Fed, tassi ancora invariatiAZIONARIO
Mercoledì i listini americani hanno guadagnato terreno dopo che la Federal Reserve ha mantenuto invariati i Fed Funds, avendo però confermato almeno 3 tagli dei tassi nel 2024 e nel 2025. L'S&P 500 ha guadagnato lo 0,7% e il Dow Jones è avanzato di oltre 300 punti, entrambi in rialzo a massimi storici, mentre il Nasdaq 100 è aumentato dell'1%. Le aspettative dei membri del FOMC mostrano un taglio totale dei tassi di 75 punti base quest'anno. Il grafico indicava anche tre tagli nel 2025, uno in meno rispetto a dicembre, nonostante una leggera revisione al rialzo dell’inflazione PCE.
Tuttavia, le forti revisioni al rialzo delle proiezioni del PIL statunitense hanno continuato a sostenere le azioni statunitensi, in linea con il rally di quest'anno e nonostante la politica restrittiva della Fed. L’attrazione verso il comparto tecnologico a grande capitalizzazione ha guidato i principali indici, con Meta, Alphabet e Apple in rialzo vicino all'1%. Inoltre, le azioni JPMorgan sono salite di quasi l'1% dopo che la più grande banca del paese ha inaspettatamente aumentato il suo dividendo del 9,5% sulla scia di profitti record.
FED
La Federal Reserve ha lasciato invariati i Fed Funds al massimo degli ultimi 23 anni tra il 5,25% e il 5,5% per la quinta riunione consecutiva, in linea con le aspettative del mercato. I politici prevedono ancora di tagliare i tassi di interesse tre volte nell’anno in corso, come era stato previsto nella riunione di dicembre scorso. Il dot plot indica anche tre riduzioni nel 2025, uno in meno rispetto a dicembre, e altre tre riduzioni nel 2026. Nel frattempo, la crescita del PIL statunitense è prevista più elevata nel 2024 (2,1% contro 1,4% nella proiezione di dicembre), nel 2025 (2% contro 1,8 %) e 2026 (2% contro 1,9%).
Le previsioni di inflazione PCE sono state mantenute invariate per il 2024 (2,4% contro 2,4%) ma sono state aumentate per il 2025 (2,2% contro 2,1%) mentre il tasso core è più alto quest'anno (2,6% contro 2,4%) mentre le previsioni sono rimaste invariate per il 2025 al 2,2%. Il tasso di disoccupazione è previsto inferiore al 4% nel 2024 (rispetto al 4,1%), ma le proiezioni sono state mantenute al 4,1% per il prossimo anno. Jerome Powell si è mostrato realista sottolineando i progressi dell’economia che tuttavia non possono essere garantiti per il 2024.
Ora i rischi sono controbilanciati e quando anche il mercato del lavoro comincerà a dare segnali di raffreddamento, sarà il momento di ridurre i tassi. La crescita dei salari si è attenuata e la Fed ha bisogno di certezze riguardo al ribasso dell’inflazione. Insomma, Powell alla fine ha ammesso che quest’anno i tassi verranno ridotti anche se gli ultimi dati su CPI e PPI potevano far cambiare idea alla Fed che invece sostiene che sono stati dati congiunturali e stagionali.
VALUTE
Crollo del dollaro dopo la Fed, in seguito alla conferma che i tagli dei tassi saranno tre nell’anno in corso. EurUsd sopra 1.0900, Cable a 1.2780 e UsdJpy che dai massimi di 151.80 ha perso 100 pips per poi stabilizzarsi in area 150.80. Mercato però che per ora non ha violato i livelli chiave posti a 1.0975 per l’euro, 1.2880 per il Cable, e con possibili correzioni per il UsdJpy con obiettivi a 149.20 area. Oceaniche in ripresa con AudUsd non lontano dai livelli cruciali di 0.6600 mentre NzdUsd deve rompere 0.6120.
Finalmente però la volatilità è aumentata con la correlazione intermarket che ritorna a fare capolino, ovvero azionario salgono con dollaro che scende. Interessanti movimenti dei cross dello Jpy che rimangono vicino a nuovi massimi per via della salita della moneta unica e delle altre (Gbp, Aud, Nzd e Cad), che più che compensano la discesa del UsdJpy. CadJpy ancora su nuovi massimi degli ultimi 16 anni a 112.25.
UK, SCENDE L’INFLAZIONE
Il tasso di inflazione del Regno Unito è sceso al 3,4% su base annua nel febbraio 2024, in calo rispetto al 4% registrato sia a gennaio che a dicembre e al di sotto delle aspettative del mercato del 3,5%. Si tratta del tasso più basso da settembre 2021, trainato dal rallentamento dell'aumento dei prezzi di alimentari e bevande analcoliche (5,0% contro 6,9% a gennaio), ristoranti e alberghi (6,0% contro 7,0%), attività ricreative e cultura (5,4% vs 5,7%) e beni e servizi vari (3,6% vs 4,5%).
D'altro canto, i costi sono scesi a un ritmo più lento sia per l'edilizia abitativa che per i servizi pubblici (-1,7% contro -2,1%) e per i trasporti (-0,1% contro -0,3%). Il tasso annuo di inflazione core, che esclude voci volatili come energia e cibo, è sceso al 4,5%, il tasso più basso da gennaio 2022 e leggermente al di sotto del consenso del mercato del 4,6%.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Cerca nelle idee per "PLOT"
WisdomTree - Tactical Daily Update - 20.03.2024Le Banche centrali abbasseranno i tassi, ma solo da giugno, e con calma….
Borse EU prive di direzione, aspettano le parole di Powell.
Yen sempre piu’ debole e Made in Japan piu’ competitivo: la ricetta di BoJ.
I costruttori di auto europei invocano aiuti comunitari, come in Usa e Cina.
Ieri, 19 marzo, la Bank of Japan ha chiuso la lunga era (17 anni!) dei tassi “zero o negativi” aumentando il tasso d’interesse sulla liquidita’ a breve termine di +0,1%, da -0,1% ad un intervallo compreso tra 0,0 e 0,1%, convinta da un’inflazione bassa ma “appiccicosa” (per gli standard nipponici..) e dal rialzo dei salari senza precedenti, oltre il +5%, appena conquistato dal maggior sindacato del Paese.
La Borsa di Tokio ha recepito positivamente la notizia con un +0,7% oltre 40 mila dell’indice Nikkei, e lo Yen si e’ indebolito, visto il messaggio “dovish” (da colomba) implicito nel calibro minuscolo dell’aumento che stigmatizza come la politica monetaria resti ultra-accomodante.
Ieri anche listini azionari europei hanno chiuso in rialzo, tonificati dall’inatteso miglioramento dell’indice Zew in Germania, salito a 31,7 punti dai 19,9 di febbraio, trainato dalla componente aspettative. Madrid, +1,1%, e Milano +1,0%, le migliori, Amsterdam +0,7%, Parigi +0,6%, Francoforte +0,3%, Londra +0,2%.
Wall Street, partita debole, ha poi recepito favorevolmente il marcato progresso dell’attività edile di marzo: +10,7% i nuovi cantieri, +1,9% i permessi per costruire, e ha chiuso positiva: Dow Jones +0,83%, Nasdaq +0,39%, S&P500 +0,57%, nel giorno di inizio della riunione del Federal Open Market Committee (Fomc) che prende le decisioni politica monetaria della Federal Reserve (Banca centrale Usa).
Stasera alle 20.00 CET ne conosceremo l’esito, sebbene non ci siano dubbi sul fatto che la FED lascerà i tassi invariati a 5,25%-5,50%: analisti e investitori cercheranno piuttosto di carpire dalle parole del Chairman Powell qualche indicazione sulle prossime mosse.
Secondo il FedWatch Tool del Cme Group, il 1’ taglio dei tassi e’ slittato a giugno (probabilita’ 50% circa), a causa dell’inflazione ancora persistente.
L’attesissima conferenza sull’intelligenza artificiale di Nvidia è iniziata ieri in California: e’ stata definita ’la Woodstock dell’intelligenza artificiale’ vista la rilevanza che sta assumendo la tecnologia AI, in crescita stellare dopo l’introduzione, a fine 2022, di Chat-GPT.
"Produrre auto in EU è più costoso che in Cina e Usa" lamenta Luca de Meo, Presidente Acea (Associazione dei costruttori europei di automobili) e Ceo di Renault, in una lettera-appello alla Commissione EU.
"La Cina starebbe distribuendo sussidi crescenti ai costruttori locali" e gli Usa hanno concesso 40 miliardi di Dollari di crediti d'imposta per incentivare lo sviluppo di tecnologie “verdi”. In Europa non c’e’ nulla di paragonabile.
Sul mercato obbligazionario europeo continuano a ridursi i “premi al rischio” tra gli emittenti piu’ sicuri come la Germania, e quelli piu’ “fragili” come Grecia, Italia e Portogallo.
Lo spread di rendimento europeo piu’ famoso, quello tra Btp decennali italiani e Bund tedeschi conferma “quota 125 bps” col rendimento del BTp benchmark decennale italiano a 3,68% (ore 11.00 CET), anche perche’ i collocamenti di nuove tranches del debito sovrano italiano vanno a gonfie vele.
Ad esempio quello del nuovo BTp decennale indicizzato all’inflazione dell’area Euro, in corso, ha gia’ raccolto ordini per oltre 40 miliardi di Euro.
Macro europea: in Italia a gennaio la produzione industriale destagionalizzata sarebbe scesa di -1,2% rispetto a dicembre e -3,4% anno su anno: lo segnala Istat (Istituto nazionale di statistica) sottolineando che anche su base trimestrale il saldo e’ nagativo.
Regno Unito: l’inflazione al consumo e’ scesa a febbraio al 3,4% annuale, contro il 4,0% di gennaio e sotto al 3,5% previsto dagli analisti. L'inflazione di base, o “core”, cioe’ depurata dai prezzi di energia e cibo, è cresciuta +4,5%, sotto al 5,1% di gennaio, ed al 4,6% indicato dal consenso.
Oggi, 20 marzo, i mercati vivranno nell’attesa di indicazioni da parte del FOMC, ed in particolare della cosiddetta “dot plot”, la tabella dove i 18 membri del Comitato di politica monetaria della FED riportano le attese sui tassi per i prossimi mesi.
Gli analisti, travolti da un irrazionale ottimismo l’autunno scorso, hanno molto ridimensionato il numero dei tagli previsti per il 2024, da 6 a 3 ed il Dollaro ha, di converso, guadagnato oltre 2% da inizio anno.
Borse asiatiche mediamente positive stamani: Tokyo è chiusa per festività, mentre in Cina Shanghai ha guadagnato +0,6% e Shenzen +0,4%; Hong Kong +0,4%. Seul +1,24%, “piatte” Taiwan e Sydney.
Le Borse europee, a fine mattinata, sono stabili sui livelli di ieri, ma spicca la debolezza del settore del lusso, dopo che il colosso francese Kering stamane ha lanciato un profit warning per il 2024: la sua azione e’ arrivata a perdere -14%, contagiando negativamente l’intero comparto.
Sul mercato valutario, nell’attesa della FED di stasera, l'Euro e’ pressoche’ fermo, vicino 1,09 verso US$: lo Yen, all’indomani della storica decisione della BoJ di porre fine all'era dei tassi negativi, si e’ comunque ulteriormente indebolito, sino ad un cross record storico di 164,7 contro Euro, minimo da 16 anni.
Invariato Bitcoin, attorno a 63.800 Dollari, e balzo del +2,0% per Ethereum a 3.330.
I futures su Wall Street, invariati per tutti e 3 i maggiori indici, confermano il clima di attesa (ore 13.30 CET)
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QUESTA SERA TOCCA ALLA FED!Dopo l'intervento di ieri della Banca Centrale Giapponese e di quella Australiana oggi è il turno della FED.
A proposito della banca centrale giapponese....
La Banca del Giappone, a seguito della riunione di marzo, ha deciso di fare il primo passo verso la normalizzazione della sua politica monetaria.
Per la prima volta dal 2007, l'autorità di regolamentazione ha alzato il tasso di interesse, ponendo fine all'era dei tassi negativi (0,0%-0,1%).
Oltre al rialzo dei tassi, l'autorità di regolamentazione giapponese ha deciso di abbandonare l'acquisto di fondi indicizzati azionari e di fondi immobiliari giapponesi e di eliminare gradualmente, nel corso dell'anno, gli acquisti di obbligazioni societarie.
Nel frattempo, gli acquisti di titoli di Stato continueranno.
Concentrandoci sull'America, oggi è il giorno del FOMC e stasera l'attenzione sarà rivolta alla dichiarazione della Federal Reserve, alle proiezioni economiche e alla conferenza stampa del presidente della Fed Jay Powell.
I mercati attualmente scontano solo 70 punti base di tagli dei tassi della Fed quest'anno, e quindi un passaggio a soli due tagli attesi aprirebbe la strada a tassi statunitensi a breve termine più elevati e a un dollaro leggermente più forte.
Il dollaro il 10 marzo ha iniziato un altro impulso rialzista, aiutato dai dati inflazionistici e dei prezzi alla produzione più alti delle aspettative.
I rendimenti americani hanno continuato a salire.
L'EUR/USD ha chiuso in ribasso ieri, nonostante il rimbalzo del sondaggio tra gli investitori tedeschi ZEW sia tornato ai livelli visti l'ultima volta all'inizio del 2022.
Oggi pomeriggio verranno pubblicati i dati riguardanti la fiducia dei consumatori di marzo e terranno degli speech cinque relatori della Banca centrale europea.
Tra questi cinque ci sono i grandi battitori Christine Lagarde, Isabel Schnabel e Philip Lane. Aspettatevi una ripetizione del messaggio centrale secondo cui sono necessari più dati prima che la BCE possa prendere seriamente in considerazione un taglio dei tassi alla riunione di giugno.
L'EUR/USD probabilmente rimarrà sotto pressioni ribassiste fino alla riunione di questa sera.
Occhi puntati sul Dot Plot Chart che ci indicherà la prossima direzione da cavalcare.
C'è la Fed, tutti sull'attentiWall Street rimane vicino ai massimi, con investitori e analisti che rimangono cauti in vista della decisione di politica monetaria della Fed prevista per stasera. I servizi tecnologici e di comunicazione hanno registrato le performance peggiori, mentre energia e servizi di pubblica utilità hanno sovraperformato. Le azioni di Nvidia sono scese di circa l'1,4% dopo che gli ultimi annunci alla conferenza della società non sono riusciti a impressionare gli investitori. In ribasso anche Meta (-2,4%) e Tesla (-1,3%) mentre Apple e Alphabet sono rimaste poco scambiate.
Se sull’azionario poco si è mosso, va ricordato che sui cambi, ugualmente, la volatilità resta tendenzialmente assai ridotta, con il Dollar Index che si assesta vicino ai massimi, mentre gli operatori del settore scommettono su un rinvio del taglio del costo del denaro. Importante, nella valutazione di quel che dirà la banca centrale Usa, sarà il dot plot, ovvero quello schema in cui si evidenziano le previsioni dei banchieri centrali Usa relativamente non solo ai tassi di interesse, ma alla maggior parte dei più significative aggregate macro. In tal senso, crediamo che dopo stasera, il mercato si potrà orientare meglio.
PBOC, TASSI INVARIATI
La Banca Popolare Cinese ha mantenuto invariati i tassi sui prestiti a 1 e 5 anni, come da attese. Il tasso primario sui prestiti a un anno (LPR), il punto di riferimento per la maggior parte dei prestiti alle imprese e alle famiglie, è stato mantenuto al 3,45%. Nel frattempo, il tasso a cinque anni, legati ai mutui immobiliari, è stato mantenuto al 3,95% dopo la più grande riduzione mai vista di 25 punti base a febbraio. Entrambi i tassi sono ai minimi storici, poiché la banca centrale cerca di far ripartire l’economia di fronte alla crisi del settore immobiliare e ai livelli minimi della fiducia dei consumatori.
La mossa di mercoledì è arrivata dopo che le autorità monetarie hanno lasciato i tassi sui prestiti a medio termine la scorsa settimana e hanno drenato liquidità dal sistema bancario per la prima volta da novembre 2022 a causa delle preoccupazioni che troppa liquidità all’interno del sistema potesse non confluire nell’economia reale. Recentemente, la PBoC ha segnalato che c'è spazio per ulteriori tagli al RRR delle banche, ovvero alla riserva obbligatoria che le banche devono detenere nel sistema centrale.
CANADA, CALA L’INFLAZIONE
Rallenta l’inflazione nel paese nordamericano, con un +2.8% a febbraio 2024 dal 2,9% di gennaio 2024, segnando il livello più basso dal giugno 2023. Il risultato contrasta anche con le aspettative che erano per un incremento del 3,1%. Il tutto a questo punto, aumenta le probabilità che la BoC, possa cominciare a ridurre il costo del denaro nella seconda metà dell'anno. In sensibile calo il costo per i servizi cellulari (-26,5%) e per i servizi di accesso ad Internet (-13,2%).
Nel frattempo, l'inflazione si è raffreddata per i prodotti alimentari (3,3% contro 3,9% nel mese precedente) grazie al calo dei prezzi dei generi alimentari. I prezzi della benzina invece, sono rimbalzati (0,8% contro -4%) in un contesto di elevati costi globali del greggio dovuti alla prevista estensione dei tagli alla produzione. Inoltre, l’aumento dei rendimenti obbligazionari ha fatto lievitare i tassi ipotecari e i prezzi degli alloggi (6,5% contro 6,2%). Su base mensile, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% a febbraio, dopo una variazione pari a zero nel periodo precedente.
USA, MERCATO IMMOBILIARE IN CRESCITA
I nuovi cantieri, negli Stati Uniti, sono aumentati del 10,7% su base mensile, a febbraio, con un tasso di crescita di 1,521 milioni su base annua, dopo essere diminuiti del 12,3% a gennaio e aver battuto le previsioni di 1,425 milioni, in un contesto di persistente carenza di offerta. La costruzione di case unifamiliari è balzata dell'11,6% a 1.129 milioni, quella delle unità in edifici con cinque unità è aumentata dell'8,6% a 377mila. Mercato immobiliare quindi che tiene nonostante i mutui sui tassi siano ancora intorno al 7%.
GERMANIA, ZEW IN NETTA RIPRESA
L’indicatore ZEW che misura il sentiment del settore istituzionale tedesco è aumentato per l’ottavo mese consecutivo a +31,7 nel marzo 2024, raggiungendo il livello più alto da febbraio 2022 e superando le aspettative del mercato di +20,5. Migliora quindi l’outlook per la più grande economia europea, guidato dall'anticipazione di potenziali tagli dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea nei prossimi sei mesi, il che spiega le prospettive più ottimistiche per il settore delle costruzioni.
Inoltre, il settore dell’export ha beneficiato delle migliorate aspettative economiche in Cina e del previsto deprezzamento del dollaro rispetto all’euro. La valutazione della situazione economica in Germania è invece rimasta a un livello molto basso, con il relativo indicatore è aumentato di soli 1,2 punti a -80,5.
VALUTE
Si rafforza ancora il dollaro, soprattutto contro Jpy, con il raggiungimento di quota 151.50, e una salita di quasi 600 pip in 6 sedute. La BoJ non sembra voler intervenire e anzi sembra assolutamente bisognosa di uno Jpy ancora debole, in un contesto in cui il rialzo del costo del denaro e l’abbandono del Qqe, sono apparsi come meri interventi di facciata, con la conseguenza che i mercati non hanno creduto all’autorità monetaria e hanno continuato a vendere asset denominati in Jpy.
Tra l’altro non si capisce perché da un lato la BoJ sia preoccupata delle conseguenze dell’aumento dei salari sull’inflazione, e al contempo non lo sia della perdita di valore della divisa, che comunque è causa di inflazione importata in ragione di maggiori oneri per pagare le materie prime. I possibili target sono ora visti in area 152.00 ove i precedenti vertici della BoJ, con Kuroda a capo della banca centrale, erano intervenuti negli ultimi due anni.
Poco da segnalare sulle altre valute con l’EurUsd che rimane in un contesto di trading range tra 1.0840 e 1.0910 così come il Cable sembra stabile tra 1.2670 e 1.2760. Cross stabili tranne ovviamente tutti quelli contro Jpy che si rivalutano e raggiungono livelli vicino ai massimi degli ultimi 16 anni come l’EurJpy. Senza la Boj non si scende, almeno per ora. Intanto l’attesa per ascoltare Jerome Powell è spasmodica. Vedremo se riuscirà a schiodare il mercato valutario dall’apatia attuale.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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Azionari in distribuzione o ennesima fintaI mercati azionari venerdì scorso, nel giorno delle tre streghe (che ricorre ogni terzo venerdì del mese finale di ogni trimestre, e nel quale scadono futures su undici azionari, futures su opzioni e future su singoli titoli azionari), hanno chiuso in ribasso, con l’S&P 500 che ha perso lo 0,6%, il Nasdaq l’1% e il Dow Jones circa lo 0.50%. La sessione è stata volatile, caratterizzata da una significativa scadenza di opzioni e da un sell off sul comparto tecnologico, con gli investitori in attesa della decisione della Federal Reserve questa settimana.
I dati recenti hanno evidenziato prezzi al consumo e prezzi alla produzione al di sopra del consensus, numeri che hanno portato a ipotizzare che i tagli dei tassi di interesse potrebbero essere rinviati oltre il mese di giugno, che era la scadenza, alla quale la maggior parte di investitori e analisti avevano fatto riferimento per una riduzione del costo del denaro.
Tra i titoli azionari, segnaliamo Microsoft (-2%), Apple (-0,2%), Amazon (-2,4%) e Alphabet (-1,5%). Nvidia ha chiuso leggermente in ribasso dopo aver perso il 3,2% giovedì. Adobe è crollata del 13,6% dopo che le previsioni sui ricavi trimestrali sono state deludenti. Su base settimanale, va ricordato che comunque i tre indici sono rimasti intorno allo zero con l'S&P 500 e il Dow Jones che hanno guadagnato lo 0,3% e lo 0,2% mentre il Nasdaq ha perso lo 0,1%.
Attenzione perché la settimana è densa di appuntamenti chiave come le decisioni sulla politica monetaria da parte della BoJ, Fed, BoE, PBoC, SNB ed RBA in cima alla lista delle priorità.
DATI DELLA SETTIMANA ENTRANTE
L’ottava entrata è assai importante per tante ragioni a cominciare dalla decisione della Fed mercoledì sera, con le previsioni economiche del FOMC. Il consensus vede una banca centrale americana ancora guardinga, con tassi di interesse invariati per la quinta riunione consecutiva, in un contesto di mercato del lavoro ancora forte e di un graduale rallentamento delle pressioni inflazionistiche.
Gli investitori esamineranno attentamente le previsioni economiche del FOMC e le proiezioni del cosiddetto "dot plot" per ottenere ulteriori indizi sulla potenziale tempistica di un prossimo eventuale taglio del costo del denaro. soprattutto dopo che i dati CPI e PPI più alti del previsto di questa settimana hanno spinto gli operatori a modificare le proprie aspettative. Vi sono poi i dati sui PMI di marzo, che dovrebbero segnalare un leggero rallentamento della crescita del settore manifatturiero, dopo che a febbraio è stata registrata l'espansione più forte da luglio 2022.
Nel frattempo, vi sono altri dati importanti in arrivo, il sentiment dei costruttori di case e l'indice manifatturiero della Fed di Filadelfia. Per quel che riguarda altri dati provenienti dal continente nordamericano, segnaliamo i dati sul tasso di inflazione, sul commercio al dettaglio e sui nuovi prezzi delle case riferiti al Canada.
Tornando dalle nostre parti, segnaliamo la decisione della BoE giovedì prossimo, con la Banca d'Inghilterra che dovrebbe mantenere i tassi stabili al 5,25%, mentre è previsto un taglio dei tassi ad agosto. L'inflazione principale di febbraio è probabilmente aumentata dello 0,7% su base mensile, determinando un rallentamento su base annua al 3,6%, il livello più basso da settembre 2021.
I trader attendono anche dati sui PMI globali di S&P, fiducia dei consumatori GfK, prezzi alla produzione, commercio al dettaglio, indebitamento netto del settore pubblico e ordini alle fabbriche CBI. Inoltre, le banche centrali di Svizzera, Norvegia e Turchia decideranno sui tassi di interesse. Si prevede che gli indici PMI globali indicheranno una stabilizzazione dell’attività commerciale in Eurozona a marzo, con una minore contrazione del settore manifatturiero e un’espansione dei servizi. Tuttavia, Germania e Francia sono ancora destinate a mostrare una contrazione.
BOJ E PBOC
In Giappone, si prevede che la BoJ metterà fine alla sua politica di tassi di interesse negativi dopo che il lavoro annuale ha portato le principali aziende ad accettare forti aumenti salariali. I trader monitoreranno inoltre da vicino i dati sull’inflazione, i PMI flash, le esportazioni e le importazioni, l’indice Reuters Tankan e i dati finali sulla produzione industriale.
Nel frattempo, in Cina, la Banca Popolare Cinese dovrebbe mantenere invariati i tassi di riferimento sui prestiti a 1 e 5 anni. Nella notte sono usciti i dati sulla produzione industriale, aumentata del 7% anno su anno, al di sopra delle previsioni del 5% e più alto del dato precedente di dicembre (+6.8%): Si tratta dell’aumento più consistente degli ultimi due anni. Anche le vendite al dettaglio sono cresciute del 5.5% superando il consensus del 5.2% e indicando che il paese ha avviato la strada della ripresa economica.
VALUTE
Sul fronte cambi ancora sedute poco volatili e in trading range, in attesa di qualche innesco che possa modificarne le price action. Le decisioni delle banche centrali in molte aree, questa settimana, dovrebbero e potrebbero scatenare la volatilità di breve di alcuni tassi di cambio, ma solo se le dichiarazioni dei banchieri centrali andassero in direzioni differenti, altrimenti molto probabilmente la stabilità dei prezzi nel mercato dei cambi sarebbe garantita anche in questa ottava.
EurUsd che sembra essere ancorato nella fascia di oscillazione compresa tra 1.0870 e 1.0930 senza grandi slanci anche se non è da escludere un ribasso fino a 1.0800, supporto di medio termine. Sul Cable medesima price action con i livelli di 1.2670 e 1.2630 a fare da livelli chiave da non violare per mantenere un view rialzista di medio termine.
UsdJpy tornato sopra 149.00 dopo che è chiaro al mercato che la BoJ abbandonerà il QQE senza però alzare il costo del denaro. Non si deve escludere neppure il test di 150.60 a questo punto, seguito da 151.80 00.
UsdChf che rimane reciproco di EurUsd in questa fase, tra 0.8725 e 0.8890 trading range, con EurChf stabile sopra 0.9600 ma sotto la resistenza chiave di 0.9700. UsdCad, infine, che è tornato sopra 1.3500 con possibili target in area 1.3600-10.
Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
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Analisi settimanale (parte1)L'inflazione negli USA si manifesta ancora appiccicosa e testarda e di conseguenza diminuiscono le percentuali di un taglio dei tassi per giugno. Settimana prossima verrà pubblicato il DOT PLOT CHART del FOMC che ci darà un ulteriore elemento di analisi sulle prossime decisioni. Nel frattempo anche il mercato del lavoro continua ad essere resiliente come ci dicono i dati sulle richieste ai sussidi di disoccupazione.
Sul fronte UK, i dati sul lavoro sono stati deboli mentre per quanto riguarda la crescita economica, il Regno Unito esce dalla recessione che lo aveva colpito nella lettura precedente.
USD - Ancora pochi motivi per essere ribassistiNon sembrano esserci motivi per essere ribassisti sul biglietto verde in questo momento, soprattutto perché i mercati continuano a rivalutare le prospettive politiche, e con il "dot plot" di marzo della Fed che probabilmente indicherà solo 75 pb di tagli quest'anno, circa 15 pb in più di quanto i mercati attualmente prezzano, il che dovrebbe continuare a vedere il sell-off dei Treasury, naturalmente guidato dalla parte anteriore della curva (a sua volta ponendo un vento contrario per lo JPY, che rimane un proxy dei tassi).
Tuttavia, non sono solo le prospettive politiche a sostenere il biglietto verde, poiché la visione "compra dollari, indossa diamanti" è sostenuta da molti altri elementi.
Tra questi, il continuo contesto economico "goldilocks", composto da un'immacolata, anche se accidentata, disinflazione, con la maggior parte delle misure ben avviate verso il 2% (in particolare se si annualizzano i dati mensili), oltre alla continua resilienza economica, con il mercato del lavoro che rimane rigido e la spesa relativamente resistente, il che mette gli Stati Uniti sulla strada di un "atterraggio morbido". Naturalmente, questo non è solo uno scenario impressionante di per sé, ma lo è in particolare se confrontato con le ben documentate difficoltà riscontrate in altri paesi del mondo.
Come se non bastasse questo motivo per essere rialzisti sul dollaro nel medio termine, bisogna considerare anche l'altro lato del "sorriso del dollaro", con la persistente domanda di rifugio come risultato del ribollire del rischio geopolitico in Ucraina, Medio Oriente e altrove, che probabilmente fornirà supporto. Anche le elezioni di novembre, sebbene probabilmente non siano ancora un tema di trading, meritano di essere tenute d'occhio, soprattutto perché una vittoria di Trump e le conseguenti imposizioni tariffarie potrebbero essere un altro catalizzatore rialzista.
Infine, bisogna considerare lo spazio azionario, con i principali indici di Wall Street che continuano a registrare massimi quasi giornalieri, con l'ultima tappa del rally del rischio stimolato dagli utili di NVDA della scorsa settimana.
Sebbene il rally del rischio si sia diffuso anche altrove - il Nikkei 225 giapponese e lo Stoxx 600 paneuropeo hanno entrambi stampato nuovi record - si tratta di un movimento che continua a essere guidato, in larga misura, dai produttori di chip e dal più ampio settore tecnologico. Di conseguenza, il mercato statunitense dovrebbe continuare a sovraperformare gli altri mercati globali, dando luogo a ulteriori afflussi significativi e fornendo l'ultimo tassello del puzzle a sostegno della tesi rialzista del dollaro.
Sprint di Nvidia: cosa aspettarsi dopo il rilascio dei dati?A Wall Street si dice:
"La storia dimostra che i mercati si riprendono sempre dalle crisi. Investi con fiducia nei momenti di incertezza."
John Templeton
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Cari lettori di Marco Bernasconi Trading,
Ieri è stata una giornata ricca di emozioni sul mercato, con l'attesa spasmodica per gli utili
di Nvidia che ha generato un mix di eccitazione, ansia e FOMO tra gli investitori.
Prima di analizzare i risultati, facciamo una panoramica della giornata.
Nel primo pomeriggio, abbiamo assistito a un calo dello 0,5% dell'S&P; e a un calo del quasi 1% del Nasdaq. Le vendite nel settore tecnologico erano chiaramente legate all'ansia per gli utili di Nvidia previsti per fine sessione. Tuttavia, siamo riusciti a vedere un recupero verso la chiusura che ha portato l'SPX in territorio positivo e ha aiutato il Nasdaq a chiudere con una lieve perdita dello 0,38%.
Verbali della Fed
Nel pomeriggio, abbiamo avuto un fattore di mercato che ha influenzato l'andamento generale: i verbali della Fed.
Questi verbali ci hanno fornito uno sguardo approfondito su cosa si è discusso nell'ultimo incontro del FOMC. Qui sotto ho scritto un riassunto leggi attentamente quale elemento potrebbe aver innescato l'avvio dei programmi di vendita.
Verbali del FOMC di gennaio:
- Alcuni funzionari hanno espresso la possibilità di un arresto nell'incremento dell'inflazione; il tasso ufficiale è considerato probabilmente al picco del ciclo.
- Molti hanno sottolineato il rischio derivante da condizioni finanziarie più agevolate.
- Diversi decisori politici hanno enfatizzato l'importanza di comunicare chiaramente un approccio basato sui dati.
- Alcuni hanno messo in guardia contro i rischi derivanti da una politica restrittiva prolungata.
- Molti hanno evidenziato il rischio di un allentamento eccessivamente rapido, sottolineando l'importanza dei dati futuri nel giudicare la sostenibilità dell'inflazione al 2%.
- Alcuni hanno notato che gli afflussi di bilancio potrebbero continuare dopo l'inizio del taglio dei tassi.
- Le prospettive economiche dei membri erano leggermente migliori rispetto alla proiezione di dicembre.
- I membri hanno riconosciuto le vulnerabilità del sistema finanziario statunitense e ha sottolineato che potrebbe essere necessario più tempo del previsto per ridurre ulteriormente l'inflazione.
Il nervosismo è palpabile, e le discussioni sulla politica dei tassi stanno diventando molto complesse.
NVIDIA
Mentre la Fed mandava brividi lungo la schiena dei rialzisti con le sue considerazioni sul dot plot, tutto il mondo attendeva ansiosamente il rapporto sugli utili del gigante dell'intelligenza artificiale, Nvidia.
Al momento della scrittura, il titolo è in rialzo dell'8%, dopo essere sceso fino a $ 645 dopo l'annuncio degli utili.
Sebbene non abbia ancora analizzato a fondo il rapporto, una rapida occhiata mostra un aumento del 13% nei profitti e un aumento dei ricavi. Con una crescita del 265% e margini elevati, sembra proprio che Nvidia abbia fatto centro ancora una volta.
Un vero e proprio exploit che sta portando il titolo ai massimi storici.
Questo sicuramente darà una spinta al settore tecnologico e a tutte le aziende legate all'intelligenza artificiale domani, o dopo una euforia sul dato inizieranno valutazioni diverse?
Rubrica "Selezione di Titoli Vincenti"
In questa sezione della mia analisi, vorrei mettere in evidenza alcuni titoli interessanti che ritengo possano catturare l'attenzione dei miei lettori. So che chi consulta le mie analisi è costantemente alla ricerca del titolo giusto, e quelli che condividerò in questa sezione sono sicuramente delle valide opzioni.
Tuttavia, è essenziale sottolineare che semplicemente leggere i nomi dei titoli e procedere all'acquisto senza una strategia ben definita può essere rischioso. Anche se fornirò indicazioni di grande valore, la corretta implementazione di una strategia è fondamentale per garantire che l'acquisto sia efficace e non comporti perdite o risultati controproducenti.
Quindi, tenendo presente questo importante consiglio, ecco i titoli che presento oggi in questa nuova rubrica “Selezione di Titoli Vincenti".
Restate sintonizzati per ulteriori dettagli sui titoli interessanti da considerare:
Eldorado Gold (EGO)
Continuate a seguirmi per ulteriori aggiornamenti e analisi di mercato. La conoscenza e la strategia sono le chiavi per il successo nel mondo degli investimenti.
Rubrica "L'angolo di Warren Buffet conosciuto come l'oracolo di Omaha"
Oltre alle importanti notizie su NVDA, mercoledì ha visto anche i verbali della Fed della riunione di gennaio. Questi verbali confermano le preoccupazioni espresse dal presidente Powell e altri membri riguardo alla cautela sui tagli dei tassi, preferendo maggiore evidenza di un'inflazione sotto controllo. I recenti rapporti CPI e PPI non sembrano ispirare fiducia su questo fronte.
Gli investitori hanno accolto con riluttanza l'idea di un possibile mancato taglio a marzo, elemento chiave del rally di fine ottobre/inizio novembre. Ora c'è la preoccupazione che il taglio potrebbe non arrivare presto.
Nonostante un'attenuazione dell'inflazione rispetto al picco del 2022, la Fed potrebbe rimanere cauta più a lungo del previsto. Tuttavia, il piano della Fed prevede ancora tre tagli dei tassi nel 2024, il che è positivo per le azioni.
Il rapporto di NVDA probabilmente influenzerà positivamente il mercato oggi giovedì, ma poi resterà tale? Con i nomi della "mag 7" ora noti, il mercato potrà trovare nuova forza o è troppo teso? Oggi ci darà le risposte.
Restate sintonizzati per le ultime novità!
Cordiali saluti,
Marco Bernasconi Trading.
Mercato Sospeso: Utili Tech e Decisione sui Tassi.A Wall Street si dice:
"Il momento migliore per acquistare quasi tutti i tipi di investimenti è quando nessuno li vuole."
John Templeton
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Cari lettori di Marco Bernasconi Trading,
La settimana in corso ha portato con sé una serie di questioni importanti per gli investitori, e non sorprende che i mercati abbiano registrato una giornata altalenante martedì, con risultati misti in vista di importanti report tecnici delle "magnifiche sette" e di una decisione imminente della Federal Reserve sul tasso di interesse.
Il Dow Jones ha raggiunto un nuovo record, segnando un aumento dello 0,35% (quasi 134 punti) a 38.467,31, ma è stato l'unico tra i principali indici a chiudere in territorio positivo. Nel frattempo, il NASDAQ ha ceduto gran parte dei guadagni dell'1,1% registrati lunedì, scivolando dell'0,76% (circa 118 punti) a 15.509,90, mentre l'S&P 500 è sceso leggermente per la seconda volta nelle ultime nove sessioni, registrando una diminuzione dell'0,06% a 4.924,97.
La presentazione degli utili da parte dei giganti tecnologici Microsoft (MSFT) e Alphabet (GOOGL) dopo la chiusura dei mercati ha certamente influenzato il sentiment. Entrambe le società hanno superato le aspettative sia in termini di profitti che di entrate, anche se i loro titoli stanno scambiando al ribasso nelle negoziazioni after-hours. MSFT è attualmente in calo dell'1,5%, mentre GOOGL è in flessione di oltre il 5%, principalmente a causa delle preoccupazioni degli investitori riguardo alla perdita di entrate pubblicitarie.
Inoltre, ieri è stato il turno di Advanced Micro Devices (AMD) di presentare i risultati trimestrali dopo la chiusura. La società ha incontrato le aspettative degli analisti e ha superato le previsioni di fatturato, ma ha deluso con le prospettive di entrate per il primo trimestre. Di conseguenza, le azioni di AMD sono scese di oltre il 6% nelle negoziazioni after-hours.
Personalmente, ritengo che gran parte dei risultati positivi trimestrali siano già stati incorporati nei prezzi attuali, i quali riflettono il notevole rally che abbiamo visto negli ultimi mesi. Con l'eccezione di alcuni titoli, non mi aspetto movimenti drastici al rialzo dopo la pubblicazione degli utili.
Questa settimana offre agli investitori molte ragioni per rimanere in apprensione. Oggi, in particolare, vedremo l'annuncio della Federal Reserve sui tassi di interesse, che aggiunge ulteriori incertezze al mix di sfide di mercato. Si prevede che la Fed mantenga stabili i tassi in questa occasione, ma gli investitori sono in attesa di un possibile taglio a marzo. Sarà fondamentale ascoltare attentamente i commenti del presidente Jerome Powell, anche se le possibilità di indicazioni chiare sul futuro sono remote.
Oggi, inoltre, la Federal Reserve terrà una riunione che dovrebbe essere in gran parte tranquilla, ma in finanza, non si può mai essere troppo sicuri di come si svilupperanno le cose.
Rubrica "Selezione di Titoli Vincenti"
In questa sezione della mia analisi, vorrei mettere in evidenza alcuni titoli interessanti che ritengo possano catturare l'attenzione dei miei lettori. So che chi consulta le mie analisi è costantemente alla ricerca del titolo giusto, e quelli che condividerò in questa sezione sono sicuramente delle valide opzioni.
Tuttavia, è essenziale sottolineare che semplicemente leggere i nomi dei titoli e procedere all'acquisto senza una strategia ben definita può essere rischioso. Anche se fornirò indicazioni di grande valore, la corretta implementazione di una strategia è fondamentale per garantire che l'acquisto sia efficace e non comporti perdite o risultati controproducenti.
Quindi, tenendo presente questo importante consiglio, ecco i titoli che presento oggi in questa nuova rubrica “Selezione di Titoli Vincenti".
Restate sintonizzati per ulteriori dettagli sui titoli interessanti da considerare:
Rocket Lab USA (RKLB)
Absci Corp. (ABSI)
MongoDB (MDB)
Arcus Biosciences (RCUS)
XP (XP)
Continuate a seguirmi per ulteriori aggiornamenti e analisi di mercato. La conoscenza e la strategia sono le chiavi per il successo nel mondo degli investimenti.
Rubrica "L'angolo di Warren Buffet conosciuto come l'oracolo di Omaha"
Un elemento cruciale da monitorare nell'annuncio della Fed è il "dot plot", che fornirà indicazioni importanti sul percorso dei tassi d'interesse. Cercheremo segnali che suggeriscano che siamo sulla strada giusta per il taglio dei tassi ampiamente previsto per marzo. Da quando è iniziata l'idea di un taglio dei tassi alla fine dell'estate, le azioni sono salite notevolmente, e ciò ha avuto un impatto significativo sui mercati.
Inoltre, oggi segna l'ultimo giorno di gennaio, e i principali indici stanno registrando un solido inizio per il 2024. Con un solo giorno rimasto nel mese, l'S&P 500 e il NASDAQ sono entrambi in rialzo di oltre il 3%, mentre il Dow Jones è in aumento di circa il 2%. Mercoledì ci riserva alcune relazioni sugli utili degne di nota, tra cui quelle di Mastercard (MA), Qualcomm (QCOM), Boeing (BA) e Automatic Data Processing (ADP).
Rimanete con noi per ulteriori aggiornamenti e analisi mentre navighiamo attraverso questa settimana impegnativa.
Cordiali saluti,
Marco Bernasconi Trading.
Anteprima FOMC gennaio 2024: Tagli in arrivo, ma non ancoraLa prima decisione del FOMC del 2024 dovrebbe vedere il Comitato votare all'unanimità per mantenere l'intervallo obiettivo del tasso sui fed funds al livello attuale, con il ciclo di inasprimento chiaramente concluso. L'attenzione si sposta quindi su qualsiasi nuova indicazione che possa essere offerta in termini di prospettive politiche, dal momento che l'economia statunitense sembra in procinto di raggiungere un "atterraggio morbido" e i mercati prezzano un ritmo aggressivo di allentamento delle politiche nei prossimi dodici mesi.
Come si è detto, è praticamente certo che nella riunione di gennaio, con un voto unanime, l'intervallo di riferimento per il tasso dei fed funds sarà mantenuto al livello massimo di 22 anni, ovvero 5,25%-5,50%. A questo proposito, vale la pena notare che, come di consueto, la riunione di gennaio vedrà la consueta rotazione annuale dei voti, con Barkin, Bostic, Daly e Mester che sostituiranno Goolsbee, Harker, Kaskhari e Logan come membri votanti. Al margine, ciò rappresenta una composizione modestamente più restrittiva dei presidenti regionali della Fed, anche se il presidente della Fed di Cleveland Mester, anch'egli restrittivo, andrà in pensione a giugno.
Non sorprende che i mercati monetari non prevedano alcuna possibilità di una mossa dei tassi alla riunione di gennaio, anche se continuano a prevedere un percorso relativamente aggressivo di tagli dei tassi per il resto dell'anno. Al momento della stesura del presente documento, l'OIS implica una probabilità di circa il 45% che il FOMC effettui il primo taglio di questo ciclo nella riunione di marzo, anche se questa si è ridotta rispetto al picco di circa l'80% raggiunto all'inizio dell'anno.
Naturalmente, si tratta di una previsione significativamente più dovish rispetto all'ultimo "dot plot" del FOMC, presentato in occasione della riunione di dicembre, che indicava un'aspettativa mediana di 75 pb di tagli quest'anno, oltre a essere piuttosto in anticipo rispetto alla recente retorica degli oratori del FOMC, la maggior parte dei quali ha continuato a segnalare che è troppo presto per dichiarare la vittoria sull'inflazione. Tra questi, il governatore Waller, le cui osservazioni dovish di novembre hanno contribuito a un forte rally del rischio fino alla fine del 2023, che ha anche sottolineato la necessità di essere "metodico e attento" nell'allentamento una volta iniziati i tagli - due parole che non si potrebbero ragionevolmente usare per descrivere l'attuale percorso dei tassi implicito nel mercato.
In ogni caso, soprattutto alla luce del recente discorso della Fed, sembra improbabile che vengano apportate modifiche sostanziali al documento programmatico del FOMC. È quindi probabile che il comunicato faccia ancora una volta riferimento alla "portata di qualsiasi ulteriore inasprimento delle politiche che potrebbe essere appropriato", con l'aggiunta di "qualsiasi" nella riunione di dicembre, in un apparente cenno al fatto che il ciclo di rialzi si è concluso.
È improbabile che anche le altre indicazioni di policy subiscano cambiamenti significativi: i dati sull'inflazione in arrivo, i rapporti sul mercato del lavoro e gli sviluppi internazionali continueranno a essere i fattori determinanti per le scelte di policy. Inoltre, è improbabile che si facciano nuovi commenti sull'inasprimento quantitativo, almeno nel comunicato, anche se la diminuzione dell'utilizzo dei reverse repo overnight e il fatto che il sistema finanziario, più in generale, continui ad avvicinarsi al livello minimo di riserve (il cosiddetto "LCLoR") fanno sì che questo argomento venga probabilmente sollevato durante la conferenza stampa post-riunione.
La continua tenuta dell'economia statunitense rende poco necessario per il FOMC modificare drasticamente l'orientamento politico nella fase attuale.
Per quanto riguarda l'inflazione, continuano i progressi per il ritorno all'obiettivo del 2%, anche se il ritmo di questi progressi disinflazionistici è rallentato negli ultimi mesi. Mentre l'IPC core ha continuato a diminuire, attestandosi ora al di sotto del 4% per la prima volta in oltre due anni, l'IPC headline è aumentato marginalmente a dicembre, al 3,4% su base annua, anche se tale aumento è stato in gran parte guidato da effetti base indotti dall'energia.
A preoccupare maggiormente i responsabili politici è la persistente natura appiccicosa dell'inflazione "supercore" - prezzi al netto di cibo, energia e abitazioni - che è rimasta intorno alla soglia del 4% negli ultimi sei mesi e ha fatto pochi progressi dallo scorso giugno. Come accade da tempo, i segnali indicano che l'"ultimo miglio" della disinflazione è il più difficile, riducendo ulteriormente le possibilità di tagli sostanziali dei tassi a breve termine.
Nel frattempo, mentre l'inflazione continua a diminuire, il mercato del lavoro è rimasto rigido. Le buste paga non agricole sono aumentate di +216k a dicembre, il ritmo più veloce degli ultimi tre mesi, estendendo la striscia di aumenti mensili consecutivi di posti di lavoro a 36 mesi, la quinta più lunga da quando sono iniziate le registrazioni della BLS.
Anche altre aree dell'ultimo rapporto sull'occupazione continuano a indicare una certa rigidità: la disoccupazione è rimasta vicina ai minimi del ciclo, al 3,7%, alla fine dell'anno scorso, mentre la retribuzione oraria media è aumentata dello 0,4% sul mese, portando il ritmo annuale al 4,1% su base annua. Tuttavia, ciò rappresenta ancora una crescita dei salari reali di appena lo 0,7% a/a, un tasso che non dovrebbe preoccupare i responsabili politici, dato che il rischio che si sviluppi una spirale salari-prezzi, soprattutto a questo punto del ciclo, è ormai minimo.
Per quanto riguarda la crescita, le prospettive rimangono positive, anche se lo slancio economico continua a diminuire e cominciano a comparire alcune macchie sul quaderno dei conti, non ultima la pesante sorpresa al ribasso della stampa ISM servizi di dicembre - scesa al minimo di un anno di 50,4 - e la recente indagine Empire State Manufacturing Survey, che è scesa al minimo post-pandemia di -43,7 per dare il via al 2023.
Tuttavia, sebbene l'economia mostri segni di rallentamento, sembra trattarsi più di una continua moderazione dell'attività, mentre l'economia scivola verso un "atterraggio morbido", piuttosto che di segnali di allarme di una contrazione più profonda, anche se naturalmente i membri del Comitato resteranno attenti ai rischi che si svilupperanno, in particolare nella sfera geopolitica.
Nel complesso, con una valutazione delle condizioni economiche attuali e delle prospettive probabilmente più invariata, è probabile che il discorso del presidente Powell dopo la riunione sia una replica di quello visto dopo la riunione di dicembre, in cui si sottolinea che l'inflazione rimane troppo alta, che il Comitato sta "procedendo con cautela" in questa fase del ciclo e che, pur essendo pronto a rialzare ancora i tassi se necessario, la tempistica dei tagli rimane in discussione, anche se l'effettiva realizzazione di tale allentamento rimane lontana.
I rischi, tuttavia, sono che Powell sia un po' più restrittivo rispetto alla decisione di dicembre, data l'aggressiva rivalutazione dovrittiva e l'allentamento delle condizioni finanziarie che si è visto verso la fine del 2023. Inoltre, dato il probabile sfregio del periodo 2021-22, in cui le pressioni sui prezzi sono state liquidate come "transitorie", per poi avviare il ciclo di inasprimento più aggressivo degli ultimi quarant'anni, è probabile che il FOMC pecchi di cautela in termini di tempistica per il primo taglio, nel tentativo di evitare un approccio "stop-start" all'eventuale ciclo di allentamento.
Per i mercati, l'asticella di una sorpresa dovish da parte del FOMC per dare il via all'anno è relativamente alta, dato il già citato pricing dell'OIS, anche se le scommesse su un taglio a marzo si sono affievolite negli ultimi tempi.
Di conseguenza, sebbene sia improbabile un esplicito rifiuto dell'idea di un allentamento della politica monetaria nel primo trimestre, anche un "copia e incolla" della decisione di dicembre potrebbe essere visto dai trader con un'ottica restrittiva. A sua volta, ciò potrebbe comportare rischi al rialzo per il dollaro USA, che ha registrato un buon rally rispetto alla maggior parte dei paesi del G10 per l'inizio dell'anno, oltre a rappresentare un ulteriore rischio al ribasso per la parte anteriore della curva dei Treasury, anche se l'annuncio del rimborso trimestrale del Tesoro giocherà ovviamente un ruolo in questo senso.
Anche le azioni hanno molto da digerire, dato che tutti e tre i principali benchmark statunitensi fanno trading su nuovi massimi storici per la prima volta in tre anni. Mentre il FOMC avrà ovviamente un impatto, gli utili del quarto trimestre delle "magnifiche sette" e di altri nomi della "big tech" sono probabilmente più importanti per il mercato azionario nel medio termine.
In questo caso, è probabile che una solida guidance aziendale accompagni eventuali battute degli utili (rispetto alle aspettative di consenso già riviste al ribasso) al fine di riaffermare le attuali aspettative di crescita degli utili e garantire un rally più sostenibile.
Un fattore di criticità per il 2024Buongiorno a tutti e buon 2024. L’analisi che inaugura l’anno ha l’obiettivo di esaminare un fattore che potrebbe avere un impatto significativo sui mercati finanziari nel corso dell’anno. Vi auguro una buona lettura.
1. LA COMUNICAZIONE SUL TASSO DI INFLAZIONE
La notizia più rilevante della settimana è stata indubbiamente il tasso di inflazione. Come illustrato nella figura seguente:
• Il tasso di inflazione tradizionale, misurato su base annua, ha registrato un incremento al 3.4% dal 3.1% precedente
• Il tasso core, anch’esso misurato su base annua, ha mostrato un rallentamento al 3.9%, rispetto al precedente 4%
I due tassi di inflazione, misurati rispetto all’anno precedente. Grafico mensile
La figura precedente è di particolare interesse in quanto evidenzia come il processo di disinflazione, relativamente al tasso di inflazione che include nel paniere cibo ed energia, sia attualmente in stallo; infatti, il minimo è stato raggiunto nel giugno 2023, al 3%. Questo non si verifica se si considera l’inflazione core: in questo caso, il processo di disinflazione è pienamente in corso.
Le due grafiche che seguono illustrano le variazioni mensili dei due dati macroeconomici:
• Il dato tradizionale ha mostrato un incremento del +0.3%, rispetto al +0.1% del mese precedente
• Il dato core ha registrato un +0.3%, invariato rispetto al mese precedente
Tasso di inflazione su base mensile. Fonte: Trading Economics
Tasso di inflazione core su base mensile. Fonte: Trading Economics
La tabella rappresentata nella figura successiva evidenzia le variazioni percentuali di tutti i beni e servizi inclusi nel dato macroeconomico.
Variazione percentuali del CPI. Fonte: Bureau of Labor Statistics
È interessante notare come il costo degli alloggi (indicato come “riparo” nella figura) sia aumentato del +0.5% a dicembre 2023 e del +6.2% rispetto all’anno precedente. Anche il costo dell’elettricità ha registrato un aumento a dicembre, del +1.3%, e del +3.3% rispetto all’anno precedente, mentre il costo dell’energia ha mostrato un incremento mensile del +0.4%, ma una diminuzione del -2% rispetto a dicembre 2022.
Nonostante l’indice dei prezzi al consumo sia stato il principale catalizzatore dei mercati negli ultimi tre anni, questa volta non ha avuto lo stesso impatto. Infatti, come illustrato nella figura successiva, non ha influenzato significativamente il sentiment degli investitori.
Il consumer price index non ha agito da market mover. Grafico a 30 minuti
Dalle 14:00 alle 22:00 di giovedì, ora italiana:
• L’indice Nasdaq ha inizialmente registrato un calo, per poi risalire, chiudendo la sessione di negoziazione con un incremento del +0.12%
• Il rendimento del titolo di stato a due anni ha mostrato un calo, indicando un interesse da parte degli investitori per i bond governativi a tale scadenza
Ricordiamo che:
• Un dato inflazionistico tende a essere negativo per il mercato obbligazionario, poiché, come ho spiegato nel mio libro “Investire in Obbligazioni for Dummies”, il tasso di inflazione rappresenta un rischio che può erodere i rendimenti di questi specifici titoli di debito
• Al contrario, un dato deflazionistico o disinflazionistico tende a essere positivo per la ragione opposta
2. UN FATTORE DI CRITICITA’ PER I MERCATI FINANZIARI
Ora passiamo a descrivere un elemento critico che potrebbe influenzare i mercati finanziari nel 2024. È fondamentale ricordare che i prezzi delle varie classi di asset sono determinati dalle aspettative degli investitori. Sappiamo anche che i tassi di interesse sono uno dei principali catalizzatori dell’economia. Quindi, quali sono le aspettative degli operatori in questo senso? Esaminiamo la grafica successiva.
Probabilità sui tassi di interesse. Fonte: CME FedWatch Tool
Il mercato prevede ben SETTE tagli dei tassi di interesse, ciascuno di 25 punti base (0.25%), per un totale di 175 punti base. Ciò che mi colpisce personalmente è l’intensità di queste aspettative, dato che le percentuali sono elevate.
L’ultimo dot-plot chart, al contrario, indicava che le aspettative dei membri del FOMC riguardo ai tassi di interesse per il 2024 prevedevano tre tagli, per un totale di 75 punti base.
Se assumiamo tagli dei tassi di interesse di 25 punti base, le aspettative dei membri del FOMC suggeriscono tre possibili tagli per il 2024.
Sembra che gli investitori siano eccessivamente ottimisti. Questo è un aspetto molto importante da considerare, poiché sono proprio queste aspettative a catalizzare le tendenze rialziste dei mercati azionari e obbligazionari (saranno particolarmente soddisfatti coloro che gestiscono passivamente il famoso portafoglio 60% azioni e 40% obbligazioni).
Tutto ciò che ho appena descritto è illustrato nella grafica successiva.
Il catalizzatore dei rialzi dei mercati azionari e obbligazionari sono le aspettative sui tassi di interesse, esplicitate dall’indice di sentiment LQDH/LQD. Grafico giornaliero
Ciò che potrebbe destabilizzare i mercati sarebbe un cambiamento nelle aspettative attuali. Infatti, se le correlazioni mostrate nelle grafiche precedenti rimanessero invariate, LQDH/LQD inizierebbe a salire nuovamente, indicando aspettative di una politica monetaria più restrittiva per un periodo prolungato. Di conseguenza, SPY (ETF sull’S&P500) e TLT (ETF sui bond governativi a lunga scadenza) inizierebbero a scendere.
Potreste chiedervi perché il mercato preveda un taglio così drastico dei tassi di interesse, distribuito nell’arco dell’anno. Se pensate che il mercato stia prezzando una recessione, lo escluderei. In tal caso, avremmo dovuto osservare un aumento del mercato obbligazionario (a basso rischio) e una diminuzione del mercato azionario (ad alto rischio), poiché ciò avrebbe innescato una condizione di “risk off”. Personalmente, ritengo che l’aspettativa del mercato di un taglio così significativo sia guidata da altre previsioni: quelle di un rallentamento dell’inflazione verso l’obiettivo prefissato. Questa mia ipotesi è supportata dall’ultimo grafico: TIP/IEF, l’indice delle aspettative sull’inflazione, è in tendenza ribassista.
Le aspettative sul tasso di inflazione sono ribassiste. Grafico giornaliero
Quindi, prestate attenzione al prossimo grafico e ricordate: le decisioni di acquisto e vendita sono basate sulle aspettative, esplicitate dagli indici di sentiment.
Attenzione a LQDH/LQD e a TIP/IEF. Grafico giornaliero
A presto!
inflazione USA ai minimi da 3 anni, Bostic: Fed verso target 2%Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi. Sullo sfondo rimangono le tensioni geopolitiche dopo che gli attacchi nel Mar Rosso stanno facendo aumentare i costi di spedizione in Europa, mentre il conflitto tra Israele e Hamas minaccia di espandersi anche in Libano. Lato Banche centrali, il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha affermato che la sua propensione è ancora quella di mantenere una politica restrittiva per garantire il proseguimento dei progressi sull’inflazione, anche se i rischi complessivi dell’economia si sono bilanciati tra quelli posti dall’aumento dei prezzi e quelli posti dal rallentamento della crescita dell’occupazione. Intanto, le aspettative di inflazione dei consumatori sono scese ai valori più bassi da gennaio 2021, passando dal 3,4% al 3%. Bostic si aspetta due tagli dei tassi dello 0,25% entro fine anno. Il mercato si attende ancora tagli per complessivi 150 punti base nel 2024 (6 riduzioni dello 0,25%), ben al di sopra dei dot plot della Fed, che prevedono 75 punti base. Lorie Logan, presidente della Fed di Dallas, ha di recente messo in guardia i mercati affermando che potrebbe essere necessario ripartire con i rialzi del costo del denaro per evitare che il recente calo dei rendimenti dei bond a lungo termine faccia ripartire l’inflazione. Logan ha anche detto che è tempo di iniziare a pensare di rallentare il processo di riduzione del bilancio della Fed.
Prospettive 2024 sul "cable" - GBPUSD. Cosa muoverà il cable in questo 2024?
Ovviamente, come sempre, incognite e incertezze popolano i mercati finanziari perché, come ben sapete, certezze in questo mondo non ci sono e non ci saranno mai.
Ma se dobbiamo iniziare a focalizzare la nostra attenzione, due sono i fattori da considerare: le svolte nelle politiche monetarie e le elezioni generali, salvo ulteriori scosse geopolitiche sul fronte Ucraina e Gaza.
Sicuramente la battaglia del 2023 è stata vinta dal paund che è riuscito a fare il 5% sul biglietto verde, sebbene un fisiologico rimbalzo tecnico che ha caratterizzato la gamba ribassista da luglio a ottobre che ha appena superato il livello 0,38 di Fibonacci sul rally partito a settembe 2022.
Ma per fare previsioni future bisogna analizzare cosa ha guidato il rally del 2023 dopo aver raggiunto il bottom del 2022.
Sicuramente l’inflazione a due cifre registrata nel Regno Unito, che si è poartata al 10,5% sull’headline registrando massimi storici, ha giocato un ruolo fondamentale, perché ovviamente ha portato le speculazioni verso un’aggressività maggiore da parte della BoE e quindi una maggiore spinta dei buyers sul pound. Anche sulla lettura che esclude le componenti più volatili del paniere, l’inflazione ha registrato un picco al 7,10% a fronte di una lettura del 5,6% in America. Attualmente l’inflazione rimane comunque tra quelle più appiccicose rimanendo quasi al doppio della distanza dall’obiettivo del 2%.
Il tasso d’inflazione alto, quindi, ha portato a pensare che la BoE avrebbe dovuto alzare i tassi fino a portarli al 6,50% in Q2 2023.
In questo processo di lotta all’inflazione la BoE, come d’altronde tutte le banche, si è preoccupata di tenere sotto controllo il mercato del lavoro che si è mostrato tra i più resilienti in tutto l’anno. Sospiro di sollievo c’è stato in Q3, quando l’inflazione salariale ha registrato un rallentamento, il maggiore degli ultimi due anni.
Negli Stati Uniti la lotta è stata meno ardua, ciò sicuramente dovuto da un’inasprimento monetario iniziato con anticipo rispetto le altre banche centrali. Infatti, dopo aver raggiunto il picco del 6,50%, attualmente la lettura headline si è attestata al 3,10%. L’unico neo rimane il dato che esclude la volatilità della componente energetica, cibo e alloggi, che tutt’oggi rimane resiliente.
Il PCE, il dato più seguito dalla Fed, poiché depurato dalla componente volatile, ha raggiunto il massimo di 5,3% per poi attualmente arrivare a registrare il 2,6%, al di sotto delle aspettative di 2,8%.
Quindi, quel che più di tutto ha dato verve al pound sul dollaro americano è stato lo spread di visioni future tra la FED e la BOE, che ha visto quest’ultima impegnata con un atteggiamento più aggressivo con il classico slogan dell’anno “più alti per più tempo” contro una Fed che ha cominciato a far trasparire toni più dovish, palesando la concreta possibilità di tagli, cosa non ancora annunciata dalla BoE.
La Fed ha effettuato un totale di 11 rialzi con una pausa a giugno, aumentando il tassso d’interesse principale fino all’intervallo attuale 5,25% - 5,50%, il livello più ampio degli ultimi 22 anni. Da ultimo, la Fed ha dato un’ulteriore spinta verso il basso al biglietto verde, pronunciando per la prima volta l’ipotesi di tagli che il mercato ha già scontato con forza. Questa visione, più dovish rispetto a quelle alle quali siamo stati abituati, è stata guidata dal processo disinflazionistico e il raffreddamento dei dati sul mondo del lavoro delle ultime letture.
La BoE, invece, ha apportato 14 aumenti dei tassi, portando il tassod’interesse al 5,25% dallo 0,1% di inizio inasprimento, raggiungendo i massimi degli ultimi 15 anni.
I rendimenti dei Treasury americani, durante l’anno, hanno toccato i massimi degli ultimi 16 anni raggiungendo il picco di 5,26% sulla parte breve a due anni e del 5% sulla parte lunga della curva a 10 anni.
I picchi sono stati raggiunti sulla base del sentiment che vedeva tassi più alti al fine di raffreddare la pressione inflazionistica. Di conseguenzail dollaro ha preso valore fino ad ottobre, raggiungendo quota 107.34, dopo aver rimbalzato sulla media a 50 periodi sul grafico 1M. Dopo il grande selloff obbligazionario, nei mesi di novembre e dicembre, sulla scorta di un sempre più possibile soft landing, i rendimentinti hanno subito una frenata trascinando il dollaro verso il basso, con il mercato che, soprautto dopo le ultime parole di Powell, ha iniziato a scontare già i primi tagli a partire da Q1 2024. Il dollaro si è portato a 101.43 proiettandosi verso la media mobile a 50 periodi su grafico mensile, media sfiorata già nel mese di luglio scorso.
Qundi i mercati hanno scontato con estrema frenesia il cambio di direzione della Fed dopo che la lettura dell’ultimo Dot Plot Chart ha manifestato l’idea di un taglio di 75 bp nel corso del 2024, con un’inflazione stimata al 2,4% per la fine del 2024.
Quel che sconta il mercato è ancora più ottmistico, un taglio di 150 bp equivalente a sei tagli di 25 bp. Il FedWatch del CME Group prevede un primo taglio a marzo con una percentuale del 75% mentre a maggio lo stima al 95%.
Lo spread tra le politiche monetarie è stato dovuto da una visione più aggressiva da parte della BoE che vede, ad oggi, i prmi tagli a giugno, che porterebbe il tasso principale al 5%, con la prospettiva di raggiungere il 3% in Q2 2025.
La divergenza attuale tra le politiche monetarie tra Fed e BoE nasce dalla panoramica macroeconomica che negli Stati Uniti ha sentito un tono più dovish da parte di Powell e colleghi che si sono detti preoccupati delle prospettive economiche future. Sebbene il dato sul PIL ha visto una stampa al 5,2% annua, i mercati ritengono che la resilienza economica non durerà a lungo nel 2024, in quanto non è stata ancora scontata la campagna di inasprimento che ha portato la Fed ad aumentare i tassi fino al livello attuale e, con molta probabilità, potrebbe portare ancora disagi, soprattutto alle piccole banche, per poi riflettersi nella street-economy.
I primi segnali sono arrivati dal mondo del lavoro che, seppur ancora generalmente resiliente rispetto all’attuale ciclo economico, ha mostrato una prima flessione nelle ultime letture dell’anno.
Per quanto riguarda il Regno Unito, la tensione economica, seppur ignorata dalla BoE che sembra non aver considerato la flessione dello 0,3% del GDP, sembra avere tutti i presupposti quantistici per trasformarsi in una recessione, quantomeno tecnica, nel 2024.
In questo contesto sta giocando un ruolo fondamentale l’azione del ministro Hunt impegnato nella campagna elettorale che a volte potrebbe arrecare ostacolo agli obiettivi della BoE incentrati al raffreddamento inflazionistico.
Bisogna sempre ricordare che tutti i ruoli, in questo momento, assumeranno caratteri di estrema delicatezza e dovranno essere accuratemente ponderati perché, se da una parte si necessita di un sostegno all’economia per evitare una recessione, dall’altra urge, invece, tenere sotto controllo il livello d’inflazione che in UK sembra avere unghie molto più affilate. Un errore di bilanciamento, tra politiche fiscali e monetarie potrebbe portare a manovre troppe azzardate dalle quali potrebbe risultare difficile uscirne indenni (economicamente).
Le proiezioni dell’Office for Budget Responsibility hanno mostrato un’economia piatta nei prossimi anni con un relativo rallentamento delle crescita allo 0,6% nel 2023, dello 0,7% nel 2024 e dell’1,4% nel 2025.
Ovviamente il movimento del corss nel 2024 dipenderà molto anche dell’esito delle elezioni che prenderanno la scena sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti e sicuramente porteranno non poca volatilità sul gafico.
ANALISI TECNICA sul cross
monthly chart
Sul grafico mensile il prezzo si trova appena sotto la media mobile EMA a 50 periodi, toccata già con le candele di giugno, luglio e agosto, ma chiudendo sempre al di sotto della stessa. Ci troviamo ancora nell'area di ritracciamento del selloff del 2022, circa al livello 0,618, con il prezzo che adesso si trova incastrato tra le Tenkan Sen e la media EMA a 50 periodi, dopo aver rimbalzato tre mesi (settembre, ottobre e novembre) sulla Kijun Sen che ha agito da buon supporto. Dopo il golden cross tra le Kijun e la Tenka Sen (segnale rialzista, seppur siamo al di sotto della Kumo), adesso il prezzo ha come ostacolo più imminente la predetta media mobile per poi fronteggiare la Senkou Span B. Un superamento della Kumo, seguito da un superamento della Chikou Span, potrebbero essere le ulteriori conferme per i buyers della sterlina.
Queste sono le cose principali sul tavolo per poter iniziare ad affrontare questo 2024 sul cross, ma ovviamente non siamo indovini o chiromanti, possiamo soltanto avere un vantaggio statistico e analizzando i dati che usciranno.
Per adesso è tutto :)
Vi auguriamo Felici Feste!
Ricaricatevi che tra poco si riinizia!
GBP/USD Correzione in arrivo dopo BOE, ECB e FED!Oggi analizzeremo la situazione del cambio GBP/USD, che ha esteso il suo trend rialzista giornaliero e ha raggiunto quota 1.2800 per la prima volta dall'inizio di agosto. Questo aumento è stato alimentato dalla pressione di vendita diffusa sul dollaro americano dopo l'annuncio della Federal Reserve e dalla relativamente forte Sterlina inglese, grazie alle indicazioni rialziste della Bank of England (BoE). Nelle ultime sessioni, il GBP/USD ha guadagnato momentum rialzista, raggiungendo un massimo di 10 giorni sopra 1.2600. L'outlook tecnico a breve termine sembra inclinato al rialzo, ma è importante notare che le decisioni della Bank of England potrebbero influenzare l'andamento del mercato più avanti nella giornata. La Federal Reserve ha mantenuto invariato il tasso di interesse al 5,25%-5,5% dopo l'incontro di dicembre, come previsto. Il nuovo "dot plot," noto come il Summary of Economic Projections, indica una prevista riduzione dei tassi di 75 punti base nel 2024. Nella conferenza stampa successiva all'incontro, il Presidente della Fed, Jerome Powell, ha affermato che non vogliono commettere l'errore di mantenere i tassi troppo alti per troppo tempo. Powell ha anche sottolineato che c'è un'aspettativa generale tra i policymaker che i tagli dei tassi saranno oggetto di discussione in futuro. Questo tono accomodante da parte di Powell ha scatenato una rally nei principali indici di Wall Street, causando una brusca caduta del dollaro americano (USD) e dei rendimenti dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti. In seguito nella sessione, ci aspettiamo che la Bank of England lasci invariato il tasso di interesse chiave al 5,25%. Dopo l'incontro di novembre, la BoE ha dichiarato che i rischi per le proiezioni sull'inflazione erano ancora orientati al rialzo. Nel frattempo, tre membri del Monetary Policy Committee, Megan Greene, Jonathan Haskel e Catherine Mann, hanno votato per aumentare il tasso di interesse di 25 punti base in quell'incontro. Se il voto sarà unanime nel mantenere invariato il tasso di interesse in dicembre, la Sterlina potrebbe subire pressioni con una reazione immediata. I partecipanti al mercato presteranno molta attenzione al linguaggio utilizzato nella dichiarazione ufficiale, in particolare per quanto riguarda le prospettive sull'inflazione e sulla crescita. Se la BoE mantiene una tonalità cauta riguardo all'inflazione, le perdite della Sterlina potrebbero rimanere limitate. D'altra parte, il GBP/USD potrebbe virare al ribasso se la BoE riconosce i recenti dati deludenti sulla crescita e i dati più morbidi sull'inflazione salariale. Personalmente, mi aspetto un ritracciamento del prezzo per testare il lato superiore del canale rialzista e la linea di tendenza ribassista con un obiettivo a 1.2580.
XAUUSD aspettando la presa di liquidità prima del grande short!Tendenza del prezzo dell'oro: Sto osservando che il prezzo dell'oro sta sfidando i sentimenti rialzisti e attualmente si trova vicino al livello più basso delle ultime tre settimane, a $1,976.
Eventi chiave influenti: Sto tenendo d'occhio gli eventi economici cruciali, in particolare la decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti e le prospettive politiche.
Moving Averages (Medie Mobili): Ho notato che il prezzo dell'oro si sta dirigendo verso la media mobile semplice (SMA) a 50 giorni, situata a $1,970, dopo aver trovato un solido supporto al di sotto dei minimi delle ultime settimane a $1,976.
Livelli chiave di supporto: Nel caso in cui il momento ribassista si rafforzasse, sto considerando che la SMA a 200 giorni, a $1,953, potrebbe essere minacciata, seguita da un possibile test della SMA a 100 giorni a $1,941.
Livelli chiave di resistenza: Per una ripresa sostenuta, sto osservando la necessità di una chiusura giornaliera sopra la SMA a 21 giorni, a $2,006. In tal caso, considero che gli acquirenti dell'oro potrebbero puntare all'area di resistenza a $2,018 e, successivamente, alla zona di fornitura a $2,040.
Implicazioni degli eventi economici: Sto tenendo conto dell'effetto dei dati sull'inflazione (CPI) degli Stati Uniti sul comportamento del dollaro americano e del prezzo dell'oro. Anche se l'inflazione è rimasta in linea con le aspettative, alcune componenti dei dati hanno influenzato le aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed.
Prospettive della Federal Reserve: Sto considerando attentamente le dichiarazioni del presidente Jerome Powell e il "Dot Plot chart", in quanto possono essere fondamentali per comprendere le prospettive della politica monetaria. Le aspettative di tagli dei tassi nel 2024 potrebbero influenzare il prezzo dell'oro.
Scenario futuro: In base alle dichiarazioni della Fed, sto valutando che se la Fed rafforza le aspettative di tagli dei tassi, l'oro potrebbe vedere una ripresa. In caso contrario, mi aspetto che un'aspettativa di ritorno alla domanda di dollari USA possa portare a una vendita dell'oro.
Condizioni di mercato attuali: Sto notando che l'ambiente di mercato è attualmente orientato verso il rischio, il che tende a sostenere il dollaro USA e a limitare i rialzi del prezzo dell'oro.
GOLD: PRONTI A PARTIRE?!Vorrei condividere degli spunti interessanti sull'asset XAU/USD.
Credo che tutti conoscano il motivo per cui XAU/USD è temuto dalla maggior parte dei retail: Grandi volumi e grandi volatilità.
Negli ultimi 3 mesi abbiamo potuto assistere a movimenti e attacchi ribassisti da parte del Gold, che continua ad attaccare i livelli 1920-1900.
Tutti questi movimenti ribassisti sono stati neutralizzati dai buyers in quanto il prezzo ha sempre chiuso sopra i 1920$ all'oncia.
Quali sono i pilastri che reggono l'oro ancorato ai massimi?
Vorrei subito mostrare un grafico che rende l'idea dello scenario attuale.
Dopo le parole di Powell di mercoledì scorso, dove ha confermato il tasso d'interesse al 5,5%, 440.000 opzioni call sull'oro sono apparse sul mercato.
Questo livello rappresenta i massimi da Marzo 2023.
Cosa vuol dire se aumentano le opzioni call sul Gold?
Le opzioni call sono contratti che concedono all'acquirente il diritto, ma non l'obbligo, di acquistare una determinata quantità di oro a un prezzo specifico (chiamato "strike price").
I motivi per cui le opzioni call aumentano sono molteplici, di seguito ne voglio elencare uno nello specifico.
"Cambiamento del sentiment di mercato".
In situazioni di pessimismo o turbolenze sui mercati finanziari, gli investitori tendono a cercare attività rifugio, come l'oro, che è tradizionalmente considerato un bene sicuro in periodi di incertezza economica.
Gli investitori potrebbero acquistare opzioni call sull'oro come forma di copertura (hedging) contro il rischio di ulteriori perdite nei loro portafogli.
Spiegato il possibile motivo dell'aumento delle opzioni call sull'oro soffermiamoci ora sul motivo del cambiamento del sentiment.
Powell, mercoledì scorso, ha ribadito la missione di riportare l'inflazione al 2% ad ogni costo.
Dalle proiezioni ufficiali rilasciate dalla FED ho visto un cambiamento del dot plot chart, mostrando un consenso da parte dei partecipanti del FOMC più alto.
In parole povere? Tassi altri per PIU' TEMPO.
Un altro fattore che potrebbe aver fatto storcere il naso agli investitori è una domanda fatta dai giornalisti.
Powell nelle precedenti riunioni ha sempre voluto sottolineare come il "soft landing" (atteraggio morbido" è sempre stato il suo obbiettivo.
Nell'ultima riunione la dichiarazione è stata diversa:
“Se l’economia risulta più forte del previsto significa che dobbiamo fare di più per ridurre l’inflazione.
I prezzi più alti dell’energia, se sostenuti, possono influenzare l’inflazione.
L'atterraggio morbido è un'aspettativa che vogliamo che si verifichi ma non è scontata”
Passando ora alla parte grafica, il dollaro continua nel suo movimento rialzista da diverso tempo.
Prezzi alti del dollaro portano pressioni ribassiste sul Gold, per via della correlazione storica negativa.
Ho aggiunto alla lettura del dollaro un'altra correlazione molto importante, i tassi reali.
Con dxy e tassi reali ho creato un'indice di forza.
Il risultato è il seguente:
Il prezzo dell'oro se contestualizzato con l'indice di forza appare "slegato".
La rottura a ribasso dell'indice mostra come i prezzi dell'oro dovrebbero trovarsi in area 1890-1880.
Oro che a questo punto si trova in un bivio interessante:
Scendere per riallinearsi alla correlazione fondamentale o rimanere aggrappato ai livelli dei 1920$ al barile prima di ricevere vento a favore rialzista?
Le mie condizioni sono le seguenti:
XAU/USD è tornato a fare visita ai livelli 1940 ma è stato rigettato a ribasso.
In caso di una rottura del minimo del 14 settembre posso aspettarmi un ritorno sui livelli 1890$ e in caso di rottura sui 1860$.
Al contrario, se i livelli del 14 settembre dovessero reggere e gli scenari macroeconomici peggiorare, l'oro potrebbe rompere a rialzo e tornare sui 1980$.
Questa settimana saranno importanti i dati di mercoledì e venerdì, PIL trimestrale e Prezzi PCE.
Buon trading a tutti
Compra dollari, indossa diamanti?Il dollaro ha raggiunto nuovi massimi del ciclo all'inizio della settimana, con il DXY che ha superato il picco di 105,90 toccato a marzo e si è spinto al di sopra della soglia psicologicamente chiave di 106. Come recita il vecchio detto, i trader "comprano dollari e indossano diamanti". Tuttavia, dopo dieci settimane di guadagni consecutivi, il dollaro ha ancora un po' di forza nel serbatoio o i ribassisti stanno per prendere il controllo?
Al momento, la bilancia dei rischi favorisce fortemente la prima ipotesi, con entrambi i lati del cosiddetto "sorriso del dollaro" che continuano a lavorare a favore del dollaro.
Da un lato, c'è il tema costante della sovraperformance economica degli Stati Uniti, o dell'eccezionalismo, che stimola la domanda. In una serie di dati, gli Stati Uniti stanno superando di gran lunga i loro omologhi del G10, registrando una disinflazione più rapida, una crescita più forte e un mercato del lavoro significativamente più resistente. Sebbene sia chiaro che il ciclo è in fase avanzata, si cominciano a vedere alcune crepe negli Stati Uniti, come altrove, con il Regno Unito che si avvicina sempre di più al precipizio dei mutui; l'eurozona che si sta piegando sotto il peso di un tasso di deposito della BCE da record, con la Germania che ora è il "malato d'Europa"; la Cina che non è riuscita a sperimentare alcuna forma di ripresa economica sostenibile dopo la pandemia e, infine, il Giappone che sta ancora lottando per raggiungere il suo obiettivo di inflazione accompagnato da una forte crescita degli utili.
Per il mercato dei cambi, tutto ciò ha permesso alla FOMC di inasprire la politica monetaria in misura maggiore rispetto alla maggior parte dei paesi del G10 e, cosa ancora più importante, probabilmente permetterà alla FOMC di rimanere in territorio restrittivo più a lungo rispetto alle altre banche centrali del G10. Il recente "dot plot", che prevede solo 50 pb di tagli l'anno prossimo (la metà di quanto previsto a giugno), ha visto il mercato retrocedere il prezzo del primo taglio al prossimo settembre e ha portato i Treasury a nuovi massimi pluriennali su tutta la curva, che ha subito un'impennata.
Dopo aver affrontato il lato dell'eccezionalità, che sembra duraturo, dobbiamo passare all'altro lato del sorriso del dollaro, ovvero l'avversione al rischio su larga scala.
Soprattutto a causa della posizione più restrittiva del previsto del FOMC e del conseguente aumento dei rendimenti del Tesoro, la propensione al rischio ha sofferto in modo significativo. L'S&P 500, ad esempio, ha perso circa il 6% nell'ultimo trimestre e ha sfondato la media mobile a 100 giorni per la prima volta da marzo, mentre altri indici di rischio come AUD/JPY e AUD/CHF sono stati messi sotto pressione negli ultimi tempi. In tempi come questi, in cui il rendimento del capitale ha la precedenza sul rendimento sul capitale, il biglietto verde ha una forte tendenza storica a sovraperformare.
Il lato tecnico dell'equazione supporta questa visione fondamentale.
Come già osservato, il DXY fa trading a ridosso del precedente massimo storico a 105,90 e ha anche brevemente superato la soglia di 106. I tori sembrano decisamente in controllo della situazione e, sebbene la visione possa essere popolare, il posizionamento non mostra segni di eccessivo affollamento. I rialzisti sembrano decisamente in controllo della situazione e, sebbene la visione possa essere popolare, il posizionamento non mostra segni di eccessivo affollamento, con gli USD long ampiamente in linea con la media a 5 anni, che probabilmente pongono pochi ostacoli a ulteriori guadagni.
Di conseguenza, i rialzisti sembrano destinati a mantenere il sopravvento, puntando probabilmente a un movimento verso il 50% di ritracciamento del declino registrato tra la fine del 22 e l'inizio del 23, intorno a 107,20. Una rottura al di sotto della linea di tendenza ascendente in vigore da metà luglio, a 104,90, metterebbe in pericolo questa prospettiva.
È importante notare che i guadagni del biglietto verde potrebbero non essere percepiti allo stesso modo in tutto il G10. Quelli che sperimentano le dinamiche di crescita più deboli - vale a dire GBP, EUR e CHF - vedranno probabilmente i cali più significativi, mentre gli antipodi (ad esempio AUD e NZD) potrebbero essere più isolati, soprattutto se è stato raggiunto il "picco di pessimismo" per quanto riguarda il sentimento verso la Cina. Un movimento verso la metà dei 107 anni del DXY equivarrebbe, grosso modo, a EUR/USD a 1,0400 e GBP/USD a 1,2000, livelli che sembrano ragionevoli nel medio termine.
GBP/USD Vicino alla rottura del canale?Stimolata da un dollaro statunitense più debole, la GBP/USD ha fatto un rimbalzo dai minimi semestrali vicini a 1,2230 e si è alzata fino alla zona di 1,2300. Tuttavia, la Sterlina rimane tra le peggiori dopo la sorprendente posizione accomodante della Banca d'Inghilterra. L'indicatore dell'Indice di Forza Relativa (RSI) sul grafico a quattro ore rimane al di sotto del 30 e la GBP/USD si negozia a breve distanza dal limite inferiore del canale di regressione discendente, segnalando condizioni ipervendute.
Il livello di 1,2300 si configura come un supporto iniziale e una chiusura a quattro ore al di sotto di tale livello potrebbe attirare venditori. In questo scenario, 1,2240 (livello statico da marzo) potrebbe essere fissato come prossimo obiettivo ribassista prima di 1,2200 (livello psicologico, livello statico).
Al rialzo, la prima resistenza si trova a 1,2330 (punto medio del canale discendente) prima di 1,2360 (limite superiore del canale discendente) e 1,2400 (livello statico, livello psicologico).
Dopo essersi alzata sopra 1,2400 durante le ore di trading europee di mercoledì, la GBP/USD ha effettuato un brusco inversione di tendenza e ha chiuso la giornata in territorio negativo. La coppia ha esteso il suo ribasso nella prima metà della giornata di giovedì e ha toccato il livello più basso da inizio aprile sotto 1,2300.
La Federal Reserve ha lasciato invariato il tasso di politica monetaria al 5,25%-5,5%, come previsto. La revisione del Riassunto delle Proiezioni ha confermato che i decisori intendono alzare il tasso di politica monetaria ancora una volta nel 2023. In particolare, la proiezione di taglio del tasso per il 2024 è stata rivista al ribasso a 50 punti base (pbs) da 100 pbs. Il quadro dei punti dot (dot plot) orientato all'hawkish ha dato un impulso al dollaro statunitense (USD) e ha costretto la GBP/USD a rimanere sotto pressione ribassista.
Fammi sapere cosa ne pensi, un saluto da Nicola il CEO di Forex48 Trading Academy.
Fed lascia i tassi invariati, oggi è il turno della BCELe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno dato vita ad una seduta caratterizzata dai rialzi. Il focus degli investitori è stato rivolto alla riunione della Federal Reserve. La Banca centrale statunitense ha lasciato i tassi invariati all’intervallo 5%-5,25%. Dall’aggiornamento del dot-plot, si evidenzia come gli esponenti del board si aspettino altri due rialzi del costo del denaro entro fine anno. Oltre a questo, la Federal Reserve ha aggiornato le proiezioni economiche: le attese sono per un Prodotto interno lordo dell’1% nel 2023, dell’1,1% nel 2024 e dell’1,8% nel 2025. Il PCE core è atteso al 3,9% nel 2023, al 2,6% nel 2024 e al 2,2% nel 2025, mentre la disoccupazione è vista al 4,1% per quest’anno e al 4,5% per gli ultimi due anni dell’orizzonte di previsione. Nella consueta conferenza stampa, il Governatore Jerome Powell ha detto che la strada per riportare l’inflazione al target è ancora lunga e ha escluso tagli dei tassi per un paio di anni. Oggi i riflettori saranno rivolti al meeting della BCE. Gli analisti si aspettano che l’Eurotower alzi nuovamente il costo del denaro di 25 punti base. Inoltre, la Banca centrale europea è attesa mantenere un tono “da falco”, lasciando le porte aperte a nuovi incrementi dei tassi di interesse. Oltre a questo, anche per la BCE è atteso l’aggiornamento delle stime economiche. Sul fronte delle materie prime, l’International Energy Agency prevede che nel 2024 i consumi cresceranno alla metà del tasso registrato nei due anni precedenti. Inoltre, il picco della domanda dovrebbe essere raggiunto in questo decennio.
La Fed alza i tassi dello 0,25%, tagliate le stime di crescita Le quotazioni dei principali indici di Borsa USA hanno dato vita ad una seduta caratterizzata dalle vendite. Il tema monitorato dagli investitori è stata la riunione della Fed, dove come da attese sono stati alzati i tassi di 25 punti base. Dal dot plot, emerge come gli esponenti del board della Federal Reserve si attendano ancora un aumento del costo del denaro entro fine 2023. La crescita è ora vista allo 0,4% nel 2023, all’1,2% nel 2024 e all’1,9% nel 2025. Entro fine anno, l’inflazione core dovrebbe attestarsi al 3,6%, per poi passare al 2,6% nel 2024. Il presidente dell’istituto centrale, Jerome Powell, ha detto che il board ha considerato l’opzione di non aumentare il costo del denaro per via delle turbolenze che hanno colpito le banche. Tuttavia, per quest’anno Powell ritiene che non ci saranno tagli del costo del denaro. Lato BCE, è da segnalare che la presidente Christine Lagarde ha ribadito che verrà adottato “un approccio robusto” per mitigare i rischi di inflazione e aiutare i mercati nel caso di minacce. Per Lagarde, non vi sono prove che l’inflazione core stia tendendo al ribasso. Inoltre, i funzionari terranno sott’occhio il comparto bancario, per comprendere se gli istituti di credito stiano diventando più riluttanti a concedere prestiti. Nel frattempo Joachim Nagel, presidente della Banca centrale tedesca, ha detto che l’Eurotower dovrà continuare ad alzare i tassi di interesse per far fronte all’inflazione. Nagel ha sottolineato che si sta arrivando in territorio restrittivo e che una volta raggiunto il picco del costo del denaro, questo andrà mantenuto.
I POSIZIONAMENTI DEL MERCATO PER IL 2023Il catalizzatore che più di altri ha determinato le brutte prestazioni del mercato azionario (e obbligazionario) americano nel 2022 è stata sicuramente la politica monetaria hawkish della Federal Reserve, capace di innalzare i tassi dal 0.25% del 15 marzo al 4.5% del 14 dicembre:
La causa di tale aggressività è nota a tutti: il livello di inflazione, infatti:
Essa ha palesato un picco alla lettura di giugno a valori di 9.1 punti percentuali per poi calare, come mostra la grafica precedente, di due punti percentuali.
Che linea adotterà la FED nel 2023? Secondo il comitato, un tasso terminale al 5.1% e successivamente una pausa per permettere all’inasprimento di agire sul sistema economico. Come mostra il dot-plot chart, non sono previsti tagli dei tassi nel nuovo anno in corso; questo tema si sposta nei successivi 2024 e 2025, con due tagli di un punto percentuale per anno:
Dunque, nell’ultima riunione del 2022, la Federal Reserve ha sottolineato come per tutto il 2023 la politica monetaria sarebbe rimasta restrittiva. I mercati, tuttavia, che scenario scontano in termini di politica monetaria? I prossimi grafici saranno piuttosto chiari:
• Febbraio 2023 e marzo 2023:
Febbraio e marzo sono i primi e unici due mesi nei quali gli investitori scontano un rialzo dei tassi di interesse di, rispettivamente, 25 punti base, con il raggiungimento della fatidica soglia dei 500 punti base e allineandosi alle parole della FED stessa.
Come potete voi stessi osservare al sito:
• www.cmegroup.com
per le riunioni di maggio, giugno, luglio, settembre e novembre i tassi prezzati rimangono invariati al 5%. Attenzione però a dicembre:
In controtendenza con la banca centrale, il mercato sconta il primo taglio dei tassi (di 25 punti base, probabilità del 31.1%).
Perché ho voluto mostrare queste grafiche nella mia prima analisi del 2023?
Il motivo sarà ora spiegato:
• Una banca centrale innalza i tassi di interesse per andare a “raffreddare” un’economia in surriscaldamento, la cui conseguenza più diretta è un aumento dell’inflazione
• Una banca centrale taglia i tassi per andare a stimolare un’economia in difficoltà quando, verosimilmente, l’inflazione si trova in fase calante
Inoltre, come mostra la grafica successiva:
• Un innalzamento dei tassi di interesse avviene tipicamente nella fase 5 del ciclo economico
• Un taglio tra la fase 1 e 2
Basandosi su questi concetti e sul fatto che la missione più importante della FED per il 2023 sarà quello di combattere l’inflazione per raggiungere l’obiettivo di medio periodo del 2%, è probabile che i mercati stiano scontando uno dei due scenari seguenti:
• Per Q4 2023 una recessione; infatti, in ogni recessione, la banca centrale ha rivisto i tassi di interesse al ribasso per sostenere l’economia (come mostra la grafica successiva)
• Per Q4 2023 il mercato prevede una forte decelerazione da parte dell’inflazione (e la conseguenza diretta sarebbe appunto un taglio dei tassi dalla parte della FED)
Se una di queste due ipotesi è vera, quale sarebbe l’asset class che restituirebbe performance positive? Sicuramente quella obbligazionaria, perché:
• In recessione l’asset obbligazionario (in particolare il decennale) è considerato un bene rifugio, qualità conferita dalla forza e dalla quasi totale impossibilità di insolvenza dello Stato americano
• In un contesto di forte rallentamento dell’inflazione performerebbe bene vista la sua correlazione inversa con lo stesso dato macroeconomico, come mostra la grafica successiva:
In entrambi i casi descritti, l’economia si troverebbe tra la fase 1 e 2 del ciclo economico dove le obbligazioni dovrebbero performare bene come mostra la grafica di qualche riga fa.
Per gli stessi motivi già trattati, anche l’oro potrebbe apprezzarsi vista la sua correlazione inversa con i rendimenti reali, destinati a calare qualora si materializzasse uno dei due scenari descritti precedentemente:
Ricordiamo come il mercato prenda sempre posizione sulle aspettative, motivo per il quale potrebbe iniziare a muoversi già nei primi mesi del nuovo anno. Tuttavia:
• Le aspettative sul taglio dei tassi potrebbero variare di settimana in settimana, e con esse i posizionamenti
Sarà fondamentale capire il sentiment dei mercati. Il 2022 ha insegnato come le politiche monetarie siano determinati non solo per l’economia, bensì per i mercati finanziari.
Qual è invece la vostra idea?
Buon 2023 a tutti.
Il Mercato non sconta i dati della FED. A chi credere?Lo scorso 14 Dicembre, il presidente della Federal Reserve ha affermato che la Banca Centrale Americana non è vicina a terminare la sua campagna di aumenti dei tassi di interesse poiché, stando ai dati in essere, i dati sull'inflazione risultano essere troppo elevati.
"Abbiamo ancora molta strada da fare" , ha commentato Powell durante la sua conferenza stampa, dopo l'aumento dei tassi di interesse di 50 punti base a seguito del FOMC. Secondo le loro previsioni mediane, i tassi previsti dai Policymakers si concluderanno il prossimo anno al 5,1%, prima di essere poi ridotti al 4,1% nel 2024. (vedi Dot Plot Chart di Dicembre diffuso dalla FED).
E qui si nota una discrepanza tra il dato previsionale sui tassi nel 2023 e quanto effettivamente scontato dal Mercato.
Utilizzando i Tickers:
ZQH2023
ZQM2023
ZQU2023
ZQZ2023
è possibile visualizzare i 30 DAY FEDERAL FUNDS FUTURES dei periodi di Marzo, Giugno, Settembre, Dicembre, attualmente a:
ZQH2023: 95.310
ZQM2023: 95.165
ZQU2023: 95.265
ZQZ2023: 95.580
Sottraendo a 100 i dati di cui sopra (TradingView permette di poter definire la funzione, e salvarla, digitando il dato direttamente sulla barra di ricerca del simbolo), è possibile calcolare agevolmente il valore del tasso di interesse che il Mercato sconta nel periodo di riferimento, rispettivamente a:
100-ZQH2023: 4,690
100-ZQM2023: 4,835
100-ZQU2023: 4,735
100-ZQZ2023: 4,420
Il dato maggiore è rappresentato dal 100-ZQM2023 al 4,835%, distante 26,5 punti base dal 5,1% dichiarato dalla FED.
Se consideriamo il dato di Dicembre (valore di riferimento per il dato previsionale divulgato dalla FED) il valore è nettamente sottostimato.
Questo scostamento fa riflettere e dimostra ancora una volta come il Mercato non stia credendo alla FED e stia scommettendo su una politica economica più accomodante.
A chi credere?
Saluti e buona Domenica,
Silvio Esposito
EUR AUD 4 ORE (Con SL e TP)Come possiamo vedere dagli indicatori ci troviamo in un momento dove la candela sta per incontrare una RESISTENZA molto importante.
Possiamo vedere che il livello di ATX è molto basso e il Plot del Wave Trend supera il +60.0000 (troviamo anche un RSI con valore sopra la media).
La mia previsione è un SHORT deciso.
Stop Loss: 1.55851
Take Profit: 1.45831