PETROLIO: MOMENTO CRUCIALEPoco da aggiungere, range di compressione sul giornaliero superato al rialzo da manuale.
Ora il treno prosegue con molta forza e la resistenza dinamica diventa una zona cruciale per gli sviluppi futuri.
Nella scorsa idea ipotizzavo anche qualche ritracciamento prima di un proseguimento, per ora non ne ho visto l'ombra.
Considerazioni strettamente personali da non prendere come sollecitazione all'investimento ma solo come base\spunto per una propria analisi più approfondita!
Idee operative USOILSPOT
WTI: continua la salitaCome previsto nell'analisi del 3 Aprile sono stati superati gli 81$ e in settimana è partito il terzo bisettimanale del nuovo trimestrale iniziato il 20 Marzo ed è partito dopo una minuscola correzione, come quello che lo ha preceduto, il che ci dice che la forza ciclica è piuttosto forte. Infatti, questo nuovo bisettimanale indice si è già messo al rialzo violando il max di quello precedente.
Ora, nonostante la forte resistenza posta in area 82.50 mi attendo un altro spunto rialzista per la chiusura del ciclo annuale inverso e il raggiungimento del poc della discesa in area 88.20. Possibile anche un ulteriore allungo fino ad area 97.30 da seguire sui cicli minori.
Questa ipotesi di struttura è invalidata sotto 79.36 se prima non è stato raggiunto il target della chiusura annuale.
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare.
PETROLIO: Analisi di mercato Le quotazioni del petrolio WTI veleggiano al di sopra della resistenza a 82,40 dollari, lasciata in eredità dai massimi del 22 novembre 2022. Se gli acquirenti riuscissero ad allontanarsi ulteriormente da tale intorno, si potrebbe osservare un’accelerazione verso gli 85,50 dollari in primis, per poi passare agli 88 dollari. Per osservare una correzione, i venditori potrebbero attendere una discesa sotto i 79 dollari. Come evidenziato nelle precedenti newsletter, se ciò avvenisse i corsi avrebbero la possibilità di iniziare a chiudere l’ampio gap down aperto dal 3 aprile 2023. In questa eventualità, l’obiettivo si potrebbe trovare sui 76 dollari.
PETROLIO: Analisi giornaliera Le quotazioni del petrolio WTI hanno sfruttato la soglia psicologica degli 80 dollari al barile per dare il via ad un nuovo rimbalzo riportandosi nei pressi della coriacea resistenza a 83 dollari, espressa dai massimi del 22 novembre 2022. Se questo ostacolo fosse superato, si potrebbe osservare una ripartenza dei corsi verso gli 85,50 dollari in primis, per poi passare agli 88 dollari. Al contrario, verrebbe interpretata negativamente una discesa sotto i 79 dollari, che permetterebbe ai venditori di iniziare la chiusura dell’ampio gap down aperto dal 3 aprile 2023. In questa eventualità, l’obiettivo della correzione si potrebbe trovare sui 76 dollari.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 12.04.2023I mercati credono nel calo dell’inflazione: oggi il dato CPI Usa.
Un calo dell’inflazione alimenterebbe la speranza di un “easing monetario”.
Consumi private in calo in Europa, ma e’ presto per chiamarla recessione.
Previsioni del FMI ottimistiche solo per la Cina: oltre +5% nel 2023.
Ieri, 12 aprile, le notizie migliori sono arrivate dalla Cina, specificamente la frenata dei prezzi al consumo, scesi a marzo -0,3% rispetto a febbraio, per una variazione annuale di +0,7%, in calo dal +1% di febbraio. Ottimismo crescente anche per le sorti di bitcoin, tornato sopra 30 mila Dollari come non accadeva da giugno 2022, pur restando lontanissimo dai 70 mila sfiorati a novembre 2021.
I mercati azionari europei hanno segnato buoni rialzi: Parigi +0,89%, Francoforte +0,37%, Londra +0,52%, Milano +1,15%. Alla vigilia dell’importantissimo dato di oggi 12 aprile sull'inflazione Usa di marzo, Wall Street ha chiuso con variazioni minime: Dow Jones +0,29%, Nasdaq -0,43%, S&P500 invariato.
Secondo il Segretario al Tesoro americano Janet Yellen "l'inflazione statunitense rimane troppo alta, ma si è moderata negli ultimi 6 mesi: il sistema bancario rimane solido, con forti posizioni di capitale e liquidità, mentre il sistema finanziario globale è resiliente”: parole decisamente tranquillizzanti, viene da dire..
In Svizzera, sul tema della “salute” delle banche, rilevamo i toni concilianti del Presidente della Confederazione, Alain Berset, secondo il quale “la scomparsa del Credit Suisse, acquisito dalla concorrente Ubs, non è quella della Svizzera" e che il suo fallimento "avrebbe avuto conseguenze disastrose per il Paese".
In Europa l’inflazione ancora troppo alta ha penalizzato le vendite al dettaglio a febbraio, scese -0,8% in volume rispetto a gennaio 2023 e -3,0% rispetto a febbraio 2022: il dato, fornito da Eurostat (Ufficio statistico dell’Unione europea) era atteso e testimonia un trend semi-recessivo dei consumi privati.
La febbrile attesa per il dato sull’inflazione Usa di marzo, in calendario oggi, e’ dovuta alla sua potenziale influenza sulle decisioni di politica monetaria della Federal Reserve (FED-Banca centrale Usa). Il consenso prevede un forte rallentamento del dato generale (“headline”) a +5,2% dal +6,0% precedente, ma anche uno sgradito ulteriore aumento di quello 'core', a +5,6% da +5,5%.
Altrettanto importate sara’ quello di domani, 13 aprile, sull’inflazione Pce (personal consumption expenditure), calibrato sulla spesa “tipica” delle famiglie americane, a cui la FED assegna grande rilievo per decidere eventuali aumenti del costo del denaro.
Sul tema, l’analisi dei future sui Fed Funds assegna una probabilita’ del 75% ad un rialzo di 25 punti base al meeting del 4 maggio, ed una del 67% alla stabilita’ del costo del denaro nellla riunione successiva del 14 giugno.
Venerdì 13 negli States iniziera’ il rilascio delle relazioni trimestrali, importante momento di verifica sull’andamento dell’economia nel primo trimestre dell’anno.
I rendimenti dei Govies europei sono in lieve rialzo, ma gli spread di rendimento tra Bund decennale tedesco e omologhi “periferici” resta stabile: quello verso BTP benchmark e’ 185 bps, col BTP decennale che paga 4,15%, da 4,02% di martedi’ 10.
Salgono i tassi sui mutui in Italia, toccando il 4,12% a febbraio, dal 3,95% di gennaio: lo si legge nell’ultimo Bollettino della Banca d'Italia, secondo cui anche il tasso applicato alle nuove erogazioni di credito al consumo e’ salito a 9,88%, dal 9,79% di gennaio.
Ieri, 11 aprile, sono leggermente risaliti i rendimenti dei titoli di Stato Usa (Treasury 10 anni a +3,44%), quando John Williams, Presidente della Regional Fed di New York, si è detto favorevole ad un nuovo rialzo di +0,25% a maggio: piu’ cauto Austan Goolsbee, (Fed di Chicago), che invoca "prudenza e pazienza" nella politica monetaria, temendo una pericolosa stretta creditizia.
Come noto, il Fondo Monetario Internazionale ritiene che il GDP (prodotto interno lordo) mondiale, nel biennio 2023-2024, possa crescere al passo più lento da 30 anni, rallentando dal +3,4% del 2022 al +2,8% nel 2023 e recuperare +3,0% nel 2024.
La crescita negli USA rallenterà al +1,6% nel 2023 dal 2,1% del 2022 e al +1,1% nel 2024. Nell'area Euro e’ prevista una riduzione al +0,8% nel 2023, dal 3,5% del 2022, seguito da una crescita del +1,4% nel 2024. Per la Cina e’ previsto +5,2% nel 2023 e +4,5% nel 2024, dopo il +3,3% del 2022.
Sul mercato valutario, il cambio Euro/Dollaro e’ stabile attorno a 1,091, mentre quello Euro/ Yen, dopo la conferma della politica monetaria super accomodante, e’ salito a 145,7 da 143,8.
Il prezzo del petrolio torna a crescere e ieri il Wti (greggio riferimento Usa) ha toccato 81,1 Dollari/barile, +1,7%. In rialzo, +2,6% a 44,2 Euro/megawattora, anche il prezzo del gas naturale europeo sulla trading venue TTF di Amsterdam.
Piuttosto eterogenee le chiusure delle Borse asiatiche di stamattina: il Nikkei giapponese e’ salito per la 4’ seduta consecutiva, +0,57% sulla positivita’ di Warren Buffett (Berkshire Hathaway), che ipotizza investimenti aggiuntivi sulla borsa nipponica. Hong Kong, -1,1%, risente del forte calo, -5,5%, di Tencent. In Cina Shanghai +0,41% e Shenzhen +0,06%.
A fine mattinata, i maggiori listini azionari europei mostrano un’intonazione positiva e progressi medi di +0,6%. In una seduta che sara’ influenzata dal dato sull’inflazione Usa e dalla pubblicazione dei verbali dell'ultima riunione della FED i future su Wall Street indicano riaperture in rialzo, attorno +1% (ore 13.30 CET).
Informazioni importanti
Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.
Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
PETROLIO: ANALISI GIORNALIERA Le quotazioni del petrolio WTI si mantengono sopra la soglia psicologica degli 80 dollari al barile. Nel breve periodo per i venditori il principale livello da monitorare è quello dei 79 dollari che, se violato, aprirebbe le porte alla chiusura del gap up aperto dal 3 aprile 2023. In questo quadro, l’obiettivo si troverebbe nei pressi dei 76 dollari, dove passa la trendline che unisce i minimi del 9 dicembre 2022 a quelli del 3 febbraio 2023. I compratori riuscirebbero invece a tornare in vantaggio con un’accelerazione oltre la resistenza a 82,40 dollari. Il target in tal caso si troverebbe in primis sugli 85,50 dollari, per poi passare agli 88 dollari.
PETROLIO: SCENARIO INCERTOIl gap up della scorsa settimana mi aveva portato a pensare a un rapido susseguirsi di movimenti che avrebbero completato il quadro di insieme.
Al contrario abbiamo ottenuto una settimana piatta e priva di movimenti direzionali con la formazione di un trading range giornaliero pronto ad esplodere.
Si fa sempre più probabile l'ipotesi che il gap venga colmato prima di una nuova risalita.
Ritracciamento fino zona 73\74 $ ma potrei sbagliarmi.
Considerazioni strettamente personali da non prendere come sollecitazione all'investimento ma solo come base\spunto per una propria analisi più approfondita!
ANALISI MERCATO VALUTARIO E DELLE MATERIE PRIME: PETROLIOLe quotazioni del petrolio WTI continuano a lateralizzare nei pressi degli 80 dollari al barile. Per assistere ad un movimento più deciso, si dovrebbe attendere la rottura della resistenza a 82,40 dollari, che aprirebbe le porte ad un primo approdo sugli 85,50 punti in primis, per poi passare agli 88 dollari. Viceversa, una flessione sotto i 79 dollari potrebbe dare il via al riassorbimento del gap up aperto dal 3 aprile 2023. In questa eventualità, il primo obiettivo di breve periodo sarebbe identificabile nei pressi di area 76 dollari, dove passa la linea di tendenza che unisce i minimi del 9 dicembre 2022 a quelli del 3 febbraio 2023.
Petrolio: analisi mercato valutario e delle materie primeLe quotazioni del petrolio WTI sembrano aver rallentato il movimento ascendente cominciato a inizio settimana, respinte dalla resistenza espressa dai massimi segnati a gennaio 2023. Se i corsi dovessero scendere sotto i 79 dollari, si potrebbe assistere all’avvio della ricopertura del gap up aperto dal 3 aprile 2023. In questa eventualità, il primo obiettivo di breve periodo sarebbe identificabile nei pressi dei 76 dollari, dove passa la trendline che unisce i minimi del 9 dicembre 2022 a quelli del 3 febbraio 2023. Al contrario, l’accelerazione oltre gli 82,40 dollari verrebbe interpretata positivamente con primi target sugli 85,50 dollari.
L’OPEC+ riporta il petrolio WTI in area 80 dollari al barileLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata da segni misti. Sul fronte delle materie prime, è da segnalare la decisione a sorpresa dell’OPEC+ di tagliare la produzione per circa un milione di barili al giorno. La scelta va a sommarsi alla riduzione dell’output di 2 milioni di barili al giorno di ottobre 2022. I nuovi tagli entreranno in vigore da maggio fino a fine anno e interesseranno complessivamente il 3% della produzione di oro nero globale. Per quanto riguarda i dati macroeconomici, vi è da segnalare l’S&P Global PMI manifatturiero di marzo (finale) dell’Eurozona, che si è attestato a 47,3 punti, meglio delle attese e della rilevazione preliminare a 47,1 punti. Per il dato si tratta del valore più basso da novembre 2022. Per gli USA invece, la rilevazione dello scorso mese si è attestata a 49,2 punti, leggermente sotto i 49,3 punti preliminari. Lato Banche centrali, sono da segnalare le parole di Gediminas Simkus, Governatore della Banca centrale della Lituania, che ha detto che la BCE ha completato gran parte degli aumenti dei tassi necessari per contenere l’inflazione, anche se la misura core ha raggiunto nuovi record storici a marzo. Lato Fed, il Presidente della Federal Reserve di St. Louis, James Bullard, ha dichiarato che non è ancora chiaro l’impatto della decisione dell’OPEC+ nella politica monetaria, in quanto le fluttuazioni del greggio potrebbero sostenere l’inflazione. Inoltre, l’esponente della Banca centrale statunitense ha detto che il mercato sta “ponendo troppa enfasi” sugli effetti economici delle turbolenze bancarie.
Petrolio USOIL in Gap upIl prezzo del petrolio ha avuto un'apertura stellare al rialzo sopra gli 81,00$, il 7% in più rispetto alla chiusura di venerdì ispirata dall'annuncio di ulteriori tagli alla produzione da parte dell'OPEC+ questo fine settimana.
Secondo Reuters, il cartello petrolifero ridurrà la produzione complessiva di petrolio di circa 1,16 milioni di barili/giorno (bpd), il che porterà al taglio complessivo della produzione a 3,66 milioni di barili al giorno.
Borsa in chiusura su il Petrolio a 80$ giù il Nasdaq -0.80%Borsa con la chiusura indecisa per Wall Street con gli indici che prendono strade opposte.
A Wall Street chiudono così gli indici Nasdaq -0.80%, Dow Jones +0.90% ed S&P500 a +0.30%.
Sale il Petrolio a +6.30% con una quotazione di 80.33 dollari per barile, i prezzi del greggio mettono a segno il più grande rialzo giornaliero di questo 2023.
Spinto al rialzo dall'annuncio a sorpresa dell'Opec+ che taglia la produzione, tra i paesi Opec+ la Russia, i tagli alla produzione saranno di circa 1,16 milioni di barili al giorno.
Salgono in scia al Petrolio tutti i titoli strettamente connessi all'oro nero tra cui in USA EXXON +6.30% a 116.50 dollari per azione, CHEVRON +4.50% a 170.45 dollari per azione mentre in Italia vola ENI a +4% e a 13.45 euro per azione.
Termina sopra la parità la prima seduta della settimana per la Borsa di Milano con un rialzo dello 0,24% a 27.179 punti, bene UNICREDIT che chiude a +2,99%, male i titoli industriali tra cui IVECO che chiude a -2,72%.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 03.04.2023Si chiude un trimestre positive per le azioni: Nasdaq il migliore, +15%.
Opec+ taglia inaspettatamente produzione di 1,1 milioni/giorno.
L’inflazione “core” resta ancora alta: Banche centrali verso nuovi rialzi.
Manifattura europea debole, dicono gli indici Pmi di marzo.
Marzo, come sperato, si sta rivelando un mese di rallentamento dell’inflazione. Dopo il sorprendente calo mensile in Spagna, che ha portato la variazione annua a +3,3% da +6,0% di febbraio, al minimo da oltre 2 anni, e’ stata la volta della Francia, dove la variazione annuale dei prezzi al consumo e’ scesa a +5,6% dal 6,3% di febbraio, pur con un’allarmante ascesa dei prezzi degli alimentari.
Anche in Italia e in altri Paesi dell'Eurozona si registrano cali significativi, indotti dalla frenata dei prezzi energetici, ma anche una sgradita e persistente dinamica elevata delle componenti “servizi”, spese per la casa, e per il cibo, che essendo le componenti piu’ “stabili”, sono anche le piu’ osservate dalle banche Centrali.
Su questo tema si e’ chiaramente pronunciata la Presidente della Banca centrale europea (ECB) Christine Lagarde, quando la scorsa settimana ha ribadito che l'inflazione di fondo nella zona Euro è ancora significativamente troppo alta, che l'obiettivo ambizioso ma molto chiaro è quello di riportare l'inflazione al 2%, e che solo recentemente hanno iniziato a vedersi i primi effetti benefici dei rialzi del tassi.
Supportati anche dai segnali di rafforzamento dell’economia cinese emersi dai dati PMI (Purchasing managers index) di marzo, che hanno superato le stime soprattutto nei “servizi”, le Borse europee, venerdi’ 31, hanno chiuso con significativi progressi,: Dax tedesco +0.7%, Cac francese +0,8%, FTSE-MIB italiano +0,34% (-1,0% il bilancio mensile, ma +14,4% da inizio anno).
Wall Street ha fatto anche meglio: Dow Jones +1,3%, Nasdaq +1,7% e S&P500 +1,4%, dopo i dati sull'inflazione PCE (Personal consumption expenditures) che a febbraio scorso ha rallentato piu’ delle aspettative. Il bilancio trimestrale di Wall Street fotografa bene il rimbalzo dei titoli tech: Nasdaq 100 +14,8%, S&P500 +5,5%, Dow Jones -1,0%.
L'inflazione misurata dall'indice PCE, la piu’ monitorata dalla Banca centrale, a febbraio ha fatto segnare +5,0% su base annua (+0,3% su base mensile), leggermente meglio del +5,1% previsto dal consenso.
I prezzi al consumo nell'Eurozona a marzo sono cresciuti del +6,9% annuo, ben al di sotto del +8,5% di febbraio, ma il dato “core” in lieve aumento, da +7,8% a +7,9%, non depone ancora in favore di svolte “morbide” da parte della Banca centrale europea, che probabilmente decidera’ almeno un nuovo rialzo da +0,25% nella prossima riunione del 4 maggio.
A marzo i consumatori Usa sono stati meno ottimisti: l’indice di fiducia calcolato dall'Università del Michigan scende a 62 punti dai 67 di febbraio, sotto l’attesa di 63.
La componente “aspettative” passa da 64,7 a 59,2, quella sulla “situazione attuale” da 70,7 a 66,3.
Migliora l'inflazione attesa a 1 anno, da 4,1% a 3,6%, mentre e’ invariata a +2,9% quella a 5 anni. Infine a febbraio la spesa per consumi in Usa è cresciuta del +0,2% mensile, sotto il +0,3% atteso.
Stamane, 3 aprile, vediamo prezzi del greggio in forte ascesa dopo che, a sorpresa, il cartello Opec+ dei maggiori produttori/esportatori mondiali ha deciso un taglio alla produzione per sostenere i prezzi, reduci da un 1’ trimestre di continui cali.
Il prezzo di un barile di WTI, greggio di riferimento americano, e’ arrivato a segnare +8%, superando 80 Dollari/barile. L'indice Stoxx “energy” si impenna oltre +4,0%, le azioni Total e BP guadagnano oltre +5,0%.
La manufattura europea perde slancio: l'indice Pmi manifatturiero dell'Eurozona a marzo e’ calato a 47,3, da 48,5 di febbraio, al minimo da 4 mesi: peggiora bruscamente l'indice dei tempi di consegna dei fornitori, salito al nuovo record nella serie storica del dato. Altri sub-indici, come quello delle condizioni del settore, della produzione, dei nuovi ordini e dell’occupazione, sono mediamente stabili.
Il Pmi manifatturiero italiano fa meglio della media, calando a marzo a 51,1 dal livello massimo dal 52 di febbraio.
Sul mercato valutario osserviamo che l'Euro e’ tornato sotto 1,09 Dollari a 1,0845, mentre scambia attorno 144,35 verso Yen giapponese, da 144,75 di venerdi’ 31: il Dollaro Usa e’ risalito a 133,5 verso Yen giapponese.
La paura che l’aumento del prezzo del petrolio possa alimentare una nuova fiammata inflattiva sta forse contribuendo al rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato europei, con quello del Btp a 4,13%, +5 bps: lo spread BTP/Bund decennali si allarga di 3 bps a 183. Quello dei Treasury decennali americani sale di 5 punti base a 3,53%.
Indici misti stamane per le chiusure azionarie asiatiche: Nikkei giapponese +0,52%, Shanghai +0,95%, Hong Kong -0,38%, Kospi coreano -0,17%. Di scarso impatto l'indicatore PMI manifatturiero Caixin cinese di marzo, sceso inaspettatamente a 50,0 da 51,6 di febbraio, e sotto le attese di 51,4.
Nel calendario dei dati macroeconomici della settimana spicca l'indice Ism manifatturiero Usa che sarà pubblicato oggi pomeriggio e conterra’ importanti indicazioni alla voce “prezzi pagati alla produzione”. Venerdi’, sempre negli Usa, avremo il cruciale rapporto sull'occupazione di marzo.
A fine mattinata si registrano moderati rialzi per i listini azionari europei, e futures su Wall Street privi di una reale direzione. (ore 13.30 CET)
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PETROLIO: SI SMUOVONO LE ACQUEPetrolio in arrivo sulla parte superiore del canale di lungo periodo con estrema violenza dopo il Gap Up dell'apertura odierna.
Probabili turbolenze tra i 77 e 83 $ prima del test finale della resistenza dinamica.
Considerazioni strettamente personali da non prendere come sollecitazione all'investimento ma solo come base\spunto per una propria analisi più approfondita!
USOIL RIPARTENZA LONG? CERCO CONFERME!Usoil questa mattina apre in gap up a +5,50% mostrando forza. Questo conferma in parte la mia idea long, che mi sono fatto vedendo la reazione su area di domanda 66$ con setup IFO mensile. Caratterialmente sta cambiando, ma solo un chiaro consolidamento sopra i 75/80$, con chiaro setup di conferma daily, darebbe esito positivo alla mia idea long. Chiaramente un ritorno sotto i 75$ fallirebbe la mia idea.
possibile entrata rialzista per il petrolio?durante tutta questa settimana sono andato a prendermi numeroso entrate rialziste sul petrolio (dal 20 marzo) stamattina abbiamo visto un crollo interessante sul titolo ed infatti sono andato a comprare in zona 61 dell'impulso rialzista h4, vedremo durante la prossima settimana se potremmo continuare a rialzo ( spoiler, per me si)
WisdomTree - Tactical Daily Update - 30.11.2022Wall Street e’ risalito, ma senza convinzione: recupera il tech...
L’onda lunga dei crack bancari non si e’ esaurita: Borse europee depresse oggi.
Tutte le Banche centrali alzano ancora i tassi contro l’inflazione troppo alta
La rivincita dell’oro, premiato dal “flight to safety”, sopra 2 mila $.
I mercati azionari europei hanno metabolizzato solo nella seduta di ieri, 23 marzo, la decisione della Federal Reserve (FED-Banca centrale Usa) di alzare i tassi 25 punti base, in linea con le attese, ma anche le parole del Presidente Jerome Powell che ha escluso tagli dei tassi nel 2023: il mercato, oltre che deluso, sembra non volerci credere molto...
I listini azionari europei hanno chiuso vicino alla parita’, grazie ad un sorprendente recupero nel finale, forse ispirato dal rimbalzo di Wall Street. Milano -0,15%, Francoforte -0,04%, Parigi +0,11%. Negativa Londra, -0,89%.
Wall Street, dopo le vendite di venerdi’ scatenate dalle decisioni della FED, ha tentato il recupero: Dow Jones +0,23%, S&P500 +0,29%, Nasdaq +1,01%.
La pubblicazione di dati macroeconomici “misti” non ha inciso sulle sorti delle Borse Usa: quelli sulle richieste settimanali di sussidi, -1.000 unità a 191 mila, contro attese per 198 mila, descrivono un mercato del lavoro ancora forte, mentre il “tono” dell’industria manufattoriera nell’area di Chicago e le vendite di case sono stati sotto le attese.
Bance centrali sempre nel “mirino” degli operatori: la Bank of England (BoE), ha deciso un rialzo di +0,25%, a 4,25% (Repo rate), mossa scontata dopo i pessimi dati sull'inflazione (CPI) di febbraio nel Regno Unito. Si tratta dell’undicesimo aumento consecutivo ed il comunicato di BoE avverte che "se le pressioni "inflazionistiche persisteranno..ci sara’ un ulteriore inasprimento della politica monetaria".
Aumento del costo del denaro anche in Svizzera, dove la Banca centrale ha aumentato il tasso “base” di 50 bps all'1,5%, smentendo le aspettative di una “stance” (attitudine) più morbida, suggerita dal crack di Credit Suisse.
L’ECB (Banca centrale europea) dovrà continuare coi rialzi dei tassi anche nella riunione di maggio. A sostenerlo e’ il Governatore della Banca centrale olandese Klaas Knot, membro del board dell’ECB, che evita di precisare l’entita’ dell’aumento. Insomma, la lotta all’inflazione prosegue a suon di rialzi e le ricadute sull’economia reale, cioe’ spinte recessionistiche, non mancheranno...
Sul tema del possibile rischio sistemico nell’industria bancaria Usa e’ tornata ad esprimersi la segretaria al Tesoro Janet Yellen, che dinanzi ad una Commissione del Senato ha smentito l'ipotesi di estendere senza limiti la garanzia federale a tutti i depositi bancari, similmente a quanto previsto per Silicon Valley e Signature Bank: «Non è qualcosa che abbiamo preso in considerazione».
Certamente negli Usa il fenomeno del deflusso dai depositi bancari prosegue tumultuoso, alimentando quello del boom dei fondi “money market”, investiti sul mercato monetano. Ogni giorno, dopo lo scoppio del caso SVB si registrano nuovi record: ieri gli asset gestiti dai fondi “money market” hanno superato 5.100 miliardi US$, crescendo quotidianamente di 200-300 miliardi.
Ieri, 23 marzo, sul mercato valutario, si e’ assistito ad un vero scivolone del Dollaro, che verso Euro ha superato 1,09, come non accadeva da aprile 2022. L’indebolmento sarebbe stato innescati dal cosiddetto “dovish hike” della FED, cioe’ l’aumento dei tassi poco aggressivo. Di converso, certi commenti “da falco” di membri dell’ECB spiegano il rafforzamento dell’Euro.
Tra le materie prime spicca la forza dell’oro, che ieri ha guadagnato +2,4%, sfiorando 2.000 Dollari/oncia, record da oltre un anno: oggi prosegue attorno a 2.005 Dollari. (ore 13.30 CET)
Quadro generalmente tranquillo nel comparto obbligazionario, con tendenza al ribasso dei rendimenti dei Governativi euro, su ogni scadenza. Lo spread piu’ osservato, il differenziale di rendimento tra BTp decennale italiano e omologo Bund tedesco, è stabile attorno 186bps, col rendimento del BTP benchmark sceso a 4,05%, - 13bps dal closing precedente.
Stamattina, 24 marzo, occhi puntati sui dati Pmi (Purchasing managers index) dell'Eurozona: quello composito destagionalizzato è aumentato a marzo per il 5’ mese consecutivo a 54,1, da 52 di febbraio, toccando il valore più alto da 10 mesi: a trainarlo e’ stato il settore dei servizi, cresciuto 3 mesi consecutivi a 55,6, da 52,7 di febbraio.
L’attivita’ manifatturiera ha una dinamica meno brillante: il buon tono sembra garantito dai “vecchi ordini” ancora da evadere, piuttosto che da nuove commesse. L’inflazione dei prezzi alla produzione (PPI) e’ calante, mentre i prezzi di vendita finale continuano a crescere, creando il pericolo di un’“inchiodata” della domanda finale, stanca di subire aumenti poco giustificati.
Stamane sono prevalsi i segni negativi sulle princiapali borse asiatiche che temono un rallentamento dell'economia globale e nuovi schock bancari in Usa.
Tokyo ha chiuso in lieve calo, -0,13%, noncurante della frenata dell'inflazione 'core' in Giappone a febbraio: 3,1%, rispetto al +4,2% di gennaio, che era il massimo da 41 anni. Hong Kong -0,67%, Shanghai -0,60%, Seul -0,39%, Mumbai -0,77%, Sidney -0,19%.
I mercati azionari europei, a fine mattinata, sono negativi, trascinati al ribasso dalla nuova ondata di sfiducia verso i bond AT1 e le banche che li hanno emessi. I future su Wall Street fluttuano poco sopra i livelli di chiusura di ieri. Sul mercato valutario il Dollaro recupera terreno sull'Euro, 1,078, da 1,089 della chiusura di ieri.
Petrolio e gas restano depressi: il barile di WTI (greggio di riferimento Usa) perde -1,8% a 68,7 Dollari/barile: il metano europeo cede -3,5% a 41,7 Euro/mgwh.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Target petrolio per luglio 2024.Ipotizzo qui che sta per riprendere la bolla petrolio... che calcolo a 200 per luglio 2024.
Se è così i tassi probabilmente torneranno negativi solo allora.
PETROLIO: ZONA CALDADopo il Breakout in zona 75 dollari abbiamo avuto una rapida cavalcata al ribasso che si è arrestata per il momento proprio sul supporto dinamico tracciato nelle scorse idee.
L'assenza di segnali rialzisti mi porta a essere cauto e paziente, nonostante la zona sia calda e appetibile.
Cruciali saranno i prossimi giorni dove si potrà capire meglio l'andazzo, occhio ovviamente alle NEWS!
Considerazioni strettamente personali da non prendere come sollecitazione all'investimento ma solo come base\spunto per una propria analisi più approfondita!
📈 Petrolio, finalmente fuori dalla lateralità!Dopo oltre 4 mesi di range, il WTI ha finalmente violato questa settimana il livello di supporto $71, zona inferiore della lateralità e, salvo false rotture, potremmo approfittare di una continuazione di questo downtrend fino alla prossima area di supporto. L'ideale sarebbe assistere ad un movimento di correzione tecnica, tipico pullback "post break-out", per poi riscontrare sul livello di cui sopra un segnale di Price Action, con la EMA21 in avvicinamento dall'alto. Nel caso in cui non vi dovesse essere alcun pullback, bensì la quotazione continuasse a scendere fino al supporto $58, attenderei in tale zona un set up contro trend rialzista per approfittare di una rapida correzione.
Buon trading, Maurizio.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 15.03.2023Il recupero delle Borse Usa ed europee di ieri si sta rivelando effimero.
Comparto bancario in crisi di fiducia: pesano i crack in Usa e Credit Suisse.
Cruciale riunione ECB domani, giovedi’ 16: consensus per +50 bps.
Petrolio ai minimi da un anno e mezzo: WTI sotto 70 US$/barile.
Ieri, 14 marzo, le Borse europee hanno segnato forti rialzi, mettendo da parte i timori legati ai fallimenti bancari di SVB e Signature Bank in Usa del weekend scorso.
L’inflazione negli Stati Uniti a febbraio ha confemato le attese, segnando +6,0% su base annua, in calo dal +6,4% di gennaio, con un aumento mensile di +0,4%, anch’esso in linea con le previsioni. Mostrano una sgradita tendenza inflazionistica i servizi ex-energia, +0,6% mensile e +7.3% annuale, ed i servizi abitativi (alias “sheltering”), +0,8% mensile e +8,1% annuale.
Ieri l'agenzia di rating S&P Global ha giudicato “improbabile" che le banche europee abbiano "significative esposizioni dirette" verso SVB e di "non vedere alcuna banca europea, tra quelle valutate, che abbia lo stesso profilo di business”.
Anche molti operatori, coi loro massicci acquisti, hanno implicitamente espresso la convinzione che il crack delle 2 banche regionali Usa non contagera’ il sistema finanziario globale e alla fine, per i principali listini azionari, e’ stato un giorno di “festa”: Parigi +1,9%, Francoforte +1,8%, Londra +1,2% e Milano la migliore con +2,4%.
Seduta positiva anche per Wall Street, dove il Dow Jones e’ salito +1,1%, il Nasdaq +2,1% e lo S&P500 +1,6%. Peccato che la stessa agenzia di rating S&P riconosca che i fallimenti "hanno scosso la fiducia dei mercato" e che un intervento dei “regolatori” potrebbe portare ad un “irrigidimento delle condizioni di raccolta ed evidenziare fragilità finanziarie".
Tra l’altro, e’ passata inosservata anche la decisione di Moody's di tagliare l'outlook del sistema bancario americano da neutrale a negativo.
Il Wall Street Journal sostiene che il Dipartimento di Giustizia Usa e la SEC (Security Exchange Commission) hanno avviato, separatamente, le indagini sul fallimento di Silicon Valley Bank ed anche sulla vendita di azioni SVB da parte del suo top management alla vigilia del crollo di giovedi’ e succesiva sospensione degli scambi.
I mercati si interrogano su come agiranno le Banche centrali europea (ECB) e americana (FED-Federal Reserve) nelle imminenti riunioni di politica monetaria: giovedi 16 sara’ la volta dell’ECB, vista alzare il costo del denaro +0,50%, mentre mercoledi 22 tocchera’ alla FED, che non potra’ ignorare i 2 fallimenti e potrebbe ammorbidire la politica monetaria, optando per un rialzo “contenuto”.
La Banca centrale Usa ha piu’ volte ribadito che maturera’ le sue scelte sulla base dei dati macroeconomici: il tasso di inflazione al consumo CPI di ieri non ha portato novita’ di rilievo ed ora il consenso, alquanto volatile nell’ultima settimana, prevede ora un rialzo di +0,25%, l’ultimo per quest’anno.
Sul mercato obbligazionario si e’ osservato un parziale recupero dei rendimenti, dopo i pesanti cali delle 2 sedute precedenti: quello del BTP decennale italiano è risalito a 4,26%, +9bps, quello del Bund 10 anni tedesco a 2,41%, +17bps, determinando una rapida contrazione dello spread tra i 2 decennali a 184 bps.
Sul frronte valutario la giornata di ieri, 14 marzo, ha visto l’Euro in leggero calo ma “tenere” sopra 1,07 Dollari. “Felicemente” debole lo Yen giapponese, dove la politica monetaria ultra-espansiva aiuta l’export nipponico schiacciando la valuta locale a 144,2 verso Euro e 134,5 verso Dollaro Usa.
Cronicamente deboli le materie prime energetiche: ieri il prezzo del petrolio WTI (West Texas Intermediate) e’ sceso -2,4% a 72,7 Dollari/barile e quello del gas naturale europeo ha perso circa -9% a 44,9 Euro/megawattora.
Il calendario macroeconomico di oggi e’ ricco e prevede i dati di febbraio dei prezzi alla produzione (PPI) e delle vendite al dettaglio negli Usa, oltre che la variazione settimanale delle scorte di petrolio negli Usa. In Europa, riferiti a febbraio, l'indice dei prezzi all'ingrosso tedeschi, l'inflazione al dettaglio (CPI) in Francia e dei prezzi alla produzione (PPI) dell'Eurozona.
La mattinata di oggi, 15 marzo, vede il riemergere dell’avversione al rischio: lo spread Btp-Bund decennali sale a 192 punti base, col rendimento del BTP benchmark al +4,14%, -17 bps dalla chiusura precedente.
Il cambio Euro-Dollaro scivola a 1.067, -0,7% dal fixing di ieri, ed il prezzo del petrolio perde -3,6% scivolando, nel caso del WTI (greggio di riferimento Usa) sotto 70 Dollari/barile, in totale dissonanza rispetto all'outlook dell'Opec+ (cartello dei maggiori esportatori) che vede crescere la domanda cinese. Gas naturale europeo nuovamente in calo sul TTF-Amsterdam, -1,7% a 43,4 Dollari/mwh.
Sulle Borse asiatiche stamani, 15 marzo, sono prevalsi gli acquisti, in scia ai recuperi di ieri di Europa e Wall Street, sebbene alcuni dati macro cinesi appaiano in chiaro-scuro: nei primi 2 mesi dell'anno le vendite al dettaglio sono tornate a salire, come previsto, ad un buon ritmo, +3,5% annuo, mentre ha deluso le attese il +2,4% annuo della produzione industriale.
La migliore Borsa e’ stata Hong Kong +1,5%, bene Sidney +0,9%, benino Shanghai, +0,5%, piatte Shenzen e Tokio.
In Europa, dopo un avvio incerto, sono tornate pesanti vendite (calo medio -2,7% alle 13.30 CET), concentrate soprattutto sul comparto bancario, fenomeno che rende ancora piu’ cruciali decisioni e narrativa che domani ci riservera’ il meeting della Banca centrale europea.
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