Mercati globali: Fed, Euro e PIL USA sotto i riflettoriFED, nulla di fatto
La Fed ha mantenuto i tassi stabili al 4,25%-4,50% per la quinta riunione consecutiva, come previsto. Tuttavia, due membri del Consiglio si sono dichiarati contrari, auspicando un taglio del costo del denaro. Si tratterebbe del primo doppio dissenso addirittura dal 1993.
I responsabili di politica monetaria hanno osservato che, sebbene le fluttuazioni delle esportazioni nette continuino a influenzare i dati, gli indicatori recenti segnalano una moderazione dell'attività economica nel primo semestre. Questo contrasta con le precedenti valutazioni, secondo cui la crescita stava procedendo "a un ritmo solido".
La Fed ha inoltre affermato che il tasso di disoccupazione rimane basso, mentre l'inflazione resta elevata e persiste l'incertezza sulle prospettive economiche. È stato ribadito che eventuali aggiustamenti futuri dei tassi dipenderanno dai dati in arrivo, dall’evoluzione delle prospettive e dall’equilibrio dei rischi.
La banca centrale mantiene quindi un approccio attendista, in un contesto di crescenti preoccupazioni per l’impatto della guerra commerciale in corso, che potrebbe compromettere i progressi verso l’obiettivo di inflazione al 2%.
Euro, che crollo!
Discesa impulsiva dell’euro, che nelle ultime tre sedute ha perso 350 pips. Il calo è legato alle preoccupazioni sull’accordo commerciale USA-UE, che rappresenta un serio rischio per la ripresa del Vecchio Continente.
Le posizioni sul mercato dei futures a Chicago (CME) indicano una significativa esposizione long sull’euro. Questo suggerisce che, in caso di sell-off da parte degli investitori istituzionali, la discesa della moneta unica potrebbe accelerare ulteriormente, con il rischio di un’inversione del trend di medio termine.
Anche gli altri dollari si sono rafforzati, in particolare contro sterlina e yen, in un cambiamento della price action che appare significativo. Le prossime ore saranno decisive, soprattutto se il momentum dovesse intensificarsi.
BoC rimane ferma sui tassi
La Banca del Canada ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento al 2,75% nella decisione di luglio 2025, come previsto dai mercati. Si tratta del terzo mantenimento consecutivo, dopo 2,25 punti percentuali di tagli in sette riunioni.
Il Consiglio direttivo ha sottolineato che l’imprevedibilità dei dazi ha impedito di fornire indicazioni chiare sull’economia, mantenendo alta la volatilità del commercio globale. Tuttavia, l’economia canadese ha mostrato resilienza, con un mercato del lavoro stabile e previsioni di crescita ottimistiche per il secondo semestre.
Il PIL del secondo trimestre è però destinato a contrarsi, a causa della riduzione degli ordini agli esportatori dopo l’anticipo delle consegne nel primo trimestre. Sul fronte dei prezzi, la BoC prevede che l’inflazione CPI rimarrà vicina all’obiettivo del 2% nel medio termine.
PIL USA in crescita
L’economia statunitense è cresciuta del 3% annualizzato nel secondo trimestre del 2025, recuperando dalla contrazione dello 0,5% del primo trimestre e superando le attese di un +2,4%, secondo le stime preliminari.
L’espansione è stata trainata principalmente da un calo del 30,3% delle importazioni, dopo l’impennata del 37,9% nel trimestre precedente, quando imprese e consumatori avevano anticipato gli acquisti in vista dei dazi. Anche la spesa dei consumatori è aumentata, soprattutto per i beni, pur segnando la crescita più contenuta in trimestri consecutivi dalla pandemia.
La spesa pubblica è rimbalzata, mentre gli investimenti fissi hanno rallentato. Le esportazioni sono diminuite dell’1,8%, il calo maggiore dal secondo trimestre del 2023. Le scorte private hanno sottratto 3,17 punti percentuali alla crescita.
ADP in ripresa
Le imprese private statunitensi hanno aggiunto 104.000 posti di lavoro a luglio 2025, il dato più alto da marzo e ben oltre le attese di +75.000. Il dato segue una revisione al ribasso di giugno, con una perdita di 23.000 posti.
Il settore dei servizi ha contribuito con 74.000 nuovi impieghi, trainato da tempo libero e ospitalità, attività finanziarie, commercio, trasporti e servizi pubblici. Il settore della produzione di beni ha aggiunto 31.000 posti, grazie alla crescita nell’edilizia e nella manifattura.
L’indagine mostra anche una crescita salariale annua solida: +4,4% per chi ha mantenuto il lavoro e +7,0% per chi lo ha cambiato, invariata per il quarto mese consecutivo.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
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Idee operative USDEUR
EURODOLLARO: H1!!! DISCLAIMER !!!
Nota bene:
Queste sono semplici bozze personali, da considerarsi come tali. La lettura va effettuata con un’ottica di breve termine. In altre parole, la prima fase del percorso disegnato rappresenta l’ipotesi principale. La parte restante del percorso (quella più lontana nel tempo) è strettamente legata all’evoluzione della prima fase. Di conseguenza, se quest’ultima non si realizza, l’intera idea deve essere considerata nulla.
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WisdomTree - Tactical Daily Update - 30.07.2025Borse ottimiste sui negoziati China – Usa. Accordo con EU già digerito.
Consumatori Usa un po’ più fiduciosi: verso una ripresa del Pil atteso 2025.
Volatilità ai minimi ed elevata compiacenza delle Borse.
Bond market sonnecchiante: attende le mosse di BCE e FED.
I mercati si scrollano di dosso l’accordo USA-UE sui dazi. Focus su Fed, Cina e petrolio in calo. Dopo una partenza difficile lunedì 28, con governi europei preoccupati e borse negative a fine seduta, i listini del Vecchio Continente tentano il recupero e chiudono in positivo, sostenuti dalle aspettative per la Fed.
Mentre in Europa si metabolizza l’intesa transatlantica, negli USA e in Cina si guarda al futuro. Le due potenze sono al tavolo in Svezia per trovare un nuovo accordo commerciale. L’obiettivo? Prolungare la tregua sui dazi, attualmente congelati per 90 giorni.
A bordo dell’Air Force One, Donald Trump ha dichiarato: “Ho appena parlato con Scott Bessent. Ha avuto un ottimo incontro con la Cina”. Il Presidente americano ha anche detto che le impressioni del segretario al Tesoro sulle trattative sono “positive e meglio di quelle di ieri”. I negoziatori lasciano intendere che un’estensione della tregua è vicina. Restano però “alcuni dettagli tecnici da risolvere” e, come ha ricordato lo stesso Bessent, “sarà Trump ad avere l’ultima parola”.
Nonostante i toni più distesi, ieri Wall Street ha chiuso in calo, zavorrata da una serie di trimestrali deludenti e dai timori che le tensioni sui dazi non siano ancora finite. Il Dow Jones ha perso -0,46%, lo S&P500 -0,25%, e il Nasdaq -0,38%.
C’è però una nota positiva: la fiducia dei consumatori americani è migliorata a luglio. L’indice del Conference Board è salito a 97,2 punti, in crescita di 2 punti rispetto a giugno (già rivisto al rialzo di 2,2 punti). Gli analisti si aspettavano un valore inferiore, attorno a 95,4.
La scia positiva da aprile in poi di Wall Street, poco importa il lieve calo di ieri, ha contagiato i listini cinesi: il CSI300 è salito stamane, 30 luglio, +0,5%, toccando i massimi da novembre, mentre l’Hang Seng di Hong Kong ha guadagnato +0,4%, sui massimi dal febbraio 2021. Nella notte, la PBoC ha drenato 127,7 miliardi di yuan di liquidità dal sistema bancario: si tratta della quantità più alta rimossa in due settimane. Lo yuan resta stabile contro il dollaro, in attesa della riunione del Politburo di fine mese.
In Giappone, il Nikkei ha perso -0,3%, penalizzato dal rafforzamento dello yen, passato da 148,5 a 147,5 sul dollaro. Il rendimento del decennale giapponese scende di 2 bps a 1,50%. Il primo ministro Shigeru Ishiba, reduce da un secondo insuccesso elettorale in meno di un anno, è politicamente sempre più debole e si parla di possibile uscita di scena anticipata.
In calo anche il Kospi coreano (-1,4%), mentre cresce l’attesa per l’incontro di alto livello tra Seul e Washington in programma tra due giorni, volto definire il futuro regime tariffario tra i due paesi.
Sul fronte materie prime, i riflettori sono puntati sul petrolio. Il Brent si attesta a 68,60 USD/barile alle 12:00 CET, in calo a causa del timore che la guerra commerciale tra grandi consumatori di greggio (USA e UE) possa frenare la domanda. Inoltre, la maggiore offerta, complice l’allentamento dei tagli OPEC+, ha spinto le esportazioni saudite al massimo da tre mesi (dati JODI).
Sul versante nucleare, l’Iran e i tre paesi europei firmatari dell’accordo del 2015 (Gran Bretagna, Francia e Germania) terranno colloqui a Istanbul venerdì. Si cerca una soluzione diplomatica dopo l’attacco israeliano-americano di un mese fa agli impianti nucleari iraniani. L’incontro si terrà a livello di viceministro degli Esteri.
Il clima d’incertezza alimenta la domanda di beni rifugio. L’oro è stabile a 3.390 USD/oncia, ma in rialzo dell’1% rispetto a lunedì e sui massimi da un mese. Il platino spot è salito +1,3% a 1.443,30 USD/oncia, l’argento +0,7% a 38,4595 USD/oncia. I metalli preziosi stanno facendo meglio dell’oro: nel 2025, l’oro è salito del 28,4%, il platino del 29,2% e l’argento del 53,5%. Un mix di aspettative di offerta in calo e domanda in crescita spinge i prezzi: il platino è ai massimi da 11 anni, l’argento ai massimi da 14.
Sul forex, poche variazioni di rilievo. Il dollaro Usa resta debole, mentre salgono le attese di un taglio Fed a settembre e della conferma dei tassi BCE giovedì. Gli analisti vedono due tagli BCE da 25 pb (settembre e dicembre), con il tasso terminale all’1,50%, seguiti da un’inversione nel 2027 con due rialzi da 25 pb (marzo e giugno).
Sul fronte obbligazionario, osserviamo recuperi: Treasury USA 10Y: rendimento in calo da 4,41% a 4,37%, e prezzo in rialzo +0,3%. Per il BTP italiano 10Y, rendimento in calo da 3,55% a 3,45% e spread Btp/Bund a 84 bps.
Citi evidenzia un trend importante: gli investitori esteri hanno acquistato debito dell’eurozona per quasi 100 miliardi di euro a maggio, il dato più alto dal 2014, preferendolo a quello Usa: oggi pomeriggio è previsto un intervento molto atteso del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell: potrebbe fornire nuovi indizi sulla politica monetaria USA.
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Momento Cruciale per EURUSDBuongiorno a tutti🤟
Dopo il successo dell’idea sull’Oro di ieri, oggi ci concentriamo su EURUSD con un'operazione basata sulla mia strategia, The Seven-Up . Come sempre, cercherò di condividere idee come questa (e non solo) nel modo più tempestivo possibile per mostrarvi alcune delle mie operazioni.
Quindi, in cambio vi chiedo di Boostare l’idea nel caso vi piaccia.
DETTAGLI OPERAZIONE:
- Stop Loss: 1.0210
- Entrata: 1.0242
- Take Profit: 1.0340
- Rapporto Rischio/Rendimento: 1:3
CONTESTO MACRO:
Negli ultimi 3 mesi e mezzo, l’euro ha perso circa il 9% rispetto al dollaro. Questo movimento è stato causato principalmente dalle politiche monetarie delle due banche centrali: la Fed ha mantenuto un atteggiamento più cauto nei tagli, mentre la BCE è stata molto più aggressiva.
COMMENTO:
Per quanto interessante sia analizzare i motivi di questo calo, voglio sottolineare che The Seven-Up non si basa su notizie o macroeconomia.
La mia attenzione è sui movimenti del mercato a breve termine, e non su previsioni a lungo termine.
Era comunque utile darvi una breve spiegazione del contesto attuale.
Eventuali modifiche al trade (uscite anticipate, aggiustamenti di livelli, ecc.) saranno pubblicate qui sotto nei commenti.
Cosa ne pensate di EURUSD in questo momento?
Qualcuno di voi sta monitorando la coppia?
Buon trading a tutti!
#AN022: Tensioni geopolitiche e pressione Forex
Salve, sono il Trader Forex Andrea Russo e oggi voglio parlarvi delle ultime tensione geopolitiche di questa settimana.
1. Il rublo russo in crisi, cedimento su USD e CNY
Il rublo ha registrato un calo del 1,5% contro il dollaro e 0,8% rispetto allo yuan, dopo un ultimatum degli Stati Uniti a Mosca per una tregua immediata in Ucraina.
Impatto FX: il rublo resta vulnerabile, favorendo la domanda per valute rifugio come USD, EUR e CHF. I cross con RUB mostrano potenziali inversioni short tecniche.
2. Petrolio in rialzo: prime conseguenze sul costo dell’energia
I prezzi del Brent sono saliti del 3.5% fino a 72.5 $ al barile, dopo l’annuncio di possibili sanzioni USA sugli acquirenti di petrolio russo.
Impatto FX: valute legate al petrolio come CAD e NOK beneficiano; USD rischia debolezza se i Paesi importatori subiscono pressioni inflazionistiche.
3. Euro in calo mensile per la prima volta, rafforzo del dollaro
L’euro è in rosso su base mensile per la prima volta nel 2025, mentre il dollaro beneficia delle attese prudenti sui tassi Fed e dell’accordo commerciale EU‑USA percepito come sbilanciato verso Washington.
Impatto Forex: EUR/USD è in pressione strutturale. Correlati euro-commodity (EUR/CAD, EUR/AUD) mostrano segnali di debolezza.
4. FMI avverte su tariffe USA e rialzo dell’inflazione globale
Nel suo ultimo rapporto, l’FMI ha sottolineato che le tariffe statunitensi stanno rallentando la crescita mondiale e alimentando pressioni inflazionistiche persistenti.
Impatto FX: La maggiore incertezza favorisce USD e CHF. Le economie emergenti e commodity‑linked (MXN, ZAR, BRL) potrebbero indebolirsi ulteriormente.
5. India si rafforza: export in crescita e riserve solide
L’India ha registrato un +7.2% nell’export di merci e mantiene riserve valutarie stabili, a dimostrazione di tenuta macro e resilienza del rupia.
Impatto Forex: Il INR potrebbe rinforzarsi o consolidare su livelli robusti, mentre coppie USD/INR segnano potenziale supporto.
6. Progetti digitali globali e frammentazione dei sistemi di pagamento
L’adozione di sistemi alternativi a SWIFT come mBridge o Project Agorá riflette una spinta verso l’indipendenza finanziaria globale.
Impatto Forex: Euro e dollaro restano dominanti, ma RMB guadagna terreno nei paesi dell’Asia‑Pacific. Cross RMB (USD/CNH, EUR/CNH) richiedono attenzione, specialmente in ottica di lungo termine.
Perché sovrastimare una singola operazione è un erroreNel percorso di ogni trader uno degli errori psicologici più frequenti riguarda la sovrastima dell’impatto di una singola operazione di trading. Questo atteggiamento, se non riconosciuto e corretto, può minare la disciplina, la fiducia nel proprio sistema e, di conseguenza, la redditività complessiva nel tempo.
La dinamica dell’errore
Durante l’andamento di una posizione aperta, i trader possono spesso sentirsi ansiosi o frustrati nel vedere il prezzo avvicinarsi al proprio stop loss o approcciare il take profit senza però raggiungerlo. Questa tensione emotiva comune spinge molti a prendere decisioni impulsive come allungare arbitrariamente lo stop loss con la speranza che il mercato torni a favore, o chiudere parzialmente o totalmente la posizione troppo presto per “salvare” un guadagno potenziale o limitare una perdita.
Tali azioni, però, spesso peggiorano il risultato finale.
Perché sovrastimare una singola operazione è un errore
Il trading è un’attività che si misura nel lungo periodo e non nei risultati di una singola operazione. Come affermò il celebre investitore Peter Lynch: “In questo lavoro, se sei bravo, hai ragione sei volte su dieci. Non sarai mai nella giusta direzione nove volte su dieci.” Questo concetto sottolinea l’importanza di considerare l’insieme delle operazioni piuttosto che focalizzarsi sull’esito di una singola posizione. Il mercato è influenzato da una moltitudine di fattori imprevedibili, economici, politici, psicologici e tecnici, che rendono impossibile vincere costantemente ogni trade. Questo non significa che si debba accettare l’approccio casuale, ma piuttosto che un trader di successo sviluppa e calibra una strategia che produce risultati complessivamente positivi e consistenti nel tempo.
Effetti della sovrastima del singolo trade
Una percezione eccessiva dell’importanza di una singola perdita può portare a:
Rimodellare arbitrariamente la strategia, facendo modifiche impulsive alle regole consolidate, spesso con esiti peggiori.
Abbandonare il piano di trading, interrompendo la disciplina e l’aderenza al sistema, rischiando la coerenza e la gestione del rischio.
Comportamenti emotivi e irrazionali come overtrading, revenge trading o stop loss non rispettati, che aumentano la volatilità emotiva e finanziaria.
Come imparare a gestire l’impatto delle singole perdite
Adottare una visione a lungo termine. Considerare ogni operazione come un “mattoncino” di un edificio molto più grande. La ricchezza nel trading si costruisce nel tempo, attraverso una serie continua di scelte coerenti.
Tenere un diario di trading dove annotare motivazioni, risultati e stato emotivo di ogni operazione. Ciò aiuta a mantenere la lucidità e a ridimensionare le perdite.
Stabilire aspettative realistiche. Un buon sistema non deve vincere sempre, ma deve avere un rapporto rischio/rendimento favorevole e una percentuale di successo basata su regole testate.
Rispettare sempre il piano di trading. Le deviazioni dal sistema colpiscono la profittabilità più delle singole perdite. La disciplina è la chiave per il successo.
Conclusioni
I trade persi sono inevitabili e fanno parte del “gioco”. Sovrastimare il loro impatto significa compromettere la capacità di mantenere sangue freddo, disciplina e coerenza strategica. Il vero obiettivo di un trader è sviluppare una strategia calibrata per produrre risultati positivi e consistenti sul lungo termine, non evitare ogni singola perdita. Accettare l’inevitabilità delle perdite e focalizzarsi sulla performance aggregata è uno dei maggiori passi avanti verso la maturità e la sostenibilità nel trading.
Fed, mercati globali e valute sotto osservazioneIL GIORNO DELLA FED
E così siamo arrivati al fatidico giorno in cui la Fed dovrà decidere sui tassi. Le probabilità di un taglio sembrano quasi nulle, soprattutto alla luce del fatto che le incognite sulle tariffe e sugli accordi con la Cina e altri Paesi sono ancora ampiamente presenti.
La ripresa del dollaro sembra legata alle preoccupazioni verso l’Europa, dopo che UE e USA hanno firmato un accordo commerciale che, onestamente, appare come una netta vittoria statunitense. Questo potrebbe complicare la ripresa europea.
Pertanto, la discesa dell’euro sembra avere ancora spazio, specie se le posizioni long dei grandi investitori istituzionali dovessero cominciare a essere, anche solo in parte, liquidate.
WALL STREET RIPIEGA LEGGERMENTE
Ieri Wall Street ha registrato ribassi frazionali. Il Dow Jones ha perso lo 0,46%, chiudendo a 44.633 punti, mentre l’S&P 500 è sceso dello 0,3% a 6.371 punti, dopo aver toccato un nuovo massimo storico a 6.409 punti. Segno negativo anche per il Nasdaq, in calo dello 0,38% a 21.098 punti, dopo il massimo a 21.304 punti.
I comunicati sugli utili e le previsioni delle principali aziende, diffusi prima dell’apertura, sono stati improntati al pessimismo. United Health ha perso oltre il 5% a causa di un alert sugli utili annuali, probabilmente inferiori alle attese. Merck ha ceduto il 3%, nonostante utili superiori alle aspettative.
UPS è crollata del 10% a causa dei dazi che potrebbero compromettere le sue prospettive, mentre Boeing ha perso il 3% dopo un accordo commerciale.
Sul fronte macroeconomico, le offerte di lavoro sono risultate leggermente inferiori alle attese, dando il via a una settimana ricca di aggiornamenti sul mercato del lavoro. L’indice di fiducia dei consumatori, invece, è salito leggermente.
Gli Stati Uniti hanno esteso la tregua tariffaria con la Cina, ma l’accordo definitivo sembra ancora lontano. Questo ha impedito una reazione positiva dei mercati azionari.
VALUTE: IL DOLLARO CONSOLIDA I GUADAGNI
Nel giorno della Fed, il dollaro consolida i guadagni. L’EUR/USD si è stabilizzato a 1,1550, con obiettivi che restano in area 1,1450.
L’Europa continua a rappresentare l’anello debole della catena commerciale, e questo potrebbe spingere la moneta unica sotto i supporti, soprattutto se i grandi investitori inizieranno a liquidare le loro posizioni long costruite nel 2025.
Anche il Cable consolida vicino ai supporti chiave di medio termine a 1,3175. L’EUR/GBP, dopo aver testato quota 0,8740, ha perso oltre l’1,20%.
L’USD/JPY è tornato sotto quota 148,00, mentre l’EUR/JPY ha perso oltre il 2% nelle ultime due sedute, confermando una fase distributiva con possibili target in area 169,50.
Le valute oceaniche restano deboli, soprattutto dopo la pubblicazione del tasso d’inflazione in Australia, sceso al 2,1% dal 2,4% nel secondo trimestre del 2025.
FMI: PREVISIONI DI CRESCITA
Il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita economica globale del 3,0% nel 2025 e del 3,1% nel 2026, leggermente superiore alle stime di aprile.
La revisione al rialzo (+0,2 punti per il 2025 e +0,1 per il 2026) riflette un’attività economica iniziale più forte del previsto, dazi meno elevati del previsto, condizioni finanziarie più favorevoli (anche grazie a un dollaro più debole) e un’espansione fiscale in diverse economie chiave.
Nonostante il miglioramento, il FMI avverte che i rischi restano orientati al ribasso. Un ritorno dei dazi o il mancato raggiungimento di accordi commerciali duraturi potrebbero frenare la crescita.
Le previsioni per le principali economie sono:
USA: 1,9% nel 2025 e 2,0% nel 2026
Eurozona: 1,0% e 1,2%
Regno Unito: 1,2% e 1,4%
Cina: 4,8% e 4,2%
Giappone: 0,7% e 0,5%
L’inflazione globale dovrebbe rallentare al 4,2% nel 2025 e al 3,6% nel 2026, pur restando sopra l’obiettivo negli Stati Uniti.
AUSTRALIA: INFLAZIONE IN CALO
Nel secondo trimestre del 2025, l’inflazione annua in Australia è scesa al 2,1%, dal 2,4% dei due trimestri precedenti. Si tratta del valore più basso dal primo trimestre del 2021, inferiore anche alle attese del 2,2%.
L’inflazione dei servizi ha toccato il minimo triennale, complice il rallentamento dei costi di assicurazione e affitto. Anche l’inflazione dei beni è diminuita, trainata da un calo del 10% dei prezzi del carburante e da una moderazione dei costi delle nuove abitazioni.
Prezzi in calo anche per alimentari, alcolici, tabacco, abbigliamento, servizi finanziari e istruzione. I costi dei trasporti sono ulteriormente diminuiti.
Al contrario, l’inflazione è rimasta stabile per edilizia abitativa, sanità e tempo libero, ma è aumentata per i servizi alla famiglia.
La media troncata della RBA è cresciuta del 2,7% su base annua, in linea con le attese ma in rallentamento rispetto al 2,9% del primo trimestre. È il valore più basso dal quarto trimestre del 2021.
USA: DEFICIT COMMERCIALE IN CALO
A giugno 2025, il deficit commerciale statunitense di beni si è ridotto di 10,4 miliardi di dollari rispetto al mese precedente, attestandosi a 86 miliardi. Il dato è nettamente migliore rispetto alle attese di un calo più moderato a 98,4 miliardi.
Il deficit si avvicina al minimo degli ultimi 20 mesi (aprile), grazie alla riduzione degli ordini esteri da parte degli importatori, che avevano anticipato le scorte per timore di dazi aggressivi. A marzo, il deficit aveva toccato un record di 162 miliardi.
Le importazioni sono crollate del 4,2%, a 264 miliardi di dollari, il livello più basso da marzo 2024, con forti cali nei beni di consumo e nelle forniture industriali. Le esportazioni sono diminuite dello 0,6%, a 178,2 miliardi.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Accordo USA-UE: vantaggi sbilanciati e reazioni dei mercatiUN ACCORDO CHE FAVORISCE GLI USA
Wall Street, ieri, ha mantenuto un tono positivo: l’S&P 500 ha chiuso appena sopra lo 0,1%, segnando comunque l’ennesimo record storico. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,4%, mentre il Dow Jones ha oscillato intorno allo zero.
Dopo un inizio caratterizzato da ottimismo, l'entusiasmo iniziale per l’accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea ha iniziato a scemare, poiché è emerso che i termini dell’intesa sono tutt’altro che vantaggiosi per l’UE. Le esportazioni europee verso gli Stati Uniti saranno soggette a dazi del 15%, la metà del 30% inizialmente minacciato dal presidente Trump, ma accompagnati da una serie di obblighi che appaiono penalizzanti per il Vecchio Continente.
Sul fronte dei singoli titoli, il settore energetico è stato di gran lunga il migliore, con Exxon Mobil in rialzo dell’1,2% e Chevron dello 0,8%. Anche i titoli della difesa e del gas naturale liquefatto hanno registrato rialzi, tra cui Lockheed Martin (+1,5%) e GE Aerospace (+0,5%). Al contrario, il comparto dei materiali ha registrato la perdita maggiore.
Nel frattempo, gli investitori si stanno preparando per la settimana di utili più intensa della stagione, con Microsoft, Apple, Amazon e Meta pronte a pubblicare i risultati trimestrali. Saranno inoltre al centro dell’attenzione la decisione di politica monetaria della Fed e i dati chiave sul mercato del lavoro.
EURO, INIZIA LA DISCESA?
Lunedì l’indice del dollaro statunitense è salito a 98,3, il livello più alto in quasi una settimana, sostenuto dalla crescente consapevolezza che l’accordo tra UE e USA non è così favorevole come inizialmente lasciato intendere.
Ciò che è emerso è che l’Europa dovrà affrontare una tariffa del 15%, accompagnata dall’obbligo di acquistare 750 miliardi di dollari di gas liquefatto, investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti e acquistare un vasto ammontare di armamenti americani. La tariffa su alluminio e acciaio resta al 50%. Sono previste tariffe separate, da concordare entro due o tre settimane, su semiconduttori e farmaceutica. Inoltre, è stato abbandonato l’accordo sulla Global Minimum Tax, già precedentemente concordato.
Non si tratta di un vero compromesso, ma di un accordo a senso unico. L’Europa ha cercato un’intesa, ma ciò che ne è uscito non può essere definito tale. Il Vecchio Continente si dimostra, purtroppo, disunito e fragile.
Sul fronte valutario, l’euro ha cominciato a perdere terreno non appena sono stati compresi i veri termini dell’accordo, scendendo per tutta la sessione e perdendo quasi 200 punti dai massimi di inizio giornata. A questo punto non si possono escludere ulteriori ribassi, con obiettivi fissati a 1,1440. Anche altre valute, come lo yen, la sterlina e in parte le valute oceaniche, hanno perso terreno contro il dollaro.
Cambierà quindi il trend di fondo dell’euro, finora profondamente rialzista, trascinando al ribasso anche le valute concorrenti? Difficile dare una risposta certa oggi, ma se i grandi investitori attualmente posizionati long sull’euro dovessero invertire la rotta, le montagne russe sarebbero assicurate.
FED IN VISTA
Va ricordato che, sul piano commerciale, l’accordo tra Cina e Stati Uniti è ancora in fase di discussione. Un’estensione dell’attuale tregua commerciale, in scadenza il 12 agosto, è ampiamente prevista.
L’attenzione del mercato si sta ora spostando sulla decisione di politica monetaria della Federal Reserve, attesa entro la fine della settimana. Non è previsto alcun taglio dei tassi, ma nei prossimi giorni saranno pubblicati diversi indicatori economici chiave che offriranno ulteriori spunti sull’andamento dell’economia statunitense. Tra questi, i dati sulla crescita del PIL, sull’occupazione non agricola, sull’inflazione PCE e l’ISM Manufacturing PMI, in un momento in cui le preoccupazioni sull’impatto economico dei dazi sembrano attenuarsi.
UK, VENDITE AL DETTAGLIO
L’indicatore mensile delle vendite al dettaglio nel Regno Unito è salito a -34 a luglio 2025, in miglioramento rispetto al minimo di 17 mesi registrato a giugno (-46). Sebbene il dato rappresenti un progresso, resta comunque al di sotto delle aspettative del mercato, fissate a -26.
L’ultima lettura indica che i volumi delle vendite al dettaglio sono diminuiti per il decimo mese consecutivo, a causa dell’aumento dei prezzi e della persistente incertezza economica che continuano a pesare sulla spesa dei consumatori. L’indicatore delle vendite previste per agosto è migliorato a -31, rispetto a -49 del mese precedente.
ORO
Martedì l’oro si è attestato intorno ai 3.310 dollari l’oncia, vicino ai minimi delle ultime tre settimane. I segnali di allentamento delle tensioni commerciali e un dollaro USA più forte hanno ridotto l’attrattiva del metallo prezioso.
Gli investitori stanno monitorando attentamente i colloqui in corso tra Stati Uniti e Cina, in attesa di una proroga di 90 giorni della scadenza del 12 agosto per la sospensione dei dazi. Questo avviene in una settimana cruciale per l’agenda commerciale del presidente Donald Trump, con una scadenza separata imminente questo venerdì per altri paesi, chiamati a raggiungere un accordo.
Sono ancora in corso colloqui con altri importanti partner commerciali, tra cui Canada e Corea del Sud. Nel frattempo, la Federal Reserve statunitense si riunirà questa settimana e si prevede che manterrà invariati i tassi di interesse, sebbene i mercati continuino a scontare un potenziale taglio a settembre. Gli investitori attendono anche una serie di dati economici statunitensi, tra cui l’indice dei prezzi PCE e il rapporto sulle buste paga non agricole.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
EURUSD – Rimbalzo tecnico o falsa speranza?EURUSD sta attualmente scambiando al di sotto della trendline discendente di lungo termine, dopo aver rotto la zona di consolidamento vicino alla nuvola di Ichimoku. Il prezzo ha ritestato l’area di 1,16800 ed è stato fortemente respinto – confermando questa zona come una resistenza chiave.
Sul grafico H4, la struttura dei prezzi suggerisce la possibile formazione di una figura a "testa e spalle" minore, aprendo lo scenario per un'ulteriore discesa verso il supporto principale a 1,14500.
Notizie recenti: i dati JOLTS negli Stati Uniti sono stati inferiori alle aspettative, ma ancora sopra i 7 milioni → il mercato del lavoro sta rallentando, ma non abbastanza da indebolire significativamente il dollaro USA. La BCE mantiene un tono restrittivo, ma senza alimentare aspettative di ulteriori rialzi.
Strategia: Preferibile cercare vendite (Sell) se il prezzo viene nuovamente respinto dalla zona di 1,16800. Target potenziale: 1,14500.
EURUSD La moneta europea in leggera flessione. Quale supporto?Buon giovedi 10 Luglio e bentornati sul canale con aggiornamento tecnico su grafico H4 su EUR/USD.
Cosa aspettarci nel brevissimo termine e qual'è il livello di supporto - a mio parere molto chiaro - da andare a monitorare con attenzione.
Grazie per la vostra attenzione e buona serata
Borse record, dollaro in ripresa, Fed in vistaWALL STREET MACINA RECORD
Venerdì, l'S&P 500 è salito dello 0,4%, registrando la quinta chiusura record consecutiva — la striscia più lunga in oltre un anno — mentre il Nasdaq 100 ha guadagnato lo 0,2% dopo aver toccato un massimo intraday. Il Dow Jones è avanzato di 208 punti, in un mercato ancora caratterizzato dall’attesa per gli sviluppi in ambito commerciale.
L'ottimismo intorno ai colloqui ha alimentato il rally, con il Presidente Trump che oggi incontrerà la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, tra le speranze di un accordo tra Stati Uniti e UE. Accordi sono stati raggiunti anche con Giappone, Indonesia e Filippine prima della scadenza dei dazi del 1° agosto, sebbene i negoziati con il Canada siano in stallo.
I solidi utili di Alphabet e Verizon hanno sostenuto il sentiment, mentre Intel ha frenato il settore tecnologico dopo aver annunciato perdite e licenziamenti. Gli operatori guardano ora alla riunione della Federal Reserve della prossima settimana e a un fitto calendario di utili, con Apple, Meta e Microsoft in primo piano.
Il Dow Jones ha chiuso la settimana con un guadagno dell'1,3%, mentre il Nasdaq e l'S&P 500 sono saliti rispettivamente dell'1,2% e dell'1,6%.
VALUTE
Sul mercato valutario, l’EUR/USD mantiene ancora i primi supporti chiave a quota 1,1700, mentre altri cambi come GBP/USD e USD/JPY vedono un deciso ritorno della forza del dollaro USA.
La reazione del biglietto verde sembra più legata a una correzione da livelli di eccesso che a un cambiamento strutturale, soprattutto contro la sterlina. Diverso il discorso per lo yen giapponese, che deve fronteggiare dazi del 15% imposti dagli Stati Uniti: per compensarli, è necessario un deprezzamento dello JPY. Ogni 10% di aumento delle tariffe richiede un calo del 3% della valuta; ergo, lo yen dovrebbe perdere circa il 4,5% per attutire gli effetti dell’accordo commerciale.
In generale, il dollaro resta strutturalmente debole, al di là della correzione in atto, e potrebbe proseguire la sua corsa verso i target di medio termine: EUR/USD a 1,2350, GBP/USD a 1,4200 e USD/JPY a 140,00. Le valute oceaniche restano miste, ma tendono ancora a una certa debolezza contro il dollaro.
USA – ORDINI DI BENI DUREVOLI
Gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti sono diminuiti del 9,3% su base mensile, attestandosi a 311,84 miliardi di dollari a giugno 2025, invertendo il +16,5% registrato a maggio. Il dato, sebbene migliore delle attese, riflette un calo marcato negli ordini di mezzi di trasporto, in particolare aeromobili, componenti non destinati alla difesa e beni strumentali.
Escludendo i trasporti, i nuovi ordini sono aumentati dello 0,2%, mentre al netto della difesa l’incremento è stato solo dello 0,1%.
RUSSIA – GIÙ I TASSI
La Banca Centrale Russa ha tagliato il tasso di interesse di riferimento di 200 punti base, portandolo al 18% nella riunione di luglio 2025, in linea con le aspettative del mercato. L’istituto ha segnalato la possibilità di un ulteriore taglio entro l’anno.
Le pressioni disinflazionistiche si sono rivelate più forti del previsto, giustificando condizioni finanziarie più accomodanti per sostenere la crescita. L’inflazione annua si è attestata al 9,4% a giugno.
La banca ha inoltre evidenziato l’impatto crescente dei costi di indebitamento restrittivi, aggravato dall’apprezzamento del rublo e dal rallentamento dei consumi. Prosegue anche il rallentamento del mercato del lavoro, nonostante la contrazione della forza lavoro, dovuta in gran parte alla mobilitazione militare e alla conseguente diaspora di uomini in età lavorativa.
GERMANIA – IFO IN RIPRESA
L’indice Ifo sul clima aziendale in Germania è salito a 88,6 a luglio 2025, rispetto a 88,4 di giugno, segnando il valore più alto da maggio 2024. Tuttavia, il dato è leggermente inferiore alle attese del mercato (89,0), segnalando che il sentiment resta cauto e la ripresa economica procede a rilento.
Il miglioramento è stato trainato da un lieve aumento sia delle valutazioni correnti che delle aspettative. Il sentiment è migliorato tra produttori e costruttori, ma si è indebolito tra fornitori di servizi e commercianti.
SETTIMANA ENTRANTE – FED SOTTO LA LENTE
La prossima settimana sarà cruciale per i mercati. Gli investitori seguiranno da vicino i negoziati commerciali tra gli Stati Uniti e i partner chiave, in particolare l’UE, con l’avvicinarsi della scadenza del 1° agosto per l’introduzione di dazi reciproci.
Sarà anche la settimana più intensa per gli utili: Microsoft, Apple, Amazon e Meta pubblicheranno i risultati, insieme a Boeing, PayPal, Visa e Mastercard.
Tuttavia, il vero market mover sarà la decisione della Federal Reserve. Anche la Bank of Japan, la Bank of Canada e la Banca Centrale del Brasile prenderanno decisioni in materia di politica monetaria.
Sul fronte macro, il calendario statunitense è ricco: stima anticipata del PIL del secondo trimestre, rapporto sull’occupazione (NFP), PCE e ISM manifatturiero. In Europa, riflettori puntati su PIL e inflazione di Eurozona, Germania, Francia, Italia e Spagna. Attesi anche i PMI della Cina e i dati sul PIL di Messico, Taiwan, Hong Kong e Canada.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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INDICE DEI SERVIZI EUROPare che l'economia dell'eurozona stia riprendendo gradualmente vigore.
La recessione nel settore manifatturiero sta terminando e l’espansione nel settore dei servizi è risultata a luglio leggermente più rapida.
La previsione a brevissimo termine del PIL, mostra per il terzo trimestre una forte crescita
economica.
Per cinque mesi consecutivi, la produzione manifatturiera è timidamente cresciuta.
La Germania in questo senso sta svolgendo un ruolo fondamentale e, insieme ad altri paesi, ha più che compensato la debolezza della Francia.
Tuttavia, affinché il settore manifatturiero dell'eurozona torni a crescere notevolmente nel lungo termine, anche l'industria francese deve ritrovare una stabilità, anche se l'attuale incertezza politica di Parigi è certamente un ostacolo in tal senso.
Per luglio in Germania è prevista una leggera espansione economica, mentre la Francia dovrebbe registrare una leggera contrazione.
Tale differenza è probabilmente in parte attribuibile alla situazione politica, che in Francia è caratterizzata dal piano di forti tagli al bilancio e da un incombente voto di sfiducia contro il primo ministro François Bayrou.
In Germania, invece, l'economia può sperare in una spesa pubblica maggiore, accompagnata possibilmente da forti investimenti privati e pubblici.
Lo stato d’animo attuale della Francia si riflette nelle prospettive future, che nel settore manifatturiero hanno registrato uno straordinario calo netto di circa otto punti.
In Germania, l'indice corrispondente è sceso solamente di due punti.
Arrivano però buone notizie per la BCE, giacché la tendenza alla disinflazione ha continuato ad estendersi nei servizi, settore osservato con grande attenzione.
A luglio, il prezzo dei beni non è calato ulteriormente, ma l'euro più forte e i dazi
statunitensi potrebbero esercitare nei prossimi mesi pressioni al ribasso piuttosto che al rialzo sull’inflazione.
--Chart di capital.com--
Eur/Usd: F.T.W. Power indica possibili continuazioniSe queste mie analisi ti sono utili ti prego di mettere un LIKE/BOOST all'articolo e seguire questo profilo.
Questo mi permetterà di continuare a fare questo lavoro gratuito.
Durante questa settimana sarà in osservazione speciale per mia l'operatività la coppia delle coppie del mercato valutario ovvero Eur/Usd.
Il cambio infatti ha leggermente ossigenato nelle ultime settimane per creare poi negli ultimi giorni uno dei miei segnali di trading preferiti ovvero una F.T.W. Power long con close al di sopra di zona 1,1700.
Da un punto di vista tecnico sarà importante che il mercato tenga area 1,1580 dove c'è stata una chiara respinta da parte dei compratori mentre da un punto di vista più operativo la mia idea sarà di seguire su time frame come il daily e il 4H l'evolversi della price action.
Conferme di trigger su livelli come area 1,1700/1,1650 potrebbero attivarmi sul mercato con un long: il grafico daily ha chiuso in modo estremamente interessante tra giovedì e venerdì andando a ritestare le zone calde.
Già dalle prime ore del mattino di lunedì quindi sarò operativo e vigile su euro-dollaro.
La convalida del setup weekly ( FTW Power ) si avrebbe con la rottura di 1,1790.
Il target iniziale di questa idea è 1,1900/1,1930 e successivamente 1,2160/1,2200.
Il fallimento della mia view lo avremo al di sotto di 1,1540.
Anche per oggi è tutto, vi auguro una buona domenica e un buon TRADING SIMPLE!
Mercati in rialzo, occhi puntati sulla BCETOCCA ALLA BCE
Mercoledì Wall Street ha chiuso in positivo dopo l'annuncio dell'accordo commerciale tra Giappone e Stati Uniti. Il Dow Jones è salito dell'1,14%, il Nasdaq ha guadagnato lo 0,61% e l’S&P 500 è avanzato dello 0,78%.
Il presidente Trump ha dichiarato che il Giappone ha accettato una tariffa del 15% sulle sue esportazioni verso gli Stati Uniti, insieme all'impegno a investire 550 miliardi di dollari negli USA e ad aprire i propri mercati a beni americani chiave.
Il Giappone aumenterà la spesa per la difesa presso aziende statunitensi da 14 a 17 miliardi di dollari all'anno, incrementerà del 75% gli acquisti di riso e acquisterà 100 aerei Boeing.
In Europa, lo STOXX 50 ha guadagnato l'1% e lo STOXX 600 lo 0,9%, mentre in Asia il Nikkei 225 è balzato del 3,5%. Negli Stati Uniti, anche i futures hanno indicato guadagni all'apertura.
Ma oggi è il giorno della BCE, che dopo otto ribassi consecutivi dei tassi, secondo le stime, dovrebbe restare ferma e lasciare invariata la politica monetaria.
VALUTE
Nella notte, il dollaro ha registrato una nuova caduta contro le principali valute concorrenti. Il movimento è alimentato da un riaggiustamento di medio-lungo termine del biglietto verde, che secondo alcune analisi risulta ancora sopravvalutato di circa il 10-15%.
Non sono più il differenziale dei tassi o le aspettative sui tassi a guidare l’andamento del dollaro, ma fattori macroeconomici. Se si considera il tasso di cambio effettivo reale degli Stati Uniti — ovvero il tasso di cambio con i principali partner commerciali in termini reali — si nota che è ancora circa il 15% superiore alle medie di lungo periodo. Questo suggerisce una certa sopravvalutazione.
Tuttavia, non è detto che questo gap si chiuda. Anzi, è probabile che, appena si dovesse toccare quota 1,2000, emergano proteste dal Vecchio Continente, criticando l’eccessiva forza della moneta unica.
A rafforzare il cauto ottimismo, il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha segnalato che l'attuale tregua tariffaria con la Cina verrà probabilmente estesa prima della scadenza del 12 agosto.
Sul fronte della politica monetaria, i verbali dell'ultima riunione del FOMC hanno rivelato che diversi membri considerano i dazi inflazionistici, spingendo la Fed a rinviare ulteriori tagli dei tassi.
WTI IN CALO
I future sul greggio WTI sono scesi sotto i 65 dollari al barile ieri, segnando il quarto giorno consecutivo di perdite. Gli investitori restano concentrati sui colloqui commerciali con gli Stati Uniti.
Mentre il presidente Trump ha annunciato accordi con Giappone e Filippine, l'UE si prepara a imporre dazi del 30% sui beni statunitensi se non si raggiungerà un'intesa.
Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato che incontrerà i funzionari cinesi a Stoccolma la prossima settimana per discutere l'estensione della tregua commerciale, includendo eventualmente gli acquisti da parte della Cina di petrolio sanzionato da Russia e Iran.
Nel frattempo, i dati del governo statunitense hanno mostrato che le scorte di greggio sono diminuite di 3,17 milioni di barili la scorsa settimana, più del previsto.
Nonostante questo calo superiore alle attese, i prezzi del petrolio restano sotto pressione per i timori che le tensioni tariffarie in corso possano indebolire la domanda globale, nonostante l’aumento della produzione da parte dell’OPEC+.
GIAPPONE, PMI DEBOLE
L'indice PMI manifatturiero S&P Giappone è sceso a 48,8 a luglio 2025, rispetto al 50,1 di giugno, secondo i dati pubblicati questa notte. Si tratta del valore più basso da aprile e inferiore al consenso di 50,2.
Il calo riflette una nuova contrazione della produzione, in un contesto di persistente debolezza dei nuovi ordini e di un forte calo della domanda estera.
Nel frattempo, la fiducia si è indebolita a causa delle preoccupazioni legate ai dazi commerciali statunitensi e al loro potenziale impatto sulla domanda.
Nonostante ciò, lo yen si rafforza contro il dollaro, riportandosi a ridosso delle resistenze chiave, ovvero i supporti cruciali di USD/JPY posti a 145,50.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
EURUSD – Tocco al vertice… ora il triangolo rischia di rompersi!Dopo aver sfiorato la zona di 1,17600, EURUSD ha perso slancio. Dietro questa calma apparente si nasconde una forte pressione: i dati PMI deludenti di Francia e Germania – i due pilastri dell’Eurozona – stanno vacillando. E con il silenzio “gelido” della BCE, l’euro appare più vulnerabile che mai.
Sul grafico H4, il prezzo è intrappolato in un grande triangolo, con un supporto che si assottiglia come vetro pronto a frantumarsi. Se i venditori attivano la rottura, una discesa rapida verso l’area 1,16400 potrebbe essere inevitabile.
Il momento della verità si avvicina – allacciate le cinture, EURUSD potrebbe precipitare senza freni.
Mercati misti, attesa per BCE e FedBORSE MISTE, ATTESA PER LE BANCHE CENTRALI
I principali indici azionari statunitensi hanno registrato, nella sessione di ieri, variazioni miste. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,4% a 44.502 punti, mentre l’S&P 500 è salito dello 0,06% a 6.310 punti. Segno negativo per il Nasdaq (-0,39% a 20.893 punti), in vista dei principali report sugli utili di Alphabet e Tesla.
I titoli dei chip hanno pesato sul Nasdaq, con Nvidia in calo del 2,4% e Broadcom del 3,3%, a seguito della notizia dello stallo dell'imponente progetto di intelligenza artificiale di SoftBank e OpenAI.
Lockheed Martin (-10,8%) e Philip Morris (-8,2%) hanno subito un forte calo dopo risultati deludenti. Anche General Motors (-8%) ha segnalato un impatto più profondo sugli utili legato ai dazi, dopo un calo del 32% nel secondo trimestre, alimentando le preoccupazioni degli investitori sull'impatto della politica commerciale.
Nel frattempo, il presidente Trump ha annunciato un accordo con le Filippine che prevede un dazio del 19%, sebbene si attenda la conferma da Manila.
Il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha affermato che gli Stati Uniti probabilmente estenderanno la scadenza dei dazi con la Cina e intendono incontrare i funzionari cinesi la prossima settimana a Stoccolma.
Il mercato attende ora le decisioni delle banche centrali: domani tocca alla BCE, mentre la prossima settimana sarà la volta della Fed. Per entrambe, si prevede un nulla di fatto.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, continua la discesa del dollaro, inarrestabile contro tutte le principali valute, in particolare contro euro, sterlina e yen.
L’EUR/USD sembra pronto ad attaccare il precedente massimo a 1,1830. Anche il cable (GBP/USD) appare orientato verso il test di 1,3630/40, mentre contro lo yen il supporto chiave del biglietto verde è posizionato a 145,80.
USD/CAD si avvicina al supporto chiave, che coincide anche con un doppio minimo, in area 1,3525/35.
Le valute oceaniche faticano a risalire: AUD punta a 0,6600 e NZD a 0,6110.
Tra i cross, si segnala la forza di EUR/JPY che, nonostante i tentativi di correzione, è tornato sopra quota 172,00. Il franco svizzero resta molto forte sia contro il dollaro (sotto 0,7950) sia contro l’euro (a quota 0,9320).
USA, RENDIMENTI ANCORA IN CALO
Il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni è sceso al 4,34% martedì, segnando il quinto calo consecutivo e il livello più basso in oltre una settimana.
Gli investitori restano cauti a causa della persistente incertezza commerciale e delle rinnovate preoccupazioni sull'indipendenza della Fed.
Gli Stati Uniti proseguono i negoziati con i partner chiave, e la Casa Bianca ha indicato che il presidente Trump potrebbe annunciare ulteriori dazi o nuovi accordi commerciali prima della scadenza del 1° agosto, anche se finora non è stato comunicato nulla di ufficiale.
Il Segretario al Tesoro Bessent ha confermato l’intenzione di incontrare i funzionari cinesi la prossima settimana, alimentando la speranza di una proroga della scadenza del 12 agosto.
Bessent ha anche risposto alle speculazioni sulla leadership della Fed, affermando che non vi sono motivi per cui Powell debba dimettersi, anche se il presidente sembra pensarla diversamente, almeno nelle dichiarazioni ufficiali.
La Fed si riunirà la prossima settimana, ma non sono previste modifiche al tasso sui fondi federali.
ORO
L'oro ha recuperato le perdite iniziali, superando i 3.420 dollari l'oncia e raggiungendo il livello più alto dal 16 giugno, mentre i rendimenti dei Treasury e il dollaro continuano a indebolirsi a causa dell’incertezza sui negoziati commerciali.
Con l’avvicinarsi della scadenza del 1° agosto fissata da Trump, crescono i timori che Stati Uniti e Unione Europea non riescano a trovare un accordo. I diplomatici europei starebbero valutando contromisure più ampie nel caso in cui venisse imposta un’imposta del 30% sui beni UE.
Bessent ha annunciato l’intenzione di incontrare la sua controparte cinese la prossima settimana, lasciando intendere una possibile proroga della scadenza. Ha inoltre parlato di una “raffica di accordi commerciali” con altri paesi, senza però fornire dettagli.
Sul fronte monetario, si prevede che la BCE manterrà i tassi stabili al 2,0% entro la fine della settimana, dopo una serie di tagli. La decisione della Fed è attesa per la prossima settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
EURUSD - trend al rialzo ma attenzione alle tensioni commercialiRafforzamento dell’ottimismo sull’euro e dinamiche di mercato
L’euro (EUR) ha registrato un rinnovato slancio nella giornata di lunedì, con la coppia valutaria EUR/USD che ha effettuato un solido retest dell’area immediatamente superiore alla soglia tecnica chiave di 1,1700, toccando contestualmente i massimi degli ultimi tre giorni. Questo movimento riflette un crescente ottimismo da parte degli operatori nei confronti della moneta unica, sostenuto da una combinazione di fattori tecnici e fondamentali.
Persistenza delle tensioni commerciali e impatto sul sentiment di mercato
Nonostante il rinvio da parte di Washington della prossima decisione in materia di dazi al 1° agosto, il contesto macroeconomico globale rimane caratterizzato da un’elevata incertezza. Le minacce di imposizione di tariffe del 30% sulle esportazioni europee, dazi del 25% sulle importazioni provenienti da Giappone e Corea del Sud, nonché un potenziale sovrapprezzo del 50% sul rame, hanno alimentato i timori di un’escalation delle tensioni commerciali a livello globale. In tale contesto, gli investitori hanno mostrato una crescente propensione verso asset rifugio, tra cui il dollaro statunitense, contribuendo a una temporanea pressione al ribasso sull’euro nei giorni precedenti.
Prospettive negoziali e risposta dell’Unione Europea
Parallelamente, i negoziati commerciali hanno assunto un ruolo centrale nell’agenda diplomatica. Fonti istituzionali hanno indicato che l’Unione Europea sta valutando l’adozione di un pacchetto di misure “anticoercitive” di ampia portata. In caso di mancato accordo, tali misure potrebbero includere restrizioni mirate ai servizi statunitensi o limitazioni all’accesso delle imprese USA agli appalti pubblici europei, configurando una risposta strategica volta a tutelare gli interessi economici dell’Unione.
Prospettive protezionistiche e divergenze tra le politiche monetarie
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha paventato l’introduzione di dazi del 30% sulle importazioni provenienti dall’Unione Europea, qualora non si giungesse a un’intesa commerciale entro la scadenza fissata per il 1° agosto. Tale minaccia ha riacceso le preoccupazioni circa un possibile irrigidimento delle relazioni transatlantiche e un ulteriore deterioramento del contesto commerciale globale.
Federal Reserve: orientamenti divergenti all’interno del FOMC
I verbali della riunione di giugno del Federal Open Market Committee (FOMC) hanno evidenziato una marcata spaccatura tra i membri. Da un lato, alcuni esponenti hanno espresso la necessità di un taglio tempestivo dei tassi di interesse per contrastare i potenziali effetti recessivi delle tensioni commerciali; dall’altro, una fazione più prudente ha sottolineato l’importanza di attendere ulteriori evidenze sull’impatto inflazionistico delle misure tariffarie prima di procedere con un allentamento monetario.
L’incremento dell’indice dei prezzi al consumo registrato negli Stati Uniti nel mese di giugno ha rafforzato l’approccio attendista del presidente della Fed, Jerome Powell. Tuttavia, i mercati dei futures continuano a prezzare una probabilità non trascurabile di un moderato allentamento monetario nel corso del secondo semestre.
Banca Centrale Europea: politica accomodante e prospettive di pausa
In contrasto con l’orientamento della Fed, la Banca Centrale Europea ha adottato una posizione più espansiva, riducendo il tasso sui depositi al 2,00% all’inizio di giugno. L’istituto di Francoforte ha tuttavia precisato che eventuali ulteriori misure di stimolo saranno subordinate all’emergere di segnali più evidenti di indebolimento della domanda esterna. Gli operatori di mercato si attendono che la BCE mantenga un atteggiamento attendista nella riunione di questa settimana, optando per una “pausa tecnica” nel ciclo di politica monetaria.
Analisi COT – Euro FX (15 luglio 2025)
I più recenti dati del Commitments of Traders (COT), riferiti alla settimana conclusasi il 15 luglio, confermano una marcata inclinazione rialzista da parte degli investitori istituzionali e degli hedge fund nei confronti dell’euro.
Le posizioni nette lunghe detenute dai trader non commerciali si sono attestate a 128.121 contratti, segnando il livello più elevato dal dicembre 2023. Questo incremento è stato sostenuto da un'apertura netta di 971 nuove posizioni long, accompagnata da una contestuale riduzione delle posizioni short, a testimonianza di un sentiment sempre più favorevole alla moneta unica.
A rafforzare ulteriormente questa dinamica, l’open interest complessivo ha registrato un’espansione pari a +14.593 contratti, segnalando un aumento della partecipazione al mercato e una crescente fiducia nella prosecuzione del trend rialzista.
Analisi tecnica
daily chart
Analisi Tecnica EUR/USD – Contesto di consolidamento su livelli chiave
Il recente contesto di tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa, unito a una fase di elevata stabilità macroeconomica, ha favorito una correzione della price action dai massimi annuali, culminata nel superamento della soglia tecnica di 1,1800. Attualmente, il cambio EUR/USD sta testando il livello psicologico di 1,1700, area di particolare rilevanza tecnica in quanto zona di confluenza volumetrica e livello 0,50 di ritracciamento di Fibonacci, calcolato sull’impulso rialzista compreso tra il minimo del 1° luglio e il massimo del 17 luglio.
L’indicatore Ichimoku Kinko Hyo evidenzia una fase di flessione tecnica: la Tenkan Sen si sta progressivamente avvicinando alla Kijun Sen, pur non avendo ancora generato un segnale di inversione (cross ribassista). Particolare attenzione va posta al supporto dinamico offerto dalla Kijun Sen, nonché al punto pivot situato in area 1,1640, che potrebbe fungere da base per un eventuale rimbalzo tecnico volto a ritestare i massimi precedenti.
Dal punto di vista dell’RSI (Relative Strength Index), l’indicatore si mantiene in territorio positivo, pur avendo ritracciato dal livello di ipercomprato. Attualmente si colloca al di sotto della propria media mobile, in area 57,72, suggerendo una fase di consolidamento del momentum rialzista.
In sintesi, il cambio si trova in una fase di stallo tecnico, influenzata dalle incertezze legate alla politica commerciale transatlantica. Tuttavia, il trend di fondo rimane orientato al rialzo, come evidenziato dalla distanza significativa tra le principali medie mobili e la linea di prezzo corrente.
Wall Street stabile tra dazi e trimestraliWALL STREET REGGE
Dopo un'apertura di settimana positiva, Wall Street ha successivamente ripiegato, chiudendo con variazioni frazionali. Il Dow Jones ha perso lo 0,04%, attestandosi a 44.323 punti, mentre l’S&P 500 ha registrato un rialzo dello 0,14% a 6.306 punti, dopo aver toccato un nuovo massimo storico a 6.336 punti.
Prestazione migliore per il Nasdaq, che è salito dello 0,38% a 20.974 punti, segnando un nuovo massimo a 21.077 punti.
Le questioni commerciali restano irrisolte, con la scadenza del 1° agosto che si avvicina senza novità rilevanti. Il Segretario al Commercio, Howard Lutnick, ha ribadito che il 1° agosto rappresenta una "scadenza vincolante" per l’introduzione di nuovi dazi, pur segnalando che i negoziati con i partner commerciali sono ancora in corso.
In Borsa, i settori dei servizi di comunicazione e dei materiali hanno registrato le migliori performance.
Sul fronte degli utili, Verizon ha guadagnato quasi il 3% dopo aver pubblicato risultati superiori alle attese sia per utili che per fatturato, migliorando anche le previsioni di profitto per l’intero anno.
L’attenzione del mercato si concentra ora su una serie di importanti trimestrali in uscita questa settimana, tra cui quelle di Alphabet, Tesla, IBM, T-Mobile e Coca-Cola.
ASIA IN RIBASSO
I mercati azionari asiatici chiudono in calo, a causa dei timori legati alla scadenza del 1° agosto per la finalizzazione degli accordi commerciali con gli Stati Uniti.
Il Segretario al Tesoro, Bessent, ha dichiarato che si sta dando priorità alla qualità degli accordi rispetto alla loro tempistica. Ha aggiunto che sarà il Presidente Trump a decidere se prorogare la scadenza per i Paesi che mostrano progressi significativi nei negoziati con Washington.
VALUTE
Il dollaro ha perso terreno, scendendo nel paniere del Dollar Index fino a 97,25, per poi recuperare leggermente a 97,45. Il calo è legato alla lentezza con cui i vari Paesi stanno raggiungendo accordi commerciali con gli Stati Uniti.
Bessent ha ribadito che l’amministrazione sta privilegiando la qualità degli accordi rispetto alla rapidità, e che sarà Trump a decidere eventuali proroghe per i Paesi più collaborativi.
Il mercato attende anche le dichiarazioni del Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, per capire se ci saranno segnali sulla politica dei tassi d’interesse. Nonostante le pressioni di Trump per un taglio, gli operatori non si aspettano una riduzione entro la fine del mese.
L’EUR/USD è tornato ieri per un attimo a quota 1,1720, segnando un doppio massimo interessante, prima di ripiegare leggermente. Anche il Cable è salito a 1,3510, per poi correggere a 1,3480. L’USD/JPY è sceso fino a 147,00, per poi rimbalzare.
Tutto è possibile dai livelli attuali: potremmo assistere sia a un crollo del biglietto verde, sia a un suo forte recupero, a seconda di cosa accadrà sul fronte dei dazi in prossimità della scadenza del 1° agosto.
Interessanti anche i movimenti di EUR/JPY, EUR/AUD ed EUR/NZD, che si avvicinano a target tecnici di medio termine molto rilevanti.
RENDIMENTI TREASURIES
Lunedì, il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni è sceso di quasi 5 punti base, attestandosi al 4,37%. Si tratta del quarto calo consecutivo e del livello più basso in oltre una settimana.
Il sentiment degli investitori è rimasto cauto, a causa della crescente incertezza sui prossimi dazi e delle preoccupazioni sull'indipendenza della Federal Reserve. Le rinnovate critiche del Presidente Trump al Presidente della Fed, Jerome Powell, per la mancata riduzione dei tassi di interesse, hanno alimentato le speculazioni su una possibile rimozione di Powell dal suo incarico.
La scorsa settimana, alcune indiscrezioni dalla Casa Bianca indicavano che una mossa in tal senso fosse imminente, ma il Presidente Trump ha successivamente smentito.
CINA, TASSI INVARIATI
La Banca Popolare Cinese ha mantenuto i tassi di interesse chiave ai minimi storici nella riunione di luglio, in linea con le aspettative.
La decisione è arrivata in un contesto di crescenti segnali di rallentamento della crescita, appesantita dai dazi statunitensi, dalla debolezza della domanda interna e da una prolungata crisi immobiliare.
Il tasso di interesse primario sui prestiti a un anno, parametro di riferimento per la maggior parte dei prestiti a imprese e famiglie, è rimasto stabile al 3,0%. Anche l’LPR a cinque anni, che guida i tassi dei mutui, è rimasto invariato al 3,5%.
I dati pubblicati la scorsa settimana hanno mostrato una crescita del PIL del 5,2% nel secondo trimestre, leggermente superiore alle attese (5,1%), ma in calo rispetto al 5,4% registrato nei due trimestri precedenti. Nel primo semestre del 2025, l’economia è cresciuta del 5,3%, nonostante le pressioni deflazionistiche, con i prezzi alla produzione in calo al livello più elevato da luglio 2023.
ATTESA BCE
Il rendimento del Bund tedesco a 10 anni è sceso sotto il 2,65%, il livello più basso dal 9 luglio, mentre l’attenzione degli investitori si concentra sulla prossima decisione di politica monetaria della Banca Centrale Europea e sulla pubblicazione degli indici PMI delle principali economie europee, entrambi attesi per giovedì.
Gli operatori di mercato osservano con attenzione anche i negoziati tariffari in corso tra UE e Stati Uniti. Si prevede che la BCE manterrà i tassi invariati dopo otto tagli consecutivi, adottando un approccio attendista in un contesto di incertezza tariffaria, euro resiliente e inflazione contenuta.
Parallelamente, gli inviati dell’UE si stanno preparando a discutere già questa settimana eventuali misure di emergenza, nel caso in cui non si raggiunga un accordo con il Presidente Trump, la cui posizione sui dazi si è fatta più rigida in vista della scadenza del 1° agosto.
I VERBALI RBA
Dai verbali pubblicati questa notte, emerge che la banca centrale australiana (RBA) ha mantenuto il tasso di interesse di riferimento stabile al 3,85% nella riunione di luglio. La decisione è stata motivata da prospettive più equilibrate sui rischi di inflazione e da una maggiore solidità del mercato del lavoro.
La decisione è stata approvata a maggioranza, con sei membri favorevoli e tre contrari. Tuttavia, il Board rimane cauto, in un contesto di incertezza sia per la domanda aggregata che per l’offerta.
I responsabili delle politiche hanno indicato che attenderanno ulteriori dati per confermare che l’inflazione sia sulla buona strada per tornare stabilmente all’obiettivo del 2,5%. La RBA ha sottolineato che continuerà a monitorare attentamente i dati in arrivo, le condizioni globali e finanziarie, l’andamento della domanda interna e le prospettive per inflazione e mercato del lavoro.
ORO
Nelle ultime ore, i prezzi dell’oro sono scesi a circa 3.390 dollari l’oncia, pur rimanendo vicini al massimo delle ultime cinque settimane, toccato ieri in area 3.402.
Il metallo prezioso si muove in un contesto di persistente incertezza legata alla scadenza dei dazi del 1° agosto, decisa dal Presidente Trump. Tecnicamente, il gold si trova in una fase di congestione di medio termine, ma resta vicino ai massimi storici, con supporti solidi in area 3.250.
La sensazione è che il trend rialzista non sia ancora esaurito, almeno finché non emergeranno soluzioni concrete sul fronte commerciale. L’UE si sta affrettando a raggiungere un accordo con gli Stati Uniti, ma prepara anche contromisure nel caso in cui non si arrivi a un’intesa.
All’inizio del mese, gli Stati Uniti hanno minacciato di imporre dazi del 30% sulle importazioni dall’UE.
Sul fronte monetario, si prevede che la BCE manterrà i tassi stabili al 2,0% entro la fine della settimana, dopo una serie di tagli. La decisione della Federal Reserve è invece attesa per la prossima settimana.
Saverio Berlinzani
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#012: Opportunità di Investimento LONG su EUR/USD
In questo scenario, ho posizionato un ordine passivo long su EUR/USD in corrispondenza di una zona chiave che ha mostrato negli ultimi giorni segnali di accumulo e difesa istituzionale.
Il prezzo ha evidenziato una manipolazione ribassista seguita da un rimbalzo deciso con struttura a V, spesso indicativa di caccia agli stop conclusa. In queste fasi, l’ingresso diretto risulta meno efficace rispetto a una strategia passiva che punta a intercettare un eventuale pullback tecnico nella zona in cui si sono manifestati volumi anomali e difese algoritmiche.
L’ordine è stato progettato per attivarsi soltanto se il mercato dovesse tornare temporaneamente nella zona precedentemente assorbita, evitando così di inseguire il prezzo dopo una candela direzionale.
Il posizionamento dello stop loss è stato scelto con cura per evitare sia le zone di caccia tipiche dei retail che le aree visibili agli algoritmi. È localizzato in modo da garantire l’invisibilità operativa, ma anche la coerenza con la logica della difesa istituzionale: se raggiunto, il trade sarà automaticamente invalidato.
Il target è in linea con la struttura tecnica superiore e con la normale estensione del movimento che si sviluppa quando questa dinamica viene rispettata.
Questa operazione è pensata per essere lasciata lavorare in piena autonomia, senza bisogno di aggiustamenti o gestione attiva. O entra, o resta fuori. L’unico obiettivo è allinearsi ai flussi istituzionali, con rischio controllato e struttura direzionale favorevole.
L’Euro Dollaro può mantenere la sua posizione di leader nel FX?L’Euro Dollaro è la coppia valutaria principale con la migliore performance del 2025, ma ha iniziato una fase di consolidamento a breve termine sotto 1,18 $. Questa forza dell’euro dollaro sorprende, vista la divergenza tra le politiche monetarie. Può l’euro dollaro salire ancora nel 2025? Come spiegare questa forza dal punto di vista fondamentale? In questa settimana di decisione di politica monetaria della BCE (giovedì 24 luglio), proponiamo un’analisi tecnica e fondamentale del cambio euro dollaro che ha rallentato dopo aver raggiunto la resistenza tecnica di 1,18 $.
1) Il dominio dell’euro dollaro nel 2025 sfida la logica della divergenza monetaria
Il 2025 sorprende nel mercato FX: l’euro dollaro (EUR/USD) è la coppia più performante con oltre il 12 % di rialzo da inizio anno. Una sorpresa, se ci si basa sui fondamentali monetari tradizionali.
La Fed mantiene tassi alti per contrastare inflazione e mercato del lavoro, mentre la BCE ha continuato a tagliare i tassi, segno di un’economia europea più fragile. In teoria, il dollaro avrebbe dovuto rafforzarsi. Invece è l’euro a dominare. Un paradosso spiegato da una combinazione di fattori fondamentali.
2) Fattori fondamentali inattesi spiegano la forza dell’euro dollaro nel 2025
Il trend rialzista ignora il differenziale dei tassi attuali e attesi tra Fed e BCE.
Ecco i fattori fondamentali principali:
• Politica fiscale USA (Amministrazione Trump) che mette in dubbio la sostenibilità del debito
• Guerra commerciale con impatto sulle aziende USA esportatrici
• Strategia per rendere il dollaro meno competitivo a vantaggio delle esportazioni
• Recupero delle azioni europee rispetto a quelle USA
• Diversificazione del debito da parte dei paesi emergenti
• Crescita del ruolo dell’euro come valuta di riserva globale
• Politica fiscale tedesca con massicci investimenti industriali e militari
• Stimoli fiscali dell’UE e coerenza della BCE sul piano monetario
3) È 1,18 $ il massimo annuale dell’euro dollaro? Probabilmente no.
Il cambio euro dollaro è in fase di consolidamento dopo aver raggiunto 1,18 $ a inizio luglio. È questo il massimo per il 2025? La risposta è negativa finché non rompe il supporto a 1,13/1,15 $ e finché le posizioni nette degli istituzionali restano in trend rialzista (vedi linea gialla nei dati CFTC).
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