INFLAZIONE, TASSI DI INTERESSE, SETTORE FINANCE, TECH E....OROBuongiorno ragazzi, ieri sono usciti gli attesissimi dati sull’inflazione americana; il dato ha visto un incremento ad ottobre del +6,2%, la più grande impennata in più di 30 anni.
Come ho precisato nella precedente idea, mi piace sempre vedere dal punto di vista grafico come reagiscono i mercati; non mi soffermo a guardare solamente i benchmark come l’S&P500 o il Nasdaq, ma in particolare gli indici seperati, utilizzando diversi etf che vi riporto sotto:
- XLF (SETTORE FINANZIARIO)
- XLE (SETTORE ENERGETICO)
- XLB (SETTORE DEI MATERIALI)
- XLI (SETTORE INDUSTRIALE)
- XLRE (SETTORE REAL ESTATE)
- XLK (SETTORE TECNOLOGICO)
- XLY (SETTORE CONSUMER DISCRETIONARY)
- XLP (CONSUMER STAPLES)
- XLU (SETTORE UTILITIES)
In giornate come quella di ieri la volatilità tende sempre ad alzarsi, non dimentichiamo che il dato sull’inflazione è sempre stato uno dei più importanti, specie in questo momento, dal momento che le decisioni di politica monetaria della FED si baseranno anche su di essa.
Detto questo, ho notato come, all’uscita del dato, il rendimento sul decennale americano a 10 anni (US10Y) si schizzato per aria, chiudendo a fine giornata a valori di 1,553% (segnando un +7,92%). Perché è successo ciò? Avevo spiegato perché gli investitori acquistano obbligazioni (che possono essere anche a 1,2,3,5,7,20 e 30 anni): ciò accade quando, in questo caso, vedono attraverso i loro “studi” un’economia stabile o, per meglio dire, una crescita economica (un’espansione). Quest’ultima, però, dev’essere necessariamente accompagnata da un’inflazione non alta ma stabile, sul 2% o poco superiore, per un semplice motivo: essa erode i guadagni futuri, perché, se ci pensiamo bene, se aggiustassimo il rendimento di un’obbligazione (o premio) all’inflazione futura (se acquistiamo obbligazioni a 10 anni, dovremmo andare ad aggiustare il rendimento all’inflazione prossima di 10 anni), non otterremo granchè di premio, specie se l’inflazione fosse alta. E infatti, come è stato il dato sull’inflazione ieri? Il più alto degli ultimi 30 anni; gli investitori quindi, per paura di detenere obbligazioni a 10 anni (per paura quindi di vedere il loro premio eroso dall’inflazione futura) hanno scaricato queste ultime, facendo schizzare per aria il loro rendimento.
Spiegato ciò, vi riporto nei due grafici la correlazione esistete tra i rendimenti delle obbligazioni a 10 anni con il settore tecnologico (a sinistra) e con il settore finanziario (a destra). Vi siete chiesti perché il settore tecnologico ha perso il -1,67% mentre quello finanziario solo il -0,17%?
C’è una spiegazione a tutto. Il motivo sta nel fatto che i due settori reagiscono diversamente ai tassi di interesse e ai dati sull’inflazione. Innanzitutto, la gran parte delle aziende del settore XLK sono growth, ossia aziende che hanno le loro revenue spostate nel futuro; ciò significa che gran parte dei loro profitti sono reinvestiti per poter espandere l’azienda, a differenza delle aziende value che invece hanno le loro grandi revenue focalizzate nel presente ma non hanno tanto spazio di crescita; chiaramente le tecnologiche, avendo le loro revenue focalizzate nel futuro, sono molto più soggette ad un’inflazione alta, in quanto erode i guadagni futuri come spesso ho ripetuto. Questo è il motivo principale per cui le aziende dell’etf tecnologico hanno perso così tanto.
Il settore finanziario, contrariamente, ci sguazza con un’inflazione di questo tipo. Il motivo? Pensiamoci bene: qual è il miglior modo (per una banca centrale) per combattere l’inflazione? L’innalzamento dei tassi di interesse; parte dei guadagni del settore bancario e finanziario da cosa dipendono? Dai prestiti che loro concedono (attenzione però, non tutte le aziende di XLF basano i loro guadagni su questo modello, ma vengono comunque trasportate da esso). Se i tassi di interesse sono più alti, chiaramente tali aziende andrebbero a guadagnarci concedendo prestiti, aumentando le loro revenue e attirando investitori.
Spero di essere stato abbastanza chiaro spiegando il motivo per cui XLF non abbia avuto uno storno abbastanza accentuato.
Nei grafici condivisi vi ho mostrato come gli asset siano correlati, uno in maniera positiva (XLF) e uno in maniera negativa (XLK).
Detto questo, vi siete chiesti ieri dove siano finiti i soldi degli investitori? Vi consiglio di guardare il grafico dell’oro. Avete visto cosa ha fatto ieri? Un +0,94%, andando a rompere la struttura a 1832$ e andando a sfiorare quella di 1873$. Questo perché? Perchè l’Oro ha agito da bene rifugio di brevissimo termine. Sono curioso di vedere cosa mostrerà nei tempi a venire: forza o debolezza?
Solo guardando i grafici lo capiremo.
Spero l’idea vi sia piaciuta, Matteo Farci.
Tassidiinteresse
TAPERING E TASSI DI INTERESSE. LA REAZIONE DEI MERCATIBuongiorno ragazzi, come tutti saprete ieri sera alle 19 ha parlato il presidente della FED Jerome Powell. C’era molta attesa per questo intervento in quanto il presidente avrebbe annunciato probabilmente il tapering (ossia la riduzione di acquisti di obbligazioni), avrebbe dato una visione sull’inflazione e avrebbe parlato sulla decisione riguardo i tassi di interesse.
Ogni qualvolta siamo di fronte a situazioni ed interventi di questo tipo (ossia quelli che pesano come un macigno sul calendario economico) mi piace osservare come reagiscono i mercati. Vi ho quindi condiviso i grafici sui future dell’ S&P 500 e quello sul Nasdaq 100 a timeframe 15m.
Notiamo come, dalle 19 alle 00:45 circa, i mercati abbiano reagito benissimo, con l’S&P che è andato a segnare un bel +0,96% e il Nasdaq un +1,37%. Vi siete chiesti perché, nonostante Powell abbia annunciato il tapering (e quindi il ritiro graduale del sostegno ai mercati), i mercati hanno reagito bene?
Perché la notizia sul tapering era già stata scontata. Esiste un’affermazione molto veritiera nel mondo della finanza: buy the rumors and sell the news; i mercati finanziari scontano sempre in anticipo le news, andando a scontarle dal momento in cui tale news inizia a districarsi tra gli operatori. Da quanto si parla di tapering? Da tanto, almeno dall’estate. Quindi, se prossimamente i mercati scenderanno, non scenderanno per l’inizio del tapering.
Vi siete però chiesti il motivo per cui i mercati hanno reagito bene? A parer mio perché Powell ha dichiarato di non voler alzare i tassi di interesse, che ora sono stabiliti a 0-0,25%. Ricordiamo che quando i tassi di interesse sono bassi vanno a stimolare l’economia, in quanto per le aziende è più facile richiedere prestiti, e se esse gli richiedono, possono usarli per svariati motivi, tra i quali “espandersi”; più moneta circolante c’è, meglio funziona l’economia e più si alza il PIL, che è chiaramente mosso da tutte quelle aziende che appunto, come ho detto, posso facilmente accedere al credito quando i tassi sono bassi.
Adesso vedremo quando la FED avrà intenzioni di alzarli, saranno interessanti tutte le dichiarazioni che da qui al futuro rilasceranno i banchieri centrali.
Per quanto riguarda l'inflazione, invece, il presidente ha dichiarato ancora una volta di vederla "transitoria" a causa dei colli di bottiglia e delle catene di approviggionamento.
Ricordiamo, buy the rumors and sell the news, ne abbiamo avuto l’esempio proprio ieri.
Buona giornata, Matteo Farci
Banche centrali e inflazione temporaneaE’ diverso tempo che le banche centrali si dichiarano non preoccupate per l’andamento dell’inflazione, che in più di un’occasione è stata definita come “temporanea”, cercando di scongiurare il timore dei mercati di imminenti manovre sui tassi di riferimento.
Apprendiamo dalla lettura dei dati macro, che l’economia statunitense e quella cinese stanno vedendo il passaggio dallo scenario di “reflazione” ad uno di “stagflazione”: le stime della crescita economica vanno riducendosi, con l’inflazione che continua ad aumentare. Il peggior quadro per qualsiasi banchiere: toccare i tassi andrebbe a deperire ulteriormente il Pil, lasciarli invariati significherebbe ammettere di dover accettare lo scenario di un incremento del costo delle materie prime, degli oneri di prodizione e del prodotto finale, in assenza di crescita di salari e ricavi, senza margini ulteriori d'intervento.
A proposito d'inflazione, che solo oggi sembrerebbe essere l’argomento principale dei media e dei mezzi d’informazione, è interessante andare a vedere sui grafici, le dinamiche di alcune materie prime, per capire quando è iniziata la loro corsa.
L’analisi inizia da novembre 2020, periodo nel quale si è assistito ad un generale incremento dei prezzi ed in particolare osserviamo:
- Futures petrolio greggio: performance superiore al 120%
- Futures rame: apprezzamento del 40%
- Futures grano: crescita del 28%
- Futures sul gas naturale: rialzo del 66%
Possiamo sicuramente dire che le materie prime, dopo la caduta del covid, hanno cominciato a crescere in maniera decisa, rappresentando per certi versi un’opportunità per gli investitori.
Come comportarsi durante uno scenario inflazionistico?
Dipende dalla composizione del nostro portafoglio.
Se non eravamo già long su materie prime, ora è probabilmente troppo tardi per prendere in maniera “decisa” posizione, tuttavia a mio avviso è possibile concentrarsi su due aspetti:
1) Posizionarsi su aziende che potrebbero beneficiare del contesto: utilities (fornitori di energia, servizi pubblici), aziende operative nei settori estrattivi. Nell’ultimo mese abbiamo visto ottime performances da parte di: Oil & Gas, Carbone da coke, Perforazione, Uranio, Carbone Termico, linee aeree, settore agricolo.
2) Considerando che l’inflazione riduce il valore attuale dei ricavi futuri delle aziende, sfruttare i ribassi di questo periodo per mettere in “watchlist” titoli con ottimi fondamentali, basso grado di indebitamento, fatturati trimestre su trimestre in crescita (ricerca facilitata dalla funzione screener di tradingview). Potremmo sorprenderci nel trovare aziende a prezzi interessanti, ricordando sempre però di non comprare durante la discesa delle quotazioni, ma di attendere segnali di ripresa confermata dei titoli.
LA FINE DEL SUPERCICLO DELLE MATERIE PRIME. E' POSSIBILE?Buongiorno ragazzi, stamani voglio condividervi un'idea riguardante il destino che potrebbero avere le materie prime nel medio periodo, prestando particolare attenzione all'inflazione, tassi di interesse e forza/debolezza del dollaro USA.
IL BOOM DELLE COMMODITIES
Siamo da aprile del 2020 godendoci il boom delle commodities. Per riassumervi questo loro comportamento, vi ho condiviso come asset l'Invesco DB Commodity Index, che non è altro che un indice che racchiude in sè, in percentuali diverse, le materie prime più conosciute. Vediamo come il prezzo è salito in maniera parabolica, segnando un rialzo dall'inizio del suo impulso ad oggi di quasi l'80%. Il rialzo di tutte le materie prime è scaturito da diversi fattori che, uno ad uno, ho sempre descritto in tutte le mie idee (per maggior chiarezza, vi consiglio di leggerle) :
1) Per il rapporto domanda/offerta, in quanto la ripresa economica è stata accompagnata da un boom di richieste da parte di tutti i Paesi mondiali: pensiamo alla Cina e a tutte le sue importazioni di materie agricole come, prime fra tutte, il mais; pensiamo alla transizione energetica che ha portato ad un'eccessiva domanda di materiali come rame e argento; pensiamo ai progetti infrastrutturali e alla conseguente richiesta di legname, alluminio e lo stesso rame; da non dimenticare l'industria automobilistica e ai connessi palladio e platino e, ancora una volta, rame. Insomma, vi ho citato solo alcuni esempi, in cui avrete sicuramente notato quanto di spicco sia stato il rame, la cui natura gli permette di essere utilizzato nei più svariati settori: non è un caso infatti che esso sia stato una delle migliori materie prime dalla metà del 2020. Non dimentichiamoci del (non meno importante) petrolio e delle scelte che l'Opec, strategicamente, ha attuato, in modo che il sottostante aumentasse il suo valore dopo i numerosi tagli all'offerta che ci ha accompagnato fino a poco tempo fa.
2) La debolezza del dollaro statunitense: dal momento che la stra gran maggioranza di materie prime sono scambiate in dollari, un dollaro più debole attira investimenti da parte di detentori di altre valute
3) Speculazione, che nel mercato c'è sempre stata, c'è e ci sarà.
LA CORRELAZIONE TRA INFLAZIONE E TASSI DI INTERESSE
E' da diverso tempo che ormai si parla continuamente di inflazione e di tassi di interesse. Ci troviamo in un periodo in cui la FED mantiene essi prossimi allo zero; l'obiettivo di questa azione è quello di favorire la crescita economica, perchè quando i tassi di interesse sono prossimi allo zero (o comunque bassi) le aziende sono più motivate a richiedere dei prestiti per i più svariati motivi; questo significa "più moneta circolante" e si sa che, più circola una moneta, più l'economica ha la possibilità di riprendersi. I tassi di interesse non sono utilizzati dalle banche centrali mondiali solo per favorire l'economica, ma anche per controllare l'inflazione: riagganciandoci al concetto precedente di "moneta circolante", più essa circola nei mercati e nell'economica di un Paese, più essa genera inflazione (ossia l'aumento dei costi dei beni); e qual'è il modo per combattere l'inflazione? I tassi di interesse! Alzando i tassi di interesse, le aziende non saranno più "incentivate" a richiedere prestiti e come conseguenza la moneta che era circolante inizia a ritirarsi.
L'INFLAZIONE INDOTTA DALLE MATERIE PRIME
Voglio precisare che l'inflazione non è soltanto indotta dai bassi tassi di interesse, ma anche da un'altra serie di fattori tra i quali rientrano anche i prezzi delle materie prime. Il motivo? Se ad esempio il prezzo del petrolio aumenta, è chiaro che i trasporti costeranno di più e, di conseguenza, anche ciò che i rifornitori trasportano aumenterà di prezzo, in maniera tale che il rifornitore stesso (anche di materie prime, per dire) possa guadagnare comunque nonostante il carburante per i trasporti sia aumentato di prezzo; pensiamo al rame o all'alluminio: se il loro prezzo è molto alto e se le infrastrutture costruite richiedono grandi quantità di queste ultime due, allora è chiaro che il prezzo delle infrastrutture stesse aumenterà, in maniera tale che l'ipotetica impresa costruttrice vada comunque a guadagnare lo stesso tanto, facendo quindi in modo che il rialzo dei prezzi di rame e alluminio non sortiscano effetto nei guadagni. Se il mais aumenta, è chiaro che anche il pane sarà poi venduto ad un prezzo più alto; ci sono tantissimi esempi, ve ne ho riportato solo alcuni di facile comprensione.
IL PROBLEMA DELL'INFLAZIONE
Nei mercati finanziari sta prendendo sempre più piede la parola "inflazione", che spaventa a tanti. Dopo la crisi dovuta al coronavirus, tutte le banche centrali hanno attuato le famose "politiche monetarie" volte a stimolare l'economica. La grande dose di denaro immessa nei mercati (non solo dalle banche centrali, ma anche dai governi) ha sostenuto il rialzo, facendo segnare ai più conosciuti S&P 500 e Nasdaq massimi storici su massimi storici. L'obiettivo della Federal Reserve (banca centrale USA) era quello di stimolare l'occupazione, cercando di eliminare il più possibile la disoccupazione. Fin'ora gli obiettivi sono stati rispettati, tant'è che questi due dati macroeconomici incrementano di mese in mese. Ritornando al paragrafo precedente, era abbastanza scontato che la gran mole di denaro in circolo presente generasse inflazione, e ciò è proprio il problema; come ho già detto, uno degli obiettivi di una banca centrale è quello di controllare l'inflazione, facendo in modo che essa oscilli in un range del 2%. L'ultimo dato ha invece mostrato che essa si attesta al 4.2% annuo rispetto allo scorso anno, valore più alto dal 2008. Questo ha allarmato tutti, ma non la FED, che sostiene che questa sia soltanto transitoria. A Powell, presidente della FED, sembra si siano quasi opposti altri colleghi quali il presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan e Patrick Harker, capo della Fed di Philadelphia; essi richiedono al FED di considerare un tapering, ossia una diminuzione di quantità di denaro immessa dai mercati, in maniera tale da evitare che l'inflazione possa diventare incontrollabile. Questo potrebbe essere un primo passo verso l'aumento dei tassi di interesse (essi verranno aumentati solo quando l'economica si sarà ripresa in maniera stabile e i livelli di occupazione saranno soddisfacenti);
RAPPORTO TRA TASSI DI INTERESSE, DOLLARO E MATERIE PRIME
Se la Fed aumentasse i tassi di interesse, ciò andrebbe a rinforzare il dollaro, e questo accadrebbe perchè il dollaro, con un tasso di interesse più alto, avrebbe anche un rendimento più alto. Nei 3 punti toccati riguardo al boom delle materie prime, ho considerato il fatto che esse fossero salite anche grazie, chiaramente, ad un dollaro molto debole. La domanda ora è: se i tassi effettivamente aumentassero, potremmo comunque assistere ad un superciclo delle materie prime? Basteranno soltanto la speculazione e la dinamica di domanda/offerta per continuare a goderci questo splendido momento? Per il momento stiamo tranquilli perchè la FED dovrebbe modificarli tra la fine del 2023 e il 2024. Tuttavia, vi consiglio di studiarvi la storia delle banche centrali: potrebbe non essere la prima volta che una banca centrale non riesca più a controllare l'inflazione e, di conseguenza, si rimangi la parola e agisca prima del voluto. Vi invito (qualora foste interessati all'argomento) a leggere settimana dopo settimana i dati sull'inflazione e sull'occupazione (e disoccupazione): saranno molto utili per aver chiaro quello che la banca centrale farà.
Spero la mia idea vi possa dare uno spunto, per qualsiasi cosa o per interesse che io condivida qualche altra idea riguardante qualche altro asset contattatemi pure, faccio ciò per passione.
Buon trading!
CHECK-POINT FOREX AL 10/05/2020Le Major si trovano quasi tutte in evidenti situazioni di lateralità, che trovano i loro estremi compresi tra il 2 ed il 3 e mezzo percento abbondante tra il supporto e la resistenza.
La situazione macro va seguita con attenzione e non sono escluse "sorprese" scatenate da twit e dichiarazioni di vario genere, fermo restando che le banche centrali sembrano tutte intenzionate a porre rimedio all'attuale emergenza con copiose iniezioni di liquidità sui mercati (FED in primis con un atteggiamento particolarmente interventista).
Da valutare la correlazione tra gli strumenti per individuare i rapporti di forza e verificare la bontà di eventuali breakout o reazioni su supporti/resistenza
ATTENZIONE PER LA SETTIMANA
NZD Tassi d'interesse
GBP Pil
CAD discorso di Poloz
USD petrolio e disoccupazione
EUR/USD
Resistenza 1.09916
Supporto 1.07272
AUD/USD
Resistenza 0.65699
Supporto 0.63729
NZD/USD
Resistenza 0.61764
Supporto 0.59950
GBP/USD
Resistenza 1.26478
Supporto 1.21657
USD/CAD
Resistenza 1.42990
Supporto 1.38558
USD/JPY
Resistenza 109.382
Supporto 105.988
USD/CHF
Resistenza 0.97958
Supporto 0.95956
DOLLAR INDEX
Resistenza 100.93
Supporto 98.27
Buon trading!
[HAI MAI SENTITO PARLARE DI HELICOPTER MONEY?]Probabilmente lo hai visto solo nei film. Un supereroe o un Robin Hood del momento passa con un elicottero sopra la tua città e lancia soldi in strada a tutto il popolo.
Da qui nasce proprio il concetto di Helicopter Money (Lanciare i soldi da un elicottero) ma fino ad ora probabilmente non sapevi che si trattasse di una proposta anticonvenzionale di politica monetaria che è stata discussa più volte dalle Banche Centrali. Praticamente un Quantitative Easing molto alternativo.
Questo estremo tentativo di politica monetaria espansiva nasce nel 1969 da una provocazione fatta dall’economista Milton Friedman, che sostenne per la prima volta in una conferenza pubblica che se tutte le strategie convenzionali di politica monetaria non avessero funzionato, al peggio si sarebbe potuti ricorrere alla distribuzione di denaro “lanciandolo direttamente da un elicottero” in modo da aumentare l’inflazione.
Chiaramente l’ipotesi di questo economista prevede che le persone non possano tenere per sé i soldi ricevuti in regalo bensì dovranno usarli per muovere l’economia e le leggi di domanda e offerta.
Nel pratico, la Banca Centrale stampa moneta e invece di acquistare titoli e passare tramite banche istituzionali per mettere a disposizione la liquidità da dare in prestito alla popolazione, arriva direttamente al popolo distribuendo nei conti correnti il denaro precedentemente stampato.
E' bene sapere che di questa teoria ci sono molti sostenitori e altrettante persone che sono a sfavore.
Le obiezioni più discusse sono infatti la possibilità dell’insorgere di una forte inflazione, lo sconfinamento della banca centrale nelle politiche fiscali (che non sono tra i suoi compiti), la poca praticità, soprattutto Europea, in quanto il finanziamento monetario esplicito è vietato dai trattati e per ultimo, ma non per importanza, la possibilità che i governi si possano approfittare di questo strumento per scopi elettorali.
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In questi ultimi tempi, si è tornato a parlare dell’argomento proprio perché il CoVid-19 sta mettendo alle corde le varie economie Europee e le politiche monetarie tradizionali sembrano non fornire risposte efficaci.
L’helicopter money, come detto in precedenza, toglierebbe il lavoro al Q.E, ma c’è un punto cruciale, identificato prima, che impedisce a questi elicotteri di alzarsi in volo.
Per distribuire Euro agli europei, la BCE dovrebbe segnare sul suo bilancio una passività che andrebbe coperta con un pari ammontare di debito: in pratica dovrebbe poter emettere un bond. Un Euro-bond in questo caso. Si tratterebbe, in definitiva, di uno strumento fiscale che non è previsto nell’Eurozona e che tutte le volte che è stato proposto negli anni precedenti, è sempre stato bocciato.
Anche se in questi periodi non si possono mai dare per scontato le soluzioni che potrebbero adottare i vari enti centrali per arginare il fenomeno che sta penalizzando il vecchio continente, a Hong Kong, l’helicopter money sembra poter diventare una realtà, difatti la crisi da CoVid-19 ha spinto il governo locale a una soluzione in fase di attuazione che ha dell’eclatante: tutti i residenti maggiorenni riceveranno un assegno di 10.000 HK dollari (1.280 USD). La provenienza di questi fondi da distribuire però è ben diversa dall’ipotesi Europea, difatti non ci sarà incremento del debito pubblico con emissioni di titoli di stato, poiché la misura verrà finanziaria attingendo alle riserve nate dei surplus di bilancio degli anni passati, tradotto in parole povere: dall’eccesso di tasse.
Cosa ne pensi di questa pratica? Ne avevi già sentito parlare? 👇
Cicli Economici = Studio e Passione NikTopScalper !Ecco quello che è successo Graficamente ai Mercati Finanziari Rapportandolo con i movimenti della Yeld Curve (detta anche Curva dei Rendimenti) dei Treasury Americani a 30 ANNI !!!
Ricordo ai meno "esperti" che la Banca Centrale americana, alzando o abbassando i Tassi, può inficiare solamente ...la parte Bassa della Curva dei Rendimenti (1-5 anni) !
Buon Trading e Buona Riflessione ...
DISASTRO AUSTRALIANO ?Probabile ricca opportunità su AUDJPY , il dollaro australiano nei confronti di uno dei suoi principali patners commerciali, il Giappone. Come ben sappiamo l' economia australiana nell' ultimo periodo è un vero e proprio disastro con il prezzo delle case che sta crollando velocemente ( confermato questa notte con i dati in uscita del settore edilizio prepotentemente sotto le aspettative ), i salari non crescono, la disoccupazione aumenta e l' inflazione si attesta sotto i livelli di range ottimale inferiori al 2% ( più precisamente a 1.80%). La banca centrale australiana, RBA, deciderà domani notte ( ore 4.30 italiana ) se diminuire il tasso di interesse per riportare l' inflazione a livelli standard e permettere all' economia australiana di tornare a respirare. L' ultima diminuzione del tasso di interesse risale al 2016, in quest' ottica dato che alla RBA mancano solo 6 ribassi prima di portare il tasso di interesse a 0 e visti gli interventi contati penso si comporterà proprio come nel 2016, temporeggiando ora e diminuendo i tassi a Maggio subito dopo le elezioni federali. Mi aspetto quindi che la RBA lasci immutati i tassi di interesse come sta facendo dalla fine dello scorso anno a questa parte, ciò sicuramente non farà altro che aumentare le forze di vendita nel mercato. Graficamente in dayli siamo a ridosso di una struttura molto importante su cui è avvenuto un breakout al ribasso,a quota 80.00, in caso i fondamentali confermino le mie previsioni ( tassi di interesse immutati ) mi aspetto un trend bearish confermato da una divergenza bearish sul Relative Strenght Index a 4H con entrata a mercato alla rottura del wedge ribassista , SHORT @79.325, livello suggerito anche dalla choku di ichimoku, con STOPLOSS @79.430 e due differenti TAKE PROFIT: TP1 @78.810 TP2 @77.645 e un RISKREWARD > 1:5.
In caso invece la RBA decidesse di diminuire domani i tassi di interesse, ciò sarebbe una notizia estremamente positiva per il mercato ma mi posizionerei LONG solo al breakout rialzista dell' importante struttura 0.80.