Tensioni globali e mercati stabili: focus su Wall StreetWALL STREET STABILE
Lunedì, i tre principali indici azionari degli Stati Uniti hanno oscillato intorno allo zero, a seguito dell’intensificarsi delle tensioni commerciali. Questo dopo l’annuncio del Presidente Trump, nel fine settimana, di una tariffa del 30% sulle importazioni dall’UE e dal Messico, che entrerà in vigore il 1° agosto.
Lo stesso Presidente ha inoltre minacciato tariffe del 100% alla Russia, dopo l’ennesimo vano tentativo di spingere Mosca a un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina.
Gli operatori di Wall Street sono quindi rimasti alla finestra, in attesa dei risultati delle grandi banche e dei dati sull’inflazione. I rendimenti obbligazionari e il dollaro hanno registrato un leggero rialzo.
Il petrolio è sceso, poiché il piano di Trump per costringere la Russia a un cessate il fuoco non ha incluso nuove misure volte a ostacolare direttamente le esportazioni energetiche di Mosca.
Per quanto riguarda le tariffe verso UE e Messico, i leader di entrambi i partner commerciali si sono impegnati a proseguire i negoziati con gli Stati Uniti, nella speranza di raggiungere un accordo che possa ridurre l’aumento delle tariffe.
Nel frattempo, gli investitori si preparano ai dati sull’inflazione di oggi, relativi ai prezzi al consumo, che dovrebbero confermare una ripresa dell’inflazione, con le aziende che iniziano a trasferire i maggiori costi di importazione.
I settori salute ed energia hanno registrato le peggiori performance, mentre i servizi di comunicazione hanno sovraperformato.
Sul fronte societario, le megacap hanno mostrato andamenti contrastanti: in calo Nvidia (-0,7%), Microsoft (-0,3%), Apple (-0,7%) e Broadcom (-0,3%), mentre Meta (+0,4%) e Alphabet (+0,8%) erano in positivo. Amazon è rimasta stabile.
Tesla ha guadagnato circa il 2,1% dopo che Elon Musk ha suggerito un possibile voto degli azionisti sull’investimento in AI della società.
VALUTE
Il dollaro è rimasto in un trading range rispetto alle principali valute concorrenti, anche se durante la sessione americana si è osservata una lieve tendenza rialzista.
Manca un vero e proprio catalizzatore che possa spostare gli equilibri, ma appare evidente l’incapacità della valuta statunitense di rompere le resistenze, in un contesto di incertezza globale persistente.
Il trend ribassista potrebbe presto riprendere, con obiettivi invariati che indicano una possibile discesa di un ulteriore 5-6%.
Oggi è attesa la pubblicazione dei dati sui prezzi al consumo, il dato più rilevante della giornata, che potrebbe finalmente modificare gli equilibri.
IL PESO MESSICANO PERDE QUOTA
Il peso messicano si è indebolito oltre quota 18,70 per dollaro, toccando il minimo di luglio, dopo aver raggiunto in precedenza un massimo di quasi un anno.
La minaccia del Presidente Trump di imporre dazi del 30% sui prodotti messicani e dell’UE, in aggiunta ai dazi del 35% già previsti per il Canada, ha riacceso i timori per l’export messicano, che destina oltre l’80% della produzione verso nord.
Contemporaneamente, un dollaro più forte — sostenuto dalla domanda nelle aste dei titoli del Tesoro a 10 e 30 anni e dalle speculazioni sul mandato del Presidente della Fed Powell — ha spinto gli investitori verso la valuta statunitense, aumentando la pressione sulle valute emergenti.
A livello nazionale, i verbali della riunione di giugno della Banca del Messico hanno indicato un margine limitato per ulteriori tagli aggressivi dei tassi, dopo una riduzione complessiva di 325 punti base dall’inizio del 2024. Il consiglio preferisce ora interventi più cauti, da un quarto di punto, poiché l’inflazione resta ostinatamente sopra l’obiettivo.
INDIA, INFLAZIONE IN CALO
L’inflazione dei prezzi al consumo in India è diminuita per l’ottavo mese consecutivo, scendendo al 2,1% a giugno 2025, il livello più basso da gennaio 2019. A maggio era al 2,82%, e le aspettative di mercato erano del 2,5%.
Il calo è stato trainato da una diminuzione dell’1,06% dei prezzi alimentari, il primo calo annuale dal 2019. Anche l’inflazione nella categoria carburante e luce è scesa al 2,55% dal 2,78% del mese precedente.
Tuttavia, in altri settori la pressione sui prezzi è rimasta stabile o leggermente aumentata. Su base mensile, i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,62% rispetto a maggio.
PETROLIO
I future sul greggio WTI si sono mantenuti sopra i 68 dollari al barile lunedì, dopo un guadagno del 2,8% venerdì, in attesa di possibili nuove sanzioni statunitensi contro la Russia.
Il Presidente Trump ha annunciato una “dichiarazione importante” sulla Russia, alimentando speculazioni su misure che potrebbero ridurre l’offerta globale di petrolio.
Nel fine settimana, Trump ha promesso l’invio di missili Patriot in Ucraina e ha criticato Putin per il rifiuto dei colloqui di pace.
L’UE sarebbe inoltre vicina a finalizzare un nuovo pacchetto di sanzioni, che potrebbe includere un tetto massimo al prezzo del petrolio russo.
Dal lato della domanda, l’economia cinese ha mostrato resilienza, con un surplus commerciale record nel primo semestre e un aumento delle importazioni di greggio, soprattutto dall’Iran.
Tuttavia, le preoccupazioni per la crescita globale hanno limitato i rialzi del prezzo del petrolio, anche a causa dei nuovi dazi del 30% annunciati da Trump su prodotti UE e messicani.
GIAPPONE, SALGONO I RENDIMENTI
Il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è salito oltre l’1,59% martedì, raggiungendo il livello più alto dal 2008.
L’aumento è legato alle aspettative di maggiore spesa pubblica in vista delle elezioni della Camera Alta del 20 luglio, con ipotesi di nuove misure di stimolo, tra cui un possibile taglio dell’imposta sui consumi.
L’aumento dei rendimenti è avvenuto nonostante la decisione del Ministero delle Finanze di ridurre le emissioni di obbligazioni a lunghissimo termine, che avrebbe dovuto spingere la domanda e quindi abbassare i rendimenti.
La BoJ resta ferma, mentre lo yen giapponese continua a muoversi in un trading range contro il dollaro.
PIL CINA
L’economia cinese è cresciuta del 5,2% su base annua nel secondo trimestre del 2025, in calo rispetto al 5,4% dei due trimestri precedenti. Si tratta del ritmo più debole dal terzo trimestre del 2024, ma leggermente superiore al consenso del mercato (5,1%).
La crescita è stata sostenuta in parte dalle misure politiche di Pechino, nel contesto di una fragile tregua commerciale.
A giugno, la produzione industriale ha accelerato inaspettatamente, raggiungendo il massimo da tre mesi, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto al minimo da sei mesi.
Le vendite al dettaglio, invece, hanno registrato la crescita più bassa degli ultimi quattro mesi, nonostante i sussidi governativi per i prodotti elettronici.
Sul fronte commerciale, le esportazioni sono aumentate e le importazioni sono cresciute per la prima volta nel 2025. Nel primo semestre, l’economia è cresciuta del 5,3%.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
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Trump impone dazi su importazioni da UE e CanadaTRUMP COLPISCE MESSICO E UNIONE EUROPEA
Sabato, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che la sua amministrazione imporrà una tariffa del 30% sui beni provenienti dal Messico e dall'Unione Europea a 27 nazioni, a partire dal 1° agosto. La decisione prende di mira due dei principali partner commerciali di Washington, dopo settimane di tentativi per raggiungere un accordo più ampio.
L’ultima serie di lettere inviate da Trump, indirizzate alla presidente messicana Claudia Sheinbaum e alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, potrebbe avere un impatto su oltre 1.000 miliardi di dollari di importazioni annuali e aumentare il rischio di una guerra commerciale globale. Queste lettere concludono una settimana in cui più di due dozzine di Paesi hanno ricevuto comunicazioni simili, con l’annuncio di dazi statunitensi compresi tra il 20% e il 50%.
Non è chiaro quali criteri Trump abbia utilizzato per determinare i livelli tariffari, anche se potrebbe aver fatto riferimento alla tabella draconiana presentata il 2 aprile scorso. Il presidente considera le tasse sulle importazioni uno strumento efficace per rilanciare il settore manifatturiero statunitense, favorire i surplus commerciali e contrastare l’uso illegale di droghe.
Entrambi i partner hanno comunque dichiarato la disponibilità ad avviare ulteriori trattative prima della scadenza. Inizialmente, la Casa Bianca era fiduciosa di poter concludere 90 accordi in 90 giorni. Tuttavia, la complessità dei negoziati ha reso più conveniente concentrarsi su pochi accordi rilevanti, comunicando ai Paesi più piccoli o più riluttanti i dazi previsti, senza troppe consultazioni.
La partita resta aperta e ci vorranno settimane prima di osservare le reazioni dei Paesi coinvolti.
RISK ON, RISK OFF: ETERNO DILEMMA
La borsa americana ha chiuso in ribasso venerdì, dopo che il presidente Trump ha annunciato un dazio del 35% sulle importazioni canadesi e ha avvertito di un possibile aumento generalizzato dei dazi a livello globale. L’S&P 500 ha perso lo 0,3% dopo aver toccato un massimo storico il giorno precedente, interrompendo una serie positiva alimentata dall’appetito per il rischio.
La lettera inviata al Canada ha destato preoccupazione, poiché minaccia ulteriori azioni in caso di ritorsioni e accenna a misure simili contro l’Unione Europea, previste a breve. La maggior parte dei settori ha chiuso in territorio negativo, con sanità e finanza in testa alle perdite, mentre energia e beni di consumo discrezionali hanno registrato un rialzo.
Le grandi capitalizzazioni hanno mostrato andamenti contrastanti: Apple (-0,6%), Meta (-1,3%) e Broadcom (-0,4%) sono scese, mentre Microsoft (+0,4%), Tesla (+0,1%), Nvidia (+1%), Alphabet (+1,4%) e Amazon (+1,2%) hanno chiuso in rialzo.
Nel corso della settimana, l’S&P 500 e il Dow Jones hanno perso l’1,1%, mentre il Nasdaq 100 ha guadagnato lo 0,1%. La settimana entrante si preannuncia intensa, con l’inizio della stagione degli utili del secondo trimestre e la pubblicazione dei principali report sull’inflazione.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, il dollaro mostra difficoltà nel superare le resistenze chiave nel breve periodo, mentre le valute concorrenti mantengono i supporti e sembrano pronte a ripartire al rialzo. L’EUR/USD mantiene per ora quota 1,1660 e non rompe al ribasso, a meno di aperture in gap alla riapertura dei mercati, dovute alle minacce di dazi all’Unione Europea.
Il cambio GBP/USD si trova vicino ai supporti chiave tra 1,3440 e 1,3350, complice anche la debolezza dei dati britannici della scorsa settimana, che hanno rilanciato il cross EUR/GBP verso quota 0,8690, primo obiettivo di breve termine. Il cambio USD/JPY si avvicina alle resistenze di medio termine a 148,00 e 148,50, la cui rottura potrebbe rilanciare il trend rialzista.
Le valute oceaniche restano in una fase di stallo: non salgono, ma mantengono i supporti in attesa di notizie positive dalla Cina sul fronte dei dazi con gli Stati Uniti. Il dollaro canadese si è indebolito, con il cambio USD/CAD salito verso 1,37, dopo l’annuncio di una tariffa del 35% su tutti i prodotti canadesi non appartenenti all’USMCA, con entrata in vigore il 1° agosto.
L’escalation ha riacceso le preoccupazioni sull’accesso del Canada alle esportazioni e ha aumentato l’incertezza sulla politica commerciale. Trump ha invocato i dazi di ritorsione di Ottawa e una presunta mancanza di “spirito cooperativo”, aumentando la pressione sul Canada affinché concluda un nuovo accordo prima della scadenza. I nuovi dazi si aggiungono a quelli esistenti del 50% su acciaio e alluminio, di cui il Canada è il principale fornitore degli Stati Uniti.
Tuttavia, l’economia canadese mostra segnali di ripresa. Il rapporto sul lavoro di giugno ha sorpreso positivamente, con 83.100 nuovi posti di lavoro e un tasso di disoccupazione sceso al 6,9%. Questi dati hanno ridotto le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Banca del Canada nella riunione del 30 luglio, offrendo sostegno al dollaro canadese nonostante le tensioni commerciali.
CANADA: DISOCCUPAZIONE IN CALO
Il tasso di disoccupazione in Canada è sceso al 6,9% a giugno 2025, rispetto al 7% del mese precedente, in controtendenza rispetto alle aspettative di un aumento al 7,1%. Si tratta del primo miglioramento da gennaio, che attenua i timori legati all’incertezza economica e ai dazi statunitensi.
Il numero di disoccupati è diminuito di 22.100 unità, attestandosi a 1.552.500. L’occupazione totale è aumentata di 83.100 unità, raggiungendo quota 22.613.700, il maggior incremento da dicembre. La crescita è stata trainata dal più forte aumento dell’occupazione part-time degli ultimi tre anni, concentrato soprattutto nel commercio all’ingrosso e al dettaglio.
Nel frattempo, il tasso di partecipazione è salito di 0,1 punti percentuali, attestandosi al 65,4%.
SETTIMANA ENTRANTE
Gli sviluppi nella politica commerciale statunitense continueranno a rappresentare il principale market mover, dopo che il presidente Trump ha minacciato di imporre dazi del 30% sulle importazioni da Messico e Unione Europea a partire dal 1° agosto.
Martedì inizierà la stagione degli utili con i risultati delle principali banche statunitensi. Tra i dati economici più attesi figurano l’indice dei prezzi al consumo (CPI), l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) e le vendite al dettaglio negli Stati Uniti. A livello internazionale, saranno pubblicati il PIL e la bilancia commerciale della Cina, i tassi di inflazione di Giappone, Canada e Regno Unito, oltre alla riunione del G20 in Sudafrica.
Buona settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 10.07.2025Borse in piena «complacency»: la guerra dei dazi non fa più paura.
La trattativa Usa con Paesi partner è di fatto prorogata al 1’ agosto.
Borse e valute emergenti: la sorpresa del 2025, grazie al US$ debole.
Rame, argento, zinco, sempre più interessanti per un portfolio mid-risk.
Anche ieri, 9 luglio, le trattative sui dazi sono state al centro della scena per gli investitori. Diverse nazioni hanno ricevuto le famigerate lettere di Donald Trump sull’aumento delle tariffe. L’Unione Europea però no – almeno, non ancora. Secondo il Financial Times, proprio l’UE rischierebbe di vedersi assegnati dazi più salati di quelli concordati tra USA e Regno Unito, nonostante le recenti aperture di Washington a Bruxelles.
Il commissario al Commercio Maros Sefcovic ha però rassicurato: per ora, niente stangate. “Abbiamo ottenuto una proroga dello status quo fino al 1° agosto, il che ci dà tempo per chiudere un accordo. Spero in buoni risultati già nei prossimi giorni”, ha dichiarato.
Intanto, da Washington filtrano i retroscena: a spingere per il rinvio delle nuove tariffe sarebbe stato il segretario al Tesoro Scott Bessent, supportato da alcuni consiglieri. L’obiettivo? Avere qualche settimana in più per trattare.
Trump non molla: via social, ha annunciato dazi reciproci per sei Paesi, con percentuali piuttosto pesanti: 30% a Iraq, Algeria e Libia, 25% a Brunei e Moldova, 20% alle Filippine.
Le Borse europee hanno reagito con fiducia, chiudendo in netto rialzo, con Milano in testa (+1,59%), al massimo da oltre un mese. Bene anche Wall Street: Dow Jones +0,49%, Nasdaq +0,94% e S&P500 +0,61%.
E mentre le trattative sui dazi tengono banco, Trump torna a martellare la Fed: “Il tasso d’interesse è almeno 3 punti troppo alto. ‘Too late’ (il soprannome dato a Powell) ci costa 360 miliardi di dollari all’anno! Nessuna inflazione, le aziende arrivano in massa. Abbassare i tassi!!!”, ha scritto su Truth.
Intanto, la corsa alla nuova guida della Federal Reserve è aperta: il Wall Street Journal rivela che Kevin Hassett e Kevin Warsh sono tra i candidati. Hassett, attualmente consigliere economico, sembra in vantaggio: ha già incontrato Trump due volte a giugno.
La giornata di ieri ha visto un nuovo storico traguardo per Nvidia: il colosso dei chip ha guadagnato oltre +2%, superando per la prima volta i US$ 4.000 miliardi di capitalizzazione. Si tratta della prima azienda al mondo a raggiungere questo livello, sospinta dalla febbre dell’intelligenza artificiale generativa. Solo Microsoft e Apple avevano superato i 3.000 miliardi in precedenza.
Il capo economista BCE, Philip Lane, ha sottolineato che anche in uno scenario di dazi USA universali al 10%, come ipotizzato a maggio, l’economia europea è ancora in crescita, anche se a ritmi più lenti. Tuttavia, ha avvertito: "L’incertezza è alta, non solo sui dazi, ma anche su altre possibili barriere non tariffarie e sull’impatto delle politiche di sicurezza sugli investimenti esteri".
Stamattina, 10 luglio, i mercati asiatici hanno mostrato un atteggiamento generalmente positivo, malgrado le nuove minacce di Trump: CSI 300 (Cina): +0,6%, Hang Seng (Hong Kong): +0,3%, Kospi (Corea): +1,2%, al terzo rialzo di fila, Nikkei (Giappone): -0,6%.
In Corea, la banca centrale ha lasciato invariato il tasso di riferimento e osserva con attenzione l’impatto dei dazi USA. In Giappone, il Ministero delle Finanze ha ribilanciato le emissioni di bond per ridurre la volatilità.
Nel mondo delle materie prime, il Bloomberg Commodity Index è rimasto stabile a 103,1 USD, col rame che resta sotto i riflettori: Trump ha imposto un dazio del 50% sulle importazioni, criticando la precedente amministrazione Biden, accusata di aver danneggiato il settore. “Il rame è il secondo materiale più usato dal Dipartimento della Difesa. L’America costruirà di nuovo un’industria dominante", ha promesso.
Oggi, gli USA producono poco più della metà del rame raffinato che consumano; il resto viene importato. L’Arizona resta il cuore dell’estrazione americana, mentre la Cina è sia il principale raffinatore che il maggiore consumatore globale.
Il dollaro USA, che si era rafforzato fino 1,171, ieri ha perso un po’ slancio. I verbali della riunione FED del 17-18 giugno rivelano che solo pochi membri erano favorevoli a un taglio dei tassi a luglio, a causa dei timori per l’inflazione. UBS, comunque, mantiene l’obiettivo di 1,20 per fine terzo trimestre e 1,23 per fine anno, dopo aver centrato quota 1,18 nel secondo trimestre.
Il rallentamento del mercato del lavoro estivo potrebbe spingere la Fed a tagliare i tassi di 75 o 100 punti base nel 2025, iniziando con la riunione del FOMC del 17 settembre.
Sul fronte obbligazionario, si è registrato un forte balzo del prezzo dei Treasury Note, +0,45% per il 10 anni, il maggiore da un mese, e il rendimento sceso dal 4,42% al 4,33%. Alcuni membri della Fed sono disposti a considerare un taglio dei tassi a luglio, ma solo se i dati macro confermeranno certe tendenze.
Più stabile il panorama europeo: il BTP decennale italiano è rimasto al 3,52%, mentre lo spread Btp/Bund è calato a 85 punti base, il minimo da 15 anni.
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NASDAQ nuovo record mentre NVIDIA supera i 4 trilioni di dollariIl NASDAQ raggiunge un nuovo record mentre NVIDIA supera i 4 trilioni di dollari.
Il NASDAQ è tornato ieri a toccare livelli record, trainato dalla protagonista indiscussa del mercato e dell’intelligenza artificiale, NVIDIA (NVDA), che è diventata l’azienda con la più alta capitalizzazione della storia. Anche gli altri principali indici hanno chiuso in rialzo, con un mercato che, finora, continua a reagire con calma alle recenti turbolenze legate alle politiche tariffarie.
NVIDIA è la prima azienda in assoluto a superare i 4 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato. Le sue azioni hanno registrato un incremento dell’1,8% nella giornata odierna, guidando il comparto tecnologico. Anche la maggior parte degli altri titoli della cosiddetta “Mag 7” ha chiuso in positivo: in particolare, Meta Platforms (+1,7%), Amazon (+1,5%), Microsoft (+1,4%) e Alphabet (+1,3%).
Il NASDAQ è salito dello 0,94% (quasi 193 punti), raggiungendo un nuovo massimo storico di chiusura a quota 20.611,34. L’S&P 500 ha guadagnato lo 0,61%, attestandosi a 6.263,26, a meno dello 0,3% dal proprio record. Anche il Dow Jones ha contribuito al clima positivo, con un rialzo dello 0,49% (circa 217 punti), chiudendo a 44.458,30.
Le borse hanno toccato nuovi massimi per gran parte della scorsa settimana, salvo poi registrare una battuta d’arresto quando il presidente Trump ha rinnovato l’attenzione sui dazi doganali, ricordando la scadenza ormai prossima della pausa di 90 giorni. Oggi ha inviato nuove lettere ai partner commerciali, preannunciando dazi "in stile Giorno della Liberazione", che entreranno in vigore a partire dal 1° agosto.
Fortunatamente, gli investitori non hanno reagito con il medesimo livello di preoccupazione manifestato lo scorso aprile. La seduta positiva di ieri e il nuovo massimo storico lasciano intendere che il mercato si aspetti un ulteriore rinvio dell’introduzione dei dazi, oppure che ne valuti l’impatto come meno grave di quanto temuto inizialmente.
Il tema dei dazi è stato discusso anche dalla Federal Reserve nella riunione dello scorso mese, come emerge dai verbali pubblicati questo pomeriggio. I funzionari si interrogano sul possibile effetto inflazionistico delle nuove misure, il che contribuisce a spiegare le incertezze sulla tempistica dei prossimi tagli ai tassi d’interesse. Sebbene il mese di settembre resti lo scenario più probabile, alcuni membri del board si dichiarano aperti a un taglio già da questo mese, mentre altri preferirebbero posticipare al prossimo anno. La prossima riunione della Fed è prevista per il 29 e 30 luglio.
La stagione degli utili inizierà ufficialmente solo la prossima settimana, con la pubblicazione dei risultati delle principali banche. Tuttavia, domani l’attenzione sarà rivolta a Delta Air Lines (DAL), per un primo riscontro sulle performance aziendali. Sono attesi oggi anche i risultati di Conagra Brands (CAG), Levi Strauss (LEVI) e PriceSmart (PSMT). Inoltre, il mercato seguirà con attenzione i nuovi dati sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, attesi nel corso della seduta.
Marco Bernasconi Trading
Wall Street cauta, occhi su Fed e dazi USABORSE USA: CONSOLIDAMENTO IN CORSO
Mercoledì, l'S&P 500 ha guadagnato lo 0,57%, il Nasdaq lo 0,95% e il Dow Jones è salito dello 0,49%, con gli operatori ancora in attesa delle decisioni sui dazi da parte dell’amministrazione USA.
Il presidente Trump ha affermato di voler implementare un dazio del 50% sulle importazioni di rame e ha minacciato di imporre dazi fino al 200% sui prodotti farmaceutici. Tuttavia, ha precisato che l'attuazione sarebbe ritardata di 12-18 mesi per consentire gli adeguamenti del settore.
Nel frattempo, i verbali del FOMC indicano che una riduzione del tasso sui Fed Funds potrebbe essere appropriata nel corso dell'anno. La pressione al rialzo sull'inflazione derivante dai dazi è ritenuta temporanea o modesta, mentre le aspettative di inflazione a medio-lungo termine restano ben ancorate.
Tuttavia, si evidenzia il rischio di un indebolimento dell'attività economica e del mercato del lavoro. Alcuni membri del board hanno suggerito un possibile taglio dei tassi già nella prossima riunione, mentre altri ritengono che non siano necessarie riduzioni nel 2025.
La Fed ha quindi mantenuto invariato il tasso sui Fed Funds al 4,25%-4,50% per la quarta riunione consecutiva, in attesa di maggiore chiarezza sulle prospettive economiche.
I mercati continuano a scommettere su due tagli da 25 punti base entro la fine dell'anno. Il settore tecnologico ha registrato le migliori performance, mentre beni di consumo di base ed energia hanno sottoperformato.
Tra le megacap, spiccano i rialzi di Nvidia (+2,2%) e Microsoft (+1,2%). Le azioni Apple sono rimaste pressoché invariate, dopo che il consigliere commerciale della Casa Bianca, Peter Navarro, ha dichiarato che l’azienda si considera "troppo grande per imporre dazi".
VALUTE
Poche novità sul fronte valutario, con i principali cambi ancorati in range ristretti.
L’EUR/USD mantiene quota 1,1700, tornando a testare le prime resistenze a 1,1750-60. Il GBP/USD corregge leggermente, pur restando lontano dai livelli chiave.
Lo USD/JPY scende di 100 pips da 147,20 a 146,20, avvicinandosi ai primi supporti a 145,80. Le valute oceaniche restano in range: AUD/USD tra 0,6460 e 0,6590, NZD/USD tra 0,5960 e 0,6110.
Lo USD/CHF non riesce a superare quota 0,8000 e si avvicina ai supporti a 0,7920 e 0,7850. L’EUR/JPY resta forte, vicino ai target di medio termine a 172,30-40.
PETROLIO
Mercoledì, i future sul WTI hanno oscillato attorno a 67,8 dollari al barile, con leggere variazioni dopo due giorni di rialzi.
I mercati restano cauti per via della proposta di Trump di imporre dazi al 50% sul rame, che ha sollevato timori di perturbazioni commerciali più ampie, potenzialmente dannose per la domanda di petrolio.
L’OPEC+ è pronta ad aumentare nuovamente la produzione a settembre, dopo l’incremento di 548.000 barili al giorno previsto per agosto. Tuttavia, il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti ha dichiarato che la mancanza di scorte dimostra che "il mercato aveva bisogno di quei barili".
Saudi Aramco prevede un aumento della domanda globale di petrolio di 1,2-1,3 milioni di barili al giorno nella seconda metà del 2025.
Nel frattempo, le tensioni nel Mar Rosso si sono intensificate con nuovi attacchi degli Houthi, che hanno affondato una nave causando vittime tra l’equipaggio.
Negli Stati Uniti, i dati EIA mostrano un aumento delle scorte di greggio di 7,1 milioni di barili, il più alto da gennaio. L’EIA ha anche rivisto al ribasso le previsioni sulla produzione per il 2025, a causa del rallentamento delle trivellazioni legato al calo dei prezzi.
CPI CINA
A giugno 2025, i prezzi al consumo in Cina sono aumentati dello 0,1% su base annua, invertendo il calo dello 0,1% dei tre mesi precedenti e superando le attese di stabilità.
Si tratta del primo aumento annuale dell’inflazione da gennaio, sostenuto da eventi di e-commerce, sussidi statali e minori tensioni commerciali con gli USA.
I prezzi dei beni non alimentari sono saliti dello 0,1%, grazie agli aumenti in abitazioni, abbigliamento, sanità e istruzione. I prezzi alimentari, invece, hanno continuato a calare, ma a un ritmo più moderato, segnando il quinto mese consecutivo di flessione.
L’inflazione core è salita allo 0,7% annuo, il livello più alto in 14 mesi. Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,1%, dopo il -0,2% di maggio, segnando il quarto calo mensile del 2025.
CPI MESSICO
In Messico, l’inflazione annuale è rallentata al 4,32% a giugno 2025, rispetto al 4,42% di maggio, in linea con le attese del 4,31%.
Il rallentamento è dovuto alla minore crescita dei prezzi agricoli ed energetici. Tuttavia, l’inflazione è aumentata per beni alimentari, bevande, tabacco e servizi, passando dal 4,49% al 4,62%.
Anche l’inflazione core è salita, raggiungendo il 4,24% rispetto al 4,06% del mese precedente. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,28%, invariati rispetto a maggio.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Mercati stabili in attesa sui nuovi dazi USAFOCUS ANCORA SUI DAZI
I tre principali indici americani sono rimasti pressoché invariati, in un contesto di mercato caratterizzato dall’attesa degli investitori per gli ultimi sviluppi commerciali.
I mercati hanno reagito alle dichiarazioni di Trump, che ha annunciato una revisione dei dazi su 14 Paesi privi di accordi commerciali con gli Stati Uniti. Alcuni rapporti indicano che gli USA hanno proposto all’UE un accordo che manterrebbe un dazio di base del 10%.
Il mercato ha reagito positivamente alla proroga dei negoziati, poiché i nuovi dazi non entreranno in vigore prima del 1° agosto, concedendo più tempo ai partner commerciali per raggiungere un’intesa.
Il settore dei servizi di pubblica utilità è stato il più debole, mentre energia e sanità hanno registrato i maggiori guadagni.
Sul fronte societario, le azioni Tesla sono salite di quasi l’1%, rimbalzando dopo un calo del 6,8% lunedì. Le altre megacap hanno avuto andamenti contrastanti: Nvidia (+0,4%), Meta (+0,2%), Broadcom (+0,6%) e Alphabet (+0,2%) in rialzo; Microsoft (-0,2%), Apple (-0,6%) e Amazon (-0,3%) in calo.
VALUTE
Come previsto, l’euro ha ritestato livelli sotto 1,1700, reagendo già dai primi supporti. Il trend rimane favorevole al dollaro, anche se una correzione tecnica sembra probabile.
USD/JPY si avvicina a 147,00, mentre EUR/JPY ha superato quota 172,00, con possibilità teorica di raggiungere il doppio massimo di 175,30, toccato esattamente un anno fa.
Le valute oceaniche restano deboli, mentre USD/CHF non riesce a superare quota 0,8000.
Il contesto generale è di “risk on”, con l’equity sui massimi, l’oro in correzione e i mercati emergenti che continuano a performare.
RENDIMENTI DEI TREASURIES IN SALITA
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è salito di quasi 5 punti base, raggiungendo il 4,43% martedì, il livello più alto da metà giugno. Il mercato mostra segnali di ritorno al “risk off”, seppur parziale.
Gli investitori cercano di valutare l’impatto delle dichiarazioni di Trump, traendo parziale conforto dalla nuova scadenza del 1° agosto per l’entrata in vigore dei dazi.
Trump ha annunciato aliquote tariffarie riviste per 14 nazioni, tra cui un dazio del 25% sulle importazioni dal Giappone. Inoltre, gli USA avrebbero proposto all’UE un accordo con dazio base al 10%.
Nel frattempo, le speculazioni su possibili stimoli fiscali da parte del Giappone, in vista delle elezioni della Camera alta del 20 luglio, hanno aumentato la pressione sui mercati obbligazionari globali, soprattutto sui titoli a lunga scadenza.
Il rendimento dei titoli USA a 30 anni è tornato vicino al 5%.
NFIB USA
L’indice di ottimismo per le piccole imprese (NFIB) negli Stati Uniti si è attestato a 98,6 a giugno 2025, in calo rispetto ai 98,8 di maggio e alle previsioni di 98,7, ma ancora leggermente sopra la media storica di 98.
Un aumento degli intervistati che segnalano scorte in eccesso ha contribuito al calo dell’indice. Il 19% dei titolari ha indicato le tasse come principale problema, in aumento di un punto rispetto a maggio, tornando al primo posto.
L’ultima volta che le tasse hanno raggiunto il 19% è stato a luglio 2021. Persistono preoccupazioni per la qualità della manodopera e gli elevati costi del lavoro.
La percentuale netta di titolari che prevede migliori condizioni aziendali è scesa al 22% (-3 punti), mentre quella che prevede maggiori volumi di vendita è scesa al 7% (-3 punti). Il 21% prevede investimenti in conto capitale nei prossimi sei mesi, in calo di un punto.
L’indice di incertezza è sceso di cinque punti, attestandosi a 89.
FRANCIA: DEFICIT COMMERCIALE
Il deficit commerciale della Francia si è ampliato leggermente, raggiungendo i 7,8 miliardi di euro a maggio 2025, rispetto ai 7,7 miliardi di aprile (rivisti al ribasso).
Si tratta del disavanzo più ampio da settembre scorso. Le esportazioni sono calate dello 0,3% su base mensile, attestandosi a 48,9 miliardi di euro, con diminuzioni in quasi tutte le regioni, tranne verso l’UE (+4,8%).
Le importazioni sono diminuite dello 0,2%, a 56,7 miliardi di euro. Per regione, sono calate dalle Americhe (-5,4%), Medio Oriente (-2%) e Asia (-0,1%), mentre sono aumentate da Africa (+8,6%) e UE (+1,3%).
RBNZ: TASSI FERMI
La Reserve Bank of New Zealand ha mantenuto invariato il tasso ufficiale (OCR) al 3,25% nella riunione di politica monetaria, in linea con le attese, mantenendo il livello più basso da agosto 2022.
Il Comitato ha citato l’elevata incertezza e i rischi inflazionistici a breve termine come motivi per attendere agosto prima di eventuali interventi.
L’inflazione annua ha raggiunto il 2,5% nel primo trimestre 2025, rimanendo entro l’obiettivo dell’1–3%. Si prevede un avvicinamento al limite superiore nel secondo e terzo trimestre, ma l’allentamento dell’inflazione core dovrebbe riportarla verso il 2%.
L’economia neozelandese ha registrato una contrazione dello 0,7% su base annua nel primo trimestre, migliore delle attese (-0,8%) e in miglioramento rispetto al -1,3% del quarto trimestre 2024.
Nonostante la ripresa, il Comitato ha espresso preoccupazione per il ritmo del recupero, osservando che l’incertezza potrebbe indurre famiglie e imprese a comportamenti più cauti.
Saverio Berlinzani
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Oro, trend esaurito o messo alla prova?L'oro è tornato a un livello tecnico chiave nonostante sono presenti le condizioni che tipicamente favorirebbero un apprezzamento del bene rifugio, gli investitori stanno forse cambiando le dinamiche di predisposizione rispetto al rischio, all'inflazione e alla crescita?
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 85.24% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
L'oro ignora il copione?
La scorsa settimana ha evidenziato un indebolimento del dollaro USA, un aumento delle stime di un taglio dei tassi di interesse e dati sull'inflazione che hanno registrato un aumento preoccupante. Sulla carta, questi sono il genere di sviluppi che in genere guidano l'oro. Sarebbe lecito aspettarsi un rialzo dell'oro? Normalmente queste dinamiche si riflettono sulla price Action di Asset considerati beni di rifugio, come ad esempio l’oro, eppure il Gold non ha battuto ciglio.
Il dato core PCE di maggio, l'indicatore di inflazione preferito dalla Fed, è cresciuto più del previsto al 2,7%. Tuttavia, i mercati obbligazionari hanno reagito tranquillamente, con i futures sui tassi che continuano a scontare un'elevata probabilità di allentamento entro settembre. Parallelamente, il dollaro USA ha perso terreno, con l'indice del dollaro in calo di oltre l'1% sulla settimana. Un movimento di questo tipo di solito si riflette direttamente sulle materie prime denominate in dollari, come l'oro.
Parte della risposta risiede nella geopolitica. Il cessate il fuoco tra Israele e Iran ha allentato le tensioni che in precedenza sostenevano l'attrattiva dell'oro come bene rifugio. Nel frattempo, i mercati azionari hanno continuano a registrare nuovi massimi, per citarne alcuni: Nvidia e Microsoft, che ora più che mai sono vicine ad una capitalizzazione di mercato di $4 Tln.
gli investitori stanno passando dalla protezione alla partecipazione privilegiando Assets che beneficiano del miglioramento dei flussi commerciali e della domanda globale. L'ultimo accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, incentrato sulle esportazioni di terre rare, non fa che rafforzare questa narrativa. Per ora, prevale la propensione al rischio.
Il contesto macroeconomico è diventato più complesso. il quadro tecnico invece?
Dopo un forte rialzo fino ad aprile, il mercato è entrato in una fase di consolidamento. A maggio si è formato un massimo inferiore, che è stato ritestato e respinto a giugno. Tale rifiuto ha innescato l'ultimo calo di due settimane, riportando il metallo prezioso sulla sua linea di tendenza al rialzo.
Questa linea di tendenza, in atto dal dicembre 2024, ha guidato il trend rialzista più ampio e ha tenuto bene nei tre test precedenti. Ancora una volta, si trova sotto pressione. Se questa volta reggerà è una questione aperta. Secondo le regole non scritte dell’analisi tecnica: le linee di tendenza sono valide solo quanto la domanda che le sostiene e, in una fase di consolidamento, tale sostegno può spesso essere discontinuo.
La natura del consolidamento è una sorta di deriva controllata, con molti movimenti ma poco impegno. Se la linea di tendenza dovesse cedere, ciò non significherebbe necessariamente la fine del ciclo rialzista dell'oro. Potrebbero aprirsi diversi scenari, come ad esempio una correzione più profonda, con i minimi di maggio in gioco, tale area è anche in linea con il prezzo medio ponderato per il volume ancorato ai minimi di dicembre 2024.
Per ora, l'oro rimane quiescente. È ancora al di sopra di un possibile livello di supporto, ma non si comporta più come un mercato sotto controllo. Se il clima di propensione al rischio dovesse continuare, potremmo forse assistere a una riallocazione dei fondi lontano dal beni rifugio? Oppure il mercato resterà fedele al metallo prezioso e stabilirà nuovi massimi?
Oro: Grafico a candela giornaliero
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
Disclaimer: La finalità del presente articolo è meramente informativa e didattica. Le informazioni qui riportate non costituiscono consulenza in materia di investimenti e non contemplano la situazione finanziaria o gli obiettivi individuali degli investitori. Le informazioni relative ai risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Per quanto permesso dalla legge, in nessun caso, Capital.com (o un suo affiliato o dipendente) assume responsabilità per qualsiasi perdita incorsa a causa dell’utilizzazione delle informazioni fornite. Chi agisce in base a tali informazioni lo fa a proprio rischio. Qualsiasi informazione che possa essere intesa come “ricerca di investimento” non è stata preparata in conformità ai requisiti legali stabiliti per promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e dunque deve essere considerata comunicazione di marketing.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 85.24% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
Wall Street spinge i mercati, sterlina in caloLA FORZA DI WALL STREET
Mercoledì gli indici a Wall Street hanno chiuso in territorio positivo, con l’unica eccezione del Dow Jones, in calo dello 0,02%. L’S&P 500 ha guadagnato lo 0,47%, segnando un nuovo massimo storico, mentre il Nasdaq è salito dello 0,94%.
La forza dei mercati azionari è sostenuta dal sentiment positivo degli investitori, alimentato dalla possibilità che la Fed possa tagliare i tassi d’interesse già a luglio. Questo scenario è favorito da dati economici in calo, ma ancora resilienti, e dalle speranze di una conclusione positiva dei colloqui commerciali tra gli Stati Uniti e i principali partner, in particolare Cina ed Europa.
Il Presidente Trump ha annunciato un accordo commerciale con il Vietnam, che prevede un dazio del 20% invece del 46% inizialmente previsto per il "Giorno della Liberazione". Tuttavia, le trattative con il Giappone risultano bloccate e l’accordo con l’UE è ancora in sospeso, alimentando l’incertezza in vista del possibile ripristino di dazi più severi la prossima settimana.
Nel frattempo, i dati ADP hanno mostrato un calo inaspettato dei posti di lavoro nel settore privato, confermando un rallentamento del mercato del lavoro in attesa del rapporto ufficiale sull’occupazione previsto per domani.
Sul fronte fiscale, i mercati attendono la decisione della Camera dei Rappresentanti sul disegno di legge di spesa approvato dal Senato, che comporterebbe un aumento del debito pubblico di circa 3,3 trilioni di dollari.
Il settore tecnologico ha recuperato dopo il crollo del giorno precedente. Microsoft è rimasta invariata nonostante l’annuncio del taglio di 9.000 posti di lavoro. Nike e Lululemon hanno registrato forti rialzi, grazie all’esclusione da dazi più elevati sul Vietnam.
VALUTE
Sul mercato valutario, a parte il calo della sterlina dovuto a tensioni interne al Partito Laburista, le oscillazioni sono rimaste contenute nei range delle ultime settimane.
L’EUR/USD si mantiene vicino a 1,1800, con una correzione limitata. Il GBP/USD (Cable) è sceso a 1,3560 per poi risalire a 1,3630. L’EUR/GBP è salito fino a 0,8670, chiudendo poi a 0,8650. Lo USD/JPY è rimasto stabile tra 143,50 e 144,20.
Le valute oceaniche restano strutturalmente deboli. Poche novità anche sui cross, mentre il franco svizzero continua a rafforzarsi contro tutte le principali valute. La tendenza attuale dovrebbe proseguire nelle prossime sedute, in attesa delle scadenze sui dazi.
ADP IN CALO
Le imprese private statunitensi hanno perso 33.000 posti di lavoro a giugno 2025, il primo calo da marzo 2023. A maggio, il dato era stato rivisto al ribasso a +29.000, mentre le previsioni indicavano un aumento di 95.000 unità.
Il settore dei servizi ha perso 66.000 posti, mentre si sono registrati aumenti nei settori del tempo libero, ospitalità, commercio, trasporti e servizi pubblici. Il settore manifatturiero ha creato 32.000 posti.
La crescita salariale annua per chi ha mantenuto il lavoro è scesa al 4,4% (dal 4,5% di maggio), mentre per chi ha cambiato lavoro è calata al 6,8% (dal 7%).
“Il rallentamento delle assunzioni non ha ancora compromesso la crescita salariale”, ha dichiarato la Dott.ssa Nela Richardson, capo economista di ADP.
SALGONO I RENDIMENTI IN UK
Il rendimento del Gilt decennale britannico è salito di oltre 20 punti base, superando il 4,66%, dopo aver toccato i minimi degli ultimi sei mesi.
La causa è da ricercare nei conflitti interni al Partito Laburista, che hanno minato la fiducia nel debito pubblico. Il Primo Ministro Keir Starmer si è astenuto dal sostenere l’insediamento della Cancelliera Rachel Reeves, a causa di dubbi sulla riforma del welfare.
L’incertezza sulla permanenza della Reeves ha provocato un crollo dei Gilt a lunga scadenza e ha ridotto le aspettative di tagli dei tassi nel trimestre. La sterlina ha perso 200 pips in poche ore, per poi recuperare parzialmente in serata.
Poco prima, il Governatore della Banca d’Inghilterra aveva dichiarato che la direzione dei tassi è “al ribasso” e che la politica monetaria si avvierà verso una posizione “più neutrale”.
DISOCCUPAZIONE UE
Il tasso di disoccupazione nell’area euro è salito al 6,3% a maggio 2025, rispetto al minimo storico del 6,2% di aprile, superando le attese.
Il numero di disoccupati è aumentato di 54.000 unità, raggiungendo quota 10,83 milioni. Il tasso di disoccupazione giovanile è rimasto stabile al 14,4%.
Tra le principali economie, Germania (3,7%) e Paesi Bassi (3,8%) hanno registrato i tassi più bassi. Spagna (10,8%), Francia (7,1%) e Italia (6,5%) restano su livelli più elevati.
PMI CINA
L’indice Caixin China General Services PMI è sceso a 50,6 a giugno 2025, rispetto al 51,1 di maggio e sotto le attese di 51,0.
Si tratta dell’espansione più debole dal settembre 2024, con un rallentamento dei nuovi ordini e un calo delle vendite all’estero, il più marcato da dicembre 2022.
Il sentiment delle imprese è migliorato per il secondo mese consecutivo, grazie alle speranze di condizioni economiche migliori, ma resta sotto la media di lungo periodo. Le valute oceaniche ne risentono, restando deboli.
AUSTRALIA, BILANCIA COMMERCIALE
Il surplus commerciale australiano si è ridotto a 2,24 miliardi di dollari australiani a maggio 2025, in forte calo rispetto ai 4,86 miliardi di aprile e ben sotto le attese di 5 miliardi.
È il livello più basso da agosto 2020. Le esportazioni sono diminuite del 2,7%, toccando i 42,4 miliardi, anche a causa di un calo del 5,5% delle spedizioni verso gli Stati Uniti, penalizzate dai dazi dell’amministrazione Trump.
Al contrario, le esportazioni verso la Cina sono aumentate dell’1,9%. Le importazioni sono cresciute del 3,8%, raggiungendo il record di 40,16 miliardi, spinte dalla domanda di beni strumentali.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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Nvidia, Break-out e Stay-out, Oppure Fake-Out? Nvidia ha raggiunto nuovi massimi storici, riconquistando il titolo di azienda più preziosa al mondo (per capitalizzazione di mercato). Da cos'è guidato il movimento?
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La spesa per l'intelligenza artificiale è viva e vegeta
Nvidia ha riconquistato la fiducia degli investitori, soprattutto nel campo IA. Durante l'assemblea degli azionisti della società, *il CEO Jensen Huang ha dipinto un quadro ottimistico nel lungo termine, delineando un possibile boom economico dell'AI, un'opportunità che potrebbe essere multimiliardaria e marcare una concreta ascesa delle infrastrutture sovrane di intelligenza artificiale in tutto il mondo. Il messaggio è stato accolto favorevolmente dal mercato, soprattutto dopo che diverse grandi aziende tecnologiche hanno ribadito il loro impegno a investire nell'intelligenza artificiale durante le rispettive earning season.
Micron ha alimentato il rally con una relazione sugli utili straordinaria, superando le previsioni e fornendo prospettive future ottimistiche grazie alla domanda trainata dall'IA. Gli investitori hanno anche accolto con favore l'idea che la presa di Nvidia sullo stack hardware dell'IA rimanga salda, nonostante la concorrenza. I giganti del cloud come Microsoft e Amazon potrebbero voler costruire i propri chip, tuttavia ad oggi Nvidia rappresenta ancora un caposaldo dell'industria.
La storia raccontata dall'andamento dei prezzi
Si dice che i titoli più forti siano quelli che si riprendono rapidamente dalle cattive notizie. Nvidia corrisponde a questa descrizione? Dopo una brutta correzione nel primo trimestre, innescata dalle restrizioni alle esportazioni cinesi e dalla svolta di DeepSeek, molti credevano che il sentiment rimanesse negativo. Tuttavia, da metà aprile, il grafico ha raccontato una storia diversa. Il gap di gennaio è stato colmato, il titolo ha registrato un andamento laterale, e ora abbiamo assistito a un netto breakout verso nuovi massimi, che potrebbe portare a nuovi livelli di supporto.
Il volume è stato buono durante il rialzo. Non euforico, ma abbastanza solido da sostenere l'andamento del prezzo. Adesso bisognerà vedere qual è il follow-through. Il mercato potrebbe voler vedere Nvidia mantenersi al di sopra della zona di breakout. Il prezzo ha chiuso al di sopra del breakout per tre sessioni consecutive, il che potrebbe indicare che non si tratti di un falso breakout.
C'è anche una chiara linea di tendenza ascendente, che offre un punto di riferimento per futuri pullback insieme alla vecchia resistenza orizzontale. L'RSI è salito a 76, ma non è un segnale di allarme. Nvidia ha già registrato un andamento positivo con l'RSI a 80 in passato e lo slancio non tende a esaurirsi solo perché tecnicamente è ipercomprato. Riuscirà il trend a rimanere favorevole o assisteremo ad un Pullback?
NVDA: Grafico a candela giornaliero
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
* Fonti: www.barrons.com
www.ft.com
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I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 85.24% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 01.07.2025Si chiude un 1’ semestre turbolento ma positivo per le Borse globali!
L’esuberanza verbale di Trump spicca, ma gli “sherpa” lavorano agli accordi.
Dollaro a 1.18 contro Euro: siamo al punto di rimbalzo?
Simposiio banchieri centrali di Sintra: attese indicazioni sui tagli tassi Usa.
Il primo semestre del 2025 si chiude con un mix di rally, scossoni e incertezze globali. Le Borse europee archiviavano giugno con tono debole: Milano riesce a strappare un timido +0,1%, mentre gli altri listini del continente chiudono poco sotto la parità. Tutto questo mentre Wall Street vola su nuovi massimi storici.
Dopo un inizio d’anno a gonfie vele per i mercati europei – gennaio e febbraio in salita – è arrivato un marzo fiacco e un aprile burrascoso, complice la svolta protezionista di Trump sui dazi. Poi un maggio brillante, seguito però da un giugno rallentato da tensioni geopolitiche e timori sull’energia.
Eppure, nonostante i saliscendi, il bilancio del semestre è sorprendentemente positivo: l’Ibex spagnolo guadagna un impressionante +21,3%, seguito dal Dax tedesco (+20,2%) e dal nostro Ftse Mib (+16,4%). Più indietro Londra (+7,9%) e Parigi (+4,8%).
Europa bene, ma i soldi stanno tornando negli USA? Secondo diversi analisti, l’euforia europea dei mesi scorsi si sta affievolendo. I capitali che avevano “traslocato” nel Vecchio Continente ora rientrano, in parte, negli Stati Uniti, spinti da un'economia americana che tiene botta. Le turbolenze tariffarie lanciate da Trump avevano inizialmente favorito una rotazione verso l’Europa, ma i dati macro non hanno supportato l’ottimismo.
Al contrario, il mercato del lavoro USA si è dimostrato più solido del previsto. Risultato? Nel secondo trimestre, lo S&P 500 è salito del 10%, contro il modesto +2% dell’Euro Stoxx 600. Anche i segnali di disgelo sul fronte commerciale aiutano l'amministrazione Trump a recuperare terreno.
In parallelo, occhi puntati sulla politica monetaria: mentre la presidente della BCE Christine Lagarde ribadisce il target d’inflazione al 2%, avverte che “il contesto resta incerto e potenzialmente più volatile”.
Intanto, infuriano le tensioni tra Trump e Jerome Powell, con il presidente USA che critica duramente il capo della Fed e lascia intendere di avere già un sostituto in mente.
Wall Street chiude molto bene giugno: Dow Jones +0,63%, Nasdaq +0,47%, e S&P500 +0,51%. Nel mese, l’S&P500 è cresciuto +4,4%, il Nasdaq +6,1% e il Dow Jones +3,7%. Il Nasdaq100 ha messo a segno quattro record consecutivi, grazie al traino delle big tech.
Il Nasdaq si conferma come il listino dell’innovazione, rinnovando continuamente composizione e pesi: delle 15 principali società presenti nel 2000, oggi ne restano solo due (Microsoft e Cisco). E i loro utili crescono come in nessun altro indice: sul 2025, le stime sugli utili prevedono +17,6% per Nasdaq100, contro +11,5% dell’S&P 500 e +7,1% dell’S&P MidCap.
Gli investitori restano attenti anche agli sviluppi del Forum BCE di Sintra, dove sono attesi interventi chiave di banchieri europei e statunitensi.
Intanto in Italia, l’Istat segnala un’inflazione di +0,2% mensile e +1,7% annua, leggermente sotto le attese (1,8%), mentre lo spread BTP-Bund chiude il semestre in calo a 88 bps (minimo da febbraio 2021), mentre il rendimento del BTP decennale scende al 3,49%, segno che il debito italiano piace sempre.
Il dollaro sprofonda: il dollar index ha perso oltre -10% da inizio anno: il peggior semestre dal 1973. La causa? Politiche protezionistiche, incertezze sulla Fed e timori sull’indipendenza della banca centrale USA. L’euro vola a quota 1,1750, toccando anche 1,18 – un livello che non si vedeva da settembre 2021.
Oggi, 1’ luglio e data d’avvio del 2’ semestre, le Borse asiatiche mostrano con un atteggiamento cauto. In Cina CSI300 +0,1%, mentre Hong Kong è chiusa per festività. Il PMI manifatturiero Caixin sorprende positivamente e Xiaomi brilla con oltre 25.000 veicoli elettrici consegnati a giugno ma soprattutto un record di preordini per il SUV YU7 (quasi 289.000 richieste in un'ora), mentre Tesla vede le vendite in Cina calare del 15% annuo.
Il KOSPI coreano balza dell’1,6%, trainato da Samsung (+2%). Il Sensex indiano guadagna lo 0,3%, mentre il Nikkei giapponese arretra dell’1% dopo le critiche di Trump sui negoziati commerciali e il rifiuto giapponese di importare riso americano.
Petrolio e materie prime: il prezzo del greggio ha chiuso il semestre con un calo del -10%, penalizzato dalle attese di un aumento della produzione OPEC+ ad agosto (fino a +411.000 barili/giorno). Morgan Stanley prevede un Brent a 60 dollari nei prossimi mesi, col rischio geopolitico in discesa.
L’indice Bloomberg delle materie prime chiude il semestre a +4% (102,2 USD), spinto da rame e metalli preziosi. L’oro oggi rimbalza a 3.325 USD/oncia (+26% da inizio anno in USD, +11,6% in euro). Citi stima un consolidamento tra i 3.100 e i 3.500 USD nel Q3, ma anche un possibile ritorno a 2.500-2.700 nel 2026.
Bitcoin chiude un secondo trimestre stellare (+30%), portando il guadagno annuo a +14% (106.800 USD). Sul fronte obbligazionario, il rendimento del Treasury USA decennale scende a 4,20%, complice l’attesa di tagli ai tassi: Goldman Sachs prevede ben tre tagli da 25 punti base tra settembre e dicembre, in contrasto con Powell, ma in sintonia con Trump.
Informazioni importanti
Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.
Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 26.06.2025NATO: trovato l’accordo per alzare la spesa dei partner europei.
La tecnologia brilla di nuovo e Nvidia vola a nuovi massimi storici.
Trump critica ancora Powell (Fed): calano rendimenti dei Treasuries.
Oro, argento, metalli industriali e cryptovalute sempre ben richiesti.
Borse in bilico tra tregue geopolitiche e scossoni macro: vola Nvidia, giù Milano. Il 25 giugno si è chiuso sotto il segno della prudenza per i mercati europei. Il cessate il fuoco tra Israele e Iran ha portato un sospiro di sollievo, ma non è bastato a sostenere gli indici, che hanno virato in territorio negativo, seppur con perdite contenute.
La tensione internazionale resta alta e le borse sembrano ancora incerte sui nuovi equilibri in Medio Oriente.
A nulla è servita la spinta dei titoli della Difesa, favoriti dalla decisione dei Paesi NATO di alzare la spesa militare al 5% del PIL. Piazza Affari ha chiuso in calo dello 0,39%, in linea con un’Europa.
Dall’altra parte dell’Atlantico, Wall Street ha mostrato un andamento misto: Dow Jones -0,24%, Nasdaq -0,31% e S&P500 praticamente invariato, poco sopra i 6.090 punti. Brilla invece Nvidia, che ha aggiornato i massimi storici: +4,3% a 154,3, spingendo la capitalizzazione di mercato a circa Us$ 3.760 miliardi, valore superiore a quello di Microsoft e Apple. A scatenare l’euforia, l’intervento del CEO Jensen Huang all’assemblea annuale della società.
Sul fronte valutario, il dollaro si è stabilizzato sui minimi dal 2021, a quota 1,16 contro l’euro e mostrando debolezza anche contro lo yen (145,6, in calo da 144,8). L’euro/yen è salito a 169,3 da 168,3.
Materie prime: il prezzo del gas naturale europeo è sceso a 35 euro/MWh sulla piazza di Amsterdam. Il petrolio, dopo il crollo dei due giorni precedenti (oltre -15% dal picco di 78 dollari di lunedì mattina), ha tentato un rimbalzo marginale, riportandosi appena sopra i 65 dollari al barile (WTI). Il calo recente riflette il venir meno delle paure di interruzioni dell’offerta, grazie alla de-escalation nel conflitto Israele-Iran. In particolare, è diminuito il timore che Teheran potesse bloccare lo Stretto di Hormuz, passaggio obbligato per il 25% del traffico petrolifero mondiale.
Nel frattempo, l’Energy Information Administration (EIA) ha confermato che le scorte di greggio e carburante negli Stati Uniti sono diminuite nella settimana terminata il 20 giugno, segnalando un’accelerazione della domanda e dell’attività di raffinazione con la stagione estiva dei viaggi ormai lanciata.
Seduta priva di scosse per il mercato obbligazionario. I BTp decennali italiani hanno chiuso con un rendimento del 3,51% (dal 3,45% del mattino e 3,48% di martedì), mentre lo spread coi Bund tedeschi resta stabile a 94 bps.
Il 26 giugno s’è aperto con segnali contrastanti sui mercati asiatici, influenzati dalla chiusura piatta di Wall Street. Tuttavia, il cessate il fuoco tra Israele e Iran tiene, e i listini europei ed i future USA appaiono moderatamente positivi.
A Tokyo, Nikkei225 +1,5%, ai massimi da febbraio. Forte la domanda per l’asta di titoli di Stato giapponesi a due anni, la più robusta da gennaio.
Nell’area Cinese umore più fiacco: Hang Seng perde -0,4%, CSI300 piatto, mentre il Taiex di Taipei guadagna +0,3%. Agitazione sull’Hong Kong Dollar: l’autorità monetaria locale ha dovuto intervenire con oltre 1 miliardo di dollari per difendere il cambio.
Il Kospi coreano scivola -1,1% dopo una lunga serie di record, a Mumbai, il BSE-Sensex sale +0,3%.
A Bruxelles, il vertice NATO ha ratificato l’intesa già prefigurata: entro il 2035, gli alleati destineranno almeno il 3,5% del PIL annuo alla difesa, con un ulteriore 1,5% per obiettivi strategici. La Spagna si è chiamata fuori, attirandosi le ire di Donald Trump: “È terribile, non vuole pagare la sua quota, le applicheremo dazi doppi”. Il settore della Difesa resta attraente sulle Borse europee.
L’oro si rafforza leggermente a 3.334 dollari/oncia. Se da un lato la tregua geopolitica favorisce le vendite, dall’altro cresce l’attesa per un possibile taglio dei tassi USA già a luglio, che ne sostiene la domanda.
Il dollaro USA apre in calo per la sesta seduta consecutiva, toccando quota 1,17 contro l’euro, livello minimo da settembre 2021.
Secondo il Wall Street Journal, Trump sarebbe pronto ad anticipare la nomina del successore del presidente della FED Powell, irritato dalla lentezza nei tagli ai tassi. L’ipotesi di un cambio ai vertici rafforza le scommesse su una politica monetaria più espansiva, spingendo al ribasso i rendimenti dei decennali USA (ora al 4,26%, contro il 4,60% di un mese fa).
Bitcoin e mutui: criptovalute sempre più integrate: Bitcoin continua a salire, portandosi a 107.800 dollari, alla 4’ seduta consecutivain rialzo, trainato dalla ritrovata propensione al rischio.
Novità anche sul fronte istituzionale: secondo quanto emerso nella notte, il capo del Dipartimento Federale per l’Edilizia Abitativa (FHFA), William Pulte, ha ordinato a Fannie Mae e Freddie Mac di iniziare a considerare le criptovalute tra gli asset accettabili per garantire i mutui. Un passo che riflette la visione di Trump di fare degli Stati Uniti la capitale mondiale della finanza digitale.
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Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
MSFT: POSSIBILE CORREZIONE📉 Cosa sta succedendo?
Microsoft (MSFT) dopo quasi due mesi di rally è probabilmente pronto per una correzione. L’attenzione degli investitori si è spostata sulle valutazioni elevate del settore tech e sulle probabili prese di profitto. Inoltre alcuni dati macro e notizie di settore stanno alimentando la pressione ribassista. Il sentiment generale sui big tech è diventato più cauto, anche in scia a report che segnalano una possibile rotazione verso settori più difensivi.
⚡ Analisi tecnica
Forte divergenza ribassista tra RSI e prezzo che segnala la perdita di momentum.
🌍 Analisi Fondamentale
Valutazioni elevate e prese di profitto. Diversi analisti nelle ultime ore hanno sottolineato il rischio di correzione per i titoli tech a causa di multipli elevati e di una stagione degli utili che potrebbe non sorprendere al rialzo.
Rotazione settoriale. Alcuni report pubblicati suggeriscono che gli investitori stanno iniziando a spostare capitali verso settori più difensivi, riducendo l’esposizione sui big tech.
Sentiment macro. L’incertezza sulle prossime mosse della Fed e qualche dato macro USA sotto le attese stanno alimentando volatilità e favorendo prese di profitto sui titoli growth.
🎯 Obiettivi di prezzo
Target zona 455 - 450 dollari
⛔ Gestione del rischio
Stop Loss sopra i 500 dollari
💡 Conclusione
La combinazione di divergenza RSI e news di settore offre un’opportunità di trading da valutare
Aggiorna sempre l’analisi con le news di mercato e gestisci il rischio in modo responsabile
INDICI E AZIONI DELLA DELLA WATCH LIST E SETUP OPERATIVIBuona Domenica a tutti i traders, ecco una analisi tecnica sullo Stato Attuale dei Mercati Finanziari: Equilibrio Precario e Aumento della Volatilità
Il mercato finanziario sta vivendo una fase di consolidamento sui massimi storici, un periodo caratterizzato da una evidente indecisione tra gli operatori. I prezzi oscillano tra solidi supporti e resistenze, creando un precario equilibrio. Questo stallo è accentuato da volumi di scambio "timidi", che suggeriscono una mancanza di convinzione direzionale. A rendere il quadro più complesso è l'aumento del VIX, l'indice della volatilità, che segnala un crescente nervosismo e la potenziale fine di questa fase di calma relativa.
Analisi della Dinamica di Mercato
Ci troviamo di fronte a una tensione tra forze opposte:
Forza di Fondo del Mercato: La capacità dell'S&P 500 di mantenere livelli elevati e la reazione positiva sui supporti indicano una resilienza. Gli acquirenti intervengono prontamente, impedendo cali significativi e mantenendo la fiducia nel valore degli asset.
Cautela Operativa: Nonostante questa forza, sia i venditori che gli acquirenti si trovano in una posizione di attesa.
I venditori, pur vedendo prezzi elevati, esitano a prendere profitto aggressivamente, temendo di perdere ulteriori rialzi data la tenuta dei supporti.
Gli acquirenti, d'altra parte, percepiscono i prezzi attuali come eccessivamente alti, rendendo l'ingresso con nuove posizioni significative rischioso a fronte di un potenziale guadagno incerto.
Questa situazione di stallo si riflette chiaramente nei volumi di scambio contenuti, che indicano una mancanza di partecipazione decisa da parte dei grandi investitori. Il mercato sembra "tirare il fiato", in attesa di un catalizzatore che possa rompere questo equilibrio.
Il VIX: Un Barometro del Nervosismo
L'aumento del VIX, spesso definito "indice della paura", è un segnale cruciale. Un VIX in crescita indica che gli operatori stanno acquistando più strumenti di protezione, suggerendo aspettative di maggiore volatilità futura. Questo non solo conferma il crescente nervosismo tra gli investitori, ma anche la consapevolezza che l'attuale equilibrio è fragile e potrebbe presto sfociare in un movimento direzionale più marcato.
Prospettive e Scenari Futuri
Questa fase di consolidamento e indecisione non può durare all'infinito. Il mercato si trova a un punto di flesso, e un movimento direzionale significativo è probabile. Le strategie per gli investitori dovrebbero orientarsi verso la cautela e l'attesa di conferme chiare:
Breakout Rialzista: Un'ulteriore spinta al rialzo potrebbe verificarsi se un aumento deciso dei volumi dovesse accompagnare il superamento dei massimi attuali. Questo segnalerebbe una ripresa della convinzione tra gli acquirenti.
Correzione/Ritracciamento: In assenza di una riattivazione dei volumi in acquisto, il prolungato stallo e l'aumento del nervosismo potrebbero sfociare in un ritracciamento o una correzione. Questo scenario sarebbe confermato da una rottura al ribasso dei supporti chiave, accompagnata da un incremento dei volumi di vendita.
Consolidamento Prolungato: Il mercato potrebbe rimanere in questa fase di oscillazione laterale per un periodo più lungo, con i prezzi che rimbalzano tra resistenza e supporto in assenza di nuovi driver significativi.
Osservazioni su Singoli Titoli: Forza Relativa nel Mercato
In questo contesto di incertezza generale, alcuni titoli mostrano una notevole forza relativa:
Microsoft (MSFT): La sua capacità di "andare da sola" evidenzia come i capitali tendano a rifugiarsi in aziende di alta qualità, con fondamentali solidi e prospettive di crescita chiare, che continuano a performare anche in un mercato incerto.
Oracle (ORCL): Il suo recente "movimento incredibile con volumi pazzeschi" è un esempio di breakout significativo. Per titoli simili, la strategia di monitorare un possibile ritracciamento (pullback) su livelli di supporto importanti è prudente. Questo permetterebbe un ingresso o un incremento di posizione a un prezzo più vantaggioso e con un profilo di rischio meglio definito, qualora il trend dovesse riprendere.
Conclusione
I mercati si trovano in una fase delicata, in bilico tra il mantenimento di livelli elevati e una crescente incertezza. La combinazione di supporti difesi, volumi contenuti e l'aumento del VIX suggerisce che un movimento direzionale importante è all'orizzonte. La pazienza e la capacità di attendere segnali chiari e confermati dai volumi saranno cruciali per navigare questa fase.
Con questo e tutto un grande abbraccio.
Grazie ciao Mauro
Vi cito le mie tre regole che coltivo costantemente:
Pazienza, disciplina ed avere sempre un piano.
Accordo USA-Cina spinge i mercati al rialzoUSA-CINA, CI SIAMO
L'S&P 500 e il Nasdaq, nella seduta di ieri, hanno guadagnato rispettivamente lo 0,55% e lo 0,63%, mentre il Dow Jones ha chiuso con un +0,25%. Analisti e investitori erano ancora in attesa di sviluppi positivi nei colloqui tra Stati Uniti e Cina.
Sempre ieri, in serata, il Segretario al Commercio degli Stati Uniti, Lutnick, ha dichiarato che i colloqui stavano procedendo nella giusta direzione, pur senza fornire ulteriori dettagli.
Nella notte, sembra che i due Paesi siano giunti a un accordo quadro, che richiederà l’approvazione di Trump e Xi Jinping. Gli operatori restano pertanto in attesa di ulteriori progressi nella giornata di oggi, ma il più sembra fatto.
Il settore energetico ha registrato di gran lunga le migliori performance, seguito da quello sanitario e immobiliare, mentre il settore finanziario ha sottoperformato.
Le megacap hanno mostrato andamenti contrastanti: Nvidia e Microsoft in calo, mentre Apple, Meta, Alphabet e Tesla hanno registrato guadagni. Le azioni di Amazon sono rimaste pressoché invariate.
Nel frattempo, il titolo Moderna è sceso di oltre il 2%, mentre Pfizer ha recuperato dopo che il Segretario alla Salute statunitense, Robert Kennedy Jr., ha licenziato i consulenti per la politica vaccinale dei Centers for Disease Control and Prevention nella tarda serata di lunedì.
VALUTE
Ancora una giornata di congestione sul fronte valutario, con movimenti irrilevanti e i principali cambi ancorati in un range di 50 pips. Si è registrata una leggerissima prevalenza di forza del dollaro, specialmente contro la sterlina, dopo i dati negativi sull’occupazione nel Regno Unito.
In queste condizioni, riteniamo che il dollaro possa correggere ancora prima di una eventuale nuova ondata di vendite, con obiettivi di medio termine almeno un 4-5% più bassi rispetto ai livelli attuali.
Vivere alla giornata, operando nei trading range attuali, rimane probabilmente la strategia più adeguata.
TREASURIES
Il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni è sceso per la seconda sessione consecutiva, attestandosi al di sotto del 4,47%, dopo la definizione dell’accordo quadro tra Cina e USA a Londra.
Ora gli operatori sono in attesa di dati economici chiave: oggi è atteso il report sull’indice dei prezzi al consumo (CPI), mentre domani sarà pubblicato quello sull’indice dei prezzi alla produzione (PPI). Questi dati dovrebbero far luce sulle pressioni inflazionistiche e sull’impatto più ampio della guerra commerciale in corso.
Sul mercato obbligazionario, l’attenzione si concentra anche sulle aste dei titoli del Tesoro di questa settimana: un’asta da 58 miliardi di dollari di titoli triennali, un’emissione da 39 miliardi di dollari di titoli decennali e un’altra da 22 miliardi di dollari di titoli trentennali. Si tratta di test chiave per valutare la domanda di debito pubblico statunitense.
DATI MERCATO DEL LAVORO UK
Nel Regno Unito, la retribuzione ordinaria (esclusi i bonus) è aumentata del 5,2% su base annua, raggiungendo le 674 sterline a settimana nei tre mesi fino ad aprile 2025. Si tratta del valore più basso degli ultimi sette mesi, dopo un aumento del 5,5% (rivisto al ribasso) nel periodo precedente e inferiore alle previsioni del 5,4%.
La moderazione della crescita salariale è dovuta a significativi aumenti delle imposte sui salari e a un incremento del 6,7% del salario minimo nazionale. Inoltre, si è registrato un forte rallentamento nel settore privato, mentre nel settore pubblico si è osservata una leggera accelerazione.
Al netto dell’inflazione, i salari reali sono cresciuti dell’1,4%.
PREVISIONI DELLA BANCA MONDIALE
La Banca Mondiale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita globale per il 2025, portandole al 2,3% rispetto al 2,7% previsto a gennaio. Si tratterebbe del dato più debole degli ultimi 17 anni, escluse le recessioni del 2009 e del 2020.
Per il 2026, la crescita globale è prevista al 2,4%, anch’essa inferiore al 2,7% stimato in precedenza. La Banca ha attribuito il rallentamento a un sostanziale aumento delle barriere commerciali e agli effetti pervasivi di un contesto politico globale incerto.
Ha inoltre affermato che, se le controversie commerciali venissero risolte con accordi che dimezzano i dazi rispetto ai livelli di fine maggio 2025, la crescita globale potrebbe essere più forte di circa 0,2 punti percentuali in media nel 2025 e nel 2026.
Per gli Stati Uniti, la crescita del PIL per il 2025 è stata rivista al ribasso all’1,4% (dal 2,3% di gennaio). Le previsioni per la Cina sono rimaste invariate al 4,5%.
Si prevede che l’Eurozona e il Giappone cresceranno entrambi dello 0,7%, con un declassamento rispettivamente di 0,3 e 0,5 punti percentuali. Il PIL dell’India dovrebbe crescere del 6,3% (contro il 6,7%), mentre la crescita del Messico è stata rivista al ribasso dall’1,5% allo 0,2%.
Saverio Berlinzani
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WisdomTree - Tactical Daily Update - 10.06.2025Mercati azionari in bilico tra dazi, diplomazia e voglia di salire ancora.
Usa e Cina proseguono il dialogo, puntano ad un’intesa a breve.
Al recupero delle Borse partecipa anche il tech Usa, ma prevale quello “cinese”.
Coinbase esordisce nello S&P500: Bitcoin riavvicina record storico!
Lunedì piatto per le Borse europee, che aprono la settimana all’insegna della cautela. Gli occhi degli investitori restano incollati al fronte più caldo: i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina, pronti a riaccendersi a Londra. Intanto, i principali listini chiudono leggermente sotto la parità: il FTSE MIB di Milano scivola di un timido -0,03%, il CAC 40 di Parigi resta praticamente invariato (-0,00%) e il DAX 40 di Francoforte perde un più visibile -0,25%.
Il presidente americano Donald Trump, con un post sul suo social Truth, ha gettato acqua sul fuoco delle tensioni annunciando che l’incontro servirà a raggiungere "un accordo commerciale" e si è detto fiducioso in "un esito molto positivo". La speranza è che le due superpotenze trovino un terreno comune, proseguendo la tregua commerciale già firmata a maggio.
Secondo il Wall Street Journal, Trump ha incaricato il Segretario al Tesoro Scott Bessent di trattare la possibile rimozione di alcune restrizioni sulle esportazioni tecnologiche verso la Cina. Il pacchetto include tecnologie chiave come motori a reazione e software per la produzione di chip, cruciali per l’industria cinese. In cambio, si punta a una distensione sulle terre rare, di cui Pechino è fornitore globale dominante.
Il clima è teso: le restrizioni commerciali stanno creando frizioni sul commercio globale, rallentando flussi di materie prime, componenti e tecnologie. In questo contesto, c’è chi prevede che la Fed possa decidere per un taglio dei tassi a luglio, mentre la BCE sembra più propensa a una pausa di riflessione.
Nel frattempo, Wall Street si muove senza grandi scossoni. Il Dow Jones chiude piatto, il Nasdaq guadagna lo 0,31% e l’S&P 500 sale dello 0,09%. Il Dow è tornato in positivo da inizio anno, mentre l’S&P 500 ha riagguantato quota 6.000 punti, livello che non toccava da febbraio.
Tuttavia, non tutti gli indici brillano. Il Bloomberg Magnificent Seven, che riunisce le superstar tecnologiche, resta in rosso con un -2,8% da inizio anno. Male soprattutto Tesla, che ha perso il 24% nel 2024, zavorrata anche dalle crescenti tensioni tra Elon Musk e Trump. In chiaroscuro anche le altre big tech: Meta vola a +18%, Microsoft segue con +12%, Nvidia cresce del 6%, ma Amazon è a -2%, Alphabet a -7% e Apple crolla a -20%.
Nel mercato valutario, l’euro si rafforza leggermente e tocca 1,1416 dollari (da 1,1394), mentre vale 164,96 yen. Il dollaro si scambia a 144,50 yen, in calo da 144,788.
Sul fronte dei titoli di Stato, lo spread BTp-Bund chiude in lieve calo a 95 punti base (da 96), mentre il rendimento del BTp decennale resta fermo al 3,52%.
Lo sguardo si sposta poi sull’Asia, dove prevale l’ottimismo. Lunedì mattina, la maggior parte dei mercati della regione segna rialzi in scia ai segnali positivi dei colloqui USA-Cina. L’MSCI World tocca un nuovo record, mentre l’indice dei mercati emergenti torna ai massimi da febbraio 2022.
In dettaglio: CSI 300 cinese +0,2%, Hang Seng +0,3%, Taiwan Taiex in rally con +2%. Il Kospi coreano sale dello 0,2% e raggiunge il massimo degli ultimi 11 mesi, grazie anche alla vittoria del partito liberale alle presidenziali. Il Nikkei 225 giapponese guadagna l’1% sulla scia di dati positivi sul PIL, mentre l’ASX 200 australiano cresce dello 0,8%, avvicinandosi al proprio record storico. Il Sensex indiano resta stabile.
Nel comparto energetico, il petrolio Brent statunitense tocca quota 67,3 dollari al barile, il massimo da fine aprile. I mercati scommettono su un miglioramento della domanda globale se il dialogo tra USA e Cina andrà a buon fine. A influenzare i prezzi anche le tensioni con l’Iran: Teheran ha annunciato una controproposta sull’accordo nucleare, giudicando “inaccettabile” l’offerta americana. Il nodo resta la possibilità per l’Iran di arricchire uranio: un potenziale accordo potrebbe riaprire le esportazioni di petrolio iraniano, con impatto sui prezzi globali.
Quanto al gas, le scorte dell’Unione Europea hanno superato per la prima volta il 50% dall’inizio della stagione degli stoccaggi. La minore domanda cinese di GNL sta facilitando gli approvvigionamenti europei e contribuendo alla stabilità dei prezzi.
Sul fronte dei metalli preziosi, l’oro resta stabile a 3.312 dollari l’oncia, riflettendo la maggiore propensione al rischio da parte degli investitori e la forza del dollaro. Nonostante la fase di pausa, il metallo giallo vanta ancora una performance annuale notevole: +26% da inizio anno.
Infine, il Bitcoin si avvicina al suo record storico toccato il 22 maggio (112.000 USD), scambiando oggi a 109.400 USD. La crescente fiducia nei mercati digitali ha trovato conferma anche nell’ingresso di Coinbase Global nell’S&P 500, prima società del settore cripto ad approdare nel prestigioso indice.
Chiudono il quadro i bond: il Treasury decennale USA resta stabile con un rendimento del 4,47%, mentre il Bund tedesco è fermo al 2,56% e il BTp italiano al 3,48%. Lo spread tra i titoli decennali italiani e tedeschi oscilla intorno ai 92 punti base, ai minimi degli ultimi quattro anni.
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Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Mercati in attesa tra USA-Cina e dati macroBORSE IN ATTESA
Seduta interlocutoria sui mercati azionari statunitensi. Il Dow Jones è rimasto invariato a 42.762 punti, mentre l’S&P 500 ha chiuso in lieve rialzo dello 0,09% a 6.006 punti. Segno positivo anche per il Nasdaq, salito dello 0,31% a 19.591 punti.
Gli operatori restano in attesa dei risultati dei colloqui tra Stati Uniti e Cina, in corso a Londra, dopo la telefonata della scorsa settimana tra il Presidente Trump e il Presidente Xi. C’è concreta speranza che le tensioni commerciali possano allentarsi, generando una spirale positiva per i mercati azionari.
Nel frattempo, gli investitori attendono i dati macroeconomici relativi agli indici CPI e PPI, in uscita questa settimana, che forniranno un aggiornamento sulle pressioni inflazionistiche.
I beni di consumo discrezionali e le utility hanno registrato le peggiori performance, mentre il settore tecnologico ha ottenuto i maggiori guadagni.
Sul fronte societario, le azioni di Nvidia (+1,5%), Apple (+0,6%), Meta (+0,4%) e Alphabet (+0,8%) sono salite, mentre Microsoft e Amazon sono rimaste pressoché invariate. Tesla ha invece perso quasi il 3,6% dopo il declassamento da parte degli analisti di Argus Research e Baird.
VALUTE
Lunedì, l’indice del dollaro statunitense ha ridotto le perdite precedenti, attestandosi intorno al livello di 99, in un contesto di oscillazioni laterali a bassa volatilità.
Anche nel mercato valutario si attende l’esito dei colloqui a Londra, poiché i rapporti tra Cina e Stati Uniti sono considerati fondamentali per la crescita globale.
Nonostante una fase di stabilizzazione nel breve termine, il dollaro rimane vicino ai minimi di aprile, i più bassi dal 2022, a causa delle crescenti preoccupazioni per gli effetti economici delle politiche commerciali e fiscali del Presidente Trump, che hanno spinto gli investitori ad allontanarsi dagli asset statunitensi.
Durante la giornata, il dollaro si è indebolito soprattutto nei confronti dello yen e del dollaro australiano.
CINA, CPI IN CALO
A maggio 2025, i prezzi al consumo in Cina sono diminuiti dello 0,1% su base annua, in linea con i cali dei due mesi precedenti e leggermente meglio delle attese (-0,2%).
Si tratta del quarto mese consecutivo di deflazione, a testimonianza delle difficoltà legate ai rischi commerciali con gli Stati Uniti, alla debole domanda interna e alle preoccupazioni per la stabilità occupazionale.
I prezzi dei beni non alimentari sono rimasti invariati per il secondo mese consecutivo, mentre si sono registrati aumenti nei settori dell’edilizia, dell’abbigliamento, dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione.
I prezzi alimentari, invece, sono calati per il quarto mese consecutivo. L’inflazione core è aumentata dello 0,6%, il valore più alto da gennaio, dopo un +0,5% nei due mesi precedenti.
Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo (IPC) è sceso dello 0,2% a maggio, invertendo il +0,1% di aprile e segnando il terzo calo mensile dall’inizio dell’anno.
TAIWAN
Il surplus commerciale di Taiwan ha raggiunto il record di 12,62 miliardi di dollari a maggio 2025, più del doppio rispetto ai 6,03 miliardi dello stesso mese del 2024.
Le esportazioni sono aumentate del 38,6% su base annua, toccando i 51,74 miliardi di dollari, grazie soprattutto all’aumento delle vendite di:
prodotti di informazione, comunicazione e audio-video (+111,1%)
parti di prodotti elettronici (+28,4%)
metalli comuni e articoli in metallo comune (+5,7%)
macchinari (+7,7%)
Le importazioni sono cresciute del 25%, raggiungendo i 39,12 miliardi di dollari, trainate da:
prodotti di informazione e audio-video (+108,9%)
parti di prodotti elettronici (+51,7%)
macchinari (+35,9%)
Nei primi cinque mesi dell’anno, il surplus commerciale ha raggiunto i 43,45 miliardi di dollari, in aumento del 38,3% rispetto allo stesso periodo del 2024. Le esportazioni sono cresciute del 24,3%, le importazioni del 21,4%.
ORO IN CALO
Martedì i prezzi dell’oro sono scesi sotto i 3.310 dollari l’oncia, a causa dell’ottimismo sull’allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, che ha ridotto la domanda di beni rifugio.
Siamo in una fase di “risk on” che potrebbe favorire un recupero del dollaro e, di conseguenza, una discesa del metallo giallo.
I colloqui commerciali di alto livello tra Stati Uniti e Cina sono iniziati lunedì a Londra e proseguono oggi. Entrambe le parti cercano una soluzione condivisa a una disputa che spazia dai dazi alle restrizioni sulle terre rare.
Il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha definito l’incontro di lunedì un “buon incontro”, mentre il Segretario al Commercio, Howard Lutnick, lo ha descritto come “fruttuoso”, alimentando le speranze di un disgelo tra le due maggiori economie mondiali.
Gli investitori attendono anche i dati sull’inflazione statunitense, previsti entro la fine della settimana, per comprendere meglio le prossime mosse della Federal Reserve.
Nel frattempo, un sondaggio pubblicato lunedì dalla Federal Reserve di New York ha mostrato che a maggio le preoccupazioni degli americani sull’inflazione futura si sono attenuate, mentre è migliorata la fiducia nelle proprie finanze personali.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Le azioni in ribasso ieri, il rapporto sul lavoro in arrivo oggiLe azioni hanno chiuso in ribasso ieri, il rapporto sulla situazione occupazionale è atteso per oggi.
Ieri le azioni hanno chiuso in ribasso in una sessione altalenante.
Le notizie secondo cui il Presidente Trump e il Presidente cinese Xi avrebbero parlato al telefono nelle prime ore di giovedì mattina hanno fatto salire le azioni all'apertura. Trump ha affermato di aver avuto una "chiamata molto positiva", incentrata "quasi interamente" sul commercio. Ha aggiunto che la chiamata di 90 minuti "ha portato a una conclusione molto positiva per entrambi i Paesi". I colloqui commerciali proseguiranno nelle prossime settimane.
Tra le altre notizie di ieri, la Banca Centrale Europea (BCE) ha tagliato nuovamente i tassi di interesse di altri 25 punti base, portandoli al 2%. Questo è dovuto, in parte, ai continui progressi dell'inflazione, scesa all'1,9% a maggio. Come la Federal Reserve negli Stati Uniti, il tasso obiettivo di inflazione della BCE è del 2%.
In generale, la Fed e la BCE vedono la loro politica monetaria muoversi nella stessa direzione. Non sempre. Ma di solito. In entrambi i casi, la BCE ha tagliato i tassi di 175 punti base dalla metà dello scorso anno, passando dal 3,75% al 2,0% di oggi. La Fed, tuttavia, ha abbassato i tassi solo di 100 punti base, passando da un valore medio del 5,38% nel 2024 al 4,38% di oggi, che è rimasto invariato dall'inizio del nuovo anno.
Ci si aspetta che la Fed riprenda a tagliare i tassi di 25 punti base nella riunione del 17 settembre. E la Fed ha dichiarato di prevedere ancora due tagli quest'anno.
Vorrei anche sottolineare che la lite pubblica tra il Presidente Trump ed Elon Musk, che ha poi pesato sulle azioni Tesla, ha contribuito al tono più debole di ieri. Tesla è la decima posizione ponderata per il mercato nell'S&P 500 con l'1,69%. (Microsoft, NVIDIA e Apple occupano le prime tre posizioni rispettivamente con il 6,55%, il 6,36% e il 5,64%). Essendo Tesla la decima posizione ponderata per il mercato, ha sicuramente un peso, e ha contribuito a trascinare l'indice al ribasso ieri.
Ma l'attenzione del mercato si sposterà sul rapporto sulla situazione occupazionale pubblicato oggi dal Bureau of Labor Statistics (BLS). Soprattutto dopo il rapporto ADP sull'occupazione di mercoledì, più debole del previsto, che ha mostrato la creazione di soli 37.000 nuovi posti di lavoro nel settore privato a maggio, contro le stime di 110.000.
Il rapporto sull'occupazione pubblicato dal BLS prevede la creazione di 129.000 nuovi posti di lavoro a maggio (123.000 nel settore privato e 6.000 nel settore pubblico). Il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere stabile al 4,2%, con una retribuzione oraria media prevista in leggera diminuzione su base annua al 3,7%, rispetto al 3,8% del mese scorso.
Un aumento dell'occupazione superiore alle aspettative contribuirà ad attenuare i timori di un indebolimento dell'economia, mentre un numero di posti di lavoro inferiore alle aspettative non farà che amplificarli. Il rapporto sarà pubblicato alle 8:30 ET.
A un giorno dalla fine, tutti i principali indici sono ancora in rialzo per questa settimana. Se tutto va bene, saranno due settimane consecutive in rialzo.
Un rapporto favorevole sull'occupazione oggi potrebbe contribuire a mantenere la situazione invariata.
Marco Bernasconi Trading
Mercati in bilico tra tagli dei tassi e tensioni globaliFRAGILE EQUILIBRIO
Mercoledì le azioni statunitensi hanno registrato un leggero rialzo, con il Dow Jones, l'S&P 500 e il Nasdaq che hanno guadagnato circa lo 0,3%.
Oggi è il giorno della BCE, attesa al taglio dei tassi, il che potrebbe mantenere alta la volatilità, in ragione di dati contrastanti e delle consuete questioni legate alle tariffe commerciali.
Il rapporto ADP ha rivelato che il settore privato ha creato solo 37.000 posti di lavoro a maggio, il più debole incremento mensile in quasi due anni e ben al di sotto delle aspettative. Questo dato segue il rapporto JOLTS di martedì, che invece aveva sorpreso al rialzo, dipingendo un quadro contrastante del mercato del lavoro in vista dell’attesissimo rapporto sull’occupazione di venerdì.
Sul fronte commerciale, oggi sono entrati in vigore nuovi dazi del 50% sulle importazioni di acciaio e alluminio. Il presidente Trump ha descritto il negoziato con la Cina come "molto difficile da raggiungere". Si prevede che i due leader terranno colloqui nel corso della settimana, mantenendo i mercati in allerta.
A livello settoriale, i servizi sanitari e di comunicazione hanno guidato i guadagni, mentre le utility sono rimaste indietro. Nvidia è salita dello 0,6%, superando Microsoft e diventando l’azienda più preziosa al mondo.
OGGI LA BCE
Oggi si attende la decisione sui tassi della Banca Centrale Europea, dopo la pubblicazione di dati sull’inflazione in deciso calo nell’Eurozona, scesa sotto il 2% su base annua a maggio 2025. Questo rafforza le aspettative di un taglio dei tassi di 25 punti base.
Il taglio è ampiamente prezzato dai mercati, anche se non rappresenta necessariamente l’inizio di una fase di allentamento monetario dopo un lungo periodo restrittivo. Potrebbe trattarsi piuttosto di un aggiustamento tecnico, volto a sostenere la crescita senza riaccendere le pressioni inflazionistiche.
Non è certo che sarà l’unico taglio del 2025: molto dipenderà dai prossimi dati macroeconomici e dagli sviluppi delle politiche commerciali statunitensi. Il messaggio da Francoforte sembra comunque chiaro: il percorso di disinflazione è in atto, ma la politica monetaria resta prudente. Non bisogna quindi aspettarsi una BCE ultra-accomodante. L’istituto centrale sta guadagnando tempo, in attesa di maggiore chiarezza sulle questioni ancora aperte.
CANADA, TASSI INVARIATI
La Banca del Canada ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento al 2,75% nella decisione di giugno 2025, come previsto dal mercato. È la seconda decisione consecutiva di mantenimento dopo 2,25 punti percentuali di tagli negli ultimi sette incontri.
Il Consiglio direttivo ha osservato che l’alternanza di dazi statunitensi, unita all’incertezza dei negoziati commerciali bilaterali e al mantenimento di tariffe elevate rispetto ai livelli di inizio anno, ha comportato rischi al ribasso per la crescita e ha innalzato le aspettative di inflazione. Questo giustifica un approccio cauto rispetto a ulteriori allentamenti monetari.
La maggiore incertezza deriva dall’assenza di un chiaro percorso tariffario da parte degli Stati Uniti e dalle persistenti minacce di nuove azioni, che mantengono elevati i rischi percepiti.
USA, ISM PMI IN CALO
L’indice PMI dei servizi ISM è sceso a 49,9 a maggio 2025, da 51,6 di aprile, ben al di sotto delle aspettative di 52. Si tratta di una modesta contrazione del settore dei servizi statunitense, la prima da giugno dell’anno precedente.
La produzione si è fermata, mentre nuovi ordini e scorte si sono contratti. Le pressioni sui prezzi si sono intensificate, raggiungendo il livello più alto da novembre 2022, probabilmente a causa dei dazi.
ITALIA, CRESCE IL PMI
L’indice PMI composito HCOB in Italia è salito a 52,5 a maggio 2025, da 52,1 di aprile, segnando la più forte espansione in oltre un anno.
La crescita è arrivata sia dal settore manifatturiero che dai servizi. Le fabbriche sono tornate in espansione per la prima volta da mesi. I nuovi ordini sono leggermente aumentati, con una domanda manifatturiera quasi stabilizzata e una crescita più lenta ma positiva nei servizi.
L’occupazione ha continuato ad aumentare, soprattutto nei servizi, contribuendo a ridurre gli arretrati, in particolare nel manifatturiero. Mentre i costi nel settore manifatturiero sono diminuiti, le imprese dei servizi hanno affrontato spese più elevate. Di conseguenza, i prezzi di vendita sono aumentati al ritmo più rapido in oltre un anno, trainati principalmente dai servizi.
Anche la fiducia delle imprese è migliorata, con un maggiore ottimismo in entrambi i settori, segnale di prospettive più positive per l’economia italiana.
USA, CROLLANO GLI ADP
Le imprese private statunitensi hanno aggiunto solo 37.000 lavoratori a maggio 2025, il livello più basso da marzo 2023. Ad aprile erano stati 60.000 (dato rivisto al ribasso), mentre le previsioni erano di 115.000.
La crescita salariale annua è rimasta pressoché invariata al 4,5%, mentre la retribuzione per chi ha cambiato lavoro è aumentata del 7%, in linea con aprile. Dopo un buon inizio d’anno, le assunzioni stanno perdendo slancio. Tuttavia, la crescita salariale si mantiene solida sia per chi ha mantenuto il lavoro sia per chi lo ha cambiato.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 19.05.2025Senza farsi troppo notare, le Borse si riavvicinanio ai massimi storici.
In Cina segnali per lo più positivi sul fronte macro.
Moody’s declassa il debito Usa: Wall Street spera in 2 tagli FED entro 2025.
Milano avvicina il 20% da inizio anno, e oggi è “Dividend Day”.
Settimana scorsa dal bilancio positivo sui mercati globali, tra dubbi e speranze, dazi, tassi, rating sovrany e rally azionari: nonostante i negoziati tra Ucraina e Russia a Istanbul non abbiano prodotto grandi risultati, il morale degli investitori è rimasto sorprendentemente alto, come dimostrato anche dalla seduta positiva di venerdì 16.
Tuttavia, le nuvole non mancano all’orizzonte, soprattutto per l’economia americana, visti i tassi d’interesse ancora alti, consumi e rating del debito sovrano in discesa: il Chairman della Federal Reserve, Jerome Powell, ha ribadito che i tassi resteranno elevati ancora a lungo.
Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, è stato ancora più netto: non esclude una recessione. Più ottimista il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, che prevede un rallentamento, ma non una crisi economica. Secondo lui, nel 2025 ci sarà un solo taglio dei tassi e il GDP (PIL) crescerà tra +0,5% e +1,0%.
La vera doccia fredda è arrivata in serata con Moody’s: l’agenzia ha declassato il rating sovrano degli Stati Uniti da Aaa ad Aa1, citando l’impennata del debito pubblico e i crescenti costi per interessi. L’outlook, però, è passato da negativo a stabile.
Nel frattempo, la Cina ha ridotto le sue riserve in titoli del Tesoro americano a marzo, mentre il Regno Unito è salito al secondo posto tra i creditori esteri. Ciononostante, le disponibilità estere complessive sono aumentate di US$ 233,1 miliardi, raggiungendo il record di 9,05 trilioni.
La fiducia dei consumatori USA, secondo l’Università del Michigan, è scesa ancora: a maggio il relativo indice è arrivato a 50,8 (contro 52,2 di aprile), sotto le attese di 53,4. È il quinto calo consecutivo e il secondo valore più basso mai registrato.
Anche i dati macro non brillano: l’indice dei prezzi all’importazione è salito +0,1% mensile ad aprile, deludendo le attese di un calo di -0,4%.
Malgrado tutto, Wall Street ha chiuso la settimana in bellezza. Venerdì: Dow Jones +0,78%, Nasdaq +0,52%, S&P500 +0,70%
Ma è il bilancio settimanale a sorprendere: S&P 500 +5,3%, Dow Jones +3,4%, Nasdaq +7,2%: protagonisti assoluti i “Magnifici Sette” (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Meta, Tesla e Nvidia): +9,3%.
Sul fronte politico, il presidente Usa Trump ha subito uno stop in casa propria: cinque deputati repubblicani hanno affossato la proposta di estensione dei tagli fiscali varati nel 2017. Il disegno di legge, soprannominato "One big beautiful bill", è stato bocciato 21 a 16 per timori sul deficit: le misure avrebbero inciso sui conti pubblici per US$ 3.300 miliardi in 10 anni.
In Europa il clima è più disteso, con Milano superstar e la BCE pronta al taglio: lo Stoxx 600 è salito +2%, e Milano che brilla: +0,6% venerdì e +3,3% nella settimana, segnando i massimi dal 2007 e un rialzo da inizio anno del +19%, tra i migliori al mondo.
Oggi, lunedì 19 maggio, è il giorno “più ricco” dell’anno per i dividendi italiani: ben 24 delle 40 blue chip del Ftse Mib staccheranno la cedola, causando un impatto negativo di 717 punti (-1,78%) sull’indice.
Intanto, la BCE si prepara a un taglio dei tassi a giugno, spinta dalla revisione al ribasso del PIL del primo trimestre. Dopo giugno, tutto dipenderà dai negoziati sui dazi con gli USA, che si preannunciano ancora più complessi rispetto a quelli con la Cina.
Sul fronte commerciale e dei dazi, Trump si è detto ottimista: “150 Paesi vogliono un accordo”. Ma gli USA non possono negoziare con tutti. Dunque, nelle prossime settimane partiranno lettere ufficiali con le nuove condizioni: “ecco cosa dovrete pagare per fare affari negli Stati Uniti”.
Nel frattempo, dall’Europa arrivano segnali di dialogo: il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, ha avuto un confronto costruttivo con il segretario americano Howard Lutnik, concordando un’intensificazione dei lavori tecnici.
Dalla Cina segnali misti sul fronte macroeconomico: ad aprile produzione industriale +6,1% annuo (atteso +5,7%), produzione “tecnologica” +10%, vendite al dettaglio +5,1% (atteso +6,0%), investimenti in asset fissi +4% (vs 4,4% atteso)
Maluccio il mercato immobiliare: nelle 70 principali città, i prezzi delle case sono calati -0,12% ad aprile e ancora peggio è andata per le case usate: -0,41%.
Le Borse asiatiche hanno aperto deboli stamane, lunedì 19, colpite dal declassamento USA: Hang Seng di Hong Kong -0,6%, CSI300 di Shanghai&Shenzhen-0,4%, Taiex di Taipei -0,8%, Nikkei giapponese -0,74%
Sui mercati prevale il risk-off e si nota il ritorno dell’oro: con i future negativi su Wall Street, (-1% medio alle 13.30), e il rendimento del decennale USA sù fino al 4,52%, gli investitori si rifugiano in asset difensivi come l’oro, il cui prezzo risale.
Il dollaro, al contempo, si deprezza, in parallelo ai rendimenti che salgono: quello del trentennale USA ha superato 5,0%. Nonostante Powell inviti alla cautela, il mercato continua a sperare in due tagli dei tassi nel 2025.
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NAS100 - Nasdaq Futures PoV - "Cit. I Massimi visti dai Minimi"🏛️ Contesto Macroeconomico: Incertezze Persistenti
La recente decisione di Moody's di declassare il rating sovrano degli Stati Uniti da "Aaa" a "Aa1" ha aumentato l'incertezza nei mercati finanziari, portando a una fuga verso beni rifugio e a una pressione sulle azioni tecnologiche, che costituiscono una parte significativa dell'indice Nasdaq 100.
Inoltre, l'inflazione negli Stati Uniti è scesa al 2,3% ad aprile, il livello più basso in quattro anni, alleviando alcune preoccupazioni nonostante le recenti tariffe annunciate da Donald Trump. Tuttavia, gli analisti suggeriscono che gli effetti delle tariffe potrebbero emergere più tardi nel secondo trimestre.
⚙️ Settori Trainanti: Intelligenza Artificiale e Semiconduttori
I settori dell'intelligenza artificiale (IA) e dei semiconduttori rimangono al centro della crescita del Nasdaq 100. Aziende come Nvidia e AMD hanno riportato una domanda eccezionale per i loro prodotti e servizi basati sull'IA, alimentando guadagni a due cifre nel 2023 e continuando nel 2024. Con le applicazioni dell'IA che si diffondono in vari settori, da quello sanitario a quello finanziario, questo settore dovrebbe continuare a essere un motore forte per la performance dell'indice.
Anche i settori del cloud computing e dei veicoli elettrici (EV), guidati da aziende come Amazon, Microsoft e Tesla, sono destinati a contribuire alla crescita sostenuta. I servizi cloud, in particolare, rimangono cruciali poiché più aziende abbracciano la trasformazione digitale nel periodo post-pandemia.
🔮 Prospettive fino a Fine Anno
📈 Scenario Ottimista
Se la Federal Reserve dovesse iniziare a ridurre i tassi di interesse entro la fine dell'anno, ciò potrebbe ridurre i costi di finanziamento per le aziende tecnologiche e stimolare la crescita economica. Storicamente, i periodi di riduzione dei tassi hanno coinciso con una forte performance del settore tecnologico, e potremmo assistere a una ripetizione di questa tendenza se la Fed procederà con le riduzioni previste.
📉 Scenario Ribassista
Se le tensioni commerciali dovessero intensificarsi, con l'imposizione di tariffe universali del 10% o ulteriori escalation nelle guerre commerciali, ciò potrebbe esercitare pressioni sulle aziende tecnologiche che dipendono dalle catene di approvvigionamento globali. Inoltre, l'incertezza politica e le preoccupazioni per una possibile recessione potrebbero continuare a influenzare negativamente il sentiment del mercato.
📈 ETF Correlati
Per gli investitori interessati a esporsi al Nasdaq 100, l'ETF Invesco QQQ Trust (QQQ) replica l'andamento dell'indice e offre un'opzione liquida e diversificata. Al momento, il QQQ è scambiato a 521,51 USD, con un incremento dello 0,45% rispetto alla chiusura precedente.
Istanbul, nulla di fatto, per oraIl primo tentativo di pace tra Russia e Ucraina sembra essere miseramente fallito sul nascere. Le richieste avanzate dalla delegazione di Mosca sono state ritenute “irricevibili” da Kiev, poiché includevano il ritiro totale dell'Ucraina dalle quattro regioni parzialmente occupate dalle forze russe: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson.
In realtà, sebbene i negoziati non abbiano prodotto grandi risultati, rappresentano comunque un primo tentativo di dialogo che non si verificava dal 2022. Si parla di uno scambio di mille prigionieri di guerra per parte e si prefigurano nuovi incontri. I mercati vedono positivamente questi piccoli passi avanti.
Sul fronte del conflitto israelo-palestinese, si registrano lievi progressi nei colloqui in corso a Doha, ma nulla di sostanziale per il momento.
Nel frattempo, l’agenzia di rating Moody’s ha declassato, venerdì sera prima della chiusura dei mercati, il rating a lungo termine del governo degli Stati Uniti per le obbligazioni senior non garantite e per le obbligazioni emesse a lungo termine, da Aaa ad Aa1. L’outlook è stato modificato da negativo a stabile.
Nonostante ciò, i principali indici azionari statunitensi hanno chiuso l’ultima seduta della settimana in territorio positivo.
WALL STREET SNOBBA MOODY’S
Wall Street ha chiuso la settimana in rialzo, con tutti e tre i principali indici che hanno registrato solidi guadagni settimanali, sostenuti dall’allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
L’S&P 500 è salito dello 0,7% venerdì, segnando il quinto guadagno giornaliero consecutivo. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,4%, mentre il Dow Jones è avanzato di 331 punti, recuperando le perdite da inizio anno.
Una tregua tariffaria di 90 giorni tra Stati Uniti e Cina ha migliorato il sentiment del mercato, riportando l’S&P 500 in territorio positivo per l’anno. Tuttavia, i dati deboli sul sentiment dei consumatori hanno leggermente attenuato il rally, con l’indice dell’Università del Michigan sceso a 50,8, il secondo valore più basso mai registrato.
Le performance delle Big Tech sono state contrastanti: Alphabet è salita dell’1,2%, mentre Meta è scesa dello 0,5%.
Durante la settimana, l’S&P 500 ha guadagnato il 5,3%, il Dow Jones il 3,4% e il Nasdaq il 7%. I titoli tecnologici hanno registrato un forte rialzo, trainati dal +16% di Nvidia. Meta è salita dell’8%, Apple del 6% e Microsoft del 3%.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, si osserva un rafforzamento del dollaro. Dopo i tentativi falliti di superare l’area 1,1250–1,1260, l’euro ha rotto i primi livelli chiave a 1,1160, chiudendo la settimana in area 1,1135–1,1140.
Il mercato resta parzialmente dollaro-centrico, in una fase comunque caratterizzata da appetito per il rischio. Nonostante dazi, tensioni economiche e geopolitiche, gli operatori intravedono segnali di miglioramento, confidando nella diplomazia che inizia a muoversi.
Sul fronte macroeconomico, il rallentamento dell’economia statunitense è visto positivamente dalle borse, soprattutto se graduale, poiché potrebbe consentire alla Fed di ridurre il costo del denaro.
Il cambio USD/JPY consolida dopo tre sessioni consecutive di calo, passando da 148,60 a 145,60, con un minimo temporaneo sotto 145,00. Il trend resta comunque rialzista, in una fase di accumulazione.
Le valute oceaniche restano deboli, in attesa di dati positivi dalla Cina.
USA, FIDUCIA DEI CONSUMATORI IN CALO
Il sentiment dei consumatori dell’Università del Michigan è crollato a 50,8 a maggio 2025, in calo rispetto al 52,2 di aprile e ben al di sotto delle attese di 53,4. Si tratta del quinto calo mensile consecutivo e del secondo valore più basso mai registrato, dopo giugno 2022.
Le aspettative di inflazione in aumento e le rinnovate preoccupazioni sui dazi continuano a pesare sul morale dei consumatori. Sia l’indice delle condizioni attuali sia quello delle aspettative sono peggiorati.
Le aspettative di inflazione per l’anno a venire sono salite al 7,3% (massimo dal 1981), rispetto al 6,5% precedente. Quelle a lungo termine sono aumentate al 4,6% dal 4,4%.
BILANCIA COMMERCIALE EUROPA E ITALIA
L’area euro ha registrato un surplus commerciale record di 36,88 miliardi di euro a marzo 2025. La media storica dal 1999 al 2025 è di circa 5,79 miliardi, con un minimo storico di -54,92 miliardi ad agosto 2022.
L’Italia ha registrato un surplus commerciale di 3,657 miliardi di euro a marzo 2025, inferiore alle attese di 5,2 miliardi e in calo rispetto ai 4,295 miliardi dello stesso mese del 2024.
Le importazioni sono aumentate del 7,6% su base annua, raggiungendo i 53,75 miliardi di euro, con una crescita sia dai paesi UE (+6,8%) sia extra-UE (+8,8%). L’aumento è stato trainato soprattutto dai prodotti farmaceutici (+62,5%), in particolare dalla Cina.
Le esportazioni sono cresciute del 5,8%, raggiungendo i 57,41 miliardi di euro, con una crescita maggiore verso i paesi extra-UE (+8,2%) rispetto a quelli UE (+3,7%). Gli Stati Uniti hanno registrato l’aumento più significativo (+41,2%), seguiti dai paesi OPEC (+25%) e dalla Francia (+4,2%).
Nel periodo gennaio-marzo, il surplus commerciale italiano è sceso a 7,81 miliardi di euro, rispetto ai 12,79 miliardi dello stesso periodo del 2024.
LA SETTIMANA DI DATI
Settimana povera di novità sul fronte macroeconomico. L’attenzione resta concentrata sugli sviluppi relativi ai dazi, sui discorsi dei funzionari della Federal Reserve e sulla pubblicazione degli indici PMI manifatturieri e dei servizi di S&P Global.
A livello globale, riflettori puntati sui PMI di Australia, Giappone, India, Francia, Germania, area euro e Regno Unito.
In Cina, attesa per i dati su produzione industriale, vendite al dettaglio e decisione della PBoC sui tassi d’interesse. Il Giappone pubblicherà i dati su inflazione e bilancia commerciale. La Germania diffonderà l’indice Ifo Business Climate, mentre il Regno Unito pubblicherà i dati su inflazione e vendite al dettaglio.
Infine, la banca centrale australiana annuncerà la sua decisione sui tassi.
Buona settimana.
Saverio Berlinzani
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MSFT TOP - VIDEOANALISI WATCH LIST STOKS AMERICA
Buona domenica a tutti i traders, condivido con voi la mia analisi Settimanale e Prospettive di Mercato.
La settimana appena trascorsa ha evidenziato una dinamica di mercato decisamente positiva, con l'indice di volatilità VIX che ha registrato una flessione al di sotto della soglia di 20. Tale scenario ha favorito il raggiungimento dei target prefissati per numerose operazioni, con alcune che hanno esteso la performance fino al secondo obiettivo. In particolare, si segnalano le performance di titoli quali Microsoft (MSFT), Advanced Micro Devices (AMD), Netflix (NFLX), Palantir Technologies (PLTR), Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSM), Uber Technologies (UBER), Cisco Systems (CSCO), Tesla (TSLA), Broadcom (AVGO) e Walmart (WMT). Si registra un mancato ingresso su Coinbase (COIN), la cui evoluzione sarà oggetto di monitoraggio nella prossima settimana.
Attualmente, si osserva una reazione positiva da parte di Amazon (AMZN), Meta Platforms (META) e NVIDIA (NVDA), le quali hanno superato la media mobile semplice a 200 periodi (SMA200) con un'estensione del movimento rialzista verso le prime resistenze di breve termine. Al contrario, Apple (AAPL) e Alphabet (GOOGL) permangono al di sotto della SMA200. Nonostante abbiano mostrato un tentativo di allungo, la loro posizione al di sotto di significative resistenze richiede una maggiore convinzione, manifestata attraverso una decisa rottura al di sopra della SMA200, per l'attivazione di potenziali configurazioni operative.
Particolare attenzione è rivolta a Intel (INTC), la cui quotazione sembra essersi stabilizzata nell'area compresa tra 20 e 21 dollari. Si ipotizza un potenziale allungo fino a quota 26 dollari, subordinato alla rottura della linea di tendenza di breve periodo, che fornirebbe una conferma operativa.
In conclusione, il mercato ha manifestato una notevole forza, caratterizzata da movimenti repentini e strettamente correlati alle pubblicazioni macroeconomiche giornaliere. Tale contesto introduce un elemento di incertezza, con la possibilità di inversioni di tendenza repentine. Tuttavia, il raggiungimento dei primi target ha consentito di proteggere le posizioni attraverso l'inserimento di stop profit. L'evoluzione del mercato nella prossima settimana sarà attentamente valutata alla luce delle nuove informazioni macroeconomiche, con particolare riferimento all'andamento degli indici di riferimento e dell'indice VIX, considerati indicatori chiave del sentiment di mercato.
Grazie a tutti, un abbraccio.
Mauro.
Vi cito le mie tre regole che coltivo costantemente:
Pazienza, disciplina ed avere sempre un piano.
XAU/USD – Analisi Settimanale: sotto 3.200 cambia tutto🟠 XAU/USD – Analisi Settimanale: sotto 3.200 cambia tutto
📆 FP Markets | Settimana 19–23 maggio 2025
Analisi tecnica settimanale con riflessioni personali sul contesto macro, sociale ed etico. Tutto è riportato nel pieno rispetto delle linee guida di TradingView.
❗ Contesto attuale
Settimana difficile per l’oro, schiacciato da forti pressioni ribassiste.
Mercoledì 15 maggio una candela piena ha spinto i prezzi in zona 3.200.
Dopo un rimbalzo tecnico giovedì, venerdì ha confermato la debolezza con un'altra chiusura ribassista.
📷 Grafico doppio: daily vs weekly
Nella mia analisi utilizzo un grafico doppio per evidenziare il contrasto tra breve e medio periodo:
A sinistra il daily, con pattern in conflitto e compressione tra medie
A destra il weekly, dove il trend appare molto più chiaro… e purtroppo anche più bearish
📊 Daily – caos tecnico e compressione
Prezzo sotto la EMA 55, ma ancora sopra la 100 e 200
Due pattern opposti in conflitto:
🟢 Bullish Flag (target teorico oltre 4.300)
🔴 Potential Bullish Crab (target verso 2.700)
Price action attuale: scarica e incerta
📆 Weekly – la realtà è più chiara (e più ribassista)
Candela rossa piena su volumi significativi
RSI sotto 50
MACD negativo e in espansione
ADX con -DI dominante
📌 Il trend è ribassista, e il segnale è netto.
🧠 Il mio sentiment
Sto alla finestra.
In questo momento ho messo in pausa lo scalping e l’intraday.
Cerco movimenti multiday più strutturati e puliti.
Anche perché sono impegnato in altri progetti e il tempo operativo è ridotto.
Non forzo nulla: aspetto segnali chiari sopra 3.260 o rottura decisa sotto 3.200.
A volte, il miglior trade è non fare niente.
🌍 Geopolitica – rumore di fondo… o miccia pronta ad accendersi?
Le tensioni globali sono reali. L’oro, però, reagisce poco.
Questo comportamento va osservato attentamente:
🇮🇳🇵🇰 Scontri tra India e Pakistan (Kashmir)
🌍 Raid su miniere artigianali d’oro in Africa
🇺🇸🇨🇳 Scontro commerciale USA–Cina
🇷🇺🇺🇦 Incontro a Istanbul: scambio di prigionieri, ma nessun cessate il fuoco
Putin tratta con Trump, Zelensky escluso. L’Europa resta spettatrice.
L’oro, storicamente rifugio, oggi sembra assuefatto al rischio.
Ma è proprio quando il mercato si abitua… che poi esplode con violenza.
💵 USD – Il vero avversario dell’Oro
Il Dollar Index (DXY) questa settimana ha mostrato forza relativa, ma senza strappi.
📈 Dati macro USA misti ma non deludenti
💬 Fed ambigua: no taglio imminente, inflazione “sotto controllo”
📉 Euro e Yen deboli = mancanza di alternative
📌 Risultato: il Dollaro regge, e già questo basta per ostacolare l’oro.
🔮 Prospettive a breve
Forza del USD legata a tassi Fed e rischi geopolitici
Per ora è in difesa attiva, ma vigile
📊 Livelli chiave sul DXY
yaml
Copia
Modifica
🔹 Trend: solido ma non esplosivo
📈 Supporto: 103,80
📉 Resistenza: 105,30
🎯 Range attuale: 104,50–105,00
🔁 Solo una vera debolezza del dollaro può rilanciare l’oro.
📈 Rally degli indici = pressione sull’oro
Wall Street vola. La narrativa di mercato è risk-on:
📉 Inflazione "contenuta"
📊 Rally tech (AI)
💰 Flussi sugli ETF
Quando il rischio piace, l’oro perde appeal.
💼 Il paradosso dei licenziamenti premiati
Microsoft e altre big tech tagliano posti di lavoro.
E il mercato… applaude.
Perché meno personale = meno costi = più utile
Ma dietro ogni +2% in borsa, c’è una persona in meno.
Questa logica è cinica. E alla lunga, insostenibile.
🧩 Opzioni CME – il mercato è in attesa
CALL tra 3.400–3.450
PUT tra 3.200–3.250
→ Gli operatori si coprono, ma non scommettono sul breakout
→ Chiusura weekly forte = cambio scenario
🗓️ Settimana 20–24 Maggio 2025: Eventi Macroeconomici Chiave
La settimana entrante sarà densa di dati: CPI, PMI, report centrali.
Volatilità prevista alta su: XAU/USD, EUR/USD, GBP/USD, USD/JPY, S&P500, commodities.
🎯 Giornate chiave:
📅 Giorno Eventi principali 🎯 Focus
Lun 20 🇨🇳 Produzione, Retail, Disoccupazione
🇪🇺 CPI
🇨🇦 CPI ✅ Massima attenzione
Mar 21 🇬🇧 CPI, 🇪🇺 PMI, ECB Report, 🇯🇵 Export 🔸 Zona Euro + UK
Mer 22 🇩🇪🇪🇺🇬🇧 PMI
🇺🇸 Jobless Claims
🏦 Banche centrali ✅ EUR/USD e SP500
Gio 23 🇬🇧 Retail Sales
🇩🇪 GDP finale
🇺🇸 New Home Sales 🔹 Real Estate & valute
Ven 24 🧾 CFTC Report (Gold, Oil, Nasdaq, EUR, GBP) 🔸 Sentiment settimanale
✅ Top Day: Lunedì 20 maggio
Dati macro da tre continenti. Impatto potenziale elevato su XAU/USD.
📌 Orari da seguire: 04:00 (CNY), 11:00 (EUR), 14:30 (CAD)
🎯 Ideale per breakout mattutini + conferme pomeridiane.
📌 Strategia operativa
❌ Niente long sotto 3.260
👁️🗨️ Attenzione a rotture sotto 3.200
📏 Aspetto solo breakout chiari
🧠 Disciplina > Impulso
📚 Pensiero dell’autore
Quando sento parlare di “ottimizzazione” e tagli al personale, sento un pugno nello stomaco.
Come quando una storia d’amore finisce male.
Quando si rompe qualcosa che non dovrebbe rompersi.
In quei momenti mi rifugio nella musica.
In quei canti rivoluzionari e disperati come El pueblo unido.
Ma poi la storia vera mi ricorda che il popolo quasi mai ha avuto ragione.
E che le grandi ingiustizie sociali, quasi mai sono state vinte davvero.
Resta la lucidità.
Resta la consapevolezza.
E forse il dovere – almeno per chi osserva –
di non fingere che vada tutto bene.
📌 Massima del giorno
Il capitale umano non appare nei bilanci,
ma quando lo perdi, ti accorgi che era tutto.
🌐 Ultimo pensiero – Il web accessibile, per tutti
In questi giorni sto aggiornando molti siti per conformarli all’European Accessibility Act (EAA), da rispettare entro il 28 giugno 2025.
È tanto lavoro, ma lo faccio con piacere e con orgoglio.
Perché rendere il web accessibile a tutti, soprattutto agli ultimi –
che come ricordava il mio Papa Francesco, sono i primi –
è una forma di giustizia e riscatto sociale che vale ogni riga di codice.