S&P 500 (SPX500)
Indice SPX 500. Si conferma l'importanza di area 3930-3960Il supporto Volumetrico (POC del Volume Profile di breve) di area 3930 continua ad attrarre i prezzi ogni volta viene respinto il tentativo dell’indice S&P 500 di superare la resistenza dei 4100 punti. Di breve rimane il target ribassista di 3880 segnalato anche dal vWap (linea nera) ancorato al minimo del 13 ottobre scorso, dal quale è partito il contro-trend rialzista, messo alla prova in questi giorni a seguito del mancato superamento della trend line ribassista tracciata dai massimi del 4 gennaio 2022. Di lungo periodo il ritracciamento potrebbe allungare fino a rivedere area 3750/3800 andando così a coprire il gap up lasciato aperto dall’indice in apertura il 10 novembre scorso. Solo un recupero del livello 3930 darebbe la spinta per un ritorno al POC di lungo di area 3960 (linea azzurra del Volume Profile di lungo) e ancora più su alla cifra psicologica dei 4000 punti. Occhio domani, venerdì 16 dicembre, alle scadenze tecniche delle c.d. “3 streghe”.
Edoardo Liuni
Divergenza tra S&P500 e Advance Decline LineVi riporto qui il grafico dell'S&P500 in cui possiamo notare il downtrend confermato dal rimbalzo sulla trendline di qualche giorno fa. Inoltre oggi abbiamo avuto l'ulteriore conferma dall'Advance Decline Line, infatti come potete notare c'è una divergenza tra il mercato azionario e questo indicatore.
Vi ricordo che l'Advance Decline Line rappresenta il numero di azioni che stanno salendo contro il numero di azioni che stanno scendendo, in questo caso calcolato sotto forma di cumulata.
Cosa significa ciò? Che gli Smart Money stanno uscendo dal mercato e di conseguenza possibile Short.
MERCATI FINANZIARI ALTALENANTI NELLA 49ESIMA SETTIMANA DELL'ANNOLa frase che i mercati finanziari hanno esclamato dopo l’uscita del dato sull’inflazione alla produzione è stata la seguente:
“È vero che l’inflazione ha visto un incremento e ciò continua ad essere un problema; tuttavia, non crediamo che ciò potrebbe ostacolare la nostra speranza di assistere ad una Federal Reserve meno aggressiva”
Perché?
Buongiorno a tutti. L’obiettivo dell’articolo è quello di commentare, attraverso l’analisi intermarket, lo stato d’animo degli investitori dopo l’uscita dell’importante dato di venerdì 9 dicembre.
Buona lettura.
È VERO CHE L’INFLAZIONE HA VISTO UN INCREMENTO…
Venerdì, ore 14:30 italiane: il US Bureau of Labor Statistics comunica i dati sull’indice dei prezzi alla produzione che misurano l’aumento dei prezzi lato venditori e grossisti (dunque, l’inflazione alla produzione):
• A livello annuale aumento del +7.4% (maggiore delle aspettative di +7.2% e inferiore al precedente di +8.1%)
• A livello mensile, aumento del +0.3% (contro le aspettative di +0.2%)
Dati core (escluse le componenti volatili energia e beni alimentari):
• A livello annuale aumento del +6.2% (maggiore delle aspettative di +5.9% e inferiore al precedente di +6.8%)
• A livello mensile, aumento del +0.4% (contro le aspettative di +0.2%)
…E CIO’ CONTINUA AD ESSERE UN PROBLEMA
L’asset class che meglio ha evidenziato come l’inflazione continua ad essere un problema è senz’altro il mercato obbligazionario, per un motivo valido:
• È quello maggiormente impattato dal rialzo (o dal ribasso) dei prezzi
Quando si ha l’idea di investire in asset che possono essere liquide o illiquide (nelle borse valori o, ad esempio, in immobili) si valutano sempre i rischi ad essi associati; non è un caso che quando si parla di “investimenti” in obbligazioni venga spesso citato il rischio “inflazione”, capace di erodere non solo il valore del nostro portafoglio, bensì gli interessi sotto forma di cedole dei bond stessi; questo è il motivo per il quale la stessa asset class è notevolmente impattata. Delle diverse scadenze delle obbligazioni (nella fattispecie, dei titoli di stato del tesoro americano), quali sono le più influenzate dalla dinamica “inflazione”?
Le scadenze lunghe, come mostra la correlazione tra aspettative di inflazione a 10 anni (ticker “T10YIE”) e il rendimento del decennale americano:
Osserviamo le prestazioni dei rendimenti del decennale, ventennale e trentennale di venerdì 9:
• Il rendimento del decennale ha sfiorato i 3 punti percentuali
• Quello del ventennale ha superato abbondantemente i 3 punti percentuali
• Il rendimento a 30 anni si è mosso al rialzo del 3.85%
Dal momento in cui il rendimento di un’obbligazione si muove in maniera inversa al suo prezzo, ciò si traduce in una svendita di obbligazioni a quelle scadenze, proprio perché:
…” e ciò continua ad essere un problema”
“…TUTTAVIA, NON CREDIAMO CHE CIÒ POTREBBE OSTACOLARE LA NOSTRA SPERANZA DI ASSISTERE AD FEDERAL RESERVE MENO AGGRESSIVA”
Dopo l’uscita del dato, è come se il mercato avesse continuato a scartare la possibilità di assistere ad una FED più aggressiva; gli asset che meglio riassumono questa mia ipotesi sono:
• Le scadenze brevi della curva dei rendimenti, in particolare il rendimento del titolo di stato a 2 anni
• Il federal fund futures scadenza febbraio 2023
Ho svariate volte sottolineato come il rendimento del titolo di stato a 2 anni sia notevolmente impattato dalle aspettative di politica monetaria:
Che comportamento hanno presentato i due asset?
Il loro movimento (al rialzo) è stato di bassa entità; questo certifica la mia visione di come gli investitori persistano nel difendere questa loro “speranza”; se così non fosse stato, avremo sicuramente assistito a delle candele rialziste più intense, molto comuni in tutto il 2022.
Inoltre, la parola del titolo del paragrafo “potrebbe” indica un’ipotesi, mentre quella “speranza” incertezza; quale grafico più di qualunque altro sposa quest’ultimo termine? Sicuramente il VIX, l’indice di volatilità dell’S&P500:
Esso, come mostra in maniera accurata la grafica (timeframe 30 minuti), non ha mai preso una vera e propria direzione; bensì, è oscillato per tutta la durata di contrattazione di venerdì, tra certezze e incertezze.
Questa fase altalenate si è poi riversato sul mercato azionario e sul dollaro americano:
L’S&P500 ha reagito male all’uscita del dato, per poi recuperare parte delle perdite; successivamente, chiude la seduta al ribasso (-0.74%).
Il dollaro americano si è comportato in maniera opposta, per un semplice motivo: come mostra la grafica successiva, esso sta agendo per tutto il 2022 da bene rifugio:
Motivo per cui:
• A delle incertezze corrispondono un azionario al ribasso e un dollaro al rialzo
• A delle certezze corrispondono un azionario al rialzo e un dollaro al ribasso
Concludendo l’analisi, tenete a mente le varie correlazioni:
• Se gli investitori prezzano una Fed aggressiva, ciò si ripercuote su un rialzo del future Federal Fund e sul rendimento a 2 anni; per questo motivo, le “paure e le incertezze” aumentano, con relativa debolezza del mercato azionario e incremento del VIX e del dollaro americano (quest’ultimo influenzato non solo dal ruolo di “safe haven”, ma anche dalla correlazione diretta con il rendimento a due anni, come mostra l’immagine successiva:
CONCLUSIONI
Come mostra la grafica, il mercato azionario (S&P500) chiude la candela settimanale in negativo, al -3.37%. Il fear and greed index evidenzia un sentiment ora neutrale (a 54 punti), inferiore rispetto ai 67 (avidità) della settimana precedente.
La diminuzione dell’euforia degli investitori si concretizza in una performance settimanale negativa da parte di tutti i settori:
• Utilities: -0.82%
• Healthcare: -1.55%
• Real Estate: -2.34%
• Basic Materials: -2.41%
• Industrials: -3.25%
• Technology: -3.38%
• Financials: -3.56%
• Consumer cyclicals: -4.01%
• Communication Services: -5.45%
• Energy: -7.35%
Ciononostante, alcuni sottosettori riescono ad avere prestazioni positive:
• Carta e prodotti di carta: +3.66%
• Metalli e attività minerarie: +1.21%
• Immobiliare diversificato: +0.35%
• Piani sanitari: +0.19%
• Utenze-elettrico regolamentato: +0.08%
• Compagnie aeree: +0.04%
• Distribuzione industriale: +0.01%
Condivido un’altra grafica riguardante la mappa delle azioni dell’S&P500 della settimana 49 dell’anno:
Ciò che il dato sull’indice dei prezzi alla produzione ha causato è stata, come hanno mostrato le grafiche condivise, incertezza e confusione: basta pensare che il suo incremento inatteso ha destato preoccupazioni lato inflazione (come hanno mostrato le scadenze obbligazionarie lunghe), ma non lato “scelte di politica monetaria” (come hanno mostrato la scadenza del rendimento del bond a 2 anni e il future federal fund); quest’ultima tematica verrà probabilmente chiarita la prossima settimana:
• Il 13 dicembre, con l’uscita del dato sull’inflazione al consumo
• Il 14 dicembre, con la decisione sul tasso di interesse e per la guidance che Powell fornirà per il prossimo anno
Buona settimana, Matteo Farci
I METALLI PREZIOSI TORNANO A SPLENDEREANALISI COT REPORT DEL 11.12.2022
-CONTESTO
Ci apprestiamo a vivere una delle ultime settimane di questo 2022, un anno tra i più aggressivi per le banche centrali mondiali che hanno pagato a caro prezzo le loro aspettative di un’inflazione transitoria, che si è invece radicata nel sistema sociale e che ha costretto i banchieri centrali a correre ai ripari.
Le politiche monetarie si sono irrigidite e le economie mondiali ora sono messe alla prova in un finale di anno non facile che sembra essere preludio ad un 2023 di recessione anche per i paesi più robusti.
Uno dei maggior timori degli investitori per il prossimo anno sembra infatti essere la possibilità di una stagflazione mondiale, ovvero poter assistere a politiche monetarie oramai aggressive che rallentino le economie fino alla stagnazione, insieme ad un’inflazione che non rallenta quanto sperato.
Le possibilità sono concrete, almeno fino a quando il mercato del lavoro resta cosi robusto in diverse aree geografiche mondiali, a partire dagli Usa fino ai paesi oceanici, dove le banche centrali continuano i rialzi tassi per tentare di raffreddare un mercato del lavoro teso come non mai, con una disoccupazione ai minimi e salari in aumento.
Non facile il contesto che si prepara al prossimo anno, ma procedendo con ordine temporale, dovremo affrontare in primis la prossima settimana che vede come market mover sia l’indice dei prezzi al consumo USA , che gli appuntamenti con FED, BCE e BOE, una settimana non certo prima di emozioni quella che ci attende.
Ma per la consueta rubrica settimana, chiamata all’analisi del posizionamento dei big plaiers sui futures al CME di Chicago, non possiamo non focalizzarci sul nuovo interesse che sembra nascere sui metalli, come risposta ad un dollaro non più cosi interessante e alle prospettive di tassi obbligazionari in netto calo, ma procediamo con il consueto ordine.
-FOREX:
il mondo valutario sarà alle prese con una delle settimane più difficili, le banche centrali chiamate ai rialzi tassi, oramai scontati, dovranno anche dare maggior dettagli sui prossimi interventi previsti per il 2023, quali per loro gli outlook e le prospettive, che potrebbero dare ritmo alle prime battute del nuovo anno di contrattazione.
USDINDEX
Il dollar index vede fermo l’interesse dei grandi operatori che aspettano evidentemente le parole di Powell previsto per mercoledi sera. Le posizioni che rimangono ferme a 24800contratti netti long, hanno visto buone prese di profitto nelle ultime setimane, tuttavia una prospetiva di ulteriore aggressività da parte della banca centrale potrebbe dare nuova linfa al biglietto verde.
Potenziali allunghi ribassisti sotto gli attuali supporti di 103.70 potrebbero manifestarsi solo nel caso in cui Powell dovesse dimostrare preoccupazione per l’economia americana, ponendo le basi per una potenziale recessione nel 2023 che potrrebbe ben spaventare gli investitori.
EURUSD
Sale ancora il posizionamento netto long dei large speculators per l’euro, con ben 124883 contratti netti lunghi, sembra essere chiara l’intenzione di puntare ad una BCE aggressiva che spinga sui tassi di interesse e riequilibrare cosi la bilancia con la divisa d’oltre oceano.
Il quadro tecnico rimane rialzista, sebbene gli ultimi massimi di 1.0612 sembrano essere al momento una resistenza non facile da rompere, ma che aprirebbe la strada ad allunghi fino 1.0775-1.0825. restano interessanti i supporti a 1.02 e 1.01 per tentare ingressi in trend con migliore R:R.
GBPUSD
Si riducono le posizioni nette corte per la sterlina, dove i non commercial stanno ricoprendo , seppur lentamente, le forti posizioni corte prese durante il breve governo Truss. Gli attuali 28193 contratti netti corti sono pertanto da osservare su una tendenza di ricoperture rialziste, e non in termini assoluti,il che porterebbe ad un’errata interpretazione del dato.
Il quadro tecnico di gbpusd resta in tendenza rialzista, e i livelli di 1.23 figura sono al momento le resistenze principali che potrebbero aprire la strada a 1.26, ma per cogliere migliori opportunità sarebbe corretto attendere i livelli di 1.1875.
YEN
Ancora posizioni nette corte per lo yen, che vede le mani forti ferme a 65996 contratti netti corti, in attesa che qualcosa cambi nell’economia nipponica e nelle decisioni della BOJ, che rimane al momento iper accomodante, la debolezza dello yen compensa al momento quella del dollaro americano mantenendo usdjpy fermo a 136.50 incapace al momento di proseguire nel movimento ribassista intraprese da ottobre 2022 ad oggi.
CANADA
Ci risulta difficile interpretare il posizionamento delle mani forti sul dollaro canadese, che rimane profondamente colpito da posizionameni netti corti ,attualemnte ben 22090, sebbene la BOC abbia ancora una volta alzato i tassi di interesse portandoli ad un allettante +4.25%.
Sebbene il tasso di interesse ponga il dollaro canadese tra le valute indubbiamente identificabili come curry trade, questo asset sembra al momento legato alle sorti di un wti in caduta libera, piuttosto che alle sorti di un0economia che viaggia in parallelo con il resto del mondo occidentale.
Il quadro tecnico pone dunque molti eccessi ribassisti sui cross canada, molti dei quali creano interessanti condizioni di swap positivo, come cadjpy o cadchf, tutti asset che pagano interessi positivi con posizioni long, e che tuttavia restano legati a trend ribassisti ancora forti. Li collochiamo pertanto tra gli asset da monitorare peer coglierne prossimamente interessanti inversioni di tendenza.
-EQUITY:
Il mondo azionario profondamente colpito dagli ultimi dati sui prezzi alla produzione Usa , pubblicati venerdi, che ancora una volta hanno raffreddato gli animi di coloro i quali pensano ad una rapida risoluzione del problema inflattivo mondiale. I prezzi restano sostenuti, special modo nei servizi, e questo porta ancora a pesanti vendite del comparto equity USA.
S&p
Sebbene questa settimana abbia visto uno scarso interesse da aprte del mondo delle mani forti,che hanno ricorperto solo 457 contrtti netti long, ci pare evidente che i 203719 contratti netti corti presenti al momento sul mercato la stiano facendo da padrone.
Il quadro tecnico rimane senza dubbio ribassita nel medio periodo, sebbene il mini rally vissuto nei giorni scorsi abbia portato i prezzi al ritest della trand line resistiva che congiunge i massimi da inizio anno e che antiene quindi il mercato con un tono bearish.
Da monitorare i supporti a 3932 pnt , livello oltre il quale si aprono strade ribassite fino a 3700 pnt e poi ai minimi di questo 2022.
COMMODITIES
GOLD
Brillano di nuovo i metalli, come gold e silver, che trovano nuova fiducia da parte delle mani forti, che si portano a 115125 contratti netti long sul gold, sostenendo cosi le quotazioni di un ‘asset prediletto sia per una stagionalità molto forte in questa parte dell’anno, sia da un dollaro debole che si accompagna a rendimenti obbligazionari in calo. Un Mix che aiuta il metallo giallo ad aggredire le resistenze poste ora 1087$.
buon trading
Salvatore Bilotta
S&P - attesa volatilitàAttesa volatilità questa settimana sui mercati azionari sia USA che EU in considerazione degli appuntamenti con le decisioni delle Banche Centrali. Mercoledì sarà la FED a dichiarare le decisioni di politiche monetarie e confermare quanto anticipato da Powell sul taglio dei rialzi da 0.75 a 0.5. Prima del FOMC martedì sarà rilasciato dato inflazione USA lato consumer, anche in questo caso attesa volatilità. Dal punto di vista tecnico nessuna novità rispetto ad analisi precedenti, atteso test dei supporti rappresentato da linee tratteggiate. Massimi del 1 dicembre da monitorare per cambio di scenario.
Indice S&P 500. Cruciale la tenuta di area 3960l'Indice S&P 500 attualmente condizionato dai livelli volumetrici della doppia distribuzione dei Volume Profile inseriti nel grafico a H1. Il primo VP evidenzia la distribuzione dei volumi su tutto il periodo evidenziato nel grafico, mentre il secondo è il nuovo VP ancorato alla candela che ha registrato il maggior volume nella giornata di ieri 8 dicembre (questo per avere una maggior aderenza con l’attività degli smart money).
In effetti da quello che emerge dall’analisi volumetrica, le vendite sull'indice, scattate a seguito del dato delle 14.30 sui prezzi alla produzione USA di novembre (peggiore delle attesa), hanno spinto le quotazioni fino a colpire il POV (Point of Volume, linea rossa) di area 3960 e, soprattutto, hanno rotto al ribasso la trend line rialzista che partiva dai minimi del 13 ottobre 2022.
Ora dopo aver creato una nuova base in area 3930 (ed un nuovo POV evidenziato dal VP più recente) l'indice ha nuovamente recuperato area 3960 (segno che per gli smart money è cruciale la tenuta di questo livello con il tentativo in atto di salire fino alla soglia dei 4000 punti dove andrebbero anche a ritestare la trend line rialzista sopra citata.
Al contrario, in caso di discesa sotto i 3920, si potrebbe scendere fino a rivedere l'area 3800.
S&P500 - parte alta del canale ribassistaS&P 500 in prossimità della parte superiore del canale ribassista che dal 27 dicembre 21 sta respingendo i tentativi di recupero. La settimana precedente le dichiarazioni di Powell sul rallentamento dei rialzo dei tassi da 0.75bp a 0.5 bp hanno provocato una spinta rialzista eccezionale che però non è proseguita nei giorno successivi, ponendo i prima campanelli d'allarme. L'attenzione adesso è posta per i prossimo meeting delle banche centrali previste per metà Dicembre, anche se ci si aspetta la conferma di un rallentamento dei rialzi. Qualora si voglia spingere ancora verso l'alto in attesa dei meeting delle Banche Centrali, possibile estensioni fino a test area 4.220 pti. Come supporto i 3.750 pti.
LA CALMA PRIMA DELLA TEMPESTAANALISI COT REPORT del 04.12.2022
-CONTESTO
Regolare questa settimana la pubblicazione dei dati COT, che avevano invece visto ritardo la scorsa settimana con una pubblicazione di lunedì da parte della CFTC; pertanto, non ci ha permesso la consueta analisi settimanale sul posizionamento dei large specualtors sui futures quotati al CME di Chicago.
Questa settimana dando un rapido sguardo ai dati , ci sembra chiara la fase di attesa nella quale si stanno muovendo le mani forti che non mostrano particolari open interest su nessuno specifico asset, lasciando cosi invariate le tendenze delle precedenti settimane.
Il delta che si può comodamente notare in tabella generale rappresenta la variazione netta delle posizioni aperte tra una settimana e quella successiva, e si denota special modo per il mondo valutario uno scarso interesse su quasi tutti gli asset che faticano a vedere incrementi o decrementi oltre i 1000 contratti.
Parimenti il mondo equity sembra non volersi sbilanciare in particolari direzionalità e possiamo ben condividere l’atteggiamento prudenziale in vista degli appuntamenti con le banche centrali che si svilupperanno tra il 14 ed il 15 dicembre, appuntamenti che rappresenteranno probabilmente la fine dell’anno di negoziazioni.
Ricordiamo che il giorno 14 avremo appuntamento con la FED, attesa ad un rialzo tassi di 50Bp, ma le nubi di incertezze non sono poche da diradare, dati contrastanti dal fronte macroeconomico hanno segnato la fine dei rialzi dl dollaro, e dichiarazioni fin troppo ottimiste di Powell hanno rianimato le speranze per toni più morbidi, ma tutto è ancora da vedere, con un 2023 alle porte non certo facile per il mondo occidentale.
Crisi e possibili recessioni, sembrano essere i mood di base del 2023, e su questo sia la BOE che la BCE non potranno astenersi dal dire la loro il giorno 15, prima a parlare la BOE, che deve lottare ancora con un’inflazione sui massimi degli ultimi 40 anni, ed una crisi che potrebbe essere più lunga del previsto, mentre la BCE dovrà esser miglior equilibrista, tra la lotta all’inflazione e le difficoltà di finanziamento di molti paesi del blocco che mirano a combattere il caro energia.
Ma procediamo con ordine:
-FOREX:
il mondo valutario non trova particole interesse da parte dei big plaiers questa settimana, che lasciano di fatto invariate le loro posizioni dollari ed euro, che erano i principali market mover di questo periodo, mentre sembrano intenzionati ancora a mantenere posizioni corte sullo yen giapponese e sul dollaro canadese.
Lo yen, al netto di respiri più profondi dopo i minimi toccati in questo 2022, non trova ancora sostegno in politiche monetarie meno accomodanti e la BOJ ha più volte dichiarato di trovare l’attuale linea più che idonea al contesto economico del paese, pertanto ci sarà da attendere per vere e proprie inversioni di rotta.
Come sempre il focus per il mondo valutario rimarranno le banche centrali a partire dalla FED del 14 , dove molti operatori sperano in toni più accomodanti da parte della FED per un’apertura al 2023 in linea con un soft landing.
EURUSD
Nessuna particolare variazione nel sentiment delle mani forti che restano a 122 247 contratti netti lunghi, in attesa che si esprimano sia la BCE che la FED, per dare le linee di un nuovo equilibrio. Al momento il sentiment sembra spingere verso un riequilibrio tra i due asset, con un dollaro che lascia il suo carattere di asset rifugio per dare spazio ad un ‘euro più appetibile, con la BCE pronta ad alzare i tassi di 75BP.
Dal punto di vista tecnico l’euro è in piena forza, con un chiaro trend rialzista che trova conferma nel break out delle ultime resistenze a 1.05 figura, per proiettarsi ora a 1.0625 prima e 1.08 figura poi
GBPUSD
Attese anche per la BOE che la prossima settimana sarà chiamata ad un’ulteriore rialzo tassi, che insieme alle politiche fiscali del nuovo governo getta le basi per un periodo di difficoltà per il Regno Unito.
Le mani forti restano ancora impostate al ribasso, con 36564 contratti netti corti, e sebbene il quadro tecnico mostri anche qui un ottimo tono rialzista di gbpusd, dobbiamo sottolineare che è una tendenza dettata principalmente dal dollaro americano. Le aree di resistenza da monitorare pertanto restano 1.23 figura e 1.26 che sembrano ora possibili approdi in caso di un dollaro ancora debole.
YEN
Ancora forte scetticismo per lo yen giapponese, che trova le mani forti in posizione ribassista con 67394 contratti, in linea con l’idea di uno yen non acora da considerarsi asset sul quale puntare a rialzo se non per brevi respiri.
Il quadro tecnico di usdjpy , viene profondamente caratterizzato dalla debolezza del dollaro americano, che permette a questo asset di invertire una tendenza fortissima in questo 2022, portandosi ora alle porte dei supporti a 131.50.
Dobbiamo osservare che se gli attuali ribassi sono per lo più dettati dalla debolezza del biglietto verde, allora il potenziale ribasso in caso di forza di yen potrebbe essere ancora maggiore, rendendo questo scenario senza dubbio uno dei più interessanti per il 2023.
AUDUSD
Per quanto il mondo oceanico sembri godere ora di un certo interesse da aprte del mondo dei non commercials, dobbiamo notare la forte decorrelazione tra il dollaro australaino e il dollaro neo zelandese, che senza dobbio viene caratterizaato dalle scelte delle banche centrrali.
Infatti mentre la RBNZ ha portato i tassi oltre il 4% la RBA sembra rimanere un passo indietro, con una certa incertezza sulle mosse future, il che penalizza non poco la divisa di appartenenza. Le posizioni dei big plaiers restano con 44630 contratti corti e il quadro tecnico per quanto rialzista, rimane ancora stto le resistenze chiave a 0.68 e 0.70 poi.
NZDUSD
Per quanto descritto sopra, la RBNZ ha dato grande spendore a questo asset valutario che rappresenta ora la valuta a miglio tasso, pertanto le mani forti restano long con 24892 contratti long.
Il quadro tecnico prosegue la sua corsa rialzista verso 0.6450 prima e 0.68 poi.
USDINDEX
Stabile ancora la posizione netta lunga sul dollaro americano, sebbene abbia visto profonde prese di profitto su questo asset. Tutto lascia pensare ad un’inversione della tendenza rialzista, ma non dimentichiamo che il dollaro paga ora un ricco 4% e punta ad un tasso ultimo del 5% il che renderà il biglietto verde un osso duro da abbattere nell’immediato futuro, fino a che anche le altre banche non adegueranno i tassi di interesse e renderanno più appetibili le loro divise.
Il quadro tenico mostra un entto trend ribassista, con il break out di tutti i supporti , puntano dritto a 103.75 prima e 101.25 poi, ma tutto sarà anche deciso da Powell il giorno 14 Dicembre.
-EQUITY:
il mondo azionario resta combattuto tra la speranza di un poderoso rally natalizio a rialzo, che viene alimentato dalla possibilità di una FED più dovish già nelle prossime riunioni, e la paura di una recessione che non pare essere scongiurata fino a che i dati macroeconomici continueranno a mostrare un’economia forte che non risponde ai colpi della banca centrale.
S&p
Restano ancora short il posizionamento dei big plaiers sull’SP con 204176 contratti, mostrando tuttavia un bilanciamento con il nasdaq ( long a 9755 cntt) ma in linea con i restanti indici.
Il quadro tecnico è senza dubbio rialzista di breve , dopo la tenuta dei supporti a 3580 pnt e l’assalto a 4100, area di resistenza dinamica, dove passa la trend line resistiva che congiunge i massimi dal dicembre 2021. Una rottura di detti livelli aprirebbe le porte a 4173 pnt prima e 4330 poi, mentre una tenuta delle resistenze potrebbe riportare al test di 3950 pnt … tutto nelle mani di POwell
COMMODITIES
Per il mondo commodities restano interessanti i metalli come il gold e il silver, in grande spolvero rialzista, data la debolezza del biglietto verde e la caduta dei rendimenti obbligazionari di medio lunga scadenza.
Il gold trova le mani forti ancora long di 110 003 contratti, ma si deve considerare un asset da sempre in portafoglio alle mani forti, seguiremo con attenzione l’eventuale incremento delle posizioni attuali. Il quadro tecnico senza dubbio rialzista vede ora il test di 1807 $ resistenza chiave che apre le porte a 1850$
Anche il silver non è da meno , e se si considera un posizionamento netto lungo con 17483 contratti, sembra ancora piu interessante seguirne le dinamiche.
Il quadro tecnico mostra ancora spinte rialziste con approdi potenziali a 24$ prima e 26.50$ poi, ma anche qui il vero ritmo sarà dettato dal dollaro usa.
Rimarremo quindi attenti alle dinamiche che si svilupperanno con le banche centrali e che concluderanno questo 2022
buon trading
Salvatore Bilotta
S&P 500. Operatività in attesa di Powell e dato su lavoroIn attesa dell’imminente discorso del Presidente della Fed, Jerome Powell, e del dato sull’occupazione di venerdì 2 dicembre, l’S&P 500 risente delle prese di profitto scattate in prossimità della media a 200 periodi (verde) e della resistenza fornita dal canale superiore della Regressione Trend (linea blu). Se nelle ultime settimane sono arrivati senali incoraggianti dall’inflazione, che sembra aver perso la spinta rialzista, ora il “problema” principale rimane la piena occupazione che alimenta i consumi e gli aumenti salariali.
Se guardiamo alla configurazione grafica dell’Indice, l’S&P è ancorato al POV di 3960 punti (picco di volumi, Point of Volume) formatosi con il breve trading range seguito alla mancata rottura di area 4000. Un allontanamento al ribasso dei prezzi spingerebbe con buona probabilità l’S&P ad un ri-test di area 3800. Tale ritracciamento verrebbe generato dall’attrazione del VWap (linea nera ancorata ai minimi di giovedì 13 ottobre), dal picco degli scambi della Volume Area a 3700 (linea orizzontale rossa) di tutto il periodo visualizzato sul grafico e, infine, dal tentativo degli ribassisti di andare a chiudere il gap up di giovedì 10 novembre. Al contrario la tenuta della trend rialzista tracciata dai minimi del 13 ottobre, che attualmente passerebbe per area 3930, spingerebbe nuovamente l’indice verso la Regressione e la media a 200, con il tentativo di forzare la rottura della resistenza in area 4000 punti.
Edoardo Liuni
finalmente i tori sono tornati!OANDA:SPX500USD
Su richiesta di un amico pubblico una analisi del SP500 la situazione:
Dopo un periodo di mercato orso (sell) cominciato a gennaio e rimbalzo (con relativa trappola bull che portò il mercato a un piccolo il 16 agosto) una nuova discesa con picco minimo il 13 ottobre. Notare che il minimo non concordava con l'oscillatore . A un nuovo minimo non corrispondeva il minimo dell'oscillatore (divergenza rialzista). Il mercato provò a rimbalzare ma si scontrò con resistenza statica il giorno 28 ottobre , gli orsi sembravano nuovamente in azione ma il 4 novembre c'è stato un cambiamento e la resistenza il giorno 10 novembre è stata rotta alla grande con 1-2-3 con patner di Victor Sperandeo. Dal giorno 10 novembre siamo in bull . In questi giorni abbiamo il classico patner di assestamento che dovrebbe essere propedeutico al proseguimento. Il target finale dovrebbe esere 4300 circa corrispondente al picco del 16 agosto poi vedremo...
Studio medie mobili su S&P500 e strategia SP:SPX
In alcune occasioni mi è stato chiesto da più di un utente perché non utilizzassi più medie mobili nei miei studi o per quale motivo non mi facessi aiutare da questo strumento nella ricerca dei segnali.
Premesso che considero la media mobile (in particolare quella esponenziale) un indicatore fondamentale, soprattutto per valutare le situazioni di ipercomprato-ipervenduto o estensione di un trend, nonché per individuare livelli di supporto o resistenza dinamici, purtroppo non la considero un valido strumento per l'operatività su mercati come quelli degli index futures.
Sappiamo che per la modalità di calcolo essa è in ritardo rispetto ai prezzi e di conseguenza andrebbe a fornire segnali non tempestivi.
Per argomentare questa mia tesi, volevo proporre uno studio condotto sul future dell'S&P500 (Micro).
Si tratta di una strategia molto semplice long e short, che ha per motore le medie mobili ed inizia la sua operatività ad ottobre 2008.
Timeframe 1 ora, periodi delle medie 10/20/50.
I segnali d'ingresso long si hanno nel momento in cui in una situazione di allineamento al rialzo delle medie, il prezzo tende ad incrociare la media a 20 periodi.
Segnale di reverse nella situazione opposta, ovvero medie allineate al ribasso e cross della media a 20 periodi.
1 contratto ad operazione, ogni punto vale 50 dollari, capitale nozionale 100.000 dollari.
Dapprima proporrò i risultati senza alcuna ottimizzazione e successivamente, al fine di migliorarne le metriche, introdurrò delle variazioni per filtrare i segnali e vedere se è possibile ottenere guadagni migliori.
Facendo girare la strategia sulla sessione di 24 ore di Chicago otteniamo il risultato sotto:
Come si può vedere la strategia nuda e cruda accumula perdite per circa 180.000 dollari con circa 740 trade effettuati.
E' questo il motivo per il quale, malgrado la sua tendenza di fondo rialzista, l'S&P500 è un mercato che reagisce molto bene ad approccio in mean reverting, ovvero predilige gli ingressi contrari alle estensioni di movimento, considerata la sua tendenza di regressione verso la media.
Come molti Equity Index che nel lungo periodo tendono ad accumulare valore, lo short è molto difficile.
Un primo sviluppo da poter apportare alla strategia, è la gestione del rischio e dei profitti, in particolare andando ad inserire stoploss e take profit.
Inserendo quindi 2400 dollari di stoploss e 5200 di take profit otteniamo questi risultati:
La strategia non perderebbe più denaro, ridurrebbe di molto le perdite, aumenterebbe il numero di trade a circa 1050. Malgrado i miglioramenti, l'andamento dei profitti è assolutamente erratico.
Nessuno sognerebbe di mettere live questa strategia.
Fino ad ora abbiamo ipotizzato di lavorare per 24 ore al giorno. Possiamo provare a filtrare le operazioni, andando ad individuare una fascia oraria dove saremo attivi ed una fascia oraria nella quale non ci sarà permesso inserire ordini.
Inserendo una fascia operativa che va dalle 1 di notte alle 18 (orario di Chicago) otterremo un ulteriore miglioramento.
La strategia adesso genera circa 70.000 dollari di utili, riduce le operazioni a 500 circa, l'equity è assolutamente più armonica, tuttavia i drawdown sembrano essere ancora pesanti.
Andando ad analizzare con attenzione le metriche:
Notiamo a primo impatto che tutti i profitti vengono generati dalla parte long della strategia, lo short genera molte operazioni ma che non ci regalano alcun profitto. Come anticipato, l'S&P500 è un mercato molto ostico lato short, soprattutto se i segnali avvengono in trend following a causa del bias rialzista degli index futures. Se provassimo quindi ad operare solo long?
Ecco il risultato:
Otterremmo un profitto di circa 110.000 dollari, riducendo ulteriormente il numero di ingressi (215 operazioni) con un equity piacevole, armonica, che soffre nell'ultima parte, ma probabilmente ne conosciamo bene i motivi.
Alla fine di quest'analisi sorge una domanda.
Utilizzeresti live questa strategia?
La risposta è no. Il motivo?
Esistono modi più favorevoli per approcciare questo mercato su un timeframe breve, utilizzando "come motore" strategie di diversa natura.
Le medie sono per me ottimi strumenti per valutare un trend, ridurre il rumore di fondo, tracciare trendline.
Non dico assolutamente che non debbano essere utilizzate per creare dei segnali, è semplicemente una mia impostazione operativa. Credo che nel trading sia importante per ognuno di noi, riuscire a trovare il giusto set di indicatori, avendo la consapevolezza che nel lungo periodo vince la statistica, la metodicità e come abbiamo visto, una strategia può cambiare i suoi risultati anche semplicemente a seconda degli orari di negoziazione.
È ORA DI RUOTARE I PORTAFOGLI?
ANALISI COT REPORT del 20.11.2022
-CONTESTO
si giunge a grandi passi verso il termine del mese di novembre, e lo sguardo degli operatori si sposta sempre di più al 14 dicembre ultimo vero appuntamento dell’anno con la fed che potrebbe dare il ritmo ai mercati per il prossimo 2023.
I dati che ci giungono dai laboratori di statistica sembrano mostrare una congiuntura macroeconomica americana ancora robusta, sebbene la disoccupazione abbia fornito un primo dato in leggerissimo aumento passando dal 3.5% al 3.7% e anche l’inflazione sembra aver fatto capolino ad una potenziale inversione di tendenza con i prezzi in calo nell’ultimo mese anche nel dato core.
Tuttavia, resta sostenuta la domanda aggregata e la fiducia dei consumatori, che non accenna a rallentare, il che non alimenta la speranza di vedere un processo costante di riduzione dell’inflazione, ancor più incerto potrebbe essere il futuro se la FED dovesse fermare il suo percorso di inasprimento monetario.
Gli operatori sono divisi tra la speranza di un giro di boa nelle scelte della FED già da questo dicembre con rialzi tassi più modesti e aperture verso un 2023 meno aggressivo, ma dobbiamo constatare che al momento condizioni concrete per un’inversione netta di rotta sembrano non esserci, special modo se consideriamo che l’inflazione resta al 7.7% un valore ben lontano dall’area target del 2%, e se rimaniamo fedeli alle ultime dichiarazioni di Powell la FED dovrebbe rimanere con tassi sostenuti più a lungo di quanto si possa sperare.
Sebbene i mercati anticipino e si muovono già in un’ottica di futura ripartenza, e nostro dovere constatare che le politiche monetarie attuali se dovessero giungere ai loro obiettivi in tempi rapidi, potrebbe indicare una profonda fase recessiva per l’economia americana, e già oggi molte delle aziende big tech americane stanno correndo ai licenziamenti per ridurre i costi in previsioni di minor produzione, pertanto la strada sembra segnata!
Meno produzione mondiale, meno lavoro e meno redditi, per concludersi in una riduzione della spesa e un controllo dell’inflazione, ma tutto questo colpirà duramente famiglie e imprese, mostrando già diversi segnali anche nel mercato immobiliare, che deve già oggi fare i conti con tassi di interesse in aumento che non stimolano certo l’acquisto immobiliare.
In questo contesto i grandi operatori sembrano iniziare a scontare l’idea che il dollaro americano abbia oramai terminato il suo ciclo di grande forza , sostenuta da una mega congiuntura economica, e si lasci spazio ad altri asset che hanno pagato pesanti perdite per il 2022 e potrebbero pertanto essere interessanti occasioni per il prossimo 2023.
Procediamo con il consueto ordine per l’analisi del posizionamento dei big plaiers sui futures al cme di Chicago
-FOREX:
il mondo valutario da sempre ottimo termometro per il sentiment mondiale dei mercati finanziari, vede prese di profitto profonde sul dollaro americano, che ha dominato la scena per tutto il 2022, ed ora che si giunge alla fine di questo anno solare sembra opportuno prendere profitto e diversificare gli asset in portafoglio, con la rinascita dell’interesse verso valute come l’euro.
EURUSD
Incrementano le posizioni nette lunghe sulla moneta unica, con ben 112666 contratti long euro, rispetto ai precedenti 107599 contratti, mettendo in evidenza una spinta rialzista nell’open interest che dura da ben 9 settimane e che trova ora ampio riscontro nei prezzi di eurusd.
La spinta rialzista è ben visibile a tutti, e ora alle porte di 1.05 sembra essere necessario anche uno storno tecnico, che resta tuttavia opportunità per nuovi ingressi long potenzialmente sulle aree di 1.02 e 1.01 primi supporti tecnici da monitorare.
GBPUSD
Sebbene il sentiment resti ancora netto corto sulla sterlina, non possiamo non notare che l’interesse verso posizioni nette long sia in netto incremento da 4 settimane, portando la posizioni dei big player a -32834 contratti dalla massima esposizione netta corta di -51211 contratti vista al 21.10.2022.
Il quadro tecnico evidenzia anche in questo caso interessanti rialziste di gbpusd che dopo il break out di 1.1645 punta ora a 1.23 prima resistenza chiave, e sebbene la congiuntura macroeconomica del Regno Unito non sia certo la migliore sulla quale porre lo sguardo, dobbiamo considerare chele massicce prese di profitto sul dollaro stanno dando nuova linfa a tutte le altre majors, sterline comprese.
YEN
Riparte l’interesse anche per lo yen giapponese, dove i big players riducono ancora grandemente le posizioni nette short andando a -65842 contratti dai -102618 visti a metà ottobre.
Sebbene il posizionamento resti ancora pesantemente corto e la BOJ non abbia ancora dato il via ad un’inversione della politica monetaria, sembra ora per i big players essere di maggiore importanza un ribilanciamento dei portafogli a discapito del dollaro usa.
Il quadro tecnico di usdjpy inizia a vacillare nella sua tendenza rialzista, con un affondo importante sotto i supporti di 145.25 per approdare ora a 140.30 primo supporto di breve periodo, che potrebbe essere preludio dopo ritest di 145.25 a nuovi allunghi ribassisti.
AUDUSD
Non da meno le posizioni sul dollaro australiano che passano da -46683 a -44749 mostrando un interesse netto di 1934 contratti, segnale anche in questo caso di apertura dei portafogli verso nuovi asset dettando la fine della supremazia del biglietto verde.
Il quadro tecnico mostra un evidente dipartenza dai minimi di questo 2022° 0.62 e dopo la rottura delle resistenze a 0.6530 gli allunghi a 0.68 sembrano ora necessitare di respiri tecnici che aprono a possibili ingressi ancora in trend rialzista. Di lungo periodo.
USDINDEX
Prese di profitto per il dollaro usa, pertanto calano ancora le posizioni nette long sul futures dolaro che passa da 30193 contratti a a26854 confermando una netta inversione di tendenza per il biglietto verde che abbandona di fatto i suoi messimi e cerca ora un nuovo equilibrio nei portafogli dei big players.
Anche il quadro tecnico sembra essere molto chiaro con una struttura ora ribassista, dopo il break out dei supporti a 109. 50 e gli approdi a 105.25 , cercando ora dei ritest delle precedenti resistenze, che potrebbero offrire occasioni di ingresso ribassista a migliori prezzi per tentare rientri verso 105.00 figura prima e 101.25 poi.
-EQUITY:
Continua la divergenza tra i prezzi del comparto equity ed il posizionamento dei big players, che sebbene stiano cercando spunti per cavalcare il rally rialzista in atto, sembrano meno determinati di quanto si pensasse, con posizionamenti netti corti in aumento su tutti gli asset equity.
Se ci sarà o meno il rally di natale sarà davvero un mistero, e in ogni caso giustificare festeggiamenti rialzisti di potenziali rallentamenti economici messi in luce dai dati via via pubblicati sembra decisamente un contro senso, ma come ben sappiamo il rally di natale è in genere una pratica che ha ben poco a che fare con l’asseto economico degli USA.
S&p
Si vende ancora s&p con ben 202645 contratti netti corti, dando ancora fiducia all’idea di una potenziale recessione negli Usa in grado di rallentare l’economia a tal punto da mettere in seria difficoltà le aziende e la loro capacità di generare profitti.
Il quadro tecnico sebbene mostri interessanti ripartenze rialziste fino alle resistenze di 4020pnt, trova ora una fase di congestione con supporto a 0875 pnt, e solo una rottura ribassista di deetti livelli potrebbe riportare i prezzi sulle aree di minimo di questo 2022 passando per i 3700 pnt.
Tuttavia, se il rally di natale dovesse davvero compiersi, con l’aiuto di dati macro peggiorativi, allora la rottura rialzista di 4020 pnt potrebbe portare le quotazioni a 4173pnt.
COMMODITIES
Io mondo delle commodities festeggia la debolezza del dollaro usa, trovando nuova linfa, per iniziare un interessante rally rialzista, accompagnato da un ‘ottimo interesse long delle mani forti, che comprano dai metalli all’energy.
GOLD
Riparte l’interesse long per il gold, con un balzo a 126269 contratti long dai 82338 contratti precedenti, segnando forse il minimo open interest per questo asset, che ha pagato a caro prezzo la forza del dollaro e dei rendimenti obbligazionari.
Anche il quadro tecnico sembra dare buone speranze per un’inversione più duratura, e dopo il break out di 1725 $ ed il tentativo di approdo a 1800$ sembra ora voler impostare un nuovo trend rialzista, che dove trovare supporto nel ritest di 1723$
WTI
Inverte l’open interest anche sul wti, con posizioni nette long che ripartono a rialzo con ben 278267 contratti long, portandosi di fatto sopra la loro media a 20 periodi di 245533 contratti.
Sembra interessante il quadro tecnico che ferma le sue discese sul doppio minimo a 77$ per aprirsi a potenziali fasi di congestione e accumulo fino alle resistenze di 93$.
Sarà interessante osservare come i mercati si faranno trovare prima degli appuntamenti con le banche centrali per il termine di un interessantissimo 2022
buon trading
Salvatore Bilotta
Operatività intraday su S&P500 - Aggiornamento W3 NovembreIl mese di novembre, seppur con soddisfazione dal punto di vista dei risultati, per quanto mi riguarda si sta rilevando uno dei più complicati per l'operatività intraday su S&P500.
In particolare l'emotività del mercato porta a dei movimenti di difficile lettura che sicuramente i trader con maggior esperienza riusciranno a sfruttare, ma che per chi opera su Timeframe abbastanza lunghi per l'intraday (15 minuti/30 minuti) comportano l'accettazione di un maggior livello di rischio, che si ripercuote ovviamente sulla stabilità della equity line.
Mantenere gli stop troppo stretti in questa fase porterebbe ad innumerevoli falsi segnali, allargarli troppo invece potrebbe essere deleterio per le performance e per il rischio.
Come trader, non posso gestire il mercato, tantomeno i rendimenti ed allora mi focalizzo sull'unico elemento che posso controllare: il rischio. L'ammontare delle perdite che ritengo di poter accettare in ogni operazione ed in ogni giornata è probabilmente una delle poche variabili che è possibile tenere sotto controllo e che possono rendere la distribuzione dei profitti e delle perdite "psicologicamente" accettabile.
Come dicevo, al momento il mese di novembre mi porta un guadagno di circa 720 dollari.
- Guadagno lordo: 1997,46
- Perdita lorda: 1227,40
Nonostante il risultato positivo, sono meno soddisfatto dei mesi precedenti, perché non sono riuscito a mantenere un rapporto 2 a 1 tra i profitti e le perdite, ed il guadagno è frutto di una profittabilità (numero di trade chiusi in postiivo rispetto a quelli in negativo) superiore al 50%. E' una situazione nella quale non mi trovo "confortevole" in quanto sono abituato ad avere una minor profittabilità ma un miglior rapporto rischio rendimento.
Studierò attentamente le mie operazioni ed il mio diario per capire se si tratta di un "caso" , di condizioni di mercato diverse o di una variazione del mio approccio.
Altro elemento che non mi è piaciuto fino a questo momento è la presenza di due trade "outliers" sia in positivo che in negativo che rendono meno predittiva ed armonica l'equity line.
Tutto ciò premesso, in un precedente aggiornamento dicevo che mi sarei ritenuto soddisfatto se nel quadrimestre settembre/dicembre sarei riuscito a portare in profitto 3 mesi su 4. Al momento settembre, ottobre e novembre sono in positivo. Cercherò di proseguire su questa rotta, cercando di "difendere" il capitale il più possibile. Dopo 3 mesi di operatività su questo mercato, ho capito che la più grande dote è la difesa del capitale, anche se in condizioni favorevoli, non bisogna aver paura di "attaccare" e creare degli strappi in positivo sulla equity.
I 4.000 punti frenano l’S&P500, possibile correzione a breve?Settimana interlocutoria al momento a Wall Street, con gli indici azionari che hanno perso lo slancio della scorsa ottava ed ora si stanno muovendo in laterale.
Il future su S&P500 scambia ormai da diverse sedute tra il supporto di breve a 3.950 e la resistenza a 4.000 punti; la giornata di ieri è stata archiviata a 3.968 punti, mostrando un calo vicino allo 0.8%.
Lo spettro di una Fed ancora falco sta tornando pian piano a spaventare gli animi degli investitori, visto che le vendite al dettaglio di ottobre si sono confermate solide, con un aumento dell'1,3% rispetto al mese precedente a 694,5 miliardi di dollari; le attese erano per un +1,2%.
La numero uno della Fed di San Francisco tramite una dichiarazione pubblica ieri ha escluso categoricamente una pausa nel rialzo dei tassi.
Raphael Bostic, presidente della Federal Reserve di Atlanta, ha invece dichiarato che, nonostante ci siano segnali di un rallentamento dell’inflazione è necessario ancora mantenere una politica monetaria aggressiva.
Probabilmente comunque non assisteremo ad un rialzo da 75 punti base nella prossima riunione, con i consensi ora orientati su più rialzi da 50 punti base.
Da un punto di vista grafico dopo la candela rialzista ad ampio range del 10 novembre scorso, ora l’S&P500 sta attraversando una fisiologica fase di assestamento.
Il consolidamento sopra il supporto a 3.950 punti potrebbe essere visto come un segnale positivo, ma allo stesso tempo il rifiuto dei 4.000 punti in ben quattro occasioni potrebbe essere visto invece come un segnale negativo.
Su questi due livelli ritengo pertanto che si decideranno le sorti del mercato nel breve.
A supporto dell’arrivo di una correzione vi è il fatto che la dinamica di prezzo mostrata nelle ultime sessioni appare più come l’inizio di una fase distributiva, con il mercato che se dovesse rompere al ribasso i 3.950 punti completerebbe un modello testa e spalle di implicazione ribassista; inoltre il mercato si trova in una fase di ipercomprato di breve e potrebbe quindi essere necessaria una fisiologica correzione per riassorbire gli ultimi eccessi.
Tuttavia gli indici di Wall Street hanno mostrato forza relativa in aumento nelle ultime settimane e non è così scontato che ora il mercato debba arretrare in maniera significativa, perlomeno fino a che la volatilità implicita Vix si manterrà sui livelli attuali o comunque sotto quota 26.50 punti.
In caso di breakout al ribasso dei 3.950 punti sarà possibile assistere ad una correzione fino a 3.900 punti ed in estensione a 3.860 punti, livello dove ritengo che vi sarà occasione per rientrare in acquisto con un rischio più contenuto; l’obiettivo è un primo retest dei 4.000 punti mentre lo stop è a 3.750 punti.
In caso di ritorno del mercato sopra i 4.020 punti, confermato in chiusura di sessione, attendiamoci invece un allungo fino a 4.100, dove poi troviamo ulteriore area resistiva.
Ritengo comunque che il trend di foto su questo mercato sia ancora ribassista e solo una close settimanale sopra i 4.200 punti cambierebbe gli attuali equilibri.
L’INFLAZIONE CALA DAVVERO?IL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 16.11.2022
-CONTESTO
I mercati sembrano crederci, e non solo sperarci, ma essere oramai convinti che l’inflazione abbia raggiunto il Pivot e che stia ritornando verso i livelli prefissati.
Come ben sappiamo sono diversi gli indicatori macroeconomici che ci indicano lo stato inflattivo di un paese, e il solo IPC non è certo sufficiente a fotografare il quadro nel suo insieme, e sebbene i dati del Consumer Price Index siano già sufficientemente rincuoranti per chi spera in un giro di boa, ieri ci sono state buone conferme dal dato sui prezzi alla produzione. Il Producer Price Index ha confermato un calo importante nei prezzi a monte della filiera produttiva, che si assestano allo 0.2% su base mensile e all’8% dal 8.4% su base annuale.
Si continua quindi ad avere un dollaro debole, le prese di profitto dei giorni scorsi sembrano ora consolidarsi in assenza di motivazioni valide per andare nuovamente all’acquisto di dollari USA.
Usciti stamattina ore 8.00 i dati sull’inflazione UK che trova ancora nuovi massimi al +11.1% su base annuale e al 2% su base mensile, il che chiama ancora a gran voce l’intervento della BOE che dovrà intervenire in maniera aggressiva sul costo del denaro per cercare di arginare la corsa dei prezzi. I dati Uk di ieri sul mercato del lavoro avevano già gettato le basi per possibili aumenti dei prezzi, con una revisione a rialzo dei salari, indubbio sostegno ai consumi e alla domanda. Resta tuttavia stabile il dato core con un 6.5%.
Attendiamo per oggi i dati sull’inflazione in Canada ancora ferma ad un massimo del 6.9% su base annuale, e dato altrettanto importante per oggi pomeriggio le vendite al dettaglio USA per una foto allo stato di salute della domanda aggregata, nella speranza che un rallentamento nelle vendite al dettaglio possa essere ulteriore tassello da aggiungere ad un puzzle di rallentamento economico.
-FOREX
Il mondo valutario rimane con un carattere dollaro centrico ,e le attuali prese di profitto sul biglietto verde portano dollar index a quota 106.00 al test dei supporti chiave a 105.00trascinando cosi un buon 67% dei retail in posizione long, a caccia dei minimi di periodo. Come sempre il timing di ingresso resta la chiave del trading e sebbene il dollaro abbia visto già interessanti storni ribassisti dai minimi, sembra ora improbabile rivedere nuovamente i massimi di questo 2022 e andare a caccia di posizionamenti di lungo pro dollaro potrebbe non essere la strada migliore da intraprendere al momento.
Ovvia risposta per tutte le altre majors che consolidano sulle aree attuali, eurusd a 1.04 figura sembra non voler respirare dopo il forte rally rialzista delle ultime settimane, e si proietta nel caso verso 1.0615 prima e 1.08-1.0825 poi, con il mondo retail che segue la sua strada contrarian short con un 70% attuale di posizioni corte.
Anche per la sterlina si intravede una buona forza, con il mondo retail in posizione short al 57% dal 55% di ieri sul basket sterlina, e al 63% short su gbpusd sebbene faccia ora fatica a ritestare 1.20 resistenza chiave, oltre la quale troviamo 1.22 figura.
Equilibrio per lo yen, che dopo mesi di sbilanciamento short nei prezzi e long nel sentiment retail trova ora un 56% di posizioni lunghe per il mondo retail con usdjpy fermo sotto quota 140.00 figura senza ancora trovare spunti per allunghi ribassisti che potrebbero approdare a 132.00-131.50
Piu interessanti gli sbilanciamenti sul franco svizzero con un 84% di posizioni short sul basket , il che pone usdchf a ridosso dei minimi di periodo a 0.94 figura, incapace per ora di trovare spunti utili per storni degni di questo nome.
Anche le oceaniche partono a rialzo , con il dollaro australiano che spinge i retail ad un 84% short, dal precedente 77% di ieri, ora pronto audusd ad approdi verso le aree di 0.69 prima e 0.70 poi, in linea con la correlazione diretta classica con il dollaro neozelandese, che trova i retail al 78% short da un precedente 72%.
-EQUITY
Fermi sui massimi di periodo gli indici europei, che non trovano motivi validi per dare storni ribassisti in grado di aprire le porte ad ingressi in trend.
Il dax ancora fermo sulle aree di 14300 pnt non tenta approdi a 14000 pnt primo supporto di breve periodo , sebbene sarebbe ottimale cercare livelli migliori come 13600pnt.
Gli indici americani decisamente indietro rispetto all’Europa, si trovano ora al test dei 12140 pnt per il nasdaq livello inviolato, oltre il quale si aprirebbero le porte verso 12800pnt. Sebbene la nostra aspettativa di medio periodo resti moderatamente ribassista, sarebbe di maggiore interesse trovare dinamiche di prezzo sulle aree di 11400pnt.
-COMMODITIES
Fortissimo il gold, che non cede il passo nella sua corsa rialzista, attualmente a 1780$ sembra chiaramente proiettato ai 1800$ prima resistenza chiave dove sperare in qualche storno atto ad nuovi ingressi in trend. L’attuale rally dettato dalla debolezza del dollaro e dalla debolezza dei rendimenti obbligazionari di più ungo respiro sembra creare terreno fertile per una performance interessante per il trimestre in atto sul metallo giallo.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
I MERCATI STANNO MENTENDO?!Condivido con voi gli aggiornamenti relativi alle ultime due settimane "caldissime", con l'inflazione e la FED che ancora una volta fanno da protagonisti in una storia che difficilmente vedrà un lieto fine.
Con l'ultimo intervento del 2 novembre la FED ha confermato un ulteriore rialzo di 75 punti base, portando il tasso d'interesse al 4%.
I mercati subito dopo la conferma di un rialzo di 75 pb, ampiamente scontati in anticipo, hanno tirato un sospiro di sollievo, viste le forti preoccupazioni derivate dalla possibile finestra dei 100 punti base.
Powell, mezz'ora dopo dall'uscita dei dati, ha smorzato ogni ottimismo, parlando di un possibile atterraggio scomodo, fuori dai piani della Banca Centrale.
Il dollaro durante la scorsa settimana ha continuato a galoppare a rialzo, fino a quando i dati sull'inflazione non si sono presentati alle porte.
Le previsioni sul CPI americano di questo giovedì 10 novembre, vedevano un'inflazione scendere all'8,0% dall'8,2% precedente.
Con grande sorpresa il dato ha rotto le aspettative a ribasso, registrando un'inflazione headline al 7,7%.
All'interno dei mercati si sono generate grandissime volatilità, con gli indici azionari che hanno chiuso la giornata di giovedì con performance superiori al 5%.
I mercati obbligazionari sono esplosi a rialzo, con i rendimenti a 2 anni che sono scesi di oltre il 6%.
Le materie prime hanno registrato rialzi di oltre il 2%, così come il mercato valutario.
Nell'ultima giornata di contrattazioni, venerdì 11 novembre, i mercati spinti dall'ottimismo della giornata precedente, hanno continuato a rialzo, nonostante le banche americane fossero chiuse per il "veterans day".
La domanda sorge spontanea, gli investitori pensano che il peggio sia passato?
Andando ad analizzare diverse correlazioni e andamenti passati(1970-2022) qualcosa non torna, sia dal punto di vista dell'inflazione sia dal punto di vista delle performance dei mercati.
Analizzando il comportamento degli indici azionari rispetto all'aumento dei tassi d'interesse passati, possiamo evidenziare qualcosa di interessante.
Nel 1970, l'SP500 ha toccato il "fondo" nel momento in cui la banca centrale americana aveva già incominciato a tagliare i tassi, portati oltre l'8% per quasi un anno.
Nel 1974 si ripropone la stessa situazione, così come nel 1982, 2000, 2008 e 2020.
Attualmente la banca centrale americana, con il rialzo dei tassi d'interesse non ha ancora raggiunto il target finale e i primi tagli sono previsti a settembre del 2023.
Questo ci può indicare che la fase attuale dei mercati azionari sia esclusivamente un ritracciamento in cerca di ulteriori investitori euforici pronti a comprare.
Continuiamo la nostra analisi andando a prendere la correlazione tra il tasso di disoccupazione e gli indici azionari.
Nel 1970 mentre i mercati stavano registrando i minimi annuali, il tasso di disoccupazione stava salendo velocemente, arrivando a toccare il 6,2%.
Nel 1974 lo scenario è lo stesso, mercato azionario che registra i minimi di oltre 20 anni e tasso di disoccupazione che segna il 9%.
Nel 1982,2000, 2008 e 2020 la situazione è sempre la stessa.
Andiamo ora a prendere lo scenario dei giorni nostri.
Il tasso di disoccupazione si trova ai minimi storici, quindi una situazione completamente disallineata da quello che i dati storici ci hanno mostrato.
Non dimentichiamo che durante la scorsa settimana si sono tenute le votazioni di midterm in America, dove sappiamo, sempre dalle fonti passate, che i mercati in questo periodo tendono ad avere dei ritorni positivi.
Un'altra correlazione che sicuramente non dobbiamo dimenticare è quella tra inflation rate e andamento delle materie prime.
Le materie prime influiscono sul calcolo del CPI finale in quanto portando pressioni inflazionistiche sui prezzi alla produzione, di conseguenza portano un aumento dei prezzi per il consumatore.
Nelle ultime settimane il DJP ha recuperato terreno a rialzo, questo potrebbe comportare ulteriori pressioni inflazionistiche nelle prossime letture.
L'idea che mi posso creare da queste analisi è che la FED, probabilmente, non avrà intenzione di essere più accomodante finchè le materie prime e il tasso di disoccupazione non cambieranno rotta.
Una FED aggressiva potrebbe smorzare ogni tipo di ottimismo sui mercati, e questo potrebbe far scattare una forte vendita da parte degli investitori.
La fase euforica rialzista, a dicembre, con la riunione della banca centrale potrebbe avere fine.
Buon trading a tutti
M&A_Forex
S&P500. Operare sul supporto a 3800 in unione con USD/JPYSiamo all'indomani dell'elezioni USA di MidTerm, con i risultati sul Senato ancora in bilico che potrebbero cambiare le sorti del destino politico del Presidente Biden.
L'S&P 500 si trova in una fase di stallo, complice l'attesa per i risultati definitivi che usciranno dalle urne e l'apertura del mercato azionario in America. Per coloro che volessero operare di breve sull'importante supporto di area 3800 consigliamo di attendere le conferme sulla continuità del trend rialzista, guardando anche ai movimenti di USD/JPY, i cui andamenti sono direttamente correlati in questa precisa fase storica di rialzi dei tassi oltre oceano. Il supporto dell'SP500 a 3800 è ben delineato dalla trend line discendente tracciata a partire dai massimi del 16 agosto, e successivamente rotta al rialzo e al ribasso (mai banalmente, grazie alla conferma dei pull-back) tra fine ottobre scorso e l'inizio novembre. Solo una mancata rottura della resistenza di area 146Y di USD/JPY, individuata dal passaggio della trend line rialzista tracciata a partire dai minimi del 5 ottobre, confermerebbe l'atteggiamento risk-on sui mercati azionari, supportando la tenuta di area 3800 du S&P500.
RALLY DI NATALE VS BEAR MARKETIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 09.11.2022
-CONTESTO
Prosegue la salita del comparto equity ancora in scia con l’euforia degli operatori pronti a godere del rally di natale, una finestra atta a mostrare conti e bilanci in ottimo stato o almeno al meglio possibile, per godere di premi e benefit, finestra che molto spesso porta a chiusure e ricoperture di posizioni che hanno generato grande profitto nell’anno, i grandi fondi e le case di investimento che hanno goduto del bear market prendendo posizioni corte vogliono giungere alla conclusione di questo anno senza perdere i vantaggi delle performance realizzate e questo giustifica prese di profitto e ricoperture che generano salite dei mercati azionari sebbene in pieno bear market.
Le attese nel breve periodo si focalizzano sul dato di domani dell’inflazione USA, dato che potrebbe generare non poca volatilità , partendo dal dollaro americano per finire al comparto azionario.
In caso di un dato ancora tonico, con un’inflazione sostenuta sia nel dato core che nel dato generale, si potrebbe assistere a nuove vendite di azionario sul timore di una FED con tassi diretti al 5%, dando cosi nuova linfa a quello che resta ancora un chiaro bear market!
La fase di ribassi dei mercati non è terminata, e l’idea di proiettarci ora verso i massimi annuali sembra a dir poco irrealizzabile, considerato l’attuale fermo produttivo della Cina, un’Europa ancora in stallo sulla questione energetica, il Regno Unito in fase di recessione e l’America che inizia a vacillare anche nel mondo del lavoro.
Rimaniamo dunque con i piedi per terra e valutiamo con molta attenzione il ritmo del mercato , prendendo l’attuale salita per quella che è.. un buon rally di fine anno, ma certo al momento non possiamo parlare di inversione in Bull Market.
-FOREX
Il comparto valutario si adegua al risk on, e trova finalmente prese di profito nel dollaro americano che si porta al test dei supporti a 109.75 dove l’eventuale break out potrebbe dare vita a ribassi più poderosi fino anche 107.75 prima e 105.00 figura poi, senza tutavia poter annunciare la fine di un trend rialzista per il biglietto verde che troverebbe solo una fase di equilibrio.
Il mondo retail si adegua rapidamente con un 65% di trader in posizione long, pronti a dare la caccia ai minimi , incuranti di scegliere un timing adeguato.
La risposta delle altre majors non tarda ad arrivare e la partenza rialzista dell’euro ne è la conferma.
Grandi posizionamenti long dei non commercials sui futures davano già chiara idea della forza che avrebbe potuto esprimere l’euro e cosi su una fase rialzista che porta eurusd a 1.0095, pronto a nuovi allunghi rialzisti fino alle aree di 1.0180 il mondo retail prende posizione corta, in chiaro mean reverting con un 70% di posizioni contrarian.
La’ttuale debolezza del dollaro americano si evidenzia anche su asset come usdcad , che dopo la formazione grafica di un ottimo testa spalla, sembra essere giunto al break out della neckline e con un 71% di retail in posizione contrarian long sembra avere possibilità di allunghi ribassisti fino 1.3210.
Anche usdchf mostra la debolezza momentanea del biglietto verde, aggredendo i supporti a 0.9850 pronto per allunghi in trend ribassista con un 71% di retail short, segnale di potenziali allunghi in trend ancora fino 0.9780.
-EQUITY
Indici americani che provano ad allungare a rialzo , ma come detto non crediamo in una netta inversione di tendenza dato la congiuntura macroeconomica mondiale, ma confidiamo in una fase laterale che dia modo di riposizionare portafogli e posizioni per il termine dell’anno solare.
Il comparto tech si mantiene intorno agli 11000 punti e solo allunghi fino 11600 e 11800 potrebbero decretare un vero movimento rialzista in grado di mettere in crisi la struttura a massimi e minimi decrescenti dell’attuale bear market.
Decisamente piu tonico il comparto europeo che gode ora di un vantaggioso tasso di cambio e invoglia gli investitori a cogliere l’occasione di rivalutazioni sia negli asset azionari, quanto nel cambio valutario eurusd. Gli attuali livelli di prezzo di 13600pnt, non trovano grande supporto nei dati macroeconomici , pertanto non siamo inclini ad acquisti di equity europea, ma ci limitiamo a monitorarne l’andamento per cogliere eventuali nuovi ingressi al ripresentarsi delle dinamiche bear market.
-COMMODITIES
Tra le commodities monitoriamo il gold, che ora vive fase di splendore grazie al dollaro debole e ad un freno nei rendimenti obbligazionari. Non escludiamo un 2023 brillante per questo asset, sebbene l’inflazione possa essere in calo, la discesa del dollaro ed eventualmente il calo nei rendimenti obbligazionari mondiali potrebbe dare nuova linfa ad un asset che ritroverebbe posto nei portafogli degli investitori.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
SI DANZA TRA SPERANZA E PAURAIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 07.11.2022
-CONTESTO
Inizia una nuova ottava di contrattazione, che avrà come focus ancora una volta i dati sull’inflazione americana, attesi per giovedi prossimo.
Delicato l’equilibrio attuale dei mercati, che oscillano tra i rialzi guidati dalla speranza di un giro di boa delle banche centrali, supportati dai dati di una disoccupazione in aumento e le notizie di tagli ai dipendenti da parte delle grandi aziende americane come Meta, ed Apple che ha annunciato la riduzione di produzione di IPhone, e dall’altro lato i ribassi dominati dal timore che l’inflazione possa non essere giunta al suo massimo e che la FED possa portare i tassi di interesse verso i massimi del 5%.
Sarà dunque decisivo il dato di giovedi per proiettarci verso la riunione della FED di dicembre con le idee più chiare su quelle che potrebbero essere le prossime decisioni di Powell.
-FOREX
Il mercato valutario mostra i primi segnali di una possibile inversione della super forza del biglietto verde, che sebbene resti ancora preda delle dichiarazioni future della FED, trova ora prese di profitto importanti da parte delle mani forti e posizionamenti invece lunghi da parte dei traders retail che si portano al 57% long sul basket dollari.
L’inversione di sentiment sul dollaro condiziona special modo la moneta unica, dove i retail si portano al 64% short, con l’appoggio delle mani forti che si posizionano invece netti lunghi con oltre 100 000 contratti, segnale importante per eventuali ripartenze rialziste.
La debolezza del dollaro e la forza dell’euro portano eurusd alle porte della parità a quota 0.9990, pronto per allunghi rialzisti più importanti fino alle aree di resistenza poste a 1.0095 prima e 1.0180 poi.
Anche le sterline vedono un avvio di ottava brillante, con gbpusd che attacca 1.1460 prima resistenza lungo un eventuale cammino rialzista, in attesa che il giorno 17 il nuovo PM esponga i dettagli di quello che sarà il nuovo piano fiscale per il Regno Unito. Il posizionamento retail resta tuttavia pesantemente long con un 68% di rialzisti sul basket sterline, ed un più modesto 51% long su gbpusd.
Ancora stabilmente long i retail sullo yen con un 62% di posizioni rialziste, che attendono i segnali chiari della BOJ per inversioni nette del percorso della valuta nipponica.
Interessante la pressione ribassista dei retail sul dollaro neozelandese che vede i retail al 74% short, rispetto al 69% di venerdi, segnale chiaro di potenziali allunghi rialzisti oltre le attuali resistenze poste a 0.5950, per tentare approdi fino alle aree di 0.60 figura prima e 0.6150 poi.
-EQUITY
Il comparto azionario trova l’europa in grande forma, tanto da generare performance settimanali e mensili di gran lunga superiori a quelle americane. Il comparto equity Usa resta maggiore preda delle incertezze sul futuro delle politiche economiche e di quanto la congiuntura macroeconomica possa reggere l’urto di continui rialzi tassi.
Il nasdaq punta ora tuttavia a rompere le resistenze poste a 10940 pnt per tentare allunghi verso 11000 prima e 11200 poi.
Anche SP500 sembra aver trovato una impostazione rialzista più chiara e punta ora ai 3800 pnt pronto per allunghi rialzisti fino 3850 pnt.
-COMMODITIES
Il mondo delle commodities trova il gold in grande spolvero, sia per la debolezza della moneta unica che per il rallentamento nella corsa a rialzo dei rendimenti obbligazionari.
Ci troviamo ora a ridosso delle resistenze a 1680$ ed in caso di break out rialzista potremmo assistere ad allunghi maggiori fino 1723$ prima e 1754 poi.
Vedremo la partenza di questa ottava con l’arrivo degli americani in una sessione comunque prima di grossi market movers
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
“IO SPERIAMO CHE LA DISOCCUPAZIONE SALE!”IL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 04.11.2022
-CONTESTO
Volge al termine un’ottava di contrattazioni incentrata ancora una volta alle banche centrali, prima l’RBA con un rialzo timido di 25BP, poi la FED super hawkish con un rialzo da 75Bp e apertura a ulteriori spinte rialziste anche per la riunione di dicembre 2022, e ieri infine la BOE che segue i cugini americani in un rialzo da 75Bp per contrastare l’inflazione dilagante.
Diverse le economie in esame e diverse le congiunture macroeconomiche dei tre blocchi in esame, da un lato l’America , con una congiuntura ancora robusta, forte domanda aggregata, e disoccupazione ai minimi storici, e sebbene i PMI mostrino un settore manifatturiero in rallentamento , le vere ripercussioni nell’economi a reale sembrano tardare ad arrivare, il che da spazio alla FED di agire con energia al rialzo tassi per contenere un’inflazione record che resta priorità assoluta per la banca centrale anche a costo di eventuali recessioni.
Dall’altro lato il Regno Unito, decisamente più fragile, in chiara recessione, con un’inflazione oltre il 10% forte deficit di bilancio, e una BOE ancora più aggressiva della FED se si considera l’inizio delle vendite nette di obbligazioni sovrane già messo in atto in questa settimana. Oltre a dover contrastare un’inflazione record con politiche economiche rigide ed aggressive, il Regno Unito si troverà a fare i conti con politiche fiscali pressanti per imprese e famiglie nel nuovo piano introdotto dal cancelliere Hunt e dal nuovo PM Sunak, ma sembra essere un male necessario.
Cosi con due politiche ugualmente aggressive, da un lato il dollaro si rafforza e dall’altro la sterlina si indebolisce!
La fiducia nell’economia americana resta da sempre un mantra nelle serie storiche di recessione mondiale, mentre la difficile congiuntura UK mette seri dubbi sui tempi di uscita dalla fase di recessione, il che porta molti investitori fuori dagli asset UK
Sebbene le decisioni siamo chiare da parte delle banche centrali, oggi avremo focus sul mondo del lavoro USA, e mai come prima le speranza sono riposte in una salita della disoccupazione!
Per quanto possa sembrare assurdo, ma gli operatori ben sanno che l’unica strada per vedere calare l’inflazione Usa e quindi sperare in una Fed meno aggressiva, è riposta solo ina disoccupazione in aumento, così da colpire pesantemente i consumi e la domanda aggregata.
Se questo circuito non inizia la sua ruota, difficilmente la morsa della FED si allenterà, pertanto … io speriamo che la disoccupazione aumenta!
-FOREX
Il mondo valutario resta incentrato al dollaro centrismo, con il biglietto verde che non trova ora la forza necessaria a rompere a rialzo le resistenze chiave poste per dollar index a 113.50 prima e 114.75 poi, rimanendo all’interno di un canale lateral ribassista che lascia pensare ad un dollaro stanco e prnto a maggiori prese di profitto. Il mondo retail che ha venduto in mean reverting la salita degli ultimi giorni, si porta al 63% short dal 60% di ieri sul basket dollari.
Lo sbilanciamento è evidente su tutte le majors, con eurusd con i retail al 64% long dal 59% di ieri , cosi come il cable con un 64% long dal 53% di ieri.
Salgono anche usdchf e usdcad, che vedono ingressi contrarian per i retail al 74% short per usdchf e al 62% su usdcad, entrambi gli asset su interessanti aree di resistenza, che se rotte a rialzo potrebbero dare importanti allunghi rialzisti in scia con la forza del biglietto verde.
-EQUITY
Il comparto azionario a partire da quello americano, sembra aver già esaurito il pessimismo seminato dalla FED due giorni orsono, e sebbene i mercati siamo tornati non lontano dai minimi di questo 2022 non pare esserci ulteriore spinta ribassista in questa sessione europea tale da garantire allunghi oltre i minimi.
Il nasdaq ha trovato supporto a 10700 pnt, e al momento fativa a rompere detto supporto e guarda con simpatia ai massimi di 10900 prima e 11000 poi.
Anche l’SP500 al momento segna candela inside nei prezzi di eri compresi tra 3700 e 3800 pnt, senza dare ulteriori indicazioni di trend.
Il dax che sembra essere uno degli indici mondiali migliori tiene le aree di massimo relativo a 13300 pnt, puntando alle resistenze di 13440 pnt.
-COMMODITIES
Il mondo della commodities è nel suo insieme senza direzionalità ancora con candele nettamente inside su base daily, a aprtire dai metalli con il gold fermo a 1646$ sopo il test dei minimi a 1620 non ha trovato forza per rompere a ribasso i minimi e allungare verso nuovi lidi.
Spolvero per il comparto energetico con il wti che recupera area 90$ e sembra voler attaccare 93$ prima vera resistenza di questo asset, mentre resta decisamente inside il NGAS che resta fermo a 6.25$ e solo una ripartenza oltre i 6.40$ potrebbe dettare una vera e propria ripartenza rialzista
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Attesi oggi i dati sull’occupazione USA, con la speranza di veder salire la disoccupazione oltre l’attuale livello di 3.5% per sperare in un raffreddamento dell’economia USA
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
LA FED RESTA HAWKISH E IL DOLLARO RIPARTEIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 03.11.2022
-CONTESTO
Tutto come da attese per la riunione di ieri della FED che ha portato il costo del denaro al 4% con un rialzo di 75Bp. Un dato già scontato che ha poco sorpreso i mercati e gli operatori che guardavano con maggiore interesse alle dichiarazioni di Powell per le future decisioni della FED nella speranza che a Dicembre e poi per il 2023 si potessero aprire spiragli da colomba nelle politiche economiche, confermando cosi il rally di speranze rialziste che aveva guidato il mercato negli ultimi giorni, ma nostro malgrado cosi non è stato!
Powell fermo nella sua linea ha dichiarato che non è ancora giunto il momento di parlare di tagli dei tassi, che l’obbiettivo resta contenere l’inflazione , senza se e senza ma, e al momento non ci sono evidenze che l’inflazione stia regredendo, come mostrano i dati del PCE e IPC core.
Sebbene abbia accennato che alla prossima riunione di Dicembre saranno rivalutati i dati della congiuntura macroeconomica al fine di prendere le migliori decisioni, non si è mostrata nessuna vera porta di speranza rialzista per l’economia che trona ad essere sotto pressione dalla banca centrale americana.
Torna cosi la forza del dollaro americano già ieri sera al termine della conferenza stampa e come da copione le borse sono crollate, in un gelo di speranze distrutte che avevano giudato l’anomalo rally delle ultime sedute, portando cosi ancora una volta gli indici americani non lontano dai minimi di questo 2022.
La palla ora passa alla BOE che oggi è chiamata alla decisione dei tassi di interesse, e il copione sembra essere il medesimo, ovvero la necessaria lotta all’inflazione, il bisogno di portare i tassi sui massimi degli ultimi 30 anni, con un rialzo da 75BP, tuttavia la differente congiuntura economica del paese, molto più fragile e preda delle prossime politiche fiscali di Hunt e Sunak, potrebbe indurre la BOE a decisioni più morbide, con rialzi di soli 50Bp, ma anche in questo caso le speranze restano tali e solo dopo aver letto i dati e ascoltato Baily potremmo davvero definire il futuro della Sterlina
-FOREX
Il comparto valutario non poteva che trovare nuova forza da aprte del dollaro usa, che torna ad aggredire le resistenze a 112.50, guardando ancora con simpatia a 113.50 prima e 114.50 poi, trascinando inesorabilmente il mondo retail in posizioni di mean reverting short al 61%, segnale di potenziali allunghi rialzisti.
La risposta delle majors non è tardata ad arrivare, giu euro, sterlina ed oceaniche senza freni.
Eurusd torna ad aggredire i supporti a 0.98, per puntare ai minimi di 0.9750 prima e 0.96 poi, con i retail che si portano al 60% long, a caccia dei minimi come da copione.
Medesimo scenario per la sterlina, che in termini percentuali perde anche di più, portando il cable a 1.1350 in un chiaro trend ribassista composto da massimi e minimi decrescenti netti, con i retail che incalzano gli acquisti con un 54% long
Torna la forza dello yen giapponese che a sorpresa reagisce dai minimi e tiene il passo con il dollaro USA mantenendo grande stabilità per usdjpy a 147.75, e mostrando forti prese di profitto per il mondo retail sul basket yen che passa al 57% long dopo lunghe esposizioni oltre il 60%, segnale che il sentiment potrebbe ben presto invertire su possibili rialzi dello yen, quindi massima attenzione per questo asset.
Cadono anche le oceaniche, con il dollaro australiano che arriva a 0.6325 pronto per nuovi allunghi ribassisti fino alle aree di 0.6250-0.62 figura e con i retail che spingono contrariana al 74% long a caccia dei minimi su questo basket.
Sebbene nzd sia più tonico di australia , ben poco può fare contro il biglietto verde e inizia cosi a cedere terreno testando le aree di 0.58 figura prima e aprendosi ad affondi verso 0.5750 con i retail ancora esposti short al 74% sul basket , mentre per il cambio contro dollaro non resistono alla tentazione di posizioni mean reverting e si portano al 53% long.
-EQUITY
Ben poco da fare per il comparto equity, deluso ampiamente da Powell, che distrugge le speranze rialziste e porta il Nasdaq nuovamente sotto quota 11000 pnt a 10900 pronto per nuovi allunghi ribassisti verso i minimi di questo 2022
Medesimo quadro per l’s&P che rompe di forza i minimi di 3780 pnt e parte ora per un nuovo rally ribassista a caccia dei minimi di 3640 pnt
Borse europee più toniche , con il dax on lontano dai massimi di 13400 a 13150 pnt, mostrando chiaramente gli effetti benefici di una politica ancora meno aggressiva della BCE, che resta molto dietro la curva e dietro il faro mondiale che è la FED
-COMMODITIES
Nulla da fare per i metalli, a partire dal gold che soffre la duplice forza del dollaro e del comparto obbligazionario ancora in grande spolvero, pertanto si attaccano i supporti a 1630$ pronti ad approfondire i 1620 prima e 1610 poi
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Attesi per oggi i dati UK, pmi in primis e poi indiscussa attenzione alla BOE e alle decisioni sui tassi di interre per le 13.00 di oggi.
buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta Trader
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