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Banchieri centrali ancora prudenti

ACTIVTRADES:USDJPY   Dollaro / Yen giapponese

Prosegue la fase di appetito al rischio sui mercati, e Wall Street non può che essere il principale trascinatore di questa rinnovata fiducia, nonostante il fatto che ieri sera, le dichiarazioni di Kashkari, Presidente della Fed di Minneapolis, abbiano causato, in chiusura di sessione, un ritorno del dollaro come valuta rifugio e un pull back dei listini. Gli indici hanno chiuso leggermente positivi con il Dow ed S&P cresciuti rispettivamente dello 0.08% e del 0.13%, mentre il Nasdaq ha ceduto lo 0.1%. Gli analisti continuano a valutare prospettive di possibili tagli ai tassi di interesse, con le probabilità di un calo a settembre che attualmente si attestano intorno al 67%.

Sul fronte degli utili, le azioni di Disney sono crollate di oltre il 9% dopo che i ricavi della società hanno deluso le previsioni. Ritornando alle parole di Kashkari, va detto che di fatto si è rivelato ancora falco, riaffermando che la Fed dovrebbe essere più paziente e mantenere i tassi attuali più a lungo. Ha inoltre ammesso che a marzo aveva previsto fino a due tagli del costo del denaro, mentre ora è orientato invece a una sola riduzione e forse anche tassi invariati per tutto il prossimo semestre.

Sul fronte dati, l’indice di ottimismo economico TIPP negli Stati Uniti è sceso a 41,8 nel maggio 2024, il livello più basso in cinque mesi, da 43,2 di aprile e molto peggiore delle previsioni di 44,1. Il Six-Month Economic Outlook, che misura come i consumatori percepiscono le prospettive dell'economia nei prossimi sei mesi, è sceso bruscamente a 35,7 da 38,8. A dimostrazione che molto probabilmente i prossimi dati Usa potrebbero cominciare a segnare il passo, mentre i rappresentanti della Fed mostrano ancora grande ottimismo sul futuro.

VALUTE

Le dichiarazioni dei rappresentanti della Fed hanno alimentato, ieri sera, un rialzo del dollaro e un ribasso impulsivo di tutte le valute contro biglietto verde, dopo la chiusura dei mercati europei. L’euro è sceso fino a 1.0735 mentre il Cable addirittura a 1.2480 area, con l’EurGbp che è salita sopra quota 0.8600. Ma anche il UsdJpy ha rotto quota 154.60 e si è arrampicato fino a 155.15 20, a dimostrazione che il dollaro rimane ancora estremamente forte proprio in ragione di una Fed che non ci vuol sentire, quando si parla di taglio del costo del denaro e sembra ancora “inflation oriented”, per dirla chiaramente.

Per cui aspettiamoci ancora alternanza di movimenti sui cambi, con possibili accelerazioni del biglietto verde nel breve periodo, e massima attenzione ai dati macro, che prossimamente torneranno a dominare la scena. Solo un ribasso dei principali aggregati potrebbe ridare benzina alla vendita di dollari e modificare il trend attuale, che resta ancora favorevole alla divisa Usa.

Dal Giappone intanto emergono ancora dichiarazioni, dopo che lo Jpy è tornato a scendere e il dollaro ha riguadagnato circa metà dei punti persi durante l’intervento a sostegno dello Jpy da parte della Boj. Le autorità giapponesi hanno continuato a mettere in guardia i mercati contro movimenti valutari estremi. Il ministro delle Finanze Shunich Suzuki ha ribadito l'avvertimento che le autorità sono pronte a rispondere all'eccessiva volatilità dei cambi, mentre il governatore della Banca del Giappone Kazuo Ueda ha affermato che studierà l'impatto dei movimenti dello yen sull'inflazione per guidare le decisioni politiche.


PETROLIO

I futures del greggio WTI sono scesi ancora, spingendo i prezzi verso i 78 dollari al barile, il livello più basso degli ultimi due mesi, in seguito alle notizie secondo cui il vice primo ministro russo Alexander Novak avrebbe indicato che l’OPEC+ potrebbe prendere in considerazione l’aumento della produzione di greggio. Il gruppo dei principali produttori si riunirà il 1° giugno per decidere la politica di produzione per la seconda metà dell'anno.

L'attuale accordo di fornitura che toglie dal mercato circa 2,2 milioni di barili al giorno scadrà a fine giugno. Intanto le scorte di greggio statunitense sono aumentate di 0,51 milioni di barili la scorsa settimana, sfidando le aspettative del mercato per un calo di 1,43 milioni di barili. Dal lato della domanda, gli investitori guardano avanti agli ultimi dati commerciali cinesi, per valutare la salute economica del principale importatore di greggio al mondo, da cui dipende in modo significativo l’andamento dei prezzi.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani




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