LA FED COLPISCE DUROIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 15.12.2022
-CONTESTO
Ancora una FED aggressiva quella di ieri sera, con un Powell che ha smentito tutte le possibilità di aver raggiunto un Pivot point nelle politiche monetarie.
Sebbene l’inflazione sembri aver intrapreso un cammino di rientro dai picchi massimi, la FED ritiene che la strada da percorrere sia ancora molto lunga e che non è giunto ancora il momento di guardare ai tagli tassi, ma che la strada per ulteriori inasprimenti di politiche monetarie è ancora aperta.
La FED decide quindi per un rialzo di ulteriori 50Bp, e cosa ancora più interessante, si proietta al prossimo 2023 con un tasso definitivo oltre il 5% , ponendo le basi per un ulteriore rialzo dei tassi di 50Bp a febbraio e di ulteriori 25Bp a marzo 2023.
Le proiezioni sulla crescita futura sono state tutte riviste a ribasso, e in linea con la prospettiva di un’economia USA in difficoltà, anche la disoccupazione è stata rivista a rialzo fino anche un 4.6% , ma Powell ha dichiarato di non credere in una vera recessione, ma in un rallentamento economico che consentirà una rapida ripartenza, mantenendo accesa la fiamma della speranza.
Le price action sono state poco convincenti ieri sera, con un dollaro che nonè vissuto la fase di forza che ne sarebbe dovuta seguire e anche l’equity non ha lasciato sul terreno punti percentuali tali da credere in una fase di risk off, ma solo in mattinata, con la partenza della sessione europea i mercati sembrano aver metabolizzato la notizia e aver intrapreso la strada dei ribassi in linea con le parole della FED di ieri sera.
Oggi occhi puntati su BOE e BCE, entrambe attese a rialzi tassi e inasprimenti di politiche monetarie, special modo la BCE si guarda con interesse alle dichiarazioni relative al QT, per i programmi PEpp e APP, per i quali si attende l’apertura di un piano di smaltimento che potrebbe vedere la pubblicazione dei dettagli alla prossima riunione di febbraio, ma che darebbe un tono di aggressività alla BCE indiscusso.
-FOREX
Il mercao forex trova oggi il dollaro in spolvero rialzista, con un +5.63% di profitto sul basket, il che spinge a performance positive su tutte le altre majors.
Usdjpy guadagna un 0.87% usdchf un 0.50% usdcad un +0.22%, eurusd perde un -0.61% e gbpusd un -0.78%, ma a farne le spese maggiori sono le oceaniche legate ad un mood di risk off generale, che le porta a perdere il -1.27% per nzdusd e un -1.34% per audusd, si apre quindi di nuovo la porta dei rialsi del dollaro Usa, che tuttavia riteniamo momentane, per via del forte rallentamento che attende l’economia Usa nel imminente 2023.
-EQUITY
Anche l’equity perde terreno stamattina, con tutti gli indici mondiali in territorio negativo, l’america porta l’SP a -1.27% nasdaq a -1.43%, anche in europa il dax perde il -0.78% allineandosi al mood di risk off presente sui mercati in chiusura di anno.
-COMMODITIES
Anche il mondo delle commodities soffre la forza del dollaro USA, portandosi in territorio negativo a partire dal Brent e WTI che perdono il -0.77% e il -0.93%, anche i metalli perodno la loro forza, in prospettiva di rendimenti obbligazionari ancora forti, con un gold al -1.61%.
Attendiamo oggi la BOE e la BCE, per scoprire se i toni di risk off saranno il mood che accompagneranno i mercati fino alla fine di questo 2022
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Petrolio
FED TRA SPERANZE E PAUREIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 14.12.2022
-CONTESTO
Siamo giunti finalmente ad primo dei tre appuntamenti cruciali di questo Dicembre con le banche centrali, partiamo stasera con la FED attesa ad un rialzo tassi oramai scontato di 50Bp.
Gli ottimi dati di ieri sull’inflazione americana, in calo ancora una volta sia nel dato generale che nel dato CORE, maggiormente seguito dalla FED, hanno aperto le speranze per un 2023 incentrato al rientro dell’Inflazione verso il range obiettivo del 2% e questa speranza ha riacceso gli animi dei operatori che guardano ora al 2023 con l’anno del taglio tassi per la FED.
Siamo a nostro giudizio in una fase prematura per parlare o credere in tagli tassi, la FED procederà come da programma ancora per questa riunione all’inasprimento monetario previsto, ma fatto è che già un aumento di soli 50Bp, è un chiaro segnale che siamo non lontano dai top.
Le prospettive per il 2023 si dividono pertanto tra la speranza e la paura, perché da un lato gli operatori sperano in un primo trimestre 2023 ancora dettato da rialzi tassi , ma che non vadano oltre i 25 BP nella riunione di febbraio e marzo 2023 per giungere ad un tasso definitivo del 5% per poi nel secondo semestre avere evidenze di un’inflazione in calo, e un’economia che necessiterà si nuova linfa, giustificando a quel punto i tagli di interesse da parte della FED.
È altrettanto vero il contrario, cioè la paura che domina le aspettative per il 2023 non sono da meno, se si considera che la disoccupazione è in aumento e il perdurare di condizioni economiche monetarie aggressive, non farà altro che peggiorare la congiuntura macro economica, allora la voglia di entrare in modalità risk on sembra più remota.
L’ago della bilancia stasera al FED, che ci mostrerà le sue proiezioni per il 2023, lasciando cosi capire quali sono le sue aspettative per l’economia USA e quali le eventali contromosse. Aspettarsi un’economia in rapido declino , potrebbe voler dire un rapido sostegno da aprte della FED e quindi rapidi ritorni alla normalizzazione, cosi come aspettative di un’economia molto forte e inflazione resiliente, potrebbe portare al perdurare di tassi di interesse sostenuti.
-FOREX
Il mercati hanno vissuto una sessione europea abbastanza asfittica, in attesa degli eventi di questa sera, al momento il dollaro americano si posiziona poco sotto la parità con un -0.49% , mentre trova motivo di forza lo yen giapponese con un +2.92% totale come basket contro le majors, seguito dal franco svizzero con un +0.89% e dall’euro con un +0.60%, segno che il mercato si posiziona momentaneamente in modalità risk off.
Storna il dollaro neozelandse che perde oggi il 2.29% come basket, portando ad interessanti performance eurnzd con un +0.37% su base giornaliera, mentre lascia sul terreno nzdjpy un -0.65%.
La partira si giocherà ovviamente stasera.
-EQUITY
Il mondo equity dopo i rialzi di ieri sui dati sull’inflazione, riassorbiti durante la sera, sono tornati al più al punto di partenza della settimana, pronti a scattare stasera sulle dichiarazioni di Powell. Al momento tutti gli indici occidentali sono in territorio negativo, con l’sp500 a 4012pnt a -0.16%
-COMMODITIES
Il mondo commodities resta misto, con il wti che sale di un +1% a 76$ mentre i metalli gold e silver perdono lo 0.10% e lo 0.13%.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Il mercato resta pertanto chiaramente attendista per i market movers di questa sera, che saranno driver per i prossimi giorni fino alle chiusure di questo 2022
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Azioni in calo in attesa della Bank of Canada IL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 07.12.2022
-CONTESTO
Giornata di ribassi quella di ieri per il mercato equity, che ha trovato il break out ribassista di diversi asset, mettendo ancora una volta l’accento sulla fragilità rialzista dei mercati e di quanto possa trovare vero fondamento il rally di Natale in un contesto di recessione globale.
Non sembrano essere state sufficienti le buone notizie che vengono dalla Cina a sostenere i mercati europei ed americani, mentre il mondo asiatico ha festeggiato l’implementazione di politiche meno restrittive per la gestione ed il contenimento dei casi Covid.
Sebbene la prospettiva di una ripartenza produttiva del mondo asiatico possa essere un ottimo propellente rialzista per i mercati, questa volta non sembra essere stato sufficiente, come non è risultato sufficiente puntare su una rotazione settoriale che fino ad oggi aveva premiato gli investitori che avevano scelto asset industriali piuttosto che il comparto tech, maggiormente penalizzato in questo 2022.
Questa volta i ribassi sembrano generalizzati, e ad acuirne i movimenti non poteva mancare la forza del dollaro, che sembra prezzare un colpo di coda rialzista in vista dell’intervento della FED della prossima settimana.
Ancora le banche centrali a dettare i ritmi dei mercati, e se ieri è stato il turno della RBA, oggi sarà il turno della BOC, chiamata ad un rialzo tassi di ulteriori 50 BP, almeno queste le attese degli analisti, il che porterebbe il tasso definitivo oltre il 4% al 4.25%, superando seppur temporaneamente il dollaro americano.
Al momento non sembra essere sufficiente l’aspettativa di una BOC aggressiva per generare impulsi rialzisti su un dollaro canadese alla deriva, colpito duramente dalla caduta dei prezzi del wti, da sempre asset strettamente correlati tra loro.
-FOREX
Il mondo valutario non trova dunque direzionalità spinte sul dollaro americano, che resta in un respiro di breve termine rialzista , in attesa che la FED esponga i suoi piani per il prossimo 2023. Il sentiment che accompagna il dollar è al momento al 52% short, segno di profonda indecisione.
Una fase di congestione che colpisce anche l’euro e la sterlina, reciprocamente con un sentiment del 57% short e del 60% short, percentuali che lasciano aperte tutte le possibilità.
Restano piu spinte le percentuali sui basket Australia e nuova Zelanda, che insieme al dollaro canadese, portano il comparto delle commodities currencies ad un maggiore interesse.
Il basket australia vede un 73% di retail long, mentre il cambio principe audusd vede un 63% di retail long, segno di una certa debolezza che avvolge questo asset, che non ha trovato nelle decisioni della RBA un supporto necessario a vederne ripartenza rialzista. Ancora pesanti le prospettive inflazionistiche a fronte di politiche troppo poco aggressive.
Migliore la situazione per il dollaro neozelandese che vede i retail al 93% short, in pieno mean reverti su un asset che al momento gode del miglior tasso di interesse e che genera quindi i migliori curry trades del momento.
Anche il cambio principe nzdusd vede un 71% di retail short, ma i veri eccessi si denotano su nzdcad con un 97% short e nzdjpy con un 79% short. Tuttavia, nzdjpy paga un premio di swap interessantissimo collocandolo come naturale curry trades, contro il quale meglio non opporsi.
Anche il dollaro canadese in vista della BOC presenta diverse occasioni, generate da un profondo ribasso che sembra essere in contro tendenza con l’aspettativa di tassi di interesse oltre il 4%.
La debolezza del dollaro canadese ha portato i retail ad un 86% long sul basket mentre sul cambio principe usdcad assistiamo ad un 85% short, segno di potenziali nuovi allunghi rialzisti, tuttavia molto pericoli.
Interessanti eccessi per il dollaro canadese anche sui cross come cadchf con un 97% di retail long o aud cad con un 80% short di retail, tutti asset degni di essere monitorati per coglierne occasioni di mean reverting.
-EQUITY
Il comparto equity come accennato vede ribassi diffuci, con il dax che rompe a ribasso il supporto chiave a 14330 pnt e apre di fatto la strada ai 14150 pnt prima e 14000 pnt poi.
Anche il nasdaq vive una giornata di profondi ribassi, con l’approdo a 11530 pnt, oltre i quali si aprono strade ribassiste fino ai 10800 pnt e poi ai minimi di periodo.
Anche l’sp non è da meno e si guarda al break out della trend line che congiunge gli ultimi minimi trimestrali che passa ora a 3950 pnt, livelli oltre i quali potremmo assistere ad affondi fino 3800 pnt.
-COMMODITIES
Per il mondo commodities si aprono le strade ribassiste del WTI che oltre i livelli di 74$ al barile potrebbe estendere i ribassi fino 66$ sempre che l’opec+ non intervenga in qualche modo.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Attendiamo per oggi l’intervento della BOC alle ore 16.00 che sarà market mover per la giornata odierna
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Petrolio WTI: atteso un nuovo test dei 75 dollari?Nel giorno dell’inizio dell’embargo europeo e del price cap al petrolio russo il mercato petrolifero è stato caratterizzato da una seduta particolarmente volatile.
Il future sul greggio WTI era arrivato a guadagnare quasi il 3% ieri prima del crollo avvenuto nel pomeriggio, che ha invertito la rotta e spinto le quotazioni al di sotto dei 77 dollari al barile; la seduta si è poi chiusa a 77.4, mostrando un calo di oltre il 4%.
il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov ha affermato che Mosca sta già preparando la contro mossa, perché non accetterà il tetto dei 60 dollari al barile.
Ad alimentare l’inversione ribassista di ieri hanno inoltre contribuito i timori diffusi a Wall Street per un inasprimento della politica monetaria della Fed, visto l’ottimo stato di forma dell’economia Usa (gli ordini alle imprese di ottobre sono saliti dell’1%).
Nella precedente analisi sul petrolio (se non la trovate qui potete leggerla sul sito di tradingfacile.eu) avevo sottolineato come la dinamica tecnica non fosse cambiata rispetto alla precedente ottava e che quindi il retest degli 82 dollari avrebbe fornito occasione per riposizionarsi nuovamente in short limit, con stop a 85 dollari, primo target a 79 ed in estensione 77.50 dollari.
Dal grafico si può facilmente osservare come proprio in area 82 dollari il mercato abbia trovato difficoltà sul termine della scorsa ottava e che proprio da tale livello è partita la correzione che ha centrato in pieno i target proposti.
È probabile ora che la debolezza attuale si protragga fino a 75 dollari, dove è presente un supporto chiave che nel recente passato ha fornito sempre occasione di rimbalzo; a 74.50 è inoltre presente anche un supporto dinamico fornito dalla trendline ribassista che congiunge diversi swing di minimo fatti dal mercato negli ultimi 2 mesi.
In caso di eventuale breakout al ribasso di quota 74 dollari (confermato in chiusura di sessione) attendiamoci un’estensione delle vendite in prima battuta fino a 72.5 e successivamente a 68 dollari.
A meno che di assistere ad un recupero degli 82.50 dollari al barile, che supporterebbe poi un ulteriore allungo fino a 87 dollari, la dinamica operativa resta immutata e le eventuali salite costituiscono occasione per vendere il mercato; segnalo a tal proposito l’area compresa tra 79.20 e 80 dollari come livelli dove operare in short limit, con sto a 82.50 e primo target il retest dei 77.50 dollari.
Brent - recupero favorito da price cap e CinaI prezzi del petrolio in rialzo dalla chiusura di venerdì, da 81$ a 88$, dopo che i Paesi Opec+ hanno concordato di mantenere invariata la produzione in considerazione dell'embargo dell'Unione europea e del price cap del G7 sul greggio russo. Recupero favorito anche dall'allentamento delle misure Covid in Cina del fine settimana.
I NFP CONFERMERANNO IL RALLY DELLE BORSE?IL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 02.12.2022
-CONTESTO
Primo venerdi del mese ed immancabile l’appuntamento con il mercato del lavoro USA, attesa come sempre in questo 2022 a dati peggiorativi, nella speranza che gli entusiasmi che Powell ha dato ai mercati non vengano brutalmente spenti.
Nelle ultime dichiarazioni Powell ha chiaramente mostrato stupore nel rapido calo dell’inflazione USA, il che ha aperto le porte ad un rallentamento da parte della FED già nella riunione prossima di Dicembre, ma la sentenza ultima potrebbe essere data dai dati di oggi sul mondo del lavoro americano, che se dovessero mostrare incremento della disoccupazione potrebbero portare a nuovi entusiasmi per una FED accomodante, mentre la fredda delusione di una disoccupazione ancora ai minimi avrebbe l’effetto di acqua sul fuoco, mettendo in dubbio le parole di Powell su quanto sia possibile un soft landing per l’economia americana.
In tutto questo si continua a discutere in Europa sul tetto al prezzo del petrolio russo, che sembra ora aver trovato un punto di approdo sui 60$ al barile, che rimarrebbe comunque un prezzo superiore a quello attuale, il che pone ancora una volta divergenze nelle opinioni dei paesi del blocco europeo.
-FOREX
Il mondo valutario continua a trovare ribassi del dollaro Usa che perde sempre più la fiducia degli investitori che trovano ora piùconveniente credere in un riequilibrio delle divise mondiali, anche guardando alla proiezione dei tassi di interesse, che vedono ora il dollaro non lontano dal culmine, mentre altre banche centrali hanno molto spazio di azione ancora, e se si considerano valute come il dollaro neozelandese che ha i tassi al 4.25% il delta tasso con il biglietto verde inizia a on essere cosi vantaggioso.
Alla luce di questo il sentiment sul dollaro americano da parte dei retail come sempre cercatori di mean reverting si porta al 70% long, dando cosi spazio a tutte le altre majors di mettere a segno importanti guadagni.
L’euro con un 64% di retail short prosegue al sua corsa rialzista, portando eurusd che vive un 72% di posizionamento short a 1.0525pronto per allunghi fino 1.0625
Ottima anche la forza della sterlina che porta il cable a 1.2325 con un 77% di iretail short pronti a balzare a 1.2660 area di successiva resistenza.
Respira anche lo yen giapponese che trova inversione nel sentiment del basket con un 57% short dopo un intero 2022 all’insegna dei ribassi e della caccia ai minimi da parte del mondo retail
Oggi usdjpy trova un 57% long di retail e la possibilità di nuovi allunghi ribassisti resta fino agli approdi ai primi supporti a 131.25
Indiscussa la forza delle oceaniche, special modo del dollaro neozelandese che resta la divisa a miglior tasso overnight tra le majors, e subito la sua forza trova vendite da parte del mondo retail che oggi si portano al 95% short sul basket e al 83% su nzdusd. Interessante l’eccesso su audnzd che vede un 99% di retail in posizione long a caccia dello storno del trend ribassista in atto, che trova ora i primi supporti a 1.0625-1.06 figura.
-EQUITY
Il mondo equity attualmente sui massini di periodo, dopo le parole di Powell , trova toniche le borse europee con il daxz a 14520 pnt, alle porte delle resistenze di 14720 pnt
Meno brillante invece il nasdaq in pre market alle porte di 12050 pnt , pronto a rialzi in caso di dati peggiorativi sul mondo del lavoro USA cosi come potrebbe tornare a testare i supporti a 11537 pnt in caso di una disoccupazione ferma ai minimi.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Occhi puntati sui NFP: attesi solo 200K nuovi posti di lavoro e una disoccupazione ferma al 3.7% con salari medi in calo, dato che risulterebbe comunque ottimo per un rientro dell’inflazione.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Petrolio torna a correreI prezzi del petrolio riprendono fiato dopo il crollo della scorsa ottava che ha portato le quotazioni del LCrude vicino al supporto in area $73. L’OPEC+ si riunirà il 5 dicembre e sembra abbastanza probabile che i membri decideranno per un taglio alla produzione per sostenere i prezzi.
I timori degli investitori sono in riferimento alla drastica diminuzione della domanda da parte della Cina. Nella riunione di Ottobre il gruppo aveva fatto ricorso a misure più drastiche decidendo di tagliare la produzione di immediatamente di 2 milioni di barili al giorno, nonostante le aspre critiche da parte degli Usa.
📈 PETROLIO, PER ORA CERCHIAMO UN SEGNALE SHORT!Dopo la fase di lateralità che ha contraddistinto il WTI tra ottobre e novembre, abbiamo assistito a metà mese al breakout del livello di supporto $82 e una continuazione discendente fino al successivo livello chiave in area $74. La tendenza, sia nel giornaliero che nel settimanale, è ribassista e mostra il prezzo muoversi all'interno di un grande canale discendente; in linea con questo scenario, l'ideale sarebbe cercare una correzione della quotazione fino al livello di resistenza sopra menzionato per valutare un nuovo setup di Price Action short, approfittando anche dell'arrivo della Ema21 dall'alto, ed entrare in una continuazione di questo trend con target anche in zona $65. Questo quadro deve essere ovviamente confermato dalla presenza di un chiaro segnale di trading perché laddove la quotazione, dopo aver raggiunto il livello $82, dovesse violare verso l'alto la zona chiave, e magari anche la parte superiore del canale discendente, in tal caso l'ottica operativa cambierebbe e passerei a cercare opportunità di trading in acquisto. Attendiamo che il prezzo ci mostri conferme in tal senso...
Buon trading
Maurizio
Crude Oil - Violazione doppio minimoDurante questi giorni di chiusura della borsa americana, l'unico setup che ho trovato è sul Crude Oil.
In particolare su time frame 30 minuti mercoledi 23 e giovedi 24 si è venuta a creare una figura di doppio minimo, anche se un po' forzata.
Ingresso long a 78,20.
Vediamo come evolve il trade.
Sul grafico di lungo il Crude Oil ha un persistente downtrend che ha creato in area 75 un importante punto pivot (se si guarda il grafico giornaliero noteremo un altro doppio minimo).
E' uno strumento adatto all'operatività trend following, pertanto resto in posizione aiutandomi con indicatori che tendono a seguire i movimenti dei prezzi.
BRENT Goldman Sachs taglia previsioni sul petrolio Goldman Sachs ha tagliato le sue previsioni sul petrolio Brent di $ 10
I prezzi del petrolio scendono quasi ai minimi di due mesi poiché le preoccupazioni per la Cina pesano sul sentiment degli investitori.
Il prezzo del petrolio continua a mostrare una volatilità superiore alla sua media storica.
Questo denota molta incertezza tra gli operatori ormai da diversi mesi si trovano a dover lottare contro molti fattori economici e geopolitici che hanno grosso impatto sul prezzo dell’oro nero. Intanto la banca d'affari Goldman Sachs ha tagliato la sua stima del petrolio di $ 10 per il quarto trimestre e ora prevede il Brent a $ 100 al barile.
LE BANCHE CENTRALI NON POSSONO FERMARSIIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 23.11.2022
Ancora rialzi tassi tra le decisioni delle banche centrali e questa volta è stato il turno della RBNZ, la banca centrale neozelandese, che sebbene fino ad oggi ha visto scelte meno hawkish di quelle che il mondo si aspettava con rialzi tassi da 25-50Bp, si è vista costretta questa volta ad un rialzo jumbo da 75Bp.
Nello statement che accompagna la decisione di politica monetaria, appare chiara la necessità di raffreddare l’economia, che rimane resiliente con una domanda aggregata molto forte, sebbene l’inflazione sia sui massimi degli ultimi 30 anni e le prospettive globali siano di forte decrescita, sembra non arrestare la fiducia dei consumatori, ancora forti di un mercato del lavoro tonico con la disoccupazione ai minimi.
Poco da indugiare quindi, si passa al rialzo tasso e si porta il costo del denaro oltre il 4% al 4.25% giustificando cosi il forte rialzo del dollaro neozelandese vissuto in questi ultimi mesi.
In una settimana scarna di appuntamento macro, in vista del giorno del ringraziamento americano, oggi sembra l’unica giornata di contrattazione degna di nota, con i dati dei pmi tedeschi , che seppur ancora sotto il 50% quindi in fase di recessione, mostrano un leggero miglioramento rispetto alle ultime rilevazioni, cosi come quelli del Regno Unito, che si assestano al 48.3 nel composito e al 46.2 nel manifatturiero e al 48.8 nei servizi.
Attesa per questa sera l’incontro con il FOMC per scoprire quali prospettive ci sono nel prossimo incontro della FED il 14 Dicembre, appuntamento che segnerà di fatto la fine dell’anno finanziario.
Il mondo valutario prosegue le sue dinamiche dollaro centriche, con un dollar index ancora alle prese con le resistenze di breve a 107.75 e sembra al momento aver perso il brio che lo ha guidato in questo 2022. La possibilità di posizionamenti corti in dollari sembra ora essere un aspetto da prediligere, sebbene l’appuntamento con FOMC e FED possano generare ulteriori spinte rialziste di breve, generando potenziali occasioni di trading.
Il mondo retail al momento al 65% long sul dollaro americano, trascina con se posizionamenti contrari anche sull’euro con un 66% short e sulla sterlina con un 62% short.
Sebbene i basket siano di poco sbilanciati, sembra piu interessante la dinamica sulle majors con eurusd che segna un 72% short di posizioni retail, il che apre ancora a possibili allunghi rialzisti della moneta unica fino 1.04 e 1.0425.
Interessante il posizionamento dei retail sul dollaro neozelandese, che dopo un mese di rialzi e un rialzo tassi da 75Bp visto stanotte, trova ancora un 92% di retail in posizione contrarian short a caccia dei messimi di periodo sul basket e un 67% shoprt sul cambio principale nzdusd.
Resta di fatto interessante monitorare continuazioni di trend rialziste per il dollaro neozelandese, che trova ora a suo vantaggio positici swap contro le altre majors, special modo contro lo yen giapponese che resta l’unica valuta ad avere tasso negativo.
Restano contrastati gli indici azionari mondiali, con l’euroa che ha corso molto di più ed un dax sui massimi di periodo a 14440 pnt, che offre a nostro avviso migliori opportunità di speculazione di breve, rispetto all’equity americana che resta invece meno tonica e più timorosa di una FED iper aggressiva, anche in operazioni di QT mirate al drenaggio di liquidità, a differenza della BCE ancora accomodante su questi temi.
Il nasdaq potrebbe trovare le sue prime resistenze a 12000 pnt e solo in caso di break out rialzosta portarsi fino ai 12200 pnt, cosi come l’S&P ora alle prese con i 4000 pnt pronto ad allungare a rialzo dino al test della trend line discendente che parte dai massimi di questo 2021-2022e che passa ora a 4080pnt.
Interessante per il comparto delle commodities il ngas che si porta a 7.25$ e sembra puntare a 8.0$ prima area di resistenza, per un asset che ha visto tanto interesse in questo 2022 e che potrebbe ancora riservare non poche sorprese.
buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta Trader
È ORA DI RUOTARE I PORTAFOGLI?
ANALISI COT REPORT del 20.11.2022
-CONTESTO
si giunge a grandi passi verso il termine del mese di novembre, e lo sguardo degli operatori si sposta sempre di più al 14 dicembre ultimo vero appuntamento dell’anno con la fed che potrebbe dare il ritmo ai mercati per il prossimo 2023.
I dati che ci giungono dai laboratori di statistica sembrano mostrare una congiuntura macroeconomica americana ancora robusta, sebbene la disoccupazione abbia fornito un primo dato in leggerissimo aumento passando dal 3.5% al 3.7% e anche l’inflazione sembra aver fatto capolino ad una potenziale inversione di tendenza con i prezzi in calo nell’ultimo mese anche nel dato core.
Tuttavia, resta sostenuta la domanda aggregata e la fiducia dei consumatori, che non accenna a rallentare, il che non alimenta la speranza di vedere un processo costante di riduzione dell’inflazione, ancor più incerto potrebbe essere il futuro se la FED dovesse fermare il suo percorso di inasprimento monetario.
Gli operatori sono divisi tra la speranza di un giro di boa nelle scelte della FED già da questo dicembre con rialzi tassi più modesti e aperture verso un 2023 meno aggressivo, ma dobbiamo constatare che al momento condizioni concrete per un’inversione netta di rotta sembrano non esserci, special modo se consideriamo che l’inflazione resta al 7.7% un valore ben lontano dall’area target del 2%, e se rimaniamo fedeli alle ultime dichiarazioni di Powell la FED dovrebbe rimanere con tassi sostenuti più a lungo di quanto si possa sperare.
Sebbene i mercati anticipino e si muovono già in un’ottica di futura ripartenza, e nostro dovere constatare che le politiche monetarie attuali se dovessero giungere ai loro obiettivi in tempi rapidi, potrebbe indicare una profonda fase recessiva per l’economia americana, e già oggi molte delle aziende big tech americane stanno correndo ai licenziamenti per ridurre i costi in previsioni di minor produzione, pertanto la strada sembra segnata!
Meno produzione mondiale, meno lavoro e meno redditi, per concludersi in una riduzione della spesa e un controllo dell’inflazione, ma tutto questo colpirà duramente famiglie e imprese, mostrando già diversi segnali anche nel mercato immobiliare, che deve già oggi fare i conti con tassi di interesse in aumento che non stimolano certo l’acquisto immobiliare.
In questo contesto i grandi operatori sembrano iniziare a scontare l’idea che il dollaro americano abbia oramai terminato il suo ciclo di grande forza , sostenuta da una mega congiuntura economica, e si lasci spazio ad altri asset che hanno pagato pesanti perdite per il 2022 e potrebbero pertanto essere interessanti occasioni per il prossimo 2023.
Procediamo con il consueto ordine per l’analisi del posizionamento dei big plaiers sui futures al cme di Chicago
-FOREX:
il mondo valutario da sempre ottimo termometro per il sentiment mondiale dei mercati finanziari, vede prese di profitto profonde sul dollaro americano, che ha dominato la scena per tutto il 2022, ed ora che si giunge alla fine di questo anno solare sembra opportuno prendere profitto e diversificare gli asset in portafoglio, con la rinascita dell’interesse verso valute come l’euro.
EURUSD
Incrementano le posizioni nette lunghe sulla moneta unica, con ben 112666 contratti long euro, rispetto ai precedenti 107599 contratti, mettendo in evidenza una spinta rialzista nell’open interest che dura da ben 9 settimane e che trova ora ampio riscontro nei prezzi di eurusd.
La spinta rialzista è ben visibile a tutti, e ora alle porte di 1.05 sembra essere necessario anche uno storno tecnico, che resta tuttavia opportunità per nuovi ingressi long potenzialmente sulle aree di 1.02 e 1.01 primi supporti tecnici da monitorare.
GBPUSD
Sebbene il sentiment resti ancora netto corto sulla sterlina, non possiamo non notare che l’interesse verso posizioni nette long sia in netto incremento da 4 settimane, portando la posizioni dei big player a -32834 contratti dalla massima esposizione netta corta di -51211 contratti vista al 21.10.2022.
Il quadro tecnico evidenzia anche in questo caso interessanti rialziste di gbpusd che dopo il break out di 1.1645 punta ora a 1.23 prima resistenza chiave, e sebbene la congiuntura macroeconomica del Regno Unito non sia certo la migliore sulla quale porre lo sguardo, dobbiamo considerare chele massicce prese di profitto sul dollaro stanno dando nuova linfa a tutte le altre majors, sterline comprese.
YEN
Riparte l’interesse anche per lo yen giapponese, dove i big players riducono ancora grandemente le posizioni nette short andando a -65842 contratti dai -102618 visti a metà ottobre.
Sebbene il posizionamento resti ancora pesantemente corto e la BOJ non abbia ancora dato il via ad un’inversione della politica monetaria, sembra ora per i big players essere di maggiore importanza un ribilanciamento dei portafogli a discapito del dollaro usa.
Il quadro tecnico di usdjpy inizia a vacillare nella sua tendenza rialzista, con un affondo importante sotto i supporti di 145.25 per approdare ora a 140.30 primo supporto di breve periodo, che potrebbe essere preludio dopo ritest di 145.25 a nuovi allunghi ribassisti.
AUDUSD
Non da meno le posizioni sul dollaro australiano che passano da -46683 a -44749 mostrando un interesse netto di 1934 contratti, segnale anche in questo caso di apertura dei portafogli verso nuovi asset dettando la fine della supremazia del biglietto verde.
Il quadro tecnico mostra un evidente dipartenza dai minimi di questo 2022° 0.62 e dopo la rottura delle resistenze a 0.6530 gli allunghi a 0.68 sembrano ora necessitare di respiri tecnici che aprono a possibili ingressi ancora in trend rialzista. Di lungo periodo.
USDINDEX
Prese di profitto per il dollaro usa, pertanto calano ancora le posizioni nette long sul futures dolaro che passa da 30193 contratti a a26854 confermando una netta inversione di tendenza per il biglietto verde che abbandona di fatto i suoi messimi e cerca ora un nuovo equilibrio nei portafogli dei big players.
Anche il quadro tecnico sembra essere molto chiaro con una struttura ora ribassista, dopo il break out dei supporti a 109. 50 e gli approdi a 105.25 , cercando ora dei ritest delle precedenti resistenze, che potrebbero offrire occasioni di ingresso ribassista a migliori prezzi per tentare rientri verso 105.00 figura prima e 101.25 poi.
-EQUITY:
Continua la divergenza tra i prezzi del comparto equity ed il posizionamento dei big players, che sebbene stiano cercando spunti per cavalcare il rally rialzista in atto, sembrano meno determinati di quanto si pensasse, con posizionamenti netti corti in aumento su tutti gli asset equity.
Se ci sarà o meno il rally di natale sarà davvero un mistero, e in ogni caso giustificare festeggiamenti rialzisti di potenziali rallentamenti economici messi in luce dai dati via via pubblicati sembra decisamente un contro senso, ma come ben sappiamo il rally di natale è in genere una pratica che ha ben poco a che fare con l’asseto economico degli USA.
S&p
Si vende ancora s&p con ben 202645 contratti netti corti, dando ancora fiducia all’idea di una potenziale recessione negli Usa in grado di rallentare l’economia a tal punto da mettere in seria difficoltà le aziende e la loro capacità di generare profitti.
Il quadro tecnico sebbene mostri interessanti ripartenze rialziste fino alle resistenze di 4020pnt, trova ora una fase di congestione con supporto a 0875 pnt, e solo una rottura ribassista di deetti livelli potrebbe riportare i prezzi sulle aree di minimo di questo 2022 passando per i 3700 pnt.
Tuttavia, se il rally di natale dovesse davvero compiersi, con l’aiuto di dati macro peggiorativi, allora la rottura rialzista di 4020 pnt potrebbe portare le quotazioni a 4173pnt.
COMMODITIES
Io mondo delle commodities festeggia la debolezza del dollaro usa, trovando nuova linfa, per iniziare un interessante rally rialzista, accompagnato da un ‘ottimo interesse long delle mani forti, che comprano dai metalli all’energy.
GOLD
Riparte l’interesse long per il gold, con un balzo a 126269 contratti long dai 82338 contratti precedenti, segnando forse il minimo open interest per questo asset, che ha pagato a caro prezzo la forza del dollaro e dei rendimenti obbligazionari.
Anche il quadro tecnico sembra dare buone speranze per un’inversione più duratura, e dopo il break out di 1725 $ ed il tentativo di approdo a 1800$ sembra ora voler impostare un nuovo trend rialzista, che dove trovare supporto nel ritest di 1723$
WTI
Inverte l’open interest anche sul wti, con posizioni nette long che ripartono a rialzo con ben 278267 contratti long, portandosi di fatto sopra la loro media a 20 periodi di 245533 contratti.
Sembra interessante il quadro tecnico che ferma le sue discese sul doppio minimo a 77$ per aprirsi a potenziali fasi di congestione e accumulo fino alle resistenze di 93$.
Sarà interessante osservare come i mercati si faranno trovare prima degli appuntamenti con le banche centrali per il termine di un interessantissimo 2022
buon trading
Salvatore Bilotta
Crude Oil - Opportunità in trend followingDurante questa fase di volatilità sui mercati azionari, può essere interessante trovare operazioni su prodotti alternativi alle azioni o agli index futures, virando l'attenzione sulle materie prime, alcune delle quali, grazie alla loro ciclicità, possono essere particolarmente adatte per operatività in trend following.
Molto interessanti, durante questa fase, sono i segnali provenienti dal crude oil.
I timori di una riduzione della domanda, infatti, stanno determinando uno storno per questa commodity, che non poco tempo fa tendeva a quotare oltre i 100 dollari.
Come si osserva dai grafici, il prezzo tende a muoversi, seppur con volatilità, secondo una tendenza di fondo che può persistere diverso tempo.
Mercati del genere, con un'importante liquidità, ma comunque con minor "spessore" rispetto agli index futures, possono rispondere meglio ad un approccio breakout e di trend following.
Ottimi sono stati i segnali forniti su time frame da 1 ora utilizzando come strumenti di conferma indicatori adatti ad un'operatività di trend following come:
- Canale di Donchian (5 periodi);
- Supertrend;
- Directional Movement Index + Adx Line.
Questi indicatori, ovviamente, tendono a soffrire durante una fase laterale o trendless, considerando che andrebbero a generare falsi segnali.
Importante, quando parte un trend, gestire il trade allungando il più possibile i profitti. Strategie di questa natura tendono ad avere una profittabilità spesso inferiore al 50/40% , ma con un rapporto rischio rendimento favorevole.
Chi mi segue sa che in intraday al momento opero solo su index futures. Nelle prossime settimane cercherò di improntare in intraday ed intra week strategie su commodities al fine di allargare il ventaglio di prodotti tradati.
Petrolio WTI: Ancora ribassi in vista?Il West Texas Intermediate Oil questa settimana ha confermato la F.T.W. mostrando continuazione di tendenza e chiudendo nei pressi dei minimi precedenti in area 78,50.
Nei giorni scorsi ho fatto un'operazione short su alcuni miei conti di trading andando a prendere un movimento di breve da circa 84,50 fino a 78,60 dove ho preferito incassare il profitto e chiudere la settimana ma la tendenza e la struttura è ancora totalmente short.
La chiusura del mio trade è stata fatta in ottica amministrativa ( sapete che reputo molto importante questo punto ) ma nel mercato non è cambiato nulla anzi possiamo dire che è stato confermato lo scenario.
Per questo, infatti, anche nei prossimi giorni il WTI sarà uno dei miei mercati in focus: i ritracciamenti verso area 82,00/86,00 se accompagnati da uno dei miei segnali di trading preferiti su time frame daily sono da considerarsi ottimi spunti per ulteriori short.
L'obiettivo, se verrà violato al ribasso il pavimento a 78,50, è area 66,00.
La struttura di medio termine verrebbe fallita solo con rialzi al di sopra dei 95,00 con una stabile chiusura settimanale.
Anche per oggi è tutto, vi auguro un buon TRADING SIMPLE!
Petrolio AIE taglia la domandaIl prezzo del petrolio mostra ancora una volatilità molto elevata sinonimo di grande incertezza da parte degli operatori sul futuro della domanda di oro nero. Secondo le ultime stime dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE) la crescita della domanda globale di petrolio per il prossimo anno dovrebbe diminuire ancora a causa della debole crescita economica in Cina, della crisi energetica dell'Europa e di un dollaro forte.
L'agenzia con sede a Parigi ora prevede che la domanda di petrolio crescerà di 1,6 milioni di barili al giorno nel 2023, in calo rispetto alla precedente stima di 1,7 milioni. Inoltre, un rapporto dell'EIA sulla ridotta attività di perforazione negli Usa, ha messo in dubbio la crescita della produzione di petrolio ai minimi dal luglio 2020.
PETROLIO (CL) - Laterale ma....Il PETROLIO (CL) ha mostrato un bottom il 26 Settembre 2022 per poi intraprendere una spinta rialzista comportando:
- il break out al rialzo di una trend line dinamica che è stata resistenza nei periodi precedenti ed accompagnava un trend ribassista
- la formazione di una figura testa e spalle di inversione.
- il superamento e successivo consolidamento al di sopra di un'area di domanda/supporto (rettangolo verde in figura)
Il rialzo del mercato ha raggiunto un'area di offerta/resistenza (rettangolo rosso in figura) per poi ritracciare sino a ritestare l'area verde di supporto ed infine recentemente risalire; il movimento di breve periodo può risultare dunque maggiormente laterale.
Il nuovo raggiungimento dell'area rossa di offerta/resistenza potrebbe riportare il mercato nuovamente al ribasso e far ripartire il trend di fondo ribassista.
Analisi completa sul nostro canale youtube!
Quanto sopra esposto non è un consiglio finanziario ma la nostra view basata sulla strategia PCTS.
Buon trading!
OCCHI SULL’INFLAZIONE USAIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 10.11.2022
-CONTESTO
Siamo giunti al dato chiave di questa settimana di contrattazione, l’inflazione USA, che per il dato generale è atteso al +8.0% rispetto al precedente +8.2%, ma teniamo ben presente che sono già diverse rilevazioni che il dato generale cala, grazie ad un forte rientro dei prezzi dell’energy, mentre sale il dato core, ovvero privo di food ed energy, passando al +6.6% massimo degli ultimi 20 anni.
La corsa dei prezzi al netto delle componenti energy e food, mostra ancora una robusta domanda aggregata, con gli americani che tendono a spendere ancora senza timore dei prezzi in salita, il che porta la FED a mantenere toni aggressivi nelle sue politiche monetarie.
La speranza ora deriva dal mondo del lavoro che sembra iniziare a scricchiolare, con una disoccupazione al 3.7% , di certo ancora molto bassa, ma che sembra iniziare un cammino in salita dato le ultime notizie di grandi licenziamenti anche nelle grandi multinazionali americane come Meta e Apple, il porterebbe a credere in primi reali effetti delle politiche monetarie della FED su aziende, e su famiglie che dovranno a questo punto rivedere le loro spese e consumi.
La chiave come sempre è il timing, non sappiamo quanto tempo ci vorrà e la nostra unica possibilità sarà seguire i dati che di volta in volta ci mostreranno il quadro della congiuntura macroeconomica amerciana.
Alla luce di quanto detto, se oggi i dati dovessero mostrare inflazione in calo , si potrebbe assistere ad una nuova fiammata del comparto equity alimentato ancora sia dal rally di fine anno che dalla speranza di una FED meno aggressiva che sia non lontana dal Pivot.
Viceversa un dato ancora superiore alle attese, sarebbe una doccia fredda per gli operatori, che si vedrebbero costretti ancora una volta a scaricare le scommesse rialziste fin qui intraprese, ma la verità si saprà solo dopo la pubblicazione del dato, come sempre ricordiamo che i mercati sono fatti per sorprendere.
-FOREX
Il comparto valutario vede la tenuta dei supporti per il dollaro americano, che non trova spunti per rompere 109.50 e allungare a nuvi minimi per questo novembre 2022, tornando ancora una volta nel canale lateral ribassista che contiene i prezzi dai massimi del ottobre 2022 a 114.80.
Rispondono al mercato chiaramente dollaro-centrico tutte le altre majors, con l’eurusd che storna dalla parità verso gli attuali 0.9980 e trova i primi supporti dinamici nella mm21 periodi daily a 0.9950,mentre resta piu stabile la sterlina che ha già in precedenza pagato la forza del biglietto verde rimanendo sotto le resistenze di 1.1645
Stornano anche le oceaniche con il dollaro neozelandese che non riesce a rompere a rialzo la mm100 periodi daily e torna a testare 0.5850 aprendo cosi la strada a potenziali nuovi ribassi, se il dollaro dovesse trovare nuova linfa rialzista dai dati di oggi.
-EQUITY
Il mondo azionario trova ancora forza nel comparto europeo con il dax che attacca i massimi di 13650 pnt e sembra non avere motivazioni per dei ribassi strutturali che lo portino al test dei suppporti a 13440 pnt, mentre l’america paga con maggiore pesantezza le aspettative del dato odierno, con il nasdaq schiacciato a 10861 pnt non lontano dai primi supporti a 10700pnt in una compressione di volatilità che lascia poco spazio alle direzionalità
-COMMODITIES
Per le commodities pesa ancora il recupero del dollaro americano, che schiaccia nuovamente il comparto energy, con il wti a 85.25$ oramai sotto la trend line supportiva che congiungeva i minimi dal 26 ottobre 2022aprendo la strada a ulteriori ribassi fino 82.45$
Reggono meglio i metalli, con il gold non lontano dalle resistenze a 1723.50$, ma solo un dollaro debole e tassi obbligazionari in calo potrebbero portare questo asset a rompere le resistenze e allungare fino 1761$, in caso contrario dovremmo valutare ancora i supporti a 1680$ come possibile approdo.
Attendiamo dunque i dati sull’inflazione Usa di oggi ore 14.30, per scoprire lo stato dell’economia americana.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
E SE FOSSERO GLI INVESTITORI A RENDERE PIU AGGRESSIVA LA FED?Le scommesse errate dei tori potrebbero rendere più hawkish Powell e la politica monetaria?
Nonostante la Federal Reserve si sia sempre mostrata “aggressiva” nel combattere un’inflazione arrivata a livelli insostenibili, il mercato ha sempre cercato e trovato dei pretesti per pensare il contrario e far, successivamente, salire i mercati. Alcuni esempi:
• Il rimbalzo del Nasdaq di poco più del 23% nel periodo estivo era giustificato dal pensiero che la FED si mostrasse meno “hawkish”, salvo poi chiarire quest’ultima la sua posizione al Jackson Hole del 26 agosto dove lo stesso Powell dichiarava che “sarà necessaria per qualche tempo una politica monetaria restrittiva per vincere inflazione”
• Nella lettura del comunicato da parte della Federal Reserve del 2 novembre traspariva la frase che “nel determinare il ritmo dei futuri incrementi nell’intervallo obiettivo, il comitato terrà conto dell’innasprimento cumulativo della politica monetaria”; il mercato, alla lettura, segnava delle ottime prestazioni per poi rimangiarsi tutto una volta che, nella conferenza stampa successiva, Powell stesso dichiarava che “c’è ancora molta strada da fare prima di concludere il ciclo di aumento dei tassi”
• Il dato sul mercato del lavoro del 4 novembre: gli investitori festeggiavano per una lettura “positiva” sul dato riguardante la disoccupazione, che batteva le stime del 3.6% attestandosi al 3.7%:
Nonostante il dato migliore delle aspettative, esso si attesta comunque vicino ai valori del minimo storico del 1953, al 2.5%!
Nella grafica successiva viene mostrato il binomio “azionario in salita-Fed meno aggressiva”:
La voglia da parte del mercato di far risalire gli indici azionari potrebbe essere tuttavia un’arma a doppio taglio, per questo motivo:
• Se i mercati azionari salgono il dollaro registra delle cattive performance, per due motivi:
1. Non agisce da bene rifugio (questo è chiarito dalla sua correlazione diretta con il VIX, l’indice di paura dell’S&P500):
2. Viene penalizzato dal tasso di interesse che il mercato sconta; infatti, quanto più il tasso di interesse di una nazione sale, tanto più la moneta di riferimento si rafforza; dunque, vien logico pensare che se il mercato sconta tassi di interesse futuri stabili o addirittura “tagliati”, la valuta va a risentirne in negativo; questo punto è ben rappresentato dalla correlazione inversa tra la stessa currency e il future Federal Fund scadenza febbraio 2023:
La stessa correlazione è ancora più apprezzabile in un timeframe a 15 minuti:
Il dollaro dunque viene penalizzato da due eventi negativi.
La domanda che io stesso mi sono posto dopo l’uscita del dato sulla disoccupazione è stata:
“Se le scommesse sbagliate da parte del mercato portano ad un indebolimento del dollaro, quali potrebbero essere le ripercussioni”?
• Una FED ancora più aggressiva
Il motivo?
Esiste una correlazione inversa tra il dollaro e le aspettative di inflazione, in questo caso a 5 anni:
Quando il dollaro si deprezza, le aspettative tendono a salire, come mostra appunto la grafica. Il coefficiente di correlazione tra i due elementi è per lo più in territorio inverso.
Il coefficiente di correlazione utilizzato è pari a 20 periodi, ossia tiene conto nel calcolo delle ultime 20 candele (dal momento in cui una settimana di contrattazioni è pari a 5 candele, 20 periodi indicano un mese di contrattazioni). Applicando lo stesso coefficiente a più ampio raggio, ad esempio a 40 periodi, possiamo notare una correlazione ancora più marcata:
Perché questo? Perché il dollaro influenza le aspettative di inflazione? Il terzo incomodo di questa breve storia è il petrolio, infatti:
La correlazione che esso presenta con il dollaro (nelle ultime 40 sedute) è inversa, motivo per il quale:
• Se il mercato scommette su una Fed meno aggressiva e fa salire i mercati azionari il dollaro, per i motivi visti precedentemente, va ad indebolirsi…favorendo la salita del petrolio che, guarda caso, con chi è correlato in maniera diretta?
Con le stesse aspettative di inflazione! E… qual è lo strumento a disposizione della banca centrale per combattere l’inflazione? Il rialzo dei tassi di interesse. Ecco spiegato il motivo per il quale “le scommesse errate dei tori potrebbero inasprire la politica della FED”!
Se il pensiero degli investitori di una FED meno aggressiva sarà più forte di quello che la FED effettivamente è (ossia che la stessa banca centrale utilizzerà tutta la sua forza per combattere l’inflazione), il dollaro andrà ad indebolirsi, andando a favorire una probabile risalita del petrolio che, come è abbastanza noto da due anni a questa parte, è stata la componente “più problematica” all’interno del paniere del consumer price index.
E’ doveroso specificare che:
• Dall’inizio del percorso di inasprimento di politica monetaria, le scommesse dei “tori sull’azionario” hanno trovato vita breve, motivo per il quale la recente debolezza del US Dollar potrebbe essere solo episodica
• Il petrolio non risponde soltanto alla tematica relativa alla sua correlazione inversa con il dollaro, bensì anche a questioni di domanda e offerta, motivo per il quale se le più grandi economie al mondo (Stati Uniti, Cina, Europa e Giappone) entrasssero nel futuro più prossimo in una recessione, la domanda di crude oil calerebbe e con essa il prezzo della materia prima
Tra i grafici che osserverò attentamente le prossime settimane ci sarà sicuramente il seguente:
Una cosa appare comunque certa:
• Se tutte le correlazioni si manterranno stabili un dollaro debole, nei prossimi tempi, non aiuterebbe il lavoro di Jerome Powell!
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
“IO SPERIAMO CHE LA DISOCCUPAZIONE SALE!”IL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 04.11.2022
-CONTESTO
Volge al termine un’ottava di contrattazioni incentrata ancora una volta alle banche centrali, prima l’RBA con un rialzo timido di 25BP, poi la FED super hawkish con un rialzo da 75Bp e apertura a ulteriori spinte rialziste anche per la riunione di dicembre 2022, e ieri infine la BOE che segue i cugini americani in un rialzo da 75Bp per contrastare l’inflazione dilagante.
Diverse le economie in esame e diverse le congiunture macroeconomiche dei tre blocchi in esame, da un lato l’America , con una congiuntura ancora robusta, forte domanda aggregata, e disoccupazione ai minimi storici, e sebbene i PMI mostrino un settore manifatturiero in rallentamento , le vere ripercussioni nell’economi a reale sembrano tardare ad arrivare, il che da spazio alla FED di agire con energia al rialzo tassi per contenere un’inflazione record che resta priorità assoluta per la banca centrale anche a costo di eventuali recessioni.
Dall’altro lato il Regno Unito, decisamente più fragile, in chiara recessione, con un’inflazione oltre il 10% forte deficit di bilancio, e una BOE ancora più aggressiva della FED se si considera l’inizio delle vendite nette di obbligazioni sovrane già messo in atto in questa settimana. Oltre a dover contrastare un’inflazione record con politiche economiche rigide ed aggressive, il Regno Unito si troverà a fare i conti con politiche fiscali pressanti per imprese e famiglie nel nuovo piano introdotto dal cancelliere Hunt e dal nuovo PM Sunak, ma sembra essere un male necessario.
Cosi con due politiche ugualmente aggressive, da un lato il dollaro si rafforza e dall’altro la sterlina si indebolisce!
La fiducia nell’economia americana resta da sempre un mantra nelle serie storiche di recessione mondiale, mentre la difficile congiuntura UK mette seri dubbi sui tempi di uscita dalla fase di recessione, il che porta molti investitori fuori dagli asset UK
Sebbene le decisioni siamo chiare da parte delle banche centrali, oggi avremo focus sul mondo del lavoro USA, e mai come prima le speranza sono riposte in una salita della disoccupazione!
Per quanto possa sembrare assurdo, ma gli operatori ben sanno che l’unica strada per vedere calare l’inflazione Usa e quindi sperare in una Fed meno aggressiva, è riposta solo ina disoccupazione in aumento, così da colpire pesantemente i consumi e la domanda aggregata.
Se questo circuito non inizia la sua ruota, difficilmente la morsa della FED si allenterà, pertanto … io speriamo che la disoccupazione aumenta!
-FOREX
Il mondo valutario resta incentrato al dollaro centrismo, con il biglietto verde che non trova ora la forza necessaria a rompere a rialzo le resistenze chiave poste per dollar index a 113.50 prima e 114.75 poi, rimanendo all’interno di un canale lateral ribassista che lascia pensare ad un dollaro stanco e prnto a maggiori prese di profitto. Il mondo retail che ha venduto in mean reverting la salita degli ultimi giorni, si porta al 63% short dal 60% di ieri sul basket dollari.
Lo sbilanciamento è evidente su tutte le majors, con eurusd con i retail al 64% long dal 59% di ieri , cosi come il cable con un 64% long dal 53% di ieri.
Salgono anche usdchf e usdcad, che vedono ingressi contrarian per i retail al 74% short per usdchf e al 62% su usdcad, entrambi gli asset su interessanti aree di resistenza, che se rotte a rialzo potrebbero dare importanti allunghi rialzisti in scia con la forza del biglietto verde.
-EQUITY
Il comparto azionario a partire da quello americano, sembra aver già esaurito il pessimismo seminato dalla FED due giorni orsono, e sebbene i mercati siamo tornati non lontano dai minimi di questo 2022 non pare esserci ulteriore spinta ribassista in questa sessione europea tale da garantire allunghi oltre i minimi.
Il nasdaq ha trovato supporto a 10700 pnt, e al momento fativa a rompere detto supporto e guarda con simpatia ai massimi di 10900 prima e 11000 poi.
Anche l’SP500 al momento segna candela inside nei prezzi di eri compresi tra 3700 e 3800 pnt, senza dare ulteriori indicazioni di trend.
Il dax che sembra essere uno degli indici mondiali migliori tiene le aree di massimo relativo a 13300 pnt, puntando alle resistenze di 13440 pnt.
-COMMODITIES
Il mondo della commodities è nel suo insieme senza direzionalità ancora con candele nettamente inside su base daily, a aprtire dai metalli con il gold fermo a 1646$ sopo il test dei minimi a 1620 non ha trovato forza per rompere a ribasso i minimi e allungare verso nuovi lidi.
Spolvero per il comparto energetico con il wti che recupera area 90$ e sembra voler attaccare 93$ prima vera resistenza di questo asset, mentre resta decisamente inside il NGAS che resta fermo a 6.25$ e solo una ripartenza oltre i 6.40$ potrebbe dettare una vera e propria ripartenza rialzista
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Attesi oggi i dati sull’occupazione USA, con la speranza di veder salire la disoccupazione oltre l’attuale livello di 3.5% per sperare in un raffreddamento dell’economia USA
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
FUTURO DA COLOMBA O DA FALCO?IL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 02.11.2022
-CONTESTO
Il giorno della FED è arrivato e l’attenzione degli operatori è tutta rivolta agli eventi di questa sera, alle ore 20.00 Powell darà indicazioni non solo sul rialzo tassi, che sembra oramai scontato essere di 75Bp. ma cosa più importante, saranno le prospettive che si daranno sulle prossime riunioni di Dicembre e da li per il nuovo anno di contrattazione.
Il futuro per la FED potrebbe essere ancora in linea con le decisioni hawkish che hanno dominato questo 2022, sempre se l’inflazione resti elevata e la congiuntura macroeconomico rimanga tonica, a questo scopo sarà interessante analizzare i dati di venerdi sul mercato del lavoro USA.
Tuttavia se la FED dovesse dimostrarsi ancora molto aggressiva anche per le prospettive future, deludendo le aspettative di un giro di boa delle politiche monetarie verso una linea più accomodante , i mercati potrebbero scontare pesanti ribassi nel comparto equity, dando nuovo lustro al dollaro americano che ha vissuto negli ultimi giorni interessanti prese di profitto.
Viceversa se Powell dovesse allinearsi ai timori di una eccessiva aggressività da parte della banca centrale nei confronti dell’economia reale, dando cosi sostegno alla teoria di essere giunti oramai al tasso di equilibrio e di conseguenza all’esigenza di rallentare il ritmo dei rialzi tassi, i mercati potrebbero festeggiare con importanti rialzi dando fiducia al rally in atto che potrebbe essere preludio al famoso rally di natale.
In tal caso anche le prese di profitto sul dollaro potrebbero diventare copiose, e maggiormente giustificate dato i livelli ai quali si è giunti con il dollaro in questo 2022, il che porterebbe ad interessanti recuperi delle majors.
-FOREX
Per il comparto forex si denota attesa per le dichiarazioni di questa sera, con un dollaro che resta fermo a 111.50, senza per ora generare nessuna direzionalità.
Fase di neutralità che si rispecchia anche sull’euro, che rimane non lontano dalla parità a 0.99 figura in attesa di sapere il futuro del biglietto verde.
Leggeri ribassi per la sterlina, che gode di indecisione contro il dollaro, ma che vede invece interessanti ribassi contro le altre majors, dopo che la BOE ha dato inizio alla vendita netta di Gilts ieri pomeriggio.
Il mondo retail in ovvia conseguenza, si mantiene neutrale con un 52% long sul baske euro , al 57% short dollari usa e al 57% short sterline.
Di maggiore interesse lo yen giapponese, che in una giornata di timido recupero dai minimi, porta i retail a ridurre le esposizioni long che passano al 61% dal precedente 64%
Respira anche il franco svizzero, che porta i retail a chiusure di posizioni long, che passano dal 64% di ieri al 56% attuale.
Resta spinta la decorrelazione tra australia e nuova zelanda, con il dollaro australiano ancora in forte ribasso , tanto da portare i retail ad acquisti fino al 74% dal 68% di ieri, mentre la spinta rialzista del dollaro neozelandese vede il 79% short dal 66% di ieri.
La forte decorrelazione tra i due asset porta interessanti eccessi sul cross audnzd, con un 91% long di posizioni retail dopo la forte discesa dai massimi di questo 2022.
-EQUITY
Il mondo azionario aspetta le parole della FED rimanendo dsotto le resistenze per gli indici maggiori, con il asdaq sotto 11.600 e la resistenza chiave a 11800pnt.
Se stasera la FED dovesse dimostrarsi più hawkish del previsto per il prossimo futuro , non si escludono importanti ribassi fino al ritest dei minimi , prima a 11000pnt per poi giungerte a 10500pnt.
Tuttavia non possiamo escludere lo scenario opposto, con una FED accomodante che si apre ad un rallentamento dei rialzi tassi, il che aprirebbe rialzi fino a 11800 pnt prima per poi dare fiato a maggiori ed importanti spinte rialziste.
Lo scenario resta similare per l’SP che sembra voler puntare a 3800pnt come primo supporto chiave in caso di ribassi, mentre le prime aree di resistenza si collocano a 3950-4000pnt.
-COMMODITIES
Per le commodities energy, poco interesse per il wti, che rimane sotto i 90$ in una chiara compressione dei prezzi , con massimi e minimi inside dai massimi di agosto 2022. Troviamo a tal proposito i primi supporti a 82$ mentre le resistenze a 93$
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Oltre all’appuntamento con la FED oggi si sono letti i dati ADP Usa che mostrano ancora un fortissimo mercato del lavoro con 239K nuovi posti di lavoro.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
SPERANZA E PAURA DOMINANO IL MERCATOIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 31.10.2022
-CONTESTO
Mercati altamente volatili si apprestano a vivere un’altra ottava ricca di market movers che possono ancra destabilizzare il sentiment degli operatori, prede di continui cambi di direzionalità.
Due le forza chiave in campo, da un lato la speranza che le banche centrali abbiano raggiunto il tanto ambito tasso di equilibrio, e che sia dunque giunto il tempo delle pause per i falchi, e dall’altro lato la paura che l’inflazione possa proseguire le sue spinte rialziste e costringere le bance centrali a nuove azioni hawkish nelle politiche monetarie senza dare respiro all’economia reale.
I dati che sono stati pubblicati la scorsa settimana dalle trimestrali USA sembrano dare supporto alle teoria che oramai i primi effetti delle scelte della FED sull’economia reale inizino a mostrarsi , ma a dare conferma saranno i dati sull’occupazione in pubblicazione questa settimana, oltre all’appuntamento con la FED che tuttavia dovrà dichiararsi prima della pubblicazione dei famosi NFP.
Continua la fase di alta volatilità dei mercati, che potrebbero ancora mostrare affondi ribassisti là dove la FED dovesse mostrarsi più aggressiva di quello che si pensa, sebbene il prossimo rialzo tassi di 75Bp è oramai già scontato, ma si guarda come sempre alle prospettive future, alla possibilità di un modesto intervento per la riunione di Dicembre , il che aprirebbe le porte ad un 2023 più dovish pronto a regalare buoni recuperi per il famoso rally di natale.
Per la settimana che si sta aprendo, grandi attese anche per la BOE, che dovrebbe ricorrere ancora a rialzi tassi da 75Bp, ma che trova ora grande incognita nel piano fiscale del nuovo cancelliere Hunt, il quale sembrerebbe disposto ad implementare politiche più rigide con maggiori livelli di pressione fiscale per risanare il paese. Si creano quindi possibilità di una BOE più morbida , intenzionata a non aggravare la già difficile condizione del paese, ricorrendo quindi ad un rialzo tassi più modesto.
-FOREX
Il mondo valutario è alle prese con il focus dollari Usa che nelle ultime sedute ha lasciato spazio ad interessanti respiri, in parte possiamo dire anche dovuti, sia per motivi prettamente tecnici che macroeconomico, vista la notevole pressione che sta generando a livello globale un super dollaro, che dovrà trovare in una congiuntura macroeconomica USA in rallentamento la giusta motivazione per costruire respiri più profondi.
Ancora focus sullo yen giapponese, che non ha visto la scorsa settimana una BOJ più aggressiva, ma ferma su un tassi di nteresse negativo del-0.10% dettando ancora debolezza per la valuta nipponica che perde terreno contro tutte le altre concorrenti.
Nel frattempo il mondo oceanico anticipa la view di politiche meno aggressive, con la RBA e la RBNZ che procedono a piccoli passi nei rialzi tassi, sebbene l’inflazione resti sostenuta , la paura di anticipare la curva sembra essere il sentimento predominante tra i banchieri centrali, che preferiscono attendere i prossimi dati macro per scegliere eventuali azioni hawkish, piuttosto che alzare i tassi in maniera decisa per dover recuperare un’economia maggiormente depressa.
ANALISI RETAIL
Il mondo retail , in linea con l’attuale fase di indecisione dei mercati, non trova una vera direzionalità, specialmente sul dollar index, dove solo il 57% dei retail resta short, rispetto al 52% di venerdi.
In tutta risposta del leggero posizionamento short sul dollaro USA , i retail incrementano il lato long sull’euro, con un 48% rispetto al 44% di venerdi, pur rimanendo ancora in maggioranza corti sul basket euro.
È interessante a tal proposito il 54% long su eurusd, di questa mattina, rispetto al 48% di venerdi, segnale che qualche ulteriore affondo in intraday non è da escludersi.
Continuano le vendite di sterline, con i retail che si portano al 65% short dal 62% di venerdi mattina, segnale di forza su un asset che porta a casa un ottimo mese di ottobre 2022 in termini di performance.
Anche sul cambio principale gbpusd i rtetail restano al 59%short, ma in leggero calo rispetto al 60% di venerdi.
Stabile il sentiment sullo yen che resta al 65% long.
Cresce la voglia di comprare franchi svizzeri, dove il mondo retail passa dal 55% long di venerdi al 62% attuale, segnale di potenziali allunghi ribassisti del basket.
Ancora le oceaniche nel mirino, con posizionamenti retail long massicci al 71% su australia, rispetto al 64% di venerdi, mentre in totale decorrelazione, sul dollaro neozelandese, il mondo retail si porta al 56% short dal 51% della scorsa settimana, segno che il dollaro neo zelandese resta prediletto per gli allunghi rialzisti.
Stabile in fine il dollaro canadese con un 58% short, rispetto al 56% di venerdi, ma resta interessante usdcad che vede i retail short al 73% dal 63% attuale, segnale di potenziali allunghi ribassisti in atto.
-EQUITY
Il mondo azionario ha visto giorni di grandi rialzi, special modo l’equity americana, a differenza di cosa è accaduto in Cina, ma quello sembra essere un ciclo separato dal contesto.
La speranza di aver superato la fase più hakish delle politiche economiche da euforia su aree di prezzo che sembrano particolarmente interessanti, ma che tuttavia generano ancora movimenti al di sotto delle resistenze chiave e pertanto non possiamo ancora gridare all’inversione del trend di fondo.
Lo sguardo ora è rivolto all’appuntamento con la FED del giorno 2 Novembre prima e ai dati sull’occupazione il prossimo venerdi, per decidere quale sarà il sentiment che ci guiderà fino al termine di questo 2022, se ci sarà rally rialzista oppure no.
-COMMODITIES
Il mondo commodities come sempre in ritardo, sia nella fase di discesa che in quella di recupero, il che lascia ancora sia i metalli che il comparto energy, nostri osservati speciali, in balia dei ribassi, senza essere interessati dall’euforia attuale che sta investendo il comparto equity
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Petrolio, cosa attendersi dopo l’exploit di ieri?Nella giornata di mercoledì i prezzi del greggio WTI hanno fatto registrare una brusca impennata, chiudendo con un rialzo di oltre il 3%.
il rally di ieri può essere almeno in parte riconducibile all’indebolimento del dollaro e ai timori per un’insufficienza dell’offerta globale, nonostante l'EIA abbia comunicato che gli stocks di greggio USA, negli ultimi sette giorni al 21 ottobre 2022, sono saliti di 2,6 milioni di barili.
Dall’America sono arrivate dichiarazioni secondo cui le esportazioni statunitensi hanno raggiunto il massimo storico e che inoltre le raffinerie stanno operando a livelli più alti della media di periodo.
Tale scenario ha messo in allerta gli investitori, intimoriti dal fatto che l’economica globale potrebbe non riuscire facilmente a sopperire alla mancanza del petrolio russo; inoltre se la domanda di greggio dovesse aumentare a breve il problema potrebbe diventare ancora più serio.
Le quotazioni ieri si sono arrestate a quota 88 dollari al barile, resistenza già più volte segnalata nelle precedenti analisi.
Per impostare una strategia operativa valuterò con attenzione i movimenti odierni del mercato sul tale livello.
Lo scenario di breve resta per ora debole, ma l’equilibrio è piuttosto sottile; a quota 88.50 troviamo ora importante resistenza di breve, anche se sono cauto circa l’idea di vendere il mercato dai livelli attuali, perlomeno con size importanti.
Infatti il mercato sta mostrando la volontà di completare una fase di accumulazione partita da quota 83 dollari ed in caso di breakout al rialzo di quota 88.50, confermata in chiusura, il mercato offrirebbe un segnale di forza; possibile a quel punto impostare un’operatività long comprando le discese, magari sul retest dei livelli di rottura.
I target andrebbero ricercati in primis a quota 90 dollari ed in estensione a 92.50 dollari.
Se oggi di contro il mercato dovesse mancare il breakout di quota 88.50, mostrando candele intraday resistive su tali livelli, andremo con ogni probabilità incontro ad una correzione nelle prossime sedute, con primo target a 86 ed in estensione a 84.50 dollari, dove comunque mi aspetto poi una reazione.
Recessione in arrivo Petrolio in caloIl WTI è il petrolio prodotto in Texas e utilizzato come benchmark del prezzo del petrolio sul mercato dei futures del NYMEX. Il WTI da inizio anno viaggia in territorio positivo con un +14.06% mentre dai massimi di Marzo 2022 è in calo del -34.29%. Da queste osservazioni possiamo notare come il trend di lungo termine, nato con lo swing di Novembre 2020, sia positivo mentre nel breve termine osserviamo un trend ribassista partito con la rottura del doppio massimo annuo (Marzo-Giugno) avvenuto tra Luglio e Agosto 2022. Il calo del prezzo del petrolio osservato da Marzo 2022 è stato influenzato dai timori, per molti Paesi, di entrare in recessione nel 2023. Man mano che le probabilità di uno scenario recessionìstico aumenteranno diminuirà la domanda di petrolio spingendo al ribasso i prezzi del petrolio. Inoltre, il 19 Ottobre Biden ha affermato che gli Stati Uniti venderanno 15 milioni di barili di greggio delle riserve strategiche con l'obiettivo di abbassare il valore dell'inflazione facendo leva sul prezzo della benzina. In ottica di Price Action il prezzo del petrolio nelle ultime settimane ha formato un swing su grafico settimanale a favore del trend ribassista di breve periodo. Un eventuale rottura dei minimi della scorsa settimana potrebbe spingere il prezzo prima verso l'intorno di 75.28$ e poi verso l'area successiva posta con intorno di 63.98$. Solo un eventuale rottura dei massimi di swing delle scorse settimane (93.59$) indebolirebbe il trend ribassista.