Idee operative USDJPYTMSP
USD/JPY Analisi Tecnica – Possibile Rimbalzo da 145.034 verso il1. Punto di Ingresso (Entry Point):
145.034, indicato con una linea blu orizzontale.
Zona chiave di supporto con evidenziata una fascia viola: potenziale punto di rimbalzo rialzista.
2. Stop Loss:
Area compresa tra 145.035 e 144.604.
Definita come zona di protezione in caso di rottura ribassista.
3. Target di Profitto (Take Profit):
Obiettivo fissato a 148.133, zona contrassegnata da una resistenza viola (EA Target Point).
Potenziale guadagno stimato: 2.944 pips (pari al 2,03%).
4. Struttura del Prezzo:
È visibile una linea di tendenza (trend line) rialzista, seguita da una rottura ribassista.
Formazione di un possibile doppio massimo in area 148.
Il prezzo ha subito un calo netto, ritestando l’area di ingresso evidenziata.
Interpretazione Strategica:
Il grafico suggerisce un potenziale rimbalzo da 145.034 verso 148.133, in linea con una strategia long.
Una rottura del supporto sotto 145.000 potrebbe invece invalidare il setup e attivare lo stop loss.
L’operazione offre una buona relazione rischio/rendimento, con un rischio limitato e un potenziale ritorno significativo.
📌 Raccomandazione Tecnica (non finanziaria):
Monitorare attentamente eventuali segnali di inversione rialzista nell’area 145.034.
Conferme utili: pattern di candele rialziste, superamento di micro-resistenze locali.
L’aggiunta dell’indicatore volume aiuterebbe a valutare la forza del rimbalzo.
🏷 Titolo:
USD/JPY Analisi Tecnica – Rimbalzo Potenziale da 145.034 verso Obiettivo 148.133
BANK OF JAPANDi fronte al clima di forte incertezza generato dalle politiche commerciali americane e dallo scoppio di un nuovo fronte di guerra in Medio Oriente, la Bank of Japan ha annunciato di aver mantenuto invariato il suo tasso d’interesse di riferimento allo 0,5%.
Ad aprile l’inflazione core ha raggiunto il livello più alto degli ultimi due anni, attestandosi al 3,5%, ben oltre l’obiettivo del 2% fissato dalla BoJ.
Tra le cause principali c’è anche un’impennata (+7%) dei prezzi dei beni alimentari.
La BoJ ha anche pubblicato una valutazione intermedia del piano di riduzione degli acquisti di titoli di Stato giapponesi, annunciando un rallentamento nel ritmo di tali riduzioni.
Attualmente, la banca centrale riduce gli acquisti trimestrali di 400 miliardi di yen (circa 2,76 miliardi di dollari) ogni trimestre.
Da aprile 2026 il ritmo si abbasserà a 200 miliardi di yen.
--Chart di Capital.com--
Tensioni Iran-Israele: mercati in cadutaÈ GUERRA, GIÙ LE BORSE
Torna prepotentemente il risk off sui mercati, dopo le ritorsioni dell’Iran su Israele. Decine di missili hanno colpito le città israeliane, costringendo i civili a rifugiarsi nei bunker. Il bilancio, per ora, è di 11 morti. Israele promette ulteriori ritorsioni.
I mercati sono entrati in modalità di avversione al rischio, con un crollo delle borse e investitori alla ricerca di asset rifugio. L’Occidente, almeno per il momento, cerca di non esasperare ulteriormente gli animi già tesi e tenta qualche azione diplomatica, attraverso dichiarazioni ufficiali, per ridurre la tensione.
Trump è intervenuto sui social affermando che la pace tra Israele e Iran arriverà presto, ricordando che sono in corso incontri diplomatici.
WALL STREET RIPIEGA
Wall Street ha chiuso in netto ribasso venerdì, con la propensione al rischio in calo dopo che l'Iran ha definito gli attacchi aerei israeliani una "dichiarazione di guerra", rispondendo con attacchi missilistici nella serata di venerdì (ora locale).
Gli attacchi israeliani avevano preso di mira strutture nucleari e militari iraniane, aumentando le tensioni geopolitiche e destabilizzando i mercati globali. L'S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente l'1,1% e l'1,3%, mentre il Dow Jones è crollato di 769 punti.
I settori finanziario e tecnologico hanno guidato le perdite: Nvidia ha perso il 2,1%, Apple l'1,4%, mentre Visa e Mastercard sono scese di oltre il 4%. Anche i titoli delle compagnie aeree sono crollati: American, Delta e United hanno perso tra il 4,5% e il 5%.
Al contrario, i titoli energetici e della difesa hanno sovraperformato. I prezzi del petrolio sono aumentati di quasi il 7% per timori legati all’offerta. Exxon è salita del 2%, mentre Lockheed Martin, RTX e Northrop Grumman hanno guadagnato oltre il 3%.
Nel corso della settimana, l'S&P 500 è salito dello 0,5%, mentre il Dow e il Nasdaq sono destinati a perdere rispettivamente l'1,5% e lo 0,8%.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, l’EUR/USD ha corretto al ribasso poiché il dollaro, in tempi di conflitto, torna a essere considerato un asset rifugio. Il Dollar Index, dopo aver toccato minimi venerdì mattina, è risalito fino a 98,15 per poi chiudere comunque positivo a 97,70.
All’apertura dei mercati di domani, potremmo assistere a dei gap che evidenzieranno un ulteriore rafforzamento del dollaro, specie se dovessero proseguire gli attacchi reciproci.
Interessante sarà anche il movimento dell’USD/JPY, che per ora ha corretto al rialzo, in assenza di prospettive di aumento dei tassi da parte della BoJ.
EUROZONA: CALO DEL SURPLUS COMMERCIALE
Il surplus commerciale dell'Eurozona si è ridotto a 9,9 miliardi di euro ad aprile 2025, in calo rispetto ai 13,6 miliardi dell’anno precedente e ben al di sotto delle aspettative di 18,2 miliardi.
Il calo è in gran parte dovuto ai dazi statunitensi. Le esportazioni totali sono diminuite dell'1,4% su base annua, trainate da forti cali nei settori dei combustibili, dei macchinari e dei mezzi di trasporto.
Le esportazioni di prodotti chimici sono aumentate del 6%, ma in netto rallentamento rispetto al +50,5% di marzo. Anche la crescita delle esportazioni verso gli Stati Uniti è rallentata (3,9% contro 63,9%), mentre quelle verso Cina e Regno Unito sono diminuite rispettivamente del 14,9% e del 6,0%.
Le importazioni sono aumentate dello 0,1%, raggiungendo i 233 miliardi di euro, sostenute soprattutto dai prodotti chimici (+6,2%). Le importazioni da Stati Uniti e Cina sono cresciute a un ritmo più lento.
USA: RISALE LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI
L'indice di fiducia dei consumatori statunitensi, redatto dall'Università del Michigan, è salito a 60,5 a giugno 2025, in netto rialzo rispetto al minimo quasi record di 52,2 registrato ad aprile e maggio, e ben oltre le attese di 53,5.
È il primo aumento del sentiment in sei mesi, trainato da un miglioramento delle valutazioni delle condizioni attuali (63,7 contro 58,9) e delle aspettative future (58,4 contro 47,9).
Nonostante la ripresa, il sentiment resta circa il 20% al di sotto del livello di dicembre 2024, quando la fiducia aveva ricevuto una spinta post-elettorale. Il calo riflette le preoccupazioni per i rischi economici legati alle politiche tariffarie statunitensi.
Le aspettative di inflazione sono migliorate: per l’anno successivo sono scese al 5,1% (dal 6,6% di maggio), mentre quelle a lungo termine sono calate al 4,1% (dal 4,2%).
IL PETROLIO CONSOLIDA
Venerdì i future sul greggio WTI sono balzati del 7,2%, attestandosi appena sotto i 73 dollari al barile, dopo aver toccato i massimi da febbraio, in un contesto di crescenti tensioni in Medio Oriente.
L’impennata è seguita all’attacco israeliano contro l’Iran, che ha generato ritorsioni e timori di un’escalation. Sebbene gli attacchi non abbiano colpito direttamente infrastrutture petrolifere, gli investitori restano cauti, soprattutto per il ruolo strategico dell’Iran nello Stretto di Hormuz.
La produzione iraniana di aprile è stata di 3,305 milioni di barili al giorno, sottolineando l’importanza della regione per l’approvvigionamento globale.
A sostenere i prezzi anche i dati dell’AIE, che hanno mostrato un calo maggiore del previsto delle scorte statunitensi, segnalando una domanda solida. L’AIE ha rassicurato i mercati dichiarando di disporre di 1,2 miliardi di barili di riserve di emergenza, pronte all’uso se necessario.
SETTIMANA ENTRANTE
Le tensioni in Medio Oriente continuano a dominare l’agenda, insieme ai negoziati commerciali tra gli Stati Uniti e i suoi principali partner.
L’attenzione si sposta anche sul vertice del G7 in Canada, dove i leader delle maggiori economie discuteranno delle principali sfide globali.
Sarà una settimana intensa per la politica monetaria: sono attese decisioni sui tassi da parte di FED, PBOC, BOJ e BOE, anche se le previsioni indicano tassi invariati. Tuttavia, altre banche centrali potrebbero muoversi: tra queste, la SNB, la Riksbank (Svezia), la banca centrale norvegese, turca, brasiliana, indonesiana, delle Filippine e di Taiwan.
Sul fronte macroeconomico, i dati più attesi includono: vendite al dettaglio e produzione industriale negli USA, inflazione nel Regno Unito, indice ZEW in Germania, produzione industriale e vendite al dettaglio in Cina, e dati commerciali dal Giappone. Buona settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
USD/JPY. NUOVO IMPULSO RIALZISTA📈 Cosa sta succedendo?
USD/JPY sta mostrando una forte pressione rialzista nell’ultima settimana, sostenuta da dati macro USA solidi e da una Bank of Japan ancora estremamente accomodante. Il cambio ha superato una resistenza chiave, spinto anche dal differenziale dei tassi d’interesse che resta favorevole al dollaro.
⚡ Conferme rialziste di analisi tecnica.
Sul grafico 4h, USD/JPY ha rotto la resistenza in area 144,50, che viene adesso testata come supporto.
Le medie mobili a 20 e 50 periodi hanno effettuato l’incrocio rialzista con la media mobile veloce che ha incrociato la media mobile lenta.
L’RSI è in zona positiva ma non ancora in ipercomprato, suggerendo spazio per ulteriori rialzi.
🌍 Analisi Fondamentale
Dati USA forti. I dati macro degli ultimi giorni hanno superato le attese, rafforzando il dollaro.
BoJ accomodante. La Bank of Japan mantiene una politica ultra-espansiva, con tassi ancora negativi e nessun segnale di rialzo imminente.
Differenziale tassi. Il differenziale dei tassi d’interesse tra USD e JPY continua a favorire il biglietto verde, incentivando flussi verso il dollaro.
🎯 Obiettivi di prezzo
Target 1: 146,50
Target 2: 148,5
⛔ Gestione del rischio
Stop Loss aggressivo: chiusura di una candela 4h sotto 144 (minimo relativo precedente)
Stop Loss conservativo: sotto 142
💡 Conclusione
La convergenza di segnali tecnici (breakout resistenza e incrocio medie mobili) uniti ai dati di natura fondamentale (dati USA forti, BoJ accomodante, differenziale tassi) crea una configurazione da tenere in considerazione per posizioni long su USD/JPY.
Ricorda sempre di aggiornare l’analisi con le news di mercato e di gestire il rischio in modo responsabile! 🟢
USDJPY, lo scenario ribassista può attendereChart di Capital.Com
Situazione settimanale
In precedente analisi era stata segnalata una figura di testa spalle ribassista sul cross cui manca solo il breakout della neckline
Il mese scorso una candela favorevole allo scenario aveva destato interesse e curiosità sul pattern.
Tuttavia la settimana appena conclusa ci consegna una candela la cui conformazione mette in dubbio, o quantomeno allontana, lo scenario
I prezzi adesso sono a ridosso della trendline ribassista che ha guidato la formazione della spalla destra.
Se con la nuova settimana viene violata e i prezzi fanno chiusure giornaliere sopra di essa lo scenario ribassista potrebbe attendere.
I Mercati tra dazi e incertezzeLa seduta di ieri a Wall Street si è conclusa in modo sostanzialmente neutro: l’S&P 500 ha chiuso intorno alla parità, il Nasdaq ha registrato un lieve rialzo dello 0,3%, mentre il Dow Jones ha perso lo 0,39%. L’incertezza continua a dominare i mercati, alimentata dalle crescenti preoccupazioni per l’escalation delle tensioni commerciali e da un indice PMI manifatturiero ISM inferiore alle attese. I settori che hanno registrato le peggiori performance sono stati quelli dei beni di consumo discrezionali, della finanza, dell’industria e del comparto immobiliare.
Nel frattempo, la Cina ha accusato gli Stati Uniti di aver violato il recente accordo commerciale, promettendo misure a tutela dei propri interessi. Questa accusa fa seguito a dichiarazioni simili del presidente Trump della scorsa settimana, secondo cui sarebbe stata la Cina a non rispettare i termini dell’intesa.
Parallelamente, le tensioni con l’Unione Europea si sono intensificate dopo che Trump ha annunciato l’intenzione di raddoppiare i dazi su acciaio e alluminio, portandoli al 50%. L’annuncio ha innescato un forte rally dei titoli statunitensi legati al settore dell’acciaio: Nucor è salita del 10,6%, Steel Dynamics dell’11% e Cleveland-Cliffs ha guadagnato il 21,9%.
In controtendenza, le azioni Tesla hanno perso oltre il 2%, penalizzate dal crollo delle immatricolazioni di nuovi veicoli in Francia, che a maggio sono diminuite del 67% su base annua.
AZIONARIO EUROPEO
La giornata di lunedì ha visto l’indice Stoxx 50 perdere oltre l’1%, mentre lo Stoxx 600 ha chiuso in calo dello 0,3%, appesantito dai rinnovati timori di un conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina. I settori più esposti al commercio globale sono stati i più penalizzati, in particolare quello automobilistico, che ha perso l’1,8%, la tecnologia, in calo dell’1,2%, e i beni per la casa, scesi dell’1%.
In controtendenza, i titoli petroliferi e del gas hanno registrato rialzi, sostenuti dall’aumento dei prezzi del greggio dopo che l’OPEC+ ha annunciato un incremento dell’offerta inferiore alle attese. Anche il comparto della difesa ha sovraperformato, con l’indice Stoxx aerospaziale e della difesa in crescita dello 0,5%. La tedesca Hensoldt ha guadagnato l’11,6% in seguito a un upgrade da parte di JPMorgan, mentre l’intero settore ha beneficiato dei nuovi piani di spesa per la difesa del Regno Unito, che includono investimenti in sottomarini d’attacco.
In calo invece Sanofi, che ha perso l’1,9% dopo l’annuncio dell’acquisizione della statunitense Blueprint Medicines per 9,1 miliardi di dollari.
VALUTE, DOLLARO A RISCHIO
L’indice del dollaro statunitense ha proseguito la sua discesa, scendendo sotto quota 98,2 all’inizio di giugno e avvicinandosi ai minimi triennali toccati ad aprile a 97,56, dopo aver chiuso maggio in leggero calo. Il calo è stato determinato principalmente da una rinnovata incertezza commerciale e da un’ondata di avversione al rischio, innescata da dati economici più deboli del previsto. Tuttavia, questa avversione al rischio si è manifestata quasi esclusivamente sul mercato valutario, senza riflettersi in modo evidente sull’azionario, sull’indice VIX o sui rendimenti obbligazionari.
L’ultimo dato sull’ISM Manufacturing PMI ha evidenziato una contrazione del settore manifatturiero più marcata del previsto, segnando il terzo mese consecutivo di calo. Le tensioni commerciali sono aumentate ulteriormente con l’annuncio di Trump di voler raddoppiare i dazi su acciaio e alluminio. Il dollaro si è indebolito su tutta la linea, con le perdite più significative nei confronti di yen, euro e dollaro australiano.
L’euro/dollaro ha toccato quota 1,1454 prima di correggere a 1,1415, mentre la sterlina, dopo aver testato 1,3560, è scesa fino a 1,3515. Entrambe le valute sembrano avere ancora margini di rialzo, rispettivamente verso 1,1570 e 1,3770. Il dollaro/yen ha toccato 142,36 per poi risalire a 143,25, ma resta da monitorare il supporto chiave a 141,90 e, in seconda battuta, a 139,70.
Le valute oceaniche continuano a mostrare debolezza rispetto a euro e sterlina, penalizzate dalle tensioni commerciali che colpiscono in particolare la Cina.
SVIZZERA, CRESCE IL PIL
Nel primo trimestre del 2025, il PIL svizzero è cresciuto dello 0,5%, in accelerazione rispetto allo 0,3% (rivisto al ribasso) del trimestre precedente, ma al di sotto della stima preliminare dello 0,7%. La crescita è stata sostenuta soprattutto dalla buona performance del settore manifatturiero, che ha registrato un’espansione del 2,1% rispetto all’1,2% precedente, dall’edilizia, salita dell’1,1% rispetto allo zero del trimestre precedente, e dal commercio e riparazione di veicoli, in crescita del 2,1% rispetto allo 0,3%.
La produzione è rimasta stabile in agricoltura, mentre è diminuita nell’attività estrattiva e nella fornitura di elettricità. Dal lato della spesa, si è osservato un rallentamento nei consumi privati, nella spesa pubblica e negli investimenti fissi. Il commercio netto ha avuto un impatto negativo, con le importazioni in aumento del 13,1% e le esportazioni cresciute solo del 10,5%.
Su base annua, il PIL è aumentato del 2,0%, in accelerazione rispetto all’1,6% del trimestre precedente e al di sopra della previsione dell’1,5%. Il franco svizzero si conferma molto forte sia contro l’euro (0,9350) sia contro il dollaro (0,8180).
USA, PMI IN CALO
A maggio 2025, l’indice PMI manifatturiero ISM negli Stati Uniti è sceso a 48,5, rispetto al 48,7 di aprile, risultando inferiore alle attese del mercato, che si attestavano a 49,5. Si tratta del terzo mese consecutivo di contrazione per il settore manifatturiero e del calo più marcato da novembre 2024, a conferma della crescente incertezza economica e delle persistenti pressioni sui costi, in parte legate alle politiche commerciali volatili dell’amministrazione Trump.
Tutti i principali indicatori – produzione, nuovi ordini, occupazione e arretrati – hanno registrato un calo, seppur a un ritmo più contenuto. Le nuove esportazioni sono diminuite in modo più netto, mentre l’indice delle scorte è tornato in territorio di contrazione, dopo un’espansione temporanea dovuta agli acquisti anticipati in vista dei dazi.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
USDJPY, torna d'attualità il testa e spalle ribassistaChart di Capital.Com
Situazione mensile.
Come segnalato in precedente analisi, seguiamo l'andamento di un potenziale testa spalle ribassista che si è formato su questo cross
Il mese di maggio a mio giudizio ci dà informazioni interessanti vista la forma della candela.
Infatti in essa possiamo leggere, avendo la forma di una shooting star, una potenziale conferma dell'uscita dal canale ribassista di lungo periodo rappresentando in questo caso l'ombra il pullback su di essa.
Con il nuovo mese, se i prezzi dovessero validare la shooting Star potremmo facilmente assistere ad un ulteriore movimento ribassista la cui profondità non è data da sapere in anticipo.
Tuttavia vista la breve distanza dalla neckline del testa e spalle, sarà interessante monitorare l'andamento dei prezzi per capire cosa avverrà il contatto con essa. Questo dovrebbe essere il compito dei prossimi giorni e settimane.
Inoltre, in questo periodo quando si considerano cross con lo yen giapponese non si può trascurare il momento macroeconomico del Giappone.
Unica nazione, tra le più importanti, che presenta una politica monetaria contrarian a quella del resto del mondo.
Le insistenti pressioni inflattive nel paese rappresentano una spada di Damocle sulla nostra testa poiché potrebbero innescare un più deciso inasprimento monetario con possibile robusto rafforzamento dello yen.
Mercati USA: Volatilità, Dazi e Fiducia in RipresaL'S&P 500 ha guadagnato lo 0,4%, il Nasdaq lo 0,34% e il Dow Jones è salito dello 0,24% nella sessione di ieri, giovedì, con le azioni Nvidia in rialzo di oltre il 6% dopo che l'azienda ha riportato solidi utili e prospettive ottimistiche per il trimestre in corso.
Il CEO della compagnia ha ribadito che il mercato dell'intelligenza artificiale rimane sulla buona strada per una "crescita esponenziale". Il sentiment è stato ulteriormente rafforzato dalla sentenza della Corte per il Commercio Internazionale degli Stati Uniti, che ha stabilito che il Presidente Trump avrebbe abusato della propria autorità imponendo dazi reciproci e ha ordinato di rimuoverli.
L'amministrazione Trump ha già, nel frattempo, chiesto alla Corte d'appello di sospendere la sentenza sui dazi e oggi, sempre Trump, potrebbe chiedere alla Corte Suprema di mantenere intatte le tariffe. Sebbene l'esito finale possa essere quindi determinato da tribunali superiori, la sentenza ha offerto un certo sollievo per quanto riguarda le preoccupazioni relative alla guerra commerciale.
Nella notte però, la Corte d'Appello degli Stati Uniti ha sospeso temporaneamente la sentenza che ha bloccato i dazi di Trump, accogliendo la richiesta dei legali della Casa Bianca, in attesa di un pronunciamento sul ricorso.
Sul fronte economico, la seconda stima ha mostrato che il PIL statunitense si è contratto dello 0,2% nel primo trimestre del 2025, leggermente inferiore alla stima iniziale dello 0,3%. Tuttavia, gli utili aziendali sono diminuiti del 3,6% nello stesso periodo. Il settore tecnologico è stato di gran lunga quello con le migliori performance, mentre i beni di consumo di base, le utility e i prodotti industriali hanno registrato cali.
IL DOLLARO PERDE QUOTA
Nonostante la decisione del tribunale federale USA, che ha bocciato i dazi di Trump, dichiarandoli illegali, il dollaro, dopo una iniziale ripresa, ha perso quota durante il resto della seduta di ieri, perdendo oltre l’1% contro le principali valute concorrenti.
L’EUR/USD si è arrampicato dopo i dati sulla disoccupazione settimanale, peggiori delle attese, a 1.1380-85 area, mentre il Cable non è riuscito nella stessa performance, fermandosi a ridosso di 1.3500 e causando l’impennata di EUR/GBP, salito a 0.8430.
Il USD/JPY ha perso a sua volta terreno, tornando a 144.00 da 146.30. Il CHF rimane forte nonostante l’appetito al rischio sia tornato a farsi vedere.
USA: IN CALO GLI UTILI DELLE AZIENDE
Gli utili aziendali negli Stati Uniti sono diminuiti del 3,6% rispetto al periodo precedente, attestandosi a 3.192 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2025, invertendo la tendenza rispetto al balzo del 5,9% registrato nel quarto trimestre.
Si tratta del calo maggiore dal quarto trimestre del 2020. Gli utili non distribuiti sono crollati del 12% e il flusso di cassa netto è sceso del 4,7% (rispetto al +5,8%). Nel frattempo, i dividendi netti sono aumentati dell'1,9%, in accelerazione rispetto a un aumento dello 0,5%. Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, gli utili aziendali sono aumentati del 5,1%.
PIL USA, SECONDA RILEVAZIONE
L'economia statunitense si è contratta a un tasso annualizzato dello 0,2% nel primo trimestre del 2025, in leggero miglioramento rispetto alla stima iniziale di un calo dello 0,3%, ma ha comunque segnato la prima contrazione trimestrale del PIL in tre anni.
La revisione al rialzo è stata trainata da investimenti fissi più forti del previsto, che hanno parzialmente compensato la debolezza della spesa al consumo e un freno derivante dagli scambi commerciali maggiore del previsto. Le importazioni di beni e servizi sono aumentate del 42,6%, poiché imprese e consumatori si sono affrettati ad accumulare beni in previsione di prezzi più elevati a seguito degli annunci dei dazi da parte dell'amministrazione Trump.
Inoltre, la crescita della spesa al consumo ha rallentato all'1,2%, il ritmo più debole dal secondo trimestre del 2023, mentre la spesa del governo federale è diminuita del 4,6%, il calo più netto dal primo trimestre del 2022. Al contrario, gli investimenti fissi sono aumentati del 7,8%, il guadagno più forte da metà 2023, e le esportazioni sono aumentate del 2,4%.
ITALIA, SALE LA FIDUCIA
L'indice di fiducia del settore manifatturiero in Italia è salito a 86,5 a maggio 2025, rispetto al dato rivisto al rialzo di 85,8 del mese precedente, superando le aspettative del mercato che si attestavano a 86,2.
Si tratta del valore più alto da febbraio, grazie al miglioramento del sentiment su diversi indicatori chiave. Le aspettative sulla produzione, sul portafoglio ordini e sulla situazione economica per i successivi tre mesi sono diventate meno pessimistiche. Nel frattempo, il sentiment sulle prospettive occupazionali a tre mesi ha continuato a peggiorare.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
USDJPY testa spalle ribassista Il trend rimane negativo e sembra voler andare a ritestare la linea del collo della figura di analisi tecnica testa spalle, figura di inversione di trend in questo caso ribassista. Per essere attivata è necessaria una rottura con volumi sotto la linea del collo.
Il target potenziale da manuale sarebbe a 118,274. Ovviamente non ci arriverà in pochi giorni o settimane, si tratta di posizioni che potrebbero durare un anno o anche di più.
USD/JPY – Strategia Long su Supporto Chiave (TF 2H)1. Punto di ingresso (Entry Point): 143,373
2. Stop Loss: circa 141,707
3. Target (EA Target Point): 148,674
4. Ampiezza operazione: circa 530 pips (4,20%)
Osservazioni Tecniche:
Il grafico mostra una zona di supporto ben definita (fascia viola) dove il prezzo ha rimbalzato più volte, indicata da cerchi arancioni.
La strategia suggerisce un'entrata long in corrispondenza del supporto (143,373), con uno stop loss sotto il minimo locale (141,707).
Il target si colloca in prossimità della resistenza precedente a 148,674, che corrisponde a un rally significativo avvenuto a inizio maggio.
Media Mobili:
La media mobile blu (probabile 200-periodi) funge da resistenza dinamica.
La media mobile rossa (più veloce) evidenzia una possibile inversione rialzista, ma attualmente il prezzo è ancora sotto entrambe.
Considerazioni:
L’idea di trading è chiaramente long, puntando su un rimbalzo dal supporto con rischio contenuto rispetto al potenziale profitto (buon rapporto rischio/rendimento).
Attenzione: il prezzo dovrà rompere con forza le medie mobili per confermare la direzione rialzista.
USD/JPYAnalisi descrittiva:
Zona di attenzione principale: 143,576
Questa è una zona chiave prezzo-tempo. Il grafico suggerisce di monitorarla attentamente, in quanto una chiusura giornaliera sotto questo livello potrebbe attivare un movimento ribassista.
Scenario 1: Rottura verso il basso (Bearish)
Condizione: Se la chiusura giornaliera si verifica sotto i 143,576.
Proiezione: Potenziale discesa verso la zona di supporto temporale a 141,346.
Questa zona è evidenziata in arancione come possibile target ribassista nel caso il prezzo non riesca a mantenere la zona 143,576.
Scenario 2: Rottura verso l’alto (Bullish)
Condizione: Se durante le ore dalle 17 fino alla chiusura della candela giornaliera, il prezzo si mantiene sopra i 143,576.
Proiezione: Possibile retest delle zone superiori:
144,777
144,848
Queste zone rappresentano un’altra area prezzo-tempo rilevante, con potenziale resistenza.
Riepilogo operativo:
Livello Tipo Azione se violato
143,576 Zona chiave Sotto → Bearish verso 141,346
Sopra → Bullish verso 144,777–144,848
141,346 Supporto temporale Possibile target se rottura ribassista
144,777–144,848 Resistenza temporale Target in caso di conferma rialzista
Conclusione:
La zona dei 143,576 rappresenta un punto critico dove il mercato potrebbe decidere la sua prossima direzione. Si suggerisce di monitorare attentamente il comportamento del prezzo attorno a questo livello nelle prossime ore, in particolare nella fase finale della giornata, per valutare la conferma di uno dei due scenari.
USDJPY e SPX: Una Correlazione che Racconta più di Quanto Sembra🔶 Fase 1: 2000–2008 – Crisi tecnologica e finanziaria
Contesto macroeconomico:
Scoppio della bolla dot-com nel 2000.
Attacchi dell'11 settembre 2001.
Crisi dei mutui subprime nel 2007–2008.
Esempio concreto:
Nel 2000, l'S&P 500 ha perso circa il 49% del suo valore tra il picco di marzo 2000 e il minimo di ottobre 2002.
Durante lo stesso periodo, lo yen giapponese si è apprezzato rispetto al dollaro USA, passando da circa 110 a 102 JPY/USD.
Interpretazione:
In periodi di crisi, gli investitori tendono a ritirare i capitali da asset rischiosi (come le azioni) e a rifugiarsi in valute considerate sicure, come lo yen giapponese. Questo comportamento porta a una correlazione negativa tra l'S&P 500 e USD/JPY: quando l'S&P 500 scende, USD/JPY tende a scendere (yen si rafforza).
🔷 Fase 2: 2008–2012 – Politiche monetarie espansive
Contesto macroeconomico:
Crisi finanziaria globale del 2008.
Implementazione del Quantitative Easing (QE) da parte della Federal Reserve.
Tassi d'interesse prossimi allo zero in Giappone.
Esempio concreto:
Nel marzo 2009, l'S&P 500 ha raggiunto un minimo di circa 676 punti.
Nel novembre 2011, USD/JPY ha toccato un minimo storico di circa 75,5.
Interpretazione:
Nonostante le politiche monetarie espansive, la fiducia degli investitori era ancora fragile. Lo yen ha continuato a rafforzarsi, indicando una persistente avversione al rischio. La correlazione tra S&P 500 e USD/JPY è rimasta negativa o neutra.
🟩 Fase 3: 2012–2025 – Divergenza delle politiche monetarie
Contesto macroeconomico:
Abenomics in Giappone con ulteriori stimoli monetari.
Ripresa economica negli Stati Uniti con rialzi dei tassi d'interesse da parte della Fed.
Politiche monetarie divergenti tra Fed e Bank of Japan.
Esempio concreto:
Tra il 2012 e il 2015, USD/JPY è salito da circa 80 a 125, indicando un forte deprezzamento dello yen.
Durante lo stesso periodo, l'S&P 500 è passato da circa 1.400 a oltre 2.100 punti.
Interpretazione:
La divergenza delle politiche monetarie ha reso il dollaro più attraente rispetto allo yen, incentivando il "carry trade": gli investitori prendevano in prestito yen a basso costo per investire in asset denominati in dollari con rendimenti più elevati. Questo ha portato a una correlazione positiva tra S&P 500 e USD/JPY: entrambi sono saliti.
📌 Conclusione
La relazione tra l'S&P 500 e USD/JPY varia in base al contesto macroeconomico:
Correlazione negativa in periodi di crisi, dove lo yen funge da valuta rifugio.
Correlazione positiva in periodi di espansione economica e politiche monetarie divergenti, incentivando il carry trade.
Monitorare questa correlazione può offrire spunti utili per comprendere il sentiment degli investitori e le dinamiche dei flussi di capitale globali.
USD/JPY Scenario Long USD/JPY – Contesto Attuale
Nella giornata odierna abbiamo assistito a un importante riassorbimento del ribasso iniziato con l’impulso del 13 maggio. Dopo una fase di debolezza e progressiva discesa dei prezzi, le prime ore del mercato odierno hanno mostrato una reazione significativa, con il prezzo che è riuscito a riconquistare i livelli chiave di 144,86 e 144,81 (prezzo-tempo rilevanti).
Questo movimento rappresenta una rottura strutturale a breve termine, segnalando una possibile volontà del mercato di invertire almeno temporaneamente la direzione, recuperando terreno perso durante la fase ribassista.
📈 Ipotesi Operativa
Se nella giornata di oggi il prezzo dovesse chiudere al di sopra dei livelli di 144,86 e 144,81, valuterei un’entrata long di breve termine con l’obiettivo di un retest della fase distributiva in area 145,83, ovvero il punto da cui è partito l’impulso ribassista il 13 maggio.
🎯 Target: 145,83 (zona distributiva)
🛡️ Stop Loss: 144,41(area solida e ben difesa dal mercato)
⏳ Validazione: Chiusura giornaliera sopra i livelli indicati
📌 Considerazioni Finali
Questo scenario si basa su una lettura prezzo-tempo coerente con il comportamento istituzionale del mercato: un recupero rapido di livelli persi dopo un eccesso ribassista può spesso preludere a un movimento correttivo più ampio, specie se supportato da una chiusura daily forte.
Fammi sapere se vuoi anche un commento da inserire nel diario di trading o un piano operativo più dettagliato. Alla prossima! 👋📉📈
Scenario Ribassista USD/JPY (Settimanale)Contesto Tecnico Ribassista:
Rottura Ribassista Chiave: La rottura decisa al di sotto della nuvola di Ichimoku sul grafico settimanale è il segnale tecnico primario che supporta uno scenario ribassista di lungo termine. Questa rottura indica un cambio di regime e una probabile continuazione del trend al ribasso.
Resistenza Dinamica Attiva: Il Tenkan-sen e il Kijun-sen si trovano al di sotto della nuvola e agiscono come livelli di resistenza dinamica. I tentativi di rimbalzo del prezzo verso questi livelli potrebbero essere respinti, offrendo opportunità di vendita. La mancata rottura al di sopra di questi indicatori rafforza la prospettiva ribassista.
Proiezione dei Target Ribassisti (Hosoda): I target proiettati (NT = 138.42, V = 131.119, N = 129.656, E = 120.892) rappresentano i potenziali punti di arrivo per il movimento ribassista in corso, basati sull'analisi delle onde di Hosoda. La sequenza e la velocità con cui questi target vengono raggiunti possono indicare la forza del trend.
Struttura Implicita delle Onde: Sebbene non esplicitamente etichettata, la presenza di diversi target ribassisti suggerisce una struttura di onde discendenti in evoluzione, dove ogni target rappresenta potenzialmente la fine di un'onda ribassista o di una sua sottocomponente.
Strategie di Trading Ribassiste (Tecniche):
Vendita sui Pullback: Cercare opportunità di vendita (short) in corrispondenza dei rimbalzi verso il Tenkan-sen (attualmente intorno a 144.80) o il Kijun-sen (attualmente intorno a 148.65).
Entrata al Breakout dei Supporti: Considerare entrate short al superamento al ribasso di livelli di supporto chiave o al di sotto del primo target (NT a 138.42).
Seguire l'Ichimoku: Mantenere posizioni short finché il prezzo rimane al di sotto della nuvola. Una chiusura settimanale convincente al di sopra della nuvola sarebbe un segnale di allarme per lo scenario ribassista.
Punti di Invalidazione dello Scenario Ribassista (Tecnici):
Rottura Decisa della Nuvola: Un movimento sostenuto e con convinzione al di sopra della nuvola di Ichimoku sul grafico settimanale invaliderebbe questo scenario ribassista.
Rottura Sostenuta del Kijun-sen: Una permanenza prolungata del prezzo al di sopra del Kijun-sen (attualmente intorno a 148.65) potrebbe indicare una perdita di pressione ribassista significativa e un potenziale inizio di una fase correttiva più ampia.
Formazione di Pattern Rialzisti: La comparsa di pattern grafici rialzisti affidabili (non visibili al momento) potrebbe suggerire un potenziale cambio di direzione, anche se richiederebbero conferma.
Conclusione Ribassista:
Dal punto di vista puramente tecnico, il grafico settimanale di USD/JPY presenta un quadro ribassista. La rottura sotto la nuvola di Ichimoku e la presenza di target ribassisti proiettati dall'analisi di Hosoda suggeriscono una potenziale continuazione del movimento al ribasso.
USDJPY – GAP o Breakdown? Momento decisivo sul supportoLa coppia USDJPY si trova attualmente in una zona “critica” sul grafico H4, avendo appena toccato l’area di supporto intorno a 144.8–145.0 dopo il recente movimento ribassista. A questo punto, penso che il mercato sia indeciso tra due direzioni: chiudere il GAP in alto o proseguire il trend discendente.
Scenario 1:
Il prezzo ha lasciato un piccolo GAP attorno a 145.9. Se il supporto attuale tiene e si forma un pattern di inversione (come una pinbar o una engulfing), USDJPY potrebbe rimbalzare leggermente verso 145.9 per chiudere il GAP. Questo livello coincide anche con la confluenza tra le EMA34 e EMA89, che fungeranno da resistenza dinamica.
Scenario 2:
Se la pressione d’acquisto non è sufficiente e il prezzo rompe sotto 144.8, si attiverebbe nuovamente la pressione ribassista. In tal caso, il prossimo obiettivo sarà l’area di minimo precedente intorno a 143.7 – un livello che aveva sostenuto un forte rimbalzo in passato.
Ricordate di seguire da vicino le notizie di mercato e mantenere sempre la disciplina nel trading!
Istanbul, nulla di fatto, per oraIl primo tentativo di pace tra Russia e Ucraina sembra essere miseramente fallito sul nascere. Le richieste avanzate dalla delegazione di Mosca sono state ritenute “irricevibili” da Kiev, poiché includevano il ritiro totale dell'Ucraina dalle quattro regioni parzialmente occupate dalle forze russe: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson.
In realtà, sebbene i negoziati non abbiano prodotto grandi risultati, rappresentano comunque un primo tentativo di dialogo che non si verificava dal 2022. Si parla di uno scambio di mille prigionieri di guerra per parte e si prefigurano nuovi incontri. I mercati vedono positivamente questi piccoli passi avanti.
Sul fronte del conflitto israelo-palestinese, si registrano lievi progressi nei colloqui in corso a Doha, ma nulla di sostanziale per il momento.
Nel frattempo, l’agenzia di rating Moody’s ha declassato, venerdì sera prima della chiusura dei mercati, il rating a lungo termine del governo degli Stati Uniti per le obbligazioni senior non garantite e per le obbligazioni emesse a lungo termine, da Aaa ad Aa1. L’outlook è stato modificato da negativo a stabile.
Nonostante ciò, i principali indici azionari statunitensi hanno chiuso l’ultima seduta della settimana in territorio positivo.
WALL STREET SNOBBA MOODY’S
Wall Street ha chiuso la settimana in rialzo, con tutti e tre i principali indici che hanno registrato solidi guadagni settimanali, sostenuti dall’allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
L’S&P 500 è salito dello 0,7% venerdì, segnando il quinto guadagno giornaliero consecutivo. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,4%, mentre il Dow Jones è avanzato di 331 punti, recuperando le perdite da inizio anno.
Una tregua tariffaria di 90 giorni tra Stati Uniti e Cina ha migliorato il sentiment del mercato, riportando l’S&P 500 in territorio positivo per l’anno. Tuttavia, i dati deboli sul sentiment dei consumatori hanno leggermente attenuato il rally, con l’indice dell’Università del Michigan sceso a 50,8, il secondo valore più basso mai registrato.
Le performance delle Big Tech sono state contrastanti: Alphabet è salita dell’1,2%, mentre Meta è scesa dello 0,5%.
Durante la settimana, l’S&P 500 ha guadagnato il 5,3%, il Dow Jones il 3,4% e il Nasdaq il 7%. I titoli tecnologici hanno registrato un forte rialzo, trainati dal +16% di Nvidia. Meta è salita dell’8%, Apple del 6% e Microsoft del 3%.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, si osserva un rafforzamento del dollaro. Dopo i tentativi falliti di superare l’area 1,1250–1,1260, l’euro ha rotto i primi livelli chiave a 1,1160, chiudendo la settimana in area 1,1135–1,1140.
Il mercato resta parzialmente dollaro-centrico, in una fase comunque caratterizzata da appetito per il rischio. Nonostante dazi, tensioni economiche e geopolitiche, gli operatori intravedono segnali di miglioramento, confidando nella diplomazia che inizia a muoversi.
Sul fronte macroeconomico, il rallentamento dell’economia statunitense è visto positivamente dalle borse, soprattutto se graduale, poiché potrebbe consentire alla Fed di ridurre il costo del denaro.
Il cambio USD/JPY consolida dopo tre sessioni consecutive di calo, passando da 148,60 a 145,60, con un minimo temporaneo sotto 145,00. Il trend resta comunque rialzista, in una fase di accumulazione.
Le valute oceaniche restano deboli, in attesa di dati positivi dalla Cina.
USA, FIDUCIA DEI CONSUMATORI IN CALO
Il sentiment dei consumatori dell’Università del Michigan è crollato a 50,8 a maggio 2025, in calo rispetto al 52,2 di aprile e ben al di sotto delle attese di 53,4. Si tratta del quinto calo mensile consecutivo e del secondo valore più basso mai registrato, dopo giugno 2022.
Le aspettative di inflazione in aumento e le rinnovate preoccupazioni sui dazi continuano a pesare sul morale dei consumatori. Sia l’indice delle condizioni attuali sia quello delle aspettative sono peggiorati.
Le aspettative di inflazione per l’anno a venire sono salite al 7,3% (massimo dal 1981), rispetto al 6,5% precedente. Quelle a lungo termine sono aumentate al 4,6% dal 4,4%.
BILANCIA COMMERCIALE EUROPA E ITALIA
L’area euro ha registrato un surplus commerciale record di 36,88 miliardi di euro a marzo 2025. La media storica dal 1999 al 2025 è di circa 5,79 miliardi, con un minimo storico di -54,92 miliardi ad agosto 2022.
L’Italia ha registrato un surplus commerciale di 3,657 miliardi di euro a marzo 2025, inferiore alle attese di 5,2 miliardi e in calo rispetto ai 4,295 miliardi dello stesso mese del 2024.
Le importazioni sono aumentate del 7,6% su base annua, raggiungendo i 53,75 miliardi di euro, con una crescita sia dai paesi UE (+6,8%) sia extra-UE (+8,8%). L’aumento è stato trainato soprattutto dai prodotti farmaceutici (+62,5%), in particolare dalla Cina.
Le esportazioni sono cresciute del 5,8%, raggiungendo i 57,41 miliardi di euro, con una crescita maggiore verso i paesi extra-UE (+8,2%) rispetto a quelli UE (+3,7%). Gli Stati Uniti hanno registrato l’aumento più significativo (+41,2%), seguiti dai paesi OPEC (+25%) e dalla Francia (+4,2%).
Nel periodo gennaio-marzo, il surplus commerciale italiano è sceso a 7,81 miliardi di euro, rispetto ai 12,79 miliardi dello stesso periodo del 2024.
LA SETTIMANA DI DATI
Settimana povera di novità sul fronte macroeconomico. L’attenzione resta concentrata sugli sviluppi relativi ai dazi, sui discorsi dei funzionari della Federal Reserve e sulla pubblicazione degli indici PMI manifatturieri e dei servizi di S&P Global.
A livello globale, riflettori puntati sui PMI di Australia, Giappone, India, Francia, Germania, area euro e Regno Unito.
In Cina, attesa per i dati su produzione industriale, vendite al dettaglio e decisione della PBoC sui tassi d’interesse. Il Giappone pubblicherà i dati su inflazione e bilancia commerciale. La Germania diffonderà l’indice Ifo Business Climate, mentre il Regno Unito pubblicherà i dati su inflazione e vendite al dettaglio.
Infine, la banca centrale australiana annuncerà la sua decisione sui tassi.
Buona settimana.
Saverio Berlinzani
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Buongiorno a tutti,
anche oggi ci troviamo per la consueta analisi settimanale.
Stavolta puntiamo l’attenzione sul cambio USD/JPY, che mostra un’impostazione tecnica davvero interessante dopo settimane di ritracciamento ordinato.
Il trend di fondo nel lungo periodo ( grafico mensile ) resta ancora rialzista, ma la scorsa settimana il grafico weekly ci ha regalato una Pin Bar / FTW molto ben strutturata, in reazione al test della EMA21 e del livello chiave a 147,00 ( anche estensione fibonacci della TAB della settimana del 21 aprile scorso ), che ha agito come resistenza dinamica e statica.
Una candela che può rappresentare un segnale potenzialmente decisivo per un cambio di marcia nel breve.
Operativamente, la mia attenzione ora si sposta sul grafico daily, dove cercherò segnali short ben contestualizzati secondo la mia price action.
La conferma daily è per me essenziale per poter gestire in maniera efficace rischio/rendimento e per validare l’idea operativa.
Il mio target iniziale si posiziona in area 140,50, una zona di supporto importante che potrebbe rappresentare il prossimo approdo naturale del prezzo.
Tuttavia, qualora non dovessero configurarsi segnali short chiari su daily o se il prezzo dovesse riportarsi sopra i 149, considererò fallita questa view e rivedrò di conseguenza il mio scenario operativo.
Come sempre, seguirò la coppia valutaria nei prossimi giorni e sarò operativo se dovessero presentarsi segnali operativi concreti.
Per oggi è tutto, un caro saluto e… buon TRADING SIMPLE!
USDJPY, una shooting star dal potenziale esplosivoChart di Capital.Com
Il cambio è rialzista nel lungo periodo
Tuttavia qualche crepa nel trend risulta evidente dalla insistente attività sul livello, ormai di supporto, in area 140.
Con questa insistenza, si è disegnato sul grafico mensile un sontuoso testa spalle ribassista che sta lì, buono buono per adesso.
Notare i volumi importanti associati ai momenti di calo.
I prezzi intanto si sono portati sotto la parte bassa del canale rialzista e con la settimana appena conclusa abbiamo una pericolosa shooting star su questo livello.
Il potenziale è notevole, visto che potrebbe rappresentare un pullback sul canale rialzista di lungo periodo appena abbandonato e volontà di non portarsi oltre la trendline ribassista che ha guidato in movimento dal precedente massimo importante
Il quadro tecnicamente è molto interessante e potenzialmente esplosivo se dovesse cedere il supporto, nonché neckline del gigantesco testa spalle, in area 140.