Strategie di TREND FOLLOWING: come rendere "operativo" VWOB/IEFBuongiorno a tutti. L’analisi di oggi mira a dimostrare come un indice di sentiment possa essere applicato in un contesto operativo, in particolare come indicatore per le strategie di trend following. L’indicatore in questione è VWOB/IEF, di cui ho discusso nelle mie due ultime analisi, disponibili ai link seguenti.
Se avete domande o se qualche concetto non è chiaro, non esitate a lasciare un commento. Buona lettura!
1. VWOB/IEF È UN INDICE DI SENTIMENT SULL’ECONOMIA GLOBALE
Iniziamo il primo paragrafo con un breve riassunto sull’indice di sentiment VWOB/IEF: si tratta di un indice di forza che si ottiene dividendo il prezzo di un ETF, composto da obbligazioni governative emesse da vari Paesi emergenti (VWOB), per il prezzo di un ETF composto da obbligazioni governative emesse dagli Stati Uniti d’America (IEF). La differenza tra i due ETF risiede nel diverso grado di rischio: il VWOB presenta un rischio maggiore, mentre l’IEF un rischio minore, dato che circa il 45% dei bond nel VWOB ha un rating speculativo, inferiore alla tripla B, mentre il 100% dei bond nell’IEF ha un rating investment grade, pari alla doppia A.
Come abbiamo spiegato nell’analisi precedente, l’indice è importante perché misura le aspettative degli investitori sull’economia globale, essendo fortemente correlato al PMI composito globale, come illustrato nel grafico successivo.
La correlazione positiva tra l’indice di sentiment VWOB/IEF e il PMI composito globale. Grafico mensile
Dal grafico, si può notare che un indice VWOB/IEF in rialzo indica aspettative di crescita economica, mentre un indice in ribasso indica aspettative di decrescita economica. Di recente, l’indice si è mantenuto in territorio rialzista, segno di aspettative positive da parte degli investitori. In particolare, dal 9 ottobre 2023, l’indice ha mostrato un nuovo impulso rialzista, suggerendo che, al momento, gli operatori di mercato non prevedono una recessione imminente.
VWOB/IEF è rialzista: gli investitori non intravedono una recessione all’orizzonte. Grafico giornaliero
2. VWOB/IEF E MERCATO AZIONARIO GLOBALE
Nell’analisi precedente, abbiamo specificato che le fasi di crescita economica sono conosciute come fasi di “risk on”, in cui gli investitori sono più disposti a correre rischi. Al contrario, le fasi di decrescita economica sono chiamate fasi di “risk off”, in cui gli investitori, avendo un’avversione al rischio, tendono a investire in asset che possono proteggere il loro capitale. Di conseguenza, quando l’indice VWOB/IEF e la propensione al rischio aumentano, dovrebbe aumentare anche il mercato azionario, poiché è considerato l’asset class più rischiosa. Questo concetto è confermato dal grafico successivo, che mostra una correlazione positiva tra l’indice e l’iShares MSCI World Index Fund, dal ticker “URTH”.
La correlazione positiva tra VWOB/IEF e iShares MSCI World Index Fund (URTH). Grafico settimanale
La correlazione positiva tra l’indice azionario e l’indice di sentiment può essere facilmente spiegata:
• Quando l’economia cresce, la domanda e i consumi dei consumatori tendono ad aumentare. Questo incremento della spesa porta le aziende a registrare un aumento dei volumi di vendita, che si traduce in un aumento degli utili societari. Man mano che gli utili delle aziende si rafforzano, queste diventano più attraenti per gli investitori. Di conseguenza, gli investitori tendono ad acquistare azioni di queste aziende, causando un aumento del prezzo delle loro azioni sul mercato borsistico
Per coloro che si domandano perché ho citato il noto MSCI World invece dell’S&P500 o dello STOXX 600, la ragione è che stiamo discutendo di “economia globale” e, per rimanere in tema, ho scelto un indice azionario globale. Tuttavia, è importante ricordare che investire nell’MSCI World significa investire in un indice che è composto per il 70% da società statunitensi, come confermato dal grafico successivo.
Ponderazione geografica dell’ETF iShares MSCI World. Fonte: iShares
3. VWOB/IEF E SETTORI AZIONARI GLOBALI
Quindi, abbiamo osservato che un aumento dell’indice VWOB/IEF corrisponde a un rafforzamento del mercato azionario globale. Tuttavia, è importante notare che questo mercato è tipicamente suddiviso in 11 settori, in particolare quelli ciclici, i cui utili sono strettamente legati alle condizioni economiche, e quelli non ciclici, i cui utili non dipendono dalla fase specifica del ciclo economico.
Ciò significa che, quando l’indice VWOB/IEF è in rialzo, i settori ciclici (come i consumi discrezionali, la tecnologia e i materiali di base) tendono a essere più forti rispetto ai settori difensivi (come i beni di prima necessità). Questo concetto è illustrato nelle tre grafiche seguenti.
La correlazione positiva tra VWOB/IEF e RXI/KXI (MSCI World beni discrezionali/MSCI World beni di prima necessità). Grafico settimanale
La correlazione positiva tra VWOB/IEF e IXN/KXI (MSCI World Tech/MSCI World beni di prima necessità). Grafico settimanale
La correlazione positiva tra VWOB/IEF e MXI/KXI (MSCI World materiali di base/MSCI World beni di prima necessità). Grafico settimanale
Le grafiche illustrate precedentemente evidenziano un aspetto fondamentale: quando gli investitori prevedono una crescita economica, tendono a concentrarsi sugli acquisti di asset class rischiose, come il mercato azionario. In particolare, si concentrano sui settori ciclici, che hanno la capacità di sovraperformare i settori difensivi in un contesto definito di “risk on”.
4. STRATEGIE DI TREND FOLLOWING: COME RENDERE OPERATIVO UN INDICE DI SENTIMENT
L’indice di sentiment VWOB/IEF può essere impiegato come indicatore operativo per le strategie di trend following, cioè come un indice che guida le nostre decisioni di trading o investimento.
Abbiamo precedentemente osservato che, quando VWOB/IEF è in rialzo, i settori ciclici come RXI tendono a fornire buone performance. Tuttavia, il settore globale dei consumi discrezionali è in ribasso nell’ultimo periodo, in particolare dal 14 luglio. Potremmo quindi pensare di cercare operazioni short? La risposta è no, poiché l’indice di sentiment suggerisce aspettative di crescita economica (dato che è in rialzo). Potremmo quindi attendere un segnale tecnico di inversione di tendenza di breve termine su RXI, come un modello testa e spalle, e poi entrare ipoteticamente in acquisto al re-test della presunta neckline (a condizione che VWOB/IEF rimanga in tendenza rialzista); tutto questo è mostrato nell’ipotesi della figura successiva.
Ipotesi 1. Grafico giornaliero
Osserviamo ora la figura successiva:
Ipotesi 2. Grafico giornaliero
Supponiamo che l’indice VWOB/IEF, dopo aver mostrato un impulso rialzista, inizi una fase di lateralizzazione. In questo scenario, non fornirebbe segnali long su RXI. Il primo segnale di acquisto potrebbe presentarsi con il breakout rialzista del rettangolo di consolidamento. Tuttavia, potremmo decidere di non aprire alcuna posizione long su RXI, ma di considerare il movimento come un avviso. Un’ipotetica prima entrata su RXI potrebbe avvenire al secondo segnale long ricevuto, a condizione che anche RXI fornisca un segnale di entrata! Un terzo segnale long rappresenterebbe un ulteriore avviso, mentre al quarto segnale potremmo decidere di aprire una nuova operazione long, e così via, seguendo una strategia di trend following.
Concludiamo dicendo che l’indice VWOB/IEF può essere utile non solo per studiare le aspettative degli investitori riguardo al ciclo economico, ma anche per identificare opportunità di acquisto o vendita su asset correlati, come RXI. Può essere utile anche per gestire le emozioni; immaginate che un’operazione inizi a non andare come previsto: in quel momento potreste essere assaliti dall’ansia di aver commesso un errore. Tuttavia, se l’indice di sentiment è a vostro “favore”, potreste ritenere di aver individuato il contesto giusto in cui l’asset scelto per la vostra operazione dovrebbe performare bene. In questo caso, avendo una certezza in più, avrete una preoccupazione in meno e potrete gestire le operazioni in modo più razionale.
A presto!
Idee operative VWOB
Gli investitori NON prevedono una recessione globaleBuongiorno a tutti. L’obiettivo dell’analisi è quello di presentare un grafico, specificamente un indice di forza, per dimostrare che, al momento, gli investitori non prevedono una recessione all’orizzonte. Questa analisi è un’estensione dell’ultima condivisa, che potete trovare al link:
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Buona lettura a tutti e, in caso di domande, non esitate a lasciare un commento.
1. LA DIFFERENZA TRA OBBLIGAZIONI STATUNITENSI E DEI MERCATI EMERGENTI
Nell’ultimo paragrafo dell’analisi precedente, abbiamo esaminato le differenze tra le obbligazioni governative statunitensi, rappresentate dall’ETF di iShares con ticker “IEF”, e quelle dei mercati emergenti, rappresentate dall’ETF di Vanguard con ticker “VWOB”. La principale differenza tra questi due ETF risiede nella qualità del credito: tutte le obbligazioni nell’ETF IEF hanno un rating AA (doppia A), mentre il 44,9% delle obbligazioni nell’ETF VWOB ha un rating speculativo, inferiore alla BBB (tripla B).
I titoli a basso rischio vengono generalmente acquistati in periodi economici sfavorevoli (fasi di “risk off”), poiché offrono una protezione del capitale degli investitori. Non a caso, i titoli del tesoro americano sono considerati beni rifugio. Al contrario, i titoli ad alto rischio vengono acquistati in periodi economici favorevoli (fasi di “risk on”), poiché offrono rendimenti più elevati.
Questo concetto è illustrato nelle due grafiche seguenti, che mostrano la correlazione tra i due ETF e l’indice PMI composito globale (che include i settori manifatturiero e dei servizi). Questo dato macroeconomico è in grado di riflettere la forza dell’economia mondiale.
Le obbligazioni governative dei mercati emergenti tendono ad apprezzarsi in contesti economici favorevoli, di risk on. Grafico mensile
Le obbligazioni governative statunitensi tendono ad apprezzarsi in contesti economici non favorevoli, di risk off. Grafico mensile
2. I LIMITI DEL DATO MACROECOMICO E LA POTENZIALITA’ DELL’INDICE VWOB/IEF
Sebbene i dati macroeconomici siano affidabili, presentano un limite: vengono comunicati solo mensilmente. È noto che, nel breve termine, i mercati possono cambiare rapidamente le loro previsioni per i mesi successivi. Prendiamo ad esempio le numerose tematiche che si sono susseguite negli ultimi due anni negli Stati Uniti: un mese il mercato saliva prezzando una FED meno aggressiva, mentre il mese successivo prezzando un soft landing; il mese successivo scendeva scontando una recessione e la settimana successiva perché prevedeva che i tassi di interesse sarebbero rimasti alti per un periodo più lungo.
Il limite di un dato macroeconomico risiede proprio in questo: non è in grado di catturare tempestivamente il sentiment del mercato. Un altro aspetto da considerare è che l’indice PMI riflette il sentiment dei direttori degli acquisti.
Pertanto, c’è la necessità di costruire un indice di sentiment che possa catturare tempestivamente le emozioni degli investitori. Questo indice è rappresentato dal rapporto VWOB/IEF, che descriveremo ora.
Questo indice si basa sulle operazioni di acquisto e vendita delle obbligazioni dei due ETF, riflettendo così le aspettative del mercato. In particolare:
• Se VWOB sovraperforma IEF, l’indice di forza sale, indicando che il mercato prevede condizioni economiche positive
• Al contrario, se IEF sovraperforma VWOB, il mercato si rifugia in obbligazioni più sicure rispetto a quelle rischiose, poiché prevede condizioni economiche negative
La validità di questo indice di sentiment è confermata dalla correlazione positiva che si può osservare nel grafico seguente, che lo confronta con l’indice PMI composito globale.ù
La correlazione positiva tra l’indice di sentiment VWOB/IEF e il PMI composito globale. Grafico mensile
Un’ulteriore validazione della sua efficacia è la correlazione positiva che mostra con un altro indice ampiamente utilizzato dagli operatori per valutare la salute dell’economia globale: il rapporto rame/oro.
La correlazione positiva tra l’indice di sentiment VWOB/IEF e copper/gold ratio. Grafico settimanale
3. GLI INVESTITORI NON PREVEDONO UNA RECESSIONE GLOBALE
Osserviamo nella grafica successiva l’indice VWOB/IEF:
Analisi tecnica VWOB/IEF. Grafico giornaliero
Dopo il crollo dei mercati nel 2020, gli investitori hanno anticipato una ripresa economica seguita da un’espansione. Tuttavia, a partire dal picco del 25 giugno 2021, la situazione è cambiata: le obbligazioni più sicure hanno iniziato a superare quelle ad alto rischio, segnalando le aspettative del mercato di un rallentamento economico che, in effetti, si è verificato. Il 14 luglio 2022 c’è stato un nuovo cambio di scenario, con l’indice di sentiment che è diventato rialzista, indicando aspettative di crescita economica.
E cosa prevedono i mercati oggi? Lo scopriremo nella prossima grafica.
VWOB/IEF è rialzista: gli investitori non intravedono una recessione all’orizzonte. Grafico giornaliero
L’indice ha mostrato un trend rialzista dal 14 maggio 2023, nonostante abbia raggiunto un picco relativo il 31 luglio prima di ritracciare. Questo ritracciamento ha trovato un minimo tra i livelli di Fibonacci 0.38 e 0.618; da quel minimo, raggiunto il 9 ottobre 2023, l’indice è rimbalzato al rialzo.
Possiamo quindi affermare che, al momento, gli investitori non prevedono una recessione globale all’orizzonte. Questa aspettativa potrebbe cambiare se l’indice dovesse rompere al ribasso il minimo precedente e, successivamente, il livello 0.618; se invece dovesse tornare ai valori del 31 luglio e superarli al rialzo, avremmo una ulteriore conferma della propensione al rischio degli investitori.
E voi, cosa ne pensate? Avete un’opinione diversa? Fatemelo sapere nei commenti.
Se desiderate che implementi questo indice di sentiment in un’ottica di investimento, non esitate a contattarmi.
A presto!
OBBLIGAZIONI EMERGENTI: una scelta di investimento vantaggiosa?Buongiorno a tutti. L’analisi di oggi si concentra sulle obbligazioni dei paesi emergenti, con l’obiettivo di determinare se rappresentano una scelta di investimento vantaggiosa o meno. Esamineremo le variabili che caratterizzano queste obbligazioni per rispondere a questa domanda.
Buona lettura a tutti e, in caso di domande, non esitate a lasciare un commento.
1. VANGUARD EMERGING MARKETS GOVT BOND
L’ETF preso in studio è il Vanguard Emerging Markets Government Bond ETF, identificato dal ticker VWOB, con una duration di 6.9 anni, come mostrato nella figura sottostante.
Vanguard Emerging Markets Government Bond ETF. Grafico settimanale
Le grafiche successive illustrano la sua esposizione geografica, la qualità delle obbligazioni in esso contenute e la loro scadenza media.
Esposizione geografica dell’ETF. Fonte: Vanguard
Rating del credito dell’ETF. Fonte: Vanguard
Scadenza delle obbligazioni. Fonte: Vanguard
Un dato importante da tenere in considerazione per il proseguo dell’analisi è che il 44.9% del paniere totale dell’ETF è costituito da obbligazioni con un rating inferiore alla tripla B (BBB).
2. ANALISI TECNICA VWOB
Osserviamo la grafica successiva.
Analisi tecnica VWOB. Grafico giornaliero
A partire dal 2 febbraio 2023, il prezzo dell’ETF ha iniziato una tendenza ribassista, oscillando tra un supporto statico a 60.3$ e una resistenza dinamica. Questo movimento ha creato un modello di analisi tecnica ribassista, un triangolo discendente. Il 21 settembre, il prezzo ha rotto al ribasso questo modello, innescando un ulteriore calo. Da quel momento, si è formato un modello rialzista, un doppio minimo, con il prezzo che ha confermato quest’ultimo rompendo al rialzo la neckline. In sintesi, l’ETF ha mostrato una tendenza ribassista dall’inizio dell’anno, ma nel brevissimo termine ha fornito segnali rialzisti.
3. VWOB E DOLLARO AMERICANO: LA CORRELAZIONE DA CONOSCERE
Il motivo per cui l’ETF obbligazionario sui paesi emergenti ha mostrato un rialzo, dopo la formazione di un doppio minimo di inversione, è illustrato nel grafico seguente: la sua correlazione negativa con il dollaro americano. Infatti, quando il dollaro americano ha iniziato a seguire un trend ribassista all’inizio di ottobre, l’ETF ha guadagnato la spinta necessaria per invertire la tendenza al rialzo.
La correlazione fortemente negativa tra VWOB e dollaro americano. Grafico giornaliero
È fondamentale sottolineare che i Paesi emergenti sono fortemente influenzati dal dollaro americano. La correlazione negativa mostrata nel grafico precedente può essere estesa anche a un intervallo di tempo molto più ampio.
La correlazione negativa tra VWOB e dollaro americano su timeframe settimanale
La correlazione tra i paesi emergenti e il dollaro americano è facilmente spiegabile: come i paesi più sviluppati, anche i paesi emergenti emettono obbligazioni come fonte di finanziamento. Tuttavia, le valute in cui sono denominate le obbligazioni emergenti presentano un problema di forte volatilità, come illustrato nelle due grafiche successive.
La grande volatilità del tasso di cambio USD/BRL (dollaro americano/real brasiliano). Grafico giornaliero
La grande volatilità del tasso di cambio COP/EUR (peso colombiano/euro). Grafico giornaliero
Se i paesi emergenti emettono le loro obbligazioni in valuta locale, come in peso colombiani o in real brasiliani, devono offrire rendimenti molto alti a causa del “rischio di cambio”. Questo rischio indica che più la valuta in cui è denominato il bond si deprezza rispetto alla valuta detenuta dal creditore, più alto è il rischio di cambio per l’investitore.
A causa di questo rischio e della volatilità dei tassi di cambio, come mostrato nelle due grafiche precedenti, gli investitori potrebbero essere riluttanti ad acquistare bond in valuta emergente. Pertanto, i paesi emergenti emettono obbligazioni denominate in dollari americani, assumendosi il rischio di cambio, rendendo così le obbligazioni più attraenti per gli investitori.
Tuttavia, quando il dollaro si rafforza rispetto alle valute “deboli”, i paesi emergenti devono pagare interessi più elevati, poiché necessitano di più valuta emergente per coprire la svalutazione. Di conseguenza, il debito diventa più oneroso da rimborsare in termini di valuta locale e, da qui, deriva la correlazione inversa tra VWOB e il dollaro americano.
4. DOLLARO AMERICANO E POLITICA MONETARIA
Pare quindi che le performance delle obbligazioni dei paesi emergenti siano strettamente correlate alle performance del dollaro, sia attuali che future. Per valutare se questi bond possano rappresentare un’opportunità, è fondamentale comprendere la dinamica che attualmente e nelle prossime settimane influenzerà il dollaro americano: la Federal Reserve.
Come si può osservare nel grafico seguente, esiste una correlazione positiva tra LQDH/LQD e il dollaro. Questo implica che, quando le aspettative di una politica monetaria più restrittiva si rafforzano, anche il dollaro si rafforza, mentre si indebolisce nel caso opposto.
La correlazione positiva tra aspettative di politica monetaria e dollaro americano. Grafico giornaliero
Ho trattato in maniera più approfondita l’indice LQDH/LQD nell’analisi precedente, reperibile al link:
È importante notare che l’indice tende a salire quando la politica monetaria si inasprisce, mentre tende a scendere quando i tassi di interesse vengono ridotti. Come si può vedere nell’immagine seguente, l’indice solitamente anticipa le mosse della Federal Reserve. Questo perché è basato sul sentiment degli investitori che, attraverso l’acquisto e la vendita di LQDH e LQD, esprimono le loro aspettative.
La correlazione positiva tra LQDH/LQD e tassi di interesse. Grafico giornaliero
Ritornando al nostro argomento, come illustrato nel grafico successivo, la recente debolezza del dollaro è stata scatenata dalla convinzione degli investitori che la FED sarà meno “hawkish” nel prossimo periodo. La rottura al ribasso della trendline rialzista di LQDH/LQD è avvenuta in seguito alle dichiarazioni di J. Powell nel meeting del 1° novembre scorso.
Le recenti prestazioni negative di LQDH/LQD e del dollaro americano. Grafico giornaliero
Sarebbe quindi saggio tenere d’occhio LQDH/LQD: se continuerà la sua tendenza ribassista, è probabile che il dollaro seguirà la stessa tendenza, a patto che il coefficiente di correlazione si mantenga in territorio positivo. In tal caso, e in base ai concetti discussi, anche i bond governativi emergenti dovrebbero registrare buone performance. Pertanto, la prospettiva a breve termine è positiva, ulteriormente supportata dall’andamento rialzista dell’ETF. Ma a medio termine?
5. OBBLIGAZIONI EMERGENTI NEL MEDIO TERMINE: E SE FOSSE RECESSIONE?
Tra gli scenari possibili per il prossimo anno, c’è la possibilità di una recessione. Le obbligazioni occupano uno dei posti più bassi nella scala del rischio: sono infatti tra le classi di asset più sicure, ma meno redditizie. Quindi, in caso di recessione, gli investitori potrebbero cercare rifugio acquistandole. Ma vale lo stesso per le obbligazioni dei paesi emergenti, in particolare per i bond contenuti nell’ETF VWOB? Per rispondere a questa domanda, consideriamo il grafico seguente, che mostra la performance dell’ETF durante il crollo del mercato innescato dalla pandemia nel 2020:
Il crollo dell’ETF VWOB nel 2020. Grafico giornaliero
L’ETF ha subito un calo di quasi il 30%. Perché le obbligazioni non sono state acquistate, ma vendute in modo significativo? La risposta è semplice: non tutte le obbligazioni sono uguali o, almeno, sicure. Esistono obbligazioni più rischiose, meno rischiose, più redditizie e meno redditizie. Le obbligazioni contenute nell’ETF sono rischiose e redditizie: infatti, come abbiamo osservato in una delle figure del primo paragrafo, il 44.9% di esse ha un rating inferiore a BBB e, per lo stesso motivo, sono considerate speculative (high yield). Durante una recessione, gli investitori tendono ad acquistare asset a basso rischio, come l’oro e le obbligazioni sovrane “sicure” come il Bund tedesco o i Treasury americani! Un ulteriore aspetto da considerare è rappresentato nel grafico seguente.
Il dollaro tende ad apprezzarsi in contesti di avversione al rischio a causa dell’aumento della sua domanda, penalizzando in questo modo le performance delle obbligazioni dei Paesi emergenti. Grafico giornaliero
Durante periodi di instabilità economica e finanziaria, il dollaro tende ad apprezzarsi a causa dell’aumento della domanda da parte degli investitori. Questi ultimi, infatti, vendono la loro valuta per acquistare dollari americani, necessari per l’acquisto di asset rifugio come i Treasury americani. Più il dollaro si rafforza, più i mercati emergenti tendono a soffrire a causa dell’aumento del costo degli interessi sul debito.
L’ETF VWOB, data la sua natura rischiosa, tende a registrare buone performance durante periodi economici favorevoli, caratterizzati da una maggiore propensione al rischio da parte degli investitori. Infatti, come illustrato nel grafico seguente, esiste una correlazione positiva tra l’ETF e l’indice PMI composito misurato a livello globale.
Le obbligazioni governative dei mercati emergenti tendono ad apprezzarsi in contesti economici favorevoli. Grafico mensile
Al contrario, i Treasury americani, essendo a basso rischio, tendono ad apprezzarsi durante periodi economici sfavorevoli. Questo spiega la correlazione inversa mostrata nel grafico seguente tra l’ETF IEF, che replica il movimento dei titoli di stato americani con scadenza tra 7 e 10 anni, e l’indice PMI composito globale.
Le obbligazioni governative statunitensi tendono ad apprezzarsi in contesti economici non favorevoli. Grafico mensile
E, curiosamente, quando è che il dollaro tende a registrare le migliori performance? Proprio durante il rallentamento dell’economia globale:
Il dollaro e il PMI composito globale sono legati da una correlazione inversa. Grafico mensile
Concludiamo l’analisi affermando che, nel breve termine, VWOB potrebbe registrare buone performance grazie alle aspettative di una politica monetaria meno “hawkish”. Tuttavia, nel medio termine, le sue prestazioni saranno sicuramente influenzate dalle aspettative di recessione del mercato. Per monitorare queste aspettative a livello globale… beh, aspettate qualche giorno, perché sarà l’argomento della prossima analisi. A presto!