Fantasy Waves – Episodio 1: l’onda 5 che muore prima di nascereRUBRICA: FANTASY WAVES – Quando il conteggio supera la realtà
Tema episodio: L’onda 5 che non esiste
La maggior parte dei grafici che si spacciano per Elliott non violano la teoria perché “è difficile”: la
violano perché vogliono avere ragione a tutti i costi.
E il caso dell’onda 5 compressa nelle ending diagonal è l’esempio perfetto.
Perché questa struttura è pura fantasia?
Perché basta aprire il libro di Elliott e farsi una domanda semplice:
L’onda 4 entra nel territorio della 1?
Se sì, non è un impulso. Punto.
Non è un’opinione, è una regola.
L’onda 3 è la più corta?
Se sì, hai rotto il pilastro fondamentale della progressione d’onda.
Un trend che accelera non può avere la spinta più debole al centro.
Logica, non fede.
Quando su tre regole fondamentali ne spezzi due, l’onda 5 non è terminale: è opzionale.
Non sta concludendo il trend, sta concludendo la narrativa che ti sei inventato.
La lezione formativa è brutale ma necessaria:
se il prezzo ti costringe a “fantasticare” per salvare il conteggio,
non stai analizzando Elliott — stai decorando il grafico.
E il mercato non paga chi decora.
Il mercato paga chi accetta quando l’onda non c’è.
Indici di mercato
DJT | Massimi storici, nodo sistemicoIl Dow Jones Transportation è tornato sui massimi assoluti e questa area non è soltanto una resistenza tecnica: è un barometro della congiuntura industriale americana 🏭. I trasporti rappresentano l’ossatura operativa dell’economia reale; quando si espandono, significa che merci, beni intermedi e prodotti finiti circolano con continuità, riflettendo domanda, produzione e consumo.
Scenario 1 🚀
Una rottura strutturale sopra l’area attuale indicherebbe un miglioramento concreto delle catene logistiche. In passato movimenti simili hanno anticipato una fase di rafforzamento del DJI, sostenuta dalla “Dow Theory”: trasporti in trend rialzista che convalidano il momentum dell’indice industriale. Sarebbe un segnale che l’economia non solo tiene, ma accelera.
Scenario 2 ⚠️
Un fallimento netto sui massimi, seguito da inversione aggressiva, assumerebbe un significato opposto: pressione sui costi logistici, saturazione della domanda e rischio shock industriale. In configurazioni simili il DJT ha anticipato rallentamenti manifatturieri e stress sulle catene di approvvigionamento, con il DJI che ha poi riflesso il deterioramento in ritardo.
Conclusione 🎯
Il mercato si trova in un punto di verifica: conferma della resilienza ciclica o primo segnale di esaurimento. Finché il DJT resta su questi livelli, il rischio-reward macro resta delicato. L’esito di quest’area determinerà se l’industrial-cycle americano continuerà a espandersi oppure se stiamo osservando l’ultima spinta prima della curva discendente.
💬 Lascia un commento con la tua opinione e un 👍 se condividi l’analisi! Voglio sapere cosa pensi di questo momento chiave del DJT
WisdomTree - Tactical Daily Update - 23.12.2025Una volta di più, è la tecnologia a spingere Wall Street all’insù.
Al momento, dicembre sarebbe l’ottavo mese di rialzi per lo S&P500.
Oro e argento continuano a salire, e con loro rame, litio, cobalto, etc.
Occhi aperti sui dati macro Usa, compresi i «tardivi» causa shutdown.
Ieri, 22 dicembre, Wall Street ha archiviato la seduta in rialzo, sostenuta dai titoli legati all’intelligenza artificiale, mentre prosegue il rimbalzo del comparto tecnologico. L’attenzione degli operatori resta concentrata sulle prossime mosse delle banche centrali e, in particolare, sulla scommessa di due tagli dei tassi da parte della Fed nel 2026.
L’intonazione positiva di Wall Street non si è però riflessa sulle Borse europee, che hanno chiuso in calo la prima seduta della settimana natalizia, destinata a vedere gran parte delle piazze chiuse per festività a partire da domani, 24 dicembre. Milano ha terminato in ribasso dello 0,37%, in linea con Parigi, mentre Madrid e Francoforte hanno chiuso poco mosse.
Gli investitori continuano a guardare alla Federal Reserve, scommettendo su due riduzioni dei tassi nel 2026 dopo la serie di dati macroeconomici diffusi la scorsa settimana. Sullo sfondo pesano anche la nomina del nuovo presidente della Fed, chiamato a sostituire Jerome Powell, più volte criticato da Donald Trump, e le tensioni geopolitiche, dal Venezuela all’Ucraina. Oggi riflettori puntati sui dati sulla fiducia dei consumatori statunitensi.
A New York, gli indici hanno chiuso tutti in territorio positivo: Dow Jones +0,47%, Nasdaq +0,52%, S&P 500 +0,64%. L’S&P 500 ha azzerato la perdita accumulata dall’inizio del mese e si avvia a concludere l’ottavo mese consecutivo di rialzi. L’attenzione degli operatori resta ora sui dati macro, con particolare riferimento agli occupati settimanali ADP e alla fiducia dei consumatori di dicembre, oltre alle stime preliminari sulla crescita del Pil nel terzo trimestre.
A trainare la seduta sono stati ancora una volta i titoli legati all’intelligenza artificiale: Nvidia ha guadagnato oltre l’1%, dopo indiscrezioni secondo cui l’azienda prevede di iniziare le spedizioni dei chip H200 verso la Cina entro metà febbraio. In rialzo anche Micron Technology e Oracle. Tra gli altri titoli, Warner Bros. Discovery ha messo a segno un progresso di circa 3 punti percentuali, dopo che Paramount Skydance ha annunciato che Larry Ellison garantirà l’offerta per la società madre di HBO, che ha già accettato un’offerta da Netflix. In questo contesto, le azioni Paramount sono salite, mentre quelle di Netflix hanno chiuso in calo.
Le tensioni geopolitiche e le attese di nuovi tagli dei tassi da parte della Fed hanno sostenuto i metalli preziosi, con l’oro che ha toccato un nuovo massimo storico. Il contratto spot ha superato i 4.435 dollari l’oncia, oltre il precedente record di 4.381 dollari registrato lo scorso ottobre, con rialzi anche sul mercato dei future. Positivo anche l’andamento degli altri metalli preziosi, a partire dall’argento, e del petrolio, in crescita di oltre 2 punti percentuali. Sul mercato valutario, il cambio euro/dollaro resta sopra quota 1,17.
Seduta in rialzo per lo spread BTp-Bund, in un contesto caratterizzato da forti acquisti sui bond dell’Eurozona e da una netta sottoperformance dei titoli italiani rispetto agli altri sovrani. Il rendimento del BTp decennale benchmark è salito al 3,60%, dal 3,54% della chiusura precedente. A fine seduta, il differenziale tra il BTp decennale e il pari scadenza tedesco si è attestato a 70 punti base, in aumento di 5 centesimi rispetto a venerdì.
Questa mattina, 23 dicembre, avvio debole per le Borse europee, con un progresso medio di circa +0,2% alle 11.00 CET, nell’ultima seduta a pieno regime della settimana natalizia. I mercati restano in attesa della pubblicazione di una serie di indicatori macroeconomici statunitensi, ritardati dallo shutdown governativo tra ottobre e inizio novembre, a partire dalla seconda stima del Pil USA del terzo trimestre e dai dati sulla spesa per consumi.
Sul fronte macro europeo, a novembre in Europa Occidentale (UE più EFTA e Regno Unito) sono state immatricolate 1.079.600 auto, con un aumento del 2,4% su base annua, ma con un calo del 10,9% rispetto ai livelli pre-crisi di novembre 2019. In crescita la quota delle auto elettriche, salita al 23,5% contro il 17,5% di novembre 2024.
Prosegue intanto la corsa dei metalli preziosi: l’oro spot scambia a 4.483 dollari l’oncia, in rialzo dello 0,9%. Nuovi massimi anche per l’argento, con il contratto spot arrivato a 70 dollari (ora +0,45% a 69,3615 dollari) e il future a 70,150 dollari (ora +1,27% a 69,445 dollari).
In calo il Bitcoin, che si allontana dalla soglia dei 90.000 dollari toccata alla vigilia, scendendo dell’1,2% a 87.531 dollari.
Infine, mercati asiatici in generale in progresso nella seduta di oggi, martedì 23 dicembre 2025, con Australia e Giappone a guidare i rialzi: S&P/ASX 200 +1,10%, Nikkei 225 +0,11%, KOSPI +0,45%, Hang Seng +0,22%, CSI 300 +0,09%, FTSE Singapore Straits Times +0,14%.
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Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
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Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
La settimana di Natale inizia con il terzo giorno di guadagniI titoli legati all'intelligenza artificiale potrebbero finalmente scrollarsi di dosso il recente crollo, contribuendo a risollevare il mercato per la terza sessione consecutiva ieri e iniziando la settimana natalizia accorciata con una nota positiva.
L'S&P è salito dello 0,64% oggi a 6.878,49, mentre il NASDAQ è salito dello 0,52% (circa 121 punti) a 23.428,83. Il Dow Jones ha contribuito con un rialzo dello 0,47% (circa 227 punti) a 48.362,68.
Molti dei titoli legati all'intelligenza artificiale che hanno fatto notizia di recente hanno avuto sessioni solide. Micron Technology (MU) è balzata del 17% negli ultimi due giorni della scorsa settimana dopo un fantastico rapporto sugli utili, per poi aggiungere un altro 4% oggi. Oracle (ORCL) è diventata l'epitome dello scetticismo nei confronti dell'intelligenza artificiale, ma è salita del 3,3% ieri. Nel frattempo, il leader dell'intelligenza artificiale NVIDIA (NVDA) è salito dell'1,5% e Broadcom (AVGO) ha registrato un rialzo dello 0,5%.
Superare ampiamente i massimi di venerdì è stato per me un chiaro segnale che le recenti vendite si sono esaurite e che dobbiamo salire. Sembra che i massimi storici siano dietro l'angolo, ma con sei giorni di contrattazioni rimasti, potrebbe essere difficile raggiungere quota 7000 se non superiamo i massimi prima di Natale.
Le azioni sono state di ottimo umore sin dal ritardo del rapporto CPI di novembre di giovedì scorso. Il dato principale è salito del 2,7% su base annua, mentre quello core è salito del 2,6%, entrambi al di sotto delle aspettative. Gli effetti persistenti della chiusura delle attività governative potrebbero distorcere leggermente i risultati, ma non sembrano preoccupare gli investitori. Il NASDAQ è salito dello 0,5% la scorsa settimana e l'S&P è avanzato dello 0,1%, mentre il Dow Jones è sceso dello 0,7%.
Un'incredibile svolta degli eventi che ha diviso questa settimana in due. L'inizio della settimana è stato caratterizzato da avversione al rischio, forti vendite azionarie e il settore dell'intelligenza artificiale sotto pressione. La fine della settimana è stata caratterizzata da propensione al rischio, con un rally generalizzato e un'impennata di tutti i titoli ad alto beta. Qual è stato il punto di svolta? L'indice dei prezzi al consumo (IPC) più basso del previsto.I volumi sono aumentati verso la fine della settimana. Questo mi dice che il mercato ha un'inclinazione rialzista in vista delle festività natalizie.
Storicamente, la settimana di Natale tende a favorire le azioni, il che rende il forte andamento di ieri un segnale incoraggiante per i giorni a venire. Naturalmente, ci stiamo tutti interrogando sul rally di Babbo Natale, che tecnicamente non inizierà prima della vigilia di Natale di mercoledì. Vediamo se i titoli riusciranno a riprendersi.
Kevin Warsh vs. Kevin Hassett: chi è più accomodante?Mentre la Federal Reserve ha ridotto il tasso dei federal funds al 3,75% e ha avviato un QE tecnico dopo aver posto fine al programma di QT, il mese di gennaio 2026 sarà direttamente influenzato dalla scelta monetaria di Donald Trump riguardo al successore di Jerome Powell, che entrerà in carica a partire da maggio 2026.
Il presidente degli Stati Uniti dovrebbe annunciare la sua decisione all’inizio del prossimo anno e, secondo gli ultimi dati di consenso disponibili, la scelta dovrebbe ricadere tra Kevin Hassett e Kevin Warsh. La FED ha adottato una traiettoria più accomodante riavviando in modo molto moderato l’espansione del proprio bilancio (attraverso acquisti di obbligazioni a breve termine per garantire il corretto funzionamento del mercato monetario e interbancario), ma il prossimo ciclo dei tassi dei federal funds resta incerto e dipenderà dai dati sul mercato del lavoro statunitense (rapporti NFP) e dall’inflazione (PCE e CPI) pubblicati a gennaio e febbraio.
È tuttavia fondamentale ricordare che i mercati saranno anche fortemente influenzati dallo “Shadow Fed Chair” che verrà nominato a gennaio e assumerà ufficialmente l’incarico in primavera.
Chi tra Kevin Hassett e Kevin Warsh può essere considerato il più accomodante in termini di prospettive di politica monetaria?
Kevin Hassett appare oggi come il candidato più chiaramente “dovish” dal punto di vista dei mercati. Il suo profilo è quello di un economista orientato alla crescita, molto sensibile agli effetti delle condizioni finanziarie sugli investimenti, sul mercato del lavoro e sulle valutazioni degli asset. Storicamente, Hassett ha sempre sostenuto che la politica monetaria debba rimanere flessibile e pragmatica, anche a costo di tollerare periodi di inflazione leggermente superiori all’obiettivo, per evitare un eccessivo irrigidimento delle condizioni finanziarie. Nel contesto attuale, caratterizzato da un elevato debito pubblico e da una crescente dipendenza dei mercati dalla liquidità globale, il suo approccio è percepito come favorevole al mantenimento di un orientamento accomodante o a una normalizzazione molto graduale dei tassi reali.
Kevin Warsh incarna invece una linea monetaria molto più ortodossa e disciplinata. Ex governatore della FED, ha spesso espresso riserve nei confronti di politiche non convenzionali prolungate, ritenendo che il QE massiccio abbia contribuito a distorsioni significative nei mercati finanziari e a una cattiva allocazione del capitale. Pur essendo consapevole delle attuali limitazioni sistemiche, Warsh sarebbe più propenso a limitare l’espansione del bilancio della FED e a privilegiare la credibilità anti-inflazionistica, anche a costo di una maggiore volatilità sui mercati azionari.
La differenza tra questi due profili è quindi centrale per la traiettoria futura degli asset rischiosi. Una scelta a favore di Kevin Hassett rafforzerebbe lo scenario di una FED “market-friendly”, in grado di mantenere condizioni di liquidità favorevoli e di sostenere implicitamente i multipli di valutazione, in particolare sull’S&P 500. Al contrario, la nomina di Kevin Warsh introdurrebbe un orientamento più restrittivo nel medio termine, con il rischio di una revisione delle aspettative sui tassi e di un rallentamento della dinamica rialzista dei mercati azionari.
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WisdomTree - Tactical Daily Update - 22.12.2025La scorsa settimana si è chiusa con moderato ottimismo a Wall Street.
Discesa inflazione Usa e scommesse su AI restano i motori degli acquisti.
Oro e argento salgono senza sosta: per l’argento rialzo 2025 a 3 cifre.
Economia EU in lieve accelerazione: basterà a far brillare le Borse nel 2026?
La giornata di venerdì 19 si è chiusa all’insegna della prudenza sui mercati europei, in un contesto privo di veri catalizzatori e dominato da un mix di fattori macro e geopolitici.
Sullo sfondo, l’accordo raggiunto nella notte precedente dal Consiglio europeo sulle garanzie per il prestito all’Ucraina, che ha escluso l’utilizzo degli asset russi congelati e prevede invece il ricorso a 90 miliardi di debito comune europeo. Una decisione politicamente rilevante ma con un impatto limitato sugli scambi di breve periodo.
Gli investitori hanno continuato a valutare il rallentamento dell’inflazione negli Stati Uniti a novembre e si sono mantenuti cauti in vista di una settimana densa di decisioni delle banche centrali.
In Europa, la Banca centrale europea ha lasciato i tassi invariati e non ha rivisto le stime di crescita e inflazione, mentre la Banca del Giappone ha portato il costo del denaro ai livelli più alti degli ultimi 30 anni, contribuendo a influenzare il sentiment globale.
Le principali Borse europee hanno comunque archiviato la seduta con lievi rialzi: Francoforte +0,37%, Londra +0,61%, Milano +0,66%, Madrid +0,21%, mentre Parigi ha chiuso sostanzialmente invariata. Un andamento coerente con un mercato in modalità attendista, più orientato alla gestione del rischio che alla ricerca di rendimento.
Negli Stati Uniti, Wall Street ha chiuso in territorio positivo nella giornata delle cosiddette “Quattro Streghe” (quadruple witching), evento che ha coinvolto contratti per circa 7.100 miliardi di dollari, il valore più elevato mai registrato.
Oltreoceano a sostenere gli indici sono stati il raffreddamento dell’inflazione e la forza del comparto intelligenza artificiale, alimentata dagli ottimi dati di Micron. A fine seduta il Dow Jones ha guadagnato +0,38%, il Nasdaq +0,64% e lo S&P 500 +0,54%.
L’attenzione degli investitori resta concentrata sulle banche centrali, in particolare sulla Federal Reserve, con il mercato che scommette su due tagli dei tassi nel 2026 dopo la serie di dati macro diffusi la scorsa settimana.
Riflettori puntati su martedì, quando verranno pubblicati i dati sulla fiducia dei consumatori americani, mentre resta aperto il tema della nomina del nuovo presidente della Fed che sostituirà Jerome Powell, più volte attaccato da Trump.
Sul fronte istituzionale europeo, il Consiglio UE ha dato il via libera alla posizione negoziale sull’euro digitale e al rafforzamento dello status di moneta legale del contante. Il nuovo strumento digitale affiancherà il cash, consentendo pagamenti anche offline, garantendo un’elevata tutela della privacy e introducendo limiti alle giacenze per evitare rischi alla stabilità finanziaria.
L’intesa prevede inoltre tetti alle commissioni, accesso equo alle infrastrutture tecnologiche per i prestatori di servizi di pagamento e l’obbligo di accettazione del contante, con eccezioni mirate. Non mancano infine piani di resilienza per far fronte a eventuali crisi dei pagamenti elettronici.
In Italia, Banca d’Italia ha confermato le stime sul Pil per l’anno in corso e il prossimo, ritoccando leggermente al rialzo quelle per il 2027. Secondo le previsioni macroeconomiche, dopo una crescita dello 0,1% nel terzo trimestre, l’attività economica dovrebbe rafforzarsi lievemente a partire dal trimestre in corso, sostenuta dalla domanda interna.
In media d’anno, il Pil è atteso in aumento dello 0,6% nel 2025 e nel 2026, dello 0,8% nel 2027 e dello 0,9% nel 2028. Il miglioramento per il 2027 (dal precedente +0,7%) è attribuito soprattutto a consumi leggermente più dinamici, favoriti da un’inflazione contenuta.
Stamane, 22 dicembre, l’avvio della nuova settimana, coincidente con l’inizio delle festività natalizie, è stato ancora una volta cauto per le Borse europee, con l’attenzione rivolta ai rischi geopolitici: dalle tensioni in Venezuela alla guerra in Ucraina, fino all’attentato a Mosca in cui è stato ucciso un alto generale russo.
Sullo sfondo, i colloqui in corso negli Stati Uniti per individuare un possibile accordo di pace, mentre Mosca ha respinto la proposta americana di un vertice con gli ucraini a Miami, aprendo però a un dialogo con il presidente francese Macron.
Sul fronte asiatico, seduta positiva per Tokyo, con il Nikkei 225 a +1,81%, sostenuto anche dalla debolezza dello yen contro dollaro, dinamica che potrebbe spingere la Banca del Giappone a intervenire sul mercato dei cambi. Tra i titoli tecnologici in evidenza Softbank e Tokyo Electron, che ha toccato un rialzo intraday massimo del 6,9%.
Le tensioni geopolitiche e le attese di una politica monetaria più accomodante hanno spinto i metalli preziosi su nuovi record. L’oro ha superato quota 4.400 dollari l’oncia, mentre l’argento, protagonista di un anno straordinario con un rialzo del 138% da gennaio, viaggia sopra i 69 dollari l’oncia. Bene anche palladio a 1.792,10 dollari e platino, all’ottava seduta consecutiva di rialzo, sopra i 2.000 dollari per la prima volta dal 2008 (2.053,20 dollari).
Più contenuta la reazione delle commodities energetiche: il Brent sale dell’1,1% a 61,2 dollari/barile, mentre il gas naturale europeo (TTF di Amsterdam) scende dello 0,6% a 28 euro/megawattora. Sul mercato valutario, euro/dollaro a 1,1717, euro/yen a 184,50 e dollaro/yen a 157,45.
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NQ: H1!!! DISCLAIMER !!!
Nota bene:
Queste sono semplici bozze personali, da considerarsi come tali. La lettura va effettuata con un’ottica di breve termine. In altre parole, la prima fase del percorso disegnato rappresenta l’ipotesi principale. La parte restante del percorso (quella più lontana nel tempo) è strettamente legata all’evoluzione della prima fase. Di conseguenza, se quest’ultima non si realizza, l’intera idea deve essere considerata nulla.
Non vi è alcuna sollecitazione all’investimento; quanto riportato va inteso unicamente come il punto di vista di un utente della piattaforma. L’onere di approfondire ricade sul lettore, attraverso le proprie conoscenze ed esperienze.
Ogni commento che schernisce l’autore, l’idea o il grafico verrà segnalato al moderatore della piattaforma. Non fornirò ulteriori risposte in merito. Grazie per l’attenzione.
ES1! SPY L'indice S&P500 ci insegna cosa sia la pazienza..Buon sabato 20 Dicembre 2025 e bentornati sul canale con un nuovo aggiornamento tecnico sull'indice S&P500 in chiusura di settimana.
Una price action che ha tanto da insegnarci - e da insegnarmi personalmente - e che conferma quanto sia importante agire con criterio, ragionevolezza e pazienza quando si ha a che fare con i mercati azionari.
Buona visione con il video odierno e buon week end
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Scende l’inflazione al consumo negli Usa a novembre: attendere conferme.
Non si placa la dimanda di metalli preziosi, sale quella sugli industriali.
Bank of Japan alza i tassi di 25 bps, come ampiamente atteso.
Le Borse europee hanno chiuso la seduta di ieri in territorio positivo, sostenute dalla decisione della BCE di lasciare invariati i tassi di interesse e, soprattutto, dal miglioramento delle stime di crescita dell’area euro fino al 2027.
Un segnale accolto con favore dai mercati, che hanno letto nelle nuove proiezioni di Francoforte una maggiore fiducia nella tenuta del ciclo economico, trainato in particolare dalla domanda interna.
Nel dettaglio, la Banca centrale europea ha rivisto al rialzo la crescita del PIL dell’Eurozona per il 2025 all’1,4%, dall’1,2% stimato tre mesi fa. Migliorano anche le prospettive per il 2026, ora viste all’1,2% dall’1%, e per il 2027, portate all’1,4% dall’1,3%.
Secondo la BCE, l’economia dovrebbe mostrare una dinamica più solida rispetto alle proiezioni di settembre, grazie al contributo della domanda interna.
La reazione dei listini è stata coerente: Parigi +0,80%, Francoforte +0,99%, Milano +0,83%, Madrid +1,13%, mentre Londra ha segnato un progresso più contenuto, +0,65%, penalizzata dalla decisione della Bank of England di tagliare i tassi di 25 punti base, portandoli dal 4% al 3,75%.
La mossa, ampiamente attesa, è stata motivata dal rallentamento dell’inflazione britannica al 3,2% a novembre, dato migliore delle attese e in linea con il recente orientamento più accomodante della Federal Reserve.
Politica monetaria invariata invece in Norvegia, dove la banca centrale ha lasciato i tassi fermi al 4%. Il governatore Ida Wolden Bache ha chiarito che le riduzioni arriveranno nel corso del prossimo anno, ma senza fretta, segnalando un approccio prudente.
Anche Wall Street ha chiuso in rialzo, beneficiando di un dato sull’inflazione americana inferiore alle stime. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,14%, l’S&P 500 lo 0,79%, mentre il Nasdaq ha messo a segno un robusto +1,38%.
L’inflazione annua negli Stati Uniti è scesa al 2,7% a novembre 2025, minimo da luglio, sotto il 3,1% atteso dal mercato e in calo rispetto al 3% di settembre. Ancora più rilevante il dato core, al 2,6%, contro il 3,0% previsto.
Gli economisti invitano tuttavia alla cautela, ricordando che i dati restano parzialmente influenzati dallo shutdown. Se il rallentamento dell’inflazione dovesse consolidarsi, si aprirebbe comunque lo spazio per ulteriori tagli dei tassi da parte della Fed.
Tra i singoli titoli, spicca il balzo di Trump Media & Technology Group, che ha guadagnato il +33% dopo l’annuncio dell’accordo con TAE Technologies, società attiva nella fusione nucleare e sostenuta da Alphabet, in un’operazione valutata oltre 6 miliardi di dollari.
La nuova entità, partecipata in modo pressoché paritario, punta a costruire grandi centrali elettriche per sostenere la crescente domanda energetica legata allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. L’operazione, attesa in chiusura a metà 2026, valuta ogni azione TAE 53,89 dollari.
Il rimbalzo di Wall Street, con il Nasdaq a +1,4%, ha sostenuto questa mattina i mercati dell’Asia-Pacifico, tutti positivi.
In Giappone, il Nikkei sale dell’1,2%, trainato dal settore tecnologico, con Softbank a +6%. La Bank of Japan ha alzato i tassi allo 0,75%, proseguendo il percorso avviato nel marzo 2024 con l’uscita dai tassi negativi, sebbene la mossa rischi di frenare un’economia già fragile.
Positivi anche Hang Seng +0,7%, CSI 300 +0,5%, Taiex +0,7%. Resta sotto i riflettori TikTok, che ha firmato l’accordo per la vendita delle attività negli Stati Uniti: Oracle, Silver Lake e MGX deterranno complessivamente il 45%.
A Seoul, il Kospi +1%, mentre il deprezzamento del won ha spinto la banca centrale a convocare una riunione straordinaria. In India, il BSE Sensex +0,7%, con il terzo recupero consecutivo della rupia.
Sul fronte europeo, il 2025 si conferma un anno molto favorevole per Piazza Affari: il Ftse Mib +29,50%, cui si aggiunge un rendimento da dividendi di circa +4,0%, è il secondo miglior indice europeo dopo l’Ibex spagnolo +47%.
Il Dax tedesco viaggia intorno al +20%, mentre il Cac 40 resta più indietro, penalizzato dalla volatilità del settore lusso.
Tra le materie prime, il Brent a 59,60 dollari/barile torna vicino alla soglia dei 60 dollari, avviandosi a chiudere il 2025 con una perdita di circa -20% in dollari e -30% in euro, peggio solo nel 2014 (-41%) e nel 2008 (-49%).
Oro a 4.330 dollari/oncia e argento a 65,9 dollari/oncia restano vicini ai massimi. Goldman Sachs stima un oro a 4.900 dollari/oncia entro dicembre 2026 (+14%) e mantiene una raccomandazione long.
Infine, Bitcoin a 86.800 dollari rimbalza di circa +1,0%, ma resta sotto la soglia dei 90.000 dollari.
Sul mercato obbligazionario, il Treasury Usa decennale al 4,13% reagisce poco al dato sull’inflazione, mentre in Eurozona il Btp decennale è stabile al 3,53%, con spread a 69 pb, segno di una BCE percepita prudente e prevedibile.
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Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
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Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
WT - Tactical Daily Update - 18.12.2025Negli Usa cresce l’attesa per il nuovo Chairman FED e le mosse sui tassi.
Oggi il verdetto sui tassi di BCE e BoE: probabile taglio da 25 bps in UK.
Metalli preziosi e industriali in ascesa: pronti a chiudere un 2025 da record.
Intelligenza artificiale: è il momento delle alleanze sugli investimenti.
La seduta del 17 dicembre si è chiusa con un andamento contrastato per le Borse europee, in un contesto dominato dai nuovi dati macroeconomici statunitensi, dal riemergere dei timori sulla tenuta dell’economia USA e, soprattutto, dall’attesa per le future scelte di politica monetaria, che potrebbero essere affidate a breve a un nuovo Chairman della Federal Reserve.
Sul fronte obbligazionario americano, i rendimenti dei Treasury hanno mostrato un lieve arretramento, con il decennale al 4,14% dal 4,16%.
A catalizzare l’attenzione dei mercati sono state le dichiarazioni notturne del presidente Donald Trump, secondo cui il prossimo presidente della Fed sarà una figura favorevole a un taglio “significativo” dei tassi. La decisione sul successore di Powell è attesa a breve e rappresenta un potenziale elemento di discontinuità per le aspettative di policy.
In questo quadro, Piazza Affari ha rallentato nel finale, chiudendo con un progresso contenuto del +0,25%. Segno meno invece per Parigi (-0,25%) e Francoforte (-0,5%), mentre Londra ha sovraperformato, con un rialzo vicino all’1%, beneficiando del rallentamento dell’inflazione che rafforza le attese di un taglio dei tassi nel meeting della Bank of England del 18 dicembre.
Negli Stati Uniti, la debolezza del mercato del lavoro, emersa dai dati più recenti, sta consolidando le argomentazioni a favore di un doppio taglio dei tassi nel 2026 da parte della Fed.
Una visione condivisa dal governatore Christopher Waller, che ha ribadito la necessità di ulteriori riduzioni, pur sottolineando che «non c’è fretta». Ulteriori indicazioni sono attese dal dato sull’inflazione USA di novembre, in pubblicazione nel pomeriggio del 18 dicembre.
Sul fronte europeo, l’attenzione resta puntata sulla BCE, da cui sono attesi tassi invariati. Il verdetto arriverà sempre il 18 dicembre, insieme all’aggiornamento delle previsioni di crescita dell’Eurozona, elemento chiave per calibrare le aspettative di politica monetaria nel 2025.
In parallelo, si sono intensificate le tensioni sul fronte delle alleanze e dei mega-investimenti nell’intelligenza artificiale.
Amazon sarebbe in trattativa con OpenAI per un investimento superiore ai 10 miliardi di dollari, mentre Oracle ha accusato un forte ribasso dopo la notizia che Blue Owl Capital non sosterrà più il finanziamento del data center da 10 miliardi di dollari in Michigan.
Sul mercato dei cambi, l’euro si muove sopra quota 1,17 dollari, mentre lo yen resta stabile in attesa delle decisioni della Banca centrale giapponese. Proprio le mosse delle banche centrali continuano a influenzare anche il comparto delle criptovalute, con il bitcoin oggi in rialzo.
I riflettori restano puntati anche sul petrolio, temporaneamente sotto pressione per le tensioni in Venezuela, dopo che l’amministrazione Trump ha introdotto un blocco «totale e completo» per tutte le petroliere sanzionate in entrata e uscita dal Paese. L’instabilità in Sud America e le tensioni in Europa alimentano al contempo gli acquisti su oro e argento.
Sul mercato dei titoli di Stato italiani, lo spread BTp-Bund si muove ancora vicino ai minimi dal 2009: il differenziale tra il BTp decennale (scadenza 1 ottobre 2035) e il Bund è stabile a 67 punti base, rispetto ai 66 della seduta precedente. Il rendimento del decennale ha chiuso al 3,54% dal 3,51%, dopo aver toccato nel 2025 un minimo a 3,34% in ottobre.
In Asia-Pacifico, la mattina del 18 dicembre vede mercati deboli dopo il quarto ribasso consecutivo dello S&P500. I future sul Nasdaq sono però in recupero (+0,3%) grazie alle indicazioni di Micron, il cui titolo è salito dell’8% nell’after hours dopo previsioni ottimistiche sul trimestre in corso.
Il Nikkei cede -0,8%, con il mercato che sconta un possibile aumento dei tassi allo 0,75%. Hang Seng e CSI300 perdono -0,4%, mentre il BSE Sensex indiano chiude stabile, con la rupia in rialzo dello 0,3% contro euro e dollaro. Il Kospi arretra -1,4%, con il won sui minimi degli ultimi otto mesi.
Infine, i metalli preziosi restano sotto i riflettori: oro a 4.330 USD/oncia e argento a 66,1 USD, entrambi vicinissimi ai massimi storici. Da inizio anno l’oro guadagna +65% e l’argento +130%, avviandosi a segnare il miglior anno dal 1979, sostenuti da incertezze macro, dollaro debole e tensioni geopolitiche.
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Dax future: pressione ribassista aumenta, ora occhio ai 24.000Nel corso dell’ultima settimana di contrattazioni, il Dax ha mostrato segnali di indebolimento, tornando a scambiare sotto la soglia psicologica dei 24.000 punti, livello che si sta confermando sempre più come spartiacque tecnico e sentimentale per il mercato.
Il contratto future con scadenza Dicembre 2025 ha terminato la seduta di ieri vicino ai minimi intraday a 23.898 punti, in una settimana scaratterizzata domani dalla scadenza tecnica trimestrale dei contratti futures e opzioni.
Per il Future Dax il rollover sul nuovo contratto Marzo 2026 è previsto come di consueto per le ore 13 italiane.
Contesto macro e sentiment di mercato
Dopo un avvio settimanale positivo, il principale indice tedesco ha progressivamente perso slancio, complice un quadro macroeconomico ancora incerto. Le attese sui dati macro statunitensi, in particolare quelli sul mercato del lavoro e sull’inflazione, continuano a influenzare le aspettative di politica monetaria della Federal Reserve. I dati pubblicati di recente non hanno fornito il catalizzatore sperato per rafforzare le aspettative di tagli dei tassi, contribuendo a un clima di maggiore cautela tra gli investitori.
A questo si aggiunge la debolezza delle borse statunitensi, soprattutto del comparto tecnologico del Nasdaq, che sta pagando prese di profitto dopo un 2025 molto positivo. Anche le prossime decisioni della Banca Centrale Europea restano sotto osservazione, alimentando l’atteggiamento attendista del mercato europeo.
Dinamica dei prezzi e livelli chiave da monitorare
Il DAX future ha abbandonato il suo trend rialzista di breve periodo, entrando in una fase più laterale-correttiva.
Nonostante ciò, il bilancio annuale resta ampiamente positivo, con un rialzo di circa il 20% da inizio anno.
Scenario rialzista
Guardando ancora i prezzi del contratto Dicembre 2025, riteniamo che solo un ritorno sopra i 24.150 punti oggi potrebbe alimentare le aspettative di un ampio recupero in questa settimana.
In tal caso, i prossimi obiettivi sarebbero:
• 24.250 punti, resistenza intermedia
• 24.550 punti, massimi di novembre e giugno
Solo oltre questi livelli si potrebbe tornare a parlare di un possibile attacco alle aree di massimo storico.
Scenario ribassista
Riteniamo che il mood attuale viste le vendite di ieri sia opra favorevole ad un ritorno in campo dei venditori già in caso di retest dell’area compresa tra 24.000 e 24.050 punti; in caso di successivo affondo sotto ai minimi di ieri ci aspettiamo un’ulteriore fase di debolezza.
In tale contesto i livelli di supporto più vicini si collocano a:
• 23.700 punti, primo livello di contenimento e a ridosso della media mobile a 200 periodi
• 23.500 punti, minimo di novembre
Dovessimo assister oggi a vendite generalizzate, sarebbe comunque inopportuno tentare acquisti prima del rollover di domani alle 13, poiché il mercato in queste situazioni tende a cercare nuovi minimi in prossimità della scadenza tecnica.
Azioni ancora sotto pressione in attesa dell’IPCLe azioni non sono riuscite a scrollarsi di dosso la recente debolezza nella seduta odierna, con i principali indici che hanno chiuso in ribasso in vista della pubblicazione di domani dell’indice dei prezzi al consumo (IPC).
Si tratta di un dato piuttosto singolare, considerando che il rapporto di ottobre è stato saltato a causa del lockdown, ma almeno ora siamo tornati “in carreggiata”. Domani verrà pubblicato anche il rapporto settimanale sulle richieste di sussidio di disoccupazione, che fornirà un’ulteriore serie di dati cruciali su cui concentrarsi mentre ci avviciniamo alla chiusura di un 2026 complessivamente fantastico.
Alla chiusura, il Dow Jones ha registrato un calo dello 0,5%, il Nasdaq dell’1,8% e l’S&P 500 dell’1,2%. Anche le small cap sono tornate sotto pressione, con il massimo storico della scorsa settimana che sembra riflettere una pausa temporanea del sentiment positivo.
Nel frattempo, è proseguito lo scetticismo sul trading legato all’intelligenza artificiale, con molti dei principali protagonisti – NVDA, PLTR, AMD, VRT e persino CAT – che hanno continuato a subire pressioni negli ultimi giorni, dopo i forti rialzi precedenti.
A livello settoriale, pochi spunti positivi nella seduta odierna, con Energia e Beni di consumo di base in testa. Come prevedibile, il settore tecnologico ha guidato i ribassi, seguito da Servizi di comunicazione e Industria.
Sul fronte delle singole notizie, Tesla ha subito una seduta particolarmente debole, probabilmente a causa di prese di profitto dopo il recente raggiungimento di un nuovo massimo storico.
Aggiornamenti di portafoglio
Innovatori del settore sanitario
RXRX ha guidato le performance di giornata nel comparto sanitario, mettendo a segno un solido +11,4% grazie a un upgrade di JPMorgan.
Counterstrike
SSG è balzato del +7,6%, consolidando i già consistenti guadagni registrati dopo l’inserimento di inizio novembre.
Home Run
Il portafoglio Home Run ha attirato l’attenzione oggi, con AXGN in rialzo del 7% nella seduta. Con un progresso del 78% dall’ingresso di Brian, il titolo continua a muoversi con grande slancio.
Vendita allo scoperto
Anche il portafoglio Short Sell ha registrato una buona giornata, con la posizione corta su VSAT in rialzo del +6,5%.
Commodity Innovators
BOIL, nel portafoglio dedicato alle materie prime, è salito del +6,3%, mostrando segnali di recupero.
Conclusione
Un mercoledì relativamente tranquillo, ma il quadro potrebbe farsi più delicato domani con la pubblicazione dell’IPC e del rapporto settimanale sull’occupazione. Gli investitori continuano a guardare con cautela i titoli legati all’intelligenza artificiale dopo i forti guadagni del 2026, con evidenti prese di profitto in vista della fine dell’anno.
Prudenza: la quota di liquidità dei gestori ai minimi storiciSecondo l’ultima Global Fund Manager Survey di Bank of America, la percentuale di liquidità detenuta dai gestori è scesa al 3,3%, il livello più basso dal 1999. In termini di asset allocation, livelli storicamente molto bassi di liquidità tra i gestori hanno spesso coinciso con i massimi dei mercati azionari. Al contrario, i periodi in cui la liquidità raggiungeva livelli elevati erano spesso precursori di importanti minimi di mercato e della fine dei mercati ribassisti.
In un contesto in cui le valutazioni dell’S&P 500 si trovano in una zona di eccesso rialzista, questo nuovo minimo storico della liquidità tra i gestori rappresenta quindi un segnale di cautela. Prima o poi, la liquidità è destinata a risalire, traducendosi in pressioni ribassiste sui mercati azionari. Questo riflette il principio fondamentale dell’asset allocation tra liquidità, azioni e obbligazioni, con flussi di capitale che passano da un bacino all’altro. È il meccanismo di base dell’allocazione degli attivi.
Questo segnale è ancora più rilevante perché un livello di liquidità così basso indica che i gestori sono già fortemente investiti. In altre parole, la maggior parte del capitale disponibile è già stata allocata al mercato azionario. In questo contesto, il potenziale di nuovi acquirenti marginali si riduce drasticamente, rendendo il mercato più vulnerabile a qualsiasi shock negativo: delusioni macroeconomiche, rialzi dei tassi a lungo termine, tensioni geopolitiche o semplici prese di profitto.
Inoltre, una liquidità storicamente bassa riflette un consenso rialzista estremo. Tuttavia, i mercati finanziari tendono spesso a muoversi contro consensuses troppo consolidati. Quando tutti sono posizionati nella stessa direzione, il rapporto rischio/rendimento diventa sfavorevole. In tali condizioni, il mercato non ha necessariamente bisogno di una cattiva notizia importante per correggere: talvolta è sufficiente l’assenza di notizie positive per innescare una fase di consolidamento.
È inoltre importante ricordare che il rialzo dell’S&P 500 è stato accompagnato da una concentrazione estrema delle performance su un numero ristretto di titoli, principalmente legati alla tecnologia e all’intelligenza artificiale. In un simile contesto, un semplice ribilanciamento dei portafogli o una rotazione settoriale può amplificare i movimenti al ribasso.
Infine, il ritorno graduale della liquidità raramente avviene senza conseguenze per i mercati azionari. Spesso è accompagnato da una fase di maggiore volatilità o addirittura da una correzione, che consente di ristabilire un equilibrio più sano tra valutazioni, posizionamento e prospettive economiche.
In sintesi, questo livello storicamente basso di liquidità tra i gestori non segnala un crollo imminente, ma invita chiaramente alla prudenza, a una gestione del rischio più rigorosa e a una maggiore selettività sull’S&P 500, in un contesto in cui l’ottimismo sembra già ampiamente incorporato nei prezzi.
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Oro e soprattutto argento ancora in ascesa: rischio di bolla?
Unione Europea lavora verso revisione «ban» auto non elettriche dal 2025.
Dopo i rialzi della vigilia, le Borse europee aprono la seduta sottotono, con gli investitori che tornano a muoversi con prudenza in attesa del dato Usa sul mercato del lavoro di ottobre, pubblicato con forte ritardo a causa dello shutdown. A riaccendere le cautele contribuisce anche il rinnovato dibattito sulle valutazioni delle società legate all’intelligenza artificiale, tema sempre più sensibile per il mercato.
Sul fronte delle commodity, i timori sulla crescita globale continuano a pesare sul petrolio, che resta vicino ai minimi dal 2021, complice anche l’ipotesi di un possibile cessate il fuoco in Ucraina. L’oro, dopo cinque sedute consecutive di rialzi, corregge leggermente, mentre il Bitcoin rimane poco mosso, segnalando una fase di attesa.
Il mercato del lavoro Usa, apparso debole, non modifica in modo sostanziale le aspettative sui prossimi tagli dei tassi Fed, ma contribuisce a una giornata nervosa sui mercati azionari. Le Borse europee, già appesantite dalle vendite su petroliferi e difesa – penalizzati dall’eventualità di un accordo sull’Ucraina – chiudono tutte in rosso dopo una seduta volatile. Milano prova a lungo a restare sulla parità, ma cede nel finale seguendo Wall Street: Ftse Mib -0,3%, pur mantenendosi sopra i 44.000 punti (chiusura a -0,18%).
Da Bruxelles arriva intanto una novità rilevante per il settore auto. L’Unione Europea rivede il divieto totale dei motori a combustione interna: dal 2035 non sarà più richiesto l’azzeramento delle emissioni, ma una riduzione del 90%, lasciando spazio anche a ibridi plug-in, veicoli con range extender e tecnologie non full electric. Il restante 10% dovrà essere compensato attraverso acciaio a basse emissioni o carburanti sostenibili come e-fuel e biofuel avanzati.
Sul fronte macro Usa, segnali ancora deboli. L’indice dei servizi della Fed di New York sale a -20 a dicembre da -21,7 di novembre, confermando però una contrazione significativa dell’attività. Nel frattempo, l’oro supera i 4.325 dollari l’oncia, massimo da ottobre, sostenuto dalla domanda di beni rifugio. Il ritardo del report sull’occupazione rafforza i segnali di raffreddamento del mercato del lavoro: disoccupazione al 4,6%, livello più alto dal 2021, e crescita dei salari al ritmo più debole degli ultimi due anni, elementi che rafforzano l’approccio accomodante della Fed.
Oggi, 17 dicembre, i mercati dell’Asia-Pacifico sono in rialzo dopo la chiusura contrastata di Wall Street, mentre i future europei sono poco mossi. Hang Seng +1%, CSI 300 +2,2%, Taiwan invariata. Lo yuan tocca i massimi degli ultimi 18 mesi sul dollaro. Resta sotto osservazione il mattone cinese: China Vanke ha presentato una proposta rivista di proroga delle obbligazioni nel tentativo di evitare il default.
A Tokyo, Nikkei +0,3%. Alla vigilia della decisione della banca centrale, il rendimento del bond decennale giapponese sale al 1,97%, nuovo massimo di lungo periodo. Le esportazioni verso gli Usa tornano a crescere per la prima volta dall’annuncio dei dazi di Trump a inizio aprile. In Corea del Sud, Kospi +1,4%, con nuove regole anti-speculazione: per operare su prodotti ad alta leva servirà un video formativo di un’ora, che diventano tre ore per i derivati complessi. A Mumbai, Sensex -0,1%, mentre la rupia (+0,8%) segna il miglior rialzo degli ultimi sette mesi grazie agli interventi della banca centrale.
Sul fronte energetico, il Brent rimbalza di circa +1,2% dopo il -2,7% di martedì, che lo aveva spinto sui minimi da cinque anni. Da inizio anno il greggio perde -20%, peggio solo nel 2020. Il rimbalzo è legato al blocco deciso da Trump delle petroliere sanzionate verso il Venezuela, mentre il calo precedente era stato favorito dai progressi nei colloqui tra Russia e Ucraina.
Metalli preziosi ancora in evidenza: oro +0,7%, vicino al record di 4.381 dollari, e argento +4%, su un nuovo massimo storico a 66,50 dollari. Il rally è sostenuto da incertezze macro e geopolitiche, ma sull’argento emerge anche una forte componente speculativa dopo un anno a +129%. Attenzione al FOMO: in assenza di nuovi catalyst, resta sensato alleggerire l’oro nell’area 4.000–4.400 dollari.
Sul fronte obbligazionario Usa, Treasury in lieve calo: decennale al 4,16%, biennale al 3,48%. La Fed guarda con cautela ai dati distorti dallo shutdown; servirà attendere il nuovo report di inizio gennaio. Secondo il CME FedWatch Tool, la probabilità di un taglio a gennaio resta contenuta, intorno al 24%.
Infine, attesa per la BCE, che giovedì dovrebbe lasciare i tassi invariati al 2%. In arrivo le nuove proiezioni: possibile revisione al rialzo della crescita, inflazione vista stabile. Il messaggio atteso è di tassi fermi ancora a lungo, dopo il recente cambio di aspettative del mercato. In Italia, Btp decennale al 3,54%, spread a 69 punti base.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
ES1! SPY Cosa aspettarci nelle prossime ore sull'indice S&P500Buon mercoledì 17 Dicembre 2025 e bentornati sul canale con un aggiornamento tecnico sull'indice S&P500 su un grafico a candele orarie.
Analizziamo insieme la price action e la configurazione tecnica su questo timeframe per cercare di interpretare quelli che potrebbero essere i movimenti dell'indice nelle prossime ore.
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Tesla regge il NasdaqIl rapporto sulle buste paga non agricole pubblicato ieri prima dell’apertura delle borse ha fornito segnali contrastanti: elementi positivi per i rialzisti e, allo stesso tempo, spunti favorevoli agli orsi. Non sorprende quindi che i principali indici abbiano chiuso la seduta di ieri con andamenti divergenti.
L’economia statunitense ha creato 64.000 posti di lavoro a novembre, superando nettamente le attese, che si aggiravano intorno alle 45.000 unità. Tuttavia, il tasso di disoccupazione è salito al 4,6%, oltre le previsioni del 4,5% e al livello più alto degli ultimi quattro anni.
Inoltre, la revisione dei dati ha mostrato una perdita di 105.000 posti di lavoro a ottobre. Nel complesso, questi numeri confermano quanto già emerso nelle ultime settimane: il mercato del lavoro sta progressivamente perdendo slancio.
Il Dow Jones ha chiuso la sessione in calo dello 0,62% (oltre 300 punti) a 48.114,26, mentre l’S&P 500 ha perso lo 0,24% a 6.800,26. Entrambi gli indici registrano ora tre sedute consecutive di ribasso. Il Nasdaq, invece, è riuscito a interrompere la sua fase negativa, avanzando dello 0,23% (circa 54 punti) a 23.114,46, sostenuto in larga parte dalla forte performance di Tesla (TSLA), salita di oltre il 3% e capace di segnare un nuovo massimo storico.
Le azioni Tesla hanno recentemente raggiunto un nuovo record in chiusura, nonostante le aspettative di vendita più contenute e un contesto di mercato instabile. In altre parole, l’andamento del prezzo – spesso paragonato a una “palla da spiaggia tenuta sott’acqua” – suggerisce che il rallentamento delle vendite sia già ampiamente scontato nelle quotazioni e che gli investitori stiano guardando oltre, proiettandosi sul futuro.
A rafforzare il sentiment positivo ha contribuito anche la notizia dell’avvistamento ad Austin, in Texas, del primo robotaxi Tesla senza safety rider. Dal punto di vista tecnico, l’uscita del titolo da una bandiera rialzista settimanale, accompagnata da volumi elevati, lascia ipotizzare come prossimo obiettivo l’area intermedia della fascia dei 500 dollari.
Con l’ingresso nell’ultima settimana completa del 2025, gli investitori si interrogano ora sulla possibilità di un rally di Babbo Natale. Maggiore chiarezza potrebbe arrivare dal rapporto sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) di giovedì, che aiuterà a valutare l’altro lato del mandato della Fed e a colmare le lacune informative lasciate dal recente shutdown.
La volatilità dei prezzi rimane elevata, ma il mercato sta mostrando una buona capacità di tenuta. Una rottura dei minimi di ieri potrebbe mettere seriamente in discussione l’ipotesi di un rally di fine anno; tuttavia, la reazione difensiva vista ieri suggerisce che, per il momento, i rialzisti restano ancora in controllo.
Liquidità monetaria: il Russell 2000 in prima lineaIl Russell 2000 è un indice azionario statunitense che raggruppa circa 2.000 società a piccola capitalizzazione quotate negli Stati Uniti. A differenza dell’S&P 500 o del Nasdaq, ampiamente dominati da grandi multinazionali con forte esposizione internazionale, il Russell 2000 riflette principalmente la dinamica economica domestica delle piccole e medie imprese statunitensi.
Le aziende che lo compongono sono generalmente più giovani, più indebitate e più dipendenti dalle condizioni di finanziamento rispetto alle grandi capitalizzazioni. Ricavano la maggior parte dei loro ricavi dal mercato interno e sono quindi particolarmente sensibili all’evoluzione della crescita, dei consumi e del costo del credito negli Stati Uniti. Per questo motivo, il Russell 2000 è spesso considerato un barometro anticipatore del ciclo economico americano e dell’appetito per il rischio nei mercati finanziari.
Questo indice è anche uno dei più sensibili alle condizioni di liquidità monetaria, sia attuali sia attese. Le fasi di riduzione dei tassi di interesse e di politiche monetarie accomodanti, in particolare i programmi di quantitative easing (QE), gli sono state storicamente favorevoli. Quando la Federal Reserve allenta la propria politica, il costo del capitale diminuisce, le condizioni di rifinanziamento migliorano e l’accesso al credito diventa più fluido per le piccole e medie imprese. In questo contesto, la recente decisione della FED di portare il tasso dei federal funds al 3,75%, combinata con l’annuncio di un QE definito “tecnico”, rappresenta un segnale forte per gli asset maggiormente dipendenti dalla liquidità. Per sua stessa struttura, il Russell 2000 funge da amplificatore di questi cambiamenti di regime monetario: quando la liquidità torna o quando i mercati la anticipano, tende a sovraperformare gli indici delle grandi capitalizzazioni.
Dal punto di vista tecnico, è appena stato generato un segnale di continuazione rialzista sul timeframe settimanale. L’indice ha superato al rialzo il suo precedente massimo storico, stabilito alla fine del 2021, un livello che aveva agito come una resistenza importante per oltre quattro anni. Questa rottura si inserisce in una struttura di trend rialzista di lungo periodo chiaramente identificabile, caratterizzata da una successione di minimi e massimi crescenti.
Il superamento di questa area chiave conferma l’uscita al rialzo da un’ampia fase di consolidamento e trasforma il vecchio massimo in un potenziale nuovo supporto. Dal punto di vista dell’analisi tecnica, una rottura al di sopra di un massimo storico rappresenta un classico segnale di continuazione del trend, tanto più rilevante in un contesto monetario tornato più accomodante. Finché l’indice rimane al di sopra di questo livello, la dinamica di fondo resta rialzista, con un potenziale di ulteriore estensione sostenuto sia dalla tecnica sia dalla liquidità globale. Resta comunque necessario considerare possibili fasi correttive nel breve periodo.
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WisdomTree - Tactical Daily Update - 16.12.2025Azionario USA incerto, ma attorno ai massimi storici. Meglio l’Europa.
La BCE non taglierà i tassi, lo farà probabilmente la Bank of England.
Tregua più vicina tra Russia e Ucraina, dice Trump: il Mondo spera.
Petrolio in crisi infinita. Ai minimi da 4 anni. Bene i metalli industriali.
La prima seduta della settimana, lunedì 15, ha posto le basi per la volata finale di un 2025 che continua a sorridere ai mercati azionari europei. Da inizio anno al 15 dicembre, Piazza Affari segna un progresso del +29%, fotografia di un contesto che, almeno sul fronte continentale, resta favorevole al rischio.
I listini del Vecchio Continente hanno archiviato la giornata quasi tutti in deciso rialzo, riuscendo a dribblare sia i segnali di rallentamento dell’economia cinese sia i dubbi sulla tenuta del tema dell’Intelligenza Artificiale. Al centro degli acquisti, in modo trasversale, le azioni bancarie, sostenuti dalle scommesse su un prossimo allentamento della politica monetaria statunitense.
Sul fronte geopolitico, il mercato guarda con attenzione ai possibili segnali di distensione tra Russia e Ucraina. Dopo due giorni di intensi colloqui a Berlino, l’iniziativa politica europea ha favorito un riavvicinamento tra Stati Uniti e Ucraina. La possibilità di una tregua viene ora definita “reale” e, secondo Friedrich Merz, “non è mai stata così grande come adesso”, con l’auspicio di un cessate il fuoco prima di Natale.
Anche Volodymyr Zelensky ha parlato di incontri “molto produttivi”, riconoscendo progressi sulle garanzie di sicurezza per Kiev, mentre resta apertissima la questione territoriale, in particolare il nodo del Donbass.
In serata è arrivato anche il commento di Donald Trump, secondo cui un accordo per porre fine al conflitto sarebbe più vicino che mai, dopo i colloqui tenuti a Berlino dagli inviati statunitensi Steve Witkoff e Jared Kushner.
Passando al fronte macroeconomico, l’attenzione si sposta a oggi pomeriggio, per la pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro statunitense relativi a ottobre e novembre, ritardati dallo shutdown amministrativo.
Il report del Dipartimento del Lavoro unirà in un’unica uscita i dati delle nuove buste paga di due mesi: il mercato attende circa 35 mila nuovi posti a novembre e un tasso di disoccupazione stabile al 4,4%.
Tra mercoledì e giovedì sono attesi anche i dati sull’inflazione di novembre e sulle vendite al dettaglio di ottobre. I prezzi al consumo sono stimati in crescita +3,2% sia nella componente headline sia in quella core, mentre le vendite al dettaglio dovrebbero salire +0,2%, lo stesso ritmo di settembre e il più lento da maggio.
Peraltro, i dati in arrivo non dovrebbe fornire un vantaggio decisivo né ai falchi né alle colombe all’interno della Federal Reserve. Chi sostiene lo status-quo continua a puntare sull’insufficienza e sulla disomogeneità degli ultimi indicatori, mentre chi spinge per ulteriori allentamenti richiama l’indebolimento del mercato del lavoro.
Bloomberg Intelligence ritiene che questi dati “ridurranno la resistenza dei falchi al taglio dei tassi”, con un’inflazione attesa in calo e salari deboli nella prima metà del 2026. La previsione è che la Fed possa tagliare i tassi di soli 25 punti base nel prossimo anno.
Il recente taglio dei tassi ha messo in evidenza profonde divisioni all’interno della banca centrale, tra chi privilegia il rallentamento del mercato del lavoro e chi resta concentrato su un’inflazione ancora ostinata
L’attenzione resta alta anche sul cosiddetto “toto-Fed”, con il mandato di Jerome Powell in scadenza a maggio. Sul fronte delle altre banche centrali, giovedì 18 sono attese le decisioni di BCE e BoE: per Francoforte il consenso è su tassi invariati, mentre Londra potrebbe procedere a un taglio.
Nel frattempo, Wall Street ha chiuso in lieve calo: Dow Jones -0,09%, Nasdaq -0,59%, S&P500 -0,16%.
Sul mercato obbligazionario europeo, lo spread BTp-Bund si è leggermente ridotto a 68 punti base, dai 69 della seduta precedente, con il rendimento del BTp decennale in calo al 3,53%.
In Asia, la seduta di oggi, martedì 16 dicembre chiude in calo. L’indice MSCI Asia Pacific cede -1,3%, l’Hang Seng di Hong Kong scende quasi -2%, avvicinandosi alla correzione tecnica dopo una perdita di oltre -10% dai massimi recenti.
Debole anche il CSI300 (-1,4%) e il Nikkei giapponese (-1,2%), penalizzato dai titoli tech.
In Corea, Kospi -1,6%, con il fondo pensione nazionale pronto a rafforzare il proprio ruolo nella stabilizzazione dello won, estendendo fino a fine 2026 lo swap in valuta estera da 65 miliardi di dollari con la banca centrale.
Tra le commodity, il petrolio WTI scivola ancora verso 56 dollari/barile, minimo degli ultimi quattro anni, trascinando al ribasso l’Indice Bloomberg Commodity, a 108,2 USD, per la terza seduta consecutiva. Al contrario, resta forte il comparto dei preziosi: oro a 4.288 USD/oncia e argento a 62,5 USD/oncia, sostenuti da flussi positivi per i relativi ETF, acquisti delle banche centrali e timori sulla futura “indipendenza” della Fed.
Il dollaro resta debole per la terza settimana consecutiva, con euro/dollaro intorno a 1,175.
Si rafforza lo yen in vista di un probabile rialzo dei tassi di 25 bps da parte della BoJ: 182,5 yen per euro e 155,26 per dollaro.mentre Bitcoin staziona sui 85.600 USD, oltre il 30% sotto i massimi di metà ottobre.
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Avvio debole, focus sui dati USALunedì, le operazioni legate all’intelligenza artificiale hanno continuato a subire pressioni, facendo iniziare in territorio negativo l’ultima settimana completa del 2025. Il NASDAQ è stato l’indice più colpito dalle vendite, mentre gli investitori si preparano alla pubblicazione, rinviata a domani, del rapporto sulle buste paga non agricole.
L’S&P 500 è sceso dello 0,16%, chiudendo a 6.816,51 punti, mentre il Dow Jones ha registrato un calo più contenuto dello 0,09%, pari a poco più di 40 punti, attestandosi a 48.416,56. Il NASDAQ, fortemente esposto al settore tecnologico, ha invece perso lo 0,59%, pari a circa 137 punti, chiudendo a 23.057,41.
I titoli dell’intelligenza artificiale che avevano mostrato maggiore debolezza nella scorsa settimana hanno continuato a perdere terreno. Broadcom (AVGO) ha ceduto il 5,6%, mentre Oracle (ORCL) è scesa del 2,7%. Entrambe le società hanno recentemente pubblicato solidi risultati trimestrali, ma l’attenzione degli investitori si è spostata sulle preoccupazioni relative all’entità e alla sostenibilità della spesa legata all’intelligenza artificiale.
Non è ancora il momento di abbassare la guardia: nel corso della settimana saranno diffusi diversi dati economici in grado di influenzare le prossime decisioni della Federal Reserve. L’appuntamento più rilevante sarà probabilmente il rapporto sulle buste paga non agricole di novembre, in uscita martedì. La pubblicazione è stata posticipata a causa dei ritardi accumulati dal governo in seguito alla più lunga chiusura economica della storia del Paese.
Il precedente rapporto aveva mostrato un incremento di 119.000 posti di lavoro, mentre per il dato di novembre le aspettative si attestano intorno alle 40.000 unità.
Un risultato inferiore alle attese potrebbe sostenere il mercato, alimentando le aspettative di un taglio dei tassi anticipato. Al contrario, un dato superiore alle previsioni potrebbe essere accolto con sollievo sul fronte macroeconomico, ma allo stesso tempo pesare sulle azioni, ritardando il prossimo intervento sui tassi. Un dato particolarmente debole, infine, potrebbe riaccendere i timori sulla solidità dell’economia. Il mercato potrebbe interpretare ciascuno di questi scenari in modo diverso: sarà necessario attendere i numeri ufficiali.
Più avanti nel corso della settimana arriverà anche un importante indicatore legato all’altra metà del doppio mandato della Fed, con la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo (IPC). L’ultimo rapporto, diffuso a fine ottobre, mostrava un aumento dell’inflazione complessiva dello 0,3% su base mensile e del 3% su base annua, entrambi inferiori di 0,1 punti percentuali alle attese. Il mercato si aspetta un quadro sostanzialmente invariato, ma anche una variazione minima potrebbe avere un impatto significativo sulle aspettative degli investitori.
SPX500USD SPY S&P500 sempre all'interno del canale rialzista...Buona domenica 14 Dicembre 2025. Con questo quarto e ultimo contributo della giornata andiamo ad analizzare la price action dell'S&P500 per capire cosa aspettarci dalle prossime sedute pre-Natalizie.
Facciamolo con razionalità, attenzione, pazienza e logica, per evitare di prendere decisioni dettate dalla pancia.
Grazie a tutti per l'attenzione e buona serata
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