ACTIVTRADES:USDCHF   Dollaro / Franco svizzero
Gli ultimi dati americani, pubblicati la settimana scorsa, hanno mostrato un quadro misto, nel quale si sono alternati dati in ribasso, come le vendite al dettaglio, ad altri in crescita, come i PPI o la fiducia dei consumatori. I listini azionari hanno chiuso in calo, confermando la seconda discesa settimanale dopo 15 chiusure al rialzo, cominciate, udite udite, il 30 ottobre scorso.

Su base settimanale, dicevamo, l'S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente lo 0,4% e l'1,5%, mentre il Dow Jones è sceso dello 0,2%. Molto probabilmente, a suscitare preoccupazione, sono stati i numeri sui prezzi alla produzione, che contribuiscono alla rilevazione del PCE (il vero dato con cui la Fed misura l’inflazione), il price consumer expenditure, che, nell’ultima pubblicazione, era uscito in ribasso a +2.9%.

Il fatto che questo mese siano usciti positivi probabilmente aumenta il timore che la Fed rinunci al taglio del costo del denaro prima del previsto. L'S&P 500 ha perso lo 0,5%, il Dow ha ceduto poco meno dello 0.5% e il Nasdaq è scivolato dello 0,8% su base giornaliera. L’andamento di Wall Street fa pensare ad un ritorno, per ora embrionale, del risk off, in ragione del fatto che se la Fed manterrà l’approccio attuale in fatto di politica monetaria, coincidente con una discesa degli indici azionari.

A livello di trimestrali, le azioni di Applied Materials sono aumentate del 6,3% dopo che gli utili, i ricavi e le previsioni della società hanno superato le stime. D'altra parte, DoorDash è sceso dell'8,1% dopo aver riportato una perdita superiore al previsto. In rosso anche Meta (-2,2%) e Nike (-2,4%). Da segnalare che oggi Wall Street resterà chiusa in occasione del President Day.

SALGONO I PREZZI ALLA PRODUZIONE NEGLI STATI UNITI

I prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,3% su base mensile nel gennaio 2024, l’aumento maggiore in cinque mesi, dopo un calo dello 0,1% a dicembre e rispetto alle previsioni dello 0,1%. Il costo dei servizi è aumentato dello 0,6%, l'aumento maggiore da luglio, e insieme a loro sono saliti anche i costi della vendita all'ingrosso di prodotti chimici, di macchinari e attrezzature, dei servizi di alloggio e dei servizi legali.

D'altro canto, i prezzi dei beni sono scesi dello 0,2%, il quarto calo consecutivo, guidato da un calo del 3,6% della benzina. Su base annua, i prezzi alla produzione sono aumentati dello 0,9%, leggermente meno dell'1% a dicembre, ma al di sopra delle aspettative dello 0,6%. Il dato core, che esclude alimentari ed energia, è aumentato dello 0,5% nel mese, spingendo il tasso annuale al 2%, entrambi al di sopra delle previsioni.

LA CINA DIFENDE IL CAMBIO E LASCIA INVARIATI I TASSI

Domenica la Banca popolare cinese (PBoC) ha mantenuto il tasso sui prestiti a un anno ad alcuni istituti finanziari, noto come strumento di prestito a medio termine (MLF), al 2,5%, nel tentativo di prevenire ulteriori pressioni sullo yuan e valutare l’impatto delle recenti misure di sostegno all’economia. Il consiglio ha affermato in una nota che ha cercato di "mantenere la liquidità del sistema bancario ragionevolmente ampia".

Secondo Bloomberg News, da giugno 2023 la PBoC ha cercato di controllare le oscillazioni dello Yuan, in una fascia di oscillazione del 2% su entrambi i lati. A gennaio, sempre la PBoC ha abbassato dello 0.50% la riserva obbligatoria per le banche commerciali, il taglio più grande in due anni entrato in vigore all’inizio di febbraio.

VALUTE

Sui cambi sempre il solito trading range con le principali coppie ancorate in un range di 50 pip, e incapaci per ora, di rompere i livelli chiave sia al rialzo, sia al ribasso. Ci vuole qualcosa di più a livello macro per spostare l’equilibrio attuale. La festività del Presidents’s Day non modificherà di certo le price action della seduta odierna, nella quale, molto probabilmente, rimarremo dentro i livelli sopra citati.

EurUsd tra 1.0730 e 1.0790 mentre il Cable ha temporaneamente rotto 1.2600 dai minimi di 1.2540. Giocoforza EurGbp quasi immobile e compreso tra 0.8530 e 0.8560. UsdJpy appena sopra 150.00 dopo aver tenuto egregiamente 149.60, in un contesto di trend ancora in salita dopo il benign neglect della BoJ sui livelli eventuali di intervento a sostegno della valuta nipponica.

Poco da segnalare sugli altri rapporti con le oceaniche in ripresa, ma anch’esse sotto le resistenze che recentemente avevano già tenuto. Cross poco mossi in un mercato perfettamente dollaro centrico.

Sul fronte dati, la settimana prossima non si presenta come una delle più interessanti, con la pubblicazione dei verbali del Fomc, attesa per mercoledì, a cui farà seguito quella dei dati sul Global Pmi per Eurozona, Uk, Giappone e Stati Uniti.


Buon trading e buona settimana.

Saverio Berlinzani




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