La politica monetaria non è tutto Quando si parla di svalutare una moneta, il pensiero corre immediatamente alla politica monetaria. Tuttavia, anche la politica fiscale, sebbene con meccanismi meno diretti, può giocare un ruolo cruciale nell'influenzare il valore di una valuta. Comprendere la differenza tra i due approcci è fondamentale per analizzare le strategie economiche di un paese.
Le attuali politiche della casa bianca, sono altamente inflattive per il dollaro USA, l'aumento della spesa pubblica del "One Big Beautiful Bill Act", va a ridurre il valore della moneta. Così come anche la riduzione della pressione fiscale.
Alla luce di tali politiche, volute dalla Casa Bianca, un taglio dei tassi risulterebbe una manovra potenzialmente inflattiva. La FED ha 2 mandati, stabilità dei prezzi e massima occupazione. Non essendoci stato un deterioramento dal punto di vista dell'occupazione, non ha ragione di tagliare i tassi. Ma ciò non impedisce per l'appunto un intervento attraverso la fiscalità.
La situazione è tale da aver spinto la Lagarde ad affermare che qualcosa nel cambio si sia rotto visto il movimento dell'euro/dollaro e lo spread dei tassi FED/BCE.
Ci sono poi da valutare anche le coperture valutarie che alimentano tale meccanismo.
Spero mi perdoniate l'eccessiva semplificazione ma non è la sede opportuna per approfondire oltre un certo punto come operano le politiche fiscali e monetarie.
Analisi tecnica
A partire dal picco di gennaio 2025, il trend ha subito una netta inversione. La regressione lineare, ha invertito la propria tendenza, segnalando l'inizio di una fase negativa. Attualmente, il prezzo si muove all'interno di un canale di regressione discendente ben definito, caratterizzato da massimi e minimi decrescenti. Questo conferma che il trend dominante nel breve e medio termine è ribassista.
Il prezzo si trova attualmente in un'area critica, compresa tra i livelli di supporto S2 e S3 . Per la continuazione del trend quello a cui vorrei assistere adesso è una tenuta di S2, passando da supporto a resistenza, spingendo così il livello verso s3. Se ciò non dovesse accadere potremmo assistere ad un rafforzamento del dollar index fino ad area 12750 e 12800 in estensione (S1).
Oltre l'analisi tecnica
24 LUG | SUPPOSTA DEL GIORNOITA
BTC -MASTERPLAN - i cicli settimanali di indice (T) ed inverso (Ti) continuano a comprimersi nelle loro strutture speculari
il primo movimento di entrambi è determinante per individuare quale dei due spingerà più forte
è molto probabile sarà quello di inverso, portando il prezzo a chiudere sul target di cF+2i
Seguire lo sviluppo quindi di entrambi i bigiornalieri
T-2 di indice e T-2i di inverso
Buon slow trading a tutti
ENG
BTC - MASTERPLAN – The weekly index (T) and inverse (Ti) cycles continue to compress within their mirrored structures.
The first move from either side will be crucial in determining which one will lead with greater momentum.
It is highly likely that the inverse will prevail, driving price toward the cF+2i target.
Monitor the development of both two-day cycles:
T-2 (index) and T-2i (inverse).
Wishing everyone steady and disciplined slow trading
Il miliardario invisibile che ha rivoluzionato la moda globaleAmancio Ortega è uno dei più grandi imprenditori del nostro tempo, con un patrimonio stimato superiore ai 69 miliardi di dollari. Eppure, per decenni, pochi hanno saputo come fosse fatto il volto di quest’uomo che ha costruito un impero da oltre 20 miliardi di dollari rimanendo nell’ombra.
Fondatore di Zara e della holding Inditex, Ortega ha cambiato radicalmente il mondo della moda e del retail. Prima di Zara, portare le tendenze delle passerelle nei negozi richiedeva circa sei mesi. Ortega rivoluzionò questo processo, riducendo i tempi a sole due settimane. Questa velocità senza precedenti ha reso obsolete le strategie dei brand tradizionali, che pianificavano le collezioni mesi prima. Zara, invece, osservava i trend emergenti e li metteva in vendita quasi immediatamente. Il segreto di questo successo è una gestione della supply chain senza pari. Ortega puntò sulla verticalizzazione della produzione, mantenendo internamente le fasi più critiche, a differenza dei concorrenti che esternalizzavano tutto per ridurre i costi. Questa scelta garantiva a Zara un vantaggio competitivo fondamentale: la rapidità.
Zara produce circa 11.000 articoli distinti ogni anno, contro i 2.000-4.000 dei concorrenti. Le spedizioni ai negozi avvengono due volte a settimana dal centro logistico centrale, eliminando la necessità di grandi magazzini e ritardi. Questa efficienza operativa permette a Zara di rispondere in tempo reale alle richieste del mercato, riducendo drasticamente il rischio di invenduti e sconti.
Ortega è celebre per la sua estrema riservatezza. Fino al 1999 non esisteva nessuna foto pubblica di lui. Vive ancora nella sua città natale in Galizia, senza lussi eccessivi, e dedica gran parte della sua filantropia a ospedali e ricerca sul cancro. Oltre a Zara e Inditex, Ortega possiede un vasto portafoglio immobiliare di pregio, con uffici a Londra, New York e Seattle, affittati a colossi come Apple, Amazon e Facebook. Solo questo patrimonio immobiliare è valutato oltre 6 miliardi di dollari, contribuendo a diversificare e rafforzare la sua ricchezza.
Il Dow Jones massimo storico a breve grazie al Giappone.Il Dow Jones si avvicina al massimo storico grazie all’accordo commerciale con il Giappone
In questo momento, ciò che il mercato desidera maggiormente sono accordi commerciali solidi e buoni risultati trimestrali. Ed è esattamente quanto si è verificato ieri: la seduta ha registrato forti guadagni, accompagnati da un paio di nuove chiusure record.
Con la scadenza degli scambi ormai a poco più di una settimana di distanza, gli investitori hanno accolto con favore l’annuncio del Presidente Trump riguardante un accordo "imponente" con il Giappone, che prevede una tariffa del 15% sulle importazioni da quel Paese. Inoltre, si intravede un possibile avvicinamento a un’intesa commerciale anche con l’Unione Europea. Tutto ciò fa seguito agli accordi raggiunti ieri con Filippine e Indonesia. Si auspica che questo slancio positivo possa proseguire.
Nel frattempo, i primi due titoli dei cosiddetti “Mag 7” hanno pubblicato i propri risultati dopo la chiusura dei mercati. Alphabet (GOOGL) ha registrato una sorprendente crescita degli utili, con un aumento di quasi il 140% nel secondo trimestre; anche i ricavi hanno superato le aspettative, grazie soprattutto allo sviluppo dei settori pubblicitario e cloud. Inoltre, l’azienda ha annunciato un aumento delle spese capitalizzate per l’anno in corso, portandole a 85 miliardi di dollari, al fine di sostenere la crescita dell’intelligenza artificiale. Al momento della stesura di questo articolo, le azioni risultano in rialzo del 2,4% nelle contrattazioni after-hours.
Passando a Tesla (TSLA), l’azienda ha mancato le aspettative in termini di fatturato nel secondo trimestre, registrando un calo del 16% nel settore automobilistico. Tuttavia, ha annunciato che il suo modello più economico entrerà in produzione nella seconda metà dell’anno. Gli investitori, desiderosi di un veicolo elettrico più accessibile, hanno accolto con favore la notizia, tanto che il titolo ha chiuso in lieve rialzo (+0,2%) nelle contrattazioni after-hours.
Con Alphabet in forte ascesa e Tesla stabile, è lecito attendersi mercati solidi fino alla fine della settimana. Se a ciò si aggiungesse anche un accordo commerciale con l’Unione Europea, potremmo assistere a un deciso rialzo.
Ieri l’S&P 500 è salito dello 0,78%, raggiungendo quota 6358,91, mentre il NASDAQ ha guadagnato lo 0,61% (circa 127 punti), toccando i 21.020,02 punti. Entrambi gli indici hanno così chiuso su nuovi massimi storici. Come l’S&P aveva superato i 6300 punti per la prima volta lunedì, oggi il NASDAQ ha chiuso oltre i 21.000 punti per la prima volta nella sua storia.
Nel frattempo, il Dow Jones è prossimo a stabilire un nuovo primato, dopo un aumento dell’1,14% (oltre 500 punti), che lo ha portato a 45.010,29. L’indice è ora a soli quattro punti da un nuovo massimo di chiusura.
I report sugli utili attesi per domani includono aziende come Honeywell (HON), Union Pacific (UNP), Intel (INTC), Newmont (NEM) e Tractor Supply Co. (TSCO), solo per citarne alcune.
Sebbene la stagione dei risultati sia ancora agli inizi, permane un cauto ottimismo circa la possibilità che i trend favorevoli riscontrati sinora vengano confermati anche dai membri dell’S&P 500 per il resto del ciclo di rendicontazione del secondo trimestre. Al momento, sia gli utili sia i ricavi risultano superiori alle medie storiche.
Marco Bernasconi Trading
Mercati in rialzo, occhi puntati sulla BCETOCCA ALLA BCE
Mercoledì Wall Street ha chiuso in positivo dopo l'annuncio dell'accordo commerciale tra Giappone e Stati Uniti. Il Dow Jones è salito dell'1,14%, il Nasdaq ha guadagnato lo 0,61% e l’S&P 500 è avanzato dello 0,78%.
Il presidente Trump ha dichiarato che il Giappone ha accettato una tariffa del 15% sulle sue esportazioni verso gli Stati Uniti, insieme all'impegno a investire 550 miliardi di dollari negli USA e ad aprire i propri mercati a beni americani chiave.
Il Giappone aumenterà la spesa per la difesa presso aziende statunitensi da 14 a 17 miliardi di dollari all'anno, incrementerà del 75% gli acquisti di riso e acquisterà 100 aerei Boeing.
In Europa, lo STOXX 50 ha guadagnato l'1% e lo STOXX 600 lo 0,9%, mentre in Asia il Nikkei 225 è balzato del 3,5%. Negli Stati Uniti, anche i futures hanno indicato guadagni all'apertura.
Ma oggi è il giorno della BCE, che dopo otto ribassi consecutivi dei tassi, secondo le stime, dovrebbe restare ferma e lasciare invariata la politica monetaria.
VALUTE
Nella notte, il dollaro ha registrato una nuova caduta contro le principali valute concorrenti. Il movimento è alimentato da un riaggiustamento di medio-lungo termine del biglietto verde, che secondo alcune analisi risulta ancora sopravvalutato di circa il 10-15%.
Non sono più il differenziale dei tassi o le aspettative sui tassi a guidare l’andamento del dollaro, ma fattori macroeconomici. Se si considera il tasso di cambio effettivo reale degli Stati Uniti — ovvero il tasso di cambio con i principali partner commerciali in termini reali — si nota che è ancora circa il 15% superiore alle medie di lungo periodo. Questo suggerisce una certa sopravvalutazione.
Tuttavia, non è detto che questo gap si chiuda. Anzi, è probabile che, appena si dovesse toccare quota 1,2000, emergano proteste dal Vecchio Continente, criticando l’eccessiva forza della moneta unica.
A rafforzare il cauto ottimismo, il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha segnalato che l'attuale tregua tariffaria con la Cina verrà probabilmente estesa prima della scadenza del 12 agosto.
Sul fronte della politica monetaria, i verbali dell'ultima riunione del FOMC hanno rivelato che diversi membri considerano i dazi inflazionistici, spingendo la Fed a rinviare ulteriori tagli dei tassi.
WTI IN CALO
I future sul greggio WTI sono scesi sotto i 65 dollari al barile ieri, segnando il quarto giorno consecutivo di perdite. Gli investitori restano concentrati sui colloqui commerciali con gli Stati Uniti.
Mentre il presidente Trump ha annunciato accordi con Giappone e Filippine, l'UE si prepara a imporre dazi del 30% sui beni statunitensi se non si raggiungerà un'intesa.
Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato che incontrerà i funzionari cinesi a Stoccolma la prossima settimana per discutere l'estensione della tregua commerciale, includendo eventualmente gli acquisti da parte della Cina di petrolio sanzionato da Russia e Iran.
Nel frattempo, i dati del governo statunitense hanno mostrato che le scorte di greggio sono diminuite di 3,17 milioni di barili la scorsa settimana, più del previsto.
Nonostante questo calo superiore alle attese, i prezzi del petrolio restano sotto pressione per i timori che le tensioni tariffarie in corso possano indebolire la domanda globale, nonostante l’aumento della produzione da parte dell’OPEC+.
GIAPPONE, PMI DEBOLE
L'indice PMI manifatturiero S&P Giappone è sceso a 48,8 a luglio 2025, rispetto al 50,1 di giugno, secondo i dati pubblicati questa notte. Si tratta del valore più basso da aprile e inferiore al consenso di 50,2.
Il calo riflette una nuova contrazione della produzione, in un contesto di persistente debolezza dei nuovi ordini e di un forte calo della domanda estera.
Nel frattempo, la fiducia si è indebolita a causa delle preoccupazioni legate ai dazi commerciali statunitensi e al loro potenziale impatto sulla domanda.
Nonostante ciò, lo yen si rafforza contro il dollaro, riportandosi a ridosso delle resistenze chiave, ovvero i supporti cruciali di USD/JPY posti a 145,50.
Saverio Berlinzani
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CINA: Il potenziale di recupero resta interessanteMentre il mercato azionario statunitense si muove su nuovi massimi storici, tornando ai livelli di valutazione di fine 2021 (prima del bear market del 2022), può essere utile rivolgere l’attenzione al mercato azionario cinese per diversificare il proprio portafoglio.
Per quanto riguarda l’analisi dell’S&P 500, vi invito a rileggere il mio ultimo studio previsionale cliccando sull’immagine qui sotto. Non dimenticate di iscrivervi al nostro account Swissquote per ricevere ogni mattina le nostre nuove analisi.
Tornando al mercato cinese, ritengo che le azioni cinesi abbiano ancora un interessante potenziale di crescita nel medio/lungo periodo, sia dal punto di vista tecnico che fondamentale.
1) Forte potenziale di recupero sotto il profilo valutativo
Il mercato azionario cinese è interessante per la diversificazione, con un rapporto CAPE (Shiller PE) di 15 rispetto a 36 per l’S&P 500.
Le azioni cinesi sono decisamente più economiche di quelle americane e godono anche di una politica monetaria estremamente accomodante da parte della Banca Popolare Cinese e di una politica fiscale espansiva. Tutti fattori che supportano un forte potenziale di crescita fondamentale.
2) Dal punto di vista tecnico, l’ATH è un obiettivo naturale
Analizzando il grafico settimanale dell’indice principale di Shenzhen, osserviamo un chiaro range tra i 7.500 e i 16.000 punti. Una figura di inversione rialzista si è formata nella parte bassa del range, suggerendo che il target naturale sia l’estremo superiore.
3) Il rafforzamento dello Yuan è un segnale positivo per il mercato cinese
Infine, anche il fattore cambio gioca a favore delle azioni cinesi: il tasso USD/CNY ha appena respinto una resistenza tecnica di lungo periodo. Il rafforzamento dello Yuan dovrebbe dunque favorire gli investitori internazionali nei prossimi mesi.
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XAUUSD SWINGAspettativa BUY su xauusd, mi aspetto un breve movimento sell di liquidazione del minimo h4 per poi proseguire buy dopo aver chiuso la struttura come raffigurato dal disegno sul grafico.
Mi posso anche aspettare una liquidazione fino a zone piu basse segnate sotto per poi proseguire sempre con il buy swing ma questo lo andremo a vedere nella prossima trade idea qualora la proiezione non fosse rispettata e quindi andremo a condividere la seconda idea con partenza buy da un punto più basso.
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🌞 Buongiorno a tutti 🌞
📉 Prezzo attuale
Gold luglio, spinto da tensioni geopolitiche e possibili tagli Fed
🏦 Fondamentali
Domanda Governi/Central Bank: acquisti record — 80 t al mese (prev. 70 t), anche Polonia +50 t Q1, CN +299 t ufficiali (forse reali oltre 5 000 t)
Fed e Tassi US: Dollaro debole e rendimenti Treasuries bassi rendono oro più interessante
Rischio geopolitico/inflazione: guerra Ucraina‑Russia, tensioni Medio Oriente, tariffe Trump in vigore, inflazione persistente → safe‑haven forte
🔍 Aspettative
Analisti bull: Goldman Sachs punta a $3 700 fine 2025 e $4 000 Q2 2026; JPMorgan conferma $4 000 entro Q3 2026
World Gold Council: +26 % H1, driver principali: rischio, dollaro debole, momentum ETF
Prospettiva 2° semestre: scontati scenari contrastanti – se tensioni restano su, si muove verso $3 400+; altrimenti possibile correzione
Inflazione/de‑dollari‑zzazione: oro considerato hedge da +60 % di banche centrali asiatiche e BRICS
Crash avvertiti da Kiyosaki → alta volatilità possibile
Tensioni geopolitiche/tariffe in scadenza 1 agosto → volatilità breve termine
Se conflitti si risolvono e mercato torna “risk‑on”, l’oro potrebbe ritracciare.
📌 Cosa aspettarsi a breve
Prezzo stabile o in rialzo verso $3 350–3 500/oz
da seguire: sviluppi Us‑China, Medio Oriente, dati Fed/inflazione
Se dollaro resta debole e central bank entrano ancora, potenziale rally verso $3 700+ fine anno
🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
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23 LUG | SUPPOSTA DEL GIORNOITA
non abbiate fretta.
Aspettate che su BTC si creino le condizioni per confermare i nuovi cicli settimanali di indice ed inverso
a quel punto avremo due swing oggettivi sui quali poter triggerare
Long per tornare in ATH
Short per proseguire verso la FLD del mensile inverso, che a questo punto verrà confermato dal top del 14
tutti i dettagli nella SUPPOSTA DEL GIORNO
Buon slow trading a tutti
ENG
Don’t rush.
Wait for BTC to confirm the conditions for the new weekly index and inverse cycles.
At that point, we’ll have two objective swings to trigger from:
• Long, aiming for a return to the ATH
• Short, continuing toward the FLD of the inverse monthly cycle, which at that point will be confirmed from the July 14 top
All the details in today's "SUPPOSTA DEL GIORNO".
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Per le mie analisi utilizzo:
*Chart di Capital.com*
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Contesto di mercato
-Il recente accordo commerciale USA‑Giappone ha allentato un po’ l’incertezza, riducendo la domanda di asset rifugio come l’oro
-Tasso USD in calo e rendimenti Treasuries in flessione mantengono però un sostegno al prezzo, che resta sopra i $3 400/oz
-in attesa del discorso di Powell, l’oro ha raggiunto un massimo di 5 settimane, puntando alla resistenza intorno a $3 451 e forse fino a $3 500
attendo possibili ritracci per posizionamenti LONG,
non valuto short al momento
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Mercati misti, attesa per BCE e FedBORSE MISTE, ATTESA PER LE BANCHE CENTRALI
I principali indici azionari statunitensi hanno registrato, nella sessione di ieri, variazioni miste. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,4% a 44.502 punti, mentre l’S&P 500 è salito dello 0,06% a 6.310 punti. Segno negativo per il Nasdaq (-0,39% a 20.893 punti), in vista dei principali report sugli utili di Alphabet e Tesla.
I titoli dei chip hanno pesato sul Nasdaq, con Nvidia in calo del 2,4% e Broadcom del 3,3%, a seguito della notizia dello stallo dell'imponente progetto di intelligenza artificiale di SoftBank e OpenAI.
Lockheed Martin (-10,8%) e Philip Morris (-8,2%) hanno subito un forte calo dopo risultati deludenti. Anche General Motors (-8%) ha segnalato un impatto più profondo sugli utili legato ai dazi, dopo un calo del 32% nel secondo trimestre, alimentando le preoccupazioni degli investitori sull'impatto della politica commerciale.
Nel frattempo, il presidente Trump ha annunciato un accordo con le Filippine che prevede un dazio del 19%, sebbene si attenda la conferma da Manila.
Il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha affermato che gli Stati Uniti probabilmente estenderanno la scadenza dei dazi con la Cina e intendono incontrare i funzionari cinesi la prossima settimana a Stoccolma.
Il mercato attende ora le decisioni delle banche centrali: domani tocca alla BCE, mentre la prossima settimana sarà la volta della Fed. Per entrambe, si prevede un nulla di fatto.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, continua la discesa del dollaro, inarrestabile contro tutte le principali valute, in particolare contro euro, sterlina e yen.
L’EUR/USD sembra pronto ad attaccare il precedente massimo a 1,1830. Anche il cable (GBP/USD) appare orientato verso il test di 1,3630/40, mentre contro lo yen il supporto chiave del biglietto verde è posizionato a 145,80.
USD/CAD si avvicina al supporto chiave, che coincide anche con un doppio minimo, in area 1,3525/35.
Le valute oceaniche faticano a risalire: AUD punta a 0,6600 e NZD a 0,6110.
Tra i cross, si segnala la forza di EUR/JPY che, nonostante i tentativi di correzione, è tornato sopra quota 172,00. Il franco svizzero resta molto forte sia contro il dollaro (sotto 0,7950) sia contro l’euro (a quota 0,9320).
USA, RENDIMENTI ANCORA IN CALO
Il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni è sceso al 4,34% martedì, segnando il quinto calo consecutivo e il livello più basso in oltre una settimana.
Gli investitori restano cauti a causa della persistente incertezza commerciale e delle rinnovate preoccupazioni sull'indipendenza della Fed.
Gli Stati Uniti proseguono i negoziati con i partner chiave, e la Casa Bianca ha indicato che il presidente Trump potrebbe annunciare ulteriori dazi o nuovi accordi commerciali prima della scadenza del 1° agosto, anche se finora non è stato comunicato nulla di ufficiale.
Il Segretario al Tesoro Bessent ha confermato l’intenzione di incontrare i funzionari cinesi la prossima settimana, alimentando la speranza di una proroga della scadenza del 12 agosto.
Bessent ha anche risposto alle speculazioni sulla leadership della Fed, affermando che non vi sono motivi per cui Powell debba dimettersi, anche se il presidente sembra pensarla diversamente, almeno nelle dichiarazioni ufficiali.
La Fed si riunirà la prossima settimana, ma non sono previste modifiche al tasso sui fondi federali.
ORO
L'oro ha recuperato le perdite iniziali, superando i 3.420 dollari l'oncia e raggiungendo il livello più alto dal 16 giugno, mentre i rendimenti dei Treasury e il dollaro continuano a indebolirsi a causa dell’incertezza sui negoziati commerciali.
Con l’avvicinarsi della scadenza del 1° agosto fissata da Trump, crescono i timori che Stati Uniti e Unione Europea non riescano a trovare un accordo. I diplomatici europei starebbero valutando contromisure più ampie nel caso in cui venisse imposta un’imposta del 30% sui beni UE.
Bessent ha annunciato l’intenzione di incontrare la sua controparte cinese la prossima settimana, lasciando intendere una possibile proroga della scadenza. Ha inoltre parlato di una “raffica di accordi commerciali” con altri paesi, senza però fornire dettagli.
Sul fronte monetario, si prevede che la BCE manterrà i tassi stabili al 2,0% entro la fine della settimana, dopo una serie di tagli. La decisione della Fed è attesa per la prossima settimana.
Saverio Berlinzani
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Novo Nordisk ascesa e declinoASCESA
La crescita esponenziale del prezzo delle azioni di Novo Nordisk è stata in gran parte alimentata dal successo dei suoi farmaci a base di semaglutide: Wegovy, per il trattamento dell'obesità, e Ozempic, per il diabete di tipo 2. Questi farmaci hanno mostrato un'efficacia significativa nella perdita di peso, aprendo un mercato potenzialmente enorme e generando ricavi miliardari per l'azienda. Nel primo trimestre del 2025, le vendite combinate di Wegovy e Ozempic hanno rappresentato circa il 66% dei ricavi totali dell'azienda. Questo ha portato a un'impennata del valore delle azioni, con una crescita del 300% nei tre anni precedenti al picco di giugno 2024.
DECLINO
Tuttavia, diversi fattori hanno contribuito alla successiva e rapida discesa del titolo:
Concorrenza: La principale minaccia proviene da Eli Lilly con il suo farmaco Zepbound, che ha mostrato risultati di perdita di peso paragonabili, se non superiori, a quelli di Wegovy. La concorrenza ha portato a una guerra dei prezzi, con Novo Nordisk che ha annunciato sconti su Wegovy per mantenere la quota di mercato.
Risultati deludenti di CagriSema: Le aspettative erano alte per CagriSema, un farmaco in fase di sviluppo che avrebbe dovuto superare l'efficacia di Zepbound. Tuttavia, i risultati della fase 3 hanno mostrato una perdita di peso del 22,7%, al di sotto delle previsioni del 25% e non chiaramente superiore a Zepbound. Questo ha sollevato dubbi sulla futura pipeline di farmaci per l'obesità dell'azienda.
Pressioni sui prezzi: L'inclusione di Ozempic e Wegovy nelle negoziazioni sui prezzi di Medicare negli Stati Uniti ha aumentato le preoccupazioni per le future pressioni sui ricavi.
Revisione delle previsioni: L'azienda ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita dell'utile operativo per il 2024, aggravando ulteriormente il calo del titolo.
ANALISI TECNICA
Dal punto di vista tecnico il titolo presenta delle evidenti e pesanti pressioni ribassiste, anche dal punto di vista volumetrico oltre che essere in un canale discendente e sotto i 2 punti pivot (annuale e trimestrale). Un'area di tenuta fondamentale e data dall'area evidenziata dove convergono S2 annuale e S1 trimestrale. In caso di rottura e conferma, il target ultimo potrebbe tranquillamente arrivare a s3 annuale, passando per le tappe del trimestrale. Per una possibile inversione, (di cui ancora non c'è traccia), il prezzo deve necessariamente superare almeno il pivo trimestrale. Ma anche così difficilmente valuterei il long senza un'inversione anche della regressione lineare.
22 LUG | SUPPOSTA DEL GIORNOITA
Update ETH dopo il cross di F+5 e target hit a +44% dall'entrata
Osservare quell'arco verde scuro con scritto T+3i C
Rappresenta un ciclo trimestrale (inverso, cioè calcolato dai massimi di prezzo) che, come potete vedere, si trova agli sgoccioli per quello che riguarda questa centratura
Al suo interno è formato da altri due archi colorati, in arancione, che rappresentano i due Mensili che lo compongono
Quindi questo significa che stiamo costruendo un SETUP SHORT utile a triggerare appena, confermata l'ipotesi della chiusura del ciclo T+3i si possa intercettare ameno la partenza di un nuovo T+2i (mensile inverso) con dei target oggettivi e specifici
ENG
ETH update after the F+5 cross and target hit with a +44% gain from entry.
Take a look at the dark green arc labeled “T+3i C” —
it represents a quarterly cycle (inverse, i.e., calculated from price highs),
which, as you can see, is nearing its end based on this centering.
Inside it, there are two additional colored arcs in orange,
representing the two monthly cycles that compose it.
This means we are currently building a SHORT SETUP designed to trigger as soon as the closure of the T+3i cycle is confirmed.
The goal is to capture the start of a new T+2i (inverse monthly)
with clear and specific downside targets.
EURUSD - trend al rialzo ma attenzione alle tensioni commercialiRafforzamento dell’ottimismo sull’euro e dinamiche di mercato
L’euro (EUR) ha registrato un rinnovato slancio nella giornata di lunedì, con la coppia valutaria EUR/USD che ha effettuato un solido retest dell’area immediatamente superiore alla soglia tecnica chiave di 1,1700, toccando contestualmente i massimi degli ultimi tre giorni. Questo movimento riflette un crescente ottimismo da parte degli operatori nei confronti della moneta unica, sostenuto da una combinazione di fattori tecnici e fondamentali.
Persistenza delle tensioni commerciali e impatto sul sentiment di mercato
Nonostante il rinvio da parte di Washington della prossima decisione in materia di dazi al 1° agosto, il contesto macroeconomico globale rimane caratterizzato da un’elevata incertezza. Le minacce di imposizione di tariffe del 30% sulle esportazioni europee, dazi del 25% sulle importazioni provenienti da Giappone e Corea del Sud, nonché un potenziale sovrapprezzo del 50% sul rame, hanno alimentato i timori di un’escalation delle tensioni commerciali a livello globale. In tale contesto, gli investitori hanno mostrato una crescente propensione verso asset rifugio, tra cui il dollaro statunitense, contribuendo a una temporanea pressione al ribasso sull’euro nei giorni precedenti.
Prospettive negoziali e risposta dell’Unione Europea
Parallelamente, i negoziati commerciali hanno assunto un ruolo centrale nell’agenda diplomatica. Fonti istituzionali hanno indicato che l’Unione Europea sta valutando l’adozione di un pacchetto di misure “anticoercitive” di ampia portata. In caso di mancato accordo, tali misure potrebbero includere restrizioni mirate ai servizi statunitensi o limitazioni all’accesso delle imprese USA agli appalti pubblici europei, configurando una risposta strategica volta a tutelare gli interessi economici dell’Unione.
Prospettive protezionistiche e divergenze tra le politiche monetarie
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha paventato l’introduzione di dazi del 30% sulle importazioni provenienti dall’Unione Europea, qualora non si giungesse a un’intesa commerciale entro la scadenza fissata per il 1° agosto. Tale minaccia ha riacceso le preoccupazioni circa un possibile irrigidimento delle relazioni transatlantiche e un ulteriore deterioramento del contesto commerciale globale.
Federal Reserve: orientamenti divergenti all’interno del FOMC
I verbali della riunione di giugno del Federal Open Market Committee (FOMC) hanno evidenziato una marcata spaccatura tra i membri. Da un lato, alcuni esponenti hanno espresso la necessità di un taglio tempestivo dei tassi di interesse per contrastare i potenziali effetti recessivi delle tensioni commerciali; dall’altro, una fazione più prudente ha sottolineato l’importanza di attendere ulteriori evidenze sull’impatto inflazionistico delle misure tariffarie prima di procedere con un allentamento monetario.
L’incremento dell’indice dei prezzi al consumo registrato negli Stati Uniti nel mese di giugno ha rafforzato l’approccio attendista del presidente della Fed, Jerome Powell. Tuttavia, i mercati dei futures continuano a prezzare una probabilità non trascurabile di un moderato allentamento monetario nel corso del secondo semestre.
Banca Centrale Europea: politica accomodante e prospettive di pausa
In contrasto con l’orientamento della Fed, la Banca Centrale Europea ha adottato una posizione più espansiva, riducendo il tasso sui depositi al 2,00% all’inizio di giugno. L’istituto di Francoforte ha tuttavia precisato che eventuali ulteriori misure di stimolo saranno subordinate all’emergere di segnali più evidenti di indebolimento della domanda esterna. Gli operatori di mercato si attendono che la BCE mantenga un atteggiamento attendista nella riunione di questa settimana, optando per una “pausa tecnica” nel ciclo di politica monetaria.
Analisi COT – Euro FX (15 luglio 2025)
I più recenti dati del Commitments of Traders (COT), riferiti alla settimana conclusasi il 15 luglio, confermano una marcata inclinazione rialzista da parte degli investitori istituzionali e degli hedge fund nei confronti dell’euro.
Le posizioni nette lunghe detenute dai trader non commerciali si sono attestate a 128.121 contratti, segnando il livello più elevato dal dicembre 2023. Questo incremento è stato sostenuto da un'apertura netta di 971 nuove posizioni long, accompagnata da una contestuale riduzione delle posizioni short, a testimonianza di un sentiment sempre più favorevole alla moneta unica.
A rafforzare ulteriormente questa dinamica, l’open interest complessivo ha registrato un’espansione pari a +14.593 contratti, segnalando un aumento della partecipazione al mercato e una crescente fiducia nella prosecuzione del trend rialzista.
Analisi tecnica
daily chart
Analisi Tecnica EUR/USD – Contesto di consolidamento su livelli chiave
Il recente contesto di tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa, unito a una fase di elevata stabilità macroeconomica, ha favorito una correzione della price action dai massimi annuali, culminata nel superamento della soglia tecnica di 1,1800. Attualmente, il cambio EUR/USD sta testando il livello psicologico di 1,1700, area di particolare rilevanza tecnica in quanto zona di confluenza volumetrica e livello 0,50 di ritracciamento di Fibonacci, calcolato sull’impulso rialzista compreso tra il minimo del 1° luglio e il massimo del 17 luglio.
L’indicatore Ichimoku Kinko Hyo evidenzia una fase di flessione tecnica: la Tenkan Sen si sta progressivamente avvicinando alla Kijun Sen, pur non avendo ancora generato un segnale di inversione (cross ribassista). Particolare attenzione va posta al supporto dinamico offerto dalla Kijun Sen, nonché al punto pivot situato in area 1,1640, che potrebbe fungere da base per un eventuale rimbalzo tecnico volto a ritestare i massimi precedenti.
Dal punto di vista dell’RSI (Relative Strength Index), l’indicatore si mantiene in territorio positivo, pur avendo ritracciato dal livello di ipercomprato. Attualmente si colloca al di sotto della propria media mobile, in area 57,72, suggerendo una fase di consolidamento del momentum rialzista.
In sintesi, il cambio si trova in una fase di stallo tecnico, influenzata dalle incertezze legate alla politica commerciale transatlantica. Tuttavia, il trend di fondo rimane orientato al rialzo, come evidenziato dalla distanza significativa tra le principali medie mobili e la linea di prezzo corrente.
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L’oro ormai non è più solo una copertura contro l’inflazione. È diventato una “copertura totale”: contro il ribasso dei rendimenti reali, contro le tensioni geopolitiche e contro i dubbi sull’indipendenza della Fed. Finora ogni correzione è stata superficiale, mentre cresce l’incertezza sui negoziati commerciali previsti per la prossima settimana. Un altro rischio? Powell potrebbe bloccare il taglio dei tassi, andando contro il consenso dei mercati, se dovesse uscire un dato inflazionistico forte. Non mi sorprenderebbe vederlo opporsi a Trump in quel caso.
Ultime novità rilevanti
Il dollaro debole e i rendimenti US in calo continuano a sostenere l’oro
A livello internazionale, CNB asiatici aumentano scorte, mentre tensioni geopolitiche (USA-Cina, Taiwan) mantengono alta la domanda
Prevedibile pausa della Fed: i mercati vedono possibile taglio dei tassi a settembre (~59% di probabilità)
Citi ha tagliato le previsioni: oro sotto i 3.000 $ entro fine 2025 se il contesto globale migliora
HSBC invita alla cautela: momentum in esaurimento e possibili correzioni del 5–10%
Driver: USD debole, rendimenti in discesa, tassi Fed stabili, incertezza geopolitica e crescita domanda da banche centrali.
Rischi: imminente rialzo Powell (se inflation data forte), possibili miglioramenti nei negoziati commerciali USA‑Cina che ridurrebbero l’appetito per oro.
outlook incerto su tagli Fed, politica Trump‑Powell.
Prossimi eventi da monitorare
Riunione Fed: 29–31 luglio (potenziali indicazioni su politica tassi).
NFP USA: 1° agosto
Negoziati USA‑Cina: attesi entro questa settimana – possibili driver forti.
Oro resta solido in contesto real yield negativo, Fed cauta e contesto geopolitico teso.
Attenzione alle mosse di Powell e agli sviluppi diplomatici: potrebbero scatenare una reazione veloce.
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Wall Street stabile tra dazi e trimestraliWALL STREET REGGE
Dopo un'apertura di settimana positiva, Wall Street ha successivamente ripiegato, chiudendo con variazioni frazionali. Il Dow Jones ha perso lo 0,04%, attestandosi a 44.323 punti, mentre l’S&P 500 ha registrato un rialzo dello 0,14% a 6.306 punti, dopo aver toccato un nuovo massimo storico a 6.336 punti.
Prestazione migliore per il Nasdaq, che è salito dello 0,38% a 20.974 punti, segnando un nuovo massimo a 21.077 punti.
Le questioni commerciali restano irrisolte, con la scadenza del 1° agosto che si avvicina senza novità rilevanti. Il Segretario al Commercio, Howard Lutnick, ha ribadito che il 1° agosto rappresenta una "scadenza vincolante" per l’introduzione di nuovi dazi, pur segnalando che i negoziati con i partner commerciali sono ancora in corso.
In Borsa, i settori dei servizi di comunicazione e dei materiali hanno registrato le migliori performance.
Sul fronte degli utili, Verizon ha guadagnato quasi il 3% dopo aver pubblicato risultati superiori alle attese sia per utili che per fatturato, migliorando anche le previsioni di profitto per l’intero anno.
L’attenzione del mercato si concentra ora su una serie di importanti trimestrali in uscita questa settimana, tra cui quelle di Alphabet, Tesla, IBM, T-Mobile e Coca-Cola.
ASIA IN RIBASSO
I mercati azionari asiatici chiudono in calo, a causa dei timori legati alla scadenza del 1° agosto per la finalizzazione degli accordi commerciali con gli Stati Uniti.
Il Segretario al Tesoro, Bessent, ha dichiarato che si sta dando priorità alla qualità degli accordi rispetto alla loro tempistica. Ha aggiunto che sarà il Presidente Trump a decidere se prorogare la scadenza per i Paesi che mostrano progressi significativi nei negoziati con Washington.
VALUTE
Il dollaro ha perso terreno, scendendo nel paniere del Dollar Index fino a 97,25, per poi recuperare leggermente a 97,45. Il calo è legato alla lentezza con cui i vari Paesi stanno raggiungendo accordi commerciali con gli Stati Uniti.
Bessent ha ribadito che l’amministrazione sta privilegiando la qualità degli accordi rispetto alla rapidità, e che sarà Trump a decidere eventuali proroghe per i Paesi più collaborativi.
Il mercato attende anche le dichiarazioni del Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, per capire se ci saranno segnali sulla politica dei tassi d’interesse. Nonostante le pressioni di Trump per un taglio, gli operatori non si aspettano una riduzione entro la fine del mese.
L’EUR/USD è tornato ieri per un attimo a quota 1,1720, segnando un doppio massimo interessante, prima di ripiegare leggermente. Anche il Cable è salito a 1,3510, per poi correggere a 1,3480. L’USD/JPY è sceso fino a 147,00, per poi rimbalzare.
Tutto è possibile dai livelli attuali: potremmo assistere sia a un crollo del biglietto verde, sia a un suo forte recupero, a seconda di cosa accadrà sul fronte dei dazi in prossimità della scadenza del 1° agosto.
Interessanti anche i movimenti di EUR/JPY, EUR/AUD ed EUR/NZD, che si avvicinano a target tecnici di medio termine molto rilevanti.
RENDIMENTI TREASURIES
Lunedì, il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni è sceso di quasi 5 punti base, attestandosi al 4,37%. Si tratta del quarto calo consecutivo e del livello più basso in oltre una settimana.
Il sentiment degli investitori è rimasto cauto, a causa della crescente incertezza sui prossimi dazi e delle preoccupazioni sull'indipendenza della Federal Reserve. Le rinnovate critiche del Presidente Trump al Presidente della Fed, Jerome Powell, per la mancata riduzione dei tassi di interesse, hanno alimentato le speculazioni su una possibile rimozione di Powell dal suo incarico.
La scorsa settimana, alcune indiscrezioni dalla Casa Bianca indicavano che una mossa in tal senso fosse imminente, ma il Presidente Trump ha successivamente smentito.
CINA, TASSI INVARIATI
La Banca Popolare Cinese ha mantenuto i tassi di interesse chiave ai minimi storici nella riunione di luglio, in linea con le aspettative.
La decisione è arrivata in un contesto di crescenti segnali di rallentamento della crescita, appesantita dai dazi statunitensi, dalla debolezza della domanda interna e da una prolungata crisi immobiliare.
Il tasso di interesse primario sui prestiti a un anno, parametro di riferimento per la maggior parte dei prestiti a imprese e famiglie, è rimasto stabile al 3,0%. Anche l’LPR a cinque anni, che guida i tassi dei mutui, è rimasto invariato al 3,5%.
I dati pubblicati la scorsa settimana hanno mostrato una crescita del PIL del 5,2% nel secondo trimestre, leggermente superiore alle attese (5,1%), ma in calo rispetto al 5,4% registrato nei due trimestri precedenti. Nel primo semestre del 2025, l’economia è cresciuta del 5,3%, nonostante le pressioni deflazionistiche, con i prezzi alla produzione in calo al livello più elevato da luglio 2023.
ATTESA BCE
Il rendimento del Bund tedesco a 10 anni è sceso sotto il 2,65%, il livello più basso dal 9 luglio, mentre l’attenzione degli investitori si concentra sulla prossima decisione di politica monetaria della Banca Centrale Europea e sulla pubblicazione degli indici PMI delle principali economie europee, entrambi attesi per giovedì.
Gli operatori di mercato osservano con attenzione anche i negoziati tariffari in corso tra UE e Stati Uniti. Si prevede che la BCE manterrà i tassi invariati dopo otto tagli consecutivi, adottando un approccio attendista in un contesto di incertezza tariffaria, euro resiliente e inflazione contenuta.
Parallelamente, gli inviati dell’UE si stanno preparando a discutere già questa settimana eventuali misure di emergenza, nel caso in cui non si raggiunga un accordo con il Presidente Trump, la cui posizione sui dazi si è fatta più rigida in vista della scadenza del 1° agosto.
I VERBALI RBA
Dai verbali pubblicati questa notte, emerge che la banca centrale australiana (RBA) ha mantenuto il tasso di interesse di riferimento stabile al 3,85% nella riunione di luglio. La decisione è stata motivata da prospettive più equilibrate sui rischi di inflazione e da una maggiore solidità del mercato del lavoro.
La decisione è stata approvata a maggioranza, con sei membri favorevoli e tre contrari. Tuttavia, il Board rimane cauto, in un contesto di incertezza sia per la domanda aggregata che per l’offerta.
I responsabili delle politiche hanno indicato che attenderanno ulteriori dati per confermare che l’inflazione sia sulla buona strada per tornare stabilmente all’obiettivo del 2,5%. La RBA ha sottolineato che continuerà a monitorare attentamente i dati in arrivo, le condizioni globali e finanziarie, l’andamento della domanda interna e le prospettive per inflazione e mercato del lavoro.
ORO
Nelle ultime ore, i prezzi dell’oro sono scesi a circa 3.390 dollari l’oncia, pur rimanendo vicini al massimo delle ultime cinque settimane, toccato ieri in area 3.402.
Il metallo prezioso si muove in un contesto di persistente incertezza legata alla scadenza dei dazi del 1° agosto, decisa dal Presidente Trump. Tecnicamente, il gold si trova in una fase di congestione di medio termine, ma resta vicino ai massimi storici, con supporti solidi in area 3.250.
La sensazione è che il trend rialzista non sia ancora esaurito, almeno finché non emergeranno soluzioni concrete sul fronte commerciale. L’UE si sta affrettando a raggiungere un accordo con gli Stati Uniti, ma prepara anche contromisure nel caso in cui non si arrivi a un’intesa.
All’inizio del mese, gli Stati Uniti hanno minacciato di imporre dazi del 30% sulle importazioni dall’UE.
Sul fronte monetario, si prevede che la BCE manterrà i tassi stabili al 2,0% entro la fine della settimana, dopo una serie di tagli. La decisione della Federal Reserve è invece attesa per la prossima settimana.
Saverio Berlinzani
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L’Euro Dollaro può mantenere la sua posizione di leader nel FX?L’Euro Dollaro è la coppia valutaria principale con la migliore performance del 2025, ma ha iniziato una fase di consolidamento a breve termine sotto 1,18 $. Questa forza dell’euro dollaro sorprende, vista la divergenza tra le politiche monetarie. Può l’euro dollaro salire ancora nel 2025? Come spiegare questa forza dal punto di vista fondamentale? In questa settimana di decisione di politica monetaria della BCE (giovedì 24 luglio), proponiamo un’analisi tecnica e fondamentale del cambio euro dollaro che ha rallentato dopo aver raggiunto la resistenza tecnica di 1,18 $.
1) Il dominio dell’euro dollaro nel 2025 sfida la logica della divergenza monetaria
Il 2025 sorprende nel mercato FX: l’euro dollaro (EUR/USD) è la coppia più performante con oltre il 12 % di rialzo da inizio anno. Una sorpresa, se ci si basa sui fondamentali monetari tradizionali.
La Fed mantiene tassi alti per contrastare inflazione e mercato del lavoro, mentre la BCE ha continuato a tagliare i tassi, segno di un’economia europea più fragile. In teoria, il dollaro avrebbe dovuto rafforzarsi. Invece è l’euro a dominare. Un paradosso spiegato da una combinazione di fattori fondamentali.
2) Fattori fondamentali inattesi spiegano la forza dell’euro dollaro nel 2025
Il trend rialzista ignora il differenziale dei tassi attuali e attesi tra Fed e BCE.
Ecco i fattori fondamentali principali:
• Politica fiscale USA (Amministrazione Trump) che mette in dubbio la sostenibilità del debito
• Guerra commerciale con impatto sulle aziende USA esportatrici
• Strategia per rendere il dollaro meno competitivo a vantaggio delle esportazioni
• Recupero delle azioni europee rispetto a quelle USA
• Diversificazione del debito da parte dei paesi emergenti
• Crescita del ruolo dell’euro come valuta di riserva globale
• Politica fiscale tedesca con massicci investimenti industriali e militari
• Stimoli fiscali dell’UE e coerenza della BCE sul piano monetario
3) È 1,18 $ il massimo annuale dell’euro dollaro? Probabilmente no.
Il cambio euro dollaro è in fase di consolidamento dopo aver raggiunto 1,18 $ a inizio luglio. È questo il massimo per il 2025? La risposta è negativa finché non rompe il supporto a 1,13/1,15 $ e finché le posizioni nette degli istituzionali restano in trend rialzista (vedi linea gialla nei dati CFTC).
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Situazione della settimana
L’oro ha iniziato la settimana in rialzo, tornando verso l’area 3.385 $. Dopo i dati CPI più alti del previsto e le vendite al dettaglio deboli della scorsa settimana, l’oro era sceso, ma venerdì i compratori sono tornati forti. Questo grazie al calo dei rendimenti USA e alle tensioni politiche su dazi e Fed. Le borse continuano la salita lenta, mentre il dollaro resta sotto pressione. I mercati vedono segnali di rallentamento economico e iniziano a scommettere su possibili tagli dei tassi USA nel quarto trimestre.
📊 Dati USA e obbligazioni
-CPI di giugno: +0,4% headline, +0,3% core. Più alto del previsto → oro e borse giù subito dopo il dato.
-Vendite al dettaglio: Deboli su tutti i fronti. Settore core fermo. Aumentano i timori di rallentamento economico.
-Rendimenti 2 anni USA: Tornati al 3,86% dopo il rialzo post-CPI. Il mercato obbligazionario ora teme di più il rallentamento che l’inflazione.
-Fed: Scenario ancora morbido. Il mercato sconta 1 o 2 tagli dei tassi entro fine anno (~43 punti base di riduzione).
💬 Politica e geopolitica
-Dazi USA: Rinvio delle tariffe del 30% su UE e Messico al 1° agosto. L’incertezza però resta alta.
-Tensioni Trump–Powell: Rumors di pressioni di Trump per far dimettere Powell. Aumenta il rischio politico.
-Cina: I negoziati commerciali proseguono, ma lentamente. Pechino non sembra voler decidere nulla di importante prima delle elezioni USA di novembre.
Settimana calma a livello di dati, con focus sul giovedì, quando la BCE deciderà la direzione della politica monetaria europea. I mercati restano mossi da sentiment e notizie sui dazi, quindi resta concentrato su questi temi.
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Mercati stabili, Waller apre al taglio dei tassiWALLER SOSTIENE IL TAGLIO DEI TASSI
Wall Street ha chiuso quasi invariata venerdì scorso, in una seduta interlocutoria caratterizzata dalle consuete dichiarazioni del Presidente Trump sui dazi da applicare all’Europa. L'S&P 500 e il Nasdaq 100 hanno comunque terminato la giornata vicino ai loro massimi storici, mentre il Dow Jones ha perso 142 punti, penalizzato da un calo del 2,2% delle azioni American Express.
Trump avrebbe richiesto un dazio minimo del 15-20% all’Unione Europea, che sta lavorando per finalizzare un accordo prima della scadenza del 1° agosto. Sul fronte aziendale, le azioni Netflix sono scese del 5,1% nonostante abbiano superato le stime di fatturato e utili. Charles Schwab è salita del 3% grazie a risultati positivi, mentre Chevron ha guadagnato l'1% dopo aver completato l'acquisizione di Hess per 53 miliardi di dollari.
L’indagine di luglio dell’Università del Michigan ha mostrato un aumento della fiducia dei consumatori e un calo delle aspettative di inflazione a un anno al 4,4%, il livello più basso da febbraio. Nel corso della settimana, l’S&P 500 e il Nasdaq sono saliti rispettivamente dello 0,5% e dell’1,4%, mentre il Dow ha chiuso in leggero ribasso.
VALUTE
Venerdì il Dollar Index sembrava in procinto di rompere i supporti a 97,70, ma ha poi reagito tornando sopra quota 98,00. Nel frattempo, Christopher Waller, membro del Consiglio dei governatori della Fed, ha dichiarato il proprio sostegno a un taglio dei tassi già a luglio, sottolineando l’aumento dei rischi per il mercato del lavoro, in particolare quello privato.
Va ricordato che i dati mostrano un miglioramento delle aspettative di inflazione. Waller ha segnalato che potrebbe dissentire se la Fed decidesse di mantenere i tassi invariati entro la fine del mese, citando proprio la diminuzione dei rischi inflazionistici. Ha inoltre osservato che qualsiasi impatto inflazionistico derivante dai dazi sarebbe probabilmente temporaneo e non vede segnali di aumento, lasciando alla Fed margine di manovra per allentare la politica monetaria.
Nonostante la correzione di venerdì, il dollaro è sulla buona strada per salire dello 0,4% questa settimana, segnando il secondo rialzo settimanale consecutivo e il primo da maggio. L’EUR/USD rimane, per ora, sopra 1,1600, con una dinamica dei prezzi ancora in trend rialzista di medio termine. Tuttavia, mantenere posizioni long sull’euro comporta costi in termini di swap, e il momentum sembra perdere forza.
Situazione simile per il Cable, che soffre dopo la pubblicazione di dati negativi sul fronte industriale e manifatturiero del Regno Unito, il che sembrerebbe spingere la Bank of England verso un possibile taglio del costo del denaro.
USA: FIDUCIA DEI CONSUMATORI
Il sentiment dei consumatori statunitensi, rilevato dall’Università del Michigan, è salito a 61,8 a luglio 2025, il livello più alto degli ultimi cinque mesi, rispetto a 60,7 di giugno e sopra le previsioni di 61,5. L’indice delle condizioni correnti è migliorato a 66,8 da 64,8, mentre l’indicatore delle aspettative è salito a 58,6 da 58,1.
Le aspettative di inflazione per l’anno a venire sono diminuite per il secondo mese consecutivo, scendendo al 4,4% dal 5% di giugno. Anche le aspettative di inflazione a lungo termine sono calate per il terzo mese consecutivo, passando al 3,6% dal 4%. Entrambi gli indicatori sono ai livelli più bassi da febbraio, ma restano superiori a quelli di dicembre 2024, segnalando che i consumatori percepiscono ancora un rischio sostanziale di aumento dell’inflazione in futuro.
PROSSIMA SETTIMANA: COSA ATTENDERSI
Nella prossima settimana, l’attenzione del mercato resterà focalizzata sugli sviluppi commerciali e su eventuali accordi tra gli Stati Uniti e i principali partner commerciali. La stagione degli utili entrerà nel vivo, con aziende come Alphabet, Tesla, Verizon, Coca-Cola, T-Mobile e IBM pronte a pubblicare i risultati trimestrali.
Sul fronte macroeconomico, saranno pubblicati gli indici PMI globali flash di S&P, gli ordini di beni durevoli e le vendite di case nuove ed esistenti. A livello globale, i riflettori saranno puntati sulle decisioni di politica monetaria della BCE, della Banca Centrale della Federazione Russa e della Banca Centrale della Turchia.
I mercati seguiranno anche una vasta gamma di indicatori internazionali, tra cui i dati PMI flash per l’Eurozona, la Germania, il Giappone, l’India, il Regno Unito e la Francia, i dati GfK sulla fiducia dei consumatori per Germania e Regno Unito, l’indice Ifo sul clima aziendale in Germania, le vendite al dettaglio nel Regno Unito e il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo di Tokyo.
Infine, gli investitori monitoreranno con attenzione i risultati delle elezioni per la Camera Alta in Giappone.
GIAPPONE: MAGGIORANZA A RISCHIO
Secondo i primi exit poll, i partiti che sostengono il premier Shigeru Ishiba rischiano di non ottenere la maggioranza alla Camera Alta, determinando ulteriore instabilità politica. I Liberal-democratici e il partito centrista Komeito faticherebbero a conquistare i 50 seggi dei 125 in palio, necessari per mantenere la maggioranza numerica nella Camera dei Consiglieri.
La coalizione aveva già perso la maggioranza nella più influente Camera Bassa durante le elezioni generali dello scorso ottobre. Il Senato giapponese è composto da 248 membri con mandato di sei anni. Ogni tre anni viene rinnovata metà dei seggi, per evitare un ricambio completo. La Camera Bassa, invece, può essere sciolta dal primo ministro.
Saverio Berlinzani
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Breakout rame su resistenza chiave – luglio 2025Il rame (HG1!) sta testando un'importante resistenza tecnica intorno a 5.60–5.62. Il trend è rialzista da aprile, con minimi crescenti e buoni volumi. Possibile breakout se il prezzo chiude sopra l'area con forza. Supporti a 5.50, 5.30 e 5.00. Sto valutando un long se la struttura regge.
La psicologia rappresenta l’80% del successo nel tradingLa psicologia rappresenta l’80% del successo nel trading – ma quasi tutti i trader la sottovalutano
Ti è mai capitato di seguire un’ottima strategia… e perdere comunque soldi?
Ingresso perfetto.
Trend chiaro.
Conferme tecniche solide.
Eppure...
Hai chiuso il trade troppo presto.
Hai mantenuto una posizione in perdita troppo a lungo.
Oppure sei rientrato subito dopo una perdita per “recuperare”.
Non è stato un errore di analisi – è stato un errore psicologico.
💡 La maggior parte dei trader non fallisce per mancanza di conoscenze – ma per mancanza di controllo emotivo
Ecco tre situazioni classiche che quasi ogni trader ha vissuto:
🎯 1. Uscire troppo presto dal trade – per paura di perdere il profitto
Esempio:
Acquisti XAUUSD a 2360 con un target a 2375.
Il prezzo arriva a 2366 e chiudi per paura di un ritracciamento.
Poco dopo, il prezzo raggiunge il tuo target originale.
➡️ Questo è un chiaro esempio di avversione alla perdita – temiamo più perdere un profitto già in tasca che seguire il nostro piano.
🎯 2. Non chiudere una perdita – sperando in un’inversione
Esempio:
Entri short su EURUSD aspettando un pullback.
Il mercato rompe la resistenza e continua a salire.
Invece di accettare la perdita, sposti lo stop più in alto.
Risultato: perdita maggiore.
➡️ Questo è negazione – l’incapacità di accettare di avere sbagliato.
🎯 3. Aumentare la size dopo una serie di vincite – “ora non posso sbagliare”
Esempio:
Due trade vincenti ti fanno sentire invincibile.
Entri nel terzo con size raddoppiata, ma con un setup debole.
Il trade fallisce e annulla i guadagni precedenti.
➡️ Questo è il bias da eccessiva fiducia – una trappola mentale dopo i successi.
📊 Le competenze tecniche valgono il 20% – il restante 80% è la tua capacità di autocontrollo
Puoi:
Usare gli indicatori migliori
Conoscere l’analisi tecnica
Avere un sistema solido
Ma se:
Rompi le tue regole
Operi per noia o per vendetta
Lasci che le emozioni decidano al posto tuo
Allora anche la miglior strategia fallisce.
Il problema non è il sistema, ma chi lo applica.
🧠 5 consigli pratici per rafforzare la tua psicologia da trader
✅ Tieni un diario di trading – annota emozioni, pensieri, decisioni
Chiediti: “Ho seguito il piano? O è stata una reazione impulsiva?”
✅ Mai modificare stop loss o take profit dopo l’ingresso
– Se cambi le regole in corsa, non sei più coerente.
✅ Usa il conto demo per allenare la disciplina, non solo per testare strategie
– Comportati come se fosse denaro reale.
✅ Fermati dopo due perdite consecutive
– Una pausa di 24 ore può salvare il tuo capitale e la tua lucidità.
✅ Impara ad aspettare – anche non fare nulla è una scelta operativa
– I trader professionisti operano meno, ma con maggiore precisione.
🔁 Il trading non riguarda il controllo del mercato – ma il controllo di sé stessi
Un sistema con il 55% di operazioni vincenti può essere molto profittevole,
se lo esegui con disciplina e coerenza.
Ma…
Anche un sistema con il 70% di successo può far saltare un conto,
se le emozioni prendono il comando.
🎯 Conclusione:
Il mercato non premia chi sa tutto.
Premia chi resta lucido nei momenti difficili.
Non serve essere il più intelligente.
Non serve operare ogni giorno.
Serve:
Autocontrollo. Pazienza. Fiducia nel processo.
La conoscenza ti dà il segnale. La psicologia ti permette di seguirlo.
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