WisdomTree - Tactical Daily Update - 19.05.2025Senza farsi troppo notare, le Borse si riavvicinanio ai massimi storici.
In Cina segnali per lo più positivi sul fronte macro.
Moody’s declassa il debito Usa: Wall Street spera in 2 tagli FED entro 2025.
Milano avvicina il 20% da inizio anno, e oggi è “Dividend Day”.
Settimana scorsa dal bilancio positivo sui mercati globali, tra dubbi e speranze, dazi, tassi, rating sovrany e rally azionari: nonostante i negoziati tra Ucraina e Russia a Istanbul non abbiano prodotto grandi risultati, il morale degli investitori è rimasto sorprendentemente alto, come dimostrato anche dalla seduta positiva di venerdì 16.
Tuttavia, le nuvole non mancano all’orizzonte, soprattutto per l’economia americana, visti i tassi d’interesse ancora alti, consumi e rating del debito sovrano in discesa: il Chairman della Federal Reserve, Jerome Powell, ha ribadito che i tassi resteranno elevati ancora a lungo.
Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, è stato ancora più netto: non esclude una recessione. Più ottimista il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, che prevede un rallentamento, ma non una crisi economica. Secondo lui, nel 2025 ci sarà un solo taglio dei tassi e il GDP (PIL) crescerà tra +0,5% e +1,0%.
La vera doccia fredda è arrivata in serata con Moody’s: l’agenzia ha declassato il rating sovrano degli Stati Uniti da Aaa ad Aa1, citando l’impennata del debito pubblico e i crescenti costi per interessi. L’outlook, però, è passato da negativo a stabile.
Nel frattempo, la Cina ha ridotto le sue riserve in titoli del Tesoro americano a marzo, mentre il Regno Unito è salito al secondo posto tra i creditori esteri. Ciononostante, le disponibilità estere complessive sono aumentate di US$ 233,1 miliardi, raggiungendo il record di 9,05 trilioni.
La fiducia dei consumatori USA, secondo l’Università del Michigan, è scesa ancora: a maggio il relativo indice è arrivato a 50,8 (contro 52,2 di aprile), sotto le attese di 53,4. È il quinto calo consecutivo e il secondo valore più basso mai registrato.
Anche i dati macro non brillano: l’indice dei prezzi all’importazione è salito +0,1% mensile ad aprile, deludendo le attese di un calo di -0,4%.
Malgrado tutto, Wall Street ha chiuso la settimana in bellezza. Venerdì: Dow Jones +0,78%, Nasdaq +0,52%, S&P500 +0,70%
Ma è il bilancio settimanale a sorprendere: S&P 500 +5,3%, Dow Jones +3,4%, Nasdaq +7,2%: protagonisti assoluti i “Magnifici Sette” (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Meta, Tesla e Nvidia): +9,3%.
Sul fronte politico, il presidente Usa Trump ha subito uno stop in casa propria: cinque deputati repubblicani hanno affossato la proposta di estensione dei tagli fiscali varati nel 2017. Il disegno di legge, soprannominato "One big beautiful bill", è stato bocciato 21 a 16 per timori sul deficit: le misure avrebbero inciso sui conti pubblici per US$ 3.300 miliardi in 10 anni.
In Europa il clima è più disteso, con Milano superstar e la BCE pronta al taglio: lo Stoxx 600 è salito +2%, e Milano che brilla: +0,6% venerdì e +3,3% nella settimana, segnando i massimi dal 2007 e un rialzo da inizio anno del +19%, tra i migliori al mondo.
Oggi, lunedì 19 maggio, è il giorno “più ricco” dell’anno per i dividendi italiani: ben 24 delle 40 blue chip del Ftse Mib staccheranno la cedola, causando un impatto negativo di 717 punti (-1,78%) sull’indice.
Intanto, la BCE si prepara a un taglio dei tassi a giugno, spinta dalla revisione al ribasso del PIL del primo trimestre. Dopo giugno, tutto dipenderà dai negoziati sui dazi con gli USA, che si preannunciano ancora più complessi rispetto a quelli con la Cina.
Sul fronte commerciale e dei dazi, Trump si è detto ottimista: “150 Paesi vogliono un accordo”. Ma gli USA non possono negoziare con tutti. Dunque, nelle prossime settimane partiranno lettere ufficiali con le nuove condizioni: “ecco cosa dovrete pagare per fare affari negli Stati Uniti”.
Nel frattempo, dall’Europa arrivano segnali di dialogo: il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, ha avuto un confronto costruttivo con il segretario americano Howard Lutnik, concordando un’intensificazione dei lavori tecnici.
Dalla Cina segnali misti sul fronte macroeconomico: ad aprile produzione industriale +6,1% annuo (atteso +5,7%), produzione “tecnologica” +10%, vendite al dettaglio +5,1% (atteso +6,0%), investimenti in asset fissi +4% (vs 4,4% atteso)
Maluccio il mercato immobiliare: nelle 70 principali città, i prezzi delle case sono calati -0,12% ad aprile e ancora peggio è andata per le case usate: -0,41%.
Le Borse asiatiche hanno aperto deboli stamane, lunedì 19, colpite dal declassamento USA: Hang Seng di Hong Kong -0,6%, CSI300 di Shanghai&Shenzhen-0,4%, Taiex di Taipei -0,8%, Nikkei giapponese -0,74%
Sui mercati prevale il risk-off e si nota il ritorno dell’oro: con i future negativi su Wall Street, (-1% medio alle 13.30), e il rendimento del decennale USA sù fino al 4,52%, gli investitori si rifugiano in asset difensivi come l’oro, il cui prezzo risale.
Il dollaro, al contempo, si deprezza, in parallelo ai rendimenti che salgono: quello del trentennale USA ha superato 5,0%. Nonostante Powell inviti alla cautela, il mercato continua a sperare in due tagli dei tassi nel 2025.
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NAS100 - Nasdaq Futures PoV - "Cit. I Massimi visti dai Minimi"🏛️ Contesto Macroeconomico: Incertezze Persistenti
La recente decisione di Moody's di declassare il rating sovrano degli Stati Uniti da "Aaa" a "Aa1" ha aumentato l'incertezza nei mercati finanziari, portando a una fuga verso beni rifugio e a una pressione sulle azioni tecnologiche, che costituiscono una parte significativa dell'indice Nasdaq 100.
Inoltre, l'inflazione negli Stati Uniti è scesa al 2,3% ad aprile, il livello più basso in quattro anni, alleviando alcune preoccupazioni nonostante le recenti tariffe annunciate da Donald Trump. Tuttavia, gli analisti suggeriscono che gli effetti delle tariffe potrebbero emergere più tardi nel secondo trimestre.
⚙️ Settori Trainanti: Intelligenza Artificiale e Semiconduttori
I settori dell'intelligenza artificiale (IA) e dei semiconduttori rimangono al centro della crescita del Nasdaq 100. Aziende come Nvidia e AMD hanno riportato una domanda eccezionale per i loro prodotti e servizi basati sull'IA, alimentando guadagni a due cifre nel 2023 e continuando nel 2024. Con le applicazioni dell'IA che si diffondono in vari settori, da quello sanitario a quello finanziario, questo settore dovrebbe continuare a essere un motore forte per la performance dell'indice.
Anche i settori del cloud computing e dei veicoli elettrici (EV), guidati da aziende come Amazon, Microsoft e Tesla, sono destinati a contribuire alla crescita sostenuta. I servizi cloud, in particolare, rimangono cruciali poiché più aziende abbracciano la trasformazione digitale nel periodo post-pandemia.
🔮 Prospettive fino a Fine Anno
📈 Scenario Ottimista
Se la Federal Reserve dovesse iniziare a ridurre i tassi di interesse entro la fine dell'anno, ciò potrebbe ridurre i costi di finanziamento per le aziende tecnologiche e stimolare la crescita economica. Storicamente, i periodi di riduzione dei tassi hanno coinciso con una forte performance del settore tecnologico, e potremmo assistere a una ripetizione di questa tendenza se la Fed procederà con le riduzioni previste.
📉 Scenario Ribassista
Se le tensioni commerciali dovessero intensificarsi, con l'imposizione di tariffe universali del 10% o ulteriori escalation nelle guerre commerciali, ciò potrebbe esercitare pressioni sulle aziende tecnologiche che dipendono dalle catene di approvvigionamento globali. Inoltre, l'incertezza politica e le preoccupazioni per una possibile recessione potrebbero continuare a influenzare negativamente il sentiment del mercato.
📈 ETF Correlati
Per gli investitori interessati a esporsi al Nasdaq 100, l'ETF Invesco QQQ Trust (QQQ) replica l'andamento dell'indice e offre un'opzione liquida e diversificata. Al momento, il QQQ è scambiato a 521,51 USD, con un incremento dello 0,45% rispetto alla chiusura precedente.
Istanbul, nulla di fatto, per oraIl primo tentativo di pace tra Russia e Ucraina sembra essere miseramente fallito sul nascere. Le richieste avanzate dalla delegazione di Mosca sono state ritenute “irricevibili” da Kiev, poiché includevano il ritiro totale dell'Ucraina dalle quattro regioni parzialmente occupate dalle forze russe: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson.
In realtà, sebbene i negoziati non abbiano prodotto grandi risultati, rappresentano comunque un primo tentativo di dialogo che non si verificava dal 2022. Si parla di uno scambio di mille prigionieri di guerra per parte e si prefigurano nuovi incontri. I mercati vedono positivamente questi piccoli passi avanti.
Sul fronte del conflitto israelo-palestinese, si registrano lievi progressi nei colloqui in corso a Doha, ma nulla di sostanziale per il momento.
Nel frattempo, l’agenzia di rating Moody’s ha declassato, venerdì sera prima della chiusura dei mercati, il rating a lungo termine del governo degli Stati Uniti per le obbligazioni senior non garantite e per le obbligazioni emesse a lungo termine, da Aaa ad Aa1. L’outlook è stato modificato da negativo a stabile.
Nonostante ciò, i principali indici azionari statunitensi hanno chiuso l’ultima seduta della settimana in territorio positivo.
WALL STREET SNOBBA MOODY’S
Wall Street ha chiuso la settimana in rialzo, con tutti e tre i principali indici che hanno registrato solidi guadagni settimanali, sostenuti dall’allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
L’S&P 500 è salito dello 0,7% venerdì, segnando il quinto guadagno giornaliero consecutivo. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,4%, mentre il Dow Jones è avanzato di 331 punti, recuperando le perdite da inizio anno.
Una tregua tariffaria di 90 giorni tra Stati Uniti e Cina ha migliorato il sentiment del mercato, riportando l’S&P 500 in territorio positivo per l’anno. Tuttavia, i dati deboli sul sentiment dei consumatori hanno leggermente attenuato il rally, con l’indice dell’Università del Michigan sceso a 50,8, il secondo valore più basso mai registrato.
Le performance delle Big Tech sono state contrastanti: Alphabet è salita dell’1,2%, mentre Meta è scesa dello 0,5%.
Durante la settimana, l’S&P 500 ha guadagnato il 5,3%, il Dow Jones il 3,4% e il Nasdaq il 7%. I titoli tecnologici hanno registrato un forte rialzo, trainati dal +16% di Nvidia. Meta è salita dell’8%, Apple del 6% e Microsoft del 3%.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, si osserva un rafforzamento del dollaro. Dopo i tentativi falliti di superare l’area 1,1250–1,1260, l’euro ha rotto i primi livelli chiave a 1,1160, chiudendo la settimana in area 1,1135–1,1140.
Il mercato resta parzialmente dollaro-centrico, in una fase comunque caratterizzata da appetito per il rischio. Nonostante dazi, tensioni economiche e geopolitiche, gli operatori intravedono segnali di miglioramento, confidando nella diplomazia che inizia a muoversi.
Sul fronte macroeconomico, il rallentamento dell’economia statunitense è visto positivamente dalle borse, soprattutto se graduale, poiché potrebbe consentire alla Fed di ridurre il costo del denaro.
Il cambio USD/JPY consolida dopo tre sessioni consecutive di calo, passando da 148,60 a 145,60, con un minimo temporaneo sotto 145,00. Il trend resta comunque rialzista, in una fase di accumulazione.
Le valute oceaniche restano deboli, in attesa di dati positivi dalla Cina.
USA, FIDUCIA DEI CONSUMATORI IN CALO
Il sentiment dei consumatori dell’Università del Michigan è crollato a 50,8 a maggio 2025, in calo rispetto al 52,2 di aprile e ben al di sotto delle attese di 53,4. Si tratta del quinto calo mensile consecutivo e del secondo valore più basso mai registrato, dopo giugno 2022.
Le aspettative di inflazione in aumento e le rinnovate preoccupazioni sui dazi continuano a pesare sul morale dei consumatori. Sia l’indice delle condizioni attuali sia quello delle aspettative sono peggiorati.
Le aspettative di inflazione per l’anno a venire sono salite al 7,3% (massimo dal 1981), rispetto al 6,5% precedente. Quelle a lungo termine sono aumentate al 4,6% dal 4,4%.
BILANCIA COMMERCIALE EUROPA E ITALIA
L’area euro ha registrato un surplus commerciale record di 36,88 miliardi di euro a marzo 2025. La media storica dal 1999 al 2025 è di circa 5,79 miliardi, con un minimo storico di -54,92 miliardi ad agosto 2022.
L’Italia ha registrato un surplus commerciale di 3,657 miliardi di euro a marzo 2025, inferiore alle attese di 5,2 miliardi e in calo rispetto ai 4,295 miliardi dello stesso mese del 2024.
Le importazioni sono aumentate del 7,6% su base annua, raggiungendo i 53,75 miliardi di euro, con una crescita sia dai paesi UE (+6,8%) sia extra-UE (+8,8%). L’aumento è stato trainato soprattutto dai prodotti farmaceutici (+62,5%), in particolare dalla Cina.
Le esportazioni sono cresciute del 5,8%, raggiungendo i 57,41 miliardi di euro, con una crescita maggiore verso i paesi extra-UE (+8,2%) rispetto a quelli UE (+3,7%). Gli Stati Uniti hanno registrato l’aumento più significativo (+41,2%), seguiti dai paesi OPEC (+25%) e dalla Francia (+4,2%).
Nel periodo gennaio-marzo, il surplus commerciale italiano è sceso a 7,81 miliardi di euro, rispetto ai 12,79 miliardi dello stesso periodo del 2024.
LA SETTIMANA DI DATI
Settimana povera di novità sul fronte macroeconomico. L’attenzione resta concentrata sugli sviluppi relativi ai dazi, sui discorsi dei funzionari della Federal Reserve e sulla pubblicazione degli indici PMI manifatturieri e dei servizi di S&P Global.
A livello globale, riflettori puntati sui PMI di Australia, Giappone, India, Francia, Germania, area euro e Regno Unito.
In Cina, attesa per i dati su produzione industriale, vendite al dettaglio e decisione della PBoC sui tassi d’interesse. Il Giappone pubblicherà i dati su inflazione e bilancia commerciale. La Germania diffonderà l’indice Ifo Business Climate, mentre il Regno Unito pubblicherà i dati su inflazione e vendite al dettaglio.
Infine, la banca centrale australiana annuncerà la sua decisione sui tassi.
Buona settimana.
Saverio Berlinzani
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MSFT TOP - VIDEOANALISI WATCH LIST STOKS AMERICA
Buona domenica a tutti i traders, condivido con voi la mia analisi Settimanale e Prospettive di Mercato.
La settimana appena trascorsa ha evidenziato una dinamica di mercato decisamente positiva, con l'indice di volatilità VIX che ha registrato una flessione al di sotto della soglia di 20. Tale scenario ha favorito il raggiungimento dei target prefissati per numerose operazioni, con alcune che hanno esteso la performance fino al secondo obiettivo. In particolare, si segnalano le performance di titoli quali Microsoft (MSFT), Advanced Micro Devices (AMD), Netflix (NFLX), Palantir Technologies (PLTR), Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSM), Uber Technologies (UBER), Cisco Systems (CSCO), Tesla (TSLA), Broadcom (AVGO) e Walmart (WMT). Si registra un mancato ingresso su Coinbase (COIN), la cui evoluzione sarà oggetto di monitoraggio nella prossima settimana.
Attualmente, si osserva una reazione positiva da parte di Amazon (AMZN), Meta Platforms (META) e NVIDIA (NVDA), le quali hanno superato la media mobile semplice a 200 periodi (SMA200) con un'estensione del movimento rialzista verso le prime resistenze di breve termine. Al contrario, Apple (AAPL) e Alphabet (GOOGL) permangono al di sotto della SMA200. Nonostante abbiano mostrato un tentativo di allungo, la loro posizione al di sotto di significative resistenze richiede una maggiore convinzione, manifestata attraverso una decisa rottura al di sopra della SMA200, per l'attivazione di potenziali configurazioni operative.
Particolare attenzione è rivolta a Intel (INTC), la cui quotazione sembra essersi stabilizzata nell'area compresa tra 20 e 21 dollari. Si ipotizza un potenziale allungo fino a quota 26 dollari, subordinato alla rottura della linea di tendenza di breve periodo, che fornirebbe una conferma operativa.
In conclusione, il mercato ha manifestato una notevole forza, caratterizzata da movimenti repentini e strettamente correlati alle pubblicazioni macroeconomiche giornaliere. Tale contesto introduce un elemento di incertezza, con la possibilità di inversioni di tendenza repentine. Tuttavia, il raggiungimento dei primi target ha consentito di proteggere le posizioni attraverso l'inserimento di stop profit. L'evoluzione del mercato nella prossima settimana sarà attentamente valutata alla luce delle nuove informazioni macroeconomiche, con particolare riferimento all'andamento degli indici di riferimento e dell'indice VIX, considerati indicatori chiave del sentiment di mercato.
Grazie a tutti, un abbraccio.
Mauro.
Vi cito le mie tre regole che coltivo costantemente:
Pazienza, disciplina ed avere sempre un piano.
XAU/USD – Analisi Settimanale: sotto 3.200 cambia tutto🟠 XAU/USD – Analisi Settimanale: sotto 3.200 cambia tutto
📆 FP Markets | Settimana 19–23 maggio 2025
Analisi tecnica settimanale con riflessioni personali sul contesto macro, sociale ed etico. Tutto è riportato nel pieno rispetto delle linee guida di TradingView.
❗ Contesto attuale
Settimana difficile per l’oro, schiacciato da forti pressioni ribassiste.
Mercoledì 15 maggio una candela piena ha spinto i prezzi in zona 3.200.
Dopo un rimbalzo tecnico giovedì, venerdì ha confermato la debolezza con un'altra chiusura ribassista.
📷 Grafico doppio: daily vs weekly
Nella mia analisi utilizzo un grafico doppio per evidenziare il contrasto tra breve e medio periodo:
A sinistra il daily, con pattern in conflitto e compressione tra medie
A destra il weekly, dove il trend appare molto più chiaro… e purtroppo anche più bearish
📊 Daily – caos tecnico e compressione
Prezzo sotto la EMA 55, ma ancora sopra la 100 e 200
Due pattern opposti in conflitto:
🟢 Bullish Flag (target teorico oltre 4.300)
🔴 Potential Bullish Crab (target verso 2.700)
Price action attuale: scarica e incerta
📆 Weekly – la realtà è più chiara (e più ribassista)
Candela rossa piena su volumi significativi
RSI sotto 50
MACD negativo e in espansione
ADX con -DI dominante
📌 Il trend è ribassista, e il segnale è netto.
🧠 Il mio sentiment
Sto alla finestra.
In questo momento ho messo in pausa lo scalping e l’intraday.
Cerco movimenti multiday più strutturati e puliti.
Anche perché sono impegnato in altri progetti e il tempo operativo è ridotto.
Non forzo nulla: aspetto segnali chiari sopra 3.260 o rottura decisa sotto 3.200.
A volte, il miglior trade è non fare niente.
🌍 Geopolitica – rumore di fondo… o miccia pronta ad accendersi?
Le tensioni globali sono reali. L’oro, però, reagisce poco.
Questo comportamento va osservato attentamente:
🇮🇳🇵🇰 Scontri tra India e Pakistan (Kashmir)
🌍 Raid su miniere artigianali d’oro in Africa
🇺🇸🇨🇳 Scontro commerciale USA–Cina
🇷🇺🇺🇦 Incontro a Istanbul: scambio di prigionieri, ma nessun cessate il fuoco
Putin tratta con Trump, Zelensky escluso. L’Europa resta spettatrice.
L’oro, storicamente rifugio, oggi sembra assuefatto al rischio.
Ma è proprio quando il mercato si abitua… che poi esplode con violenza.
💵 USD – Il vero avversario dell’Oro
Il Dollar Index (DXY) questa settimana ha mostrato forza relativa, ma senza strappi.
📈 Dati macro USA misti ma non deludenti
💬 Fed ambigua: no taglio imminente, inflazione “sotto controllo”
📉 Euro e Yen deboli = mancanza di alternative
📌 Risultato: il Dollaro regge, e già questo basta per ostacolare l’oro.
🔮 Prospettive a breve
Forza del USD legata a tassi Fed e rischi geopolitici
Per ora è in difesa attiva, ma vigile
📊 Livelli chiave sul DXY
yaml
Copia
Modifica
🔹 Trend: solido ma non esplosivo
📈 Supporto: 103,80
📉 Resistenza: 105,30
🎯 Range attuale: 104,50–105,00
🔁 Solo una vera debolezza del dollaro può rilanciare l’oro.
📈 Rally degli indici = pressione sull’oro
Wall Street vola. La narrativa di mercato è risk-on:
📉 Inflazione "contenuta"
📊 Rally tech (AI)
💰 Flussi sugli ETF
Quando il rischio piace, l’oro perde appeal.
💼 Il paradosso dei licenziamenti premiati
Microsoft e altre big tech tagliano posti di lavoro.
E il mercato… applaude.
Perché meno personale = meno costi = più utile
Ma dietro ogni +2% in borsa, c’è una persona in meno.
Questa logica è cinica. E alla lunga, insostenibile.
🧩 Opzioni CME – il mercato è in attesa
CALL tra 3.400–3.450
PUT tra 3.200–3.250
→ Gli operatori si coprono, ma non scommettono sul breakout
→ Chiusura weekly forte = cambio scenario
🗓️ Settimana 20–24 Maggio 2025: Eventi Macroeconomici Chiave
La settimana entrante sarà densa di dati: CPI, PMI, report centrali.
Volatilità prevista alta su: XAU/USD, EUR/USD, GBP/USD, USD/JPY, S&P500, commodities.
🎯 Giornate chiave:
📅 Giorno Eventi principali 🎯 Focus
Lun 20 🇨🇳 Produzione, Retail, Disoccupazione
🇪🇺 CPI
🇨🇦 CPI ✅ Massima attenzione
Mar 21 🇬🇧 CPI, 🇪🇺 PMI, ECB Report, 🇯🇵 Export 🔸 Zona Euro + UK
Mer 22 🇩🇪🇪🇺🇬🇧 PMI
🇺🇸 Jobless Claims
🏦 Banche centrali ✅ EUR/USD e SP500
Gio 23 🇬🇧 Retail Sales
🇩🇪 GDP finale
🇺🇸 New Home Sales 🔹 Real Estate & valute
Ven 24 🧾 CFTC Report (Gold, Oil, Nasdaq, EUR, GBP) 🔸 Sentiment settimanale
✅ Top Day: Lunedì 20 maggio
Dati macro da tre continenti. Impatto potenziale elevato su XAU/USD.
📌 Orari da seguire: 04:00 (CNY), 11:00 (EUR), 14:30 (CAD)
🎯 Ideale per breakout mattutini + conferme pomeridiane.
📌 Strategia operativa
❌ Niente long sotto 3.260
👁️🗨️ Attenzione a rotture sotto 3.200
📏 Aspetto solo breakout chiari
🧠 Disciplina > Impulso
📚 Pensiero dell’autore
Quando sento parlare di “ottimizzazione” e tagli al personale, sento un pugno nello stomaco.
Come quando una storia d’amore finisce male.
Quando si rompe qualcosa che non dovrebbe rompersi.
In quei momenti mi rifugio nella musica.
In quei canti rivoluzionari e disperati come El pueblo unido.
Ma poi la storia vera mi ricorda che il popolo quasi mai ha avuto ragione.
E che le grandi ingiustizie sociali, quasi mai sono state vinte davvero.
Resta la lucidità.
Resta la consapevolezza.
E forse il dovere – almeno per chi osserva –
di non fingere che vada tutto bene.
📌 Massima del giorno
Il capitale umano non appare nei bilanci,
ma quando lo perdi, ti accorgi che era tutto.
🌐 Ultimo pensiero – Il web accessibile, per tutti
In questi giorni sto aggiornando molti siti per conformarli all’European Accessibility Act (EAA), da rispettare entro il 28 giugno 2025.
È tanto lavoro, ma lo faccio con piacere e con orgoglio.
Perché rendere il web accessibile a tutti, soprattutto agli ultimi –
che come ricordava il mio Papa Francesco, sono i primi –
è una forma di giustizia e riscatto sociale che vale ogni riga di codice.
WATCH LIST AZIONARIO AMERICANO CON ANALISI DEI LIVELLI DI PREZZOBuona domenica a tutti i trader. I mercati azionari americani hanno mostrato una notevole volatilità nelle ultime settimane, con oscillazioni repentine causate dalle notizie riguardanti le relazioni tra Trump e la Cina. Tesla, Microsoft, Uber, Netflix, si sono distinte come titoli con le migliori performance. Si sono inoltre osservati setup interessanti su WMT, META, PLTR, AMD e molti altri, che hanno offerto movimenti di prezzo significativi. Al contrario, Apple, Google ed Eli Lilly hanno deluso le aspettative, sebbene Apple abbia mostrato una performance meno negativa rispetto alle altre due. Anche INTC sembrerebbe di aver trovato un nuovo supporto, dopo il bottom a 17,67$, ora sembrerebbe che i 20$ sta reggendo come supporto, vedremo.
In sintesi, ci troviamo in un periodo di incertezza. I setup si attivano in base ai movimenti del mercato, quindi è fondamentale che le nostre strategie rispettino l'andamento generale, evitando di operare controcorrente. Il VIX è in calo, avvicinandosi all'area 20, considerata una zona di relativa tranquillità, ma che potrebbe anche rappresentare un punto di rimbalzo. Osserveremo con attenzione i movimenti del mercato durante la settimana, tenendo presente che le dichiarazioni di Trump hanno introdotto un elemento di imprevedibilità.
Spero il video sia di vostro gradimento, ma più che altro che vi aiuti in qualche modo.
Un caro saluto a tutti voi
Ciao Mauro
Vi cito le mie tre regole che coltivo costantemente:
Pazienza, disciplina ed avere sempre un piano.
Trump, su le borseGiovedì le azioni statunitensi hanno chiuso in rialzo: l’S&P 500 è salito dello 0,43%, il Nasdaq dell’1,07% e il Dow Jones dello 0,7%. Il rialzo è stato favorito dalla notizia del primo accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito, considerato un passo fondamentale verso l’allentamento delle tensioni commerciali globali.
Il sentiment è stato ulteriormente rafforzato dalle indiscrezioni secondo cui l’amministrazione starebbe valutando la revoca di alcune restrizioni imposte durante l’era Biden ai produttori di chip.
I settori dei beni di consumo discrezionali, dell’energia e dei servizi di comunicazione hanno registrato le migliori performance. Le megacap hanno chiuso tutte in rialzo: Apple (+0,6%), Microsoft (+1,6%), Nvidia (+0,5%), Amazon (+1,2%), Meta (+2,2%), Alphabet (+1,2%) e Tesla (+3,2%).
Nel frattempo, Trump ha dichiarato che non ridurrà i dazi sulla Cina come condizione per l’avvio dei negoziati commerciali, previsti in Svizzera nel fine settimana.
Nonostante il rialzo dei listini, l’appetito per il rischio non sembra essere tornato con forza: l’indice VIX resta sopra quota 22 e i rendimenti dei Treasury decennali si attestano intorno al 4,36%, segnalando persistenti incertezze sulle prospettive economiche e una possibile crisi istituzionale tra Trump e Powell, sempre più ai ferri corti.
VALUTE
Il dollaro si rafforza dopo le dichiarazioni ottimistiche di Trump sugli accordi commerciali attuali e futuri. L’EUR/USD è tornato a ridosso di 1,1200, vicino ai supporti chiave di medio termine, testati anche ieri sera con un breve calo sotto tale soglia.
Cresce la sensazione che si possa entrare in una fase di “risk-on”, con l’equity vicino ai massimi e un dollaro in recupero dopo mesi di debolezza.
In caso di rottura del supporto a 1,1200, l’euro potrebbe scendere verso l’area 1,0960–1,0970, come correzione del movimento precedente. Tutti i principali cambi contro dollaro appaiono in difficoltà nel breve termine.
L’USD/JPY si avvicina alla resistenza chiave di 146,60, con possibili target a 148,00 e 149,50. Il Cable (GBP/USD) sembra orientato verso un test di 1,3100.
Il trend di fondo resta improntato a una possibile debolezza del dollaro, ma non in questa fase. Molto dipenderà dall’esito delle trattative sui dazi, le cui scadenze sono previste per luglio.
JOBLESS POSITIVI
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite di 13.000 unità, attestandosi a 228.000 nella settimana conclusasi il 3 maggio, leggermente al di sotto delle attese di mercato (230.000).
Le richieste continuative sono scese di 29.000 unità, a 1.879.000, in calo rispetto al massimo di oltre tre anni registrato a metà aprile.
SALE L’EXPORT TEDESCO
Le esportazioni tedesche sono aumentate dell’1,1% su base mensile a marzo 2025, raggiungendo 133,2 miliardi di euro, il livello più alto degli ultimi undici mesi. Il dato segue un +1,8% del mese precedente, trainato dalle maggiori spedizioni verso Cina e Stati Uniti.
Le esportazioni verso l’UE sono cresciute del 3,1%, con un +3,8% verso l’area euro e un +1,6% verso i paesi extra-euro. In particolare, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate del 2,4% in vista dell’introduzione di nuove misure tariffarie, mentre quelle verso la Cina sono salite del 10,2%.
Al contrario, le esportazioni verso i paesi extra-UE (esclusi i principali mercati) sono diminuite dell’1,1%, soprattutto a causa di un calo del 2,8% delle vendite verso il Regno Unito.
Nel primo trimestre del 2025, le esportazioni totali della Germania hanno raggiunto i 349,3 miliardi di euro, in aumento dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.
BOE RIDUCE IL COSTO DEL DENARO
La Banca d’Inghilterra ha tagliato i tassi di interesse al 4,25%, come previsto, ma con una decisione non unanime. Quattro membri del Consiglio direttivo hanno votato in modo diverso: due per un taglio di 50 punti base e due per mantenere i tassi invariati. Cinque membri hanno invece sostenuto il taglio di 25 punti base.
La decisione riflette i progressi nella riduzione dell’inflazione, grazie all’attenuarsi degli shock esterni e alla politica monetaria restrittiva che ha contribuito a stabilizzare le aspettative.
Il PIL del Regno Unito ha rallentato dalla metà del 2024 e il mercato del lavoro mostra segnali di allentamento.
L’inflazione CPI è scesa al 2,6% a marzo, ma si prevede un temporaneo aumento al 3,5% nel terzo trimestre, a causa dei precedenti picchi dei prezzi dell’energia. Successivamente, è attesa una nuova discesa. La crescita salariale resta elevata, ma dovrebbe rallentare nei prossimi mesi.
L’incertezza globale è aumentata a causa dei nuovi dazi statunitensi, che hanno indebolito la crescita globale e ridotto le aspettative sui tassi di interesse di mercato.
Il Comitato di Politica Monetaria (MPC) resta impegnato a riportare l’inflazione al 2% in modo sostenibile. Le future decisioni dipenderanno dall’evoluzione dei rischi e delle dinamiche inflazionistiche.
Un approccio cauto e basato sui dati rimane appropriato per la graduale rimozione della restrizione monetaria.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Il mercato USA perde quotaIeri il mercato azionario USA ha perso quota con l'S&P 500 in calo dello 0,64%, dopo una serie positiva di 9 giorni, la più lunga da novembre 2004. Il Nasdaq ha perso lo 0,74% e il Dow Jones ha chiuso a -0,24%. Le prospettive di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina appaiono sempre più remote, oltre all'annuncio da parte del Presidente Trump di una nuova tariffa del 100% sui film di produzione estera.
Trump ha anche dichiarato di non avere intenzione di parlare con il Presidente cinese Xi Jinping questa settimana, sebbene abbia lasciato intendere che potrebbero essere imminenti accordi commerciali con altri Paesi. I mercati si stanno anche preparando per la decisione di politica monetaria della Fed di mercoledì.
Oggi, l'ISM Services PMI ha indicato un'inaspettata accelerazione nel settore dei servizi statunitense. Tutti i settori erano in rosso, ma energia, finanza e beni di consumo discrezionali hanno sottoperformato. Sul fronte societario, le megacap hanno registrato per lo più ribassi, tra cui Apple (-1,2%), Nvidia (-0,6%), Amazon (-1,5%), Meta (-1%) e Tesla (-1,9%). Microsoft è rimasta pressoché invariata, mentre Alphabet ha guadagnato lo 0,3%.
VALUTE
Ancora lateralità sui cambi, con pochi movimenti degni di nota. Siamo in attesa di qualcosa, anche se permane, a nostro avviso, la necessità di deprezzare il dollaro nel medio termine, per provare a ridurre un deficit commerciale inarrestabile.
Proprio questo pomeriggio è atteso il dato generale sulla bilancia commerciale, il cui consensus prevede un peggioramento a 137,1 miliardi di dollari nel solo mese di marzo, mentre il dato precedente è stato di 122,7 miliardi di dollari.
L'EurUsd continua a rimanere in questo trading range compreso tra 1,1290 e 1,1360, così come la sterlina che contro dollaro naviga in acque tranquille, tra 1,3280 e 1,3350. Lo Jpy rimane in forza dopo aver ceduto qualcosa nell'ultima settimana in relazione a una correzione dovuta tecnicamente, con il UsdJpy che dai minimi sotto 140,00 ha reagito fino a 145,75. Ora siamo tornati a 143,75 e potremmo ancora scendere verso i minimi.
Siamo comunque tornati in una fase di apparente risk on che sui cambi si traduce in un ribasso dei cross come EurAud, EurNzd, GbpAud e GbpNzd, mentre il UsdCad cerca faticosamente di risalire la corrente dai minimi di 1,3750.
ISM PMI SALE
L'indice PMI dei servizi ISM è balzato inaspettatamente a 51,6 ad aprile, dal minimo degli ultimi nove mesi di 50,8 registrato a marzo, e al di sopra delle previsioni di 50,6. I nuovi ordini (52,3 contro 50,4) e le scorte (53,4 contro 50,3) sono cresciuti a un ritmo più sostenuto e l'attività economica è rimasta in territorio di espansione (53,7 contro 55,9).
Nel frattempo, l'occupazione ha continuato a contrarsi, seppur a un ritmo più lento (49 contro 46,2). Per quanto riguarda i dazi, preoccupa l'impatto effettivo sui prezzi, più che l'incertezza e le pressioni future. Gli intervistati continuano a menzionare i tagli al bilancio delle agenzie federali come un freno per le imprese, ma nel complesso i risultati stanno migliorando.
RENDIMENTI IN SALITA
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è balzato al 4,35% lunedì, estendendo il rialzo della scorsa settimana, poiché i mercati temono che l'inflazione rialzi la testa a fronte del pessimismo economico derivante dalla questione tariffe.
I dati ISM hanno riflesso una forte espansione dell'attività dei servizi negli Stati Uniti, oltre a un'impennata delle pressioni sui costi, in linea con il rapporto sull'occupazione e i dati più elevati sull'inflazione PCE pubblicati la scorsa settimana. Ciò in contrasto con i dati che sottolineavano un impatto negativo delle minacce tariffarie, tra cui la contrazione del PIL nel primo trimestre.
La mancanza di chiarezza sul fatto che il Presidente Trump manterrà i dazi per un periodo più lungo ha spinto i mercati a concordare sul fatto che la Federal Reserve manterrà i tassi invariati questa settimana. Mentre i timori di una contrazione economica hanno spinto i futures sui tassi a riflettere i molteplici tagli della Fed quest'anno, il sostegno ai titoli del Tesoro USA è stato compensato dai timori che l'incerta politica economica possa danneggiare il mercato dei capitali.
SVIZZERA, CPI IN CALO
I prezzi al consumo in Svizzera sono rimasti invariati su base annua ad aprile 2025, dopo un aumento dello 0,3% a marzo e contro le previsioni di un aumento dello 0,2%. Si tratta del livello più basso dal marzo 2021, trainato dai continui cali dei prezzi di generi alimentari e bevande analcoliche, beni e servizi per la casa e trasporti.
Questi cali sono stati compensati dagli aumenti dei costi di alloggio ed energia, comunicazioni, ristoranti e alberghi. Nel frattempo, l'inflazione core è scesa allo 0,6% dallo 0,9% di marzo. Su base mensile, anche l'indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato, in linea con il periodo precedente e in linea con le previsioni di un aumento dello 0,2%.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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Cloud IASocietà quotata da poco specializzata in servizi cloud specifici per l’IA
Principale cliente è Microsoft che prevede un aumento considerevole di richieste per i data center
Da mettere in Watchlist perché potrebbe sorprendere nei prossimi mesi
Il grafico è ancora troppo piccolo per l’analisi completa, al momento si rileva un POC in zona 40$
Nasdaq100 - Trend breve rialzista, medio-lungo in recupero.Put/Call Ratio
NDX: Put/Call Ratio stabile tra 0,94 e 0,96 nelle ultime sedute. Sentiment istituzionale costruttivo.
QQQ: Put/Call Ratio elevato (1,43–1,47), evidenzia prudenza operativa da parte di investitori retail e tattici.
9 maggio ATTENZIONE Forte concentrazione di opzioni e cluster PUT.
Trend breve rialzista, medio-lungo in recupero. Flussi positivi, mercato ancora nervoso. La seduta del 25 aprile ha mostrato un Buy Volume pari al 95% del totale su 1,35 miliardi di volumi complessivi, con Delta Volume positivo superiore a +1,1B. Il CMF a +0,05 e la sua EMA a +0,02 confermano una pressione di acquisto reale, senza divergenze negative nei flussi di capitale. Nonostante l'ipercomprato tecnico (Stocastico >99), la struttura dei volumi rimane favorevole a un proseguimento del bias rialzista, salvo cambi repentini post-earnings.
🔺 Livelli Chiave Operativi
19.800 Resistenza tecnica Forte - Convergenza resistenza tecnica + muraglia CALL opzioni
19.000 Supporto principale Forte - Cluster PUT importante e livello psicologico
18.544 Punto di Inversione strutturale Cambio bias a ribassista
🔻 NO TRADE ZONE
• Area 19.300 - 19.450
• Alta probabilità di consolidamento laterale senza pressione direzionale netta.
📈 Strategie Operative
Strategia LONG
• Entry sopra 19.450
• TP1: 19.600 (🟢 Forte)
• TP2: 19.800 (🟢 Forte)
• TP3: 20.000 (🟡 Moderato)
• SL1: sotto 19.300
• SL2: sotto 19.000
• Trailing Stop attivo a +1,5%
Probabilità di successo: 70%
Strategia SHORT
• Entry sotto 19.300
• TP1: 19.000 (🟢 Forte)
• TP2: 18.800 (🟢 Forte)
• TP3: 18.000 (🟡 Moderato)
• SL1: sopra 19.450
• SL2: sopra 19.600
• Trailing Stop attivo a +1,5%
Nota: Rottura di 19.000 rafforza pressione ribassista. Se rottura sotto Punto di Inversione 18.544 con volumi forti → Cambio bias strutturale da rialzista a ribassista.
Probabilità di successo: 30%
📊 Impatto Trimestrali e Calendario Economico Settimana 28 Aprile - 2 Maggio 2025
Principali Earnings:
• Martedì 29/04: Visa, Coca-Cola, Pfizer, PayPal, Starbucks, GM.
• Mercoledì 30/04: Microsoft, Meta Platforms, Qualcomm. (Massimo impatto sul Nasdaq.)
• Giovedì 1/05: Apple, Amazon, Mastercard. (Massimo impatto ulteriore su indici.)
Eventi Macroeconomici:
• Martedì 29/04: Fiducia consumatori USA (atteso in calo a 88,5).
• Mercoledì 30/04: PIL USA preliminare Q1 (atteso solo +0,4%), PCE core trimestrale.
• Giovedì 1/05: ISM manifatturiero USA (atteso in calo a 47,9).
• Venerdì 2/05: Non-Farm Payrolls USA (atteso forte rallentamento, 130K nuovi posti vs 228K precedenti).
Conclusione Operativa:
• Bias LONG fino a martedì sera.
• Da mercoledì forte incremento della volatilita' atteso.
• Protezione guadagni consigliata post earnings MSFT/META.
• Gestione attenta trailing stop da giovedì sera post AAPL/AMZN.
• Massima cautela venerdì su dati lavoro USA: rischio spike improvvisi.
FATEMI SAPERE SE QUESTA ANALISI VI INTERESSA E SEGUITEMI PER ESSERE SEMPRE AGGIORNATI
⚠ Attenzione: Questa analisi tecnica si basa esclusivamente su dati tecnici e non costituisce un consiglio di investimento. Non tiene conto di eventi macroeconomici, situazioni geopolitiche o dati fondamentali che potrebbero influenzare il titolo. Inoltre, non tiene conto della propensione al rischio dell’investitore, né del suo mix di portafoglio. Le condizioni di mercato possono cambiare rapidamente e influenzare le strategie delineate in questa analisi.
Nasdaq e la sfida delle trimestraliÈ iniziata una nuova stagione di trimestrali per l’indice Nasdaq, le magnifiche 7, dopo essere crollate e aver trascinato con loro anche gli indici USA, potrebbero prendere una boccata d’aria fresca tirando fuori una buona trimestrale.
Oggi tocca a Meta e Microsoft, un dato importante renderebbe sicuramente più fiduciosi gli investitori che da qualche settimana sono tornati a comprare i titoli tech (da quando Trump ha messo in pausa i dazi).
L’indice Nasdaq ha rotto al rialzo la trendline ribassista partita dai massimi di inizio anno, segn9 di forza nonostante il periodo non proprio roseo.
Il prossimo ostacolo sarà quello dei 20.500, punti per il quale, oltre alla resistenza, i prezzi si troveranno probabilmente ad affrontare anche le media a 100 e 200 periodi.
Sentiment cauto, prevalgono coperture su ribasso.SPX: Put/Call Ratio stabile tra 1,6–1,7, segnala forte copertura istituzionale.
SPY: Put/Call Ratio elevato tra 1,4–1,5, indica prudenza tra investitori retail.
Trend breve positivo, medio ancora in ricostruzione.
Nonostante il bias tecnico positivo, i volumi mostrano una partecipazione ancora incompleta. La pressione positiva è presente ma fragile. Necessaria una gestione stop molto attenta e un monitoraggio accurato dei flussi di capitale.
🔺 Livelli Chiave Operativi
5.600 Resistenza intermedia
5.300 Supporto VWMA
5.288,3 Punto di Inversione strutturale
🔻 NO TRADE ZONE
• Area 5.500 - 5.560.
Consolidamento laterale possibile, evitare nuovi ingressi in questa fascia..
📈 Strategie Operative
Strategia LONG
• Entry sopra 5.560
• TP1: 5.600 (🟡 Moderato)
• TP2: 5.723 (🟡 Moderato)
• TP3: 5.800–5.820 (🟡 Moderato)
• SL1: sotto 5.500
• SL2: sotto 5.450
• Trailing stop +1,5% da massimo relativo.
Probabilità di successo: 65%
Strategia SHORT
• Entry sotto 5.500
• TP1: 5.450 (🟡 Moderato)
• TP2: 5.300 (🟢 Forte)
• TP3: 5.100 (🟢 Forte)
• SL1: sopra 5.540
• SL2: sopra 5.560
• Trailing stop +1,5% da massimo relativo.
Probabilità di successo: 35%
Nota: Rottura della VWMA a 5.300 rafforza pressione ribassista. Se rottura sotto Punto di Inversione 5.288,3 con volumi forti → Cambio bias strutturale da rialzista a ribassista.
📊 Impatto Trimestrali e Calendario Economico 28 Aprile - 2 Maggio 2025
Earnings principali:
• 29/04: Visa, Coca-Cola, Pfizer, PayPal.
• 30/04: Microsoft, Meta Platforms, Qualcomm.
• 01/05: Apple, Amazon, Mastercard.
Eventi Macroeconomici:
• 30/04: PIL USA preliminare Q1.
• 01/05: ISM manifatturiero USA.
• 02/05: Non-Farm Payrolls USA.
Conclusione Operativa:
• Bias LONG fino a 30 aprile.
• Massima prudenza da 1 maggio sera.
• Gestione attiva trailing stop post earnings big tech e dati lavoro.
FATEMI SAPERE SE QUESTA ANALISI VI INTERESSA E SEGUITEMI PER ESSERE SEMPRE AGGIORNATI
⚠ Attenzione: Questa analisi tecnica si basa esclusivamente su dati tecnici e non costituisce un consiglio di investimento. Non tiene conto di eventi macroeconomici, situazioni geopolitiche o dati fondamentali che potrebbero influenzare il titolo. Inoltre, non tiene conto della propensione al rischio dell’investitore, né del suo mix di portafoglio. Le condizioni di mercato possono cambiare rapidamente e influenzare le strategie delineate in questa analisi.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 29.04.2025Prosegue il trend di recupero delle Borse, soprattutto in Europa.
I maggiori listini EU sono tornati sopra livelli del 2 Aprile, “Liberation day”.
Le trimestrali delle “big tech Usa” non deluderanno, Mag7 in recupero.Crescono domanda e prezzi di metalli industriali, argento e rame nel mirino!
Mercati in fermento: Borse europee ancora in salita, con occhi puntati su Trump, trimestrali delle Big Tech Usa e novità sui dazi e sugli sviluppi sul conflitto in Ucraina.
La seduta del 28 aprile si è chiusa positiva per le Borse europee, che proseguono il rally iniziato la settimana scorsa.
I principali indici azionari europei sono tornati ai livelli del 2 aprile, data simbolica (definita Liberation Day) in cui il presidente Usa Donald Trump aveva lanciato un'ondata di dazi contro i partner commerciali globali.
Come noto, l'amministrazione USA ha poi allentato la stretta: ha sospeso per 90 giorni l’applicazione dei dazi, escludendo però la Cina. Questo ha alimentato l’ottimismo nei mercati, sperando in una de-escalation.
Sul tema, il segretario al Tesoro USA, Scott Bessent, ha affermato che «molti Stati hanno presentato proposte molto buone» e ha accennato a un possibile primo accordo con l’India.
Tuttavia, il rapporto con la Cina rimane “complicato”: secondo Pechino, non sono attualmente in corso colloqui ufficiali con gli Stati Uniti, smentendo dichiarazioni precedenti di Trump.
Milano ha chiuso in rialzo di +0,3%, superando il livello di chiusura del 2 aprile, con lo spread BTP/Bund decennale in calo a 110 punti base. Francoforte ha fatto un +0,1%, ma da inizio anno l’indice tedesco è in crescita di +11,9%.
Wall Street, invece, è risultata più incerta. L’indice S&P 500 ha guadagnato +0,1% segnando comunque la quinta seduta consecutiva in positivo, evento che non si verificava da novembre. Tuttavia, il ribasso da inizio anno resta del -6%. Il Dow Jones ha chiuso a +0,28%, mentre il Nasdaq è sceso -0,10%.
Le grandi protagoniste della settimana saranno le Big Tech. Microsoft, Apple, Meta e Amazon – quattro dei cosiddetti “Magnifici Sette” – pubblicheranno i loro risultati. Gli analisti prevedono per il gruppo una crescita media degli utili del 15% nel 2025, un dato rimasto stabile nonostante le tensioni geopolitiche.
Domani, 30 aprile segnerà i primi 100 giorni del secondo mandato di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti. Nonostante il recente rimbalzo dei mercati, lo S&P500 è ancora in calo di circa -8 punti percentuali rispetto al giorno del suo insediamento, segnando il peggior inizio di mandato presidenziale dal 1974, quando Gerald Ford succedette a Nixon.
E’ in questo contesto che l’Amministrazione Trump starebbe valutando un alleggerimento dei dazi sulle auto estere, attualmente fissati al 25%.
La modifica consentirebbe ai produttori automobilistici di ottenere rimborsi fino al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli USA nel primo anno, con un calo progressivo nei due anni successivi. L’annuncio è atteso per il comizio di Trump a Detroit (Michigan).
Nella mattinata di oggi, 29 aprile, l’indice MSCI Asia Pacific guadagna lo 0,7%. In rialzo anche il Kospi coreano (+0,6%), l’S&P/ASX australiano (+0,9%), l’Hang Seng di Hong Kong (+0,3%) e il Taiex di Taipei (+0,5%). In lieve calo invece il CSI 300 di Shanghai e Shenzhen (-0,1%). Tokyo è chiusa per festività.
Il petrolio vira nuovamente in negativo e resta vicino ai minimi dell’anno: ciò sii combina con l’indebolimento del Dollaro Usa, implicando un significativo “alleggerimento” della componente energetica del paniere dell’inflazione europe: il WTI (greggio di riferimento Usa) è scivola sotto i 63 dollari/barile, mentre il Brent europeo si attesta a 66 dollari.
Si avvicina intanto il 5 maggio, data della prossima riunione dell’OPEC+: si prevede un possibile aumento della produzione a partire da giugno. Il gas naturale ad Amsterdam cala a 32 euro per megawattora, grazie anche alle temperature primaverili in tutta Europa.
Anche l’oro rallenta, dopo la spettacolare salita a ridosso di 3.500 Dollari/oncia della prima metà del mese: il metallo prezioso si attesta stamene a circa 3.300 dollari l’oncia (ore 11.00 CET), complice l’attenuazione delle tensioni USA-Cina che riduce la domanda di beni rifugio.
L’indice Bloomberg Commodity delle maggiori materie prime è risalito a 102,7 Dollari, grazie al recupero dei metalli industriali, in particolare del rame. La domanda cinese di “copper” resta alta, con scorte in calo rapido a Shanghai, ben oltre la normale stagionalità.
Attesa anche per il dato sull’inflazione dell’Eurozona, previsto per venerdì: gli analisti stimano un dato quasi invariato “mese su mese” ed una crescita annuale attorno al 2,0% target fissato dall’ECB.
Gli economisti si aspettano che la BCE possa tagliare i tassi altre tre volte entro la fine dell’anno, portando il tasso di deposito all’1,5%, un livello che dovrebbe essere mantenuto fino a metà 2026.
Sul fronte obbligazionario, il decennale USA (Treasury Note) rende 4,21%, mentre il biennale si attesta al 3,69%. In Europa, il BTP decennale italiano rende 3,62%, con uno spread con il Bund tedesco stabile a 110 punti base. L’euro sembra essersi stabilizzato appena sopra quota 1,13 Dollari.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Wall Street, ancora un rialzoLe azioni statunitensi hanno chiuso in rialzo venerdì, segnando la quarta sessione consecutiva di guadagni, alimentata dalla forza delle Big Tech. Tuttavia, le ultime dichiarazioni del Presidente Trump sui dazi hanno impedito guadagni superiori. L'S&P 500 è salito dello 0,7%, il Nasdaq ha guadagnato l'1,1% e il Dow Jones ha guadagnato 20 punti.
La proposta di Trump di imporre dazi al 50% alla Cina ha aggiunto incertezza, mentre Pechino ha negato la notizia di colloqui in corso, compensando l'ottimismo derivante dalla decisione del gigante asiatico di esentare dai dazi alcuni beni statunitensi. Le azioni di Alphabet sono salite dell'1,5% dopo aver superato le stime sugli utili, annunciato il suo primo dividendo in assoluto e rivelato un piano di riacquisto di azioni proprie da 70 miliardi di dollari. Tesla è balzata del 9,8% dopo la presentazione delle nuove regole per le auto a guida autonoma. Intel ha perso il 7% a causa di previsioni deboli e T-Mobile ha perso l'11% a causa della debole crescita degli abbonati.
La prossima settimana, Amazon, Apple e Meta, altre aziende appartenenti ai "Magnifici Sette", pubblicheranno i risultati finanziari. Wall Street ha registrato solidi guadagni settimanali, con l'S&P 500 in rialzo del 4%, il Nasdaq del 6% e il Dow Jones in rialzo del 2%.
VALUTE
L'indice del dollaro statunitense ha corretto al rialzo la settimana scorsa, da un minimo di 97,55, rimbalzando fino a 99,58, in seguito all’allentamento della tensione tra Trump e Powell, presidente della Federal Reserve. Dopo essere inizialmente sceso a un minimo di 97,55 dollari lunedì, l'indice ha chiuso la settimana a 99,17 dollari, facendo registrare un massimo a 99,58.
Il dollaro statunitense è stato oggetto di forti vendite dopo aver toccato il livello di resistenza chiave a 109,85 dollari all'inizio di quest'anno. I cambi in generale sono rimasti in trading range, poiché i prezzi sembrano aver assorbito tutte le notizie, positive o negative, giunte dal fronte economico e politico. Tecnicamente, nulla è cambiato: siamo in un chiaro trend rialzista, ma va detto che siamo arrivati, alcuni giorni orsono, su delle resistenze importanti in area 1,1550, che rappresenta un baluardo importante.
Per ora abbiamo corretto di circa 200 pips e non si possono escludere ulteriori ribassi verso l'area 1,1210-1,1230, importante area di supporto, che era stata violata come resistenza il 10 aprile e che rappresentava i massimi precedenti significativi, toccati due volte il 25 e 30 settembre dello scorso anno. Quello è il livello che non deve rompere per rimanere in fase rialzista.
Il medesimo discorso vale per tutti i cambi contro dollaro. Se osserviamo le majors e le oceaniche, ci sono dei punti chiave che rappresentano i supporti chiave da non bucare se si vuole pensare a un rialzo verso i corrispettivi livelli di EurUsd di 1,2000-1,2200 nel medio termine e che per il Cable sono posti a 1,4200, per il UsdJpy in area 126,00, UsdCad a 1,3100 e oceaniche rispettivamente a 0,6900 e 0,6400.
Tutto dipenderà da come si evolverà la situazione dazi da qui in avanti, specialmente quando scadrà la tregua dei 90 giorni concessi da Trump come periodo nel quale i dazi reciproci sono stati abbassati al 10%. Vi è poi un altro nodo cruciale, che dipende da come si evolveranno i rapporti tra USA e Cina, ora ai minimi storici.
TREASURIES IN CALO
Venerdì, il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni è sceso di circa 3 punti base al 4,29%, estendendo il calo di quasi 4 punti base di giovedì, in presenza comunque di una forte incertezza derivante dalla guerra commerciale, nella speranza che possa emergere una de-escalation tra gli USA e la Cina.
Alcune indiscrezioni suggeriscono che la Cina stia valutando la possibilità di sospendere i dazi del 125% su alcune importazioni statunitensi, sebbene le autorità cinesi abbiano negato l'esistenza di negoziati sulle tariffe in corso. Nel frattempo, il presidente Trump ha ribadito che la sua amministrazione era in trattative con Pechino.
Allo stesso tempo, le aspettative di futuri tagli dei tassi della Federal Reserve hanno fornito ulteriore supporto ai mercati obbligazionari. Il governatore della Fed Christopher Waller ha dichiarato che avrebbe sostenuto i tagli dei tassi se i dazi aggressivi avessero iniziato a pesare sul mercato del lavoro. Analogamente, la presidente della Fed di Cleveland Beth Hammack ha segnalato che la banca centrale potrebbe agire già a giugno, a condizione che vi siano chiare indicazioni sulla traiettoria dell'economia. I mercati stanno attualmente scontando un taglio di 25 punti base a giugno e prevedono un totale di tre tagli entro la fine dell'anno.
DATI USA
Il sentiment dei consumatori dell'Università del Michigan per gli Stati Uniti è stato rivisto al rialzo a 52,2 ad aprile 2025 da una lettura preliminare di 50,8, rispetto al 57 di marzo. Nonostante la revisione al rialzo, il sentiment dei consumatori è sceso per il quarto mese consecutivo al livello più basso da luglio 2022, poiché i consumatori percepiscono rischi su molteplici aspetti dell'economia, in gran parte dovuti alla continua incertezza sulle politiche commerciali e alla potenziale ripresa dell'inflazione.
L'indicatore delle aspettative è crollato a 47,3, anch'esso il livello più basso da luglio 2022, rispetto a una lettura preliminare di 47,1 e 52,6 di marzo. Le condizioni economiche sono peggiorate meno del previsto. Sul fronte dei prezzi, le aspettative di inflazione per l'anno successivo sono balzate al 6,5%, il livello più alto dal 1981, a causa dei rischi di applicazione delle tariffe. Tuttavia, il dato è uscito leggermente inferiore al 6,7% rispetto al comunicato preliminare. Le aspettative di inflazione a lungo termine sono salite al 4,4% dal 4,1%.
SETTIMANA ENTRANTE
La prossima settimana negli USA verranno pubblicati importanti dati macroeconomici, tra cui la prima stima della crescita del PIL per il primo trimestre del 2025, che potrebbe evidenziare un rallentamento significativo, con alcune previsioni che suggeriscono persino una possibile contrazione. Gli investitori si concentreranno anche sul rapporto sull'occupazione, sui dati sull'inflazione PCE e sull'indice PMI manifatturiero ISM.
Sul fronte dazi, occhio agli sviluppi della disputa commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina, con una buona probabilità di una potenziale de-escalation. Anche la stagione degli utili globali sarà al centro dell'attenzione, con importanti aziende come Apple, Microsoft, Amazon e Meta pronte a pubblicare i risultati trimestrali.
Inoltre, la settimana sarà ricca di dati economici chiave anche al di fuori degli USA, con i dati sul PIL e sull'inflazione per l'intera Eurozona. Nel frattempo, si prevede che la Banca del Giappone manterrà invariati i tassi di interesse, mentre in Cina tutti gli occhi saranno puntati sui dati PMI di aprile. Infine, in Australia saranno pubblicati i dati sull'inflazione.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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WisdomTree - Tactical Daily Update - 16.04.2025Ieri Borse europee positive, ma Wall Street frena l’entusiasmo.
Le trattative sui dazi tra Usa ed Europa procedono, ma a rilento..
Nvidia investirà negli Stati Uniti, ma il settore tech soffirà per il dazi.
Oro a nuovi massimi storici, si conferma il miglior asset nei tempi incerti.
Ieri, 15 aprile le Borse europee si sono messe il vestito della festa, con chiusure tutte in verde acceso. Milano ha sfoggiato un bel +2,39%, Madrid +2,45%, Amsterdam +2,12%, Francoforte +1,49%, Londra +1,44% e Parigi un più modesto +0,86%. Il motivo? La speranza che il presidente USA riduca i dazi del 25% sulle auto. Il settore automobilistico ha quindi fatto un bel rombo di motori!
Tuttavia, John Elkann, Presidente di Stellantis ha voluto ricordare che in Europa l'elettrificazione dell’auto è una corsa a ostacoli: emissioni stringenti, incentivi ritirati senza preavviso e infrastrutture di ricarica ancora poco convincenti. Il risultato? I consumatori guardano le auto elettriche, ma non le acquistano.
Intanto a Bruxelles le trattative tra l’Ue e gli USA sembrano già in stallo. Il commissario Sefcovic non riesce a far breccia nella Casa Bianca: secondo Bloomberg, Washington ha rifiutato la proposta europea di sospendere i dazi sui beni industriali in cambio di più investimenti.
Oltreoceano invece, Wall Street ha perso smalto sul finale: niente terzo rialzo consecutivo, col Dow Jones che ha chiuso a -0,39%, l’S&P500 a -0,20% e il Nasdaq a -0,05%. Tutto questo a causa dell’altalena della guerra commerciale, tra gli "stop and go" di Trump di difficile interpretazione.
Ricordiamo che lunedì la sospensione dei dazi su smartphone e computer “made in China” era stata ben accolta, ma i mercati restano disorientati ogni volta che Trump si pronucia.
Parlando di tecnologia, i famosi "Magnifici Sette" (i big del tech) hanno chiuso in calo: il loro indice ha perso -0,55%: da inizio anno sono giù del -18%, e ieri ci ha messo lo zampino anche Nvidia, che nell'after hours ha perso il -6% dopo aver dichiarato che subirà oneri fino a 5,5 miliardi di dollari nel primo trimestre, a causa dei nuovi controlli USA sull’esportazione dei chip verso la Cina (inclusi Hong Kong, Macao e vari altri Paesi).
Non aiuta neppure la notizia che le “Silicon Six” (Amazon, Meta, Alphabet, Netflix, Apple e Microsoft) – avrebbero eluso 278 miliardi di dollari di tasse in 10 anni, secondo la Fair Tax Foundation. Con 11.000 miliardi di dollari di ricavi e 2.500 miliardi di utili, avrebbero dovuto pagare tasse al 29,7%, ma se la sono cavata con un 18,8%. Da approfondire....
Intanto il famoso indice Vix della volatilità è sceso a 30 punti, dopo aver toccato quota 60 il 4 aprile. Bene, ma per dire addio all’instabilità dovremmo vederlo sotto i 20.
Tornando alle trattative sui dazi, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha detto che ci sono 15 proposte sul tavolo, e che qualche annuncio è vicino. Ma ha anche avvertito: “Ora tocca alla Cina”, ricordando che l'accordo non è obbligatorio e che Trump, ovviamente, vuole firmare tutto di persona.
Giorgia Meloni vola a Washington per incontrare Trump e discutere di tariffe,nell’interesse italiano, ma anche europeo.
Boeing finisce nel mirino di Ryanair. Il ceo Michael O'Leary ha minacciato di ritardare la consegna di 25 aerei, prevista da agosto, se i dazi faranno salire i prezzi. Se la logica non torna, le consegne si spostano a “marzo o aprile 2026”.
Anche la Cina si accoda: ha bloccato l’acquisto di nuovi Boeing e attrezzature aeronautiche made in USA. E sul versante usa, Delta Air Lines sta pensando di ritardare gli ordini ad Airbus, per evitare le ritorsioni europee.
Sul fronte energetico, l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha tagliato le stime di crescita della domanda di petrolio per il 2025. Colpa, ancora una volta, delle tensioni commerciali. I prezzi del greggio sono ai minimi degli ultimi quattro anni, al pari dell’umore del mercato del greggio.
Cina: il GDP (Pil) del primo trimestre ha fatto segnare un +5,4% su base annua (meglio del previsto +5,2%), mentre il dato trimestrale è salito dell’1,2% (leggermente sotto l’1,4% atteso). Il boom è frutto delle misure pro-crescita di Pechino, ma gli analisti restano dubbiosi si chiedono se tale ritmo possa reggere.
Borse asiatiche non hanno celebrato il dato cinese: Hong Kong -2,7%, tech in calo -5%, con Baidu, Alibaba e Tencent tra -2% e -5%. Giù anche il Nikkei225, -1,5%, il Kospi coreano, -0,7%, Taiwan, -1,7%, e Sensex indiano, -0,2%.
Il prezzo dell’oro stamattina, 16 aprile, ha toccato il nuovo record storico: 3.300 dollari/oncia, +1,8%. In dollari è salito del +25% da inizio anno, in euro del +14%. Incertezza globale = corsa ai beni rifugio.
Nel mercato obbligazionario USA, terzo giorno di risalita per il Treasury decennale, col rendimento in calo al 4,32%, da 4,50% di venerdì. In Europa, il BTP italiano decennale rende 3,71%, con uno spread a 118 bps sul Bund tedesco, mentre si aspetta un taglio di 0,25% da parte della BCE nella riunione di domani.
Ricordiano che Standard & Poor’s ha migliorato il rating sovrano italiano da BBB a BBB+, un upgrade che premia la stabilità e aumenta l'appeal del debito italiano.
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Crollano i mercati: Siamo vicini a una nuova recessione? ANALISI MACROECONOMICA
Quest’ultima settimana sicuramente verrà ricordata come una delle settimana che ha visto una notevole discesa da parte degli indici americani.
Nasdaq ha fatto regirstrare un –12.90%, S&P500 il –12% e il Dow Jones (US30 su Pepperstone) il –10.60%. Mentre in Europa il Dax ha chiuso la settimana con un sonoro –10.75%.
Le forti vendite sono avvenute non appena Trump ha ufficialmente firmato il decreto per quanto riguarda l’introduzione dei dazi. È uno dei peggiori crolli dal 2020 e questa guerra commerciale potrebbe portare ad una recessione, tra i timori dell’inflazione ed una crescita molto lenta. Ormai la tensione sui mercati regna sovrana e anche il dollaro ha perso parecchio terreno toccando il minimo storico contro il franco svizzero, mentre l’Euro si avvicina ai massimi dell’ultimo semestre attestandosi attorno all’1.1050.
Per quanto riguarda invece la moneta rifugio, sia yen che franco svizzero hanno fatto registrare una forza non indifferente sul mercato. Il dollaro continua a perdere forza ed anche il suo potere di attrazione, difatti anche le più importanti banche mondiali, tra cui Deutsche Bank parla di una possibile crisi di fiducia nei confronti del biglietto verde.
Powell ha affermato che i dazi imposti dal governo Trump sono più grandi del previsto comportando quindi il rischio di elevata inflazione, mentre la risposta di Trump non si è fatta attendere, dichiarando che questo sarà il momento migliore per Powell per poter tagliare i tassi di interesse. La Fed sostiene che siano proprio i dazi a poter portare ad un aumento dell’inflazione nei prossimi trimestri, con il rischio inoltre che ci sia un forte aumento della disoccupazione.
Per quanto riguarda il calendario economico, la prossima settimana che va dal 7 all’11 di Aprile, avremo diverse news da dover tenere d’occhio.
- Mercoledi 9 Aprile avremo il meeting della FOMC che potrà darci ulteriori dettagli sulle future decisioni per quanto riguarda i tassi di interesse.
- Nella giornata di Giovedi avremo i dati sull’inflazione americana che si attesta ancora al 2.8% , oltre alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, dato che sicuramente ci dirà di più sullo stato attuale del mercato del lavoro statunitense.
- Venerdi 11 Aprile è previsto il rilascio del dato sul PIL della Gran Bretagna e il dato sull’inflazione della Germania, sicuramente rilevante a livello europeo. Infine, nel pomeriggio verrà rilasciato l’Indice dei Prezzi della Produzione americano che misura il cambiamento medio dei prezzi di vendita.
Sicuramente sarà una settimana in cui bisognerà costantemente monitorare la situazione sui mercati dopo questa forte pressione derivante dalle vendite degli ultimi giorni. Questa analisi macroeconomica è puramente a scopo informativo e non deve essere considerata come consiglio finanziario.
Ogni investitore dovrà effettuare le dovute considerazioni e le proprie analisi, considerando inoltre il rischio di poter perdere denaro sui mercati finanziari. Inoltre, bisogna considerare che attualmente i mercati stanno attraversando una fase di forte ed alta volatilità, motivo per cui bisogna operare con cautela, tenendo presente che tradare prodotti derivati (CFD) può comportare una perdita di denaro.
ANALISI TECNICA
Per quanto riguarda la parte di analisi tecnica, questa settimana andremo ad analizzare l’indice Dow Jones ( US30 su Pepperstone). Quest’ultima settimana l’indice che rappresenta le 30 società più quotate nel mercato americano (tra cui Amazon, Nvidia, Microsoft) è passato da 42700 punti chiudendo la giornata di venerdi a 38200 punti, con una perdita superiore al 10%.
Attualmente l’indice ha raggiunto una zona di forte accumulo risalente a Maggio 2024, quindi senza dubbio sarà interessante vedere come gli operatori si muoveranno e cosa decideranno di fare.
Potremmo assistere ad un probabilmente rallentamento di questa discesa, portando l’indice a toccare nuovamente quota 40.000. Il tutto dipenderà anche da come questi dazi continueranno ad affliggere le aziende e soprattutto gli investitori dati i periodi di totale incertezza sui mercati.
Se andiamo ad analizzare il nostro Stochastic Momentum index ci troviamo in una zona di forte ipervenduto, quindi ci si potrebbe anche attendere un potenziale rialzo da parte dell’indice. Ma non dobbiamo dare nulla per scontato in quanto ciò che è avvenuto in passato non è detto che possa ripetersi anche in futuro.
Sarà decisamente importante valutare come il prezzo si comporterà nei prossimi giorni. Motivo per cui bisogna cercare le giuste conferme e valutare anche il rischio, in quanto tradare CFD può comportare la perdita di denaro.
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Avversione al rischio crescenteLa settimana scorsa si è chiusa con un aumento progressivo dell’avversione al rischio, legata alle crescenti preoccupazioni sull’inflazione, tornata alla ribalta dopo gli ultimi dati, e alle incertezze relative ai dazi doganali. Gli indici USA hanno chiuso in netto ribasso venerdì, appesantiti dal risk off e dai timori di cui sopra. L'S&P 500 è scivolato del 2%, il Dow Jones è sceso dell’1,69% e il Nasdaq 100 è crollato del 2,7%.
I giganti della tecnologia hanno guidato il calo, con Alphabet, Amazon e Meta in calo di oltre il 4% ciascuno e Microsoft è scesa del 3%. Le preoccupazioni sull'inflazione si sono intensificate dopo che la lettura finale del sentiment dei consumatori dell'Università del Michigan per marzo ha mostrato le aspettative di inflazione a lungo termine più elevate dal 1993.
Nel frattempo, l'indice dei prezzi PCE core, la misura dell'inflazione preferita dalla Fed, è aumentato del 2,8% a febbraio, superando le previsioni, mentre la spesa dei consumatori è cresciuta dello 0,4%. Gli investitori si sono preparati a ulteriori interruzioni delle catene di approvvigionamento, dopo le minacce di Trump sulle tariffe al settore automotive, pari al 25%, a partire dal 2 aprile prossimo.
La UE si è detta disposta a venire incontro agli USA, si legge in una nota, per cercare di ridimensionare la questione e riportarla nell’ambito di negoziati. Ma il timore di ritorsioni da parte dei principali partner commerciali sussiste. L'S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente oltre l'1% e il 2%, registrando il quinto calo settimanale in sei settimane, mentre il Dow è sceso dello 0,8%.
INFLAZIONE PCE IN AUMENTO
L'indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) degli Stati Uniti è aumentato dello 0,3% su base mensile a febbraio 2025, mantenendo lo stesso ritmo dei due mesi precedenti e in linea con le aspettative. I prezzi dei beni sono aumentati dello 0,2%, al di sotto dello 0,5% a gennaio, e i prezzi dei servizi sono aumentati dello 0,4%, al di sopra dello 0,2% nel mese precedente.
Nel frattempo, l'indice PCE core, che esclude cibo ed energia, è aumentato dello 0,4%, il massimo da gennaio 2024, al di sopra dello 0,3% nel mese precedente e con previsioni dello 0,3%. I prezzi dei prodotti alimentari si sono stabilizzati (rispetto allo 0,3% di gennaio) mentre i prezzi dei beni e dei servizi energetici sono aumentati dello 0,1%, dopo un aumento dell'1,3% a gennaio.
Su base annua, i prezzi sono aumentati del 2,5%, come a gennaio e in linea con le previsioni, ma il tasso annuo core è salito al 2,8%, al di sopra di un 2,7% rivisto al rialzo e di previsioni del 2,7%.
VALUTE
Sui cambi, solito refrain: dollaro in discesa con l’equity in calo, in correlazione diretta, e indice VIX sopra quota 21.50, dopo i recenti dati inflattivi, che diminuiscono le probabilità di taglio dei tassi da parte della Fed. EUR/USD rimane sopra 1.0820, mentre il Cable non riesce a rompere le resistenze chiave per via di un EUR/GBP che è tornato sopra 0.8325, ora primo supporto chiave.
GBP/USD quindi non ha sfondato al rialzo 1.3000 e rimane inalterato, con supporti posti a 1.2870-80 area. In questa fase si ripropone lo JPY come asset rifugio, dopo che ha tenuto i supporti contro dollaro e il USD/JPY non è riuscito a violare la resistenza di 151.20-30 area. Siamo ora tornati a 149.80 e nel caso di violazione di 149.50, potremmo rivedere 148.00.
La BoJ non sembra ancora pronta al rialzo dei tassi nonostante un'inflazione al 3.7%, che però è in calo rispetto ai dati precedenti del 4%. Su base mensile è quel -0.1% che impedisce per ora alla BoJ di agire. Oceaniche ancora deboli in risk off, in attesa che la Cina allenti la politica monetaria e i tassi LPR a 1 e 5 anni, per ridare slancio ai consumi interni.
Il problema della Cina è quello infatti di rilanciare la domanda interna, che viene snobbata a favore di un mercantilismo legato a un tasso di cambio tenuto artificialmente sotto valutato. EUR/AUD ed EUR/NZD tornano verso i massimi di periodo, in piena accelerazione.
INTANTO IN EUROPA
L'indicatore del sentiment economico dell'Eurozona è sceso a 95,2 a marzo 2025, il livello più basso degli ultimi mesi, rispetto a 96,3 a febbraio e ben al di sotto delle previsioni di 97. Il calo è stato guidato dalla minore fiducia nei servizi, nel commercio al dettaglio e tra i consumatori. La fiducia nell'industria e nelle costruzioni è rimasta sostanzialmente stabile.
Per le maggiori economie dell'UE, l’indice è diminuito significativamente in Francia e in Italia, mentre è migliorato in Spagna. La fiducia è aumentata in Germania ed è rimasta invariata nei Paesi Bassi.
CANADA, PIL FERMO
Il PIL canadese è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente a febbraio 2025, con aumenti nei settori manifatturiero, finanziario e assicurativo compensati da diminuzioni nel settore immobiliare e degli affitti e leasing, nel sottosettore dell'estrazione di petrolio, gas e nel settore del commercio al dettaglio.
Va però ricordato che, al di là della rilevazione di marzo, invariata rispetto a febbraio, il PIL è cresciuto dello 0,4% rispetto al mese di gennaio, superando le stime flash dello 0,3%. Le industrie produttrici di beni sono aumentate dell'1,1% tra guadagni nei servizi di pubblica utilità e nell'estrazione mineraria, estrattiva di petrolio e gas, mentre le industrie produttrici di servizi sono aumentate dello 0,1%, con il commercio al dettaglio come principale fattore di detrazione della crescita.
LA SETTIMANA DELLA RBA
La prossima settimana, gli investitori monitoreranno attentamente gli sviluppi della guerra commerciale, poiché le tariffe reciproche sulle importazioni negli Stati Uniti entreranno in vigore il 2 aprile, inclusa una tassa del 25% sul settore auto. Dagli USA attenzione agli ISM PMI, che forniranno approfondimenti sul mercato del lavoro e sulle performance del settore privato.
Inoltre, dalla Cina, si attendono i dati sui Caixin PMI, mentre dal Giappone, occhio al Tankan, che misura le performance delle grandi aziende. Dalla Germania, dati sull’inflazione e sugli ordinativi all’industria. Non dimentichiamo i PMI per l’Eurozona. Attesa, per quel che riguarda le oceaniche, alla decisione sui tassi della RBA, che secondo le stime, dovrebbe lasciare i tassi fermi, al 4.1%.
Buona settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Trump, ancora daziGiornata negativa per Wall Street, con l'S&P 500 che è sceso dell’1.2%, mentre il Nasdaq è crollato dell’1.8% e il Dow Jones ha cancellato i guadagni iniziali per aggirarsi intorno allo zero, spinto da una svendita nel settore tecnologico. I titoli megacap hanno visto bruschi cali, con Nvidia in calo del 4,7%, Tesla in calo del 3,9% e Amazon, Meta e Alphabet che hanno perso tutte l'1,2% all'1,4%. Apple (-0,2%) e Microsoft (-0,4%) non hanno fatto meglio.
Il sentiment rimane negativo, poiché persistono le preoccupazioni sulla guerra commerciale in corso, con gli operatori ancora in attesa di ulteriori chiarimenti sui dazi reciproci che entreranno in vigore il 2 aprile. Tutto ciò ha prevalso rispetto anche ai positivi dati Usa, sugli ordini di beni durevoli, usciti decisamente sopra le attese.
Nella notte poi, I mercati azionari asiatici sono scesi dopo che Trump ha annunciato un dazio del 25% su tutte le importazioni di auto a partire dalla prossima settimana. Le case automobilistiche giapponesi e sudcoreane sono state tra le più colpite, con forti perdite per Toyota, Honda, Subaru, Hyundai e Kia. Anche i titoli tecnologici hanno dovuto affrontare pressioni di vendita, seguendo il calo notturno dei giganti tecnologici statunitensi.
VALUTE
L'indice del dollaro è sceso sotto quota 104,5 giovedì, riducendo i guadagni della sessione precedente, dopo le dichiarazioni di Trump che hanno riportato l’avversione al rischio sui mercati. Il presidente ha annunciato un dazio del 25% su tutte le auto e i camion leggeri importati, che entrerà in vigore il 2 aprile, insieme a dazi reciproci sulle nazioni con imposte sui beni statunitensi, misure che si è impegnato a mantenere per tutto il suo secondo mandato.
L'escalation della guerra commerciale ha scatenato timori di una crescita economica statunitense più lenta e di rinnovate pressioni inflazionistiche, La fiducia dei consumatori statunitensi è scesa al livello più basso in oltre quattro anni, aggiungendo preoccupazioni. L’attesa ora si sposta verso il rapporto sull'indice dei prezzi PCE di venerdì, la misura dell'inflazione preferita dalla Fed.
ORDINI BENI DUREVOLI
I nuovi ordini di beni durevoli prodotti negli Stati Uniti sono aumentati inaspettatamente di 2,7 miliardi di dollari, ovvero dello 0,9% su base mensile a 289,3 miliardi a febbraio 2025, dopo un balzo rivisto al rialzo del 3,3% a gennaio e superando le previsioni di un calo dell'1%. Le attrezzature per i trasporti hanno guidato l'aumento, Gli ordini sono aumentati anche per macchinari (0,2%), prodotti in metallo lavorati (0,9%), computer e correlati (1,1%) e apparecchiature elettriche, elettrodomestici e componenti (2%).
Al contrario, gli ordini di beni strumentali sono diminuiti dell'1,5%. Nel frattempo, gli ordini di beni strumentali non per la difesa, esclusi gli aeromobili, sono diminuiti dello 0,3% a febbraio, il primo calo in quattro mesi, dopo un guadagno rivisto al rialzo dello 0,9% a gennaio e peggiore delle previsioni di un aumento dello 0,2%. L'incertezza che circonda le tariffe sta probabilmente rendendo le aziende esitanti ad aumentare la spesa per le attrezzature.
UK, CALA L’INFLAZIONE
Il tasso di inflazione annuale nel Regno Unito è sceso al 2,8% a febbraio 2025 dal 3% di gennaio, al di sotto delle aspettative di mercato del 2,9%, sebbene in linea con le previsioni della Banca d'Inghilterra. Il maggiore contributo al ribasso è arrivato dai prezzi dell'abbigliamento, che sono diminuiti per la prima volta da ottobre 2021. L'inflazione è diminuita anche nel settore ricreativo e culturale, nonché nell'edilizia abitativa e nelle utenze, compresi gli affitti.
Al contrario, l'inflazione alimentare è rimasta invariata al 3,3% e i prezzi sono aumentati più rapidamente per i trasporti ,ristoranti e hotel. Nel frattempo, l'inflazione dei servizi è rimasta stabile al 5%. Il tasso di inflazione core annuale è sceso al 3,5% dal 3,7%. Rispetto al mese precedente, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,4%, rimbalzando da un calo dello 0,1% ma non raggiungendo l'aumento previsto dello 0,5%.
SALE IL RAME
I future sul rame sono saliti oltre i 5,20 dollari per libbra mercoledì, raggiungendo un nuovo massimo storico tra le segnalazioni secondo cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump imporrà tariffe sulle importazioni di rame entro poche settimane, accelerando significativamente la tempistica originale. Le direttive iniziali di Trump suggerivano che le tariffe sul rame sarebbero entrate in vigore entro la fine dell'anno, citando preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
Gli sviluppi hanno innescato un'impennata nelle importazioni di rame degli Stati Uniti, con spedizioni recenti per un totale di 500.000 tonnellate, superando di gran lunga la normale media mensile di 70.000 tonnellate, poiché gli operatori si sono affrettati a garantire la fornitura prima dei dazi.
In risposta, le aziende statunitensi stanno esplorando fonti alternative di rame, in particolare dal Sud America, per mitigare l'impatto delle tariffe. Ad aumentare lo slancio rialzista, Glencore ha temporaneamente sospeso le spedizioni di rame dalla sua fonderia di Altonorte in Cile a causa di un problema che ha interessato la fornace dell'impianto.
Buona giornata.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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WisdomTree - Tactical Daily Update - 10.03.2025Si indebolisce il mercato del lavoro Usa: Wall Street spera in taglio dei tassi FED.
Ancora vendite sulle Mag7 tech, ma recuperano Asia ed Europa.
Bond governativi EU ancora in tensione: pesa la crescita del debito per la Difesa.
Dollaro ancora fragile: cross verso Euro verso 1,09. Bene per inflazione EU.
La politica commerciale Usa sembra un gioco di montagne russe, con dazi annunciati, ritirati, rinviati e talvolta confermati solo parzialmente. Questo caos non fa che confondere i mercati globali, come dimostrano i movimenti azionari di venerdì 7 marzo, che hanno visto una ripartenza in negativo sia in Europa che a Wall Street, seppur con esiti divergenti a fine seduta (postivi negli Usa).
In Europa, la seduta si è chiusa maluccio, con Francoforte pesante, -1,7%. La colpa è dei dati allarmanti dell’industria tedesca, che ha visto gli ordini scendere -7% a gennaio, segnalando che l’economia tedesca ha bisogno di maggiori stimoli.
Parigi ha ceduto -0,9%, Milano una perdita simile, mentre Londra è riuscita ad azzerare le perdite: positiva sol Madrid, +0,17%.
Sul mercato valutario, l’euro ha toccato i massimi da quattro mesi dopo i dati sul mercato del lavoro statunitense, che hanno mostrato una crescita inferiore alle attese a febbraio, facendo presagire che la Federal Reserve continuerà a mantenere il suo percorso di allentamento dei tassi.
Intanto, in Ontario (Canada), il premier Doug Ford ha dichiarato che tre Stati Usa dovranno pagare un dazio del 25% sull’elettricità proveniente dall’Ontario, come risposta agli attacchi del presidente Trump contro il Canada e le politiche commerciali altalenanti degli Stati Uniti.
L'incertezza politica ha continuato a influenzare negativamente i mercati, come evidenziato da Wall Street, che ha aperto in ribasso dopo i dati sulla disoccupazione, ma poi ha recuperato chiudendo in moderato rialzo, col Dow Jones a +0,5%, il Nasdaq +0,7% e lo S&P500 +0,6%.
Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è salito al 4,1% a febbraio, con una crescita dei salari orari del +0,3%, dal +0,5% del mese precedente. I posti di lavoro non agricoli sono aumentati di 151.000 unità, meno delle attese.
Questi dati hanno alimentato le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, anche se la governatrice Adriana Kugler ha avvertito che la lotta all’inflazione non è ancora vinta, e potrebbe essere opportuno mantenere la politica monetaria ancora restrittiva per un po' di tempo.
Un tema caldo che continua ad essere dibattuto è il divario tra Wall Street e le Borse europee. Mentre l’indice globale Stoxx600 ha guadagnato un brillante +9% dall'inizio dell’anno, Wall Street registra performance contrastanti: il Dow Jones guadagna un magro +0,6%, ma S&P500 e Nasdaq hanno perso rispettivamente -1,9% e -5,8%.
A determinare la marcata sotto-performance sono le “Magnificche Sette”, alias azioni tecnologiche dominanti come Apple, Microsoft e Nvidia. Queste 7 aziende hanno visto un calo medio del -11% da inizio anno, ma Tesla che ha perso addirittura -35% a causa della crescente concorrenza cinese e dei cambiamenti nella politica green statunitense.
Parlando di incidenza del loro peso sui relativi indici, i sette big tech continuano a dominare il mercato: rappresentando 42% del Nasdaq, 31% dell’S&P500 e 22% del MSCI World, che è un indice globale.
In termini di multipli valutativi sono ben più costose della media, con un rapporto P/E (prezzo/utili) di circa 32,4x per il Nasdaq, rispetto ai 21x dell'indice MSCI World e ai 15,3x dello Stoxx 600.
Stamane, dall’altro lato del mondo, l’Asia segna movimenti contrastanti. Il Nikkei 225 giapponese ha guadagnato +0,5%, mentre lo Yen è stabile rispetto al Dollaro, a 147,6. Il Giappone sta soffrendo un aumento significativo delle retribuzioni dei suoi lavoratori, con un incremento del 3,1% a gennaio, il maggiore da 32 anni.
Nella “greater China” sono prevalsi i segni negativi: Hang Seng -1,5% e CSI300 -0,6%.
La Cina ha risposto ai dazi Usa USA con provvedimenti analoghi, alias 10-15% su alcuni prodotti agricoli americani, alimentando la guerra commerciale.
Le materie prime hanno visto una settimana mista. Il petrolio Brent ha avuto una lieve flessione, scivolando a circa 70 dollari/barile, segnando la terza settimana negativa consecutiva. Al contrario, metalli come l’oro (+1,7%), l’argento (+4,5%) e il rame (+2,7%) sono saliti: ciò si aggiunge il balzo del gas naturale in Usa (+14%),causato delle tensioni commerciali con il Canada.
Sul fronte obbligazionario il Bund decennale tedesco ha vissuto la peggior settimana dal periodo della riunificazione tedesca, perdendo -4,15%, mentre il BTP italiano l’ha seguito senza peggioramenti sepcifici: lo spread tra BTP e Bund è rimasto stabile a circa 112 bps.
Infine, il Dollaro ha registrato la sua peggior settimana dal 2009 contro l'euro, scendendo -4,4%, spinto dai segnali di rallentamento dell’economia statunitense e dalla prospettiva di crescita economica migliorata in Europa.
Bitcoin e Ethereum, invece, hanno vissuto una settimana da dimenticare, con perdite rispettivamente del 13% e del 20%.
In conclusione, i mercati globali sono attraversati dalla perdurante incertezza, alimentata da dazi, politiche monetarie divergenti e dalla guerra commerciale.
Coi dati economici degli Stati Uniti che continuano a segnare un rallentamento, le aspettative incerte della politica monetaria, l’inflazione “appiccicosa” e le turbolenze geopolitiche continueranno ad incidere sull'umore degli investitori.
Informazioni importanti
Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
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Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Attenzione al livello VWAP come potenziale segnale di inversioneIl NASDAQ 100 ha registrato una variazione positiva nella giornata del 5 marzo, ma il trend settimanale e mensile evidenziano ancora una pressione ribassista. Il prezzo attuale è distante dal massimo a un mese (22,222), suggerendo un possibile consolidamento o ulteriore correzione nel breve termine.
L'indice si trova in una situazione di pressione ribassista persistente, con il prezzo al di sotto delle principali medie mobili e un momentum fortemente negativo. Il VWMA20 sopra il prezzo attuale indica una predominanza delle vendite, mentre l'ADX segnala un trend debole e non ancora ben definito. L’oscillatore Awesome (AO) e il MACD suggeriscono che la tendenza ribassista è dominante, sebbene lo Stocastico e l’ATR indichino possibili tentativi di rimbalzo tecnico.
La volatilità elevata e l’incremento del VIX segnalano una fase di incertezza nel mercato, che potrebbe tradursi in ulteriori movimenti di ampia portata. Il volume superiore alla media indica una partecipazione attiva degli investitori, ma senza un chiaro orientamento direzionale.
TUTTAVIA, il supporto precedentemente indicato ha retto la pressione ribassista e lo stesso è successo a diversi titoli importanti (Microsoft, Nvidia, Google). Potrebbe certo essere solo rimbalzo tecnico, quindi occorre prudenza.
Strategia operativa e gestione del rischio
📌 Scenario Rialzista: (Probabilità 45%) Se il prezzo supera la zona di Entry LONG (20,900 - 21,000) con conferma di volumi, potrebbe tentare un recupero verso i 21,500 e oltre. Un consolidamento sopra il VWAP rafforzerebbe questa ipotesi, con target a 22,000. Tuttavia, l'ADX e il MACD indicano che il trend rialzista necessita di conferme.
📌 Scenario Ribassista: (Probabilità 55%) Se il prezzo scende sotto la zona di Entry SHORT (20,300 - 20,400) e rompe il supporto a 20,034, è possibile un ulteriore ribasso verso i 19,800, con una pressione di vendita dominante. La persistenza sotto il VWAP e il mantenimento del MACD negativo aumenterebbero le probabilità di nuovi minimi.
🔎 Gestione del rischio:
• Monitorare il VIX per valutare il livello di incertezza del mercato.
• Impostare trailing stop adeguati per proteggere i profitti.
Prestare attenzione alla tenuta del livello VWAP (20,499) come potenziale segnale di inversione o conferma del trend ribassista. Se il prezzo supera il VWAP, potrebbe indicare una conferma della ripresa rialzista e un segnale di forza. Invece se il prezzo rimane sotto il VWAP o lo testa senza superarlo, potrebbe confermare la persistenza del trend ribassista.
Livelli chiave con valutazione Swing Trading
• Supporto principale: 20,250 - 20,300
• Resistenza principale: 21,000 - 21,200
📌 Strategia LONG:
• Entry Price: 20,900 - 21,000 (zona di acquisto ottimale)
• TP1: 21,000 (+1.80%)
• TP2: 21,500 (+4.22%)
• TP3: 22,000 (+6.66%)
• SL1: 20,250 (-1.83%)
• SL2: 20,100 (-2.56%)
• SL3: 19,800 (-4.01%)
• Trailing Stop: 2.5% sopra il livello TP raggiunto
📌 Strategia SHORT:
• Entry Price: 20,300 - 20,400 (zona di ingresso ottimale)
• TP1: 20,100 (+2.56%)
• TP2: 19,800 (+4.01%)
• TP3: 19,500 (+6.50%)
• SL1: 20,750 (-1.63%)
• SL2: 21,000 (-1.80%)
• SL3: 21,500 (-4.22%)
• Trailing Stop: 2.5% sotto il livello TP raggiunto
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⚠ Attenzione: Questa analisi si basa esclusivamente su dati tecnici e non costituisce un consiglio di investimento. Non tiene conto di eventi macroeconomici, situazioni geopolitiche o dati fondamentali che potrebbero influenzare il titolo. Inoltre, non tiene conto della propensione al rischio dell’investitore, né del suo mix di portafoglio. Le condizioni di mercato possono cambiare rapidamente e influenzare le strategie delineate in questa analisi.
Recupero degli azionariWall Street ritorna a vedere la luce dopo alcune sedute difficili, recuperando qualcosa in seguito alle notizie secondo cui l'amministrazione presidenziale Trump starebbe considerando un rinvio di un mese sui dazi a Canada e Messico relativi al settore automobilistico. L'S&P 500, il Nasdaq 100 e il Dow Jones sono tutti saliti di circa l’1%.
La notizia ha offerto una tregua rispetto al sell-off di inizio settimana, dopo che il presidente degli Stati Uniti ha imposto dazi del 25% sui prodotti dei paesi confinanti e ha aumentato le imposte sulla Cina al 20%, oltre a promettere dazi su altri partner commerciali e tagli aggressivi alla spesa nel tentativo di sanare il bilancio. Ciò si è aggiunto alle preoccupazioni di contrazione economica dopo i dati sul mercato del lavoro privato.
D'altro canto, l'inaspettato aumento dell'ISM Services PMI ha compensato i deboli dati pubblicati in precedenza. I guadagni sono stati distribuiti tra la maggior parte dei settori delle borse valori, con Microsoft, Oracle e Amazon che sono balzati di oltre l'1,5%. Discesa invece per i produttori di energia, crollati a causa dei prezzi del petrolio più bassi.
VALUTE, EURO SUGLI SCUDI
Da tempo non si osservava un movimento come quello visto ieri sull’EurUsd. Bisogna risalire al novembre 2022 per vedere una candela settimanale rialzista come quella attuale. Movimento dovuto a diversi fattori concomitanti, tra i quali spicca una rinnovata forza della moneta unica dovuta al probabile allentamento dei vincoli di bilancio tedeschi che dovrebbero rilanciare l’economia, che pare comunque in ripresa, con particolare riguardo al settore della difesa, un tema di cui tanto si parla in questo periodo.
Tralasciando la questione etica, (su cui credo chiunque possa concordare sul fatto che la guerra sia in assoluto il peggior scenario possibile), va ricordato che ciò sembra essere una delle ragioni di ripresa della moneta unica, che in due giorni è salita di 350 pips sul dollaro da 1.0470 a 1.0820, in una price action unilaterale ed estremamente impulsiva.
Osservando le posizioni sul Cot, relativo ai futures, in una settimana le posizioni short euro dei principali big players sono scese del 60%, e probabilmente questa settimana scenderanno ancora. Altra ragione è legata ai dati USA che cominciano a mostrare segnali di indebolimento della congiuntura. E così la moneta unica ora sembra voler puntare, al netto di correzioni tecniche anche dovute, agli obiettivi di medio in area 1.0930-40.
Sugli altri cambi il dollaro rimane leggermente più forte rispetto a sterlina, JPY, ma anche AUD e NZD, in un contesto in cui si nota anche il franco svizzero perdere terreno sull’Euro. La discesa del dollaro, nel medio termine, sembrerebbe essere solo agli inizi, anche se l’incognita Trump e i dazi restano dietro l’angolo.
ADP, PERDE COLPI IL MERCATO DEL LAVORO
Le aziende private negli Stati Uniti hanno aggiunto 77.000 lavoratori ai loro libri paga a febbraio 2025, il livello più basso in sette mesi, rispetto a un rialzo di 186.000 a gennaio e ben al di sotto delle previsioni di 140.000. Il settore dei servizi ha aggiunto 36.000 posti di lavoro, mentre il settore della produzione di beni ha guadagnato 42.000 posti di lavoro, nell’edilizia e nella produzione manifatturiera.
L'incertezza politica e un rallentamento della spesa dei consumatori potrebbero aver portato a licenziamenti o a un rallentamento delle assunzioni. I dati, combinati con altri indicatori recenti, evidenziano un rallentamento nelle assunzioni tra i datori di lavoro. Nel frattempo, gli incrementi salariali annuali per chi cambia lavoro hanno subito una leggera flessione, passando dal 6,8% al 6,7%. Gli incrementi salariali per chi mantiene il lavoro sono rimasti invariati al 4,7%.
PETROLIO, ANCORA UN CALO
I future sul greggio WTI sono scesi del 2,6% a 65 dollari al barile mercoledì, avvicinandosi al minimo degli ultimi sei mesi, poiché sono aumentate le preoccupazioni per l'aumento dell'offerta e l'incertezza della politica commerciale. L'OPEC+ ha annunciato che aumenterà la produzione di petrolio di 138.000 barili al giorno a partire da aprile, il primo aumento della produzione dal 2022.
Allo stesso tempo, il Segretario al Commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick ha affermato che l'amministrazione Trump potrebbe rinviare, ancora una volta, i dazi su Messico e Canada, con una decisione prevista a breve. Le modifiche ai dazi potrebbero interrompere i flussi di petrolio, spostando il greggio messicano in Asia e aumentando le importazioni latinoamericane negli Stati Uniti. I prezzi del petrolio sono in calo da metà gennaio a causa dei timori che le politiche commerciali di Trump possano danneggiare la domanda globale.
ISM PMI, CHE AUMENTO
L'ISM Services PMI è aumentato inaspettatamente a 53,5 a febbraio 2025 da 52,8 a gennaio, superando le previsioni di 52,6. Il dato ha mostrato una crescita più rapida nel settore dei servizi e nelle attività commerciali, con aumenti in ogni sottoindice, dalla produzione all’occupazione.
I timori però non sono del tutto svaniti, a causa del potenziale impatto delle tariffe. Alcuni intervistati hanno indicato che i tagli alla spesa federale stanno avendo impatti negativi sulle loro previsioni aziendali, ha affermato Steve Miller, presidente dell'ISM.
Buona giornata e buon trading!
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 03.03.2025Nell’ultima seduta di febbraio Wall Street ritrova un po’ di ottimismo.
L’inflazione PCE Usa stabile a gennaio: messaggio “colomba” per la FED.
Borse asiatiche ed EU in recupero stamane! Industria cinese in crescita.
Rimbazano le Cryptovalute, dopo le parole ancora “bullish” di Trump.
Le Borse europee hanno chiuso l'ultima seduta di febbraio con movimenti moderati, influenzate dai dazi minacciati dal presidente Usa Donald Trump. Milano ha chiuso in lieve calo (-0,3%), Londra (+0,61%) e Parigi (+0,11%) leggermente positive, Francoforte quasi invariata (+0,01%).
Bitcoin ha continuato la sua discesa, scivolando sotto 80.000 dollari per la prima volta dal novembre 2024. Il calo ha superato il -25% dal picco di 109.000 raggiunto il mese precedente, dovuto alle aspettative su un possibile allentamento delle normative sulle criptovalute da parte di Trump.
Restando negli Usa, l'indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) ha confermato che la FED potrebbe non agire rapidamente sui tassi di interesse: l’aumento del +0,3% a gennaio è in linea con quello del mese precedente. L'inflazione annuale è scesa leggermente al 2,5%, mentre l'inflazione PCE di base (escludendo cibo ed energia) al 2,6%.
Nel frattempo, la spesa dei consumatori è diminuita -0,2% a gennaio. Nonostante l'inizio debole, Wall Street ha chiuso in forte rialzo: il Dow Jones ha guadagnato +1,4%, Nasdaq ed S&P500 +1,6%.
Nel bilancio dei primi due mesi dell'anno, le azioni globali hanno mostrato performance variabili, con l'Europa tra i vincitori. Parigi ha registrato +10%, Madrid +15%, Milano +13,5%. A Hong Kong, l'Hang Seng è salito +14,2%, trainato dai titoli tecnologici cinesi: anche Corea e Brasile sono state positive (+6,5%).
Wall Street ha visto performance più deboli, con i "Magnifici Sette" (Amazon, Apple, Microsoft, Nvidia, etc ) che hanno segnato una perdita complessiva del -6,5%. Questo ha portato a un calo del Nasdaq (-2,4%), mentre l'S&P500 e il Dow Jones hanno guadagnato rispettivamente l'1,2% e il 3,0%. In Asia, debolissima la borsa indiana, -8,0% da inizio anno, mentre Tokyo ha guadagnato +1,7%.
Sul fronte geopolitico, la tensione internazionale è stata alimentata dalle recenti dichiarazioni di Trump riguardo alla guerra commerciale e alla situazione in Ucraina. Il presidente ucraino Zelensky ha partecipato a un summit a Londra, con l’obiettivo di creare una "coalizione dei volenterosi" per favorire una pace duratura in Ucraina, supportata anche dagli Usa e col riarmo europeo: la Francia ha suggerito una tregua di un mese tra Russia e Ucraina.
In Germania, la disoccupazione a febbraio è scesa di 3.000 unità, attestandosi a 2,989 milioni, ma è aumentata di 175.000 rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 6,4%.
La prima seduta di marzo vede un recupero delle borse, con guadagni generalizzati, grazie anche alla positiva chiusura di Wall Street. Tuttavia, il mercato è sotto pressione per la prospettiva di persistenza di tassi di interesse elevati negli Usa e per il rischio di una guerra commerciale globale. In Cina, i dati sull'attività manifatturiera sono stati positivi, con l’espansione più forte degli ultimi tre mesi.
La situazione geopolitica, però, continua a essere instabile, con l'entrata in vigore dei dazi del 10% sulle merci cinesi in ingresso negli Stati Uniti. Inoltre, la settimana prossima Xi Jinping aprirà il Congresso Nazionale, dove saranno annunciati i piani economici per l’anno, con aspettative di crescita attorno al 5%.
Sul fronte delle materie prime, il prezzo del Brent ha aperto la settimana in rialzo, supportato dai dati positivi sulla produzione cinese, ma l'incertezza sulla guerra in Ucraina e le possibili guerre commerciali rimangono fattori di preoccupazione.
A febbraio, il Brent e il WTI hanno registrato il primo calo mensile in tre mesi. Il prezzo del gas naturale in Europa è sceso, grazie anche alle aspettative di progressi nella pace in Ucraina.
Il mercato dei metalli preziosi ha visto un rialzo per l'oro, che ha guadagnato il 2% a febbraio e il 9% dall'inizio dell’anno, sostenuto dalla domanda di rifugio sicuro.
Nel settore delle criptovalute, il 2 marzo c'è stata una fiammata generalizzata, con il Bitcoin che ha guadagnato terreno dopo l’annuncio di Trump di creare una riserva di criptovalute statunitense, includendo Bitcoin, Ethereum, XRP, SOL e ADA. La notizia ha suscitato ottimismo nel settore.
Sul fronte obbligazionario, febbraio è stato positivo per i bond governativi degli Stati Uniti e della zona euro. I future sui Treasuries decennali sono aumentati del 2,07%, mentre il rendimento è sceso al 4,22%, lontano dai massimi di gennaio.
Anche i bond governativi europei hanno visto un guadagno contenuto, con i prezzi di Bund e i BTP decennali in crescita dello 0,5%. Lo spread tra i BTP e i Bund decennali è rimasto stabile a 113 punti base.
Infine, la distribuzione dei possessori di BTP in Italia ha visto un aumento della quota in mano alle famiglie, passata dall'8% del 2022 al 14% alla fine del 2024, mentre la quota in mano agli stranieri è salita dal 26% al 31%.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
NVIDIA mostra un quadro di incertezza e volatilitàL'analisi tecnica di NVIDIA mostra un quadro di incertezza e volatilità , con indicatori contrastanti che suggeriscono una fase di consolidamento del titolo. Il trend generale è indebolito, con il prezzo che oscilla sotto le principali medie mobili di breve e medio termine. L'ADX, inferiore a 15, indica una bassa forza direzionale, suggerendo che il mercato non sta mostrando una chiara tendenza dominante.
Il momentum appare debole , con un MACD negativo e un Momentum che conferma la mancanza di spinta rialzista. Tuttavia, l'Oscillatore Awesome, seppur positivo, indica una stabilizzazione più che una ripresa chiara del trend. Anche l'Ultimate Oscillator rimane sotto il livello di neutralità, confermando la fase di lateralità del titolo.
La forza relativa riflette una situazione neutra , con un RSI che non mostra segnali di ipercomprato o ipervenduto e uno stocastico che suggerisce debolezza di breve termine. Il volume, invece, mostra una forte partecipazione, con un valore significativamente sopra la media a 10 e 30 giorni, segnalando che il titolo è sotto stretta osservazione da parte degli investitori istituzionali. Tuttavia, il CMF è appena positivo, suggerendo che l’afflusso di capitali è limitato.
Le Bande di Bollinger mostrano il prezzo nella parte superiore dell’intervallo, il che potrebbe indicare un eccesso di domanda, mentre il VIX in crescita suggerisce un mercato più instabile e sensibile agli shock esterni.
Il quadro generale evidenzia quindi una situazione di equilibrio instabile , in cui il titolo si muove tra segnali di ripresa e pressioni ribassiste. Sarà cruciale monitorare il comportamento del prezzo rispetto ai livelli chiave identificati per valutare la direzione futura del trend.
📌 Impatto della Trimestrale:
NVIDIA ha pubblicato risultati superiori alle attese, con un fatturato di 39,3 miliardi di dollari (+78% YoY) e un utile netto di 22,1 miliardi di dollari. Tuttavia, il mercato ha reagito con cautela, e il titolo ha registrato un calo dell'1,5% nel dopo-mercato. Il mancato rally è stato attribuito alla compressione dei margini lordi, scesi al 71% (contro il 71,5% atteso), il primo declino in due anni. Inoltre, la guidance per il Q1 FY2026, che prevede ricavi di 43 miliardi di dollari (+65% YoY), è stata interpretata come un rallentamento rispetto al +78% del trimestre precedente, rafforzando la percezione che il titolo sia 'prezzato per la perfezione'.
La produzione accelerata dei chip Blackwell, pur necessaria per soddisfare la domanda, ha incrementato i costi operativi, alimentando preoccupazioni sulla sostenibilità della redditività. Il mercato è rimasto sensibile alla concorrenza di DeepSeek, una startup cinese che propone modelli AI più efficienti dal punto di vista dei costi, mettendo potenzialmente in discussione la leadership di NVIDIA nel settore AI.
Parallelamente, le tensioni geopolitiche rappresentano un rischio significativo: il 20% dei ricavi di NVIDIA proviene dalla Cina, e le possibili restrizioni sulle esportazioni imposte dagli Stati Uniti potrebbero impattare negativamente la domanda. Inoltre, le dichiarazioni di Donald Trump sui dazi tecnologici hanno alimentato ulteriore volatilità nel settore tech.
Infine, il rallentamento degli investimenti in hardware AI da parte di colossi come Microsoft, Amazon e Google, responsabili del 40% delle vendite di data center di NVIDIA, rappresenta una minaccia concreta alla futura crescita dell'azienda. La concorrenza di DeepSeek e le possibili restrizioni sulle esportazioni cinesi rappresentano rischi chiave per la redditività futura. Il mercato rimane attento all’andamento dei margini e agli sviluppi tecnologici legati ai chip Blackwell.
✅ Strategia operativa dettagliata:
Scenario rialzista:
Se il prezzo supera 138.00, valutare un incremento della posizione LONG con target primario a 145.00 e secondario a 150.00. Tuttavia, la presenza di resistenze tecniche potrebbe rallentare la spinta rialzista. È consigliato attendere conferme di volume sopra la soglia di breakout. La probabilità di realizzazione di questo scenario è stimata intorno al 40%, considerando la presenza di ostacoli tecnici e il sentiment incerto post-trimestrale.
Scenario ribassista
: Se il prezzo scende sotto 125.00, valutare una riduzione della posizione. Il primo livello di supporto è 120.00, mentre una rottura sotto 115.00 potrebbe innescare una correzione più ampia. Il rischio maggiore è legato a una diminuzione della domanda nei data center e alle tensioni geopolitiche. La probabilità di realizzazione di questo scenario è stimata intorno al 60%, tenendo conto della debolezza tecnica del titolo e delle pressioni macroeconomiche emerse dalla trimestrale.
Gestione del rischio:
Monitorare il supporto chiave a 116.30 e la reazione del titolo nei pressi dei livelli critici. La volatilità è elevata, quindi è fondamentale utilizzare ordini stop-loss dinamici per proteggere le posizioni. Inoltre, l’evoluzione delle tensioni commerciali e la reazione del mercato ai risultati trimestrali dovranno essere considerati nel mantenimento delle strategie operative.
Livelli chiave con valutazione Swing Trading
Supporto: 116.30
Resistenza: 143.71
Take Profit 1 (TP1): 138.00 (+5.12%)
Take Profit 2 (TP2): 145.00 (+10.49%)
Take Profit 3 (TP3): 150.00 (+14.26%)
Stop Loss 1 (SL1): 125.00 (-4.78%)
Stop Loss 2 (SL2): 120.00 (-8.59%)
Stop Loss 3 (SL3): 115.00 (-12.38%)
Trailing Stop: Attivato sopra 135.00 con distanza del 2.5% dal prezzo di chiusura (131.28)
📌 Commento: I livelli chiave evidenziano una resistenza forte a 143.71 e un supporto solido a 116.30. Una rottura sopra 138.00 potrebbe innescare un movimento rialzista verso i massimi storici. Il trailing stop permette di proteggere i profitti nel caso di un rialzo sostenuto, garantendo flessibilità nella gestione del rischio.
⚠ Attenzione : Questa analisi si basa esclusivamente su dati tecnici e non costituisce un consiglio di investimento. Non tiene conto di eventi macroeconomici, situazioni geopolitiche o dati fondamentali che potrebbero influenzare il titolo. Inoltre, non tiene conto della propensione al rischio dell’investitore, né del suo mix di portafoglio. Le condizioni di mercato possono cambiare rapidamente e influenzare le strategie delineate in questa analisi.