ANALISI INTERMARKET: COSA SPINGE DA GIUGNO L'S&P500 AL RIALZO?Salve a tutti.
Attraverso questa analisi intermarket del venerdì provo a far chiarezza sul catalizzatore che, a parer mio, spinge dal 17 giugno l’S&P500 al rialzo. Gli argomenti dell’analisi saranno:
• Analisi tecnica S&P500
• Come il mercato sconta in Q2 2023 una recessione e un taglio dei tassi di interesse
• Tutte le diverse correlazioni intermarket che confermano la mia visione
Questa è solo la prima di due analisi "intermarket" che completeranno una piccolissima “raccolta”. La seconda sarà pubblicata la prossima settimana.
Buona lettura.
ANALISI TECNICA S&P500
L’indice, dopo aver segnato i massimi storici il 4 gennaio 2022 a 4818$, perde in poco più di 4 mesi il 24.31% del suo valore. Dopo aver raggiunto la struttura a 3650$, il prezzo è ripartito al rialzo il 17 giugno riuscendo a guadagnare le settimane dopo il 14% circa (recuperando quindi quasi la metà delle perdite dei mesi prima).
Applichiamo ora al grafico giornaliero tre medie mobili:
• Una di color blu a 30 periodi (che identifica la tendenza del prezzo dell’ultimo mese)
• Una di color verde a 60 periodi (che identifica la tendenza del prezzo degli ultimi due mesi)
• Una di color rosso a 90 periodi (che identifica la tendenza del prezzo degli ultimi tre mesi)
È possibile notare come esse testimonino la forza del prezzo, per due motivi:
• La media mobile mensile è in procinto di superare al rialzo quella a due mesi: questo significa che abbiamo avuto una tendenza di breve termine (media a 30 periodi) più “rialzista” rispetto a quella di più lungo termine (media a 60 periodi). Il golden cross che si sta verificando, evidenziato dal cerchio di color rosso, indica tale situazione
• Il prezzo nelle ultime settimane è riuscito a rompere al rialzo tutte le tendenze a uno, due e tre mesi
Utilizziamo ora il ritracciamento di Fibonacci:
Applicandolo dal massimo a 4637$ al minimo a 3650$ (considerando dunque l’ultimo impulso ribassista) ne vien fuori che l’area di possibile ritracciamento del prezzo (evidenziata dal rettangolo giallo, tra il livello 0.382 e il 0.618) si trova nell’area compresa tra i 4260$ e i 4020$. Il prezzo si trova ora al suo interno: la stessa agirà da resistenza e il prezzo continuerà il ribasso? Lo vedremo.
Altre aree di attenzione sono:
La struttura tra i 4150$ e i 4200$ e, a prezzi più alti, quella tra i 4500$ e i 4600$. Esse potrebbero funzionare da resistenze e dunque ostacolare il prezzo per un suo futuro possibile rialzo.
Ulteriori figure di analisi tecnica:
1. Un triangolo ascendente (figura rialzista)
Il prezzo riuscirà a rompere la figura fornendo un segnale rialzista?
2. Trendline dinamica ribassista, ottenuta congiungendo tra loro i due massimi “decrescenti” segnalati dai due cerchi di color azzurro
Dopo aver trattato gli aspetti tecnici dell’indice, tratterò ora la parte fondamentale/intermarket. Qual è il catalizzatore che sta spingendo l’indice al rialzo?
IL MERCATO SCONTA UN TAGLIO DEI TASSI DI INTERESSE NEL 2023 A CAUSA DI UNA RECESSIONE
Il catalizzatore che sta spingendo il mercato azionario al rialzo è probabilmente questo:
• Il mercato sta scontando un taglio dei tassi di interesse nel 2023 a causa di una recessione nella stessa data
Come posso affermare ciò? Attraverso i futures sui Fed Funds.
Essi sono degli strumenti utili per visualizzare le aspettative del mercato sul corso futuro della politica monetaria della Federal Reserve, con ticker ZQ; attraverso un semplice calcolo che tra poco mostrerò, non solo ci permettono di visualizzare quanto il mercato prezzi, ad una determinata scadenza, il tasso di interesse applicato dalla banca centrale, bensì anche la possibilità di poter assumere posizioni speculative.
Immaginiamo di voler sapere il valore dei tassi di interesse che il mercato sconta per la riunione del FOMC del 14 dicembre. Selezioniamo all’interno di tradingview il contratto ZQ a scadenza dicembre 2022, con ticker “ZQZ2022”:
Sottraendo a 100 (che rappresenta il tasso di interesse al 0%) il prezzo del contratto (96.685) otteniamo come risultato 3.3 (da leggere come “tasso di interesse al 3.3%”), che rappresenta il valore che prezza il mercato per la riunione di dicembre.
Vediamo ora a marzo 2023; selezioniamo il ticker “ZQH2023”:
Sottraendo a 100 (che rappresenta il tasso di interesse al 0%) il prezzo del contratto (96.585) otteniamo come risultato 3.415 (da leggere come “tasso di interesse al 3.4%”), che rappresenta il valore che prezza il mercato per marzo 2023.
È intuibile capire che quanto più il prezzo di un contratto ad una determinata scadenza è “basso” (ossia tanto più il prezzo si allontana dalla soglia del “100”), tanto più il mercato prezza un tasso di interesse via via più alto. Possiamo quindi affermare che:
• Il mercato sconta un rialzo dei tassi di interesse fin tanto che i prezzi dei contratti si mostrano via via decrescenti man mano che ci si sposta a scadenze lunghe.
Tutto cambia con il contratto di maggio 2023 (ticker ZQK2023):
E’ questa la scadenza in cui il mercato prezza un taglio dei tassi di interesse. Infatti, gli stessi scontati a maggio (3.325%) sono inferiori rispetto a quelli scontati a marzo (3.415%)! Questo taglio degli interest rates è ben visibile attraverso lo spread tra la scadenza maggio ’23-marzo ’23:
Ammesso che i tassi vengono alzati per andare a combattere un eccessivo surriscaldamento dell’economia (che trascina con sé l’aumento dell’inflazione) e che vengono abbassati per andare invece a “stimolarla”, che logica ci sta dietro al taglio degli stessi da maggio 2023? Probabilmente una recessione; infatti, che tipo di mossa attua la banca centrale in quel tipo di scenario economico? Come dimostrato dalla grafica, taglia i tassi di interesse:
Attraverso questi ragionamenti possiamo dunque ipotizzare che:
• Il mercato sconta un taglio dei tassi di interesse in Q2 2023 dovuti ad una probabile recessione in prossimità di quella data
Utilizzo i termini “Q2 2023” e “in prossimità” in quanto i valori delle diverse scadenze dei future sui Fed Fund sono estremamente volatili. È per questo necessario osservarli a cadenza abbastanza frequente.
All’inizio del paragrafo ho scritto come a parer mio il catalizzatore che sta spingendo il mercato azionario al rialzo è probabilmente quello che gli investitori scontano un taglio dei tassi di interesse nel 2023, come ho dimostrato. Ora voglio mostrarvi dei grafici che confermano la mia ipotesi:
• CORRELAZIONE TRA S&P500 E FUTURE FED FUND A SCADENZA MAGGIO 2023
All’interno del rettangolo di color rosso è possibile osservare come il rimbalzo dell'S&P500 sia coinciso con il rimbalzo del future fed fund a scadenza maggio che, ad ora, è quello che identifica la data del "taglio dei tassi" che il mercato sconta. Questo è un caso? Sembra proprio che il mercato azionario sia salito quando gli attori del mercato hanno iniziato a scontare una FED meno aggressiva, no?
• CORRELAZIONE TRA SPREAD TRA FED FUNDS A SCADENZA MAGGIO 2023-MARZO 2023 ED S&P500
Quando lo spread si spingeva via via verso valori positivi (quando il mercato iniziava a prezzare il taglio dei tassi) l'S&P500 si è mosso al rialzo! Possiamo dunque affermare che lo spread abbia impattato sulle preoccupazioni degli investitori?
• CORRELAZIONE TRA SPREAD TRA FED FUNDS A SCADENZA MAGGIO 2023-MARZO 2023 E VIX
Sembrerebbe di sì! La discesa del VIX dai 34 punti è iniziata quando lo spread ha intrapreso il suo impulso rialzista. Com’è da interpretare ciò? Le preoccupazioni degli investitori sono iniziate a calare quando gli stessi hanno iniziato a prezzare una recessione con conseguenti tagli degli interest rates e quindi una FED meno aggressiva!
Altre conferme alla mia ipotesi arrivano dalla correlazione tra lo spread e il petrolio.
• CORRELAZIONE TRA SPREAD TRA FED FUNDS A SCADENZA MAGGIO 2023-MARZO 2023 E PETROLIO
Quando il mercato ha iniziato a scontare un taglio dei tassi e una recessione il petrolio ha iniziato la sua recente discesa. Perché'? In un contesto economico di quel tipo la sua domanda cala e, dal momento in cui il suo valore si basa sulla legge della domanda e dell'offerta, il suo prezzo ha infranto al ribasso la soglia dei 100$ (trovandosi ora intorno ai valori di 90$). Questa, dunque, è un’ulteriore conferma.
Spero l’analisi sia stata interessante, alla prossima analisi e buon trading!
Matteo Farci
FEDFUNDS
MERCATO DEL LAVORO, FED FUNDS E RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATOBuongiorno ragazzi, l’idea di questo lunedì non si baserà sulla tipica analisi intermarket della settimana precedente, bensì sull’impatto che i dati sul non farm payrolls, disoccupazione e retribuzione oraria media hanno avuto sui Fed Funds. Spiegherò il motivo del rialzo dei rendimenti a 2 e 10 anni dei titoli di stato statunitensi, il tutto correlato alle prossime decisioni della FED americana. Volevo proporre qualcosa di diverso dal solito, se apprezzate l’idea lasciate un like in maniera tale da farmi capire se questi contenuti sono apprezzati in maniera tale da riproporveli in futuro.
I DATI SUL MERCATO DEL LAVORO: NON FARM PAYROLLS E LIVELLO DI DISOCCUPAZIONE
Come di consuetudine il primo venerdì di ogni mese il Bureau of Labor Statistics rilascia due dati fondamentali riguardanti il mercato del lavoro negli Stati Uniti: le buste paga del settore non agricolo e il livello di disoccupazione.
Gli analisti, considerando l’impennata dei casi omicron in gennaio (il picco era stato raggiunto a metà gennaio, appunto), si aspettavano dei dati deboli, rispettivamente:
• Buste paga del settore non agricolo: 150K
• Livello di disoccupazione: 3,9%
Entrambi i dati hanno sorpreso le attese:
• Buste paga del settore non agricolo: 467K
• Livello di disoccupazione: 4%
Nonostante i livelli di disoccupazione siano saliti dello 0,1% rispetto al mese precedente, i nuovi posti di lavoro creati hanno registrato un aumento percentuale sopra le attese del 211%, segnando un +467K.
COSA SONO I FED FUNDS
I Fed Funds sono dei future scambiabili sul CME che rappresentano l’opinione che gli investitori hanno riguardo il valore che i tassi di interesse potrebbero avere ad una determinata data. E’ un future molto utile per diversi motivi:
• Dà una visione riguardante il sentiment che gli operatori di mercato hanno riguardo le scelte di politica monetaria futura e ciò assume particolare rilevanza dal momento che i mercati finanziari sono influenzati direttamente e indirettamente da essa.
• Permette la possibilità a noi traders di assumere posizioni speculative sulle future mosse da parte della Federal Reserve.
Il grafico continuos del future ha questo aspetto:
COME SI LEGGE IL FUTURE E PERCHE’ E’ INFLUENZATO DAL MERCATO DEL LAVORO STATUNITENSE
Come ho spiegato poco fa, l’andamento di questo future è influenzato dalle decisioni di politica monetaria della Fed. Vi starete chiedendo che rapporto possa esistere tra la federal reserve e il mercato del lavoro: ciò è da ricercare negli obiettivi perseguiti dalla stessa: essi sono la stabilità dei prezzi (e quindi la regolazione dell’inflazione) e l’occupazione.
Nell’analisi da me pubblicata il 31 gennaio in cui analizzavo l’impatto che avesse avuto la banca centrale sui mercati dopo il meeting, che trovate al link:
analizzavo le parole di Powell durante conferenza, che vi riporto:
“Si è assistito ad un aumento dei posti di lavoro solido tanto che il tasso di disoccupazione è diminuito sostanzialmente. Con un'inflazione ben al di sopra del 2% e un mercato del lavoro forte, il Comitato prevede che presto sarà opportuno aumentare i tassi”.
Avete capito ora il motivo? In base a questi parametri la banca centrale pianifica la sua politica: questo è il motivo per il quale il future segue questa dinamica.
Detto questo, il contratto continuos sui fed funds, a parer mio, dice poco e niente. E’ invece interessante studiare i contratti ad una determinata scadenza, come tra poco vi illustrerò.
Facciamo riferimento ora ad una delle affermazioni più accreditate dell’ultimo mese:
“GLI OPERATORI SI ASPETTANO CHE I TASSI DI INTERESSE SARANNO AUMENTATI A MARZO”
Per capire se è effettivamente così, andiamo ad osservare il contratto future sui Fed Funds con scadenza marzo 2022:
Vediamo come il prezzo del future abbia lateralizzato per circa un anno, non prendendo mai una vera e propria direzionalità. Questo perché? Perché il mercato non stava ancora scontando l’aumento dei tassi di interesse! Ha iniziato a scontarli dal momento che il rettangolo di distribuzione è stato bucato al ribasso, agli inizi di dicembre 2021! Affermo con certezza questa mia ultima affermazione dimostrandovelo grazie al Nasdaq:
Al primo falso breakout del rettangolo di distribuzione, il Nasdaq segnava l’ultimo massimo storico. Successivamente, quando il breakout è stato validato, l’indice tech ha provato a rivisitare i massimi senza riuscirci e, successivamente, ha subito delle ingenti perdite.
Questo poteva essere solo un modo per constatare se, effettivamente, gli investitori avessero iniziato a scontare i tassi di interesse in quel periodo indicato nel grafico (tra novembre e dicembre 2021). Un altro modo possibile è l’analisi dei volumi:
Come potete constatare, quando il mercato non scontava aumenti dei tassi i volumi erano relativamente bassi: i contratti su questo future era poco scambiati. Quando il mercato ha invece iniziato a credere fortemente al loro aumento, i volumi sono aumentati in maniera forte, segno del fatto che molti operatori, probabilmente per hedging (per protezione), hanno iniziato a specularci. Quando i volumi sono bassi, c’è poco appetito da parte del mercato verso il contratto in questione e, in questo caso, ciò si traduce in “poco interesse”. Quando i volumi e di conseguenza l’interesse nei confronti del tema “aumento tassi” ha iniziato a prendere piede, i volumi sono aumentati. Sono stato chiaro?
I volumi non sono solo importanti per capire l’entità di un breakout o per costruirci una strategia di trading, bensì anche in situazione come queste. Un grafico lascia tantissime informazioni e noi dobbiamo essere attenti, scaltri e conoscere la materia per saper cogliere la palla al balzo!
Tornando al nocciolo della questione, come capiamo l’aspettativa sul tasso di interesse futuro? Con una semplice differenza:
Applichiamo la differenza tra 100 (che rappresenta in forma numerica il tasso di interesse allo 0%) e il prezzo del future corrente, in questo caso 99.745:
100 - 99.745 = 0,265
Questo significa che oggi il mercato si aspetta che i tassi di interesse, nella riunione del FOMC di marzo, verranno alzati del 0,25%.
Questa differenza può essere applicata anche a contratti a scadenza più lontana. Facciamo una prova: le successive due riunioni del FOMC dopo marzo sono previste il 3-4 maggio 2022 e il 14-15 giugno. Andiamo ora a selezionare i due future sui fed funds con scadenza maggio 2022 e giugno 2022:
Come potete notare dalla grafica, in questo periodo gli investitori si aspettano che i tassi saranno tra al 0.5%/0.75% a maggio e al 0.75%/1% a giugno.
CORRELAZIONE DIRETTA TRA RENDIMENTI SUI TITOLI DI STATO A 2 ANNI E FED FUNDS
Nelle mie idee passate avrete letto tantissime volte la frase “la parte a scadenze brevi della curva dei rendimenti è sensibile alle scelte di politica monetaria”. Il titolo di stato di riferimento per le scadenze brevi è quello a 2 anni. Vediamo se ha effettivamente un rapporto con i fed funds:
Come potete osservare, entrambi, per mesi, hanno avuto un andamento non strutturato. Poi qualcosa è cambiata:
1. Ad inizio ottobre 2021 i volumi sono iniziati ad aumentare in maniera importante sul future, segno che la tematica sui tassi di interesse stava iniziando a prendere piede.
2. Nello stesso momento, i rendimenti dei titoli a due anni hanno rotto al rialzo il rettangolo di accumulo e successivamente hanno creato un piccolo triangolo ascendente
3. Dopo un mese è avvenuto anche il breakout del triangolo di distribuzione sul future e, contemporaneamente, la rottura del triangolo ascendente al rialzo
4. Entrambi gli asset hanno iniziato a muoversi a braccetto.
Mi son state fatte tante domande riguardanti l’argomento sui rendimenti a 2 anni nelle ultime settimane, spero di essere stato chiaro. Credo non ci sia maniera migliore di questa per spiegare il motivo della breve frase “la parte corta della curva è influenzata dalle decisioni di politica monetaria”.
Tornando a noi, anche in questo caso l’analisi tecnica ci è stata molto utile per poter individuare dei segnali molto concreti che il sentiment del mercato sui tassi di interesse stesse cambiando (analisi dei volumi, i breakout sui rettangoli e il breakout sul triangolo ascendente).
RETRIBUZIONE ORARIA MEDIA, INFLAZIONE E RENDIMENTI SUI TITOLI DI STATO A 10 ANNI
Le buste paga del settore non agricolo e il livello di disoccupazione non sono stati gli unici dati importanti della scorsa settimana. Un altro a cui presto sempre attenzione è la retribuzione oraria media, che misura il cambiamento della retribuzione oraria media nelle principali aziende. Ora vi mostrerò la crescita anno/anno che questo ha presentato:
04.02.2022 (Gen) 5,7%
07.01.2022 (Dic) 5%
03.12.2021 (Nov) 5,1%
05.11.2021 (Ott) 4,8%
08.10.2021 (Set) 4,6%
03.09.2021 (Ago) 4%
06.08.2021 (Lug) 4,1%
02.07.2021 (Giu) 3,7%
04.06.2021 (Mag) 1,9%
07.05.2021 (Apr) 0,4%
Come potete constatare, si è passati dallo 0,4% di aprile 2021 al 5,7% di gennaio 2022. Questo dato va ad aumentare tendenzialmente in periodi di ripresa economica, quando tutte le aziende di un Paese riprendono ad assumere manodopera.
Quest’aumento tendenziale dei salari non è altro che quel fenomeno definito come “inflazione salariale”; in linea logica, più i salari aumentano, più i salariati saranno disposti a spendere: questo andrebbe poi a generare una spirale inflazionistica generale.
Tornando a noi, venerdì 4 è uscito il dato per gennaio 2022 che, come ho detto precedentemente, si è attestato al 5.7%. Dal momento che i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni crescono o decrescono rispondendo a dinamiche di crescita/decrescita economica o inflazione, come possiamo aspettarci che essi si siano comportati? Osserviamolo in un grafico a 15 minuti:
Alle 14:30, ora italiana dell’uscita del dato, il rendimento sul decennale americano è esploso segnando un +4,51%.
Ora capite quando provo a spiegarvi che i rendimenti delle scadenze più lunghe dei titoli di stato (in particolare il decennale, che è il riferimento) rispondono a questi tipi di dinamiche? Spero di avervelo dimostrato ancora una volta.
L’analisi di questo lunedì termina qua, spero i contenuti siano apprezzati. Sarà molto importante seguire da vicino i dati macroeconomici che ho analizzato in questa idea, in quanto le prossime scelte di politica monetaria saranno dettate dallo svilupparsi di essi. Probabilmente, a dati sul lavoro più forti e inflazione galoppante, dovremmo aspettarci una Fed più aggressiva. E questa aggressività dove si ripercuoterebbe? Sui Fed Funds. E questi chi influenzano in maniera diretta? I mercati finanziari!
Volevo aggiungere che ho intenzione di creare un canale personale in cui condividerò tante altre idee riguardanti i mercati finanziari, materie prime e forex, analisi di mercato e correlazioni tra asset e dati macroeconomici. Vi comunicherò quando il progetto sarà ultimato, rispettando chiaramente le linee guida imposte da tradingview.
Grazie, Matteo Farci
US Treasuries Bonds 10YR YieldCiao a tutti,
riprendiamo qui l'analisi del rendimento degli US Treasury Bonds a 10 anni pubblicata il 15 Ottobre 2020 quando il tasso era lo 0,699. Da allora si e' sviluppato il pullback segnalato dalla divergenza con l'indicatore di sentiment (RSI) fino a 1,119. Click & Play la struttura qui sotto per vedere come si e' sviluppato il pullback.
Uno dei driver che fa muovere i prezzi delle obbligazioni e' il tasso d'interesse o Effective Federal Funds Rate (FEDFUNDS). Quando i tassi di interesse sono bassi, i prezzi delle obbligazioni aumentano, perché gli investitori cercano un rendimento migliore. Per anni, sulla scia della crisi finanziaria del 2008, la Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse ai minimi storici rendendo il mercato dei bonds molto attrattivo.
Da Luglio 2007 a Gennaio 2009 il FEDFUNDS e' passato da 5,26% a 0,16% mentre il US10Y e' passato da 5,206% a 2,040%.
Il range degli US10Y dal 2010 al 2020 e' stato tra 3% e 1,5% mentre il FEDFUNDS e' rimasto sotto lo 0,20 fino al 2015.
Adesso, sebbene il rendimento dei Treasuries decennali americani rimanga superiore al FEDFUNDS, lo spread e' decisamente meno interessante rispetto alla decade appena terminata. Per ottenere rendimenti piu' interessanti si e' quindi reso necessario esplorare altri mercati e piu' rischiosi.
Credo che solo la FED avesse interesse a comprare US10Y con un rendimento post-Pandemia dello 0,360% ed e' per questo che il 23 Marzo Jerome Powell annuncio' il famoso QE infinito.
E credo anche che, finche' i rendimenti sul decennale americano non ritorneranno attrattivi, gli investitori saranno costretti a continuare a cercare higher yields altrove.
Quali potranno essere le ripercussioni sul dollaro e sulle borse americane?
Spero di essere stato chiaro ma se avete altre idee vi prego di scriverle nei commenti qui sotto.
Queste sono solo idee di trading e non consigli per investire. Per quelle dovete rivolgervi a un professionista perche' io non lo sono. Sono un semplice appassionato.
Un abbraccio a tutti.
Cozzamara
Fed Fund la decisione del FOMCLa FEDERAL RESERVE BANK si è accorta che il dollaro in salita ed i tassi al rialzo stanno causando qualche rallentamento economico in USA.
Il FEDERAL OPEN MARKET COMMITTEE, potrebbe quindi lasciare il tasso ufficiale invariato oggi.La FEDERAL RESERVE BANK si era impegnata a non aumentare i tassi sopratutto a fronte dell'ultimo sgambetto teso a TRUMP.
Intanto il dollaro forte non ha prodotto i risultati attesi, forse causa è il rallentamento economico globale e la volatilità dei mercati finanziari.Intanto le pressioni inflazionistiche si sono attenuate, a dimostrazione non ultimo la previsione ribassista di Mario DRAGHI presidente di BCE.
Buon Trading
SantePTrader