Analisi Weekly dei Mercati-Cot: posizioni Nette e Open InterestCiao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.71
Sabato 22 Luglio 2023
(COT DEL 18 LUGLIO 2023)
ANALISI SETTIMANALE DEI MERCATI - COT: POSIZIONE NETTE ED OPEN INTEREST !
Ciao,
Sono tornati prepotenti i capitali degli istituzionali su Euro e Sterlina. Con riferimento a quest’ utltima, e’ la prima volta che assisto in diretta ad un incremento così forte e prepotente che fa registrare nuovi massimi assoluti portando il suo Cot Normalizzato ad 1. Era dal 6 Novembre del 2007 che questo non capitava !!!
Anche l’ analisi grafica degli indicatori conferma l’ entrata dei nuovi posizionamenti degli Istituzioanli. Sia l’ Indicatore del Cot di Euro che quello del Dollaro, infatti, sono stati respinti dalla media mobile a 21 periodi rispettivamente verso l’ alto il primo e verso il basso il secondo.
Da cosa è dovuto questo aumento e perché sembra essere più importante dei precedenti?
Per capire bene quanto sto per dire dobbiamo aver ben presente la differenza tra Open Interst e Posizione nette. Infatti quello che è cambiato questa settimana sono proprio gli Open Interest che sono notevolmente aumentati su sterlina (come posizioni long degli Istitzuzionali) e sul dollaro (come posizioni short, sempre degli Istituzioanli).
Mi spiego meglio. Generalmente tutti i siti che riportano le posizioni degli Istituzionali, ed anche noi, siamo abituati a controllare settimanalmente le Posizioni Nette degli Istituzionali, ossia la differenza tra posizioni long e short ma queste non evidenziano la quantità di contratti futures presenti sul mercato.
Ossia, ancora in altre parole, ipotiziamo di aprire un contratto futures di vendita di grano. Il Futures per sua natura implica la consegna del bene oggetto del contratto in un momento differito rispetto a quello della stipula in quanto è sostanzialmente una vendita allo scoperto in cui si garantisce la consegna di una determinata quantità di sottostante in un determinato momento ad un prezzo stabilito.
Avremo pertanto due soggeti A (venditore, che ipotiziamo sia un Istituzioanle) e B (compratore che ipotiziamo sia un Reatail, ossia un soggetto non rilevante che opera con piccole quantità di denaro, ossia uno di noi). A questo punto il venditore A (che abbiamo impotizzato sia un Istituzionale) cede la sua posizione di vendita ad un terzo soggetto C (che ipotiziamo sia questa volta un altro Retail che vuole posizionarsi short) che subentra nel contratto di vendita dell’ Istituzionale e che si posiziona short al suo posto subentrando come venditore nello stesso contratto futures.
Per chiarire e seguire meglio tutto ho riassunto l’ esempio nel seguente shema e ho poi continuato facendo una terza ipotesi… vediamo:
In questo esempio riportato sopra, essendo noi abitutati a leggere sempre le posizioni nette degli istituzioanali diremo che gli Istituzionali si sono posizionati Long essendo passati da zero a + 1 ma in realtà i soldi presenti a mercato sono sempre gli stessi essendo presente a mercato sempre un solo contratto futures....
Il contratto Futures del Grano è scambiato in Dollari Americani per bushell che per convenzione ammonta a circa 27,216 kg e sapendo che un contratto futures sul grano ha un valore per punto, se non erro, di 5.000 bushell, ci rimarrà facile calcolare il valore complessivo del contratto moltiplicando questi valore per il prezzo di mercato. Percui un contratto futures sul grano al prezzo di 690 dollari equivale a dire che sul mercato c è un contratto per un valore complessivo di 690x5000= 3 milioni 450 mila dollari investi.
Quello che noi osserveremo in questo caso, pertanto, è che la maggioranza degli Istituzioanli si stanno posizionando long essendo passati da zero ad 1 ma la quantità di soldi investiti a mercato rimane sempre la stessa come anche la quantità di Isituzioanali che ancora vedono il mercato long, uno era prima (soggetto B) ed uno è dopo, essendo sempre il soggetto Istituzionale B che rimane come prima Long, allor più cè qualche Istituzioanale che non la vede più short e anche questo è un segno positivo da tenere in considerazione. Infatti quello che è diminuito è un Istituzioanale (A) che non credendo più tanto nello short prende profitto cedendo la sua posizione short a 690 ad un retail. Il guadagno dellì istituzioanle sarà la differenza di prezzo che esiste da 696 che era il prezzo a cui era entrato short a 690 che è il prezzo a cui ha ceduto la sua posizione.
Ora la 3^ settimana il prezzo scende ancora ed arriva a 685 dollari per bushell e succede che altri operatori vogliono entrare a mercato a questo nuovo livello di prezzo, ma stavolta né C né B vogliono lasciare le loro posizioni perché ad esempio B ritiene che il prezzo dovra risalire e C che ancora dovrà scendere, cosichè i nuovi operatori se vorranno entrare a mercato dovranno necessariamente stipulare un nuovo contratto Future a questo nuovo prezzo e questo avviene tramite l' incontro tra domanda ed offerta nel libro dell’ Oreder Book dove appunto bid ed ask si incotrano e vengono machati. Ipotiziamo quindi che a 685 i soggetti X (retails) e Y (Istituzioanale) si trovano d'accordo e stipulano il contratto n.2 entrando quindi a mercato:
Come facilmente si intuisce, la differenza tra la prima e la seconda settimana è notevole in quanto in tutte e due le settimane le posizioni nette degli Istituzioanali sono aumentate di un contratto passando da zero ad 1 e da 1 a 2 ma nella seconda settimana la quantità di soldi investiti presenti a mercato è aumentata del doppio in quanto sono raddoppiati il numero di contratti aperti presenti a mercato (open interet) che sono passati da 1 a 2. Percui in questo ultimo caso possiamo affermare che il grano a questo nuovo livello di prezzo ha attiriato nuova Liquidità che è entrata in circolo e che molto molto proabilmente spingerà il prezzo al rialzo nelle prossime contrattazioni.
Ora che spero di aver spiegato bene la differenza tra Open Interest e Posizione nette possiamo applicare bene lo stesso procedimento al Cot di questa settimana in quanto non solo sterlina ha fatto registrare un nuovo posizionamento degli Isituzionali che ha ancora una volta notevolmente aumentato le loro posizioni nette Long spingendo il Cot normalizzato al valore massimo di 1, ma sono notevolemente aumentati gli Open Interest che vuol dire che è entrata a mercato nuova liquidità.
Diamo un occhio agli Open Interest di Euro Sterlina e Dollaro :
Notate come le posizioni nette di Euro siano schizzate da 140 mila a quasi 180 mila ma soprattutto come siano stati attratti a mercato nuovi capitali. Infatti gli Open Interest sono aumentati di circa 47 mila contratti che sono veramente tanti e che indicano che non solo gli Istituzioanli si sono piazzati ancora una volta long ma che sono entrati nuovi capitali a mercato aumentando di molto la liquidità e la spinta di questi nuovi posizionamenti.
La stessa cosa è successa su Sterlina mentre con riguardo al Dollaro diminuiscono le posizioni nette, che vuol dire che alcuni istituzioanli non la vedono più tanto long ma soprattutto questo calo è avvenuto a fronte di un cospicuo aumento di Open Interst che da ancor più peso e rilievo alla diminuzione in quanto vuol dire che nuovi capitali hanno deciso di entrare a mercato a questi nuovi livelli di prezzo con una visione che probabilmente non è long per il Dollaro.
Tutto questo ora lo possiamo unirlo con il report di settimana scorsa quando l’ analisi che avevamo fatto insieme sul Cot ci suggeriva, come poi effettivamente è accaduto, che i mercati avrebbe ritracciato.
Evidentemente con il ritracciamento i nuovi livelli di prezzo più bassi hanno attratto nuovi investitori e o nuove flussi di liquidità monetaria che sin ora erano rimasti a guardare fuori dal mercato e che ora si sono convinti ad entrare.
Diamo ora un occhio ai grafici Weekly con individuazione dei trend di fondo. Ovviamente il grafico Weekly non è un grafico operativo ma è importantissimo (se operiamo su time frame inferiori) capire bene quale sia il trendi perché il Weekly tende a mio avviso ad essere il grafico più importante da conoscere, il grafico che comando su tutti gli altri e che ben individua la tendenza di fondo in un arco temporale accettabile che non sia così dispersivo come il mensile e o il trimestrale.
Ovviamente si può operare anche Weekly con posizionamenti di medio lungo termine ed è molto molto affascinante ma non così facile ed alla portata di tutti. I professionisti e coloro che operano realmente a mercato (istituzioanli compresi) operano molto Weekly e poco gliene frega di tutte le oscillazioni Daily influenzate dai rumori di mercato che scompensano gli animi e spingono al panico ingiustificato. Loro operano sul trend di fondo !!
Questa settimana ho pulito tutti i grafici per renderli più leggibili possibile (sinceramente a me piace il grafico nudo senza niente, poi come sempre finisco a disegnarci sopra e poi cancello e ricomincio ahahahha 😅😅. Pulendoli e ripartendo da capo evito di affezioanarmi a cose vecchie e colgo nuovi elementi o magari nuove conferme di cose che avevo già notato). Ho scritto direttamente all’ interno dei grafici Weekly le mie analisi in modo da velocizzare la lettura del Report.
Prima di iniziare ricordiamoci che tutte le analisi tecniche che affronteremo ora dovranno essere rivalutate e riviste alla luce di importanti dati macroeconomici tra cui:
- Euroapa ipc annuale (lunedì)
- Usa Adp No Farm Payroll (mercoledì)
- Sterlina Decisione tasso di interesse (giovedì alle 13:00)
- Usa No Farm (venderdì)
Euro Weekly:
Sterlina Weekly:
SP Weekly:
Nasdaq Weekly:
Dax Weekly è long sui massimi assoluti e proprio per questo ho deciso di valutarlo più dettagliatamente con una analisi Daily:
…….. Ciao Emi 😊
Il presente Cot Report ha il solo scopo di condivisione gratuita di analisi e studi meramente didattici/informativi basati sull’elaborazione di una serie di dati, notizie, ricerche ed analisi dei mercati finanziari. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate un servizio di consulenza o una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazioni né personalizzate né generiche. L’ autore non avrà alcuna responsabilità per le eventuali perdite subite dal lettore per aver utilizzato i dati contenuti nelle informazioni ricevute e/o per aver fatto affidamento sulle previsioni fornite. Qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal lettore di questo report in base alle informazioni e strategie pubblicate qui è da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio e pericolo.
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Cot e panoramica generale dei mercati in vista del Fomc !! Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.65
Sabato 10 Giugno 2023
(COT DEL 7 GIUGNO 2023)
Analisi del Cot e panoramica generale dei mercati in vista del Fomc !!
Ciao,
questa settimana parto da una panoramica generale dei mercati che ci serve per poi avere un quadro più completo dello scenario economico molto particolare che stiamo vivendo e che ci servirà per trarre le conclusioni finali di questo Cot Report.
Gli indici rimango al momento tutti long. Questa settimana sia Sp che Nasdaq hanno raggiunto le aree di tp che avevamo individuato insieme la settimana scorsa ma senza romperle quindi saranno ancora possibili ritracci di liquidità con oscillazioni anche ampie nel tentativo di costruire una base solida che dia la giusta propulsione al movimento.
Il Dax si è avvicinato al suo tp ma è rimasto in una Flag di compressione Daily molto importante sopra l’area di accumulazione dei 15.900. Fintanto che questa area dovesse tenere, una rottura al rialzo della Flag spingerebbe di nuovo il Dax a tentare per la seconda volta l’ attacco ai massimi a 16300 circa, ovviamente per gradi passando prima dal muro che ha sopra la testa tra i 16.080 e i 16.115 circa. Altrettanto ovviamente una violazione a ribasso della fascia dei 15.900 farebbe momentaneamente cambiare lo scenario.
Il Dow non lo trado mai e lo guardo anche poco ma non posso non notare la sua struttura Weekly rialzista veramente interessante alle prese con la fascia di resistenza forte ancora difesa dagli shortisti (che a mio avviso si sta indebolendo) in zona 34.300. Ovviamente prima dovrà rompere con una chiusura Weekly il cuneo di compressione che passa sopra i massimi di questa settimana.
Di seguito i grafici di Sp, Nasdaq, Dax e Dow, poi come sempre durante la settimana li seguiremo maggiormente da vicino.
GRAFICO WEEKLY SP:
GRAFICO WEEKLY NASDAQ:
GRAFICO WEEKLY DOW:
GRAFICO DAILY DAX:
Euro rompe nel Daily la base di lateralizzazione/accumulazione che abbiamo visto e seguito durante la settimana tra 1.0660 e 1.0700 momentaneamente lasciandosi in dietro l’ area di tenuta Weekly testata la scorsa settimana e che avevamo individuato nel report (sempre di settimana scorsa) tra 1.0600 e 1.0635.
Il grafico di Euro/Dollaro dove troverete tutto evidenziato lo vediamo dopo…
Sterlina chiude una bellissima candela Weekly di forza sopra la supply zone tra 1.2500 e 1.2545 che la porta di nuovo al test della ribassista che ci accompagna da ben 2 anni e che iniziò con precisione lo scorso 31 maggio 2021. La sua rottura definitiva darebbe un grosso impulso alla ripresa del trend long. Nel grafico ho evidenziato meglio quanto detto:
Il dollaro Australiano rimane fortemente indietro rispetto ai cugini Euro e Sterlina e dopo vedremo perché. Al momento, comunque, da un segnale di forza che non può essere ignorato riportandosi definitivamente sopra la fascia tra 0.65500 e 0.65850. Di seguito il grafico di Aud/Usd (Nzd è molto simile per cui neanche lo metto) :
Vediamo ora il Cot cercando di andare veloci:
Come avevamo già notato qualche report fa il Cot Normalizzato ci aveva aiutato ad individuare con facilità che il Cot di Euro era cresciuto costantemente senza soluzione di continuità a partire dallo scorso 14 marzo che probabilmente eravamo arrivati ad un “iper comprato” che aveva bisogno di stornare. Ora siamo arrivati, dal picco del 16 maggio scorso, alla terza settimana consecutiva di ritracciamento con uno storno pari circa al 15% degli 0.88 che deve considerarsi come uno storno sano e fisiologico.
Nel grafico dell’ indicatore del Cot di Euro invece notiamo che l’ indicatore arriva con questo ritracciamento a colpire perfettamente il supporto della media a 21 che generalmente tende ad essere sentita.
Dal grafico delle Forze relative degli indicatori invece notiamo che il dollaro pur avendo ritracciato long rimane comunque all’ interno del canale sovrastato da Euro, Sterlina, Franco Svizzero e New Zeland. Al contempo notiamo che gli istituzionali scaricano le loro posizioni su Aud Cad e Jpy
Se uniamo queste indicazioni a quanto abbiamo visto nella prima parte potremmo provare a sbilanciarci dicendo che il ritracciamento innescato dagli Istituzionali su Euro / Dollaro potrebbe essere arrivato momentaneamente al termine e questo ci da conferma e supporto sulla possibile validità delle aree di demand Weekly e Daily che avevamo, probabilmente in modo corretto, individuato insieme nello scorso Report e che abbiamo rivisto sopra.
Come avevo anticipato venerdì mattina dopo il break out di giovedì scorso euro molto probabilmente ora ha bisogno di ritestare la fascia degli 1.0730 prima di proseguire la salita. Al momento questa area potrebbe dare buone opportunità di acquisto ma…….
……… occhio questa settimana perché abbiamo davanti a noi una settimana intensa piena zeppa di notizie macro che potrebbero confermare l’ attuale situazione, come ribaltare tutto !!!
Prima di proseguire di seguito trovate il grafico Daily di Euro / Dollaro con le tre zone importanti che già durante la settimana avevamo visto insieme che ho indicato con 3 quadrati dove il quadrato verde più alto indica la proiezione del primo quadrato verde che lo porta esattamente all’ area di supply a 1.0830 che già tante volte abbiamo nominato durante la discesa.
Al momento solo chiusure Weekly sopra questa fascia e tenuta della stessa darebbero reale sostegno alla fine del ritracciamento di Euro.
Di seguito il grafico Daily con evidenziato quanto detto:
Come già ho accennato la prossima settimana sarà piena zeppa di notizie macro e veramente piena di Market Mover con mercati probabilmente nervosi e con volatilità alta:
- Martedì Ipc Germania, Prezzi al consumo e inflazione Americana
- Mercoledì Pil Gran Bretagna, Ipp Usa + Fomc e decisione sul tasso di interesse sempre Usa
- Giovedì Pil New Zeland Tasso di interesse Europa + conferenza stampa Bce, richieste inziali sussidi di disoccupazione e vendite al dettaglio Usa
- Venerdì inflazione Europa
Notizie importantissime che faranno la differenza.
A questo aggiungo la particolare condizione energetica che vede coinvolto da vicino il petrolio, che dopo l’ accordo al taglio della produzione da parte dell’ Opec ha risentito dell’ aumento delle scorte di carburante degli Stati Uniti e dalla contrazione dell’ economia Cinese che ha probabilmente influenzato lo scarico di posizioni long su Australia che abbiamo osservato nel Cot prima. Per questo motivo all’ inizio ho sottolineato l’ importante tentativo di Aud di riportarsi sopra la zona di demanda perché ha avuto la forza di ritornare su nonostante una approssimata analisi fondamentale contraria che da ancora più valore all’ impulso long che abbiamo registrato questa settimana.
CONCLUDENDO:
Il mercato sembra essere molto carico e con, a mio personalissimo avviso, forze rialziste importanti che potrebbero rientrare in campo riaffacciandosi sempre più anche nella parte azionaria (questo potrebbe comportare anche la ripresa e l’ allineamento delle società più piccole all’evidente percorso di ripresa già intrapreso dalle big cap). Anche se diciamo contro tendenza sapete che ho più volte detto che non credo ad una recessione forte ed i dati oggettivi che continuo a rilevare dal mercato continuano a non farmi allineare con la maggioranza delle voci. Questo non vuol dire che non possa accadere anzi ed io per primo sarò pronto a prenderne atto posizionandomi short seguendo come sempre esclusivamente le indicazioni del prezzo che come sempre indicheranno quali dei due scenari sarà conveniente seguire!!
Occhio pertanto a questa settimana in quanto dati contrari alle attese potrebbero sovvertire e ribaltare, almeno nel breve / medio termine, le impostazioni attuali spinta rialzista che sembra stia caratterizzando i mercati.
Questa settimana sono andato un po' più affondo perché il momento lo richiedeva.
Spero come sempre sia utile.
Ciao Emi 😊
p.s.
come sempre durante la settimana aggiornerò il presente report seguendo passo passo i mercati e l' andamento dei prezzi.
Il presente Cot Report ha il solo scopo di condivisione gratuita di analisi e studi meramente didattici/informativi basati sull’elaborazione di una serie di dati, notizie, ricerche ed analisi dei mercati finanziari. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate un servizio di consulenza o una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazioni né personalizzate né generiche. L’ autore non avrà alcuna responsabilità per le eventuali perdite subite dal lettore per aver utilizzato i dati contenuti nelle informazioni ricevute e/o per aver fatto affidamento sulle previsioni fornite. Qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal lettore di questo report in base alle informazioni e strategie pubblicate qui è da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio e pericolo.
ANALISI INTERMARKET SETTORE TECH: IL SUO CATALIZZATORE Buongiorno a tutti, l’obiettivo dell’analisi è quello di analizzare lo scenario che il settore tecnologico americano sta attraversando dagli inizi del 2023. Esso continuerà la sua salita?
Buona lettura. Qualora qualche concetto fosse poco chiaro, commentate!
1. LE GRANDI PRESTAZIONI DEL SETTORE TECNOLOGICO
Il settore tecnologico ad oggi, come mostra la prima figura, si presenta come il secondo miglior settore dall’inizio del 2023:
Per andare ad analizzare il suo prezzo dal punto di vista tecnico e successivamente intermarket sarà utilizzato l’ETF “XLK”. Le prime 10 società all’interno del paniere dell’ETF tech sono:
• Microsoft (24.78%)
• Apple (24.21%)
• Nvidia (4.61%)
• Broadcom Inc (3.57%)
• Salesforce Inc (2.73%)
• Cisco Systems (2.60%)
• Accenture PLC (2.36%)
• Advanced Micro Devices (2.08%)
• Adobe Inc (2.08%)
• Oracle (2.03%)
Osserviamo la figura successiva:
Dopo aver raggiunto dei massimi relativi il 15 agosto del 2022, il prezzo dell’ETF ha creato un nuovo impulso ribassista che ha avuto termine il 13 ottobre 2022. Da quel punto il prezzo è successivamente ripartito, formando dei massimi via via crescenti; questi ultimi sono stati i responsabili della formazione del supporto dinamico.
Dalla prima seduta del 2023 il prezzo ha subito un’ulteriore accelerazione al rialzo che ha avuto termine il 3 aprile 2023, con una performance di oltre 20 punti percentuali: i massimi del 15 agosto e quelli nei quali il prezzo si ritrova in quest’ultimo mese vanno a costituire la resistenza dei 152$.
Utilizzando l’RSI a 14 periodi è possibile osservare come il prezzo, dal massimo del 31 marzo, stia perdendo lentamente la sua forza.
Detto ciò, l’impostazione grafica è comunque rialzista: è infatti possibile osservare un triangolo ascendente, non perfetto dal punto di vista geometrico ma pur sempre tale:
Perché il settore tecnologico è stato uno dei migliori? Ma soprattutto: continuerà ad esserlo? Proviamo a trattare questo argomento in chiave intermarket.
2. ANALISI INTERMARKET: SETTORE TECNOLOGICO, TASSI DI INTERESSE E INDICE DI FORZA TRA OBBLIGAZIONI
Qual è stato il catalizzatore che ha spinto al rialzo il prezzo dell’ETF tech?
• I tassi di interesse della Federal Reserve
Anzi, per meglio dire…le aspettative degli attori del mercato su quello che potrebbe essere, nel futuro, il livello dei tassi di interesse.
Partiamo con il definire il motivo per il quale questo settore dovrebbe essere sensibile agli interest rates:
• Le società del settore tecnologico appartengono a quella categoria definita “growth”.
A questa classe appartengono quelle aziende che, al contrario di altre, hanno un alto potenziale di crescita. Crescita di cosa? Crescita degli utili.
In questo contesto, una crescita futura degli utili è legata alla quantità di investimenti in ricerca e sviluppo (per la precisione ricerca, sviluppo e implementazione di nuove tecnologie con lo scopo di migliorare la crescita e l’innovazione) nel presente.
Come vengono finanziati questi stessi “progetti”? Tipicamente con una parte degli utili “attuali” (ecco perché, tipicamente, il prezzo delle aziende growth non è giustificato dagli utili, con relativo aumento del P/E) e attraverso del debito (finanziamenti ed emissione di obbligazioni).
È qua che giungiamo al punto fondamentale: all’aumentare dei tassi di interesse di una banca centrale aumenteranno in maniera proporzionale gli interessi delle società sui debiti da pagare ad obbligazionisti o banche per poter raggiungere i loro obiettivi; per loro sarà più difficile accedere al credito a causa dell’aumento del costo del denaro.
Ergo: un rialzo dei tassi di interesse ostacola quello stesso modello di “crescita”.
Spiegato ciò (se non fosse stato chiaro commentate!), è necessario andare a creare un indice di forza che confermi il punto precedente: esso dovrà esplicitare le aspettative sui tassi di interesse degli investitori. Esso non è altro che “LQDH/LQD”, rappresentato nella figura successiva:
Entrambi gli ETF replicano il movimento di prezzo di obbligazioni societarie americane ad alto grado di rating, con una differenza:
• LQDH, al contrario del secondo, è coperto dall’aumento dei tassi di interesse (uno dei diversi rischi che va a presentare l’asset class obbligazionaria)
Ora, probabilmente, vi chiederete:
“Cos’è che copre un ETF obbligazionario da un aumento dei tassi di interesse?
Osserviamo la figura successiva:
LQDH è formato dall’ETF LQD e da particolari contratti, chiamati interest rate swap (IRS). Questi sono stipulati tra due parti:
• Dai gestori dell’ETF
• Da un “broker dealer”
Per avere una copertura dall’aumento dei tassi di interesse i gestori dell’exchange traded fund pagheranno al broker un interesse fisso (“fixed”) e, contemporaneamente, quest’ultimo pagherà ai gestori un interesse variabile (“floating”). Ebbene, l’interesse variabile è quello che copre l’aumento dei tassi di interesse, andando a mitigare gli effetti di una politica monetaria restrittiva.
Infine, le prestazioni di LQDH saranno pari alla somma tra le prestazioni dell’ETF non “indicizzato” (LQD return) e gli interessi variabili derivati dai contratti swap (total return on swap contracts).
Possiamo affermare che il meccanismo di funzionamento di questi particolari contratti è simile a quello dei credit default swap, con una differenza:
• Nei CDS il broker (o banca) si assume il rischio di default dell’emittente, mentre negli IRS il rischio sui tassi di interesse
È logico ipotizzare che:
• Ad un aumento delle aspettative di rialzo dei tassi di interesse LQDH mostrerà prestazioni migliori di LQD; al contrario, sarà invece quest’ultimo ETF a sovraperformare
Quest’ultimo punto è vero? La risposta è racchiusa nella figura successiva:
La figura è abbastanza chiara:
• LQDH/LQD è un ottimo indice di forza capace di anticipare le mosse di politica monetaria della Federal Reserve; esso, per questo motivo, ricopre un ruolo di “leading indicator” (segnale anticipatore)
Andiamo ora ad osservare l’indice su grafico giornaliero:
È dal 7 novembre del 2022 che l’indice di sentiment crea dei massimi via via decrescenti, con la successiva formazione di un triangolo discendente, figura di analisi tecnica ribassista.
Possiamo ora rispondere alla domanda:
“Perché il settore tecnologico è rialzista da Q4 2022?”
Perché, come mostra la figura successiva, è dallo stesso periodo che gli investitori hanno aspettative sui tassi “ribassiste”:
• Quanto più forti saranno le aspettative su un taglio dei tassi di interesse, tanto più si concentreranno gli acquisti su quelle società capaci di andare a beneficiare della particolare condizione (al diminuire del “costo del denaro” aumenterà la possibilità di una potenziale crescita delle società growth per i motivi spiegati precedentemente)
3. IL TECNOLOGICO CONTINUERA’ LA SUA SALITA?
La condizione affinché il settore tech dia continuità alla sua tendenza è legata alle aspettative sui tassi di interesse.
Se si materializzasse la recessione tanto annunciata, come potrebbe reagire XLK?
Questo sarà l’argomento della prossima analisi, in cui andrò a correlare lo stesso ETF con l’oro. Vi lascio tuttavia con un dubbio:
Come è possibile che un settore risk on come quello tecnologico sia legato in maniera positiva all’asset risk off per eccellenza, l’oro? XLK è diventato un bene rifugio di breve periodo?
Alla prossima, buona giornata!
Applicazione di modelli statistici sul cambio EUR/USD (parte 1)Ciao a tutti, oggi presento un’analisi, sul mercato forex in particolare sul cambio EUR/USD.
La seguente analisi si basa su 2 metodi di previsione semplici.
I metodi sono il:
• Naïve
• Drift (random walk con drift)
Questi due metodi sono molto semplici nella loro implementazione, computazionale, (si possono implementare facilmente con Python o R).
L’analisi in questo caso ha l’obbiettivo di verificare in modo “non troppo formale” se questi due metodi possono produrre o meno risultati interessanti sul cambio EUR/USD.
Ho considerato un primo campione che va dal: 01/01/2015 al 01/01/2020, in particolare questo campione è stato diviso in due parti In sample e out of sample, rispettivamente il 70% e 30% del campione
• In sample: la parte del campione usata per la stima, che va dal 01/01/2015 al 03/07/2018
• Out of sample: la parte usata per il test del modello, che va dal 04/07/2018 al 01/01/2020
Un secondo campione è stato anche considerato questo va dal: 01/01/2020 al 31/12/2022 sempre con la divisione del campione in: In sample e out of sample nelle proporzioni di cui sopra.
Il secondo campione è così suddiviso:
• In sample: la parte del campione usata per la stima, che va dal 01/01/2020 al 04/02/2022
• Out of sample: la parte per il test del modello, che va dal 07/02/2022 al 30/12/2022
Quindi ho due campioni, ognuno di loro è stato diviso in due parti (In sample e out of sample) con una proporzione del 70% per in sample e 30% per out of sample.
Come si può vedere dalle formule i due metodi sono abbastanza semplici, i due grafici indicano le due previsioni sui due campioni, in particolare, prezzo realizzato sovrapposto sulla previsione. Vi sono anche delle bande (prediction intervals) che ci danno info in merito alla variabilità nella predizione, in particolare, mostrano come il prezzo con una probabilità del 80% puo trovarsi nella bande più piccole indicate nella legenda come High e Low 80%, mentre con una probabilità del 95% il prezzo si troverà nelle bande High e Low 95%.
Al fine di valutare il modello è necessario considerare i residui in particolare: le due immagini successive mostrano il grafico dei residui, la loro ACF e la loro distribuzione, in particolare, nel momento in cui la distribuzione dei residui tende ad essere non normale è utile considerare il metodo bootstrap per il calcolo degli intervalli di previsione, in particolare il secondo campione mostra meno normalita nei residui, infatti ho usato il bootstrap per il calcolo degli intervalli.
Per la valutazione del modello ho considerato alcune metriche comuni, queste sono indicate nelle immagini seguenti.
In particolare mi danno informazioni sulla qualità della previsione tra questi due metodi.
La metrica ME, e MAE, mi offrono entrambi informazioni sulla distorsione della previsione, in particolare se positivo significa che in media il modello a “underforecast” se negativo “overforecast” in questo caso sia il metodo Naive e Drift hanno un Valore ME negativo su entrambi i campioni in particolare indica ovviamente una distorsione della previsione “overforecast” questo è ovvio dal momento che il valore previsto “mean” è sopra il prezzo realizzato, mentre il MAE è forzatamente positivo quindi le differenze appena fatte non valgono, possiamo dire che il modello è “buono” quando il ME o il MAE sono vicini a zero.
Un’altra metrica considerata è il RMSE (root mean squared error) ci da un info non solo sulla distorsione (vista considerando la media) ma anche sulla sua variazione infine abbiamo il MAPE e il MPE che ci danno info sulla variazione media percentuale il MAPE ne considera il valore assoluto.
In particolare potremmo leggere il MAPE del primo campione come:
Il naive ha prodotto una previsione che ha generato in media un errore del 3% mentre il drift del 2% circa.
Ad ogni modo quello che vediamo è che il modello Naive è stato peggiore sul primo campione mentre è stato migliore sul secondo campione.
Il secondo campione ovviamente prende il periodo della crisi pandemica, ciò ovviamente crea delle ovvie criticità in molteplici modelli di questa tipologia (semplici)
Questa analisi mette in risalto ovviamente alcune difficoltà quando si applicano dei modelli statistici, l’ideale sarebbe confrontare più modelli sulla base delle metriche sopra indicate, e valutare su più campioni anche quale modello risulta essere il migliore tra quelli selezionati per l’analisi.
Questa analisi risulta essere solo un spunto didattico introduttivo, nel mondo dei modelli statistici che si usano per le serie storiche.
Nei prossimi post presenterò altri modelli sempre applicati sul cambio EUR/USD per verificare quali sono i modelli migliori che si potrebbero usare.
Declinazione di responsabilità: La seguente analisi/considerazione non costituisce sollecitazione al pubblico risparmio e non è volta a promuovere alcuna forma di investimento , commercio o l'operare sui mercati finanziari.
I POSIZIONAMENTI DEL MERCATO PER IL 2023Il catalizzatore che più di altri ha determinato le brutte prestazioni del mercato azionario (e obbligazionario) americano nel 2022 è stata sicuramente la politica monetaria hawkish della Federal Reserve, capace di innalzare i tassi dal 0.25% del 15 marzo al 4.5% del 14 dicembre:
La causa di tale aggressività è nota a tutti: il livello di inflazione, infatti:
Essa ha palesato un picco alla lettura di giugno a valori di 9.1 punti percentuali per poi calare, come mostra la grafica precedente, di due punti percentuali.
Che linea adotterà la FED nel 2023? Secondo il comitato, un tasso terminale al 5.1% e successivamente una pausa per permettere all’inasprimento di agire sul sistema economico. Come mostra il dot-plot chart, non sono previsti tagli dei tassi nel nuovo anno in corso; questo tema si sposta nei successivi 2024 e 2025, con due tagli di un punto percentuale per anno:
Dunque, nell’ultima riunione del 2022, la Federal Reserve ha sottolineato come per tutto il 2023 la politica monetaria sarebbe rimasta restrittiva. I mercati, tuttavia, che scenario scontano in termini di politica monetaria? I prossimi grafici saranno piuttosto chiari:
• Febbraio 2023 e marzo 2023:
Febbraio e marzo sono i primi e unici due mesi nei quali gli investitori scontano un rialzo dei tassi di interesse di, rispettivamente, 25 punti base, con il raggiungimento della fatidica soglia dei 500 punti base e allineandosi alle parole della FED stessa.
Come potete voi stessi osservare al sito:
• www.cmegroup.com
per le riunioni di maggio, giugno, luglio, settembre e novembre i tassi prezzati rimangono invariati al 5%. Attenzione però a dicembre:
In controtendenza con la banca centrale, il mercato sconta il primo taglio dei tassi (di 25 punti base, probabilità del 31.1%).
Perché ho voluto mostrare queste grafiche nella mia prima analisi del 2023?
Il motivo sarà ora spiegato:
• Una banca centrale innalza i tassi di interesse per andare a “raffreddare” un’economia in surriscaldamento, la cui conseguenza più diretta è un aumento dell’inflazione
• Una banca centrale taglia i tassi per andare a stimolare un’economia in difficoltà quando, verosimilmente, l’inflazione si trova in fase calante
Inoltre, come mostra la grafica successiva:
• Un innalzamento dei tassi di interesse avviene tipicamente nella fase 5 del ciclo economico
• Un taglio tra la fase 1 e 2
Basandosi su questi concetti e sul fatto che la missione più importante della FED per il 2023 sarà quello di combattere l’inflazione per raggiungere l’obiettivo di medio periodo del 2%, è probabile che i mercati stiano scontando uno dei due scenari seguenti:
• Per Q4 2023 una recessione; infatti, in ogni recessione, la banca centrale ha rivisto i tassi di interesse al ribasso per sostenere l’economia (come mostra la grafica successiva)
• Per Q4 2023 il mercato prevede una forte decelerazione da parte dell’inflazione (e la conseguenza diretta sarebbe appunto un taglio dei tassi dalla parte della FED)
Se una di queste due ipotesi è vera, quale sarebbe l’asset class che restituirebbe performance positive? Sicuramente quella obbligazionaria, perché:
• In recessione l’asset obbligazionario (in particolare il decennale) è considerato un bene rifugio, qualità conferita dalla forza e dalla quasi totale impossibilità di insolvenza dello Stato americano
• In un contesto di forte rallentamento dell’inflazione performerebbe bene vista la sua correlazione inversa con lo stesso dato macroeconomico, come mostra la grafica successiva:
In entrambi i casi descritti, l’economia si troverebbe tra la fase 1 e 2 del ciclo economico dove le obbligazioni dovrebbero performare bene come mostra la grafica di qualche riga fa.
Per gli stessi motivi già trattati, anche l’oro potrebbe apprezzarsi vista la sua correlazione inversa con i rendimenti reali, destinati a calare qualora si materializzasse uno dei due scenari descritti precedentemente:
Ricordiamo come il mercato prenda sempre posizione sulle aspettative, motivo per il quale potrebbe iniziare a muoversi già nei primi mesi del nuovo anno. Tuttavia:
• Le aspettative sul taglio dei tassi potrebbero variare di settimana in settimana, e con esse i posizionamenti
Sarà fondamentale capire il sentiment dei mercati. Il 2022 ha insegnato come le politiche monetarie siano determinati non solo per l’economia, bensì per i mercati finanziari.
Qual è invece la vostra idea?
Buon 2023 a tutti.
MERCATI FINANZIARI ALTALENANTI NELLA 49ESIMA SETTIMANA DELL'ANNOLa frase che i mercati finanziari hanno esclamato dopo l’uscita del dato sull’inflazione alla produzione è stata la seguente:
“È vero che l’inflazione ha visto un incremento e ciò continua ad essere un problema; tuttavia, non crediamo che ciò potrebbe ostacolare la nostra speranza di assistere ad una Federal Reserve meno aggressiva”
Perché?
Buongiorno a tutti. L’obiettivo dell’articolo è quello di commentare, attraverso l’analisi intermarket, lo stato d’animo degli investitori dopo l’uscita dell’importante dato di venerdì 9 dicembre.
Buona lettura.
È VERO CHE L’INFLAZIONE HA VISTO UN INCREMENTO…
Venerdì, ore 14:30 italiane: il US Bureau of Labor Statistics comunica i dati sull’indice dei prezzi alla produzione che misurano l’aumento dei prezzi lato venditori e grossisti (dunque, l’inflazione alla produzione):
• A livello annuale aumento del +7.4% (maggiore delle aspettative di +7.2% e inferiore al precedente di +8.1%)
• A livello mensile, aumento del +0.3% (contro le aspettative di +0.2%)
Dati core (escluse le componenti volatili energia e beni alimentari):
• A livello annuale aumento del +6.2% (maggiore delle aspettative di +5.9% e inferiore al precedente di +6.8%)
• A livello mensile, aumento del +0.4% (contro le aspettative di +0.2%)
…E CIO’ CONTINUA AD ESSERE UN PROBLEMA
L’asset class che meglio ha evidenziato come l’inflazione continua ad essere un problema è senz’altro il mercato obbligazionario, per un motivo valido:
• È quello maggiormente impattato dal rialzo (o dal ribasso) dei prezzi
Quando si ha l’idea di investire in asset che possono essere liquide o illiquide (nelle borse valori o, ad esempio, in immobili) si valutano sempre i rischi ad essi associati; non è un caso che quando si parla di “investimenti” in obbligazioni venga spesso citato il rischio “inflazione”, capace di erodere non solo il valore del nostro portafoglio, bensì gli interessi sotto forma di cedole dei bond stessi; questo è il motivo per il quale la stessa asset class è notevolmente impattata. Delle diverse scadenze delle obbligazioni (nella fattispecie, dei titoli di stato del tesoro americano), quali sono le più influenzate dalla dinamica “inflazione”?
Le scadenze lunghe, come mostra la correlazione tra aspettative di inflazione a 10 anni (ticker “T10YIE”) e il rendimento del decennale americano:
Osserviamo le prestazioni dei rendimenti del decennale, ventennale e trentennale di venerdì 9:
• Il rendimento del decennale ha sfiorato i 3 punti percentuali
• Quello del ventennale ha superato abbondantemente i 3 punti percentuali
• Il rendimento a 30 anni si è mosso al rialzo del 3.85%
Dal momento in cui il rendimento di un’obbligazione si muove in maniera inversa al suo prezzo, ciò si traduce in una svendita di obbligazioni a quelle scadenze, proprio perché:
…” e ciò continua ad essere un problema”
“…TUTTAVIA, NON CREDIAMO CHE CIÒ POTREBBE OSTACOLARE LA NOSTRA SPERANZA DI ASSISTERE AD FEDERAL RESERVE MENO AGGRESSIVA”
Dopo l’uscita del dato, è come se il mercato avesse continuato a scartare la possibilità di assistere ad una FED più aggressiva; gli asset che meglio riassumono questa mia ipotesi sono:
• Le scadenze brevi della curva dei rendimenti, in particolare il rendimento del titolo di stato a 2 anni
• Il federal fund futures scadenza febbraio 2023
Ho svariate volte sottolineato come il rendimento del titolo di stato a 2 anni sia notevolmente impattato dalle aspettative di politica monetaria:
Che comportamento hanno presentato i due asset?
Il loro movimento (al rialzo) è stato di bassa entità; questo certifica la mia visione di come gli investitori persistano nel difendere questa loro “speranza”; se così non fosse stato, avremo sicuramente assistito a delle candele rialziste più intense, molto comuni in tutto il 2022.
Inoltre, la parola del titolo del paragrafo “potrebbe” indica un’ipotesi, mentre quella “speranza” incertezza; quale grafico più di qualunque altro sposa quest’ultimo termine? Sicuramente il VIX, l’indice di volatilità dell’S&P500:
Esso, come mostra in maniera accurata la grafica (timeframe 30 minuti), non ha mai preso una vera e propria direzione; bensì, è oscillato per tutta la durata di contrattazione di venerdì, tra certezze e incertezze.
Questa fase altalenate si è poi riversato sul mercato azionario e sul dollaro americano:
L’S&P500 ha reagito male all’uscita del dato, per poi recuperare parte delle perdite; successivamente, chiude la seduta al ribasso (-0.74%).
Il dollaro americano si è comportato in maniera opposta, per un semplice motivo: come mostra la grafica successiva, esso sta agendo per tutto il 2022 da bene rifugio:
Motivo per cui:
• A delle incertezze corrispondono un azionario al ribasso e un dollaro al rialzo
• A delle certezze corrispondono un azionario al rialzo e un dollaro al ribasso
Concludendo l’analisi, tenete a mente le varie correlazioni:
• Se gli investitori prezzano una Fed aggressiva, ciò si ripercuote su un rialzo del future Federal Fund e sul rendimento a 2 anni; per questo motivo, le “paure e le incertezze” aumentano, con relativa debolezza del mercato azionario e incremento del VIX e del dollaro americano (quest’ultimo influenzato non solo dal ruolo di “safe haven”, ma anche dalla correlazione diretta con il rendimento a due anni, come mostra l’immagine successiva:
CONCLUSIONI
Come mostra la grafica, il mercato azionario (S&P500) chiude la candela settimanale in negativo, al -3.37%. Il fear and greed index evidenzia un sentiment ora neutrale (a 54 punti), inferiore rispetto ai 67 (avidità) della settimana precedente.
La diminuzione dell’euforia degli investitori si concretizza in una performance settimanale negativa da parte di tutti i settori:
• Utilities: -0.82%
• Healthcare: -1.55%
• Real Estate: -2.34%
• Basic Materials: -2.41%
• Industrials: -3.25%
• Technology: -3.38%
• Financials: -3.56%
• Consumer cyclicals: -4.01%
• Communication Services: -5.45%
• Energy: -7.35%
Ciononostante, alcuni sottosettori riescono ad avere prestazioni positive:
• Carta e prodotti di carta: +3.66%
• Metalli e attività minerarie: +1.21%
• Immobiliare diversificato: +0.35%
• Piani sanitari: +0.19%
• Utenze-elettrico regolamentato: +0.08%
• Compagnie aeree: +0.04%
• Distribuzione industriale: +0.01%
Condivido un’altra grafica riguardante la mappa delle azioni dell’S&P500 della settimana 49 dell’anno:
Ciò che il dato sull’indice dei prezzi alla produzione ha causato è stata, come hanno mostrato le grafiche condivise, incertezza e confusione: basta pensare che il suo incremento inatteso ha destato preoccupazioni lato inflazione (come hanno mostrato le scadenze obbligazionarie lunghe), ma non lato “scelte di politica monetaria” (come hanno mostrato la scadenza del rendimento del bond a 2 anni e il future federal fund); quest’ultima tematica verrà probabilmente chiarita la prossima settimana:
• Il 13 dicembre, con l’uscita del dato sull’inflazione al consumo
• Il 14 dicembre, con la decisione sul tasso di interesse e per la guidance che Powell fornirà per il prossimo anno
Buona settimana, Matteo Farci
E SE FOSSERO GLI INVESTITORI A RENDERE PIU AGGRESSIVA LA FED?Le scommesse errate dei tori potrebbero rendere più hawkish Powell e la politica monetaria?
Nonostante la Federal Reserve si sia sempre mostrata “aggressiva” nel combattere un’inflazione arrivata a livelli insostenibili, il mercato ha sempre cercato e trovato dei pretesti per pensare il contrario e far, successivamente, salire i mercati. Alcuni esempi:
• Il rimbalzo del Nasdaq di poco più del 23% nel periodo estivo era giustificato dal pensiero che la FED si mostrasse meno “hawkish”, salvo poi chiarire quest’ultima la sua posizione al Jackson Hole del 26 agosto dove lo stesso Powell dichiarava che “sarà necessaria per qualche tempo una politica monetaria restrittiva per vincere inflazione”
• Nella lettura del comunicato da parte della Federal Reserve del 2 novembre traspariva la frase che “nel determinare il ritmo dei futuri incrementi nell’intervallo obiettivo, il comitato terrà conto dell’innasprimento cumulativo della politica monetaria”; il mercato, alla lettura, segnava delle ottime prestazioni per poi rimangiarsi tutto una volta che, nella conferenza stampa successiva, Powell stesso dichiarava che “c’è ancora molta strada da fare prima di concludere il ciclo di aumento dei tassi”
• Il dato sul mercato del lavoro del 4 novembre: gli investitori festeggiavano per una lettura “positiva” sul dato riguardante la disoccupazione, che batteva le stime del 3.6% attestandosi al 3.7%:
Nonostante il dato migliore delle aspettative, esso si attesta comunque vicino ai valori del minimo storico del 1953, al 2.5%!
Nella grafica successiva viene mostrato il binomio “azionario in salita-Fed meno aggressiva”:
La voglia da parte del mercato di far risalire gli indici azionari potrebbe essere tuttavia un’arma a doppio taglio, per questo motivo:
• Se i mercati azionari salgono il dollaro registra delle cattive performance, per due motivi:
1. Non agisce da bene rifugio (questo è chiarito dalla sua correlazione diretta con il VIX, l’indice di paura dell’S&P500):
2. Viene penalizzato dal tasso di interesse che il mercato sconta; infatti, quanto più il tasso di interesse di una nazione sale, tanto più la moneta di riferimento si rafforza; dunque, vien logico pensare che se il mercato sconta tassi di interesse futuri stabili o addirittura “tagliati”, la valuta va a risentirne in negativo; questo punto è ben rappresentato dalla correlazione inversa tra la stessa currency e il future Federal Fund scadenza febbraio 2023:
La stessa correlazione è ancora più apprezzabile in un timeframe a 15 minuti:
Il dollaro dunque viene penalizzato da due eventi negativi.
La domanda che io stesso mi sono posto dopo l’uscita del dato sulla disoccupazione è stata:
“Se le scommesse sbagliate da parte del mercato portano ad un indebolimento del dollaro, quali potrebbero essere le ripercussioni”?
• Una FED ancora più aggressiva
Il motivo?
Esiste una correlazione inversa tra il dollaro e le aspettative di inflazione, in questo caso a 5 anni:
Quando il dollaro si deprezza, le aspettative tendono a salire, come mostra appunto la grafica. Il coefficiente di correlazione tra i due elementi è per lo più in territorio inverso.
Il coefficiente di correlazione utilizzato è pari a 20 periodi, ossia tiene conto nel calcolo delle ultime 20 candele (dal momento in cui una settimana di contrattazioni è pari a 5 candele, 20 periodi indicano un mese di contrattazioni). Applicando lo stesso coefficiente a più ampio raggio, ad esempio a 40 periodi, possiamo notare una correlazione ancora più marcata:
Perché questo? Perché il dollaro influenza le aspettative di inflazione? Il terzo incomodo di questa breve storia è il petrolio, infatti:
La correlazione che esso presenta con il dollaro (nelle ultime 40 sedute) è inversa, motivo per il quale:
• Se il mercato scommette su una Fed meno aggressiva e fa salire i mercati azionari il dollaro, per i motivi visti precedentemente, va ad indebolirsi…favorendo la salita del petrolio che, guarda caso, con chi è correlato in maniera diretta?
Con le stesse aspettative di inflazione! E… qual è lo strumento a disposizione della banca centrale per combattere l’inflazione? Il rialzo dei tassi di interesse. Ecco spiegato il motivo per il quale “le scommesse errate dei tori potrebbero inasprire la politica della FED”!
Se il pensiero degli investitori di una FED meno aggressiva sarà più forte di quello che la FED effettivamente è (ossia che la stessa banca centrale utilizzerà tutta la sua forza per combattere l’inflazione), il dollaro andrà ad indebolirsi, andando a favorire una probabile risalita del petrolio che, come è abbastanza noto da due anni a questa parte, è stata la componente “più problematica” all’interno del paniere del consumer price index.
E’ doveroso specificare che:
• Dall’inizio del percorso di inasprimento di politica monetaria, le scommesse dei “tori sull’azionario” hanno trovato vita breve, motivo per il quale la recente debolezza del US Dollar potrebbe essere solo episodica
• Il petrolio non risponde soltanto alla tematica relativa alla sua correlazione inversa con il dollaro, bensì anche a questioni di domanda e offerta, motivo per il quale se le più grandi economie al mondo (Stati Uniti, Cina, Europa e Giappone) entrasssero nel futuro più prossimo in una recessione, la domanda di crude oil calerebbe e con essa il prezzo della materia prima
Tra i grafici che osserverò attentamente le prossime settimane ci sarà sicuramente il seguente:
Una cosa appare comunque certa:
• Se tutte le correlazioni si manterranno stabili un dollaro debole, nei prossimi tempi, non aiuterebbe il lavoro di Jerome Powell!
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
EUR/USD: esplosione in arrivoBuongiorno a tutti traders, siamo arrivati a settembre e l’estate è praticamente finita, quindi rimbocchiamoci le maniche e vediamo cosa hanno da offrirci i mercati.
Partiamo dalla consueta analisi strutturale macro H4. Come vi ho già spiegato in altre analisi, movimenti direzionali vengono scaturiti da uno sbilanciamento tra Domanda e Offerta e, molto spesso, si portano dietro zone di ribilanciamento da andare a colmare con i consueti ritracciamenti di mercato (ricordando comunque che non è detto venga fatto nell'immediato, trovandoci in una situazione pesantemente short, constatabile, oltre che dalla price action, anche dal valore volumetrico creato, visibile attraverso la "pancia" della value area).
Analizzando l’ultimo swing short possiamo andare ad identificare le 2 zone più interessanti che fungono da calamite di prezzo, ovvero:
- il vuoto volumetrico in area 1.01 (numero tondo) in concomitanza col 50% dell’intero range e una chiusura strutturale importante (che combacia anche col termine della Value Area High del session volume profile);
- il claster presente tra il 70/75% del range accoppiato all’altro vuoto volumetrico e a un’inefficienza di prezzo.
Tra le 2 è anche interessante segnalare l’altra zona di picco volumetrico in area 1.017, combaciante con l’order block (da cui sono partiti i volumi che hanno portato il prezzo a 0.99).
Spostandoci sull'H2 (time-frame molto interessante che vi consiglio nel caso voleste eliminare il rumore di sottofondo dato dell'H1 senza però avere una over-semplificazione data dall'H4). Vediamo come il prezzo stia pesantemente accumulando (o ridistribuendo) e ciò significa molto probabilmente che il movimento che ne scaturirà sarà esplosivo e potrà inficiare nel medio/lungo termine.
Nel dettaglio, dopo aver formato continui massimi col rispetto delle dominance, il prezzo ha creato liquidità statica (presente sul doppio minimo) che ieri, col raggiungimento di nuovi minimi storici il prezzo ha totalmente sbilanciato, rifiutando la zona e richiudendo all'interno del range.
Ricordiamoci che liquidità=controparte, e se i Big player del mercato sono riusciti a trovarne abbastanza durante questo stazionamento e dopo l'ultimo sbilanciamento avvenuto ieri, nei prossimi giorni potremmo vedere quell'esplosione direzionale che personalmente mi aspetto. Sta di fatto che per la conferma long di medio/lungo termine, il prezzo dovrà rompere in maniera decisa il massimo in zona 1.003; nel frattempo opererò sempre long ma nel breve termine.
E guardando appunto al breve termine vediamo come l'ultimo swing rialzista (quello partito dallo sbilanciamento di ieri) abbia portato allo spostamento del poc volumetrico fuori dall'area di ieri, formando anche un nuovo massimo strutturale; inoltre, non avendo lasciato imbalance di alcun genere, possiamo affermare come sia stato un movimento efficiente ad eccezione dell'ultimissimo swing avvenuto durante la sessione asiatica di stanotte, il che ci darà un'occasione per posizionarci.
Abbiamo 2 zone di liquidità che possono fungere da controparte per la continuazione rialzista della sessione odierna; in particolare attenzionerò quella presente subito sotto la zona di demand dopo che il prezzo avrà colmato quel piccolo volumetrico.
Non penso che il prezzo, arrivato in quella zona, ci concederà quietamente il posizionamento, per questo cercherò un'operatività aggressiva nel caso il mercato mi dia delle conferme ai time-frame più bassi.
Per oggi è tutto, ci aggiorneremo nel corso dei giorni.
P.S. Non scordatevi delle news che potrebbero ribaltare completamente qualsiasi visione!
LA CREAZIONE E LO STUDIO DI UN INDICE DI AZIONI Per il mio modo di vedere i mercati finanziari, l’aumento o il decremento di prezzo di alcuni asset costituiscono un termometro di “sentiment”; alcuni tendono ad aumentare in determinati contesti macroeconomici/geopolitici, mentre altri tendono a performare in maniera totalmente opposta.
Questa analisi ha quindi l’obiettivo di andare a creare un indicatore, in particolare un indice di azioni che rapportato ad un altro indice attraverso la “forza relativa”, ci possa aiutare a capire quanto il mercato stia scontando il conflitto in Russia ma, soprattutto, quando avrà smesso di farlo.
Prima di iniziare, volevo aggiungere che ho aperto un canale youtube. Vi consiglio di visitarlo!
LE AZIENDE DEL SETTORE DELL’INGEGNERIA AEROSPAZIALE E DELLA DIFESA
Quali sono state le azioni che più hanno tratto beneficio da questa terribile guerra? Ne seleziono cinque:
• Lockheed Martin
• Northrop Grumman
• General Dynamics
• L3harris Technologies
• Raytheon Technologies Corporation
LOCKHEED MARTIN
L’impresa statunitense è attiva nei settori dell'ingegneria aerospaziale e della difesa; parte del suo fatturato proviene dai contratti con il ministero della difesa o con altre agenzie federali. Essa è la più grande azienda in ambito militare al mondo.
Come potete osservare nella grafica, le performance registrate da inizi novembre 2021 superano di poco i 40 punti percentuali. Evidenzio con un rettangolo rosso le ultime quattro sedute di contrattazioni: crescita del +16%.
NORTHROP GRUMMAN
La multinazionale nasce nel 1994 con lo scopo di fronteggiare l'esigenza di investire nella difesa militare come conseguenza della guerra fredda:
Incremento del 31% da inizi novembre e ulteriore accelerazione del +16% nelle ultime quattro sedute.
GENERAL DYNAMICS
E’ una società conglomerata statunitense specializzata in forniture militari formata in seguito a diverse fusioni e dismissioni che dal 2008 l'hanno fatta diventare il quinto più grande defense contractor del mondo. Le performance degli ultimi mesi si dimostrano più deboli rispetto a Lockheed Martin e Northrop Grumman, tuttavia esse sono degne di nota: +18% da inizi novembre e accelerazione del +6.65% nelle ultime 4 sedute:
L3HARRIS TECHNOLOGIES
Essa è una società di tecnologia americana che si dedica alla produzione di sistemi e prodotti C6ISR (comando, controllo, comunicazioni, computer, cyber-difesa, sistemi di combattimento e intelligence, sorveglianza e ricognizione), apparecchiature wireless, radio tattiche, sistemi avionici ed elettronici, apparecchi per la visione notturna, antenne terrestri e spaziali per l’uso in settori del governo.
Nella grafica è possibile notare come il prezzo dell’azienda abbia ritracciato da fine ottobre a inizi dicembre 2021 per poi riprendersi nelle ultime settimane con guadagni in linea con il settore a cui essa appartiene; incredibile accelerazione del prezzo che riesce a guadagnare 20 punti percentuali dal 24 febbraio ad oggi.
RAYTHEON TECHNOLOGIES CORPORATION
L’azienda americana, con sede nel Massachusetts, sviluppa e produce prodotti ad elevata innovazione tecnologica nell’ambito della difesa, includendo motori aeronautici, avionica, cybersecurity, missili, sistema di difesa aerea e droni.
Impressionante la sua performance da inizi dicembre 2021:
+30% negli ultimi due mesi e ulteriore accelerazione del +17% nelle ultime cinque sedute.
PUNTI IN COMUNE DI QUESTE AZIENDE
Analizzando gli andamenti dei cinque prezzi, possiamo notare dei punti in comune:
• Ognuno di loro si trova al di sopra della media a 50 periodi; questo è un segnale di forza dei trend
• I volumi che hanno spinto al rialzo i prezzi si sono dimostrati maggiori rispetto alla media degli ultimi 30 giorni, il che è da tradurre come grande volontà da parte degli investitori di portare i prezzi al rialzo
• Ogni RSI si trova ad alti valori (in media, oltre i 60 punti), confermando la forza già individuata grazie alle medie a 50 periodi.
COME CREARE UN INDICE DI AZIONI
Vi siete mai chiesti se su tradingview sia possibile andare a graficare un’insieme di azioni creando quindi un piccolo indice? La risposta è si:
Andando a digitare nella barra di ricerca le sigle delle singole aziende e utilizzando l’operatore “+”, quello che si ottiene è l’andamento del prezzo dell’indice, che tiene conto delle oscillazioni dei prezzi delle singole azioni giorno per giorno. Il prezzo dell’indice (nella grafica, 1483$) và quindi ad inglobare la somma dei prezzi delle aziende stesse.
ANALISI TECNICA DELL’INDICE
Prima di raggiungere il suo massimo storico a 1520$ circa, l’indice aveva formato un triangolo ascendente, figura di analisi tecnica rialzista. La figura ha visto il suo breakout il 25 febbraio accompagnato da una candela rialzista di entità considerevole dal +3.48%. Abbiamo in questo momento tre diversi segnali tecnici che ci indicano una grande stabilità e forza del prezzo:
• I volumi superiori alla media
• RSI a livelli di ipercomprato
• Grande distanza tra il prezzo e la media mobile a 50 periodi
ANALISI FONDAMENTALE DELL’INDICE: LA PSICOLOGIA DEGLI OPERATORI
Il primo impulso rialzista dell’indice ha inizio il 2 dicembre 2021: il mercato inizia a scontare un possibile conflitto; questa mia ipotesi è avvalorata da questo articolo sulla testata “CNBC”, che inizia a descrivere i problemi che potevano venire a crearsi:
www.cnbc.com
Come esprimo sempre nelle mie analisi, il mercato anticipa sempre gli eventi, è questo è un esempio da manuale.
Nonostante gli operatori inizino a scontare quello appena espresso, la volatilità rimaneva a valori bassi e stabili: ciò viene identificato dall’ATR all’interno del rettangolo azzurro. In termini di “psicologia”, ciò cosa sta a significare? Che nonostante la remota ipotesi di un conflitto, il mercato rimaneva comunque abbastanza “calmo” e “tranquillo”.
Concentratevi ora sul rettangolo di compressione rosso: esso racchiude al suo interno l’intervallo di prezzo tra inizi gennaio e il 24 febbraio. Nonostante i bechmark in quello stesso periodo avessero iniziato la loro caduta, questo indice si manteneva piuttosto stabile a valori alti di prezzo, in particolare ai suoi massimi storici. Qualcosa però iniziava cambiare: notate come l’ATR iniziava a salire nonostante il prezzo rimanesse stabile nel range di prezzo tra i 1335$ e i 1263$? Questo è il segnale che il nervosismo iniziava a prendere piede. Cosa è accaduto a livello “psicologico” all’interno del rettangolo rosso? Gli investitori iniziavano ad accumulare posizioni, pronti a far esplodere il prezzo al rialzo qualora lo scontro si fosse palesato.
24 febbraio: la guerra inizia. Come si comporta il prezzo? Esplode verso l’alto, accompagnato da un’altrettanta esplosione di volatilità.
Spero di avervi spiegato in maniera dettagliata come gli operatori abbiano accompagnato il prezzo dell’indice al rialzo. Qualora non lo fossi stato, commentate l’analisi e sarò ancora più chiaro.
Detto questo, perché ho creato quest’indice e perché lo osserverò le prossime settimane? Poiché esso costituisce sia un bene rifugio che un “termometro” di sentiment: gli operatori in questo momento stanno spostando i capitali su asset che tendono ad apprezzarsi durante momenti di turbolenza, e quest’ indice è tra quelli (e da qui la sua caratteristica di bene rifugio); quindi, la sua salita o la sua discesa possono dare informazioni utili riguardo il sentiment stesso, infatti:
• Se il prezzo dovesse continuare a salire al rialzo significherebbe che il conflitto starebbe ancora creando incertezza
• Se il prezzo dovesse invece iniziare a scendere, avrei il segnale che probabilmente il sentiment sta cambiando.
Tuttavia, avrei bisogno di ulteriori informazioni per poter effettivamente affermare che il sentiment sia cambiato totalmente. Questa informazione vado a ricercarla utilizzando un indice di forza relativo.
Come asset da rapportare all’indice scelgo l’etf del settore industriale dell’S&P500, ossia XLI. Perché proprio esso?
L’indice di riferimento del settore della difesa è quello industriale. Quest’ultimo ha registrato nelle ultime settimane delle performance deboli poiché è stato colpito dalle varie tematiche di cui ho già discusso (guerra); al contrario, l’indice del settore della difesa ha performato piuttosto bene vista la sua natura di bene rifugio. Osservando quindi l’indice di forza relativo tra questi ultimi che ora condividerò, cosa dobbiamo aspettarci? Che l’indice da me creato abbia sovraperformato il suo settore di riferimento:
Come posso usare a mio vantaggio l’indice di forza relativo?
Aspetterò che il prezzo di esso ritracci a valori di più bassi di quelli a cui si trova ora (14.82$): ciò accadrebbe quando le prestazioni dell’indice del settore della difesa e di quello industriale ritorneranno in linea tra loro.
E quando probabilmente ciò accadrà? Quando l’indice del settore della difesa non verrà più considerato come bene rifugio, ritornando quindi in linea con le performance del suo bechmark . In particolare, per affermare con certezza ciò, aspetterò che l’indice di forza relativo ritracci a valori di prezzo che ora vi mostrerò nella grafica seguente:
Utilizzo in questo caso la media a 50 periodi perché essa mi identifica la media della forza relativa dei due indici calcolata sui 50 giorni precedenti l’inizio del conflitto; essa è compresa nel range tra 11.7$ e 12.3$: questa è l’area di prezzo che probabilmente mi indicherà che il mercato potrebbe aver iniziato ad assorbire i fatti provenienti dal fronte Ucraino.
Questo è solo uno dei diversi indicatori che io utilizzerò, avevo il desiderio di mostrarvelo.
Spero l’analisi vi sia utile, Matteo Farci.
BITCOIN, SPREAD TITOLI DI STATO,GOOGLE TRENDS E DIVERSI SETTORISalve ragazzi, stamani voglio parlarvi di una correlazione che negli ultimi tempi si sta venendo a verificare tra il Bitcoin e i cicli economici, utilizzando anche uno strumento come google trends con il fine di capire l’appetito che hanno i retailers verso la crypto.
La correlazione, in particolare, è tra il Bitcoin e lo spead tra i rendimenti dei titoli di Stato Usa a 10 anni e quelli a 2 anni. Questo tipo di rapporto, direi diretto, si è venuto a creare negli ultimi tempi, in particolare allo scoppio della pandemia, dopo il crollo dei mercati finanziari a marzo 2020. La correlazione di cui parlo è questa:
Cercherò ora di provare a far chiarezza.
LO SPREAD TRA UN RENDIMENTO DI UN TITOLO A SCADENZA LUNGA E UNO A SCADENZA CORTA
Nel grafico notiamo con la linea blu lo spread (ossia la differenza) tra i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni e i rendimenti dei titoli di stato a 2 anni. La forma e il trend di questo spread danno tipicamente informazioni utili riguardo il mondo obbligazionario e le aspettative relative all’economica presente e futura da parte degli investitori. Uno spread con un trend rialzista, come quello visto tra la fine di febbraio 2020 e fine marzo 2021, va ad identificare una curva dei rendimenti “steeping” o “inclinata positivamente”; si ha uno spread o viceversa una curva dei rendimenti di questo tipo quando i rendimenti delle varie obbligazioni a diversa scadenza salgono, creando appunto un inclinazione positiva; si ha una forma di questo tipo quando gli operatori iniziano a scontare una ripresa/espansione economica o per paura di inflazione: è così che vanno a concentrarsi su strumenti a più alto rischio e rendimento (azioni) e scaricano strumenti a basso rischio, ossia obbligazioni: per il rapporto inverso che esiste tra obbligazioni e rendimenti, più si vendono obbligazioni e più i rendimenti salgono, quindi più obbligazioni si vendono a tutte le scadenze, più la curva si inclina positivamente e più lo spread tra i 10 anni e i 2 anni si allunga (stessa cosa vale per lo spread a 20 anni meno quello a 1 anno).
Viceversa, quando si prevede un rallentamento economico (in particolare, quando la banca centrale alza i tassi di interesse per calmierare l’inflazione venutasi a creare in ripresa/espansione economica), la curva dei rendimenti tende ad appiattirsi, soprattutto nelle scadenze lunghe (a 10,20 e 30 anni, come sta accadendo appunto ora) e di conseguenza lo spread va a restringersi. Perché lo spread si restringe? Perché in linea teorica gli investitori scaricano obbligazioni a breve scadenza (questo perché non conviene tenere obbligazione quando il tasso di guadagno reale, ossia quello aggiustato all’inflazione, è praticamente nullo) facendo di conseguenza salire i rendimenti, e comprano obbligazioni a più lunga scadenza, scontando un’economia stabile nel futuro e non nel presente, facendo di conseguenza scendere i rendimenti e andando, quindi, a restringere lo spread.
Per maggiori informazioni, vi allego qui un’idea pubblicata riguardo il mondo obbligazionario e la curva dei rendimenti. Spiego tutto in maniera più dettagliata:
LA MODA DEL BITCOIN
Lo so, il titolo è un pò provocatorio. Il bitcoin è un asset che spopola già da diverso tempo tra tutti gli operatori. Agli operatori voglio aggiungerci anche tantissimi retailers che si sono aggiungi al treno del 2020, quando il suo prezzo è iniziato a crescere in maniera impressionante: basti pensare che nell’impulso del “lockdown”, il prezzo ha fatto segnare un esorbitante +700% circa. Questo è probabilmente ciò che ha interessato praticamente tutti: un asset che cresce e basta, sicuro e che ti permette, comunque vada, di guadagnare. Non avete mai sentito dire in questi ultimi 2 anni frasi del tipo:
“Compra bitcoin, sale e basta..buttati sulle crypto, diventerai ricco..le crypto sono l’unico modo per guadagnare in maniera sicura…le crypto sono lo strumento migliore del mondo…”
Ebbene..io si! E non poche volte, ma tantissime. Detto che le crypto, con le strategie giuste, sono tradabili (come qualsiasi altro strumento), il “compra le crypto, saliranno sempre” mi ha spinto a scrivere questa idea.
Ho innanzitutto utilizzato “google trends”, che è uno strumento utilissimo che ci permette di tracciare la quantità di parole ricercate sul motore di ricerca google, appunto. Ho digitato la parola “bitcoin”, impostando i settaggi in maniera da tracciare il numero di volte in cui la parola è stata cercata da 2012 ad oggi e mi è apparso questo grafico che ora analizzeremo:
trends.google.it
Guardando il grafico, notiamo essenzialmente due picchi: uno a dicembre 2017 e uno a febbraio 2021.
Ora, analizziamo il tutto riferito al grafico di BTCUSD:
Come possiamo notare, il picco di ricerca di dicembre 2017 aveva portato ad un picco del prezzo che, da qualche mese a dicembre 2017, aveva segnato un +600% circa. Stessa cosa è praticamente accaduta a febbraio 2021, tant’è che da inizi 2020 allo stesso febbraio 2021 il prezzo ha segnato una performance del +700%. Cosa possiamo notare da ciò? Che sembra che ci sia abbastanza correlazione tra il numero di volte in cui la parola viene ricercata e la perfomance relativa: più la parola è di moda, più il prezzo sale (e da qui deriva il titolo provocante).
Continuando a riferirci al grafico di google trends, vediamo come il trend, dopo aver formato una sorta di doppio massimo tra febbraio e maggio 2021, è sceso e ora sta lateralizzando. L’appetito verso il Bitcoin sta finendo? Chi lo sa.
CORRELAZIONE SETTORI DIFENSIVI E BITCOIN
Vi riporto ora la correlazione che ha avuto il Bitcoin con i 3 settori difensivi dell’S&P500: il settore dei beni di prima necessità, il settore utilities e quello sanitario. Vediamo come tutti e 3 i settori abbiano avuto una correlazione inversa con la crypto, fatta eccezione del settore sanitario tra la metà e la fine del 2020 (XLV è probabilmente salito in quell’arco temporale poichè gli operatori scontavano il fatto che il settore, appunto, avrebbe trovato un rimedio al covid creando un vaccino).
Vi siete chiesti il motivo per cui ho cercato questa correlazione? Per un semplice motivo: i settori difensivi vengono considerati tali per il fatto che vanno ad apprezzarsi in momenti di incertezza economica e relativa (o possibile) instabilità: questo lo considero una sorta di “termometro” del rischio che c’è nel mercato: è normale che se salgono settori difensivi a dispetto di settori ad alta crescita come quello, ad esempio, tecnologico, l’appetito al rischio è basso. E guarda caso, quando l’appetito al rischio è basso, salgono le difensive ma si deprezza l’asset che per sé è il più rischioso, ossia BTC.
Vediamo come la correlazione sia diversa se BTC viene paragonato a XLK (settore tech), etf che viene scambiato di più quando l’appetito al rischio è maggiore:
La correlazione diretta, come possiamo notare dal grafico, non viene rispettata solo nel periodo tra giugno-fine luglio 2021, mentre nell’ultimo periodo XLK ha iniziato a lateralizzare e la crypto ha perso circa la metà del suo valore.
Un altro indicatore da considerare per stabilire l’appetito al rischio è a parer mio paragonare il settore growth e value, e così ho fatto:
Vediamo come dagli inizi del 2021 circa il settore growth sottoperformava quello value e BTC scendeva e, considerando via via altre tappe temporali successive, questa correlazione tra il rapporto di forza relativa tra i due settori e BTC si sia mantenuta diretta.
Riassumendo, quindi, abbiamo notato come la crypto abbia iniziato a perdere valore dal momento che è diminuito l’appetito al rischio sui mercati e dal momento che è passata un po' di moda tra i “retailers”. Adesso riguardiamo l’ultimo grafico, già visto all’inizio dell’idea:
Questo per quanto mi riguarda è il grafico più importante da guardare: se è vero che quando lo spread tra i rendimenti dei due titoli di stato che ho considerato si accorcia quando si prevede nel futuro un rallentamento economico e vista la correlazione che si è venuta a creare tra questo e la crypto, nonché tra la crypto e i settori difensivi, cosa possiamo aspettarci da Bitcoin nei prossimi tempi? Forse un trend ribassista?
GLI ENORMI STIMOLI FISCALI E IL NUMERO DI RETAILERS NATO NEL 2020
Come ultima cosa ma non meno importante, vi voglio ricordare gli stimoli fiscali donati agli abitanti dei paesi più sviluppati (come il decreto ristori in Italia, per dire). Credo che tantissimi retailers siano nati anche grazie a questi stimoli e, durante i lockdown, abbiano speso tali sussidi iniziando ad investire.
C’è da dire che ora questi stimoli sono finiti, a meno che l’economia non venga rimessa nuovamente in ginocchio. Senza questi stimoli come reagirà il mercato nel suo insieme?
Dopotutto, guardate il grafico su Google Trends della breve frase “investire in borsa”:
trends.google.it
Considerate che, da novembre 2013 fino a fine 2019, il trend era ribassista, formando via via massimi sempre decrescenti. Quando poi è scoppiata la pandemia e le persone sono state costrette a stare a casa, la ricerca della parola ha fatto segnare di nuovo dei massimi pluriennali. Questo per voi è un caso? Io non credo.
Per quanto vi riguarda, quali sono gli strumenti da voi utilizzati che vi permettono di affermare che Bitcoin continuerà a crescere nel futuro?
MATTEO FARCI
FED E FOMC: GUADAGNARE DI PIU' CAPENDO I MERCATI IN ANTICIPOBuongiorno ragazzi, avrei voluto pubblicare questa idea il giorno dopo la riunione della FED, ma per i tanti impegni e il poco tempo disponibile non ne ho avuto modo. Detto ciò, voglio comunque analizzare con l’analisi intermarket la reazione che hanno avuto i principali asset finanziari all’annuncio della FED. La domanda è: nonostante l’ulteriore riduzione degli stimoli e i possibili tre rialzi dei tassi di interesse nel 2022, perché i mercati hanno reagito così bene?
I PUNTI SALIENTI DEL FOMC
•Per prima cosa, la banca centrale ha affermato che accelererà la riduzione dei suoi acquisti mensili di obbligazioni. Per quanto riguarda dicembre, la riduzione sarà di 20 miliardi di dollari per i titoli del Tesoro e di 10 miliardi di dollari per i titoli garantiti da ipoteca delle agenzie. Invece, a partire dal prossimo gennaio, si andrà ulteriormente a ridurre lo stimolo, riducendo di 40 miliardi di dollari gli acquisti per i titoli del Tesoro, mentre gli acquisti di titoli garantiti da ipoteche di agenzie saranno pari ad almeno 20 miliardi di dollari al mese.
•Osservando il DOT PLOT, la FED prevede 3 rialzi dei tassi di interesse nel 2022 e 3 nel 2023; tuttavia i tassi stessi non verranno alzati prima del termine del tapering.
•Per quanto riguarda le prospettive di crescita economica, si è osservato un lieve calo per quanto riguarda il 2021 al 5,5%, mentre le previsioni per il 2022 sono di un incremento del 4% e di un 2,2% per il 2023.
•Le prospettive di inflazione sono del 5.3% alla fine del 2021, 2.6% nel 2022, 2.3% alla fine del 2023 e del 2.1% nel 2024.
•Altre dichiarazioni degne di nota sono quelle riferite alla correlazione tra crescita economica e pandemia: “Il percorso dell’economia continua a dipendere dal corso del virus; i rischi per le prospettive economiche rimangono, compresi quelli derivanti da nuove varianti del virus”.
Questi riportati sono i dati salienti del rapporto. Ora analizzerò uno ad uno i principali asset finanziari, in particolare:
• S&P500 e Nasdaq
• Rendimento dei titoli di stato a 10 anni e curva dei rendimenti aggiornata
• Dollaro Statunitense e valute di rifugio CHF e JPY
• Oro
S&P500 e Nasdaq
Per studiare al meglio il comportamento degli operatori, vi ho condiviso i due grafici in un timeframe a 15 minuti. La prima cosa da notare in entrambi gli indici è la lateralizzazione del prezzo che ha preceduto le dichiarazioni della banca centrale: perché è successo ciò?
Sappiamo che ci sono diversi market movers che talvolta, a livello giornaliero, possono andare a modificare il corso di una giornata di contrattazioni; questa riunione era sicuramente uno di quei market movers. Come si sono comportati quindi gli operatori? Non hanno preso una vera e propria posizione prima dell’uscita della notizia, e questo è testimoniato dalla lateralizzazione del prezzo che vi ho evidenziato nei rettangoli gialli. Tipicamente si vanno a formare delle fasi di consolidamento (lateralizzazione del prezzo seguita da un successivo rialzo) o di distribuzione (lateralizzazione del prezzo seguita da un successivo ribasso) quando gli operatori iniziano man mano ad aggiungere delle posizioni, che siano in rialzo o in ribasso. Comprano o vendono quantità “limitate” di contratti in maniera tale da accumulare denaro stesso, senza far partire però il prezzo, né al ribasso tantomeno al rialzo. Il loro scopo infatti non è quello di far schizzare subito il prezzo dal momento che, comunque, non si sapeva se ci potessero essere sorprese nel discorso che la FED avrebbe discusso, ma lo scopo era quello di far schizzare il prezzo dopo l’uscita del comunicato, andando quindi a guadagnare molto di più (grazie chiaramente al denaro accumulato nelle ore precedenti): ciò infatti è quello che è accaduto: gli operatori hanno dapprima accumulato denaro nell’area di consolidamento contrassegnata dal Point Of Control (ossia l’area in cui si sono concentrati più volumi, l’ho ottenuto utilizzando lo strumento “intervallo fisso”) e, dopo l’uscita della notizia, hanno pompato ancora più liquidità andando a far schizzare entrambi i prezzi verso l’alto, andando sicuramente a guadagnare tantissimo infatti, dalle ore 20:00 italiane alle 00:00, l’S&P ha segnato un +1,99% mentre il Nasdaq un +3,08%.
Come spesso si è detto, i mercati sono saliti vertiginosamente in questi ultimi due anni grazie agli stimoli e alla politica ultra accomodante della banca stessa. Vi siete chiesti come mai i mercati, nonostante il fatto che la FED abbia previsto 3 volte un aumento dei tassi nel 2022, abbia reagito così bene? Perché era quello che gli operatori si aspettavano ragazzi. Era da tempo che si parlava di una riduzione ancora più forzata dell’acquisto di obbligazioni e di un aumento dei tassi nel 2022, non era una novità. Il mercato avrebbe potuto stornare se Powell avesse ad esempio dichiarato un tapering ancora più accelerato e una politica, in generale, ancora più aggressiva, ma ciò non è stato. E quindi? Quindi gli operatori hanno tirato un sospiro di sollievo e, rincuorati, hanno acquistato. Ricordatevi sempre che il mercato ha paura delle sorprese, e non delle certezze, e ne avete avuto la conferma.
Vi siete chiesti come mai, i giorni dopo, i mercati siano poi scesi, andando a segnare una performance settimanale negativa (-1,99% per l’S&P500 e -3,33% per il Nasdaq)? E’ forse imputabile all’ondata dei nuovi casi come molti riportano?
Io, personalmente, non credo sia per quello, ma nonostante tutto rispetto le idee altrui per educazione e perché, dopotutto, questo mondo è favoloso per il fatto che ognuno ha delle idee diverse che si possono incontrare tra loro. Credo che il motivo principale sia stato la presa di profitti da parte di chi aveva guadagnato dopo l’uscita della notizia, e questo è accaduto perché i guadagni sono stati alti e perché tipicamente in periodi natalizi i grandi hedge fund mirano a chiudere l’anno il più possibile in guadagno e poi perché i volumi in generale si sgonfiano, e un mercato con pochi volumi può essere facilmente “manomesso”, andando quindi a poter compromettere i guadagni da parte di chi, nei giorni prima, aveva speculato sul rialzo del prezzo; quindi, proprio per questo pericolo, credo che ci sia stata la chiusura di tante posizioni long.
Credo che il mercato abbia già scontato da una settimana la nuova ondata covid, e credo che essa potrà contrastare il mercato qualora ci fossero delle prove veramente tangibili che essa farà deragliare l’economia, e questa prova non è appunto ancora arrivata e chissà se arriverà mai.
Vediamo i comportamenti dei prezzi i giorni dopo la dichiarazione in dei grafici a 30 minuti:
MONDO OBBLIGAZIONARIO: TITOLI DI STATO A 10 ANNI E IL LORO RENDIMENTO
Anche in questo caso vi ho condiviso dei grafici a 15 minuti. Cosa notiamo? Notiamo che la volatilità è stata bassa, infatti osserviamo come il range in cui si sono mossi i titoli a 10 anni è stato solamente del 0,26%. I rendimenti hanno registrato una volatilità più alta, essendo saliti dopo la notizia dell’1.88% per poi rimangiarsi il guadagno fatto a fine sessione.
Cosa ne traiamo da tutto ciò? E’ chiaro che il denaro degli investitori non è stato riversato sul mondo obbligazionario e ciò è testimoniato dalla bassa volatilità e guadagno praticamente assente nei titoli a 10 anni, ma è stato riversato nell’azionario, come abbiamo visto prima.
E il successivo motivo qual’è? E’ il fatto che il mercato avesse già scontato tutto; ricordate quando avevo pubblicato l’idea riguardante l’appiattimento della curva dei rendimenti e di come questa si si stesse appiattendo soprattutto nelle medie e nelle lunghe scadenze perché gli investitori stavano già scontando l’aumento di tassi? Mercoledì ne abbiamo avuto la conferma!
Il mercato si aspettava già questa notizia, e io avevo immaginato tutto ciò osservando proprio la curva dei rendimenti, che dà sempre tantissime informazioni, specie quando cambia pendenza.
L’idea riguardante la curva dei rendimenti la trovate cliccando in questo link:
Scrivevo quell’idea il 9 dicembre, e la curva dei rendimenti aveva questa forma:
Come vedete era già piatta, il che doveva già preannunciarci il fatto che questa notizia, salvo sorprese, sarebbe stata accolta positivamente dagli investitori.
Vediamo, ad oggi, se la curva ha cambiato pendenza:
Stavolta non vi ho riportato la curva dei rendimenti con tutti le sue maturazioni in funzione del tempo, bensì lo spread (la differenza) tra i rendimenti dei titoli a 10 anni (una scadenza lunga) e i rendimenti a 2 anni (scadenza corta): più lo spread sale, come nella prima parte del grafico identificata dalle due frecce rosse, tanto più la curva è “steepeng”, ossia “inclinata”. Se il trend che identifica lo spread viceversa scende ed inizia a formare dei massimi via via decrescenti, abbiamo l’appiattimento della curva. Come possiamo vedere, la curva ha iniziato a cambiare pendenza da fine marzo 2021 circa, e questo cambio continua ancora nel presente.
Possiamo quindi affermare che il mondo obbligazionario continua a darci le stesse informazioni da qualche mese a questa parte, confermandoci il fatto che gli investitori avessero scontato tempo prima la notizia relativa al FOMC e la paura di un rallentamento economico nel 2022 (ricordatevi che la curva si appiattisce quando gli investitori iniziano a scontare una transizione economica, specie da un’espansione ad un rallentamento).
DOLLARO USA
Vi ho riportato due grafici: a sinistra quello a 15 minuti per poter visualizzare il comportamento intraday degli operatori mentre a destra il grafico giornaliero, per avere una visione più chiara.
Guardando a sinistra vediamo come, in 71 barre, il dollaro abbia perso il -0,8% circa il che è abbastanza strano visto l’annuncio dei possibili tre aumenti dei tassi di interesse infatti, come saprete, un tasso di interesse alto è molto attraente verso gli investitori stranieri e, tipicamente, quando viene annunciato un aumento dei tassi stessi, una moneta va a rivalutarsi; quello che abbiamo osservato è stato esattamente il contrario: un crollo. Perché? Guardiamo il grafico giornaliero. Il dollaro è rialzista esattamente da maggio e continua ad esserlo.
Guardate ora un’interessante correlazione che rafforza le mie ipotesi:
Vi ho correlato lo spread tra i rendimenti dei titoli a 10 e 2 anni (linea blu) con il dollaro (linea arancio). Ho spiegato ripetutamente di come la curva si appiattisca quando si inizia a scontare un rialzo dei tassi di interesse: ciò è successo, la curva si è appiattita. Cosa è successo al dollaro nelle stesse settimane? Si è apprezzato. Questo cosa vuol dire? Che all’uscita della notizia il dollaro è crollato non perché gli investitori non erano felici della notizia, bensì avevano scontato la notizia prima, e questo mi viene confermato dalla correlazione che vi ho riportato graficamente. E’ importantissimo saper correlare tutti gli strumenti, avrete una visione ben più ampia di quello che succede.
YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Come potete vedere nei grafici a 15 minuti, né lo yen tantomeno il franco hanno avuto dei movimenti degni di nota; all’uscita della notizia hanno perso entrambi un -0,3% circa per poi andare a rimangiarsi praticamente tutto. Tipicamente queste due valute vanno ad apprezzarsi in momenti di incertezza, come era accaduto nei giorni della scoperta della variante omicron; il 15 non ci sono state sorprese e questo è testimoniato proprio dal fatto che entrambe le monete si siano mosse pochissimo. Questa è l’ennesima conferma alla mia ipotesi.
ORO
Gli investitori hanno operato sull’oro così come hanno operato sull’S&P500 e sul Nasdaq: hanno prima accumulato le loro posizioni intorno al Point of Control della distribuzione formata dal prezzo all’interno del rettangolo giallo che vi ho indicato; successivamente hanno spinto il prezzo verso il basso e, il 16 dicembre, hanno iniziato a chiudere le loro posizioni per portarsi a casa i guadagni fatti e, di conseguenza, il prezzo è successivamente salito. Grafico molto analogo all’S&P e al Nasdaq!
CONCLUSIONI
La mia idea termina qui. Ogni giorno, guardando i grafici, faccio delle ipotesi e cerco di trovare riscontro negli stessi. L’idea che il mercato avesse scontato dapprima il FOMC trova riscontro in questa idea da me condivisa, che volevo altrettanto condividere con voi. Capite che, riuscendo a leggere i mercati e le loro importanti correlazioni, potreste avere diverse soddisfazioni.
Per qualsiasi dubbio contattatemi pure, sono disponibile.
Matteo Farci
USOIL DAL 8 DIC AL 13 GEN, CHE COSA POTREMMO ASPETTARCI ORA?Ciao a tutti, ecco un aggiornamento sul Petrolio WTI.
Nella scorsa idea pubblicata in data 8 dicembre 2020 avevamo notato la composizione di due scenari opposti e, nonostante il mercato fosse stato invalido per un trade, era comunque interessante analizzarlo in quanto uno dei due scenari avrebbe potuto costituire l'inizio di qualcosa di più grande. Ora possiamo vedere dal mercato che i Tori hanno avuto la meglio e si è formato un costrutto rialzista quindi andiamo a vedere che cosa è successo dal 8 dicembre sino ad oggi per poterci fare un'idea di questo mercato.
Questo era lo scenario che ci trovavamo difronte al momento della scorsa analisi. Potevamo notare una prima sequenza rialzista verde attivata e completata con il successivo ritracciamento per accumulo compratori e poi l'attivazione di una seconda e più grande struttura verde con annessa zona rialzista secondaria verde. Di contro ed allo stesso tempo trovavamo anche uno scenario ribassista con la struttura arancione attivata ed, anch'essa con un zona ribassista secondaria.
Il prezzo ha poi continuato a muoversi nei dintorni delle due zone di acquisto e di vendita sino al tardo pomeriggio del 9 dicembre quando ha tracciato un nuovo basso intorno ai 44.95 circa che ha innescato il seguente break out rialzista. Il mercato procedendo al rialzo ha distrutto definitivamente la struttura ribassista arancione che vedevamo prima superando il suo punto 0 ovvero i 46.65 dollari al barile circa (livello evidenziato con la semiretta arancione) per poi continuare e completare la seconda sequenza rialzista verde. Come vediamo, l'area è stata mancata di poco sui suoi livelli minori (1.7 punti) e la cosa è leggermente strana dopo tutto il tempo che il mercato è stato all'interno della zona rialzista secondaria verde ma, personalmente, do una giustificazione a questo comportamento basata sul fatto che il mercato, nel punto della zona rialzista secondaria verde, ha dovuto combattere fra le due controparti del mercato e quindi, nonostante l'accumulo, la forza veniva persa nei piccoli tentativi di Break Out antecedenti al Break Out finale, quindi, in base a questo ragionamento, ho attribuito il principale merito della vittoria dei compratori all'ultimo basso effettuato prima del Break Out definitivo (basso evidenziato in rosso) e di conseguenza questo potrebbe rendere più plausibile il fatto che il prezzo non abbia sfondato la zona target rialzista verde.
Il completamento della seconda sequenza rialzista verde ci ha permesso d'individuare la prossima zona rialzista che vediamo sulla destra del grafico ricavata dal ritracciamento totale del movimento effettuato dalla seconda sequenza verde. Infatti, dopo il completamento della struttura verde effettuato nel pomeriggio del 10 dicembre il mercato ha iniziato a scendere verso quest'area (movimento evidenziato in giallo) per poi raggiungerla con la candela delle 17:00 del 14 dicembre.
Seguentemente al basso effettuato il 14 dicembre nella zona rialzista verde ricavata dal ritracciamento totale della seconda sequenza verde il mercato è ripartito al rialzo con il movimento cerchiato in azzurro che ha permesso l'attivazione della terza sequenza rialzista verde fino ad arrivare a tracciare un nuovo massimo intorno ai 49.30 dollari al barile con la candela di mezzanotte del 21 dicembre per poi girare ed iniziare un movimento ribassista. L'attivazione della terza sequenza rialzista ci ha permesso, come possiamo notare, d'individuare il prossimo target di tale sequenza che si aggira fra i 51.85 ed i 53.30 dollari al barile circa.
La discesa del prezzo dopo l'alto effettuato a mezzanotte del 21 dicembre ci ha permesso d'individuare la possibile zona rialzista secondaria verde ricavata dal ritracciamento del movimento BC della terza sequenza verde. Come possiamo vedere, il prezzo l'ha raggiunta ma l'ha sfondata andando sotto di essa all'interno della zona rialzista blu che è ricavata dal ritracciamento totale della struttura verde. Questo, essendo la zona verde una zona secondaria, avrebbe dovuto determinare la sua distruzione cosa che io non ho considerato in quanto giustifico il ribasso prolungato dovuto dal punto B della terza struttura rialzista verde che è stato molto impulsivo senza che il prezzo si prolungasse troppo in quella zona, perciò considero la profondità del secondo accumulo logica e pertinente con quello che il mercato ha creato in precedenza. Da questo punto in avanti, di conseguenza, sono andato a monitorare entrambe le sequenze rialziste.
Dopo l'accumulo compratori effettuato per lo più nella zona rialzista blu e dopo il basso effettuato con la candela delle 6:30 del 23 dicembre intorno ai 46.15 dollari al barile (basso evidenziato in viola) il prezzo ha iniziato nuovamente a salire.
Il prezzo è andato, quindi, al rialzo fino a creare un nuovo alto (alto cerchiato in arancione) con la candela delle 9:00 del 4 gennaio intorno ai 49.80 dollari al barile per poi iniziare a scendere nuovamente. Questo nuovo alto, però, ha permesso l'attivazione della sequenza rialzista blu con la conseguente individuazione della zona target situata tra i 54.85 ed i 56.95 dollari al barile circa.
L'alto evidenziato in arancione, oltre all'attivazione della sequenza blu, ci ha permesso d'individuare le prossime zone rialziste ovvero la zona rialzista terziaria BC verde e la zona rialzista secondaria BC blu che, come vediamo, si sono trovare in una bella sovrapposizione rialzista e che, quindi, si sono rafforzate a vicenda per l'accumulo dei compratori. Infatti poi il mercato è sceso andando a toccarle entrambe e tracciando un nuovo minimo con la candela delle 21:00 del 4 gennaio intorno ai 47.15 per poi avviare il break out rialzista molto impulsivo (cerchiato in giallo) che ha permesso il completamento, tramite il raggiungimento della zona target, della terza sequenza rialzista verde andando a tracciare un nuovo massimo con la candela delle 5:00 di oggi 13 gennaio 2021 intorno ai 53.90 dollari al barile per poi iniziare un possibile nuovo ribasso.
Questo nuovo alto effettuato stamane fra le 5:00 e le 5:30 ci ha permesso di individuare le possibili nuove zone d'acquisto ovvero la zona verde ricavata dal ritracciamento totale del movimento effettuato dalla terza sequenza rialzista verde e la zona rialzista terziaria BC blu, anche questa volta in sovrapposizione fra di loro seppur solo per un piccolo pezzo.
A questo punto abbiamo ricostruito ciò che è successo nel mercato dal 8 dicembre 2020 sino ad oggi 13 gennaio 2021 e possiamo provare a crearci delle aspettative per i prossimi giorni.
Personalmente, io aspetto ancora il ribasso in questo mercato per effettuare il ritracciamento della sequenza rialzista rossa ricavata dal timeframe a 4 ore vista all'interno della scorsa idea. Nonostante ciò è utile monitorare il mercato per cercare di capire dove esso potrebbe fermarsi o per quanto potrebbe continuare.
Dal mio punto di vista, vedo due scenari fattibili con un terzo un po' meno fattibile e più sul lungo termine.
Nel primo scenario mi immagino che il prezzo continui ancora leggermente il ribasso per poi invertire il suo corso prima di raggiungere le due zone rialziste e provare un nuovo impulso rialzista, probabilmente meno deciso del precedente, per raggiungere la zona target rialzista blu e quindi completare anche la sequenza blu per poi iniziare a scendere verso le due zone rialziste totali verde e blu per il dovuto accumulo compratori. Questo scenario potrebbe essere favorito dal fatto che il prezzo ha creato diverse zone secondarie nel corso delle due sequenze per accumulare più volte compratori e questo potrebbe favorire, appunto, lo sfondamento della zona target rialzista verde e il completamento della sequenza blu.
Nel secondo scenario potremmo vedere il prezzo continuare la possibile discesa iniziata dopo l'ultimo alto per raggiungere la doppia sovrapposizione rialzista fra le due zone verde e blu allo scopo di accumulare compratori per poi ripartire impulsivamente al rialzo ed andare a completare la sequenza blu arrivando nella zona target. Questo scenario potrebbe tradursi in un impulso rialzista di Break Out molto forte che andrebbe possibilmente a sfondare la zona target rialzista blu ma anche ad attivare una possibile quarta sequenza rialzista verde.
All'interno dello scenario numero tre (quello meno probabile almeno con le informazioni che il mercato ci ha dato fino ad ora) potremmo vedere il prezzo incominciare a scendere e distruggere i setup rialzisti che abbiamo visto precedentemente nel timeframe a 30 minuti per iniziare a creare struttura ribassista e riuscire ad arrivare nella zona rialzista rossa ricavata dal minimo assoluto all'alto più alto dopo di esso. Questa zona va dai 27.00 ai 18.00 dollari al barile circa ma, vista la tendenza che il mercato ha di andare in alto potrebbe bastare un ribasso almeno fino a superare i 33.50 dollari al barile per poi iniziare un nuovo proseguimento rialzista più forte e più solido. Ovviamente questo sarebbe uno scenario sul medio / lungo termine.
Non ci resta che aspettare e vedere che cosa vuole fare il mercato.
Nota: questa analisi di apprendimento non costituisce una raccomandazione d'investimento.
EURJPY - Pattern per entrata short // Confluenze su strutture ✔️Buongiorno traders,
Dopo due settimane belle lentucce, oggi trovo un'occasione short su EURJPY ⬇️
La mia decisione deriva da un'analisi multi timeframe , che vi spiegherò per bene qui sotto 👇🏼
Ma prima, ricordatevi di lasciare un like 👍🏼 all'idea per riceverne aggiornamenti come uscite anticipate e gestione del trade 💡
Ricordo inoltre che qui sotto potete trovare tutti i link utili ✔️
E ora, cominciamo:
- GIORNALIERO -
- H4 -
- 15 MINUTI -
EURCAD - Analisi Multi Timeframe // Disequilibrio ⛩Buongiorno traders,
Quest'oggi in watchlist, fra le tante coppia interessanti ho anche EURCAD in cui sono entrata a mercato poco fa, con un' operazione long ⬆️
La mia decisione deriva da un' analisi multi timeframe , che vi spiegherò per bene qui sotto 👇🏼
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[ANALISI SETTIMANALE] 3 trade nel mirino, attendo ritracciamentoBuongiorno a tutti ragazzi! Per questa settimana voglio fare un esperimento e tornare a fare un'analisi scritta, in modo da avere dei vostri feedback e capire se preferite questa modalità oppure il classico video, comunque iniziamo subito a vedere la watchlist di questa settimana.
Partiamo con CAD/JPY
Quello che molti potrebbero vedere sul settimanale è un testa e spalle in formazione
ma dobbiamo ricordare che non esiste un testa e spalle ( di inversione) se non c'è nulla da invertire, ovvero questa figura ha un senso solamente se si trova alla fine di un movimento come massimo e come minimo, e non in mezzo come fase "laterale".
Mi segno i livelli di ichimoku più importanti:
Detto questo comunque la configurazione del grafico mi fa immagine che il trend ribassista di fondo possa continuare e di conseguenza nei Time Frame inferiori andrei a cercare un ingresso ribassista.
Sul daily trovo una "spiegazione" al movimento che si è verificato
ed ora sono ancora maggiormente convinto che il prezzo scenda verso il basso. Utilizzo i time frame inferiori per trovare un punto di ingresso.
Sul 4 ore la kijun corrisponde a quella settimanale ed inoltre lo stesso livello corrisponde ad un ritracciamento del 50% di Fibonacci del prezzo in questo momento.
Con ciò ecco la mia visione operativa:
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NZD/CAD
Sul settimanale la trend ribassista di lungo periodo è stata penetrata
Passando sul giornaliero trovo direttamente la mia possibile operazione nella quale l'entrata combacia con la kijun daily ed un livello di supporto dato da una precedente zona di resistenza
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WTI
La visione ribassista dell'altra settimana rimane non solo valida ma ancora più affidabile dopo aver visto la creazione di una shooting su un livello di resistenza così importante dato dall'indicatore e dal 50% di Fibonacci.
Sul daily posizionerò dunque il seguente ordine:
GOLD > in attesa di un ritracciamento 💁🏻Buongiorno traders,
Finalmente sembra partito lo short definitivo sul GOLD, quindi adesso non resta che attendere un ritracciamento e cercare di riprendere questo movimento portandolo fino a target.
Qui di seguito trovate tutta l'analisi 👇🏼
> Settimanale <
> Giornaliero <
> H4 <
> H1 <
AUDCHF > Correzione completata ✅ - Entro short con un pendenteBuongiorno Traders,
In riferimento all'analisi di ieri, dove dicevo che mi aspettavo una correzione, posso dire che questa è avvenuta, e anche in modo molto preciso, purtroppo non vi è stata alcuna opportunità di entrare a mercato con la stessa. Ciononostante adesso andrò alla ricerca di un modo diverso per entrare a mercato.
Qui sotto trovate tutta l'analisi (in fondo trovate pure le tre precedenti visto che ho seguito il cross per tutta la settimana), e alla fine troverete l'operazione che sto facendo 💪🏼
> Settimanale <
> Giornaliero <
> H4 <
> H1 // 15 minuti <
AUDCHF > Ritorno sui minimi senza possibilità d'entrata 🤦🏻♀️Buongiorno traders,
Finalmente il cross sembra partire, poi rifiuta la Kijun + SSB H4 e Kijun DLY, torna sui massimi, e poi nuovamente oggi reagisce ai massimi tornano sulla zona di supporto che a questo punto ritengo essere molto importante (trovate tutte le analisi precedenti qui sotto 👇🏼).
A questo punto non posso che aspettare e capire cosa i prezzi hanno intenzione di fare da queste parti, potrei anche pensare di utilizzare un ritracciamento per tornare su questa zona, nel caso in cui questo ci fosse, qui sotto tutto il ragionamento 👇🏼
> Settimanale <
> Giornaliero <
> H4 <
> H1 // 15 minuti <
NZD/JPY >>Ritracciamento per ristabilire l'equilibrio<<Buona Domenica a tutti i traders, oggi propongo l'analisi di questa coppia che seguo da moltissimo tempo e quindi ho potuto fare un analisi molto dettagliata.
Sperando che vi piaccia e che vi sia d'aiuto per la settimana entrante, vi auguro una buona lettura.
SETTIMANALE<<
Sul settimanale il Trend primario si presenta rialzista, da molto tempo i prezzi si trovano in una lunga fase laterale che è stata delimitata in un vero e proprio range in cui si stanno muovendo i prezzi, ovvero tra la resistenza settimanale intorno all'area 82.500 ed il supporto settimanale intorno all'area 73.000.
Dopo l'ultima fase ribassista delimitata da un vero e proprio canale discendete, i prezzi hanno rifiutato l'area di supporto e si sono spinti a rialzo, rompendo la trendline del canale e dando dimostrazione di voler tornare ad un movimento rialzista di più lungo periodo.
SETTIMANALE ICHIMOKU<<
Inserendo Ichimoku noto che, dopo l'ultima spinta a rialzo che ha rotto anche la trendline del canale, i prezzi si trovano in disequilibrio poichè la Kijun è rimasta molto indietro, precisamente in prossimità dei massimi precedenti.
Questo mi fà pensare al bisogno dei prezzi di ritrovare il loro equilibrio prima di continuare la salita e quindi al bisogno di un ritracciamento nel breve periodo.
GIORNALIERO<<
Seguendo la coppia da moltissimo tempo, spostandomi sul giornaliero ho individuato delle aree molto forti di resistenza e supporto.
I prezzi attualmente hanno rifiutato una resistenza con un movimento che preannuncia un ribasso verso l'area di supporto più vicina e più importante che tra l'altro coincide con i precedenti massimi e la Kijun settimanale. Confluenze non da poco.
GIORNALIERO ICHIMOKU<<
Inserendo Ichimoku noto che anche su questo time frame c'è disequilibrio.
Notiamo con piacere il lavoro della Kumo, che ha funzionato perfettamente da trendline per i prezzi finchè poi non è stata rotta.
La Kijun è rimasta indietro e questo ci indica il disequlilibrio; inoltre è allo stesso livello della settimanale.
H4<<
Sul 4 ore notiamo la formazione di un pattern molto chiaro e visibile: Testa e Spalle ribassista.
Segnalo la zona di supporto come neckline del testa e spalle poichè preferisco sempre avere un area precisa invece di basarmi su linee di prezzo singole.
In caso di completamento,questo pattern avrebbe le potenzialità per portarci alla zona di supporto giornaliera, nonchè coincidente con la Kijun settimanale e giornaliera, massimi precedenti e nostra zona di target.
H4 ICHIMOKU<<
Inserendo Ichimoku noto la rottura della kumo da parte dei prezzi e la Kijun che ci indica disequilibrio.
Nella foto mostro il possibile movimento che i prezzi potrebbero fare prima di voler tornare a ribasso, ovvero riprendere l'equilibrio nella Kijun e nella cunetta che si è formata dalla rottura kumo.
H1<<
Come gia ho ribadito in precedenza, seguendo la coppia da molto tempo ho avuto l'occasione di operarci molto e seguire le reazioni dei prezzi ai vari livelli.
In questo time frame identifico ulteriori resistenze a cui i prezzi hanno reagito nei movimenti orari,
questo solo per identificare che la Kijun H4 si trova nei pressi di uno di questi.
A questo punto propongo le mie due opzioni per l'operatività: la prima che vede una reazione al supporto corrente con la formazione di un pattern che potremmo sfruttare per partecipare alla rottura del testa e spalle e al ribasso che cerchiamo.
La seconda opzione vede prima del nostro ribasso, un rialzo preliminare in zona Kijun H4 e resistenza H1 dove da lì mi aspetterei un pattern per entrare short.
>>Spero che vi sia piaciuta questa analisi dettagliata, se sì vi invito a lasciarmi un like!
>>Aspetto un vostro commento per sapere la vostra personale visione della coppia!
USD/CAD <<Analisi Multitimeframe>>SETTIMANALE<<
Il grafico settimanale si presenta in un trend ribassista attualmente in fase correttiva come possiamo vedere dal chiaro canale rialzista in cui si trovano i prezzi.
I prezzi sono a contatto con la resistenza settimanale, da quì vorrei riprendere il trend principale ribassista ma devo valutare se mi è possibile su gli altri time frame poichè c'è la possibilita che i prezzi vogliano testare per bene la resistenza prima di prendere decisioni.
SETTIMANALE ICHIMOKU<<
Inserendo Ichimoku capisco che c'è molto disequilibrio, i prezzi sono distanti dalla Kijun, che segnalo, e sotto di noi abbiamo anche una cunetta che essi potrebbero sfruttare nel caso vogliano scendere.
La lagging troverebbe ostacolo e supporto proprio nei pressi del supporto.
SETTIMANALE BANDE<<
Anche le bande mostrano disequilibrio poichè sono sulla banda superiore
GIORNALIERO<<
Nel giornaliero noto l'ultimo impulso rialzista correttivo e vedo come i prezzi non siano arrivati sulla resistenza, questo mi dà una possibilità di risalita dei prezzi prima di un eventuale discesa a favore di trend.
GIORNALIERO ICHIMOKU<<
Andando a valutare Ichimoku, anche quì come nel settimanale siamo in disequilibrio e sotto di noi c'è una bellissima cunetta. Anche il giornaliero ci dà la conferma della possibilità di discesa. La lagging si troverebbe libera nel movimento.
H4<<
Nel 4 ore noto che ci troviamo su un doppio supporto formato dalla trendline e da un'area statica di price action. I prezzi prima di un eventuale discesa potrebbero voler ritestare la resistenza 4H dove, da lì, mi aspetterei un pattern ribassista per andare a formare un deciso movimento short a favore di trend.
H4 ICHIMOKU<<
Inserendo Ichimoku notiamo i prezzi perfettamente sulla SSB* , che si sta comportando come una trendline e notiamo che per riprendere a pieno l'equilibrio momentaneo nel 4 ore c'è bisogno di una piccola risalita almeno verso la Kijun
H1<<
Su H1 vediamo il formarsi di zone di price action e pattern che ci indicano il volere dei prezzi nel salire ancora. Questo è quello che mi aspetto.
15Min<<
Scendendo nel 15 Minuti troviamo ulteriori zone di price action e pattern che ci permettono anche di prendere parte e sfruttare il movimento rialzista prima di seguire il nostro ribasso, che mi aspetterò solo dopo l'arrivo dei prezzi sulla resistenza H4.
>>Se volete altre analisi lasciatemi un Like!
>>Ditemi la vostra opinione con un commento quì sotto!!
OTTOBRE ROSSO PER I TITOLI FINANZIARI USA: RITORNO AL 2008!Buonasera Traders,
questa mia analisi è un ritorno al passato al vecchio "Ottobre" 2008, la distanza di 10 anni non è solo una casualità, infatti partendo con un grafico 1 Mese dell'indice americano S&P 500 possiamo notare come l'indice abbia avuto una crescita molto positiva accumulando valore per il 300% circa. Ma il mese di Ottobre 2018 che si sta chiudendo lascia dati molto negativi (-7,29%), quasi come il peggiore ottobre di sempre quello della crisi dei mutui sub-prime che aveva causato una decrescita mensile pari -16,79%.
I titoli che stanno accusando di più il colpo sono sicuramente i titoli delle società di investimento e qui di seguito potrete comparare per singola multinazionale di servizi finanziari il grafico 1day e 1month.
"MORGAN STANLEY"
Il 16 Ottobre il gruppo ha pubblicato i dati della terza trimestrale evidenziando una crescita del fatturato che è passato da 9,56 miliardi a 9,87 miliardi, l'EPS è peggiorato a 1,02 da un iniziale 1,17. I dati positivi non migliorano l'andamento del titolo che in un mese ha raggiunto la perdita di valore di -4,62%. Il confronto con il mese di ottobre 2008 è che aveva perso il -23% e a settembre 2008 -45,19%.
"WELLS FARGO"
Il titolo perde sul mese corrente circa -1,92% e rispetto ai titoli concorrenti è quello che perde di meno ma, il mese di Settembre ha segnato per il gruppo una chiusura mensile di -10%. Ottobre 2008 aveva segnato una perdita mensile sul valore del prezzo azionario di -7,92% e il mese di settembre un -15,43%.
"GOLDMAN SACHS"
Anche per il gruppo Goldman Sachs il 16 ottobre è stato il giorno della trimestrale e i dati di bilancio hanno evidenziato un aumento dei ricavi passando da 8,37 miliardi a 8,65 miliardi; l'EPS è passato da 6,87 a 7,52.
Il mese di Ottobre si sta chiudendo con una svalutazione del -5,64% vicina alla chiusura del mese di Settembre che aveva segnato per la società di investimento un -5,69%. Certo che raffrontati al mese di Ottobre 2008 -27,35% e Settembre 2008 -23,58% sembrerebbero perdite tenue.
"BLACKROCK"
La scorsa settimana il gruppo ha pubblicato i dati trimestrali apportando una diminuzione dei ricavi che sono decresciuti passando da 3,64 miliardi a 3,58 miliardi; l'EPS è passato da 6,87 a 7,52.
Il mese di Ottobre si sta chiudendo molto negativo, infatti il titolo ha raggiunto una perdita di valore mensile pari a -17,30%, il mese di ottobre di 10 anni fa aveva accumulato un dato peggiore...-31%
"JP MORGAN"
Il gruppo JP Morgan sta concludendo il mese con una perdita di valore del proprio prezzo azionario pari a -6,83% circa la metà rispetto allo stesso mese del 2008 dove aveva accusato una perdita pari al -12%.
Sui grafici 1day ho segnalato come rispetto ad un anno fa i titoli si siano comportati praticamente nella stessa modalità, ovvero segnando una forte crescita sulla chiusura del 2017 e un andamento molto volatile che ha portato i titoli spesso a ritestare con valori sulla chiusura di ottobre inferiori ai dati di partenza considerando un'ottica di un anno.
Grazie per la lettura e se Vi è piaciuta la mia analisi lasciate pure un like!
Angelo D'Amico
CAD/CHF <<Prima l'equilibrio>>Buongiorno e buona Domenica a tutti i traders ed i ragazzi del mio gruppo. Presento l'analisi sulla coppia in quanto presenta un buon setup, buona lettura!
>>SETTIMANALE<<
Siamo in un Trend di lungo periodo ribassista , la Fase in cui ci troviamo è di correzione quindi rialzista.
Segnalo una resistenza che è stata rifiutata moltissime volte ed è quindi molto sentita dai prezzi.
Inserisco Fibonacci tracciandolo dall’ultimo impulso ribassista e quello che vedo è il combaciare del livello 61,8% con la resistenza. Tracciando Fibonacci dall’intero trend avrete il livello 23,6 e tracciandolo dal secondo impulso il 38,2 quindi in ogni caso siamo davanti ad un livello di cruciale importanza storica.
Ichimoku come immaginavo in queste fasi molto lunghe e lente non mi è molto utile quanto segnalatore di equilibrio poichè le linee vengono rotte più e più volte, tuttavia mi dà sempre ottimi spunti per segnalare livelli importanti che identifico nella Kijun, Tra l’altro rimasta indietro rispetto ai prezzi.
>>GIORNALIERO<<
Nel giornaliero vedo più nel dettaglio la fase e i numerevoli rifiuti della resistenza. Quest’ultimo sembra aver formato un doppio massimo che sicuramente si mostrerà meglio nei time-frame minori.
Vedo anche come i prezzi negli ultimi giorni sembrino aver rifiutato la zona del 50% più volte.
Noto anche una zona di supporto datami dai prezzi e la segnalo accuratamente.
Ichimoku mi mostra la concomitanza della Kijun Daily con il livello 50% di Fibonacci, sotto di noi c’è un twist della kumo e la Lagging è libera e come primo ostacolo trova i prezzi nella resistenza segnalata.
>>4 ORE ED OPERATIVITA’<<
Nel grafico 4 ore noto molto meglio il doppio massimo di cui vi parlavo prima, segnalo la base che è stata rotta con forza repentina e quindi non ancor ri testata.
Ichimoku mi mostra la rottura delle linee ed il disequilibrio datomi dalla Kijun rimasta indietro con il passo per la troppa velocità delle rotture dei prezzi.
Inoltre il rifiuto da parte dei prezzi di scavalcare il 50% mi fa pensare ad una salita per retestare la base del doppio massimo e ritrovare l’equilibrio prima di continuare la discesa.
L’operazione che andrò a cercare è la seguente: Mi aspetto un eventuale retest sulla resistenza, dove piazzerò lì, e non sulla Kijun H4, il mio ordine di vendita e la mia entrata Short, lo Stop sul massimo precedente ed il Target alla Kijun settimanale con l’attenzione rivolta alla zona di supporto giornaliera a metà strada.
Vi saluto invitandovi a lasciare un Like ed una vostra opinione con un commento, per capire se siete d’accordo o meno con questa analisi.
>>Vi piace l’idea? Sì, perchè? No, perchè?
>>Voi cosa fareste?
EURCHF » Short da resistenza storica (Parte 2)Buongiorno ragazzi,
Questo cross si sta comportando peggio di una donna davanti alla scelta di un paio di scarpe. Siamo sempre a ridosso della solita resistenza , cosa che due settimane fa mi ha dato un segnale di entrata short, ma che purtroppo ho dovuto chiudere in pari, a causa di una brutta lateralità durata più di una settimana e mezza . (Vi linko qui sotto l'analisi)
Possiamo vedere, sul grafico settimanale , che ormai ci troviamo in un trend ribassista dal 2007.
Tracciando Fibonacci dell'intero trend non vedo nulla di particolare , infatti i prezzi hanno rotto il 23.6% ma non sono arrivati fino al 38.2%, trovandosi bloccati dalla resistenza del "Cigno Nero".
Se invece traccio Fibonacci del solo ultimo impulso ribassista , vedo che al momento i prezzi si trovano proprio a ridosso del 78.6%, in concomitanza con 1.2000.
Da qui mi traccio sul grafico ogni linea, poiché mi piacerebbe puntare ai minimi storici , ovviamente con tante operazioni, e capitalizzazione della prima, ma chiaramente dovrò fare attenzione ai vari livelli di supporto, che si trovano in concomitanza con i ritracciamenti Fibonacci.
Inserisco Ichimoku , e vado a prendere in considerazione periodi più recenti:
La cosa più lampante al momento è la mancanza di disequilibrio.
Anche le Bande mostrano la stessa situazione.
Vorrei inoltre portare l'attenzione sulle candele stesse, che, dopo due settimane di rallentamento, in prossimità della resistenza, questa settimana sembrano aver preso forza ribassista.
>> Giornaliero <<
Passando al daily possiamo vedere che i prezzi infatti stavano subendo una compressione , con un triangolo ribassista , che al proprio al momento sembra stiano rompendo.
Ichimoku si presenta in disequilibrio , e vediamo adesso un netto rifiuto della Tenkan , con prossimo obiettivo la Kijun.
>> H4 <<
Su H4 trovo già la mia entrata , che andrò a precisare su H1.
Entrata a retest della resistenza, Stop su due massimi precedenti, e target sui minimi.
Insieme alla rottura del supporto, stimo assistendo ad una r ottura netta di Ichimoku , che quasi sicuramente avrà bisogno di un ritracciamento.
>> H1 <<
Terrò l'operazione sotto controllo proprio su questo timeframe, dove il primo ostacolo sembra essere la Kijun giornaliera, da lì partirà la mia capitalizzazione dell'operazione.