inflazionese neanche nel 2008 c'e stata una inflazione cosi alta lascio a voi immaginare quanto violento sarà lo storno sui mercati di LUCA.P0
Andamento inflazione e rendimenti Bond in USASul grafico di Sinistra possiamo vedere l'andamento della inflazione degli ultimi 100 anni. La trend line è con evidenza discendente e fa supporre che l'inflazione usa possa arrivare ad un massimo di 8.5 punit per poi scendere. Se rompesse al rialzo questa trend sarebbe veramente grave per le tasche della maggior parte dei singoli cittadini. Sul grtafico di Destra invece possiamo vedere l'andamento dei rendimenti del decennale americano, con questi livelli di inflazione i rendimenti attuali rispetto al passato sono ancora schiacciati verso il basso. di Alex97514
liquiditàla fed sarà presto pronta per ritirare l'enorme quantità di liquidità iniettata sul sistema finanziario Generando un pericoloso terremotodi LUCA.P0
MERCATO DEL LAVORO, FED FUNDS E RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATOBuongiorno ragazzi, l’idea di questo lunedì non si baserà sulla tipica analisi intermarket della settimana precedente, bensì sull’impatto che i dati sul non farm payrolls, disoccupazione e retribuzione oraria media hanno avuto sui Fed Funds. Spiegherò il motivo del rialzo dei rendimenti a 2 e 10 anni dei titoli di stato statunitensi, il tutto correlato alle prossime decisioni della FED americana. Volevo proporre qualcosa di diverso dal solito, se apprezzate l’idea lasciate un like in maniera tale da farmi capire se questi contenuti sono apprezzati in maniera tale da riproporveli in futuro. I DATI SUL MERCATO DEL LAVORO: NON FARM PAYROLLS E LIVELLO DI DISOCCUPAZIONE Come di consuetudine il primo venerdì di ogni mese il Bureau of Labor Statistics rilascia due dati fondamentali riguardanti il mercato del lavoro negli Stati Uniti: le buste paga del settore non agricolo e il livello di disoccupazione. Gli analisti, considerando l’impennata dei casi omicron in gennaio (il picco era stato raggiunto a metà gennaio, appunto), si aspettavano dei dati deboli, rispettivamente: • Buste paga del settore non agricolo: 150K • Livello di disoccupazione: 3,9% Entrambi i dati hanno sorpreso le attese: • Buste paga del settore non agricolo: 467K • Livello di disoccupazione: 4% Nonostante i livelli di disoccupazione siano saliti dello 0,1% rispetto al mese precedente, i nuovi posti di lavoro creati hanno registrato un aumento percentuale sopra le attese del 211%, segnando un +467K. COSA SONO I FED FUNDS I Fed Funds sono dei future scambiabili sul CME che rappresentano l’opinione che gli investitori hanno riguardo il valore che i tassi di interesse potrebbero avere ad una determinata data. E’ un future molto utile per diversi motivi: • Dà una visione riguardante il sentiment che gli operatori di mercato hanno riguardo le scelte di politica monetaria futura e ciò assume particolare rilevanza dal momento che i mercati finanziari sono influenzati direttamente e indirettamente da essa. • Permette la possibilità a noi traders di assumere posizioni speculative sulle future mosse da parte della Federal Reserve. Il grafico continuos del future ha questo aspetto: COME SI LEGGE IL FUTURE E PERCHE’ E’ INFLUENZATO DAL MERCATO DEL LAVORO STATUNITENSE Come ho spiegato poco fa, l’andamento di questo future è influenzato dalle decisioni di politica monetaria della Fed. Vi starete chiedendo che rapporto possa esistere tra la federal reserve e il mercato del lavoro: ciò è da ricercare negli obiettivi perseguiti dalla stessa: essi sono la stabilità dei prezzi (e quindi la regolazione dell’inflazione) e l’occupazione. Nell’analisi da me pubblicata il 31 gennaio in cui analizzavo l’impatto che avesse avuto la banca centrale sui mercati dopo il meeting, che trovate al link: analizzavo le parole di Powell durante conferenza, che vi riporto: “Si è assistito ad un aumento dei posti di lavoro solido tanto che il tasso di disoccupazione è diminuito sostanzialmente. Con un'inflazione ben al di sopra del 2% e un mercato del lavoro forte, il Comitato prevede che presto sarà opportuno aumentare i tassi”. Avete capito ora il motivo? In base a questi parametri la banca centrale pianifica la sua politica: questo è il motivo per il quale il future segue questa dinamica. Detto questo, il contratto continuos sui fed funds, a parer mio, dice poco e niente. E’ invece interessante studiare i contratti ad una determinata scadenza, come tra poco vi illustrerò. Facciamo riferimento ora ad una delle affermazioni più accreditate dell’ultimo mese: “GLI OPERATORI SI ASPETTANO CHE I TASSI DI INTERESSE SARANNO AUMENTATI A MARZO” Per capire se è effettivamente così, andiamo ad osservare il contratto future sui Fed Funds con scadenza marzo 2022: Vediamo come il prezzo del future abbia lateralizzato per circa un anno, non prendendo mai una vera e propria direzionalità. Questo perché? Perché il mercato non stava ancora scontando l’aumento dei tassi di interesse! Ha iniziato a scontarli dal momento che il rettangolo di distribuzione è stato bucato al ribasso, agli inizi di dicembre 2021! Affermo con certezza questa mia ultima affermazione dimostrandovelo grazie al Nasdaq: Al primo falso breakout del rettangolo di distribuzione, il Nasdaq segnava l’ultimo massimo storico. Successivamente, quando il breakout è stato validato, l’indice tech ha provato a rivisitare i massimi senza riuscirci e, successivamente, ha subito delle ingenti perdite. Questo poteva essere solo un modo per constatare se, effettivamente, gli investitori avessero iniziato a scontare i tassi di interesse in quel periodo indicato nel grafico (tra novembre e dicembre 2021). Un altro modo possibile è l’analisi dei volumi: Come potete constatare, quando il mercato non scontava aumenti dei tassi i volumi erano relativamente bassi: i contratti su questo future era poco scambiati. Quando il mercato ha invece iniziato a credere fortemente al loro aumento, i volumi sono aumentati in maniera forte, segno del fatto che molti operatori, probabilmente per hedging (per protezione), hanno iniziato a specularci. Quando i volumi sono bassi, c’è poco appetito da parte del mercato verso il contratto in questione e, in questo caso, ciò si traduce in “poco interesse”. Quando i volumi e di conseguenza l’interesse nei confronti del tema “aumento tassi” ha iniziato a prendere piede, i volumi sono aumentati. Sono stato chiaro? I volumi non sono solo importanti per capire l’entità di un breakout o per costruirci una strategia di trading, bensì anche in situazione come queste. Un grafico lascia tantissime informazioni e noi dobbiamo essere attenti, scaltri e conoscere la materia per saper cogliere la palla al balzo! Tornando al nocciolo della questione, come capiamo l’aspettativa sul tasso di interesse futuro? Con una semplice differenza: Applichiamo la differenza tra 100 (che rappresenta in forma numerica il tasso di interesse allo 0%) e il prezzo del future corrente, in questo caso 99.745: 100 - 99.745 = 0,265 Questo significa che oggi il mercato si aspetta che i tassi di interesse, nella riunione del FOMC di marzo, verranno alzati del 0,25%. Questa differenza può essere applicata anche a contratti a scadenza più lontana. Facciamo una prova: le successive due riunioni del FOMC dopo marzo sono previste il 3-4 maggio 2022 e il 14-15 giugno. Andiamo ora a selezionare i due future sui fed funds con scadenza maggio 2022 e giugno 2022: Come potete notare dalla grafica, in questo periodo gli investitori si aspettano che i tassi saranno tra al 0.5%/0.75% a maggio e al 0.75%/1% a giugno. CORRELAZIONE DIRETTA TRA RENDIMENTI SUI TITOLI DI STATO A 2 ANNI E FED FUNDS Nelle mie idee passate avrete letto tantissime volte la frase “la parte a scadenze brevi della curva dei rendimenti è sensibile alle scelte di politica monetaria”. Il titolo di stato di riferimento per le scadenze brevi è quello a 2 anni. Vediamo se ha effettivamente un rapporto con i fed funds: Come potete osservare, entrambi, per mesi, hanno avuto un andamento non strutturato. Poi qualcosa è cambiata: 1. Ad inizio ottobre 2021 i volumi sono iniziati ad aumentare in maniera importante sul future, segno che la tematica sui tassi di interesse stava iniziando a prendere piede. 2. Nello stesso momento, i rendimenti dei titoli a due anni hanno rotto al rialzo il rettangolo di accumulo e successivamente hanno creato un piccolo triangolo ascendente 3. Dopo un mese è avvenuto anche il breakout del triangolo di distribuzione sul future e, contemporaneamente, la rottura del triangolo ascendente al rialzo 4. Entrambi gli asset hanno iniziato a muoversi a braccetto. Mi son state fatte tante domande riguardanti l’argomento sui rendimenti a 2 anni nelle ultime settimane, spero di essere stato chiaro. Credo non ci sia maniera migliore di questa per spiegare il motivo della breve frase “la parte corta della curva è influenzata dalle decisioni di politica monetaria”. Tornando a noi, anche in questo caso l’analisi tecnica ci è stata molto utile per poter individuare dei segnali molto concreti che il sentiment del mercato sui tassi di interesse stesse cambiando (analisi dei volumi, i breakout sui rettangoli e il breakout sul triangolo ascendente). RETRIBUZIONE ORARIA MEDIA, INFLAZIONE E RENDIMENTI SUI TITOLI DI STATO A 10 ANNI Le buste paga del settore non agricolo e il livello di disoccupazione non sono stati gli unici dati importanti della scorsa settimana. Un altro a cui presto sempre attenzione è la retribuzione oraria media, che misura il cambiamento della retribuzione oraria media nelle principali aziende. Ora vi mostrerò la crescita anno/anno che questo ha presentato: 04.02.2022 (Gen) 5,7% 07.01.2022 (Dic) 5% 03.12.2021 (Nov) 5,1% 05.11.2021 (Ott) 4,8% 08.10.2021 (Set) 4,6% 03.09.2021 (Ago) 4% 06.08.2021 (Lug) 4,1% 02.07.2021 (Giu) 3,7% 04.06.2021 (Mag) 1,9% 07.05.2021 (Apr) 0,4% Come potete constatare, si è passati dallo 0,4% di aprile 2021 al 5,7% di gennaio 2022. Questo dato va ad aumentare tendenzialmente in periodi di ripresa economica, quando tutte le aziende di un Paese riprendono ad assumere manodopera. Quest’aumento tendenziale dei salari non è altro che quel fenomeno definito come “inflazione salariale”; in linea logica, più i salari aumentano, più i salariati saranno disposti a spendere: questo andrebbe poi a generare una spirale inflazionistica generale. Tornando a noi, venerdì 4 è uscito il dato per gennaio 2022 che, come ho detto precedentemente, si è attestato al 5.7%. Dal momento che i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni crescono o decrescono rispondendo a dinamiche di crescita/decrescita economica o inflazione, come possiamo aspettarci che essi si siano comportati? Osserviamolo in un grafico a 15 minuti: Alle 14:30, ora italiana dell’uscita del dato, il rendimento sul decennale americano è esploso segnando un +4,51%. Ora capite quando provo a spiegarvi che i rendimenti delle scadenze più lunghe dei titoli di stato (in particolare il decennale, che è il riferimento) rispondono a questi tipi di dinamiche? Spero di avervelo dimostrato ancora una volta. L’analisi di questo lunedì termina qua, spero i contenuti siano apprezzati. Sarà molto importante seguire da vicino i dati macroeconomici che ho analizzato in questa idea, in quanto le prossime scelte di politica monetaria saranno dettate dallo svilupparsi di essi. Probabilmente, a dati sul lavoro più forti e inflazione galoppante, dovremmo aspettarci una Fed più aggressiva. E questa aggressività dove si ripercuoterebbe? Sui Fed Funds. E questi chi influenzano in maniera diretta? I mercati finanziari! Volevo aggiungere che ho intenzione di creare un canale personale in cui condividerò tante altre idee riguardanti i mercati finanziari, materie prime e forex, analisi di mercato e correlazioni tra asset e dati macroeconomici. Vi comunicherò quando il progetto sarà ultimato, rispettando chiaramente le linee guida imposte da tradingview. Grazie, Matteo Farci Selezione editorialedi MatteoFarci111118
Il mercato americano è sano?Il mercato azionario americano fino a quando continuerà a salire? Il grafico mostra i seguenti dati, in ordine dall'alto al basso: - Indice mercato azionario americano SP:SPX - United State Case Shiller Home Price Index ECONOMICS:USCSHPI - Inflazione USA YoY ECONOMICS:USIRYY - Differenziale tra tasso di interesse dei Treasury a 10 anni e 2 anni FRED:T10Y2Y - Differenziale tra tasso di interesse dei Treasury a 10 anni e 3 mesi FRED:T10Y3M In riferimento a questi dati segnalo questi avvenimenti degni di nota: 1) l'indice di Case Shiller è aumentato di oltre il 100%, come avvenuto prima della crisi finanziaria del 2007-2009. 2) S&P 500 cresciuto a cifre record, segnando oltre un +500% dai valori minimi toccati nella crisi finanziaria del 2007-2009. 3) Inflazione USA a quasi il 7% YoY (dati al 30 Novembre 2021), valore ai massimi degli ultimi 20 anni. In aggiunta a questi dati, non da poco è il valore del debito USA: Come si può notare dal grafico il valore del debito USA ha superato il PIL americano. (stime al 31 Dicembre 2021) In questo contesto l'attuale situazione dei tassi di interesse è la seguente: Con la FED che (ovviamente) è intenzionata ad aumentare i tassi di interesse prima e più velocemente del previsto. Il 2022 sarà un anno tranquillo oppure sarà il fatidico anno in cui i mercati azionari avranno un crash? Selezione editorialedi Tia_Cnt3
Outlook mercati 2022Il 2021 è stato un anno di forte crescita e i mercati azionari hanno beneficiato di una politica monetaria più che accomodante con performance straordinarie. Allo stesso tempo abbiamo visto la nascita di seri problemi come le difficoltà di approvvigionamento e di risposta alla crescente domanda globale, l'inflazione e prezzi dell'energia cresciuti in maniera preoccupante, la diminuzione delle persone attive nel mercato del lavoro con aumento dei salari e la ripartenza dei contagi per la nuova variante: queste sono tutte variabili che impatteranno il 2022. Lo scenario è radicalmente cambiato e le banche centrali vista la forte spinta nella crescita e nei prezzi hanno iniziato a ridurre i programmi di acquisto mensili con l'obiettivo di terminarli entro il Q1 2022 e con la prospettiva di rialzo dei tassi che per la Fed inizierebbe all'incirca verso la metà dell'anno ma non senza prima aver centrato gli obbiettivi del suo mandato cioè la piena occupazione( attualmente i disoccupati sono il 4,2% con un target pre-covid di 3,5-3,8 %) e un rientro dell'inflazione attorto al 2%, attualmente al 5,3% nell'ultima rilevazione (ricordo che la Fed guarda il PCE e non il CPI). La maggioranza delle proiezioni delle banche d'affari vede rendimenti positivi anche nel 2022 anche se più contenuti. I target medi per Sp500 viaggiano poco sopra ai 5000 punti per cui parliamo di rendimenti del 6-7% e quelli più ottimisti si aspettano rendimenti ancora a doppia cifra. Effettivamente fa notare qualche analista che nei due precedenti cicli di inasprimento di politica monetaria (2004-06, 2016-18) i primi interventi sui tassi sono stati assorbiti bene rispetto ai successivi con rendimenti medi attorno al 10 %, inoltre anche con dei tassi leggermente più alti, i rendimenti reali delle obbligazioni rimarrebbero comunque negativi costringendo gli investitori a non poter scegliere altrimenti se non l'azionario. I mercati si aspettano nello scenario migliore una forte crescita soprattutto nella prima fase del 2022 con un rallentamento dell'inflazione, comunque sostenuta ma a livelli più accettabili ( Le proiezioni del FOMC la vedono al 2,6%), un allentamento delle pressioni sulla supply chain e un mercato del lavoro in miglioramento con rientro dei lavoratori diventati inattivi con la pandemia. Non manca il timore per una manovra sui tassi anticipata che causerebbe un rallentamento, soprattutto se l'inflazione si dimostrasse persistente. Il mercato del lavoro giocherà un ruolo cruciale poichè i salari in netta crescita spinti dalla mancanza di personale, potrebbero alimentare i costi per le aziende che insieme all'aumento dei costi delle materie prime e ai problemi nelle catene di produzione potrebbero costringere la Fed ad evitare una spirale inflazionistica anticipando i tempi. Vedremo quindi un 2022 fortemente legato alle dichiarazioni dei banchieri centrali e ai dati sull'inflazione su cui si giocheranno la credibilità. Sugli altri asset si nota incertezza, con il rendimento del decennale americano per niente brillante sull'1,50 %, un oro che fa fatica a salire probabilmente sinonimo della fiducia di un rientro dell'inflazione nonostante però i tassi reali siano negativi e per questo le prospettive rimangono comunque positive. Nasdaq invece è quello che più teme un rialzo ed infatti rimane dietro rispetto al Dow ed Sp500 che invece aggiornano i massimi storici, anche per il fatto che ha corso tantissimo durante la ripresa e gli investitori per il nuovo anno potrebbero preferire titoli value e settori più tradizionali come il finanziario che beneficerebbe dal rialzo dei tassi e consumer staples vista la crescita e l'inflazione sostenuta. Il 2022 si prospetta turbolento ma potrebbe regalare occasioni interessanti in caso di storni o mercato laterale. Allacciare le cinture !!Longdi Brandondevincentis1
Velocità della moneta ed effetti sull’economia reale. Sentiamo spesso parlare di politica monetaria delle banche centrali, aspettative sui tassi e disoccupazione, ma è possibile andare a visualizzare “graficamente” questi valori, verificarne le correlazioni, scoprirne l’effetto sulla base monetaria ed aiutarci nelle decisioni di investimento? Ragionando sui dati statunitensi e partendo dal 2001, ho plottato su uno stesso grafico diversi valori tratti da banca dati Fred (Federal Reserve Economic Data) ed in particolare: • Linea Verde: Corporate profit after Tax – ovvero dato aggregato sui profitti delle aziende statunitensi; • Linea Blu: Andamento dell’S&P 500 • Linea Rossa: Andamento del tasso di disoccupazione Esprimendo un confronto tra tre diversi dati, non ne interessa il “valore assoluto”, bensì la tendenza grafica e gli effetti scaturenti in termini di politica monetaria. Il 2001 è stato ovviamente un anno orribile per le borse mondiali, con gli effetti degli eventi dell’11 settembre e la scia della bolla “dot com”. Possiamo notare per almeno due anni, un tasso di disoccupazione crescente e la fissazione del tasso di interesse all’1% (il tasso di provenienza era del ben 6%). Il seguito di questa politica è stata una crescita dei profitti delle aziende, una sostanziale riduzione del tasso di disoccupazione per i quattro anni seguenti, ritrovato entusiasmo nel mercato azionario. Tutto ciò ha portato la Fed a rivedere al rialzo il tasso d’interesse, portandolo progressivamente al 5,25% nel giugno del 2006. L’aumento dei tassi unito alla sprovveduta ed eccessiva concessione di credito a condizioni variabili e lo scoppio della bolla dei mutui sub-prime, ha portato alla crisi finanziaria del 2008, nella quale assistiamo a: impennata del tasso di disoccupazione, riduzione degli utili per le aziende, caduta del mercato azionario. L’economia americana e la ricchezza della popolazione (l’americano medio ha un’elevata attitudine all’investimento dei risparmi in strumenti passivi) sono in ginocchio. Viene inaugurato dalla Fed un periodo a tasso 0,25% , con annesso ingente piano di aiuti varato dall’amministrazione Obama. I livelli occupazionali, come possiamo notare dal grafico, torneranno ai livelli pre-crisi nel 2017. Nel frattempo il mercato azionario cresce in maniera importante andando a triplicare il proprio valore tra il 2008 ed il 2018. La disoccupazione raggiunge nuovi livelli di minimo, il tasso di riferimento gradualmente incrementato fino a raggiungere il livello del 2,5% a gennaio 2019. Il resto è storia recente che tutti conosciamo. Oggi notiamo un livello di disoccupazione in forte diminuzione, profitti delle aziende e mercati azionari sui massimi storici. Ma questa politica monetaria, che effetto ha avuto sulla quantità di moneta in circolazione? Analizzando nel grafico di seguito l’aggregato M2 (composto da banconote, conti correnti e depositi e attività facilmente liquidabili) possiamo notare quanto lo stock di moneta in circolazione sia aumentato, determinando una riduzione della sua velocità di circolazione. Secondo Fisher, in una situazione del genere due alternative sono possibili: incremento del prodotto interno lordo o incremento del livello dei prezzi. Quali conclusioni ne traggo? Utilizzo questi dati, non tanto per l’attività di trading, quanto per la definizione di una cornice entro la quale direzionare le scelte orientate all’investimento e l’eventuale convenienza nel muovermi verso l’una o l’altra asset class. Nessuno strumento ci renderà infallibili, tuttavia possiamo provare ad incrementare le probabilità in nostro favore. di DomenicoIvanPontillo7
WisdomtTree - Tactical Daily Update - 26.10.2021FRED:NASDAQ100 Tesla e Facebook rilanciano il comparto tech ed il Nasdaq. Segnali di distensione nei rapporti Cina-Stati Uniti..da confermare. La corsa di petrolio e materie prime spingera' l’inflazione di Ottobre. Grande attesa per la Riunione della BCE di giovedi’ 28. Anche nella seduta di ieri, 25 ottobre, le Borse europee ed americane hanno conservato un approccio ottimista, favorito da relazioni trimestrali sopra le attese in Usa e qualche sintomo di distensione tra Stati Uniti e Cina. Il FtseMib italiano e’ stato il piu’ brillante, +0,92%, ai massimi dal 2008, il Ftse100 di Londra +0,26%, il Dax tedesco +0,37% mentre il Cac40 francese ha perso il -0,31%. Wall Street, dopo un avvio zoppicante, e’ tornata a salire, con lo S&P500 ha aggiornato il suo record storico con +0,47%, il DowJones +0,18% ed il Nasdaq +0,90%. La tecnologia torna protagonista in questa stagione di risultati “trimestrali”: ieri, 25 ottobre, con un mostruoso +12,7%, Tesla è entrata nel novero delle 5 Società che capitalizzano più di 1000 miliardi di Dollari. Bizzarro constatare come un importante ordine da 100 mila auto e 4,4 mld di Dollari di controavlore piazzato dal noleggiatore Hertz abbia aggiunto oltre 100 mld di capitalizzazione di mercato. A ciascuno l’ardua interpretazione. Facebook, con oltre 920 miliardi di Dollari di valore di mercato, potrebbe presto diventare la sesta società sopra il Trilione. Il prezzo dell’azione è salito del +2% nel “dopo borsa” del +2%, dopo la pubblicazione dei brillanti dati del 3’ trimestre, (utile per azione di 3,22 Dollari, attesa 3,20), ma soprattutto l’annuncio di 50 miliardi di Dollari aggiuntivi per finanziare il “buy back”, cioe’ acquistare azioni proprie. Sul fronte internazinale ieri ha avuto luogo una video chiamata, la seconda in quattro mesi, tra la segretaria al Tesoro degli Usa Janet Yellen ed il vice premier cinese Liu-He. Il colloquio, incentrato soprattutto di temi economici, è stato definito “pragmatico, candido e costruttivo” dal governo Cinese, ispirato ad un ritrovato intento di cooperazione. Un po’ a scoppio ritardato, il giudizio positivo sull’Italia emesso venerdì 22 da Standard & Poor's ha prodotto qualche effetto benefico su rendimenti e spread del “debito italiano”. Il rating è rimasto invariato, ma l'outlook è migliorato, da stabile e positivo, cosi’ come le previsioni su crescita del Pil e calo del rapporto Deficit/Pil. Il rendimento del BTP 10 anni e’ sceso fino a +0,95% (-4 bps dalla chiusura di venerdi’), e lo spread tra Btp e omologo Bund 10 anni tedesco a 104 punti base.In Germania si e’ registrato un calo non drammatico dell'indice Ifo di ottobre, che misura la fiducia delle imprese tedesche, a 97,7 punti. Pesano i colli di bottiglia nella disponibilita’ di materie prime e componenti industriali. Segni di indebolimento anche per la manifattura Usa, con l'indice dell'attività nazionale di settembre, misurato dalla Fed di Chicago, sceso oltre le attese a -0,13 punti da +0,05 di agosto. Sul mercato valutario, il cambio Euro/Dollaro ieri e’ stato volatile, attorno a 1,160, dove lo ritroviamo stamane (ore 12.45 CET), ma a catalizzare l’attenzione e’ stata la lira turca che, in calo per il terzo giorno consecutivo, ha segnato un nuovo minimo storico a 9,755 verso Dollaro dopo che il presidente Erdogan ha classificato come “non graditi” gli Ambasciatori di 10, Paesi, tra cui Usa, Francia e Germania. La crisi diplomatica e’ rientrata stamani, con parziale sollievo della Lira. Il prezzo del petrolio prende una pausa, che non cambia la tendenza rialzista: il WTI (West Texas Intermediate), dopo aver superato ieri gli 85 Dollari/barile, record da ottobre 2014, vale stamattina 83,8 Dollari/barile (ore 13.14 CET). Guardando le chiusure asiatiche di stamane, 26 ottobre, spicca il Nikkei giapponese, +1,8%, aiutatato anche dalla notizia che il partito Liberal-Democrativo manterrà la maggioranza alla Camera bassa. Bene anche il Kospi coreano, +0,9%, sul dato del Pil nel 3’ trimestre a 4,0% (anche se la stima era +4,3%). L’Hang Seng di Hong-Kong perso il -0,4%, soffrendo il calo del comparto “real estate” dopo che Modern Land, costruttore specializzato in edifici a basso impatto ambientale, non ha pagato la cedola di un bond in Dollari. Il CSI 300 di Shanghai&Shenzen ha chiuso a -0,33%. Alla fine della mattinata europea, l’azionario del vecchio continente tenta l’allungo, con un +0,8% medio ed anche i future su Wall Street in rialzo preludono a nuovi massimi storici per i listini americani. Questa settimana sara’ ricca di eventi importanti per le sorti dei mercati, prevedendo, tra gli altri, la pubblicazione del dato aggiornato sul Pil (Prodotto interno lordo) americano ed il consiglio della Bce (Banca Centrale Europea), entrambi giovedi’ 28. Informazioni importanti Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland. Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito. Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta. Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. 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Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali. I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri. di Peter_Braganti0
M2 Stock vs US 10yM2 Stock vs US Interest Rates 10y Le politiche monetarie espansive implementate dalle banche centrali hanno determinato consistenti riduzioni nei tassi d'interesse nominali, a loro volta risoltisi in una crescente domanda di moneta, visti i rendimenti insoddisfacenti offerti specialmente dai mercati obbligazionari. Ciò si è declinato dunque in nuovi punti di equilibrio tra domanda e offerta di moneta, situati a livelli relativamente più elevati. Le dinamiche di cui poc'anzi sono le stesse che hanno determinato significativi afflussi di capitale verso i mercati emergenti, caratterizzati da rendimenti attesi più gustosi. Si leggano le implicazioni previsionali desumibili da tale analisi tenendo conto dei risvolti potenzialmente consistenti che future ondate inflazionistiche, ormai ritenute sempre più probabili, potranno apportare.di matteomelegaritradingAggiornato 1
Massa Monetaria, velocità e crescita della inflazioneUna breve premessa sugli aggregati di politica monetaria che si dividono in M0; M1; M2; M3. Su questi elementi lavorano le politiche monetarie delle Banche Centrali, principalmente influenzano la M1, gli altri tre per conseguenza.. M0 detta base monetaria (banconote e monete circolanti). M1 (M0 + Conti correnti). M2 = M1+ depositi con durata prestabilita fino a due anni, depositi rimborsabili con preavviso fino a tre mesi. L'M2 è utilizzato come indicatore di possibili aumenti o cali dei livelli di inflazione. I vari QE avevano ed hanno questo obiettivo, riattivare l’inflazione, ma senza l’aiuto delle politiche fiscali degli stati, la sola massa monetaria abbiamo visto che non basta. La velocità di circolazione della moneta è la frequenza media con cui un’unità di moneta è spesa in uno specifico periodo di tempo. Tale concetto mette in relazione le dimensioni dell’attività economica con una data offerta di moneta. Nell’equazione dello scambio, la velocità della moneta, dato dall'aumento delle scambio di quella unità di moneta, che non deve restare ferma sui conti correnti per intenderci, è una delle variabili che determina l’inflazione. Nel grafico abbiamo i dati del mercato USA e vediamo che la M2 è decollata negli ultimi anni, la borsa ha seguito pedissequamente la M2, mentre velocità di circolazione della moneta è scesa. Ciò vuol dire che non c’è stata la reazione sperata da parte della inflazione, cosa ormai nota che abbiamo sentito più volte. Questo schema grafico sarà da monitorare per vedere se avremmo delle indicazioni per l’aumento della inflazione, da più parti supposto oltre che auspicato. Ricordo che alcuni elementi confermano questo trend, in primis il movimento delle commodities che in passato ho già analizzato. La medesima situazione l’abbiamo sul mercato europeo ed ovviamente a cascata anche sull’Italia. N.B: attenzione all’inflazione che in tanti vogliono. L’aumento dei prezzi a parità di reddito impoverisce i singoli, esaspera la perdita di Pil ed influisce negativamente sul costo del lavoro. di Alex9752218
NON FARM PAYROLL / S&P 500La correlazione è molto forte osservando i dati del "NON FARM PAYROLL" e l'S&P 500 sono molto correlati da anni con un andamento decisamente univoco a dimostrazione che i dati della disoccupazione hanno decisamente un forte influenza sui mercati americani come è giusto che siaSelezione editorialedi MassimoRea114
S&P / Tassi di Disoccupazione - Inversamente correlatiCome possiamo notare analizzando il tasso di disoccupazione degli USA con il suo indice piu rappresentativo S&P delle 500 aziende meglio capitalizzate possiamo vedere un stretta correlazione INVERSA tra il tasso di disoccupazione e l'S&P .. Selezione editorialedi MassimoRea227
Fed Fund la decisione del FOMCLa FEDERAL RESERVE BANK si è accorta che il dollaro in salita ed i tassi al rialzo stanno causando qualche rallentamento economico in USA. Il FEDERAL OPEN MARKET COMMITTEE, potrebbe quindi lasciare il tasso ufficiale invariato oggi.La FEDERAL RESERVE BANK si era impegnata a non aumentare i tassi sopratutto a fronte dell'ultimo sgambetto teso a TRUMP. Intanto il dollaro forte non ha prodotto i risultati attesi, forse causa è il rallentamento economico globale e la volatilità dei mercati finanziari.Intanto le pressioni inflazionistiche si sono attenuate, a dimostrazione non ultimo la previsione ribassista di Mario DRAGHI presidente di BCE. Buon Trading SantePTraderdi santeptrader114