ETH: Triangolo discendente?Peter Brandt è ribassista su Ethereum e prevede ETH a 1.268$ fra un mese. Il motivo? Una semplice conformazione tecnica sul grafico ETHUSDT: nello specifico l'individuazione di un triangolo discendente. Recentemente, all'interno della nostra community, è sorto un dibattito abbastanza accesso sulla "bontà" delle figure tecniche nel contesto dell'investimento cryptovalutario. Per molti dei trader del nostro team, è assurdo credere che investitori tanto famosi utilizzino alla lettera l'analisi tecnica per effettuare i propri investimenti.
Forse è meglio concentrarsi sul processo di Merge piuttosto che sulla ricerca di pattern grafici in quanto, per chi non ne fosse ancora venuto a conoscenza, Ethereum sta procedendo verso il completamento del processo di transizione ad un "nuovo Ethereum".
Mercoledì, gli sviluppatori hanno confermato di aver completato con successo il Merge sul testnet Ropsten:
"Il Merge del testnet Ropsten è stato completato! Che giornata storica ed emozionante per la community, i ricercatori e gli sviluppatori di Ethereum.
I prossimi passi? La fusione di altri due testnet pubblici, e infine del mainnet. Il Merge sta arrivando."
Allo stesso modo, i fondamentali (se così possiamo chiamarli) lasciano un pò a desiderare. Il numero di developer attivi su rete Ethereum, in esponenziale aumento dal 2019 ha registrato un importante interruzione a causa della paura degli effetti causabili dal merge stesso. In aggiunta, le revenue da protocollo sono diminuite come del resto è accaduto a tutte le blockchain e protocolli DeFi.
A nostro parere, è possibile che Ethereum possa continuare la spinta ribassista ma il motivo non sarebbe certamente da attribuire alla costituzione di una figura di analisi tecnica ma piuttosto ad una momentanea interruzione della "produzione" (giusto per seguire il parallelismo con le materie prime). Viceversa, qualora Ethereum dovesse crescere contro ogni aspettativa, un motivo potrebbe proprio essere la formazione della suddetta figura grafica ben visibile da chiunque.
Analisitecnica
S&P: ENTRIAMO IN UNA NUOVA DISCESA?!L'azionario statunitense continua a mostrarci sia nel grafico settimanale che in quello giornaliero una tendenza ribassista piuttosto evidente. Prendendo in considerazione lo S&P, dopo la ripida discesa che ha spinto la quotazione dai 4.500 ai 3.800 punti tra marzo e maggio di quest'anno, notiamo una fase di breve correzione e lateralità delle ultime sedute alla quale ha fatto seguito una bellissima bearish candle (proprio ieri) che ha generato un break out sia della media mobile che del livello di supporto 4.060. L'idea potrebbe essere quella di approfittare di una ripresa del downtrend con target di profitto nell'area di supporto 3.700; per questo sarebbe interessante assistere ad una momentanea correzione sul livello appena violato ed un successivo segnale di Price Action short, a conferma della pressione in vendita, per elaborare una strategia ribassista.
Vediamo cosa succederà nella giornata odierna e vi invito a visitare il mio profilo personale Tradingview per rimanere informati su questo ed altri spunti operativi su Forex e Azionario tramite i miei video giornalieri (che ormai sono al loro 10°compleanno!).
Maurizio
BTC: centratura giornalieramovimento repentino al rialzo (lo abbiamo visto tutti) che in poche barre ha violato parecchi swing. il grafico giornaliero porterebbe anche a pensare al seguente scenario:
Attualmente siamo alla barra 201 su 336 dall'apertura dell'annuale inverso T+5i e alla barra 63 su un minimo di 96 dall'apertura del semestrale T+4i. Questo vuol dire che l'annuale inverso non può chiudere prima del 3 Luglio, ossia al minimo della sua durata. L'attuale livello confermerebbe la violazione degli ultimi due settimanali e vincolerebbe il prossimo bisettimanale T+1i al rialzo e ci farebbe rimanere sopra quota 30670
Lato indice, potrebbe aprirsi l'ipotesi che l'annuale indice si sia chiuso il 12 maggio con 325 barre su 336. Questo vorrebbe dire il rimanere sopra quota 26700 per almeno un mensile e coinciderebbe anche con la chiusura dell'annuale inverso.
Purtroppo, la mancanza di swing significativi ci costringe aspettare il superamento di quota 39800 prima di poter parlare di un cambio di trend . Fino ad allora, la prospettiva rimane lateral-ribassista
ARGENTO: SEGNALE SHORT!Come l'Oro, anche l'Argento ci mostra nel grafico giornaliero una bellissima tendenza ribassista favorita dal movimento long del dollaro. A partire dalla metà di aprile la quotazione ha realizzato un percorso discendente ripido e continuo per trenta giorni per poi mostrarci un paio di settimane di correzione tecnica che potrebbe essere terminata con la candela PIN di due giorni fa. Tale pattern di analisi tecnica, con falso breakout del livello chiave di resistenza e della Ema 21, disegna di fatto un bel segnale di Price Action che potrebbe favorire la rottura della flag di continuazione e la ripresa del down trend con target minimo sul supporto $20,50 e possibile ritorno anche sotto i $20. Chi non ha già tradato la candela Pin dell'altro ieri potrebbe considerare il breakout del supportino $21,75 (sotto il minimo di oggi) come entry level per un possibile trade short.
Segui la mia attività guardando le info nel mio profilo personale Tradingview!
Maurizio
PORTOBELLO: occhio al supporto mensileLONG & SHORT
Fabio Pioli
( Articolo di Venerdì 27 maggio 2022 )
Si faccia attenzione a Portobello se dovesse andare a violare il supporto mensile di 29,40 euro. Tale fatto decreterebbe un’ inversione di trend al ribasso nel lungo periodo. Lo stop-loss giusto per uno short sarebbe 55,10 euro ( Figura 1 ).
Fig 1. PORTOBELLO – Grafico mensile.
La presente è una comunicazione di marketing e non rappresenta una ricerca preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’ indipendenza di una ricerca in materia di investimento e non è soggetta a nessun divieto che proibisca le negoziazioni da parte degli analisti e dei soggetti rilevanti prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti
*Fabio Pioli, trader e analista finanziario
EUR-USD, OCCHIO AL WEEKLY!!L'attuale debolezza del dollaro ha favorito un movimento di rialzo del Eur-Usd che ha generato sicuramente una mini tendenza rialzista nel time frame giornaliero ma la stessa, guardando il grafico settimanale, appare chiaramente come un movimento correttivo del down trend di medio termine. In quest' ottica sarebbe bene che lo storno weekly continui fino alla zona di resistenza 1,08 (area centrale del canale discendente e con la EMA21 in arrivo dall'alto in qualità di resistenza dinamica) per poi mostrarci un chiaro segnale di Price Action ribassista che potrebbe darci la possibilità di elaborare una strategia di vendita con target di profitto sul supporto 1,0350!
Per non perderti questo eventuale segnale di trading, così come quelli sulle altre coppie Forex, Cfd e titoli azionari, dai un'occhiata al mio profilo Tradinview!
Maurizio
UNA STATEGIA DI TRADING A FAVORE DEI CROLLI DEI MERCATI AZIONARIBuongiorno ragazzi, il 20 maggio pubblicavo un’analisi dal titolo “La mia visione ribassista sull’azionario USA spiegata con gli indici di forza relativa” in cui spiegavo la mia visione bearish giustificata dalla combinazione di diversi grafici di prezzo che indicavano il sentiment del mercato.
Ho ricevuto tanti messaggi in cui diversi di voi esprimevamo le loro perplessità riguardo la loro attività di trading recente; ho per questo motivo deciso di svelarvi l’idea che ho avuto io stesso per speculare sui ribassi del mercato azionario, attraverso un’operazione in spread in cui ho acquistato e venduto allo stesso tempo sei aziende sfruttando i coefficienti beta delle stesse. Spiegherò in maniera dettagliata tutti i motivi che mi hanno portato ad entrare a mercato attraverso lo studio di particolari asset, indici di volatilità e indici di forza relativa. Detto ciò, questo non è assolutamente da intendere come un invito ad investire.
Per capire in maniera chiara ed esaustiva questa strategia, vi consiglio caldamente di rileggere l’ultima analisi che trovate al link:
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Ci tengo comunque a fare un breve riepilogo!
Buona lettura.
RISK OFF E CAMBIO DI CICLO ECONOMICO
Siamo in risk off! Ebbene si ragazzi, siamo in quel particolare momento in cui gli investitori iniziano ad essere più prudenti dal momento che investire e fare trading è considerato più rischioso. Lo stesso è confermato dal cambio di ciclo economico e da diversi indici di forza relativa che ho avuto il piacere di condividere con voi.
Riferendoci al cambio di ciclo facciamo riferimento ad una panoramica più ampia; ci troviamo ora all’interno della quinta fase dello stesso:
La fase 5 è quella particolare fase nella quale le performance dell’azionario e dell’obbligazionario sono negative a differenza delle materie prime, che continuano a rimanere positive (aiutate anche dall’inflazione, territorio in cui esse registrano buone performance):
Il cambio di ciclo economico ha impattato sul sentiment degli investitori, portandoli verso una strada di incertezza; ciò è testimoniato dall’indice di forza relativa tra S&P500 e VIX e tra il Nasdaq e il VXN (ossia tra due dei principali mercati azionari statunitensi e i loro rispettivi indici di volatilità):
Come ho spiegato nella precedente analisi, essendo gli indici di volatilità considerati “indici di paura”, ne consegue il fatto che se sono essi a sovraperformare gli indici ai quali sono associati, si può affermare che la “paura” è più forte della “certezza”; viceversa, a parti alternate, saranno le certezze a superare le paure. La condizione emotiva in cui riversa in questo momento il mercato è ben spiegata nella grafica che segue:
L’incertezza degli investitori è alta, testimoniata dal triangolo discendente nell’indice SPX/VIX e dal canale discendente parallelo nell’indice NASDAQ/VXN.
E’ importante considerare una cosa: l’incertezza non è episodica bensì tendenziale; essa in questo momento non dà segni di una possibile inversione.
A questo punto come hanno reagito gli investitori? Hanno iniziato a ruotare i loro capitali.
In particolare, hanno pian piano scaricato le loro posizione considerate a “rischio”, infatti:
Dal lato obbligazionario, hanno iniziato a scaricare più obbligazioni “junk” considerate rischiose rispetto ad altre meno rischiose e ciò è ben rappresentato dallo spread obbligazionario high yield; interessante notare la correlazione tra lo stesso è il VIX: maggiore è l’incertezza (tanto più sale il VIX), maggiore sarà la vendita di obbligazioni rischiose, più lo spread si allargherà correlandosi quindi positivamente con lo stesso indice di volatilità (link in cui tratto dettagliatamente questo spread: ).
Ricordate: in risk on, ossia quando gli investitori sono disposti a rischiare, le obbligazioni ad alto rendimento sono tra gli asset preferiti in quanto, appunto, offrono un rendimento alto a dispetto di un’esposizione al rischio maggiore.
Il fatto che gli investitori stiano scaricando bond ad alto rischio è ben rappresentato dal sell-off sull’ETF HYG che replica l’andamento di un paniere di junk bond a lunga scadenza:
Dal lato azionario, quali sono stati i settori più colpiti dal sell-off?
Il settore ciclico per eccellenza, ossia quello dei beni discrezionali, ha subito una perdita del -33.71% e quello tecnologico un -29.36%.
I migliori sono stati invece l’energetico (spinto chiaramente dal prezzo del petrolio) con una performance dal +37.34% e il settore difensivo delle utilities, con un modesto +2.79%.
Vi mostrerò ora gli indici di forza relativa tra i settori dei beni discrezionali e tecnologico con quello delle utilities (non andrò a considerare quello energetico dal momento che non è utile ai fini della strategia):
E’ ben visibile la maggior forza dei settori tecnologico e ciclico da marzo 2020 a novembre 2021 così come la maggior forza del settore utilities rispetto agli stessi dalla stessa data ad oggi.
L’IMPORTANZA DEI COEFFICIENTI BETA
Come ho specificato nell’ultima analisi, in clima di risk on sono i settori “aggressivi” a sovraperformare il mercato di riferimento; al contrario, sono invece quelli “difensivi” ad avere la meglio. In base a cosa si esprime l’aggressività di un titolo? Attraverso i coefficienti beta, che attraverso un valore che oscilla intorno ad 1 identificano il grado di rischio di un titolo.
Come avevo specificato nella precedente analisi, i settori o i titoli con beta superiore ad 1 sono quelli considerati rischiosi vista la loro volatilità, mentre quelli con beta inferiore ad 1 sono quelli considerati “difensivi”; infatti:
• Un titolo con un beta superiore ad 1, ad esempio 1.5, tenderà a muoversi 1.5 volte rispetto al suo mercato di riferimento, sia al rialzo che al ribasso
• Un titolo con un beta inferiore ad 1, ad esempio 0.5, tenderà a muoversi 0.5 volte rispetto al suo mercato di riferimento, al rialzo o al ribasso
Ho appena considerato il settore tecnologico, dei beni discrezionali e delle utilities. I loro beta sono:
• Settore Tech: 1.05
• Settore Consumer Discretionary: 1.18
• Settore Utilities: 0.38
Questo significa che ad una performance dell’S&P500 pari al +1.3%, la performance attesa dai tre settori sarà:
• Settore tech: 1.05 x 1.3 = 1.365%
• Settore Consumer Discretionary: 1.18 x 1.3 = 1.534%
• Settore Utilities: 0.38 x 1.3 = 0.49%
Ad una performance negativa da parte dell’S&P500 pari al -3%, le diverse performance settoriali saranno invece:
• Settore tech: 1.05 x (-3) = -3.15%
• Settore Consumer Discretionary: 1.18 x (-3) = -3.54%
• Settore Utilities: 0.38 x (-3) = -1.14%
I coefficienti beta, dunque, spiegano la diversa aggressività dei settori:
• Il tech e quello dei consumi discrezionali sono considerati settori “risk on” in quanto tendono a performare meglio del benchmark di rifermento quando gli investitori sono appunto disposti a rischiare
• Quello delle utilities è considerato “difensivo” in quanto tende a reggere meglio gli urti durante possibili crolli di mercato (infatti, come vediamo nell’esempio, a un -3% da parte del riferimento appartiene un -1.14% da parte del settore) ma tende a performare peggio rispetto ad altri settori con beta superiori quando il clima di mercato è risk-on.
LA PIANIFICAZIONE DELLA STRATEGIA
PARTE 1: I SEGNALI CHE MI HANNO FATTO ENTRARE A MERCATO
Ho avuto i primi segnali di una possibile inversione dei mercati azionari americani a metà novembre 2021 e, successivamente, altri che hanno confermato la mia visione.
1. Il primo segnale è giunto dal mercato obbligazionario ad alto rendimento:
Quando a metà novembre la media ad un mese (30 periodi) è passata al di sotto di quella a 200 periodi ho avuto il primo segnale di un possibile cambiamento di umore. Infatti, come dico sempre, gli stessi bond tendono ad avere buone performance quando il clima è risk on.
2. Il secondo segnale è giunto dagli indici di forza relativa tra benchmarks e indici di volatilità:
Come spiego all’interno della grafica, i massimi segnati dagli indici tra fine dicembre 2021 e inizi gennaio 2022 si sono dimostrati decrescenti rispetto ai precedenti; sintomo di debolezza che, tradotto, significava “forza dell’incertezza” dal momento che più gli indici sono ribassisti, maggiore sarà la forza degli indici di volatilità!
3. Il terzo segnale: il rimbalzo dell’etf HYG sulla media a 200 periodi
Negli stessi giorni in cui i massimi segnati dagli indici di forza S&P500/VIX E NASDAQ/VXN si dimostravano decrescenti rispetto ai precedenti, l’ETF HYG rimbalzava sulla media a 200 periodi, ulteriore segnale ribassista.
A questo punto ho considerato gli indici di forza settoriali in maniera da vedere se ci fosse una rotazione di capitali da settori rischiosi a difensivi.
4. Il quarto segnale: la rotazione dei capitali dai settori più rischiosi a quelli meno rischiosi
La quarta conferma di un cambiamento di sentiment è arrivata quando ho visto che al 5 gennaio 2022 era già iniziata una rotazione di capitali da settori “rischiosi” a settori “difensivi”; in particolare, gli investitori chiudevano operazioni sul tecnologico e sul consumer discretionary per posizionarsi su quello delle utilities.
PARTE 2: PERCHE’ HO PENSATO DI SFRUTTARE I COEFFICIENTI BETA
Arrivato a questo punto, la mia visione era chiaramente diventata ribassista, non solo per i motivi elencati nell’ultimo paragrafo, ma anche per la questione riguardante i cicli economici di cui ho parlato a inizio articolo.
Vista la rotazione dei capitali e vista la mia visione pessimista, ho quindi pensato: perché non vendere 3 titoli e acquistarne altri tre, aprendo quindi un’operazione in spread?
La mia idea era quella di vendere 3 titoli che statisticamente avrebbero sofferto di più di altri e acquistarne 3 che avrebbero invece performato bene o comunque avrebbero ammortizzato gli urti di un possibile crollo.
Tradotto, che significa ciò?
• I titoli che avrei venduto avrebbero dovuto avere un beta superiore a 1 in quanto sarebbero scesi in maniera più aggressiva rispetto all’S&P500 e al Nasdaq (vista la mia visione ribassista sugli indici), facendomi quindi guadagnare di più
• I titoli che avrei acquistato avrebbero dovuto avere un beta inferiore ad 1 in quanto se gli indici azionari avessero registrato delle brusche discese (dal momento della mia idea al futuro più “vicino”) i settori avrebbero comunque perso meno, ma allo stesso tempo avrebbero potuto avere delle performance positive vista la rotazione di capitali da settori aggressivi a difensivi osservata prima
PARTE 3: L’INDICE DI FORZA RELATIVA TRA L’ETF AD ALTO BETA (SPHB) E QUELLO A BASSO BETA (SPLV)
Vista la mia idea di aprire un’operazione in spread vendendo 3 titoli aggressivi e acquistando 3 titoli difensivi, ho utilizzato l’indice di forza relativo tra SPHB (ETF contenente al suo interno aziende ad alto beta) ed SPLV (ETF contenente invece aziende a basso beta) per analizzare se anche in questo caso fosse avvenuta la stessa rotazione di capitali di cui ho parlato prima:
La rotazione dei capitali da aziende aggressive ad aziende difensive era avvenuto agli inizi di gennaio, ossia nella stessa data in cui avevo ricevuto dagli altri grafici condivisi precedentemente dei segnali “risk off”.
PARTE 4: GLI ETF SPLV ED SPHB
Avendo constatato che la rotazione dei capitali era avvenuta, ho “spacchettato” i due etf in maniera tale da capire quale fosse la loro allocazione settoriale e i primi titoli che componevano essi per peso percentuale.
INVESCO S&P500 LOW VOLATILITY ETF
Come potete osservare dalla grafica, il 26.19% del peso dell’ETF è costituito dal settore delle Utilities, confermando quindi la sua natura “difensiva” di cui parlavo prima. Ho dunque deciso che le 3 aziende difensive che avrei scelto per la strategia sarebbero appartenute allo stesso settore visto il suo peso all’interno dell’ETF.
INVESCO S&P500 HIGH BETA ETF
Il maggior peso di questo etf (66.83%) è detenuto dal settore tecnologico (42.51%) e dal consumer discretionary (24.32%). Nonostante il peso maggiore sia rappresentato dal settore tecnologico, ho deciso che 2 delle 3 aziende da vendere sarebbero appartenute al settore dei beni discrezionali mentre solo una al settore tecnologico. Perché? Arriviamo ora all’ultimo punto e lo capirete.
PARTE 5: L’INDICE DI FORZA RELATIVA TRA SETTORI TECNOLOGICO E CONSUMI DISCREZIONALI/SETTORE UTILITIES
L’ultimo segnale che mi mancava per entrare a mercato era dato dalla rotazione di capitali che doveva avvenire tra i settori tecnologico e consumer discretionary con quello delle utilities. Perché? Perché l’operazione in spread era chiaramente basata, tra le altre cose, sulla rotazione dei capitali tra gli stessi tre settori!
Ho quindi applicato ai due indici di forza relativa due medie mobili:
• Una media veloce a 30 giorni
• Una media lenta a 200 giorni
Il passaggio della media mobile veloce al di sotto di quella lenta mi avrebbe dato il segnale di entrata a mercato:
Come potete osservare dalle due grafiche, ho avuto dei segnali di entrata a mercato a metà febbraio per quanto riguarda lo spread tra XLY e XLU e ad inizi di marzo tra XLK e XLU.
Ho quindi preso la decisione di entrare a mercato dapprima a metà febbraio acquistando due aziende del settore XLU e vendendone due del settore XLY e successivamente aspettare ad inizi marzo per acquistarne una del settore XLU e venderne una del settore XLK.
Avete capito ora il motivo per il quale non ho scelto due aziende tecnologiche bensì solo una nonostante lo stesso settore rappresentasse il 42.51% totale del peso dell’ETF “high beta”? Perché volevo entrare a mercato il prima possibile! Esiste inoltre un ulteriore motivo, che spiegherò nel prossimo paragrafo.
PARTE 5: LA SCELTA DEI TITOLI AGGRESSIVI E DIFENSIVI
Per semplificare la ricerca dei titoli su cui speculare ho “spacchettato” i due etf SPLV e SPHB come ho mostrato prima.
La scelta delle 3 aziende del settore utilities è ricaduta su:
• DUKE ENERGY CORP (DUK), con beta 0.33
• DTE ENERGY CORP (DTE), con beta 0.63
• NISOURCE INC (NI), con beta 0.33
La scelta delle due aziende del settore dei beni discrezionali è stata:
• Caesars Entertainment (CZR), con beta 2.85
• PVH Corp (PVH), con beta 2.07
La scelta dell’azienda tecnologica è stata:
• Nvidia Corp (NVDA), con beta 1.59
L’altro motivo per il quale ho scelto due aziende di XLY e non di XLK deriva dal beta: le aziende del settore XLY presentano dei coefficienti ben più alti rispetto al settore tech e, come vi spiegavo, la ricerca dei titoli da vendere era orientata sull’aggressività che gli stessi dovevano presentare!
Se vi state chiedendo il motivo per il quale non ho allora deciso direttamente di vendere 3 titoli di XLY, vi rispondo che mi piace diversificare.
PARTE 6: LE PERFORMANCE ATTUALI DELLA STRATEGIA
Il 15 febbraio, ossia il giorno in cui si è verificato il “death cross” sull’indice di forza XLY/XLU, ho acquistato Duke Energy e Dte Energy e venduto Caesars Entertainment e Pvh Corp; le performance, ad oggi 26 maggio, sono:
Due settimane dopo, il 2 marzo, giorno in cui è avvenuto il “death cross” sull’indice di forza relativa XLK/XLU, ho venduto Nvidia e acquistato NiSource Inc. Ad oggi le performance sono:
CONCLUSIONI
Ad oggi le performance della strategia parlano chiaro, non credo ci siano da aggiungere ulteriori considerazioni. Vi terrò comunque aggiornati.
Ultimamente, spesso, mi è stato chiesto se utilizzassi soltanto le medie mobili nel mio processo di trading, e la risposta che voglio dare, ma soprattutto un concetto che vorrei trasmettere, è questo: non è tanto lo strumento, l’indicatore o l’oscillatore che utilizzi per investire che fa la differenza, tanto le idee che applichi che ti fanno raggiungere il risultato atteso.
Spero abbiate apprezzato il lavoro. Per qualsiasi domanda, chiarimento o semplice opinione contattatemi pure o commentate la strategia, non abbiate problemi. Un saluto!
Matteo Farci
BITCOIN, LO SHORT SI AVVICINA?!Come abbiamo visto nell'articolo di una settimana fa, la tendenza continua ad essere ribassista e la fase attuale di pausa/accumulazione. Il movimento di correzione, stile bandiera, non si è verificato (se non parzialmente a metà maggio) ed il prezzo procede in fase di lateralità per cui continuo a cercare segnali di trading in vendita o in area $31.200 nel caso di un'eventuale momentanea ripresa oppure sulla zona attuale della quotazione sfruttando l'avvicinamento della media mobile come resistenza dinamica. Target di presa di profitto è la zona di supporto $34.000.
Maurizio
EUR-USD: STASERA SI VENDE?Grafico giornaliero e settimanale dell'Eur-Usd che continuano a mostrarci un'evidente tendenza ribassista inclusa all'interno di un canale discendente presente in tutto questo 2022. Attualmente, complice la debolezza del dollaro, stiamo assistendo ad una delle varie fasi di correzione che ha spinto il prezzo dal minimo relativo 1,0350 alla quotazione attuale (nel momento in cui sto scrivendo questo articolo) 1,0620. In questo esatto istante il prezzo sta rompendo la media mobile e potrebbe anche ritestare l'area superiore del canale ma qualora, alla fine della seduta (siamo solo all'inizio della stessa!), la quotazione tornasse sui livelli dell'apertura disegnando una vera e propria Pin ribassista come quella del 21 aprile scorso verrebbe fuori uno splendido setup di Price Action valido per una strategia di vendita con un target anche in area 1,02.Aspettiamo quindi la conferma del prezzo alla fine della seduta! Per chi vuole nel mio profilo vi sono info per continuare a seguire la mia operatività sull'Eur-Usd!
Maurizio
STM: supportiLONG & SHORT
Fabio Pioli
Sta creando una base di prezzi molto importante a 34,60 euro STMicroelectronics . Cosa significa? Che se tale base dovesse cedere darebbe luogo ad un’ accelerazione ribassista, molto probabilmente. Le azioni da compiere sono quindi effettuare uno short rotti i 34,60 euro, con stop-loss a 42,06 ( Figura 1 )
Fig 1 STMICROELECTRONICS – Grafico settimanale.
La presente è una comunicazione di marketing e non rappresenta una ricerca preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’ indipendenza di una ricerca in materia di investimento e non è soggetta a nessun divieto che proibisca le negoziazioni da parte degli analisti e dei soggetti rilevanti prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti
*Fabio Pioli, trader e analista finanziario
TELECOM: portare pazienzaLONG & SHORT
Fabio Pioli
E credete che non ci voglia pazienza su Telecom Italia ? Chi non è riuscito ad averne si trova padrone di un titolo che, al fine di risalire, deve recuperare e superare i 0,37 euro. Grosso errore di inesperienza.
Solo nel caso di tale recupero invece potrebbe essere fatto un long che troverebbe giustificazione nel nuovo trend rialzista che finalmente si manifesterebbe sul titolo ( Figura 1 )
Fig 1 TELECOM ITALIA – Grafico settimanale.
La presente è una comunicazione di marketing e non rappresenta una ricerca preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’ indipendenza di una ricerca in materia di investimento e non è soggetta a nessun divieto che proibisca le negoziazioni da parte degli analisti e dei soggetti rilevanti prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti
*Fabio Pioli, trader e analista finanziario
GLI INDICI CHE PALESANO IL MOMENTO RIBASSISTA DEI MERCATIBuongiorno ragazzi. Mercoledì discutevo argomenti riguardanti la mia visione ribassista sui mercati azionari americani basandomi su un’analisi della curva dei rendimenti dei titoli di stato americani e sui diversi cicli economici, sottolineando il fatto che la mia visione ribassista era dettata dalla particolare fase economica attraversata.
Trovate tale argomento a questo link:
Riprenderò ora lo stesso concetto condividendo indici di forza e particolari grafici in maniera da darvi una visione più “tecnica”.
GLI OPERATORI HANNO “PAURA”: GLI INDICI DI VOLATILITA’ VIX E VXN
Nel mondo finanziario esistono due particolari indici che tendono a rafforzarsi quando l’incertezza tra gli operatori aumenta; di essi ne parlo molto spesso: il VIX e il VXN. Essi sono gli indici di volatilità dell’S&P500 e del Nasdaq.
La storia economica finanziaria racconta che quando gli operatori sono incerti, le volatilità aumentano e i mercati azionari tendono ad avere cattive performance; questo è il motivo per il quale entrambi sono definiti come “indici di paura”:
Ricordo che i valori degli indici di volatilità al di sopra dei quali i mercati sono considerati “in tensione” sono i 20 punti per quanto riguarda il VIX e i 25 per quanto riguarda il VXN.
Specificato ciò, la mia operatività e le analisi che condivido con voi si basano sull’analisi intermarket; grazie ad essa riesco a combinare diversi asset tra loro che hanno lo scopo di fornirmi una visione più ampia di ciò che accade; è per questo motivo che non tendo spesso a studiare i due benchmark e i corrispondenti indici di volatilità singolarmente, bensì combinandoli tra loro; è così che, cliccando nella barra di ricerca di tradingview i ticker “SPX/VIX” E “NQ1!/VXN” otteniamo i due indici di forza relativa:
I due indici di forza danno informazioni riguardanti il sentiment degli operatori:
• Essendo gli indici di volatilità definiti come “indici di paura”, possiamo affermare che quando gli stessi tendono a sovraperformare i corrispettivi benchmark (disegnando nei due grafici di prezzo dei trend ribassisti) le “paure” superano le “serenità”. Quando un mercato è incerto, l’azionario tende a salire? Direi di no, dal momento che la stessa asset class tende a performare bene in risk on
• Quando le “certezze” superano le “incertezze” i due benchmark tendono invece a sovraperformare gli stessi indici di paura andando a disegnare nei grafici di prezzo dei trend rialzisti
Facciamo un’analisi tecnica dei due indici di forza:
• S&P500/VIX mostra debolezza da inizi novembre 2021; la stessa continua a palesarmi ancora oggi, motivo per il quale la linea di prezzo ha formato una figura di analisi tecnica ribassista, ossia un triangolo discendente
• NASDAQ/VXN mostra gli stessi identici comportamenti, ma stavolta la figura tecnica ribassista è un canale parallelo discendente
Le due figure di analisi tecnica mostrano la maggior forza dell’incertezza rispetto alla certezza. Un ulteriore considerazione è il fatto che questo sentiment negativo sta raggiungendo i minimi visitati durante il crollo dei mercati indotto dalla pandemia nel 2020: gli indici raggiungeranno nuovamente gli stessi? Non posso saperlo in questo momento, ma in ogni caso lo commenteremo assieme.
Questi sono solo due degli indici di forza che considero per capire il sentiment del mercato; pertanto, finchè gli stessi non dimostreranno dapprima segnali di ripresa e successivamente un’inversione di tendenza, la mia visione sui mercati azionari continuerà a rimanere ribassista!
COME LA “PAURA” SI MANIFESTA SUI SETTORI CICLICI E DIFENSIVI
Nella grafica in basso trovate in color rosso l’indice di forza relativo tra i settori dell’S&P500 ciclico e difensivo; in particolare, tra il settore dei beni discrezionali (etf XLY) e quello dei beni di prima necessità (etf XLP). Ho scelto di condividere questo indice per un determinato motivo: la grande correlazione positiva tra l’indice di forza S&P500/VIX.
Commentiamo la grafica:
• Un settore ciclico tende a performare bene quando l’economia si presenta forte e robusta, mentre tende a perdere parte dei guadagni quando la stessa inizia a rallentare e a contrarsi.
• Un settore difensivo non è fortemente dipendente dai cicli economici, motivo per il quale tende a reggere meglio gli urti causati da un rallentamento economico o da una recessione
Nella grafica ho inserito una linea verticale di demarcazione di color blu, che indica il periodo prima dell’8 dicembre 2021, che definiamo “fase di certezza”, e dopo la data stessa, che chiamiamo “fase di incertezza”.
L’indice di forza XLY/XLP dimostra che quando gli investitori “sono impauriti” (ricordate, è il VIX che lo dice!) si ha una preferenza verso i settori difensivi che i settori ciclici (il trend diventa ribassista dal momento in cui XLP inizia a sovraperformare XLY). Ciò che è curioso è questo: nell’ultima analisi spiegavo come l’appiattimento della curva dei rendimenti fosse ricollegata ad un rallentamento economico dove, appunto, il settore dei beni di prima necessità tende a reggere meglio il “pessimismo” rispetto al settore dei beni discrezionali. La sovraperformance da parte dei settori difensivi è iniziata ad inizi dicembre 2021; in quello stesso periodo, come si presentava la curva dei rendimenti?
Stava iniziando ad appiattirsi. Non è un caso quindi che il settore difensivo abbia iniziato a mostrare i muscoli proprio intorno a quella data! L’informazione da trarne è un’ulteriore: è probabile che i mercati azionari abbiano iniziato a cambiare tendenza ad inizi 2022 in quanto pensavano potesse esserci un rallentamento economico, che poi si è palesato attraverso il rallentamento dei diversi dati macroeconomici ma anche dall’ulteriore appiattimento della curva:
Appare quindi chiaro che finché l’indice di forza tra settori XLY/XLP non invertirà la tendenza da ribassista a rialzista la mia visione pessimista nei riguardi dei benchmark azionari persisterà.
L’IMPORTANZA DEI COEFFICIENTI BETA
Non potevo non menzionare in questa analisi i coefficienti beta. Nonostante non sia la prima volta che li nomino, faccio un breve riassunto chiarendo cosa sono e perché rivestono una grande importanza.
Come dice il nome, essi sono dei coefficienti che vengono attribuiti ad ogni azienda. Ogni coefficiente beta oscilla attorno a valori di 1; in particolare, se il beta di un’azienda è uguale a 1, essa tenderà a muoversi in linea con il suo benchmark di riferimento; se il beta di un’azienda è maggiore di 1, essa viene considerata “aggressiva” in quanto tenderà ad avere fluttuazioni maggiori rispetto al mercato di riferimento (in gergo, stiamo parlando di un’azienda considerata “volatile” e quindi rischiosa); se il beta è compreso tra 0 e 1, siamo di fronte ad un’azienda “difensiva” che tende ad avere fluttuazioni di prezzo meno pronunciate rispetto al riferimento (quindi un’azienda meno “volatile” e meno “rischiosa”).
Prendiamo ad esempio due coefficienti beta di due settori totalmente diversi tra loro:
• XLP -> 0.58
• XLY -> 1.18
Immaginiamo che un giorno X l’S&P500 registri una performance del +1,43%. Quali sono i rendimenti attesi dai due settori?
• XLP -> si muoverà 0.58 volte l’S&P500 -> 1.43 x 0.58 = +0.83%
• XLY -> si muoverà 1.18 volte l’S&P500 -> 1.43 x 1.18 = +2.57%
Stesso esempio se il benchmark di riferimento registrasse una performance del -1.43%; prendiamo ora come esempi XLK (settore tech, beta 1.05) e XLU (settore utilities, beta 0.38):
• XLK -> si muoverà 1.05 volte l’S&P500 -> -1.43 x 1.05 = -1.5%
• XLU -> si muoverà 0.38 volte l’S&P500 -> -1.43 x 0.38 = -0.54%
Capito questo concetto, ragioniamo assieme: da marzo 2020 a dicembre 2021 il mercato azionario ha avuto un’unica direzione: quella rialzista. Avendo sempre avuto delle performance positive, esso sarà stato spinto al rialzo da tutti quei settori (o aziende) con coefficienti beta superiori ad 1, giusto? Nello stesso arco di tempo i settori con beta minore di 1, per lo stesso ragionamento, dovrebbero aver sofferto rispetto a quelli con beta superiore ad 1; esistono due etf che replicano i movimenti delle aziende ad alto beta e a basso beta:
• SPLV (aziende a basso beta)
• SPHB (aziende ad alto beta)
Vediamo se da marzo 2020 a dicembre 2021 tutto ciò ipotizzato è vero:
Possiamo affermare che lo è.
Possiamo dire che nell’ultimo periodo siano state invece le aziende a basso beta a sovraperformare quelle ad alto (visto che tendono a soffrire di meno durante i crolli, a differenza delle altre)?
Possiamo affermarlo!
Correlo lo stesso indice di forza al VIX per mostrarvi una qualcosa di interessante:
Esiste una correlazione inversa tra l’indice di forza e l’indice della paura; in particolare, quando il mercato ha certezze (ossia quando il VIX scende) le high beta tendono a sovraperformare le low beta; quando invece le stesse si palesano (ossia quando il VIX sale), sono le low beta ad avere la meglio.
Cosa voglio dire con questo? Che finché saranno le aziende con beta basso a sovraperformare quelle ad alto, la mia visione sui mercati azionari continuerà a rimanere ribassista!
CORRELAZIONE TRA VIX E SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO
Come ultimo esempio considero la correlazione diretta tra spread obbligazionario ad alto rendimento e VIX. Ho già trattato questo spread precedentemente, trovate l’argomento al link:
Nonostante ciò, spiego brevemente come va visualizzato:
Innanzitutto, esso è la differenza tra il rendimento delle obbligazioni societarie high yield (obbligazioni spazzatura) con scadenze superiori a un anno e i rendimenti dei titoli di stato del tesoro americano, alla stessa scadenza.
• Vengono paragonati rendimenti di obbligazioni “pericolose” (con bassi ratings) a rendimenti di obbligazioni estremamente “sicure” (con alti ratings, essendo emesse dal governo degli Stati Uniti). Più lo spread sale, più le obbligazioni pericolose aumentano i loro rendimenti rispetto a quelle meno pericolose, più investire nelle high yield è considerato rischioso per l’uguaglianza RISCHIO = RENDIMENTO (più il rendimento della cedola è alto, tanto la stessa è considerata rischiosa). Discorso opposto quando lo spread si restringe.
• Il rendimento di un’obbligazione è inverso al prezzo della stessa: più un bond viene venduto, più il rendimento crescerà; viceversa, quando gli stessi sono acquistati, il loro rendimento decrescerà
• Di conseguenza, se lo spread sale verso l’alto ci sarà una maggior vendita di obbligazioni pericolose (che offrono però dei rendimenti più alti) rispetto a quelle che lo sono meno; quando invece esso si contrae, saranno preferiti i bond più rischiosi di quelli che lo sono meno
• Capito ciò, come possiamo concludere? Quando lo spread sale verso l’alto, ci si ritrova in clima di “pessimismo” in quanto vengono venduti strumenti rischiosi a dispetto di altri poco rischiosi ma meno “attraenti”; quando invece lo spread si contrae, vengono preferiti strumenti ad alto rendimento rispetto a quelli a basso rendimento, tipica situazione di risk on dei mercati.
Questo “pessimismo” dovuto all’allargamento dello spread è correlabile al VIX?
Direi di si! Il VIX riflette le scelte degli operatori:
• Se essi sono incerti e vendono strumenti rischiosi, l’indice della “paura” sale
• Se essi sono ottimisti, il VIX cala mentre gli acquisti di strumenti high yield aumentano
Nel link condiviso poco fa tratto diverse correlazioni con questo spread; qualora non l’aveste ancora fatto consiglio di leggerlo, è importantissimo.
Vediamo come si presenta lo spread in questo periodo:
Esso si trova in territorio rialzista da fine dicembre 2021.
Gli investitori, di conseguenza, stanno scaricando quantità abbondanti di obbligazioni pericolose.
SIAMO IN RISK OFF!
Tutti gli indici di forza condivisi in questa analisi hanno uno ed un unico scopo: farvi capire quale sia da inizio anno ad oggi il clima di mercato. Avrete già capito durante la lettura che gli investitori non sembra siano disposti a rischiare. La domanda che faccio a voi è questa: considerando gli indici di forza condivisi, come si può aver una visione rialzista dei mercati azionari, essendo le azioni una asset class definita “ad alto rendimento”?
Fintanto che tutti gli indici di forza mostrati non invertiranno la loro tendenza, la mia visione rimarrà ribassista.
Spero di aver dato un contributo, vi terrò aggiornati qualora si presentassero nuovi sviluppi o qualora cambiasse la mia visione.
Buona giornata, Matteo Farci
BITCOIN, SAREBBE MEGLIO UNO STORNO!La tendenza è indubbiamente ribassista, sia nel grafico giornaliero che in quello settimanale, e addirittura potrebbero esserci sorprese nel grafico mensile qualora la quotazione si confermasse (a fine maggio) al di sotto della EMA21 con un possibile cambio di trend di lungo periodo. Rimanendo in un'ottica di più breve periodo dobbiamo entrare in questo downtrend con un obiettivo di possibile target in zona $22.500; per fare questo potremmo valutare delle vendite su break out del livello $28.500 ma avremmo sicuramente un rapporto risk/reward meno conveniente. L'ideale sarebbe assistere ad un movimento di momentanea correzione in area $31.600 per poi verificare la presenza di uno dei miei segnali di Price Action ed entrare short ad un prezzo nettamente più conveniente. Vedremo ovviamente ciò che il prezzo ci mostrerà nelle prossime ore!
Maurizio
SAFILO: continuerà a scendere?LONG & SHORT
Fabio Pioli
Invece Safilo sembrerebbe avere violato al ribasso gli 1,48 euro e quindi essere destinata a continuare a scendere. Purché si mantenga uno stop-loss a 1,819 euro ( Figura 1 ).
Fig 1 SAFILO – Grafico settimanale.
La presente è una comunicazione di marketing e non rappresenta una ricerca preparata
conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’ indipendenza di una ricerca in materia di investimento e non è soggetta a nessun divieto che proibisca le negoziazioni da parte degli analisti e dei soggetti rilevanti prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti
*Fabio Pioli, trader e analista finanziario
CAMPARI: dove un long?LONG & SHORT
Fabio Pioli
Il titolo Campari insegna che tutto ciò che sale, prima o poi scende. Ma può anche risalire a patto che, nello specifico, superi gli 11,08 euro rendendo possibile (solo in questa circostanza) un long che abbia uno stop-loss a 8,72.
Fig 1 CAMPARI – Grafico settimanale.
La presente è una comunicazione di marketing e non rappresenta una ricerca preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’ indipendenza di una ricerca in materia di investimento e non è soggetta a nessun divieto che proibisca le negoziazioni da parte degli analisti e dei soggetti rilevanti prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti
*Fabio Pioli, trader e analista finanziario
Estate cruciale per BTC: analisi dei possibili scenariBTC è attualmente rimbalzato sull'EMA 200 settimanale ed è di fondamentale importanza che faccia breakout al rialzo entro la fine di agosto della trendline dei massimi degli ultimi 9 mesi disegnata sul settimanale (vedere analisi precedenti).
Lo scenario migliore possibile prevede che tale breakout avvenga entro la fine di luglio: se ciò dovesse avvenire e se BTC riesce a chiudere il mese di maggio ad almeno 35K$ c'è la possibilità di raggiungere nuovi ATH nel prossimo ciclo annuale.
Il secondo scenario positivo prevede il breakout al rialzo intorno alla fine di agosto: ciò aprirebbe un periodo di rialzo per BTC ma senza raggiungere nuovi ATH.
Qualora il breakout delle trendline dovesse invece avvenire al ribasso, il prossimo supporto di medio lungo termine è l'EMA 100 sul mensile, che attualmente si trova intorno alla zona di 16K$: ciò significherebbe che BTC in questo scenario si dirigerà verso la fascia di prezzo compresa tra i 10 e 16K$ per poi tornare nuovamente sopra la EMA 100 mensile in modo da disegnare un rimbalzo sopra di essa .
Toccata EMA200 sul settimanale: possibilità di rialzo sul breveNella giornata odierna è stata sfondata la EMA200 sul settimanale, evento che nel 2018 e 2020 a portato al rialzo BTC. Le trendline disegnate sul settimanale a partire dal mese di settembre indicano però un periodo ribassista fino alla seconda metà di agosto, ma a partire da oggi è probabile che nel breve periodio ci sia un rialzo di BTC. E' di fondamentale importanza che BTC chiuda la settimana corrente ad almeno 29,5K$ altrimenti potremo considerare il ribasso di questa settimanale un breakout della trendline sopra menzionata.
analisi Domenica 8 maggio ForexEur Usd: la settimana si è chiusa con una fase di consolidamento del prezzo del cambio. Non è stato battuto un nuovo minimo inferiore a 1,4070. Lo scenario rimane quindi quello della settimana precedente. Eventuali ribassi di prezzo passano da 1,0330 fino a 1,0150. Sotto questa soglia andiamo sotto la parità fino a 0,9860. Confermato quindi il prezzo di strappi rialzisti verso 1,0640
Gbp Usd: sterlina ancora sotto pressione in particolare dopo il rialzo dei tassi di solo uno 0,25 e di una inflazione a due cifre al 10%. Il cambio rimane ancora sotto pressione ribassista. A rialzo per vedere eventuali rialzi bisogna attendere delle chiusure giornaliere sopra 1,2470 ma il fallimento di un massimo sopra 1,2630/70 riporterà il prezzo verso i minimi in area 1,2250 circa con eventuali approfondimenti verso 1,22/1,1070/1,1950 con accelerazioni sotto quest’ultimo fino a 1,15.
Usd Jpy: cambio che ultimamente è andato a comprimere leggermente la volatilità delle corse settimane. Dopo lo strappo rialzista a 116,20 ha toccato senza fare un nuovo massimo sopra 131,20. Cambio decisamente stirato ma orientato verso nuovi massimi di 133,80/134,90/136. Mentre per vedere eventuali ribassi di mercato l’attuale livello rimane 127,70 circa. Supporti 126,90\125,60\123,20\120,90.
Aud Usd: cambio sotto pressione ribassista livelli chiave a rialzo sono, 0,7110/0,7170/0,7225 e consolidamento sopra 0,7260 indica il cambio di trend di medio periodo. Sotto 0,7040 riprendono le vendite verso 0,6970/0,6915/0,6840/0,6780/0,6680.
Nzd Usd: cambio ribassista. Sono stati fatti nuovi minimi che hanno spinto a ribasso. Siamo arrivati verso un supporto chiave a 0,6380 circa. Strappi ribassisti solo sotto questo livello verso 0,63/0,62 e in ultima istanza fino a 0,6160. consolidamento di un rialzo del cambio sopra 0,6530/60. Resistenze 0,64500,6540
Chf Jpy: cross attualmente sotto pressione ribassista, segnale short debole. . Target price action 131,30. Sotto questo livello target 130/129,/128,50. Consolidamento di price action su questi livelli indica un potenziale giro a rialzo di mercato. Nuovi strappi rialzisti sopra 132,90
aud jpy: segnale short debole. Il cross non ha violato nuovi minimi sotto 90,50. Solo eventuali strappi a ribasso sotto tale prezzo e la rottura del livello di 90,20 porterà il cross a stepp verso 87,80/85,70. Consolidamento del prezzo sopra 83,80 potrebbe portare il cross a rialzo verso nuovi massimi. Resistenze: 93,80/96/97,20/98,90/101,30.
Nzd Jpy: Non sono stati fatti nuovi minimi sotto 83,30. Potrebbe essere questo un segnale di fine di ribasso del cross. Consolidamenti di prezzo su questo livello potrebbero portarci verso 85,80 e 87,30 fino a 88,80. Rotture ribassiste sotto 83,30 verso 81,90/8050/79,15.
Eur nzd: il trend di lungo periodo rimane decisamente ribassista. Livelli chiave resistenze in area 1,6525/1,6650/1,6780. Supporti 1,6325/1,6220/1,6160/1,6060/1,5880.
Eur Aud: il trend di lungo periodo è ribassista ma con la chiusura dei prezzi sopra 1,45 il trend di medio breve termine ha girato a rialzo. Supporti chiave in area 1,4890\1,48 dove si potrebbero vedere strappi ribassisti fino ai minimi di 1,4690 fino a 1,4590 da qui ulteriori discese potrerebbero a rotture ribassiste oltre 1,43. A rialzo se l’area di presso di 1,48 dovesse tenere potremmo vedere importanti rialzi verso 1,5050\1,5160\1,5320.
Gbp aud: dopo il rimbalzo a 1,7175 il cross ha tentato di girare a rialzo senza ancora confermare. Supporti 1,7390. Resistenze: 1,75/1,76501,7930/1,8070/1,8170. Sopra 1,7690 potremmo vedere accelerazioni di prezzo verso 1,79 fino a 1,81. Livello chiave per giro di trend a rialzo di lungo termine rimane 1,7930.
Gbp nzd: supporti: 1,9180/1,9110/1,9050/1,8940/1,8850/,1,88. Eventuali riprese rialziste sopra a 1,9360 verso 1,9560/1,9680/1,9790/1,9840 da qui i prezzzi potrebbero essere attratti verso 2,0 .
Sp500: Dopo aver toccato i target di breve sp (4222\4140) si è mosso in maniera abbastanza precisa a ribasso dove sembra orientato verso una price action ribassista su 4126\4106\4063\4039 e target di 4000 tondo. Fino a che rimarremo sotto i 4450 potrebbe rimanere uno scenario da risk Off.
Copio incollo i livelli di oro e Petrolio americano fin’ora rispettati dal mercato.
Usoil: il trend rimane rialzista sopra i 100 dollari soglia molto importante. Supporti in area di 94 dollari. Livelli chiave 102,15/104/107,10/112,80/117/129,40.
AUD-NZD: UN SEGNALE E...LONG!!Il cross neozelandese è senz'altro uno di quelli che ci mostra lo scenario più lineare e continuo nel mercato Forex. A partire infatti dal novembre dello scorso anno il prezzo ha iniziato una tendenza rialzista, con una correzione un po' più marcata tra febbraio e marzo di quest'anno, mantenendosi quasi sempre al di sopra della Ema21 e violando da poco l'importante area di resistenza 1,1030.
Lo scenario è rialzista anche nel time frame settimanale, per cui si potrebbe approfittare dell'attuale correzione di breve periodo in essere per cercare nuovi segnali di Price Action long nella zona precedentemente menzionata (da un punto di vista "giornaliero") o, meglio ancora, in avvicinamento alla media mobile in area 1,0980 (più interessante da un punto di vista "settimanale"). Il target di prezzo, guardando il canale rialzista, potrebbe essere collocato anche sul livello chiave 1,1270.
Attendiamo ovviamente segnali di prezzo nei prossimi giorni e vedremo che strategia utilizzare.
Maurizio
AVIO: occhio al supporto!LONG & SHORT
Fabio Pioli
Sempre su grafico giornaliero è abbastanza facile notare che Avio sta formando una serie di minimi ascendenti che ne rappresentano il supporto.
Violato tale supporto, che attualmente si trova a 11,14, il titolo potrebbe virare al ribasso e si potrebbe dunque fare uno short con stop-loss a 12,11 euro ( Figura 1 ).
Fig 1 AVIO – Grafico giornaliero.
La presente è una comunicazione di marketing e non rappresenta una ricerca preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’ indipendenza di una ricerca in materia di investimento e non è soggetta a nessun divieto che proibisca le negoziazioni da parte degli analisti e dei soggetti rilevanti prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti
*Fabio Pioli, trader e analista finanziario
REPLY: dove un long?LONG & SHORT
Fabio Pioli
La positività che da due anni a questa parte si è avuta su alcuni titoli non si è invece vista su Reply .
Il titolo si trova in un evidente trend negativo dal quale uscirebbe solo se riuscisse a superare (su grafico giornaliero) i 146,7 euro.
Sopra tale livello, tenendo uno stop-loss a 128,4 si potrebbe avviare un long. Ma non prima ( Figura 1 ).
Fig 1 REPLY– Grafico giornaliero.
La presente è una comunicazione di marketing e non rappresenta una ricerca preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’ indipendenza di una ricerca in materia di investimento e non è soggetta a nessun divieto che proibisca le negoziazioni da parte degli analisti e dei soggetti rilevanti prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti
*Fabio Pioli, trader e analista finanziario
PETROLIO: BASTA FALSI BREAKOUT?!Dopo l'inizio del conflitto bellico in Ucraina e la forte spinta rialzista che aveva portato, nel giro di una settimana, la quotazione del Petrolio WTI dai $92 ai $125, è iniziata una fase laterale di medio periodo con una serie di "rimbalzi" al ribasso e al rialzo che hanno formato una sorta di grande triangolo rialzista di continuazione di analisi tecnica. Nonostante questa lateralità di medio termine, evidente nel grafico daily con l'appiattimento della media mobile violata in continuazione nel corso degli ultimi due mesi, nel brevissimo periodo vi è un' impostazione leggermente più rialzista; di fatto la tendenza nel settimanale continua ad essere Long e quindi l'idea è proprio quella di ricercare delle opportunità rialziste, possibilmente con la rottura "definitiva" della zona di resistenza $108 che è già stata oggetto di falsi breakout, a fine marzo, il 18 aprile e nella sessione di ieri. Vediamo se oggi o comunque nei prossimi giorni si formerà un valido setup di Price Action long per tradare la rottura di tutta l'area $108/109 e rivedere quindi la quotazione sui massimi dei primi di marzo!
Per conoscere tutta la mia attività nel Forex e Azionario leggete il mio profilo Tradingview!
Maurizio