MatteoFarci

CORRELAZIONE TRA ARGENTO E LO SPREAD DEI TITOLI DI STATO USA

Buongiorno a tutti. Sapete quanto mi piaccia correlare i diversi asset finanziari tra loro, includendo anche l’economia; per questo, oggi vi propongo una correlazione particolare tra il mondo delle commodities e quello delle obbligazioni: la correlazione tra l’argento e lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni e 2 anni.


Adesso proverò a far luce sul motivo di tale rapporto e perché è importante guardarlo.

L’ARGENTO COME METALLO INDUSTRIALE
Avrete di certo sentito definire l’argento come “metallo industriale”. Vi siete mai chiesti il motivo? Ciò dev’essere ricercato nell’utilizzo del metallo stesso: non solo è tra i protagonisti nel campo della gioielleria, ma anche in svariati campi industriali, tutti diversi tra loro. Il motivo è da ricercare nelle sue caratteristiche fisiche: esso è il miglior conduttore di elettricità, con una conducibilità maggiore del 4%/8% rispetto a quella del rame.
Altre caratteristiche fisiche che contraddistinguono questo metallo sono la brillantezza, la malleabilità e la duttilità. I diversi utilizzi in campo industriale spaziano dalla saldatura delle leghe alle batterie, dall'odontoiatria al rivestimento di bicchieri; viene utilizzato per la produzione di chip led, nella medicina, per la fabbricazione di reattori nucleari, nel campo della fotografia, dell'energia solare o fotovoltaica, per la predisposizione dei chip RFID, per la produzione di semiconduttori, touch screen, nella purificazione delle acque, per la produzione di conservanti per il legno e per numerosissimi altri usi industriali. Insomma, come potete ben notare non è solo un metallo “prezioso”

IL MOVIMENTO DELL’ARGENTO NEI CICLI ECONOMICI
La domanda da porsi, a parer mio, è questa: quando c’è maggior possibilità che il metallo si apprezzi o si deprezzi? Per provare a dare una risposta logica e facendo riferimento ai diversi cicli economici a cui si può andare incontro e alla legge della domanda e dell’offerta che governa il prezzo delle materie prime, la risposta è immediata: tenderà ad apprezzarsi in cicli economici favorevoli alla crescita e all’espansione, mentre andrà a deprezzarsi in cicli economici di rallentamento, contrazione o, se volessimo continuare, recessione o depressione.
In un’idea datata di qualche mese avevo trattato argomenti riguardanti i cicli economici, vi allego il link qua sotto:

it.tradingview.com/chart/ES1!/fpOTL621/

Per chiarire il concetto, in una ripresa e successiva espansione economica (dall’estate 2020 alla fine del 2021 circa) la domanda e la fiducia dei consumatori è forte, e questo potete ben notarlo dai dati che potete reperire su internet; tipicamente abbiamo alti valori per quanto riguarda le vendite al dettaglio, la produzione industriale, i valori dei PMI e la fiducia dei consumatori stessa. L’aumento della domanda di beni (e servizi) da parte dei consumatori va poi a riflettersi sui produttori degli stessi beni, che andranno ad ordinare maggiori quantità di materie prime (importante guardare in questo caso gli indici dei direttori agli acquisti nel settore manifatturiero, PMI) facendo aumentare, per la legge della domanda e dell’offerta, il prezzo del sottostante richiesto. Questa è in genere la dinamica di prezzo che seguono le materie prime. Vi mostro una grafica in cui correlo i valori del PIL USA anno/anno e il prezzo dell’argento per chiarire meglio il concetto:


Ho considerato come riferimento due periodi storici particolari: la crisi del 2008 e quella del 2020.
E’ importante notare come il dato macroeconomico e il metallo industriale siano particolarmente correlati durante la recessione e successiva ripresa economica.
E’ molto importante considerare un qualcosa di fondamentale: la correlazione tra crescita e decrescita economica e argento è a parer mio da considerare solo in un arco temporale relativamente ristretto (dagli anni 2008/2010 ad oggi) in quanto l’argento stesso non è stato sempre stato un materiale così tanto industrializzato come lo è in questi ultimi anni, appunto. Considerate il fatto che negli ultimi anni le tecnologie si sono evolute in maniera molto repentina , così come la green economy e così, chiaramente, la domanda delle industrie nei riguardi del metallo. Quindi, concludendo, una correlazione tra una crescita/ espansione o rallentamento/recessione è valida soltanto quando il materiale preso in considerazione ha effettivamente un ruolo industriale di primaria importanza.
Ora, per completezza, includo nello stesso grafico gli altri parametri macroeconomici considerati precedentemente (vendite al dettaglio, consumer confidence e PMI).


Come potete osservare, la correlazione è particolarmente rivelante in momenti di recessione o ripresa. Vi voglio far osservare un’ultima cosa, poi passerò alla correlazione con lo spread tra rendimenti dei titoli di stato a 10 e 2 anni:


Focalizzate l’attenzione verso l’ultimo rettangolino di color verdino sulla destra e notate come in quell’area (da giugno a settembre 2021) i dati macroeconomici abbiano subito una decelerazione. Prestate ora attenzione all’argento: vedete come esso è stato reattivo nel rispondere al rallentamento degli altri?

LO SPREAD TRA I RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO A 10 E 2 ANNI
Dopo aver trattato argomenti riguardanti l’uso e la domanda relativa all’argento e i periodi in cui esso è più o meno richiesto, possiamo ricercare la stessa correlazione con uno dei barometri economici da me più utilizzati e probabilmente tra i più utili: lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato a 10 e a 2 anni. Parlo spesso di questo spread, che non è altro che la differenza tra il rendimento del un titolo di stato USA a 10 anni (a scadenza lunga) e quello a 2 anni (scadenza corta).


Lo spread si ottiene facilmente: è necessario selezionare nella barra di ricerca la dicitura “US10Y-US02Y”:


Come spiego nel riquadro azzurro, uno spread rialzista appartiene tipicamente a una ripresa ed espansione economica mentre uno ribassista ad un rallentamento economico; questo perché? Il motivo è da ricercare nella curva dei rendimenti. Ora costruirò due curve dei rendimenti: quella datata al 1 gennaio 2021 e quella datata un anno dopo, al 26 gennaio 2022, e poi spiegherò:



Notiamo innanzitutto come le due curve dei rendimenti siano piuttosto diverse tra loro. Ci sono sostanzialmente due grandi differenze: una nella parte a scadenze brevi e una in quella a scadenze lunghe; la differenza è da ricercare nei diversi cicli economici in cui la stessa curva è stata costruita: notiamo come la parte della curva a scadenze brevi del 1 gennaio 2021 non è tanto ripida quanto lo è stata invece fino al 26 gennaio 2022: questo perché la parte breve è influenzata dalle aspettative per la politica monetaria della Federal Reserve: aumenta quando ci si aspetta che la FED aumenti i tassi (come succederà a marzo verosimilmente) e diminuisce quando ci si aspetta che i tassi di interesse vengano ridotti (come è successo, appunto, durante lo scoppio della pandemia).
La seconda grande differenza è riscontrabile nella parte a scadenze più lunghe: notate come le scadenze lunghe della curva del 1 gennaio 2021 siano più “ripide” di quelle della curva del 26 gennaio 2022, in cui addirittura i rendimenti a 20 anni hanno superato in valore % quelli a 30 anni? Questa differenza, come nel caso delle scadenze corte, è da ricercare nei diversi cicli economici a cui appartengono le due diverse estremità. Esse, infatti, sono influenzate da diversi fattori, tra i quali le prospettive sull’inflazione: la porzione lunga del 1 gennaio 2021 era più ripida poiché la paura degli investitori nei riguardi del consumer price index era di rilevante importanza: questo perché? Perché l’inflazione è capace di erodere guadagni futuri. Considerando la questione in maniera molto pratica, che senso ha per un investitore acquistare un’obbligazione a 10 anni se poi, dopo 10 anni, il premio (o il rendimento) garantito dalla stessa obbligazione ha perso quasi tutto il suo valore a causa di un’alta inflazione? Ha ben poco senso. Per questo motivo, in quel periodo gli operatori vendevano obbligazioni a lunga scadenza, facendo aumentare i relativi rendimenti (per il rapporto inverso che esiste tra un’obbligazione e il suo rendimento, se si vendono obbligazioni a 10 anni, gli stessi rendimenti riferiti alla stessa obbligazione salgono). Riagganciandoci allo stesso discorso, ha però senso comprare un’obbligazione a lunga scadenza quando l’inflazione inizia a non costituire più un ostacolo, e questo accade quando le banche centrali applicano politiche monetarie restrittive (come l’aumento dei tassi di interesse): allora, in questo caso, gli operatori iniziano a ricomprare obbligazioni a più lunga durata, facendo abbassare il rendimento: quello appena descritto è il motivo dell’appiattimento dell’estremità lunga del 26 gennaio.
*mi sono abbastanza dilungato in questo aspetto perché spesso ricevo molte domande riguardanti questo particolare argomento

LA CORRELAZIONE TRA ARGENTO E LO SPREAD TRA I RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO A 10 E 2 ANNI
Per concludere, abbiamo quindi capito che a uno spread rialzista appartiene un periodo economico favorevole per le aziende (facile accesso al credito grazie ai tassi di interesse bassi o prossimi allo zero), per i consumatori e per la loro domanda. Viceversa, a uno spread ribassista corrisponde un rallentamento per le aziende (accesso al credito non più tanto favorito a causa delle strette monetarie della banca centrale di riferimento) e un rallentamento anche da parte dei consumatori; quindi, che correlazione possiamo aspettarci tra lo spread e il silver? Una correlazione positiva. Dimostriamolo graficamente:


Come potete notare, la correlazione c’è. Non possiamo parlare di una correlazione diretta perfetta (ossia uguale a 1), però possiamo affermare con certezza che, nel lungo periodo, c’è eccome.
Questa correlazione è più apprezzabile in un grafico settimanale e non giornaliero:


Come dicevo precedentemente, è importante considerare che la correlazione tra crescita e decrescita economica e argento è a da considerare solo in un arco temporale relativamente ristretto (dagli anni 2008/2010 ad oggi) in quanto l’argento stesso non è stato sempre stato un materiale così tanto industrializzato come lo è in questi ultimi anni. Questo possiamo osservarlo graficamente grazie a questo grafico mensile:


L’idea termina qua, spero vi sia piaciuta ma soprattutto che sia stata utile. Analisi e ricerche di questo tipo nascono dalla mia curiosità e passione nei confronti di questa materia; esse mi sono utili per avere una visione sempre chiara dei mercati, delle varie correlazioni e anche per massimizzare i profitti. L’obiettivo di questa analisi focalizza l’attenzione verso l’estrema importanza che riveste un determinato ciclo economico e poi come questo si ripercuote nei prezzi dell’argento. Ritengo quindi che questa sia una correlazione da osservare a cadenza mensile. Non meno importanti sono i vari report rilasciati da diverse agenzie, tra le quali il Silver Institute di cui parlo spesso, che possono far muovere il prezzo del sottostante al rialzo o al ribasso nel breve periodo.
Volevo aggiungere che ho intenzione di creare un canale personale come tanti altri utenti di tradingview. Vi comunicherò quando il progetto sarà ultimato, rispettando chiaramente le linee guida imposte da tradingview stesso.
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Matteo Farci





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