1.2 Titoli Azionari - Rendimento Azioni.I titoli azionari, come già detto, consentono di partecipare ai risultati dell’impresa, a fronte di un capitale investito che subirà i denominati “rischi imprenditoriali”.
Le azioni sono quindi “titoli a reddito variabile”, in quanto il loro rendimento dipenda principalmente dall’utile netto prodotto dall’azienda emittente.
Se l’assemblea dell’azienda lo accorda, gli utili verranno poi distribuiti trimestralmente tramite i cosiddetti “dividendi”.
In un ottica di ricerca azionaria, bisogna però tener conto di quanto la remuneratività non dipenda solo da politiche aziendali (quali distribuzione dividendi), ma anche dalla prospettiva di conseguire i “capital gains”, cioè guadagni derivanti dalla vendita dei titoli azionari ad un prezzo superiore rispetto quello investito per l’acquisto iniziale.
Potremmo riassumere quanto appena descritto, affermando il rendimento di un titolo azionario dipenda simultaneamente da:
-I flussi di cassa, generati da dividendi periodicamente assegnati agli investitori.
-Guadagni/Perdite in conto capitale conseguiti dalla differenza PA e PV. (Prezzi Acquisto/Vendita).
Di conseguenza, la validità di un investimento non dipende esclusivamente dal valore di mercato dell’azione, che si basa sul valore della società in sé, quindi capacità reddituale e solidità patrimoniale dell’azienda. Maggiori sono le prospettive circa l’incasso di utili, più elevato sarà il valore di mercato della relativa azione.
Le società che raggiungono questi risultati, facoltativamente, li distribuiscono appunto tramite i dividendi, altrimenti gli utili vengono nuovamente investiti e l’azienda auto finanzia con essi le sue necessità di sviluppo.
Valutare investimenti che si riveleranno profittevoli, è più semplice a dirsi che a farsi, in quanto il diretto interessato non debba solo ipotizzare future performance dell’azione, ma combinare esse alle probabilità che determinati eventi si verifichino. Ottimi strumenti sono rappresentati dagli “indici sintetici”, che mettono a confronto il prezzo di mercato delle azioni con alcuni dati estrapolati dal bilancio dell’azienda emittente. Non sono impeccabili, in quanto si tratti di strumenti analitici i quali prendono in oggetto una realtà complessa, ma possono rappresentare un ottimo punto di riferimento.
Indici sintetici più utilizzati:
1- “P/E Ratio” ed è dato dal rapporto tra Price (prezzo) e Earnings (utili).
Sostanzialmente riflette quante volte l’utile di esercizio rientra nel prezzo di mercato, di conseguenza, più alto è il P/E, più è confermata l’aspettativa di crescita di mercato, in termini di redditività. Si rivela molto utile anche nell’identificare un eventuale sopra/sotto valutazione del titolo azionario.
2- “Earning Per Share” si calcola dividendo gli utili per il numero di azioni che compongono il capitale sociale.
3- “P/CF” ovvero Price/Cash Flow, dove quest’ultimo si ottiene sommando l’utile per azione agli ammortamenti ed accantonamenti relativi l’ultimo bilancio di esercizio, e dividendo il tutto per il numero di azioni che compongono il capitale sociale.
4- “Dividend Yield o D/P Dividend/Price” pone in rapporto dividendo dell’azione e il prezzo di mercato della stessa, fornendo un'indicazione circa il rendimento immediato dell’azione, in quanto esprime in termini percentuali il guadagno percepito dall’investitore in seguito alla distribuzione dei dividendi.
5- “Payout Ratio” invece si presenta come il rapporto tra utili distribuiti nei dividendi ed utili complessivi conseguiti.
6- “DDM Dividend Discount Model” spiega il prezzo dell’azione con riferimento ai dividendi e al rendimento richiesto per l’azione: secondo questo modello infatti, il prezzo delle azioni dipende solamente dal valore attuale dei dividendi, e tenderà verso la stima del valore dei dividendi futuri. A parità di stima circa i dividendi futuri, al crescere del tasso di rendimento richiesto per l’azione, il prezzo teorico della stessa si abbassa. Al DDM si associa il “Modello Di Gordon”, secondo il quale i dividendi vivono una crescita futura perenne e costante.
Stocks!
1.0 Titoli Azionari - Generalità.Sono strumenti fina. che rappresentano partecipazioni (standardizzate) al capitale sociale di imprese quali: S.P.A., società per azioni; S.A.P.A., società in accomandita per azioni o società cooperativa per azioni a responsabilità limitata.
Il capitale della società è suddiviso in un insieme di parti di uguale valore, le quali rappresentano un azione e conferiscono ai proprietari di esse uguali diritti.
1 Azione = unità minima indivisibile di partecipazione al capitale sociale
I titoli azionari devono essere sottoscritti da uno degli amministratori della società, e devono necessariamente contenere:
-Denominazione, sede e durata della società.
-Data dell’atto costitutivo e della sua iscrizione.
-Valore nominale (o in alternativa, il numero di azioni emesse) e capitale sociale.
-Diritti ed obblighi particolari derivanti da essi.
Il titolo azionario attesta il suo possessore della qualifica di socio, pertanto esso ha 2 funzioni:
-Funzione di legittimazione.
-Funzione di trasferimento.
Nel titolo azionario, è possibile distinguere:
-Valore nominale, uguale alla parte del capitale che il titolo rappresenta.
-Valore effettivo, o valore di borsa, che riflette il valore di mercato del titolo.
Categorie di azioni.
Le azioni conferiscono ai possessori uguali diritti: questa affermazione può considerarsi vera solo finché esse appartengono alla stessa categoria azionaria.
-Azioni Ordinarie: conferiscono ai soci uguali diritti di partecipazione attiva alla vita della società.
-Azioni Privilegiate Nella Distribuzione Degli Utili: a cui vengono riconosciute, rispetto alle prime, quote maggiorate o proprietà temporali favorevoli nei confronti degli utili.
-Azioni Privilegiate Nel Rimborso Di Capitale In Caso Di Fallimento Della Società: Rimborso anticipato o maggiore rispetto a quello conferito ai possessori di azioni ordinarie.
-Azioni Prive Di Diritto Di Voto O A Diritto Di Voto Limitato: non possono superare il 50% del capitale sociale.
-Azioni Di Godimento.
-Azioni A Favore Di Prestatori Di Lavoro.
-Azioni Di Risparmio: Tutelano il piccolo risparmiatore. Non conferiscono diritto di voto, possono essere al portatore e devono essere nominative quando attribuite a componenti dell’amministazione.
Asset tradizionali e criptovalute: Correlazione in aumento Con il passare del tempo risulta essere sempre più evidente come tutto il comparto criptovalutario sia estremamente correlato agli asset tradizionali, azioni in primis.
La recente rottura al ribasso da parte del S&P 500 e del Nasdaq (due tra i più importanti indici azionari mondiali) ha portato con sé una conferma di trend anche per Bitcoin e compagni.
Da diversi giorni il settore delle criptovalute stava compiendo un ritracciamento dai massimi toccati poche settimane fa ma con il peggioramento delle notizie sul fronte macroeconomico e la forte mole di vendite arrivata sui mercati tradizionali anche il comparto Crypto è rimasto coinvolto dal medesimo movimento di mercato.
Ciò risulta confermare ancora una volta quello che la nostra redazione ripete ormai da molti mesi: l'istituzionalizzazione (anche se parziale) di questo mercato ha da una parte spinto i prezzi al rialzo ma dall'altra ha trasferito le medesime logiche di negoziazione degli asset tradizionali. Nuovamente, con i mercati finanziari che stanno facendo fatica a puntare nuovi massimi, questa poteva essere una nuova occasione per Bitcoin , Ethereum ecc. di mostrare i muscoli e dimostrare di essere un asset su cui potersi rifugiare quando i mercati tradizionali subiscono dei ritracciamenti.
Questo momento di mercato, seppur con ben diversa intensità, è simile al crollo dei mercati del 2020 quando gli investitori cercavano in ogni modo di trasferire denaro su asset che non stessero crollando. Anche in quell'occasione le criptovalute, che potevano dimostrare una volta per tutte di essere un asset rifugio sono rimaste coinvolte dallo stesso movimento di mercato.
Ovviamente, non vi sono evidenti motivi per cui le criptovalute debbano seguire lo stesso ciclo economico dell'economia reale in quanto si basano su presupposti completamente diversi.
Dunque, ad oggi è chiaro che il sentiment positivo e negativo esistente sui mercati venga riversato anche nel comparto crypto.
Questa fattispecie di mercato che ormai abbiamo potuto osservare in molte occasioni fa riflettere su un fatto: i grossi investitori che negli ultimi due anni sono entrati in questo settore, lo hanno fatto perché hanno compreso i benefici derivanti dalla tecnologia che sta al di sotto delle criptovalute o semplicemente per approfittare di un momento di euforia presente su questi mercati?
La risposta potrebbe essere nel mezzo.
I prossimi mesi saranno determinanti per valutare le sorti di breve periodo di questo mercato. Sarà interessante vedere se di fronte ad una vera e propria inversione di tendenza sui mercati tradizionali dopo tanti mesi di rialzi anche le criptovalute seguiranno il movimento in maniera fedele.
Report a cura di
Matteo Bernardi
Bitcoin ed il suo ruolo nel "Ciclo Economico".Come i nostri lettori ben sanno, il mercato cryptovalutario deve essere necessariamente analizzato ed approcciato in maniera totalmente diversa dal mercato azionario. Allo stesso modo, però, è possibile notare come da un punto di vista tecnico, gli andamenti del prezzo di BTC (e anche delle ALT più capitalizzate) si muovano seguendo logiche simili al mercato tradizionale.
Un nostro analista, @matteobernardi, ha recentemente condiviso al pubblico la propria idea:
" I mercati crypto stanno attraversando un processo di istituzionalizzazione. Vedremo sempre di più similitudini fra le tecniche di manipolazione del prezzo del mercato azionario con quelle del mercato crypto ."
Essendo il settore crypto caratterizzato dalla presenza di un mercato, appare più che lecito domandarsi:
" Le crypto possono essere inserite temporalmente all'interno del noto ciclo economico generale? Le crypto sono sensibili agli andamenti macro economici ? "
E' facile capire che, sia in un ottica prettamente speculativa che dal punto di vista di una gestione patrimoniale, questa domanda deve trovare una risposta nel più breve tempo possibile visto e considerato le attuali tensioni macroeconomiche.
Nei mercati conosciuti c'è un asset class che in realtà mostra molte similitudini con il comparto alternative delle crypto. Non sto assolutamente parlando del Forex; Sto parlando del mercato delle commodities, da non confondere con il termini italianizzato "materie prime" (anche se quando ci riferiamo in borsa alle materie prime, ci riferiamo alle commodities).
Per commodities si intende " Beni Fungibili " ovvero " beni materiali " facilmente stockabili e conservabili.
Una fra le Hard Commodities più famose è proprio il denaro , non inteso come mezzo di scambio, e la seconda è il petrolio .
Le crypto su ethereum ,ad esempio , possono essere beni fungibili o non fungibili.
In gergo, abbiamo di fatto i fungible token (ERC-20) e i non fungible token (ERC-721).
Quindi, proviamo a domandarsi:
Come si comporta una commodities all'interno del ciclo economico generale?
Le commodities cambiano il loro prezzo per 3 principali motivi:
1) Speculazione
2) Interruzione della produzione
3) Politica dei paesi produttori
Dal 2000-2002 le commodities hanno subito un processo di financialitazion sulle varie borse (riconoscimento come asset). Ciò ha aumentato esponenzialmente la domanda di materie prime.
Questo improvviso aumento, a cosa è dovuto? Dalla speculazione.
Ne deriva però che una buona parte della domanda non sarà veramente dovuta al bisogno di materie prime ma, semplicemente, a ragioni speculative.
Possiamo estendere questa considerazione anche al mercato crypto?
Beh, direi di si.
Qualora questa significativa componente della domanda (chiamata speculazione), si sposti verso altri mercati più attraenti, per quella determinata fase del ciclo economico, cosa accadrà al mercato crypto?
Per dare una risposta definitiva a questa domanda, è sufficiente guardare nel passato, precisamente alla fine dello scorso ciclo di halving ('anno 2017).
Cosa accadde? PUMP & DUMP .
PUMP dovuto a motivi tecnici ( dimezzamento delle ricompense per i miner ) e DUMP per motivi prettamente speculativi.
E' presumibile pensare che una cosa simile debba accadere anche al termine di questo ciclo.
Invece, cosa potrebbe succedere qualora la produzione dovesse interrompersi ?
In realtà, anche la risposta a questa domanda, è possibile ricavarla dall'analisi delle recenti notizie legate al settore crypto. Mi riferisco ai blackout in Cina e, più recentemente, Kazakistan .
L'Hash rate influenza direttamente la produzione di BTC e quindi il suo prezzo. Storicamente, a drastici cali del Hash Rate sono sempre corrisposti crolli significativi del prezzo di BTC.
Questo perchè, essendo una moneta PoW (proof of work), il mining resta il cuore pulsante della coin.
Infine, ma non per importanza, non resta che analizzare la "politica dei paesi produttori" .
BTC è un asset digitale, per tale motivo un investitore poco accordo è portato a pensare che non esista un paese produttore. Allo stesso modo, spesso, si tende a pensare che i crypto asset siano decorrelati dalle notizie economiche riguardanti quello che comunemente viene inteso come mercato tradizionale. Tensioni politiche e sociali quindi, a rigor di logica non dovrebbero affatto interessare ai crypto investitori.
In realtà, riferendosi sempre al concetto di Mining, la connessione con l'economia è molto marcata.
Per questo i ban non sono visti di buon occhio dal mercato crypto. Basti pensare che, la Cina, nonostante gli innumerevoli BAN, rappresenta ancora il 20% del mining mondiale. E' quindi follia pensare che tutti i provvedimenti presi dal governo cinese siano problemi relativi alla tradfi .
Se la Cina, come attualmente sta facendo, mette in atto politiche di demonizzazione del settore cryptovalutario, il prezzo (giustamente) ne risentirà negativamente!
Allo stesso modo però, non vedo il motivo per cui, aumenti del tasso di interesse o del tasso di inflazione, debbano influenzare negativamente il mercato decentralizzato che, per definizione, si basa su logiche completamente diverse.
Quindi, dire che il mercato crypto stia crollando perchè l'economia mondiale (specie USA) è sul filo del rasoio, non è tecnicamente corretto perchè non c'è diretta correlazione con il mercato DeFi.
Dire che il mercato crypto stia utilizzando la scusa del "terrore legato ad un aumento dei tassi di interesse" per prendere profitto in previsione del ciclo di halving, invece, sarebbe più corretto anche se, visto i prezzi degli asset dei mercati finanziari globali, un gestore che sposta i fondi in questo momento sul mercato azionario perchè meno rischioso (a mio parere), non ha ben chiaro cosa effettivamente stia accadendo macro economicamente.
T.I.N.A - There is no AlternativeT.I.N.A acronimo di There is no Alternative è una delle cause che ha portato i mercati azionari alle attuali valutazioni e al continuo aggiornamento dei massimi storici (in particolare USA). Lo stesso governatore della FED ha affermato recentemente, a chi gli chiedeva un opinione sulle attuali valutazioni dei mercati azionari USA se quest'ultime fossero a rischio "bolla", che non essendoci alternativa (mercati obbligazionari a rendimenti a zero o addirittura negativi - es. Paesi Nord Europa e Giappone) le attuali quotazioni, seppur molto elevate, in questo contesto fossero giustificate.
In parole molto semplici: chi presterebbe denaro (investitore a governo) se il tasso di interesse che ricevo in cambio è prossimo a zero? che incentivo avrei a prestarti i miei soldi? .... nessuno e quindi compro stocks !!!
Il governo USA però ha sempre più necessita di finanziarsi e quindi emettere debito per sostenere l'economia in sofferenza e far fronte alle promesse elettorali del presidente entrante Biden che comporteranno un inevitabile aumento di spesa pubblica e conseguentemente del livello di debito già elevato). Ma come posso finanziare tutto questo debito? Come posso prendere in prestito soldi?
Una prima soluzione è quella di ricreare appeal verso il mondo obbligazionario, strumento che gli Stati usano per finanziarsi. Aumento il tasso l'interesse che ripagherò agli investitori cercando comunque di non alzarlo troppo visto l'enorme quantità di debito in circolazione (sia pubblico e privato) così da evitare effetti economici devastanti (controllo della curva dei Tassi) mantenendo la fiducia degli investitori verso la Banca Centrale, driver principale del rialzo dei mercati azionari. L'aumento del Tasso US 10y rappresentato nel grafico può essere letto in questo modo, cosa importante da monitorare che l'aumento sia "controllato" e che non sfugga => le conseguenze sarebbero devastanti, si innescherebbe una catena di default.
Una seconda soluzione è fornita dalla teoria economica moderna secondo cui la Banca Centrale, a servizio del governo e non organo indipendente, può stampare soldi senza limiti senza avere necessariamente conseguenze sul sistema economico se questi soldi fossero destinati a misure che favoriscano la crescita economica (es. misure di politica fiscale accomodanti -> Yellen a capo del dipartimento del Tesoro USA non è un caso).
Tutto questo secondo questa teoria è possibile solo per gli Stati con sovranità monetaria che non ha quindi un debito soggetto a variazioni sul tasso di cambio. (non si indebitano convertendo in valuta estera poi da riconvertire in valuta nazionale). Questo concetto viene definito come "monetizzazione del debito" ed è possibile se oltre a quanto appena descritto si riesce a controllare il tasso d'interesse e la quantità di acquisto e vendita di debito. (il Venezuela è un esempio in cui la monetizzazione del debito non ha funzionato andando fuori controllo e portando iperinflazione).
Questa seconda opzione ha il rischio se non governata di portare alla svalutazione della moneta e situazioni di iperinflazione. Il dollaro USA gode tra gli investitori di una reputazione di asset sicuro e di rifugio (pensiamo ai cambi Oil/USD, XAU/USD, ai debiti dei Paesi Emergenti espressi in dollari, alle riserve detenute dalle Banche Centrali di ogni Paese) ed è di fondamentale importanza al fine di evitare shock economici a livello globale preservare questo concetto. Se si riuscisse a rendere pratica questa azione verrebbe sfatato il concetto che non si può stampare soldi all'infinito ma solo alcuni possono farlo trovando il sacro gral della crescita economica. ( Il Giappone potrebbe essere un case - study su questo aspetto)
Una terza possibile soluzione è quella di creare nuove entrate per lo Stato: puntare ad esempio allo sviluppo di nuovi settori che potrebbero portare nuovi gettiti fiscali ed incrementare così da una parte le capacità di spesa di uno stato e dall'altra creare occupazione. Da qui considerare quindi i settori che potrebbero soddisfare questi requisiti e su cui l'investitore dovrebbe inserire in portafoglio: per alcuni in realtà il 2020 ha già dato prova di quelli che sono i settori in voga (per usare un eufemismo di euforia): Green Economy, Cannabis, Idrogeno, Cybersecurity, Robotica).
Concludo dicendo che l'analisi ha l'obiettivo di trasmettere i concetti principali su quelli che sono i driver economici che dovrebbero essere almeno conosciuti da ogni investitore.
Importanti considerazioni [S&P 500]Nella scorsa settimana abbiamo assistito a uno dei cali piu' rapidi della storia dello S&P500.
Dopo aver segnato i massimi assoluti a 3390 infatti in meno di 10 sedute il prezzo ha segnato un crollo complessivo di circa il 13 % toccando livelli percorsi due anni prima , nel 2018.
In questi momenti e' normale essere in difficolta perche' la nostra parte azionaria in portafoglio potrebbe essere in perdita , o addirittura in forte perdita.
Ci piace particolarme una frase detta de Warren Buffett , il piu' esperto investitore della storia , ''sii avido quando gli altri hanno paura !''.
Vorrei spostare l'attenzione sul grafico postato , rappresenta il Weekly dell'S&P500.
Il grafico parla da se, si puo' vedere come agli inizi degli anni 90 quotasse 361, ad inizio 2000:926, nel 2010: 1178 e ora siamo a 2934.
Questo per dimostrare come una corretta diversificazione (ricordiamo che stiamo parlando dell'indice azionario americano che raggruppa le 500 aziende piu' capitalizzate d'America) in un orizzonte temporale rilevante (10 anni) ha sempre portato rendimenti positivi.
TRADING vs INVESTIRE: Le differenze più importantiBuongiorno a tutti i lettori di trading view, quest'oggi vi voglio portare un articolo formativo contenente una raccolta di differenze tra la figura del trader e la figura dell'investitore, poichè ho notato che molte persone confondono o addirittura comparano i due ruoli, che in realtà sono ben diversi.
Ci sono molte differenze tra fare trading ed investire, con i relativi pro e contro di ognuno ma è importante avere una visione chiara delle due figure per scegliere quale si addice di più ai tuoi obiettivi, alle tue prospettive, al tuo stile di vita ed alla tua situazione finanziaria.
TRADER:
-BREVE/MEDIO TERMINE
La figura del trader nel mercato si cimenta in operazioni di breve/media durata.
-MENTALITA' VOLTA AL PROFITTO
Il trader medio cerca di sfruttare i strumenti finanziari in base al possibile profitto.
-BENEFICI DALLA VOLATILITA'
Il trader cerca di sfruttare la volatilità nelle sue strategie per arrivare ai profitti.
-PIU' CONTATTO CON IL RISCHIO
Cimentandosi in più operazioni di qualsiasi natura il trader sviluppa più in fretta un'attitudine al rischio.
-ANALISI TECNICA
Usa di più l'analisi tecnica per fare le sue previsioni di mercato.
-COMPRA e VENDE
-IDEALE PER COSTRUIRE IL CAPITALE
Il trading è in genere più idoneo a quel tipo di persona che punta alla costruzione di un capitale.
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INVESTITORE:
-LUNGO TERMINE
La figura dell'investitore si cimenta in operazioni di lungo termine.
-MENTALITA' VOLTA ALLA CRESCITA
L'investitore sfrutta gli asset in base alla loro potenziale crescita.
-BENEFICI DALLA STABILITA'
L'investitore non si cura troppo della volatilità poichè operando nel lungo termine si interesserà più alla solidità del suo asset.
-MENO CONTATTO CON IL RISCHIO
Facendo operazioni di più lunga durata ha un rapporto con il rischio totalmente diverso.
-ANALISI FONDAMENTALE
-COMPRA E TIENE (Hold)
-IDEALE PER FAR CRESCERE IL CAPITALE
L'investitore in genere è già in possesso del capitale e punta alla sua crescita.
>>Spero che questo articolo vi sia piaciuto e vi abbia chiarito un po le idee, come al solito vorrei sentire i vostri pensieri sull'argomento, per questo lasciami un commento con la tua visione sull'argomento e se vuoi aggiungere qualche altro punto a questo elenco!
doppio massimo su UNIosserviamo il doppio massimo che si è formato su UNI questo doppio massimo presentava tutte le caratteristiche per essere considerato un ottimo segnale, infatti i volumi in corrispondenza del primo massimo sono visibilmente più ampi, rispetto a quelli in corrispondenza del secondo.
questa operazione se eseguita nel modo corretto, posizionando lo stop loss poco al disopra della neck line e il take profit sulla sui minimi su ci ilmprezzo era rimbalzato in passato, avrebbe garantito un 10-12% in poco meno di un mese.
Come analizzare azioni in 5 step: Visa Inc.(V, NYSE)Ciao ragazzi, oggi con voi condivido la mia personale checklist che seguo per valutare stocks in ogni mercato.
Ci sono cinque step, ogni step da un punteggio di +1 dunque il massimo punteggio è +5 , il minimo -5. Solitamente da +3/-3 considero di prendere una posizione lunga/corta a seconda del risultato.
1) Management: il primo step è valutare il management della azienda. Con questo intendo capire se coloro che gestiscono l'impresa hanno particolare competenze di management questo solitamente si traduce in un miglioramento del ROE nel corso degli anni. In più guardiamo al loro background come ad esempio dove hanno studiato, dove hanno lavorato, se hanno conoscenze particolari nel business dove opera l'impresa etc. In più mi aspetto che lo stipendo del top management sia correlato a migliori risultati aziendali, se ciò non avviene evitante l'azienda. Le figure da guardare solitamente sono CEO, CFO e COO. In altre aziende guarderemo anche al marketing, come per esempio per Coca-Cola.
2) Prodotto: in questo caso cerchiamo di capire che tipi di beni/servizi l'azienda produce. Sono prodotti/servizi difficilmente replicabili? Ergo, è un mercato con barriere alte? E' un monopolista? E' leader di mercato? Il prodotto ha qualche tipo di vantaggio sui concorrenti? Queste domande determineranno lo score. Scegliete business del quale capite i meccanismi e che non siano troppo complessi.
3) Situazione finanziaria: in questo caso si valutano conto economico, bilancio, e cash flow statement. L'obiettivo è avere vendite in crescita, net income in crescita, margini sotto controllo. Se quest'ultimi sono sotto pressione vuol dire che in qualche modo l'impresa non ha un vantaggio competitivo. Nel bilancio vogliamo capire il rapporto di indebitamento, ci sono azioni privilegiate (non le vogliamo)? Che tipi di asset ha l'azienda? Infine il cash flow, vogliamo imprese che generano soldi senza spese esagerate per mantenere la loro quota di mercato o la leadership.
4) Indici finanziari: guardiamo principalmente PE, P/CF, P/B, P/FE, EV/EBTIDA, Dividend Yield. E li vogliamo sotto la media dei 5 anni.
5) Esposizione geografica: ci domandiamo dove opera l'azienda, preferiamo paesi sviluppati con valute stabili per ovvi motivi.
Analisi di Visa:
Management +1: ci sono persone con esperienza nel campo della tecnologia dei pagamenti che hanno già lavorato in altre aziende importanti e ricoprendo incarichi di alto profilo, l'esperienza non manca e si vede nei risultati.
Prodotto +1: molto difficile da replicare, servono investimenti sostanziosi e accedere al mercato è molto difficile.
Situazione finanziaria +1: ricavi in constante aumento con margini sempre migliori, buonissimo patrimonio dell'impresa e cash flow costante e in aumento.
Indici di valutazione -1: attualmente overvalued su quasi tutti i punti di vista (eccetto il price to cash flow).
Esposizione geo +1: opera in tutto il mondo nei peasi principali. Niente di migliore.
Totale +3: vale un buy anche se personalmente preferisco avere degli indici di valutazione ragionevoli per entrare lungo. Li considero i più importanti..
Ricordate di comprare solamente se il prezzo è favorevole o in qualche modo scontato.
Cordiali saluti,
DocCDS