INFLAZIONE E BANCHE CENTRALIBUONGIORNO FOREX DEL 04.04.2022
Ancora tema centrale per questo 2022 l’inflazione, che anche a causa del conflitto Russia-Ucraina, vede i costi dell’energia salire senza sosta, riversando sui consumatori rialzi dei prezzi al consumo che difficilmente lasceranno invariata la domanda aggregata.
Questa settimana vedrà due importanti appuntamenti, il primo con il FOMC, che potrebbe dare linee guida per quello che sarà il piano di riduzione del bilancio della FED, pertanto grande attesa e soprattutto timore, da parte degli investitori, che nelle ultime battute della scorsa settimana sembrano essere tornati agli acquisti di debito sovrano, ma se il FOMC dovesse dimostrarsi particolarmente aggressivo sul tema, potremmo assistere a nuove vendite del comparto obbligazionario e relative salite nei rendimenti.
Avremo poi le minute della BCE, chiamata ancora una volta a rispondere ad un’inflazione che segna record dopo record, una strada di difficoltà per i consumatori europei, special modo i tedeschi che mai hanno visto livelli cosi alti di inflazione all’interno dell’UE, e che sembrano pertanto intenzionati ad ammorbidire le loro posizioni sulle importazioni di energia dalla Russia.
Stamattina il petrolio apre leggermente sopra i 100$ , mostrando ancora la tenuta della trend line che congiunge i minimi di periodo dagli inizi di marzo 2022 e che vede i prezzi del greggio chiudersi in un ampio triangolo di cmpressione. Solo eventuali rotture a ribasso della trend line supportiva che passa per i 97$ potrebbe decretare allunghi ribassisti fino alle aree di 92$ prima e 88$ poi.
Persiste la corsa a rialzo del Ngas, che non abbandona le aree di 5.70$, mantenendo ampia distanza con la mm21 periodi giornaliera che passa ancora a 5.20$, persiste uno stato di ipercomprato, che difficilmente vedrà storni fintanto che il contesto geo politico rimarrà cosi teso.
Recupera dalle brutte chiusure di venerdi , il comparto equity, che apre in territorio positivo, le borse americane sembrano voler attaccare i massimi di venerdi scorso, ma le prime aree di resistenza a 4550 per l’s&p e 14950 per il Nasdaq non saranno facili da abbattere.
Il valutario non vede particolari movimenti direzionali, con le majors che restano in un ampio trading range e sentiment poco sbilanciati , segno di sostanziale equilibrio preludio forse a ritorni di volatilità.
Per questa mattina unici sentiment degni di nota sembrano essere ancora audusd, con un 89% short dei retail, che persiste oramai da giorni, mantenendo i prezzi in un range chiaro compreso tra 0.7550 e 0.7475.
Interessante anche usdcad, che pur mantenendo i prezzi tra i massimi di 1.2550 e i minimi di 1.2475, sembra costruire un lento rounding bottom, con un sentiment retail al momento all’84% llong, in lento calo, via via che la configurazione tecnica si concretizza nei prezzi.
Di maggiore interesse i cross, come gbpcad, dove il 93% dei traders al dettaglio ha posizione long, mantenendo un chiaro eccesso meritevole di essere monitorato, seppur al momento non sembrano sussistere le condizioni ideali per un mean reverting, i livelli di 1.6450 e 1.6475 sono porta di ingresso a possibili allunghi rialzisti fino alle aree target di 1.67-1.6725
Seguiremo gli sviluppi del mercato in questa nuova settimana di contrattazione, non certo priva di market mover.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
Materie prime
Gold - ancora lateralitàDopo i massimi raggiunti a 2.070 il gold ha iniziato un movimento correttivo verso i supporti 1.890$/oz. Qui si sono formati due minimi che potrebbero indicare un buon livello da cui tentare ulteriori allunghi. Se dovesse fallire il recupero dei 1.950$/oz si potrebbe invece testare il supporto dei 1.850$/oz.
WTI - debolezza dopo BidenDopo la dichiarazione di Biden sul rilascio strategico delle riserve US di OIL per contrastare il rialzo dei prezzi del petrolio che minacciano la catena di funzionamento delle aziende americane e ulteriori pressioni inflazionistiche il prezzo ha iniziato movimento correttivo. I target del ribasso potrebbero non essere stati ancora raggiunti ed è possibile andare al test degli 85$/b.
CAFFE (KC) - Rialzo di breve periodoIl time frame giornaliero del CAFFE (KC) mostra nell'ultimo periodo una tendenza ribassista che ha portato il mercato ad avvicinarsi alla media istituzionale (SMA) a 200 periodi.
In prossimità di tale media ha iniziato a mostrare i primi segnali di rallentamento soprattutto quando l'ultimo tentativo di ribasso del 28 Marzo si è arrestato a minimi più elevati rispetto ai precedenti.
A partire infatti dal 29 Marzo il mercato ha acquisito forza procedendo al rialzo sino ad effettuare il break out di una trend line dinamica che fungeva da resistenza da diverso tempo.
Ci aspettiamo dunque per inizio Aprile, dopo un breve ritracciamento, la possibilità di una continuazione di questo rialzo sino a raggiungere un'area di offerta/resistenza (rettangolo rosso in figura).
La stagionalità rimane comunque ribassista ed è per questo motivo che non riteniamo che il mercato possa raggiungere i massimi precedenti ma arrestare prima la sua salita.
Quanto sopra esposto non è un consiglio finanziario ma la nostra view basata sulla strategia PCTS/PFTS.
Buon trading!
Rimbalzo fino a quota 112Dopo la forte volatilità dei giorni scorsi e considerando che molti analisti - tra cui Equita - fissano un prezzo al barile di 85 (obiettivo), nel breve periodo visto il supporto diagonale ed il valore di stocastico RSI molto basso, mi attendo una ripresa dei prezzi di un 10-15% fino a area 112.
Oro ad un bivioL'oro nelle ultime settimane è stato testimone di una lotta tra i venditori nel mercato dei futures, da parte di trader tecnici che usano quindi la leva finanziaria e spesso con posizioni a breve termine, e compratori di oro fisico che investono più nel lungo termine allo scopo di proteggere i loro portafogli di investimento. SI è visto infatti un forte incremento delle posizioni di lungo termine nel mercato degli ETF appunto coperti da oro fisico. Dal punto di vista tecnico il primo supporto chiave si trova nell'area $1.890-$1.900 mentre per modificare l'attuale tendenza, è necessaria un ritorno sopra $1.950.
In particolare, i motivi dell'acquisto da parte degli investitori, sono le preoccupazioni per le prospettive di crescita dell'inflazione in modo incontrollato per un periodo prolungato E questo costringerebbe la Fed a rialzare i tassi molto più velocemente di quanto previsto esponendosi tuttavia a commettere un grave errore politico.
PETROLIO, DA ACQUISTARE TRA POCHI GIORNI!Questa volta analizziamo il grafico del petrolio prendendo in considerazione il time frame settimanale per avere una visione di medio periodo che potrebbe però avere spunti operativi molto interessanti anche nel breve. Il grafico weekly ci mostra infatti una evidente tendenza rialzista che ha portato la quotazione dal quarto trimestre 2020 fino a novembre 2021 dai $35 ai $65, evidenziando poi una netta accelerazione del trend Long seguito dalla fortissima candela bullish, ad inizio della guerra in Ucraina, che ha portato nel giro di pochi giorni la quotazione sui massimi relativi in zona $125. Attualmente è in corso una fase di correzione tecnica che potrebbe riportare il prezzo nell'area di supporto statica e dinamica $93, zona sulla quale è in arrivo la stessa Ema 21 del grafico weekly; tale area risulta quindi essere particolarmente valida per andare a ricercare non solo dei segnali di Price Action Long sul settimanale ma anche delle interessanti opportunità di trading nel grafico giornaliero per migliorare il livello di entrata ed ottenere quindi un rapporto rischio/rendimento migliore, considerando un target minimo di presa di profitto in zona $113.
Ovviamente se il prezzo non realizzasse tale correzione settimanale ma tornasse di nuovo la pressione dei compratori, in tal caso andrei direttamente nel "daily" a ricercare opportunità long in tendenza.
Maurizio
Petrolio batte in ritirata Il prezzo del petrolio arretra bruscamente a causa di una nuova quarantena dovuta al Covid-19 in Cina che potrebbe raffreddare la domanda di carburante. Ma questo calo potrebbe essere temporaneo poiché i rischi dal lato dell'offerta sono ancora rilevanti. Infatti, indipendentemente dall'evoluzione della situazione in Ucraina, il mondo si trova a dover affrontare una carenza di risorse energetiche.
I prezzi di petrolio, gas e carbone hanno iniziato a salire già nel 2021, diretta conseguenza degli squilibri emersi all'indomani della pandemia. Intanto India e Cina comprano il petrolio russo a forte sconto sui mercati: da fine febbraio le raffinerie indiane hanno infatti acquistato almeno 13 milioni di barili mentre i cinesi negoziano privatamente con i venditori.
L'oro conferma lo short e la debolezzaL'operazione indicata sul gold 3 settimane fa con la chiamata ribassista si sta confermando. Allego il grafico originale del 13 Marzo.
Oggi il prezzo è andato ad appoggiarsi nuovamente sull'area supportiva, il set up degli indicatori si sta indebolendo.
Visto la situazione si può restate ancora aperti con stop ben in gain.
Analisi domenica 27 marzo 2022Gbp usd: trend settimanale ancora ribassista. Il cambio si è mosso sopra un range importante e la tenuta di 1,3090 su base settimanale indica una leggera forza rialzista. Seguire evoluzione del prezzo in h4 per eventuali strappi a rialzo sopra ,13270.
Oro: confermata la price action della scorsa settimana. 1950 era il target rialzista a mio avviso importante. L’evoluzione in h4 dei minimi creati a 1930 ha permesso un rialzo di 20 dollari del prezzo a rialzo andando a chiudere verso 1958 formando un massimo su 1965. Il trend fino a che rimane sopra 1887\1877 area rimane ancora rialzista di medio termine.
Yen: moneta attualmente venduta su tutto e contro tutto. Stare fermi per eccesso di movimenti.
Eur jpy: eur jpy dopo aver macinato 1000 punti a rialzo ha chiuso sotto due livelli weekly a 134,70/134,10. Sicuramente non indica debolezza ma la possibilità di una necessità di mercato di andare a fare un rintracciamento che potrebbe arrivare fino a 131,90 area. Da qui valutare eventuali long.
Cad jpy. Dopo lo strappo rialzista a 91,20 posizionamento precedente ha toccato quasi il 98. Da qui eventuali target di ultimo movimento fino a 99 per poi potenzialmente rintracciare fino a 94,20
Gbp jpy: Target settimanale del movimento a 161 si è mosso in maniera pressocché perfettamente tecnica. Eventuali movimenti a rialzo prima verso 163,80 area, 167,30/168,11. Rintracciamenti possibili in area 158,20.
aud Jpy: movimento rialzista senza rintracciamento fino a 92. Eventuali rintracciamenti di prezzo a 86. sopra abbiamo ancora 93,90/96,10.
nzd jpy: toccato il massimo di 85,22. Eventuali rialzi fino a 85,70/ 86,40/87. rintracciamenti a 82,50 figura fino a 81,50/60.
USD Cad: continua fase laterale di compressione di prezzo tra 1,2960 1,2470. Ultimo questo livello per vedere approfondimenti verso 1,2280\90 a ribasso.
Eur aud: seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Eur nzd: seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Eur cad: seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Gbp aud: seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Gbp nzd: seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Eur gbp: trend di medio periodo decisamente ribassista sul settimanale. Finché il prezzo si trova sotto 0,8470 indicati più gli short che i long. seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Nzd usd: trend iniziato il 28 gennaio ancora in fase rialzista. Ulteriori approfondimenti rialzisti fino a 0,7040 / 0,7170. seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Aud Usd: analogo al kiwi. seguire price action in h4 su livelli giornalieri. Resistenze 0,7550/0,7670.
eur cad: orientato verso 1,3440.
Sp rialzista con target verso i massimi. Approdi fino a 4590/4750/4815. sotto 4450 riprendono gli short.
GOLD (XAU/USD) - Momento di incertezzaIl time frame settimanale del mercato del GOLD (XAU/USD) mostra come è ripartito un trend rialzista da fine Marzo 2021 sino a raggiungere gli stessi livelli massimi di prezzo della settimana del 4 Agosto 2020.
Questa fase rialzista si è rafforzata dopo il break out al rialzo di un triangolo di movimento rappresentato in figura dalle due trend line dinamiche: la più bassa di supporto mentre la più alta di resistenza.
Il break out al rialzo è avvenuto lo scorso 14 Febbraio dando vita ad un impulso rialzista molto più forte e volatile.
Nella settimana del 7 Marzo 2022 il mercato ha raggiunto un'area di resistenza (rettangolo rosso in figura) che lo ha portato a scendere per alcune giornate formando una candela settimanale pin bar reversal; pattern confermato la settimana successiva con la continuazione del ribasso e la rottura del minimo della pin bar stessa.
Ora il mercato sembra leggermente recuperare anche se debole e voler dunque proseguire con una fase di lateralità o comunque con un movimento lateral rialzista.
Se andiamo a misurare il ritracciamento di Fibonacci dalla partenza del trend sino al massimo raggiunto la settimana del 7 Marzo 2022 notiamo come il mercato si è attualmente arrestato sul primo livello di ritracciamento 38,2% ma ci possono essere le condizioni per vederlo a livelli di prezzo più bassi ovvero raggiungere l'area di domanda/supporto rappresentata dal rettangolo verde in figura sino a ritestare la trend line di supporto.
Quanto sopra esposto non è un consiglio finanziario ma la nostra view basata sulla strategia PCTS/PFTS.
Buon trading!
CREARE UN INDICE DI FORZA PER PREVEDERE UN SEGNALE DI RECESSIONEBuongiorno ragazzi.
L’obiettivo di questa analisi è quello di costruire un indice di forza relativa capace di anticipare un segnale di recessione, ottenuto combinando tra loro mercato azionario e obbligazionario. Spiegherò passo passo i ragionamenti compiuti sperando di essere il più chiaro possibile.
Sul mio canale youtube ho condiviso un video-guida che tratta lo stesso argomento, al link:
www.youtube.com
Buona lettura!
RISCHIO=RENDIMENTO
Come ho spiegato nella mia analisi riguardante i ratings assegnati ai vari Stati Europei che trovate al link:
spiegavo come uno Stato si finanzi attraverso l’emissione dei titoli di stato. Ricordate come sono definiti?
Un titolo di Stato è un’obbligazione, ossia un titolo di credito che conferisce ad un investitore che lo acquista il diritto a ricevere, alla scadenza del titolo stesso, il rimborso della somma versata più una remunerazione, ossia un interesse.
In base alla capacità di uno Stato di onorare le obbligazioni assunte, esso riceve un determinato rating.
Più il rating assegnato è basso, maggiore sarà l’interesse riconosciuto. Questo perché? La risposta è semplice; immaginiamo che un investitore decida di finanziare uno Stato in rischio default (con un rating C), esponendosi così ad un rischio molto alto; il problema nasce dal momento che lo stesso potrebbe non riuscire a restituire la somma ad esso “prestata” più l’onere. Secondo voi, in una condizione del genere, un investitore si accontenterebbe di un interesse basso? Assolutamente no. Che senso avrebbe per lui rischiare una simile esposizione senza avere un grande incentivo? Assolutamente nessuno.
Questo è il motivo per cui il decennale russo, ad ora, rende il 13% circa (rating C).
Cosa ne conviene da tutto ciò che ho scritto finora? Che in campo obbligazionario un interesse (o rendimento) indica il grado di rischio a cui un investitore si espone, per cui:
RISCHIO =RENDIMENTO
LA CURVA DEI RENDIMENTI
Un paese emette diversi titoli di stato a diversa scadenza. Grazie ad essi è possibile costruire la famosa “curva dei rendimenti”, che non è altro che la rappresentazione grafica della relazione fra le varie scadenze dei diversi titoli di Stato e i relativi rendimenti.
Pensandoci bene, credo che questa curva, che fra poco vi mostrerò, sia uno degli indicatori più importanti nel mondo della finanza (e del trading). Perché? Perché saperla leggere aiuta noi traders a capire quali sono le aspettative degli investitori verso l’economia di un determinato Paese. Questo perché? Perché essa assume delle particolari forme in base al periodo economico (ripresa ed espansione economica, rallentamento economico e recessione) in cui viene calcolata.
RIPRESA/ESPANSIONE ECONOMICA
Questo particolare scenario economico segue un periodo di recessione; l’ultimo esempio l’abbiamo avuto da marzo 2020 a maggio/giugno 2021 circa.
Osservando la curva dei rendimenti costruita in quel periodo e immaginando di non conoscere per quale Paese essa sia stata costruita, possiamo essere in grado di capire lo stato di salute di quell’economia? Si. Ora vi mostrerò come:
Ogni qualvolta un paese si trova in ripresa/espansione economica, la curva dei rendimenti è inclinata positivamente, situazione definita dagli americani “steepening”; i rendimenti dei titoli di stato sono via via crescenti man mano che ci si avvicina a scadenze sempre più spostate nel tempo. Vi mostro ora due curve dei rendimenti inclinate positivamente, costruite dopo le recessioni del 2008 e del 2020:
Perché in questo particolare scenario economico la curva assume questa forma?
Lo scenario economico di ripresa ed espansione è caratterizzato da un clima di risk-on dei mercati. Cosa significa questo? Che gli investitori vanno a posizionarsi su asset finanziari ad alto rischio (come azioni, crypto e materie prime) poiché il rendimento che potrebbero ricevere da tali investimenti sarebbe più alto rispetto a quello che avrebbero ricevuto qualora avessero deciso di investire in titoli di stato, sicuramente con dei rischi più bassi, ma appunto meno convenienti. Il comportamento degli investitori si riflette così nella forma della curva: essi scaricano obbligazioni a tutte le scadenze (da pochi mesi a 30 anni) e, per il rapporto inverso che esiste tra obbligazioni e relativi rendimenti, vanno a imprimere la tipica pendenza positiva alla curva (vendono tutte le scadenze, fanno rialzare tutti i rendimenti).
• Un modo alternativo per capire che tale forma definisce un periodo di ripresa/espansione economica è controllare le scadenze brevi, soprattutto la scadenza a 2 anni. Tale scadenza è influenzata dalle scelte di politica monetaria della banca centrale: se le aspettative di un rialzo dei tassi di interesse sale, tipicamente il rendimento del titolo a 2 anni sale. Possiamo affermare con certezza ciò vista la grande correlazione che lega questi ultimi due elementi:
In questi particolari scenari economici, una banca centrale va’ ad abbassare i tassi a zero per favorire la ripresa e la crescita e, per il rapporto diretto appena osservato per via grafica, a bassi tassi di interesse appartengono bassi rendimenti, e da qui si può spiegare quindi il fatto che i rendimenti della parte a scadenze brevi della curva rendono molto meno rispetto alle altre scadenze.
Per l’equazione RENDIMENTO=RISCHIO, possiamo affermare che quindi è più rischioso detenere titoli di Stato a lunga scadenza che non a breve scadenza. Perché? Perché è sicuramente più facile prevedere lo stato di salute dell’economia di un Paese per il breve periodo che non per il lungo.
RALLENTAMENTO ECONOMICO
Un’economia si riprende, si espande e successivamente raggiunge un picco, da cui successivamente inizia a rallentare: a questo scenario economico appartiene una curva dei rendimenti piatta (quando i rendimenti dei vari titoli di stato iniziano ad avvicinarsi tra loro in valore percentuale). L’esempio che vi riporterò è quella costruita venerdì 18 marzo 2022:
Ora vi confronterò la curva appena costruita con la curva di maggio 2021, che coincideva con lo scenario di ripresa/espansione economica. Vedete le grandi differenze?
L’appiattimento della curva dei rendimenti avviene fondamentalmente a causa di due motivi: scelte di politica monetaria e alta inflazione. Ora mi spiegherò meglio.
Uno scenario economico di ripresa ed espansione trascina con sé l’inflazione. Perché questo accade?
Perché nello stesso scenario la domanda di beni, da parte di industrie, privati e cittadini aumenta. Per la legge della domanda e dell’offerta, più un bene è richiesto e più tipicamente il suo prezzo aumenta. Da questo scaturisce il fatto che quando un’economia si è ripresa in maniera stabile, i valori di inflazione sono al di sopra dell’obiettivo della banca centrale, ossia al di sopra del 2%. Cosa accade quindi? Che per andare a calmierare l’inflazione per evitare un surriscaldamento eccessivo, la banca centrale alza i tassi di interesse.
Osserviamo ora la grafica di sopra:
• Una politica monetaria più aggressiva o “hawkish” va a riflettersi nella parte a scadenze brevi della curva, in particolare nel titolo a 2 anni. Questo perché? Riflettiamo assieme.
Immaginiamo di acquistare un titolo di stato a 2 anni, con un rendimento all’ 1.7% circa (a titolo di esempio chiaramente). Ammettendo che l’inflazione superi il 2%, che senso ha per un investitore acquistare obbligazioni a quella scadenza se l’interesse attraverso il quale andrebbero a guadagnare verrebbe completamente eroso dall’inflazione? Non avrebbe alcun senso, tant’è che si assiste ad uno scenario di sell-off e, per il rapporto inverso tra obbligazioni e rendimenti, più esse vengono vendute, più il rendimento sale, dando la forma rialzata alla parte breve.
Perché invece la parte a scadenze più spostate nel futuro (dai 10 a 30 anni) va ad appiattirsi?
• Un rialzo dei tassi di interesse, idealmente parlando, andrebbe a calmierare l’inflazione nel lungo periodo. Gli investitori, scontando questo, vanno quindi a riposizionarsi su titoli di stato a più lunga scadenza e, per il rapporto inverso tra obbligazioni e rendimenti, più titoli di stato vengono comprati, più il loro rendimento andrebbe a calare, dando la tipica forma piatta. Con un’inflazione regolata, infatti, la loro cedola non verrebbe erosa dall’inflazione, cosa che invece succederebbe per i titoli a 2 anni.
Quindi, per il rapporto RENDIMENTO=RISCHIO, possiamo affermare che il rischio al quale si espone un investitore è uguale sia che si esponga su titoli a breve scadenza che su quelli a lunga scadenza; questo particolare scenario non rappresenta chiaramente la normalità in quanto, come abbiamo visto prima, è più rischioso prestare dei soldi sotto forma di acquisto in obbligazioni per 10,20 o 30 anni (in quanto è difficile prevedere lo stato di salute economico dopo 10,20 o 30 anni) che per 1 o 2 anni.
Vi rilascio una grafica in cui vado a visualizzarvi il rapporto esistente tra ripresa/espansione economica, surriscaldamento inflazionistico e successivo rialzo dei tassi di interesse:
RECESSIONE
Arriviamo dunque alla recessione. Questo particolare scenario è sempre anticipato da un’inversione della curva dei rendimenti; si ha questa particolare forma quando gli stessi sulle brevi scadenze hanno un rendimento più alto rispetto a quelli sulle lunghe scadenze. Perché?
Riflettiamo assieme:
Se i rendimenti delle scadenze brevi (a 1,2,3 e 5 anni) sono più alti rispetto alle scadenze lunghe, significa sostanzialmente che gli investitori vendono obbligazioni a bassa scadenza (facendo quindi aumentare i relativi rendimenti) e comprano le stesse a lunga scadenza (facendo quindi abbassare i relativi rendimenti). Che senso avrebbe ciò? Vendono obbligazioni a breve termine quando, nello stesso arco temporale, non hanno una buona visione dell’economia (chi è che compra i titoli di stato di un Paese che potrebbe nei prossimi tempi trovarsi in recessione economica?) mentre vanno a comprare le obbligazioni a lunga scadenza in quanto scontano il fatto che poi in futuro (in un futuro a 10,20 e 30 anni), dopo l’intervento delle banche centrali (con interventi di politica monetaria come il quantitative easing) l’economia sarà migliorata.
Il rapporto RENDIMENTO=RISCHIO dà quindi l’immediata informazione che un’economia è sull’orlo di una recessione; ricordate: in condizioni normali, un rendimento è tanto più alto quanto maggiore è il tempo in cui si prestano dei soldi sotto forma di acquisto in obbligazioni.
SPREAD TRA I RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO A 10 ANNI E A 2 ANNI
Calcolare lo spread tra i rendimenti sopraccitati è un modo più veloce di visualizzare l’inclinazione della curva, infatti:
Più esso si contrae (ossia inizia a creare un trend ribassista), più i rendimenti dei titoli a 10 anni e 2 anni si avvicinano tra loro in valor percentuale e più la curva si appiattisce. Più lo spread si dilata, più i rendimenti a 10 anni e 2 anni si allontanano in valore percentuale e più la curva si innalza.
Quando si è prossimi a una recessione, invece, lo spread scende al di sotto dello 0% (ciò matematicamente significa che i rendimenti a 2 anni hanno valori percentuali più alti rispetto a quelli a 10 anni e quindi, essendo i rendimenti a due anni il sottraendo mentre quelli a 10 anni il minuendo, si ottiene come differenza un numero percentuale negativo).
Vediamo una grafica in cui cerco di spiegare il tutto:
COME I TASSI DI INTERESSE INFLUENZANO LO SPREAD
Il 16 marzo, dopo diversi anni di tassi di interessi fermi allo 0.25%, la Federal Reserve ha deciso che era giunto il momento di agire andando a rialzarli, per andare a calmierare un’inflazione spintasi oltre i 7 punti percentuali. Se andassimo a correlare l’aumento dei tassi con lo spread, ci accorgeremo di un fatto peculiare: ogni qualvolta essi hanno subito un ciclo di rialzi, la curva ha successivamente invertito e in media, dopo 10/17 mesi, si è scatenata una recessione. Vi condividerò ora una grafica per farvi visualizzare il tutto:
COME “RIASSESTARE” LO SPREAD IN MODO DA OTTENERE ULTERIORI INFORMAZIONI
Come abbiamo visto pocanzi, lo spread non è ancora sceso al di sotto dello 0%, ragion per cui non possiamo affermare di essere di fronte alla possibilità di una recessione. Tuttavia, mi chiedevo come potessi “riassestare” lo spread in maniera tale da renderlo ancora più “reattivo” e “completo”, ed è così che sono giunto a questo ragionamento: nell’espressione US10Y-US02Y, posso introdurre una componente azionaria?
E’ vero che il mondo obbligazionario è l’asset class che meglio risponde alle dinamiche di cambio di cicli economici, ma è anche vero che gli stessi settori azionari hanno determinate performance a seconda del ciclo economico in cui si trovano; da qui l’idea:” qual è il settore dell’S&P500 più vicino all’economia? Chiaramente il settore ciclico. Per chi non lo sapesse, un settore è definito ciclico quando esso è dipendente dalle condizioni economiche. Qual è il settore ciclico dell’S&P500? Quello dei beni discrezionali (ticker XLY), al cui etf appartengono aziende che tendono a performare bene in periodi di ripresa ed espansione economica e a performare male in condizioni meno favorevoli (rallentamento economico, recessioni e, volendoci spingere oltre, depressioni).
A questo settore appartengono aziende quali:
Amazon (internet al dettaglio)
Tesla (automobili)
Ford (automobili)
Home Depot (vendita al dettaglio, catena di prodotti domestici)
Etsy (internet al dettaglio)
Sono tutte quelle aziende che tipicamente segnano delle trimestrali positive quando noi cittadini siamo più propensi a spendere, ossia in uno scenario di ripresa ed espansione economica.
Perché ho voluto introdurre nell’espressione questo settore azionario? Perché esso, come il mondo obbligazionario, è il settore che più risponde ai cambi di cicli economici.
Ho quindi impostato l’espressione:
((US10Y-US02Y))/XLY = SPREAD RIASSESTATO
Lo spread ha questo tipo di andamento:
Per poter capire le differenze rispetto allo spread precedente, cercherò di sovrapporlo allo stesso:
Possiamo notare come dal 1999 al 2009 gli stessi abbiano avuto pressoché le stesse fluttuazioni. La musica cambia dal 2009 ad oggi: lo spread con la componente azionaria si dimostra più dinamico, andando a staccarsi in maniera sensibile da quello con la componente unicamente obbligazionaria, anticipando dei segnali di recessione. E’ accaduto nel 2019 e, come potete osservare, anche qualche giorno fa. Ogni qualvolta lo spread riassestato ha infranto al ribasso la barriera dello 0%, è stata recessione. Ora siamo al valore di 0.001%. Sarà recessione?
QUALI SONO I MIGLIORI ASSET QUANDO LO SPREAD SCENDE AL DI SOTTO DELLO 0%?
Come conclusione vorrei condividervi alcuni asset che tendono ad avere delle performance positive ogni qualvolta lo spread scende al sotto dello 0%.
Vi ho condiviso 3 asset:
• Una materia prima, l’oro
• Un’azienda, Barrick Gold
• Un etf di buoni del tesoro degli Stati Uniti protetti dall’inflazione
Vi vorrei far osservare delle particolarità: ogni qualvolta lo spread è sceso al di sotto dello 0%, l’Oro ha creato degli impulsi rialzisti durati anni. Perché? Perché lo stesso, essendo il bene rifugio per eccellenza, va ad apprezzarsi in periodi di risk-off, tipici di una recessione; la scelta di Barrick Gold deriva dalla correlazione positiva con lo stesso metallo prezioso, essendo essa la società più grande del mondo di estrazione della stessa materia prima. Stessa cosa per quanto riguarda i TIPS, ossia i buoni del tesoro degli Stati Uniti. Vi rilascio in basso le varie correlazioni tra i tre asset:
Spero questa analisi vi sia utile.
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
ANCORA VENDITE di YENBUONGIORNO FOREX DEL 24.03.2022
Rallenta la sua corsa il mercato equity mondiale, che nella giornata di ieri ha visto una buona fase di consolidamento, con un leggero storno che trova già nelle prime ore di questo 24 marzo nuovi acquisti, l’S&P che ieri ha toccato area 4445pnt , cosi come il Nasdaq che ha trovato nei 14450pnt il suo supporto giornaliero, sembrano tuttavia necessitare di ulteriori approfondimenti ribassisti , che troveranno conferma solo nei break out dei supporti citati.
Tornano gli acquisti sul petrolio, che recupera i 116$ al barile con una nuova spinta rialzista in vista dell’accordo USA-EUROPA ,che dovrebbe essere ratificata venerdi, sulle nuove forniture di petrolio e gas americano, che consentirebbero al vecchio continente di tagliare la dipendenza dalle risorse russe.
Con il petrolio l’intero comparto energy trova nuova spinta rialzista, basti notare il Ngas, che ieri ha toccato i massimi di 5.30$ e che dopo gli storni visti in serata, sembra pronto a nuovi allunghi rialzisti.
Il gold attacca la parte alta del range che lo vede prigioniero nelle ultime sedute, compreso tra 1950$ e 1900$, il break out delle aree di resistenza potrebbe dettare ulteriori allunghi rialzisti fino alle aree di 1975$/oc.
Il vero protagonista di questi giorni sembra essere il valutario con lo yen in caduta libera.
Anche ieri, seppur la giornata di contrattazione non abbia mostrato un sentiment di risk on cosi palese , lo yen giapponese ha continuato la sua corsa a ribasso, trainando ancora una volta tutti i cross su nuovi massimi di periodo.
Il sentiment retail sul basket yen resta sostenuto, long al 93%, cosi come usdjpy che vede il 94% dei traders retail in posizione short , con il cambio oramai giunto alle aree di 121.75, da qui ulteriori estensioni rialziste lo porterebbero a 124.00 figura in primis e 125.75 poi, massimi del 2014
Ancora fortissimi tutti i cross uen, che dopo un timido tentativo di storno hanno rapidamente recuperato le aree di open di ieri, e puntano gia in queste prime ore al test dei massimi di ieri, con eurjpy alle porte di 133.90, gbp jpy a160.75 prossimo ai massimi di 161.10.
I sentiment contrarian restano percentualmente sostenuti, ma i nuovi allunghi rialzisti dei prezzi, non mostrano nuovo interesse contrarian da parte dei retail, che non incrementano ulteriormente le loro posizioni short, in calo da ieri.
Sarebbe pertanto auspicabile il concretizzarsi di spike rialzisti oltre i massimi di ieri, con relativi riassorbimenti, che potrebbero confermare la fine di un trend lunghissimo contro lo yen giapponese.
Restano infine da monitorare le oceaniche con il dollaro australiano che ancora ieri ha visto ulteriori rialzi in linea con il sentiment delle mani forti espresso dal cot report, portando audusd alle porte di 0.7510, ma anche in questo caso non posiiamo non notare che il sentiment contrairo dei traders retail attualmente short all’89% inizia a vacillare, non trovando piu corrispondenza tra i nuovi massimi di prezzo e nuovi ingressi contrarian short, segno che probabilmente inizia ad essere giunto a maturazione , almeno per il breve periodo, il rally rialzista dell’Aussi.
Restiamo pertanto vigili sui mercati, che non hanno appuntamenti di estremo rilievo nel calendario economico di oggi.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
GOLD, a che punto siamo?Siamo al punto che : l’annuale si è chiuso, ma senza raggiungere il 50% .
Non che non abbiamo fatto il nostro guadagno eh, però il 50% sarebbe stato migliore anche per un altro motivo, ovvero avremmo potuto già parlare di ripartenza ciclica ad un buon livello di prezzo, invece adesso ci troviamo un po’ nel vuoto e nell’indecisione.
Sul semestrale siamo ancora in discesa dalla B1 alla A1, ma chi fosse ancora short sul gold dovrebbe stare attento, adesso siamo contro tempo sul ciclo superiore; possiamo ancora raggiungere il 50%? Sì. Troveremo in H4 un segnale buy a breve? Lo escluderei, non siamo in un livello del prezzo che ci permetterà a breve di ricevere un segnale chiaro. Quale sarebbe il movimento ideale?
Il movimento ideale del gold sarebbe che il prezzo raggiungesse il 78.6% a 1750 in A1 semestrale, avremmo tempo e prezzo dalla nostra parte, probabilmente verrebbe inserito un segnale Buy sull’MCS e allora lì sarebbero di nuovo c***i amari per il Gold. 😉
Per adesso possiamo solo attendere …quel verbo che alcuni trader odiano, ma che molti di voi hanno iniziato a rispettare e capirne l’importanza per far sì di entrare al momento giusto e al prezzo giusto.
Le pagine di questo sito non costituiscono servizio di consulenza finanziaria né sollecitazione al pubblico risparmio. Poiché le indicazioni riportate vengono fornite come semplici spunti di riflessione, si declina qualsiasi tipo di responsabilità, a carico dello staff TheCyclicalTrading, per le eventuali conseguenze negative che dovessero derivare da una operatività fondata sulla loro osservanza.
I MERCATI HANNO PAURA DEI FALCHIBUONGIORNO FOREX DEL 22.03.2022
Sembra calare la volatilità in questo avvio di settimana, complice anche un calendario macroeconomico scarno, che suggerisce poco agli investitori. A fare da market driver ieri le parole di Powell che ancora una volta si è dimostrato pronto, almeno nella dialettica, a politiche economiche più aggressive, là dove le condizioni lo dovessero richiedere.
L’obbiettivo numero uno della banca centrale americana resta la lotta all’inflazione, che oramai è chiaramente oltre i le soglie limiti e che desta non poche preoccupazioni, ciò non ostante la Fed ha rialzato i tassi di interesse nell’ultima riunione del 16 Marzo di soli 25BP, ma come ha ribadito ieri sera Powell, è pronta ad incrementi anche di 50Bp nelle prossime riunioni se le condizioni dovessero richiederlo, anche grazie alla fiducia nella congiuntura macro economica del paese, che a dire di Powell è bel lontana dal temere recessioni.
Molti operatori stanno ponendo la loro attenzione al comparto obbligazionario e ad un appiattimento della curva dei rendimenti tra 2, 10 e 30 anni, segno spesso di prossime fasi di contrazione dell’economia, ma ieri Powell ha chiaramente detto che è si un indicatore questo seguito dalla Fed, ma di maggiore attenzione è la curva di brevissimo , ovvero i rendimenti del 3 mesi e 18 mesi, quindi in orizzonti temporali entro il 2 anni, che al momento non danno il minimo segno di flessione.
Per il capo della Fed dunque non c’è da preoccuparsi, l’economia è robusta e può sopportare una politica più restrittiva senza timori di recessioni o stagflazioni, e questa sua ferma convinzione ha dato credito a possibili future scelte da Falco da parte della Fed intimorendo i mercati, che nella giornata di ieri hanno rapidamente testato i minimi di venerdi, per poi chiudere leggermente sotto la parità.
Ovvia la risposta del dollaro americano, che ha immediatamente preso forza in un rally che lo riporta verso i massimi di periodo a 99.00 pronto ad espansioni fino 99.20.
Ma se in America si respira aria di ottimismo e sono pronti ad una lotta all’inflazione, nel vecchio continente è tutt’altra la storia che si racconta, ieri la Lagarde ha affermato che Europa ed America sono attualmente due universi diversi, che vivono condizioni macroeconomiche diverse e pertanto inutile aspettarsi da parte della BCE degli allineamenti alla politca della FED.
Indubbiamente anche il contesto geo politico europeo non può che confermare quanto detto dalla Lagarde, considerando ancora che la guerra in Ucraina sembra ben lontana da una risoluzione, il che spinge ancora una volta il comparto energy a rialzo con il petrolio che torna prepotentemente sopra i 110$ al barile, andando a toccare 113.35$ stamattina.
Il gold resta fermo nelle aree sottostanti i 1950$/oc, ancora intrappolato in un trading range che lascia poco spazio alla direzionalità e al trading di posizione.
Il valutario si adegua rapidamente alle parole di Powell e alla rinnovata forza del dollaro, spingendo il sentiment retail ad un 68% short sul biglietto verde, e con lui, tutte le majors a ribasso con ovvia reazione di mean reverting per la maggioranza dei traders al detaglio che sono ora long al 77% su eurusd e all’81% su gbpusd.
Ancora forte il sentiment long sullo yen che vede oggi il 93% dei traders retail long , portando sia usdjpy ad eccessi con un 94% dei traders short, oramai intrappolati nell’ampio rally rialzista che vede usdjpy a 120.50, area target piu volte richiamata in queste righe e che ora potrebbe estendersi ulteriormente fino 121.75 in primis e 124.0 figura poi.
Continuano tutti i rally contro lo yen giapponese, con gbpjpy che vede i retail al 86% short e prezzi giunti finalmente anche qui alle aree target di 158. Figura -158.25 area di triplo massimo che se rotta a rialzo aprirebbe la strada verso nuovi massimi da ricercare nel lontano 2009.
Restano pertanto da monitorare tutti i cross yen che vedono persistenti eccessi nel sentiment retail, ed ovviamente il dollaro americano che potrebbe dare ancopra allunghi rialzisti contro le majors.
Seguiremo oggi l’appuntamento con le dichiarazioni della Lagarde, che come ieri Powell, potrebbe riservare sorprese per noi operatori.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
PETROLIO, LONG FINO A 130$A seguito del forte movimento rialzista a cui abbiamo assistito dopo l'inizio bellico in Ucraina, la quotazione ha ripiegato dall'area $130 con un movimento tecnico che si è riportato sotto la Ema21 per ritestare la zona di supporto $95; in tale area è ritornata una pressione in acquisto che, soprattutto con la candela daily di ieri e di giovedì scorso, ha spinto di nuovo il prezzo sopra la media mobile e sopra la zona di resistenza $106. Questo livello rappresenta in questo momento la zona più interessante (sia statica che dinamica) per cercare una mini correzione ed un nuovo segnale di Price Action Long al fine di valutare una strategia rialzista che potrebbe spingere il prezzo sui massimi di cui sopra. La parola al prezzo...
Maurizio
Soybean, 78.6% di FibonacciPer chi fosse ancora dentro con il trade di fine Febbraio, consiglio di attendere il 78.6% di Fibonacci (1720’6) per una conferma short di tale materia prima agricola, a conferma ulteriore del fatto che il semestrale sia impostato in 3 tempi, e l’annuale (invece a 2) stia chiamando a sé il prezzo verso una chiusura che non escluderei fosse sempre verso il 78.6%, ma dell’ultimo grande vettore rialzista, quello a 1308.
L’MCS sta di nuovo contraendo il proprio canale di eccesso di forza, e potrebbe a breve inserire un ennesimo segnale short, anche se, data l’operatività sopra citata, nemmeno ne avremmo bisogno.
Le pagine di questo sito non costituiscono servizio di consulenza finanziaria né sollecitazione al pubblico risparmio. Poiché le indicazioni riportate vengono fornite come semplici spunti di riflessione, si declina qualsiasi tipo di responsabilità, a carico dello staff TheCyclicalTrading, per le eventuali conseguenze negative che dovessero derivare da una operatività fondata sulla loro osservanza.
XAU - daily bearish engulfingBearish engulfing sul Daily per il Gold dove la seduta di venerdì chiude al di sotto di quella di giovedi. I prezzi dopo aver rimbalzato fino a 1.950$ una volta raggiunto il supporto statico a 1.895$ sembrano impostati pre proseguire il trend a ribasso con target I° 1.875 e target II° 1.850.
WTI - recupero nel fine settimanaNella seconda parte della settimana conclusa il WTI ha recuperato il declino registrato nei primi due giorni grazie probabilmente alle parole della Fed che escludono una recessione economica per l'economia americana mentre si attendono news sul fronte Ukraino. La Cina ha escluso un suo intervento nelle trattative tra occidente e Russia e i prezzi hanno subito reagito verso l'alto su timori di nuova distruzione di offerta. Dal punto di vista tecnico i prezzi sono tornati al test della parte alta del canale rialzista e rimbalzati da questo livello. Da questo punto si potrebbe o riprendere a scendere verso il supporto a 85$ oppure proseguire verso i 117$.
Gold, short a targetL’oro ha preso il target indicato per la chiusura dello short.
Tecnicamente lo si può tirare ancora un po’ ma a mio avviso è meglio smezzare la posizione, visto la situazione, diciamo “goepolitica”, che può portare a rapidi cambi di direzione.
Di seguito l'operazione indicata in precedenza