EURUSD - Continua a salire?Le idee precedenti , dove le proiezioni di Hosoda su H6 davano 1,19 come target, sono ancora valide a patto che Fiber si mantenga sopra l'angolo 1x1, di Gann, col quale sta interagendo.
In questa idea in 1D, le proiezioni di Hosoda e gli angoli di Gann sono generati da uno swing ABC risultante dai movimenti in 1W -questo per una maggiore reattività e definizione-
Quello che si può notare è che il prezzo ha chiuso con una candela di continuazione del trend long e sopra un angolo di Gann -non 1X1 che sono quelli rossi-
Quì Hosoda ci propone un target a 1,20 (onda NT) in accordo con l'Onda V dell'idea precedente.
Il ritorno sotto l'angolo di Gann (blu) appena superato potrebbe riportare Fiber verso l'angolo 1x1 (rosso) e magari, più giù, verso la Golden Zone.
Vedremo.
Idee operative EURUSD
[APPROCCIA IL TRADING CON PIÙ DECISIONE ABBASSANDO L'EMOTIVITÀ]+APPROCCIO DECISO -EMOTIVITÀ NEGATIVA
Avere un approccio più deciso al trading e diminuire l’influenza dell’emotività è una
delle chiavi per diventare un trader più disciplinato e, potenzialmente, profittevole.
Ecco alcune strategie pratiche:
1. Crea e segui un piano di trading
Contenuto del piano:
• Quando entrare/uscire (regole di entry/exit)
• Quanto capitale rischiare per operazione
• Strumenti finanziari da tradare
• Orari in cui operare
| Vantaggio: Ti toglie dalla decisione impulsiva. Hai già deciso prima come e quando agire.
2. Usa una Strategia Backtestata
• Scegli strategie che hai testato su dati storici.
• Sapere che la strategia “funziona” nel lungo
periodo aumenta la tua fiducia e riduce il panico nelle perdite.
3. Gestione del rischio ferrea
• Rischia solo una piccola percentuale del tuo capitale per operazione (es. 0.5-1%).
• Avere stop loss sempre impostato.
• Evita il “revenge trading” dopo una perdita.
4. Allenamento Psicologico
Tecniche utili:
• Journaling (scrivi i pensieri e le emozioni post-trade).
• Mindfulness o meditazione prima di iniziare la giornata.
• Tecniche di respirazione per gestire lo stress.
• Impara a riconoscere quando l’emozione ti spinge a cliccare “compra” o “vendi” senza motivo.
5. Mantieni un diario di Trading
• Registra ogni trade, con motivazione, risultato, emozioni provate.
• Rileggilo: noterai schemi comportamentali e potrai correggerli.
6. Sii realista con le aspettative
• Non cercare di “fare soldi veloci”.
• Accetta le perdite come parte naturale del processo.
• L’obiettivo è essere coerente, non perfetto.
7. Segnali di emozione eccessiva
Se noti questi comportamenti è ora di fermarti:
• Operazioni compulsive.
• Aumenti improvvisi della size dopo una perdita.
• Trading notturno o fuori piano.
• Euforia o disperazione dopo un trade.
EUR/USD: analisi mese di agostoStato dell’Eurozona
Il PIL dell’Eurozona è cresciuto dello 0,1% nel Q2 2025, grazie all’aumento dei consumi privati, anche se la Germania ha registrato un leggero calo dello 0,1%, come l'Italia.
Le proiezioni BCE aggiornate a giugno stimano una crescita dello 0,9% nel 2025, +1,1% nel 2026 e +1,3% nel 2027.
L’inflazione headline è stabile al 2%, con quella core ferma al 2,3%. Rimbalzo sostenibile per ora, senza motivo di tagli urgenti.
Politica monetaria BCE
Tassi fermi al 2%, dopo 8 tagli (da 4% a 2%). La BCE resta prudente, valuta un possibile taglio solo se l’euro forte penalizza l’export.
Il mercato vede una possibile ulteriore riduzione entro settembre o dicembre, qualora l’inflazione scendesse sotto target.
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Sponda USA
La Fed mantiene i tassi tra 4,25–4,50%, con due voti contrari che chiedono tagli più rapidi. Powell è cauto: “data dependent”, l’inflazione resta una priorità.
Le buste paga non agricole (NFP) di luglio mostrano solo +73.000 nuovi posti, con revisioni negative: segnali di rallentamento reale dell’occupazione.
Dollaro dominante
Il dollaro ha avuto la sua settimana migliore in quasi 3 anni: l’indice DXY +2,5%, euro ai minimi di 2 mesi. I nuovi dazi del presidente Trump hanno alimentato la domanda di valuta USA.
Un consenso crescente prevede la parità euro/dollaro o un "eurino" sotto 1,00 per alcuni strateghi valutari. Al momento prendiamoli con le pinze.
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Analisi tecnica e ciclica
Sul lato indice (minimi), la forte spinta registrata venerdì a ridosso del POC è la tipica reazione che il prezzo effettua in occasione di una chiusura ciclica. Anche i tempi e la struttura sono del tutto consoni per ipotizzarla. Ciò comporterà, qualora fosse confermata, nessun nuovo minimo per almeno 6-8 giorni. Con una chiusura sopra 1,1622, l'ATR diventa favorevole al long.
Sul lato inverso (massimi), vediamo il picco più recente (1° luglio) a 279 giorni dalla sua partenza. Potrebbe trattarsi già della chiusura annuale, sebbene piuttosto breve (9 mesi). Tuttavia, non è escluso che si completi più regolarmente con un nuovo massimo, che potrebbe arrivare tra la fine di agosto e la prima decade di settembre, in area 1,185/1,20.
Se l'annuale inverso fosse già concluso, il livello da monitorare è proprio il recente 1,1400, al di sotto del quale la discesa potrebbe anche accelerare verso 1,12/1,10. Come già detto, con la tenuta di 1,1622 il prezzo dovrebbe ancora salire per raggiungere il bordo delle bande di volatilità e formare l'ultimo picco di chiusura annuale inverso.
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Apparentemente, le due analisi — fondamentale e tecnica — sembrano essere in antitesi, ma sono unite dal filo temporale che, su base mensile circa, può senz'altro portare a un nuovo massimo di chiusura annuale inverso, per poi assistere, con la partenza del nuovo ciclo, a una profonda discesa che farà rientrare i dati macroeconomici in sintonia con l'andamento del prezzo.
In estrema sintesi: sopra 1.1622 si cavalca il ciclo
sotto 1.14 i macro prendono sopravvento
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare, investire o disinvestire.
EURUSD Fantastica configurazione tecnica da monitorare su H4Buon 4 Agosto 2025 e bentornati sul canale con un aggiornamento tecnico sul cross EUR/USD che su timeframe H4 ci mostra una price action e un pattern tecnico degno di nota che andremo a esaminare con estrema attenzione nel video di oggi.
Vi ringrazio per la vostra attenzione e sperando che il contributo sia stato di vostro interesse vi auguro una buona serata
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Wall Street crolla sui dati del lavoro USAWALL STREET CROLLA SUI NFP
Wall Street è crollata venerdì, in seguito al deludente rapporto sull’occupazione relativo ai Non Farm Payrolls e alla nuova tornata di dazi annunciata dal Presidente Trump. L’S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente l’1,6% e il 2,2%, registrando i cali più marcati da aprile, mentre il Dow Jones ha ceduto 542 punti.
I posti di lavoro sono aumentati di sole 73.000 unità a luglio, ben al di sotto delle aspettative, con forti revisioni al ribasso per i mesi precedenti. Questo evidenzia una debolezza del mercato del lavoro francamente inattesa, specie dopo i dati ADP e JOLTS di inizio settimana.
Lo scenario apre alla possibilità di un taglio dei tassi da parte della Fed, con le probabilità di una riduzione a settembre salite all’80%, rispetto al 45% precedente. Anche i rendimenti dei titoli del Tesoro USA confermano questo scenario, registrando un calo.
Il sentiment è peggiorato dopo l’imposizione di nuovi dazi, dal 10% al 41%, su importazioni da partner chiave come Canada, India e Taiwan. Sul fronte aziendale, Amazon ha perso quasi l’8% a causa delle deludenti previsioni sul cloud, trascinando al ribasso il settore tecnologico. Apple ha ceduto il 2,9% nonostante i buoni risultati. Exxon (-1,8%) e Chevron (-0,1%) hanno superato le aspettative, mentre Eli Lilly (+3%) ha guadagnato grazie alle speranze di una migliore copertura dei farmaci. Moderna ha perso il 6,6% a causa delle preoccupazioni sui vaccini.
Tutti e tre i principali indici hanno registrato perdite settimanali.
VALUTE
La reazione del mercato valutario ha visto il dollaro crollare: da 1,1400 è tornato quasi a 1,1600, chiudendo la settimana in area 1,1580. Dopo una settimana di rialzi, il biglietto verde ha ripiegato, complice l’idea che l’unico modo per contrastare i dazi di Trump fosse la svalutazione delle divise concorrenti.
Venerdì, a seguito del dato NFP e delle nuove misure tariffarie, il dollaro è crollato per via della probabile riduzione della forbice dei tassi tra la Fed e le altre banche centrali, che hanno già tagliato. Il dollaro si trova ora a un bivio, alimentato da un Trump che punta a vincere su tutti i fronti: dazi e dollaro debole.
Tuttavia, questo potrebbe spingere altre aree economiche, come Europa e Giappone, verso la recessione, essendo economie mercantiliste. Di conseguenza, dopo un iniziale calo del dollaro, le valute concorrenti potrebbero tornare a scendere per effetto del rischio recessione.
NON FARM PAYROLLS
Gli occupati del settore non agricolo negli Stati Uniti sono aumentati di 73.000 unità a luglio 2025, ben al di sotto delle attese di 110.000. Il dato di giugno è stato fortemente rivisto al ribasso, da 147.000 a sole 14.000 unità, mentre anche quello di maggio è stato ridotto di 125.000 unità.
Nel complesso, queste revisioni mostrano che l’occupazione a maggio e giugno è stata inferiore di 258.000 unità rispetto a quanto inizialmente riportato, suggerendo un raffreddamento più rapido del mercato del lavoro.
Nel frattempo, l’indice PMI manifatturiero ISM è sceso a 48 a luglio, rispetto a 49 di giugno, deludendo le attese di un aumento a 49,5. Si tratta del quinto mese consecutivo di contrazione e della lettura più debole da ottobre scorso.
USA, RENDIMENTI IN CALO
Venerdì, il rendimento dei Treasury a 10 anni è crollato di quasi 20 punti base, attestandosi al 4,25%, minimo degli ultimi tre mesi. I dati rivisti riflettono un mercato del lavoro significativamente più debole, influenzato dalle minacce tariffarie e dall’incertezza politica.
I mercati hanno riconsiderato le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre, con la possibilità di due tagli entro fine anno. Nel frattempo, Trump ha annunciato un aumento dei dazi sulla Svizzera al 39% e ha avviato l’applicazione dei dazi sui principali partner commerciali UE, Giappone e Corea.
Il Tesoro ha inoltre annunciato un aumento del volume dei riacquisti di obbligazioni, titoli di Stato e TIPS.
ORO IN RIALZO
Venerdì, i prezzi spot dell’oro sono saliti di quasi il 2%, superando i 3.360 dollari l’oncia. Il rapporto sull’occupazione ha rafforzato le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre.
I dati seguono quelli sull’inflazione PCE, più alti del previsto, che evidenziano pressioni persistenti sui prezzi e complicano le prospettive di politica monetaria. Trump ha ribadito l’intenzione di introdurre un dazio base globale del 10% e nuovi dazi di ritorsione fino al 41% sui paesi senza accordi commerciali con gli USA.
Ha inoltre annunciato un dazio del 40% sulle merci sospettate di essere dirottate attraverso paesi terzi. Tecnicamente, il gold potrebbe tornare verso i massimi storici, con livelli intermedi di resistenza in area 3.440, seguiti dal livello psicologico di 3.500.
SETTIMANA ENTRANTE
Nella settimana entrante, l’attenzione degli investitori resterà focalizzata sulla guerra commerciale di Trump, dopo l’annuncio dei dazi generalizzati del 1° agosto.
Prosegue la stagione degli utili, con i principali report attesi da Palantir Technologies, Walt Disney, AMD, Amgen, McDonald's ed Eli Lilly. Negli Stati Uniti, i dati economici più rilevanti includono l’ISM Services PMI, la bilancia commerciale, gli ordini all’industria e la stima preliminare della produttività e del costo del lavoro del secondo trimestre.
A livello globale, sono attese decisioni di politica monetaria da parte della Bank of England, della Reserve Bank of India e della banca centrale del Messico. Altri dati chiave riguardano commercio e inflazione per la Cina, vendite al dettaglio e prezzi alla produzione per l’Eurozona, ordini alle fabbriche, produzione industriale e dati commerciali per la Germania, commercio e PMI per l’Australia, commercio e occupazione per il Canada, inflazione per Messico, Svizzera e Turchia, e dati sulla crescita del PIL per Indonesia e Filippine.
Saverio Berlinzani
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EURUSD - segnali accomodanti dalla Fed sorreggono l’euro.L’euro (EUR) ha registrato un apprezzamento nella giornata di mercoledì, proseguendo la modesta tendenza rialzista già osservata martedì nei confronti del dollaro statunitense (USD). In questo contesto, la coppia valutaria EUR/USD è riuscita a superare in modo convincente la soglia tecnica di 1,1600, raggiungendo nuovi massimi su base plurigiornaliera oltre il livello di 1,1650.
Il marcato indebolimento del biglietto verde è stato innescato da un rinnovato orientamento degli investitori verso un’ulteriore allentamento della politica monetaria da parte della Federal Reserve nella seconda metà dell’anno. Tale dinamica è stata ulteriormente rafforzata dalle dichiarazioni di Neel Kashkari, presidente della Federal Reserve Bank di Minneapolis, il quale ha ritenuto ancora “appropriate” due riduzioni dei tassi d’interesse nei prossimi mesi.
Il dollaro statunitense ha registrato un rafforzamento significativo a seguito della recente intesa commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, annunciata nei giorni scorsi. L’accordo, frutto di negoziati multilaterali prolungati, ridefinisce in modo sostanziale i termini dell’interscambio transatlantico, incidendo sia sulle politiche tariffarie che sugli impegni strategici in ambito energetico, industriale e finanziario.
Secondo le disposizioni concordate, la maggior parte delle esportazioni europee verso il mercato statunitense sarà ora soggetta a una tariffa media del 15%, in rialzo rispetto al 10% applicato ad aprile, ma sensibilmente inferiore al livello del 30% inizialmente prospettato durante le fasi preliminari del confronto bilaterale. Tuttavia, l’accordo prevede l’esenzione da dazi per settori ad alto valore aggiunto, quali l’aerospaziale, la microelettronica (in particolare i semiconduttori), l’industria chimica avanzata e alcune categorie selezionate del comparto agroalimentare.
Permangono invece a livelli elevati, pari al 50%, le tariffe sull’importazione di acciaio e alluminio europeo, settori considerati strategici per la sicurezza economica nazionale degli Stati Uniti e già soggetti a misure protezionistiche rafforzate sin dai precedenti cicli negoziali.
In contropartita, l’Unione Europea ha formalizzato una serie di impegni sostanziali a favore dell’economia statunitense, tra cui l’acquisto di forniture energetiche — principalmente gas naturale liquefatto (GNL) — per un valore complessivo di 750 miliardi di dollari. A ciò si aggiunge un incremento degli appalti nel settore della difesa a beneficio delle imprese americane, nonché l’impegno a destinare oltre 600 miliardi di dollari in investimenti diretti e partecipazioni strategiche sul mercato statunitense, con l’obiettivo di rafforzare i legami industriali e tecnologici transatlantici.
Nel breve termine si profila un’intensificazione dell’attività sul fronte commerciale da parte degli Stati Uniti. Il 7 agosto, il Presidente Trump è atteso emettere un ordine esecutivo volto all’introduzione di un nuovo regime tariffario “reciproco” che interesserà le esportazioni provenienti da 69 partner commerciali. Il provvedimento prevede un incremento selettivo delle aliquote doganali, con un range compreso tra il 10% e il 41%, che entrerà in vigore a partire da sette giorni successivi alla firma. L’obiettivo dichiarato è quello di riequilibrare le condizioni di accesso ai mercati, colmando il divario tra le barriere tariffarie imposte dagli Stati Uniti e quelle applicate dai rispettivi partner.
Contestualmente, l’amministrazione statunitense ha emesso un avvertimento diretto alla Federazione Russa: qualora Mosca non dimostri progressi concreti verso la cessazione delle ostilità in Ucraina, Washington si riserva il diritto di implementare ulteriori misure economiche restrittive. Queste potrebbero includere un rafforzamento del quadro sanzionatorio esistente, nonché l’introduzione di dazi aggiuntivi su settori economici strategici per l’economia russa.
Sul versante Cina-Usa, una scadenza critica è fissata per il 12 agosto, data entro la quale la Casa Bianca dovrà decidere se prorogare l’attuale tregua commerciale con la Repubblica Popolare Cinese, la cui validità è prossima alla scadenza. In assenza di un’estensione formale dell’accordo, le tariffe attualmente sospese potrebbero automaticamente tornare a livelli elevati, potenzialmente superiori al 100%. Tale scenario comporterebbe il rischio concreto di una riaccensione delle tensioni commerciali tra le due principali economie globali, con ripercussioni significative sul commercio internazionale, sulla fiducia dei mercati e sulle prospettive di crescita economica a livello mondiale.
Nelle rispettive ultime riunioni di politica monetaria, sia la Federal Reserve (Fed) che la Banca Centrale Europea (BCE) hanno optato per un mantenimento invariato dei tassi di interesse di riferimento, segnalando un approccio prudente nel contesto di un ciclo economico ancora soggetto a elevata incertezza.
Negli Stati Uniti, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha adottato un tono moderatamente attendista, sottolineando la necessità di ulteriori evidenze sull’evoluzione dell’inflazione prima di procedere a un eventuale allentamento della politica monetaria. Nonostante il consenso generale all’interno del FOMC, i governatori Christopher Waller e Michelle Bowman hanno espresso opinioni più restrittive, indicando un orientamento meno favorevole a una riduzione anticipata dei tassi. Questa divergenza interna riflette la complessità del quadro macroeconomico e la difficoltà di calibrare una risposta coerente di fronte a segnali contrastanti provenienti dal mercato del lavoro e dall’inflazione core.
In ambito europeo, la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha descritto la crescita economica dell’Eurozona come “solida, seppur leggermente migliorata”, lasciando intendere una stabilizzazione della ripresa. Tuttavia, le aspettative di mercato in merito a una possibile normalizzazione dei tassi si sono spostate in avanti nel tempo. In particolare, gli operatori hanno posticipato le previsioni di ulteriori tagli dei tassi d’interesse alla primavera del 2026, riflettendo un contesto inflazionistico ancora persistentemente elevato in alcune economie chiave dell’area euro e una politica monetaria che rimane vincolata dalla necessità di ancorare le aspettative inflazionistiche.
Dal lato dei mercati valutari, i dati della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) aggiornati al 29 luglio evidenziano un netto ridimensionamento del posizionamento rialzista sull’euro. Le posizioni nette lunghe sull’EUR sono scese a circa 123.300 contratti, registrando il livello più contenuto delle ultime tre settimane. Parallelamente, le posizioni nette corte detenute da investitori istituzionali si sono ridotte a circa 175.800 contratti, segnalando un parziale disimpegno anche tra gli operatori con outlook ribassista. Inoltre, l’interesse aperto complessivo sul mercato dei futures in EUR ha mostrato una contrazione per la prima volta in sei settimane, attestandosi intorno a 828.600 contratti. Questa dinamica suggerisce una crescente incertezza tra gli operatori sul medio termine, in un contesto di forward guidance poco chiara da parte delle principali banche centrali e volatilità contenuta nei mercati valutari.
Profilo tecnico
Analisi tecnica EUR/USD – struttura di supporti, resistenze e indicatori di trend
Il cambio EUR/USD mostra attualmente una configurazione tecnica caratterizzata da una fase di consolidamento, con livelli chiave ben delineati sia sul fronte delle resistenze che dei supporti.
Resistenze principali
Il primo ostacolo al proseguimento del trend rialzista si colloca in area 1,1788, corrispondente al massimo settimanale registrato il 24 luglio. Una rottura confermata di questo livello aprirebbe la strada verso la resistenza intermedia a 1,1830, massimo relativo segnato il 1° luglio 2025, attualmente il top annuale. Oltre tale soglia, l’attenzione si sposta verso il massimo di lungo termine a 1,1909, risalente al 3 settembre 2021, che rappresenta un’importante area di congestione tecnica. Al di sopra di quest’ultimo livello, l’area psicologicamente e tecnicamente significativa di 1,2000 costituirebbe il successivo obiettivo, con implicazioni di medio-lungo periodo.
Supporti tecnici
Sul lato opposto, i livelli di supporto iniziano dal minimo mensile di 1,1391 (registrato il 1° agosto), in prossimità del quale transita anche la media mobile semplice a 100 giorni (SMA 100), attualmente in area 1,1383, fornendo così un supporto dinamico rilevante. Un cedimento sotto questo doppio livello tecnico potrebbe aprire la strada a un’estensione correttiva verso il minimo settimanale di 1,1210, segnato il 29 maggio, che costituisce un’area di supporto strutturale di medio termine.
Indicatori tecnici di momentum e trend
L’Indice di Forza Relativa (RSI), attualmente in area 55, indica una moderata pressione rialzista senza ancora segnalare condizioni di ipercomprato (soglia 70). Questo posizionamento suggerisce spazio residuo per ulteriori movimenti al rialzo, purché accompagnati da un aumento dei volumi e dalla rottura delle resistenze chiave.
L’Average Directional Index (ADX) si attesta intorno a 20, un valore che riflette un’assenza di direzionalità marcata nel trend attuale. Questo conferma l’attuale fase laterale del mercato e sottolinea la necessità di una chiara violazione dei livelli tecnici sopra menzionati per determinare una ripresa direzionale convincente.
Conclusioni operative
La struttura tecnica dell’EUR/USD suggerisce un potenziale rialzista latente, ma subordinato al superamento deciso della zona di resistenza compresa tra 1,1788 e 1,1830. Al ribasso, l’area 1,1390–1,1380 rappresenta un livello critico da monitorare per evitare un deterioramento del quadro tecnico nel breve termine. L’assenza di segnali forti dai principali indicatori di trend (es. ADX) implica che gli operatori dovrebbero mantenere un approccio cauto e attendista, in attesa di una conferma direzionale.
Weekly chart
L’analisi del grafico weekly del cambio EUR/USD evidenzia un impianto strutturale marcatamente rialzista, sebbene attualmente il mercato stia attraversando una fase di consolidamento all’interno di un range compreso tra supporti dinamici e resistenze statiche.
Le ultime candele settimanali mostrano una notevole precisione tecnica, chiudendo sistematicamente in prossimità o con appoggio diretto sulla Tenkan Sen, che sta operando con efficacia come supporto dinamico di breve termine. Questo comportamento testimonia una tenuta del momentum rialzista, anche in assenza di breakout direzionali nelle ultime settimane, e suggerisce che il mercato stia accumulando forza in attesa di un nuovo impulso direzionale.
La Kijun Sen, attualmente posizionata sensibilmente al di sotto delle quotazioni correnti, riflette la solidità della gamba rialzista in corso e funge da supporto strategico di medio periodo. La distanza tra Tenkan e Kijun segnala l’assenza di segnali di debolezza imminente nel trend primario.
Parallelamente, la Chikou Span si colloca in posizione favorevole, ben al di sopra del prezzo corrente e priva di ostacoli tecnici retrostanti nei periodi di riferimento. Questa configurazione rafforza la lettura rialzista dell’indicatore Ichimoku, indicando spazio di manovra per un’estensione del trend in assenza di barriere strutturali nei prezzi passati.
Sul fronte delle medie mobili esponenziali, sia la EMA a 50 che la EMA a 100 periodi si mantengono inclinate positivamente e sufficientemente distanti dall’azione dei prezzi, confermando la persistenza della fase rialzista su base ciclica. La EMA a 200 periodi, sebbene in posizione più neutrale e piatta, non presenta segnali di inversione e contribuisce a delineare un quadro strutturalmente sano e coerente con una tendenza ascendente di lungo termine.
Livelli di Fibonacci: aree chiave di ritracciamento e target
Tracciando i livelli di Fibonacci dal minimo significativo di gennaio 2025 (area 1,0117) fino al massimo del 2025 a 1,1830, emergono importanti livelli tecnici di ritracciamento e proiezione:
• 38,2% di ritracciamento → 1,1200: primo supporto tecnico rilevante, che si avvicina al minimo del 29 maggio (1,1065); un’eventuale rottura rafforzerebbe lo scenario correttivo.
• 50,0% di ritracciamento → 1,100: supporto psicologico e strutturale di medio periodo.
• 61,8% di ritracciamento → 1,080: supporto strategico, la cui violazione implicherebbe un potenziale cambio di trend settimanale.
Sul fronte rialzista, proiettando le estensioni di Fibonacci dal medesimo movimento, i target potenziali in caso di breakout al di sopra di 1,1830 includono:
• Estensione 127,2% → 1,229: in linea con la soglia psicologica di 1,2000.
• Estensione 161,8% → 1,2867: obiettivo tecnico di lungo periodo, che corrisponderebbe a un recupero esteso del ciclo rialzista.
Indicatori di momentum
• L’RSI settimanale si attesta in area 55–58, confermando la presenza di momentum rialzista moderato, ma ancora lontano da zone di ipercomprato.
• L’ADX, stabile sotto i 20, segnala l’assenza di una direzionalità forte nel breve termine, suggerendo che un’espansione di volatilità sarà necessaria per convalidare la prossima mossa direzionale.
Conclusioni operative
La configurazione tecnica settimanale di EUR/USD rimane positiva finché il prezzo si mantiene sopra la Tenkan Sen (attualmente in area 1,1440 circa). Una chiusura settimanale al di sotto di tale livello potrebbe attivare una fase correttiva con target intermedi lungo i livelli di Fibonacci descritti. Al contrario, il superamento deciso della zona di resistenza a 1,1830 aprirebbe lo scenario per una nuova gamba rialzista con obiettivi in area 1,2000–1,2260, coerenti con le estensioni di Fibonacci.
Situazione interessante su Euro-DollaroBuon pomeriggio, è stata certamente una settimana movimentata la scorsa su Euro-Dollaro; abbiamo raggiunto dei livelli importanti dove necessariamente è scaturita una reazione, ora la situazione si fa interessante.
Partiamo con gli aspetti oggettivi poi dirò cosa mi aspetto:
- La dashboard non offre particolari spunti poichè abbiamo debolezza per entrambe le valute sui timeframe brevi (meglio Dollaro comunque), mentre forza sui timeframe di più ampio respiro
- L'oscillatore rimbaza per la seconda volta dalla zona di ipervenduto, ipotizzando una reazione long, confermata poi dalla forte candela di Venerdì (complici i dati americani)
- La banda verticale verde segnala una zona di supporto, prontamente soddisfatta con la già citata candela di Venerdì; mentre riguardo ai supporti/resistenze dinamici non abbiamo particolari livelli daily sino a 1,11 lato supporto, 1,175 lato resistenza.
Cosa possiamo aspettarci ora? Iniziamo dicendo che abbiamo avuto due grossi movimenti in direzioni opposte (lo scorso Lunedì e Venerdì), quindi non è di facile interpretazione il movimento in essere; se dovessi ragionare di price action mi verrebbe da ipotizzare che, dopo il forte movimento di venerdì, le quotazioni potrebbero leggermente prender fiato sopra 1,145 per poi spingersi al rialzo in zona 1,16 e successivamente proseguire sino a 1,168/1,17 dove probabilmente avremo le prime prese di profitto, al contrario, sotto 1,14/1,138 potrebbero riprendere le vendite in direzione 1,127 prima ed 1,11 poi.
Rialzi azionari, tensioni sui dazi e dati contrastantiBORSE IN PULLBACK
Ieri i principali indici azionari statunitensi hanno registrato rialzi tra l’1% e il 2% nella prima seduta della settimana. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,34%, salendo a 44.174 punti, mentre l’S&P 500 è avanzato dell’1,47% a 6.330 punti. Migliore la performance del Nasdaq, in crescita dell’1,95% a 21.054 punti.
Poche novità sul fronte delle notizie: le scommesse sui prossimi tagli dei tassi da parte della Federal Reserve e le attese per utili superiori alle previsioni hanno sostenuto il mercato. Le azioni erano crollate la scorsa settimana dopo le revisioni aggressive dei dati sull’occupazione, che hanno indebolito la percezione di resilienza del mercato del lavoro statunitense.
Le incertezze economiche legate ai dazi e all’aumento della spesa in deficit da parte del governo USA hanno rafforzato l’ipotesi di molteplici tagli dei tassi da parte della Fed nel corso dell’anno. I future sui tassi hanno mostrato un rally nelle posizioni che prezzano un taglio già nella prossima riunione.
Il presidente Trump dovrebbe annunciare nei prossimi giorni il nuovo presidente della Fed, probabilmente favorevole a una politica di tassi più bassi nel 2026.
Tra i titoli, Palantir è balzata del 4% in attesa della pubblicazione degli utili dopo la chiusura. Apple, Amazon e Nvidia hanno guadagnato oltre l’1%. In controtendenza, Berkshire Hathaway ha perso il 3% dopo la pubblicazione dei risultati nel fine settimana.
VALUTE
Sul mercato valutario, la giornata di ieri è stata caratterizzata da bassa volatilità e scarsi volumi, con oscillazioni molto contenute.
L’EUR/USD è rimasto sopra quota 1,1550, primo livello di supporto, ma non lontano dalla resistenza chiave posta a 1,1590. Anche l’USD/JPY si è mosso in un range ristretto tra 146,70 e 147,30.
La sterlina (Cable) è rimasta compresa tra 1,3275 e 1,3300. Il franco svizzero è rimasto stabile in area 0,9350 contro euro e 0,8080 contro dollaro.
Si attende un nuovo "trigger", ovvero un innesco, che possa modificare l’attuale equilibrio. I principali fattori da monitorare restano i dati macroeconomici e le notizie su eventuali nuovi accordi commerciali.
ORDINI ALL’INDUSTRIA
A giugno 2025, i nuovi ordini di beni manifatturieri statunitensi sono diminuiti del 4,8%, in linea con le aspettative di un calo del 4,9%, dopo un’impennata rivista dell’8,3% a maggio.
Il calo è stato principalmente causato da una flessione del 22,4% negli ordini di attrezzature per i trasporti, che ha parzialmente invertito l’aumento del 48,5% registrato il mese precedente.
Gli ordini di aeromobili civili sono scesi del 51,8% dopo un aumento del 231,6% a maggio, mentre quelli di navi e imbarcazioni sono diminuiti del 20,0%, dopo un incremento del 39,9%.
PETROLIO
I future sul greggio WTI sono scesi a 66,5 dollari al barile, dopo la decisione dell’OPEC+ di aumentare la produzione in un contesto di crescente incertezza geopolitica.
È stato confermato un incremento di 547.000 barili al giorno a partire da settembre, completando l’inversione graduale dei tagli volontari effettuati nel 2023.
Sebbene la mossa fosse attesa, ha rafforzato le previsioni secondo cui l’offerta globale potrebbe superare la domanda entro fine anno, con un possibile aumento delle scorte.
Nel frattempo, i dati deboli sull’occupazione negli Stati Uniti hanno alimentato timori di rallentamento economico, aggravati dalla recente ondata di dazi imposta dall’amministrazione Trump.
Il presidente ha inoltre minacciato sanzioni secondarie contro i paesi che acquistano petrolio russo, con particolare riferimento all’India. Le misure potrebbero entrare in vigore già dall’8 agosto.
CHF STABILE
Il franco svizzero si è leggermente indebolito, attestandosi intorno a 0,81 contro il dollaro USA, a causa delle preoccupazioni legate ai nuovi dazi statunitensi, che hanno oscurato un modesto aumento dell’inflazione.
Il 1° agosto, l’amministrazione Trump ha annunciato un dazio del 39% sulle esportazioni svizzere, superiore al 31% annunciato ad aprile. Le misure entreranno in vigore il 7 agosto.
Se mantenute, queste tariffe potrebbero accentuare le pressioni disinflazionistiche in Svizzera. L’inflazione è salita allo 0,2% su base annua a luglio, leggermente sopra le attese dello 0,1%, ma ancora vicina allo zero.
La debole crescita dei prezzi, insieme ai crescenti rischi esterni, suggerisce che la Banca Nazionale Svizzera potrebbe optare per ulteriori tagli dei tassi, portandoli in territorio negativo.
A peggiorare il quadro, il PMI manifatturiero svizzero è sceso a 48,8 a luglio, rispetto a 49,6 di giugno, segnalando una contrazione più marcata del settore.
PMI CINA IN RIPRESA
A luglio 2025, l’indice Caixin China General Services PMI è salito a 52,6, in aumento rispetto al minimo di 50,6 registrato a giugno e sopra le attese di 50,4.
Il dato segnala la più rapida espansione del settore dei servizi da maggio 2024, con nuovi ordini in crescita grazie a una rinnovata domanda estera.
La domanda estera è aumentata per la prima volta in tre mesi, al ritmo più rapido degli ultimi cinque, sostenuta dalla ripresa del turismo e da condizioni commerciali più stabili.
L’occupazione è cresciuta al ritmo più veloce da luglio 2024, recuperando dopo il calo del mese precedente. Anche gli arretrati di lavoro sono leggermente aumentati.
Guardando al futuro, il sentiment delle imprese è migliorato, sostenuto dalla speranza di un rafforzamento delle condizioni economiche e commerciali globali nei prossimi mesi.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
EURUSD, due tendenze coesistono Dopo aver provato diverse piattaforme, ho scelto le charts di Capital.com per le mie analisi: affidabilità, precisione e un’interfaccia davvero intuitiva.
Aggiornamento mensile
I prezzi avevano arrestato la corsa forsennata dell'euro al contatto con la trendline che unisce i recenti massimi relativi
Notare che comunque si tratta di massimi decrescenti, infatti è utile considerare che esiste una tendenza recente ribassista formata da massimi e minimi decrescenti
Fintanto che regge il precedente massimo a 1,235 possiamo considerare viva questa tendenza.
Tuttavia, siccome anche le tendenze come la totalità delle altre cose al mondo non sono per sempre, tenere presente anche questa nuova rialzista in corso
I prezzi sembrano aver anche consolidato il precedente massimo in area 1,125 con un hammer nel mese di maggio.
In conclusione abbiamo due tendenze che convivono e il mese di luglio appena passato agli archivi ci ha lasciato, nella lettura combinata con la candela di giugno, un bel pattern harami, tipicamente d'inversione
Non sappiamo se verrà convalidato dalla rottura dei suoi minimi.
Nel caso lo facesse, a breve giro i prezzi si troverebbero al contatto con l'area di supporto di 1,125.
Oltre avrebbero tranquillamente spazio fino a 1,02 per permettere al neo-trend rialzista di sopravvivere.
Dazi USA e mercati in tensione: UE sotto pressioneBORSE IN CONGESTIONE
I principali indici azionari statunitensi hanno registrato ribassi frazionali. Il Dow Jones ha ceduto lo 0,14% a 44.112 punti, mentre l’S&P 500 ha chiuso in flessione dello 0,49% a 6.299 punti. Performance negativa anche per il Nasdaq (-0,65% a 20.917 punti), dopo i forti guadagni di oltre l'1% registrati ieri.
Il sentiment degli investitori rimane incerto: da un lato è sostenuto dagli utili aziendali e dalle crescenti aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, dall’altro è appesantito dai timori legati ai nuovi dazi imposti da Trump.
Le azioni di Palantir sono balzate di quasi il 6% nelle contrattazioni pre-mercato, dopo che l'azienda ha rivisto al rialzo le previsioni di fatturato annuo per la seconda volta quest'anno. Pfizer è salita del 2,4%, superando le stime sia di utili che di fatturato.
Al contrario, Caterpillar ha perso il 3,6% a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi di utile. Vertex Pharmaceuticals ha ceduto il 13,8% dopo aver annunciato l’interruzione delle sperimentazioni in fase avanzata per il suo antidolorifico di nuova generazione.
Nel frattempo, i titoli tecnologici a grande capitalizzazione erano per lo più in rialzo prima dell'apertura delle contrattazioni: Nvidia, Microsoft e Apple hanno mostrato segnali positivi. Leggermente in crescita anche Amazon, Meta, Broadcom e Tesla, mentre Alphabet è rimasta pressoché invariata.
ANCORA CAOS DAZI
L’entrata in vigore dei dazi del 15% imposti dall’amministrazione Trump, prevista per giovedì 7 agosto, rappresenta un punto di svolta nei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea. Le ripercussioni potrebbero essere significative per il mercato comunitario nel suo complesso, e per l’Italia in particolare.
Il fatto che alcuni Paesi membri dell’UE trattino separatamente con gli USA rischia di generare una frammentazione del mercato unico. Deroghe selettive, come quelle concesse alla Francia per il settore aerospaziale o al Regno Unito tramite accordi bilaterali, potrebbero minare la coesione economica tra gli Stati membri.
Questa situazione potrebbe portare a distorsioni competitive, con imprese francesi o britanniche avvantaggiate rispetto a quelle italiane, spagnole o tedesche nei mercati USA. Il mancato ottenimento di deroghe per il vino italiano colpisce un settore strategico per l’export nazionale.
I dazi al 15% rischiano di ridurre la competitività dei produttori italiani, favorendo vini francesi o di altri Paesi. Anche altri settori, come la meccanica di precisione, l’agroalimentare e la ceramica, potrebbero subire danni indiretti da eventuali ritorsioni o da un minore accesso al mercato statunitense.
L’esenzione selettiva e gli accordi bilaterali creano un pericoloso precedente, che potrebbe spingere altri Paesi UE a negoziare autonomamente, indebolendo la politica commerciale comune. C’è ancora molta strada da fare per costruire una vera Europa unita.
USA, CALA IL DEFICIT COMMERCIALE
Il deficit commerciale degli Stati Uniti si è ridotto a giugno, a causa del forte calo delle importazioni di beni di consumo. È l’ennesima prova dell’impatto che i dazi di Donald Trump stanno avendo sul commercio globale.
Il disavanzo complessivo si è ridotto del 16,0%, attestandosi a 60,2 miliardi di dollari, il livello più basso da settembre 2023. A maggio, il deficit era stato rivisto a 71,7 miliardi, mentre le previsioni indicavano 61,6 miliardi.
Le importazioni sono diminuite del 3,7%, scendendo a 337,5 miliardi di dollari, il livello più basso da marzo 2024. Il calo è stato trainato da prodotti farmaceutici, automobili, petrolio greggio e materiali per combustibili nucleari.
Le esportazioni sono diminuite dello 0,5%, attestandosi a 277,3 miliardi di dollari, il livello più basso da gennaio. I principali cali hanno riguardato prodotti finiti in metallo, oro non monetario e accessori per computer.
Il deficit maggiore è stato con il Messico, sebbene si sia leggermente ridotto a 16,3 miliardi di dollari. Il disavanzo con la Cina è sceso a 9,4 miliardi, mentre quello con l’UE si è ridotto significativamente a 9,5 miliardi da 22,5 miliardi.
Al contrario, i deficit si sono ampliati con Vietnam (16,2 miliardi), Taiwan (12,9 miliardi) e India (5,3 miliardi). La bilancia commerciale con la Svizzera è passata a un leggero deficit, inferiore a 0,1 miliardi di dollari.
DAZI E PRODOTTI FARMACEUTICI
I dazi sui prodotti farmaceutici importati negli USA potrebbero arrivare fino al 250%. Lo ha dichiarato il presidente Donald Trump: «Inizialmente applicheremo dazi ridotti, ma tra un anno, un anno e mezzo al massimo, saliranno al 150% e poi al 250%, perché vogliamo che i prodotti farmaceutici siano prodotti nel nostro Paese».
Trump si è detto ottimista su un’intesa commerciale a breve con Pechino: «Siamo vicini a un accordo con la Cina» e «penso che sarà un buon accordo». Ha inoltre riferito che il presidente cinese Xi Jinping «ha chiesto un incontro» e si è detto pronto a volare a Pechino, anche se è «un volo lungo», una volta trovata l’intesa.
USA, DAZI ALL’INDIA
Donald Trump sta considerando di aumentare «in modo sostanziale» i dazi contro l’India nelle prossime 24 ore, per punirla per i continui acquisti di petrolio dalla Russia. Lo ha anticipato in un’intervista a CNBC: «L’India non è stato un buon partner commerciale. Fanno molti affari con noi, ma noi non facciamo affari con loro. Così abbiamo fissato dazi al 25%, ma penso che li aumenterò in modo molto sostanziale».
NUOVE MINACCE USA ALLA UE
Gli Stati Uniti imporranno dazi del 35% all’Unione Europea se l’UE non rispetterà l’impegno di investire in beni americani. Lo ha dichiarato Donald Trump in un’intervista a CNBC.
Alla domanda sui criteri degli accordi, Trump ha inizialmente affermato che l’UE avrebbe pagato 650 miliardi di dollari, poi ha arrotondato la cifra a 600 miliardi. «Siamo di nuovo un Paese ricco», ha detto, aggiungendo che l’investimento può essere utilizzato «per qualsiasi cosa io voglia».
Trump ha inoltre annunciato che la prossima settimana, o poco dopo, comunicherà le percentuali dei dazi su chip e semiconduttori. Quanto ai farmaci, ha precisato che inizialmente imporrà dazi bassi.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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Mercati globali resilienti nonostante i dazi USALA BORSA IGNORA TRUMP
I principali indici azionari statunitensi, ieri, hanno chiuso la giornata in territorio positivo.
Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,18%, attestandosi a 44.193 punti. L’S&P 500 ha registrato un rialzo dello 0,73%, raggiungendo quota 6.345 punti. Performance positiva anche per il Nasdaq, che è salito dell’1,21% a 21.169 punti.
Nella notte, il Nikkei 225 è aumentato dello 0,5%, toccando circa 41.000 punti. Il più ampio indice Topix ha guadagnato lo 0,45%, arrivando a 2.980 punti, segnando la terza sessione consecutiva di guadagni per l’equity giapponese.
Il rally ha riflesso la forza di Wall Street, sostenuta dagli ottimi risultati aziendali. Gli investitori sembrano aver ignorato le ultime decisioni sui dazi del presidente Trump, che ha annunciato un dazio del 100% sui semiconduttori importati (escluse le aziende con sede negli Stati Uniti) e ha raddoppiato i dazi sui prodotti indiani al 50%, a causa delle continue importazioni di petrolio russo.
VALUTE
A differenza delle borse, sui mercati valutari l’effetto dazi si è fatto sentire. Il dollaro ha perso terreno, rompendo i supporti chiave e accelerando nella discesa. EUR/USD ha rotto quota 1,1590, toccando stanotte 1,1676. Il cable ha raggiunto 1,3370.
Oggi è il giorno della Bank of England, attesa al taglio dei tassi. EUR/GBP ha recuperato terreno sulle previsioni di riduzione del costo del denaro, raggiungendo le prime resistenze poste a 0,8735.
USD/JPY fatica invece a scendere, rimanendo in fase di accumulazione sopra i supporti chiave di 146,90–147,10. Le valute oceaniche hanno per ora mantenuto i supporti, ma senza grande slancio.
Tutto dipende ancora dalla questione dazi e dai dati macro USA. L’attesa si sposta a settembre, in vista della prima riunione della Fed.
GERMANIA: ORDINI ALL’INDUSTRIA
Gli ordini alle fabbriche in Germania sono diminuiti dell'1,0% su base mensile a giugno 2025, deludendo le previsioni di un aumento dell'1,0%.
A maggio si era registrato un calo dello 0,8%, rivisto al ribasso.
Si tratta del secondo calo mensile consecutivo, dovuto in gran parte a una forte flessione del 23,1% negli ordini di aerei, navi, treni e veicoli militari.
La domanda si è indebolita anche per il settore automobilistico e per i prodotti in metallo lavorati.
Al contrario, gli ordini per le apparecchiature elettriche sono aumentati del 23,5%.
La domanda estera si è contratta del 3,0%, con gli ordini provenienti da fuori l’area euro in calo del 7,8%, parzialmente compensati da un aumento del 5,2% all’interno del blocco.
Escludendo gli ordini su larga scala, gli ordini alle fabbriche sono aumentati del 3,1% nel secondo trimestre del 2025, sostenuti dalla domanda anticipata in vista degli aumenti tariffari globali e da una ripresa dell’attività commerciale nell’area euro.
CINA
Il surplus commerciale della Cina si è attestato a 98,24 miliardi di dollari a luglio 2025, al di sotto delle aspettative di 105 miliardi, ma superiore agli 85,27 miliardi dello stesso mese dell’anno precedente.
Le esportazioni sono aumentate del 7,2% su base annua, superando le previsioni del 5,4% e accelerando rispetto al +5,8% di giugno.
Questo è stato favorito da un temporaneo allentamento delle pressioni tariffarie, alimentando le speranze di una possibile estensione della tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Le importazioni sono aumentate inaspettatamente del 4,1%, contro attese di un calo dell’1,0%, rafforzando il +1,1% di giugno.
Il surplus commerciale con gli Stati Uniti è sceso a 23,74 miliardi di dollari, rispetto ai 26,57 miliardi di giugno, con esportazioni e importazioni in calo rispettivamente del 21,7% e del 18,9%.
Nei primi sette mesi del 2025, la Cina ha registrato un surplus commerciale totale di 683,5 miliardi di dollari, con esportazioni in aumento del 6,1% su base annua e importazioni in calo del 2,7%.
AUSTRALIA
Il surplus commerciale australiano di beni è salito a 5,37 miliardi di dollari australiani a giugno 2025, rispetto ai 1,60 miliardi di maggio (rivisti al ribasso) e ben oltre le aspettative di 2,5 miliardi.
Si tratta del surplus più ampio da marzo, con esportazioni in crescita e importazioni in calo.
Le esportazioni sono aumentate del 6,0% su base mensile, trainate da maggiori spedizioni verso Cina e Stati Uniti.
Le esportazioni verso la Cina, principale partner commerciale dell’Australia, sono aumentate del 9,0%, rimbalzando dopo il calo dello 0,4% di maggio.
Le importazioni sono diminuite del 3,1%, attestandosi a 38,95 miliardi di dollari australiani.
ITALIA
La produzione industriale in Italia è aumentata dello 0,2% su base mensile a giugno 2025, rimbalzando dal calo dello 0,8% del mese precedente (rivisto al rialzo) e superando leggermente le aspettative di un +0,1%.
La ripresa è stata trainata dagli aumenti nella maggior parte dei settori principali, in particolare beni intermedi (+0,2%), beni strumentali (+0,1%) ed energia (+0,1%).
Su base annua, la produzione industriale è diminuita dello 0,9%, attenuando il calo dell’1% del mese precedente.
EUROZONA
Le vendite al dettaglio nell’Eurozona sono aumentate dello 0,3% su base mensile a giugno 2025, rimbalzando dopo il calo dello 0,3% di maggio, ma leggermente al di sotto delle attese di un +0,4%.
Tra le principali economie del blocco, le vendite al dettaglio sono aumentate in Germania, Italia, Spagna, Paesi Bassi e Irlanda, mentre sono diminuite in Francia.
Su base annua, le vendite al dettaglio nell’area euro sono cresciute del 3,1%, il valore più alto da settembre 2024, rispetto al +1,9% del mese precedente e alle previsioni del 2,6%.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Powell frena o cede alle pressioni politiche? Nella giornata di Mercoledi abbiamo avuto il dato molto atteso sui tassi di interesse americani, dato che ha suscitato non poche dichiarazioni da parte di Trump nei confronti della presidente della FED Powell.
Un riassunto potrebbe essere che Trump preme per un taglio ma la Fed è molto cauta.
Negli ultimi giorni, il dibattito sui tassi d'interesse negli Stati Uniti si è riacceso con forza, complice anche un’uscita a effetto di Donald Trump. L’ex presidente ha dichiarato di aver sentito dire che la Federal Reserve taglierà i tassi già a settembre, accusando ancora una volta Jerome Powell di essere in ritardo. A suo parere I tassi sono troppo alti e stanno provocando danni economici alla gente.
Ma a fronte di questa pressione politica, la risposta ufficiale della Fed è stata decisamente più cauta. Dopo la riunione del FOMC (Federal Open Market Committee), la banca centrale ha confermato i tassi nel range 4,25% - 4,50%, lasciandoli invariati.
Il comunicato è apparso più prudente rispetto alle volte precedenti: è stata rimossa la frase secondo cui “l’incertezza è diminuita”, segnale chiaro che la Fed mantiene un approccio attendista e data-dependent.
Il voto all’interno del FOMC non è stato unanime: due membri, tra cui Bowman e Waller, hanno espresso la preferenza per un taglio immediato di 25 punti base. Un elemento che mostra come la Fed sia tutt’altro che compatta internamente su come gestire la fase attuale. Powell, in conferenza stampa, ha sottolineato che nessuna decisione è stata ancora presa per settembre, e che l’indicatore chiave da monitorare rimane il tasso di disoccupazione.
L’impatto dei dazi – citati anche come fonte d’inflazione temporanea viene considerato al momento limitato.
Nonostante il messaggio prudente, i mercati continuano a scommettere su almeno un taglio entro il 2025. Le aspettative si basano su un rallentamento economico in corso e su un'inflazione che, pur rimanendo elevata, sta mostrando segnali di raffreddamento.Intanto, la Fed si avvicina a una postura più neutrale: la crescita economica nella prima metà dell’anno si è moderata, il mercato del lavoro è ancora forte ma meno teso, e la banca centrale continua a ridurre il bilancio.
Sebbene Trump spinga per un taglio imminente e parte del mercato lo speri, la Fed si prende tempo. Settembre resta una data chiave, ma ogni decisione sarà presa solo alla luce dei prossimi dati su inflazione e occupazione.
Nella giornata di Venerdi invece ci sarà il rilascio dei dati dei Non Farm Payroll, dato molto atteso lato Stati Uniti. Dopo mesi di segnali contrastanti, un numero debole potrebbe rafforzare l’idea che la Fed sia vicina a tagliare i tassi, magari già in autunno. Al contrario, se i nuovi posti fossero sopra le attese, potremmo vedere una reazione prudente: la banca centrale potrebbe decidere di aspettare ancora.
Sicuramente bisogna prestare attenzione anche ai salari, difatti se crescono troppo, l’inflazione torna a preoccupare. Insomma, ogni dettaglio conterà. E i mercati dollaro in primis sono pronti a muoversi e a dare le prime risposte.
Sarà particolarmente interessante tenere d’occhio l’andamento del dollaro nella giornata in cui verrà rilasciato il dato sugli NFP, motivo per cui abbiamo un occhio di riguardo nei confronti di EURUSD.
Andando a vedere il grafico da un timeframe Daily, possiamo notare come ci sia stato un forte ribasso negli ultimi giorni, passando da 1.1785 ad un prezzo attuale di 1.1415.
Con l’uscita del dato potremmo aspettarci diverse ipotesi di movimento, motivo per cui tocca prestare estrema cautela, anche in vista della volatilità elevata.
Il prezzo potrebbe andare a prendere la prima zona di demand ( zona 1 ) per poi tornare a rialzo
Il prezzo potrebbe andare a prendere la zona 2 , zona in corrispondenza della banda più bassa del VWAP
Terza ipotesi non da escludere, è che il prezzo possa tornare in zone di potenziale short ( zona 3 )
Con gli NFP tocca tenere aperto qualsiasi scenario, in quanto sarà prevista estrema volatilità, motivo per cui è importante tener presente il rischio di perdita di denaro, specialmente se si tradano prodotti CFD. Questa si tratta di una semplice analisi formativa e non è alcun consiglio finanziario.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
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EURUSD – Segnale ribassista di medio termineEURUSD ha appena effettuato un rimbalzo tecnico verso la zona di resistenza formata dalla nuvola di Ichimoku e dal cluster di FVG (Fair Value Gap) intorno a 1,158 – 1,160. Quest’area rappresenta anche un classico “retest” dopo la rottura del canale rialzista precedente. Il rimbalzo debole, senza rottura decisa della resistenza, suggerisce che i venditori mantengono ancora il controllo.
La struttura dei prezzi rimane all’interno di un canale ribassista di medio termine, con alta probabilità di continuazione della tendenza al ribasso. Segnali tecnici come la reazione negativa alla nuvola di Ichimoku e l’assenza di una forte pressione d’acquisto rafforzano questo scenario.
📌 Conclusione e strategia
Si preferisce una strategia di vendita sulle correzioni, con stop loss sopra l’area 1,1650 e target di medio termine verso 1,12075.
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Mercati contrastati, valute in attesa della FedLISTINI CONTRASTATI
Giovedì, i principali indici azionari statunitensi hanno registrato performance contrastanti. Il Dow Jones ha perso lo 0,51%, attestandosi a 43.969 punti, mentre l'S&P 500 ha chiuso in calo dello 0,08% a 6.340 punti. Positiva, invece, la performance del Nasdaq, salito dello 0,35% a 21.243 punti.
Gli indici rimangono comunque vicini ai massimi storici. Il sentiment del mercato è rimasto sostenuto, nonostante l'annuncio del Presidente Trump di un dazio del 100% sui semiconduttori importati, escluse le aziende che "costruiscono negli Stati Uniti".
In risposta, Nvidia, Broadcom e AMD sono salite rispettivamente dell'1,6%, dell'1,2% e del 2,5%. Anche Apple ha guadagnato il 2,6% dopo aver annunciato l’intenzione di investire altri 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti.
Nel frattempo, è entrata in vigore un’ampia serie di dazi che interessano quasi tutti i partner commerciali statunitensi. L’ottimismo sui progressi nel conflitto tra Ucraina e Russia ha contribuito a mantenere stabili le dinamiche di prezzo.
Sul fronte aziendale, le azioni di Eli Lilly sono crollate del 13% dopo la pubblicazione dei risultati deludenti di uno studio sulla sua pillola dimagrante. Intel è scesa di oltre l’1,5% dopo che Trump ha chiesto pubblicamente le dimissioni del suo CEO.
VALUTE
Sul mercato valutario, il dollaro ha subito una correzione, fermandosi sulle prime resistenze. L’indice del dollaro si è stabilizzato sopra quota 98, ma ha registrato una perdita settimanale di circa lo 0,5%, a causa delle crescenti aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve e delle preoccupazioni per l’impatto economico dei nuovi dazi.
I mercati hanno reagito anche alla notizia secondo cui il governatore della Fed, Christopher Waller, sarebbe tra i principali candidati alla guida della banca centrale, rafforzando le aspettative di un taglio dei tassi a settembre.
I dazi di ritorsione di Trump sono entrati in vigore a mezzanotte di giovedì, con imposte comprese tra il 10% e il 41%, alimentando timori per il loro impatto sull’economia statunitense.
L’EUR/USD è rimasto nel range 1,1610–1,1690, mentre il Cable è tornato sopra 1,3450, consolidando in quest’area. USD/JPY è stabile tra 146,80 e 147,80, con price action che restano in equilibrio da una settimana.
Poche novità sui cross e anche le valute oceaniche sembrano stabili. Siamo ad agosto e il mercato attende ormai la Fed e il prossimo taglio dei tassi a settembre.
LA BOE HA TAGLIATO
La Banca d’Inghilterra ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli al 4%, il livello più basso da marzo 2023. La decisione è arrivata dopo una rara votazione a due turni, che ha evidenziato forti divisioni su come affrontare l’inflazione e l’indebolimento dell’economia.
Cinque dei nove membri del Comitato di Politica Monetaria (MPC) hanno votato a favore del taglio, mentre quattro hanno preferito mantenere i tassi invariati. Il governatore Andrew Bailey ha definito la decisione "equilibrata" e ha ribadito che i futuri tagli saranno "graduali e cauti".
È stata la prima volta nella storia della BoE che sono stati necessari due voti per raggiungere la maggioranza. La divisione riflette la tensione tra l’aumento dell’inflazione, che dovrebbe raggiungere il picco del 4% a settembre, e i segnali di stress nel mercato del lavoro.
Le previsioni di crescita per il 2025 sono state riviste al rialzo all’1,25%. La BoE ha anche segnalato possibili modifiche al programma di emissione di obbligazioni, citando tensioni sui mercati dei gilt a lunga scadenza. I mercati prevedono un ulteriore taglio entro l’anno, con tassi che si stabilizzeranno vicino al 3,5% nel 2026.
JOBLESS CLAIMS
Le richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate di 7.000 unità rispetto alla settimana precedente, raggiungendo quota 226.000, ben al di sopra delle attese di 221.000.
Le richieste continuative sono salite di 38.000 unità, arrivando a 1.974.000, il livello più alto da novembre 2021, superando le aspettative di 1.950.000.
Questi dati consolidano la previsione di un rallentamento delle assunzioni e di un mercato del lavoro in flessione, sebbene le richieste iniziali restino inferiori ai livelli di inizio giugno.
NUOVI RECORD PER IL NIKKEI
L’indice Nikkei 225 è balzato dell’1,8%, raggiungendo circa 41.800 punti, nuovo massimo storico, grazie all’ottimismo sulle prospettive di utili solidi delle aziende giapponesi.
Sony Group è salito di oltre il 5%, dopo un +4,1% nella seduta precedente, in seguito al rialzo del 4% delle previsioni di utile per il 2025. SoftBank Group ha guadagnato oltre il 6%, grazie a un utile trimestrale superiore alle attese, sostenuto dalla ripresa del business nei fondi tecnologici e dagli investimenti nell’intelligenza artificiale.
Tra gli altri titoli in rialzo figurano Fujikura (+2,3%), Advantest (+2,4%), Tokyo Electron (+1,8%), Disco (+1,9%) e Nintendo (+4%).
PETROLIO
Venerdì, i future sul greggio WTI sono stati scambiati sotto i 63,5 dollari al barile, vicino ai minimi degli ultimi due mesi, avviandosi verso un calo settimanale del 5%, la peggiore performance da fine giugno.
Il miglioramento del sentiment ha ridotto le preoccupazioni sull’interruzione dell’approvvigionamento. Un funzionario del Cremlino ha confermato che Trump e Putin si incontreranno nei prossimi giorni, per il primo vertice dal 2021. Un funzionario della Casa Bianca ha indicato che l’incontro potrebbe avvenire già la prossima settimana.
L’ottimismo sui colloqui tra Stati Uniti e Russia ha attenuato le preoccupazioni sull’offerta, nonostante le sanzioni statunitensi all’India per l’importazione di petrolio russo, che includono dazi fino al 50%.
Le aspettative di un aumento della produzione OPEC e le tensioni commerciali persistenti restano tra le principali cause del ribasso dei prezzi, alimentando timori per un rallentamento della crescita economica e un indebolimento della domanda.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
#AN023: Dazi USA e Dati sul Lavoro che Affossano il Dollaro
Oggi voglio parlarvi delle ultime notizie rilevanti della settimana, concentrandoci sui Dazi USA e i Dati sul Lavoro che affossano il Dollaro e in generale il loro impatto sul Forex. Salve, sono il Trader Forex Andrea Russo, trader Indipendente e prop trader con attualmente 200 mila dollari di capitale in gestione e Vi ringrazio anticipatamente per il vostro tempo.
Iniziamo:
1. Lavoro USA deludente & nuove dazi Trump
Il rapporto Non-Farm Payrolls (luglio) mostra solo 73.000 nuovi impieghi (+ tassi di disoccupazione al 4,2%), con revisioni negative per maggio-giugno: −258k posti.
Il presidente Trump ha subito firmato ordini esecutivi con dazi reciproci (10–41%) su 68 Paesi, tra cui Canada, Svizzera, India e Taiwan
Il dollaro USA ha perso terreno, Treasury yields sono caduti drasticamente e il mercato ora prezza un taglio tassi al 90% già a settembre.
Impatto FOREX:
USD debole su tutti i cross principali (EUR/USD, GBP/USD, AUD/USD).
Valute emergenti come MXN, TRY, INR potrebbero stabilizzarsi o guadagnare contro USD.
JPY, CHF guadagnano appeal come rifugio; USD/JPY e USD/CHF verso possibili inversioni.
2. Ritorno swap RBI da $5 mld, impatto liquidità India
Scadenza swap RBI con controvalore ₹43.000 cr (~5 mld USD) prevista per 4 agosto: possibile drenaggio di liquidità dal sistema bancario indiano.
Impatto FOREX:
Potenziale pressione ribassista sul INR, volatilità su USD/INR.
Monitorare flussi capitali: guadagno USD/INR possibile se ruoli commerciali rimangono bilanciati.
3. Previsioni FMI migliorate ma attenti ai rischi dei dazi
L’IMF ha rivisto ricrescita globale 2025 al 3,0%, ma avverte su rischi persistenti da tariffe elevate e tensioni geopolitiche.
Impatto FOREX:
Valute di commodity (AUD, CAD, NZD) beneficiano di tono moderatamente positivo.
USD debole, ma emergenti vulnerabili se la crescita si indebolisce ulteriormente.
4. 🇺🇸 Fed mantiene tassi elevati e rinvia tagli
Il FOMC ha lasciato i tassi Fed al 4.25–4.50%, con approccio “wait‑and‑see”. Divergenze interne su potenziali tagli anticipati.
Impatto FOREX:
Limita rialzi USD su breve.
Se Powell resta attendista, il dollaro tenderà a restare debole o stagnante.
5. 📉 Corretto rialzo treasuries e aspettative verso taglio tassi
Bond yields a 2 anni -25 bps, prezzano 65–100 bps di tagli entro fine anno. Mercati riducono fiducia su dati lavorativi e credibilità BLS messa in discussione.
Impatto FOREX:
USD sotto pressione, soprattutto su EUR/USD e GBP/USD.
Valute a tasso più alto come AUD, NZD possono guadagnare flussi carry trade.
6. 🌏 Mercati Asia‑Pacifico nervosi su spinta americana e yen forte
Azioni asiatiche contrastate: Nikkei -2%, MSCI Asia +0.3%. Yen forte penalizza esportazioni giapponesi.
Impatto FOREX:
JPY rafforzato, possibile compressione USD/JPY sotto 150.
AUD/JPY e NZD/JPY sensibili a flussi risk-on/off verso JPY.
7. Rischio-paese crescente, emergenti sotto stress
Esperti consigliano hedge valuta e sovrano per volatilità USA, impatto su portafogli internazionali.
Rafforzamento CHF, JPY, e possibile debolezza su valute termiche meno liquide.
Resta alto interesse su USD rispetto a valute emergenti ad alto rischio.
8. Eventi centrali attesi: Symposium di Jackson Hole (21–23 agosto)
Discorso Powell e altri regulator attesi. Nessuna riunione Fed/ECB a breve, fa crescere l’importanza di Jackson Hole come catalizzatore.
Impatto FOREX:
Potenziale flash volatilità su USD, EUR, GBP a seguito di indicazioni forward guidance.
[PER FARE TRADING SERVE LA PARTITA IVA?]Quando NON serve la Partita IVA per fare trading Forex ❌
Se fai trading:
• A titolo personale, con i tuoi soldi.
• In modo occasionale (non continuativo, non professionale).
• Senza offrire servizi a terzi (non gestisci capitali altrui).
• I guadagni derivano solo dal capitale investito, non da consulenze
o attività imprenditoriali.
In questo caso, il trading è considerato gestione patrimoniale personale.
Pagherai le tasse sui redditi diversi di natura finanziaria (quadro RT della
dichiarazione dei redditi). L’aliquota è del 26% sulle plusvalenze.
Quando serve la Partita IVA per il trading Forex ✅
1. Fai trading in modo continuativo e professionale.
2. Offri servizi a terzi (es. segnali di trading, formazione, consulenza, gestione conti, copy trading).
3. Hai clienti e fatturi per un’attività collegata al Forex.
4. Usi strumenti, risorse e tempo come un’attività imprenditoriale.
In questo caso, non sei più un "investitore", ma un "professionista del settore". Devi:
• Aprire una partita IVA con codice ATECO idoneo (es. 66.19.21 per consulenti finanziari non indipendenti
o altro a seconda del caso).
• Iscriverti alla Gestione Separata INPS (se non sei iscritto ad altro ente).
• Fatturare e tenere una contabilità (in regime forfettario o ordinario).
• Pagare imposte IRPEF (o imposta sostitutiva nel forfettario) e contributi.
Nota importante
Anche se non serve la partita IVA, è fondamentale:
• Tenere traccia delle operazioni, anche con broker esteri.
• Fare la dichiarazione dei redditi annuale con i quadri giusti (RT e RW se ci sono capitali all’estero).
• Considerare eventuali IVAFE se i fondi sono su conti esteri.
Wall Street corregge, Asia e valute sotto pressioneWALL STREET, INIZIA LA CORREZIONE?
Si discute molto sull’eventualità che Wall Street sia in ipervalutazione. Onestamente, tutto può essere, ma in ogni caso la performance degli indici continua a rimanere positiva, anche se assistiamo a qualche correzione — peraltro dovuta.
Il Dow Jones ieri ha chiuso in calo dello 0,74% a 44.131 punti, mentre l’S&P 500 è sceso dello 0,37% a 6.339 punti, dopo aver fissato un nuovo massimo storico a 6.427 punti. Segno meno anche per il Nasdaq (-0,03% a 21.122 punti), che aveva toccato un nuovo massimo a 21.457 punti.
Meta è balzata dell'11% grazie ai solidi risultati trimestrali e alle prospettive positive per le vendite del terzo trimestre. Microsoft è salita di oltre l'8% dopo aver superato le aspettative sugli utili e aver annunciato che il fatturato annuo della sua divisione cloud Azure ha superato i 75 miliardi di dollari.
Anche AbbVie è cresciuta del 4,5% dopo aver superato le stime sugli utili, mentre CVS è balzata del 7% dopo aver rivisto al rialzo le sue previsioni. Al contrario, Qualcomm ha perso il 4% dopo i risultati, sfidando il forte slancio del settore dei chip.
Nel frattempo, la spesa personale e i consumi sono aumentati leggermente a giugno, mentre le richieste di sussidio di disoccupazione hanno continuato a mostrare un mercato del lavoro solido. Tuttavia, i prezzi PCE elevati hanno spinto i mercati a ridimensionare le scommesse su un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre.
ASIA IN RIBASSO
I mercati azionari asiatici sono scesi bruscamente stanotte, dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha confermato un dazio globale di base del 10% e ha annunciato dazi reciproci elevati fino al 40% verso quei Paesi che non hanno trovato alcun accordo con gli USA.
In particolare, l'India si trova ad affrontare un'imposta del 25%, mentre il Canada è stato colpito da un dazio del 35%. Ciò ha alimentato le preoccupazioni degli investitori per l'escalation delle tensioni commerciali e per le interruzioni della catena di approvvigionamento, che potrebbero danneggiare la crescita economica globale.
VALUTE
Dollaro sempre sugli scudi, con movimenti che hanno spinto le valute concorrenti al ribasso. L’EUR/USD è sceso fino a quota 1,1405, mentre l’USD/JPY è salito sopra 150,50.
Il dollaro si è rafforzato anche contro la sterlina e le valute oceaniche, con la possibilità di proseguire nella sua fase di rapida risalita. Al momento, non sembrano esserci le condizioni per un ritorno del bear trend della valuta USA, specie dopo le vittorie incassate da Trump sul fronte commerciale.
PCE IN AUMENTO
L'indice dei prezzi PCE statunitense è aumentato dello 0,3% su base mensile a giugno 2025, il maggiore incremento in quattro mesi, dopo un aumento dello 0,2% (rivisto al rialzo) a maggio, in linea con le aspettative.
I prezzi dei beni sono aumentati dello 0,4%, superando lo 0,1% di maggio, mentre i prezzi dei servizi sono cresciuti dello 0,2%, in linea con il mese precedente.
L'indice PCE core, che esclude alimentari ed energia, è salito dello 0,3%, segnando il maggiore incremento mensile in quattro mesi. Su base annua, l'inflazione PCE ha accelerato per il secondo mese consecutivo, raggiungendo il 2,6% a giugno, rispetto al 2,4% (rivisto al rialzo) di maggio, superando le aspettative del 2,5%.
L'inflazione PCE core è rimasta stabile al 2,8%, ma il dato di maggio è stato rivisto al rialzo dal 2,7%. L'indice PCE è la misura dell'inflazione preferita dalla Federal Reserve.
INFLAZIONE STABILE IN GERMANIA
Il tasso di inflazione annuo in Germania si è mantenuto stabile al 2% a luglio 2025, invariato rispetto a giugno e leggermente al di sopra delle aspettative del mercato, che prevedevano un rallentamento all'1,9%, secondo le stime preliminari.
I prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati più bruscamente, mentre i costi energetici sono diminuiti leggermente meno, compensando il rallentamento dell'inflazione dei servizi, scesa al minimo triennale del 3,1% dal 3,3%.
Rispetto al mese precedente, l'indice dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato dello 0,3%, superando le previsioni dello 0,2%.
JOBLESS CLAIMS
Le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate di 1.000 unità rispetto alla settimana precedente, raggiungendo quota 218.000 nella quarta settimana di luglio. Il dato è ben al di sotto delle aspettative di mercato (224.000) e rimane vicino al minimo trimestrale del mese precedente.
Nel frattempo, le richieste continuative sono rimaste invariate rispetto al conteggio rivisto al ribasso della settimana precedente, attestandosi a 1.946.000, in leggero calo rispetto ai massimi del 2021 (oltre 1.960.000) registrati il mese scorso.
I dati riflettono ulteriori prove di un contesto occupazionale relativamente solido negli Stati Uniti, mentre il rallentamento delle assunzioni si è mantenuto costante nell'ultimo mese.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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EURODOLLARO: H1!!! DISCLAIMER !!!
Nota bene:
Queste sono semplici bozze personali, da considerarsi come tali. La lettura va effettuata con un’ottica di breve termine. In altre parole, la prima fase del percorso disegnato rappresenta l’ipotesi principale. La parte restante del percorso (quella più lontana nel tempo) è strettamente legata all’evoluzione della prima fase. Di conseguenza, se quest’ultima non si realizza, l’intera idea deve essere considerata nulla.
Non vi è alcuna sollecitazione all’investimento; quanto riportato va inteso unicamente come il punto di vista di un utente della piattaforma. L’onere di approfondire ricade sul lettore, attraverso le proprie conoscenze ed esperienze.
Ogni commento che schernisce l’autore, l’idea o il grafico verrà segnalato al moderatore della piattaforma. Non fornirò ulteriori risposte in merito. Grazie per l’attenzione.
Accordo USA-UE: vantaggi sbilanciati e reazioni dei mercatiUN ACCORDO CHE FAVORISCE GLI USA
Wall Street, ieri, ha mantenuto un tono positivo: l’S&P 500 ha chiuso appena sopra lo 0,1%, segnando comunque l’ennesimo record storico. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,4%, mentre il Dow Jones ha oscillato intorno allo zero.
Dopo un inizio caratterizzato da ottimismo, l'entusiasmo iniziale per l’accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea ha iniziato a scemare, poiché è emerso che i termini dell’intesa sono tutt’altro che vantaggiosi per l’UE. Le esportazioni europee verso gli Stati Uniti saranno soggette a dazi del 15%, la metà del 30% inizialmente minacciato dal presidente Trump, ma accompagnati da una serie di obblighi che appaiono penalizzanti per il Vecchio Continente.
Sul fronte dei singoli titoli, il settore energetico è stato di gran lunga il migliore, con Exxon Mobil in rialzo dell’1,2% e Chevron dello 0,8%. Anche i titoli della difesa e del gas naturale liquefatto hanno registrato rialzi, tra cui Lockheed Martin (+1,5%) e GE Aerospace (+0,5%). Al contrario, il comparto dei materiali ha registrato la perdita maggiore.
Nel frattempo, gli investitori si stanno preparando per la settimana di utili più intensa della stagione, con Microsoft, Apple, Amazon e Meta pronte a pubblicare i risultati trimestrali. Saranno inoltre al centro dell’attenzione la decisione di politica monetaria della Fed e i dati chiave sul mercato del lavoro.
EURO, INIZIA LA DISCESA?
Lunedì l’indice del dollaro statunitense è salito a 98,3, il livello più alto in quasi una settimana, sostenuto dalla crescente consapevolezza che l’accordo tra UE e USA non è così favorevole come inizialmente lasciato intendere.
Ciò che è emerso è che l’Europa dovrà affrontare una tariffa del 15%, accompagnata dall’obbligo di acquistare 750 miliardi di dollari di gas liquefatto, investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti e acquistare un vasto ammontare di armamenti americani. La tariffa su alluminio e acciaio resta al 50%. Sono previste tariffe separate, da concordare entro due o tre settimane, su semiconduttori e farmaceutica. Inoltre, è stato abbandonato l’accordo sulla Global Minimum Tax, già precedentemente concordato.
Non si tratta di un vero compromesso, ma di un accordo a senso unico. L’Europa ha cercato un’intesa, ma ciò che ne è uscito non può essere definito tale. Il Vecchio Continente si dimostra, purtroppo, disunito e fragile.
Sul fronte valutario, l’euro ha cominciato a perdere terreno non appena sono stati compresi i veri termini dell’accordo, scendendo per tutta la sessione e perdendo quasi 200 punti dai massimi di inizio giornata. A questo punto non si possono escludere ulteriori ribassi, con obiettivi fissati a 1,1440. Anche altre valute, come lo yen, la sterlina e in parte le valute oceaniche, hanno perso terreno contro il dollaro.
Cambierà quindi il trend di fondo dell’euro, finora profondamente rialzista, trascinando al ribasso anche le valute concorrenti? Difficile dare una risposta certa oggi, ma se i grandi investitori attualmente posizionati long sull’euro dovessero invertire la rotta, le montagne russe sarebbero assicurate.
FED IN VISTA
Va ricordato che, sul piano commerciale, l’accordo tra Cina e Stati Uniti è ancora in fase di discussione. Un’estensione dell’attuale tregua commerciale, in scadenza il 12 agosto, è ampiamente prevista.
L’attenzione del mercato si sta ora spostando sulla decisione di politica monetaria della Federal Reserve, attesa entro la fine della settimana. Non è previsto alcun taglio dei tassi, ma nei prossimi giorni saranno pubblicati diversi indicatori economici chiave che offriranno ulteriori spunti sull’andamento dell’economia statunitense. Tra questi, i dati sulla crescita del PIL, sull’occupazione non agricola, sull’inflazione PCE e l’ISM Manufacturing PMI, in un momento in cui le preoccupazioni sull’impatto economico dei dazi sembrano attenuarsi.
UK, VENDITE AL DETTAGLIO
L’indicatore mensile delle vendite al dettaglio nel Regno Unito è salito a -34 a luglio 2025, in miglioramento rispetto al minimo di 17 mesi registrato a giugno (-46). Sebbene il dato rappresenti un progresso, resta comunque al di sotto delle aspettative del mercato, fissate a -26.
L’ultima lettura indica che i volumi delle vendite al dettaglio sono diminuiti per il decimo mese consecutivo, a causa dell’aumento dei prezzi e della persistente incertezza economica che continuano a pesare sulla spesa dei consumatori. L’indicatore delle vendite previste per agosto è migliorato a -31, rispetto a -49 del mese precedente.
ORO
Martedì l’oro si è attestato intorno ai 3.310 dollari l’oncia, vicino ai minimi delle ultime tre settimane. I segnali di allentamento delle tensioni commerciali e un dollaro USA più forte hanno ridotto l’attrattiva del metallo prezioso.
Gli investitori stanno monitorando attentamente i colloqui in corso tra Stati Uniti e Cina, in attesa di una proroga di 90 giorni della scadenza del 12 agosto per la sospensione dei dazi. Questo avviene in una settimana cruciale per l’agenda commerciale del presidente Donald Trump, con una scadenza separata imminente questo venerdì per altri paesi, chiamati a raggiungere un accordo.
Sono ancora in corso colloqui con altri importanti partner commerciali, tra cui Canada e Corea del Sud. Nel frattempo, la Federal Reserve statunitense si riunirà questa settimana e si prevede che manterrà invariati i tassi di interesse, sebbene i mercati continuino a scontare un potenziale taglio a settembre. Gli investitori attendono anche una serie di dati economici statunitensi, tra cui l’indice dei prezzi PCE e il rapporto sulle buste paga non agricole.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Borse record, dollaro in ripresa, Fed in vistaWALL STREET MACINA RECORD
Venerdì, l'S&P 500 è salito dello 0,4%, registrando la quinta chiusura record consecutiva — la striscia più lunga in oltre un anno — mentre il Nasdaq 100 ha guadagnato lo 0,2% dopo aver toccato un massimo intraday. Il Dow Jones è avanzato di 208 punti, in un mercato ancora caratterizzato dall’attesa per gli sviluppi in ambito commerciale.
L'ottimismo intorno ai colloqui ha alimentato il rally, con il Presidente Trump che oggi incontrerà la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, tra le speranze di un accordo tra Stati Uniti e UE. Accordi sono stati raggiunti anche con Giappone, Indonesia e Filippine prima della scadenza dei dazi del 1° agosto, sebbene i negoziati con il Canada siano in stallo.
I solidi utili di Alphabet e Verizon hanno sostenuto il sentiment, mentre Intel ha frenato il settore tecnologico dopo aver annunciato perdite e licenziamenti. Gli operatori guardano ora alla riunione della Federal Reserve della prossima settimana e a un fitto calendario di utili, con Apple, Meta e Microsoft in primo piano.
Il Dow Jones ha chiuso la settimana con un guadagno dell'1,3%, mentre il Nasdaq e l'S&P 500 sono saliti rispettivamente dell'1,2% e dell'1,6%.
VALUTE
Sul mercato valutario, l’EUR/USD mantiene ancora i primi supporti chiave a quota 1,1700, mentre altri cambi come GBP/USD e USD/JPY vedono un deciso ritorno della forza del dollaro USA.
La reazione del biglietto verde sembra più legata a una correzione da livelli di eccesso che a un cambiamento strutturale, soprattutto contro la sterlina. Diverso il discorso per lo yen giapponese, che deve fronteggiare dazi del 15% imposti dagli Stati Uniti: per compensarli, è necessario un deprezzamento dello JPY. Ogni 10% di aumento delle tariffe richiede un calo del 3% della valuta; ergo, lo yen dovrebbe perdere circa il 4,5% per attutire gli effetti dell’accordo commerciale.
In generale, il dollaro resta strutturalmente debole, al di là della correzione in atto, e potrebbe proseguire la sua corsa verso i target di medio termine: EUR/USD a 1,2350, GBP/USD a 1,4200 e USD/JPY a 140,00. Le valute oceaniche restano miste, ma tendono ancora a una certa debolezza contro il dollaro.
USA – ORDINI DI BENI DUREVOLI
Gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti sono diminuiti del 9,3% su base mensile, attestandosi a 311,84 miliardi di dollari a giugno 2025, invertendo il +16,5% registrato a maggio. Il dato, sebbene migliore delle attese, riflette un calo marcato negli ordini di mezzi di trasporto, in particolare aeromobili, componenti non destinati alla difesa e beni strumentali.
Escludendo i trasporti, i nuovi ordini sono aumentati dello 0,2%, mentre al netto della difesa l’incremento è stato solo dello 0,1%.
RUSSIA – GIÙ I TASSI
La Banca Centrale Russa ha tagliato il tasso di interesse di riferimento di 200 punti base, portandolo al 18% nella riunione di luglio 2025, in linea con le aspettative del mercato. L’istituto ha segnalato la possibilità di un ulteriore taglio entro l’anno.
Le pressioni disinflazionistiche si sono rivelate più forti del previsto, giustificando condizioni finanziarie più accomodanti per sostenere la crescita. L’inflazione annua si è attestata al 9,4% a giugno.
La banca ha inoltre evidenziato l’impatto crescente dei costi di indebitamento restrittivi, aggravato dall’apprezzamento del rublo e dal rallentamento dei consumi. Prosegue anche il rallentamento del mercato del lavoro, nonostante la contrazione della forza lavoro, dovuta in gran parte alla mobilitazione militare e alla conseguente diaspora di uomini in età lavorativa.
GERMANIA – IFO IN RIPRESA
L’indice Ifo sul clima aziendale in Germania è salito a 88,6 a luglio 2025, rispetto a 88,4 di giugno, segnando il valore più alto da maggio 2024. Tuttavia, il dato è leggermente inferiore alle attese del mercato (89,0), segnalando che il sentiment resta cauto e la ripresa economica procede a rilento.
Il miglioramento è stato trainato da un lieve aumento sia delle valutazioni correnti che delle aspettative. Il sentiment è migliorato tra produttori e costruttori, ma si è indebolito tra fornitori di servizi e commercianti.
SETTIMANA ENTRANTE – FED SOTTO LA LENTE
La prossima settimana sarà cruciale per i mercati. Gli investitori seguiranno da vicino i negoziati commerciali tra gli Stati Uniti e i partner chiave, in particolare l’UE, con l’avvicinarsi della scadenza del 1° agosto per l’introduzione di dazi reciproci.
Sarà anche la settimana più intensa per gli utili: Microsoft, Apple, Amazon e Meta pubblicheranno i risultati, insieme a Boeing, PayPal, Visa e Mastercard.
Tuttavia, il vero market mover sarà la decisione della Federal Reserve. Anche la Bank of Japan, la Bank of Canada e la Banca Centrale del Brasile prenderanno decisioni in materia di politica monetaria.
Sul fronte macro, il calendario statunitense è ricco: stima anticipata del PIL del secondo trimestre, rapporto sull’occupazione (NFP), PCE e ISM manifatturiero. In Europa, riflettori puntati su PIL e inflazione di Eurozona, Germania, Francia, Italia e Spagna. Attesi anche i PMI della Cina e i dati sul PIL di Messico, Taiwan, Hong Kong e Canada.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Eur/Usd: F.T.W. Power indica possibili continuazioniSe queste mie analisi ti sono utili ti prego di mettere un LIKE/BOOST all'articolo e seguire questo profilo.
Questo mi permetterà di continuare a fare questo lavoro gratuito.
Durante questa settimana sarà in osservazione speciale per mia l'operatività la coppia delle coppie del mercato valutario ovvero Eur/Usd.
Il cambio infatti ha leggermente ossigenato nelle ultime settimane per creare poi negli ultimi giorni uno dei miei segnali di trading preferiti ovvero una F.T.W. Power long con close al di sopra di zona 1,1700.
Da un punto di vista tecnico sarà importante che il mercato tenga area 1,1580 dove c'è stata una chiara respinta da parte dei compratori mentre da un punto di vista più operativo la mia idea sarà di seguire su time frame come il daily e il 4H l'evolversi della price action.
Conferme di trigger su livelli come area 1,1700/1,1650 potrebbero attivarmi sul mercato con un long: il grafico daily ha chiuso in modo estremamente interessante tra giovedì e venerdì andando a ritestare le zone calde.
Già dalle prime ore del mattino di lunedì quindi sarò operativo e vigile su euro-dollaro.
La convalida del setup weekly ( FTW Power ) si avrebbe con la rottura di 1,1790.
Il target iniziale di questa idea è 1,1900/1,1930 e successivamente 1,2160/1,2200.
Il fallimento della mia view lo avremo al di sotto di 1,1540.
Anche per oggi è tutto, vi auguro una buona domenica e un buon TRADING SIMPLE!