La Fed riuscirà a bilanciare crescita e inflazione?ANALISI MACROECONOMICA:
Negli ultimi mesi, i dati economici americani hanno confermato una tendenza che molti osservatori della Federal Reserve avevano già intuito: il mercato del lavoro sta gradualmente perdendo forza, mentre l’inflazione si sta muovendo sempre più vicino all’obiettivo del 2% fissato dal FOMC (Federal Open Market Committee).
Secondo il governatore della Fed Christopher Waller, l’attuale livello dei tassi di interesse sta frenando in modo moderato la domanda complessiva e l’attività economica. Per questo, ritiene che sia arrivato il momento di un nuovo allentamento della politica monetaria, ovvero di un ulteriore taglio dei tassi d’interesse.
Durante un intervento al Council on Foreign Relations di New York, Waller ha spiegato che la sua posizione si basa su un’analisi attenta degli ultimi dati disponibili. Tuttavia, ha sottolineato che lo shutdown del governo federale ha rallentato la pubblicazione di statistiche economiche cruciali, rendendo più difficile per la Fed valutare con precisione lo stato dell’economia.
Per esempio, il Dipartimento del Lavoro ha dovuto richiamare parte del personale per poter pubblicare in tempo il rapporto sull’inflazione dei prezzi al consumo previsto per il 24 ottobre, un dato che sarà determinante per orientare la decisione di politica monetaria del FOMC nella riunione del 29 ottobre.
Per Waller, il punto critico ora è il mercato del lavoro. I dati mostrano che i salari stanno crescendo a un ritmo più lento e che il numero di nuovi posti di lavoro si sta riducendo, segnale che l’economia potrebbe già trovarsi in una fase di rallentamento.
Anche se una minore offerta di lavoratori spiega in parte la riduzione dei nuovi impieghi, Waller ritiene difficile credere che la creazione di posti sia già arrivata a zero o, peggio, in territorio negativo. Tuttavia, il quadro complessivo è abbastanza fragile da giustificare un intervento preventivo della Fed.
In sintesi, Waller propone che il FOMC riduca i tassi di interesse di altri 25 punti base nella riunione di fine ottobre. E se le condizioni dovessero peggiorare ulteriormente con un mercato del lavoro in continuo indebolimento e un’inflazione sotto controllo, secondo lui, la Fed dovrebbe spingersi oltre e portare il tasso verso un livello più neutrale, inferiore di circa 1-1,25 punti percentuali rispetto a quello attuale.
Secondo Waller la priorità ora è evitare che il rallentamento dell’occupazione si trasformi in una vera e propria contrazione economica. La Fed deve restare pronta ad agire con decisione, ma anche con cautela, per sostenere la crescita senza riaccendere le pressioni inflazionistiche.
Osservando il grafico in H4 di EURUSD, la coppia mostra una fase di correzione dopo un deciso rimbalzo dai minimi precedenti. Il prezzo attuale, intorno a 1,1669, si trova in una zona intermedia tra la recente resistenza di breve termine e l’area di domanda (supporto) compresa tra 1,1530 e 1,1558, evidenziata in verde nel grafico.
Quest’area ha già dimostrato in passato di attrarre forti volumi di acquisto, generando inversioni significative. Finché il prezzo rimane sopra questo blocco di supporto, il sentiment di medio periodo resta neutro-positivo, con potenziale per un nuovo tentativo di rialzo verso 1,1750–1,1780. Tuttavia, una chiusura decisa sotto 1,1530 aprirebbe spazio a un’estensione ribassista fino a 1,1470–1,1420, invalidando lo scenario di rimbalzo.
Sul piano macro, l’euro resta sotto pressione per le aspettative di ulteriori tagli dei tassi da parte della Fed, che stanno rafforzando il dollaro. Tuttavia, segnali di rallentamento dell’economia USA potrebbero invertire questo trend nel breve.
In sintesi, EUR/USD è in una fase di consolidamento: il supporto 1,1530–1,1560 resta il livello chiave da monitorare per capire se i compratori riusciranno a difendere il trend rialzista iniziato a inizio mese.
Questa si tratta di una semplice analisi informativa e non si tratta di alcun consiglio finanziario. Tradare CFD può comportare la perdita di denaro
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Idee di trading
Divergenza rialzista, Target, Ripiegamento...ed ora?Eravamo rimasti nell'ultima analisi (Lunedì) alla divergenza rialzista in area 1,155 di Euro-Dollaro, dove segnalavo una possibile ripartenza rialzista con target 1,163 prima ed 1,17 poi; target presi ed è iniziato il ripiegamento (ho provato un piccolo short da 1,171 chiuso subito ad 1,168, peccato).
Ora quali sono gli scenari per prossima settimana?
Qui la situazione è più complessa, perchè a seconda del timeframe abbiamo due situazioni opposte:
- Evening star nel daily
- Rottura del canale ribassista nel H4
Quando si verificano queste situazioni non c'è congruenza tra i vari timeframe e quindi risulta complesso procedere con un'analisi univoca, però proviamo ad abbozzare un movimento:
Partiamo con il dire che area 1,171 ed 1,175 sono due aree molto forti a livello di resistenza che difficilmente verranno rotte al primo tentativo, allo stesso tempo ritengo complesso che si scenda sotto 1,155 nel breve periodo; se dovessi ipotizzare un movimento per prossima settimana mi aspetterei una continuazione della discesa per la prima parte di settimana, a cui seguirà un recupero nella seconda parte.
In sintesi, il trend di lungo è ancora long, anche se sta perdendo di momentum, però ancora dobbiamo prediligere un attività long alla short (almeno fino a prova contraria); area 1,161 prima ed area 1,155 poi sono delle interessanti aree dove la discesa potrà fermarsi, per poi ripartire al rialzo verso 1,171 prima ed 1,175 poi, solo una rottura di 1,155 potrà invalidare il trend in atto e cambiare scenario.
EURUSD rialzista dopo il SWEEPIl prezzo dell’EURUSD, dopo aver fatto un SWEEP del grande canale rialzista come previsto una settimana fa, rimbalza al rialzo con una forte volatilità. Tuttavia, un trend rialzista di lungo termine rimane complicato a causa della forte tendenza ribassista **mensile**, sulla quale il prezzo ha incontrato une resistenza la settimana scorsa.
EURUSD cadeIl corso dell’EURUSD continua a muoversi come previsto nell’analisi di ieri 📉
Dopo la forte rejection nella supply zone, il prezzo prosegue la sua discesa, consolidando la tendance ribassista di medio termine.
Attualmente, il corso si trova sotto il livello dei 0,5 di FIBO, mostrando che la pressione dei venditori rimane dominante. È probabile che il prezzo cerchi ancora più liquidità sotto i lows recenti, in corrispondenza del FVG segnalato nel grafico.
Finché il corso rimarrà sotto la zona di resistenza principale, la probabile continuazione è verso il basso, con come obiettivo il recupero delle liquidità lasciate nella discesa precedente.
EURUSD: H1!!! DISCLAIMER !!!
Nota bene:
Queste sono semplici bozze personali, da considerarsi come tali. La lettura va effettuata con un’ottica di breve termine. In altre parole, la prima fase del percorso disegnato rappresenta l’ipotesi principale. La parte restante del percorso (quella più lontana nel tempo) è strettamente legata all’evoluzione della prima fase. Di conseguenza, se quest’ultima non si realizza, l’intera idea deve essere considerata nulla.
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Oro record, petrolio giù: torna il risk offRITORNA IL RISK OFF
Ieri, Wall Street ha chiuso in rosso dopo un avvio positivo. L’S&P 500 ha perso lo 0,63%, il Nasdaq lo 0,47% e il Dow Jones lo 0,65%, in un contesto contrastato in cui le tensioni geopolitiche, politiche e macroeconomiche (dazi, shutdown) hanno fatto da contraltare all’ottimismo sugli utili aziendali e sul settore dell’intelligenza artificiale.
Nel frattempo, Trump ha avuto un colloquio con il presidente russo Putin, definendolo “lungo”, alimentando ulteriore incertezza.
I principali titoli tecnologici e legati all’intelligenza artificiale hanno mostrato andamenti contrastanti: Apple ha perso lo 0,9%, Meta lo 0,5%, Tesla oltre l’1%, mentre Nvidia è salita dello 0,8%, Amazon dello 0,2% e Alphabet dello 0,9%.
VALUTE
Sul mercato valutario è evidente che qualcosa si sta muovendo. Il franco svizzero si mostra estremamente forte, schiacciando le valute concorrenti, mentre il dollaro perde terreno contro euro, sterlina, yen e, in misura minore, contro AUD, NZD e CAD.
Si parla sempre più spesso di un possibile “grande reset finanziario”, con riferimenti a dollaro digitale, stablecoin e alla svalutazione del debito USA tramite una sua distribuzione globale. Sebbene ancora lontano, questo scenario alimenta il sentiment di risk off.
L’EUR/USD è salito sopra 1,1700, con target a 1,1780 e 1,1820. Il dollaro cede anche contro la sterlina, con obiettivi possibili a 1,3520, mentre il USD/JPY è sceso sotto quota 150,00.
Le valute oceaniche restano poco mosse, ma i cross EUR/AUD ed EUR/NZD sono ai massimi, in pieno clima di avversione al rischio. La tensione è particolarmente evidente sui cross contro il franco svizzero, molti dei quali si trovano su minimi storici.
ORO: QUASI 100 DOLLARI AL GIORNO
Stanotte, nei mercati asiatici, l’oro ha toccato un nuovo record storico a circa 4.380 dollari l’oncia, proseguendo un impressionante rally settimanale.
Nelle ultime nove settimane, il metallo giallo ha guadagnato oltre 1.000 dollari, pari a circa 50 dollari al giorno. Solo nelle ultime quattro sedute, l’incremento è stato di quasi 380 dollari, ovvero quasi 100 dollari al giorno.
Gli investitori cercano sicurezza in un contesto di crescenti incertezze economiche. I prezzi sono stati spinti dalle rinnovate tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e dalle preoccupazioni per il blocco del governo statunitense.
La Cina ha accusato gli Stati Uniti di fomentare il “panico” per i controlli sui minerali delle terre rare, mentre Washington ha avvertito che tali misure minacciano le catene di approvvigionamento globali.
L’oro è stato ulteriormente sostenuto dalle aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed. Le recenti dichiarazioni di Jerome Powell hanno evidenziato segnali di indebolimento del mercato del lavoro, portando gli investitori a scontare quasi completamente un taglio di 25 punti base questo mese, con un altro probabile a dicembre.
Dall’inizio dell’anno, l’oro ha registrato un’impennata di oltre il 60%, sostenuto dagli acquisti delle banche centrali, dagli afflussi negli ETF e dalla forte domanda di asset rifugio.
PETROLIO: ANCORA UN CALO
Venerdì, i future sul greggio WTI si sono attestati intorno ai 57 dollari al barile, il minimo degli ultimi cinque mesi. È la terza settimana consecutiva di calo, la serie più lunga da marzo, con gli investitori concentrati sulle prospettive di offerta in vista dei colloqui tra Stati Uniti e Russia.
Il presidente Trump ha annunciato l’intenzione di incontrare Putin nelle prossime settimane per discutere una possibile risoluzione del conflitto in Ucraina. Questo ha alimentato le speculazioni su un possibile allentamento delle restrizioni alla produzione di petrolio russo, che potrebbe contribuire a un surplus globale.
A pesare ulteriormente sono stati i segnali contrastanti provenienti dall’India: le raffinerie indiane hanno dichiarato di voler ridurre, ma non interrompere, le importazioni di greggio russo.
Nel frattempo, l’EIA statunitense ha riferito che le aziende energetiche hanno aggiunto 3,5 milioni di barili di greggio agli stoccaggi la scorsa settimana, sollevando preoccupazioni sulla debolezza dei consumi e incidendo negativamente sulle prospettive della domanda, in un contesto di persistenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
Saverio Berlinzani
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EURUSD in fase di consolidamento ribassistaDurante la giornata odierna, il corso dell’EURUSD ha mostrato segni di consolidamento dopo il forte movimento ribassista dei giorni precedenti. La coppia si trova attualmente in una zona di resistenza dove i venditori sembrano mantenere il controllo del mercato.
Tuttavia, il prezzo si muove ancora all’interno di un FVG importante, e se non riuscirà a superare questa area, l’EURUSD potrebbe continuare la sua discesa nei prossimi giorni per cercare nuova liquidità più in basso.
Euro-Dollaro: scenari possibili per fine 2025La Banca Centrale Europea sembra aver raggiunto la fine del ciclo di riduzione dei tassi. Alla riunione di settembre 2025 ha confermato una pausa dopo otto riduzioni consecutive, dichiarando che l’inflazione è ora “intorno all’obiettivo del 2%”. Christine Lagarde ha sottolineato che la BCE è “in una buona posizione”, opinione confermata dagli economisti: secondo un sondaggio Reuters, la maggioranza ritiene concluso il ciclo di allentamento.
Al contrario, la Fed ha appena riavviato un ciclo di taglio dei tassi sui federal funds statunitensi. Analizziamo quindi i possibili scenari per l’andamento dell’euro-dollaro in base alle politiche della Fed e della BCE nei prossimi mesi.
1) Prospettive euro-dollaro: quattro scenari secondo le politiche monetarie
L’andamento dell’EUR/USD dipenderà strettamente dal differenziale di tasso tra BCE e Fed. I mercati prevedono diverse configurazioni possibili, ciascuna con un impatto diverso sulla parità.
• Scenario 1 – BCE ferma, Fed allenta moderatamente (-75 bps)
Se la BCE mantiene i tassi al 2,25% e la Fed li riduce moderatamente al 3,50%, il differenziale scenderebbe a +1,25 punti. L’euro potrebbe apprezzarsi leggermente verso 1,18–1,19 USD, scenario considerato il più probabile dagli analisti.
• Scenario 2 – Riduzioni limitate da entrambe le parti
Una riduzione BCE a 2,00% combinata con una Fed più prudente al 3,75% lascerebbe un differenziale di +1,75 punti. La coppia EUR/USD rimarrebbe stabile intorno a 1,16–1,17, illustrando un equilibrio fragile tra due politiche leggermente accomodanti.
• Scenario 3 – Fed molto dovish (-150 bps)
Se la BCE resta al 2,25% e la Fed allenta fortemente a 2,75%, il differenziale scenderebbe a +0,50 punti. Questo scenario provocherebbe un forte apprezzamento dell’euro verso 1,20–1,23, poiché il taglio aggressivo dei tassi USA peserebbe sul dollaro.
• Scenario 4 – Sorpresa accomodante della BCE (-50 bps)
Se la BCE sorprendesse con un nuovo taglio a 1,75% mentre la Fed resta a 4,00%, il differenziale salirebbe a +2,25 punti. L’euro subirebbe pressione ribassista, tornando a 1,14–1,15 USD. Scenario considerato improbabile, rifletterebbe una divergenza estrema delle politiche monetarie.
2) Prospettiva tecnica: trend rialzista finché il supporto chiave a $1,1495 regge
Tecnicamente, la zona di 1,1495 USD rappresenta un supporto chiave. Finché questo livello regge, il trend rimane rialzista. Un ritorno a 1,18 USD resta possibile entro fine anno se la Fed conferma un allentamento duraturo.
L’euro-dollaro non ha ancora detto l’ultima parola: il rimbalzo è possibile, ma dipenderà da un delicato equilibrio tra politica monetaria e fiducia economica.
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Wall Street rimbalza, oro e petrolio in focusCOME SEMPRE, WALL STREET RECUPERA
Inutile continuare a parlare di bolla, di imminente crollo dei listini o di un ipotetico armageddon sull’equity. La realtà, per quanto possa sembrare manipolata e in mano a pochi, è un’altra.
Se vogliamo restare sui mercati e sopravvivere a price action talvolta illogiche e irrazionali, dobbiamo seguire i flussi, soprattutto in un momento come questo. Gli sviluppi dell’intelligenza artificiale sono talmente imprevedibili da rendere impossibili previsioni affidabili sull’andamento dei mercati finanziari. Conviene quindi adattarsi, evitando di restare ancorati a posizioni ideologiche.
Venerdì, Wall Street ha chiuso in positivo dopo un avvio stentato. Gli investitori hanno reagito favorevolmente alle dichiarazioni del presidente Trump, che hanno attenuato i timori di un’ulteriore escalation commerciale con la Cina. I titoli delle banche regionali hanno registrato un rimbalzo dopo le forti perdite di giovedì.
L’S&P 500 e il Nasdaq hanno guadagnato entrambi lo 0,5%, mentre il Dow Jones è salito dello 0,52%. Trump ha dichiarato che i dazi del 100% sui prodotti cinesi non sarebbero sostenibili, pur attribuendo a Pechino la responsabilità delle recenti tensioni. Ha inoltre confermato un incontro con Xi Jinping entro fine mese.
I settori dei beni di consumo di base, energia e finanza hanno guidato i guadagni, mentre materiali e servizi di pubblica utilità sono rimasti indietro. Le banche regionali, tra cui Zions Bancorporation (+5,8%), Western Alliance (+3,1%), Truist Financial (+3,9%) e Fifth Third Bancorp (+1,3%), si sono riprese dopo aver segnalato problemi di credito isolati e aver pubblicato utili superiori alle attese.
Nel corso della settimana, l’S&P 500 e il Dow Jones hanno guadagnato l’1,7%, mentre il Nasdaq ha registrato un rialzo del 2,2%.
VALUTE
Anche il dollaro, che sembrava destinato a crollare sotto i colpi del risk off, ha reagito, mantenendo i supporti chiave e rimbalzando di almeno lo 0,50% contro le principali valute, in particolare euro, yen e franco svizzero.
L’EUR/USD è tornato sul supporto chiave a 1,1650, mentre il USD/JPY ha recuperato da 149,40 a 150,60. Il USD/CHF, dopo aver toccato 0,7870, è risalito a 0,7935. Più contenuta la discesa del Cable, che ha tenuto quota 1,3420, grazie a un EUR/GBP in calo sotto 0,8700, fino a 0,8675.
Le valute oceaniche restano deboli, penalizzate dalle tensioni commerciali tra USA e Cina, che, sebbene in fase di allentamento, continuano a influenzare il sentiment.
E ora, cosa aspettarsi sui cambi? La sensazione è che si resti in questi trading range. L’euro rimane una valuta strutturalmente fragile, mentre il dollaro è sceso — o viene fatto scendere — per riequilibrare la bilancia commerciale e favorire l’export.
L’EUR/USD resta il driver principale: se oscilla lateralmente, è ragionevole attendersi lo stesso comportamento da parte delle altre coppie correlate. La correlazione con le borse appare limitata, mentre quella con l’oro rimane valida, almeno per ora.
Il metallo giallo, venerdì, dopo una lunga salita, ha perso quasi 200 dollari, scendendo da 4.378 a 4.186, per poi recuperare fino a 4.250 in serata. Le prese di beneficio hanno certamente contribuito alla correzione.
Nonostante il rimbalzo di venerdì, il dollaro ha chiuso la settimana in calo dello 0,5%, secondo il Dollar Index, appesantito dal prolungato blocco delle attività governative, dalle preoccupazioni sulle banche regionali e dalle crescenti aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed.
Giovedì, il governatore della Fed Christopher Waller ha dichiarato di sostenere un ulteriore taglio dei tassi questo mese, alla luce dei rischi crescenti per il mercato del lavoro. Il governatore Stephen Miran ha auspicato un allentamento monetario più aggressivo per sostenere lo slancio economico.
PETROLIO
Venerdì, i future sul greggio WTI hanno recuperato leggermente in serata, attestandosi a 57,25 dollari al barile. Tuttavia, si è registrato il terzo calo settimanale consecutivo, con una perdita del 3%, a causa delle preoccupazioni per l’eccesso di offerta e dell’incertezza geopolitica.
Il mercato è stato influenzato dalla notizia dell’imminente incontro tra Trump e Putin, previsto entro due settimane, per discutere della guerra in Ucraina. L’incontro segue un cessate il fuoco temporaneo a Gaza tra Israele e Hamas.
Il presidente Zelensky ha incontrato Trump per ottenere ulteriore supporto militare, inclusi missili Tomahawk a lungo raggio. Intanto, Washington ha fatto pressioni su India e Cina affinché limitino le importazioni di petrolio russo.
Le preoccupazioni per l’eccesso di offerta sono confermate dalle previsioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, che stima una sovrabbondanza globale di greggio nel 2026. Le scorte statunitensi sono aumentate significativamente la scorsa settimana, mentre la produzione ha raggiunto il record di 13,636 milioni di barili al giorno.
DATI DELLA SETTIMANA
La prossima settimana sarà dominata dagli sviluppi della controversia commerciale tra Stati Uniti e Cina, con l’attenzione rivolta a possibili segnali di distensione.
Siamo nel pieno della stagione delle trimestrali, con aziende come Tesla, P&G, GE, Coca-Cola, Netflix, IBM, AT&T, Verizon e Intel pronte a pubblicare i risultati.
Negli Stati Uniti, la chiusura del governo federale entrerà nella quarta settimana. Si spera in un accordo, anche perché devono essere pubblicati dati importanti come il rapporto sui prezzi al consumo e gli indici PMI flash di S&P Global.
In Cina, l’attenzione sarà rivolta al PIL del terzo trimestre e ad altri dati economici chiave. Attesi anche i PMI flash per Eurozona, Germania, Regno Unito, India, Giappone e Australia.
Altri indicatori rilevanti includono la fiducia dei consumatori dell’Eurozona, i dati commerciali e sull’inflazione in Giappone, l’inflazione nel Regno Unito e le decisioni di politica monetaria delle banche centrali di Turchia, Indonesia e Corea del Sud.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
EURUSD ancora in "pausa"Un' analisi del grafico giornaliero di EUR/USD rivela un quadro tecnico di consolidamento costruttivo all'interno di una tendenza di fondo moderatamente rialzista. Il mercato sta attualmente attraversando una fase laterale, come confermato anche da un indicatore ATR (Average True Range) in diminuzione, che segnala una contrazione della volatilità giornaliera. Questa lateralità si inserisce in un contesto più ampio definito positivamente dal canale di regressione lineare, il quale mantiene un'inclinazione ascendente. Il prezzo si trova attualmente nella parte inferiore di questo canale, vicino alla seconda deviazione standard, un'area che statisticamente funge spesso da supporto dinamico e suggerisce che il cross è sottovalutato rispetto alla sua media mobile di regressione.
Il Supertrend (10, 4) rafforza questa visione, rimanendo posizionato al di sotto dei prezzi attuali (a circa 1.15430) e colorato di verde, agendo come un solido supporto dinamico e confermando che il trend di medio termine è ancora orientato al rialzo. Per quanto riguarda le operazioni long, la confluenza di questo livello di Supertrend con il supporto S1 dei Pivot Point Fibonacci, situato a 1.14798, definisce un'area di acquisto primaria. Un test e una tenuta di questa zona (1.14800-1.15430) offrirebbero un punto di ingresso strategico per posizioni rialziste. A sostegno di un potenziale rimbalzo, l'oscillatore Stocastico (9,6,3) ha recentemente generato un incrocio rialzista (linea %K sopra %D) in zona neutrale, indicando una ripresa della spinta rialzista a breve termine. L'indicatore Momentum (15), sebbene ancora marginalmente al di sotto della linea dello zero a causa del recente ritracciamento, mostra un appiattimento che potrebbe preludere a un superamento della linea stessa, fornendo ulteriore conferma.
Sul fronte della resistenza, il primo ostacolo significativo è il Pivot Point centrale (P) a 1.16810. Un superamento deciso di questo livello, idealmente supportato da un aumento dei volumi (attualmente contenuti, come tipico delle fasi di consolidamento), aprirebbe la strada verso la resistenza R1 a 1.18824. Per quanto riguarda le posizioni short, l'attuale struttura tecnica suggerisce un approccio cauto. Un segnale di debolezza concreto emergerebbe solo con una chiusura giornaliera convincente al di sotto della zona di supporto chiave (1.14800-1.15430). Una tale rottura invaliderebbe l'impostazione rialzista del Supertrend e aprirebbe la porta a una correzione più profonda verso il supporto S2, localizzato a 1.13551.
EUR/USD: 142 pip di progresso — strategia in azioneDall’analisi alla performance: chiusura positiva da 1,1552 a 1,1693 conferma la solidità del metodo operativo.
Nella seduta odierna ho chiuso la posizione long aperta da 1,1552 a 1,1693, realizzando un guadagno di 142 pip su un lotto.
Un movimento che conferma l’efficacia delle analisi pubblicate nei giorni precedenti e la validità dei livelli tecnici tracciati.
L’obiettivo di questa condivisione non è solo mostrare un risultato, ma dare evidenza del percorso di crescita e della coerenza tra analisi e operatività reale.
📈 Da oggi inizio a documentare in modo trasparente i progressi e i risultati operativi, così da fornire a chi mi segue un punto di riferimento concreto su come interpretare i mercati con metodo e disciplina.
Livelli chiave ancora da monitorare:
* 1,1670 – 1,1693 area di possibile consolidamento
* 1,1724 in caso di proseguimento del trend
* 1,1606 come eventuale livello di supporto
#EURUSD #ForexAnalysis #TradingStrategy #PriceAction
EURUSD ritesta per un futuro rimbalzo ribassistaEURUSD ritesta per un futuro rimbalzo ribassista
Il corso dell’EURUSD sta attualmente ritestando una zona chiave di resistenza dopo un léger mouvement di rialzo tecnico. Questa fase di ritesto potrebbe preludere a un nuovo movimento ribassista, soprattutto considerando la pressione discendente presente sul timeframe superiore.
Si nota che il prezzo si trova ancora all’interno di una struttura di mercato dominata dai venditori: la volatilità rimane contenuta e ogni tentativo di recupero viene rapidamente respinto. Se il corso non riuscirà a superare con forza la zona del ritesto, è probabile che torni a scendere per cercare la liquidità situata nei minimi precedenti.
[ANALISI PREDITTIVA] - Cosa mi aspetto oggi su Euro/DollaroPuoi osservare come il mercato è stato unidirezionale per tutto il corso della giornata, mi aspetto quindi la presa del minimo segnato con la linea nera.
In quanto è un minimo strutturale importante al di sotto del quale secondo la mia visione, risiede liquidità che deve essere presa, per poi attraverso uno schema valido di entrata, andare long.
Con target che imposterei sul massimo di Francoforte (08:15)
E stop dipende da come costruisce e se costruisce in quel punto come mi aspetto.
Devo anche valutare che oggi negli Stati Uniti è giorno festivo, quindi il mercato potrebbe non rispettare a pieno i movimenti oltre a non avere una volatilità elevata.
Per ora la mia visione rimane questa.
Divergenza e ripartenza per l'Euro?La scorsa settimana l’Euro-Dollaro ha mostrato una chiara impostazione ribassista: la pressione in vendita è partita già da lunedì e si è protratta fino a giovedì, quando la coppia ha toccato nuovi minimi di periodo.
Venerdì, però, abbiamo assistito a un deciso rimbalzo tecnico che ha permesso di chiudere la settimana in recupero, intorno all’area di 1,162.
L’apertura di questa settimana, invece, è nuovamente all’insegna della debolezza: il prezzo ha subito ritracciato, riportandosi verso la zona in cui era partita la reazione di venerdì.
A questo punto la domanda è inevitabile: il supporto terrà anche questa volta o assisteremo a una rottura del livello chiave di 1,155?
Io una chip per una nuova ripartenza la metterei, sia per una questione tecnica, sia macro, sia di rischio/rendimento.
- In ottica di lungo periodo, il trend resta impostato al rialzo a favore dell’Euro.
- Il livello di 1.155 è un’area chiave: difficile da rompere con facilità. Non escludo che possa accadere, ma se non proviamo un’entrata qui, allora non facciamo trading.
- Guardando l’oscillatore in basso, sembra si stia configurando una bella divergenza rialzista, che potrebbe anticipare una reazione interessante.
In sintesi, area delicata ma rischio contenuto e potenziale interessante: io qui un occhio (e magari una chip) ce lo metto.
Livelli: 1,1575 può essere un buon livello di ingresso, che avrà come primo target 1,163 e successivamente 1,17; al contrario, solo una rottura di livello 1.154 confermata in chiusura di candela farà scattare lo stop loss.
Trimestrali USA solide, oro e ZEW in rialzoFOCUS SULLE TRIMESTRALI
Andamento misto delle borse USA nella seduta di ieri, in un contesto di rinnovata incertezza. Le price action sembrano ormai abituate alla volatilità, parzialmente confortate dai risultati trimestrali delle principali banche statunitensi, dai commenti del presidente della Federal Reserve Jerome Powell e dalla persistente guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Le grandi banche di Wall Street hanno aperto il 14 ottobre la stagione delle trimestrali con risultati solidi e superiori alle attese. La crescita di ricavi e utili di JPMorgan, Goldman Sachs, Citigroup e Wells Fargo ha offerto uno scenario tutto sommato positivo sullo stato dell’economia americana, in una fase in cui la pubblicazione dei principali dati ufficiali è ancora sospesa a causa dello shutdown del governo federale, giunto alla seconda settimana.
Wells Fargo ha chiuso in rialzo del 7,15%, registrando il suo maggiore guadagno percentuale giornaliero dal novembre 2024. Citigroup è balzata di quasi il 4%, dopo che entrambe le banche hanno superato le stime sugli utili del terzo trimestre. Anche Goldman Sachs ha battuto le aspettative di Wall Street.
VALUTE
Il dollaro non riesce a superare le resistenze e torna indietro, ancora una volta. Le parole di Jerome Powell, pronunciate ieri, sembrano confermare l’ipotesi di un doppio taglio dei tassi da parte della Fed, motivato dalla debolezza del mercato del lavoro.
L’EUR/USD è tornato a 1,1625, mentre il Cable ha superato nuovamente quota 1,3350. Il USD/JPY è sceso a 151,00, con le valute oceaniche in leggera ripresa. Il franco svizzero resta fortissimo contro l’euro, sotto quota 0,9300.
Le previsioni indicano un mercato dollaro-centrico, con il biglietto verde sotto pressione nonostante la debolezza strutturale di Europa e Giappone. Questo scenario farebbe pensare a una svalutazione necessaria di euro e yen nel medio termine. Si attende ora la Fed per confermare e decretare i prossimi movimenti.
LE PREVISIONI DEL FMI
Secondo l’ultimo World Economic Outlook (WEO), il FMI prevede che la crescita economica globale rallenterà al 3,2% nel 2025 e al 3,1% nel 2026, in calo rispetto al 3,3% del 2024. L’economia mondiale si sta adattando a un contesto di crescente protezionismo e frammentazione.
Sebbene le previsioni per il 2025 restino inferiori alle aspettative, sono superiori di 0,4 punti percentuali rispetto alle proiezioni di aprile, segnalando un calo dei dazi da allora.
Nel dettaglio, la crescita degli Stati Uniti è prevista al 2,0% nel 2025 e al 2,1% nel 2026. L’economia cinese dovrebbe rallentare al 4,8% e al 4,2%. L’area euro è attesa in crescita dell’1,2% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026. Il Regno Unito dovrebbe crescere dell’1,3% in entrambi gli anni, mentre il Giappone dell’1,1% e dello 0,6%.
L’inflazione globale dovrebbe continuare a diminuire, con tendenze differenziate: negli Stati Uniti resterà sopra l’obiettivo, con rischi al rialzo, mentre altrove si manterrà contenuta.
GOLD INARRESTABILE
Mercoledì, i prezzi dell’oro hanno toccato un nuovo massimo a 4.193 dollari l’oncia, ormai vicini alla soglia dei 4.200 dollari. Il movimento appare inarrestabile, nonostante la correzione di ieri, che ha visto un ribasso di quasi 100 dollari in poche ore.
Nell’ultima escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, il presidente Donald Trump ha accusato Pechino di comportamenti “economicamente ostili”, bloccando le importazioni di soia e minacciando misure di ritorsione, tra cui un embargo sull’olio da cucina.
Le dichiarazioni sono arrivate dopo che la Cina ha minacciato ulteriori contromisure in risposta alle sanzioni imposte a cinque unità statunitensi del cantiere navale sudcoreano Hanwha Ocean.
Nel frattempo, Jerome Powell, intervenendo alla riunione annuale della NABE, ha avvertito che il rallentamento delle assunzioni sta minacciando l’economia statunitense, suggerendo la possibilità di altri due tagli dei tassi entro fine anno.
ZEW IN RIPRESA
L’indicatore ZEW del sentiment economico per la Germania è salito di due punti, raggiungendo quota 39,3 nell’ottobre 2025. Si tratta del livello più alto dal picco triennale di 52,7 registrato a luglio, anche se inferiore alle attese di mercato, fissate a 40,5.
“Permangono le speranze di una ripresa a medio termine. Nonostante l’incertezza sull’attuazione del programma di investimenti governativo e le persistenti tensioni globali, l’indice ZEW è leggermente aumentato a ottobre”, ha commentato il presidente dello ZEW, Prof. Achim Wambach.
Dopo il recente crollo delle esportazioni verso la Cina, le aspettative per i settori orientati all’export sono migliorate, in particolare nella produzione di metalli, farmaceutica, ingegneria meccanica e apparecchiature elettriche. Il settore automobilistico, invece, ha registrato un lieve peggioramento delle prospettive.
Nel frattempo, l’indice delle condizioni economiche correnti è sceso di 3,6 punti, attestandosi a -80,0: il livello più basso da maggio.
Saverio Berlinzani
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