EURUSD "Facciamo finta che....."Prendendo in prestito la frase ,nel titolo, del grande Mauro Biglino ed ipotizzando la fine della fase correttiva, mi permetto di fare una analisi dei vari time frame con gli strumenti che uso: gli angoli di Gann, le proiezioni di Hosoda e il sistema Ichimoku.
Nel settimanale Fiber si è fermato su un angolo 1X1 di Gann coincidente con la Kijun Sen ed un ritracciamento di Fibonacci. Se l'ipotesi della salita fosse vera, il prezzo avrebbe come primo obiettivo 1.18721 (NT di Hosoda) superando prima un angolo di Gann e una Fibo a 1,17200 circa.
In D la zona critica, sempre per la salita è posta in area 1.170/1.1750 dove passa una 1X1 di Gann e la Golden Zone
In H4 il prezzo ha superato la 1X1, è stato stoppato sulla Golden Zone ed ha chiuso sulla 1X1 di Gann
In H1 Fiber ha fatto quello che mi aspetto dagli strumenti che uso, è arrivato alla proiezione NT ed insieme a questa è stato fermato da un angolo ascendente ed uno discendente di Gann.
Qui potrebbe verificarsi un allungo della correzione nelle aree evidenziate, una posta in una zona dove passano angoli di Gann e una Fibo, l'altra nella Golden Zone.
L'ipotesi, Long, decade nel momento in cui venisse violato il minimo a 1,14685.
Vedremo.
Idee di trading
Wall Street resiste, ma l’AI affondaAttesa per il crollo di Wall Street, ma…
Venerdì, dopo un'apertura in netto ribasso, la Borsa americana si è ripresa dalle perdite iniziali, chiudendo per lo più in rialzo. A sostenere i mercati sono state le speranze che i membri del Congresso stessero facendo progressi verso un accordo per evitare lo shutdown.
L'S&P 500 e il Dow Jones hanno chiuso in rialzo dello 0,3%, mentre il Nasdaq, fortemente orientato al settore tecnologico, ha terminato vicino alla parità, con i titoli legati all’intelligenza artificiale ancora sotto pressione.
I repubblicani del Senato hanno respinto l’offerta dei democratici, ma le speranze di un accordo imminente hanno ridotto l’avversione al rischio prima della chiusura dei mercati.
Sul fronte macroeconomico, si segnala il dato sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan, che a novembre ha registrato il secondo peggior valore mai rilevato.
I settori difensivo e dell’energia hanno guidato i guadagni, con Exxon Mobil, T-Mobile e Coca-Cola in rialzo di oltre il 2%.
Permangono invece i timori per valutazioni eccessive nel comparto AI, che continuano a pesare sul settore tecnologico: Tesla ha perso il 4%, mentre Meta e Oracle sono scese del 2%.
Valute
Sul mercato dei cambi, il dollaro ha perso terreno contro l’euro, con un test di 1,1590 dopo i minimi di inizio novembre a 1,1467. Il Cable ha recuperato più decisamente, risalendo a 1,3170 dai minimi di 1,3007.
L’EUR/GBP, dopo aver testato l’area 0,8830, è sceso verso i supporti di 0,8785, con possibilità di breakout ribassista e obiettivi a 0,8760.
In piena decorrelazione, il dollaro ha guadagnato terreno contro lo yen, salendo dai minimi di 152,90 fino all’area 153,45. Il trend resta ben definito e rialzista, anche dopo le recenti correzioni.
Le valute oceaniche restano sotto pressione, penalizzate anche dai dati deludenti provenienti dalla Cina. L’AUD/USD è rimasto sotto la prima resistenza chiave di 0,6515, mentre il NZD/USD si mantiene vicino ai minimi di 0,5606.
Fiducia dei consumatori
L’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è sceso a 50,3 a novembre, in calo rispetto al 53,6 di ottobre e al di sotto delle attese (53,2). Si tratta del secondo minimo storico, appena sopra il livello toccato a giugno 2022.
Il calo riflette le crescenti preoccupazioni per le possibili ricadute economiche del più lungo shutdown governativo della storia degli Stati Uniti.
L’indice delle condizioni economiche attuali è sceso al minimo storico di 52,3, mentre quello delle aspettative è scivolato a 49,0, minimo degli ultimi sei mesi, con un calo dell’11% nelle aspettative aziendali per l’anno a venire.
Le aspettative di inflazione sono risultate contrastanti: l’inflazione attesa a un anno è salita al 4,7% (dal 4,6%), mentre quella a lungo termine è scesa al 3,6% (dal 3,9%).
Sale l’inflazione in Cina
I prezzi al consumo in Cina sono aumentati dello 0,2% su base annua a ottobre 2025, battendo le attese di stabilità e recuperando dal calo dello 0,3% del mese precedente.
È il primo aumento dell’inflazione al consumo da giugno e il dato più alto da gennaio. L’inflazione non alimentare ha accelerato (0,9% contro 0,7% di settembre), sostenuta da una domanda interna in crescita.
I prezzi sono aumentati nei settori abitativo, abbigliamento, sanità e istruzione. I prezzi alimentari hanno registrato il calo più contenuto degli ultimi tre mesi.
L’inflazione core (esclusi alimentari ed energia) è salita all’1,2% annuo, il livello più alto da 20 mesi, dopo l’1,0% di settembre. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2%, il massimo degli ultimi tre mesi.
Settimana entrante
Il blocco del governo statunitense, il più lungo della storia, continuerà probabilmente a sospendere la pubblicazione di molti dati economici ufficiali. L’attenzione si sposterà quindi sui dati del settore privato, come le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione e l’indice NFIB sull’ottimismo delle piccole imprese.
In Europa è atteso il dato sul PIL, mentre nel Regno Unito verranno pubblicati i dati sul mercato del lavoro. Focus anche sulla produzione industriale di Regno Unito e zona euro.
In Asia, attesa per i dati su produzione industriale e vendite al dettaglio in Cina. Il Giappone pubblicherà le nuove stime del PIL.
Infine, prosegue la stagione delle trimestrali: negli Stati Uniti si attendono i risultati di Cisco, Disney e Applied Materials. A livello globale, riflettori puntati su Tencent, Alibaba, SoftBank, Sony, Siemens, Munich Re e Allianz.
Saverio Berlinzani
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Euro-Dollaro: attesa su livello 1,158 in vista di dati ed asteLa chiusura di settimana per l’Euro-Dollaro è stata interessante, con il livello di 1,158 che ha fatto da resistenza nelle fasi finali della settimana, fornendo già un’indicazione importante per l’andamento della prossima. Facciamo un passo indietro per riassumere gli eventi della settimana: come evidenziato nella scorsa analisi, la rottura del livello 1,155 avrebbe aperto la strada a un ritracciamento verso quota 1,145 prima e 1,14 poi. Solo un ritorno deciso e confermato in chiusura sopra 1,158 avrebbe annullato questa prospettiva ribassista.
Durante la settimana abbiamo visto entrambe le dinamiche: il minimo a 1,1468 ha rappresentato una buona opportunità di profitto per chi ha chiuso posizioni in quel punto, seguito da un recupero fino alla soglia di 1,158, prima di una leggera correzione che ha portato la chiusura a 1,1561.
In sintesi, la settimana si è caratterizzata per un certo equilibrio tra pressione ribassista e tentativi di ripresa, con il livello 1,158 che rimane la chiave da monitorare per capire la direzione futura del cambio.
Il trade si è certamente deteriorato, tuttavia, fino a quando non si avrà un chiaro e deciso superamento dell’area 1,158, l’operatività da privilegiare rimane quella short, con primi livelli target in area 1,153, da estendere successivamente ai livelli indicati la scorsa settimana, ossia l’area 1,145 e 1,14.
EURUSD rimbalza al rialzo dopo gli sweep.L’EURUSD mostra una chiara reazione rialzista dopo gli sweep dei minimi 📈
Dopo aver spazzato la liquidità situata sotto i precedenti livelli di supporto, il prezzo ha reagito verso l’alto con forza, segnalando l’ingresso di nuovi acquirenti istituzionali. Questo tipo di movimento indica spesso la fine di una fase di accumulazione, dove il mercato raccoglie liquidità prima di avviare una potenziale espansione rialzista.
Se il prezzo riuscirà a mantenersi sopra la zona dello sweep e a consolidare con minimi crescenti, potremmo assistere a una continuazione verso i livelli di resistenza superiori o le zone di FVG ancora non testate 💰🚀
Tuttavia, una chiusura daily sotto la zona dello sweep annullerebbe questa prospettiva, suggerendo un possibile ritorno della pressione ribassista 📊🔻
#AN026: Trump, Gli USA come Superpotenza del Bitcoin
In un recente intervento a Miami, Donald Trump ha dichiarato un cambiamento di rotta radicale in merito alla sua visione sulle criptovalute, con un messaggio forte e chiaro: gli Stati Uniti devono diventare la "Bitcoin Superpower" e la capitale mondiale delle criptovalute. Salve, sono il Trader Forex Andrea Russo, trader Indipendente e prop trader con attualmente 200 mila dollari di capitale in gestione e Vi ringrazio anticipatamente per il vostro tempo.
Questa affermazione arriva dopo anni di incertezze politiche e regolamentazioni federali critiche nei confronti del settore crypto. Ora, sotto la leadership di Trump, la narrativa sembra destinata a cambiare, con un abbraccio alle potenzialità del Bitcoin e delle altre criptovalute.
Nel suo discorso, Trump ha fatto una dichiarazione audace: "Crypto era sotto assedio, ma con la mia amministrazione, le cose cambiano." L'ex presidente ha evidenziato che la competizione globale, in particolare dalla Cina, potrebbe minacciare la posizione dominante degli Stati Uniti nel mondo delle criptovalute. In risposta, ha proposto una visione in cui gli USA non solo si riprendono il controllo, ma si pongono come leader nel panorama mondiale del Bitcoin.
Trump ha suggerito che un'infrastruttura crypto solida potrebbe essere la chiave per mantenere la supremazia del dollaro, considerato ormai il più importante mezzo di scambio globale. "Se non agiamo, la Cina prenderà il sopravvento" ha avvertito, riferendosi alla crescente influenza della nazione asiatica nel settore blockchain e nelle criptovalute.
Le parole di Trump potrebbero segnare un punto di svolta nel rapporto tra governo e criptovalute. Se queste dichiarazioni si traducono in politiche favorevoli, gli Stati Uniti potrebbero rafforzare ulteriormente la propria posizione nell'industria crypto, incentivando l'adozione di tecnologie basate sulla blockchain e creando un ambiente normativo più chiaro per le criptovalute.
Tuttavia, come per ogni dichiarazione politica, l'incertezza resta. Trump non ha fornito dettagli concreti su come intende raggiungere questi obiettivi o su quale tipo di legislazione potrebbe essere introdotta. Per gli investitori, questo significa che le aspettative di mercato potrebbero fluttuare, mentre gli sviluppi concreti potrebbero tardare ad arrivare.
La visione di Trump di un'America come superpotenza crypto potrebbe rappresentare una nuova fase nell'evoluzione delle criptovalute, in particolare per il Bitcoin, che si trova spesso al centro dei dibattiti globali. Tuttavia, la strada per realizzare questa visione non è chiara e potrebbe dipendere da vari fattori economici e politici. Gli investitori e i trader dovrebbero rimanere vigili, monitorando le mosse politiche future, che potrebbero avere un impatto significativo sulla volatilità e sull’adozione di criptovalute negli Stati Uniti.
Concludendo, mentre il sentiment di Trump potrebbe essere positivo per il mercato crypto nel breve periodo, la vera sfida sarà la capacità di tradurre le parole in azioni concrete, creando un ambiente che favorisca l'innovazione e l'espansione del settore crypto.
euro/dollaro sotto la paritàleggendo articoli nei mesi scorsi, con la fine dell'euribor ormai un anno fa, l'europa non ha più
un canale diretto per finanziarsi in dollari dalla bce ( tramite FED ) quindi si ritrova in carenza di dollari per pagare in primis l'acquisto di energia sul mercato mondiale. Gia mesi fa si prevedeva una caduta dell'euro sotto la parità a causa di vendita sul mercato di euro per avere dollari. Evidententemente sono stati utilizzati ed espropriati gli asset russi congelati dall'europa per auto-finanziarsi in questo periodo facendo slittare il movimento della valuta.
Il problema è la francia che ha bilancia commerciale negativa, non potendo piu finanziarsi con dollari gratis, aumento delle tasse in francia per coprire il buco dell'euribor, o sono gli altri stati europei a coprire la bilancia commerciale negativa francese ( draghi spingeva forte sul debito comune ). Un altro fattore di calo potrebbe essere un'eventuale uscita dall'euro dell'italia o della germania in primis.
Sul trimestrale, vediamo una bearish gartley che dovrebbe riportare il cambio sotto la parità
EURUSD trattiene il fiato sulla “linea di trincea” 1,1570-1,1530EURUSD: Cosa Succede?
Il mercato valutario è sospeso tra due fronti cruciali: la recente svolta della Federal Reserve e la posizione strategica della BCE, che oggi ha lasciato intendere una prudenza quasi ferrea. Solo pochi giorni fa, il 29 ottobre, la Fed ha deciso un taglio di 0,25 punti base, una mossa attesa che ha provocato una reazione immediata sulle piazze globali.
L’annuncio ha rafforzato il dollaro, consolidando la sua posizione di valuta rifugio e spingendo l’EURUSD sulle soglie di supporto chiave.
Ma la vera onda si è propagata fino a oggi — quando la BCE, davanti a dati di inflazione in rallentamento e una crescita europea superiore alle attese, ha scelto di mantenere una linea di massima cautela.
Nessuna fretta nel modulare la politica monetaria, ma piuttosto il tentativo di rassicurare i mercati, difendere la stabilità del sistema euro e frenare ogni eccesso speculativo proprio in prossimità delle aree 1.1570-1.1530, la nuova “linea di resistenza” dell’Euro sul mercato globale.
Questa doppia dinamica, fatta di iniziativa americana e difesa europea, ha cristallizzato l’attenzione degli operatori: da qui, il destino dell’EURUSD si giocherà sugli equilibri tra politica monetaria, speculazione e dati macroeconomici, in un clima che oggi non concede tregua né margini di errore.
Sul fronte tecnico, la situazione non lascia spazio a illusioni: le medie mobili evidenziano una chiara pressione ribassista e il prezzo fatica a riconquistare i livelli lasciati alle spalle. Il Momentum, fotografato da un RSI stabile tra zona neutrale e ribassista, riflette un mercato bloccato tra indecisioni e volatilità ridotta. Le candele degli ultimi giorni, brevi e strette, raccontano una guerra di nervi dove predominano tatticismo e attesa, senza alcuna formazione grafica decisiva all’orizzonte.
Parallelamente, le cronache macroeconomiche alimentano il clima d’incertezza. La BCE prosegue nella sua linea prudente, appesantita dalla necessità di gestire un’inflazione in raffreddamento e un’economia che sorprende per il vigore inatteso. Negli Stati Uniti, la Federal Reserve ha deciso di fermarsi dopo il taglio di 0,25 punti base a fine ottobre, lasciando intravedere un 2025 senza ulteriori accomodamenti monetari. Il dollaro, saldo e difensivo, continua così a esercitare pressioni sull’Euro. I dati contrariati dal fronte USA — con PMI manufatturiero sotto attese ma un biglietto verde ancora dominante — bloccano di fatto qualsiasi tentativo di ripresa dell’Euro, inchiodandolo su livelli critici.
Analisi tecnica
Il confronto tra supporti e resistenze si fa ogni giorno più intenso. La zona dei 1.15 rappresenta l’ultimo baluardo dei compratori, mentre 1.18-1.19 resta una muraglia ardua da espugnare per i rialzisti.
La regressione dei prezzi suggerisce una leggera inclinazione ribassista e paventa ulteriori affondi verso aria 1.13-1.14. Mancano però volumi decisi e pattern tecnici di svolta: l’impressione è quella di un mercato immobilizzato in attesa del prossimo input macro o geopolitico capace di rompere l’equilibrio.
Conclusione
La “trincea” fra 1.1570 e 1.1530 reggerà l’urto dei ribassisti o assisteremo all’inizio di una nuova fase discendente per l’Euro? Il sentiment generale resta improntato alla cautela: in un simile scenario solo la prontezza nella lettura dei segnali di mercato e una gestione oculata della velocità d’azione potranno fare la differenza. La tensione resta palpabile, perché ogni nuova seduta potrebbe rivelarsi quella capace di cambiare il panorama valutario europeo.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
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Battaglia sulle Valute: EUR/USD tra Tensioni e Dati ChiaveTensione sui cambi
Il mercato valutario si trova in una fase di grande incertezza, con l’EURUSD che nelle ultime 24 ore ha vissuto oscillazioni rilevanti su fondamenti macro e segnali tecnici contrastanti.
Le dichiarazioni di membri della Federal Reserve hanno confermato un atteggiamento di attesa e di decisioni basate sui dati (orientamento “data dependent”) fino a fine anno, influenzando la forza relativa del dollaro. In particolare, i rendimenti dei Treasury USA a 10 anni sono saliti a 4,9%, spingendo gli investitori verso la valuta americana come rifugio sicuro in vista dei dati sul mercato del lavoro USA attesi per venerdì.
Sul fronte europeo, le minute interne della BCE hanno evidenziato divisioni nette tra i membri del Consiglio: mentre una parte del board auspica un primo taglio dei tassi nel secondo trimestre 2026, altri membri preferiscono mantenere una linea attendista in attesa di conferme sull’andamento dell’inflazione. Questo ha provocato una pressione sull’EURUSD, che ha arrestato il rialzo consolidandosi attorno a 1,1650, dopo aver toccato massimi di settimana intorno a 1,1725.
La tenuta di quota 1,1500 è stata favorita però da un certo arretramento del dollaro, influenzato da timori di uno shutdown governativo statunitense, che riduce la pressione sul cambio. I dati macro europei, come le vendite al dettaglio, non hanno finora fornito impulsi di rilievo, mantenendo un clima di indecisioneEURUSD ha mostrato una dinamica di consolidamento sopra quota 1.1500, sostenuto da un parziale arretramento del biglietto verde dovuto alle preoccupazioni legate alla crisi politica e al rischio shutdown negli Stati Uniti. La BCE mantiene un profilo prudente: nessuna indicazione di taglio imminente dei tassi, mentre i dati macro europei – come le vendite al dettaglio – hanno avuto impatto limitato sugli scambi..
Dal punto di vista tecnico, la coppia si mantiene sopra la media mobile a 20 periodi (attorno a 1,1485) e l’indicatore RSI ha recuperato dalla soglia di 40 a 44, segnalando una momentanea riduzione del momentum ribassista. Resistenze chiave si collocano a 1,1520 e 1,1550, mentre i supporti immediati sono 1,1500 e 1,1450, livelli che possono influenzare l’andamento nei prossimi giorni in attesa di importanti dati macro.
La struttura tecnica del cambio euro-dollaro evidenzia un progressivo indebolimento del recupero rialzista iniziato a inizio settimana. Le medie mobili a 20 e 50 periodi si sono avvicinate e potrebbero convergere a breve, indicando un momentum ridotto e una possibile fase di consolidamento laterale o prossima inversione. La resistenza tra 1,1710 e 1,1730 è un ostacolo consolidato, dove nelle ultime sessioni si sono formate candele con ombre superiori marcate — chiaro segnale di pressione di vendita in questa fascia tecnica. La volatilità nelle ultime 24 ore è stata contenuta, con un range intraday ristretto di circa 60 pips, indice di un mercato in attesa e compressione.
Dal lato fondamentale, l’indice PMI dei servizi nell’Eurozona si è attestato a 51,4, leggermente sotto le attese di 51,8, causando un temporaneo indebolimento della valuta unica. Negli Stati Uniti, l’ultimo dato ADP sui nuovi occupati privati è uscito a +123.000, inferiore ai +143.000 previsti, ma non abbastanza da innescare una correzione profonda del dollaro. Questo mantiene aperto il dibattito sulla futura strategia della Fed, che almeno per ora lascia il mercato in un’atmosfera di attesa cauta.
Indicatori come lo Stochastic e RSI mostrano segnali tecnici misti: lo Stochastic è rimbalzato da zona di ipervenduto al livello medio, suggerendo ancora spazio per un rimbalzo tecnico, mentre l’RSI si muove in una zona neutrale. Entrambi indicano potenziale per momenti di breve termine di forza relativa dell’euro, ma la struttura complessiva rimane vulnerabile.
Analisi
Il quadro generale tecnico mostra una leggera pressione ribassista con supporti chiave tra 1,1620 e 1,1600. Una rottura netta e sostenuta sotto questa soglia potrebbe esporre il cambio a movimenti verso livelli critici di 1,1550 e 1,1500, dove si sono consolidate zone di compratori verso la fine di ottobre. D’altro canto, un recupero convincente sopra 1,1730 potrebbe riaprire prospettive rialziste con target su 1,1780 e 1,1820, livelli raggiunti solo una settimana fa.
La lateralità tecnica degli ultimi giorni fa pensare a una pausa che potrebbe preludere a un movimento più deciso, ma su volumi ancora insufficienti e con bassa partecipazione istituzionale, ogni tentativo di breakout appare fragile. Solo un cambiamento di scenario, come un cambiamento netto nella narrativa Fed o un’accelerazione significativa dell’inflazione europea, potrà rompere questo equilibrio precario.
Comparazione tecnica con DXY
L’indice del dollaro USA (DXY) ha perso slancio rispetto ai massimi di inizio settimana, calando a 104,65 dagli oltre 105 punti. Lo shutdown governativo USA e la conseguente incertezza sui piani futuri della Fed pesano sull’indice, che ha mostrato una debolezza negli ultimi giorni. Essendo l’euro la componente maggioritaria del DXY, una sua stabilità o debolezza può influenzare direttamente il valore complessivo del dollaro nell’indice.
Negli ultimi due giorni la debolezza relativa del dollaro ha permesso a EURUSD di stabilizzarsi sopra i supporti critici, in attesa dei futuri dati macroeconomici USA, in particolare l’atteso report sul mercato del lavoro che potrebbe polarizzare nuovamente il sentiment e far oscillare l’indice DXY e la coppia EURUSD in modo più netto.
La relazione inversa tra EURUSD e DXY rimane cruciale: quando il DXY sale, il cambio euro-dollaro subisce pressione ribassista, e viceversa. Attualmente entrambi si trovano ancora in zone di prezzo tecnicamente sensibili, dove la stabilità o la rottura di certi livelli possono cambiare direzione velocemente.
Prossimi eventi macro chiave
Le prossime sessioni saranno particolarmente ricche di eventi macro che potrebbero fornire impulsi decisivi per EURUSD e DXY:
1. Dati sull’occupazione USA (Friday, 8 novembre): Il report ufficiale sul mercato del lavoro statunitense, con il tasso di disoccupazione e la creazione di nuovi posti di lavoro (Non Farm Payrolls), sarà il driver principale. Attese per +180K nuovi posti di lavoro e una disoccupazione stabile al 3,8%. Dati più forti potrebbero rafforzare il dollaro, mentre risultati deludenti potrebbero spingere EURUSD verso l’alto.
2. Decisione BCE sulla politica monetaria (prevista il 14 novembre): Attesa una conferma sulla linea prudente con possibile revisione delle prospettive inflazionistiche. Un segnale di maggior cautela o di rallentamento del ciclo restrittivo può rafforzare l’euro.
3. Rapporto sull’inflazione nell’Eurozona (CPI, atteso entro la prossima settimana): I dati sull’inflazione saranno cruciali per valutare la possibilità di tagli tassi o la permanenza di una politica monetaria restrittiva da parte della BCE.
4. Riunioni e interventi Fed: Qualsiasi indicazione da parte dei membri Fed nei prossimi giorni, in particolare in vista del FOMC di dicembre, sarà monitorata per anticipare eventuali aggiustamenti nella strategia monetaria.
5. Situazione politica USA: Lo sviluppo dello shutdown governativo e i negoziati sul budget federale potrebbero influenzare il sentiment del mercato e la forza del dollaro.
Questi eventi rappresentano potenziali catalizzatori per la volatilità su EURUSD e DXY, e potrebbero determinare rotture significative sui livelli tecnici visti in questa analisi.
Conclusione
L’EURUSD si mantiene in una “zona cuscinetto” tra 1,1600 e 1,1730 dove prevale la cautela, con un dollaro ancora protagonista ma con spazi limitati a causa delle incertezze politiche e macroeconomiche. Le prossime uscite macro saranno decisive per definire la traiettoria di breve termine. La compressione della volatilità potrebbe preludere a un movimento esplosivo, guidato dagli eventi chiave elencati.
Questa visione integrata di tecnica, fondamentali e correlazioni di mercato offre una base dettagliata per monitorare i prossimi sviluppi e prendere decisioni consapevoli nel trading di EURUSD.
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#AN027: USA, accordo sullo shutdown, effetti sul dollaro e forex
Lo storico impasse politico negli Stati Uniti – con il 2025 United States federal government shutdown sembra avviarsi verso una risoluzione. Salve, sono il Trader Forex Andrea Russo, trader Indipendente e prop trader con attualmente 200 mila dollari di capitale in gestione e Vi ringrazio anticipatamente per il vostro tempo.
Un’intesa al Senato prevede la riapertura del governo federale attraverso una continuing resolution, con il reintegro degli arretrati per i dipendenti pubblici.
Nel contesto FX, questo evento ha implicazioni immediate e di medio termine per il dollaro USA (USD) e le principali valute globali. In questo articolo analizziamo le dinamiche e forniamo una guida per chi opera su TradingView.
Cosa è successo
Il Senato ha ottenuto un primo sì procedurale alla risoluzione per riaprire il governo.
I mercati mostrano un sollievo iniziale: il dollaro USA ha interrotto la sua recente spinta rialzista, in attesa di conferme operative.
Il blocco statale aveva già causato ritardi nei dati economici e un clima di incertezza politica che penalizza la definizione chiara delle strategie monetarie della Federal Reserve.
Impatto sul Forex: fattori chiave
1. Effetto rischio politico e sentiment
Con la prospettiva di fine shutdown, diminuisce il premio di rischio associato al governo USA e alla governance fiscale. Questo tende a favorire il dollaro nel breve termine, specialmente contro valute rifugio. Tuttavia, il sentiment rimane “cauto”, data l’incertezza residua.
2. Ritardo dati macro e volatilità
La mancanza o il ritardo nella pubblicazione dei dati economici (es. occupazione, inflazione) complica la previsione delle mosse Fed e riduce la capacità dei trader di posizionarsi con sicurezza sul USD.
3. Rendimenti e carry trade
Se l’accordo alimenta un miglioramento del profilo economico USA, i rendimenti obbligazionari americani potrebbero risalire, attirando flussi verso il dollaro. D’altro canto, se l’economia mostra segni di debolezza post‐shutdown, l’effetto potrebbe invertire.
4. Scenari tecnici nelle coppie FX principali
EUR/USD: Possibile rimbalzo del dollaro → pressione verso il basso su EUR/USD. Ma se i dati USA peggiorano, potrebbe innescarsi un forte USD‐weak trend.
USD/JPY: Il dollaro potrebbe beneficiare di rendimenti in aumento + carry trade; ma una svolta safe-haven sullo yen se emergono rischi globali.
GBP/USD / AUD/USD: Valute commodity o legate al rischio potrebbero beneficiare di “risk‐on”, ma un dollaro forte limiterà i rimbalzi.
EURUSD H1!!! DISCLAIMER !!!
Nota bene:
Queste sono semplici bozze personali, da considerarsi come tali. La lettura va effettuata con un’ottica di breve termine. In altre parole, la prima fase del percorso disegnato rappresenta l’ipotesi principale. La parte restante del percorso (quella più lontana nel tempo) è strettamente legata all’evoluzione della prima fase. Di conseguenza, se quest’ultima non si realizza, l’intera idea deve essere considerata nulla.
Non vi è alcuna sollecitazione all’investimento; quanto riportato va inteso unicamente come il punto di vista di un utente della piattaforma. L’onere di approfondire ricade sul lettore, attraverso le proprie conoscenze ed esperienze.
Ogni commento che schernisce l’autore, l’idea o il grafico verrà segnalato al moderatore della piattaforma. Non fornirò ulteriori risposte in merito. Grazie per l’attenzione.
EURUSDprobabile ulteriore ribasso per EURUSD, annullamento solo alla rottura al rialzo della resistenza in zona ( 1,1500/ 1,14930), in caso di continua forza ribassista vediamo il primo obbiettivo in zona ( 1,14800/ 1,14730).
Le mie sono solo osservazioni personali e non costituiscono assolutamente un invito a tradare!!!
Euro-Dollaro: Scenari e Prospettive Dopo la Rottura a 1,155Buonasera a tutti, si è appena conclusa un’intensa settimana macro per l’Euro-Dollaro, scandita dalle decisioni e dai commenti delle rispettive banche centrali. Ora che i mercati sono chiusi, proviamo a fare un bilancio di quanto è successo e a capire quali scenari potrebbero aprirsi nelle prossime sedute:
- La BCE ha lasciato i tassi invariati segnalando una fase di stabilità e prudenza. L’inflazione nell’Eurozona resta vicina al target del 2%, grazie anche al vigore del mercato del lavoro e della crescita, ma le prospettive restano incerte per lo scenario globale, commerciale e geopolitico.
- La FED invece ha tagliato i tassi di 25 punti; Powell ha sottolineato che ulteriori tagli non sono scontati a dicembre, così la Fed resta divisa: alcuni membri avrebbero preferito tagli più forti, altri nessun taglio. L’approccio resta “data dependent” per via dell’elevata incertezza, anche per il blocco di alcuni dati economici ufficiali.
Quindi, quali scenari si aprono per le prossime sedute? Iniziamo subito con il mettere il mirino sull’evento market mover della settimana, ovvero i Non Farm Payroll di Venerdì, che sicuramente creerà un po’ di volatilità sui mercati.
Dal punto di vista tecnico, venerdì abbiamo assistito alla rottura dell’area 1,155, che da mesi aveva respinto ogni tentativo ribassista. Questa rottura, a meno che non venga immediatamente riassorbita nella giornata di lunedì, apre la strada a un probabile approdo del cambio verso il livello di 1,145 prima e successivamente 1,140 (l’area testata venerdì 1 agosto), zona in cui è probabile che i venditori prendano profitto.
Ogni ritorno verso l’area 1,155 rappresenta quindi un’opportunità interessante per un ingresso short in ottica rischio/rendimento. Attenzione però: solo un ritorno stabile sopra 1,158, confermato con una chiusura di candela, potrà annullare lo scenario short e porre le basi per una possibile ripresa del trend rialzista.
EURUSD rompe il triangolo al ribasso.L’EURUSD ha appena rotto il triangolo al ribasso, segnalando una possibile continuazione della tendenza discendente 📉
Dopo una fase di compressione dei prezzi all’interno della figura, la rottura verso il basso indica che la pressione dei venditori è prevalente. Questo movimento potrebbe portare la coppia a cercare le zone di liquidità situate sotto i minimi precedenti, confermando un momentum ribassista più forte.
Tuttavia, un retest della base del triangolo non è da escludere: il prezzo potrebbe tornare brevemente su questa zona per confermare la rottura prima di proseguire verso livelli inferiori 🔁💰
In sintesi, la struttura tecnica suggerisce una perdita di forza rialzista e un possibile allargamento del movimento ribassista nei prossimi giorni 📊🔥
EURUSD- 1,15 e si chiude il ciclo Daily?Le proiezioni Hosoda mi indicano che Fiber vede ancora 1,15 (proiezione N). Attualmente si trova sotto la Kumo, del sistema Ichimoku, e nell'ultima seduta ha reagito a due angoli di Gann (quello rosso e l'altro nero). Per arrivare alla proiezione N (1,14917) dovrebbe superare un angolo di Gann e il minimo precedente, obiettivo arduo ma non impossibile. La negazione di tale, ipotetico, scenario si avrebbe con il superamento, confermato, del massimo della candela di venerdi, queso creerebbe un minimo superiore al precedente e la continuazione del trend al rialzo (che secondo le mie analisi è quello dominante sia nel settimanale che nel mensile) oppure darebbe il via ad una fase laterale.
EUR/USD: Analisi mese di NovembreIl mese di Ottobre ha visto un arretramento dell'Euro ma rimanendo sostanzialmente nell'area alta del prezzo. Ha però portato la conferma della chiusura del ciclo annuale inverso come annunciato nelle analisi precedenti, Questo è un dato importante poiché la conseguente partenza di un nuovo ciclo inverso, quantomeno semestrale, imprime una pressione ribassista che potrebbe continuare al di là dei fisiologici rimbalzi dati dalle news che ci attendono già a partire da domani. Nella tabella in grafico sono riportate le scadenze più importanti del mese.
Analisi Tecnica e Ciclica
Nell'ultima seduta è stato battuto un nuovo minimo "locale" che potrebbe essere la chiusura del terzo ciclo trimestrale, che in ogni caso, non dovrebbe essere lontana. Se il prezzo resterà sopra 1,1392 il ciclo annuale base resterà rialzista, ma appena verrà violato, l'Euro avrà il destino segnato: discesa fino alla chiusura dell'annuale.
Sul lato inverso, quota 1,1729 è il livello che non dovrebbe essere violato per avere conferma della debolezza incipiente del dollaro, confermata anche dal POC formatosi nell'area alta del prezzo solitamente indice di distribuzione.
La violazione al rialzo di 1,1729 annullerebbe lo scenario ribassista principale, riportando l'Euro in un potenziale trading range prolungato o, come suggerisce la tabella, prefigurando una fase di consolidamento in attesa dei market mover.
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare, investire o disinvestire su qualsiasi asset.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 31.10-2025L’ECB, come previsto, lascia invariati i tassi, Borse europee senza reazioni.
Trump-Xi firmano, come annunciato, uno «storico» accordo sul «trade».
Trimestrali Usa confermano il boom dell’AI e dei relativi investimenti.
Si esauriscono le vendite su metalli preziosi: possibili nuovi rialzi.
Chiusura fiacca ieri, 30 ottobre, per le Borse europee, appesantite dall’esito della riunione della Banca Centrale Europea, che ha confermato il costo del denaro: 2,00% sui depositi, 2,15% sulle operazioni di rifinanziamento principali e 2,40% su quelle marginali, decisione in linea con le attese.
Durante la conferenza stampa, Christine Lagarde ha ribadito l’approccio “data dependent”, assicurando che la crescita non desta particolari preoccupazioni, con il Pil dell’Eurozona salito dello 0,2% nel terzo trimestre. I rischi sulla crescita, ha aggiunto, risultano ora più bilanciati grazie all’allentamento delle tensioni commerciali tra UE, Usa e Cina.
Tuttavia, nessuna indicazione è emersa sulle mosse future del board: con uno scenario d’inflazione «più incerto del solito», difficilmente si vedranno interventi sui tassi prima del primo trimestre 2026.
Anche Wall Street ha chiuso negativa: Dow Jones -0,23%, S&P 500 -0,99%, Nasdaq -1,57%. I riflettori restano sulle big tech: Meta Platforms e Microsoft in forte calo dopo i conti. Il titolo Meta crolla di oltre -12%, penalizzato dall’aumento della spesa in conto capitale a 70-72 miliardi di dollari (contro i precedenti 66-72 miliardi), cifra destinata a finanziare l’espansione nell’intelligenza artificiale. Dati trimestrali comunque solidi, con utili e ricavi superiori alle stime.
Anche Microsoft cede terreno, complice l’avvertimento della CFO Amy Hood su un’accelerazione della spesa in conto capitale nel nuovo esercizio. L’azienda ha comunque battuto le attese, con i ricavi della divisione Azure in crescita del +40%. In controtendenza Alphabet, sostenuta dagli ottimi risultati di Google Cloud e YouTube.
A livello globale, le Borse archiviano un ottobre brillante: l’indice MSCI World avanza del +1,7% nel mese e del +18,2% da inizio anno, mentre l’MSCI Emerging Markets, al decimo mese consecutivo di rialzo, segna +5% su base mensile e +31,2% da gennaio. I motori restano gli stessi: attenuazione delle tensioni geopolitiche, taglio dei tassi Usa e corsa dell’IA.
Il sentiment sembra trovare conferma nei future: quello sul Nasdaq 100 indica stamane, 31 ottobre, un’apertura in rialzo dell’1,2%, dopo la frenata di giovedì. A spingere sono i conti di Amazon e Apple, entrambi superiori alle attese. Nel post-market Amazon balza del +13% e Apple del +3%.
Amazon.com ha registrato un utile per azione di 1,95 dollari, con ricavi a 33 miliardi contro stime di 32,5. Per il trimestre in corso, il gruppo prevede ricavi tra 206 e 213 miliardi, in linea con le attese. Il CEO Andy Jassy ha sottolineato «la forte domanda nel settore dell’intelligenza artificiale e delle infrastrutture».
Apple ha superato le previsioni con un EPS di 1,85 dollari (atteso 1,78) e ricavi record per il trimestre, 102,5 miliardi di dollari, trainati da iPhone e servizi digitali.
Sul fronte valutario, giornata volatile per l’euro, che scivola sotto 1,16 contro dollaro, mentre gli investitori ricalibrano le aspettative sulla Fed in un contesto privo di dati macro per via dello shutdown statunitense. Secondo il FedWatch del CME Group, la probabilità di un ulteriore taglio dei tassi quest’anno è scesa al 70%, dal 90% di mercoledì.
Sul fronte delle materie prime, l’oro risale poco sotto i 4.000 dollari/oncia, nonostante deflussi dagli ETF per il sesto giorno consecutivo, segnale di un parziale rientro degli eccessi d’acquisto accumulati negli ultimi due mesi. Il petrolio Brent resta stabile a 65 dollari/barile, in attesa della riunione OPEC+ di domenica 2 novembre: il consenso è per un aumento di 137.000 barili/giorno a dicembre. Fonti interne indicano che i membri del gruppo hanno già incrementato la produzione di 2,7 milioni di barili/giorno, pari al 2,5% dell’offerta globale.
Oggi, 31 ottobre, i listini Asia-Pacifico si mostrano contrastati dopo l’incontro Trump–Xi e le decisioni della BCE. Goldman Sachs ha alzato la stima di crescita del PIL cinese 2025 al +5,0% dal +4,9%. Il Nikkei 225 segna un nuovo record storico con l’odierno +1,8% giornaliero e +13,5% mensile in euro. L’inflazione giapponese resta sopra il 2%, ma la BoJ potrebbe rinviare il rialzo dei tassi a gennaio (0,75%).
Hang Seng e CSI300 arretrano di circa -1%, con ottobre in calo dell’1,6% per il primo e in lieve rialzo (+1,9%) per il secondo. L’attività manifatturiera resta in contrazione per il settimo mese consecutivo. A Seoul, il Kospi guadagna +0,4%, vicino ai massimi storici (+20% mensile in euro). In India, il BSE Sensex flette leggermente ma chiude ottobre con un +5%.
Il Bloomberg Commodities Index (106,9 dollari) archivia il terzo mese consecutivo di rialzo (+3,7%), spinto da gas naturale Usa (+23%), oro (+3,7%), argento (+5%), rame e alluminio (+7%), soia (+11%). Proprio sulla soia si concentra l’accordo commerciale Usa–Cina: secondo il segretario al Tesoro Scott Bessent, Pechino acquisterà 12 milioni di tonnellate entro gennaio e 25 milioni l’anno per i prossimi tre anni.
L’oro, pur sotto i massimi del 20 ottobre, segna il nono mese positivo su dieci, con un progresso del +52% da inizio anno. Nei bond, ottobre dovrebbe chiudersi come ottavo mese positivo su dieci per il Treasury decennale (+0,2%), con rendimento in calo dal 4,15% al 4,08%. In Europa, il BTP decennale guadagna +1,3%, miglior mese da aprile, favorito dall’upgrade delle agenzie di rating e dalle difficoltà francesi: lo spread a 75 pb è il più basso dal 2010.
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EURUSD può ancora scendere?EURUSD: settimana negativa con rifiuto di tornare sopra 1.16. In questi ultimi minuti della settimana tenta di avvicinarsi a 1.15.
Il mercato si è tranquillizzato dopo l'incontro di Trump con XI e sembra essersi dimenticato che la svalutazione del dollaro rimane cmq uno dei principali metodi con cui Trump proverà a incrementare le esportazioni dei prodotti americani.
Il minimo di Agosto a 1.14 potrebbe frenare questa fase. Studieremo la reazione a tempo debito.
Uso sempre le charts di Capital.com per le mie analisi. Sono intuitive, lineari e super precise. Se fate trading, ve le consiglio davvero!
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Sessione : Europa attiva
Volatilità : Media
Focus operativo : Trend su EUR/USD, Oro
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Volatilità : Massima
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Volatilità : Alta
Focus operativo : Nasdaq, S&P 500, Oil
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EURUSD H1!!! DISCLAIMER !!!
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Perché il dollaro non brilla di luce propria?In queste settimane di shutdown negli Stati Uniti, i mercati stanno vivendo una sorta di sospensione: i flussi macroeconomici si sono interrotti, le statistiche ufficiali mancano, eppure il dollaro continua a reggere.
Secondo Goldman Sachs, questa calma apparente nasconde un equilibrio fragile. Senza nuovi dati americani da interpretare, gli investitori hanno spostato lo sguardo all’estero, dove le tensioni politiche in Giappone, Francia e Regno Unito mantengono alta la volatilità e spingono molti operatori a rifugiarsi nel biglietto verde.
In altre parole, il dollaro non brilla di luce propria: semplicemente, gli altri sembrano messi peggio.
USD: L’assenza che fa bene
Nonostante la mancanza di numeri, il dollaro resta il punto di riferimento.
Il ragionamento dei mercati è semplice: se le acque si agitano altrove, conviene restare ancorati alla valuta più liquida e difensiva del mondo.
I rischi fiscali in Europa e in Asia, insieme all’incertezza politica, hanno riportato il flusso di capitali verso gli Stati Uniti, anche se la macchina federale è temporaneamente ferma.
Eppure, Goldman Sachs invita a non farsi illusioni: questo effetto “rifugio” potrebbe durare poco.
Lo shutdown non è solo un fastidio burocratico, rischia di frenare l’attività economica americana, mentre alcuni segnali di raffreddamento del mercato del lavoro cominciano già a emergere.
La banca prevede che, nel corso del 2026, il dollaro possa iniziare un lento indebolimento. A pesare saranno il ritorno delle tensioni commerciali globali, l’incertezza fiscale e una possibile normalizzazione dei differenziali di tasso.
Per ora, tuttavia, la forza del biglietto verde racconta un paradosso: nel silenzio dei dati, il mercato ascolta solo le paure degli altri.
JPY: Yen in difesa, ma pronto a sorprendere
In Asia, lo yen giapponese continua a muoversi in territorio fragile.
La Bank of Japan ha abbassato le aspettative di un rialzo dei tassi a ottobre, raffreddando le speranze di chi sognava una svolta monetaria dopo anni di ultra-stimoli.
A complicare le cose, il nuovo ministro delle finanze ha evocato una sorta di “Abenomics 2.0”, una versione aggiornata delle politiche espansive che hanno segnato un’epoca.
Il messaggio è chiaro: niente fretta nel normalizzare i tassi, e più spazio alla spesa pubblica.
Per Goldman Sachs, un primo rialzo potrebbe arrivare potenzialmente solo tra dicembre e gennaio 2026, ma fino ad allora lo yen rimane una delle migliori coperture in caso di recessione globale.
Nonostante la debolezza nominale, molti gestori continuano a considerarlo un paracadute prezioso: quando il rischio aumenta, Tokyo diventa di nuovo una destinazione sicura.
GBP: Sterlina fragile e senza bussola
Nel Regno Unito, la sterlina sembra aver perso la bussola.
L’inflazione è finalmente in calo, ma questa buona notizia è anche un’arma a doppio taglio: più i prezzi rallentano, più cresce la probabilità che la Bank of England tagli i tassi.
Il risultato? Una valuta in affanno, scivolata ai minimi dell’anno contro euro e franco svizzero.
Anche il cosiddetto “premio fiscale” britannico, quel margine extra legato alle politiche di spesa pubblica, si è ridotto. E con i dati macroeconomici in continuo indebolimento, la sterlina appare sempre più vulnerabile.
Goldman Sachs mantiene una visione ribassista, ma prudente.
Preferisce scommettere su un calo del pound contro euro o valute scandinave, evitando il confronto diretto con il dollaro, che continua a godere della fiducia degli investitori globali.
In fondo, nel clima attuale, la fragilità della sterlina racconta un Regno Unito sospeso tra il desiderio di crescita e la paura di una stagnazione prolungata.
CAD: Debolezza strutturale, ma utile come funding
Anche il dollaro canadese non se la passa meglio.
La Bank of Canada sembra pronta a un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base, segnale che l’economia domestica resta sotto pressione.
Con consumi in rallentamento, investimenti in calo e tensioni commerciali crescenti con gli Stati Uniti, il CAD si è trasformato da valuta “energetica” a moneta di funding: utile per finanziare posizioni più redditizie altrove, ma poco attraente di per sé.
Per ora, il destino del dollaro canadese sembra legato a doppio filo al prezzo del petrolio e all’andamento dell’economia americana. E finché Washington rimane in silenzio, anche Ottawa sembra condannata a seguire.
Vi ricordiamo che questa si tratta di un’analisi informativa in cui non viene fornito alcun consiglio finanziario.
In sintesi, il mercato FX sta vivendo una fase di equilibrio instabile.
Il dollaro resta forte, ma più per le debolezze altrui che per i propri meriti.
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