COME L'INDUSTRIA OROLOGIERA GIAPPONESE E' IMPATTATA DALLO YENRicordo come qualche anno fa leggevo nei tanti libri acquistati il concetto di “bene rifugio”, asset o bene fisico che tende ad apprezzarsi durante particolari contesti avversi al mondo finanziario ricollegati spesso a periodi di forte instabilità dei prezzi. I più citati erano sicuramente l’oro, lo Yen giapponese, il Franco svizzero, il Bund tedesco e il decennale americano.
Grazie alla ricerca e all’utilizzo dell’analisi intermarket ho scoperto la nascita di altri beni rifugio nel 2022, che si sono apprezzati durante il bear market: un esempio su tutti può essere l’azienda americana Northrop Grumman (sicuramente aiutata dal contesto geopolitico ancora in attivo):
Essa si trova al momento ai suoi massimi storici e non accenna ad arrestarsi; a titolo di esempio, condivido la sua forza rispetto al suo benchmark di riferimento, l’S&P500:
L’azienda inizia a sovraperformare il benchmark in concomitanza con l’inizio del bear market; da qui il suo ruolo di bene rifugio.
Tutto questo per quanto riguarda l’America; se ci affacciassimo al Giappone, potreste rimanere stupiti; esistono infatti due aziende che stanno mostrando una forza alquanto impressionante; queste sono Seiko e Citizen, due prestigiosi produttori di orologi da polso.
SEIKO E CITIZEN
La Seiko Holding Corporation (quotata alla borsa di Tokyo) è un’azienda che basa il proprio business su:
• Produzione e commercializzazione di orologi da polso, da tasca e da parete
• Dispositivi elettronici
• Semiconduttori
• Gioielli
• Progetti ottici
Come industria orologiera si presenta come il maggior produttore giapponese, prima di Citizen e Casio.
Appartengono a Seiko altri marchi come Grand Seiko, Credor, Pulsar, Lorus, Alba, Orient Watches ed Epson.
Da inizi 2022 ad oggi le performance sono di rilievo:
• +41.45%
Citizen è il secondo produttore giapponese di orologi da polso, anch’essa con sede principale a Tokyo.
Oltre gli orologi, è anche un produttore di apparecchiature elettroniche, macchinari industriali e gioielli.
L’azienda, come Seiko, possiede altri marchi come:
• Alpina
• Bulova Watch Company
• Campanola
• La Joux-Perret
• Arnold & Son
• Miyota Movement
• SmileSolar
Anche Citizen segna delle grandi performance dagli inizi dell’anno:
• Guadagna 24.30 punti percentuali
COME LO YEN E LE ESPORTAZIONI GIAPPONESI HANNO RESO IN QUESTO PERIODO LE DUE AZIENDE DEI BENI RIFUGIO
Il tipo di analisi che prediligo per avere una visione chiara e oggettiva dei motivi per i quali le aziende, i tassi di cambio, le materie prime e le obbligazioni si muovono in un determinato modo è quella intermarket, attraverso innumerevoli correlazioni; a tal proposito vi mostrerò ora quella che esiste tra le due aziende e la loro valuta di riferimento, lo Yen giapponese:
Citizen e Yen sono legati da una correlazione inversa nata nella crisi del 2008 e mantenutasi da allora intatta. Possiamo osservare come i ribassi registrati dall’azienda siano stati accompagnati da un rafforzamento dello Yen (all’interno dei rettangoli di color rosso), mentre un suo indebolimento (all’interno dei rettangoli di color verde) abbiamo rafforzato la stessa. Il coefficiente di correlazione conferma quello osservato a livello grafico.
Non cambia la situazione se si considera Seiko:
Le osservazioni fatte precedentemente valgono allo stesso modo dal momento in cui i coefficienti di correlazione rapportati allo Yen si mantengono piuttosto simili.
Per quale motivo esiste questo tipo di correlazione?
LA FORZA E LA DEBOLEZZA DELLO YEN IMPATTANO SULLE ESPORTAZIONI GIAPPONESI
La forza e la debolezza di una valuta vanno ad impattare sulle esportazioni della nazione di riferimento, in questo caso il Giappone. Se lo Yen si indebolisce è più facile per le aziende giapponesi esportare i loro prodotti per il fatto che è come se “costassero meno” per gli importatori di altre nazioni (ad esempio Europa e Stati Uniti). Per capire questo concetto, ricorro ad un esempio molto semplice.
Immaginiamo che Seiko e Citizen vogliano esportare 2 orologi al prezzo di 50K ¥; oggi, 50K ¥ valgono 342€ e 342$ circa: questo significa che i tassi USDJPY e EURJPY quotino a 145 circa (1€ e 1$ valgono circa 145 ¥).
Ipotizziamo due scenari:
• Lo Yen si rafforza e i tassi di cambio USDJPY e EURJPY arrivino a quotare 100
• Lo Yen si indebolisca e gli stessi tassi di cambio arrivino ad una quotazione di 200
Cosa accadrà agli europei ed agli americani che volessero acquistare i due orologi?
• Nel primo caso andrebbero a pagare di più rispetto a prima, non a 342€/$ bensì 500
• Nel secondo caso pagherebbero meno, 250€/$ circa
A parer vostro, quando gli americani e gli europei avranno più incentivi ad acquistare orologi di Seiko e Citizen? Nel caso 2, perché “acquisterebbero” i due orologi a prezzi più bassi.
Aggiungiamo ora ai due grafici precedenti riguardanti lo Yen e le due aziende anche le esportazioni giapponesi, con una linea di color rosso:
Cosa si può osservare?
• Le esportazioni hanno una correlazione diretta con le aziende e inversa con la valuta.
Questo conferma l’ipotesi precedente.
È dunque molto importante osservare questo tipo di correlazione, che ci suggerisce che:
• Le esportazioni diminuiscono con conseguente indebolimento delle due aziende a causa di un apprezzamento dello Yen
• Le esportazioni aumentano con conseguente rafforzamento delle due aziende a causa di un deprezzamento della stessa valuta
COME LA SITUAZIONE POTREBBE CAPOVOLGERSI PER CITIZEN E SEIKO?
È chiaro le due aziende siano strettamente legate al valore della loro valuta di riferimento, che le ha rese a tutti gli effetti due beni rifugio all’interno di un’autentica tempesta. Come è vera quest’ultima affermazione e per le correlazioni osservate, potrebbe essere vero il contrario: cosa accadrà qualora lo Yen iniziasse a rafforzarsi?
I motivi per i quali esso ha subito delle pesanti perdite sono da ricollegare alla politica monetaria espansiva della Bank of Japan che, rispetto al resto dei Paesi sviluppati, continua a mantenere i tassi interesse ancorati al di sotto dello 0%:
Essendo l’indice dello Yen calcolato contro un paniere di altre valute, è piuttosto normale il suo indebolimento, infatti:
• Il rialzo dei tassi di interesse impatta positivamente sul valore di una valuta, attirando capitali esteri sulla stessa; quando si creano divergenze di politica monetaria tra nazioni come osservato nella grafica precedente, un tasso di cambio penderà a favore della valuta che offre un rendimento più alto.
Andiamo ad osservare i più conosciuti cambi valutari con lo Yen come fattor comune:
La valuta si ritrova a perdere contro le altre maggiori valute mondiali, che offrono interessi più alti.
Tornando a monte del discorso, quando lo Yen potrà rinforzarsi? Un suggerimento può arrivare da questa particolare correlazione positiva tra la valuta e il future Federal Fund scadenza febbraio 2023 che va a prezzare quello che il mercato sconta in termini di tassi di interesse alla stessa data:
• Quanto più il Federal Fund Future scadenza febbraio ’23 segna nuovi minimi, tanto più il mercato, a quella scadenza, sconta una FED più aggressiva
È da Q4 del 2021 che lo stesso future è ribassista ed è sempre dalla stessa data che è correlato fortemente allo Yen giapponese. Se dovessero mantenersi queste correlazioni, si potrebbe pensare che lo Yen potrebbe iniziare a rafforzarsi quando gli investitori inizieranno a scontare una FED meno aggressiva come sta accadendo, tra le altre cose, nelle ultime settimane.
La correlazione positiva osservata è spiegabile dal fatto che all’interno del paniere dello Yen una grande percentuale sia rappresentata dal dollaro USA e perché gli stessi Stati Uniti d’America rappresentino il secondo partner commerciale dello stesso Giappone, dopo la Cina.
Una FED meno aggressiva potrebbe dunque impattare positivamente sullo Yen, rafforzandolo; a sua volta, per le correlazioni osservate precedentemente, la valuta impatterebbe negativamente sulle esportazioni giapponesi e sulle due aziende Seiko e Citizen.
Da considerare un ulteriore aspetto: si vocifera di come il mondo sia in procinto di entrare in una recessione: se così fosse e se lo Yen riacquistasse il suo ruolo di bene rifugio, apprezzandosi, questo potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo per le industrie protagoniste di questa analisi.
LE OPPORTUNITÀ IN GIAPPONE SE SI SFRUTTANO LE CORRELAZIONI
Il mio modo di fare analisi e divulgazione impatta in maniera decisa sul modo che ho di spaziare sui mercati finanziari; conoscere questo tipo di informazioni mi permette di cercare delle opportunità e successivamente cogliere la palla al balzo.
Metaforicamente parlando, chi potrebbe passarmi quella palla al balzo? Magari Powell alla prossima riunione della Federal Reserve del 2 novembre in cui verrà stabilito il nuovo tasso di interesse.
Immaginiamo che lo stesso rilasci dichiarazioni “accomodanti”; a quel punto cosa potrebbe accadere per le correlazioni osservate?
• I future sui Federal Funds registrerebbero dei rialzi accompagnati dallo Yen, correlato inversamente alle due aziende analizzate
Che si possano prospettare delle buone opportunità short su Citizen e Seiko?
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
Fed
La FED fermerà il Mercato?Stiamo assistendo in questi giorni ad una forte ripresa del Mercato azionario americano. L'ennesima scommessa da parte degli investitori!
Questa volta, a scommettere sono i Buyers che puntano ad un possibile FED Pivot. Sono bastate a tal proposito alcune indiscrezioni su un possibile ammorbidimento delle politiche monetarie della FED a dare il turbo all'S&P500, che forte dei successi medi degli Earnings, ha registrato nelle ultime 11 sedute un ottimo +11,7%.
Ora in molti si domandano se la FED fermerà questa crescita o se continuerà ad alimentarla. Nessuno può saperlo.
Noi trader e investitori dovremo attendere le dichiarazioni che verranno fatte al prossimo FOMC dell'1 e 2 Novembre, per avere le idee più chiare.
Ma proviamo a fare alcune considerazioni in merito:
Cosa accadrebbe se la FED dichiarasse di voler alleggerire la pressione sui tassi a causa di un rischio concreto di prossima recessione?
In questo caso il mercato potrebbe continuare a crescere, questa volta con meno forza - secondo la logica del "buy the rumors and sell the news" e potrebbe avviarsi al livello superiore della pitchfork evidenziata in figura (4100 punti). Dubitiamo che il prezzo possa rompere al rialzo questo livello, poiché di confluenza multipla (linea pitchfork-media mobile a 200 periodi tu FT giornaliero - livello statico di zone di distribuzione, ecc).
Ma è davvero così? La FED ha intenzione di ammorbidirsi? Ricordiamo che l'obiettivo attuale della FED è la stabilizzazione dei prezzi e la riduzione dell'inflazione. Lo stesso obiettivo del partito democratico che il prossimo 8 Novembre dovrà fare i conti con le MID-TERM Americane.
Yahoo Finance in un articolo del 27 Ottobre dichiara: "Biden sa che l'inflazione è una minaccia per la sua presidenza. Ha rilasciato petrolio dalla riserva strategica per abbassare i prezzi della benzina e ha perseguito altre misure per abbassare i costi dei farmaci e dell'assistenza sanitaria . In occasione di eventi elettorali, Biden dice agli elettori che altre leggi che ha firmato di recente contribuiranno a ridurre i prezzi nel 2023 e oltre."
A fronte di queste dichiarazioni, Biden vorrà realmente che la FED in questo momento si mostri accomodante?
A voi i commenti..
Analizziamo a questo punto il grafico per individuare le prossime zone di attenzione:
Il trend di breve termine è rialzista. La rottura con forza della media a 50 periodi, su TF giornaliero, è l'evidenza di una volontà nel breve a proseguire la corsa al rialzo. Resta però un trend di breve e nessuno sa quando potrà invertire. Abbiamo individuato una zona di attenzione all'interno dei livelli 0,5 e 0,618 del ritracciamento del precedente impulso ribassista, dove a 0,618 corrisponde il livello psicologico dei 4000 punti (molto interessante). Una eventuale prosecuzione del trend al rialzo vedrebbe il livello dei 4100 punti come zona primaria di attenzione.
Qui vi è, come scritto in precedenza, la confluenza di molteplici fattori. Difficile dire il prezzo potrà rompere questo livello e se lo farà bisognerà stare molto attenti a possibili trappole. Entrare long ora è senza dubbio un rischio. Se interessati, settate bene le vostre strategie dal momento in cui i possibili target sono a massimo +2,7 e +5,4%.
Il trend di medio termie è ribassista. Le attuali condizioni economico/politiche non possono permettere (ad oggi) che il prezzo rompa al rialzo il livello dinamico superiore che traccia il trend di questo canale ribassista (vedi pitchfork). Non può perché l'euforia che si verrebbe a creare minerebbe l'attuale lotta all'inflazione. Anche in questo caso il livello dei 4100 rappresenterebbe lo spartiacque. In caso di prosecuzione del trend ribassista, i livelli di attenzione sono: 3750, 3650, 3500, 3400 con target a 3200 (il livello che tutti i trader vorrebbero raggiungere per importanti posizionamenti long).
Qual'è il tuo punto di vista in merito?
Facci sapere cosa ne pensi.
Buon week-end!
Silvio
BTC in attesa del CPIL'ultimo rilascio del CPI è stato peggiore delle aspettative, innescando una forte pressione di vendita il giorno 13 settembre portandoci ai livelli di oggi in area 19.000$ / 20.000$.
Il prossimo appuntamento con il CPI è questo giovedì ed è previsto un valore atteso di 8,1%. Un valore minore del precedente (8,3%).
Come già spiegato nelle precedenti idee, se le aspettative non vengono rispettate ci sarà molta volatilità sui mercati.
Un ulteriore aumento dell'inflazione potrebbe portare ad un forte pump andando a rompere il supporto in area 18/19.000$.
Intanto, venerdì, sono usciti i dati sull'occupazione Americana e sono stati migliori del previsto.
Il mercato però ha reagito negativamente. Il motivo è dovuto al fatto che, avendo un tasso di occupazione più alto, la FED ha più margine di manovra sui tassi d'interesse.
LA MIA VISIONE SU USDCAD E SETTORE ENERGY: ANALISI INTERMARKETBuongiorno a tutti.
Il 23 settembre 2022 pubblicavo un’analisi dal titolo “EURUSD: il grafico guida da seguire per chi vuole speculare sul cambio valutario”, ai link:
•
Nella stessa andavo a creare uno spread, “ZQZ2022-IZ2022”. Esso aveva diverse funzioni:
• Utile per trovare dei punti di entrata ed uscita a mercato sul cambio EURUSD (all’interno dell’analisi spiego come)
• Utile per confermare la tendenza della stessa copia forex
• Utile per ricercare delle divergenze che successivamente si sarebbero potute ripercuotere su EURUSD
Nell’analisi di oggi proporrò numerosi grafici utili per chi vuole investire:
• Sul tasso di cambio USDCAD (Dollaro Americano/Dollaro Canadese)
• Sul settore energetico statunitense (ETF XLE)
Illustrerò i seguenti concetti:
• La correlazione tra dollaro canadese e petrolio
• Perché il dollaro canadese è considerata una valuta risk on?
• Analisi del ciclo economico nel quale ci ritroviamo
• La correlazione tra dollaro statunitense e aggressività della Federal Reserve
• Il dollaro USA come bene rifugio
• La mia visione di breve periodo sul cambio USDCAD
• Le correlazioni del settore energetico
• La mia visione di breve periodo sul settore energetico
Buona lettura.
LA CORRELAZIONE TRA DOLLARO CANADESE E PETROLIO
Una delle correlazioni intermarket più chiacchierate nell’incrocio tra mondo valutario e quello delle materie prime è senz’altro quella tra dollaro canadese (ticker 6C1!) e petrolio (ticker CL1!):
Il grafico settimanale mostra come la valuta e la materia prima siano legati da una correlazione positiva (all’apprezzarsi di uno, si rafforza l’altro), specialmente dal 2004 ai giorni nostri.
Il motivo è presto spiegato grazie alle informazioni datate 2021 reperibili nel sito ufficiale della Energy Information Administration (EIA,https://www.eia.gov/international/analysis/country/CAN), la principale agenzia del sistema statistico federale degli Stati Uniti responsabile della racconta, analisi e diffusione delle informazioni sull’energia (carbone, petrolio, natural gas, energie elettriche, rinnovabili e nucleari):
• Il Canada è un esportatore netto della maggior parte delle materie prime energetiche. Il Paese risulta il quarto produttore mondiale di petrolio. La grafica sottostante mostra come i livelli di produzione della stessa materia prima energetica siano aumentati negli ultimi anni
• Il 97% delle esportazioni di petrolio greggio del Canada sono state inviate negli Stati Uniti, il 2% in Europa, 0.2% nell’America centrale e del sud mentre il restante 0.2% in altri paesi
• Si stima che il 10% del PIL canadese sia dipendente proprio dall’esportazione del crude oil. Da questo dovrebbe convenire il fatto che lo stesso prodotto interno lordo sia correlato ai prezzi del petrolio; questo è visualizzabile a livello grafico? Vediamolo insieme, servendoci del future sul petrolio CL1! E CAGDP (Canada gross domestic product) messi a disposizione da Tradingview:
La correlazione diretta tra i due è lampante:
• Dal 2000 al 2008 il prezzo del petrolio aumentò da 26$ circa a 146$, con il contemporaneo aumento del PIL canadese da 674B a 1.52T
• Dal 2008 al 2009, complice la recessione indotta dai mutui sub-prime, il petrolio crollò perdendo oltre il 70% del suo valore; il CAGDP arrivò a valori di 1.38T
• La successiva ripresa economica (2009-2014) fece rialzare il crude oil che oscillò a valori superiori degli 80$, con aumento del PIL canadese a 1.84T
• Dal 2014 al 2016 la successiva caduta dell’oro nero accompagnò il ribasso del pil canadese che arrivò a valori di 1.51T
• La stessa situazione si ripete negli archi 2016-2019, recessione 2020 e successiva ripresa economica 2020-2021
È doveroso sottolineare come il prezzo della materia prima energetica sia un “leading indicator” per il GDP canadese. Per chi non lo sapesse, un leading indicator non è altro che un indicatore anticipatore in grado di “predire” l’evolversi di un particolare contesto economico (in questo caso, il CAGDP).
PERCHE’ IL DOLLARO CANADESE È CONSIDERATA UNA VALUTA RISK ON?
All’interno delle mie analisi faccio spesso dei riferimenti a due climi di mercato opposti tra loro:
• Il risk on, caratterizzato dall’appetito al rischio
• Il risk off, caratterizzato da una bassa (o nulla) propensione allo stesso
L’influenza di questi due particolari scenari non impatta solamente sui mercati azionari e obbligazionari, bensì anche sul mondo del forex. Il dollaro canadese, nella fattispecie, è considerato “risk on”, ossia tende ad essere acquistato e ad apprezzarsi quando gli investitori sono propensi a “rischiare”. Il motivo è spiegato dalle correlazioni che ora vi mostrerò.
• CORRELAZIONE TRA DOLLARO CANADESE E VIX
Uno degli strumenti prìncipi utilizzati per misurare l’umore sui mercati è senz’altro il VIX, l’indice di volatilità dell’S&P500, conosciuto come l’indice di “paura”; il motivo? I ribassi del benchmark azionario sono accompagnati da un contemporaneo apprezzamento del VIX stesso.
Correlando (a livello settimanale) l’indice con la currency è possibile osservare una correlazione inversa specialmente marcata dal 2008 al 2016 e dal 2018 ad oggi.
Da questo ne conviene che il dollaro canadese si apprezza in quei momenti nei quali la volatilità sull’S&P500 (e quindi la paura) tende a scendere, motivo per il quale può essere etichettata come “valuta risk on”.
• CORRELAZIONE TRA PETROLIO E INDICE DI RISCHIO XLY/XLP
Un altro motivo per il quale il CAD è considerata una valuta ad alto rischio è legato alla sua correlazione con il petrolio, osservata precedentemente. È vera l’affermazione secondo la quale anche la materia prima energetica ha carattere risk on? Dalla grafica in alto sembrerebbe di sì vista la sua correlazione positiva con l’indice di rischio XLY/XLP. Il motivo per il quale esiste quest’ultima correlazione è da ricercare nei cicli economici:
La seconda metà della fase 2, la 3, la 4 e la prima metà della fase 5 del ciclo economico sono da considerarsi risk on; all’interno delle stesse i settori ciclici, che beneficiano di uno slancio economico positivo, vanno a sovraperformare le aziende del settore dei beni di prima necessità, o difensivi. Da ciò cosa ne conviene?
• Nelle fasi “2.5”,3 ,4 e nella prima metà della 5 l’indice di rischio XLY/XLP tende ad avere carattere rialzista
All’interno dello stesso contesto economico il petrolio tende ad avere lo stesso tipo di carattere. Il motivo? Uno slancio economico positivo si traduce in un aumento di domanda da parte di imprese e consumatori e, basandosi il crude oil sulla legge della domanda e dell’offerta:
• Quanto più alta è la domanda, tanto più il prezzo del petrolio tenderà a mostrare carattere rialzista
Vista la correlazione tra il dollaro canadese e petrolio e tra petrolio e indice di rischio XLY/XLP, ne conviene che anche il CAD dimostrerà forza negli stessi contesti economici della materia prima e dell'indice di rischio, ossia in tutti quei momenti risk on del ciclo economico; spero di aver chiarito il concetto!
I MOTIVI PER IL QUALI IL DOLLARO CANADESE È RIBASSISTA
Qual è il motivo per il quale il CAD è ribassista? È senz’altro l’ambiente risk off che attanaglia i mercati e che si ripercuote in maniera diretta sul petrolio. Esso, a sua volta, ha intrapreso un trend ribassista da giugno 2022, scontando una minor domanda a causa di possibili recessioni che andrebbero a colpire varie parti del mondo. C’è un motivo ulteriore, come ho spiegato nel paragrafo precedente: la fase del ciclo economico! Infatti:
Ci ritroviamo ora all’interno della fase 6 del ciclo economico all’interno della quale le tre principali asset classes registrano cattive performance. Questo è confermato dal grafico successivo:
Azioni, obbligazioni e materie prime sono ribassiste!
LA CORRELAZIONE TRA DOLLARO STATUNITENSE E AGGRESSIVITA’ DELLA FED
Nella precedente analisi riguardante EURUSD spiegavo come il dollaro fosse strettamente dipendente dalla politica monetaria della Federal Reserve, con particolare riferimento alla sua aggressività. Questo è mostrato da due correlazioni:
• CORRELAZIONE TRA DOLLARO E FUTURE FEDERAL FUND SCADENZA DICEMBRE 2022
La correlazione inversa tra il dollaro americano e il future federal fund scadenza dicembre 2022 mostra come la stessa valuta sia dipendente dalle scelte di politica monetaria della Federal Reserve; infatti, quanto più il future segnava (a partire da marzo-maggio 2021) nuovi minimi, tanto più il dollaro si rafforzava.
• CORRELAZIONE TRA DOLLARO E RENDIMENTO DEL TITOLO DI STATO USA A 2 ANNI
La correlazione diretta tra la valuta e il rendimento del titolo di stato a 2 anni conferma ciò che ho espresso precedentemente. Il motivo? Il rendimento del titolo di stato a 2 anni è influenzato dalle decisioni di politica monetaria della FED; più nel particolare, alla sua aggressività è associato un rialzo del rendimento e viceversa, ad un suo atteggiamento più passivo, un rendimento in calo; dunque, il rialzo del dollaro in concomitanza al rialzo del rendimento indica come la valuta sia fortemente influenzata dalla Federal Reserve.
Se qualcuno avesse dubbi sul fatto che “US02Y” sia influenzato da Jerome Powell e dalla sua “organizzazione”, osservi la seguente grafica:
Fatte tutte le dovute considerazioni, qual è il catalizzatore che al momento sta influenzando il dollaro americano? Sicuramente la Federal Reserve! Ma anche…il VIX!
IL DOLLARO USA COME BENE RIFUGIO
Non è più una novità il fatto che il dollaro sia diventato, negli ultimi mesi, il miglior bene rifugio in circolazione. Questo è dimostrato dalla sua correlazione diretta con il VIX:
• Quanto più aumentano le incertezze e le paure da parte degli investitori, tanto più sale il VIX e, vista la correlazione positiva, tanto più si rafforza il dollaro, comportandosi dunque da bene rifugio.
CONCLUSIONI SU USDCAD: LA MIA VISIONE DI BREVE PERIODO
Ci tengo a specificare che, per breve periodo, intendo da qualche settimana a pochi mesi.
Osservato il fatto che il dollaro canadese:
• È correlato positivamente al petrolio e quest’ultimo è ribassista
• È correlato inversamente al VIX ed esso si mantiene dal 2022 al di sopra dei 20 punti (spartiacque tra l’alta e la bassa volatilità)
• È correlato positivamente all’indice di rischio XLY/XLP ed esso è ribassista:
• Non dovrebbe statisticamente restituire buone prestazioni visto il ciclo economico che stiamo attraversando
Osservato il fatto che il dollaro americano:
• È dipendente dalla politica monetaria della Federal Reserve e quest’ultima si sta dimostrando di mese in mese aggressiva
• Ha una correlazione positiva con il VIX
• Si sta comportando da bene rifugio
• Ha una correlazione inversa con l’indice di rischio XLY/XLP
Sperando di avervi trasmesso tutto ciò di cui ho discusso attraverso l’analisi intermarket, quale potrà mai essere la mia visione sul cambio USDCAD con un arco temporale di qualche settimana/pochi mesi?
• Long USD
• Short CAD
Da questo ne conviene il fatto che se volessi cercare delle opportunità su USDCAD, le cercherei in long e non in short!
LE CORRELAZIONI NEL SETTORE ENERGETICO
Per fornirvi una mia visione sul settore energetico statunitense andrò a sfruttare le correlazioni che ora vi mostrerò:
• LA CORRELAZIONE DIRETTA TRA XLE E PETROLIO
Il grafico settimanale mostra la forte correlazione positiva tra petrolio e settore energetico; cosa si può dedurre da ciò?
• Le aziende che appartengono al settore energetico sono fortemente dipendenti dal prezzo del crude oil
• LA CORRELAZIONE POSITIVA TRA SETTORE ENERGETICO E ASPETTATIVE DI INFLAZIONE A 10 ANNI
Esiste una correlazione positiva tra settore energetico e aspettative di inflazione; in particolare:
• Il settore energy tende ad avere buone performance quando le aspettative di inflazione aumentano
Il motivo è da ricercare all’interno delle fasi del ciclo economico, infatti:
Le aspettative di inflazione si innalzano durante le fasi di slancio economico, identificate dall’aumento di domanda di beni e servizi da parte di aziende e consumatori; nelle stesse fasi il petrolio, per i motivi spiegati nei paragrafi precedenti, tende ad avere delle buone performance.
Per cui:
Esiste una correlazione diretta tra settore energetico e aspettative di inflazione a 10 anni perché queste ultime si muovono in maniera diretta rispetto al petrolio, al quale, come abbiamo visto, il settore energetico è correlato positivamente. Infatti:
CONCLUSIONI SUL SETTORE ENERGETICO: LA MIA VISIONE DI BREVE PERIODO
La mia visione di breve periodo sul settore è short perché:
• Se il petrolio è ribassista e il settore energy è pesantemente correlato ad esso, non potrò avere una visione rialzista su quest’ultimo
• Le aspettative di inflazione a 10 anni sono ribassiste, influenzate in negativo dal pesante rialzo dei tassi di interesse che hanno proprio lo scopo di combattere il consumer price index:
Buon weekend, Matteo Farci
US500 | Tasso d'interesse della FED rimasto neutro.Entrata perfetta su sbilanciamento. Ovviamente solite attività di insider trading che mi hanno fatto intuire la direzionalità del mercato per la notizia. In attesa del TP
Inflazione USA ed andamento mercato dei BondLa prima pubblicazione di questo setup sul grafico dell'andamento dell'inflazione USA e tasso di sconto della FED, risale a Febbraio'22 e l'allego qui di seguito.
In questi 7 mesi, che è successo un po' di tutto: dalla invasione Russa ai danni dell'Ucraina che continua ed è stata tutt'altro che una guerra lampo, alla risalita dei rendimenti obbligazionari, con relativa caduta del valore del bond, all'impennata delle materie prime, conseguenza prima della crescita dell'inflazione.
I dati sull'inflazione rilasciati poco fa, è risultato ancora in crescita, arrivando ad un tasso annuo di 8,3% rispetto al consenso previsto dal mercato del 8,1%. Va detto in diminuzione rispetto all'andamento annuale di Luglio che viaggiava a 8,5% ma il dato mensile però è aumentato dello +0,1 rispetto al nullo di Luglio. Così come sono aumentati i generi alimentari passando da 5,9% a 6,3%.
Guardando il grafico aggiornato ad oggi , possiamo notare che comunque l'inflazione sta ancora viaggiando a contatto con la diagonal trend centenaria, che sta facendo da resistenza. Se pur rotta il mese scorso, non abbiamo avuto questo mese un accelerazione oltre il livello precedente.
Sembrerà di poca consolazione, ma al momento va interpretato come di buon auspicio per il contenimento dei prezzi.
Nella parte bassa dei grafici abbiamo il tesso interesse Fed ed andamento rendimenti che sono ovviamente in ascesa.
Attenzione che il rendimento dei Bond ha ancora ampio spazio di crescita.
NON SOLO JACKSON HOLEIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 26.08.2022
Prosegue il simposio a Jackson hole e salgono le aspettative per le dichiarazioni di Powell. Ieri la prima a parlare è stato il capo della FED di Kansas City, che ha posto sul tavolo i suoi dubbi sul possibile rientro dell’inflazione. Difficile credere che l’inflazione sia già al giro di boa, e la necessità di una FED aggressiva ancora per le prossime riunioni di settembre e dicembre sembrano prendere sempre più corpo all’interno del board.
In attesa che si concluda il simposio e si abbiamo notizie più chiare, ieri sono state pubblicate le minute della BCE, che hanno messo in luce la forte crisi energetica che sta vivendo il blocco europea, e le conseguenti ricadute sul contenimento dell’inflazione. La proiezione per il prossimo futuro è purtroppo ancora pessimista per la corsa dei prezzi, e si fa fatica a vederne la fine.
Ancora dati nella giornata di ieri per il mercato del lavoro Usa, che mostra i muscoli, e mette in evidenza un buon calo delle richieste di disoccupazione settimanali,che si portano a circa 243 mila unità, rispetto alle precedenti 245000 e alle 395 000 di un anno fa.
Spazio dunque a possibili manovre da falco della FED, mentre resta debole la congiuntura macroeconomica europea, dove si lotta aspramente per il contenimento dei prezzi del gas e più in generale dell’energià che sta toccando livelli record.
Diversi paesi del blocco EU stanno implementando politiche di sostegno economico al caro energia, con piani di aiuti, che ovviamente non possono far altro che rallentare il processo di contenimento dell’inflazione.
-FOREX
Il mercato valutario, nostro termometro prediletto per interpretare il sentiment degli operatori, resta in un sostanziale dollaro centrismo, alternando giornate di dollaro forte a respiri più o meno profondi, ma che lasciano i prezzi all’interno di chiari trading range.
Dollar index resta dunque compreso tra i supporti di 108 figura e le resistenze di 109 .40 , area di massimo di periodo, che ha già svolto ottime funzioni di freno alla corsa del biglietto verde.
Ancora sotto la parità eurusd, con la moneta unica che non trova spunti per risorgere dai suoi minimi. Anche le fasi di debolezza del dollaro usa, sembrano non essere sufficienti a generare delle spinte rialziste di eurusd che resta ancorato ai minimi di 0.9950-60
Anche la sterlina resta profondamente negativa, ed i tentativi di recupero messi a segno ieri, sembrano già essere stati riassorbiti, in virtù di un quadro macroeconomico di medio -lungo periodo decisamente devastante. Ancora gbpusd resta ancorato nel suo trading range compreso tra 1.1760- e 1.1860
Prosegue dunque il movimento di up and downd di usdcd, che rimane chiaramente compreso in un canale lateral ribbasista, di cui ora ne sta testando la parte superiore a 1.2960
Tutti i giorchi sono da fare, le attese salgono per le parole di Powell e la possibilità che la FED mostri ancora i muscoli contro l’inflazione, dando ancora forza al biglietto verde.
-EQUITY
Giorni di positività per il comparto equity, che tenta allunghi rialzisti, particolar modo per l’equity americana, con l’S&P che attacca i massimi di 4200 pnt, senza tuttavia riuscire ad attraversare le resistenze già evidenziate nelle nostre live mattutine.
Le aree di supporto sono tuttavia lontane dai prezzi attuali, identificabili per il breve periodo a 4160 pnt prima e 4139 poi.
Anche il comparto tech ha dato respiro ai rialzisti, andando a testare le aree di attenzione da noi già richiamate a 13160 da qui la possibilità di ripiegare sui supporti chiave a 13000pnt prima e 12930 poi è tutta legata alle parole di Powell di oggi pomeriggio ed ai dati sul PCE
Più pesante il dax, che dopo un doppio test delle resistenze a 13355 sembra ora puntare ai minimi di periodo a 13100pnt, previo affondo del poc che caratterizza i minimi posto a 13200 pnt
-COMMODITIES
Anche il mondo dei metalli segue le sorti del dollaro americano, con continui upand down, oggi sulla scia rialzista del dollaro americano, il gold attacca nuovamante i supporti , ripiegando a 1750$ area oltre la quale si aprirebbero allunghi ribassisti verso i minimi di 1740 prima e 1730 poi.
Ancora fortissimo il Ngas, che vive una fase di fortissima speculazione, dovuta alla momentanea chiusura del Nord stream 1 per manutenzione, il che accentua le preoccupazioni di una mancata riapertura e di una scarsità di energia per l’Europa. La scarsa capacità di fare scorte, dato gli approviggionamenti fermi da aprte della Russia, pone l’Europa in una condizione di profonda debolezza economica, con il fantasma della recessione pronto a subentrare!
Al momento il Ngas, quotato in dollari , segna 9.50$ non lontani dai massimi visti ai 10$, tuttavia la chiara fase speculativa, potrebbe essere un’occasione per coloro i quali credono in una risoluzione rapida dello scarso stoccaggio di gas naturale in previsione dell’inverno.
Le aree di maggiore interesse restano ancorate ai 9.30$, picco volumentrico degli ultimi 10 giorni, che se superato, potrebbe aprire scenari ribassisti importanti fino ai supporti di 9$ prima e 7.80$ poi.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Oggi attesa per i due market mover chiave, ovvero pce usa, per una nuova valutazione dell’inflazione americana che guarda stavolta alla spesa diretta dei consumatori per beni personali ed infine alle dichiarazioni di Powell a Jackson Hole, che speriamo diano chiarezza al percoreso della FED da qui all’appuntamento di settembre.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
BTC in attesa di PowellNelle scorse settimane ci siamo lasciati con BTC che stava pian piano formando un piccolo trend rialzista di breve / brevissimo termine.
Attualmente, con la candela bearish del 19 di Agosto è stato invalidato il precedente minimo relativo andando a formare un lower low.
Quest'ultimo si è andato a fermare a ridosso del supporto weekly in area 21000$ che su dimostra nuovamente forte essendo stato già precedentemente testato.
Tuttavia la i volumi sono molto bassi, non c'è tanta volatilità sui mercati.
Venerdì, a seguito del incontro con Powell a Jackson Hole potremmo vedere molta volatilità ed una direzionalità più marcata.
Alla prossima analisi!
USD/JPY, politiche monetarie opposteLa situazione macro economica sta indubbiamente aiutando il dollaro contro qualsiasi altra valuta, in particolare lo yen data la politica espansionistica che stanno adottando le banche...
Il trend infatti è fortemente rialzista
Quindi si potrebbe valutare un long aspettando un probabile ritracciamento verso i 135.5 , dove andrebbe a chiudere l'inefficienza strutturale e il vuoto volumetrico
NB: (il trend è molto forte quindi non è detto che debba per forza ritracciare)
ANALISI INTERMARKET: COSA SPINGE DA GIUGNO L'S&P500 AL RIALZO?Salve a tutti.
Attraverso questa analisi intermarket del venerdì provo a far chiarezza sul catalizzatore che, a parer mio, spinge dal 17 giugno l’S&P500 al rialzo. Gli argomenti dell’analisi saranno:
• Analisi tecnica S&P500
• Come il mercato sconta in Q2 2023 una recessione e un taglio dei tassi di interesse
• Tutte le diverse correlazioni intermarket che confermano la mia visione
Questa è solo la prima di due analisi "intermarket" che completeranno una piccolissima “raccolta”. La seconda sarà pubblicata la prossima settimana.
Buona lettura.
ANALISI TECNICA S&P500
L’indice, dopo aver segnato i massimi storici il 4 gennaio 2022 a 4818$, perde in poco più di 4 mesi il 24.31% del suo valore. Dopo aver raggiunto la struttura a 3650$, il prezzo è ripartito al rialzo il 17 giugno riuscendo a guadagnare le settimane dopo il 14% circa (recuperando quindi quasi la metà delle perdite dei mesi prima).
Applichiamo ora al grafico giornaliero tre medie mobili:
• Una di color blu a 30 periodi (che identifica la tendenza del prezzo dell’ultimo mese)
• Una di color verde a 60 periodi (che identifica la tendenza del prezzo degli ultimi due mesi)
• Una di color rosso a 90 periodi (che identifica la tendenza del prezzo degli ultimi tre mesi)
È possibile notare come esse testimonino la forza del prezzo, per due motivi:
• La media mobile mensile è in procinto di superare al rialzo quella a due mesi: questo significa che abbiamo avuto una tendenza di breve termine (media a 30 periodi) più “rialzista” rispetto a quella di più lungo termine (media a 60 periodi). Il golden cross che si sta verificando, evidenziato dal cerchio di color rosso, indica tale situazione
• Il prezzo nelle ultime settimane è riuscito a rompere al rialzo tutte le tendenze a uno, due e tre mesi
Utilizziamo ora il ritracciamento di Fibonacci:
Applicandolo dal massimo a 4637$ al minimo a 3650$ (considerando dunque l’ultimo impulso ribassista) ne vien fuori che l’area di possibile ritracciamento del prezzo (evidenziata dal rettangolo giallo, tra il livello 0.382 e il 0.618) si trova nell’area compresa tra i 4260$ e i 4020$. Il prezzo si trova ora al suo interno: la stessa agirà da resistenza e il prezzo continuerà il ribasso? Lo vedremo.
Altre aree di attenzione sono:
La struttura tra i 4150$ e i 4200$ e, a prezzi più alti, quella tra i 4500$ e i 4600$. Esse potrebbero funzionare da resistenze e dunque ostacolare il prezzo per un suo futuro possibile rialzo.
Ulteriori figure di analisi tecnica:
1. Un triangolo ascendente (figura rialzista)
Il prezzo riuscirà a rompere la figura fornendo un segnale rialzista?
2. Trendline dinamica ribassista, ottenuta congiungendo tra loro i due massimi “decrescenti” segnalati dai due cerchi di color azzurro
Dopo aver trattato gli aspetti tecnici dell’indice, tratterò ora la parte fondamentale/intermarket. Qual è il catalizzatore che sta spingendo l’indice al rialzo?
IL MERCATO SCONTA UN TAGLIO DEI TASSI DI INTERESSE NEL 2023 A CAUSA DI UNA RECESSIONE
Il catalizzatore che sta spingendo il mercato azionario al rialzo è probabilmente questo:
• Il mercato sta scontando un taglio dei tassi di interesse nel 2023 a causa di una recessione nella stessa data
Come posso affermare ciò? Attraverso i futures sui Fed Funds.
Essi sono degli strumenti utili per visualizzare le aspettative del mercato sul corso futuro della politica monetaria della Federal Reserve, con ticker ZQ; attraverso un semplice calcolo che tra poco mostrerò, non solo ci permettono di visualizzare quanto il mercato prezzi, ad una determinata scadenza, il tasso di interesse applicato dalla banca centrale, bensì anche la possibilità di poter assumere posizioni speculative.
Immaginiamo di voler sapere il valore dei tassi di interesse che il mercato sconta per la riunione del FOMC del 14 dicembre. Selezioniamo all’interno di tradingview il contratto ZQ a scadenza dicembre 2022, con ticker “ZQZ2022”:
Sottraendo a 100 (che rappresenta il tasso di interesse al 0%) il prezzo del contratto (96.685) otteniamo come risultato 3.3 (da leggere come “tasso di interesse al 3.3%”), che rappresenta il valore che prezza il mercato per la riunione di dicembre.
Vediamo ora a marzo 2023; selezioniamo il ticker “ZQH2023”:
Sottraendo a 100 (che rappresenta il tasso di interesse al 0%) il prezzo del contratto (96.585) otteniamo come risultato 3.415 (da leggere come “tasso di interesse al 3.4%”), che rappresenta il valore che prezza il mercato per marzo 2023.
È intuibile capire che quanto più il prezzo di un contratto ad una determinata scadenza è “basso” (ossia tanto più il prezzo si allontana dalla soglia del “100”), tanto più il mercato prezza un tasso di interesse via via più alto. Possiamo quindi affermare che:
• Il mercato sconta un rialzo dei tassi di interesse fin tanto che i prezzi dei contratti si mostrano via via decrescenti man mano che ci si sposta a scadenze lunghe.
Tutto cambia con il contratto di maggio 2023 (ticker ZQK2023):
E’ questa la scadenza in cui il mercato prezza un taglio dei tassi di interesse. Infatti, gli stessi scontati a maggio (3.325%) sono inferiori rispetto a quelli scontati a marzo (3.415%)! Questo taglio degli interest rates è ben visibile attraverso lo spread tra la scadenza maggio ’23-marzo ’23:
Ammesso che i tassi vengono alzati per andare a combattere un eccessivo surriscaldamento dell’economia (che trascina con sé l’aumento dell’inflazione) e che vengono abbassati per andare invece a “stimolarla”, che logica ci sta dietro al taglio degli stessi da maggio 2023? Probabilmente una recessione; infatti, che tipo di mossa attua la banca centrale in quel tipo di scenario economico? Come dimostrato dalla grafica, taglia i tassi di interesse:
Attraverso questi ragionamenti possiamo dunque ipotizzare che:
• Il mercato sconta un taglio dei tassi di interesse in Q2 2023 dovuti ad una probabile recessione in prossimità di quella data
Utilizzo i termini “Q2 2023” e “in prossimità” in quanto i valori delle diverse scadenze dei future sui Fed Fund sono estremamente volatili. È per questo necessario osservarli a cadenza abbastanza frequente.
All’inizio del paragrafo ho scritto come a parer mio il catalizzatore che sta spingendo il mercato azionario al rialzo è probabilmente quello che gli investitori scontano un taglio dei tassi di interesse nel 2023, come ho dimostrato. Ora voglio mostrarvi dei grafici che confermano la mia ipotesi:
• CORRELAZIONE TRA S&P500 E FUTURE FED FUND A SCADENZA MAGGIO 2023
All’interno del rettangolo di color rosso è possibile osservare come il rimbalzo dell'S&P500 sia coinciso con il rimbalzo del future fed fund a scadenza maggio che, ad ora, è quello che identifica la data del "taglio dei tassi" che il mercato sconta. Questo è un caso? Sembra proprio che il mercato azionario sia salito quando gli attori del mercato hanno iniziato a scontare una FED meno aggressiva, no?
• CORRELAZIONE TRA SPREAD TRA FED FUNDS A SCADENZA MAGGIO 2023-MARZO 2023 ED S&P500
Quando lo spread si spingeva via via verso valori positivi (quando il mercato iniziava a prezzare il taglio dei tassi) l'S&P500 si è mosso al rialzo! Possiamo dunque affermare che lo spread abbia impattato sulle preoccupazioni degli investitori?
• CORRELAZIONE TRA SPREAD TRA FED FUNDS A SCADENZA MAGGIO 2023-MARZO 2023 E VIX
Sembrerebbe di sì! La discesa del VIX dai 34 punti è iniziata quando lo spread ha intrapreso il suo impulso rialzista. Com’è da interpretare ciò? Le preoccupazioni degli investitori sono iniziate a calare quando gli stessi hanno iniziato a prezzare una recessione con conseguenti tagli degli interest rates e quindi una FED meno aggressiva!
Altre conferme alla mia ipotesi arrivano dalla correlazione tra lo spread e il petrolio.
• CORRELAZIONE TRA SPREAD TRA FED FUNDS A SCADENZA MAGGIO 2023-MARZO 2023 E PETROLIO
Quando il mercato ha iniziato a scontare un taglio dei tassi e una recessione il petrolio ha iniziato la sua recente discesa. Perché'? In un contesto economico di quel tipo la sua domanda cala e, dal momento in cui il suo valore si basa sulla legge della domanda e dell'offerta, il suo prezzo ha infranto al ribasso la soglia dei 100$ (trovandosi ora intorno ai valori di 90$). Questa, dunque, è un’ulteriore conferma.
Spero l’analisi sia stata interessante, alla prossima analisi e buon trading!
Matteo Farci
XAU/USD, semplice ritracciamento?Buongiorno,
Vi lascio una piccola analisi riguardo all'andamento dell'oro di queste settimane.
Oro che dal massimo annuale ha perso oltre il 18%.
Mi collego all'ultima analisi pubblicata diverse settimane fa.
Settimane caratterizzate da un oro molto forte e volatile, la scorsa settimana ha registrato un movimento di oltre 630 pips, da 1711 circa a 1768.
Mercati che hanno agevolato di un dollaro più debole dopo le dichiarazioni della FED.
La FED ha annunciato di abbandonare la forward guidance, linea guida che avrebbe portato la banca centrale ad essere più aggressiva con i rialzi dei tassi d'interesse, questo ha portato una liquidazione delle posizioni sull'indice Americano.
Questa settimana verranno rilasciati i dati del Non Farm Payroll, attenzione alle volatilità che si potrebbero generare.
Continua la correlazione inversa con il dollaro americano da Aprile 2022, grafico da utilizzare come possibile confluenza per analizzare i movimenti di questo trimestre del Gold .
Un altro grafico che dobbiamo monitorare per l'andamento di XAU è quello del DJP , bloomberg commodity index.
Questo grafico l'ho commentato diverse volte nelle live sui diversi social.
In 4 settimane il DJP ha registrato perdite oltre il 15%, ma nell'ultimo periodo abbiamo visto una fase di ritracciamento importante che ha risollevato anche l'oro.
Correlazione diretta da febbraio 2022, anche se in realtà seguiamo correlazioni che hanno un ritorno superiore allo 0,50, ovvero correlazioni molto forti.
Infatti possiamo notare che quando la correlazione si trova sopra 0,50 (linea rossa) il movimento dei due asset è pressochè simile.
Altro grafico da monitorare è quello dell'inflazione a 5 e 10 anni.
Correlazioni molto interessanti con i tassi di pareggio.
Il tasso di inflazione di pareggio rappresenta una misura dell'inflazione attesa derivata dai titoli a scadenza costante del Tesoro a 5 anni e 10.
L'ultimo valore implica ciò che i partecipanti al mercato si aspettano che l'inflazione sia nei prossimi 5-10 anni, in media.
Segnale anticipatorio rispetto all'andamento dell'oro, vediamo come i due grafici mostravano già evidence rialziste mentre l'oro segnava ulteriori minimi a ribasso.
Infine l'ultimo grafico che condivido in questa piccola analisi è il posizionamento dei money manager all'interno del COT REPORT.
Da diverse settimane i money manager stanno puntando a ribasso, ma abbiamo notato una divergenza con la price action.
All'interno dell'analisi del COT abbiamo visto una rottura a ribasso di un livello importante, mentre nell'oro non vi è stata nessuna rottura.
Cosa farà il GOLD nelle prossime settimane?
La recessione tecnica sembrerebbe raggiunta in America dopo le due letture consecutive negative del Prodotto interno Lordo, nonostante questo il mercato del lavoro sta segnalando ancora una certa forza.
Attenzione a tenere in considerazione che i dati del lavoro sono in ritardo con le condizioni economiche attuali.
Concludo analizzando la situazione del Natural gas Europeo, da seguire attentamente il futures TTF1 che dopo le ultime notizie riguardo la diminuzione del flusso di gas da parte della Russia ha registrato quotazioni ai massimi annuali.
L'Europa avrà problemi di approvvigionamento questo inverno?
DXY a 95 entro giugnoL'idea si basa su diversi fattori economici e finanziari. Sembrerebbe su chart mensile che il dollaro nei prossimi anni è destinato ai massimi storici, mettendo in grave difficoltà l'economia statunitense e non solo. Il fattore fondamentale che potrebbe portare dxy sulla soglia della media a 200 giorni è il rialzo dei tassi non sostenibile. Difatti per il mese prossimo è previsto un altro rialzo della Fed che metterebbe in grave difficoltà gli Stati debitori. A questo giro potrebbero dare ai debitori ancora un pó di tempo, a discapito dell'inflazione galoppante dei prezzi.
Reazione dei mercati.Il decennale americano, ad una giornata dal comunicato della Fed, malgrado la notizia fosse sostanzialmente già scontata dai mercati, arriva ad un rendimento superiore del 3%. Nel primo grafico troviamo il valore in conto capitale dei bond a 10 anni. Per la prima volta, da diversi anni, notiamo che ha sfondato il livello di supporto in prossimità del valora 94,10 (linea verde). In condizioni di normalità, il supporto ha sempre funto da punto di reazione. Rendimenti simili dei bond non si vedevano almeno dal 2018, situazione nella quale il tasso di riferimento era in prossimità del 2,50.
La previsione è che per arrestare l’inflazione, saranno necessari una serie di rialzi, proprio per riportarsi in prossimità del valore 2,5, con ulteriori possibili effetti sui rendimenti dei bond che, a meno di una clamorosa corsa all’acquisto di debito statale, continueranno ad aumentare. Una ripresa di acquisto di titoli di stato, a questo punto, sarà probabile nel momento in cui le aspettative inflazionistiche saranno in miglioramento.
L’unico elemento che potrà migliorare il sentiment degli operatori in maniera sostanziale, sarà una risoluzione del conflitto, con la normalizzazione degli effetti della crisi energetica.
LA FED E LA RICERCA DEL TASSO DI EQUILIBRIOBUONGIORNO FOREX DEL 05.05.2022
“In medio stat virtus” recitavano i latini e ieri sera Powel sembra aver ricercato in pieno questo giusto equilibrio, dando ai mercati una prospettiva meno aggressiva di quel che si temeva e offrendo una speranza al comparto azionario.
La dura guerra all’inflazione è iniziata, la FED su questo non vacilla, è determinata a riportare la crescita dei prezzi nell’ordine del 2% e per ottenere questo risultato ha tutti gli strumenti necessari, ma come in tutte le guerre dei sacrifici sono necessari, e la chiara espressione di Powell di impotenza nei confronti delle strozzature nell’offerta, fa chiaramente intendere che la loro unica leva sarà colpire la domanda.
Il quadro macro e le intenzioni future di Powell ci sembrano chiare: impossibile gestire l’offerta, bisogna colpire la domanda, quindi i consumatori, con un mercato del lavoro che vede la disoccupazione ai minimi storici, può permettersi l’economia americana di abbattere la domanda di forza lavoro, riducendo cosi i salari e i consumi, abbassando la domanda e riequilibrando i prezzi al consumo.
Ma tutto questo deve essere raggiunto senza cadere nella tanto temuta recessione, il che prevede il raggiungimento graduale di un costo del denaro, previsto per la fine del 2022 intorno al 2.75%, valore che dovrebbe consentire un rallentamento nei prezzi senza strozzare eccessivamente i consumatori, le imprese e la congiuntura macro economica del paese.
Sono ovviamente proiezioni, e la vera difficoltà sarà adeguare le scelte di politica monetaria ai dati che via via l’economia reale mostrerà, motivo per il quale Powell ha rigettato l’idea di un successivo rialzo tassi di 75Bp, ritenuto forse eccessivamente aggressivo, ma scegliendo una strada fatta si di inasprimenti monetari, ma graduali e che diano flessibilità e possibilità di fermarsi alle prime avvisaglie di un eccessivo raffreddamento dell’economia.
Si cerca un atterraggio morbido, puntando ad un tasso di equilibrio che consenta ai prezzi di rientrare e all’economia di non soffocare. Davvero impresa ardua se si considera che solo una volta nella storia degli ultimi 40 anni la FED è riuscita nell’impresa.
Alla luce delle parole di Powell, i mercati equity hanno tirato un respiro di sollievo, recuperando dai minimi di ieri oltre il 3% e portandosi ai test delle aree di resistenza chiave, con l’S&P alle porte dei 4300pnt e il Nasdaq a 13593 pnt.
Anche il dollaro americano ha stornato dalle sue aree di massimo andando dai 103.81 di dollar index ai minimi di 102.40, per poi ritestare l’ex area supportiva dei 103.00.
Si riconferma dunque la classica dinamica del buy on rumors sell on news che accompagna i mercati nelle ultime 3 riunioni della FED e che anche questa volta non si è smentita, ma la domanda da porci è: riuscirà la FED nel suo intento, o sono occasioni queste per migliorare il nostro posizionamento contro il mercato?
In questo serie di dinamiche i nostri colleghi retail hanno colto occasione per ridurre le loro esposizioni contrarian sul dollaro americano, portandosi dall’80% short di ieri al 77% attuale , riequilibrando quindi i posizionamenti su tutti i cambi principali, con eurusd che passa dal 78% long di ieri al 76% di oggi, il cable che dal 84% di ieri si porta ad un 82% long.
Le majors che hanno beneficiato del respiro del biglietto verde sono andate tutte a ritestare i massimi di periodo, senza però trovare ancora la forza di effettuare veri e propri break out in grado di determinare la nascita di movimenti direzionali, lasciando pertanto aperti gli scenari di trading range, e strutture lateral rialziste che proiettano ancora dinamiche pro dollaro future.
Oggi attesa la BOE, chiamata alla decisione sui tassi di interesse, dove le aspettative sono ancora di un’ulteriore rialzo con tassi che andrebbero al +1.00% con un quarto rialzo consecutivo di 25Bp.
La congiuntura macro economica del Regno Unito sembra non pronta a supportare ulteriori spinte di aggressività, essendo già ampiamente provata dalla forte inflazione e dal ristagno dei salari, il che potrebbe portare la BOE a rivalutare la sua posizione. Si rende pertanto necessario attenzionare le dinamiche relative alla sterlina che sarà focus per la giornata odierna.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
Wall Street attesa per la FED e rialzo tassi 04 maggio 2022Wall Street attesa la FED ed il rialzo tassi, 04 maggio 2022.
Wall Street è in trepidante attesa dell'annuncio dei tassi base.
Powell e la Fed riusciranno ad imporre un recupero positivo grazie all'aumento di 0.50 punti base?
Questa la grande incognita per Wall Street, intanto è negativo il dato sull'occupazione non agricola e gli indici di Wall Street hanno virato al ribasso per ritestare i minimi di brevissimo.
Fortunatamente tutti gli indici hanno recuperato terreno positivo ma è presto per dire l'ultima, aspettiamo che la FED "ri-alzi" i tassi…
Piazza Affari sotto tono perde tutto il guadagno della giornata di ieri, preoccupa ancora lo Spread ed il recupero dei tassi decennali è a discapito delle obbligazioni quotate, serve davvero un aiuto delle banche centrali!
Il Ftse Mib si è riportato sopra quota 24.000 punti dopo il rapido crollo accusato in avvio di settimana. Quali le attese nel breve?
Per il Ftse Mib è stato importante il test del supporto di area 23.300, raggiunta nell'intraday lunedì scorso.
Questo supporto sembra avere forza e quindi l'indice può agganciarsi eventualmente alla resistenza dei 24.300 punti.
Da lì in poi il Ftse Mib potrà trovare spazio di recupero fino all'ostacolo dei 24.700 punti prima e di area 25.000 in seguito, con ultima resistenza a 25.300 punti.