EURUSD è pronto per una correzione? FX:EURUSD
In base ai cicli superiori abbiamo un biennale vincolato al rialzo. Ma prima di proseguire ci serve una correzione, ovvero la chiusura del semestrale ed è possibile che parta da oggi stesso altrimenti si slitta di una settimana.
Fare attenzione soprattutto nelle date tra 7 Luglio e 11
Idee operative USDEUX
Trump approva maxi legge fiscale e rilancia i daziUSA, APPROVATA LA LEGGE FISCALE
Con 218 voti a favore e 214 contrari, la legge fiscale, fulcro del programma elettorale di Donald Trump, ha superato lo scoglio della Camera dei Rappresentanti ed è arrivata il 4 luglio sulla scrivania del Presidente, che l’ha ratificata. Si tratta di una delle leggi di spesa più costose della storia americana, definita dallo stesso Trump come la “big beautiful bill”.
Il provvedimento rappresenta un successo politico, soprattutto considerando che alcuni repubblicani, noti come “falchi del fisco”, avevano manifestato l’intenzione di votare contro per timore di un aumento eccessivo del debito. La legge prevede un massiccio taglio delle tasse per la classe media, un rafforzamento della sicurezza delle frontiere, ingenti finanziamenti militari e il ripristino della sanità fiscale.
Alla Camera solo due repubblicani si sono schierati con i democratici, mentre al Senato il budget è stato osteggiato da tre senatori del partito del Presidente. Il cuore della legge è l’estensione del Tax Cuts and Jobs Act del 2017, in scadenza a fine anno. La nuova misura punta a rendere permanenti i tagli fiscali introdotti da Trump nel 2017, aumentando al contempo la spesa per la sicurezza dei confini, la difesa e la produzione energetica, e riducendo invece Medicaid e i sussidi alimentari.
Secondo il Congressional Budget Office, la misura aumenterà il deficit federale di 3,3 trilioni di dollari nei prossimi dieci anni e lascerà milioni di persone senza assicurazione sanitaria. L’aggravio di bilancio sarà in parte compensato dai tagli ai programmi federali di assistenza alimentare e all’assicurazione sanitaria Medicaid per i cittadini a basso reddito. Alcune stime indicano che circa 17 milioni di beneficiari perderanno la copertura assicurativa.
La spesa aggiuntiva per l’esercito e la sicurezza dei confini sarà finanziata anche attraverso la parziale revoca dei sussidi per le energie rinnovabili e i veicoli elettrici. I Democratici sperano che il malcontento generato dai tagli al welfare possa aiutarli a ribaltare gli equilibri al Congresso nelle elezioni di medio termine del 2026. I Repubblicani contestano le cifre, mentre Trump ha dichiarato che con questo provvedimento l’economia americana “crescerà come un razzo”, sottolineando che il Paese sta già battendo ogni tipo di record economico.
SCADENZA DAZI
Il Presidente Trump ha annunciato che a partire da venerdì 4 luglio invierà lettere ai partner commerciali per informarli dei nuovi dazi da pagare per esportare beni negli Stati Uniti, evitando così il consueto processo di negoziazione dei singoli accordi. La decisione arriva in vista della scadenza del 9 luglio, data in cui terminerà la sospensione di 90 giorni dei dazi generalizzati, iniziata ad aprile.
Nel frattempo, Trump ha concluso accordi con Vietnam e Regno Unito e ha delineato un’intesa quadro con la Cina. L’obiettivo è introdurre un dazio base del 10%, con aliquote più elevate per i Paesi che registrano un disavanzo commerciale con gli Stati Uniti. Il Presidente ha escluso una proroga della scadenza, citando la difficoltà di negoziare con oltre 170 Paesi.
DATI POSITIVI
L’economia statunitense ha creato 147.000 posti di lavoro nel mese di giugno, superando le aspettative di 110.000 e migliorando rispetto ai 144.000 di maggio. Il tasso di disoccupazione è sceso al 4,1%. Questi dati hanno contribuito ad allentare i timori di una recessione imminente e a ridurre la pressione sulla Federal Reserve per un taglio dei tassi d’interesse nel breve termine. Le previsioni attuali indicano due possibili tagli a partire da ottobre.
VALUTE
L’euro si è mantenuto stabile appena sotto la soglia di 1,18 dollari, vicino ai massimi dal 2021. L’attenzione è ora rivolta agli sviluppi commerciali e ai segnali provenienti dalla Banca Centrale Europea. L’Unione Europea ha espresso la volontà di raggiungere un accordo, ma si prepara anche all’eventualità di un fallimento delle trattative.
Sul fronte monetario, i mercati prevedono un solo ulteriore taglio dei tassi da parte della BCE nel corso dell’anno. I funzionari hanno indicato che i tassi probabilmente rimarranno invariati nella riunione di luglio, dopo otto tagli consecutivi iniziati a giugno 2024. Con l’inflazione che ha raggiunto l’obiettivo del 2%, la BCE procede con cautela, in un contesto di incertezza commerciale globale e rafforzamento dell’euro.
Nel frattempo, l’indice del dollaro è sceso sotto quota 97, interrompendo un rally durato due giorni. Le rinnovate preoccupazioni sulla politica commerciale hanno pesato sul sentiment degli investitori. Il dollaro resta tendenzialmente debole, anche se per ora non sembra destinato a rompere i supporti chiave di medio termine.
SVIZZERA, STABILE L’INFLAZIONE
In Svizzera, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 2,7% nel mese di giugno 2025, il livello più basso da novembre 2024. Il numero di disoccupati è diminuito di 1.100 unità, attestandosi a 126.900, il minimo degli ultimi sette mesi.
La disoccupazione giovanile, che riguarda le persone tra i 15 e i 24 anni, è rimasta invariata al 2,5%, con un lieve aumento di 70 unità, per un totale di 10.700 giovani disoccupati. Allo stesso tempo, i posti di lavoro vacanti sono aumentati di 1.600, raggiungendo quota 39.800. Al netto dei fattori stagionali, il tasso di disoccupazione è salito al 2,9%, rispetto al 2,8% di maggio.
GERMANIA, ORDINI ALL’INDUSTRIA
Gli ordini alle fabbriche tedesche sono diminuiti dell’1,4% su base mensile a maggio 2025, deludendo le previsioni di un calo dello 0,1% e invertendo la crescita dell’1,6% registrata ad aprile. Si tratta del primo calo da gennaio, dovuto in gran parte a un crollo del 17,7% negli ordini di computer, prodotti elettronici e ottici, dopo un mese precedente caratterizzato da ordini su larga scala.
La domanda si è indebolita anche per le apparecchiature elettriche e i metalli di base. Gli ordini di beni strumentali e intermedi sono calati rispettivamente del 4,1% e del 3,4%, mentre i beni di consumo hanno registrato un aumento del 3,1%. Gli ordini interni sono crollati del 7,8%, compensati solo in parte da un aumento del 2,9% della domanda estera, trainata da un balzo del 9% degli ordini provenienti da fuori l’eurozona, nonostante un calo del 6,5% da parte dei Paesi dell’eurozona.
SETTIMANA ENTRANTE
La prossima settimana sarà relativamente tranquilla sul fronte dei dati statunitensi, ma resta cruciale per molte questioni ancora aperte, a partire dalla scadenza del 9 luglio, che segna la fine della sospensione dei dazi annunciata ad aprile. Al 4 luglio, solo pochi accordi erano stati finalizzati, in particolare con Regno Unito, Vietnam e un’intesa quadro con la Cina.
L’attenzione si sposterà anche sulla pubblicazione dei verbali del FOMC, poiché gli operatori economici attendono ulteriori indicazioni sulla direzione della politica monetaria della Federal Reserve. Il presidente Powell ha mantenuto un atteggiamento cauto e attendista.
A livello globale, i mercati seguiranno con attenzione i dati sui prezzi al consumo e alla produzione della Cina, il PIL mensile del Regno Unito, la produzione industriale e il commercio della Germania, il rapporto sul mercato del lavoro del Canada e le decisioni di politica monetaria delle banche centrali di Australia, Corea del Sud, Malesia e Nuova Zelanda. Si prevede una settimana densa di eventi e con mercati ancora soggetti a forti oscillazioni.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
EUR/USD verso un’inversione di tendenza?ANALISI MACROECONOMICA
Negli ultimi sei giorni lo scenario macroeconomico globale è stato segnato da segnali contrastanti tra speranze di ripresa e timori ancora ben presenti, soprattutto sul fronte inflazionistico e geopolitico. Tra Stati Uniti, Europa e Medio Oriente, il mondo continua a muoversi su un equilibrio fragile, dove ogni decisione politica o militare ha effetti a catena sui mercati finanziari, sulle valute e sul costo della vita.
Partiamo dagli Stati Uniti, dove la Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse invariati, ma con un tono sempre più cauto. L’ultimo dato sul PCE (il parametro preferito dalla Fed per misurare l’inflazione) ha mostrato una crescita al 2,7% annuo – un valore superiore alle attese, segnalando che l’inflazione, pur in calo rispetto ai picchi del 2022, non è ancora del tutto sotto controllo. Questo raffredda le aspettative di un taglio dei tassi nel breve termine, anche se i mercati continuano a sperarci.Nel frattempo gli indici americani, spinti anche da nuovi accordi commerciali con la Cina, hanno raggiunto nuovi massimi storici, guidati dai titoli tecnologici e dal settore AI.
Anche in Europa c’è fermento. L’Unione Europea sta valutando di ridurre i dazi sulle importazioni degli Stati Uniti. Bruxelles sta considerando quindi una riduzione mirata dei dazi su alcuni bene statunitensi come gesto diplomatico verso la nuova amminstazione Trump e soprattutto per evitare ulteriori tensioni commerciali e poter quindi preservare i rapporti transatlantici. Mentre per quanto riguarda l’inflazione nell’Eurozona sta lentamente convergendo verso il target del 2%, ma la crescita resta fiacca, soprattutto in Germania e Italia. L’euro si è rafforzato contro il dollaro, spinto da questa divergenza di politica monetaria.
Nel frattempo, le materie prime hanno avuto movimenti interessanti: il petrolio ha perso terreno negli ultimi giorni, nonostante il contesto geopolitico complesso, mentre metalli come rame e nichel hanno registrato un rimbalzo grazie alla domanda industriale. E qui entra in gioco la questione più delicata del momento: la guerra in Medio Oriente.
Negli ultimi giorni, infatti, si è assistito a una nuova escalation tra Israele e Hezbollah, con bombardamenti reciproci al confine nord tra Israele e Libano. Il rischio che il conflitto si allarghi a una guerra regionale è tornato concreto. Gli Stati Uniti hanno rafforzato la loro presenza navale nel Mediterraneo orientale. L’impatto sui mercati per ora è stato contenuto, ma resta una variabile chiave: se il conflitto dovesse coinvolgere anche altri attori regionali o minacciare le rotte del petrolio nel Golfo Persico, potremmo assistere a una nuova impennata dei prezzi energetici.
In sintesi, il mondo resta in bilico tra dati macro positivi e fattori di rischio latenti. Il clima sui mercati è ancora ottimista, ma lo sguardo è sempre più attento alle tensioni globali e all’eventuale impatto che potrebbero avere su inflazione, crescita e stabilità finanziaria.
Questa si tratta di un’analisi informativa e non rappresenta alcun consiglio finanziario. Ogni investitore deve valutare le proprie entrate sul mercato in base al rischio e deve tener presente che tradare CFD può comportare la perdita di denaro.
ANALISI TECNICA
Per quanto riguarda l’analisi tecnica, questa settimana andremo ad analizzare la situazione su EURUSD. Possiamo notare come ci sia stata una fortissima spinta al rialzo passando dall’apertura settimanale a 1.14000 e chiudendo la settimana con un prezzo massimo raggiunto di 1.17500, a conferma di una certa debolezza da parte del dollaro ed una forza non indifferente da parte dell’euro. Cosa possiamo aspettarci per le prossime settimane? Potremmo assistere ad una possibile discesa?
Al momento non abbiamo alcun tipo di conferma, e valutando anche il VWAP, ovvero la media ponderata dei volumi rispetto al prezzo, se teniamo presente l’ultimo swing di riferimento possiamo notare come il prezzo abbia sostato per parecchio tempo al di sopra dei volumi, per poi chiudere la giornata all’interno dell’ultima banda (rossa).
Se ci fossero le dovute conferme, potremmo valutare un possibile movimento al ribasso verso una qualche tipo di zona di acquisto più sostenibile, quale potrebbe essere la zona in corrispondenza della banda inferiore del VWAP, intorno a 1.16200/1.16300
Inoltre con il Volume Profile, possiamo notare come il POC (Point of Control) ovvero la zona a più scambio di volumi, sia proprio intorno all’area di 1.16200, zona da attenzionare nel caso in cui dovesse il prezzo arrivarci.
Sarà sicuramente importante avere le dovute conferme prima di entrare a mercato, anche in base alla propria strategia. Questa si tratta di una semplice analisi tecnica e che non fornisce alcun consiglio finanziario. Ogni trader deve effettuare le proprie valutazioni prima di effettuare un investimento, dato che il mercato è rischioso causa volatilità e tradare CFD può comportare la perdita di denaro.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
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Wall Street spinta dai dati sul lavoro USAI DATI USA ALIMENTANO IL BULL TREND
Chi pensava che i dati sul mercato del lavoro avrebbero costretto la Fed a un taglio anticipato dei tassi a luglio è rimasto profondamente deluso. La resilienza dei numeri relativi ai JOLTS prima e ai Non-Farm Payrolls poi non sembra consentire un taglio del costo del denaro nel breve termine, posticipando l’evento a settembre.
Giovedì Wall Street ha chiuso in rialzo, grazie a nuove evidenze di un mercato del lavoro solido che hanno rafforzato la visione di un’economia in tenuta. I tre principali indici hanno registrato un rialzo compreso tra lo 0,7% e l’1%, con S&P 500 e Nasdaq che hanno toccato nuovi record.
Le buste paga non agricole sono aumentate di 147.000 unità a giugno, superando le aspettative di 110.000 unità, mentre il tasso di disoccupazione è sceso inaspettatamente al 4,1%.
I dati hanno smentito i timori secondo cui dazi e incertezza economica avrebbero ostacolato l’occupazione, sottolineando la forza dell’economia statunitense.
Nel frattempo, i rappresentanti della Camera sembrano pronti ad approvare la legge fiscale e di spesa di Trump, considerata espansiva per la politica fiscale USA.
Alcuni rapporti segnalano uno stallo nei negoziati commerciali prima della scadenza della prossima settimana, a seguito della conferma dei dazi del 20% sul Vietnam.
VALUTE
Chi sostiene che l’economia USA sia destinata alla recessione continua a essere sorpreso dalla resilienza dei dati macroeconomici.
È stato così per i NFP, per il tasso di disoccupazione (sceso dal 4,3% al 4,1%), per l’ISM dei servizi e composito, e per i JOLTS openings.
Sul fronte valutario, l’euro resta stabile contro il dollaro, oscillando nel range 1,1730–1,1830. Dopo la pubblicazione dei NFP, si è registrato un tentativo di rafforzamento del dollaro che sembrava potesse spingere l’euro sotto 1,1700.
Tuttavia, il dollaro ha poi perso terreno, complice l’appetito per il rischio. Ogni notizia, positiva o negativa, sembra alimentare una debolezza strutturale del dollaro, consolidata dal fatto che i grandi operatori sono posizionati short (come dimostrano i future sul CME).
È probabile che questa tendenza prosegua fino al raggiungimento dei target di medio termine in area 1,2350, o in caso di rottura dei supporti a 1,1050–1,1060.
Sugli altri cambi principali, poco da segnalare: il mercato resta in trading range, con un dollaro tendenzialmente debole e vicino ai supporti chiave.
NON-FARM PAYROLLS
Gli occupati non agricoli negli Stati Uniti sono aumentati di 147.000 unità a giugno 2025, dopo una revisione al rialzo del dato di maggio a 144.000 unità, superando le previsioni di 110.000.
Il dato è in linea con la media mensile degli ultimi 12 mesi (146.000 unità).
L’occupazione pubblica è cresciuta di 73.000 unità, in particolare nel settore statale e dell’istruzione. Incrementi si sono registrati anche nell’assistenza sociale.
Il rapporto di giugno conferma un mercato del lavoro resiliente. Tuttavia, alcuni analisti avvertono che l’incertezza legata a dazi, commercio e politiche migratorie potrebbe presto indurre le aziende a rallentare le assunzioni.
INDICE ISM PMI USA
L’indice ISM dei servizi è salito a 50,8 a giugno 2025, rispetto a 49,9 di maggio, superando leggermente le previsioni (50,5).
Il dato segnala una ripresa dell’attività economica nel settore dei servizi, dopo un mese di contrazione. Tutte le componenti dell’indice sono cresciute: produzione, nuovi ordini e scorte.
La pressione sui prezzi si è leggermente attenuata, anche se sono stati segnalati aumenti che incidono sui costi operativi.
Le tensioni in Medio Oriente sono emerse come nuovo tema di discussione, ma non si segnalano interruzioni nella catena di approvvigionamento. La preoccupazione principale resta l’impatto dei dazi.
USA, DEFICIT COMMERCIALE
Il disavanzo commerciale degli Stati Uniti è salito a 71,5 miliardi di dollari a maggio 2025, rispetto ai 60,3 miliardi di aprile (dato rivisto).
Le esportazioni sono diminuite del 4%, passando da un massimo storico di 290,5 a 279 miliardi di dollari. Le importazioni sono calate dello 0,1%, toccando il minimo degli ultimi sette mesi (350,5 miliardi).
Il deficit maggiore si registra con l’UE (-22,5 miliardi), in aumento rispetto ai -17,9 miliardi di aprile. Crescono anche i disavanzi con Messico (17,1 miliardi), Canada (2,8 miliardi) e Vietnam (14,9 miliardi). In controtendenza, il deficit con la Cina si è ridotto a 14 miliardi dai 19,7 precedenti.
PETROLIO IN CALO
Venerdì i future sul greggio WTI sono scesi a circa 66,8 dollari al barile, in attesa della riunione OPEC+ prevista per questa settimana.
Si prevede un aumento della produzione di 411.000 barili al giorno ad agosto, alimentando timori di eccesso di offerta.
L’accordo commerciale tra Stati Uniti e Vietnam ha fornito un certo supporto ai prezzi, ma l’incertezza resta elevata, poiché UE e Giappone non hanno ancora concluso i rispettivi accordi prima della scadenza del 9 luglio per la sospensione dei dazi.
Il presidente Trump ha annunciato che le lettere con le nuove aliquote tariffarie inizieranno a essere inviate venerdì.
Intanto, gli USA hanno adottato nuove misure per limitare il commercio di petrolio iraniano, aumentando la pressione su Teheran.
Per la settimana, il WTI è in rialzo di quasi il 2%, rimbalzando dai minimi degli ultimi due anni.
Saverio Berlinzani
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#AN013: USD e AUD sotto pressione, l’Euro avanza
1. India: nuova strategia sulla volatilità del forex
La Banca Centrale Indiana (RBI) sta permettendo una maggiore volatilità sul cambio USD/INR, spingendo molte aziende a proteggersi tramite contratti forward. È il livello di copertura più alto dal 2020.
Ringraziamo in anticipo il nostro Broker Partner Ufficiale PEPPERSTONE che ci ha supportato nella stesura di questo articolo.
Impatto Forex:
Potenziale indebolimento della rupia a breve termine, ma aumento della stabilità nel medio-lungo.
Volatilità su USD/INR, EUR/INR, JPY/INR ? opportunità per carry trade e short di breve se il dollaro si rafforza.
2. Australia colpita da tempeste estreme
Tempeste violente hanno investito il Nuovo Galles del Sud, il Queensland e Victoria: venti a 100 km/h, piogge torrenziali e blackout su oltre 30.000 abitazioni.
Pressione sulla fiducia economica australiana ? AUD debole.
Opportunità su AUD/USD, AUD/JPY e AUD/NZD in ottica short.
Monitorare gli sviluppi agricoli e assicurativi ? rischio di ribassi estesi.
3. Iran: danni gravi al sito nucleare di Fordow
Attacco statunitense ha colpito il sito nucleare iraniano. In risposta, l’Iran ha minacciato di minare lo Stretto di Hormuz, punto critico per il trasporto petrolifero globale.
Rialzo atteso sulla volatilità geopolitica.
Aumento di flussi su valute rifugio: JPY, CHF e USD.
Impatto anche su CAD e AUD per via del petrolio ? rischio rialzi di breve ma correzioni se lo stallo persiste.
4. Pacchetto fiscale USA da 3,3 trilioni in discussione
Il Senato sta valutando un maxi piano di stimolo. Ciò alimenta il timore di nuovo debito ? dollaro in calo ai minimi da 4 anni contro l’euro.
EUR/USD long rafforzato (break oltre 1.17 già in atto).
GBP/USD e NZD/USD potenzialmente in spinta.
Rischio taglio tassi FED ? aumento volatilità sul dollaro e sulle obbligazioni.
Conclusione Strategica
Operazioni consigliate: long su EUR/USD, short su AUD/USD, long su USD/INR (solo con conferma).
Attenzione alle prossime 48h: possibile spike su CHF, JPY e CAD.
Timing istituzionale: probabile entrata fondi su EUR e USD in caso di breakout confermati; restare pronti ma evitare front-running.
Resta aggiornato per altre notizie.
Wall Street ai massimi, dollaro in caloEUFORIA BORSE
Ieri Wall Street ha registrato nuovi massimi storici, proseguendo i forti guadagni della settimana precedente. La posizione più accomodante del governo statunitense sui dazi ha permesso ai mercati di concentrarsi sui segnali di molteplici tagli dei tassi da parte della Fed nel corso dell’anno.
L’S&P 500 e il Nasdaq 100 sono saliti di circa lo 0,5% ciascuno, toccando nuovi record, mentre il Dow Jones ha guadagnato lo 0,63%.
Il presidente Trump ha dichiarato di essere aperto a una proroga della scadenza del 9 luglio per la reintroduzione dei dazi reciproci, pur rimanendo ottimista sull’annuncio di accordi chiave prima di tale data.
Nel frattempo, il Canada ha ritirato la tassa sui servizi digitali per sostenere le aziende tecnologiche statunitensi e riavviare i colloqui commerciali con Washington. Meta e Alphabet hanno guadagnato entrambe l’1%.
Infine, Juniper Networks è balzata del 9% dopo che il Dipartimento di Giustizia ha risolto la causa relativa alla sua acquisizione da parte di HP.
VALUTE
Prosegue e si accentua la debolezza del dollaro, che scende contro le principali valute. L’EUR/USD si attesta intorno a 1,1800, dopo aver toccato 1,1808 nella notte. I livelli obiettivo sembrano vicini: 1,1830 come primo target significativo e 1,2000 come soglia psicologica rilevante.
È probabile che prima o poi si verifichino delle correzioni, ma il momentum resta forte.
Il Cable (GBP/USD) sale meno, a causa di un EUR/GBP in crescita verso 0,8590, ma mantiene obiettivi sopra 1,3800 e target finali verso 1,4200.
L’USD/JPY resta stabile, con la BoJ ancora attendista in assenza di rialzi dei tassi. Le valute oceaniche guadagnano qualcosa, ma restano indietro rispetto a euro e sterlina.
L’USD/CHF scende a 0,7920, in un movimento ribassista apparentemente inarrestabile.
GERMANIA: INFLAZIONE IN CALO
A giugno 2025, l’inflazione annua in Germania è scesa al 2,0%, rispetto al 2,1% di maggio e al di sotto delle attese del 2,2%. Si tratta del livello più basso da ottobre 2024, riportando l’inflazione in linea con l’obiettivo della BCE per la prima volta da allora.
L’inflazione dei servizi è leggermente calata al 3,3% (dal 3,4%), mentre quella dei beni è scesa allo 0,8% (dallo 0,9%). Il rallentamento è stato trainato soprattutto dal calo dell’inflazione alimentare (2,0% contro 2,8%) e dalla diminuzione dei prezzi dell’energia (-3,5% contro -4,6%).
L’inflazione core è scesa al minimo trimestrale del 2,7%. Su base mensile, i prezzi al consumo sono rimasti stabili, dopo un aumento dello 0,1% a maggio.
INDICE FED DI DALLAS
L’indice dell’attività economica della Fed di Dallas per il settore manifatturiero del Texas è salito a -12,7 a giugno 2025, rispetto a -15,3 di maggio. Si tratta comunque del quinto mese consecutivo di contrazione.
La produzione è rimasta invariata per il secondo mese, con l’indice stabile a 1,3. I nuovi ordini restano negativi a -7,3, le spedizioni sono scese a -7,3 e l’utilizzo della capacità produttiva è vicino allo zero (-1,0).
L’indice delle prospettive aziendali è migliorato leggermente a -8,9, ma l’incertezza è salita a 15,2, segnalando maggiore cautela in un contesto ancora debole.
La pressione sui prezzi resta elevata: i prezzi dei beni finiti sono saliti al livello più alto in quasi tre anni. La crescita salariale, invece, è rimasta debole, con l’indice dei salari in calo a 13,4.
Le aspettative per il futuro restano cautamente positive: l’indice di produzione futura è a 22,6 e quello dell’attività economica futura è sopra la media.
ORO IN RIPRESA
L’oro è salito a circa 3.320 dollari l’oncia, estendendo i guadagni della sessione precedente, sostenuto da un dollaro più debole.
Il calo del dollaro è legato alle preoccupazioni per il crescente deficit pubblico statunitense, mentre gli investitori seguono l’iter della legge fiscale che prevede una riduzione delle tasse e che procede lentamente al Senato.
Anche l’incertezza sugli accordi commerciali con i principali partner ha sostenuto la domanda di oro. Il presidente Trump ha minacciato nuovi dazi contro il Giappone, a poco più di una settimana dalla scadenza del 9 luglio per il ripristino di tariffe più elevate.
Le aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed entro fine anno continuano a rafforzare l’attrattiva del metallo prezioso.
Gli investitori attendono ora i dati sulle offerte di lavoro negli Stati Uniti, il rapporto ADP sull’occupazione e il report sulle buste paga non agricole, in uscita questa settimana, per ulteriori indicazioni sulla politica monetaria della Fed.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Rottura e consolidamento per Euro-DollaroAnalisi breve questa settimana, c'è davvero poco da dire.
Rottura dei massimi della precedente settimana (linea bianca) e consolidamento per tutta la settimana al di sopra di essi; 1,183 come massimo settimanale, vediamo se proverà a questo punto ad estendere anche fino a 1,20 (sopra la vedo davvero molto dura al momento).
La dashboard mostra Euro forte su tutti i timeframe, l'oscillatore in fondo mostra perdita di trend ed inizio movimenti in modalità mean reverting.
Livelli da prendere in considerazione abbiamo (timeframe orario data la poca ampiezza dei moviementi) lato supporto 1,172, lato resistenze 1,18 prima ed 1,183 poi, in concomitanza con i massimi di periodo; l'oscillatore mostra qualche intenzione di scarico, di conseguenza potremmo avere un inizio di settimana di lieve scarico fino a 1,172 dove si potrebbe valutare qualche piccolo ingresso long in caso di reazione per poi approdare nel corso delle settimana ad 1,18 prima ed 1,183 poi.
#AN012: Notizie inizio Luglio e impatto Forex
1. Debito USA e svalutazione del dollaro
Il Senato statunitense sta discutendo un ambizioso pacchetto fiscale da 3,3 trilioni, alimentando preoccupazioni sull’aumento del debito. Il dollaro ha perso terreno rispetto all’euro, toccando il livello più basso da quasi quattro anni .
Impatto Forex: Debolezza del dollaro favorisce cross come EUR/USD e GBP/USD. Possibili speculazioni su tassi, con prospettive di tagli Fed.
2. Summit NATO e aumento della spesa difensiva
Al summit della NATO all’Aia, l'impegno è salire al 5 % del PIL entro il 2035 . Questo rinforza i titoli di stato europei e il dollaro, in ottica di safe-haven e nuovi flussi su USD .
Impatto Forex: Supporto a USD, aumento volatilità sui cross legati a euro e sterlina, potenziale trade su EUR/USD e GBP/USD.
3. Apprezzamento del dollaro taiwanese
Il Taiwan dollar è balzato del 2,5 % mentre le compagnie assicurative locali si proteggono dal calo del dollaro .
Impatto Forex: Rallenta la svalutazione del dollaro; pressione sui cross asiatici come USD/SGD e USD/KRW.
4. Debolezza del dollaro globale
Rimbalzo dell’euro sopra 1,17 e USD/CHF sotto 0,80 dopo dati macro deboli e speculazioni su tagli Fed .
Impatto Forex: Apertura a strategie long su EUR/USD, short su USD/CHF, con potenziali carry trade.
5. Ceasefire tra Israele e Iran & rischio geopolitico
Stop ai combattimenti tra Israele e Iran, ma la tensione resta. I mercati stanno monitorando i riflessi sul petrolio e asset sicuri .
Impatto Forex: Possibile aumento della volatilità geo-politica, con riparo su USD, JPY, CHF; volatilità su petrolio influenza cross che contengono commodity (AUD/USD, CAD/USD).
Salve, sono Andrea Russo, trader forex, e oggi voglio parlarvi dell’impatto delle più recenti novità globali sui mercati valutari.
🏛️ Debito USA e tensioni fiscali
Il pacchetto fiscale da 3,3 trilioni in discussione negli Stati Uniti ha indebolito il dollaro. Questa debolezza alimenta opportunità su EUR/USD e GBP/USD, con potenziale rialzo su posizioni long, ma attenzione a futuri interventi Fed.
⚔️ NATO verso il 5% del PIL per la difesa
Il NATO Summit all’Aia ha segnato un cambio di paradigma: più spesa difensiva significa emissioni obbligazionarie e flussi su USD come grazie safe-haven. Questo supporta il greenback, rendendo volatili i cross europei.
💱 Forex Asia: il caso del dollaro taiwanese
Il rialzo del Taiwan dollar di ieri è un chiaro segnale di protezione contro la debolezza del USD. Unicorno da monitorare per chi punta su cross emergenti in Asia.
💶 Cross eur/chi e euro in recupero
EUR/USD sale sopra 1,17 e USD/CHF scende sotto 0,80: perfetto timing per long strategici. Il mercato sta scontando tassi Fed in discesa, amplificando il momentum sull’euro.
🛡️ Geopolitica: tregua fragile e rischio geopolitico
La tregua tra Israele e Iran limita al momento l’impatto ma non elimina il rischio: asset rifugio come USD, JPY e CHF restano sotto pressione per eventualità future.
🎯 Conclusione e opportunità trading
Long EUR/USD su momentum euro e reflusso USD
Monitoraggio GBP/USD per sentiment macro
Attenzione a USD/CAD, AUD/USD per shock petroliferi
Questo articolo è stato realizzato con il supporto del nostro Broker Partner PEPPERSTONE.
Continuate a seguirmi per altri aggiornamenti.
Wall Street mista, inflazione Eurozona al 2%MERCATI USA
Ieri, gli indici americani hanno chiuso in modo contrastante: il Dow Jones ha guadagnato lo 0,9%, mentre il Nasdaq e l’S&P 500 hanno perso rispettivamente lo 0,82% e lo 0,12%. L’attenzione degli investitori si è concentrata sui negoziati commerciali in corso e sulle discussioni relative all'approvazione della legge di bilancio.
Nel corso della giornata è intervenuto anche Jerome Powell, che ha confermato di attendersi un impatto dei dazi nei prossimi mesi. Tuttavia, ha sottolineato che la maggioranza dei funzionari della Fed ritiene opportuno un taglio dei tassi d’interesse entro la fine dell’anno.
Nel frattempo, le offerte di lavoro (JOLTS Openings) sono aumentate inaspettatamente a 7,77 milioni, il livello più alto da novembre, segnalando la persistente forza del mercato del lavoro. L’ISM Manufacturing PMI ha indicato una contrazione dell’attività manifatturiera per il quarto mese consecutivo.
Tra i settori, i servizi di pubblica utilità hanno registrato la performance peggiore, mentre il comparto dei materiali ha sovraperformato. Sul fronte societario, le azioni di Tesla hanno perso oltre il 3% a causa delle crescenti tensioni tra il presidente Trump ed Elon Musk.
VALUTE
Mercoledì, l’indice del dollaro statunitense si è attestato intorno a 96,4, toccando il livello più basso degli ultimi tre anni e mezzo. La debolezza del biglietto verde è attribuibile alle aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed, che ridurrebbe il differenziale con le altre valute, ma anche alle preoccupazioni legate alle politiche fiscali del presidente Trump, che rendono incerte le coperture finanziarie dell’aumento di spesa.
Jerome Powell ha ribadito che la banca centrale rimane paziente riguardo a ulteriori tagli, pur non escludendo una riduzione già nella riunione di questo mese. Ha inoltre osservato che la Fed avrebbe già agito se non fosse stato per l’impatto inflazionistico dei dazi imposti da Trump.
Nel frattempo, il Senato ha approvato a stretta maggioranza il disegno di legge di Trump su tasse e spesa pubblica, che dovrebbe aggiungere 3,3 trilioni di dollari al debito nazionale. La misura è ora attesa alla Camera per l’approvazione finale.
Gli investitori sono in attesa del rapporto ADP sulle buste paga private, previsto per mercoledì, e del rapporto sull’occupazione di giugno, atteso per giovedì, per ottenere ulteriori indicazioni sulla solidità del mercato del lavoro e sulla direzione della politica monetaria.
Sul mercato valutario, l’euro/dollaro si avvicina a quota 1,1830, mentre la sterlina si mantiene sopra 1,3720, puntando anche a 1,3800. Il dollaro/yen scende meno, in assenza di aspettative di rialzo dei tassi da parte della BoJ.
Il franco svizzero resta molto forte, con tutti i suoi cross sotto pressione. Il cambio dollaro/franco, dopo un tentativo di discesa fino a 0,7873, è risalito sopra quota 0,7900, dove sembra stabilizzarsi. Le valute oceaniche restano più deboli rispetto a euro e sterlina e non riescono a superare le resistenze chiave.
EUROZONA: INFLAZIONE IN RIPRESA
L’inflazione dei prezzi al consumo nell’Eurozona è leggermente aumentata al 2,0% su base annua a giugno 2025, in rialzo rispetto all’1,9% di maggio e in linea con le aspettative del mercato. Il dato è coerente con l’obiettivo ufficiale della Banca Centrale Europea.
Tra le principali economie, l’inflazione in Germania è calata inaspettatamente, mentre Francia e Spagna hanno registrato modesti aumenti. In Italia, il tasso è rimasto stabile. L’inflazione dei servizi è salita al 3,3%, in aumento rispetto al minimo triennale del 3,2% registrato a maggio. Il calo dei prezzi dell’energia si è attenuato al 2,7% dal precedente 3,6%. L’inflazione core è rimasta invariata al 2,3%, segnando il livello più basso da gennaio 2022.
USA: ISM IN CONTRAZIONE
L’ISM Manufacturing PMI è salito a 49 a giugno 2025, rispetto a 48,5 di maggio e alle previsioni di 48,8. Nonostante il miglioramento, il dato segnala una contrazione dell’attività economica nel settore manifatturiero per il quarto mese consecutivo.
Il ritmo della contrazione è rallentato grazie a una ripresa della produzione e a un miglioramento delle scorte. Tuttavia, i nuovi ordini e l’occupazione hanno continuato a calare a un ritmo più sostenuto. Le pressioni inflazionistiche sono leggermente aumentate, con una crescita dei prezzi indotta dai dazi.
JOLTS OPENINGS
Il numero di posti di lavoro vacanti negli Stati Uniti è aumentato di 374.000 unità, raggiungendo quota 7,769 milioni a maggio 2025. Si tratta del livello più alto da novembre 2024 e di un dato nettamente superiore alle aspettative di mercato, fissate a 7,3 milioni.
I maggiori incrementi si sono registrati nel settore della ristorazione, con 314.000 posti vacanti aggiunti, seguiti da finanza e assicurazioni, con un aumento di 91.000. Al contrario, le posizioni vacanti nel settore pubblico federale sono diminuite di 39.000 unità.
GIAPPONE: SCENDE IL NIKKEI
Il Nikkei ha chiuso in calo per la seconda seduta consecutiva, dopo che il presidente Trump ha minacciato di imporre un dazio del 35% sulle importazioni dal Giappone. La mossa mira a fare pressione su Tokyo affinché conceda maggiori aperture nei negoziati commerciali.
Trump ha definito i colloqui con il Giappone “molto difficili”, criticando la riluttanza del Paese ad accettare auto e riso prodotti negli Stati Uniti. Il Nikkei ha perso l’1%, mentre il Topix ha chiuso in calo dello 0,5%.
Saverio Berlinzani
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RIASSUNTO DELLA SETTIMANA: 30-4 luglioRiassunto della settimana 30-4 luglio:
- Il PIL UK cresce all'1,3% su base annuale
- Il PMI manifatturiero non registra nessuna crescita nel mese di giugno
- L'inflazione europea cresce al 2%
- I prezzi ISM rimangono sui massimi del 2023
- Il tasso di disoccupazione europeo sale al 6,3%
- L'indice dei servizi sale a 50.5 dal 49.7 precedente
- L'indice Non Farm Payroll aumenta di 147.000 unità nel mese di giugno
- Il deficit commerciale USA sale a 71,5 miliardi
- I prezzi alla produzione europei calano del -0.6% nel mese di maggio
Andamento delle valute:
- CAD è stata la top perfomer della settimana
- USD è stata la valuta più debole della settimana
Approfondimento:
Otto nazioni produttrici di petrolio dell'alleanza OPEC+ hanno concordato sabato di aumentare la loro produzione collettiva di greggio di 548.000 barili al giorno, mentre continuano a ridurre una serie di tagli volontari all'offerta.
Inizialmente avevano deciso di aumentare la loro produzione di 137.000 barili al giorno ogni mese fino a settembre 2026, ma hanno mantenuto questo ritmo solo ad aprile.
--Chart di Capital.Com--
Settimana decisiva: dazi, petrolio e fuga dal dollaro
Salve sono il trader Forex Andrea Russo e oggi voglio parlarvi della settimana ricca di tensioni e opportunità nei mercati valutari globali. Le nuove minacce tariffarie dagli Stati Uniti, le mosse strategiche dell’OPEC+ e la crescente instabilità sul mercato dei titoli di stato britannici stanno scuotendo l’intero panorama Forex, con implicazioni dirette su USD, AUD, CAD, GBP e JPY. Ringrazio anticipatamente il Broker Partner Ufficiale PEPPERSTONE per il supporto nella realizzazione di questo articolo.
La notizia più esplosiva riguarda la possibile imposizione di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti, con una scadenza fissata al 9 luglio. L’amministrazione americana, secondo fonti Reuters, è pronta ad attivare tariffe fino al 70% su alcune categorie di importazioni strategiche se non verranno siglati nuovi accordi bilaterali entro fine mese. Il mercato ha reagito con cautela, ma i segnali di rischio sistemico iniziano a filtrare: i future USA sono in calo, i capitali si spostano verso i beni rifugio, e il dollaro inizia a perdere terreno in modo strutturale.
Il calo del petrolio ha aggiunto ulteriore pressione. L’OPEC+ ha annunciato l’inizio di un aumento della produzione da agosto, con circa 550 mila barili al giorno in più rispetto alla soglia attuale. Questo ha colpito duramente il Brent e il WTI, che ora stazionano entrambi sotto i 68 dollari. Le valute fortemente correlate alle commodity, come CAD e NOK, stanno subendo una fase di indebolimento, soprattutto in assenza di una reazione monetaria da parte delle rispettive banche centrali.
Nel frattempo, il Regno Unito affronta un momento delicato. I rendimenti dei gilt decennali sono saliti al massimo da aprile, con un sell-off che ha costretto la Bank of England a rivedere il ritmo di dismissione dei propri asset. L’instabilità del debito britannico mette sotto pressione la sterlina, già provata da un’inflazione che fatica a rientrare e da un mercato immobiliare in stagnazione. La coppia GBP/USD resta estremamente volatile, mentre EUR/GBP si muove lateralmente in attesa di una direzionalità più netta.
Ma la protagonista della settimana è l’Australia. L’AUD ha messo a segno l’ottava settimana consecutiva di guadagni, sfruttando sia la debolezza del dollaro che le attese su un futuro taglio dei tassi più graduale da parte della RBA. Il cross AUD/USD ha rotto i massimi di novembre 2024 e punta ora ai livelli di 0.67-0.68. Lo stesso vale per NZD/USD, anch’esso in fase di consolidamento rialzista. Il dollaro americano ha invece registrato il peggior inizio d’anno dal 1973: una combinazione di incertezza politica, instabilità fiscale e calo della fiducia sta erodendo la domanda globale per l’USD, spingendo molti gestori a diversificare in valute emergenti o legate alle materie prime.
Infine, la Federal Reserve prende tempo. Powell ha dichiarato che l’andamento dei tassi sarà strettamente legato all’evoluzione delle tensioni commerciali. La Fed, quindi, appare più attendista rispetto a quanto previsto, rinviando un eventuale taglio al terzo trimestre. Questo lascia il dollaro esposto a pressioni ribassiste, in particolare se nel frattempo l’inflazione dovesse rallentare ulteriormente.
In sintesi, questa settimana offre scenari estremamente interessanti per i trader Forex. I flussi istituzionali sembrano privilegiare valute alternative al dollaro, mentre il sentiment resta fragile su GBP e CAD. AUD, NZD e JPY emergono come potenziali vincitori, almeno fino a nuovi sviluppi macro o rotture tecniche rilevanti.
La parola d’ordine è: selezione. Con la volatilità in aumento e il contesto geopolitico in rapida evoluzione, solo chi saprà leggere in anticipo i movimenti delle banche centrali e delle istituzioni potrà sfruttare appieno le occasioni offerte dai mercati.
Euro Dollaro, continua la rialzista istituzionale Quest'anno c'è una costante sul mercato dei cambi fluttuanti (Forex): il dollaro USA è di gran lunga la valuta più debole. È lo stesso scenario dei primi mesi del primo mandato di Donald Trump nel 2017. L'obiettivo dichiarato del Presidente degli Stati Uniti è quello di offrire agli esportatori statunitensi un tasso di cambio competitivo.
Il tasso di cambio dell'euro è sostenuto anche da una combinazione di fattori fondamentali, in particolare il relativo recupero degli asset europei rispetto alle azioni statunitensi. È la combinazione di questi fattori fondamentali che sta consentendo un trend rialzista ben costruito del cambio EUR/USD su FX quest'anno 2025. Nella serata di lunedì 30 giugno è stata registrata una nuova chiusura tecnica mensile e, con la violazione delle resistenze tecniche, sembra che il cambio euro/dollaro sia in procinto di raggiungere 1,20 dollari quest'estate.
1) Una nuova chiusura tecnica mensile (chiusura tecnica di giugno) continua a sostenere il trend rialzista annuale dell'euro dollaro
La chiusura tecnica di giugno è quindi in atto per l'euro dollaro dall'inizio della settimana, fornendo un'ulteriore conferma del trend rialzista sui grafici. Il cambio euro-dollaro ha confermato di aver sfondato la linea di resistenza discendente in vigore dalla crisi finanziaria del 2008. Il prezzo sta convergendo con il suo momentum (rappresentato qui dagli indicatori tecnici RSI e LMACD) e il prossimo obiettivo tecnico naturale è a 1,20 dollari. Si tratta di un obiettivo tecnico per l'estate, tenendo presente che nel breve termine rimane possibile un ritorno verso il supporto a 1,15 e 1,17 dollari.
Il grafico sottostante mostra le candele giapponesi mensili per il cambio EUR/USD con gli indicatori tecnici Ichimoku, RSI e LMACD
2) Gli operatori istituzionali sono ancora rialzisti sul cambio euro-dollaro secondo il rapporto COT della CFTC
L'aspetto più interessante dell'approccio analitico complessivo è la convergenza tra i segnali dell'analisi tecnica e quelli del posizionamento istituzionale sul cambio EUR/USD.
Secondo il rapporto COT (Commitment Of Traders) della CFTC, i trader istituzionali (hedge fund e gestori patrimoniali) sono diventati acquirenti netti di euro dollaro all'inizio del 2025 e gli aggiornamenti settimanali di questi dati di posizionamento mostrano che la loro esposizione all'acquisto aumenta con l'aumento del prezzo del cambio EUR/USD.
Questa convergenza rialzista tra i grafici e il posizionamento degli investitori istituzionali conferisce credibilità a uno scenario in cui l'euro/dollaro raggiunge la resistenza a 1,20 dollari quest'estate. Questa visione di mercato verrebbe invalidata se venisse rotto il supporto a 1,14 dollari.
I due grafici sottostanti mostrano le posizioni degli operatori istituzionali sui futures sull'euro dollaro. La maggior parte degli operatori istituzionali era rialzista all'inizio dell'anno e, mese dopo mese, sta aumentando la propria esposizione all'acquisto.
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#AN015: Telefonata TRUMP-PUTIN e 4 luglio, mercati chiusi
In un’inaspettata telefonata avvenuta a margine della Festa dell’Indipendenza americana, Vladimir Putin e Donald Trump – in piena campagna per la sua potenziale rielezione – hanno avuto una conversazione riservata che ha rapidamente catturato l’attenzione dei mercati globali, pur in un giorno di chiusura per Wall Street.
Salve, sono il Trader Andrea Russo e oggi voglio parlarvi delle ultime notizie di queste ore. Ringrazio anticipatamente il nostro Broker Partner Ufficiale PEPPERSTONE per il supporto nella realizzazioene di questo articolo.
📉 Wall Street chiusa, ma il Forex è sempre aperto
Mentre le borse USA restano ferme per la festività del 4 luglio, il mercato valutario – per sua natura decentralizzato e globale – non si ferma mai del tutto. Ed è proprio in questi momenti di bassa liquidità che le mosse geopolitiche possono avere un impatto amplificato.
☎️ Cosa si sono detti Putin e Trump?
Le fonti ufficiali parlano di una “discussione cordiale” sui temi della sicurezza globale, l’Ucraina, e il futuro dei rapporti energetici tra USA e Russia. Tuttavia, secondo indiscrezioni trapelate da Mosca, Putin avrebbe espresso apertura a un nuovo negoziato energetico in caso di un ritorno di Trump alla Casa Bianca.
Tradotto in linguaggio Forex? Questo potrebbe significare:
Rischio geopolitico inferiore su USD nel lungo termine (Trump è visto come più favorevole al dialogo con Mosca)
Pressione sull’Euro se i negoziati con la Russia venissero dirottati su un asse Washington–Mosca
Forza momentanea del RUB in caso di spiragli di allentamento delle sanzioni energetiche
📊 Impatto sui cross valutari chiave
Confrontando i movimenti post-notizia su alcuni cross:
USD/RUB: resta piatto per ora, ma pronto a scattare nel weekend se arrivano conferme
EUR/USD: debolezza latente, anche a causa del calo dell’ISM e della resilienza dell’inflazione europea
USD/JPY: stabile, ma con sentiment pro-dollaro sullo sfondo (Trump è percepito come economicamente espansivo)
⏱️ Cosa aspettarsi nelle prossime 24 ore?
Con la liquidità in ripresa già da stanotte (Tokyo), i mercati potrebbero iniziare a prezzare la narrativa geopolitica del ritorno di Trump. Questo scenario favorisce:
USD leggermente più forte nel breve
Attenzione a breakout falsi su bassa volatilità (tipici del 4 luglio)
EURUSD- Direttamente a 1,19?Le proiezioni di Hosoda vedono Fiber ,sempre, verso 1,19.Ci arriva da subito -superando, prima, la Fibo 61,8% (1,1770) o storna nelle prossime sessioni e poi risale?
Se volesse stornare dal massimo Daily attuale ( utilizzando conteggi inversi di Hosoda), dovrebbe arrivare a 1,16 circa e da li ripartire per 1,19 -superando sempre la Fibo 61,8%-.
Interessante notare H1 dove le proiezioni di Hosoda indicano -se Fiber volessi continuare, da subito, a salire, il target N a 1,1760 e la Fibo 61,8% a 1,1770, valori corrispondenti alla Fibo 61,8% di cui sopra.
Punto della situazione su Euro/DollaroBuon pomeriggio, ieri ho aggiornato un vecchio post dicendo che secondo la mia analisi il target di medio periodo a 1,18 (di cui avevo parlato in più occasioni) è stato raggiunto (1,175 per la verità) ed era consigliato, per chi aveva posizione di medio/lungo, di prendere profitto.
Ora che abbiamo raggiunto questo livello a mio avviso molto importante facciamo un attimo il punto della situazione e, dato che parliamo di target medio/lungo, analizziamo il timeframe settimanale.
Partiamo dalla dashboard, abbiamo un Euro forte su tutti i timeframe, specie sui timeframe lunghi dove addirittura si mostra come prima valuta per forza nel timeframe settimanale; al contrario abbiamo un Dollaro debole su quasi tutti i timeframe.
L'ultima oscillatore in basso mostra che il trend è forte e non accenna a prendere fiato, così come l'oscillatore appena sopra che si appresta ad andare in ipercomprato senza dare però segnali di inversione, nemmeno come presa di profitto, ad indicare volontà di proseguimento del trend in atto.
Riguardo i livelli sensibili si può notare come in zona 1,18/1,19 abbiamo una forte area di resistenza, indicata sia dal livello orizzontale, sia dalla banda rossa verticale; inutile dire che ci troviamo in un area in cui iniziamo ad essere un pò tirati con le quotazioni.
Tendenzialmente, tuttavia, data la forte candela settimanale appena chiusa, fatico ad immaginare un immediata inversione di tendenza già da lunedì; più probabile che si vada a spingere un pochino in alto fino a livello 1,18/1,185, prima di iniziare una correzione un pò più corposa.
A livello operativo fatico a consigliare un operatività short, seppur siamo su livello solido di resistenza, come allo stesso tempo non consiglio l'apertura di long per medi/lunghi periodi da questi livelli; ragionando in ottica puramente speculativa ed intraday invece, potremmo prendere in considerazione flessioni verso 1,17/1,168 con stop stretto in caso di chiusura oraria sotto tali livelli, per target 1,175 prima fino ad estendere, eventualmente, fino ad area 1,18.
EURUSD rimane rialzista.Nonostante una piccola fase di consolidamento, il prezzo rimane fortemente rialzista.
Se analizziamo il grafico a livello di candele, notiamo che l’attuale candela sta formando un interessante martello rialzista: se verrà respinto dall’OB alla chiusura della candela, allora le probabilità di un rimbalzo al rialzo saranno elevate.
EURUSD in forte rialzo.Il prezzo dell’EURUSD si trova in questi giorni in una forte tendenza rialzista e dovrebbe attraversare un periodo di forte crescita. Si può notare che il prezzo si sta comportando come avevo previsto nelle analisi precedenti. Tuttavia, non bisogna sottovalutare un potenziale pullback del prezzo, che potrebbe cercare un rimbalzo al rialzo a livello del supporto.
EURUSD rompe il massimo.Il prezzo dell’EURUSD ha rotto i massimi recenti durante la giornata per poi tornare leggermente al ribasso. Questo leggero sweep è stato probabilmente effettuato per far sortir les vendeurs. Tuttavia, se il prezzo rimane all’interno del livello HTF segnato dalla linea orizzontale blu più bassa, allora ci sono buone probabilità di un rimbalzo al rialzo.