WisdomTree - Tactical Daily Update - 16.12.2021La Fed, in linea con le attese, ha deciso di accelerare il ritmo del “tapering”. Borse Usa ed europee positive.
Il FOMC ha aggiornato le previsioni sui tassi: 3 rialzi sia nel 2022 che nel 2023 .
Oggi e’ la volta della BCE: attese indicazioni sul dopo“PEPP”.
Bitcoin e altre crypto ancora neglette, stazionano a -30% dai massimi.
I principali mercati azionari europei, fatta eccezione per l’Ibex spagnolo afflitto dal calo del -4% di Inditex, e per il Ftse100 britannico, hanno chiuso positivamente la seduta di ieri, 15 dicembre, nell’attesa delle decisioni della Federal Reserve (Banca Centrale Usa).
Milano (FtseMib) +0,41%, Francoforte (Dax40) +0,47% e Parigi (Cac40) +0,17%.
La Fed ha deciso di rispondere all’aumento dell'inflazione accelerando la conclusione degli stimoli monetari, con un “tapering” che ora vale 30 miliardi/mese (era di 15/mese) e che terminera’ il QE (quantitative easing) entro marzo 2022.
L’accelerazione è stata votata all’unanimità da tutti i 18 membri del FOMC (Federal Open Market Committee) che prevedono anche 3 rialzi dei tassi l’anno prossimo ed altri tre nel 2023.
Jerome Powell, Chairman della FED, si e’ detto soddisfatto della robustezza dell’economia degli Stati Uniti e della creazione di nuovi posti di lavoro.
Wall Street, che era partita prudente, ha poi virato in positivo nelle fasi finali della seduta, ed a brillare e’ stato in primo luogo il Nasdaq +2,1%, seguito da S&P500 +1,6% e Dow Jones +1,1%.
Hanno ripreso slancio soprattutto il comparto tecnologico e quello farmaceutico, ma il recupero e’ stato generalizzato.
La reazione sul “reddito fisso” e’ stata ancora una volta composta, col rendimento del Treasury decennale salito marginalmente a +1,46%, +3 punti base, nell’immediato post Fomc, e che stamani torna a +1,43% (ore 12.30 CET).
Piu’ utile osservare che il breakeven rate a 5 anni staziona in area +2,8%, incorporando un certo scetticismo sulla capacita’ della FED di far rientrare l'inflazione verso il target del +2%. Nell’insieme, comunque, questa svolta “hawkish” della FED non ha spaventato i mercati.
Quello che continua invece a preoccupare e’ l'inflazione: negli Usa, i prezzi alla produzione (PPI) sono aumentati a novembre del +9,6% anno su anno, in accelerazione dal +8,6% di ottobre, e cio’ fa il paio con l’allamente dinamica dei prezzi al consumo (CPI),+6,8% annuo, l’aumento piu’ forte dal giugno 1982.
Le vendite al dettaglio di novembre negli Usa sembrano perdere slancio, con + 0,3% mensile, da +1,8% di ottobre (fonte Dipartimento del Commercio), molto inferiore alle attese, che stimavano +0,8. Rispetto al novembre 2020, va riconosciuto, le vendite al dettaglio sono cresciute di un solido +18,2%.
Anche in Italia l’inflazione erode la capacita’ di spesa di molte famiglie, sebbene l'Istat (Istituto Centrale di Statistica) abbia corretto al ribasso il dato tendenziale di novembre, ora pari a +3,7% (da +3,8%), il livello e’ più alto da settembre 2008. Il rialzo in un solo mese e’ stato pari a +0,6%.
L’ulteriore accelerazione si deve all’impennata dei prodotti energetici, +30,7% a novembre, e piu’ in specifico alla componente non regolamentata, il cosiddetto “mercato libero” (+24,3% da +15,0%), mentre quella regolamentata, pur con variazioni annuali impressionanti, decelera lievemente da +42,3% a +41,8% a/a.
Vendite meno insistenti sul mercato del petrolio WTI (greggio di riferimento Usa), che ieri, 15 dicembre, pur influenzato dalle incertezze sulla domanda implicate dal diffondersi dalla variante Omicron e delle correlate misure restrittive, e’ riuscito a recuperare +1,4% a 70,9 Dollari/ barile, ed oggi aggiunge un altro +1,0% a 71,5.
Imperturbabile, alla vigilia delle decisioni della BCE, il comparto obbligazionario, dove e‘ stabile, attorno a 128 bps, ill differenziale di rendimento tra il BTp decennale e l’omologo Bund “pari durata” tedesco. Il rendimento del BTp decennale benchmark, rispetto alla chiusura a +0,92% di ieri, sfiora +0,93% alla fine mattinata (ore 13.00 CET).
L’entusiasmo di Wall Street di ieri sera ha impattato solo in parte le borse dell’Asia-Pacifico, ma il Nikkei giapponese svetta col +1,7%, dopo che il Governo ha comunicato che in novembre le esportazioni sono tornate a crescere dopo 5 mesi di cali. La variazione annuale è stata del +20,5%, con una provvidenziale impennata dei prodotti per la siderurgia e delle attrezzature per la produzione di microchip.
Il Kospi coreano e’ salito del +0,6%, nonostante l’annuncio del ripristino di rigide misure di contenimento del Covid-19. Tra le altre borse asiatiche segnaliamo il Sensex indiano a +0,3%, l’Hang Seng di Hong-Kong a +0,2%, il CSI 300 di Shanghai& Shenzen a +0,6% ed il Taiex di Taipei a +0,6%.
La mattinata delle Borse europea e’ stata da subito di vivace rialzo: la crescita media degli indici e’ +1,6% (ore 13.00 CET). Stabile il comparto valutario, col Dollaro leggerente indebolito verso Euro a quota 1.133 (-0,4%). Scendono ancora bitcoin e altre cryptovalute, reduci da cali vicini al -30% rispetto ai picchi di 1 mese fa.
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