Oggi la FedAl giorno cruciale della Fed ci arriviamo con un ritorno del risk on, dopo che ieri pareva il contrario, specialmente in assenza di dichiarazioni sui colloqui eventuali tra USA e Cina sui dazi, che erano stati categoricamente smentiti da Trump. Il Presidente, infatti, aveva dichiarato di non avere alcuna intenzione di incontrare a breve Xi Jinping. E invece poi saranno Bessent e il Vice Presidente Cinese a parlarne.
L'indice del dollaro, ieri sotto pressione per l’intera seduta, ha reagito tornando in area 99,5, interrompendo una serie di tre giorni di ribassi dopo le notizie secondo cui il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent e il rappresentante per il commercio Jamieson Greer avrebbero incontrato i loro omologhi cinesi questa settimana in Svizzera per discutere di questioni economiche e commerciali. Ciò ha accresciuto l'ottimismo riguardo a un possibile avvio di negoziati commerciali per ridurre gli ingenti dazi imposti da entrambi i paesi.
Gli investitori sono però in attesa della decisione di politica monetaria della Federal Reserve, prevista per questa sera, con ovvie previsioni di tassi fermi. Ma la chiave sarà Jerome Powell e le sue dichiarazioni, che saranno cruciali per avere informazioni sull'andamento futuro dei tassi, in un contesto di crescente pressione per un allentamento della politica monetaria. Tuttavia, i timori che i dazi di Trump possano ancora far salire l'inflazione, per ora hanno negato questo scenario.
WALL STREET
Gli azionari USA sono scesi ieri, estendendo le perdite della sessione precedente, con l'S&P 500 che ha chiuso con il segno negativo, a -0,77%, il Nasdaq in calo dello 0,87% e il Dow Jones in calo dello 0,95%. Il sentiment degli investitori, sempre ieri, sembrava pessimista a causa della persistente incertezza sui dazi e delle crescenti preoccupazioni per l'impatto delle tensioni commerciali sugli utili aziendali.
Nella notte, però, i mercati azionari asiatici sono saliti dopo che è arrivata la conferma che il vice premier cinese He Lifeng incontrerà il Segretario al Tesoro Scott Bessent questa settimana, per discutere di tariffe e questioni commerciali, alimentando speranze tra gli investitori. A rafforzare il sentiment positivo, il fatto che la Pboc avrebbe deciso di tagliare i tassi di interesse tra i 10 e i 50 punti base.
Il Presidente Trump, dal canto suo, incontrerà il Primo Ministro canadese Carney, mentre i negoziati tra gli Stati Uniti e diversi paesi proseguono, sebbene non siano stati raggiunti accordi formali. Nel frattempo, le importazioni statunitensi a marzo sono nuovamente aumentate in previsione di nuovi dazi ad aprile. Oggi inizia la riunione del FOMC, con la Fed che si prevede manterrà invariati i tassi di interesse. Il mercato prezza un nulla di fatto e bisogna aspettare prima che decida di tagliare il costo del denaro.
VALUTE
Sui cambi solito trading range, con EurUsd tra 1.1300 e 1.1380 e gli altri cambi contro dollaro in una perfetta correlazione dollaro-centrica. La chiave è altrove, ovvero è legata all’incontro USA-Cina sui dazi, nonostante nel mondo tornino le tensioni, di cui si faceva volentieri a meno, specie in un anno come questo, con uno scontro India-Pakistan, che per ora si è limitato a un raid mirato dell’India verso siti terroristici pachistani con conseguente rappresaglia di Islamabad, ma che speriamo non subisca una escalation militare generalizzata, il che, oltre a provocare vittime innocenti, potrebbe alimentare un ennesimo risk off sui mercati.
Il ritorno e la correzione del dollaro si è vista anche contro Jpy con UsdJpy tornato a 143.30 dai minimi di 142.30 di ieri pomeriggio. Bisogna capire se questo movimento del biglietto verde sia solo correttivo per poi riprendere la sua strada ribassista, oppure se sarà qualcosa di più. Anche il Chf ha perso quota con EurChf che da 0.9330 è risalito a 0.9365-70 area, così come UsdChf da 0.8210 a 0.8270. Il dilemma rimane il solito, ovvero molto, se non tutto, dipende dalle questioni commerciali. Se USA e Cina trovassero un accordo, il risk on tornerebbe prepotentemente sulla scena.
DEFICIT COMMERCIALE USA
Il deficit commerciale degli Stati Uniti si è ampliato a 140,5 miliardi di dollari a marzo 2025, raggiungendo un nuovo massimo storico, rispetto alle previsioni di un deficit di 137 miliardi di dollari. Le importazioni sono balzate del 4,4%, raggiungendo il massimo storico di 419 miliardi di dollari, in previsione di ulteriori annunci di dazi ad aprile. Gli acquisti sono aumentati per prodotti farmaceutici, autovetture e accessori per computer, ma sono diminuiti per prodotti finiti in metallo e petrolio greggio.
Nel frattempo, le esportazioni sono aumentate di un misero 0,2%, ma hanno anche superato il record di 278,5 miliardi di dollari, trainate da autovetture, gas naturale, oro e accessori per computer. Il deficit commerciale degli Stati Uniti si è ampliato notevolmente con l'UE e il Vietnam, ma si è ridotto con la Cina, la Svizzera e il Canada mentre è rimasto pressoché invariato con il Messico.
PETROLIO
Martedì, i future sul greggio WTI sono saliti del 4% a 59,4 dollari al barile, rimbalzando dal minimo di quattro anni, poiché gli indicatori tecnici segnalavano un mercato ipervenduto e divergenze interessanti. I prezzi sono stati sostenuti anche dal ritorno degli acquirenti cinesi dopo le festività. Inoltre, i segnali di un potenziale rallentamento della produzione di scisto statunitense hanno contribuito ad alleviare le preoccupazioni relative all'eccesso di offerta.
Diamondback Energy, un importante produttore, ha rivisto al ribasso le sue previsioni di produzione e ha avvertito di un imminente calo delle attività di perforazione onshore. Anche un altro importante operatore di gas scisto ha annunciato tagli, a indicare che i bassi prezzi stanno iniziando a influire sulla produzione. Nel frattempo, la modesta riduzione dei prezzi di vendita ufficiali da parte dell'Arabia Saudita ha segnalato un approccio cauto alla quota di mercato, attenuando il sentiment ribassista dopo l'accordo dell'OPEC+ per aumentare la produzione a giugno. Anche l’indice PMI dei servizi statunitense superiore alle attese ha contribuito al mantenimento della domanda.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Mercato forex
Opportunità Investimento LONG GBP/AUD
L’attuale configurazione di mercato offre un’interessante opportunità LONG sulla coppia GBP/AUD, con un punto di ingresso a 2.0586. La strategia ottimizzata prevede un Take Profit (TP) del 3% e un Stop Loss (SL) dell’1%, garantendo un rapporto rischio/rendimento adeguato per la gestione del trade.
Analisi Tecnica
La coppia GBP/AUD presenta diversi segnali rialzisti: ✅ Supporto chiave ben consolidato in area 2.0586. ✅ Media mobile a 50 periodi che sostiene la tendenza positiva. ✅ RSI in zona rialzista, suggerendo momentum favorevole per una continuazione dell’uptrend.
Motivazioni Fondamentali
La strategia è supportata da fattori macroeconomici e fondamentali: 📊 La Bank of England mantiene un approccio favorevole alla sterlina britannica. 📉 Il dollaro australiano mostra segnali di debolezza legati all’incertezza economica globale. 🌍 Dati macro UK più solidi rispetto a quelli australiani, confermando la forza relativa della sterlina.
Strategia di Trading
🔹 Ingresso LONG: 2.0586 🔹 Take Profit (TP): +3% rispetto al livello di ingresso, sfruttando il potenziale di crescita. 🔹 Stop Loss (SL): -1%, proteggendo la posizione da eccessiva volatilità. 🔹 Gestione dinamica: Monitoraggio continuo per eventuali aggiustamenti sulla base delle condizioni di mercato.
Conclusione
La strategia aggiornata ottimizza il rischio e il potenziale rendimento, offrendo una configurazione solida per capitalizzare sulla crescita di GBP/AUD. Come sempre, è consigliabile accompagnare l’operazione con una gestione del rischio efficace e un monitoraggio attento delle condizioni di mercato.
INDICE NMI EUROPEOINDICE NMI EUROPEO
Dopo un rialzo nei primi tre mesi dell’anno, la crescita economica dell’eurozona all’inizio del secondo trimestre è rallentata.
Il settore terziario, che detiene il ruolo maggiore, ad aprile è praticamente rimasto in stagnazione.
Anche se la produzione
manifatturiera ha indicato un inaspettato rialzo, questo non è stato sufficiente ad evitare il complessivo rallentamento della
crescita.
Nel settore terziario, la pressione dei costi è ancora piuttosto alta, nonostante abbia decelerato negli ultimi due mesi.
L’inflazione dei prezzi di vendita è scesa e ha continuato l’andamento al ribasso. Molti membri della Banca Centrale
Europea stanno suggerendo un nuovo taglio ai tassi di interesse nel mese di giugno, e gli ultimi dati sembrano
sostenere questa posizione.
L’occupazione dell’eurozona sembra in fase di lieve stabilizzazione.
Il calo dei posti di lavoro nel manifatturiero è stato più che compensato dall’aumento degli organici terziari.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 06.05.2025Borse europee in ripresa, mentre Wall Street prede fiato.
Settore servizi in buona salute ad Aprile negli Usa: una sorpresa!
Trump tassa i film prodotti all’estero: minacciano la salute di Holliwood...
Petrolio sempre più giù, mentre riparte la corsa dell’oro.
Mercati finanziari tra cautela e segnali di ripresa: l’Europa accelera, Wall Street rallenta. Dopo una settimana positiva che aveva riportato le Borse europee ai livelli precedenti all’imposizione dei nuovi dazi, l’apertura di questa settimana ha visto un atteggiamento più cauto da parte degli investitori.
Fa eccezione il Dax di Francoforte, che ha guadagnato l’1,1%, sostenuto dall’imminente insediamento del nuovo governo tedesco guidato dal conservatore Friedrich Merz (Cdu-Csu). La coalizione con la Spd prevede Lars Klingbeil come vicecancelliere e ministro delle Finanze, mentre Boris Pistorius è stato confermato alla Difesa, favorendo un rialzo dei titoli legati all’industria militare: Rheinmetall +3,1% e Renk +4,1%.
Nel resto d’Europa, Milano ha chiuso in leggero rialzo (+0,4%), con gli occhi puntati sul consolidamento del settore bancario. Madrid ha fatto anche meglio (+0,5%), mentre Parigi (-0,5%) e Amsterdam (-0,1%) hanno chiuso in calo. La Borsa di Londra è rimasta chiusa per festività.
Wall Street ha archiviato una seduta negativa, segnata dalla prudenza in attesa della riunione della Federal Reserve e della delusione per l’assenza di sviluppi concreti sugli accordi commerciali.
In particolare, il presidente Donald Trump ha imposto dazi del 100% sui film prodotti all’estero, sostenendo che i benefici fiscali offerti da altri Paesi al settore cinematografico rappresentino una "minaccia alla sicurezza nazionale".
Gli indici principali hanno chiuso in ribasso: Dow Jones -0,24% a 41.217 punti, S&P500 -0,64% a 5.650 punti, Nasdaq -0,74% a 17.844 punti.
Nei primi mesi del 2025, l’Europa si conferma l’area geografica preferita dagli investitori globali rispetto agli Stati Uniti. Dopo che negli ultimi cinque anni l’S&P500 abbia guadagnato complessivamente il +104% (inclusi i dividendi), contro il +88% dello Stoxx 600, da inizio anno il trend si è invertito: S&P500 -11,6%, Stoxx 600 +7,5%.
Questo cambiamento è stato favorito dalle tensioni commerciali e dall'incertezza sulle politiche americane, mentre in Europa, pur con lo spettro della guerra in Ucraina ancora presente, il contesto appare più stabile agli occhi degli investitori.
Dal punto di vista macroeconomico, il settore servizi negli Stati Uniti ha registrato segnali misti: il PMI (Purchasing managers Index) dei servizi (rilevato da S&P Global) è stato pari a 50,8 punti (sopra la soglia di crescita ma inferiore ai 51 previsti).
Invece l’ISM servizi (Institute for the supply management) è salito da 50,8 a 51,6 punti, oltre le attese (50,4), segnalando una ripresa nel terziario, che rappresenta oltre due terzi dell’economia americana
Tuttavia, il rincaro dei prezzi pagati dalle imprese per materiali e servizi – al massimo da oltre due anni – indica una crescita delle pressioni inflazionistiche legate proprio ai dazi.
Sul versante valutario, il dollaro statunitense è rimasto debole, cros euro/dollaro 1,133, euro/yen 162,90 e dollaro/yen 143,88.
Sul mercato delle materie prime, si segnalano dinamiche divergenti: gas naturale europe (TTF Amsterdam) stabile a 33 euro/MWh, mentre l’oro è in forte rialzo: +2,2% lunedì a 3.312 dollari l’oncia, in crescita dell’1,2% anche oggi, 6 maggio, con un guadagno del 28% da inizio anno (contro il +14% dell’argento).
Secondo Goldman Sachs, l’oro continuerà a sovraperformare l’argento. Gli acquisti da parte delle banche centrali, soprattutto dopo il congelamento delle riserve russe nel 2022, hanno spezzato la storica correlazione tra i due metalli. Il calo della produzione di pannelli solari in Cina, dovuto all’eccesso di offerta, penalizza la domanda di argento.
Sul fronte energetico, il petrolio resta debole: il WTI per consegna a giugno ha segnato ieri 56,7 dollari al barile (-2,6%), minimo da quattro anni, ed stamane accenna ad un rimbalzo, +1,5% a 57,6. Il calo è in parte dovuto alla decisione dell’Opec+ di aumentare la produzione di 411mila barili/giorno a giugno e ai timori per un indebolimento della domanda.
Nelle Borse asiatiche, Hong Kong è tornato positivo dopo la "Golden Week": Hang Seng +0,7%, sù anche il CSI300 (Shanghai e Shenzhen), +1%. Durante le festività, i viaggi in Cina hanno toccato quota 10,9 milioni, con 1,1 milioni di viaggi transfrontalieri di passeggeri stranieri, in aumento del 43,1% su base annua.
Nonostante ciò, l’attività dei servizi in Cina mostra un rallentamento ad aprile: l’indice Caixin è sceso a 50,7, il livello più basso da sette mesi (contro 51,8 atteso). Le tensioni con gli Stati Uniti stanno pesando....
L’India, nelle trattative commerciali con gli USA, ha proposto l’eliminazione dei dazi su acciaio, componenti auto e farmaci fino a determinate soglie quantitative.
Nel frattempo, anche il Messico pensa a mosse protezionsitiche, reagendo all’importazione massiccia di acciaio e tessuti a basso costo (dumping), sospendendo le attività di circa metà delle aziende importatrici autorizzate.
Infine le cripto: ieri piccolo passo indietro, parallelo alla frenata dell’azionario USA. Bitcoin si sta comunque avvicinando alla soglia critica dei 100.000 dollari. Donald Trump ha ribadito il proprio sostegno alle criptovalute durante un’intervista, dichiarando: «Se non lo facciamo noi, lo farà la Cina».
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Il mercato USA perde quotaIeri il mercato azionario USA ha perso quota con l'S&P 500 in calo dello 0,64%, dopo una serie positiva di 9 giorni, la più lunga da novembre 2004. Il Nasdaq ha perso lo 0,74% e il Dow Jones ha chiuso a -0,24%. Le prospettive di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina appaiono sempre più remote, oltre all'annuncio da parte del Presidente Trump di una nuova tariffa del 100% sui film di produzione estera.
Trump ha anche dichiarato di non avere intenzione di parlare con il Presidente cinese Xi Jinping questa settimana, sebbene abbia lasciato intendere che potrebbero essere imminenti accordi commerciali con altri Paesi. I mercati si stanno anche preparando per la decisione di politica monetaria della Fed di mercoledì.
Oggi, l'ISM Services PMI ha indicato un'inaspettata accelerazione nel settore dei servizi statunitense. Tutti i settori erano in rosso, ma energia, finanza e beni di consumo discrezionali hanno sottoperformato. Sul fronte societario, le megacap hanno registrato per lo più ribassi, tra cui Apple (-1,2%), Nvidia (-0,6%), Amazon (-1,5%), Meta (-1%) e Tesla (-1,9%). Microsoft è rimasta pressoché invariata, mentre Alphabet ha guadagnato lo 0,3%.
VALUTE
Ancora lateralità sui cambi, con pochi movimenti degni di nota. Siamo in attesa di qualcosa, anche se permane, a nostro avviso, la necessità di deprezzare il dollaro nel medio termine, per provare a ridurre un deficit commerciale inarrestabile.
Proprio questo pomeriggio è atteso il dato generale sulla bilancia commerciale, il cui consensus prevede un peggioramento a 137,1 miliardi di dollari nel solo mese di marzo, mentre il dato precedente è stato di 122,7 miliardi di dollari.
L'EurUsd continua a rimanere in questo trading range compreso tra 1,1290 e 1,1360, così come la sterlina che contro dollaro naviga in acque tranquille, tra 1,3280 e 1,3350. Lo Jpy rimane in forza dopo aver ceduto qualcosa nell'ultima settimana in relazione a una correzione dovuta tecnicamente, con il UsdJpy che dai minimi sotto 140,00 ha reagito fino a 145,75. Ora siamo tornati a 143,75 e potremmo ancora scendere verso i minimi.
Siamo comunque tornati in una fase di apparente risk on che sui cambi si traduce in un ribasso dei cross come EurAud, EurNzd, GbpAud e GbpNzd, mentre il UsdCad cerca faticosamente di risalire la corrente dai minimi di 1,3750.
ISM PMI SALE
L'indice PMI dei servizi ISM è balzato inaspettatamente a 51,6 ad aprile, dal minimo degli ultimi nove mesi di 50,8 registrato a marzo, e al di sopra delle previsioni di 50,6. I nuovi ordini (52,3 contro 50,4) e le scorte (53,4 contro 50,3) sono cresciuti a un ritmo più sostenuto e l'attività economica è rimasta in territorio di espansione (53,7 contro 55,9).
Nel frattempo, l'occupazione ha continuato a contrarsi, seppur a un ritmo più lento (49 contro 46,2). Per quanto riguarda i dazi, preoccupa l'impatto effettivo sui prezzi, più che l'incertezza e le pressioni future. Gli intervistati continuano a menzionare i tagli al bilancio delle agenzie federali come un freno per le imprese, ma nel complesso i risultati stanno migliorando.
RENDIMENTI IN SALITA
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è balzato al 4,35% lunedì, estendendo il rialzo della scorsa settimana, poiché i mercati temono che l'inflazione rialzi la testa a fronte del pessimismo economico derivante dalla questione tariffe.
I dati ISM hanno riflesso una forte espansione dell'attività dei servizi negli Stati Uniti, oltre a un'impennata delle pressioni sui costi, in linea con il rapporto sull'occupazione e i dati più elevati sull'inflazione PCE pubblicati la scorsa settimana. Ciò in contrasto con i dati che sottolineavano un impatto negativo delle minacce tariffarie, tra cui la contrazione del PIL nel primo trimestre.
La mancanza di chiarezza sul fatto che il Presidente Trump manterrà i dazi per un periodo più lungo ha spinto i mercati a concordare sul fatto che la Federal Reserve manterrà i tassi invariati questa settimana. Mentre i timori di una contrazione economica hanno spinto i futures sui tassi a riflettere i molteplici tagli della Fed quest'anno, il sostegno ai titoli del Tesoro USA è stato compensato dai timori che l'incerta politica economica possa danneggiare il mercato dei capitali.
SVIZZERA, CPI IN CALO
I prezzi al consumo in Svizzera sono rimasti invariati su base annua ad aprile 2025, dopo un aumento dello 0,3% a marzo e contro le previsioni di un aumento dello 0,2%. Si tratta del livello più basso dal marzo 2021, trainato dai continui cali dei prezzi di generi alimentari e bevande analcoliche, beni e servizi per la casa e trasporti.
Questi cali sono stati compensati dagli aumenti dei costi di alloggio ed energia, comunicazioni, ristoranti e alberghi. Nel frattempo, l'inflazione core è scesa allo 0,6% dallo 0,9% di marzo. Su base mensile, anche l'indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato, in linea con il periodo precedente e in linea con le previsioni di un aumento dello 0,2%.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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Attenzione, il tasso USD/HKD sul PEG decisivo di 7,75Introduzione: Dall'inizio del 2025, il dollaro USA è stata l'unica valuta principale a scendere in modo significativo sul mercato Forex. Di fatto, è l'unica valuta principale ad essere scesa sul mercato forex quest'anno. Sullo sfondo della guerra commerciale di Donald Trump, l'immagine del biglietto verde come porto sicuro contro il rischio di una recessione economica globale è stata minata. Nelle ultime settimane gli investitori istituzionali hanno aumentato le loro posizioni corte sul dollaro USA, raggiungendo un'esposizione corta netta di 17 miliardi di dollari, secondo il rapporto COT della CFTC. Va notato che il rimbalzo del mercato azionario statunitense non ha portato a un forte rimbalzo del dollaro USA (DXY), anche se quest'ultimo si sta stabilizzando contro l'euro nel breve termine.
Il dollaro USA (DXY) ha perso oltre l'8% rispetto a un paniere di valute principali dall'inizio dell'anno e rimane sotto forte pressione rispetto alle valute asiatiche all'inizio della settimana, in particolare il dollaro di Hong Kong e Taiwan.
1) Il posizionamento ribassista istituzionale raggiunge una zona di eccesso
L'analisi dei dati dell'ultimo rapporto COT (Commitment Of Traders) della CFTC mostra che il posizionamento istituzionale sul dollaro USA sta raggiungendo livelli eccessivi: sia su EUR/USD che su JPY/USD, le posizioni ribassiste sul dollaro USA stanno raggiungendo livelli elevati che potrebbero essere vicini al parossismo. Il DXY (indice del dollaro USA contro un paniere di valute principali) mostra una chiusura mensile tecnicamente ribassista, ma ci sono sempre più segnali di ipervenduto sugli orizzonti settimanali e giornalieri. I venditori stanno iniziando a raggiungere le soglie tecniche viste nel 2023 e nel 2024, e il DXY sembra stabilizzarsi nel breve termine in attesa della prossima decisione di politica monetaria della FED, mercoledì 7 maggio. Anche il caso del dollaro rispetto alle valute asiatiche è rivelatore: la volatilità sta esplodendo, costringendo le autorità monetarie come quelle di Hong Kong e Taiwan a intervenire. Ciò conferma che la debolezza del dollaro sta iniziando a generare tensioni sui regimi di cambio fissi, in particolare sul PEG USD/HKD.
2) Il tasso di cambio USD/HKD sul decisivo PEG di 7,75; attenzione
Di fronte alle pressioni sulla propria valuta, l'Autorità Monetaria di Hong Kong è stata costretta a intervenire massicciamente sul mercato dei cambi riacquistando 6 miliardi di dollari USA in un solo giorno. L'intervento è volto a difendere il PEG, l'ancoraggio tra il dollaro di Hong Kong e il biglietto verde, che è minacciato dallo slancio al ribasso di quest'ultimo, dato che la coppia flirta con il limite inferiore del corridoio fissato tra 7,75 e 7,85.
Nonostante la notevole flessione del dollaro, sarebbe prematuro vederne una spirale fuori controllo e potrebbe stabilizzarsi questa settimana con la decisione di politica monetaria della FED di mercoledì 7 maggio. I fondamentali economici degli Stati Uniti rimangono abbastanza solidi, a partire dal mercato del lavoro, che continua a registrare buoni risultati secondo l'ultimo rapporto NFP. È improbabile che Jerome Powell si pieghi alle pressioni di Donald Trump mercoledì 7 maggio e la ripresa del taglio dei tassi dei fondi federali statunitensi non è prevista prima dell'estate.
Conclusione: in sintesi, sebbene la correzione del dollaro sembri far parte di una tendenza di fondo per il 2025, il dollaro inizia ad essere ipervenduto nel breve termine. Per quanto riguarda il tasso USD/HKD, la soglia di 7,75 dovrebbe essere tenuta sotto stretta osservazione questa settimana.
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EUR/JPY PROSECUZIONE SU CANALE RIALZISTA
📈 Situazione Attuale
La coppia EUR/JPY si sta muovendo all’interno di un canale rialzista. La prosecuzione di tale movimento è supportato da una combinazione di fattori tecnici e macroeconomici.
⚡ Configurazione Tecnica
Medie mobili con incrocio rialzista sia su time frame giornaliero che 4h
RSI in presenza di una divergenza nascosta rialzista
La divergenza nascosta rialzista si verifica quando la price action forma minimi crescenti mentre l’indicatore tecnico forma minimi decrescenti. Tale configurazione potrebbe indicare una prosecuzione del trend rialzista.
🌍 Analisi Fondamentale
Fattori a sostegno dell'EUR:
Inflazione Eurozona in rialzo (+3.2% YoY ad aprile), pressione per policy ECB meno accomodante
Dati PMI positivi: Ripresa manifatturiera a 49.8 vs 48.5 previsto
Fattori di debolezza JPY:
BOJ ultra-dovish: Tassi fermi allo 0.5% e taglio previsioni crescita 2026 (0.5% da 1.1%)
Rischio geopolitico: Tensioni USA-Cina favoriscono rotazione verso asset EUR
🎯 Obiettivi di Prezzo
Target 1: 163,75 rientro nella zona mediana del canale
Target 2: 164.75 nuovi massimi relativi
⚠️ Gestione del Rischio
Stop Loss aggressivo 161.75
Stop Loss conservativo 161
💡 Conclusione
La confluenza di fattori tecnici, come la divergenza nascosta rialzista, e di fattori macroeconomici offrono la possibilità di una prosecuzione all’interno del canale rialzista formato dalla coppia EUR/JPY
Ricordate di fare sempre ulteriori analisi e di tradare responsabilmente gestendo in modo oculato il rischio.
Resoconto dell'operazioneOperazione aperta dopo 'ISM Services PMI' sul USD.
Ho aspettato un primo cambio strutturale sul TF 5m, dopo che il prezzo testasse ciò che voleva testare, dato che mi aveva bucato la zona da me qualificata inizialmente, per poi entrare, in base alle mie conferme.
Operazione aperta su una challenge (phase 1) GFT 100K.
USD/JPY: Ingresso a 143.525 con Target a 147.883 e Stop Loss a 11. Contesto attuale: Il prezzo attuale si trova intorno a 144.18, con una leggera variazione positiva (+0.14%). L’andamento recente mostra un movimento ribassista che si è fermato vicino al livello chiave indicato come Entry Point (143.525), suggerendo un possibile rimbalzo.
2. Livelli tecnici principali:
Entry Point: 143.525
Target Point One: 145.063
Target Finale (EA Target Point): 147.883
Stop Loss: 141.847
3. Strategia rappresentata: Il grafico suggerisce una strategia long (acquisto) con ingresso a 143.525. L’idea è sfruttare un rimbalzo da questo livello per un target iniziale a 145.063 e un target finale a 147.883. Il movimento atteso è una classica "cup formation" con un ritracciamento prima di un nuovo rally.
4. Supporti e resistenze:
La zona viola sottostante (tra 141.85 e 143.52) rappresenta un'importante area di supporto.
La zona viola superiore vicino a 145 è un’area di resistenza intermedia.
Il target finale a 147.88 rappresenta un massimo potenziale basato su proiezioni precedenti.
5. Indicatori tecnici:
Le medie mobili (rossa e blu) mostrano un possibile incrocio rialzista.
Le zone arancioni indicano punti di rimbalzo chiave (supporti/resistenze dinamiche testate in passato)
EURUSD: sell limitHo inserito un sell limit su di un livello di possibile continuazione del movimento ribassista: negli HTF siamo molto estesi ed è plausibile un riposo del prezzo: essendo l'ordine inserito comunque su di un prezzo un po' in alto, starò ad osservare se il prezzo ci arriverà oppure se reagirà prima.
Attenzione: dalle ore 15:45 vi sono news che potrebbero far aumentare la volatilità dei pair con sottostante il dollaro.
NOTIZIE DELLA SETTIMANAPrincipali notizie della settimana:
MARTEDI'
- FESTA GIAPPONE
- Indici servizi (ALL)
- Prezzi prod. (11:00) (EUR)
- Bilancia comm. (14:30) (USD)
- Bilancia comm. (14:30) (CAD)
MERCOLEDI'
- Vendite dett. (11:00) (EUR)
- Tasso d'int. (20:00) (USD)
GIOVEDI'
- Tasso d'int. (13:00) (GBP)
- Jobless claims (14:30) (USD)
VENERDI'
- Produz. indu. (08:00) (GBP)
- Tasso disoc. (14:30) (CAD)
Nel pomeriggio sono stati pubblicati i dati ISM non manifatturieri USA.
L'indice dei servizi sale a 51.6, dal 50.8 precedente.
COSA DICONO GLI INTERVISTATI:
"Le vendite e il traffico sono migliorati in linea con le tendenze stagionali anno su anno".
"Le tariffe stanno avendo un impatto negativo sui clienti delle piccole imprese.
Molti clienti di piccole imprese si riforniscono di prodotti dalla Cina.
Non possono permettersi di competere sul mercato rifornendosi da altri paesi".
Setup Rialzista EUR/USD: Rimbalzo dalla Zona di Domanda verso 🔵 Zona di Domanda (Supporto)
📍 Zona: 1.12441 - 1.12985
🟦 Il prezzo è rimbalzato fortemente da quest’area = Presenza di compratori!
🛒 Ottima zona per potenziali entrate long.
📉 Trendline Discendente
📍 Due massimi decrescenti formano una linea di resistenza
🔺 Rottura in corso = Segnale rialzista!
📍 Prezzo Attuale: 1.13414
📈 Sopra la media mobile EMA 70 (1.13334)
🧲 L’EMA potrebbe ora agire come supporto dinamico
🎯 Target (Obiettivo): 1.15646 🥅
🟢 Guadagno potenziale dalla rottura = Ottimo rapporto rischio/rendimento!
🪜 Resistenza a breve termine intorno a 1.15640
🛑 Stop Loss: 1.12441 🔻
📍 Posizionato appena sotto la zona di domanda = Buon controllo del rischio
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Idea di Trading (Bias Rialzista) 💡🐂
✅ Entrata vicino a 1.12985 (dopo il rimbalzo)
🎯 Obiettivo: 1.15646
🛑 Stop Loss: 1.12441
⚖️ Rendimento > Rischio — setup interessante!
Wall Street attaccaVenerdì, Wall Street ha fatto registrare una seduta positiva, trainata da trimestrali tutto sommato soddisfacenti e dalla tenuta del mercato del lavoro. Inoltre, ci sono stati segnali positivi sul fronte della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.
L'indice S&P 500 è salito di quasi l'1,5%, segnando il suo nono guadagno consecutivo e la sua più lunga serie positiva in due decenni. Il Dow Jones è balzato di 563 punti, estendendo il suo rally per la nona sessione consecutiva, mentre il Nasdaq è salito dell'1,5%.
Le buste paga non agricole di aprile sono aumentate di 177.000 unità, superando le aspettative, anche se il dato precedente è stato decisamente rivisto al ribasso. Il sentiment è stato ulteriormente rafforzato dall'apertura di Pechino alla ripresa dei negoziati commerciali, subordinata alla riduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti.
Tuttavia, i risultati degli utili sono rimasti contrastanti: le azioni Apple sono scese del 3,7% dopo aver annunciato un impatto sui dazi di 900 milioni di dollari, mentre Amazon ha perso leggermente lo 0,1% dopo aver fornito indicazioni caute. Exxon Mobil è salita dello 0,4% e Chevron dell'1,7% dopo la pubblicazione dei risultati.
Nel corso della settimana, l'S&P 500 è salito del 2,3%, il Dow Jones del 2,5% e il Nasdaq del 2,7%.
VALUTE
Sui cambi, c'è stata ancora alternanza tra risk on e risk off in una settimana poco significativa sul fronte delle price action, con un trading range che ha caratterizzato i movimenti dei principali rapporti di cambio. Il mercato è stato quasi perfettamente dollaro centrico e le correlazioni hanno evidenziato pochi movimenti volatili tra i cross.
EurUsd è a ridosso dei supporti chiave di 1.1290 e 1.1260, mentre il Cable rimane sopra 1.3230. Il franco svizzero è sempre forte contro euro e dollaro, poiché l’incertezza a livello macro rimane, specie per la questione dei dazi ancora aperta e le difficoltà nell’organizzare una tregua stabile tra Russia e Ucraina sul fronte geopolitico.
Serve un trigger che riporti volatilità, in un periodo nel quale Trump sembra rilasciare meno dichiarazioni roboanti. Jpy si indebolisce con il recupero generalizzato del dollaro contro le principali valute.
Nel medio termine, siamo ancora dell’idea che l’indebolimento del dollaro si renda necessario per molteplici ragioni, che vanno dal rallentamento economico alla necessità di ridurre il deficit commerciale. Nel breve, il dollaro potrebbe correggere qualche punto percentuale, in ragione del delta tasso che pesa sulle altre valute.
DATI MERCATO DEL LAVORO USA
La scorsa settimana, e non succedeva da tempo immemore, tutti i dati sul mercato del lavoro USA pubblicati, ad eccezione dei Nfp di venerdì, avevano evidenziato un significativo peggioramento in tutte le sue componenti più importanti.
Martedì, i Jolts Openings, ovvero i posti vacanti nelle aree industriali e commerciali americane, erano diminuiti di 288.000 unità, attestandosi a 7,192 milioni a marzo 2025, il livello più basso degli ultimi sei mesi e ben al di sotto delle aspettative di mercato, che si attestavano a 7,48 milioni.
Il giorno successivo, gli Adp, ovvero il rapporto sul mercato del lavoro del settore privato non agricolo, avevano aggiunto 62.000 lavoratori ai propri stipendi nell'aprile 2025, meno della metà dei 147.000 stipendi rivisti al ribasso del mese precedente e ben al di sotto delle aspettative di mercato di 115.000. Si è trattato dell'aumento più contenuto da luglio dello scorso anno, a sottolineare l'impatto dei dazi imposti dal governo statunitense sull'assunzione di nuova manodopera da parte delle imprese.
Giovedì, poi, sono usciti i Challenger layoffs e i jobless claims, ovvero i licenziamenti e i disoccupati settimanali, che sono aumentati rispetto ai dati precedenti, in un quadro che ha confermato come le preoccupazioni e l’incertezza che si sono manifestate sui mercati dall’arrivo del Presidente Trump abbiano cominciato a contagiare anche l’economia reale.
A conferma di questo, la prima rilevazione del Pil USA del primo trimestre ha evidenziato una contrazione dello 0,3% nel primo trimestre del 2025, segnando il primo calo dal primo trimestre del 2022. Si tratta di una netta inversione di tendenza rispetto alla crescita del 2,4% del trimestre precedente e decisamente inferiore anche alle aspettative di mercato, che si attestavano sullo 0,3%.
Se poi consideriamo che l’inflazione è rimasta su livelli sostenuti, il che impedisce alla Fed di tagliare i tassi, si può comprendere come il rischio recessione, unito a inflazione ancora da abbattere, rappresenti un pericolo significativo per l’economia USA.
Non dimentichiamo che anche il dato di venerdì sui Nfp, benché superiore alle attese di 39 mila unità (177 mila contro 130 mila), a leggerlo nel dettaglio, non pare così eclatante, specie alla luce del fatto che il dato precedente è stato rivisto al ribasso di 43 mila unità da 228 mila a 185 mila. Inoltre, i salari orari sono saliti meno del previsto e la disoccupazione è rimasta al 4,2%.
EURO, INFLAZIONE STABILE
L'inflazione dei prezzi al consumo nell'area dell'euro è rimasta stabile al 2,2% ad aprile 2025, superando leggermente le aspettative del mercato del 2,1% e attestandosi appena al di sopra dell'obiettivo intermedio del 2,0% fissato dalla Banca Centrale Europea.
Un calo più marcato dei prezzi dell'energia (-3,5% contro -1,0% a marzo) è stato compensato da un'inflazione più rapida nei servizi (3,9% contro 3,5%), negli alimentari, alcolici e tabacco (3,0% contro 2,9%). I prezzi dei beni industriali sono aumentati dello 0,6%, invariati rispetto a marzo.
Nel frattempo, l'inflazione core, che esclude alimentari ed energia, è salita al 2,7%, in rialzo rispetto al minimo triennale del 2,4% di marzo e al di sopra delle previsioni del 2,5%. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,6% ad aprile, in linea con l'aumento di marzo.
LA SETTIMANA ENTRANTE
L'attenzione del mercato si concentrerà sui potenziali negoziati sui dazi tra Stati Uniti e Cina, sulla decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve e sulle successive dichiarazioni dei funzionari della Fed, insieme a una serie di relazioni sugli utili del primo trimestre.
Inoltre, tra i dati chiave pubblicati figurano l'ISM Services PMI e i dati sul commercio estero. A livello globale, sono attese decisioni sui tassi di interesse da Regno Unito, Brasile, Polonia e Norvegia, insieme alla pubblicazione dei dati sull'inflazione in Svizzera, Turchia, Messico e Brasile.
Il Canada pubblicherà il suo rapporto sul mercato del lavoro insieme ai dati sulla bilancia commerciale, con ulteriori dati commerciali attesi da Canada, Francia, Germania, Brasile e Cina. Nel frattempo, la Germania pubblicherà i dati sugli ordini alle fabbriche e sulla produzione industriale, mentre la Cina riferirà sul PMI dei servizi e sui nuovi prestiti in yuan.
Buona settimana!
Saverio Berlinzani
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EUR\USD:Test Cruciale sul Pullback a 1.1270Ragazzi, focus su EUR/USD perché siamo in un momento tecnico potenzialmente decisivo. Il prezzo sta cercando di fare perno proprio sul livello di pullback che avevamo individuato intorno a quota 1.1270, la nostra linea azzurra. È un tentativo di rimbalzo dopo la discesa recente, e la reazione qui ci dirà molto sulla forza residua dei compratori.
Il Test sul Pullback:
Questa zona di 1.1270 non è un livello casuale. Rappresenta un test di un'area significativa e vedere se tiene è il primo passo. Se i compratori riescono a difendere questo livello, potremmo assistere a un recupero.
La Condizione Chiave: NON Superare la Freccia Rossa!
Ora, ecco il punto cruciale, la condizione sine qua non affinché questo rimbalzo mantenga un sapore di debolezza relativa: il prezzo NON DEVE assolutamente superare il massimo relativo precedente
GBPUSD: Pronto per un ritracciamento?Dollar Index nelle ultime 2 settimane ha mostrato un rafforzamento.
GBPUSD ha raggiunto una zona resistiva che ha retto ai rialzi nelle ultime 2 settimane.
E' plausibile ora attendersi un movimento ribassista sino area rettangolare, che è la prima zona in cui può incontrare compratori.
Situazione complessa per Euro-DollaroVoglio partire con delle considerazione sul cambio Euro-Dollaro:
- Candela mensile appena chiusa, decisamente rialzista
- Candele settimanali (penultima ed ultima a conferma) che preannunciano ribassi o perlomeno un top raggiunto.
Solitamente quando ci sono queste discrepanze tra i due timeframe succede che nel breve si va a seguire il movimento del timeframe più vicino, per poi tornare a seguire la tendenza principale del timeframe più lungo; detto in parole povere, possibile scarico nel breve per poi riprendere il rialzo nel medio.
Ma andiamo per gradi e cerchiamo di fare un analisi oggettiva:
- Fino a che non andiamo in chiusura di candela sotto 1,1275/50 io cerco solamente opportunità long ed anche sotto tale livello non andrei short molto volentieri (al massimo solamente per operazioni intraday)
- La dashboard in coerenza con i movimenti degli ultimi giorni mostra maggiore forza del Dollaro rispetto all'Euro
- L'oscillatore in basso ha precedentemente arpionato al rialzo, anche se mostra poca convinzione.
Fatte queste premesse, come possiamo operare nella prossima settimana?
Iniziamo dicendo che tradare queste situazioni è complesso, poichè non c'è confluenza tra movimenti di breve e di medio/lungo, tuttavia:
- Come detto, in caso di tenuta del livello 1,1275/50 restiamo long con possibili target 1,14 prima ed 1,157 poi
- In caso di cedimento di 1,1275/50 (preferirei che fosse confermato in chiusura di candela), abbiamo poca roba e strada libera fino a 1,11, 1,095 poi ed 1,078 in ultimo; difficile immaginare discese più ampie.
Tentativo di rimbalzo per Dollaro-Yen Per la terza volta livello 140 ferma la discesa di Dollaro-Yen quindi, già anticipo, un tentativo long a medio termine è lecito farlo.
Andiamo per ordine e cerchiamo di fare un analisi oggettiva comunque:
- Come già anticipato livello 140 ha fatto da pavimento già in altre 2 recenti per poi estendere in seguito fino ad area 158, quindi già facendo un analisi RR ci siamo (considerando che metteremo lo stop in chiusura di candela weekly sotto 139)
- La dashboard in basso a sinistra mostra un Dollaro più forte dello Yen nella maggior parte dei timeframe analizzati.
- L'oscillatore in basso ha appena arpionato al rialzo dalla zona di ipervenduto (come successo nelle 2 precedenti occasioni)
- A livello macro una forza del Dollaro rispetto allo Yen spesso anticipa scenari risk-on, teniamo conto che anche a livello di indici stiamo quantomeno vivendo una fase di rimbalzo.
Insomma, le premesse per tentare un long ci sono tutte, facendo attenzione alla gestione della posizione che, andrà liquidata in caso di chiusura di candela settimanale sotto gli ultimi 3 minimi e che avrà come primo target area 149,5, per poi estendere eventualmente fino a 151,8 ed infine fino al ritorno in area 156.
Il Declino del Dollaro. Analisi macroeconomica e tecnica EUR/USDIl ruolo del disavanzo commerciale e il debito pubblico nella svalutazione del DXY (dollaro americano).
Il disavanzo commerciale degli Stati Uniti non è una novità, tuttavia, durante la seconda amministrazione Trump, questo fenomeno non è stato compensato dai flussi finanziari a favore dei titoli di Stato americani, come accadeva abitualmente. I titoli di Stato sono sotto pressione: nonostante il sell-off delle azioni, non si è verificato un acquisto massivo, bensì una vendita che ha portato a un rialzo dei rendimenti.
I flussi finanziari non compensano il disavanzo commerciale, causando la perdita di valore del dollaro sul mercato Forex. Comprendere se questo processo proseguirà è essenziale per interpretare gli eventi futuri. Il dollaro sta perdendo il suo status di bene rifugio nei periodi di stress finanziario, pur mantenendo la caratteristica di valuta di riserva globale.
Trump desidera un dollaro più debole per riequilibrare la bilancia commerciale. L'elevato rendimento dei titoli di Stato a 10 anni ha spinto Trump a ridurre la sua pressione sui dazi. I mercati hanno colto il punto debole di Trump: quest'anno gli Stati Uniti dovranno rifinanziare 9 miliardi di debito pubblico, e Trump non può permettersi un'ulteriore svalutazione dei titoli di Stato, poiché rifinanziare il debito con rendimenti troppo alti sarebbe insostenibile.
In questo contesto sicuramente gioca un gioco fondamentale la Cina, detentrice storica del di debito pubblico americano, che nell’ultimo periodo ha disinvestito in riserve di Treasury americani reinvestendo in oro. L'oro, insieme al franco svizzero, rappresenta, quindi, il bene rifugio del momento. L'oro ha ancora ampio margine di crescita se lo scenario attuale (rallentamento della globalizzazione, aumento dell'inflazione, Paesi che si allontanano dal dollaro per altri investimenti) continuerà. Il prossimo decennio potrebbe essere diverso, con una maggiore influenza della geopolitica sui mercati finanziari rispetto alle tradizionali politiche monetarie.
Il rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro è vantaggioso o svantaggioso? Questo rende più probabile un ulteriore taglio dei tassi, consentendo di pagare meno le materie prime e di importare meno inflazione o addirittura disinflazione.
ANALISI MACRO SETTIMANALE - EUR/USD.
La coppia EUR/USD ha registrato una lieve pressione di vendita per la seconda settimana consecutiva, ma venerdì si è attestata intorno a 1,1350, invariata rispetto all'apertura. Gli investitori rimangono cauti nei confronti del dollaro statunitense (USD), data la politica tariffaria della Casa Bianca sull'economia locale.
I dati degli Stati Uniti pubblicati recentemente hanno mostrato un rallentamento dell'economia nel primo trimestre dell'anno, anche a causa delle preoccupazioni legate alla guerra commerciale. Al contrario, i dati macroeconomici dell'Unione Europea (UE) sono stati moderatamente positivi.
Con l'avvicinarsi della fine della settimana, l'attenzione degli investitori si sposta sugli sviluppi del commercio globale e sul prossimo annuncio di politica monetaria della Federal Reserve (Fed).
Dati europei e Banca centrale europea
L'Unione Europea ha pubblicato l'indicatore del sentiment economico di aprile, che è sceso a 93,6 rispetto al 95,00 di marzo. Inoltre, l'Unione ha pubblicato la stima preliminare del Prodotto Interno Lordo (PIL) del primo trimestre, indicando una crescita economica dell'1,2% su base annua e dello 0,4% nel trimestre, superando le aspettative dell'1,0% e dello 0,2%. Infine, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) è aumentato più del previsto ad aprile, secondo le stime preliminari, del 2,2% su base annua rispetto al 2,1% previsto.
Nel frattempo, la Germania ha pubblicato i dati sulle vendite al dettaglio di marzo, registrando un calo su base mensile dello 0,2%, migliore rispetto al -0,4% previsto dagli operatori di mercato. Il PIL tedesco del primo trimestre ha mostrato una crescita economica dello 0,2% nel trimestre, in linea con le stime preliminari. Questo dato ha rispecchiato le aspettative, migliorando rispetto al -0,2% registrato nel quarto trimestre del 2024. L'inflazione nel Paese, misurata dall'indice IAPC, è aumentata del 2,2% su base annua, in calo rispetto al precedente 2,3% ma superiore al 2,1% previsto.
I dati dell'Unione Europea hanno lasciato aperta la possibilità di ulteriori tagli dei tassi di interesse. I funzionari della Banca Centrale Europea (BCE) hanno comunicato messaggi accomodanti, sostenendo la possibilità di un ulteriore taglio dei tassi di 25 punti base (bps) in occasione della riunione di giugno.
Tra gli altri, il responsabile delle politiche della BCE, Olli Rehn, ha dichiarato lunedì che la banca centrale potrebbe abbassare i tassi di interesse al di sotto del livello neutrale per sostenere l'economia, alla luce dei rischi al ribasso presenti. Ha auspicato anche tagli più ampi dei tassi di interesse. Philip Lane, membro della BCE, ha affermato che non si impegnerà in alcun modo in anticipo e che le previsioni di crescita subiranno solo una moderata riduzione.
La situazione economica attuale e le tensioni commerciali fanno prevedere ulteriori tagli.
L'economia statunitense si contrae, l'occupazione crolla prima del meeting della Fed
I recenti dati economici degli Stati Uniti hanno limitato i progressi del dollaro nonostante una diminuzione delle tensioni commerciali globali. La fiducia dei consumatori, misurata dalla Banca Centrale, è scesa a 86 ad aprile, il livello più basso da ottobre 2021. La stima preliminare del Prodotto Interno Lordo (PIL) statunitense per il primo trimestre ha inoltre deluso le aspettative, poiché l'economia si è contratta a un ritmo annualizzato dello 0,3%, rispetto all'espansione prevista dello 0,4%, in netto calo rispetto al precedente 2,4%.
L'indice ISM dei responsabili degli acquisti (PMI) del settore manifatturiero di aprile ha registrato 48,7, in calo rispetto al 49 di marzo, ma migliore del previsto 48. L'inflazione negli Stati Uniti, misurata dalla variazione dell'indice dei prezzi della spesa per consumi personali (PCE), è scesa leggermente al 2,3% su base annua a marzo, dal 2,5% di febbraio, deludendo le aspettative del 2,2%. L'indice dei prezzi PCE core su base annua è aumentato del 2,6%, in calo rispetto al 3% di febbraio, in linea con le stime degli analisti.
I dati relativi all'occupazione sono stati modesti, nonostante il rapporto di aprile sulle buste paga non agricole (NFP) abbia portato una sorpresa positiva prima della chiusura settimanale. All'inizio della settimana, gli Stati Uniti hanno pubblicato il rapporto ADP Employment Change di aprile, che ha mostrato che il settore privato ha creato solo 62.000 nuovi posti di lavoro, un dato significativamente inferiore alle 108.000 previste e alle precedenti 147.000. Il numero di posti vacanti nel Paese nell'ultimo giorno lavorativo di marzo si è attestato a 7,19 milioni, come riportato dal Job Openings and Labor Turnover Survey (JOLTS), in calo rispetto ai precedenti 7,48 milioni di febbraio e al di sotto delle aspettative di mercato di 7,5 milioni.
Infine, le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione per la settimana conclusasi il 26 aprile sono aumentate di 241.000, un dato peggiore delle 224.000 previste e del dato settimanale precedente di 223.000. Venerdì, il dato NFP ha evidenziato che il Paese ha creato 177.000 nuovi posti di lavoro ad aprile, superando le 130.000 previste, ma non distanti dalle 185.000 di marzo. Il tasso di disoccupazione si è mantenuto stabile al 4,2%, come previsto, mentre l'inflazione salariale annua, misurata dalla variazione della retribuzione oraria media, si è attestata al 3,8%, leggermente al di sotto del 3,9% previsto.
Sviluppi della bagarre commerciale tra Trump e la Cina .
Le tensioni commerciali globali persistono, influenzando l'umore del mercato. I titoli dei giornali sono stati per lo più scoraggianti per tutta la prima metà della settimana, poiché le notizie provenienti dalla Cina indicavano che non erano in corso negoziati. Con il passare dei giorni, il tira e molla tra Washington e Pechino è continuato, con entrambe le parti in attesa che la controparte facesse il primo passo, cosa che non è ancora avvenuta.
Tuttavia, i commenti del presidente Trump riguardanti i negoziati in corso con altre importanti controparti commerciali hanno portato un certo sollievo ai mercati finanziari. Giovedì, il presidente degli Stati Uniti Trump ha evidenziato progressi nei colloqui con alcuni paesi asiatici, tra cui India e Giappone. Per quanto concerne la Cina, Trump ha affermato che ci sono "ottime" possibilità di raggiungere un accordo, aggiungendo tuttavia che qualsiasi accordo con Pechino deve essere alle condizioni statunitensi. Nel frattempo, un'agenzia di stampa sostenuta da Pechino ha riferito che i funzionari statunitensi hanno contattato le loro controparti cinesi per avviare colloqui.
Infine, il consigliere commerciale della Casa Bianca, Peter Navarro, ha minimizzato i dati, affermando: "Devo dire solo una cosa sulle notizie di oggi: è la migliore stampa negativa che abbia mai visto in vita mia", aggiungendo al contempo di apprezzare "la situazione attuale".
L'umore è migliorato in vista della chiusura settimanale grazie all'ottimismo legato ad una possibilità di accordo tra America e Cina.
ANALISI TECNICA
Weekly chart – trend neutrale rialzista
L’indicatore RSI si trova in una zona di ipercomprato al livello 66,91 e il prezzo rimane molto distante dalla Kumo che comunque assume una posizione neutrale, ad indicare il movimento laterale sul medio termine. Nonostante questo, il prezzo si tiene a debita distanza sia dalla Kijun che dalla Tenkan Sen con la Chikou Span che si trova sopra la linea di prezzo e non sembra aver alcun ostacolo al rialzo. A supporto del trend al rialzo ci sono anche i volumi che nell’ultima settimana si sono ridotti rispetto alla settimana precedente ad indicare che le due settimane al ribasso non hanno molta spinta sul piano volumetrico. Se osserviamo la price action vediamo come l’ultimo movimento al rialzo è stato seguito da una correzione tecnica rimbalzata sul livello 0,38 di Fibonacci. Nel caso dovesse proseguire un movimento analogo, attualmente ci troviamo allo stesso livello della successiva gamba rialzista costituita dai movimenti al rialzo che vanno dalla settimana del 24 marzo fino a quella del 14 aprile.
Daily chart – trend rialzista
Il trend in questo caso è decisamente rialzista con una price action molto distante dalla Kumo ma che in questo caso assume un assetto rialzista con la Chikou Span che anche in questo caso, così come nel grafico settimanale si pone sopra la linea di prezzo senza ostacolo. Ovviamente ci troviamo attualmente in una fase di ritracciamento tecnico che ha portato il prezzo, a partire dalla giornata del 23 aprile sotto la Tenkan Sen, attualmente equidistante da quest’ultima e le Kijun Sen. Sicuramente non è da escludere che il prezzo, prima di continuare la sua ascesa, possa utilizzare la Kijun Sen come supporto. Attualmente è una posizione di attesa, nella zona di ritracciamento di Fibonacci poco sotto il livello 0,38 e non troppo distante dal Pivot Point al livello 1.123.