Stoxx 600 - Momentum sempre più incertoL'indice europeo viene fermato per l'ennesima volta dalla resistenza di 525 ed oltretutto con volumi e volatilità in compressione anche se dal punto di vita volumetrico permane una leggera tendenza 'distributiva' in sottofondo. Si conferma la lateralità del movimento in assenza di spunti rilevanti, del cosiddetto 'catalizzatore' che possa spingere le quotazioni a rompere con decisione al rialzo quota 525. Negata anche la trendline ascendente iniziata il 5 agosto che rende la situazione ancora più ingarbugliata. Teoricamente tutti questi fallimenti di break-up potrebbero significare uno storno imminente, con le trimestrali in arrivo che da tenere sotto controllo e la stagionalità che però solitamente presuppone un trend rialzista da qui a fine anno. I livelli di supporto restano 510-495-480 con trend e momentum di breve in deciso stallo
mentre sul weekly permangono alcune divergenze col trend che resta comunque positivo. Gli indici americani S&P500 e Nasdaq100 si mantengono sui massimi mentre il DJ accenna ad uno storno più marcato. Momento di indecisione confermato anche dai modelli di gestione di portafoglio, con quello standard che diminuisce ancora la quota azionaria al 68% mentre la versione a breve la mantiene al 74%. L'analisi settoriale conferma il momento positivo di Telco, Retail, Travel, Financials a cui si aggiunge il ritorno di Media ed il grande recupero di Industrials. Leggero cedimento per Insurance,Basic res e Banks mentre torna in negativo Chemicals e cede nettamente Constructions. Notte fonda per Health, Oil e Pers&Households mentre sembrano aver trovato un livello di consolidamento Auto e Technology. Anche dal punto di vista settoriale si nota l'assenza di un trend di fondo col recupero dei ciclici se si è fermato. Per i bond il pullback sembra essersi fermato ma il trend di breve resta negativo, nell'ambito comunque di un più ampio moviemento che si mantiene positivo..
Stoxx600
Stoxx 600 - Ancora sui massimiQuesta settimana l'indice tocca ben due volte la resistenza di 525 ma la seduta di venerdì si ferma proprio su questo livello senza riuscire a superarlo. Al momento viene recuperata la trendline ascendente iniziata il 5 agosto rettificando l'angolo di salita con 3 minimi crescenti che fanno presupporre che ci possa essere la rottura definitiva al rialzo di questo movimento laterale che dura ormai da diversi mesi. Al contrario gli indici americani S&P500 e DJ fanno segnare nuovi massimi mentre il Nasdaq si riavvicina al massimo assoluto del 10 luglio. La stagionalità (ottobre, mese solitamente non eccezionale, sta finendo) dovrebbe aiutare i mercati a guadagnare nuovo slancio ma serve prestare attenzione anche alla stagione delle trimestrali appena iniziata. Un ulteriore supporto potrebbe arrivare dal DAX che sta segnando nuovi massimi assoluti. Inalterati i livelli di supporto a 510-495-480 con area 525 che si conferma come resistenza di grande tenuta. Positivi trend e momentum per I vari timeframes ma la forza del trend di breve non è ancora evidente e sul weekly ci sono divergenze ribassiste cogli indicatori. A conferma della fase di indecisione il modello di gestione di portafoglio diminuisce la quota azionaria al 74% e lo stesso fa la versione a breve sempre al 74%. L'analisi settoriale riporta in auge Telco e Retail ed evidenzia un buon momento per Insurance e Financials mentre mantiene positive Industrials, Banks, Retail, e Travel. Cedono un po' Constructions, Utilities e Real Estate mentre sono ancora negative Auto, Health Care, Oil&Gas e Technology. In miglioramento Basic Res, Chemicals, Food e Pers&Households. Sembra ci sia una certa rotazione settoriale verso i settori più ciclici ma la negatività di Auto e Technology pesa molto. Per i bond continua il pullback con prese di profitto consistenti rendendo il trend di breve negativo.
Stoxx 600 - Falso breakout?Dopo il massimo assoluto (528.68) della settimana scorsa l'indice rientra nel noto trading range inanellando 4 sedute negative fermandosi venerdì in area 515 e rompendo al ribasso la trendline ascendente iniziata il 5 agosto. Sembra confermata la grande indecisione sul mercato che da una settimana all'altra cambia prospettiva e non riesce a dare un segnale deciso di direzionalità. L'indice europeo ritorna inoltre a perdere forza relativo con lo S&P che si mantiene invece sui massimi assoluti come il Nasdaq che si conferma sui massimi di breve periodo (dopo aver rotto al rialzo la trendline iniziata l'11.7). La stagionalità (solo ottobre non è sempre favorevole) dovrebbe dare nuova linfa alle ambizioni rialziste ma al momento siamo ancora in fase di transizione. Anche il Dax potrebbe evidenziare un buon supporto in quanto sull'indice tedesco il breakout del trading range sembra invece confermato.
I livelli di supporto ritornano 510-495-480 con area 525 che si conferma come resistenza di grande valore. I vari timeframes mantengono trend e momentum positivi ma torna a latitare la forza del trend di breve che non dà segnali di progresso. Il modello di gestione di portafoglio aumenta comunque la quota azionaria all'84% accompagnato da quello a breve che la alza all' 89%. L'analisi settoriale conferma i cedimenti per Telco, Real Estate, Insurances ed Utilitiee ai quali si aggiunge Banks mentre reggono Retail e Travel; Constructions ,Financials ed Industrials restano in positivo con l'aggiunta di Pers&Househ(Luxury in grande spolvero) e Chemicals; si conferma in grande miglioramento Basic resources. In leggero miglioramento anche Technology ed Oil mentre restano negativi Health, Media e Auto. Inizia ad intravedersi una rotazione settoriale verso i settori più ciclici ma pesa l'assenza di Auto e Technology tra i settori trainanti.Per i bond arriva il momentaneo pullback con probabili prese di profitto dopo il deciso movimento al rialzo delle ultime settimane; il trend rialzista rimane comunque in essere.
Stoxx 600 - 27.9 Massimi assoluti in chiusura di settimana Le misure di incentivo varate dalla Cina sembra inizino a stravolgere la narrativa sin qui seguita in Europa. L'indice nega il reversal di venerdì scorso ed in chiusura di settimana tocca un nuovo massimo assoluto (528.68) uscendo momentaneamente dal trading range che durava da svariati mesi, al momento anche con conferma volumetrica. Inoltre si riallinea allo S&P, che da oltre una settimana è al disopra del trading range 5645-5390 anche se iniziano a vedersi prese di profitto ed un momentum poco incisivo. Il Nasdaq dopo aver rotto la trendline negativa iniziata l'11.7 con secondo punto al 22.8 sembra avviato a riportarsi ai massimi del 10 luglio. Tornando all'Europa si tratta ora di capire se inizierà una nuova fase rialzista (al momento il trend di breve sta riguadagnando forza e direzionalità); anche la stagionalità sembra propendere a favore di questa tesi (statisticamente gli ultimi mesi dell'anno sono favorevoli alle borse).
I livelli di supporto diventano ora 525 e 510-495-480; scolasticamente i primi obiettivi di prezzo dovrebbero essere 540 e poi 565. I vari timeframes evidenziano trend e momentum positivi con forza del trend di breve in aumento. Il modello di gestione di portafoglio riflette questa sterzata in positivo ed aumenta la quota azionaria al 79% con quello a breve che la rialza in maniera decisa al 84%. L'analisi settoriale evidenzia i primi cedimenti per Telco, Real Estate, Insurances ed Utilities mentre reggono Retail e Travel; tornano in positivo Banks, Constructions ,Financials ed Industrials e lasciano la fase negativa Pers&Househ(Luxury in grande recupero ha dato un forte apporto), Chemicals e Basic resources. In leggero miglioramento Auto e Technology mentre restano negativi Health, Media e Oil&Gas. Per i bond continua la fase di consolidamento nell'ambito di un trend ascendente che non dà segni di cedimento. Attenzione al Copper che sembra riprendere la sua corsa al rialzo a conferma di un mutato sentiment.
Stoxx 600 - Chiusura al 20.9 con massimi non rinnovati. Nella settimana del primo taglio dei tassi da parte della FED l'indice europeo non riesce a rinnovare i massimi toccati il 30.8 ed anzi la chiusura di venerdì dà un segnale reversal che non promette nulla di buono (venerdì era anche la giornata delle 3 streghe, scadenza tecnica delle opzioni). Nell'ambito della fase laterale in corso viene inoltre creato un massimo relativo inferiore che denota la difficoltà del momento (evidenziata dal ribasso dei settori auto, tech e lusso), confermata anche dalla rinnovata perdita di forza relativa rispetto allo SP500. L'indice americano segna nuovi massimi e si mantiene in ottica rialzista, anche se emergono divergenze con gli indicatori di momentum. il Nasdaq rompe al rialzo la trendline negativa iniziata l'11.7 con secondo punto al 22.8 anche se serve una conferma nei prossimi giorni. Tornando all'Europa continua a mancare direzionalità e forza del trend mentre volumetricamente nel breve sembra essere in atto una piccola fase distributiva. Confermati tutti i livelli sinora rilevati: resistenza di area 525 e supporti a 510-495-480 e la grossa area volumetrica intorno a 453-465. I trend dei vari timeframes rimangono positivi insieme al momentum ritornato positivo; ancora scarsa forza del trend sul breve-medio periodo col weekly ancora sopra la SMA40. Attenzione però al modello di gestione di portafoglio che abbassa la quota azionaria al 63% mentre quello a breve la rialza al 68%. Per quel che riguarda i settori ancora sugli scudi Telco, Real Estate, Insurances, Utilities, Retail, a cui si aggiunge Travel&Leisure. Constructions e Financials restano un gradino sotto a cui si aggiunge Chemicals in continuo miglioramento; Health torna nei Lagging mentre si conferma il momento molto negativo per Auto, Oil&Gas, Pers&House(Luxury) e Tech con il Food che ritorna in negativo. I bond continuano ad essere in positivo anche se in questo momento sembrano prendersi una pausa di consolidamento.
Stoxx600 - Chiusura al 13.9 sempre nella terra di mezzoRimbalzo dell'indice dal supporto di 510 che dimostra una certa forza e conferma al momento l'incapacità di intraprendere una qualsiasi svolta direzionale che ridia impulso ai movimenti. Continua pertanto la fase laterale che dura ormai da circa 6 mesi che, anche volumetricamente, non dà segnali nè in positivo nè in negativo (anche gli indicatori confermano questa fase di stasi). Confermati tutti i livelli sinora rilevati: resistenza di area 525 e supporti a 510-495-480 e la grossa area volumetrica intorno a 453-465. I trend dei vari timeframes rimangono positivi col momentum che però si mantiene negativo; ancora scarsa forza del trend sul breve-medio periodo col weekly ancora sopra la SMA40. Lo S&P 500 ha invece evidenziato un rialzo più marcato riportandosi a ridosso dei massimi e riguadagnando un po' in forza relativa mentre il Nasdaq si porta a ridosso della trendline negativa iniziata l'11.7 con secondo punto al 22.8. Il superamento di questa trendline potrebbe significare la momentanea fine delle difficoltà del settore Tech. Il modello di gestione di portafoglio mantiene la quota azionaria al 73% mentre quello a breve la riporta al 63%, confermando la grande incertezza del momento. Settori anticiclici ancora sugli scudi con Telco, Real Estate, Insurances ed Utilities, a cui si aggiunge Retail mentre esce Health dal gruppo dei positivi. Constructions e Financials restano un gradino sotto, migliora Chemicals che però non è ancora positiva mentre è notte fonda per Auto, Oil&Gas, Pers&House e Tech. Da tenere sempre in considerazione una debolezza diffusa di forza del trend. I bond mantengono una view positiva con buone probabilità di un ulteriore passo in avanti.
Stoxx 600 - Il livello 525, massimo storico, respinge l'indiceAncora una volta l'indice viene respinto in malo modo dalla resistenza di area 525 per la quarta volta in 4 mesi, denotando, salvo notizie positive fuori dalle attese, l'incapacità di intraprendere ulteriori rialzi. Il ribasso, decisamente violento, sfonda area 510 e riporta l'indice nel range 510/495 vanificando in parte il buon recupero di agosto. In realtà siamo intrappolati in questo trading range da circa 6 mesi ed il segnale negativo che potrebbe porre fine a questo movimento laterale sarebbe il superamento del supporto di area 480 che potrebbe poi riportare l'indice in area 465 vanificando in pratica tutto il movimento rialzista iniziato a dicembre 23. I trend dei vari timeframes rimangono positivi ma il momentum è ora negativo; sul breve-medio periodo confermano scarsa forza del trend mentre sul weekly l'indice si mantiene sopra la SMA40. Lo S&P 500 sì è mosso in maniera simile evidenziando un doppio massimo che non promette nulla di buono mentre il Nasdaq conferma le difficoltà del momento riprendendo la discesa dopo il massimo decrescente. Il modello di gestione di portafoglio riduce ancora la quota azionaria al 73% come quello a breve che la riduce in maniera più decisa al 58%. Ancora in evidenza i settori anticiclici come Telco, Healthcare, Real Estate, Insurances ed Utilities, sia in un'ottica difensiva di portafoglio che in relazione agli imminenti nuovi tagli dei tassi ufficiali. Il resto dei settori è in grande difficoltà, coi più ciclici in fondo alla classifica. Anche qui però bisogna considerare una debolezza diffusa di forza del trend. Riprendono slancio i bond coi Treasuries che evidenziano forza e momentum positivi.
Stoxx 600 - Toccato il massimo storicoFinisce un'altra settimana rialzista con l'indice che tocca il suo massimo storico (526.66) salvo poi ripiegare in chiusura di giornata. Siamo ancora all'interno del trading range 510-526 con un movimento rialzista che dura da dieci giorni; volumi non eccelsi ma continui giornata dopo giornata con lo StochRSI ad 89 gg che si è riportato in territorio positivo. Stagionalità e volumi al momento lasciano qualche dubbio sulla reale possibilità di un breakup; anche il fatto che questo livello sia stato toccato 4 volte negli ultimi mesi dà la conferma della forza di questa resistenza. Si chiude il gap con lo S&P 500 che staziona praticamente sui massimi assoluti senza al momento accelerare al rialzo. In forte difficoltà il Nasdaq che fa un massimo decrescente, confermando il momento non positivo del settore tecnologico. I trend dei vari timeframes son tornati tutti positivi; quelli sul breve-medio periodo però evidenziano una scarsa forza mentre sul weekly l'indice si mantiene sopra la SMA40. Il modello di gestione di portafoglio riduce la quota azionaria al 76% mentre quello a breve la alza ancora e la porta al 74%. I settori anticiclici, Telco, Healthcare, Real Estate, Retail, Financials ed Utilities restano positivi mentre dimostra grandissima forza Insurance e recuperano un po' Banks e Constructions. Qualche settore ciclico dà segnali di miglioramento come Basic Resources, Chemicals e Auto; prematuro però parlare di svolta positiva. Tutti i settori però sono positivi in base al momentum a breve a parte Oil&Gas, Real Estate e Retail, con forza del trend per molti settori non molto alta. I bond stanno ancora lateralizzando; il trend rialzista resta pienamente confermato anche se in questo momento sono i Treasuries quelli che evidenziano un buon momentum.
Stoxx 600 - recuperata quota 500Chiusura di settimana con l'indice che recupera e consolida quota 500 arrivando a 511. A questo punto la domanda è: siamo stati in presenza di uno spike ribassista od è stato un allargamento del range laterale che dura ormai da diverse settimane? Siamo ad Agosto, mese che solitamente non è molto affidabile, e pertanto queste situazioni vanno un po' prese con le molle; la reazione c'è stata (sul daily la SMA200 ha fatto al momento da muro) ma nei prossimi giorni, se il livello di 500/510 sarà mantenuto, potremmo definire il movimento passato come un falso breakout (e solitamente dopo un falso breakout avviene un forte movimento in senso contrario). I trend di breve e medio sono negativi (il momentum a brevissimo però è tornano positivo) mentre resiste il trend di lungo col weekly che recupera la banda superiore di oscillazione della SMA40. Situazione invariata per S&P500 che ha solo il trend di breve negativo mentre quelli di medio e lungo restano positivi. Il modello di gestione di portafoglio rialza la quota azionaria al 84% (quella del momentum a breve rialza al 57%). L'andamento dei vari settori conferma la momentanea situazione positiva dei settori anticiclici rispetto a quelli ciclici. Svettano ancora Telco e Healthcare, recupera Retail e si mantengono Real Estate, Utilities, Insurances e Financials. I bonds confermano il trend rialzista.
Stoxx 600 - Punto critico raggiunto al 19.7Continua la fase di debolezza dell'Europa con lo Stoxx 600 che ritorna al livello critico di 510 (toccato già 3 volte) al di sotto del quale si aprirebbe una vera e propria fase correttiva (livelli a 495 e 481 come successivi step) che interromperebbe la fase laterale che dura da poco più di 3 mesi. Al momento nulla è compromesso e si può tranquillamente parlare di correzione di uptrend (mentre resta degna di nota la perdita di forza relativa rispetto allo S&P 500, la cui situazione, dopo la pessima chiusura di venerdì 19, desta un poi' di preoccupazione). Lo StochRSI ad 89 gg continua a restare in territorio negativo confermando la fase di debolezza. Dall'analisi multitimeframe al momento non emergono grossi impatti (gli altri trend più lunghi si mantengono tutti rialzisti ed anche la SMA40 con le relative bande di oscillazione è ben al di sotto dell'indice). I volumi confermano il momento di debolezza. Dall'analisi settoriale generalmente emerge un'assenza di trend marcati, coi momentum in fase di stanca. L'unico settore che dà un segnale di forza è quello delle Telco mentre dimostrano un buon momentum Banks, Construction e Health care. Qualche timido segnale da Real estate, Utilities e Financials. Ritorna in difficoltà Technology (che passa dal quadrante Leading a Weak). Il modello di gestione del portafoglio si mantiene forte con una percentuale da investire nell'ambito della quota azionaria del 100% del valore (che si abbassa all'89% se lo si riscontra col momentum a breve), mantenendo pertanto una view rialzista. Sia i treasury che il bund sembrano continuare la corsa al rialzo. Piccola curiosità: dal minimo del 2022 i settori che hanno corso di più sono Banks, Retail, Construction e Technology. Sono convinto che finchè i tassi ufficiali si manterranno copra il 2% il settore bancario manterrà la leadership. Nei sottosettori menzione speciale per le aziende collegate agli armamenti.
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare, investire o disinvestire.
STOXX 600 - Momentaneo stop al trend rialzista - DailyL'Europa questa settimana ha evidenziato alcune debolezze emerse dopo il risultato delle votazioni per il Parlamento Europeo. Lo Stoxx 600, mantenendosi al momento all'interno della stretta banda laterale 510-526, è andato a toccare il supporto minimo con una evidente candela ribassista formatasi in seguito alla chiusura di venerdì 14 (Ben più grave è la situazione del CAC40 e del FTMIB). Da notare la dicotomia cogli indici USA che invece continuano a segnare nuovi massimi. Per ora è solo una correzione di breve ma sono da monitorare il livello di 510 e poi 495 e 481 (Lo StochRSI ad 89 gg conferma il punto di attenzione). Dall'analisi multitimeframe al momento non emergono grossi impatti (a livello weekly ha bucato al ribasso solo la SMA13 ma gli altri trend più lunghi si mantengono tutti rialzisti ed anche la SMA40 con le relative bande di oscillazione è ben al di sotto dell'indice). Dal punto di vista settoriale rimangono con una forza relativa/momentum superiore all'indice solo Health care e Technology (con quest'ultima che passa direttamente dal quadrante Lag a quello Leading). In grossa difficoltà il settore bancario (che però al momento è ancora nel quadrante Weak) e Industrials /Insurance che finiscono nel quadrante Lag. Real estate/Telco/Media sono gli altri settori che al momento si mantengono nel quadrante Leading. Anche il modello di gestione del portafoglio dà ancora come percentuale da investire nell'ambito della quota azionaria l'84% del valore, mantenendo pertanto una view rialzista. Da notare la corsa al ribasso intrapresa dal rendimento del treasury US 10y e dal future sul Bund.
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare, investire o disinvestire.
Il breakout mette alla prova la tenacia degli shortisti Una delle strategie più utilizzate dai trader in ogni segmento di mercato ed in ogni operatività (scalping intraday e swing) è senza ombra di dubbio il breakout.
Il breakout, nel trading online, è una conformazione tecnica (pattern) che si crea nel momento in cui il prezzo di un asset torna a rompere i precedenti livelli di supporto o resistenza.
Tipicamente, il breakout di un determinato livello è sinonimo di una certa forza del trend in atto e quindi, quando si verifica una rottura, il trader medio utilizza questa informazione per prendere posizione.
Perché ad i trader piace tanto entrare nel breakout? Perché, a causa dei meccanismi intrinsechi al sistema della domanda e dell’offerta, quando il prezzo di un asset riesce a superare i muri volumetrici presenti in prossimità di una resistenza o supporto, si presume che abbia forza ulteriore per continuare la tendenza in atto. In sostanza, piace molto perché quando un trader apre un trade un tick sopra il break, spesso e volentieri, almeno nella prima fase temporale, il trader tende ad andare già in profitto e la sua mente crea subito uno scenario emotivamente positivo.
Vien da sé, che spesso e volentieri, il trader in un contesto di alta volatilità come quello creato in prossimità di un breakout, in realtà non sappia affatto gestire la posizione. Questo perché, dopo un breakout non c’è sempre e soltanto un Pump o un dump del prezzo. Capita spesso che, specie in questi ultimi periodi di contrattazione, il breakout metta alla prova i trader che hanno scelto di entrare in quel punto, facendogli assaggiare il sapore del gain per poi portarli subito in loss attraverso magari la costruzione di pull-back o altri pattern grafici.
In questo contesto di mercato occorre quindi stare molto attenti in quanto non solo la volatilità è molto alta, ma i trader sono soggetti anche ad un forte stress psicologico dovuto all’enorme afflusso di dati e news alla quale ogni investitore, ogni giorno, è soggetto.
Se anche voi, come me, tendente ad aprire YouTube per farvi due risate nel guardare formatori condividere le proprie paure ed insicurezza sottoforma di pillole formative o consigli indiretti di investimento, saprete che adesso il panico regna sovrano.
Senza guardare un TPO o un DOM o qualsiasi altro strumento volumetrico, si capisce che su questo breakout, moltissimi trader retail sono entrati short, impauriti dalle terrificanti affermazioni fatte dai propri “trader di fiducia”.
In sostanza, si è creato un contesto tecnico molto particolare in quanto il trend sta mettendo alla prova i propri sostenitori mentre il mercato sta valutando se attualmente ci sia o meno abbastanza forza per continuare la discesa iniziata ormai qualche mesetto fa.
Personalmente non ho preso posizioni short recentemente e mantengo aperte quelle già presenti. Se però c’è qualche shortista in ascolto, sono curioso di sapere a che livello tecnico abbia piazzato lo stop loss.
Quindi, mi rivolgo ad i trader più socialmente aperti:
condividereste qui sotto nei commenti il vostro livello di stop?
CINA VS USA ED EUROPA: LA SUPERIORITA' DEL MERCATO CINESEBuongiorno lettori, l’analisi che proporrò stamani ha come argomento principale la forza che il mercato azionario cinese sta dimostrando nelle ultime settimane, specie se paragonato all’azionario statunitense e a quello europeo. Gli argomenti principali dell’analisi saranno:
• Analisi del CSI300
• Analisi di forza relativa tra CSI300 ed S&P500
• Analisi di forza relativa tra CSI300 e STOXX600
• Analisi di forza relativa tra i diversi settori azionari cinesi vs americani e cinesi vs europei
Buona lettura!
CSI 300 SULLA VIA DEL DEFINITIVO RECUPERO?
Per chi non lo sapesse, il CSI300 è un indice azionario che replica la performance dei primi 300 titoli quotati alla borsa di Shanghai e a quella di Shenzhen.
Dai massimi a 5930 CNY circa raggiunti dall’indice il 18 febbraio 2021, abbiamo assistito per il successivo anno ad uno storno del -36.46% che ha portato il prezzo sui minimi del 27 aprile 2022 ad attestarsi sui 2790 CNY circa. Gli stessi hanno rappresentato un bottom di mercato: sono stati quelli i minimi dai quali il prezzo è ripartito, segnando in poco meno di due mesi una buona performance di +15.79%.
Interessanti le medie mobili a un mese, due mesi e tre mesi, che spesso applico al prezzo, che hanno lo scopo di visualizzare il trend a 30, 60 e 90 giorni:
Dopo la rottura della media mensile (di color blu) il 27 maggio e della media a due mesi (di color verde) il 2 giugno, anche la media a 3 mesi (di color rosso) subisce lo stesso destino: la rottura di questi tre indicatori mi fornisce un segnale “bullish”, ossia di forza del prezzo. Quest’ultima durerà? Questo è piuttosto difficile dirlo; possiamo però sfruttare diversi parametri tecnici che ci possano indicare dove il prezzo potrebbe incontrare delle resistenze qualora volesse continuare la sua risalita:
La media mobile a 200 periodi, che nel passato ha agito prima da supporto e dopo da resistenza, rappresenterebbe il primo ostacolo; i successivi ostacoli potrebbero essere rappresentati dalla struttura a 4700-4780 CNY e, a dei prezzi più alti, dalla struttura a 5030-5080 CNY.
Da non trascurare un ulteriore fattore:
L’area dei ritracciamenti di Fibonacci indicati nella grafica da un rettangolo di color rosso potrebbe costituire un ulteriore resistenza: qualora tale area non venisse superata al rialzo, l’ipotesi potrebbe essere quella che l’impulso rialzista del prezzo partito il 27 aprile 2022 possa essere solo il ritracciamento del più ampio impulso ribassista disegnato dal prezzo a partire dal massimo relativo del 14 dicembre 2021.
CSI300 VS S&P500 E STOXX 600
Condividendo degli indici di forza relativa è possibile visualizzare graficamente come il CSI300 cinese sia ben più forte da inizio anno rispetto alle sue controparti statunitense ed europea:
Considerando l’indice di forza tra CSI300 ed S&P500, possiamo osservare il cambio di tendenza evidenziato dalla curva parabolica di color blu a partire dal minimo del 1 gennaio 2022; questo cambio si ha avuto dopo una grande forza dimostrata dell’azionario americano rispetto a quello cinese a partire dal massimo del 20 marzo 2020.
Come specifico all’interno della grafica, la parabola rialzista di color blu è la naturale conseguenza di un S&P500 in fase orso e di un CSI300 in fase di recupero. Riagganciandomi a quest’ultima frase, voglio mostrarvi un qualcosa di interessante:
Correlando l’indice di forza al VIX, ossia l’indice di volatilità (o di “paura”, come spesso viene definito) dell’S&P500, possiamo notare una correlazione fortemente positiva che, negli ultimi 20 giorni, si attesta a 0.93: questo potrebbe significare che se il VIX continuasse a mantenersi a valori alti come quelli che stiamo oramai osservando da inizi 2022, è probabile che, per la stessa correlazione, l’indice di forza possa continuare la sua cavalcata al rialzo, con gli investitori che andrebbero, dunque, a preferire azioni di titoli cinesi piuttosto che azioni di titoli statunitensi. Questo succederà? Vedremo, potrebbe essere un’ipotesi.
Considerando l’indice di forza tra CSI300 e STOXX600 la musica cambia di poco:
Possiamo affermare che la situazione Cina vs Europa è pressoché identica a quella Cina vs Usa: stesso trend ribassista da parte dell’indice da marzo 2020 ad inizi 2022 (a certificare la maggior forza dello STOXX600 rispetto al CSI300) da cui nasce poi la stessa parabola rialzista che certifica un cambio di tendenza a favore dell’azionario cinese.
Stesso discorso se correliamo l’indice al VSTOXX, ossia all’indice di volatilità dello STOXX600:
Vorrei ancora ricordarvi un qualcosa di importante sugli indici di volatilità VIX e VSTOXX:
• Tanto le incertezze sugli indici S&P500 e STOXX600 continueranno a persistere, tanto persisterà l’alta volatilità. Data la correlazione indiretta tra gli stessi indici e gli indici di volatilità, è probabile che se questi ultimi continueranno a mantenere la stessa impostazione e vista la loro correlazione diretta con gli indici di forza CSI300 vs S&P500 e CSI300 vs STOXX600, questo potrebbe favorire l’azionario cinese.
INDICI DI FORZA SETTORIALI
Dopo aver appurato la ripresa da parte del CSI300 e la sua maggior forza rispetto ai “cugini” S&P500 E STOXX600, ora entrerò più nel dettaglio del quadro andando ad osservare gli indici di forza settoriali.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI TECNOLOGICI
Per creare questi indici di forza ho usato i seguenti ETF:
• “CQQQ”, che rappresenta il tech cinese
• “XLK”, che rappresenta il tech USA
• “FSTY1!”, che rappresenta il tech europeo
Nella zona della grafica ombreggiata di color azzurro osserviamo la grande forza del tech USA e di quello europeo rispetto a quello cinese (coincidente con il periodo febbraio 2021-aprile 2022); tutto cambia da due mesi ad oggi, nella zona ombreggiata di color rosso: il tech cinese registra delle ottime performance, che si riflettono con l’inversione di tendenza da ribassista a rialzista dei due indici di forza.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI CICLICI
Per creare questi indici di forza ho utilizzato i seguenti etf:
• “CHIQ”: settore ciclico cinese
• “XLY”: settore ciclico statunitense
• “STRX”: settore ciclico europeo
Gli indici dei settori dei beni ciclici hanno andamenti molto simili a quelli dei settori tecnologici visti pocanzi: l’unica differenza sono i minimi che hanno certificato la fine della superiorità USA ed Europea rispetto a quella cinese: negli indici di forza tecnologici tali si erano formati a metà aprile 2021, mentre in questo caso a fine marzo 2022; per il resto c’è poco da aggiungere: è da tre mesi circa che il consumer discretionary cinese si dimostra più agguerrito.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI INDUSTRIALI
Per costruire questi indici di forza “industriali” ho utilizzato i seguenti etf:
• “CHII”: settore industriale cinese
• “XLI”: settore industriale americano
• “EXH4”: settore industriale europeo
Come si può evincere guardando la grafica, dai massimi del 24 marzo 2020 (cerchiati in color verde) ai minimi del 21 aprile 2022 (cerchiati in arancio) abbiamo assistito ad una maggior forza dei settori industriali americani ed europei; tuttavia, durante lo stesso arco temporale, il cinese ha provato “episodicamente” a mostrare i muscoli, non riuscendo tuttavia a cambiare le tendenze in atto.
I trend ribassisti hanno seguito quelle che possiamo definire trendline dinamiche ribassiste; abbiamo osservato la rottura di quella dell’indice di forza Cina vs Usa ma non ancora di quella Cina vs Euro: questo sta a significare che il settore cinese si sta dimostrando più forte rispetto a quello americano che non a quello europeo; tuttavia la sua forza rispetto ad entrambe le altre due nazioni è certificata da due impulsi rialzisti evidenziati con due trendline rialziste, rappresentate con delle frecce di color rosso.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI IMMOBILIARI
Questi indici di forza sono stati costruiti grazie agli etf:
• “CHIR”: settore real estate cinese
• “XLRE”: settore real estate americano
• “FSTL1!”: settore real estate europeo
E’ dal 2 luglio 2020 che i settori immobiliari americano ed europeo presentano una forza maggiore rispetto a quello cinese; questo è dimostrato dalle due trendline dinamiche ribassiste nera e blu che ho applicato ai due indici di forza. Da inizi aprile 2022 si ha avuta la formazione di due triangoli simmetrici: la loro rottura avverrà al rialzo o al ribasso? Ciò lo commenteremo nel futuro più prossimo. Quello che possiamo affermare ora è che il settore immobiliare cinese si dimostra piuttosto debole, non solo se paragonato agli altri due Paesi, ma anche analizzato singolarmente. Infatti:
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI DELLE COMUNICAZIONI
Per costruire questi indici di forza ho utilizzato gli etf:
• “CHIC”: settore delle comunicazioni cinese
• “XLC”: settore delle comunicazioni americano
• “FSTT1!”: settore delle comunicazioni europeo
Dai minimi dell’11 marzo 2022 il settore delle comunicazioni cinese sta registrando una forza relativa maggiore rispetto agli stessi settori americano ed europeo (complici anche i breakout al rialzo delle trendline ribassiste che denunciavano un’estrema debolezza cinese). Sarà interessante osservare se questa forza si manterrà costante nei prossimi mesi.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI DEI MATERIALI
Etf utilizzati per la costruzione degli indici:
• “CHIM”: settore dei materiali cinese
• “XLB”: settore dei materiali americano
• “FSTN1!”: settore dei materiali europeo
Anche in questo particolare settore la Cina ha iniziato a mostrare i muscoli, in particolare dopo i minimi del 25 aprile 2022 cerchiati in verde e dopo i successivi breakout delle trendline ribassiste del 13 giugno 2022 (cerchiati in rosso) che testimoniavano la precedente debolezza dello stesso paese rispetto agli altri due.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI ENERGETICI
Etf utilizzati per la costruzione degli indici:
• “CHIE”: settore energetico cinese
• “XLE”: settore energetico USA
• “FSTE1!”: settore energetico europeo
Notate qualcosa di particolarmente diverso se si paragonano gli indici sui settori energetici e gli altri indici settoriali osservati precedentemente? Direi di no; la Cina mostra i muscoli da ormai metà aprile 2022. Anche in questo caso possiamo notare i breakout delle trendline ribassiste seguiti ai minimi cerchiati in color verde.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI DELLE UTILITIES
Etf utilizzati per la costruzione degli indici:
• “CHIU”: settore utilities cinese
• “XLU”: settore utilities americano
• “FSTU1!”: settore utilities europeo
La Cina mostra dei segnali di recupero anche nel settore utilities; la differenza rispetto agli altri grafici settoriali sono i breakout delle trendline ribassiste non ancora avvenuti.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI SANITARI
Etf utilizzati per la costruzione degli indici di forza:
• “CHIH”: settore sanitario cinese
• “XLV”: settore sanitario americano
• “FSTH1!”: settore sanitario europeo
La grafica non mostra niente di nuovo: dopo aver subito la forza da parte di Usa ed Europa, la Cina riesce a riprendersi iniziando a sovraperformare dalla fine di maggio. Da cosa è dimostrato ciò? Come per gli altri casi, dai breakout rialzisti verificati sulle trendline dinamiche ribassiste degli indici di forza!
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI DEI BENI PRIMARI
Etf utilizzati:
• “CHIS”: settore consumer staples cinese
• “XLP”: settore consumer staples americano
• “FSTO1!”: settore consumer staples europeo
Osservando la grafica vi renderete conto che non c’è alcuna considerazione da aggiungere rispetto a quello commentato precedentemente: gli indici del settore sanitario e quelli dei beni di prima necessità appaiono pressochè identici, probabilmente per la loro natura “difensiva”.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI FINANZIARI
Etf utilizzati per la costruzione degli indici:
• “CHIX”: settore finanziario cinese
• “XLF”: settore finanziario americano
• “FSTF1!”: settore finanziario europeo
La forza della Cina non si smentisce nemmeno se si considera il suo settore finanziario: dopo aver subito per diverso tempo la forza dei settori finanziari americani ed europei, dimostra la sua forza rispetto ai due diversi paesi con il breakout rialzista del rettangolo di consolidamento (sull’indice di forza Cina vs Usa) e con quello sul triangolo ascendente (sull’indice di forza Cina vs Europa).
CONCLUSIONI
Tutti gli indici di forza relativa condivisi in questa analisi hanno palesato la forza che la Cina sta mostrando, in particolare da fine aprile 2022. Essa non è stata certificata solamente dall’ultimo impulso rialzista formato dall’indice CSI300 analizzato nel primo paragrafo, bensì dal dualismo con Stati Uniti ed Europa rappresentato dagli indici di forza settoriali. Questa rinnovata “linfa vitale” cinese può avere un lungo corso? E’ difficile dirlo, tuttavia possono esserci delle condizioni di politica monetaria da osservare attentamente che potrebbero suggerire il fatto che la Cina possa essere presa seriamente in considerazione dagli investitori; queste condizioni non sono altro che le divergenze che si stanno formando tra Usa, Europa e la stessa Cina: mentre le Federal Reserve e la Banca centrale Europea stanno attuando un tipo di politica “aggressiva” con il rialzo dei tassi di interesse con lo scopo di andar a calmierare un’inflazione da record, la People Bank of China attua una politica definita “accomodante”, tagliando i tassi di interesse con lo scopo di favorire un’espansione economica (politica monetaria che tipicamente sostiene i mercati finanziari) e per sostenere, in particolare, i settori dell’agricoltura, le micro e le piccole imprese.
Questo servirà per far rialzare definitivamente la Cina?
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
Mercati tradizionali e crypto: A che punto siamo?Nuovo conferma da parte del settore delle criptovalute per quanto riguarda la correlazione con il mercato azionario.
La scorsa settimana sulla notizia dell'aumento del tasso di interesse da parte della Banca Centrale Europea, i mercati azionari europei seguiti da quelli americani hanno subìto una forte correzione al ribasso. Lo stoxx 600 infatti ha perso oltre 5 punti percentuali nel giro delle due sedute successive all'annuncio.
Anche l'S&p 500 e il Nasdaq hanno subìto forti vendite nelle ultime giornate di mercato, questo perché, come sappiamo molto bene, mercati azionari europei e americani sono strettamente correlati.
Quello che ormai non fa più notizia è il fatto che tutto il settore cryptovalutario, Bitcoin in primis abbiano perso oltre 15 punti percentuali sull' annuncio dell' aumento del tasso di interesse da parte della presidente della BCE Christine lagarde. Naturalmente, non esiste nessun legame (almeno troppo evidente) per cui una restrizione della politica monetaria influisca su un asset criptovalutario.
Il mercato ha sempre ragione. Questo è il grande Must a cui ogni operatore finanziario deve far fede. Abbiamo visto come nel corso di questi mesi questo comparto si sia mosso su delle logiche non molto chiare dal punto di vista strutturale.
Il fatto che la price action delle crypto sia in continuo ribasso da qualche mese a questa parte non deve far distogliere lo sguardo dall'elevato tasso di innovazione presente all'interno di questi asset e dalla tecnologia sulla quale questi si basano.
Il settore crypto vedrà nuovamente momenti di forte espansione con nuovi massimi che saranno raggiunti in maniera ancora più violenta. Si tratta di avere pazienza e di individuare in questi mesi i progetti che inglobano un elevato potenziale.
A cura di:
Matteo Bernardi
Mercato orso e ribilanciamento delle posizioni in portafoglio.
Le attuali vicende belliche, l’aumento del costo delle materie prime e la crisi energetica in corso, mettono a dura prova i portafogli degli investitori, inducendo gli avventori e coloro che operano senza un preciso piano d’azione a commettere errori comportamentali di base.
In particolare, lo storno dei listini degli ultimi giorni, induce l’investitore non in grado di gestire l’emotività a liquidare posizioni in perdita, uscendo completamente dal mercato, in attesa di “tempi migliori” e magari perdendo alcune possibilità d’ingresso su livelli particolarmente favorevoli.
Non è mia intenzione discutere di materia geopolitica o bellica, ma semplicemente condurre un ragionamento razionale sul comportamento dei mercati e sulle possibili scelte da valutare.
Prendendo in considerazione il mercato Europeo (in questo caso utilizzeremo l’indice Stoxx 600), grafico sotto, possiamo notare un’erosione delle performance dell’indice rispetto ai massimi di gennaio di oltre il 14%. Perdita sicuramente notevole in un arco temporale cosi ristretto, soprattutto considerato che da almeno due anni il mercato ci ha viziato con un solido uptrend.
Ebbene, dietro questo storno, ragionando in termini razionali e da investitori, potrebbero nascondersi delle possibilità per bilanciare in maniera intelligente il portafoglio.
Considerate le stime sull’inflazione particolarmente elevate (negli Stati Uniti l’ultimo dato rilasciato è del 7,9%), seppure in ottica d’incremento dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali, il mondo dei bond non sembrerebbe essere attualmente adatto a proteggere il potere d’acquisto di risparmiatori ed investitori.
Un buon piano d’azione in questa fase ha due parole d’ordine: semplicità e resilienza.
RESILIENZA in termini di emotività alle oscillazioni di mercato. E’ inutile aprire il nostro broker quotidianamente, saremo solo colti dalla voglia di agire su base irrazionale, in virtù delle oscillazioni quotidiane;
SEMPLICITA’: mettiamo da parte “l’arte dello stock picking”, prediligendo l’investimento in strumenti efficienti e diversificati, come un indice mondiale relativo a paesi sviluppati, magari programmando l’ingresso per il tramite di un piano di accumulo. In questa maniera andremo a mediare il nostro prezzo medio di carico.
Potrebbe essere saggio pertanto fare uno "switch" da strumenti monetari o assimilabili alla liquidità, per pesare maggiormente l’esposizione azionaria.
Infine, la cosa più importante: seguire la propria pianificazione. A cosa serve studiare per ore i mercati o avvalersi di un consulente, se poi i primi venti contrari, portano ad abbandonare la rotta intrapresa?
Andamento principali Mercati AzionariVediamo in questo articolo come si sono mosse tre importanti aree geografiche a livello azionario da inizio anno. Come è stato detto nell'articolo sulle principali asset class, da inizio anno l'azionario globale ha avuto una performance negativa. In particolare, come si vede dalla linea rossa, il mercato azionario europeo è stato quello che è andato peggio, anche se dal 7 marzo ha recuperato decisamente forza relativa rispetto al mercato azionario americano (in azzurro) e ai mercati emergenti (in giallo). Importante l'impatto della Cina all'interno dei mercati emergenti avendo un peso intorno al 30%. I mercati emergenti fino al 24 febbraio hanno reagito meglio rispetto alle altre due aree geografiche, ma specialmente dalla seduta del 3 marzo, hanno corretto in maniera decisa, senza avere un rimbalzo che invece si è presentato negli USA e in Europa, portando ancora una volta il mercato americano ad avere la performance migliore da inizio anno.
ANALISI TECNICA E FONDAMENTALE MERCATI MONDIALIQuesta è un'analisi in cui andrò a condividere tantissimi grafici, asset e correlazioni.
Voglio specificare che quelli che leggerete non sono consigli finanziari, bensì dei ragionamenti creati attraverso il tipo di analisi che ora andrete a leggere.
S&P500 E VIX
Nella precedente analisi avevo indicato come questo bechmark, nel premarket, fosse in territorio pesantemente negativo (alle 14:00 del 24 febbraio perdeva oltre il punto percentuale). Descrivevo tuttavia l’importanza di attendere l’apertura dei mercati delle 15:30. Essa ha sorpreso? Direi proprio di si: l’S&P 500 riesce a reagire con forza segnando alla fine della seduta un poderoso +1,47% per poi riconfermarsi il giorno dopo con una chiusura positiva del +2.24%.
I volumi hanno supportato la forza del prezzo: questo segnale è da interpretare come una chiara volontà del mercato di portare lo stesso al rialzo; ribadisco questo concetto in tante mie analisi in quanto l’analisi dei volumi scambiati ci indica sempre un determinato sentiment: se un prezzo rimbalza in una determinata soglia ma lo stesso è accompagnato da bassi volumi, significa in maniera pratica che sono stati pochi gli investitori a spingere un prezzo al rialzo; viceversa, volumi forti indicano un numero rilevante di investitori che hanno portato al rialzo un prezzo. A parer vostro, è quindi più affidabile un prezzo portato al rialzo da pochi investitori o da molteplici di essi? Credo che la seconda opzioni sia più attendibile!
Vi ho voluto condividere anche l’RSI, ossia l’indice di forza relativo: in due giorni (giovedì 24 e venerdì 25) l’indicatore è aumentato di 40 punti percentuali circa, confermandoci la forza del prezzo.
Analizzando il grafico, abbiamo quindi trovato 3 punti di forza:
• Due grandi candele rialziste di rimbalzo
• Alti volumi
• Forza del prezzo aumentata del +40%
Quali sono invece gli aspetti negativi? La volatilità! Il VIX, dopo essere salito il 24 febbraio ad un massimo di 30.31 punti, ha trovato nella sessione di venerdì un supporto a 27.57 punti. Considerando che i livelli del VIX associati ad una relativa stabilità e tranquillità sono al di sotto dei 20 punti, ciò potrebbe presagire un nuovo impulso ribassista. Dopotutto, come spesso scrivo, l’S&P500 tende ad avere performance negative quando i livelli dell’indice di volatilità si presentano alti, come dimostra questa grafica:
Vorrei aggiungere ulteriori aspetti tecnici:
Come potete osservare nella grafica, la struttura di prezzo tra i 4300$ e i 4250$ (evidenziata dalle frecce nere) ha per il momento resistito: essa è una struttura di grande importanza dal momento che la stessa è stata raggiunta dal prezzo 6/7 volte da luglio 2021 e ad oggi ma non è mai stata rotta. E’ probabile che in quei livelli di prezzo siano piazzati tanti ordini di acquisti che, per il momento, ogni qualvolta vengono “attivati”, riescono a respingere lo stesso al rialzo.
Si sta inoltre formando un testa e spalle ribassista con una neckline leggermente obliqua: il fatto il pattern di analisi tecnica si sia formato dopo un grande impulso rialzista (iniziato da marzo 2020) conferisce ad esso una determinata “credibilità”: affermo ciò perché il prezzo si dimostra molto più debole rispetto a qualche mese fa, e ciò è ben evidenziato dall’RSI che si trova in un trend discendete da novembre 2021.
La neckline era stata rotta nel premarket di giovedì, tuttavia il prezzo è stato rispinto, andando a rimandare quindi tale evento.
Quali sono le strutture che il prezzo incontrerebbe qualora volesse spingersi nuovamente vicino ai massimi storici?
Sicuramente la media mobile a 200 periodi ma anche il point of control della figura tecnica di inversione; per chi non sapesse cosa sia, il POC (point of control, appunto) non è altro che uno strumento di analisi volumetrica ottenuto tracciando il “profilo volume ad intervallo fisso” che ci indica qual è stato il livello di prezzo in cui sono stati scambiati più volumi. In questo caso, la linea di prezzo è a valori di 4442$.
Qualora il prezzo rompesse al rialzo il point of control del testa e spalle di inversione e la media a 200 periodi, il tutto condito da un VIX in decelerazione, si potrebbe pensare ad una visione dell’S&P500 più “serena”. Vedremo se il tutto accadrà.
NASDAQ E VXN
Il Nasdaq e il relativo indice di volatilità hanno mostrato una reazione pressochè identica all’S&P500: dopo il premarket di giovedì 24 disastroso, in cui l’indice perdeva oltre 3 punti percentuali, si è vista una grande reazione: +3.40% alla chiusura di giovedì e successiva conferma dal +1.53% venedì. I volumi si sono dimostrati consistenti, come anche l’incremento di forza del +40% da parte dell’RSI. Unica nota negativa il VXN: esso si mantiene a livelli ancora alti, sintomo che l’incertezza all’interno del Nasdaq è ancora abbastanza alta; essa svanirebbe qualora l’indice di volatilità scendesse al di sotto dei 25 punti. Ciò accadrà?
Ulteriori aspetti tecnici:
Di rilevante importanza la soglia di prezzo a 14000$ (anche soglia psicologica): essa si è comportata dapprima come resistenza (a febbraio e aprile 2021) e successivamente da supporto (a gennaio 2022 e qualche giorno fa). Ogni qualvolta un prezzo genera un qualche tipo di reazione a determinate soglie, come ad esempio dei rimbalzi, significa che per lo stesso prezzo quella soglia ricopre una grande importanza; e dal momento che il prezzo è governato dagli acquisti e dalle vendite degli operatori, allora da ciò ne consegue il fatto che gli stessi operatori, al momento, reputino i 14000$ un terreno di battaglia. Cerco di rappresentare questo “scontro” in questa grafica:
La domanda è: chi vincerà la battaglia? Il pattern testa e spalle di inversione che ho indicato due grafiche fa ci suggerisce che potrebbero essere gli orsi ad avere la meglio: questa ipotesi è supportata dal fatto che l’RSI (e quindi la forza del prezzo) si sta via via indebolendo da novembre 2021 (è in chiaro trend ribassista). Ora la neckline, che si presenta più obliqua rispetto a quella del testa e spalle dell’S&P500, sta fungendo da supporto dinamico. Vedremo nell’immediato futuro se essa verrà rotta al ribasso, dando quindi nuova linfa agli orsi. Se invece fossero i tori a voler prendere il comando, le battaglie che dovrebbero vincere sarebbero molteplici:
Il primo ostacolo che troverebbero è sicuramente il point of control del testa e spalle. Successivamente, poco sopra, le medie a 50 e 200 periodi.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO STATUNITENSE
Abbiamo visto come i capitali siano nuovamente finiti sul mercato azionario. Poche analisi fa vi descrivevo come il rapporto tra mercato azionario e obbligazionario fosse inverso dal momento che uno di essi andava a performare bene in situazioni di risk-off (obbligazionario) mentre l’altro in risk-on (azionario). Capito questo concetto, come dobbiamo aspettarci abbia reagito il mercato obbligazionario? Vi condivido un grafico orario in cui vado a correlare i titoli di stato del decennale e l’S&P500:
Correlazione inversa tra azionario e obbligazionario da manuale di analisi fondamentale: notate come prima dell’alba italiana di giovedì 24 gli operatori si stessero posizionando sui titoli di stato; successivamente, dopo aver digerito la notizia, essi hanno abbandonato gli stessi (che quindi hanno iniziato a disegnare un trend ribassista) per posizionarsi sull’azionario, che è salito in maniera proporzionalmente inversa all’obbligazionario.
MERCATO AZIONARIO EUROPEO: STOXX600
Dopo aver analizzato accuratamente i mercati statunitensi, concentriamoci ora su quelli europei. Inizierò concentrandomi sullo Stoxx 600, indice che nelle mie analisi non ho mai menzionato; per chi non lo sapesse, è l’indice azionario composto dalle 600 aziende europee più capitalizzate; possiamo quindi considerarlo come “l’S&P500 europeo”:
L’andamento dello Stoxx 600 è molto simile a quello del Nasdaq: abbiamo la struttura a 450€ (che può essere riconducibile a quella dei 14000$ dell’indice tech statunitense) di fondamentale importanza: essa è stata sentita dal prezzo diverse volte (in tutte quelle indicate dai cerchi di color rosso): questo significa che può essere interpretata come il campo di battaglia in cui si stanno affrontando compratori e venditori; questa affermazione è confermata anche dal point of control volumetrico che si trova in prossimità di quei valori (in particolare a 453€):
Anche in questo caso il testa e spalle che vi ho evidenziato ha una neckline obbliqua, che per il momento sta fungendo da resistenza dinamica per il prezzo: essa è stata dapprima rotta al ribasso con la candela dal -3,27% di giovedì 24 e poi ri-oltrepassata al rialzo con il rimbalzo del giorno dopo del +3.36%, con dei volumi ben superiori alla media. L’RSI si dimostra debole, con un trend ormai ribassista da metà novembre 2021.
Vi condivido ora l’indice di volatilità dello Stoxx 600, ossia il VSTOXX:
Come possiamo osservare, l’indice della paura si trova ora a 28.90 punti. Considerando il fatto che l’indice al quale è associato tende a performare male ogni qualvolta la volatilità supera i 22 punti (come potete osservare nella grafica), direi che la volatilità e quindi l’incertezza facciano ancora da padrone incontrastate.
Meglio Europa o America? Direi America. Considerate che sia l’S&P500 che il Nasdaq sono riusciti a chiudere entrambe le sessioni di giovedì 24 e venerdì 25 in positivo, mentre lo STOXX600 solamente l’ultimo giorno di contrattazioni. Troviamo conferma a quest’ultima frase condividendo l’indice di forza relativa tra lo STOXX 600 e l’S&P500:
Un indice di forza relativo si costruisce dividendo due asset tra loro:
• Se il grafico (o il prezzo) tende a salire verso l’alto, significa che l’asset al numeratore sta sovraperformando l’asset al denominatore; se invece tende a scendere, accade l’esatto contrario
In questo caso vediamo come il prezzo abbia formato una piccola gamba ribassista: essendo l’asset al denominatore l’S&P500, significa che esso ha sovraperformato lo STOXX 600 (al numeratore).
Possiamo quindi concludere come l’America abbia avuto performance migliori rispetto all’Europa.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO EUROPEO
Condivido ora una grafica a timeframe orario in cui vado ad analizzare il Bund tedesco (il titolo di stato tedesco con scadenza a 10 anni). Farò i paragoni con lo STOXX600.
La situazione che ora descriverò è molto simile a quella americana: dapprima gli investitori acquistavano obbligazioni per proteggersi dall’incertezza e dalla volatilità del momento, e ciò è testimoniato dalla grande candela rialzista del Bund delle 08:00 italiane di giovedì 24. Successivamente, si ha una rotazione dei capitali: il denaro viene rimosso dall’obbligazionario e immesso nell’azionario, e la conseguenza diretta è riscontrabile nei due grafici, all’interno del rettangolo giallo: l’obbligazionario crea una gamba ribassista mentre l’azionario, al contrario, una rialzista.
AZIONARIO E OBBLIGAZIONARIO RUSSO
Quali saranno state le chiusure settimanali dell’indice russo MOEX e del titolo di stato a 10 anni? Vediamolo:
Situazione abbastanza drammatica nell’azionario russo: chiusura settimanale del -28.27%.
Ci sono alcuni aspetti molto importanti da considerare:
• Sono stati rivisitati i minimi creati dal mercato durante il crollo indotto dalla pandemia
• I volumi che hanno accompagnato il mercato al ribasso sono stati altissimi (189M), addirittura superiori a quelli che avevano accompagnato il prezzo verso il crollo del 2020
• RSI a valori di 17 punti, il che suggerisce quanto forte sia stata la spinta ribassista
La situazione non migliora se si va a prendere in considerazione l’obbligazionario:
Giovedì 24 si registrano pesanti perdite: il titolo di stato a 10 anni segna una perdita del -9.65% con il contemporaneo rialzo del relativo rendimento; il mercato tenta un recupero il giorno dopo, con una sessione positiva del +2.65%: questo non basta per cancellare le pesanti perdite della sessione precedente.
CONCLUSIONI SUL MERCATO AZIONARIO E OBBLIGAZIONARIO
Abbiamo visto come i mercati si siano comportati in maniera abbastanza contrastante: per quanto riguarda la Russia, direi che gli investitori abbiano per il momento liquidato buona parte dei loro investimenti. Per quale motivo? Esso è da ricercare nel crash del MOEX di oltre 20 punti percentuali e nel relativo titolo di stato obbligazionario a 10 anni; come ho specificato in una delle mie ultime analisi, quando gli investitori liquidano posizioni (o più in generale investimenti) dal mercato azionario tendono poi a posizionarsi sull’obbligazionario. Questo è accaduto in Russia? Assolutamente no. Gli investitori hanno svenduto sia azioni che obbligazioni; tradotto in parole più semplici, hanno avuto una totale sfiducia nei confronti della nazione.
Questi soldi poi dove son finiti? Nelle prime ore del mattino di giovedì 24 nel bund tedesco e nel decennale americano (per la loro natura di beni rifugio in quanto i paesi che li emettono, ossia USA e Germania, essendo solidi dal punto di vista economico finanziario, riuscirebbero sicuramente a restituire l’interesse riconosciuto all’acquirente al momento dell’acquisto delle obbligazioni stesse), e poi successivamente, dalle 15:30 ore italiane, nell’azionario statunitense (con il relativo rimbalzo visto a inizio analisi). Il giorno dopo, venerdì 25, i capitali hanno iniziato a spostarsi anche sull’azionario europeo con relativo rimbalzo dello STOXX 600.
La domanda che vi farete ora è:” la paura degli investitori è finita dal momento che essi si stanno posizionando in strumenti ad alto rischio come le azioni?” La risposta, a parer mio, si basa su un concetto di primaria importanza: la volatilità. Essa continua a rimanere stabile a livelli alti come abbiamo visto, e quando essa staziona intorno ai valori considerati poche righe fa, può andare a creare degli squilibri abbastanza evidenti, come una candela dal -5% un giorno e una dal +6% il giorno dopo. E’ vero che tipicamente, nel breve periodo (inteso come una/due settimane) essa tende ad accompagnare il prezzo al ribasso, ma è altrettanto vero che a livello intraday può anche accompagnare una candela dal +5%.
Vi faccio un piccolo esempio:
Ricordate i motivi per i quali l’azionario americano è in ribasso dagli inizi del nuovo anno? Per questioni legate alla politica monetaria e ad un’alta inflazione. Nonostante ciò, dopo un primo impulso ribassista, il prezzo riesce a riprendere forza segnando quattro sedute consecutive positive al rialzo, con una volatilità che comunque si manteneva alta. Successivamente il mercato ha continuato il suo ribasso.
Rende il concetto? A livelli intraday un mercato può reagire e salire, poi a livelli di breve periodo tende comunque a creare dei nuovi impulsi ribassisti.
La mia analisi quindi si basa sul concetto che non è una candela rialzista o ribassista a farci capire quale sia il sentiment degli operatori, ma una serie di esse.
Avrete capito leggendo l’analisi come l’azionario che l’obbligazionario si siano comportati in maniera troppo contrastante ma ricordate: guardate il breve periodo, non l’intraday. L’intraday spesso da poche informazioni riguardo quello che può essere il vero sentiment.
Ora andrò ad analizzare alcuni cambi valutari: vi renderete conto che la situazione rimane pressochè identica.
CAMBI VALUTARI: RUBLO, GRIVNIA, DOLLARO AMERICANO, YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Ho scelto il rublo russo e la grivnia ucraina per sottolinearvi come una guerra può impattere sulla moneta nazionale di un paese, mentre le successive 3 valute per la loro natura di bene rifugio.
USDRUB
Il grafico giornaliero del cambio USDRUB ci indica in maniera chiara l’entità del nervosismo avuto dagli operatori all’inizio dei bombardamenti in territorio ucraino: candela di giovedì 24 che raggiunge un massimo a 89.80 punti (+10.85%). Successivamente i nervosismi iniziano a placarsi e il rublo riesce a recuperare 7 punti percentuali.
UAHUSD
Com’era abbastanza prevedibile, anche la Grivnia ucraina cede terreno contro il dollaro; essa si presenta debole nei confronti della moneta “universale” da ormai inizi novembre 2021, con una marcata accelerazione agli inizi delle minacce di una possibile invasione dell’Ucraina; per aver scontato ciò, giovedì 24 le perdite non sono state paragonabili a quelle appena viste sul rublo russo, ma più contenute.
VALUTE RIFUGIO: DOLLARO, YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Analizziamo il grafico orario delle tre valute:
Comportamenti molto contrastanti: all’inizio dei bombardamenti, sono il Dollaro e lo Yen ad apprezzarsi creando impulsi rialzisti a livello orario; successivamente, dall’apertura delle contrattazioni americane di giovedì 24 fino alla chiusura delle contrattazioni settimanali gli investitori, concentrandosi sull’azionario, escono dai cambi valutari facendoli quindi perdere terreno.
CONCLUSIONI SUI CAMBI VALUTARI
Vi ho voluto condividere gli andamenti relativi al rublo russo e alla grivnia ucraina per farvi notare come l’andamento di una valuta sia strettamente correlata alla “credibilità” di una nazione; abbiamo notato come entrambe le valute nazionali abbiano ceduto pesantemente terreno. Queste situazioni si vengono a creare quando gli investitori hanno totale sfiducia nei confronti di una nazione. Riflettendoci bene, chi è che acquisterebbe valute di un Paese coinvolto in una guerra? Pochissimi investitori, perché tipicamente una guerra indebolisce economicamente un paese e di conseguenza la moneta (vista la correlazione). Vorrei aggiungere un’ulteriore considerazione: un rialzo o un ribasso di una moneta sono legati (come le materie prime) alle leggi di domanda e offerta: la dinamica vuole che se la domanda nei confronti di una moneta è alta, essa tende ad apprezzarsi, viceversa a deprezzarsi. Come si può manifestare la domanda di moneta? Attraverso la domanda di beni che si vanno ad acquistare con la stessa. Ciò significa che se noi, ad esempio, volessimo acquistare titoli di stato russi o ucraini, dovremmo acquistarli con la valuta ad essi associata, e di conseguenza rublo o grivnia; abbiamo visto come ci siano state delle svendite sia per quanto riguarda Russia vhe Ucraina, quindi il ragionamento giunge spontaneo: senza richiesta di beni e quindi senza richiesta di moneta, per la legge della domanda e dell’offerta, le due valute nazionali sono andate a deprezzarsi pesantemente, comportandosi in maniera opposta al dollaro, che inizialmente si è apprezzato non solo per il suo ruolo di bene rifugio, ma anche per la domanda di titoli di stato americani: se infatti correliamo a livello orario il dollaro con i titoli di stato a 10 anni, troviamo una corrispondenza:
Cosa c’è da dire sullo yen e sul franco? Non hanno agito da beni rifugio, anche perché abbiamo capito come gli investitori si siano poi posizionati sull’azionario americano e europeo, lasciando da parte obbligazionario e, appunto, valute.
MATERIE PRIME
Le materie prime più legate a questo nuovo conflitto sono sicuramente il petrolio, il natural gas e il grano:
L’impulso rialzista del petrolio sembra in questo momento inarrestabile: dai minimi del 2 dicembre a 62.7$, ora ci troviamo a ridosso dei 100$ al barile (superati oltretutto giovedì 24); venerdì 25 il prezzo riesce a prendere respiro andando a perdere 1.31 punti percentuali, ma i rialzi rimangono comunque dietro l’angolo.
Che dire del grano? L’ultimo impulso rialzista da me evidenziato con un rettangolo di color rosso è stato causato dalla crescente tensione geopolitica; abbiamo tuttavia assistito ad un rintracciamento venerdì, come accaduto per il crude oil.
Osservando il future sul gas naturale americano non osserviamo particolari picchi, ma analizzando quello europeo, ossia il TTF, la situazione cambia drasticamente:
+50.25% giovedì 24 e -29.81% venerdì 25: che dire? Volatiltà altissima, legata in maniera indissolubile al conflitto in Ucraina.
Perché un rialzo così feroce delle materie prime? Perché il mercato teme che la guerra e le successive sanzioni andrebbero ad interrompere forniture di gas (con influenza successiva sul petrolio) e altre materie prime come , appunto, il grano. Infatti, come ho già specificato nella precedente analisi, si consideri che la Russia è un grande esportatore di gas naturale, di cui l’Europa è fortemente dipendente, considerando che la stessa importa il 41% dei suoi consumi di gas dai gasdotti russi. Da non dimenticare che quest’ultima e l’Ucraina sono anche grandi esportatrici di grano.
ORO, ARGENTO E PLATINO
I metalli preziosi hanno dapprima agito come beni rifugio andando ad apprezzarsi segnando dei massimi relativi (evidenziati dei cerchietti rossi) poi hanno immediatamente ritracciato, andando venerdì 25 a segnare una candela ribassista. Possiamo dire che essi hanno avuto un comportamento molto simile all’obbligazionario, essendo tutti beni rifugio.
CONCLUSIONI MATERIE PRIME
E’ abbastanza chiaro che i prezzi delle commodities appena analizzate saranno legate in maniera diretta alle notizie provenienti dal fronte Russo-Ucraino: questo, tradotto in termini tecnici, significa che probabilmente la volatilità continuerà a persistere. E più il conflitto durerà e le sanzioni saranno pesanti, più i prezzi di queste commodities saliranno verso l’alto.
BITCOIN
Condividendo il grafico orario della crypto per eccellenza, possiamo notare un comportamento molto simile all’azionario vista la grande correlazione che ormai lega i due asset da qualche mese a questa parte:
Essendo probabilmente lo strumento più rappresentativo di un clima risk-on, sarà più facile immaginarsi un nuovo impulso rialzista o ribassista?
CONCLUSIONI FINALI
L’analisi termina qua. Ho cercato di analizzare gli strumenti più interessanti. Questa settimana farò una nuova diretta in cui andrò ad analizzare ulteriori strumenti per darvi una visione ancora più chiara del sentiment e dei migliori asset.
Grazie, MATTEO FARCI
DIPENDENZA DEL PLATINO VERSO IL SETTORE AUTOMOBILISTICOBuongiorno ragazzi, stamattina vi riporto la correlazione esistente tra platino e settore automobilistico, provando a spiegare il motivo per il quale il platino, da febbraio 2021, periodo in cui aveva toccato i suoi massimi relativi di periodo, ha perso circa il 20% del suo valore nonostante le altre materie prime, chi più chi meno (ad eccezione di oro e argento) abbiano tutte guadagnato rispetto al platino stesso.
PROBLEMA DEL SETTORE AUTOMOBILISTICO
Come tutti ormai sapremo, il mondo automobilistico è stato colpito dalla crisi dei chip, tenendo conto che un’automobile moderna è composta da tantissima elettronica. La conseguenza di ciò è stata la riduzione della produzione di automobili da parte di tutte le aziende automobilistiche del mondo.
In una precedente idea da me pubblicata avevo parlato degli utilizzi di platino (e palladio) nel settore automobilistico come parti integranti dei sistemi catalitici (marmitte) con lo scopo di ridurre emissioni di carbonio. Il platino viene (e veniva) più utilizzato nei motori diesel, mentre il palladio più nei motori a benzina. Detto ciò, le industrie hanno iniziato a preferire l’utilizzo del platino dal momento che esso è facilmente scambiabile con il palladio: ciò deriva dalla necessità di risparmiare visti gli elevati pezzi del palladio (al momento della scrittura, 2141$) rispetto a quelli dell’altro (1096$).
CORRELAZIONE POSITIVA TRA SETTORE AUTO EUROPEO E PLATINO
Fatta questa breve introduzione per avere una panoramica generale, ho correlato nel grafico di destra il DJ STOXX 600 AUTO & PARTS con il platino.
*per chi non lo sapesse, il DJ STOXX 600 AUTO & PARTS non è altro che l’indice europeo delle automobili e componenti. Appartengono all’indice case automobilistiche quali:
- Daimler
- Renault
- Volkswagen
- Stellantis
- Bmw
- Ferrari
- Porsche
Detto ciò, sappiamo che il prezzo delle materie prime si basa sulla legge della domanda e dell’offerta, per cui se diminuisce la domanda, è chiaro che il prezzo di una materia prima tende a scendere; ho spiegato come il platino sia ormai una componente molto importante nei sistemi catalitici delle automobili (e lo sarà anche nelle tecnologie ad idrogeno); il ragionamento, quindi, è binario: bassa offerta di automobili a noi consumatori, meno platino richiesto da parte delle aziende per costruire i sistemi catalitici, prezzo del platino giù.
Proviamo a spiegarlo graficamente:
La linea in blu rappresenta il prezzo del DJ STOXX 600 AUTO, quella arancione il prezzo del platino. Osserviamo il primo rettangolo verde: l’indice è salito (rimbalzando dopo il sell-off causato dagli investitori a causa dei timori relativi alla pandemia) e la materia prima si è comportata allo stesso modo. Ora osserviamo il rettangolo nero: il settore automobilistico ha avuto prima un impulso rialzista, terminato poi con un doppio massimo, mentre il platino, in quello stesso arco di tempo, non è riuscito a creare nuovi massimi. Successivamente, da novembre 2020 a marzo 2021 (rettangolo rosso) l’indice ha avuto un nuovo impulso rialzista, seguito dal platino e, quando ha iniziato a lateralizzare da marzo 2021 a settembre 2021 (nel rettangolo azzurro), il platino è invece sceso di prezzo (complice, anche, il rafforzamento del dollaro americano). Negli ultime settimane, come si evince dal grafico, entrambi gli asset sono ripartiti al rialzo.
Detto questo, possiamo notare come la parte grafica e quella fondamentale ci possano aiutare a capire le correlazioni che esistono nei mercati finanziari, tra i diversi asset. Vi chiedete quindi come si potrà muovere il prezzo del platino nei prossimi mesi? Vi do una view: studierò bene le dinamiche riguardanti il settore automobilistico. Per quale motivo? Il grafico, in questo momento, mi dice questo.
ANALISI TECNICA PLATINO SUL GRAFICO SETTIMANALE
Dal punto di vista tecnico, notiamo come il prezzo del platino abbia creato un primo impulso rialzista, andando a toccare i massimi relativi a 1350$ circa; successivamente, complice anche un RSI in ipercomprato (a valori di 75) è andato a rintracciare: utilizzando il rintracciamento di fibonacci, notiamo come esso sia andato a baciare il livello 61,8 che, stando ai libri di analisi tecnica, è il livello più profondo possibile per un rintracciamento; sembra che i manuali per il momento non mentano, dal momento che il prezzo, toccando tale struttura, è rimbalzato raggiungendo i 1110$ circa. Ora è schiacciato nella media a 50 periodi: se dovesse romperla al rialzo, potremmo rivedere il prezzo tornare a visitare i massimi a 1350$; se ciò non avvenisse e ritornasse indietro, magari al livello 61.8, si potrebbe formare come figura tecnica un triangolo discendete.
Vi evidenzio inoltre in volumi: nel rettangolo rosso sono ben superiori rispetto alla parte evidenziata con un rettangolo azzurro, come ci testimonia anche la media a 20 periodi. Ricordiamo che, perché un prezzo al rialzo venga considerato affidabile, deve essere supportato da alti volumi: in questo caso non possiamo dire che i volumi siano bassi, però possiamo affermare con certezza che sono inferiori rispetto agli anni precedenti.
Matteo Farci
ANALISI TECNICA E FONDAMENTALE PALLADIO E SETTORE AUTO EUROPEOCiao ragazzi, oggi vi porto un'idea sul Palladio, che in queste ultime settimane ha guadagnato quasi il 18%, e sul settore automobilistico.
ANALISI FONDAMENTALE PALLADIO E SETTORE AUTOMOBILISTICO
Avevo già parlato precedentemente del Palladio e dei suoi usi. Questo metallo raro è utilizzato per il 75% nell'industria automobilistica, per il 10% nell'elettronica, per il 5% nell'industria chimica, per il 5% nell'odontoiatria, per il 3% nella gioielleria e il 2% per altri scopi meno rilevanti. Come si evince da questi dati, il maggior utilizzo è nell'industria automobilistica. Esso viene usato soprattutto nei motori a benzina e ibridi in qualità di catalizzatore, consentendo la conversione di alcune emissioni inquinanti prodotte dai motori (monossido di carbonio) in anidride carbonica, acqua e azoto. Questo metallo è entrato molto in voga soprattutto dopo lo scandalo dieselgate (ossia quello scandalo messo in atto dalla Volkswagen che aveva falsificato le emissioni di vetture con motore diesel vendute negli Stati Uniti d'America e in Europa) perchè, da quel punto, le vendite di automobili diesel nel mondo è diminuita in quantità rilevante, favorendo le auto a benzina, e successivamente, quelle ibride, di cui, come ho detto, il Palladio è una parte di certa importanza per contenere le emissioni. Per specificare meglio, la materia prima privileggiata per tamponare gli effetti inquinanti nelle macchine diesel è il platino che ha sofferto abbastanza dopo l'agosto del 2016 proprio perchè utilizzato nei motori diesel e di conseguenza, meno motori diesel venduti, meno platino impiegato, da cui deriva quindi il deprezzamento della commodity (vi consiglio di vedere il grafico del platino da agosto 2016).
Tornando a noi, è chiaro che se il mercato favorisce le automobili benzina e ibride (l'elettrico non lo consideriamo in questa idea), è chiaro che la domanda di palladio sale e di conseguenza anche il suo prezzo (per la dinamica della domanda e dell'offerta, che cito sempre nelle mie idee). In questo momento il mercato automobilistico si dimostra forte, basta guardare il grafico che vi ho riportato sulla parte destra, lo STOXX 600 AUTOMOBILIES AND PARTS (settore europeo di automobili e ricambi): il suo trend è fortissimo, e da marzo 2020 è cresciuto del 165% circa, una cifra quasi astronomica, se fatta in nemmeno un anno. Inoltre, ricordiamo che l'industria automobilistica fa parte dei settori ciclici, ossia quelli che tendono a performare meglio quando siamo in un periodo di espansione economica, e infatti ci troviamo in questo tipo di quadrante, infatti i PIL di tutti i paesi stanno pian piano aumentando e tutti i governi stimano che la cresciuta per il 2021-2022 sarà positiva, soprattutto per paesi come Cina, Stati Uniti e soprattutto Inghilterra, il cui PIL si stima crescerà più degli USA; da non dimenticare anche che anche la disoccupazione sta pian piano diminuendo, a favore dell'occupazione . In un periodo di espansione economica gli individui tendono chiaramente a spendere di più perchè il livello di occupazione lavorativa è più alta (il valore delle buste paga aumenta), e di conseguenza anche il consumo di beni durevoli aumenta, tra i quali ci sono le automobili. Di conseguenza, se vengono vendute più automobili, è chiaro che la domanda di Palladio salirà e con essa anche il suo prezzo, per cui, dopo avervi illustrato tutto ciò, direi che la mia view è positiva, tuttavia ci sono da considerare altri fattori.
DEBOLEZZA DEL DOLLARO USA, PREZZO ECCESSIVAMENTE ALTO DEL PALLADIO: POSSIBILE UNA SOSTITUZIONE DELLA COMMODITY?
Il prezzo della commodity è salito chiaramente anche a causa della debolezza del dollaro statunitense con cui esso è scambiato (se il dollaro si deprezza, a noi serviranno meno quantità della nostra valuta di riferimento per acquistare palladio, come vi ho ricordato in diverse altre idee): bisognerà quindi monitorare con attenzione il USDOLLAR (future sul dollaro) e la sua forza, anche se sembra che esso possa continuare la sua discesa, dal momento che i rendimenti dei tassi del decennale non hanno più superato la soglia dell'1,7% (ricordiamo che il dollaro è correlato positivamente ai tassi del decennale americano: se sale il rendimento del decennale, sale il dollaro).
Inoltre, voglio farvi una riflessione: il prezzo del Palladio, come si evince dal grafico, è altissimo; ho letto diversi articoli in passato in cui veniva considerata la possibilità che il Palladio fosse sostituito dal Platino, adesso ad un prezzo notevolmente più basso (il Palladio vale più del doppio del Platino); questo potrà essere possibile perchè le due commodity sono considerate gemelle e quindi facilmente intercambiabili. Succederà? Vedremo, ora è meglio concentrarci sul presente.
ANALISI TECNICA PALLADIO
Dal punto di vista tecnico, il prezzo si presenta abbastanza forte, avendo segnato nuovi massimi storici e un bel +18% nelle ultime settimane (da metà marzo circa). Mi piacciono i volumi, che sono superiori alla media dei volumi dell'ultimo anno e stanno accompagnando il trend al rialzo. L'RSI non presenta divergenze, quindi non dobbiamo aspettarci un rintracciamento forte (anche se questo, comunque, può accadere anche se l'rsi si trova in condizioni normali, cioè non in ipercomprato o in divergenza). Detto ciò, il prezzo si era incastonato in un rettangolo (evidenziato nel grafico in rosso) , in cui ci ha lateralizzato per 8 mesi, finchè è avvenuto il breakout al rialzo, con volume altissimo (ottimo segnale di affidabilità della rottura). Successivamente, il prezzo ha consolidato in quel rettangolo che ho evidenziato in giallo e poi è riesploso al rialzo, andando a segnare i massimi storici. Di rilievo è la distanza tra il prezzo e la media a 50 periodi, che fornisce un'altra grande prova della forza del prezzo.
PROBLEMA INFLAZIONE
Un'ultima considerazione personale. Se il Palladio continua a crescere di prezzo, i produttori di automobili dovranno spendere di più per acquistare la commodity per i sistemi di scarico e chiaramente andranno a far pagare di più le automobili (a noi consumatori) per ribilanciare gli introiti e le spese. Andando di questo passo, quanto potrà alzarsi l'inflazione riferita al settore automobilistico? E' un qualcosa su cui riflettere.
Grazie per l'attenzione ragazzi, buon trading!
ANALISI TECNICA E FONDAMENTALE PLATINO (PL1!)Buongiorno ragazzi, voglio condividere quest'idea che mi è venuta in mente qualche giorno fa sul Platino (pl1!) e della sua possibile salita nei prossimi mesi.
ANALISI FONDAMENTALE
Avevo già parlato qualche tempo fa di questa materia prima dal punto di vista fondamentale, e il mio pensiero rimane chiaramente sempre lo stesso. Credo che il Platino potrà essere una delle migliori commodity dei prossimi anni; questa affermazione deriva dalla sua natura "industriale": il suo utilizzo nell'industria automobilistica è ormai cosa nota, dal momento che questa commodity viene impiegata come catalizzatore nei sistemi di scarico, con lo scopo di un minor inquinamento; basti pensare che tutti i catalizzatori presenti nelle marmitte catalitiche di automobili a benzina, diesel e ibride sono composte da Platino e in minor quantità da Palladio. Il platino, inoltre, è utilizzato anche nelle auto elettriche nella produzione delle celle a combustibile: si stima che la produzione delle celle a combustile nei prossimi anni crescerà in maniera massiccia visti tutti i progetti delle case automobilistiche volti alla produzione di veicoli elettrici.
Il Platino sarà anche fondamentale nella nuova hydrogen economy, in quanto è un catalizzatore nel processo di produzione per elettrolisi dell’idrogeno.
Detto tutto ciò, ogni mio riferimento è quindi incentrato sull'industria automobilistica, quindi qualche tempo fa ho provato a paragonare il prezzo del Platino stesso con l'andamento dell'indice STOXX Europe 600 Automobiles & Parts, che è l'indice del settore Europeo delle automobili e dei ricambi, al quale appartengono aziende di automobili quali Volkswagen, Stellantis e Bmw ecc e aziende di ricambi come Michelin e Faurecia. Quello che nota subito un occhio accorto è la grande correlazione positiva che esiste tra l'indice stesso e il prezzo del Platino: cosa possiamo trarne? Ne traiamo il fatto che il Platino è fortemente dipendente da questo settore di industria. Monitorare il settore automobilistico con un indice che racchiuda il mondo automobilistico può certamente aiutarci nel prendere delle decisioni se si voglia/decida di investire nel Platino.
Ora, la mia riflessione è questa: sappiamo tutti che l'industria automobilistica è tra quelli "ciclici", ossia quelli che dipendono dall'andamento dell'economia, e sappiamo altrettanto bene che l'economia sta migliorando di mese in mese, basandoci su dati macroeconomici come, primo fra tutti, il PIL dei paesi. Questo significa necessariamente che le automobili saranno vendute a volumi più alti, e questo significa che gli utili aziendali saranno via via maggiori, fin tanto che resteremo in un periodo di espansione economica; utili sempre maggiori spingeranno molto probabilmente al rialzo i prezzi delle aziende (delle aziende, ad esempio, del STOXX Europe 600 Automobiles & Parts) e...siccome abbiamo trovato questa correlazione tra Platino e settore automobilistico, come ci aspettiamo che si comporti il Platino? Andrà probabilmente al rialzo. Questa è solo un ipotesi che io metto in campo, poi il prezzo mi dimostrerà se la mia idea aveva un fondamento o no, ma mi piaceva comunque condividerla con voi.
*la correlazione tra Platino e STOXX Europe 600 Automobiles & Parts la trovate nel grafico di destra
ANALISI TECNICA
Dal punto di vista tecnico, abbiamo assistito alla salita del prezzo dal Marzo 2020. Esso ha rintracciato varie volte, da fine maggio 2020 a fine giugno 2020, dagli inizi di agosto 2020 a fine settembre 2020, da cui poi ha fatto seguito un grande up trend durato fino al 17 febbraio 2021 circa, in cui il prezzo ha nuovamente rintracciato. Ho utilizzato il rintracciamento di Fibonacci dal minimo del 13 novembre 2020 circa al massimo del 16/17 febbraio 2021 per farvi notare che poi il prezzo ha rintracciato fino al livello 0.5 e, per considerare un movimento ribassista un rintracciamento, esso deve avvenire tra il livello 38.2 e il livello 61.8 cosa che, effettivamente, è accaduta. Dal rintracciamento nel livello 0.5, il prezzo ha ripreso a crescere, andando a formare un triangolo simmetrico evidenziato nella figura; sarà interessante vedere dove il prezzo taglierà. Il mio sentiment è comunque rialzista, attestato anche dalla grande separazione tra le medie a 50 e 200 periodi (come ripeto sempre, più è grande la separazione tra due medie mobili, tanto più forte è un prezzo).
Spero che questa analisi vi possa servire. Ricordatevi di monitorare anche il dollaro USA, in quanto una sua debolezza andrebbe a sostenere il prezzo di tutte le commodity al rialzo! Buon trading!