Crash da 6 Trilioni nel Mercato Cinese: Implicazioni GlobaliIl mercato azionario cinese ha recentemente subito una delle sue peggiori crisi, con una perdita di valore che si aggira intorno ai 6 trilioni di dollari in soli tre anni. Questo crollo non solo ha scosso gli investitori locali, ma ha anche sollevato preoccupanti domande sulla stabilità dell'economia cinese, una delle più grandi a livello mondiale. Questo articolo intende esaminare le cause, le implicazioni e le possibili prospettive future di questa situazione, offrendo agli investitori internazionali un'analisi dettagliata per navigare in queste acque turbolente.
Analisi del Crollo del Mercato Azionario:
Il CSI 300, che rappresenta le maggiori aziende quotate in Cina, ha subito un crollo del 40% nel suo valore. Questa drastica diminuzione segnala un profondo senso di incertezza e sfiducia tra gli investitori. Mentre il governo cinese ha risposto con un pacchetto di soccorso di 280 miliardi di dollari e una riduzione del rapporto di riserva bancaria, l'efficacia di queste misure è stata accolta con un marcato scetticismo. Gli investitori, sia domestici che internazionali, esprimono dubbi sulla capacità di queste iniziative di generare una ripresa sostenibile e duratura.
Problemi Economici Oltre il Mercato Azionario:
La crisi del mercato azionario è solo la punta dell'iceberg. La Cina affronta una crisi immobiliare prolungata, con un mercato immobiliare precedentemente considerato il motore dell'economia che ora mostra segni di stallo e declino. Inoltre, la Cina si trova ad affrontare una sfida demografica senza precedenti, con una popolazione in invecchiamento e un tasso di natalità in calo. Questi fattori, combinati con le crescenti tensioni commerciali a livello globale, creano un panorama economico incerto che va ben oltre la volatilità del mercato azionario.
Cambiamenti nella Politica Economica Cinese:
A differenza del suo approccio nel 2015, il governo cinese sta ora evitando di affidarsi a stimoli economici basati sul debito, specialmente nel settore immobiliare, un tempo considerato il pilastro della crescita economica cinese. Questo cambiamento di strategia ha portato a una contrazione del credito, aggravando l'attuale recessione. In questo contesto, la Cina sta cercando di bilanciare la necessità di stabilizzare il mercato azionario con l'obiettivo a lungo termine di promuovere una crescita economica più sostenibile e meno dipendente dal debito.
Implicazioni Globali e Preoccupazioni a Lungo Termine:
Con l'economia cinese in una fase di incertezza, emergono interrogativi sulla sua capacità di mantenere il suo status di potenza economica globale. L'aumento delle restrizioni governative sull'informazione economica solleva ulteriori preoccupazioni sulla trasparenza e la veridicità dei dati economici ufficiali. Queste incertezze pongono dubbi significativi non solo sulla posizione attuale dell'economia cinese, ma anche sulle sue prospettive future di superare l'economia statunitense.
Di fronte a questa complessità, è essenziale per gli investitori globali adottare un approccio cauto e informato. Mentre il governo cinese potrebbe adottare misure per stabilizzare il mercato a breve termine, il percorso verso una ripresa economica sostenibile appare lungo e incerto. Gli investitori dovrebbero monitorare attentamente gli sviluppi futuri, specialmente le politiche economiche e le riforme annunciate dal governo cinese. Questi fattori saranno cruciali per valutare le prospettive a medio e lungo termine dell'economia cinese e, di conseguenza, per prendere decisioni di investimento ponderate.
Idee operative 000300
WisdomTree - Tactical Daily Update - 14.08.2023Prezzi alla produzione (PPI) Usa smettono di scendere? da confermare.
La debole ripresa cinese peggiora la prospettiva di crescita globale.
Domani un’importante quantita’ di dati macro cinesi: watch-out!
In calo, “finalmente”☺, l’incrollabile fiducia dei consumatori Usa.
L'aumento oltre le attese dei prezzi alla produzione (PPI) negli Usa tolgono ottimismo alle Borse poiche’ confermano quanto sia difficile rallentare il passo dell'inflazione anche dopo i numerosi, ravvicinati e cospicui aumenti del costo del denaro operati dalle banche centrali.
Il fronte macro non supporta una view positiva e i dati di luglio riguardanti Europa e Cina sono altalenanti, testimoniano un passo quanto meno incerto della crescita. La seduta di venerdi’ 11, in calo per tutti i listini europei, riflette proprio queste incertezze.
Parigi ha perso -1,26%, similmente a Londra, -1,25%, dove le azioni più sensibili all’andamento delle esportazioni hanno sofferto dell'apprezzamento della Sterlina seguito al dato migliore alle attese del GDP (Prodotto interno lordo) britannico nel 2’ trimestre. Negative anche Francoforte e Milano, con -1,05%.
Sull'intera settimana Milano è stata la peggiore borsa in Europa, a causa del crollo del -2,2% di martedì 8 agosto, solo in parte recuperato nelle giornate successive, e causato dall'annuncio del Governo di voler imporre alle banche una nuova tassa sull'incremento del margine di interesse realizzato negli anni 2022 e 2023 rispetto agli esercizi precedenti.
Wall Street ha recuperato sul finale parte delle perdite registrate nelle fasi iniziali, chiudendo comunque in calo: Dow Jones -0,30%, Nasdaq -0,68%, S&P500 -0,10%.
In generale i mercati finanziari restano in attesa delle decisioni che le banche centrali Usa (Federal Reserve-FED) ed Europea (ECB) vorranno prendere a settembre nei loro prossimi meeting di poltica monetaria. Da cio’ discende un monitoraggio serrato ed uno sforzo interpretativo di ogni dato relativo ai prezzi al consumo ed alla produzione.
Ad esempio, venerdi’ 11 negli Usa e’ stato pubblicato quello riguardante la variazione dei prezzi alla produzione di luglio, aumentati +0,3% rispetto al mese precedente, cioe’ sopra le attese di +0,2%, segnando il piu’ forte aumento da gennaio. Il dato "core", ovvero calcolato al netto delle componenti più volatili di cibo ed energia, e’ salito +0,2% rispetto a giugno, come previsto.
Nella variazione “anno su anno” i prezzi sono cresciuti +0,8%, in rialzo rispeto al +0,2% di giugno, mentre il dato “core” e’ aumento +2,7%, come nel mese precedente. Ricordiamo che i prezzi al consumo (CPI) in Usa di luglio, pubblicati giovedì 10, eran risultati graditi al mercato perche’ il +3,2% annuale risultava migliore delle attese di +3,3%.
Il dato CPI "core" a luglio e' cresciuto +4,7% annuale (+0,2% mensile), rallentando rispetto al +4,8% di giugno, ma restando lontano dal 2% dell'obiettivo della FED.
A fine settembre avra’ luogo il prossimo FOMC (Federal Open Market Committee), il Comittao di politica monetaria della Federal Reserve e, secondo il FedWatch Tool di Cme Group, c'e' oltre il 90% di probabilità che la Banca centrale lasci i tassi d'interesse incariati all’intervallo 5,25%-5,5%.
Nel frattempo, restando negli Usa, pare in calo l’ottmismo dei consumatori: ad agosto, l'indice sulla fiducia calcolato mensilmente dall'Università del Michigan è sceso a 71,2 punti, dai 71,6 registrati il mese precenete, tradendo le attese di un rialzo a 71,7.
In Europa, venerdi’ 11, si e’ respirata un’aria da vacanze estive anche sul mercato obbligazionario, dove e’ quasi immobile lo spread di rendimento tra BTp decennali italiani ed omologhi Bund tedeschi attorno a 163 punti base, accompagnato tuttavia dal rialzo del rendimento del BTp benchmark a 4,25%, da 4,14% di giovedì 10.
Sul mercato valutario si e’ notato un tentativo di recupero del Dollaro Usa sull’Euro, sino a 1,095, dopo i dati sui prezzi alla produzione in lieve ascesa. L’Euro perde leggermente terreno anche verso Yen giapponese a 158,8, mentre il cross Dollaro/Yen e' attorno a 145,0, da 144,7, vicinissimo al massimo del 2023.
Perde slancio il rafforzamento della Sterlina britannica, che vale 0,86 contro Euro e si e’ notevolmente indebolito il Rublo russo che segna 101,0 verso Eur e 110,9 vs USDollar.
Le Borse europee hanno aperto incerte la seduta deboli, di dati macro cinesi di luglio sulle vendite al dettaglio, sulla produzione industriale e sul tasso di disoccupazione che saranno pubblicati domani.
Le Borse dell’Asia-Pacifico hanno chiuso in maggioranza in calo stamattina, 14 agosto. Tokyo -1,27%, ancora piu’ debole Hong Kong, -2,1% e in calo anche Shanghai -0,3%, Shenzhen, -0,5%, Seul -0,8% e Mumbai -0,30%.
L'andamento congiunturale dell'economica cinese e’ chiaramente debole e deludente sul fronte degli scambi commerciali, della produzione industriale, della domanda di materie prima.
A cio’ si agiungono le persistenti difficolta’ del comparto immobiliare, testimoniate dalla crisi finanziaria di Country Garden Holding, la cui azione ha perso -16% in chiusura.
Sul fronte delle materie prime energetiche, segnaliamo il leggero calo del prezzo del petrolio, col Wti (greggio di riferimento Usa) in calo del -0,4% a 82,8 Dollari/barile.
A fine mattinata le borse europee provano a riscattarsi dai cali generalizzati della scorsa settimane, e guadagnano mediamente +0,6% com Milano la migliore, +0,9%. (ore 13.00 CET).
Qualche segnale di “risk-on mood” emerge anche dai future su Wall Street, che indicano riaperture positive di circa +0,5% rispetto alle chiusure di venerdi’ 11. (ore 13.30 CET)
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CINA: I MIGLIORI SETTORI DEL MERCATO AZIONARIOBuongiorno. Dopo aver illustrato attraverso un’analisi con l’aiuto di svariati grafici tecnici la superiorità che il mercato azionario cinese sta mostrando nei paragoni di Stati Uniti ed Europa, che potete leggere al link:
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Stamani voglio mostrarvi con l’aiuto di diversi indici di forza relativa quali sono i migliori settori all’interno dello stesso mercato cinese.
Per qualsiasi domanda commentate. Buona lettura!
QUALI SONO I SETTORI CHE SOVRAPERFORMANO IL CSI300?
Come capire quali sono i migliori settori del mercato cinese? E’ piuttosto semplice, in quanto ci viene in aiuto l’analisi intermarket: si vanno a creare degli indici di forza relativa con lo scopo di paragonare i diversi settori azionari di una nazione con il loro benchmark di riferimento che, trattandosi di Cina, non è altro che il CSI300. I settori che sovraperformano l’indice di riferimento sono da considerare i “migliori”, quelli che sottoperformano lo stesso sono da considerare “deboli”.
• SETTORE TECNOLOGICO VS CSI300
Come potete osservare in alto a sinistra della grafica, abbiamo l’etf “CHIK” del settore tecnologico dell’indice di forza al numeratore e l’etf “000300” del CSI300 al denominatore dello stesso indice: questo significa che quando la linea di prezzo si muove al rialzo, è il settore tecnologico a sovraperformare il benchmark di riferimento; viceversa, con una linea di prezzo in ribasso, sarà il benchmark a sovraperformare il settore. Questa piccola precisazione appena fatta sarà valida per tutti gli indici di forza che osserverete in questa analisi.
Tornando a noi, possiamo osservare come il settore tech stia sovraperformando il benchmark da più di un mese a questa parte; per questo motivo, possiamo considerare lo stesso come uno dei migliori settori.
• SETTORE DEI BENI CICLICI VS CSI300
Il settore dei beni ciclici sovraperforma il rifermento da addirittura un mese e mezzo circa, dall’11 marzo 2022; ne consegue dunque una grande forza, superiore al settore tech. Il settore ciclico è da annoverare tra i migliori.
• SETTORE ENERGETICO VS CSI300
Guardando la grafica avrete già la risposta: il settore energetico sovraperforma il CSI300 da più di un anno. Le due trendline rialziste di color rosso continua e tratteggiata ne sono la prova.
Il settore energetico rientra dunque tra i migliori settori dell’azionario cinese.
• SETTORE IMMOBILIARE VS CSI300
Il settore del real estate non riesce a sovraperformare il benchmark. Questo è dimostrato dal trend discendente dell’indice di forza a testimoniare una debolezza relativa dell’immobiliare; per questo motivo lo stesso non verrà preso in considerazione per la scelta dei migliori settori.
• SETTORE UTILITY VS CSI300
Stesso discorso anche per il settore utility: non verrà preso in considerazione in quanto l’indice di forza testimonia il fatto che il settore non sta sovraperformando il benchmark.
• SETTORE INDUSTRIALE VS CSI300
Anche il settore industriale non verrà preso in considerazione per la scelta dei settori migliori. La sua debolezza rispetto al CSI300 è ben definita dal canale parallelo discendente sull’indice di forza.
• SETTORE DEI BENI PRIMARI VS CSI300
Il grafico di prezzo non indica una vera e propria forza del settore dei beni primari rispetto al CSI300. Tuttavia, i due minimi rialzisti consecutivi e il triangolo ascendente potrebbero suggerire il fatto che i titoli del settore consumer staples possano continuare a performare bene (essendo i segnali tecnici rialzisti); per questo motivo, il settore può essere considerato, a parer mio, tra i migliori.
• SETTORE HEALTHCARE VS CSI300
Anche il settore healtcare rientra tra i migliori settori vista la sovraperformance, seppur debole, rispetto al CSI300 iniziata il 9 maggio 2022.
• SETTORE FINANZIARIO VS CSI300
Grande debolezza del settore finance rispetto al CSI300, denotata dal testa e spalle ribassista. Lo stesso sarà escluso per la scelta dei settori migliori.
• SETTORE DELLE COMUNICAZIONI VS CSI300
Il triangolo ascendente e i minimi consecutivi rialzisti dell’indice di forza denotano una forza superiore (se non troppo) del settore delle comunicazioni rispetto al CSI300. Il settore rientra dunque tra i migliori.
• SETTORE DEI MATERIALI VS CSI300
Grande forza del settore dei materiali certificata dalla trendline rialzista di color rosso applicata all’indice di forza. Da agosto 2021, tuttavia, la linea di prezzo crea un triangolo simmetrico, con massimi via via decrescenti; tuttavia ciò non mi fa cambiare idea: vista la forza espressa dal settore nel lungo periodo, lo stesso si presenta “coerente” per la scelta dei migliori settori.
Quali sono stati dunque i settori migliori, ossia quelli che hanno dimostrato maggior forza rispetto al benchmark di riferimento?
• SETTORE TECH
• SETTORE DEI BENI DISCREZIONALI
• SETTORE ENERGETICO
• SETTORE DEI BENI PRIMARI
• SETTORE HEALTHCARE
• SETTORE DELLE COMUNICAZIONI
• SETTORE DEI MATERIALI
Nella prossima analisi andrò a selezionare il miglior settore in assoluto tra i migliori sette.
Spero abbiate apprezzato il lavoro, vi auguro una buona giornata.
Matteo Farci
CINA VS USA ED EUROPA: LA SUPERIORITA' DEL MERCATO CINESEBuongiorno lettori, l’analisi che proporrò stamani ha come argomento principale la forza che il mercato azionario cinese sta dimostrando nelle ultime settimane, specie se paragonato all’azionario statunitense e a quello europeo. Gli argomenti principali dell’analisi saranno:
• Analisi del CSI300
• Analisi di forza relativa tra CSI300 ed S&P500
• Analisi di forza relativa tra CSI300 e STOXX600
• Analisi di forza relativa tra i diversi settori azionari cinesi vs americani e cinesi vs europei
Buona lettura!
CSI 300 SULLA VIA DEL DEFINITIVO RECUPERO?
Per chi non lo sapesse, il CSI300 è un indice azionario che replica la performance dei primi 300 titoli quotati alla borsa di Shanghai e a quella di Shenzhen.
Dai massimi a 5930 CNY circa raggiunti dall’indice il 18 febbraio 2021, abbiamo assistito per il successivo anno ad uno storno del -36.46% che ha portato il prezzo sui minimi del 27 aprile 2022 ad attestarsi sui 2790 CNY circa. Gli stessi hanno rappresentato un bottom di mercato: sono stati quelli i minimi dai quali il prezzo è ripartito, segnando in poco meno di due mesi una buona performance di +15.79%.
Interessanti le medie mobili a un mese, due mesi e tre mesi, che spesso applico al prezzo, che hanno lo scopo di visualizzare il trend a 30, 60 e 90 giorni:
Dopo la rottura della media mensile (di color blu) il 27 maggio e della media a due mesi (di color verde) il 2 giugno, anche la media a 3 mesi (di color rosso) subisce lo stesso destino: la rottura di questi tre indicatori mi fornisce un segnale “bullish”, ossia di forza del prezzo. Quest’ultima durerà? Questo è piuttosto difficile dirlo; possiamo però sfruttare diversi parametri tecnici che ci possano indicare dove il prezzo potrebbe incontrare delle resistenze qualora volesse continuare la sua risalita:
La media mobile a 200 periodi, che nel passato ha agito prima da supporto e dopo da resistenza, rappresenterebbe il primo ostacolo; i successivi ostacoli potrebbero essere rappresentati dalla struttura a 4700-4780 CNY e, a dei prezzi più alti, dalla struttura a 5030-5080 CNY.
Da non trascurare un ulteriore fattore:
L’area dei ritracciamenti di Fibonacci indicati nella grafica da un rettangolo di color rosso potrebbe costituire un ulteriore resistenza: qualora tale area non venisse superata al rialzo, l’ipotesi potrebbe essere quella che l’impulso rialzista del prezzo partito il 27 aprile 2022 possa essere solo il ritracciamento del più ampio impulso ribassista disegnato dal prezzo a partire dal massimo relativo del 14 dicembre 2021.
CSI300 VS S&P500 E STOXX 600
Condividendo degli indici di forza relativa è possibile visualizzare graficamente come il CSI300 cinese sia ben più forte da inizio anno rispetto alle sue controparti statunitense ed europea:
Considerando l’indice di forza tra CSI300 ed S&P500, possiamo osservare il cambio di tendenza evidenziato dalla curva parabolica di color blu a partire dal minimo del 1 gennaio 2022; questo cambio si ha avuto dopo una grande forza dimostrata dell’azionario americano rispetto a quello cinese a partire dal massimo del 20 marzo 2020.
Come specifico all’interno della grafica, la parabola rialzista di color blu è la naturale conseguenza di un S&P500 in fase orso e di un CSI300 in fase di recupero. Riagganciandomi a quest’ultima frase, voglio mostrarvi un qualcosa di interessante:
Correlando l’indice di forza al VIX, ossia l’indice di volatilità (o di “paura”, come spesso viene definito) dell’S&P500, possiamo notare una correlazione fortemente positiva che, negli ultimi 20 giorni, si attesta a 0.93: questo potrebbe significare che se il VIX continuasse a mantenersi a valori alti come quelli che stiamo oramai osservando da inizi 2022, è probabile che, per la stessa correlazione, l’indice di forza possa continuare la sua cavalcata al rialzo, con gli investitori che andrebbero, dunque, a preferire azioni di titoli cinesi piuttosto che azioni di titoli statunitensi. Questo succederà? Vedremo, potrebbe essere un’ipotesi.
Considerando l’indice di forza tra CSI300 e STOXX600 la musica cambia di poco:
Possiamo affermare che la situazione Cina vs Europa è pressoché identica a quella Cina vs Usa: stesso trend ribassista da parte dell’indice da marzo 2020 ad inizi 2022 (a certificare la maggior forza dello STOXX600 rispetto al CSI300) da cui nasce poi la stessa parabola rialzista che certifica un cambio di tendenza a favore dell’azionario cinese.
Stesso discorso se correliamo l’indice al VSTOXX, ossia all’indice di volatilità dello STOXX600:
Vorrei ancora ricordarvi un qualcosa di importante sugli indici di volatilità VIX e VSTOXX:
• Tanto le incertezze sugli indici S&P500 e STOXX600 continueranno a persistere, tanto persisterà l’alta volatilità. Data la correlazione indiretta tra gli stessi indici e gli indici di volatilità, è probabile che se questi ultimi continueranno a mantenere la stessa impostazione e vista la loro correlazione diretta con gli indici di forza CSI300 vs S&P500 e CSI300 vs STOXX600, questo potrebbe favorire l’azionario cinese.
INDICI DI FORZA SETTORIALI
Dopo aver appurato la ripresa da parte del CSI300 e la sua maggior forza rispetto ai “cugini” S&P500 E STOXX600, ora entrerò più nel dettaglio del quadro andando ad osservare gli indici di forza settoriali.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI TECNOLOGICI
Per creare questi indici di forza ho usato i seguenti ETF:
• “CQQQ”, che rappresenta il tech cinese
• “XLK”, che rappresenta il tech USA
• “FSTY1!”, che rappresenta il tech europeo
Nella zona della grafica ombreggiata di color azzurro osserviamo la grande forza del tech USA e di quello europeo rispetto a quello cinese (coincidente con il periodo febbraio 2021-aprile 2022); tutto cambia da due mesi ad oggi, nella zona ombreggiata di color rosso: il tech cinese registra delle ottime performance, che si riflettono con l’inversione di tendenza da ribassista a rialzista dei due indici di forza.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI CICLICI
Per creare questi indici di forza ho utilizzato i seguenti etf:
• “CHIQ”: settore ciclico cinese
• “XLY”: settore ciclico statunitense
• “STRX”: settore ciclico europeo
Gli indici dei settori dei beni ciclici hanno andamenti molto simili a quelli dei settori tecnologici visti pocanzi: l’unica differenza sono i minimi che hanno certificato la fine della superiorità USA ed Europea rispetto a quella cinese: negli indici di forza tecnologici tali si erano formati a metà aprile 2021, mentre in questo caso a fine marzo 2022; per il resto c’è poco da aggiungere: è da tre mesi circa che il consumer discretionary cinese si dimostra più agguerrito.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI INDUSTRIALI
Per costruire questi indici di forza “industriali” ho utilizzato i seguenti etf:
• “CHII”: settore industriale cinese
• “XLI”: settore industriale americano
• “EXH4”: settore industriale europeo
Come si può evincere guardando la grafica, dai massimi del 24 marzo 2020 (cerchiati in color verde) ai minimi del 21 aprile 2022 (cerchiati in arancio) abbiamo assistito ad una maggior forza dei settori industriali americani ed europei; tuttavia, durante lo stesso arco temporale, il cinese ha provato “episodicamente” a mostrare i muscoli, non riuscendo tuttavia a cambiare le tendenze in atto.
I trend ribassisti hanno seguito quelle che possiamo definire trendline dinamiche ribassiste; abbiamo osservato la rottura di quella dell’indice di forza Cina vs Usa ma non ancora di quella Cina vs Euro: questo sta a significare che il settore cinese si sta dimostrando più forte rispetto a quello americano che non a quello europeo; tuttavia la sua forza rispetto ad entrambe le altre due nazioni è certificata da due impulsi rialzisti evidenziati con due trendline rialziste, rappresentate con delle frecce di color rosso.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI IMMOBILIARI
Questi indici di forza sono stati costruiti grazie agli etf:
• “CHIR”: settore real estate cinese
• “XLRE”: settore real estate americano
• “FSTL1!”: settore real estate europeo
E’ dal 2 luglio 2020 che i settori immobiliari americano ed europeo presentano una forza maggiore rispetto a quello cinese; questo è dimostrato dalle due trendline dinamiche ribassiste nera e blu che ho applicato ai due indici di forza. Da inizi aprile 2022 si ha avuta la formazione di due triangoli simmetrici: la loro rottura avverrà al rialzo o al ribasso? Ciò lo commenteremo nel futuro più prossimo. Quello che possiamo affermare ora è che il settore immobiliare cinese si dimostra piuttosto debole, non solo se paragonato agli altri due Paesi, ma anche analizzato singolarmente. Infatti:
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI DELLE COMUNICAZIONI
Per costruire questi indici di forza ho utilizzato gli etf:
• “CHIC”: settore delle comunicazioni cinese
• “XLC”: settore delle comunicazioni americano
• “FSTT1!”: settore delle comunicazioni europeo
Dai minimi dell’11 marzo 2022 il settore delle comunicazioni cinese sta registrando una forza relativa maggiore rispetto agli stessi settori americano ed europeo (complici anche i breakout al rialzo delle trendline ribassiste che denunciavano un’estrema debolezza cinese). Sarà interessante osservare se questa forza si manterrà costante nei prossimi mesi.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI DEI MATERIALI
Etf utilizzati per la costruzione degli indici:
• “CHIM”: settore dei materiali cinese
• “XLB”: settore dei materiali americano
• “FSTN1!”: settore dei materiali europeo
Anche in questo particolare settore la Cina ha iniziato a mostrare i muscoli, in particolare dopo i minimi del 25 aprile 2022 cerchiati in verde e dopo i successivi breakout delle trendline ribassiste del 13 giugno 2022 (cerchiati in rosso) che testimoniavano la precedente debolezza dello stesso paese rispetto agli altri due.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI ENERGETICI
Etf utilizzati per la costruzione degli indici:
• “CHIE”: settore energetico cinese
• “XLE”: settore energetico USA
• “FSTE1!”: settore energetico europeo
Notate qualcosa di particolarmente diverso se si paragonano gli indici sui settori energetici e gli altri indici settoriali osservati precedentemente? Direi di no; la Cina mostra i muscoli da ormai metà aprile 2022. Anche in questo caso possiamo notare i breakout delle trendline ribassiste seguiti ai minimi cerchiati in color verde.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI DELLE UTILITIES
Etf utilizzati per la costruzione degli indici:
• “CHIU”: settore utilities cinese
• “XLU”: settore utilities americano
• “FSTU1!”: settore utilities europeo
La Cina mostra dei segnali di recupero anche nel settore utilities; la differenza rispetto agli altri grafici settoriali sono i breakout delle trendline ribassiste non ancora avvenuti.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI SANITARI
Etf utilizzati per la costruzione degli indici di forza:
• “CHIH”: settore sanitario cinese
• “XLV”: settore sanitario americano
• “FSTH1!”: settore sanitario europeo
La grafica non mostra niente di nuovo: dopo aver subito la forza da parte di Usa ed Europa, la Cina riesce a riprendersi iniziando a sovraperformare dalla fine di maggio. Da cosa è dimostrato ciò? Come per gli altri casi, dai breakout rialzisti verificati sulle trendline dinamiche ribassiste degli indici di forza!
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI DEI BENI PRIMARI
Etf utilizzati:
• “CHIS”: settore consumer staples cinese
• “XLP”: settore consumer staples americano
• “FSTO1!”: settore consumer staples europeo
Osservando la grafica vi renderete conto che non c’è alcuna considerazione da aggiungere rispetto a quello commentato precedentemente: gli indici del settore sanitario e quelli dei beni di prima necessità appaiono pressochè identici, probabilmente per la loro natura “difensiva”.
• INDICI DI FORZA TRA SETTORI FINANZIARI
Etf utilizzati per la costruzione degli indici:
• “CHIX”: settore finanziario cinese
• “XLF”: settore finanziario americano
• “FSTF1!”: settore finanziario europeo
La forza della Cina non si smentisce nemmeno se si considera il suo settore finanziario: dopo aver subito per diverso tempo la forza dei settori finanziari americani ed europei, dimostra la sua forza rispetto ai due diversi paesi con il breakout rialzista del rettangolo di consolidamento (sull’indice di forza Cina vs Usa) e con quello sul triangolo ascendente (sull’indice di forza Cina vs Europa).
CONCLUSIONI
Tutti gli indici di forza relativa condivisi in questa analisi hanno palesato la forza che la Cina sta mostrando, in particolare da fine aprile 2022. Essa non è stata certificata solamente dall’ultimo impulso rialzista formato dall’indice CSI300 analizzato nel primo paragrafo, bensì dal dualismo con Stati Uniti ed Europa rappresentato dagli indici di forza settoriali. Questa rinnovata “linfa vitale” cinese può avere un lungo corso? E’ difficile dirlo, tuttavia possono esserci delle condizioni di politica monetaria da osservare attentamente che potrebbero suggerire il fatto che la Cina possa essere presa seriamente in considerazione dagli investitori; queste condizioni non sono altro che le divergenze che si stanno formando tra Usa, Europa e la stessa Cina: mentre le Federal Reserve e la Banca centrale Europea stanno attuando un tipo di politica “aggressiva” con il rialzo dei tassi di interesse con lo scopo di andar a calmierare un’inflazione da record, la People Bank of China attua una politica definita “accomodante”, tagliando i tassi di interesse con lo scopo di favorire un’espansione economica (politica monetaria che tipicamente sostiene i mercati finanziari) e per sostenere, in particolare, i settori dell’agricoltura, le micro e le piccole imprese.
Questo servirà per far rialzare definitivamente la Cina?
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
WisdomTree - Tactical Daily Update - 19.11.2021Fed verso l’aumento dei tassi: Dollaro molto forte, sotto 1,13 vs Euro.
Risveglio della pandemia: il prezzo del petrolio va sotto pressione.
Cresce l’ottimismo per la crescita cinese: tirano export e consumi interni.
Alcune materie prime rallentano, speranze per inflazione piu’ bassa.
Ieri, 18 novembre, le Borse europee hanno chiuso in ribasso, dopo una giornata incerta: sull’umore degli investitori pesano sia le paure per un’inflazione rampante che quelle di una recrudescenza della pandemia in Europa, con la sgradita prospettiva di selettivi lock-down.
Il FtseMib italiano ha fatto peggio di tutti, con -0,6%, seguita dal Ftse100 britannico -0,5%%, il Cac40 francese ed il Dax tedesco con -0,2%. I maggiori indici americani se la sono cavata meglio: Dow Jones -0,17%, S&P500 +0,34% e Nasdaq +0,4%.
L'inflazione non potra’ essere ancora lungamente tollerata dalle Banche Centrali, che interverranno con misure restittive del credito. I mercati sono convinti, e l’apprezzamento del Dollaro Usa sull’Euro sembra dimostrarlo, che la Fed (Banca centrale Americana) possa decidere un rialzo dei tassi di riferimento prima della Banca Centrale Europea (BCE).
Oggi, 19 novembre, sono previsti gli interventi di due membri del FOMC (Federal Open Market Committee) della FED, Richard Clarida e Mary Daly, che certamente toccheranno il tema della politica monetaria. Dal canto suo, la Presidente BCE Lagarde, ha ribadito, nei giorni scorsi, che difficilmente il costo del denaro verrà alzato nel 2022.
Non resta che aspettare gli eventi, ma l’inflazione, su entrambe le sponde dell’Atlantico, e’ un problema crescente per le famiglie consumatrici/risparmiatrici, che vedono eroso il potere salariale ed il valore reale dei propri depositi. In Italia l’aumento dei prezzi al consumo (CPI) ha toccato +3,1% annuale in ottobre, quello nell’Euro-Zona +4,1%: Germania +4,6%, Stati Uniti +6,2%!
Il prezzo del petrolio e’ in calo: ieri, 18 novembre, il WTI (West Texas Intermediate) e’ sceso a 77,1 Dollari/barile, ma ha rimbalzato a 78,4 in chiusura. Oggi ha ripreso a scendere velocemente, fino a 76,4 Dollari, -3,3% (ore 13.30 CET).
La Cina avrebbe iniziato a liberare parte delle sue riserve di greggio, cosa su cui ragiona anche l’Amministrazione Biden.
Il Presidente Usa ha anche richiesto all'”Autorità della concorrenza” di vigilare sulle pratiche commerciali delle “major” petrolifere americane, per verificare se i rincari degli ultimi mesi siano giustificati.
Inoltre sembra che l’Amministrazione Usa stia sensibilizzando i governi giapponese, indiane e sud-coreano a creare un fronte comune e a chiedere a Opec+ (Cartello dei 13 grandi esportatori di petrolio) di aumentare le quantita’ programmate.
Il mercato del lavoro americano va bene, le richieste di sussidi di disoccupazione, pubblicate ieri, lo confermano: 268 mila, in linea coi recenti minimi. Sorpresa positiva, rispetto alle stime di 23, anche per l’indice manifatturiero calcolato dalla Fed di Philadelphia, che a novembre e’ salito a 39 punti dai 23,8 di ottobre.
Le borse dell’Asia Pacifico sono contrastate, e mentre la stagione delle trimestrali volge al termine, l’attenzione si focalizza su tematiche macro e politiche.
In Giappone, il quotidiano economico Nikkei rivela che il nuovo Governo Kishida starebbe per varare un nuovo pacchetto di stimoli, per quasi 56 triliardi di Yen (circa 485 miliardi Dollari), molto sopra alle attese.
L’inflazione al consumo ad ottobre, in giappone, e’ stata +0,1% anno su anno, piu’ bassa del previsto. L’indice azionario Nikkei, stamattina, 19 novembre, ha chiuso in aumento del +0,5%.
Restando in Asia, il CSI300 di Shanghai&Shenzen e’ salito +1,2%, sospinto dal diffuso ottimismo sull’andamento di consumi privati ed esportazioni. Il Kospi coreano ha segnato +0,8%, con LG Electronics in rialzo del 7% su voci di collaborazione con Apple nello sviluppo congiunto di un’auto elettrica.
I mercati obbligazionari sono relativamente tranquillli rispetto al contesto inflattivo e continuano a pagare interessi reali molto negativi. Lo spread tra Btp decennali italiano e omologhi Bund tedeschi conferma l’area “120”, col decennale italiano che rende +0,89% e quello tedesco -0,33%. Il Treasury Note decennale frutta +1,59%.
L'oro consolida il recupero recente che l’ha portato oltre 1.860 Dollari/oncia, cioe’ quasi +8% dai recenti minimi di fine settembre. L’indice Bloomberg commodities, complice il calo del prezzo del greggio, perde -0,7% a 101,88, ed e’ a -4 punti percentuali dai massimi del 25 ottobre: una buona premessa per il raffreddamento dell’inflazione a novembre, ma non facciamoci troppe illusioni.
I principali listini azionari europei sono mediamente in calo del -0,5%, a fine mattinata di oggi, 19 novembre (ore 12.30 CET): il rinnovato allarme pandemia e lock-down parziali sta producendo cautela e prese di profitto tra analisti e investitori.
Bitcoin in calo per il sesto giorno consecutivo e futures su Wall Street attorno alla parita’ fotografano un atteggiamento cauto e dubbioso alla vigilia del weekend.
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Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
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Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
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Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
WisdomTree Tactical Update - 31.08.2021L’approccio “dowish” di Powell spinge le Borse Usa a nuovi massimi.
L’uragano Ida perde potenza: pochi danni ma diversi stop a siti petroliferi.
Petrolio: attesa per l’Opec+, che si riunisce il 1’ settembre.
Non si attenua il pressing di Pechino sulle big della tecnologia.
Neppure ieri, 30 agosto, Wall Street ha voluto prendere una pausa: l’indice S&P ha chiuso a +0,43,%, il Nasdaq a +0,9%, apprestandosi a chiudere in rialzo il settimo mese consecutivo. Nella giornata del bank holiday nel Regno Unito, le principali Borse europee hanno registrato variazioni marginalmente positive, col Dax tedesco a +0,19%, il Cac parigino a +0,08% ed il FtseMib italiano a +0,07%.
L’approccio morbido e molto “dowish” (da colomba) della Federal Reserve sul tema della riduzione degli stimoli monetari, ed in particolare del “tapering” (riduzione graduale degli acquisti da parte della FED, Banca Centrale Americana) da’ supporto ai listini azionari, disturbati solo dalle tensioni in Afghanistan e dai danni causati dell’uragano Ida alla citta’ di New Orleans ed agli impianti petroliferi nel Golfo del Messico.
L'evacuazione dall'Afghanistan si e’ concluso alla scadenza concordata con i talebani, ed ora l’attenzione si sposta sul tipo di riconoscmento che l'Unione Europea vorra’ dare al nuovo Governo di Kabul, dopo che Cina e Russia hanno scelto la via del dialogo.
Peraltro, il prezzo del petrolio, risalito rapidamente a 69 Dollari/barile l’altro ieri, 29 agosto, ha perso forza ieri, in parallelo all’indebolimento dell’uragano Ida; sulla sua prospettiva saranno comunque determinanti le decisioni del prossimo meeting dell’Opec+ (organizzazione dei 13 maggiori esportatori + partners), previsto per domani, 1’ settembre. Oggi, 31 agosto, il WTI (West Texas Intermediate), perde il -0,8% a 68,6 Dollari (ore 13.00 CET) preparandosi ad un leggero ribasso mensile, il 2’ del 2021.
Il calendario macro Europeo prevedeva nella mattinata di oggi, 31 agosto, le rilevazioni preliminari sui prezzi al consumo in Italia, Francia ed Eurozona relative al mese di agosto. Il tasso di inflazione annuale medio nei 19 paesi dell’area Euro è salito al massimo da 10 anni, al +3,0%, che si confronta col +2,2% di luglio, ed il +1,9% di giugno.
Principale determinante del rialzo e’ l’impennata del comparto energetico +15,4%, piu’ contenuti appaiono i rialzi dei generi alimentari, alcolici e tabacco (2%) e quelli dei servizi (1,1%). Germania e Spagna hanno registrato un'inflazione sopra la media, Italia e Francia al di sotto.
Il tasso del 3% e‘ molto sopra l'obiettivo del 2% della Banca Centrale europea che si riunira’ il 9 settembre e che considera l'elevata inflazione attuale come temporanea.
E’ facile prefigurare un vivace dibattito tra i membri del board della Banca Centrale sul tema della ripresa economica, dell’inflazione e dell’opportunita’ di continuare l’attuale politica monetaria super espansiva.
Spostandosi sul fronte asiatico, ha creato una certa sorpresa negativa stamani, 31 agosto, la brusca discesa, in area di contrazione, dell’indice PMI (Purchasing managers Index) cinese dei servizi: l’indice, scivolato ad agosto a 47,5 punti da 53,3, mentre il consensus stimava 52: e’ il calo più forte dal febbraio 2020, cioe’ dallo scoppio dell’epidemia in Cina.
Si e’ rivelati piu’ resistente l’indice PMI della manifattura, sceso a 50,3 da 50,5, grazie al supporto del governo centrale. L’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzen ha chiuso a -0,2%, limitando i danni rispetto al -1,8% dei minimi di seduta.
Altra novita’ dalla Cina, anch’essa sgradita ai mercati, e’ l’iniziativa dell’autorità regolamentare cinese di ridurre ad un'ora il tempo massimo che gli “under 18” anni possono dedicare ai giochi online il venerdì, nel fine settimana e nei giorni festivi.
In altre parole, le società di gioco online potranno fornire i servizi legati a giochi solo nelle fasce orarie previste, pena sanzioni pesantissime e chiusura. L’intento di Pechino e’ preservare la salute fisica e mentale dei giovani, proteggendoli dal rischio di disturbi mentali e di distrazione dai loro doveri.
Stamane, 31 agosto, le chiusure asiatiche sono state in media positive. ll Nikkei giapponese ha chiuso sui massimi, +1,1%, il Kospi coreano +0,8%, il BSE Sensex indiano +0,2%.
Sul mercato valutario, occhi puntati sul Dollaro che prosegue la fase di indebolimento e scambia 1,184 (+0,4%) verso Euro, ai minimi delle ultime tre settimane. Il mercato obbligazionario, post discorso di Jerome Powell, ha ritrovato una certa forza ed il rendimento del Treasury 10 anni e’ tornato a +1,28%, in parallelo alla contrazione degli spread sugli High Yield europei (cd Crossover).
Stabile attorno a 106-107 bps, come da diverse sedute, il differenziale tra i BTP 10 anni italiani e i corrispondenti Bund tedeschi. Mattinata in graduale indebolimento per i listini europei, che perdono mediamente il -0,2%.
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