Wall Street & Piazza Affari Closing Bell i dati di giornataWall Street & Piazza Affari altalenanti chiudono entrambe in rialzo.
A Wall Street il closing bell è diviso tra il rialzo del Nasdaq che chiude con un +1.20% ed il Dow Jones che chiude negativo con un -0.10%
Positiva Piazza Affari anche se solo per la prima parte della seduta, nel pomeriggio le quotazioni hanno ricalcato i prezzi dei minimi delle quotazione della settimana appena passata.
Positiva Generali a +3.75% e Saipem a +7%,.
Per Generali si prospettano grandi manovre ai vertici, in giornata il licenziamento del manager Cirinà per violazione degli obblighi di lealtà almeno secondo i vertici attuali, ma intanto tra nuove elezioni e attesa per il business plan è giallo nella sede del Leone!
Saipem vola dopo il sì alla manovra sul capitale che prevede un aumento da 2 miliardi, a prestito 1,5 e a credito 1 miliardo, per ENI e CDP il costo dell'operazione è di circa 800 milioni.
Non restava che salvare Saipem quindi, dopo la perdita da 2.4 miliardi l'alternativa era solo il fallimento, nel frattempo ci sono fondi che continuano ad aumentare l'esposizione di Short Selling sul titolo come ad esempio Millenium Capital Partners ora sell short con lo 0.70% circa delle azioni a disposizione del mercato (dati consob).
A Wall Street il mercato sembra già scontare il rialzo dei tassi di 50 punti base, rialzo atteso per le prossime due riunioni Fed.
Nel frattempo i rendimenti obbligazionari americani continuano a salire il decennale degli Stati Uniti sfiora e supera il 2,5% di rateo già nella mattinata di New York.
Nasdaq
I MERCATI AZIONARI RIVISITERANNO I MASSIMI STORICI? LA MIA IDEASalve ragazzi.
L’analisi che condivido stamani ha l’obiettivo di far chiarezza su quello che sta accadendo sul mercato azionario americano. Abbiamo assistito ad un grande rimbalzo da parte dei due bechmark di riferimento S&P500 e Nasdaq; quello da chiedersi è:” i mercati rivisiteranno i massimi storici?”
Proveremo a capirlo insieme in questa analisi.
ANALISI TECNICA S&P500
L’S&P ha avuto la capacità di risollevarsi del 9.18% in circa due settimane; questo recupero è scaturito da un doppio minimo, accompagnato da una divergenza osservabile nell’RSI. Se l’indice continuasse a salire, la prima resistenza sarebbe rappresentata dalla struttura a 4600$ (soglia anche psicologica).
Analizzando i volumi, ho applicato due medie volumetriche: una veloce a 10 periodi (che ingloba le ultime 10 sedute di contrattazioni) e una lenta a 50 periodi. Cosa si può osservare? Che i volumi a brevissimo periodo stanno diminuendo, e ciò è constatato anche dal death cross avvenuto, ossia dal passaggio della media volumetrica veloce al di sotto di quella lenta.
Analizzando l’RSI, osservate come lo stesso abbia avuto la forza di rompere al rialzo la trendline dinamica ribassista che indicava un lento indebolimento del prezzo da novembre 2021.
ANALISI TECNICA NASDAQ
Comportamento del Nasdaq simile a quello dell’S&P500; il prezzo riesce a recuperare 13 punti percentuali dopo aver rimbalzato sul supporto a 13000$, soglia psicologica. La prossima struttura, qualora volesse continuare il recupero, sarebbe costituita dalla resistenza a 15000$.
I volumi che hanno accompagnato il recupero si sono dimostrati deboli, palesati dalla “death cross volumetrica” già riscontrata nel precedente indice.
Stesso identico comportamento dell’RSI se correlato con quello dell’S&P500: rialzo del prezzo accompagnato dalla rottura della trendline dinamica ribassista che evidenziava la debolezza del prezzo da inizi novembre 2021.
INDICI DI VOLATILITA’ VIX E VXN
Andiamo ad analizzare ora gli “indici di paura” VIX (per l’S&P500) e VXN (per il Nasdaq) in maniera da capire quale possa essere l’emotività degli investitori:
Entrambi gli indici di volatilità stanno contraendo. Riescono a raggiungere dei top relativi l’8 marzo (il VIX a 37.5 punti e il VXN a 39), andando a visitare due resistenze evidenziate nelle due grafiche. Entrambi si trovano al momento in prossimità delle cosiddette “soglie di tranquillità”, per il VIX costituita dal livello dei 20 punti, mentre per il VXN dai 25; è stato lo sgonfiarsi di queste “paure” ad aver permesso ai due indici di tentare il recupero a cui abbiamo assistito nelle ultime due settimane? L’ipotesi può essere plausibile, dal momento che questi 4 asset sono correlati tra loro; infatti, ricordiamo che alle salite tendenziali degli indici, le volatilità si mantengono tipicamente basse; ciò invece non accade nella situazione opposta: ogni qualvolta essi crollano o ritracciano, è quasi inevitabile che gli indici di volatilità si spingano verso valori alti. Questo è dimostrato dalle prossime due grafiche:
Osservate come ogni picco da parte del VIX, che esso fosse di notevole o di poca rilevante intensità, ha accompagnato l’indice al ribasso. Da osservare come successivamente l’indice sia sempre ripartito al rialzo con lo sgonfiarsi della stessa volatilità; questo comportamento indice/volatilità si sta ripetendo anche in queste ultime settimane; vedremo la volatilità rivisitare valori inferiori di 20 punti?
Stesso identico discorso se condividessi il Nasdaq con il VXN:
ANALISI CON LE MEDIE MOBILI VOLUMETRICHE
Analizzerò ora l’indice S&P500 attraverso le medie mobili volumetriche per capire il sentiment degli investitori. Dividerò l’indice in diversi archi temporali “colorati”, in questo modo:
Non analizzerò il Nasdaq in quanto il suo comportamento si è presentato praticamente identico all’S&P500, sia per quanto riguarda la price action che la parte volumetrica.
Iniziamo dalla zona rossa!
Osservate come l’indice abbia creato all’interno dell’area rossa un canale ribassista. Guardiamo i volumi: non appena esso ha invertito la sua tendenza di breve periodo, i volumi sono andati immediatamente a gonfiarsi, con la naturale conseguenza del “golden cross”, ossia il passaggio della media volumetrica veloce al di sopra di quella lenta, da considerarsi in questo caso un segnale ribassista (ribassista perché la media veloce è stata mossa da volumi ribassisti). Come possiamo leggere il golden cross? Visto che parliamo di volumi, come un cambio di umore! Questo perché? Perché se il prezzo di un asset è mosso da più volumi rispetto alla media (in questo caso, rispetto alla media volumetrica a 50 periodi) significa necessariamente che la volontà degli investitori di portare un prezzo al rialzo o al ribasso è più forte. Questa voglia a parer vostro era presente nella zona temporale antecedente la zona rossa? No! Possiamo affermare questo perché non abbiamo assistito ad un aumento di volumi a breve termine.
Passiamo ora alla zona nera:
Il sentiment cambia quando si verifica il “death cross”: la media mobile volumetrica veloce passa al di sotto di quella lenta, con il contemporaneo breakout rialzista della trendline ribassista. Avendo smaltito il sentiment negativo, l’indice riesce a respirare, andando a segnare una performance positiva di 8.5 punti percentuali. Il rialzo dell’indice all’interno della zona nera è stato accompagnato da bassi volumi rispetto alla media. Come possiamo definire la differenza di volumi tra la zona rossa e quella nera? In quella rossa avevamo avuto uno storno accompagnato da alti volumi (il che significa grande volontà da parte del mercato di spingere al ribasso il prezzo). Dopo, nella zona nera, la stessa voglia non si è manifestata. Perché? Perché i volumi, appunto, sono diminuiti, indicandoci il cambiamento di sentiment, ossia quella particolare condizione che ha permesso all’indice di salire. Provate ad immaginare la situazione in questo modo: nella zona rossa la voglia di portare il prezzo al ribasso era stata manifestata dagli ampi volumi ribassisti che avevano permesso il “golden cross”; successivamente la voglia degli investitori è andata a scemare (e ciò è riscontrabile nei volumi che sono diminuiti) permettendo all’indice di risalire. Sono stato chiaro? L’indice non sarebbe risalito se non avessimo visto un cambio di umore!
Arriviamo dunque alla zona viola, dove l’indice inizia a creare una distribuzione:
Quando osserviamo il breakout al ribasso? Esso è avvenuto in corrispondenza del cambio di sentiment, rappresentato nelle medie volumetriche dal golden cross! Voglio farvi osservare un qualcosa di particolare: fintanto che il sentiment rimane invariato, ossia fintanto che il golden cross rimane intatto, il prezzo non riesce a raggiungere nuovi massimi, andando tuttavia a formare la figura di analisi tecnica rialzista triangolo ascendente. Il nuovo massimo di mercato giunge nella zona verde:
Il breakout del triangolo ascendente (con il raggiungimento dell’ultimo massimo storico) non giunge in concomitanza con l’incrocio delle medie mobili volumetriche, tuttavia c’è da analizzare la distanza tra il volume della candela del breakout e la media volumetrica veloce (indicata nel grafico dalla freccia rossa): avete presente nelle mie analisi quando esprimo il concetto “più un prezzo si trova a grande distanza con la media mobile veloce a 50 periodi, tanto esso è da considerarsi forte”? Ecco, possiamo applicare lo stesso concetto anche in questo caso, cambiando però alcune variabili, ossia “più un volume si trova a grande distanza dalla media mobile volumetrica veloce a 10 periodi, tanto esso è da considerarsi un cambiamento di sentiment”; in molti vi chiederete :”in che senso cambiamento di sentiment?” Perché i volumi precedenti erano stati gonfiati specialmente da candele ribassiste e non da candele rialziste (e questo potete voi stessi osservarlo nei grafici) ragion per il quale quel breakout può essere visto come “accompagnato da un cambiamento di sentiment”.
L’incrocio tra le medie volumetriche avviene poco dopo, tuttavia non si assiste ad alcun nuovo impulso da parte dell’indice. Perché? Ne parleremo nel prossimo paragrafo.
Arriviamo dunque alla zona blu, ossia quella in cui l’indice, da inizio 2022, inizia il suo lento declino.
Vi evidenzio un testa e spalle ribassista. La rottura della neckline è accompagnata da un cambio di sentiment e dal golden cross. Dopo essere riuscito a visitare la struttura a 4300$, l’indice rintraccia e dopo qualche seduta riprende il suo trend al ribasso dal momento che il sentiment identificato dalle medie mobili volumetriche non cambia (infatti la media volumetrica veloce rimane quasi sempre al di sopra di quella lenta, evidenziando il fatto che il cambiamento di sentiment non è cambiato).
Si giunge quindi al “pavimento” a 4130$: il prezzo crea un doppio minimo.
Arriviamo infine alla zona arancio. La formazione del doppio minimo è validata dal cambio di umore da parte degli investitori: i volumi in vendita si affievoliscono, facendo riabbassare la media volumetrica veloce a 10 periodi al di sotto di quella a 50; questo permette il rimbalzo del prezzo.
Nonostante i due indici azionari di riferimento abbiano segnato rimbalzi dal +9% (S&P) e dal 13% (Nasdaq) in concomitanza con la contrazione delle volatilità (detto in altri termini, in concomitanza con una “diminuzione di paura”), ci sono dei segnali particolari che a parer mio potrebbero suggerire che stiamo assistendo sì ad un recupero, ma non tanto forte quanto si possa credere.
PERCHE’ NON MI CONVINCE L’ULTIMO RIMBALZO DEGLI INDICI?
Questi particolari segnali li ritroviamo in alcuni indici di forza relativa di cui ora vi parlerò.
• FORZA RELATIVA TRA S&P500 E SETTORI DIFENSIVI: BENI DI PRIMA NECESSITA’ E UTILITIES
Da cosa deriva la creazione di questi due indici di forza relativa? Il settore dei beni di prima necessità (XLP) e il settore delle utilities (XLU) sono difensivi, ossia quei particolari settore che tendenzialmente non vanno a sovraperformare il loro bechmark di riferimento durante momenti di risk on ma a sovraperformarlo in momenti di risk-off. Da cosa deriva questa peculiarità? L’informazione possiamo ritrovarla nei coefficienti beta. Sapete cosa misura questo particolare coefficiente? La variazione che ha un settore (o anche una singola azienda) rispetto al mercato di riferimento. Il Beta di XLP è uguale a 0.60 mentre quello di XLU a 0.37.
Questo significa che se l’S&P500 segnasse un +2%, XLP segnerebbe un +(2 X 0.6)= +1,2% e XLU un +(2 X 0.37)= +0.74%; ecco dimostrato il motivo per cui in momenti di risk on essi non sovraperformano l’S&P.
Se invece quest’ultimo segnasse un -2%? XLP segnerebbe una performance di -1,2% e XLU di un -0.74%.
Grafichiamo il tutto:
Notate come entrambi gli indici di forza siano saliti dal recupero post-covid 19 fino ad inizi novembre 2021. Ciò è accaduto poiché l’indice di riferimento è andato a sovraperformare i due settori. Avendo capito che i due sono difensivi, che tipo di informazioni ci forniscono i due indici? Che da marzo 2020 a novembre 2021 i mercati erano in risk on! Se fosse stato il contrario (risk-off), avremmo assistito a una sovraperformance da parte dei settori difensivi, che tendono a beneficiare di più in questi particolari scenari! Questo cambio di forza è avvenuto infine con i breakout dei supporti dinamici a inizi di dicembre 2021.
Quindi, tornando al quesito di prima, perché non mi fido tanto dell’ultimo rimbalzo dei mercati azionari americani?
Perché questi indici di forza relativa mi stanno suggerendo che siamo in clima di risk-off e non in risk-on; in momenti di risk off il mercato azionario tende a performare bene? No, perché offre alti rendimenti ma ti espone a un altrettanto rischio.
C’è un altro indice di forza relativa che fa riflettere, ossia quello tra l’S&P500 e il VIX:
Mi piace definire questo indice di forza come “quanta paura c’è al rischio”; che informazioni ci fornisce? Se sale, significa che c’è avversione al rischio, se scende l’esatto contrario.
Osservandolo, cosa possiamo dedurre? Dai minimi di marzo 2020 l’indice è salito fino ad arrivare a visitare dei massimi, a inizi novembre 2021. Successivamente è iniziato il lento trend ribassista identificato dalle due trendline dinamiche ribassiste di color blu. Questa inversione di tendenza è avvenuta in concomitanza con le inversioni dei due indici visti precedentemente. E’ un caso?
Spero questa analisi possa essere utile a tutti.
Matteo Farci
Nasdaq - test di altre resistenzeSeconda settimana positiva per il Nasdaq che continua il suo movimento rialzista fin ad ora di breve e che potrebbe proseguire ancora per la prossima settimana con l'obiettivo il test in area 15.300 - 15.500 punti dove li dovrebbe incontrare i primi livelli chiave di resistenza che ci permetterà di capire successivamente se si tratta di un rimbalzo oppure di una nuova buy opportunity. 13.800 -13.500 il livello dei supporti da monitorare.
Nasdaq - settimana di rimbalzoSettimana positiva per l'indice tecnologico chiudendo con una performance superiore al 10%. Le quotazioni si sono fermate in prossimità della media mobile a 50 periodi dopo che il supporto a 12.980 ha arresto la discesa. La situazione fino a quando non si recuperano le medie mobili a lungo periodo rimane a favore di un ribasso ma attenzione ai cambi di scenari che possono sempre verificarsi. Da qui adesso è possibile riprendere a scendere verso il successivo rettangolo rappresentato oppure tentare un ulteriore allungo verso la resistenza dove passano le medie a 100 e 200 e i due minimi registrati a dicembre area 15.500.
Nasdaq: sono possibili nuovi massimi? 18.03.2022Si chiude una settimana carica di eventi e di sorprese, a cominciare dalla decisione del governo cinese di supportare i mercati a azionari locali, stremati da una discesa pesantissima durata pressoché per tutto il 2021.
Il mega rally dei titoli cinesi ha innescato un simile movimento sui titoli tecnologici USA e quindi anche Il Nasdaq è partito con energia al rialzo, ignorando l'evento FED di mercoledì e il relativo rialzo dei tassi.
Vediamo il quadro, e cerchiamo di capire fin dove si potrà parlare di rimbalzo tecnico, e quali sono invece i livelli da tenere d'occhio nel caso fosse partito un (sorprendente) movimento rialzista più prolungato.
Nasdaq - Segnali di divergenza.Negli ultimi giorni, l’indice Nasdaq 100, uno dei più interessanti considerata l’entità dello storno subito, ha dimostrato dei segnali di divergenza.
In particolare, andando a considerare l’andamento di massimi e minimi su grafico di tipo daily, possiamo notare un primo tentativo d’inversione dei minimi con le candele del 25/02 e del 15/03.
In aggiunta possiamo notare una divergenza tra l’andamento dei minimi dell’indice (freccia gialla) e l’andamento dei minimi dell’RSI.
In genere è un segnale di momentanea perdita di momentum del movimento in corso, ed in questo caso di potere ribassista, andato addirittura a culminare nella rottura di una trendline di breve.
Può questo rimbalzo essere considerato significativo?
Purtroppo data l’instabilità di questo periodo, è impossibile dare una risposta, tuttavia, come già espresso in altre idee, lo storno degli indici è stato per me fondamentale per accumulare nuove posizioni con liquidità con una strategia contrarian, ma in termini di gestione del portafoglio di lungo periodo.
L’orizzonte temporale e l’efficienza degli strumenti d’investimento impiegati sono i nostri migliori alleati.
PAYPAL - ''BUY THE DIP''Abbiamo assistito ad un crollo pari di PAYPAL da 320$ ad un minimo di questa settimana a 90$.
Il motivo del crollo?
I big dell'azienda hanno riportato pubblicamente la prosisma chiusura di 4.5 milioni di conti creati dai BOT per accaparrarsi il bonus iscrizione di 10$.
In questo caso, PAYPAL ha perso circa 45.000.000$ (che comunque è una cifra molto piccola per un colosso come loro), ma ciò che ha fatto crollare il titolo è stata la successiva notizia che l'azienda stessa non riuscirà a raggiungere il target di 750 milioni di account entro fine anno.
Ora per il titolo quotato nel NASDAQ è un momento abbastanza delicato, ma i flussi di cassa sono comunque costanti e a parte quanto detto sopra, penso che il titolo possa tornare almeno a 150$.
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non è un consiglio finanziario ma parere personale
CONTEXTLOGIC/WISH - BUY STOCKWish è uno shop online in circolazione dal 2011 ma negli ultimi anni sta puntando sempre più forte su ambito come la tecnologia con prezzi realmente stracciati. Lo shop è reale, è di origine cinese ed ha come scopo quello di diventare punto di riferimento per lo shopping online low cost. L’azienda ha sede a San Francisco, California, è stata fondata da Peter Szulczewski e Danny Shang. La società è solida, viaggia a ottimi ritmi da anni e se ve lo state chiedendo, è tutto vero, ci si può fidare dell’identità di Wish.
Ad ogni modo, per questa analisi, volevo porre la vostra attenzione su 2 punti chiave:
1)
A Febbraio è stato menzionato il nuoco CEO di WISH, ed è Vijay Talwar, meglio conosciuto come esperto dirigente di marchi di vendita al dettaglio e-commerce che ha guidato significative trasformazioni digitali e operative all'interno di aziende multinazionali consolidate e in rapida crescita. Nel suo ruolo più recente come CEO di Foot Locker'sEuropa,Medio Oriente&Africa(EMEA), gli è stato attribuito il merito di aver creato un'attività di vendita al dettaglio omnicanale forte, incentrata sul cliente e di aumentare le vendite, la redditività e la quota di mercato.
2)
Il problema principale di WISH è la logistica e il numero di clienti mensili che in tutto il 2021 sono calati anche del 40%. Il cambio di leadership interne sta già portando delle nuove strategie per fare utili e tornare ad essere affidabili e competitivi sul mercato. Wish possiede ancora un patrimonio di 1 miliardo di dollari sul quale lavorare.. e in questi casi non è poco.
Io (alle condiazioni attuali) vedo WISH sopra i 10$ da qui a 2 anni circa.
Mentre nel breve periodo, sono convinto possa tornare a 4$ e 5$ (un x2.5 da ora).
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non è un consiglio finanziario ma parere personale
USA-RUSSIA-EUROPA-CRYPTO: E' una questione di prospettivaFra gli indici più forti di questo 2022 ci sono senza ombra di dubbio, quelli legati ai listini americani. Naturalmente, i mercati finanziari Russi, sono quelli più colpiti. Fra questi due colossi globali, c'è il mercato Europeo che certamente, non sta scontando il suo periodo migliore.
Che l'America abbia i suoi piani per il futuro è indubbio, lo stesso lo si può dire della Russia. Probabilmente lo stesso non possiamo dire per l'Europa:
L'America sembra prediligere la ricerca di vantaggi competitivi di breve periodo. Con lo Swift e le sanzioni nei confronti del paese di Putin, è diventata il maggior fornitore di GAS europeo sbaragliando di gran lunga la concorrenza. Seppur la NATO si promuova come una sorta di paladina della giustizia e dei diritti civili, non possiamo certo dire che la decisione di non intervenire in Ucraina sia stata così difficile da prendere.
In Russia, sebbene la situazione appaia critica da un punto di vista finanziario, probabilmente un tornaconto dal loro operato lo avranno anche loro. Certe scelte non vengono prese da un giorno ad un altro e ne tantomeno derivano dalla pazzia di un singolo uomo per quanto potente esso sia.
A cosa mi sto riferendo?
Beh ... sebbene nel breve periodo la Russia non beneficerà certo di questa fuga di capitali dai loro mercati, nel lungo periodo la situazione potrebbe diventare più florida.
Il motivo? Si sono finalmente liberati dalla predominanza del dollaro e controlleranno buona parte della distribuzione di materie prime mondiali.
Chi ci rimette naturalmente? L'Europa che ha tanti pregi ma fra questi non vi è certamente l'indipendenza da certi meccanismi economici.
Immaginatevi la Russia e gli Stati Uniti come due grandi centri commerciali. L'Europa è il cliente che entra per fare la spesa. Ma l'Europa non è un cliente qualsiasi ma è un cliente finanziariamente non molto benestante seppur adori vivere in maniera agiata. E' naturale che cercherà di spendere il meno possibile.
Questo dovrebbe far riflettere sulla rilevanza dell'invasione Russa nei confronti dell'Ucraina e sui rapporti commerciali con certi paesi Europei.
Detto ciò, pensate che il popolo ami rischiare di vedere i propri risparmi andare in fumo?
Questo è un pò il problema di una moneta centralizzata affiancata ad un contesto marziale.
E' proprio in questi momenti che il mondo tende a ricordarsi dell'importanza di Bitcoin e del settore cryptovalutario.
Non resta che domandarsi ... Chi saranno i suoi sostenitori?
S&P 500 Apple Weekly rompono al ribasso 11.03.2022Settimana storica dal punto di vista tecnico. Gli ultimi baluardi in primis S&P 500 hanno ceduto al ribasso quindi tutti gli indici principali sono in downtrend. Anche i FAAMG non sostengono più il mercato, con Apple che in settimana ha violato supporti importanti.
Analizziamo MSFT GOOG AMZN FB AAPL.
Mercato Crypto: aumento della volatilità nel breve periodoCome ormai i nostri lettori sapranno, il mercato delle criptovalute si caratterizza da sempre per una accentuata volatilità. È stimato che la volatilità in questo settore sia di ben sei volte superiore al mercato azionario.
Tuttavia, i recenti avvenimenti a livello geopolitico accorpati alla situazione macroeconomica critica che già stavamo vivendo potrebbero sfociare in un'esplosione di volatilità.
Già da prima che Putin dichiarasse guerra all'Ucraina si stava osservando una fase di rallentamento economico. Gli ultimi dati sul fronte macro parlavano di un'economia in affanno rispetto ai precedenti trimestri. Oltre a questo non è da sottovalutare il rialzo dei tassi di interesse sul mercato americano che dovrebbe arrivare a breve, accompagnato ad un tasso di inflazione record che ancora non ha raggiunto il suo picco.
Ad aggiungersi a questa situazione così complicata, pochi giorni fa è esplosa la guerra tra Russia e Ucraina. Il futuro del mercato crypto relativamente a questi eventi è di assoluta incertezza. Molti sostengono che vi sarà una forte oscillazione al rialzo in quanto il mercato cripto è l'unico mercato in cui possono dialogare gli oligarchi russi e tutti coloro che stanno vedendo bloccati i proprio conti correnti.
In aggiunta, la presidente della Banca Centrale Europea, Christine lagarde si è espressa a favore di un'accelerazione in tema di regolamentazione del mercato crypto in un momento storico molto delicato .
Infine, non deve essere dimenticato che il settore delle criptovalute registra da diverse settimane violenti movimenti al ribasso. Proprio pochi giorni fa Bitcoin e compagni sono andati a toccare dei livelli di prezzo che non venivano raggiunti da oltre un anno.
La forte correlazione al NASDAQ e alle variabili macroeconomiche che con il passare del tempo stanno registrando continui peggioramenti, aggiunti alla crisi Ucraina e a tutte le implicazioni economico-politiche che questa sta facendo nascere, suggeriscono di adottare massima prudenza per qualsiasi scelta di investimento di breve periodo.
Report by
Matteo Bernardi
NASDAQ, EUROSOTOXX50, BITCOIN: Una ripresa anomalaLa reazione del NASDAQ dello scorso venerdì resta molto curiosa e in fin dei conti inspiegabile. La situazione non è certo delle migliori ed allo stesso tempo affatto riconducibile al contesto globale di lunedì scorso. Eppure, il prezzo dell'indice tecnologico statunitense è tornato a prezzare quanto prezzava prima della notizia della guerra. Non è sempre corretto ragionare in questi termini, la questione però resta anomala.
La spiegazione che molti analisti si sono dati è il fatto che il NASDAQ, fondamentalmente, non ha molto a che vedere con la situazione Russia-Nato ed in fin dei conti, i mercati finanziari statunitensi, perchè dovrebbero scontare nel prezzo dei propri asset il contesto Russo?
Inoltre, le sanzioni sono a carico della Russia e se dovessero colpire altre nazioni, non sarebbero certo gli U.S.A.
Cosa dovrebbe invece terrorizzare gli USA? Il loro contesto economico. Una guerra potrebbe peggiorare il loro contesto economico? Solitamente, una guerra incide sui costi di approvvigionamento. Il che dovrebbe rivalersi sul livello dell'inflazione che negli stati uniti è già molto alta.
In Italia l'inflazione percepita ammonta al 6.4% contro il 4.8% dichiarato dall'Istat lo scorso mese. L'EUROSTOXX50 non sembra essersi ripreso completamente dal rosso dello scorso giovedì. Questo perchè il mercato europeo si è sempre caratterizzato per un certo grado di conservativismo.
Resta il fatto che le sanzioni Russe incideranno sicuramente sull'Europa che già stava scontando un apprezzamento del Petrolio e del Gas.
In Cina invece i mercati hanno iniziato a correggere molto prima degli statunitensi. Per questo motivo li monitoro con molta attenzione.
Una ripresa a V del mercato è plausibile?
Non penso che, ne il contesto Americano e ne quello Euoropeo siano in una situazione così rosea da permettersi una ripresa a V in stile COVID19. Prima di tutto perchè il mercato è BEAR. Non per un flash dump improvviso ma per una predominanza delle vendite sugli acquisti "pulita". Infine perchè, probabilmente i problemi sono appena iniziati.
Appare lecito domandarsi:
Se la situazione è quella che è; "come mai non sta continuando a scendere il prezzo degl'indici di borsa ma anzi, sale"
Perchè gli indici azionari non possono crollare con così tanta facilità. Il mercato non è fatto solo di piccoli operatori presi dal panico e dalla fomo. Il mercato è composto da ISTITUZIONI, prime fra tutte i fondi pensione. Il mercato è quindi "moralmente" ed "economicamente" sorretto per non far andare in fumo i risparmi del globo e se deve scendere, non scenderà certamente tutto d'un colpo come accaduto al mercato finanziario russo, molto più piccolo e meno organizzato.
Perchè evidenziare questo in un canale incentrato sulle cryptovalute?
Perchè in questo momento Bitcoin è la copia spudorata del NASDAQ. Addirittura, quando il nasdaq è chiuso, BTC è laterale in attesa di un segnale dal comparto azionario. Ne deriva che, apparentemente, intuire la direzione dei principali indici azionari significa pressoché capire i movimenti di BTC.
Questo almeno fino a quando Bitcoin non mostrerà un po di indipendenza.
Sul comparto crypto, sono ancora più preoccupato. La sanzione legata allo SWIFT ha reso felici molti mooners e allo stesso tempo ha preoccupato molto gli analisti. La tanto attesa popolarizzazione del mercato crypto non sarà così ben accolta se proposta in concomitanza ad una guerra, specie se utilizzata per finanziarie "il nemico".
Infine, ma non per importanza. Consigliamo a tutti voi di smette di sforzarvi di immaginare il perchè Putin o altri capi mondiali abbiano fatto quello che hanno fatto e sopratutto, smettete di cercare di prevedere le loro mosse per prendere posizioni sul mercato. Non ci arrivereste mai.
ANALISI TECNICA E FONDAMENTALE MERCATI MONDIALIQuesta è un'analisi in cui andrò a condividere tantissimi grafici, asset e correlazioni.
Voglio specificare che quelli che leggerete non sono consigli finanziari, bensì dei ragionamenti creati attraverso il tipo di analisi che ora andrete a leggere.
S&P500 E VIX
Nella precedente analisi avevo indicato come questo bechmark, nel premarket, fosse in territorio pesantemente negativo (alle 14:00 del 24 febbraio perdeva oltre il punto percentuale). Descrivevo tuttavia l’importanza di attendere l’apertura dei mercati delle 15:30. Essa ha sorpreso? Direi proprio di si: l’S&P 500 riesce a reagire con forza segnando alla fine della seduta un poderoso +1,47% per poi riconfermarsi il giorno dopo con una chiusura positiva del +2.24%.
I volumi hanno supportato la forza del prezzo: questo segnale è da interpretare come una chiara volontà del mercato di portare lo stesso al rialzo; ribadisco questo concetto in tante mie analisi in quanto l’analisi dei volumi scambiati ci indica sempre un determinato sentiment: se un prezzo rimbalza in una determinata soglia ma lo stesso è accompagnato da bassi volumi, significa in maniera pratica che sono stati pochi gli investitori a spingere un prezzo al rialzo; viceversa, volumi forti indicano un numero rilevante di investitori che hanno portato al rialzo un prezzo. A parer vostro, è quindi più affidabile un prezzo portato al rialzo da pochi investitori o da molteplici di essi? Credo che la seconda opzioni sia più attendibile!
Vi ho voluto condividere anche l’RSI, ossia l’indice di forza relativo: in due giorni (giovedì 24 e venerdì 25) l’indicatore è aumentato di 40 punti percentuali circa, confermandoci la forza del prezzo.
Analizzando il grafico, abbiamo quindi trovato 3 punti di forza:
• Due grandi candele rialziste di rimbalzo
• Alti volumi
• Forza del prezzo aumentata del +40%
Quali sono invece gli aspetti negativi? La volatilità! Il VIX, dopo essere salito il 24 febbraio ad un massimo di 30.31 punti, ha trovato nella sessione di venerdì un supporto a 27.57 punti. Considerando che i livelli del VIX associati ad una relativa stabilità e tranquillità sono al di sotto dei 20 punti, ciò potrebbe presagire un nuovo impulso ribassista. Dopotutto, come spesso scrivo, l’S&P500 tende ad avere performance negative quando i livelli dell’indice di volatilità si presentano alti, come dimostra questa grafica:
Vorrei aggiungere ulteriori aspetti tecnici:
Come potete osservare nella grafica, la struttura di prezzo tra i 4300$ e i 4250$ (evidenziata dalle frecce nere) ha per il momento resistito: essa è una struttura di grande importanza dal momento che la stessa è stata raggiunta dal prezzo 6/7 volte da luglio 2021 e ad oggi ma non è mai stata rotta. E’ probabile che in quei livelli di prezzo siano piazzati tanti ordini di acquisti che, per il momento, ogni qualvolta vengono “attivati”, riescono a respingere lo stesso al rialzo.
Si sta inoltre formando un testa e spalle ribassista con una neckline leggermente obliqua: il fatto il pattern di analisi tecnica si sia formato dopo un grande impulso rialzista (iniziato da marzo 2020) conferisce ad esso una determinata “credibilità”: affermo ciò perché il prezzo si dimostra molto più debole rispetto a qualche mese fa, e ciò è ben evidenziato dall’RSI che si trova in un trend discendete da novembre 2021.
La neckline era stata rotta nel premarket di giovedì, tuttavia il prezzo è stato rispinto, andando a rimandare quindi tale evento.
Quali sono le strutture che il prezzo incontrerebbe qualora volesse spingersi nuovamente vicino ai massimi storici?
Sicuramente la media mobile a 200 periodi ma anche il point of control della figura tecnica di inversione; per chi non sapesse cosa sia, il POC (point of control, appunto) non è altro che uno strumento di analisi volumetrica ottenuto tracciando il “profilo volume ad intervallo fisso” che ci indica qual è stato il livello di prezzo in cui sono stati scambiati più volumi. In questo caso, la linea di prezzo è a valori di 4442$.
Qualora il prezzo rompesse al rialzo il point of control del testa e spalle di inversione e la media a 200 periodi, il tutto condito da un VIX in decelerazione, si potrebbe pensare ad una visione dell’S&P500 più “serena”. Vedremo se il tutto accadrà.
NASDAQ E VXN
Il Nasdaq e il relativo indice di volatilità hanno mostrato una reazione pressochè identica all’S&P500: dopo il premarket di giovedì 24 disastroso, in cui l’indice perdeva oltre 3 punti percentuali, si è vista una grande reazione: +3.40% alla chiusura di giovedì e successiva conferma dal +1.53% venedì. I volumi si sono dimostrati consistenti, come anche l’incremento di forza del +40% da parte dell’RSI. Unica nota negativa il VXN: esso si mantiene a livelli ancora alti, sintomo che l’incertezza all’interno del Nasdaq è ancora abbastanza alta; essa svanirebbe qualora l’indice di volatilità scendesse al di sotto dei 25 punti. Ciò accadrà?
Ulteriori aspetti tecnici:
Di rilevante importanza la soglia di prezzo a 14000$ (anche soglia psicologica): essa si è comportata dapprima come resistenza (a febbraio e aprile 2021) e successivamente da supporto (a gennaio 2022 e qualche giorno fa). Ogni qualvolta un prezzo genera un qualche tipo di reazione a determinate soglie, come ad esempio dei rimbalzi, significa che per lo stesso prezzo quella soglia ricopre una grande importanza; e dal momento che il prezzo è governato dagli acquisti e dalle vendite degli operatori, allora da ciò ne consegue il fatto che gli stessi operatori, al momento, reputino i 14000$ un terreno di battaglia. Cerco di rappresentare questo “scontro” in questa grafica:
La domanda è: chi vincerà la battaglia? Il pattern testa e spalle di inversione che ho indicato due grafiche fa ci suggerisce che potrebbero essere gli orsi ad avere la meglio: questa ipotesi è supportata dal fatto che l’RSI (e quindi la forza del prezzo) si sta via via indebolendo da novembre 2021 (è in chiaro trend ribassista). Ora la neckline, che si presenta più obliqua rispetto a quella del testa e spalle dell’S&P500, sta fungendo da supporto dinamico. Vedremo nell’immediato futuro se essa verrà rotta al ribasso, dando quindi nuova linfa agli orsi. Se invece fossero i tori a voler prendere il comando, le battaglie che dovrebbero vincere sarebbero molteplici:
Il primo ostacolo che troverebbero è sicuramente il point of control del testa e spalle. Successivamente, poco sopra, le medie a 50 e 200 periodi.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO STATUNITENSE
Abbiamo visto come i capitali siano nuovamente finiti sul mercato azionario. Poche analisi fa vi descrivevo come il rapporto tra mercato azionario e obbligazionario fosse inverso dal momento che uno di essi andava a performare bene in situazioni di risk-off (obbligazionario) mentre l’altro in risk-on (azionario). Capito questo concetto, come dobbiamo aspettarci abbia reagito il mercato obbligazionario? Vi condivido un grafico orario in cui vado a correlare i titoli di stato del decennale e l’S&P500:
Correlazione inversa tra azionario e obbligazionario da manuale di analisi fondamentale: notate come prima dell’alba italiana di giovedì 24 gli operatori si stessero posizionando sui titoli di stato; successivamente, dopo aver digerito la notizia, essi hanno abbandonato gli stessi (che quindi hanno iniziato a disegnare un trend ribassista) per posizionarsi sull’azionario, che è salito in maniera proporzionalmente inversa all’obbligazionario.
MERCATO AZIONARIO EUROPEO: STOXX600
Dopo aver analizzato accuratamente i mercati statunitensi, concentriamoci ora su quelli europei. Inizierò concentrandomi sullo Stoxx 600, indice che nelle mie analisi non ho mai menzionato; per chi non lo sapesse, è l’indice azionario composto dalle 600 aziende europee più capitalizzate; possiamo quindi considerarlo come “l’S&P500 europeo”:
L’andamento dello Stoxx 600 è molto simile a quello del Nasdaq: abbiamo la struttura a 450€ (che può essere riconducibile a quella dei 14000$ dell’indice tech statunitense) di fondamentale importanza: essa è stata sentita dal prezzo diverse volte (in tutte quelle indicate dai cerchi di color rosso): questo significa che può essere interpretata come il campo di battaglia in cui si stanno affrontando compratori e venditori; questa affermazione è confermata anche dal point of control volumetrico che si trova in prossimità di quei valori (in particolare a 453€):
Anche in questo caso il testa e spalle che vi ho evidenziato ha una neckline obbliqua, che per il momento sta fungendo da resistenza dinamica per il prezzo: essa è stata dapprima rotta al ribasso con la candela dal -3,27% di giovedì 24 e poi ri-oltrepassata al rialzo con il rimbalzo del giorno dopo del +3.36%, con dei volumi ben superiori alla media. L’RSI si dimostra debole, con un trend ormai ribassista da metà novembre 2021.
Vi condivido ora l’indice di volatilità dello Stoxx 600, ossia il VSTOXX:
Come possiamo osservare, l’indice della paura si trova ora a 28.90 punti. Considerando il fatto che l’indice al quale è associato tende a performare male ogni qualvolta la volatilità supera i 22 punti (come potete osservare nella grafica), direi che la volatilità e quindi l’incertezza facciano ancora da padrone incontrastate.
Meglio Europa o America? Direi America. Considerate che sia l’S&P500 che il Nasdaq sono riusciti a chiudere entrambe le sessioni di giovedì 24 e venerdì 25 in positivo, mentre lo STOXX600 solamente l’ultimo giorno di contrattazioni. Troviamo conferma a quest’ultima frase condividendo l’indice di forza relativa tra lo STOXX 600 e l’S&P500:
Un indice di forza relativo si costruisce dividendo due asset tra loro:
• Se il grafico (o il prezzo) tende a salire verso l’alto, significa che l’asset al numeratore sta sovraperformando l’asset al denominatore; se invece tende a scendere, accade l’esatto contrario
In questo caso vediamo come il prezzo abbia formato una piccola gamba ribassista: essendo l’asset al denominatore l’S&P500, significa che esso ha sovraperformato lo STOXX 600 (al numeratore).
Possiamo quindi concludere come l’America abbia avuto performance migliori rispetto all’Europa.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO EUROPEO
Condivido ora una grafica a timeframe orario in cui vado ad analizzare il Bund tedesco (il titolo di stato tedesco con scadenza a 10 anni). Farò i paragoni con lo STOXX600.
La situazione che ora descriverò è molto simile a quella americana: dapprima gli investitori acquistavano obbligazioni per proteggersi dall’incertezza e dalla volatilità del momento, e ciò è testimoniato dalla grande candela rialzista del Bund delle 08:00 italiane di giovedì 24. Successivamente, si ha una rotazione dei capitali: il denaro viene rimosso dall’obbligazionario e immesso nell’azionario, e la conseguenza diretta è riscontrabile nei due grafici, all’interno del rettangolo giallo: l’obbligazionario crea una gamba ribassista mentre l’azionario, al contrario, una rialzista.
AZIONARIO E OBBLIGAZIONARIO RUSSO
Quali saranno state le chiusure settimanali dell’indice russo MOEX e del titolo di stato a 10 anni? Vediamolo:
Situazione abbastanza drammatica nell’azionario russo: chiusura settimanale del -28.27%.
Ci sono alcuni aspetti molto importanti da considerare:
• Sono stati rivisitati i minimi creati dal mercato durante il crollo indotto dalla pandemia
• I volumi che hanno accompagnato il mercato al ribasso sono stati altissimi (189M), addirittura superiori a quelli che avevano accompagnato il prezzo verso il crollo del 2020
• RSI a valori di 17 punti, il che suggerisce quanto forte sia stata la spinta ribassista
La situazione non migliora se si va a prendere in considerazione l’obbligazionario:
Giovedì 24 si registrano pesanti perdite: il titolo di stato a 10 anni segna una perdita del -9.65% con il contemporaneo rialzo del relativo rendimento; il mercato tenta un recupero il giorno dopo, con una sessione positiva del +2.65%: questo non basta per cancellare le pesanti perdite della sessione precedente.
CONCLUSIONI SUL MERCATO AZIONARIO E OBBLIGAZIONARIO
Abbiamo visto come i mercati si siano comportati in maniera abbastanza contrastante: per quanto riguarda la Russia, direi che gli investitori abbiano per il momento liquidato buona parte dei loro investimenti. Per quale motivo? Esso è da ricercare nel crash del MOEX di oltre 20 punti percentuali e nel relativo titolo di stato obbligazionario a 10 anni; come ho specificato in una delle mie ultime analisi, quando gli investitori liquidano posizioni (o più in generale investimenti) dal mercato azionario tendono poi a posizionarsi sull’obbligazionario. Questo è accaduto in Russia? Assolutamente no. Gli investitori hanno svenduto sia azioni che obbligazioni; tradotto in parole più semplici, hanno avuto una totale sfiducia nei confronti della nazione.
Questi soldi poi dove son finiti? Nelle prime ore del mattino di giovedì 24 nel bund tedesco e nel decennale americano (per la loro natura di beni rifugio in quanto i paesi che li emettono, ossia USA e Germania, essendo solidi dal punto di vista economico finanziario, riuscirebbero sicuramente a restituire l’interesse riconosciuto all’acquirente al momento dell’acquisto delle obbligazioni stesse), e poi successivamente, dalle 15:30 ore italiane, nell’azionario statunitense (con il relativo rimbalzo visto a inizio analisi). Il giorno dopo, venerdì 25, i capitali hanno iniziato a spostarsi anche sull’azionario europeo con relativo rimbalzo dello STOXX 600.
La domanda che vi farete ora è:” la paura degli investitori è finita dal momento che essi si stanno posizionando in strumenti ad alto rischio come le azioni?” La risposta, a parer mio, si basa su un concetto di primaria importanza: la volatilità. Essa continua a rimanere stabile a livelli alti come abbiamo visto, e quando essa staziona intorno ai valori considerati poche righe fa, può andare a creare degli squilibri abbastanza evidenti, come una candela dal -5% un giorno e una dal +6% il giorno dopo. E’ vero che tipicamente, nel breve periodo (inteso come una/due settimane) essa tende ad accompagnare il prezzo al ribasso, ma è altrettanto vero che a livello intraday può anche accompagnare una candela dal +5%.
Vi faccio un piccolo esempio:
Ricordate i motivi per i quali l’azionario americano è in ribasso dagli inizi del nuovo anno? Per questioni legate alla politica monetaria e ad un’alta inflazione. Nonostante ciò, dopo un primo impulso ribassista, il prezzo riesce a riprendere forza segnando quattro sedute consecutive positive al rialzo, con una volatilità che comunque si manteneva alta. Successivamente il mercato ha continuato il suo ribasso.
Rende il concetto? A livelli intraday un mercato può reagire e salire, poi a livelli di breve periodo tende comunque a creare dei nuovi impulsi ribassisti.
La mia analisi quindi si basa sul concetto che non è una candela rialzista o ribassista a farci capire quale sia il sentiment degli operatori, ma una serie di esse.
Avrete capito leggendo l’analisi come l’azionario che l’obbligazionario si siano comportati in maniera troppo contrastante ma ricordate: guardate il breve periodo, non l’intraday. L’intraday spesso da poche informazioni riguardo quello che può essere il vero sentiment.
Ora andrò ad analizzare alcuni cambi valutari: vi renderete conto che la situazione rimane pressochè identica.
CAMBI VALUTARI: RUBLO, GRIVNIA, DOLLARO AMERICANO, YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Ho scelto il rublo russo e la grivnia ucraina per sottolinearvi come una guerra può impattere sulla moneta nazionale di un paese, mentre le successive 3 valute per la loro natura di bene rifugio.
USDRUB
Il grafico giornaliero del cambio USDRUB ci indica in maniera chiara l’entità del nervosismo avuto dagli operatori all’inizio dei bombardamenti in territorio ucraino: candela di giovedì 24 che raggiunge un massimo a 89.80 punti (+10.85%). Successivamente i nervosismi iniziano a placarsi e il rublo riesce a recuperare 7 punti percentuali.
UAHUSD
Com’era abbastanza prevedibile, anche la Grivnia ucraina cede terreno contro il dollaro; essa si presenta debole nei confronti della moneta “universale” da ormai inizi novembre 2021, con una marcata accelerazione agli inizi delle minacce di una possibile invasione dell’Ucraina; per aver scontato ciò, giovedì 24 le perdite non sono state paragonabili a quelle appena viste sul rublo russo, ma più contenute.
VALUTE RIFUGIO: DOLLARO, YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Analizziamo il grafico orario delle tre valute:
Comportamenti molto contrastanti: all’inizio dei bombardamenti, sono il Dollaro e lo Yen ad apprezzarsi creando impulsi rialzisti a livello orario; successivamente, dall’apertura delle contrattazioni americane di giovedì 24 fino alla chiusura delle contrattazioni settimanali gli investitori, concentrandosi sull’azionario, escono dai cambi valutari facendoli quindi perdere terreno.
CONCLUSIONI SUI CAMBI VALUTARI
Vi ho voluto condividere gli andamenti relativi al rublo russo e alla grivnia ucraina per farvi notare come l’andamento di una valuta sia strettamente correlata alla “credibilità” di una nazione; abbiamo notato come entrambe le valute nazionali abbiano ceduto pesantemente terreno. Queste situazioni si vengono a creare quando gli investitori hanno totale sfiducia nei confronti di una nazione. Riflettendoci bene, chi è che acquisterebbe valute di un Paese coinvolto in una guerra? Pochissimi investitori, perché tipicamente una guerra indebolisce economicamente un paese e di conseguenza la moneta (vista la correlazione). Vorrei aggiungere un’ulteriore considerazione: un rialzo o un ribasso di una moneta sono legati (come le materie prime) alle leggi di domanda e offerta: la dinamica vuole che se la domanda nei confronti di una moneta è alta, essa tende ad apprezzarsi, viceversa a deprezzarsi. Come si può manifestare la domanda di moneta? Attraverso la domanda di beni che si vanno ad acquistare con la stessa. Ciò significa che se noi, ad esempio, volessimo acquistare titoli di stato russi o ucraini, dovremmo acquistarli con la valuta ad essi associata, e di conseguenza rublo o grivnia; abbiamo visto come ci siano state delle svendite sia per quanto riguarda Russia vhe Ucraina, quindi il ragionamento giunge spontaneo: senza richiesta di beni e quindi senza richiesta di moneta, per la legge della domanda e dell’offerta, le due valute nazionali sono andate a deprezzarsi pesantemente, comportandosi in maniera opposta al dollaro, che inizialmente si è apprezzato non solo per il suo ruolo di bene rifugio, ma anche per la domanda di titoli di stato americani: se infatti correliamo a livello orario il dollaro con i titoli di stato a 10 anni, troviamo una corrispondenza:
Cosa c’è da dire sullo yen e sul franco? Non hanno agito da beni rifugio, anche perché abbiamo capito come gli investitori si siano poi posizionati sull’azionario americano e europeo, lasciando da parte obbligazionario e, appunto, valute.
MATERIE PRIME
Le materie prime più legate a questo nuovo conflitto sono sicuramente il petrolio, il natural gas e il grano:
L’impulso rialzista del petrolio sembra in questo momento inarrestabile: dai minimi del 2 dicembre a 62.7$, ora ci troviamo a ridosso dei 100$ al barile (superati oltretutto giovedì 24); venerdì 25 il prezzo riesce a prendere respiro andando a perdere 1.31 punti percentuali, ma i rialzi rimangono comunque dietro l’angolo.
Che dire del grano? L’ultimo impulso rialzista da me evidenziato con un rettangolo di color rosso è stato causato dalla crescente tensione geopolitica; abbiamo tuttavia assistito ad un rintracciamento venerdì, come accaduto per il crude oil.
Osservando il future sul gas naturale americano non osserviamo particolari picchi, ma analizzando quello europeo, ossia il TTF, la situazione cambia drasticamente:
+50.25% giovedì 24 e -29.81% venerdì 25: che dire? Volatiltà altissima, legata in maniera indissolubile al conflitto in Ucraina.
Perché un rialzo così feroce delle materie prime? Perché il mercato teme che la guerra e le successive sanzioni andrebbero ad interrompere forniture di gas (con influenza successiva sul petrolio) e altre materie prime come , appunto, il grano. Infatti, come ho già specificato nella precedente analisi, si consideri che la Russia è un grande esportatore di gas naturale, di cui l’Europa è fortemente dipendente, considerando che la stessa importa il 41% dei suoi consumi di gas dai gasdotti russi. Da non dimenticare che quest’ultima e l’Ucraina sono anche grandi esportatrici di grano.
ORO, ARGENTO E PLATINO
I metalli preziosi hanno dapprima agito come beni rifugio andando ad apprezzarsi segnando dei massimi relativi (evidenziati dei cerchietti rossi) poi hanno immediatamente ritracciato, andando venerdì 25 a segnare una candela ribassista. Possiamo dire che essi hanno avuto un comportamento molto simile all’obbligazionario, essendo tutti beni rifugio.
CONCLUSIONI MATERIE PRIME
E’ abbastanza chiaro che i prezzi delle commodities appena analizzate saranno legate in maniera diretta alle notizie provenienti dal fronte Russo-Ucraino: questo, tradotto in termini tecnici, significa che probabilmente la volatilità continuerà a persistere. E più il conflitto durerà e le sanzioni saranno pesanti, più i prezzi di queste commodities saliranno verso l’alto.
BITCOIN
Condividendo il grafico orario della crypto per eccellenza, possiamo notare un comportamento molto simile all’azionario vista la grande correlazione che ormai lega i due asset da qualche mese a questa parte:
Essendo probabilmente lo strumento più rappresentativo di un clima risk-on, sarà più facile immaginarsi un nuovo impulso rialzista o ribassista?
CONCLUSIONI FINALI
L’analisi termina qua. Ho cercato di analizzare gli strumenti più interessanti. Questa settimana farò una nuova diretta in cui andrò ad analizzare ulteriori strumenti per darvi una visione ancora più chiara del sentiment e dei migliori asset.
Grazie, MATTEO FARCI