Cambiano le correlazioniNelle ultime ore si è assistito a un cambiamento nelle correlazioni intermarket. I mercati azionari, in particolare quelli statunitensi, mostrano una notevole forza, sostenuti non solo dalle buone notizie sul fronte commerciale, ma anche da dati sull’inflazione inferiori alle attese.
Questo alimenta le speranze di un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, motivo per cui il mercato azionario festeggia. Diversa la situazione per il dollaro, che perde terreno rispetto alle principali valute concorrenti: tassi più bassi lo renderebbero meno appetibile agli occhi degli investitori.
Gli indici di rischio mantengono comunque un tono positivo verso l’appetito al rischio: il VIX è sotto quota 18 punti, il petrolio è in ripresa e l’oro resta sotto i 3.260 dollari l’oncia.
Il paradigma potrebbe dunque cambiare, con correlazioni differenti: uno scenario "risk-on" in cui l’equity sale e il dollaro perde quota, mentre l’attenzione dei mercati si sposta sempre più sui dati macroeconomici, più che sulle questioni commerciali.
WALL STREET VICINO AI MASSIMI STORICI
Wall Street ha esteso il suo rally martedì, grazie all’allentamento delle tensioni internazionali: sia quelle commerciali tra Stati Uniti e Cina, sia le speranze di una tregua nella guerra tra Russia e Ucraina. A ciò si aggiungono i dati sull’inflazione, più deboli del previsto, che hanno rafforzato la fiducia degli investitori.
L’S&P 500 è salito dell’1%, tornando in territorio positivo per il 2025. Il Nasdaq 100 ha guadagnato l’1,8%, trainato dal forte rimbalzo dei produttori di chip. Nvidia è balzata del 5,8% dopo l’annuncio di un importante accordo per chip di intelligenza artificiale con l’Arabia Saudita, spingendo anche AMD e Broadcom a salire di oltre il 4%.
Il Dow Jones, invece, ha perso oltre 150 punti, penalizzato dal crollo del 18% delle azioni di UnitedHealth, a seguito delle dimissioni dell’amministratore delegato.
L’indice dei prezzi al consumo di aprile è aumentato solo del 2,3% su base annua, leggermente al di sotto delle aspettative, rafforzando le speranze di un rallentamento dell’inflazione e avvicinando i tagli dei tassi. Gli operatori ora scommettono su circa 55 punti base di tagli da parte della Fed entro l’anno.
La combinazione di segnali macroeconomici favorevoli e di un miglioramento del sentiment geopolitico ha riacceso lo slancio rialzista sui mercati.
VALUTE
L’EUR/USD si muove verso 1,1190 in correzione, dopo i recenti ribassi che lo avevano portato fino a 1,1070. Possibile un test delle resistenze tra 1,1250 e 1,1270.
Anche il Cable mantiene un tono rialzista, con target possibili a 1,3450. L’USD/JPY arretra in area 146,80 da 148,50, con possibili obiettivi in area 145,70.
L’USD/CAD è sceso, tornando a ridosso di 1,3900, mentre il franco svizzero resta stabile contro l’euro in area 0,9380–0,9390 e contro il dollaro a 0,8380.
La fase resta sfavorevole al dollaro, con possibilità di accelerazione ribassista in caso di rottura dei supporti.
USA, CALA L’INFLAZIONE
Il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è sceso al 2,3% ad aprile 2025, il livello più basso da febbraio 2021. A marzo era al 2,4%, in linea con le previsioni.
Il costo dell’energia è diminuito del 3,7%, più del calo del 3,3% registrato a marzo. I prezzi di benzina e olio combustibile sono scesi più rapidamente, mentre quelli del gas naturale sono aumentati sensibilmente.
L’inflazione ha rallentato anche per alimentari e trasporti, mentre si è stabilizzata per l’edilizia abitativa. Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato dello 0,2%, dopo il calo dello 0,1% di marzo, ma sotto le attese dello 0,3%.
Il tasso di inflazione core annuale si è stabilizzato al 2,8%, in linea con le previsioni.
USA, SALE IL DEBITO DELLE FAMIGLIE
Il debito totale delle famiglie statunitensi è aumentato di 167 miliardi di dollari rispetto al trimestre precedente, raggiungendo il livello record di 18,20 trilioni di dollari nel primo trimestre del 2025.
Il saldo dei prestiti studenteschi è cresciuto di 16 miliardi, arrivando a 1,63 trilioni, con un forte aumento del tasso di insolvenza. Anche il saldo dei mutui è aumentato di 199 miliardi, raggiungendo 12,80 trilioni, mentre le linee di credito ipotecario sono salite di 6 miliardi, toccando i 402 miliardi.
I tassi di insolvenza aggregati sono aumentati rispetto al trimestre precedente.
PETROLIO
I future sul greggio WTI sono saliti a 63 dollari al barile martedì, segnando il quarto rialzo consecutivo e il massimo delle ultime due settimane. Il rialzo è stato favorito dall’accordo tra Stati Uniti e Cina per ridurre drasticamente i dazi per almeno 90 giorni.
L’intesa ha alimentato la speranza che una guerra commerciale tra i due maggiori consumatori di petrolio possa essere evitata, riducendo la pressione sui mercati energetici. Tuttavia, resta l’incertezza su cosa accadrà alla scadenza della tregua.
Nel frattempo, l’attenzione si è spostata sul Medio Oriente, con il presidente Trump in visita in Arabia Saudita. Il regno ha spinto per un aumento della produzione, penalizzando i membri OPEC che non raggiungono gli obiettivi.
La produzione totale dell’OPEC è aumentata più del previsto da aprile, con una crescita stimata di 411.000 barili al giorno a maggio. Nonostante il recente recupero, il petrolio resta in calo di oltre il 10% da inizio aprile, quando i dazi statunitensi avevano sollevato timori per una crescita globale più debole e una minore domanda di carburante.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Idee operative USDEUR
EURODOLLARO: PERCORSO AGGIORNATONella scorsa idea veniva ipotizzato un rallentamento fino la zona attuale, ora rimanendo comunque in trend rialzista vedo un possibile proseguimento della discesa come rappresentato in grafico.
!!! DISCLAIMER !!!
Nota bene:
Queste sono semplici bozze personali, da considerarsi come tali. La lettura va effettuata con un’ottica di breve termine. In altre parole, la prima fase del percorso disegnato rappresenta l’ipotesi principale. La parte restante del percorso (quella più lontana nel tempo) è strettamente legata all’evoluzione della prima fase. Di conseguenza, se quest’ultima non si realizza, l’intera idea deve essere considerata nulla.
Non vi è alcuna sollecitazione all’investimento; quanto riportato va inteso unicamente come il punto di vista di un utente della piattaforma. L’onere di approfondire ricade sul lettore, attraverso le proprie conoscenze ed esperienze.
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Accordo Cina-Usa, volano mercatiWall Street ha chiuso in deciso rialzo ieri: l’S&P 500 è salito del 3,26%, il Nasdaq ha guadagnato il 4,35% e il Dow Jones è avanzato del 2,81%. Il rally è stato innescato dall’accordo commerciale raggiunto tra Stati Uniti e Cina.
Gli Stati Uniti hanno annunciato la riduzione dei dazi sui prodotti cinesi dal 145% al 30%, ovvero il livello precedente al 2 aprile 2025. La Cina, dal canto suo, abbasserà le imposte sulle importazioni statunitensi dal 125% al 10%.
Il presidente Trump ha precisato che l’accordo non riguarda i dazi su automobili, acciaio, alluminio o prodotti farmaceutici. Ha inoltre aggiunto che servirà tempo per formalizzare gli accordi.
Nonostante ciò, si tratta di un miglioramento significativo nei rapporti tra le due superpotenze, che fa ben sperare in una ripresa dei mercati e in una maggiore cooperazione economica.
VALUTE
Nel mercato valutario, l’indice del dollaro è balzato di oltre l’1%, superando quota 101,5 e toccando i massimi delle ultime quattro settimane.
La riduzione dei dazi ha riacceso la fiducia degli investitori nel biglietto verde, che era stato sotto pressione a inizio anno a causa dei timori legati alla strategia commerciale di Trump. Anche i dati economici statunitensi, ancora resilienti, e l’approccio misurato della Federal Reserve in tema di tassi hanno contribuito a sostenere il dollaro.
Gli investitori attendono ora i dati sull’inflazione al consumo, attesi per oggi pomeriggio, seguiti da quelli sulle vendite al dettaglio e sui prezzi alla produzione, previsti per giovedì. Questi dati saranno fondamentali per valutare l’impatto economico a breve termine della disputa commerciale.
Sul fronte valutario, l’EUR/USD si mantiene vicino a 1,0950, un supporto chiave, mentre l’USD/JPY ha già testato quota 148,50. La forza del dollaro resta predominante, con i cambi "risk on/risk off" che riflettono un crescente interesse per i rendimenti piuttosto che per la sicurezza.
Quanto durerà? Molto dipenderà da Trump e da ciò che accadrà nei prossimi 90 giorni, durante i quali gli Stati Uniti dovranno stringere accordi con numerosi Paesi per evitare un ritorno alla guerra commerciale.
ORO IN PICCHIATA
Lunedì i prezzi dell’oro sono scesi di quasi il 3%, attestandosi a 3.230 dollari l’oncia, il livello più basso da circa un mese. Il calo è dovuto al miglioramento del sentiment degli investitori e alla diminuzione della domanda di beni rifugio.
Gli accordi commerciali rappresentano una significativa de-escalation delle tensioni globali e indicano una volontà di compromesso, piuttosto che un approccio aggressivo.
L’ottimismo è stato rafforzato anche dal cessate il fuoco tra India e Pakistan, che continua a reggere nonostante le accuse reciproche di violazioni. Inoltre, segnali positivi arrivano anche dal fronte diplomatico tra Russia e Ucraina, alimentando speranze per una riduzione delle tensioni globali.
Nel frattempo, l’oro ha subito ulteriori pressioni dopo che la Fed, la scorsa settimana, ha lanciato l’allarme sull’aumento dell’inflazione e sui rischi per il mercato del lavoro. Il presidente Powell ha escluso un taglio preventivo dei tassi in risposta all’incertezza legata ai dazi.
PETROLIO
I future sul greggio WTI sono saliti lunedì verso i 63 dollari al barile, toccando i massimi delle ultime due settimane. Il rialzo è stato favorito dall’accordo tra Stati Uniti e Cina per la riduzione dei dazi, che ha attenuato le tensioni tra i due maggiori consumatori di petrolio al mondo.
Tuttavia, a contrastare questa tendenza, l’OPEC+ prevede di accelerare l’aumento della produzione nei mesi di maggio e giugno. Anche un possibile accordo nucleare tra Stati Uniti e Iran ha inciso sui prezzi, poiché potrebbe ridurre le preoccupazioni legate a una carenza globale di greggio.
I negoziatori statunitensi e iraniani hanno concluso i colloqui in Oman domenica, con ulteriori discussioni previste a breve.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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L'euro dollaro non può salire sopra 1,15 dollari a meno che...Introduzione: L'euro dollaro è stata la coppia Forex più performante di quest'anno (2025), con un aumento di oltre l'8%. Dall'inizio di maggio, però, la resistenza a 1,15 dollari e un contesto tecnico di ipercomprato hanno fermato l'ascesa, mentre i negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina sono ben avviati. Sebbene il rialzo del tasso di cambio EUR/USD sia stato sostenuto da fattori strutturali dall'inizio dell'anno, manca un fattore fondamentale essenziale per superare la grande resistenza a 1,15 dollari nel corso dell'anno.
1) Il livello di 1,15 dollari è una resistenza tecnica di lungo periodo sul cambio euro-dollaro e dovrebbe bloccare i prezzi per qualche tempo
Nei nostri precedenti contributi di TradingView, abbiamo evidenziato la dimensione principale della resistenza a 1,15 dollari, che ha effettivamente innescato un ingresso di ritracciamento per il cambio EUR/USD sul Forex. Il primo grafico qui sotto illustra l'entità di questa resistenza tecnica, che ha unito tutti i massimi mensili da quasi 20 anni.
Riteniamo probabile che il cambio euro/dollaro si mantenga al di sotto di questa resistenza nel breve termine, con un supporto iniziale nella zona di 1,09$/1,10$.
2) Il rimbalzo annuale del cambio euro-dollaro è stato costruito su fattori strutturali
Diversi fattori hanno sostenuto il rialzo del cambio euro-dollaro tra gennaio e aprile, alcuni dei quali hanno una dimensione strutturale:
- Il posizionamento netto degli istituti nei futures e nelle opzioni sull'euro dollaro è tornato in territorio lungo nel primo trimestre di quest'anno (si veda il secondo grafico).
- L'allentamento fiscale della Germania e la prospettiva di un cessate il fuoco in Ucraina sono stati due pilastri del rimbalzo.
- La guerra commerciale tra gli Stati Uniti e oltre 70 Paesi ha pesato sul dollaro
Ora che la diplomazia commerciale ha preso il sopravvento, il dollaro USA è entrato in un rimbalzo tecnico, mentre l'euro dollaro è entrato in una fase di ritracciamento a breve termine.
3) Ma l'euro dollaro non sfonderà la barriera di 1,15 dollari finché la Federal Reserve non riprenderà a tagliare il tasso sui fondi federali.
Esistono quindi segnali strutturali a favore di un rialzo dell'euro dollaro quest'anno, guidati dai fondamentali fiscali, macroeconomici e geopolitici. Ma c'è una divergenza che invita ancora alla cautela: la famosa divergenza delle politiche monetarie
Storicamente, esiste una correlazione positiva tra il tasso di cambio euro/dollaro e il differenziale dei tassi di interesse previsto tra la Federal Reserve e la BCE. Quanto più ridotto è il differenziale dei tassi, tanto più forte è il tasso di cambio euro/dollaro, e viceversa.
Nelle ultime settimane, questo differenziale di tasso previsto è diminuito a causa dell'intransigenza della Fed sul rischio di una ripresa dell'inflazione statunitense dovuta ai dazi. Se la FED non si muove, è improbabile che il tasso di cambio EUR/USD riesca a superare 1,15 dollari nel breve termine.
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NOTIZIE DELLA SETTIMANAPrincipali notizie della settimana:
MARTEDI'
- Tasso disoc. (08:00) (GBP)
- Indice ZEW(11:00) (EUR)
- CPI USA (14:30) (USD)
MERCOLEDI'
- Nessuna notizia rilevante
GIOVEDI'
- PIL UK (08:00) (GBP)
- PIL EURO (11:00) (EUR)
- Jobless claims (14:30) (USD)
- PPI USA (14:30) (USD)
- Vendite dett. (14:30) (USD)
- Indice NAHB (16:00) (USD)
VENERDI'
- Bilancia commerciale (11:00) (EUR)
- Indice Michigan (16:00) (USD)
Il mondo azionario festeggia dopo le dichiarazioni di Trump di questa notte:
Gli Stati Uniti e la Cina hanno annunciato una sospensione temporanea alla maggior parte delle tariffe sui beni dell'altro.
Regno Unito e Usa, accordo raggiuntoIl Regno Unito è il primo Paese europeo ad aver raggiunto un compromesso con Donald Trump sui dazi. Con grande clamore, il presidente degli Stati Uniti ha accolto l'accordo commerciale siglato con Londra giovedì 8 maggio.
Trump e il primo ministro britannico Keir Starmer hanno definito l’intesa “storica”. Tuttavia, molti economisti mettono in dubbio la reale portata del compromesso.
Una parte consistente dei prodotti britannici sarà ancora soggetta a dazi doganali del 10%, ovvero alla cosiddetta tassa “reciproca” imposta ad aprile dal presidente statunitense, attualmente sospesa per un periodo di 90 giorni.
I contenuti dell’accordo potrebbero entrare nel dibattito del vertice tra Unione Europea e Regno Unito previsto per il 19 maggio a Londra. I termini dell’intesa potrebbero infatti influenzare i rapporti futuri tra Londra e Bruxelles.
Va sottolineato che non si tratta di un accordo di libero scambio, poiché resta in vigore una tariffa del 10%. L’unico vantaggio concreto per il Regno Unito è la riduzione delle tariffe su acciaio, alluminio e settore automobilistico: dazi del 25% su acciaio e alluminio sono stati azzerati, mentre quelli sulle auto sono stati ridotti al 10%.
Ciò che preoccupa gli investitori è che il mantenimento della tariffa del 10% possa diventare un modello replicabile dagli Stati Uniti verso altri partner commerciali. Inoltre, le entrate previste da questa misura — circa 6 miliardi di dollari — sono considerate irrisorie rispetto al deficit commerciale statunitense.
Non è nemmeno certo che altri Paesi accetteranno questo modello. A Bruxelles potrebbe emergere una certa irritazione, non tanto per un conflitto diretto con il Regno Unito, quanto per il rischio che l’accordo legittimi l’imposizione di dazi permanenti.
L’intesa arriva in un momento delicato, in cui l’Unione Europea minaccia di tassare prodotti americani per un valore di 95 miliardi di euro. La Commissione europea ha avviato una consultazione su un elenco di beni potenzialmente soggetti a nuove tariffe, tra cui alimentari, componenti automobilistici, apparecchiature elettriche, aeronautiche e batterie.
E CON LA CINA?
A Ginevra, da sabato scorso, sono in corso colloqui tra il Segretario al Tesoro USA, Scott Bessent, e il Vice Premier cinese, He Lifeng.
Il presidente Trump ha parlato della necessità di un “reset totale” nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, elogiando i progressi nei negoziati volti a ridurre le tensioni dopo l’imposizione di dazi elevati da entrambe le parti.
Bessent ha annunciato ieri sera che Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un “accordo” dopo una maratona di colloqui. I dettagli non sono ancora stati resi noti, ma dovrebbero essere comunicati in giornata.
Dalla sua rielezione a gennaio, Trump ha adottato una linea particolarmente dura verso Pechino, imponendo nuovi dazi del 145%. La Cina ha risposto con tariffe del 125% su prodotti americani, oltre a misure mirate contro settori e aziende specifiche.
Il risultato è stato un blocco degli scambi bilaterali e forti turbolenze sui mercati. Il contatto stabilito in Svizzera rappresenta un primo passo, anche se limitato. Trump ha lasciato intendere la possibilità di ridurre i dazi sui prodotti cinesi all’80%, un gesto che, seppur simbolico, ha un impatto ancora modesto.
REAZIONE DEI MERCATI
Nelle ultime settimane, i mercati hanno registrato una correzione dopo le forti tensioni dei mesi precedenti, innescate dalla pubblicazione della tabella delle tariffe reciproche il 2 aprile, giorno del “Liberation Day”.
La correzione è coincisa con un ritorno dell’appetito al rischio, un recupero dei listini USA, una ripresa del dollaro dopo il recente calo e una discesa dei rendimenti dei titoli di Stato americani. Questi ultimi sono stati colpiti da un’ondata di vendite, soprattutto da parte di investitori esteri (in particolare dalla Cina), sollevando dubbi sulla credibilità del sistema economico statunitense.
A ciò si aggiungono le tensioni tra l’amministrazione e la Federal Reserve, accusatesi reciprocamente in merito alle politiche monetarie da adottare. Questo ha alimentato i timori di un tentativo, neppure troppo velato, di minare l’indipendenza della banca centrale.
E ORA?
Attualmente, restano in vigore le tariffe reciproche del 10% per tutti i Paesi (eccetto Cina, e in parte Canada e Messico per acciaio e alluminio). Si tratta di una riduzione temporanea, valida dal 2 aprile al 2 luglio, basata su una formula che lega il livello del dazio al deficit commerciale USA.
Secondo questa logica, il deficit commerciale sarebbe il risultato di una “truffa” ai danni degli Stati Uniti, giustificando così l’imposizione di dazi. Tuttavia, molti economisti ritengono che queste misure danneggino soprattutto i consumatori americani, contribuendo all’inflazione.
I mercati, dopo la recente correzione, potrebbero entrare in una fase interlocutoria, caratterizzata da incertezza e instabilità delle correlazioni tra asset. Nonostante i progressi nei negoziati e un atteggiamento più diplomatico da parte di Trump, il quadro resta incerto.
Dal punto di vista macroeconomico, i principali indicatori tengono, ad eccezione di un rallentamento del mercato del lavoro. Sul fronte valutario, il dollaro è in recupero, soprattutto contro le principali valute, mentre l’EUR/USD si avvicina al supporto chiave di 1.1210.
L’oro ha mantenuto l’area di 3.280 e sembra in fase di accumulo, segnalando un atteggiamento prudente. I mercati azionari USA sono vicini a un possibile breakout rialzista, segno di un ritorno dell’appetito al rischio.
Il petrolio WTI, invece, resta in trend ribassista, nonostante un recente rimbalzo tra 54.50 e 60.00 dollari. Infine, i rendimenti dei titoli di Stato USA a 10 anni sono tornati intorno al 4.40%, segnalando che la Fed non può permettersi un taglio dei tassi, alimentando nuove tensioni con l’amministrazione.
In sintesi, il quadro è complesso e non consente di nutrire certezze. Tutto dipenderà da cosa accadrà entro la scadenza di luglio, quando le tariffe potrebbero essere nuovamente riviste.
SETTIMANA ENTRANTE
L'attenzione del mercato continuerà sui negoziati commerciali statunitensi, seguiti da dati chiave tra cui il tasso di inflazione, le vendite al dettaglio e i vari interventi verbali dei funzionari della Federal Reserve, in particolare del Presidente Powell. Ma non dimentichiamo i prezzi alla produzione, la produzione industriale, il sentiment dei consumatori, i prezzi all'esportazione e all'importazione, nonché i dati sul mercato immobiliare.
La stagione degli utili rimane al centro dell'attenzione, con importanti report attesi da Cisco, Tencent, Alibaba, SoftBank, Walmart e Target. A livello globale, saranno pubblicati i dati sull'inflazione per India e Russia. Nel Regno Unito, i principali comunicati stampa includono la crescita del PIL del primo trimestre, il tasso di disoccupazione, la bilancia commerciale dei beni e la produzione industriale.
Per quel che riguarda la Cina, attenzione ai dati sulla produzione industriale, le vendite al dettaglio e i prezzi delle case. In Germania, l'indice ZEW, mentre in Australia usciranno i numeri sulla disoccupazione. Infine, Pil giapponese del primo trimestre e dati sul commercio estero Area Euro e Italia.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
EUR/USD – Ingresso a 1.12243, Target 1.15929, Stop Loss 1.11542Zone Chiave
1. Punto d’ingresso (Entry Point): 1.12243
Area evidenziata in viola: zona di supporto dove è previsto un possibile rimbalzo.
2. Stop Loss: 1.11542
Situato al di sotto del supporto per limitare le perdite in caso di breakout ribassista.
3. Primo obiettivo (EA Target Point One): 1.13891
Primo livello di take profit, vicino a una zona di resistenza passata.
4. Obiettivo finale (EA Target Point): 1.15929
Target più ambizioso, probabilmente basato su un'estensione di Fibonacci o resistenza mensile.
Indicatori Tecnici
Media mobile blu (probabilmente 200 periodi): fornisce un supporto dinamico vicino all’entry.
Media mobile rossa (probabilmente 50 periodi): sopra il prezzo attuale, indicazione di trend ribassista a breve termine.
Valutazione Strategica
Tipo di operazione: Long (acquisto) da area di supporto.
Rischio/Rendimento: Molto favorevole se il prezzo rimbalza da 1.12243.
Condizione ideale: Conferma di inversione con candela bullish forte o pattern di inversione sull’area d’ingresso
RIASSUNTO DELLA SETTIMANA 5-9 maggioRiassunto della settimana 5-9 maggio:
- L'indice manifatturiero USA sale a 51.6 dal 50.8 precedente
- I prezzi alla produzione europei scendono all'1,9% YoY
- Aumenta il deficit commerciale americano
- La banca centrale americana mantiene i tassi al 4,5%
- La BOE taglia i tassi di 25 punti base
- Il tasso di disoccupazione canadese sale al 6,9%
Andamento delle valute:
- USD è stata la top perfomer della settimana
- CAD è stata la valuta più debole della settimana
Approfondimento:
PETROLIO:
L'utile netto del primo trimestre di Aramco, il gigante petrolifero saudita, è stato di 26 miliardi di dollari (-5%), in calo rispetto ai 27,3 miliardi di dollari dello stesso periodo dell'anno scorso.
I dati segnalano una continua tensione per il bilancio del gigante petrolifero statale saudita, poiché i prezzi del greggio non mostrano segni di ripresa e la domanda globale rallenta in linea con le pressioni sul commercio.
Segnale gratuito EUR-USD! Vendi!Salve, trader!
L'EUR-USD ha rotto il livello orizzontale di 1,1300, che ora è
una resistenza, ed è sceso.
Quindi il breakout è confermato.
E ora la coppia sta ritestando la resistenza.
Quindi, dato che siamo
ribassisti, saremo
in grado di aprire una posizione short.
Lunedì con il Take Profit a 1,1197 e lo Stop Loss a 1,1311.
Vendi!
In attesa di un segnale di prosecuzioneIl trend su EURUSD rimane ancora fondamentalmente long, il cambio sta testando la resistenza che potrebbe adesso fungere da supporto nell'area di 1.12-1.1150, da qui ci sarebbero le basi per una ripartenza, attendo però un chiaro segnale, non ha senso tentare di anticipare il mercato. Meglio aspettare delle conferme ed entrare quando si hanno maggiori probabilità di realizzo perdendo qualche punto, piuttosto che prendere più SL.
Prime vere prese di profitto per Euro-DollaroFacciamo un attimo di distinzione alla luce di questa settimana su Euro-Dollaro tra ciò che può accadere settimana prossima e ciò che potrebbe accadere tra Maggio e Giugno.
Come dicevo scorsa settimana in caso di rottura di 1,1275 avremmo potuto avere un tentativo di ribasso di breve termine di Euro-Dollaro, senza che ciò vada a scalfire il movimento di medio periodo ed il trend in atto; dopo la rottura avvenuta giovedì abbiamo avuto come da manuale un ritest del supporto rotto e la formazione di una shooting all'altezza del vecchio livello che lascerebbe presagire una voglia di ripartire verso il ribasso, direzione 1.115 prima, 1,107 dopo e 1,095 in ultimo.
Questo possibile scarico ricordo non andrebbe ad inficiare la mia visione per il cambio, che lo vede ancora impostato al rialzo nel medio/lungo termine.
USA-UK: Accordo Commerciale e impatto
Salve, sono il Trader Andrea Russo e oggi voglio parlarvi dell'incontro che ci sarà oggi 9 Maggio 2025 tra USA e UK. L’annuncio di un nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito da parte di Donald Trump ha immediatamente attirato l’attenzione degli investitori globali. La sua portata economica potrebbe avere ripercussioni significative sulle valute principali, in particolare sulla coppia GBP/USD.
Le componenti dell’accordo e le reazioni dei mercati
Secondo le prime informazioni, l’accordo mira a rafforzare le relazioni commerciali tra Washington e Londra, semplificando le normative sui beni e servizi, riducendo dazi e incentivando investimenti bilaterali.
Impatto immediato sulla sterlina (GBP)
La coppia GBP/USD ha mostrato una reazione iniziale di volatilità, con gli investitori valutando i dettagli del nuovo accordo. Se l’intesa porterà a una maggiore stabilità economica e crescita del Regno Unito, la sterlina potrebbe beneficiare di un trend rialzista nel breve termine. Tuttavia, alcuni analisti mettono in guardia sul fatto che la sterlina potrebbe risentire di future negoziazioni più approfondite, specialmente se l’accordo dovesse comportare nuove pressioni sui mercati finanziari britannici.
Il dollaro USA e la politica monetaria della Fed
L’accordo arriva in un contesto di incertezza economica per gli Stati Uniti, con la Federal Reserve che monitora l’inflazione e la crescita. Se il commercio bilaterale tra USA e UK dovesse espandersi significativamente, potrebbe generare un effetto positivo sulla forza del dollaro, anche rispetto ad altre valute.
Settori economici coinvolti e impatto sul Forex
L’accordo potrebbe influenzare diversi settori:
Energia e materie prime: Se il commercio di gas naturale o petrolio tra i due paesi aumentasse, potrebbe avere ripercussioni sui futures delle materie prime e quindi sulle valute legate a questi mercati, come il CAD e il AUD.
Tecnologia e servizi finanziari: L’ampliamento della cooperazione tra aziende tecnologiche e finanziarie potrebbe attrarre investimenti su Wall Street e sostenere il dollaro.
Settore manifatturiero e export: Se il Regno Unito riuscisse a ottenere condizioni favorevoli per le esportazioni, la sterlina potrebbe vedere un aumento di domanda nel Forex.
Previsioni per il futuro
Nel breve termine, l’accordo potrebbe generare un aumento della volatilità su GBP/USD, mentre gli investitori attendono ulteriori dettagli. Nel lungo periodo, molto dipenderà dalle politiche economiche che seguiranno l’intesa e dagli effetti sulle bilance commerciali dei due paesi.
Gli analisti del mercato Forex continueranno a monitorare la reazione degli investitori e le future dichiarazioni dei governi coinvolti.
Leone XIV: impatto sul Mercato Forex
Salve, sono il trader Forex Andrea Russo e oggi voglio parlarvi dell’elezione del Nuovo Papa.
L'elezione di un nuovo Papa è un evento con implicazioni non solo religiose e sociali, ma anche economiche. Con l’ascesa di Leone XIV, il mondo finanziario osserva attentamente le possibili ripercussioni sulle valute globali e sulle strategie di investimento.
Effetti immediati sulla volatilità del Forex
Storicamente, grandi eventi politici e istituzionali possono generare fluttuazioni nelle valute internazionali. L'Italia, sede del Vaticano, potrebbe vedere movimenti sulla coppia EUR/USD, soprattutto in base alle prime dichiarazioni del nuovo Pontefice riguardo alle politiche economiche del Vaticano.
Alcuni investitori potrebbero reagire con prudenza iniziale, portando a una temporanea volatilità sul mercato Forex, simile a quanto accade durante elezioni politiche o altre transizioni di leadership. Tuttavia, questa volatilità potrebbe essere limitata a breve termine, a meno che Leone XIV non annunci cambiamenti sostanziali nella gestione delle finanze vaticane.
Le politiche finanziarie del Vaticano e il loro impatto sulle valute
Il Vaticano detiene un patrimonio significativo, con investimenti immobiliari e partecipazioni in società internazionali. Se il nuovo Papa decidesse di adottare una strategia più trasparente o etica nei suoi investimenti, ciò potrebbe influenzare il settore finanziario, spingendo fondi globali a rivedere le proprie strategie di investimento.
EUR/USD e il ruolo della BCE: Possibili interventi del Vaticano su politiche economiche e sociali in Europa potrebbero indurre la BCE a valutare il quadro macroeconomico con maggiore attenzione.
Monete rifugio (CHF, JPY, oro): Se l'elezione generasse incertezze economiche, potremmo assistere a un aumento degli investimenti in asset rifugio, come il franco svizzero (CHF) e lo yen giapponese (JPY).
Settori economici influenzati
Finanza etica e ESG: Se Leone XIV enfatizzasse l’importanza degli investimenti sostenibili, le aziende legate al settore ESG potrebbero registrare un aumento di interesse e afflussi di capitale.
Immobiliare: Con il Vaticano tra i principali proprietari di immobili in Europa, eventuali riforme nella gestione patrimoniale potrebbero avere ripercussioni sui mercati immobiliari, influenzando il valore del EUR e altri asset correlati.
Trump, su le borseGiovedì le azioni statunitensi hanno chiuso in rialzo: l’S&P 500 è salito dello 0,43%, il Nasdaq dell’1,07% e il Dow Jones dello 0,7%. Il rialzo è stato favorito dalla notizia del primo accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito, considerato un passo fondamentale verso l’allentamento delle tensioni commerciali globali.
Il sentiment è stato ulteriormente rafforzato dalle indiscrezioni secondo cui l’amministrazione starebbe valutando la revoca di alcune restrizioni imposte durante l’era Biden ai produttori di chip.
I settori dei beni di consumo discrezionali, dell’energia e dei servizi di comunicazione hanno registrato le migliori performance. Le megacap hanno chiuso tutte in rialzo: Apple (+0,6%), Microsoft (+1,6%), Nvidia (+0,5%), Amazon (+1,2%), Meta (+2,2%), Alphabet (+1,2%) e Tesla (+3,2%).
Nel frattempo, Trump ha dichiarato che non ridurrà i dazi sulla Cina come condizione per l’avvio dei negoziati commerciali, previsti in Svizzera nel fine settimana.
Nonostante il rialzo dei listini, l’appetito per il rischio non sembra essere tornato con forza: l’indice VIX resta sopra quota 22 e i rendimenti dei Treasury decennali si attestano intorno al 4,36%, segnalando persistenti incertezze sulle prospettive economiche e una possibile crisi istituzionale tra Trump e Powell, sempre più ai ferri corti.
VALUTE
Il dollaro si rafforza dopo le dichiarazioni ottimistiche di Trump sugli accordi commerciali attuali e futuri. L’EUR/USD è tornato a ridosso di 1,1200, vicino ai supporti chiave di medio termine, testati anche ieri sera con un breve calo sotto tale soglia.
Cresce la sensazione che si possa entrare in una fase di “risk-on”, con l’equity vicino ai massimi e un dollaro in recupero dopo mesi di debolezza.
In caso di rottura del supporto a 1,1200, l’euro potrebbe scendere verso l’area 1,0960–1,0970, come correzione del movimento precedente. Tutti i principali cambi contro dollaro appaiono in difficoltà nel breve termine.
L’USD/JPY si avvicina alla resistenza chiave di 146,60, con possibili target a 148,00 e 149,50. Il Cable (GBP/USD) sembra orientato verso un test di 1,3100.
Il trend di fondo resta improntato a una possibile debolezza del dollaro, ma non in questa fase. Molto dipenderà dall’esito delle trattative sui dazi, le cui scadenze sono previste per luglio.
JOBLESS POSITIVI
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite di 13.000 unità, attestandosi a 228.000 nella settimana conclusasi il 3 maggio, leggermente al di sotto delle attese di mercato (230.000).
Le richieste continuative sono scese di 29.000 unità, a 1.879.000, in calo rispetto al massimo di oltre tre anni registrato a metà aprile.
SALE L’EXPORT TEDESCO
Le esportazioni tedesche sono aumentate dell’1,1% su base mensile a marzo 2025, raggiungendo 133,2 miliardi di euro, il livello più alto degli ultimi undici mesi. Il dato segue un +1,8% del mese precedente, trainato dalle maggiori spedizioni verso Cina e Stati Uniti.
Le esportazioni verso l’UE sono cresciute del 3,1%, con un +3,8% verso l’area euro e un +1,6% verso i paesi extra-euro. In particolare, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate del 2,4% in vista dell’introduzione di nuove misure tariffarie, mentre quelle verso la Cina sono salite del 10,2%.
Al contrario, le esportazioni verso i paesi extra-UE (esclusi i principali mercati) sono diminuite dell’1,1%, soprattutto a causa di un calo del 2,8% delle vendite verso il Regno Unito.
Nel primo trimestre del 2025, le esportazioni totali della Germania hanno raggiunto i 349,3 miliardi di euro, in aumento dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.
BOE RIDUCE IL COSTO DEL DENARO
La Banca d’Inghilterra ha tagliato i tassi di interesse al 4,25%, come previsto, ma con una decisione non unanime. Quattro membri del Consiglio direttivo hanno votato in modo diverso: due per un taglio di 50 punti base e due per mantenere i tassi invariati. Cinque membri hanno invece sostenuto il taglio di 25 punti base.
La decisione riflette i progressi nella riduzione dell’inflazione, grazie all’attenuarsi degli shock esterni e alla politica monetaria restrittiva che ha contribuito a stabilizzare le aspettative.
Il PIL del Regno Unito ha rallentato dalla metà del 2024 e il mercato del lavoro mostra segnali di allentamento.
L’inflazione CPI è scesa al 2,6% a marzo, ma si prevede un temporaneo aumento al 3,5% nel terzo trimestre, a causa dei precedenti picchi dei prezzi dell’energia. Successivamente, è attesa una nuova discesa. La crescita salariale resta elevata, ma dovrebbe rallentare nei prossimi mesi.
L’incertezza globale è aumentata a causa dei nuovi dazi statunitensi, che hanno indebolito la crescita globale e ridotto le aspettative sui tassi di interesse di mercato.
Il Comitato di Politica Monetaria (MPC) resta impegnato a riportare l’inflazione al 2% in modo sostenibile. Le future decisioni dipenderanno dall’evoluzione dei rischi e delle dinamiche inflazionistiche.
Un approccio cauto e basato sui dati rimane appropriato per la graduale rimozione della restrizione monetaria.
Saverio Berlinzani
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EURUSD in bilico: segnale chiave in arrivo?Il grafico H4 dell’EURUSD ci mostra una situazione piuttosto delicata. Ogni volta che il prezzo ha toccato la trendline discendente, è stato respinto in modo deciso. E ora ci siamo di nuovo, con i venditori che sembrano pronti a tornare in controllo.
La zona di supporto appena sotto sta reggendo, ma è stata testata più volte e inizia a scricchiolare. Se il prezzo torna su per ritestare la trendline e non riesce a superarla, potremmo assistere a un nuovo impulso ribassista importante.
Occhio alla zona cerchiata sul grafico: lì si incrociano la resistenza e la trendline – un punto davvero cruciale. Da qui potrebbe partire il prossimo grande movimento.
📌 Insomma, l’EURUSD sta per prendere una direzione chiara. La domanda è: chi vincerà questa volta, i tori o gli orsi?
EURUSD Tendenza laterale/ribassista nel breve FX:EURUSD
Prezzo attuale: 1.1360
Tendenza attuale: Laterale con lieve forza dell’euro
Resistenza chiave: 1.1400 – se rotta, target a 1.1480
Supporto chiave: 1.1280 – se violato, spazio verso 1.1200
Osservazioni tecniche: RSI neutro, ma MACD incrociato al rialzo. Se il dollaro rallenta, il cross può tentare una salita fino a 1.1450. Attenzione però a dati macro USA nei prossimi giorni.
Estensione ribassista nel breve verso i livelli 1.10 - 1.06 per poi riprendere la salita verso le resistenze più alte come vedete nel grafico (medio/lungo periodo) possibile anche entro fine del anno