ECA - NON si fa trading con le NOTIZIE: dimostrazioneBuongiorno,
Nel video didattico si dimostra con i fatti che chi fa trading con le notizie perde soldi.
La stampa specializzata ed i TG finanziari inoltre danno giustificaizioni ex post di movimenti di mercato che sono già accaduti.
***Attenzione: in questo video NON denigro nessun giornalista, nessuna testata o sito o TG, segnalo unicamente che non si può impostare il trading con le news perchè è perdente.***
Chi dice di guadagnare in questo modo costantemente dovrebbe dimostrarlo facendo vedere i movimenti del deposito titoli della sua banca.
Viceversa continuerò a dimostrare che non è possibile valutare in anticipo cosa fare basandosi su rumor e news perchè sono *INTERPRETABILI*.
Quindi attenti e ragionate sempre con la vostra testa cercando fatti a supporto di quanto vi viene detto.
Buona giornata e buon ascolto.
Jacopo
Formazione
EURUSD - COME COMPORTARSI?Ciao a tutti, ho pensato di spendere due parole per confrontarmi con voi riguardo l'andamento di EURUSD da circa metà ottobre ad oggi.
Partiamo dal fatto che stiamo arrivando da un trend fortemente ribassista (nel 2018 EURUSD segna al momento - 600 pips) e che quindi l'operatività migliore nell'ultimo anno è stata in short, dal punto di vista della mia strategia cerco un'entrata a favore di trend ed è proprio quello che ho fatto negli ultimi due mesi.
Ho potuto constatare che più di qualcuno ha notato il triangolo simmetrico che si stava formando su EURUSD (con annessi altri triangoli al suo interno) e sono riuscito a sfruttarlo fino a quando non ha effettuato il primo falso breakout al rialzo (7-10 dicembre) che mi ha fatto pensare ad un cambio trend che non è mai avvenuto, lo stesso vale per il secondo falso breakout al ribasso stavolta (14-17 dicembre) che mi ha definitivamente fatto fermare nell'operatività su EURUSD. Dopo due movimenti di questo tipo e confrontandomi con le medie mobili a 200 periodi e a 50 periodi posso notare come confermino la forte indecisione che imperversa al momento, con continui incroci senza prese di direzione importanti che mi portano a decidere di aspettare semplicemente finchè non uscirà da questa forte orizzontalizzazione, magari potranno essere proprio le decisioni del FOMC di oggi alle 20:00 a definire le sorti di EURUSD.
Voi cosa ne pensate?
KO-PEPSICO : primi esperimenti con lo SPREAD TREDINGIeri ho scoperto questa strategia di tarding molto interessante : lo spread trading.
Ho prima provato ad applicare questa strategia sul Forex, ma come mi è stato fatto osservare applicare sul forex questa strategia è una forzatura, soprattutto considerando che esiste un "sintetico" che già rappresenta una sorta di spreadtrading.
Cosa molto interessante è invece crearsi un nuovo indice, un nuovo strumento finanziario, come ad esempio uno strumento che vari in base al differente andamento, o alla differente forza, di due indici o azioni correlate: è il caso della coppia CocaCola-Pepsi.
Se consideriamo entrambe le azioni è possibile notare come esse abbiano una forte correlazione.
Utilizzando l'indice di correlazione (fornito tra gli indicatori base della piattaforma) ho verificato le correlazioni a 12h, ed essa risulta molto forte (prossima al +1.00) per tutto l'arco della giornata.
Ho a questo punto analizzato lo spread grazie ad un indicatore da me appositamente programmato: lo "Spread Force Indicator".
Tramite questo ho potuto osservare come il livello di spread attuale tra CocaCola e Pepsi ha raggiunto un punto di minimo dalla quale prevedo una risalita. Lo confermano anche le due medie mobili applicate all'indicatore.
Infatti oltre che a visualizzare l'andamento dello Spread (linea Blu), la media veloce (a 8 periodi, in rosso), sta per incrociare la media lenta (a 21 periodi, verde) a conferma di un aumento imminente dello spread.
A questo punto ho valutato l'andamento delle due coppie ed ho potuto valutare una cosa : quando la pepsi scende scende in modo più forte rispetto alla cocacola, mentre in salita sembra essere più forte la cocacola.
A questo punto decido di entrare a mercato piazzando un ordine buy su CocaCola ed un ordine buy su Pepsi.
Utilizzando la piattaforma Plus500 con conto Demo quindi:
acquisto 5 azioni della CocaCola ad un prezzo pari a 236,10€ -> 47,22€ ad azione
vendo allo scoperto 2 azioni della Pepsi ad un prezzo pari a 225,64€ -> 112,82€ ad azione
In questo modo mi espongo su entrambi i lati con un valore simile (236,10 / 225,64 = 1,046)
A questo punto setto il mio secondo indicatore, sempre da me sviluppato : il "Pips Delta Indicator".
Questo indicatore, una volta impostato con i valori di acquisto dei due strumenti pepsi e cocacola monitora i Pips guadagnati (in gain) monitorando i pips (guadagnati o persi) di entrambe le azioni e sommandole rivelando il delta-pips che rappresenta il nostro guadagno.
Sarà proprio su questo indicatore che ho impostato 2 alert:
TAKE PROFIT : quando il gain del "Pips Delta Indicator" raggiunge i 20 pips
STOP LOSS : quando il gain del "Pips Delta Indicator" raggiunge i -10 pips
In questo modo non appena si verificherà una di queste due cituazioni potrò agire chiudendo entrambe le posizioni, in guadagno o in perdita.
Indici di valuta: mai mettersi contro il più forte!Buongiorno Traders,
vi propongo una configurazione grafica abbastanza atipica, ma che uso spesso per darmi l'idea di chi è il più forte o il più debole nel rapporto di forza tra due monete e che mi serve per scegliere la giusta coppia su cui andare ad operare.
Vi siete mai chiesti se per esempio EURUSD sale, sale perché l'Euro è forte o perché il Dollaro è debole?
Se fate un'analisi su EURCAD, questa è in coerenza con le forze dei cambi che generano questo incrocio (EURUSD e USDCAD)?
Perché mentre alcuni incroci si muovono laterali, altri hanno il turbo?
Perché in alcuni momenti l'analisi tecnica sembra non funzionare?
Le risposte a tutte queste domande sono contenute in queste sovrapposizioni. Andando a decifrare i "segnali" che ci restituiscono, si riesce a essere con più facilità dalla parte giusta del mercato.
Infatti il movimento di qualsiasi strumento non è mai fine a se stesso ma è soggetto a forze "tangenti" che spesso ne alterano il carattere.
Grazie all'implementazione di questa metodologia di analisi si riesce ad ottenere una visione più completa con più facilità.
Cosa indicano queste linee?
Immagino molti di voi conoscano il Dollar Index, cosa rappresenta e come viene calcolato.
Bene in analoga maniera vengono calcolati i relativi valori delle rispettive valute.
Ovviamente sia il peso sia il paniere di composizione varia da strumento a strumento
Infatti per il Dollar index abbiamo la media dei seguenti valori:
EUR con peso 57,6%, JPY con peso 13,6%, GBP con peso 11,9%, CAD con peso 9,1%, SEK con peso 4,2% e CHF con peso 3,6%.
Per l'Euro index abbiamo:
USD, GBP, JPY e CHF tutti con peso al 25%
Questi sono gli unici due che hanno un paniere certo, gli altri indici sono ricavati prendendone i componenti e i relativi pesi secondo la discrezione del fornitore di dati.
Tuttavia al fine dell'analisi e per le scelte delle posizioni operative è poco importante sapere queste informazioni.
Tranne il Dollar Index, in genere questi non sono strumenti quotati. In qualche caso alcuni broker li offrono ma hanno poco peso e per questo non sono così soggetti in linea di massima alla teoria auto-avverante dell'analisi tecnica. Tuttavia un trend o una fase laterale sono facili da identificare ed è da questi presupposti che possono essere usati per ampliare le nostre analisi.
Mi piacerebbe spiegare come le interpreto e come le uso per scegliere gli strumenti da tradare.
Fatemi sapere se vi interessa l'argomento: mi piace condividere le mie esperienze ma essendoci un bel po da scrivere, vorrei almeno che foste un bel gruppetto di interessati. Visto che lo faccio gratis, almeno ricompensatemi in gloria ;)
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Buon Trading
Heryberto Biondi
Come analizzare azioni in 5 step: Visa Inc.(V, NYSE)Ciao ragazzi, oggi con voi condivido la mia personale checklist che seguo per valutare stocks in ogni mercato.
Ci sono cinque step, ogni step da un punteggio di +1 dunque il massimo punteggio è +5 , il minimo -5. Solitamente da +3/-3 considero di prendere una posizione lunga/corta a seconda del risultato.
1) Management: il primo step è valutare il management della azienda. Con questo intendo capire se coloro che gestiscono l'impresa hanno particolare competenze di management questo solitamente si traduce in un miglioramento del ROE nel corso degli anni. In più guardiamo al loro background come ad esempio dove hanno studiato, dove hanno lavorato, se hanno conoscenze particolari nel business dove opera l'impresa etc. In più mi aspetto che lo stipendo del top management sia correlato a migliori risultati aziendali, se ciò non avviene evitante l'azienda. Le figure da guardare solitamente sono CEO, CFO e COO. In altre aziende guarderemo anche al marketing, come per esempio per Coca-Cola.
2) Prodotto: in questo caso cerchiamo di capire che tipi di beni/servizi l'azienda produce. Sono prodotti/servizi difficilmente replicabili? Ergo, è un mercato con barriere alte? E' un monopolista? E' leader di mercato? Il prodotto ha qualche tipo di vantaggio sui concorrenti? Queste domande determineranno lo score. Scegliete business del quale capite i meccanismi e che non siano troppo complessi.
3) Situazione finanziaria: in questo caso si valutano conto economico, bilancio, e cash flow statement. L'obiettivo è avere vendite in crescita, net income in crescita, margini sotto controllo. Se quest'ultimi sono sotto pressione vuol dire che in qualche modo l'impresa non ha un vantaggio competitivo. Nel bilancio vogliamo capire il rapporto di indebitamento, ci sono azioni privilegiate (non le vogliamo)? Che tipi di asset ha l'azienda? Infine il cash flow, vogliamo imprese che generano soldi senza spese esagerate per mantenere la loro quota di mercato o la leadership.
4) Indici finanziari: guardiamo principalmente PE, P/CF, P/B, P/FE, EV/EBTIDA, Dividend Yield. E li vogliamo sotto la media dei 5 anni.
5) Esposizione geografica: ci domandiamo dove opera l'azienda, preferiamo paesi sviluppati con valute stabili per ovvi motivi.
Analisi di Visa:
Management +1: ci sono persone con esperienza nel campo della tecnologia dei pagamenti che hanno già lavorato in altre aziende importanti e ricoprendo incarichi di alto profilo, l'esperienza non manca e si vede nei risultati.
Prodotto +1: molto difficile da replicare, servono investimenti sostanziosi e accedere al mercato è molto difficile.
Situazione finanziaria +1: ricavi in constante aumento con margini sempre migliori, buonissimo patrimonio dell'impresa e cash flow costante e in aumento.
Indici di valutazione -1: attualmente overvalued su quasi tutti i punti di vista (eccetto il price to cash flow).
Esposizione geo +1: opera in tutto il mondo nei peasi principali. Niente di migliore.
Totale +3: vale un buy anche se personalmente preferisco avere degli indici di valutazione ragionevoli per entrare lungo. Li considero i più importanti..
Ricordate di comprare solamente se il prezzo è favorevole o in qualche modo scontato.
Cordiali saluti,
DocCDS
12. Didattica: rappresentazioni grafiche, grafico a candeleConosciuta e utilizzata da secoli in Giappone, questa tecnica di rappresentazione grafica ha ricevuto un periodo di grande attenzione anche in Occidente dagli anni '90.
Il termine candlestick individua una particolare modalità di grafico che consente, allo stesso tempo, sia di evidenziare con un unico simbolo la dinamica della giornata borsistica in esame, sia di classificare determinate combinazioni di più candele le quali permettono, all'analista esperto, di identificare precise figure ricorrenti in base alle quali formulare previsioni per l'andamento futuro.
Come per il grafico bar chart, anche per quello candlestick è prevista la visualizzazione dei dati di minimo, massimo, apertura e chiusura. A differenza dei primi, però, i candlestick consentono di visualizzare immediatamente, tramite il colore della candela, se la seduta borsistica in esame si sia chiusa in rialzo oppure in ribasso.
Le sedute in cui la chiusura abbia fatto registrare un valore più alto rispetto all'apertura vengono rappresentate da candele bianche, mentre le candele nere indicano sedute in cui il prezzo di chiusura risulta più basso di quello d'apertura.
L'ampiezza del corpo della candela, detto real body, individua la distanza tra il valore di apertura e chiusura mentre le shadow, cioè le sottili linee verticali sopra e sotto il real body, indicano l'escursione massima delle quotazioni del titolo. Queste ultime hanno in genere un'importanza più marginale in quanto, per i giapponesi, i veri valori sui quali fare riferimento sono quelli di apertura e chiusura e, conseguentemente, la loro distanza.
Date queste premesse risulta intuitivo l'obiettivo di tale rappresentazione grafica: essa, infatti, non solo si prefigge di indicare per sommi capi la tendenza verso la quale si sta muovendo lo strumento finanziario considerato, ma anche di identificare differenti disegni (pattern) ai quali vengono attribuite implicazioni rialziste o ribassiste.
Le formazioni dei candlestick possono essere sia di inversione, sia di continuazione del trend in essere. In entrambi i casi, ma questa rappresenta una regola generale valida per qualsiasi tecnica utilizzata, è necessario comunque aver ben presente la tendenza di fondo in essere prima di formulare previsioni in funzione delle configurazioni. Parlare di formazione d'inversione, ad esempio, ha senso unicamente a condizione che sia presente un trend rialzista o ribassista da invertire.
Fatta questa precisazione, è importante segnalare come esistano svariate decine di pattern catalogati in letteratura e come ciascuno di essi possa svilupparsi anche in più sedute, in funzione dell'accostamento di più singole candele tipiche.
11. Didattica: rappresentazioni grafiche, grafico a barreUna delle tipologie di grafico maggiormente utilizzate è senz'altro quella del metodo a barre.
Il bar chart, questo il suo nome, viene costruito in modo da indicare la quotazione di apertura, quella di chiusura e l’escursione tra il massimo e il minimo registrati nella seduta (infragiornaliera o mensile che sia). Ad esempio, nel caso di un grafico giornaliero, ogni singola barra rappresenterà l’apertura, il massimo, il minimo e la chiusura della giornata borsistica trascorsa.
Questa rappresentazione permette, con un solo colpo d’occhio, di sintetizzare in modo semplice un’intera seduta.
La sua costruzione risulta piuttosto facile: si traccia una linea verticale che congiunge il minimo e il massimo e, successivamente, si aggiungono due piccole “tacche” orizzontali in corrispondenza delle quotazioni di apertura e di chiusura, rispettivamente sul lato sinistro e sul lato destro della barra verticale.
Nel corso degli anni, lo studio sistematico della serie dei prezzi così rappresentati ha consentito di identificare configurazioni tipiche le cui implicazioni previsive, osservate empiricamente, consentono ai trader più attivi di acquistare o vendere in funzione del presentarsi di particolari pattern (cioè figure grafiche con caratteristiche che si ripetono nel tempo).
AUDCAD >> La Dieta Settimanale // Ogni Quanto ti Pesi?Buon sabato traders,
Stavo studiando la watchlist della settimana passata per capire cosa potessi tenere per la prossima e cosa no, e mi sono resa conto che AUDCAD , contrariamente alle mie aspettative, ha rotto la trendline ribassista , e non una trendline a caso, infatti ha tenuto ben 4 volte.
Da adesso vado alla ricerca di opportunità rialziste , ma essendo il mio stop sui minimi settimanali, dato che la trendline è settimanale, forse ancora non è il momento adatto.
Infatti per un'operatività di questo tipo, quello sarebbe lo stop adatto, ma capite che non ha molto senso. Come fare quindi? Vado a sfruttare i timeframe minori.
Quando avviene una rottura interessante su timeframe molto alti, è sicuramente utile utilizzare quel punto come segnalazione, ma non come entrata. Ogni volta che utilizzata un punto per un'entrata, lo stop deve essere proporzionato a quel timeframe. Vi faccio un esempio: non posso usare questa rottura per inserire un ordine limite sulla trendline e uno stop sui minimi 15 minuti, non ha senso, perché i prezzi possono tranquillamente tornare sotto la trendline , l'importante è che non chiudano al di sotto di questa, e in quel caso il 15 minuti diventa inutile.
Vi faccio un esempio più pratico: vi mettete a dieta, e settimana dopo settimana notate miglioramenti, pesate sempre meno, nonostante abbiate oscillazioni giornaliere. Ora, questa settimana vi pensate, e siete 80kg, lunedì vi pesate e siete 81kg. Scommetto che non vi impanicate, perché sapete che magari siete un po' più gonfi, un po' più idratati, e via così, come punto di riferimento prenderete la settimana dopo, e sarà lì che valuterete se avete perso o meno peso.
Spero che il concetto sia chiaro, e mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate qui sotto nei commenti.
>> Lasciami un like se questo tipo di analisi ti piace, e se vuoi l'analisi completa su cosa farò 👍🏼
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10. Didattica: rappresentazioni grafiche, grafico lineareUna volta determinata l'impostazione degli assi spazio-temporali di un grafico risulta necessario decidere anche quale sia la tipologia di grafico più idonea per la rappresentazione della variabile prezzo.
Il grafico più comune in questo senso è senza dubbio quello che si ottiene congiungendo i valori di chiusura registrati quotidianamente. Tale tipo di grafico, chiamato line chart, si prefigge l’obiettivo di sintetizzare in modo estremo l’attività finanziaria che rappresenta.
Per anni considerato come quello più significativo, ha successivamente lasciato il passo a rappresentazioni in grado di comunicare un maggior numero di informazioni agli operatori. Ad ogni modo esso conserva, ancora oggi, una sua validità proprio perché viene costruito in funzione della chiusura, dato in genere considerato come il più importante nell'analisi dell’evoluzione dei prezzi.
Inoltre, esso può essere utilizzato in maniera flessibile anche per rappresentare altri valori dei prezzi potenzialmente significativi e altrettanto sintetici quali, ad esempio, una media tra massimo e minimo oppure tra apertura, massimo, minino e chiusura di seduta.
Non va trascurato il fatto che questo tipo di grafico spesso risulta l'unico utilizzabile nel caso di rappresentazioni di indicatori (media mobile nell'esempio) e oscillatori (momentum nell'esempio) che prevedono la raffigurazione di un solo valore.
EURJPY: quando le cose semplici funziono...Buongiorno Traders,
ecco un esempio di come può essere semplice intercettare i movimenti che fanno incassare soldini.
Un'analisi semplice con un'inequivocabile segnale d'ingresso può aiutare chi ha mille dubbi o l'ansia di entrare in posizione.
Quando l'obiettivo è mantenere a bada le emozioni tossiche, i messaggi che la strategia restituisce devono essere PRECISI e di solo 2 tipi:
->entro a mercato
->non entro a mercato.
Questa strategia si chiama PDT e con poche, semplici e sopratutto REPLICABILI regole riesce a mettervi a mercato con rapporti rischio rendimento veramente notevoli.
Se vi interessa sapere come applicarla, chiedetemi tutto quello che volete nei commenti.
9. Didattica: impostazione di un grafico, asse del prezzoUna volta determinato il campionamento temporale del grafico da analizzare sulla base del proprio orizzonte operativo, risulterà necessario scegliere come impostare l'asse verticale del prezzo.
Generalmente le opzioni principali in merito sono due: scala aritmetica e scala logaritmica.
La differenza tra i due metodi consiste sostanzialmente nella rappresentazione visiva dei movimenti del prezzo di un asset.
Suddividendo l'asse verticale del grafico con ipotetiche linee orizzontali graficamente equidistanti, la differenza spaziale tra una linea e la successiva acquisterà un significato diverso a seconda della scala impostata.
Nel caso della scala aritmetica, ogni incremento (decremento) spaziale del prezzo fra una linea e la successiva (precedente) rappresenterà un uguale aumento (diminuzione) dello stesso prezzo in termini numerici.
Nel caso della scala logaritmica invece, a ogni incremento (decremento) spaziale del prezzo fra una linea e la successiva (precedente) corrisponderà un uguale aumento (diminuzione) dello stesso prezzo in termini percentuali.
Quale scala scegliere dunque?
In linea di massima è possibile utilizzare la seguente semplice regola discrezionale: maggiore (minore) l'orizzonte temporale visualizzato e maggiore (minore) la volatilità di un asset, maggiore (minore) l’utilità di analizzare graficamente lo stesso asset su scala logaritmica.
Una scala aritmetica, ad esempio, sarà senza dubbio una buona scelta nel caso si analizzi il cambio euro-dollaro campionato a un'ora su un orizzonte temporale di qualche giorno.
Una scala logaritmica, invece, sarà la scelta ottimale nel rappresentare graficamente il cambio bitcoin-dollaro campionato settimanalmente su orizzonte temporale di qualche anno.
Nasdaq 100 SHORT position !Ecco il mio ingresso
-se disegnerà il segnale giusto.
se in coincidenza dell'indicatore che io uso vedrò dei segnali.
-se verranno rotte con forza (cioè conferma da parte dei volumi)
-se avrò abbastanza soldi sul conto( stop adeguatamente ampio)
-se ho voglia di "rischiare" in anticipo il mio capitale
-se da lassù qualcuno mi guarda
-se avrò applicato alla lettera tutto quello che ho studiato
-se chi comanda il mercato non mi obbliga a cabiare idea !!
p.s. Ragazzi il trading non è solo un arte ...pazienza,preparazione,sangue freddo,tenacia e perchè no un po di Cu... !!
Aggiungo: per fare questo trade ho aspettato senza Cliccare 4 Mesi !!!
per i Neofiti adesso avete capitoooo anche un trader esperto Sbaglia ..e per quanto su singolo trade si "cerchi" la perfezione NON ESISTE !!
sempre pronti anche a modificare la vostra View...il Mercato ha sempre ragione !!!
Buon Trading ALL
8. Didattica: impostazione di un grafico, asse del tempo I grafici di borsa rappresentano l’elemento determinante per l’analisi tecnica in quanto sintetizzano l’essenza stessa del mercato. Un grafico, infatti, fornisce direttamente l’idea della tendenza in atto sullo strumento finanziario rappresentato. Esso è capace di indicare i più recenti massimi o minimi e consente di sovrapporre indicatori, linee di tendenza o qualsiasi altro strumento utile per osservare e determinare l’evoluzione dei prezzi.
In genere l’analista tecnico, grazie alle rappresentazioni grafiche, è in grado di cogliere indicazioni preziose per la formulazione di scenari di breve (movimento terziario), medio (movimento secondario) e lungo periodo (movimento primario).
Nonostante oggi si faccia uso di rappresentazioni grafiche tramite computer la storia del loro utilizzo è tutt’altro che recente e, in alcuni casi, risale a centinaia di anni orsono (famosi i grafici su carta, e le relative analisi disegnate direttamente a mano, illustrati da operatori come Gann o Elliott).
La costruzione di un grafico prevede innanzitutto l’esistenza di un piano cartesiano, con i due assi che tipicamente rappresentano il tempo (in ascissa, asse orizzontale delle X) e il prezzo (in ordinata, asse verticale delle Y).
La prima decisione da prendere riguarderà la compressione temporale da analizzare, cioè l’intervallo tra una rilevazione e la successiva. Normalmente risulta conveniente analizzare lo strumento finanziario oggetto di studio tramite tappe graduali.
Nel caso si operi con un’ottica incline all’investimento (long term trading), con una prospettiva che va da diverse settimane a diversi mesi, si comincerà allora con il visualizzare un grafico su scala mensile (monthly), dove le quotazioni saranno misurate (o meglio, campionate) di mese in mese per l’individuazione del trend primario. Si proseguirà poi con un grafico campionato settimanalmente (weekly) al fine di determinare l’andamento della tendenza secondaria sulla quale operare in accordo con quella primaria. La visualizzazione del grafico giornaliero (daily) permetterà, infine, di stabilire la direzione del trend terziario per cogliere eventuali punti ottimali di ingresso e uscita sul mercato.
In caso invece di operatività a breve-medio periodo, con una prospettiva che va da pochi giorni a poche settimane al massimo (swing trading), si potrebbe invece cominciare con il visualizzare un grafico su scala settimanale per l’individuazione del trend primario, proseguendo poi con un grafico campionato giornalmente al fine di determinare l’andamento della tendenza secondaria operativa in accordo con quella primaria e, infine, con un grafico a 4 ore per determinare la direzione del trend terziario e i relativi punti ottimali di ingresso e uscita.
Ovviamente sarà possibile operare con ottiche temporali anche molto più ristrette, tipicamente su base infragiornaliera (day trading), utilizzando grafici a campionamento sempre più ridotto (ore, minuti e, al limite, anche frazioni di secondo nel caso di un campionamento tick by tick) con la prospettiva di individuare tendenze sempre più brevi e cercare così di cogliere anche i più piccoli movimenti effettuati dal mercato.
7. Didattica: teoria di Dow e conferma degli indiciUno dei principi della teoria di Dow, ritenuto tra i più importanti, fa riferimento all'idea che gli andamenti degli indici dei titoli industriali e dei trasporti si debbano confermare in modo reciproco.
In base a tali considerazioni, quando l’indice Dow Jones Industrial inizia una presunta fase espansiva, essa verrà ritenuta valida soltanto se si realizza in corrispondenza di una concomitante fase espansiva dell'indice Dow Jones Transportation. Infatti un movimento di un indice non confermato potrebbe condurre a conclusioni false e fuorvianti.
La logica del principio è ispirata dalla constatazione che, se il mercato azionario costituisce un barometro delle condizioni dell’economia, allora, durante un mercato toro, i prezzi crescenti devono interessare sia le società che producono merci, sia le società che le trasportano. Nella borsa americana la storia ha dimostrato la validità di questo principio.
Al di là di queste considerazioni, valide per il mercato azionario americano, questo principio va interpretato nel senso più generale di analizzare sempre l'andamento dell'indice di borsa correlandolo a quello di altri indicatori di settore o relativi ad altre borse. Questo al fine di verificare significative interdipendenze dei movimenti tramite discrepanze e concordanze.
6. Didattica: teoria di Dow e relazione prezzo volumeNella teoria di Dow i volumi di contrattazione assumono un ruolo di conferma dello "stato di salute" della tendenza primaria in corso. In generale la situazione considerata normale è quella in cui il volume degli scambi si espande durante un bull market e si contrae durante un bear market (volume concordante).
Quando questo non avviene (volume discordante), viene generato un possibile segnale di allarme poiché indicazione anticipatoria di una potenziale futura inversione di tendenza. Questo principio deve però essere utilizzato solamente come indicazione aggiuntiva all'interno di un’analisi completa e dettagliata del ciclo di mercato.
Come già ribadito nel capitolo precedente, la probabilità di inversione di una tendenza primaria è maggiore se il mercato è già stato preceduto da una fase di accumulazione o distribuzione, possibilmente caratterizzate da volumi di contrattazione in consistente aumento.
NZD/USD possibile formazione ribassistaAvvertenza: personalmente sconsiglio a naso di tradare questo cross attualmente.
Il terzo mini-impulso del impulso principale precedente a questo (questa stessa situazione praticamente, siamo nel secondo impulso al terzo mini-impulso) sarebbe andato in stop nonostante tutti gli indicatori davano il segnale, confluenze di fibonacci e importante zone di resistenza (mancava il pattern però).
Quello che invece gli occhi mi dicono:
Rsi ipercomprato e con pattern di forma simile a vecchi ritracciamenti rialzisti
confluenza di fibonacci molto buona (0,618 e 1,312) sullo stop loss
ottime zone di resistenza pro-trend
bat pattern
buon pattern grafico sia di forza degli impulsi che di regolarità di mercato
Vediamo un po' quanto è importante il pattern in queste occasioni...
Secondo voi sono un po' troppo pauroso? :D
5. Didattica: teoria di Dow e individuazione dei trendUn trend primario al rialzo (mercato toro o bull market) è caratterizzato da minimi e massimi secondari con valori crescenti rispetto ai precedenti estremi relativi; viceversa, un trend primario al ribasso (mercato orso o bear market) è caratterizzato da livelli di massimi e minimi secondari delle quotazioni in progressivo declino.
In un mercato orso il primo segnale di una possibile inversione di tendenza sarà fornito dal fallimento del mercato nel generare un nuovo minimo più basso di quello precedente (punti 3 nel grafico, subito dopo i trend primari ribassisti indicati nei riquadri rossi alla base). Anche se questo fattore indica una minore forza del mercato nel proseguire il suo trend, ciò non risulta comunque sufficiente per determinare un'inversione di tendenza. Soltanto se il rialzo che segue porta i prezzi al di sopra del massimo precedentemente raggiunto (punti 2 nel grafico, sempre subito dopo i trend primari ribassisti), viene allora confermata la nuova tendenza toro del mercato.
In un mercato toro invece il primo segnale di una possibile inversione di tendenza sarà fornito dal fallimento del mercato nel generare un nuovo massimo più alto di quello precedente (punto 3 nel grafico, subito dopo il trend primario rialzista indicato nel riquadro verde alla base). Anche se questo fattore indica una minore forza del mercato nel proseguire il suo trend, ciò non risulta comunque sufficiente per determinare un'inversione di tendenza. Soltanto se il ribasso che segue porta i prezzi al di sotto del minimo precedentemente raggiunto (punto 2 nel grafico, sempre subito dopo il trend primario rialzista), viene allora confermata la nuova tendenza orso del mercato.
Prima di identificare l'inizio di una nuova tendenza è importante controllare che siano state realizzate le fasi del trend di mercato precedente previste dalla teoria di Dow. La probabilità di inversione di una tendenza primaria è infatti maggiore se il mercato è già stato preceduto da una fase di accumulazione o distribuzione, possibilmente caratterizzata da volumi di contrattazione in consistente aumento (vedere capitolo successivo).
L’importanza di saper distinguere tra un semplice movimento secondario e il primo stadio di una nuova tendenza primaria è naturalmente evidente ai fini operativi. Pur essendo la parte della teoria più difficile da decifrare, è senza dubbio la chiave di volta per una corretta interpretazione dei mercati.
4. Didattica: teoria di Dow e fasi di mercato (II)Le sei fasi di mercato della teoria di Dow individuano nella loro essenza due movimenti primari i quali, il primo rialzista e il secondo ribassista, costituiscono un ciclo di mercato completo. Dato che i movimenti non avvengono mai in linea retta, spesso avviene che le fasi di espansione, così come le fasi di flessione, siano durante il loro svolgimento intervallate da temporanei movimenti laterali, definiti come fasi di “riaccumulazione” o di “redistribuzione”.
Si tratta di situazioni di congestione nelle quali i prezzi tendono a muoversi (oscillare) in un delimitato spazio orizzontale (sideways trend) e dove si realizzano prese di beneficio da parte di alcuni soggetti che avevano operato subito nella prima fase del movimento di mercato.
Questa impostazione generale del ciclo di un mercato azionario è stata via via arricchita dagli analisti tecnici discepoli di Dow, con la formalizzazione di veri e propri modelli di evoluzione grafica (pattern) riferibili ai diversi momenti cruciali che caratterizzano lo stato di un mercato. In sostanza sono state codificate configurazioni tipiche per ogni fase; tali modelli grafici saranno illustrati successivamente in apposite sezioni.
3. Didattica: teoria di Dow e fasi di mercato (I)La teoria di Dow distingue ogni ciclo completo di mercato in sei fasi caratteristiche:
a) accumulazione: quando la maggioranza degli investitori è ancora convinta di essere in un mercato al ribasso, le cosiddette “mani forti” (gli investitori professionali e gli insider) iniziano ad acquistare a prezzi decisamente convenienti, nella consapevolezza che la fase ribassista risulta ormai in esaurimento. Gli acquisti, essendo molto consistenti in termini di controvalore, vengono fatti gradualmente, in modo da non muovere il listino al fine di non destare attenzione. Si forma così una serie di movimenti laterali, detta anche base o bottom;
b) convinzione: in questa seconda fase si diffonde nell’ambiente finanziario la convinzione che un nuovo mercato toro (rialzista) abbia ormai avuto inizio. Le quotazioni salgono e comincia a serpeggiare l’ottimismo;
c) speculazione: è l’ultima fase del rialzo. L’ottimismo è ormai alle stelle e si assiste ad una rapidissima crescita delle quotazioni. Entrano sul mercato anche le cosiddette “mani deboli”, tipicamente i piccoli risparmiatori, i quali immancabilmente decidono di comprare quando i prezzi sono vicini ai loro massimi, incoraggiati anche dall’enfasi che i mezzi di comunicazione pongono nel descrivere il boom borsistico in corso;
d) distribuzione: gli operatori dominanti nel mercato comprendono che il mercato toro è giunto ormai alla fine e cominciano ad alleggerire le proprie posizioni lunghe (cioè al rialzo). Questa fase avviene non istantaneamente ma nell’arco di un certo periodo, in modo da dare la possibilità alle mani forti di uscire dal mercato. La fase espansiva risulta, di conseguenza, indebolita e si crea un movimento laterale simile a quello formatosi precedentemente ai minimi di mercato, detto tetto o top;
e) panico: si manifesta all’improvviso un brusco declino dei prezzi. Dal momento che tutti si accorgono che il mercato non ha più nulla da dare gli operatori vendono al meglio (cioè al prezzo al quale il mercato risulta disposto in quel momento a comprare) per salvarsi dal ribasso generale;
f) frustrazione: questa è l’ultima fase del mercato orso, in cui gli ultimi soggetti rimasti con i titoli in mano li vendono a prezzi minimi assoluti. Normalmente si tratta proprio di quei piccoli risparmiatori che avevano acquistato sui massimi, durante la fase di speculazione. L’indebolimento di quest’ultima fase di flessione coincide con un nuovo processo di accumulazione.
2. Didattica: teoria di Dow e movimenti di mercatoLe origini storiche dell’analisi tecnica vengono normalmente fatte risalire agli studi dell’americano Charles H. Dow (1851-1902), fondatore e pubblicista del quotidiano The Wall Street Journal, nonché ideatore, con Edward Jones, dell'omonimo famoso indice generale del mercato azionario nordamericano.
Secondo la teoria di Dow nel mercato azionario agiscono contemporaneamente tre tipi di movimento:
a) Movimento primario (major trend): è la tendenza principale, per la quale un mercato viene definito toro (bullish o rialzista) oppure orso (bearish o ribassista). Dura in genere da diversi mesi ad alcuni anni. Quando la tendenza primaria è al rialzo i prezzi salgono per un lungo periodo di tempo, intervallati da reazioni secondarie;
b) Movimenti secondari (intermediate trend): si tratta di movimenti favorevoli oppure opposti alla tendenza principale di un mercato che, nel lungo periodo, si trova o in fase rialzista o in fase ribassista. I movimenti in questione durano normalmente da diverse settimane ad alcuni mesi e, in caso di opposizione, possono ritracciare da un terzo a due terzi del progresso o regresso acquisito con il movimento primario. Spesso il ritracciamento più frequente è del 50%;
c) Movimenti terziari o minori (minor trend): sono rialzi o ribassi di mercato che durano soltanto per un periodo limitato di tempo, da diversi giorni ad alcune settimane. Essi non sono in grado di influenzare i movimenti primari o secondari e risulta, normalmente, molto complicato prevederli in quanto si ripetono in modo pressoché casuale; presentano, inoltre, una maggiore possibilità di essere manipolati in una qualche misura.
1. Didattica: che cos'è l'analisi tecnica?In termini generali è possibile definire l’analisi tecnica come lo studio sistematico dei movimenti dei prezzi di mercato tramite l’uso di raffigurazioni grafiche e indicatori.
L’obiettivo di tale disciplina è duplice: si prefigge finalità sia analitiche, rivolte alla comprensione dei fenomeni, sia previsive, cioè orientate alla previsione delle future tendenze sulla base dell’osservazione di quelle passate.
L’analisi tecnica si basa su tre premesse fondamentali sulle quali poggia un’intera struttura di teorie applicate che si sono sviluppate nel corso degli anni :
– il mercato sconta tutto: questa è la premessa determinante per la comprensione della filosofia alla base di questa disciplina. Secondo l’analisi tecnica, infatti, in qualsiasi momento il prezzo di un’attività finanziaria (un’azione, un’opzione, un contratto future) riflette l’insieme di tutte le informazioni disponibili;
– i prezzi si muovono in trend: altra premessa basilare per l’approccio tecnico è il trend (cioè la tendenza). L’obiettivo principale dell’analisi di un grafico è l’individuazione della fase iniziale di nuovi trend o delle inversioni di tendenza di quelli già in atto con lo scopo di speculare nella direzione che produrrà i maggiori profitti in un dato lasso temporale;
– la storia si ripete: dato che i prezzi riflettono un insieme di fattori, inclusi quelli di carattere psicologico, è prevedibile che in determinate fasi del mercato la storia si ripeta generando così, dal punto di vista grafico, configurazioni tipiche, dette pattern, che appaiono riconoscibili agli occhi di analisti esperti e che possono offrire indicazioni su imminenti evoluzioni delle quotazioni.
TREND O CONTRO TREND? Approccio decisionale nel trading.La scorsa settimana, nell’ articolo “Ftse Mib: fib is in the box” abbiamo visto come il future italiano TVC:FTMIB sia compresso in una “scatola” di lungo periodo, con i bordi che vanno da 23.700 punti circa per l’ alto e 15.000 pruni in media per l’ estremo inferiore.
Abbiamo anche visto come la forma che consente questo andamento sia una forma grafica probabilmente di rimbalzo, forse nella sua fase finale e che quindi induce a prudenza.
Molti in settimana ci hanno scritto per chiederci allora una sorta di “ratifica” per la loro volontà, viste le premesse, di entrare short.
Questa, come detto nell’ articolo della scorsa settimana, non può essere data, a nostra avviso, attualmente: manca qualcosa. Cosa manca? Un elemento semplicissimo: la conoscenza delle probabilità..
Mi spiego meglio. Il trading sembra così difficile ( e sicuramente lo è ) ma non lo è a livello decisionale.
A livello decisionale è banale perché ci sono sempre solo 3 cose che possono essere fatte in ogni momento, mai di più, ossia entrare long, entrare short, non entrare.
A seconda della tipologia di trader ( colui che opera contro trend e colui che opera in trend ) ci si troverà in una e una sola delle seguenti scelte.
Colui che opera contro trend:
a) sulle resistenze venderà e sui supporti comprerà; egli avrà probabilità basse di riuscita della singola operazione ma, SE, le poche operazioni che andranno in utile le farà correre e SE sarà bravo a uscire in piccola perdita nelle molte operazioni in cui perderà, potrà sperare di guadagnare. Colui che opera contro trend, in questa fase, è entrato short, a 21.500, ha perso, è rientrato short a 21.700, ha perso, è rientrato short a 22.000, ha perso, è entrato short, a 22.300, ha perso, è rientrato short a 22.500 punti.
Colui che opera in trend:
b) o comprerà sullo storno di trend rialzista sui supporti o all’ inversione da ribassista a rialzista ( inizio di un nuovo trend rialzista) e venderà sul rintracciamento di trend ribassista sulle resistenze o all’ inversione da rialzista a ribassista ( inizio di nuovo trend ribassista); egli avrà alta riuscita della singola operazione perché si troverà sempre ( statisticamente, naturalmente, quindi ammettendo possibilità di errore ) in trend. Nella fase attuale non fa niente: attende o lo storno sul supporto per comprare o la rottura del supporto per posizionarsi short all’ inizio di un nuovo trend ribassista di lungo periodo.
c) o comprerà in corso trend rialzista e venderà in corso di trend ribassista; andrà incontro a probabilità sconosciute con stop-loss tendenzialmente troppo larghi rispetto ai risultati positivi possibili ( rapporto rischio rendimento maggiore di uno ). In questa fase compra ai livelli attuali, con stop-loss distanti ( in questo momento i supporti di medio periodo sono quantomeno in area 22.000 ) e obiettivo sconosciuto.
La strategia a) è paragonabile a colui che cerchi di prendere al volo un coltello mentre cade o prova a salire al volo su un treno di passaggio andandogli incontro; prima di afferrare finalmente il coltello può rischiare di morire dissanguato, prima di salire sul convoglio rischia di finirgli sotto ; la strategia c) è simile a chi provi a cogliere il coltello mentre viene lanciato in aria: è possibile che lo prenda al volo ma può anche rimanervi infilzato; chi opera secondo la strategia b), seguendo la metafora, attende che il coltella si posi per terra per raccoglierlo o che il treno si fermi alla stazione e riparta.
E’ quindi una questione non di possibilità di prendere il coltello ( tutti e 3 i soggetti dell’ esempio hanno una possibilità di farlo ), ma di probabilità di prenderlo e di probabilità ( rischio ) di rimanere feriti.
EURGBP - Analisi Short Semplice"Perché Martina scrive "semplice" nel titolo? E' scema?" lo so che ve lo state chiedendo.
Sapete che non riesco a scrivere un'analisi, stop e target e basta; tratto queste idee più come fossero un blog, attraverso il quale posso parlarvi.
Ho avuto una settimana davvero brutta (che non è ancora finita, ahimè), che però - forse - sono riuscita a riprendere in mano. Tanti problemi e stress accumulati, tanto che il cervello mi è andato in pappa, e ho iniziato a non ragionare più. Tutto ciò, purtroppo, l'ho trasportato sul trading, dove ho perso la lucidità , e non ho fatto cose a caso, non ho utilizzato stop esagerati, no no no! Quello è tutto sotto controllo, ma ho perso lucidità, e vedere i grafici mi portava in confusione . Anche a voi succede? Che siete talmente pensierosi che quasi quasi non riuscite più a distinguere un long da uno short? Quanto è brutto?
Come ho rimediato?
Ho staccato tutto, ho respirato (grazie Michi per il consiglio), ho meditato (pensato al senso della vita e al fatto che non ho ancora fatto il cambio di stagione), ho mangiato del cioccolato, una banana, dei cereali, e del sushi (aiuta sempre), ho aperto i grafici e ho cancellato tutto. Si riparte da zero! Avete presente quando c'è un problema e momentaneamente ve ne allontanate? Ecco. Cancellare tutto dai grafici per me è il modo di sviscerarlo.
Ho trovato questo bel grafico su EURGBP, molto pulito, ordinato, con una buona zona d'entrata, di cui ho approfittato tramite un ordine limite.
Stop e Target li vedete sul grafico; io non ero qui per questo.
Spero che possa esservi stato utile questo articolo.
Fatemi sapere nei commenti se vi è mai successo di sentirvi così, e qual è il vostro rimedio a tutto ciò :-)
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