad essere un tassello caldo. Sebbene l'impronta giapponese sia forte ed abbia contribuito alla crescita dell'economia e delle strategie commerciali è di fatto un territorio che spetta alla Cina. Gli americani non potevano mancare a mettere lo zampino per generare attriti e cercare di portare a casa un'altro conflitto da alimentare.
La Cina rivendica quel territorio che sarà un punto nevralgico per lo scambio commerciale ed ha come alleati un'altro grande paese, la Russia.
Potrei dilungarmi oltre con dei retroscena ed aneddoti divertenti ed interessanti, la storia è collegata alla finanza più di quanto non lo sia un supporto ed una resistenza. Prevediamo nei prossimi 12 mesi un index a 80 ed un euro che, nonostante sia un tappetino agli americani, possa tornare e superare 1.1
Cina: è il momento giusto?In diverse occasioni mi sono espresso in favore di possibilità d’investimento nel mercato cinese ed è dalla fine dello scorso anno che sto accumulando posizioni in prodotti con focus relativo alla Cina.
In particolare, da febbraio 2021 a marzo 2022 il mercato cinese, che in questo caso analizzerò con un ETF di “Xtrackers”, mostra uno storno delle quotazioni del 48% circa.
Complici di questo disastro sono stati sicuramente diversi fattori, crisi immobiliare (caso Evergrande), duri lockdown, interventismo del governo in alcuni settori strategici (es. Tecnologico). Consapevoli di questa situazione di deterioramento, dalla fine dello scorso anno, si è innescato da parte del governo e della Banca Centrale Cinese, un atteggiamento volto a sostenere l’economia interna.
In particolare la possibilità di agire tramite la riduzione dei tassi d’interesse, in totale controtendenza rispetto alle principali economie alle prese con tassi eccessivamente bassi (in incremento) e fiammata inflazionistica.
Come ben sappiamo, un atteggiamento permissivo da parte dei banchieri centrali, ha un effetto positivo sui mercati azionari ed obbligazionari.
Questo effetto lo possiamo apprezzare confrontando l’andamento dell’ETF China, contro l'americano S&P500 (grafico sotto).
I risultati parlano da soli
Dal 15/03/2022 ad oggi, l’ETF China fa registrare un recupero del 29% contro una performance negativa dell’S&P500 del 10%.
Questo trend potrebbe continuare, considerate le difficoltà che Europa e Stati Uniti sono oggi costretti ad affrontare.
La forza relativa ed il maggior momentum dell’economia asiatica, rappresentano una buona opportunità in ottica di diversificazione che in questa fase non può mancare in portafoglio.
CINA: I MIGLIORI TITOLI DEL SETTORE AZIONARIO CICLICOBuongiorno.
Dopo aver scritto due analisi riguardanti la Cina, in particolare:
1. Cina vs America vs Europa: l’azionario cinese è ripartito definitivamente?
2. Cina: i migliori settori del mercato azionario
da oggi andrò a proporre una serie di analisi che avranno l’obiettivo di ricercare i migliori titoli all’interno dei migliori settori (selezionati appunto nell’analisi numero 2). Partirò con la selezione dei migliori titoli all’interno dell’etf “CHIQ”, ossia quello del settore dei beni ciclici (o discrezionali).
COME SELEZIONERO’ I MIGLIORI TITOLI?
La selezione avverrà attraverso lo stesso procedimento applicato nell’analisi 2 (Cina: i migliori settori del mercato azionario) grazie all’utilizzo di indici di forza. Essi verranno costruiti attraverso un rapporto (o un paragone) tra un particolare titolo e il suo indice di riferimento, come vi illustrerò tra poco. Se il prezzo dell’indice di forza mostrerà una traiettoria rialzista sarà il titolo a sovraperformare il settore; viceversa, una traiettoria ribassista paleserà la debolezza di un titolo rispetto allo stesso settore.
I titoli che analizzerò per la selezione dei migliori saranno quelli che più contribuiscono all’andamento dello stesso etf “CHIQ”, ossia le prime 10 partecipazioni in peso, per due motivi:
• Analizzare tutti i titoli dell’etf richiederebbe svariate ore
• Voglio analizzare i titoli più “popolari” di cui anche voi avrete già sentito parlare
Le aziende che prenderò in esame saranno:
1. Alibaba, 9.66% in peso
2. Jd.com, 8.85% in peso
3. Meituan, 8.70% in peso
4. Byd Co, 5.64% in peso
5. Nio Inc, 4.99% in peso
6. Pinduoduo Inc, 4.67% in peso
7. Li Auto Inc, 4.17% in peso
8. Li Ning Co, 3.42% in peso
9. Yum China Holdings, 3.34% in peso
10. Geely Automotive, 2.53% in peso
ALIBABA / ETF DEI BENI CICLICI CINESE
La linea di prezzo dell’indice di forza denota come Alibaba, multinazionale attiva nel campo del commercio elettronico, non stia sovraperformando il benchmark di riferimento; il rettangolo di lateralizzazione del prezzo mostra l’egual forza del titolo rispetto al settore.
Alibaba, per questo motivo, non sarà considerato tra i titoli migliori.
Nonostante questo si cadrebbe in errore se si pensasse che le prestazioni degli ultimi mesi del titolo siano stati deludenti, infatti:
Dal 15 marzo 2022 ad oggi 26/06 le prestazioni si attestano al +64%, mica male!
JD.COM / ETF DEI BENI CICLICI CINESE
Stesso destino anche per JD.com, società di e-commerce con sede a Pechino: essa non verrà considerata una delle migliori del settore in quanto, negli ultimi due mesi, ha denotato debolezza rispetto al suo riferimento.
Tuttavia, analizzando le performance del titolo dai minimi segnati dal prezzo il 15 marzo, appare un bel +54.58%, di poco inferiore al +64% di Alibaba.
MEITUAN / ETF DEI BENI CICLICI CINESE
Al contrario di Alibaba e Jd.com, il titolo Meituan (che è una piattaforma di shopping cinese per prodotti di consumo e servizi di vendita al dettaglio) mostra una forza superiore rispetto al settore dei beni ciclici, motivo per il quale sarà selezionato come uno tra i migliori. La forza dell’azienda rispetto al benchmark si materializza a partire dal 15 marzo 2022 con la formazione da parte dell’indice di forza di un canale rialzista che ha visto tuttavia una pausa negli ultimi due mesi palesata da una lateralizzazione da parte dello stesso.
Le performance del titolo sono poderose:
+91% dai minimi del 15 marzo 2022; questo significa che il titolo ha quasi raddoppiato il suo valore in poco più di due mesi.
BYD / ETF DEI BENI CICLICI CINESE
Questo indice di forza ha bisogno di spiegazioni? Credo proprio di no!
BYD company, società manifatturiera fondata nel 1995 e con sede a Shenzhen, sovraperforma il benchmark da quasi due anni, a partire dal lontano agosto 2020. L’azienda sarà considerata come una delle migliori del settore. La maggior forza del titolo è espressa nel grafico dal canale ascendente parallelo.
Le performance di BYD sono di poco inferiori a quelle registrate da Meituan, infatti:
Dai minimi del 15 marzo si registra un poderoso +89%, poco meno rispetto al +91% fatto registrare da Meituan. La prestazione di BYD è stata accompagnata dalla formazione da parte del prezzo di un canale rialzista.
NIO / ETF SUI BENI CICLICI
Nio, casa automobilistica con sede a Shanghai specializzata nella progettazione e sviluppo di veicoli elettrici, rientra tra i migliori titoli vista la forza maggiore espressa rispetto al settore a partire dall’11 maggio 2022 (ombreggiata nel grafico dal color azzurro).
La forza espressa dal titolo a partire dal minimo del 12 maggio 2022 fa rabbrividire:
+101%, quotazione poco più che raddoppiata. La linea di prezzo si ritrova ora a testare i massimi del 5 aprile 2022: riuscirà a superarli?
PINDUODUO / ETF SUI BENI CICLICI
Pinduoduo, che è la più grande piattaforma tecnologica incentrata sull’agricoltura in Cina, rientra tra i migliori titoli. La forza maggiore espressa dall’azienda rispetto al benchmark di riferimento inizia il 15 marzo 2022 ed è ben rappresentata dal canale rialzista formato dall’indice di forza.
Per quanto riguarda le performance del titolo, esse possono essere considerate “spaventose”:
Esso riesce quasi a triplicare il suo valore passando dal 15 marzo al 24 giugno da 22.6$ ad azione a 66$. Pinduoduo miglior titolo analizzato fin’ora.
LI AUTO INC / ETF SUI BENI CICLICI
LI Auto Inc è un’ulteriore azienda che rientra tra le migliori del settore. Il produttore di veicoli elettrici con sede a Pechino mostra una forza maggiore rispetto all’etf “CHIQ” dal minimo del 10 maggio 2021. Questa forza maggiore subisce una brusca accelerazione dal minimo del 10 maggio 2022: l’indice di forza forma una parabola rialzista a testimoniare la forza incredibile dell’azienda, infatti:
Dal 10 marzo 2022 l’azienda automobilistica guadagna 114 punti percentuali, raggiungendo i 40$ ad azione dopo aver infranto la resistenza a 36$.
LI NING CO / SETTORE DEI BENI CICLICI
Li Ning Company è un’azienda produttrice di abbigliamento e accessori sportivi fondata nel 1990 con sede a Pechino. Essa non rientrerà tra le migliori viste le sue deboli performance rispetto al settore di riferimento denotate dal canale discendente evidenziato nel grafico dell’indice di forza.
Tuttavia, le prestazioni registrate dal minimo del 15 marzo 2022 sono del +40%, percentuale non trascurabile ma nettamente inferiore rispetto a quelle osservate per le aziende precedentemente analizzate:
YUM CHINA HOLDINGS / SETTORE DEI BENI CICLICI
Yum China Holdings è una società di fast-food, tra le più grandi aziende di ristorazione al mondo.
L’indice di forza mostra un’estrema debolezza della stessa azienda rispetto al suo settore di appartenenza; per questo motivo, essa non rientra tra le top.
Nonostante la debolezza mostrata rispetto al settore dei beni ciclici, l’azienda riesce a registrare comunque un bel +34% dai minimi del 14 marzo 2022:
GEELY AUTO / SETTORE DEI BENI CICLICI
Geely Auto Group è un produttore di automobili cinese fondato nel 1997 con sede a Hangzhou.
L’azienda, al pari di Nio e Li Auto, mostra una forza superiore al settore che, nell’indice di forza mostrato, è traducibile con un canale parallelo rialzista colorato di rosso.
Le performance dell’azienda, dai minimi del 15 marzo 2022, sono degne di nota: +86%, con andamento del prezzo di tipo parabolico.
CONCLUSIONI
Le migliori aziende analizzate sono state:
1. Meituan (+91% dal 15 marzo)
2. BYD (+89% dal 15 marzo)
3. Nio (+101% dal 12 maggio)
4. Pinduoduo (+190% dal 15 marzo)
5. Nio (+114% dal 10 marzo)
6. Geely Auto (+85% dal 15 marzo)
Le altre quattro che non sono rientrare in questa particolare classifica hanno tuttavia mostrato delle buone prestazioni:
1. Alibaba (+64% dal 15 marzo)
2. JD.com ( +54% dal 15 marzo)
3. Li Ning CO (+40% dal 15 marzo)
4. Yum China (+34% dal 15 marzo)
Qualora voleste studiare la forza delle successive aziende presenti nell’etf “CHIQ”, vi rilascio il link in cui vengono mostrate quali esse siano: www.globalxetfs.com
Spero l’analisi sia stata di vostro gradimento, vi auguro una buona giornata. Matteo Farci
CINA: I MIGLIORI SETTORI DEL MERCATO AZIONARIOBuongiorno. Dopo aver illustrato attraverso un’analisi con l’aiuto di svariati grafici tecnici la superiorità che il mercato azionario cinese sta mostrando nei paragoni di Stati Uniti ed Europa, che potete leggere al link:
•
Stamani voglio mostrarvi con l’aiuto di diversi indici di forza relativa quali sono i migliori settori all’interno dello stesso mercato cinese.
Per qualsiasi domanda commentate. Buona lettura!
QUALI SONO I SETTORI CHE SOVRAPERFORMANO IL CSI300?
Come capire quali sono i migliori settori del mercato cinese? E’ piuttosto semplice, in quanto ci viene in aiuto l’analisi intermarket: si vanno a creare degli indici di forza relativa con lo scopo di paragonare i diversi settori azionari di una nazione con il loro benchmark di riferimento che, trattandosi di Cina, non è altro che il CSI300. I settori che sovraperformano l’indice di riferimento sono da considerare i “migliori”, quelli che sottoperformano lo stesso sono da considerare “deboli”.
• SETTORE TECNOLOGICO VS CSI300
Come potete osservare in alto a sinistra della grafica, abbiamo l’etf “CHIK” del settore tecnologico dell’indice di forza al numeratore e l’etf “000300” del CSI300 al denominatore dello stesso indice: questo significa che quando la linea di prezzo si muove al rialzo, è il settore tecnologico a sovraperformare il benchmark di riferimento; viceversa, con una linea di prezzo in ribasso, sarà il benchmark a sovraperformare il settore. Questa piccola precisazione appena fatta sarà valida per tutti gli indici di forza che osserverete in questa analisi.
Tornando a noi, possiamo osservare come il settore tech stia sovraperformando il benchmark da più di un mese a questa parte; per questo motivo, possiamo considerare lo stesso come uno dei migliori settori.
• SETTORE DEI BENI CICLICI VS CSI300
Il settore dei beni ciclici sovraperforma il rifermento da addirittura un mese e mezzo circa, dall’11 marzo 2022; ne consegue dunque una grande forza, superiore al settore tech. Il settore ciclico è da annoverare tra i migliori.
• SETTORE ENERGETICO VS CSI300
Guardando la grafica avrete già la risposta: il settore energetico sovraperforma il CSI300 da più di un anno. Le due trendline rialziste di color rosso continua e tratteggiata ne sono la prova.
Il settore energetico rientra dunque tra i migliori settori dell’azionario cinese.
• SETTORE IMMOBILIARE VS CSI300
Il settore del real estate non riesce a sovraperformare il benchmark. Questo è dimostrato dal trend discendente dell’indice di forza a testimoniare una debolezza relativa dell’immobiliare; per questo motivo lo stesso non verrà preso in considerazione per la scelta dei migliori settori.
• SETTORE UTILITY VS CSI300
Stesso discorso anche per il settore utility: non verrà preso in considerazione in quanto l’indice di forza testimonia il fatto che il settore non sta sovraperformando il benchmark.
• SETTORE INDUSTRIALE VS CSI300
Anche il settore industriale non verrà preso in considerazione per la scelta dei settori migliori. La sua debolezza rispetto al CSI300 è ben definita dal canale parallelo discendente sull’indice di forza.
• SETTORE DEI BENI PRIMARI VS CSI300
Il grafico di prezzo non indica una vera e propria forza del settore dei beni primari rispetto al CSI300. Tuttavia, i due minimi rialzisti consecutivi e il triangolo ascendente potrebbero suggerire il fatto che i titoli del settore consumer staples possano continuare a performare bene (essendo i segnali tecnici rialzisti); per questo motivo, il settore può essere considerato, a parer mio, tra i migliori.
• SETTORE HEALTHCARE VS CSI300
Anche il settore healtcare rientra tra i migliori settori vista la sovraperformance, seppur debole, rispetto al CSI300 iniziata il 9 maggio 2022.
• SETTORE FINANZIARIO VS CSI300
Grande debolezza del settore finance rispetto al CSI300, denotata dal testa e spalle ribassista. Lo stesso sarà escluso per la scelta dei settori migliori.
• SETTORE DELLE COMUNICAZIONI VS CSI300
Il triangolo ascendente e i minimi consecutivi rialzisti dell’indice di forza denotano una forza superiore (se non troppo) del settore delle comunicazioni rispetto al CSI300. Il settore rientra dunque tra i migliori.
• SETTORE DEI MATERIALI VS CSI300
Grande forza del settore dei materiali certificata dalla trendline rialzista di color rosso applicata all’indice di forza. Da agosto 2021, tuttavia, la linea di prezzo crea un triangolo simmetrico, con massimi via via decrescenti; tuttavia ciò non mi fa cambiare idea: vista la forza espressa dal settore nel lungo periodo, lo stesso si presenta “coerente” per la scelta dei migliori settori.
Quali sono stati dunque i settori migliori, ossia quelli che hanno dimostrato maggior forza rispetto al benchmark di riferimento?
• SETTORE TECH
• SETTORE DEI BENI DISCREZIONALI
• SETTORE ENERGETICO
• SETTORE DEI BENI PRIMARI
• SETTORE HEALTHCARE
• SETTORE DELLE COMUNICAZIONI
• SETTORE DEI MATERIALI
Nella prossima analisi andrò a selezionare il miglior settore in assoluto tra i migliori sette.
Spero abbiate apprezzato il lavoro, vi auguro una buona giornata.
Matteo Farci
CINA VS USA ED EUROPA: LA SUPERIORITA' DEL MERCATO CINESEBuongiorno lettori, l’analisi che proporrò stamani ha come argomento principale la forza che il mercato azionario cinese sta dimostrando nelle ultime settimane, specie se paragonato all’azionario statunitense e a quello europeo. Gli argomenti principali dell’analisi saranno:
• Analisi del CSI300
• Analisi di forza relativa tra CSI300 ed S&P500
• Analisi di forza relativa tra CSI300 e STOXX600
• Analisi di forza relativa tra i diversi settori azionari cinesi vs americani e cinesi vs europei
Buona lettura!
CSI 300 SULLA VIA DEL DEFINITIVO RECUPERO?
Per chi non lo sapesse, il CSI300 è un indice azionario che replica la performance dei primi 300 titoli quotati alla borsa di Shanghai e a quella di Shenzhen.
Dai massimi a 5930 CNY circa raggiunti dall’indice il 18 febbraio 2021, abbiamo assistito per il successivo anno ad uno storno del -36.46% che ha portato il prezzo sui minimi del 27 aprile 2022 ad attestarsi sui 2790 CNY circa. Gli stessi hanno rappresentato un bottom di mercato: sono stati quelli i minimi dai quali il prezzo è ripartito, segnando in poco meno di due mesi una buona performance di +15.79%.
Interessanti le medie mobili a un mese, due mesi e tre mesi, che spesso applico al prezzo, che hanno lo scopo di visualizzare il trend a 30, 60 e 90 giorni:
Dopo la rottura della media mensile (di color blu) il 27 maggio e della media a due mesi (di color verde) il 2 giugno, anche la media a 3 mesi (di color rosso) subisce lo stesso destino: la rottura di questi tre indicatori mi fornisce un segnale “bullish”, ossia di forza del prezzo. Quest’ultima durerà? Questo è piuttosto difficile dirlo; possiamo però sfruttare diversi parametri tecnici che ci possano indicare dove il prezzo potrebbe incontrare delle resistenze qualora volesse continuare la sua risalita:
La media mobile a 200 periodi, che nel passato ha agito prima da supporto e dopo da resistenza, rappresenterebbe il primo ostacolo; i successivi ostacoli potrebbero essere rappresentati dalla struttura a 4700-4780 CNY e, a dei prezzi più alti, dalla struttura a 5030-5080 CNY.
Da non trascurare un ulteriore fattore:
L’area dei ritracciamenti di Fibonacci indicati nella grafica da un rettangolo di color rosso potrebbe costituire un ulteriore resistenza: qualora tale area non venisse superata al rialzo, l’ipotesi potrebbe essere quella che l’impulso rialzista del prezzo partito il 27 aprile 2022 possa essere solo il ritracciamento del più ampio impulso ribassista disegnato dal prezzo a partire dal massimo relativo del 14 dicembre 2021.
CSI300 VS S&P500 E STOXX 600
Condividendo degli indici di forza relativa è possibile visualizzare graficamente come il CSI300 cinese sia ben più forte da inizio anno rispetto alle sue controparti statunitense ed europea:
Considerando l’indice di forza tra CSI300 ed S&P500, possiamo osservare il cambio di tendenza evidenziato dalla curva parabolica di color blu a partire dal minimo del 1 gennaio 2022; questo cambio si ha avuto dopo una grande forza dimostrata dell’azionario americano rispetto a quello cinese a partire dal massimo del 20 marzo 2020.
Come specifico all’interno della grafica, la parabola rialzista di color blu è la naturale conseguenza di un S&P500 in fase orso e di un CSI300 in fase di recupero. Riagganciandomi a quest’ultima frase, voglio mostrarvi un qualcosa di interessante:
Correlando l’indice di forza al VIX, ossia l’indice di volatilità (o di “paura”, come spesso viene definito) dell’S&P500, possiamo notare una correlazione fortemente positiva che, negli ultimi 20 giorni, si attesta a 0.93: questo potrebbe significare che se il VIX continuasse a mantenersi a valori alti come quelli che stiamo oramai osservando da inizi 2022, è probabile che, per la stessa correlazione, l’indice di forza possa continuare la sua cavalcata al rialzo, con gli investitori che andrebbero, dunque, a preferire azioni di titoli cinesi piuttosto che azioni di titoli statunitensi. Questo succederà? Vedremo, potrebbe essere un’ipotesi.
Considerando l’indice di forza tra CSI300 e STOXX600 la musica cambia di poco:
Possiamo affermare che la situazione Cina vs Europa è pressoché identica a quella Cina vs Usa: stesso trend ribassista da parte dell’indice da marzo 2020 ad inizi 2022 (a certificare la maggior forza dello STOXX600 rispetto al CSI300) da cui nasce poi la stessa parabola rialzista che certifica un cambio di tendenza a favore dell’azionario cinese.
Stesso discorso se correliamo l’indice al VSTOXX, ossia all’indice di volatilità dello STOXX600:
Vorrei ancora ricordarvi un qualcosa di importante sugli indici di volatilità VIX e VSTOXX:
• Tanto le incertezze sugli indici S&P500 e STOXX600 continueranno a persistere, tanto persisterà l’alta volatilità. Data la correlazione indiretta tra gli stessi indici e gli indici di volatilità, è probabile che se questi ultimi continueranno a mantenere la stessa impostazione e vista la loro correlazione diretta con gli indici di forza CSI300 vs S&P500 e CSI300 vs STOXX600, questo potrebbe favorire l’azionario cinese.
INDICI DI FORZA SETTORIALI
Dopo aver appurato la ripresa da parte del CSI300 e la sua maggior forza rispetto ai “cugini” S&P500 E STOXX600, ora entrerò più nel dettaglio del quadro andando ad osservare gli indici di forza settoriali.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI TECNOLOGICI
Per creare questi indici di forza ho usato i seguenti ETF:
• “CQQQ”, che rappresenta il tech cinese
• “XLK”, che rappresenta il tech USA
• “FSTY1!”, che rappresenta il tech europeo
Nella zona della grafica ombreggiata di color azzurro osserviamo la grande forza del tech USA e di quello europeo rispetto a quello cinese (coincidente con il periodo febbraio 2021-aprile 2022); tutto cambia da due mesi ad oggi, nella zona ombreggiata di color rosso: il tech cinese registra delle ottime performance, che si riflettono con l’inversione di tendenza da ribassista a rialzista dei due indici di forza.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI CICLICI
Per creare questi indici di forza ho utilizzato i seguenti etf:
• “CHIQ”: settore ciclico cinese
• “XLY”: settore ciclico statunitense
• “STRX”: settore ciclico europeo
Gli indici dei settori dei beni ciclici hanno andamenti molto simili a quelli dei settori tecnologici visti pocanzi: l’unica differenza sono i minimi che hanno certificato la fine della superiorità USA ed Europea rispetto a quella cinese: negli indici di forza tecnologici tali si erano formati a metà aprile 2021, mentre in questo caso a fine marzo 2022; per il resto c’è poco da aggiungere: è da tre mesi circa che il consumer discretionary cinese si dimostra più agguerrito.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI INDUSTRIALI
Per costruire questi indici di forza “industriali” ho utilizzato i seguenti etf:
• “CHII”: settore industriale cinese
• “XLI”: settore industriale americano
• “EXH4”: settore industriale europeo
Come si può evincere guardando la grafica, dai massimi del 24 marzo 2020 (cerchiati in color verde) ai minimi del 21 aprile 2022 (cerchiati in arancio) abbiamo assistito ad una maggior forza dei settori industriali americani ed europei; tuttavia, durante lo stesso arco temporale, il cinese ha provato “episodicamente” a mostrare i muscoli, non riuscendo tuttavia a cambiare le tendenze in atto.
I trend ribassisti hanno seguito quelle che possiamo definire trendline dinamiche ribassiste; abbiamo osservato la rottura di quella dell’indice di forza Cina vs Usa ma non ancora di quella Cina vs Euro: questo sta a significare che il settore cinese si sta dimostrando più forte rispetto a quello americano che non a quello europeo; tuttavia la sua forza rispetto ad entrambe le altre due nazioni è certificata da due impulsi rialzisti evidenziati con due trendline rialziste, rappresentate con delle frecce di color rosso.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI IMMOBILIARI
Questi indici di forza sono stati costruiti grazie agli etf:
• “CHIR”: settore real estate cinese
• “XLRE”: settore real estate americano
• “FSTL1!”: settore real estate europeo
E’ dal 2 luglio 2020 che i settori immobiliari americano ed europeo presentano una forza maggiore rispetto a quello cinese; questo è dimostrato dalle due trendline dinamiche ribassiste nera e blu che ho applicato ai due indici di forza. Da inizi aprile 2022 si ha avuta la formazione di due triangoli simmetrici: la loro rottura avverrà al rialzo o al ribasso? Ciò lo commenteremo nel futuro più prossimo. Quello che possiamo affermare ora è che il settore immobiliare cinese si dimostra piuttosto debole, non solo se paragonato agli altri due Paesi, ma anche analizzato singolarmente. Infatti:
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI DELLE COMUNICAZIONI
Per costruire questi indici di forza ho utilizzato gli etf:
• “CHIC”: settore delle comunicazioni cinese
• “XLC”: settore delle comunicazioni americano
• “FSTT1!”: settore delle comunicazioni europeo
Dai minimi dell’11 marzo 2022 il settore delle comunicazioni cinese sta registrando una forza relativa maggiore rispetto agli stessi settori americano ed europeo (complici anche i breakout al rialzo delle trendline ribassiste che denunciavano un’estrema debolezza cinese). Sarà interessante osservare se questa forza si manterrà costante nei prossimi mesi.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI DEI MATERIALI
Etf utilizzati per la costruzione degli indici:
• “CHIM”: settore dei materiali cinese
• “XLB”: settore dei materiali americano
• “FSTN1!”: settore dei materiali europeo
Anche in questo particolare settore la Cina ha iniziato a mostrare i muscoli, in particolare dopo i minimi del 25 aprile 2022 cerchiati in verde e dopo i successivi breakout delle trendline ribassiste del 13 giugno 2022 (cerchiati in rosso) che testimoniavano la precedente debolezza dello stesso paese rispetto agli altri due.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI ENERGETICI
Etf utilizzati per la costruzione degli indici:
• “CHIE”: settore energetico cinese
• “XLE”: settore energetico USA
• “FSTE1!”: settore energetico europeo
Notate qualcosa di particolarmente diverso se si paragonano gli indici sui settori energetici e gli altri indici settoriali osservati precedentemente? Direi di no; la Cina mostra i muscoli da ormai metà aprile 2022. Anche in questo caso possiamo notare i breakout delle trendline ribassiste seguiti ai minimi cerchiati in color verde.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI DELLE UTILITIES
Etf utilizzati per la costruzione degli indici:
• “CHIU”: settore utilities cinese
• “XLU”: settore utilities americano
• “FSTU1!”: settore utilities europeo
La Cina mostra dei segnali di recupero anche nel settore utilities; la differenza rispetto agli altri grafici settoriali sono i breakout delle trendline ribassiste non ancora avvenuti.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI SANITARI
Etf utilizzati per la costruzione degli indici di forza:
• “CHIH”: settore sanitario cinese
• “XLV”: settore sanitario americano
• “FSTH1!”: settore sanitario europeo
La grafica non mostra niente di nuovo: dopo aver subito la forza da parte di Usa ed Europa, la Cina riesce a riprendersi iniziando a sovraperformare dalla fine di maggio. Da cosa è dimostrato ciò? Come per gli altri casi, dai breakout rialzisti verificati sulle trendline dinamiche ribassiste degli indici di forza!
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI DEI BENI PRIMARI
Etf utilizzati:
• “CHIS”: settore consumer staples cinese
• “XLP”: settore consumer staples americano
• “FSTO1!”: settore consumer staples europeo
Osservando la grafica vi renderete conto che non c’è alcuna considerazione da aggiungere rispetto a quello commentato precedentemente: gli indici del settore sanitario e quelli dei beni di prima necessità appaiono pressochè identici, probabilmente per la loro natura “difensiva”.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI FINANZIARI
Etf utilizzati per la costruzione degli indici:
• “CHIX”: settore finanziario cinese
• “XLF”: settore finanziario americano
• “FSTF1!”: settore finanziario europeo
La forza della Cina non si smentisce nemmeno se si considera il suo settore finanziario: dopo aver subito per diverso tempo la forza dei settori finanziari americani ed europei, dimostra la sua forza rispetto ai due diversi paesi con il breakout rialzista del rettangolo di consolidamento (sull’indice di forza Cina vs Usa) e con quello sul triangolo ascendente (sull’indice di forza Cina vs Europa).
CONCLUSIONI
Tutti gli indici di forza relativa condivisi in questa analisi hanno palesato la forza che la Cina sta mostrando, in particolare da fine aprile 2022. Essa non è stata certificata solamente dall’ultimo impulso rialzista formato dall’indice CSI300 analizzato nel primo paragrafo, bensì dal dualismo con Stati Uniti ed Europa rappresentato dagli indici di forza settoriali. Questa rinnovata “linfa vitale” cinese può avere un lungo corso? E’ difficile dirlo, tuttavia possono esserci delle condizioni di politica monetaria da osservare attentamente che potrebbero suggerire il fatto che la Cina possa essere presa seriamente in considerazione dagli investitori; queste condizioni non sono altro che le divergenze che si stanno formando tra Usa, Europa e la stessa Cina: mentre le Federal Reserve e la Banca centrale Europea stanno attuando un tipo di politica “aggressiva” con il rialzo dei tassi di interesse con lo scopo di andar a calmierare un’inflazione da record, la People Bank of China attua una politica definita “accomodante”, tagliando i tassi di interesse con lo scopo di favorire un’espansione economica (politica monetaria che tipicamente sostiene i mercati finanziari) e per sostenere, in particolare, i settori dell’agricoltura, le micro e le piccole imprese.
Questo servirà per far rialzare definitivamente la Cina?
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
Fine dei giochi... si torna alla riscossa.La Cina apre i libri contabili delle aziende agli usa e gli investitori importanti sono subito pronti a puntare sui titoli cinesi che hanno perso di più nell'ultimo anno e fra questi non può mancare Alibaba.
Interesse LONG da parte di istituzionali, professionali e riduzione degli short da parte degli investitori privati di breve periodo
questo è quello che si evince dall' indicatore Miracle Viewer
Questa volta ci sono tutti a puntare su BABA e anche io ho aperto le mie posizioni in attesa di un aumento dei prezzi.
Mercato Bond - Quali strade intraprendere? Un buon portafoglio d’investimento, non può prescindere dall’inserimento di una componente obbligazionaria, al fine di stabilizzare la volatilità, ridurre il rischio ed aggiungere asset class che vengono in dottrina denominate come “Risk Free”.
Il comparto obbligazionario, nella maggior parte dei casi, grazie ad una correlazione con l’azionario inferiore ad 1, riesce ad attutire, ed in alcuni casi a sostenere (si veda l’ETF “TLT” nell’arco temporale 2008 – 2009) il valore del portafoglio.
Questa relazione è tanto più vera, quanto maggiore è il margine di manovra delle banche centrali sui tassi d’interesse.
Nelle ultime settimane, lo storno dei mercati non ha risparmiato neppure gli investitori più avversi al rischio, con una prevalente componente obbligazionaria. La motivazione, è da ricercarsi ovviamente negli incrementi dei tassi d’interesse e nel timore di manovre più dure del previsto -considerato l’andamentale inflattivo - che hanno ovviamente determinato perdite in conto capitale sulla quotazione dei bond.
I gestori più attenti, tuttavia, hanno spostato l’attenzione sul mercato dei bond Cinesi. La Banca Popolare Cinese, diversamente da FED e BCE, ha sostenuto l’economia con una sensibile riduzione dei tassi. Gli effetti sono tutti verificabili sul grafico sopra.
Nel grafico a sinistra abbiamo rispettivamente l’andamento di:
- Linea Rossa: mercato governativi cinesi;
- Linea Verde: mercato governativi americani;
- Linea Blu: mercato governativi eurozona
Notiamo come da novembre i bond cinesi abbiano per distacco superato le performances dei rispettivi americani ed europei.
Il grafico a destra riporta la forza relativa tra obbligazioni cinesi ed americane. L’inclinazione della curva non lascia spazio ad interpretazioni.
Premesso che non è facile individuare ex-ante queste relazioni, il metodo per non perdere opportunità è avere un portafoglio costruito in maniera sapiente, con opportuna diversificazione sia tra asset class che geografica (oltre che valutaria).