EUR/USD: mercato sospeso in attesa del CPI EUR/USD pronto all’esplosione: il dato CPI USA deciderà se l’euro sfonda 1,17 o crolla verso 1,15
EUR/USD apre dicembre consolidando sopra 1,16, dopo un recupero ordinato dai minimi di novembre in area 1,15, all’interno di un canale rialzista di breve ma ancora privo di una vera accelerazione direzionale. Le principali analisi tecniche convergono su una lettura costruttiva ma prudente: il cambio viaggia sopra le medie mobili chiave, con RSI e regressione lineare che confermano un trend moderatamente bullish, mentre i supporti critici restano concentrati in area 1,147–1,150 e le resistenze fra 1,1635 e 1,1675.
Sul fronte macro, il cross è sospeso tra una Fed in fase avanzata di allentamento graduale e una BCE più attendista ma vicina all’obiettivo di inflazione, in un contesto in cui il 2025 viene ormai letto come l’anno della “normalizzazione al ribasso” dei tassi nell’area euro e negli Stati Uniti. I prossimi dati USA su CPI e PMI/ISM rappresentano il vero catalizzatore potenziale per un’uscita dal range: sorprese “hawkish” su inflazione o attività reale potrebbero riattivare il dollaro e riportare EUR/USD verso i supporti, mentre numeri più deboli rafforzerebbero lo scenario di ulteriori tagli Fed e aprirebbero la strada a un tentativo di rottura delle resistenze in area 1,17.
In parallelo, la forza dell’euro appare selettiva: il 2025 vede una moneta unica tendenzialmente solida contro il dollaro e la sterlina (con range di riferimento 1,15–1,20 su EUR/USD e 0,84–0,89 su EUR/GBP), ma ancora meno convincente contro il franco, dove EUR/CHF oscilla vicino ai minimi di periodo a conferma del ruolo difensivo del CHF nelle fasi di incertezza globale. Per trader e investitori, il quadro che ne emerge è quello di un euro “robusto ma non dominante”, sostenuto dalla convergenza dei tassi verso livelli più neutri e da un graduale riequilibrio del differenziale di crescita con gli USA, ma ancora fortemente dipendente dal flusso dati e dal sentiment di rischio internazionale.
Quadro tecnico su EUR/USD
Le ultime rilevazioni collocano EUR/USD in area 1,161–1,162, poco sotto i massimi di due settimane sopra 1,165, con una variazione giornaliera contenuta e un recupero strutturale dai minimi di novembre in area 1,149–1,150. Il cambio si muove all’interno di un canale rialzista di breve, confermato anche da analisi di regressione lineare che mostrano una pendenza positiva della linea mediana e prezzi che oscillano nella parte medio‑alta del canale, segnalando un trend bullish ma non esplosivo.
Sul fronte delle medie mobili, il quadro resta costruttivo: le analisi tecniche di insieme indicano prezzo sopra le principali medie di breve e medio periodo (50 e 100 giorni), con la zona 1,16–1,1644 che coincide con resistenze dinamiche cruciali (es. 100‑day MA) e fa da spartiacque tra semplice rimbalzo e vera ripartenza. A livello di lungo periodo, la distanza sopra la 200 giorni resta modesta ma positiva, coerente con un euro in graduale riaccumulazione dopo i minimi pluriennali registrati in area 1,10 a inizio anno.
Indicatori: RSI, momentum e regressione
L’RSI a 14 periodi su base daily si mantiene sopra 50 ma lontano dall’ipercomprato, a conferma di un momentum rialzista “moderato” più che euforico. Il MACD su daily è passato in territorio lievemente positivo, mentre l’ADX resta su valori relativamente bassi (poco sopra 20) segnalando che il trend rialzista esiste ma non è ancora particolarmente forte o direzionale.
L’uso della regressione lineare sulle ultime settimane conferma un canale moderatamente rialzista, con supporti lungo la banda inferiore vicini alle aree 1,150–1,152 e resistenze dinamiche tra 1,166 e 1,17 come parte alta del canale. Proiezioni quantitative sui modelli di regressione utilizzati da vari desk tecnici indicano target potenziali verso 1,1675 in caso di tenuta dell’attuale fase correttiva leggera sopra 1,1600, con rischio di ritorno verso 1,1435–1,147 se la fascia 1,1605–1,1615 viene rotta al ribasso.
Pattern candlestick e segnali di prezzo
Sul grafico daily, le ultime sedute hanno mostrato la formazione di una shooting star in prossimità di 1,164–1,165, segnale di esaurimento del momentum rialzista di brevissimo e possibile avvio di una correzione verso i supporti inferiori. In precedenza, l’uscita dal minimo di novembre in area 1,149–1,150 era stata accompagnata da candele di tipo hammer/inverted hammer e configurazioni in parte assimilabili a un harami rialzista, evidenziando un’area di accumulazione importante tra 1,147 e 1,150.
La price action intraday mostra un mercato che “spinge” ripetutamente contro la resistenza 1,1615–1,1635 senza ancora un breakout pulito, coerente con la narrativa di consolidamento in attesa dei nuovi dati su inflazione e attività reale. La persistenza di pattern di indecisione (doji, upper shadow allungate) vicino alla parte alta del range raccomanda attenzione: un break convincente sopra 1,1635–1,1660 con chiusure daily sarebbe il segnale di sblocco, mentre un rifiuto deciso in quell’area riporterebbe rapidamente il focus su 1,150.
Supporti e resistenze daily/weekly
Sul timeframe daily, il mercato sta lavorando un ampio trading range ben definito:
• Supporto chiave: 1,1470–1,1500, area dei minimi di novembre e base della congestione attuale, che molti desk identificano come “floor” di breve.
• Supporti inferiori di backup: 1,1435–1,1437, zona indicata da diverse analisi come obiettivo in caso di rottura del floor 1,1605–1,1615 e del cluster 1,147–1,150.
• Resistenza primaria: 1,1615–1,1635, area tecnica testata più volte e citata come resistenza intraday/daily, che coincide con l’attuale “tetto” di consolidamento.
• Resistenza strategica: 1,1657–1,1675, comprendente max recenti, area 1,1644 della 100‑day MA e target di breve individuati dai modelli previsionali su 2 dicembre.
Sul timeframe weekly, la struttura di medio appare ancora laterale ma con un bias rialzista graduale:
• Supporto weekly primario: 1,1490–1,1500, minimo di novembre e base del presunto “bottom” di medio periodo citato da varie case come livello da difendere.
• Supporti più profondi: 1,1390–1,1400 e 1,1210–1,1060 come ex minimi significativi, da considerare in scenari di shock macro o inversione netta delle aspettative su Fed/BCE.
• Resistenza weekly principale: 1,164–1,166, che se superata con convinzione aprirebbe, secondo alcune proiezioni, spazio verso 1,17+ nel corso delle prossime settimane.
Fondamentali: Fed, BCE, CPI e PMI
Sul piano fondamentale, la dinamica di EUR/USD ruota intorno al differenziale di crescita e tassi tra USA ed Eurozona, e all’evoluzione delle aspettative su inflazione e ciclo economico. La Fed ha già avviato un percorso di allentamento moderato dopo la fase di rialzi, ma mantiene un atteggiamento prudente con inflazione ancora sopra target, mentre la BCE appare in “pausa comoda” con inflazione headline e core prossime alle proiezioni ufficiali per il 2025.
I dati più recenti sull’ISM Manufacturing USA mostrano un settore manifatturiero ancora in contrazione, con l’indice sceso a 48,2 in novembre, nono mese consecutivo sotto 50, accompagnato da sottoindici new orders ed employment deboli. In parallelo, il PMI manifatturiero S&P Global USA si mantiene sopra 50 (circa 52,2), indicando una picture più sfumata ma comunque coerente con una crescita in rallentamento e un dollaro meno aggressivo rispetto alla fase precedente.
Il ruolo dei CPI USA è centrale:
• Un CPI oltre le attese alimenterebbe timori di inflazione più persistente, spingendo in alto i rendimenti reali e rafforzando il dollaro, con effetti ribassisti su EUR/USD e possibile ritorno verso 1,150 o anche i supporti inferiori se il repricing sui tassi Fed è brusco.
• Un CPI sotto le attese, al contrario, consoliderebbe lo scenario di ulteriori tagli Fed nel 2026, riducendo il premio di rendimento in favore del dollaro e spingendo EUR/USD a rompere con più facilità la fascia di resistenze 1,1635–1,1675.
Anche i PMI – soprattutto ISM e indici compositi – fungono da leading indicator sul ciclo:
• PMI USA sotto 50 e in peggioramento netto di solito indeboliscono il dollaro perché anticipano revisioni al ribasso sulle stime di crescita USA e un posizionamento più dovish della Fed.
• PMI Eurozona ancora sotto 50, come il recente HCOB Manufacturing PMI sceso a 49,6, tengono invece un freno sull’euro perché dipingono una crescita debole, anche se il mercato tende a concentrarsi sul differenziale relativo: se gli USA rallentano più dell’area euro, l’effetto netto può comunque essere rialzista su EUR/USD.
Connessioni macro e scenari per EUR/USD
Nel medio termine, diverse analisi collegano il rapporto EUR/USD all’evoluzione del rapporto tra PIL Eurozona e PIL USA, che mostra una correlazione positiva: più l’Eurozona chiude il gap di crescita, più l’euro tende a rafforzarsi contro il dollaro. Le prospettive attuali vedono un’Eurozona con crescita modesta ma in lento miglioramento grazie a politiche fiscali meno restrittive, mentre gli USA affrontano l’onere di un debito elevatissimo e di una fase di normalizzazione dopo la stretta monetaria più aggressiva degli ultimi decenni.
Al tempo stesso, il quadro politico USA – con la presidenza Trump e un’agenda improntata a tariffe e misure pro‑domestiche – può generare volatilità: misure tariffarie possono risultare inflazionistiche nel breve, spingendo la Fed a un equilibrio complesso tra controllo dei prezzi e sostegno al ciclo, e producendo fasi alterne di forza e debolezza del dollaro. In Europa, il rischio politico (elezioni in grandi paesi, dibattiti sulle regole fiscali) rimane un elemento di coda che può limitare i rimbalzi dell’euro nelle fasi di risk‑off globale.
Forza relativa dell’euro vs GBP e CHF
Per pesare la “qualità” della forza dell’euro è utile guardare all’andamento contro sterlina e franco.
EUR/GBP – euro resiliente contro una sterlina fragile
Nel 2025 l’euro ha mostrato una discreta capacità di tenuta contro la sterlina, con EUR/GBP che si muove tendenzialmente sopra area 0,86–0,87 e proiezioni di alcune case che vedono obiettivi verso 0,87 nel medio termine. La debolezza relativa di GBP riflette una combinazione di fattori: preoccupazioni fiscali, prospettiva di ulteriori allentamenti da parte della BoE e un quadro di crescita britannico meno convincente, elementi che spingono diversi analisti a considerare la sterlina destinata a “laggare” rispetto all’euro anche nel 2026.
In questo contesto, il fatto che l’euro riesca a sovraperformare una valuta ciclica come la sterlina rafforza la percezione di un euro “difensivo ma non brillante”: sufficiente per guadagnare terreno contro GBP, ma ancora legato all’evoluzione del rischio globale e dei tassi reali per sfidare con decisione il dollaro.
EUR/CHF – euro debole contro un franco rifugio
Ben diverso il quadro contro il franco svizzero: nel 2025 EUR/CHF ha oscillato grosso modo fra 0,918 e 0,966, con una media annuale attorno a 0,9373 e minimi recenti in area 0,918, segno che il CHF continua a godere di un solido status di bene rifugio. Le analisi tecniche più aggiornate parlano di un “major bullish bottom” potenziale per EUR/CHF, ma sottolineano anche come il cambio resti vicino ai minimi di periodo, confermando che la forza dell’euro è limitata quando viene confrontata con una valuta safe haven.
Anche a livello fondamentale, diversi report evidenziano che, pur con una SNB poco incline a tollerare un eccessivo rafforzamento del franco e pronta, se necessario, a intervenire sul mercato, la struttura di rischio globale continua a favorire il CHF nei momenti di tensione. Il risultato è un euro che appare in ripresa contro USD e GBP ma ancora strutturalmente “debole” contro CHF, un mix coerente con un contesto di risk appetite moderato ma non pieno.
Lettura d’insieme per l’operatività
Mettendo insieme tecnico e macro, EUR/USD si presenta, a inizio dicembre, come un cross in fase di consolidamento rialzista sopra un importante pavimento a 1,149–1,150, ma ancora intrappolato sotto una fascia di resistenze strategiche 1,1635–1,1675. La postura attendista dei desk riflette l’alta sensibilità del cambio ai prossimi dati USA di inflazione (CPI) e attività (PMI/ISM), veri driver in grado di spingere rapidamente il prezzo o verso una rottura rialzista del range, o verso un ritorno in area 1,150 in caso di sorprese hawkish a favore del dollaro.
All’interno di questo quadro, la forza selettiva dell’euro – in miglioramento contro GBP ma ancora modesta contro CHF – invita a leggere con prudenza eventuali breakout di EUR/USD: un euro che fatica contro il franco ma tiene bene contro la sterlina suggerisce un contesto di crescita europea solo moderatamente migliore rispetto ad altre economie avanzate, e una propensione al rischio globale che resta fragile. In altre parole, l’eventuale prossima gamba rialzista del cambio avrà bisogno non solo di dollaro debole per effetto di CPI/PMI deludenti, ma anche di segnali più convincenti di ripresa strutturale in Eurozona per trasformare l’attuale fase di consolidamento in un vero trend di medio periodo.
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Idee di trading
Le 2 Vere Resistenze Che Bloccano l'Inversione1. La Trappola delle 2 Resistenze Principali
La Price Action di EURUSD è controllata da due barriere fondamentali che definiscono il Bias Ribassista strutturale:
R1: Resistenza Statica (1.1481): Questo livello orizzontale è il Tetto Statico Finale (Major Static Resistance). La sua funzione storica è cruciale: il prezzo deve stabilmente chiudere sopra R1 per invalidare il controllo ribassista.
R2: Resistenza Dinamica (Canale Crescente): Questa resistenza deriva dalla linea di supporto rotta del Canale Primario (il trend di più lungo periodo). R2 è considerata la Resistenza Dinamica Strutturale più forte sul grafico.
2. Perché il Trend è Ancora Ribassista
Il trend è considerato ribassista (Bearish) perché il prezzo è intrappolato tra le Resistenza R1 e R2.
Dominanza di R2: La Resistenza Dinamica R2 (Canale Crescente) è la dominante. Il rigetto (rejection) da R2 confermerebbe che il grande trend rialzista storico è terminato, rafforzando la visione ribassista.
Ruolo Secondario: Il Canale Secondario (Decrescente) funge solo da guida attuale del movimento. La sua rottura è necessaria, ma non sufficiente, per battere le due vere Resistenze strutturali (R1 e R2).
In Sintesi:
L'inversione di tendenza è interamente condizionata dal superamento definitivo e stabile di entrambe le Resistenza R1 e R2. Fino a quando questo non accade, la pressione ribassista strutturale mantiene il controllo del mercato.
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Rally di fine anno tra Fed e mercatiRALLY DI FINE ANNO
Altra giornata positiva per Wall Street, anche se con rialzi contenuti. L'S&P 500 ha chiuso in rialzo dello 0,25%, il Nasdaq dello 0,59% e il Dow Jones dello 0,39%.
L'avversione al rischio, che aveva dominato la sessione precedente, si è attenuata, favorita in parte dal rimbalzo del mercato obbligazionario giapponese. Va detto, però, che questa notte il decennale nipponico è salito ancora come rendimento, arrivando a quasi +1,9%.
Gli operatori di mercato attendono ora una serie di comunicati economici previsti per questa settimana, tra cui il rapporto PCE di settembre, in vista della riunione del FOMC della prossima settimana. In quell’occasione si prevede che la Fed taglierà il tasso sui fondi federali di 25 punti base. Le probabilità di una simile mossa sono stimate intorno all'87%.
Il settore tecnologico ha registrato i guadagni maggiori, mentre energia e beni di consumo di base sono rimasti indietro. Nvidia è balzata di quasi il 3%, Oracle del 3,9% e Palantir Technologies di oltre il 3%. Anche le megacap hanno registrato rialzi: Microsoft (+0,4%), Apple (+0,5%), Alphabet (+0,4%), Amazon (+0,3%), Meta (+0,2%), Broadcom (+1,4%) e Tesla (+0,4%).
VALUTE
Nuovo tentativo di rialzo delle valute contro dollaro, in un contesto che rimane incerto. I punti chiave di breve termine sono vicini: 1,1660 su Eur/Usd e 1,3280 su Cable.
Un eventuale breakout spingerebbe i prezzi verso una fase di accumulazione, con obiettivi più ambiziosi a 1,1730 e 1,3450.
Usd/Jpy, dai massimi della precedente correzione posti a 156,20, è sceso di circa settanta punti, tornando a 155,50. Poche novità sulle valute oceaniche, sempre alle prese con resistenze di breve termine per ora invalicabili, come 0,6620 e 0,5800.
PREVISIONI OCSE
L'OCSE prevede che la crescita globale rallenterà dal 3,2% nel 2025 al 2,9% nel 2026, prima di una leggera ripresa al 3,1% nel 2027. Dazi, debolezza degli scambi commerciali e incertezza geopolitica pesano sulla crescita dei diversi paesi.
Negli Stati Uniti il Pil è atteso al 2,0% nel 2025 e all'1,7% nel 2026, per poi risalire all'1,9% nel 2027, in un contesto di minore crescita dell'occupazione e di inasprimento fiscale. In Cina il Pil si attesterà al +5% quest'anno, indebolendosi a circa il 4,4%-4,3% nel 2026-27, complice la debolezza dei consumi e la contrazione del mercato immobiliare.
L’area euro crescerà modestamente: 1,3% nel 2025, 1,2% nel 2026 e 1,4% nel 2027, grazie al graduale miglioramento della domanda interna. Nel Regno Unito si prevede un rallentamento dall'1,4% del 2025 all'1,2% del 2026, con una leggera ripresa all'1,3% nel 2027, in parte dovuta alla stretta di bilancio. Il Giappone dovrebbe crescere dell'1,3% nel 2025, per poi rallentare allo 0,9% annuo nel 2026-27, a causa della debolezza della domanda esterna.
EUROPA, CPI
L'inflazione dei prezzi al consumo nell'area euro è salita al 2,2% a novembre 2025, rispetto al 2,1% di ottobre, leggermente sopra le attese. L'inflazione dei servizi è accelerata al 3,5% dal 3,4%, segnando il livello più alto da aprile, mentre i prezzi dell'energia sono diminuiti a un ritmo più lento.
L'inflazione è rimasta invariata per beni industriali non energetici e per alimentari, alcolici e tabacco. L'inflazione core si è mantenuta stabile al 2,4%, leggermente sotto le previsioni del 2,5%.
Tra le maggiori economie europee, la Germania ha visto il suo tasso di inflazione accelerare al 2,6%, il livello più alto da febbraio e superiore all'obiettivo BCE del 2%. Al contrario, in Spagna il CPI è sceso al 3,1% dal 3,2%, mentre nei Paesi Bassi è calato al 2,6% dal 3,0%. In Francia e in Italia l'inflazione è rimasta ben al di sotto dell'obiettivo, rispettivamente allo 0,8% e all'1,1%.
NIKKEI IN RIALZO
Mercoledì l'indice Nikkei 225 è salito dello 0,6%, superando quota 50.000 e recuperando parte delle perdite di inizio settimana. Il rialzo è stato favorito dalla sessione positiva di Wall Street e dal rimbalzo del bitcoin, che hanno segnalato un miglioramento del sentiment sul rischio.
Gli investitori attendono ora il taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, previsto per la prossima settimana, e valutano un possibile rally di fine anno per le azioni globali. In Giappone, i mercati continuano a considerare la possibilità di un aumento dei tassi da parte della Banca centrale questo mese. Le recenti dichiarazioni dei responsabili politici sono favorevoli a un rialzo del costo del denaro, nonostante il governo del Primo Ministro Sanae Takaichi mantenga una preferenza per politiche monetarie accomodanti.
Saverio Berlinzani
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EUR/USD: Nuovi Setup in Formazione🎯 EUR/USD: PRECISIONE MILLIMETRICA
Il cross euro-dollaro ha rispettato alla lettera l'analisi tecnica, toccando il target 1.1599 con precisione chirurgica. Ora nuovi setup si stanno formando nel cuore del triangolo simmetrico.
📊 SITUAZIONE ATTUALE:
✅ Target precedente: 1.1599 RAGGIUNTO
📍 Prezzo attuale: 1.15992 (sul livello chiave)
🔷 Pattern: Triangolo simmetrico in fase avanzata
⏳ Tempo di rottura: 1-2 sessioni massimo
🎯 NUOVI LIVELLI CRITICI DA TENER D'OCCHIO:
Resistenza immediata: 1.1631 (freccia superiore)
Supporto immediato: 1.1567 (freccia inferiore)
Rottura rialzista: Break 1.1631 → Target 1.1660
Rottura ribassista: Break 1.1567 → Target 1.1530
📈 CONFERME TECNICHE:
📊 Volume in contrazione nel triangolo
💪 Doppia trendline attiva (rialzista blu + ribassista rossa)
📚 DIDATTICA: TRADING I TRIANGOLI SIMMETRICI
Il triangolo simmetrico rappresenta un equilibrio perfetto tra compratori e venditori. Ecco come sfruttarlo:
ENTRY IDEALE: Sul break della trendline con volume
FALSE BREAKOUT: Il 35% dei break iniziali fallisce
TARGET CALCULO: Altezza triangolo aggiunta al break
TIMING: Rottura di solito tra i 2/3 e 3/4 del triangolo
💡 LA MIA STRATEGIA:
"Aspetto il break con volume sopra la media. La pazienza ora vale oro!"
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EURUSD rialzistaL’EURUSD mostra segnali che potrebbero favorire un movimento rialzista nelle prossime ore o prossimi giorni. Il prezzo si trova infatti in una zone dove la liquidità superiore non è ancora stata sweepata, e questo lascia pensare che il mercato possa voler andare a prenderla prima di scegliere una direzione definitiva.
La structure attuale suggerisce che i compratori stanno gradualmente riprendendo forza: finché il prezzo rimane sopra i supporti minori e continua a formare minimi più alti, il scénario di una salita verso le liquidità superiori rimane il più probabile.
Una volta raggiunta e sweepata questa liquidità, il mercato potrebbe poi decidere se continuare al rialzo oppure innescare un rifiuto.
Per ora, però, la probabilità dominante è un movimento verso l’alto per andare a caccia degli stop posizionati sopra gli ultimi massimi.
EUR/USD🌎 EUR/USD: Il rally termina e si profila un profondo ribasso
Dopo aver ricevuto conferma dai fattori fondamentali, la coppia si prepara a muoversi significativamente al di sotto dei livelli attuali.
Ora, in ordine:
ANALISI TECNICA
Tutte e cinque le onde dell'impulso rialzista si sono concluse. La quinta onda chiude a 1,1918.
Una trendline ascendente chiave è stata rotta. Il successivo retest di questo livello ha confermato l'inversione di tendenza.
L'onda A si è conclusa a 1,1468.
L'onda B (correttiva). È in corso un pullback, che crea il potenziale per la prossima potente onda di impulso ribassista: l'onda C.
Il prezzo sta attualmente testando la media mobile (MA) dal basso. Ci sono due scenari:
Scenario 1: Un rimbalzo dalla media mobile (MA) e un calo immediato da lì.
Scenario 2: Una falsa rottura al rialzo della MA, seguita da un'inversione al ribasso.
In entrambi i casi, il risultato è lo stesso: un calo verso nuovi minimi.
Perché l'euro è sotto pressione?
Dati macroeconomici deboli: PMI, vendite al dettaglio, produzione industriale, indicano tutti una perdita di slancio economico.
L'inflazione (2,1%) e l'inflazione di fondo (2,4%) sono vicine all'obiettivo della BCE, ma la tendenza indica un calo, non un aumento, creando rischi deflazionistici.
Problemi di domanda e offerta: la fiducia dei consumatori è in calo, i produttori sono in difficoltà. Tutto indica uno scenario deflazionistico.
I mercati sono fiduciosi che la BCE non aumenterà i tassi a dicembre.
L'interessante tasso di interesse della Fed mantiene il suo vantaggio sulla BCE (carry trade).
L'economia statunitense sta mostrando una relativa resilienza in un contesto di rallentamento in Europa e Cina.
La Fed ha bisogno di indebitarsi di più e questo rinnovo di un'ingente quantità di debito pubblico porta all'assorbimento di liquidità e crea supporto tecnico per il dollaro.
In alternativa, dati inaspettatamente forti sull'inflazione/sui salari nell'UE potrebbero sostenere temporaneamente l'euro e prolungare la correzione (ondata B), ma ciò sposterebbe solo questo scenario verso destra ed è improbabile che modifichi il quadro generale.
Wall Street positiva, attesa per la FedWALL STREET SALE FINO ALLA FED?
I listini USA hanno chiuso ancora una volta positivi, con l'S&P 500 in leggero rialzo dello 0,3% e il Nasdaq a +0,2%, mentre il Dow Jones ha fatto meglio con +0,9%.
I principali titoli tecnologici sono rimasti stabili, anche se permangono le preoccupazioni per le valutazioni elevate legate all'intelligenza artificiale. Microsoft ha chiuso in rosso, a seguito delle notizie secondo cui l'azienda starebbe riducendo le sue quote di vendita legate all’AI.
Anche Nvidia (-0,9%), Broadcom (-1,8%) e Amazon (-1,3%) hanno registrato ribassi, mentre Netflix ha perso oltre il 4%. Macy’s ha ceduto l’1,7% dopo che i suoi ultimi risultati non hanno convinto gli investitori.
Nel frattempo, i dati ADP più deboli hanno rafforzato le aspettative di un taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Fed la prossima settimana. Il settore privato statunitense ha inaspettatamente perso 32.000 posti di lavoro a novembre, il calo più netto da marzo 2023. Per Main Street è una brutta notizia, per Wall Street invece no. Il paradosso dei mercati, ormai da molti anni.
VALUTE E ORO
Eur/Usd in rialzo, anche se il momentum e il ritmo della salita lasciano a desiderare, specie dopo la violazione di 1,1650 che lasciava pensare a un movimento impulsivo almeno fino a 1,1700. Invece siamo fermi sui punti di rottura precedenti.
Se si vuole vedere un Euro verso 1,2000 bisogna accelerare, altrimenti lo swap, che rappresenta un costo, diventa oneroso e induce a uscire da posizioni long. Cable è a 1,3330 dopo aver rotto 1,3310, ma fatica ad accelerare.
Usd/Jpy tiene quota 155, nonostante i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi inducano a pensare a un rialzo dei tassi della BoJ, considerato che sul decennale siamo ormai vicini al 2% (+1,93%). Le valute oceaniche restano stabili in un contesto di bassa volatilità.
L’oro è sceso a circa 4.180 dollari l’oncia giovedì, ma si è mantenuto vicino al massimo delle ultime sei settimane, sostenuto dalla maggiore fiducia verso un taglio dei tassi della Federal Reserve la prossima settimana. I future sui tassi hanno scontato quasi il 90% di possibilità di un taglio di 25 punti base.
Gli investitori attendono ora i dati PCE di settembre, attesi venerdì, per ulteriori indizi sulla politica monetaria. A fornire ulteriore supporto è stato il premio per il rischio geopolitico, dopo che Stati Uniti e Russia hanno concluso i colloqui sulla guerra in Ucraina senza alcuna svolta.
ADP IN CALO
Le aziende private negli Stati Uniti hanno tagliato 32.000 posti di lavoro a novembre 2025, dopo un aumento di 47.000 posti rivisto al rialzo a ottobre e rispetto alle previsioni di un incremento di 10.000.
Si tratta del calo più significativo delle buste paga da marzo 2023, guidato da una riduzione di 120.000 posti nelle piccole imprese. Al contrario, le medie imprese hanno aggiunto 51.000 posti e le grandi ne hanno creati 39.000.
Tra i settori, si sono registrati cali nel manifatturiero, nei servizi alle imprese, nell’informazione, nell’edilizia e nelle attività finanziarie. “Ultimamente le assunzioni sono state discontinue, poiché i datori di lavoro hanno dovuto far fronte alla cautela dei consumatori e a un contesto macroeconomico incerto”, ha dichiarato Nela Richardson di ADP.
CRESCE IL PMI DEI SERVIZI
L’indice PMI dei servizi ISM per gli Stati Uniti è salito a 52,6 a novembre 2025, rispetto a 52,4 di ottobre, indicando la crescita più forte nel settore in nove mesi e superiore alle previsioni di 52,1.
La continua espansione dell’attività economica e dei nuovi ordini rappresenta un segnale positivo di ripresa emergente per il settore dei servizi. Al ribasso, i dazi e la chiusura delle attività governative continuano a pesare sulla domanda e sui costi.
L’occupazione è rimasta in contrazione, mentre il dato più alto sulle consegne dei fornitori da ottobre 2024 indica tempi più lenti, probabilmente a causa delle interruzioni del traffico aereo e dell’impatto doganale legato alle modifiche tariffarie.
Nel frattempo, le pressioni sui prezzi si sono allentate, scendendo a 65,4 da 70.
USA, PRODUZIONE INDUSTRIALE
La produzione industriale statunitense è aumentata dello 0,1% su base mensile a settembre 2025, dopo un calo dello 0,3% rivisto al ribasso ad agosto, superando leggermente le aspettative del mercato che non prevedevano variazioni.
L’aumento è stato trainato dalla ripresa della produzione di servizi di pubblica utilità, con il settore in crescita dell’1,1% dopo un calo del 3,0% nel mese precedente. La produzione è aumentata dell’1,3%, più che compensando un calo dello 0,4%.
La produzione mineraria è rimasta invariata a settembre, dopo un aumento dello 0,4% ad agosto. Anche la produzione manifatturiera è rimasta stabile, rispetto al +0,1% precedente.
Nel manifatturiero, la produzione di beni durevoli è aumentata dello 0,1%, sostenuta dagli incrementi nei settori aerospaziale e delle attrezzature di trasporto (+1,4%), nei prodotti in metallo lavorati (+1,2%) e nei prodotti informatici ed elettronici (+0,7%).
Questi risultati sono stati in parte compensati dai cali nei veicoli a motore e componenti (-2,2%) e nei macchinari (-0,1%). La produzione di beni non durevoli è scesa dello 0,1%, con la chimica in calo dello 0,2%, mentre alimentari, bevande e tabacco sono rimasti invariati.
Saverio Berlinzani
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EURUSD partirà al rialzo?EURUSD partirà al rialzo? — Analisi basata sulla prospettiva rialzista
Il titolo suggerisce una possibile ripartenza al rialzo dell’EURUSD.
Attualmente, la paire montre alcuni segnali che potrebbero favorire un movimento crescente: se il prezzo riesce a mantenersi sopra les derniers livelli de support et à rompere les premières zones de liquidità superiori, alors une continuation haussière devient probabile.
Un aumento della forza dell’euro o un indebolimento del dollaro potrebbe inoltre sostenere questo scenario. Se la coppia riesce a superare una resistenza chiave con una buona volatilità, ci sarebbero buone possibilità di vedere l’EURUSD partire realmente al rialzo.
EURUSD viene respinto sull’ultimo HIGHL’EURUSD mostra un forte rifiuto sull’ultimo HIGH, segnale che i venditori stanno difendendo attivamente questa zona. Questo tipo di reazione suggerisce una probabile continuazione ribassista, soprattutto perché il rifiuto è stato netto e accompagnato da una buona volatilità. Il prezzo potrebbe quindi iniziare una fase discendente nelle prossime sessions, andando a cercare liquidità nelle zone inferiori.
Tuttavia, è importante considerare anche uno scenario alternativo: il mercato potrebbe utilizzare questo forte rifiuto come manipolazione, spingendo il prezzo verso il basso per accumulare ordini prima di farlo ripartire al rialzo. Se il prezzo torna rapidamente sopra la zone di rejection, allora una ripresa rialzista diventerebbe possibile.
In sintesi, la probabilità di una discesa è alta, ma non si può escludere un rally rialzista improvviso se la manipolazione entra in gioco.
Eur/Usd: Consolidamento in Area 1,16, Scenari e Livelli ChiaveRiprendo l’analisi della scorsa settimana, confermando il raggiungimento del primo target in area 1,16.
Ora, quali scenari si prospettano per Euro-Dollaro?
La situazione appare più confusa rispetto ai giorni scorsi: siamo a metà strada tra un massimo inferiore al precedente e un minimo superiore al precedente, in una fase di consolidamento.
È interessante distinguere due possibili scenari operativi:
- Per chi ha una posizione long, è consigliato alleggerire in area 1,16 e portare lo stop in pari a 1,154 (per chi ha seguito l’ingresso consigliato), con secondo target in area 1,165.
- Per chi è flat, la migliore soluzione resta l’attesa, poiché al momento non si presenta un risk/reward favorevole in nessuno scenario.
Per ottenere maggiore direzionalità, sarà utile attendere una rottura rialzista di area 1,165 o una rottura ribassista di area 1,148.
Solo una di queste due condizioni potrà segnalare una chiara prosecuzione del trend.
EUR/USD: Breakout Perfetto dal Rettangolo di ConsolidamentoIl cross EUR/USD ha offerto oggi un chiaro esempio di quanto i pattern tecnici possano anticipare con precisione i movimenti direzionali del mercato. Dopo cinque sessioni di consolidamento in un rettangolo compreso tra 1.1550 e 1.1592, il prezzo ha finalmente scelto la direzione, confermando l’importanza dell’analisi strutturale del prezzo.
📊 Analisi Tecnica: Il Setup del Giorno
La compressione di 42 pips ha mostrato fin da subito caratteristiche tipiche dei pre-breakout: volatilità in calo, volumi in contrazione e movimenti sempre più contenuti. Questo tipo di configurazione è spesso preludio a una spinta direzionale significativa.
La rottura del livello di 1.1554 ha dato inizio a un movimento pulito, ordinato e coerente con il comportamento tipico del prezzo quando esce da un pattern di congestione. Come mostrato nel grafico, il mercato ha raggiunto in modo chirurgico il target tecnico situato in area 1.1599, punto chiave segnalato nella proiezione rialzista del rettangolo.
Il breakout odierno dell’EUR/USD è un esempio pratico e reale di come la pazienza, la lettura del prezzo e la disciplina possano premiare.
Come amo sempre ricordare:
“Aspetto la chiusura fuori dal range con volume confermato. La pazienza premia sempre.”
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Valute in laterale: EUR & GBP Dollar Index balla a 100 Panoramica: Il Mercato Valutario al Bivio tra Cautela e Attesa di Chiarimenti Fed
Il mercato forex globale si presenta il 25 novembre 2025 in una fase di consolidamento critico, con il dollaro USA che mantiene una posizione di relativa forza dal 100 del Dollar Index, mentre le coppie maggiori lottano per una direzione convincente. EUR/USD e GBP/USD mostrano una debolezza strutturale marcata, con entrambi i cambi quotati al di sotto delle medie mobili a 50 periodi e sostenuti da indicatori RSI in territorio neutrale-ribassista.
Il cambio USD/JPY rappresenta l'eccezione nel quadro corrente, mantenendo un solido uptrend supportato dal persistente differenziale dei tassi d'interesse tra gli Stati Uniti e il Giappone. I mercati valutari rimangono in attesa di catalizzatori direzionali decisivi, con i trader che monitorano attentamente i dati macroeconomici in arrivo questa settimana e, soprattutto, le comunicazioni della Federal Reserve sulla politica monetaria di dicembre. Questa configurazione tecnica suggerisce un ambiente di trading range-bound dove le opportunità operative rimangono legate ai breakout dei livelli chiave e ai rimbalzi sulle media mobili di riferimento.
Analisi tecnica evoluta EUR contro USD: trend, momentum, volatilità e pattern
Il cambio EUR/USD si attesta a 1.15246, segnando una variazione giornaliera quasi nulla (+0.03%), che fotografa l’incertezza di fondo che caratterizza l’Eurozona a fronte della solidità dell’economia statunitense. Dal punto di vista tecnico, il quadro si conferma ribassista: il prezzo si trova circa lo 0.5% sotto la media mobile a 50 periodi (SMA50 ≈ 1.1580), che agisce come una resistenza dinamica non ancora superata con decisione dal cambio.
La debolezza dell’euro si inserisce in un contesto di crescente divario tra la politica monetaria restrittiva della Federal Reserve e l’approccio più accomodante della Banca Centrale Europea. La Fed mantiene i tassi tra il 3.75% e il 4.00%, prospettando un’ulteriore possibile riduzione a dicembre. In contrasto, la BCE ha già proceduto con tre tagli consecutivi dei tassi (settembre, ottobre, novembre) nel tentativo di sostenere una crescita economica ancora debole.
I dati PMI preliminari dell’Eurozona relativi a novembre segnalano un rallentamento dell’attività rispetto ai mesi precedenti, pur mantenendo il composite sopra quota 50, livello che indica ancora espansione. Tuttavia, la crescita europea resta inferiore a quella statunitense, dove il mercato del lavoro dimostra resilienza, nonostante segnali di moderazione. Questa divergenza ciclica tra Stati Uniti ed Europa è un elemento chiave che alimenta la pressione ribassista sull’euro.
A ciò si aggiungono le tensioni geopolitiche che permangono in Europa (dalla crisi ucraina alle preoccupazioni sulla stabilità politica di alcuni Paesi membri), elementi che gravano ulteriormente sulla valuta unica, spingendo gli investitori a preferire il dollaro come bene rifugio.
L’RSI a 14 periodi si posiziona tra 42 e 43, livello che segnala condizioni neutrali ma con una leggera inclinazione ribassista, lontana dalla zona di ipercomprato (>70). Questo suggerisce che il cambio ha ancora margine per eventuali ulteriori ribassi prima di entrare in area di ipervenduto (<30). Anche la regressione lineare a 50 periodi conferma un trend discendente con pendenza negativa marcata, a testimonianza di una perdita di momentum rialzista reale e sostenuta nelle ultime settimane.
Ulteriori segnali tecnici di debolezza vengono dall’assenza della media mobile a 200 periodi sopra i prezzi attuali: questa configurazione, in cui le classiche tre medie mobili (20, 50, 200) sono disposte in ordine decrescente (“stack” bearish), rafforza la propensione degli operatori a posizionarsi short con maggiore convinzione.
L’azione dei prezzi recente evidenzia un consolidamento all’interno di un range compreso tra 1.1470 e 1.1570, con marcata indecisione e assenza di pattern candlestick rilevanti. Questo movimento laterale, successivo a una fase di discesa, rappresenta tipicamente una fase di accumulo che precede un nuovo impulso direzionale – in questo caso, potenzialmente orientato al ribasso.
Il fatto che EUR/USD stia consolidando sopra il supporto 1.1470 ma resti sotto 1.1600 segnala che gli acquirenti non hanno la forza per spingere il cambio in modo significativo al rialzo, mentre i venditori, pur prevalenti, non trovano ancora la convinzione per rompere con decisione il supporto chiave. Questa situazione di stallo, tuttavia, difficilmente potrà protrarsi a lungo.
Analisi tecnica evoluta GBP contro USD: trend, momentum, volatilità e pattern
La sterlina britannica si attesta su quota 1.31218, con una variazione giornaliera positiva dello 0.13%. Il cambio si trova in una fase critica e potenzialmente decisiva, con il prezzo che rimane circa lo 0.5% al di sotto della media mobile a 50 periodi (SMA50 ≈ 1.3180). Questo dato conferma un bias ribassista di breve-medio termine. Diversamente dall’EUR/USD, che mostra un consolidamento più ordinato, GBP/USD evidenzia segni di stress crescente, sostenuti da volumi che indicano una partecipazione significativa degli operatori di mercato.
La pressione sulla coppia GBP/USD deriva principalmente dal rallentamento dell’inflazione britannica. Il Consumer Price Index (CPI) headline del Regno Unito è sceso dal 3.8% dell’ottobre precedente al 3.6% nell’ultimo dato disponibile, mentre il core CPI è passato dal 3.5% al 3.4%. Questo quadro ha rafforzato le aspettative del mercato per un possibile taglio dei tassi da parte della Banca d’Inghilterra (BoE) a dicembre, in linea con il trend di calo della pressione inflazionistica.
In contrasto con le dinamiche favorevoli al dollaro statunitense, dove l’economia si mantiene robusta e la Federal Reserve mantiene una politica restrittiva, il Regno Unito affronta una crescita più lenta e un’inflazione in diminuzione. Questa combinazione, definita come “stagnazione”, esercita ulteriore pressione sulla BoE affinché allenti la politica monetaria, in netta contrapposizione rispetto alle attese riguardo la Fed.
La BoE aveva mantenuto i tassi al 5% per un periodo prolungato, ma anche il suo ultimo membro fortemente “hawk” ha ceduto all’evidenza della necessità di un taglio imminente. Questa perdita di consenso interno sulla politica restrittiva rappresenta un segnale negativo per la sterlina.
Dal punto di vista grafico, GBP/USD ha formato un pattern di triangolo di consolidamento, caratterizzato da massimi decrescenti e minimi crescenti. Questo tipo di configurazione, secondo l’analisi tecnica, precede spesso un breakout direzionale significativo, riflettendo l’incertezza del mercato sulla direzione futura della valuta.
• Break in volume: Se il cambio dovesse rompere verso il basso la struttura del triangolo, si potrebbe assistere a un’accelerazione del movimento ribassista.
• Compressione della volatilità: La volatilità implicita ha raggiunto livelli minimi, segnalando aspettative di un imminente movimento significativo da parte dei trader.
• RSI neutrale: L’RSI si posiziona tra 45 e 46, non essendo in zona di eccesso, il che lascia spazio a movimenti decisi; tuttavia, la struttura tecnica attuale suggerisce una maggiore probabilità di ribasso.
Statisticamente, i triangoli simmetrici si rompono nella direzione del trend precedente nel 60-70% dei casi. Poiché GBP/USD era in downtrend prima della formazione del triangolo, la probabilità geometrica favorisce una rottura al ribasso.
L’RSI a 14 periodi oscilla fra 45 e 46, evidenziando un recupero tecnico dai livelli di ipervenduto, ma mantenendo la prevalenza dei venditori. Nonostante la sterlina abbia tentato un rimbalzo nelle sedute precedenti, l’RSI non è riuscito a superare la soglia mediana di 50, segnalando che il momentum rialzista rimane fragile e poco convincente.
La regressione lineare conferma un’inclinazione negativa, validando il trend discendente e la perdita di momentum reale. Un’inclinazione della regressione verso il basso indica che il cambio continua a perdere valore su base statistica, al di là delle oscillazioni di breve termine.
Analisi del Dollar Index: il papà delle Valute alle prese con il livello 100!
Il Dollar Index si attesta a quota 100.181 (-0,07% nella sessione), mantenendosi appena al di sopra della soglia psicologica cruciale di 100. La SMA50 è posizionata a 99.099, con una distanza del +1,09%. Questo livello, il "100", rappresenta una vera e propria linea di Maginot psicologica per il mercato dei cambi, fungendo da punto di riferimento significativo per gli operatori.
Nel trading valutario, i numeri rotondi acquisiscono un valore psicologico sproporzionato. Il livello 100 del Dollar Index non è casuale: storicamente, l'indice ha testato questa soglia in momenti cruciali di svolta. Attualmente, la permanenza del DXY poco sopra 100 riflette l'indecisione del mercato riguardo alla direzione futura della valuta statunitense.
Un breakout sopra 100,61, che corrisponde alla resistenza tecnica immediata, indicherebbe una conferma della forza del dollaro, potenzialmente innescando un movimento verso quota 102-104. Al contrario, una discesa sotto 99,00, dove transita la media mobile a 200 periodi (SMA200), suggerirebbe la perdita di supporto, accelerando le vendite fino a 97.
L'RSI a 14 periodi si trova a 64,81, posizione neutrale-rialzista, senza raggiungere la zona di ipercomprato. Questo dato suggerisce che il dollaro possiede ancora margine di apprezzamento, sebbene il momentum inizi a mostrare segni di affaticamento.
La regressione lineare evidenzia uno slope positivo (0,043011), confermando un bias rialzista di medio termine nonostante il movimento laterale recente. Tuttavia, il valore dello slope è modesto, indicando che l'uptrend non è particolarmente vigoroso, soprattutto se paragonato a quello di USD/JPY.
L'ultima sessione ha prodotto un pattern candlestick Doji, segnale classico di indecisione del mercato e potenziale punto di svolta. Il Doji si manifesta quando i prezzi di apertura e chiusura sono pressoché identici, indicando un perfetto equilibrio tra compratori e venditori.
In questo contesto, il Doji emerge dopo un tentativo di rottura sopra 100, sottolineando come il mercato stia attendendo segnali più chiari prima di assumere posizioni direzionali nette. È una situazione di attesa, come se il mercato trattenesse il fiato in vista della prossima mossa della Federal Reserve.
La principale variabile per la direzione futura del DXY resta la Federal Reserve. Dopo il blackout dei dati economici dovuto alla chiusura del governo USA, i mercati hanno ricevuto segnali contrastanti.
I commenti del presidente della Fed di New York, John Williams, il 21 novembre, hanno alimentato le attese di un possibile taglio dei tassi, sottolineando che la politica monetaria rimane "modestamente restrittiva" e che esiste "spazio per ulteriori aggiustamenti nel breve termine". Queste dichiarazioni hanno portato Goldman Sachs a prevedere un taglio di 25 punti base nel meeting del 9-10 dicembre.
Altri membri della Fed, tuttavia, mantengono una posizione più prudente, evidenziando che i dati sull'inflazione continuano a rappresentare una preoccupazione. Le probabilità di un taglio a dicembre oscillano tra il 41% e il 75,5%, variando in base alle fonti e al momento della rilevazione.
Questa incertezza nella comunicazione della Fed costituisce il principale motore dell’indecisione che caratterizza il DXY. Se il mercato dovesse ritenere probabile un taglio a dicembre (probabilità superiore al 75%), potrebbe verificarsi un sell-off del dollaro, con il DXY che scenderebbe sotto quota 100. Al contrario, se i dati sull’inflazione dovessero confermarsi solidi (come il Core PCE atteso per mercoledì 27 novembre), la Fed potrebbe sorprendere con una postura più restrittiva, sostenendo il dollaro sopra quota 100.
Sintesi, Conclusione: Un Mercato "In Bilico"
Il mercato forex, alla data del 25 novembre 2025, si presenta in una posizione di estrema incertezza, sospeso tra tre possibili scenari che dipendono dalle decisioni che la Federal Reserve prenderà nel mese di dicembre. Questa situazione di attesa è accentuata dall’assenza di una chiara rottura tecnica, che induce gli operatori a rimandare decisioni significative fino a quando non arriveranno indicazioni più precise dalla Fed.
L’analisi tecnica attuale evidenzia segnali favorevoli a movimenti ribassisti per le coppie EUR/USD e GBP/USD. Tuttavia, la mancanza di un breakout deciso sottolinea la volontà del mercato di attendere gli sviluppi della Federal Reserve prima di prendere una direzione netta. Questo comportamento riflette una cautela diffusa e una propensione alla prudenza da parte degli investitori, che preferiscono non esporsi eccessivamente in assenza di conferme fondamentali.
Per chi opera sul mercato, il messaggio principale è la necessità di esercitare pazienza nei prossimi giorni, in particolare da mercoledì a venerdì, quando sono attesi importanti dati economici dagli Stati Uniti. In questa finestra temporale, è consigliabile limitare il posizionamento e attendere i catalizzatori che emergeranno dalle nuove informazioni. Successivamente, una volta che il quadro sarà più chiaro, sarà possibile adottare strategie più aggressive, sfruttando le opportunità di trading che il mercato offrirà sia sul lato rialzista che su quello ribassista.
Guardando al futuro, il 2026 sembra destinato a favorire posizioni short su EUR/USD e GBP/USD, long su USD/JPY, e una posizione neutrale sul dollar index, che potrebbe però registrare una rottura rialzista qualora la Federal Reserve mantenesse una politica monetaria più restrittiva rispetto alle aspettative globali. In questo scenario, la disciplina tecnica e una rigorosa gestione del rischio saranno elementi indispensabili per cogliere le opportunità che si presenteranno nel mercato forex.
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EURUSD: AGGIORNAMENTO H1!!! DISCLAIMER !!!
Nota bene:
Queste sono semplici bozze personali, da considerarsi come tali. La lettura va effettuata con un’ottica di breve termine. In altre parole, la prima fase del percorso disegnato rappresenta l’ipotesi principale. La parte restante del percorso (quella più lontana nel tempo) è strettamente legata all’evoluzione della prima fase. Di conseguenza, se quest’ultima non si realizza, l’intera idea deve essere considerata nulla.
Non vi è alcuna sollecitazione all’investimento; quanto riportato va inteso unicamente come il punto di vista di un utente della piattaforma. L’onere di approfondire ricade sul lettore, attraverso le proprie conoscenze ed esperienze.
Ogni commento che schernisce l’autore, l’idea o il grafico verrà segnalato al moderatore della piattaforma. Non fornirò ulteriori risposte in merito. Grazie per l’attenzione.
EURUSD su un setup rialzistaIl titolo “EURUSD su un setup rialzista” indica che la coppia sta mostrando segnali di possibile continuazione al rialzo.
Attualmente, l’EURUSD sembra costruire una struttura di mercato favorevole ai compratori: dopo aver recuperato livelli chiave di supporto, il prezzo mostra minimi più alti e una pressione rialzista progressiva. Se il prezzo riuscirà a mantenersi sopra le ultime zone di domanda e confermare una rottura pulita delle resistenze immediate, il movimento rialzista potrebbe estendersi. Tuttavia, rimane importante monitorare la volatilità e la reazione del mercato USA, che potrebbero influenzare la forza del trend.
Ultima chiamata per Euro-DollaroNella scorsa settimana il cambio EUR/USD ha mostrato una dinamica moderatamente negativa, con il cross che si è riportato in area 1,15 dopo aver perso terreno rispetto ai massimi di inizio mese.
La pressione del dollaro, sostenuta da attese ancora prudenziali sui tagli dei tassi Fed, ha limitato i rimbalzi dell’euro e mantenuto il cambio sotto le prime resistenze di breve.
Questa settimana al contrario, sembra essere ripartita sotto l'insegna del rimbalzo, infatti già dalle nove di stamattina, ha registrato un deciso impulso che ha riportato il cambio a 1,1540 (ore 12).
Ora dal mio punto di vista, una chiusura su questi livelli potrebbe porre le basi per una ripartenza long del cambio che avrà come primo target area 1.16, per poi eventualmente estendere fino ad area 1,165, inutile per il momento parlare di target 1,175; al contrario un cedimento, confermato in chiusura di candela di area 1,149 invaliderebbe la ripartenza rialzista ed aprirebbe prospettive più ribassiste per il cambio.
EUR/USD: Tripla Precisione! Tutti i Target Raggiunti 🎯 EUR/USD: TRIPLA CONFERMA! Tutti i Target Rispettati alla Lettera
I risultati parlano da soli! Ogni livello previsto nelle mie analisi è stato rispettato con precisione chirurgica. Ecco il riepilogo della straordinaria sequenza tecnica:
📊 TIMELINE DELLA PRECISIONE:
✅ Target 1.1599 → Raggiunto il 28/11
✅ Supporto 1.1567 → Raggiunto e invertito il 29/11
✅ Rimbalzo a 1.1581 → Formazione perfetta
✅ Nuovo impulso → Attuale test 1.1670
🎯 SITUAZIONE ATTUALE:
📍 Prezzo: 1.1662 (massimi recenti)
🚀 Mossa totale: +95 pips dal minimo 1.1567
📈 Trend: Rialzista consolidato
⚡ Momentum: Forte (RSI 65)
📊 NUOVI LIVELLI CHIAVE:
Resistenza immediata: 1.1670-1.1676
Supporto primario: 1.1631 (ex resistenza)
Target esteso: 1.1700 su break 1.1676
Supporto secondario: 1.1610
📚 DIDATTICA: IL POTERE DEI LIVELLI TECNICI
Questa sequenza dimostra perfettamente come i livelli tecnici guidino i mercati:
SUPPORT/RESISTANCE SWAP: 1.1631 da resistenza diventa supporto
MEASURED MOVE: La mossa da 1.1567 a 1.1599 misurava i 95 pips successivi
VOLUME PROFILE: Accumulazione sui supporti, distribuzione sulle resistenze
TREND FOLLOWING: Il trend è tuo amico finché i livelli vengono rispettati
💡 LA MIA STRATEGIA ATTUALE:
"Monitoro il test di 1.1676. Breakout apre verso 1.1700. Stop sotto 1.1630"
🔥 PERFORMANCE RECORD:
Ultime 7 analisi EUR/USD: 100% accurate
Totale pips catturati: 180+ nelle ultime 2 settimane
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🎖️ IL MIO PRINCIPIO:
"La pazienza sui livelli paga sempre. Mai forzare, mai anticipare"
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EURUSD: AGGIORNAMENTOScorsa idea in allegato.
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Non vi è alcuna sollecitazione all’investimento; quanto riportato va inteso unicamente come il punto di vista di un utente della piattaforma. L’onere di approfondire ricade sul lettore, attraverso le proprie conoscenze ed esperienze.
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EUR/USD – Long on dips with Fed–ECB spread in favor of the EUDescription:
More dovish Fed vs ECB, moderately bullish structure; estimated WR ~57%, R:R ≈ 2.8:1
Direction Long (buy on dip)
Time Horizon 3–8 weeks
Setup Type (Scenario) Return to key support in uptrend
Main Motivation (Macro/Fundamental)
Fed: market prices in a strong probability of a cut in December, and other banks (e.g. JPM) see the policy in the final easing phase.
ECB: after bringing the deposit rate to 2%, clearly signals that "it is not the time to talk about other cuts"; only ~20% probability of further cuts in 2026.
Expected interest rate differential therefore narrows against the dollar, making EUR/USD attractive in a multi-month perspective.
Technical (D1/W1 + H4)
Exchange rate today around 1.161.
D1: from mid-year, sequence of increasing lows; 2025 high in area 1.186–1.187.
Zone 1.145–1.155 has acted several times as resistance, now converted into key support (ex-resistance).
Operational Setup (indicative prices)
Entry Detail
Entry Setup (H4) Wait for return to 1.150–1.155. Ideal entry ~1.153 after formation of H4 low (double bottom / bullish engulfing) and close above 1.155.
Stop Loss (SL) 1.140, below the "hard core" of support and below the relative lows → break there calls into question the bullish structure.
Take Profit 1 (TP1) 1.190, just below the annual high (~1.186–1.187), where a substantial profit taking is likely.
Risk/Reward Ratio (indicative)
Entry: 1.153
Risk: 1.153 – 1.140 = 0.013
Reward: 1.190 – 1.153 = 0.037
R:R ≈ 2.85 : 1
Operational Trigger (H4)
Long activatable if:
EUR/USD falls to 1.150–1.155;
Prints H4 reaction pattern (double bottom, hammer, engulfing) with close above 1.155;
The probabilities of a Fed cut remain high and ECB comments continue to rule out further cuts in the short term.
Risk Validation (Otherwise)
D1 close below 1.140 → breaks key support and opens space towards 1.125–1.13: the medium-term long from that area loses edge ≥8/10.
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