STRATEGIA SPREAD TRADING INTERMARKETBuongiorno a tutti.
Ho deciso di mostrarvi come nelle ultime settimane ho operato sui mercati finanziari attraverso la costruzione di un’operazione in spread trading Nvidia-Caesars Entertainment.
Pubblico la strategia in quanto essa è molto attinente a tutti gli argomenti trattati nelle ultime settimane, tra i quali:
• Aspettative degli investitori
• Federal Reserve
• Tassi di interesse e Jackson Hole
Buona lettura.
IL CATALIZZATORE CHE SPINGEVA AL RIALZO IL MERCATO AZIONARIO
Iniziamo a specificare il motivo per il quale il mercato azionario dal 17 giugno iniziava a muoversi al rialzo, invertendo (almeno nel breve periodo) la sua traiettoria ribassista: il mercato iniziava a scontare una Federal Reserve meno aggressiva. Questa mia visione era spiegata grazie al contratto sul future Fed Funds a scadenza dicembre 2022 (ticker ZQZ2022):
Come spesso ho specificato, quanto più il prezzo del contratto di un future Fed Fund ad una determinata scadenza scende, tanto più a quella scadenza il mercato andrà a scontare una Federal Reserve più aggressiva (con conseguente aumento hawkish sui tassi di interesse). Come si può osservare nella grafica, il contratto a scadenza dicembre 2022 arrestava la sua corsa al ribasso il 14 giugno 2022, andando successivamente a lateralizzare: questa era stata la prova che gli attori del mercato iniziavano a scontare una FED più “dovish”.
Come si è comportato l’S&P500 nello stesso periodo? È ripartito al rialzo, correlandosi positivamente con lo stesso contratto preso finora in considerazione!
Anche le obbligazioni high yield (etf HYG) ad alto rischio hanno avuto lo stesso comportamento se correlate al contratto a scadenza dicembre 2022:
Possiamo dunque affermare che l’arrestarsi della corsa al ribasso da parte del contratto scadenza dicembre 2022 abbia impattato in maniera positiva su asset ad alto rischio, come azionario ed obbligazionario high yield. La rinnovata serenità degli investitori era certificata dal VIX, infatti:
Quando il prezzo del contratto iniziava a lateralizzare all’interno del rettangolo colorato di rosso, l’indice di volatilità iniziava a sgonfiarsi, passando dal massimo relativo dei 34 punti ai 19,5. Che significa ciò? Che man mano che gli investitori scontavano una FED meno aggressiva, le paure svanivano di pari passo.
Ho quindi creato un indice di forza che mi fornisse essenzialmente il sentiment degli investitori: sapendo che la positività e il rialzo del mercato azionario derivava dal fatto che essi scontavano una FED meno aggressiva e la paura poteva manifestarsi attraverso l’apprezzamento del VIX, come poteva mai essere lo stesso? FUTURE FED FUND SCADENZA DICEMBRE 2022/VIX:
Quanto più saliva l’indice di forza, tanto più il mercato scontava una FED più “colomba”, lasciando spazio al rialzo del mercato azionario che, guarda caso, aveva iniziato a creare l’ultimo impulso rialzista proprio in concomitanza con l’inizio dell’apprezzamento di breve periodo dell’indice di forza, segnalato nella grafica dal canale ascendente di color giallo:
Il fatto che gli attori del mercato immaginassero una Federal Reserve più dovish era legata in maniera diretta alle aspettative di inflazione: infatti, nello stesso periodo, sia loro che gli analisti si aspettavano una lettura per luglio 2022 inferiore al dato precedente, che si attestava al 9.1% anno/anno. Questo è dimostrato grazie al grafico sulle aspettative di inflazione a 10 anni (con ticker “T10YIE”, in blu), ribassista, e dalle aspettative degli analisti che, attraverso i loro modelli statistici, scontavano un decremento sul dato del CPI all’8.7% anno/anno.
L’aspettativa di un’inflazione più bassa rispetto alla lettura del dato precedente era sicuramente dettata principalmente da due motivi:
1. Il calo dei prezzi del petrolio, a cui le aspettative di inflazione sono correlate positivamente
2. L’aumento dei tassi di interesse
Per completare questo paragrafo, condivido una grafica reperita dal sito Fed Watch Tool (www.cmegroup.com) per mostrarvi le diverse probabilità riguardanti il livello che i tassi di interesse avrebbero avuto a fine anno (a dicembre):
• 50% di probabilità di tassi di interesse al 3.25%/3.50%
• 32% di probabilità di tassi di interesse al 3%/3.25%
• 17% di probabilità di tassi di interesse al 3.50%/3.75%
• 0.4% di probabilità di tassi di interesse al 3.75%/4%
Tenete bene a mente questa grafica. Sarà di rilevante importanza nei paragrafi seguenti.
QUANDO L’INFLAZIONE SI ATTESTA A LIVELLI PIU’ BASSI RISPETTO AL DATO PRECEDENTE DECIDO DI APRIRE L’OPERAZIONE IN SPREAD
Giungiamo dunque al 10 agosto: il dato sul consumer price index dà ragione agli investitori e agli analisti, attestandosi al +8.5% anno/anno (dato inferiore alle aspettative di +8.7% anno/anno):
Come hanno reagito i benchmark azionari dopo la lettura del dato? Direi alla grande:
• +2.07% per l’S&P500
• +2.77% per il Nasdaq
Una lettura del dato al di sotto delle aspettative calmava ulteriormente i mercati; questo è ben evidenziato dal VIX che, il 10 agosto, registrava la formazione di una candela dal -9.33%:
Dal momento che le aspettative del mercato secondo le quali la Federal Reserve si sarebbe dimostrata meno aggressiva erano state supportate dalla lettura del dato sull’inflazione in decremento (e vista la reazione positiva dei benchmark azionari alla lettura del dato), ho deciso di aprire un’operazione in spread.
Perché non un’operazione in acquisto dal momento in cui il mercato forniva i tipici segnali di risk-on? Perché non mi fidavo troppo di ciò che scontava il mercato: la scommessa secondo cui la FED si sarebbe dimostrata più “dovish” era giusta?
Ho dunque considerato degli indicatori di “rischio”. Essi sono:
• S&P500/VIX (ES1!/VIX)
*quando si è in risk on, l’S&P500 sovraperforma l’indice di “paura” e l’indice di forza sale; quando si è in risk off le agitazioni sui mercati fanno da padrone e l’indice scende, con relativa sovraperformance del VIX rispetto al benchmark azionario
• NASDAQ/VXN (NQ1!/VXN)
*quando si è in risk on, il Nasdaq sovraperforma l’indice di “paura” e l’indice di forza sale; quando si è in risk off le paure sui mercati prendono piede con relativa discesa dell’indice
• SETTORE DEI BENI CICLICI/SETTORE DEI BENI DIFENSIVI (XLY/XLP)
*in risk on il settore dei beni ciclici tende a sovraperformare quello dei beni difensivi (con relativo trend rialzista dell’indice di forza); in risk-off accade l’esatto contrario (con l’indice in trend ribassista)
• SETTORE TECNOLOGICO/SETTORE DEI BENI DIFENSIVI (XLK/XLP)
*in risk on il settore tech tende a sovraperformare quello dei beni difensivi (con relativo trend rialzista dell’indice di forza); in risk-off accade l’esatto contrario (con l’indice in trend ribassista)
• AZIENDE AD ALTO BETA/AZIENDE A BASSO BETA (SPHB/SPLV)
*in risk on le aziende ad alto beta sovraperformano quelle a basso beta (con relativo trend rialzista dell’indice di forza); in risk-off accade l’esatto contrario (con l’indice in trend ribassista)
• OBBLIGAZIONI SOCIETARIE INVESTMENT GRADE A BREVE SCANDENZA/OBBLIGAZIONI SOCIERATIE INVESTMENT GRADE A LUNGA SCADENZA (VCSH/VCLT)
*in risk on gli investitori preferiscono obbligazioni a lunga scadenza (VCLT,che offrono rendimenti migliori) rispetto a quelle a breve scadenza (VCSH, che offrono rendimenti peggiori), con la relativa salita dell’indice di rischio. In risk off accade il contrario, con l’indice di forza in trend opposto
• OBBLIGAZIONI HIGH YIELD A BREVE SCADENZA/OBBLIGAZIONI HIGH YIELD A LUNGA SCADENZA (SHYG/HYG)
*in risk on gli investitori preferiscono obbligazioni a lunga scadenza high yield (HYG,che offrono rendimenti migliori) rispetto a quelle a breve scadenza (SHYG, che offrono rendimenti peggiori), con la relativa salita dell’indice di rischio. In risk off accade il contrario, con l’indice di forza in trend opposto
• SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO (BAMLH0A0HYM2)
*in risk on lo spread tende a contrarsi mentre in risk off ad allargarsi
Ad ogni linea di prezzo applico tipicamente tre diverse medie mobili:
• Una mensile, a 30 periodi (che mi fornisce la tendenza del prezzo a livello mensile, in blu)
• Una a due mesi, a 60 periodi (che mi fornisce la tendenza del prezzo negli ultimi due mesi, in verde)
• Una a tre mesi, a 90 periodi (che mi fornisce il trend degli ultimi tre mesi, in rosso)
Lo stesso avevo fatto negli indicatori di rischio. Notate una cosa:
Nessun indice di rischio mi dava una completa sicurezza che fossimo effettivamente entrati in territorio di risk-on. Perché?
• Considero un trend rialzista quando la media mobile mensile sta al di sopra di quella a due mesi che, a sua volta, sta al di sopra rispetto a quella a tre mesi:
• Considero un trend ribassista quando la media mobile mensile sta al di sotto di quella a due mesi che, a sua volta, sta al di sotto rispetto a quella a tre mesi:
Appurato il fatto che alcuni indici di rischio devono essere “totalmente” rialzisti mentre altri “completamente” ribassisti per fornirmi un chiaro di segnale di risk-on, vi sembra che in prossimità e in corrispondenza del 10 agosto la configurazione delle medie mobili negli indici di rischio fosse quella? Direi di no. In alcuni la media mobile a due mesi non aveva sorpassato al rialzo quella a tre mesi, mentre in altri non era accaduto il caso opposto. Questo è il motivo per il quale prendevo la decisione di aprire un’operazione in spread!
Opero tipicamente in questo modo quando non ho il 100% dei segnali che mi indichino dei chiari dati oggettivi.
Tornando a monte, dal momento in cui il mercato scontava un picco dell’inflazione e una FED meno aggressiva e lo stesso era stato accontentato dalla lettura del 10 agosto, l’11 agosto, seguendo “le briciole e la dialettica degli investitori”, ho deciso di aprire lo spread, acquistando e vendendo le seguenti aziende:
• Caesars Entertainment (CZR) in acquisto
• Nvidia (NVDA) in vendita
Perché queste due aziende?
I COEFFICIENTI BETA DI CZR E NVDA: PERCHE’ LA SCELTA È RICADUTA SU QUESTE DUE AZIENDE?
Sapete come viene definito il coefficiente beta? Lo spiegherò brevemente.
Un coefficiente beta esprime l’aggressività di un titolo. È un valore che oscilla intorno a valori di 1.
I settori o i titoli con beta superiore ad 1 sono quelli considerati rischiosi vista la loro volatilità, mentre quelli con beta inferiore ad 1 sono quelli considerati “difensivi”; infatti:
• Un titolo con un beta superiore ad 1, ad esempio 1.5, tenderà a muoversi 1.5 volte rispetto al suo mercato di riferimento, sia al rialzo che al ribasso
• Un titolo con un beta inferiore ad 1, ad esempio 0.5, tenderà a muoversi 0.5 volte rispetto al suo mercato di riferimento, al rialzo o al ribasso
I beta di CZR e NVDA sono:
• CZR: 2.78
• NVDA: 1.65
Questo significa che ad una performance dell’S&P500 pari al +1.3%, la performance attesa dei due titoli sarà:
• CZR: 2.78 x 1.3% = 3.6%
• NVDA: 1.65 x 1.3% = 2.15%
Ad una performance negativa da parte dell’S&P500 pari al -3%, le diverse performance attese saranno invece:
• CZR: 2.78 x (-3%) = -8.34%
• NVDA: 1.65 x (-3%) = -4.95%
Perché la scelta è ricaduta su queste due aziende?
Gli scenari che dal 10 agosto in poi potevano realizzarsi essere essenzialmente due:
1. Il mercato avrebbe continuato a scontare una FED meno aggressiva e il riflesso di ciò avrebbe dato continuità al rialzo del mercato azionario
2. La FED avrebbe potuto smentire le aspettative dei mercati e il riflesso di ciò si sarebbe potuto materializzare in un nuovo impulso ribassista dello stesso mercato equity
Capito ciò:
• Se si fosse concretizzato lo scenario 1, ipotizzavo che il mercato azionario (S&P500) avrebbe potuto realizzare una performance del +7% raggiungendo il point of control volumetrico del trend ribassista di tutto il 2022, coincidente con la soglia dei 4500$:
Per i coefficienti beta di CZR E NVDA, il guadagno atteso sarebbe stato:
CZR: 2.78 X 7% = 19.5%
NVDA: 1.65 X 7% = 11.6%
Dal momento in cui NVDA era aperta in short, il guadagno totale ipotetico sarebbe stato:
GUADAGNO TOTALE IPOTETICO: (19.5-11.6) % = 8%
Avrei in quel caso ottenuto un buon guadagno grazie all’aggressività di CZR, con un beta notevole! Quanto più si sarebbe mosso al rialzo il benchmark tanto più CZR, in teoria, si sarebbe mosso 2.78 volte in più!
Però per quanto riguarda lo short, perché proprio NVDA?
• Se la FED in un modo o nell’altro avesse smentito i mercati su temi riguardanti inflazione e tassi di interesse, che settore avrebbe probabilmente sofferto di più? Il settore tecnologico, pesantemente growth! Per quale motivo? Perché tutti i titoli growth hanno un forte potenziale di crescita e basano i loro guadagni sul futuro:
- Tassi di interesse più alti avrebbero impattato negativamente riducendone le valutazioni
- Inflazione più alta avrebbe eroso i potenziali guadagni futuri
Ecco il motivo per il quale ho scelto NVDA come short!
Esiste tuttavia un secondo motivo: anche l’azienda tech è considerata aggressiva considerato il suo beta, motivo per il quale se si fosse materializzato lo scenario 2 avrei potuto ottenere dei buoni guadagni potenziali.
COME HO IMPOSTATO L’OPERAZIONE
Come ho spiegato nel paragrafo precedente l’11 agosto, seguendo “le briciole e la dialettica degli investitori”, ho deciso di aprire lo spread, seguendo lo scenario 1. Qual è stato il segnale di entrata?
Ho creato un indice di forza tra CZR e VIX. Perché? Quanto più l’indice saliva, tanto più Caesars Entertainment batteva le paure (metaforicamente parlando, quanto più saliva l’indice, tanto meno si palesava la paura di investire nell’azienda):
L’11 agosto la media mensile sorpassava al rialzo quella a due mesi. Quello è stato il segnale di acquisto su CZR, acquistata a 50.20$ che, oltretutto, aveva completato un testa e spalle di inversione, come mostrato nella grafica:
Allo stesso tempo aprivo lo short su Nvidia:
TUTTE LE FASI DELL’OPERAZIONE IN SPREAD
Fino al 17 agosto il clima sui mercati era invariato; alla stessa data l’operazione era in profitto, infatti:
CZR mi guadagnava il 3.7% mentre NVDA mi perdeva il -1.1%:
Poi…qualcosa è cambiato!
LE ASPETTATIVE DEL MERCATO INVERTONO LA ROTTA: SI CONCRETIZZA LO SCENARIO 2
Il 17 agosto venivano pubblicati i verbali del FOMC della riunione del 26-27 luglio, in cui emerge che “i banchieri della Federal Reserve sono unanimi nel ritenere che continuare a spingere i tassi di interesse ad un livello restrittivo sia necessario per far scendere l’inflazione verso l’obiettivo della banca centrale del 2%”. Questi verbali cambiavano le aspettative del mercato che, i giorni dopo, iniziavano a scontare una FED più aggressiva, infatti:
Si pensi che, ad inizi agosto, il mercato scontava tassi di interesse a fine anno nelle seguenti probabilità:
• 0.8% di probabilità di tassi finali al 4%
• 17% di probabilità di tassi finali al 3.75%
• 32% di probabilità di tassi finali al 3.25%
• 50% di probabilità di tassi finali al 3.5%
Dopo i verbali del 17 agosto tutto si è capovolto, con probabilità maggiori di tassi a fine anno non più al 3.5%, bensì al 3.75% (tale possibilità, ad inizi agosto, era segnalata a soli 17 punti percentuali).
Questo per me è stato un cambio di scenario, confermato da un ulteriore aspetto:
Lo stesso indice di forza CZR/VIX, che mi segnalava l’entrata a mercato l’11 agosto, ora mi segnalava l’uscita: apertura del 22 agosto con gap-down al di sotto della media mobile mensile.
Dopo queste considerazioni ho chiuso lo stesso giorno l’operazione long su CZR con una perdita del -9.76%:
e ho lasciato correre al ribasso l’operazione su Nvidia (visto e considerando che si stava realizzando lo scenario 2), che il 22 agosto mi stava realizzando un profitto del -4%:
Come potete osservare avevo impostato lo stop loss a breakeven. Il motivo?
• Non ero disposto a perdere più di 9 punti percentuali nell’operazione in spread
• Il 24 agosto l’azienda avrebbe comunicato gli earnings, motivo per il quale poteva esistere la possibilità che il prezzo aprisse le contrattazioni con un gap-up molto ampio come spesso abbiamo assistito
I giorni seguenti gli attori del mercato hanno scontato una politica monetaria sempre più restrittiva, come raffigura la grafica:
Le probabilità di tassi finali al 4% hanno preso ora il sopravvento sulle altre. Si pensi che ad inizio agosto le stesse probabilità erano nulle.
A questo punto ho chiuso l’operazione short su Nvidia che, da manuale, mi realizza un profitto del 16.18%:
Il profitto finale dello spread è così attestato:
• PROFITTO FINALE = PERFORMANCE NVDA – PERFORMANCE CZR = (16.18-9.76)% = 6.42%
• RAPPORTO RISCHIO/RENDIMENTO 1.64
Molti di voi mi chiederanno il motivo per il quale ho chiuso l’operazione su Nvidia in maniera forse troppo frettolosa. Avevo bisogno di liquidità dal momento in cui il mercato potrebbe presto fornirci, a parer mio, delle buonissime occasioni.
Strategia di spread trading intermarket tra CZR e NVDA.
Grazie per l’attenzione e buon weekend, Matteo Farci
Federalreserve
Nasdaq +4% grazie ai tassi FED, Wall Street fiera di PowellNasdaq in rally a +4.50%, la politica monetaria della FED a firma del presidente Powell piace e Wall Street vira in rally positivo!
FED aumenta tassi di 0.75 basis point
La Federal Reserve Bank guidata da Jerome Powell aumenta di 0.75 basis point i fed funds ed annuncia che procederà con un rallentamento dei rialzi già dal prossimo settembre 2022.
Nasdaq in rally dopo l'annuncio dei tassi
La volatilità rialzista finalmente trova slancio e subito approfitta permettendo ai prezzi futures del Nasdaq di superare la barriera resistenziale del prezzo di 12500 punti. Nonostante il buon rally rialzista intraday, all'indice tech di Wall Street serve riagganciare la resistenza dei 13000 punti per portarsi fuori dal Trend ribassista.
La strategia di Powell piace a Wall Street che chiude in forte rally, Dow Jones sale dell'1,60%, S&P 500 in salita del 2,50% mentre è in perfetta forma il Nasdaq che sale sino al 4.50%.
Stiamo assistendo al più veloce rialzo dei tassi degli ultimi 30 anni, l'ultima volta che la FED ha attuato una politica monetaria così brusca risale al 1994 durante il "Volcker shock", momento inflattivo che prese il nome del presidente FED Volcker detto anche "il drago dell'inflazione".
In USA l´inflazione core è aumentata su base annua del 5,9%, di poco inferiore rispetto al dato del +6% precedente.
Trimestrali Microsoft e Alphabet
Il Nasdaq è positivo ma c'è poco da festeggiare per le azioni del tecnologico.
I dati degli "earnings" trimestrali del Nasdaq, in uscita questi giorni, confermano il rallentamento dei ricavi delle Big Tech. Tra i primi dati dei ricavi segnaliamo Microsoft e Alphabet che confermano ricavi inferiori alle stime, costringendo gli gli EPS a scendere.
Per Microsoft ricavi attesi a 53 Billions, il risultato? quasi in linea, la società ne ha realizzato soltanto 51 Billions, costringendo però gli EPS a scendere a 2.23 da 2.29.
Per Alphabet risultato stimato a 70 Billions, ricavi effettivi? 69 Billions portando EPS da 1.28 a 1.21.
USOIL, CAD, BTC e VOLATILITA'Piccolo aggiornamento delle condizioni attuali dei mercati.
Nelle ultime settimane abbiamo visto BTC toccare quotazioni attorno ai 18.000, liquidando milioni di operatori che vedevano la criptovaluta to the moon.
La correlazione inversa con le volatilità dell'SP500 continua.
Nelle ultime settimane abbiamo visto le volatilità tornare in territorio sopra i 30, area di estrema incertezza e irrazionalità dei mercati.
Spread tra i rendimenti a 10 anni e 2 anni praticamente a 0.
Questo spread è ampiamente seguito in tutto il mondo in quanto qualsiasi numero inferiore o vicino a 0 tende a indicare un imminente rallentamento dell'economia statunitense.
Nell'ultimo periodo abbiamo notato anche un piccolo rallentamento del DJP, utilizzato come indice delle materie prime.
Nonostante questo rallentamento il GOLD si aggira ancora attorno i 1820 dollari all'oncia.
Mercati azionari ancora in sofferenza, dopo l'annuncio delle scorse settimane di un rialzo della FED di 75 punti base dei tassi e l'aumento dell'inflazione in America, abbiamo visto un movimento a ribasso di oltre il 4% dell'SP500.
Nell'ultima settimana USOIL sta perdendo leggermente terreno, spingendo a ribasso il Dollaro Canadese, economia che si basa molto sull'esportazioni della materia prima in questione.
Con questa correlazione fortemente diretta, si prospettano dei setup ribassisti per questa settimana.
Buon trading a tutti
M&A_Forex
Bear MarketCi siamo lasciati alle spalle una settimana molto pesante con l' SP500 che ha raggiunto il supporto previsto, attorno ad area 3650 dopo l'annuncio del rialzo dei tassi di 0,75 da parte della Fed. Dalle parole di Powell sembra molto probabile un ulteriore aumento di 75 punti anche nell'incontro di luglio già dato all'86% di probabilità, mentre il target dei tassi a fine 2022 dato dalla Fed è nel range 3,25-3,50 mentre il mercato si aspetta per adesso una probabilità maggiore per un target 3,5-3,75. Con la violazione del minimo di 3800 siamo entrati ufficialmente in bear market con una perdita superiore al 20% dai massimi storici. La perdita media dei bear market per l'SP500 è del -36% nel nostro caso corrispondente al livello di 3070 circa, ovvero sotto i massimi pre-pandemia, mentre una perdita del -30% corrisponderebbe ai 3400. Ora provando a fare delle considerazioni con il P/E atteso sappiamo che gli utili per azione dei prossimi 12 mesi è stimato attorno ai 240 e che non incorporano affatto un rallentamento economico. Attualmente con un mercato sui 3700 il P/E a 12 mesi è 15,4 in linea con la media storica attorno a 16. Il problema nasce se cominciamo ad attenderci una recessione e una compressione degli utili. Se gli utili per azione dovessero scendere a 200 per esempio che sarebbe comunque un livello superiore a quello precedente la pandemia, ecco che un SP500 a 3400 avrebbe un P/E di 17 mentre a 3100 di 15,5.
Ecco quindi che il target momentaneo per l'indice potrebbe essere proprio 3400 punti, al di sotto del quale si comincia a scontare una seria recessione economica. Un altro aspetto a supporto del target a 3400 è il fatto che da lì comincia un forte supporto con alti volumi scambiati e potrebbe diventare un importante punto di accumulazione. La cosa importante da sapere è che finché non si vedrà una discesa costante dell'inflazione, con una Fed che inizia ad adottare toni meno aggressivi il trend rimane deciso al ribasso e la cosa può prolungarsi ancora per diversi mesi. La situazione assurda è che una recessione in questo momento sarebbe vista di buon occhio, perché frenerebbe la domanda insieme all'inflazione e permetterebbe alla Fed di attenuare la sua politica restrittiva. Per adesso rimane da tenere d'occhio il livello dei minimi segnati l'ultima settimana che se bucati possono far affondare i prezzi in maniera molto più marcata, perché poi al di sotto non ci sono aree di volumi importanti fino a 3400. Il prezzo ad occhio sembra molto tirato ma non bisogna commettere l'errore di pensare che sia sceso troppo e cercare per forza il rimbalzo.
INFLAZIONE TEMPORANEA O PERMANENTE. LO SLOGAN DEI TASSI
<" L'inflazione è sempre e dovunque un fenomeno monetario ." Le distorsioni economiche e politiche generati dalla teoria monetaria dell'inflazione sono stati anche guasti intellettuali, è entrata nel sistema delle credenze degli accademici cosi come in quello dell'uomo della strada grazie soprattutto alla semplicità dello slogan. Oggi, dopo innumerevoli, e sempre ignorati, fallimenti di quella teoria, si ricomincia a parlare di inflazione come si faceva prima del disastro monetarista: l'inflazione, si torna a dire, ha cause reali>. (F. Sdogati)
SDOGATI-LANGIU per chi volesse approfondire . tratto da
Inflazione: temporanea o permanente? O, forse meglio: da offerta o da domanda? bit.ly
MERCATO DEL LAVORO, FED FUNDS E RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATOBuongiorno ragazzi, l’idea di questo lunedì non si baserà sulla tipica analisi intermarket della settimana precedente, bensì sull’impatto che i dati sul non farm payrolls, disoccupazione e retribuzione oraria media hanno avuto sui Fed Funds. Spiegherò il motivo del rialzo dei rendimenti a 2 e 10 anni dei titoli di stato statunitensi, il tutto correlato alle prossime decisioni della FED americana. Volevo proporre qualcosa di diverso dal solito, se apprezzate l’idea lasciate un like in maniera tale da farmi capire se questi contenuti sono apprezzati in maniera tale da riproporveli in futuro.
I DATI SUL MERCATO DEL LAVORO: NON FARM PAYROLLS E LIVELLO DI DISOCCUPAZIONE
Come di consuetudine il primo venerdì di ogni mese il Bureau of Labor Statistics rilascia due dati fondamentali riguardanti il mercato del lavoro negli Stati Uniti: le buste paga del settore non agricolo e il livello di disoccupazione.
Gli analisti, considerando l’impennata dei casi omicron in gennaio (il picco era stato raggiunto a metà gennaio, appunto), si aspettavano dei dati deboli, rispettivamente:
• Buste paga del settore non agricolo: 150K
• Livello di disoccupazione: 3,9%
Entrambi i dati hanno sorpreso le attese:
• Buste paga del settore non agricolo: 467K
• Livello di disoccupazione: 4%
Nonostante i livelli di disoccupazione siano saliti dello 0,1% rispetto al mese precedente, i nuovi posti di lavoro creati hanno registrato un aumento percentuale sopra le attese del 211%, segnando un +467K.
COSA SONO I FED FUNDS
I Fed Funds sono dei future scambiabili sul CME che rappresentano l’opinione che gli investitori hanno riguardo il valore che i tassi di interesse potrebbero avere ad una determinata data. E’ un future molto utile per diversi motivi:
• Dà una visione riguardante il sentiment che gli operatori di mercato hanno riguardo le scelte di politica monetaria futura e ciò assume particolare rilevanza dal momento che i mercati finanziari sono influenzati direttamente e indirettamente da essa.
• Permette la possibilità a noi traders di assumere posizioni speculative sulle future mosse da parte della Federal Reserve.
Il grafico continuos del future ha questo aspetto:
COME SI LEGGE IL FUTURE E PERCHE’ E’ INFLUENZATO DAL MERCATO DEL LAVORO STATUNITENSE
Come ho spiegato poco fa, l’andamento di questo future è influenzato dalle decisioni di politica monetaria della Fed. Vi starete chiedendo che rapporto possa esistere tra la federal reserve e il mercato del lavoro: ciò è da ricercare negli obiettivi perseguiti dalla stessa: essi sono la stabilità dei prezzi (e quindi la regolazione dell’inflazione) e l’occupazione.
Nell’analisi da me pubblicata il 31 gennaio in cui analizzavo l’impatto che avesse avuto la banca centrale sui mercati dopo il meeting, che trovate al link:
analizzavo le parole di Powell durante conferenza, che vi riporto:
“Si è assistito ad un aumento dei posti di lavoro solido tanto che il tasso di disoccupazione è diminuito sostanzialmente. Con un'inflazione ben al di sopra del 2% e un mercato del lavoro forte, il Comitato prevede che presto sarà opportuno aumentare i tassi”.
Avete capito ora il motivo? In base a questi parametri la banca centrale pianifica la sua politica: questo è il motivo per il quale il future segue questa dinamica.
Detto questo, il contratto continuos sui fed funds, a parer mio, dice poco e niente. E’ invece interessante studiare i contratti ad una determinata scadenza, come tra poco vi illustrerò.
Facciamo riferimento ora ad una delle affermazioni più accreditate dell’ultimo mese:
“GLI OPERATORI SI ASPETTANO CHE I TASSI DI INTERESSE SARANNO AUMENTATI A MARZO”
Per capire se è effettivamente così, andiamo ad osservare il contratto future sui Fed Funds con scadenza marzo 2022:
Vediamo come il prezzo del future abbia lateralizzato per circa un anno, non prendendo mai una vera e propria direzionalità. Questo perché? Perché il mercato non stava ancora scontando l’aumento dei tassi di interesse! Ha iniziato a scontarli dal momento che il rettangolo di distribuzione è stato bucato al ribasso, agli inizi di dicembre 2021! Affermo con certezza questa mia ultima affermazione dimostrandovelo grazie al Nasdaq:
Al primo falso breakout del rettangolo di distribuzione, il Nasdaq segnava l’ultimo massimo storico. Successivamente, quando il breakout è stato validato, l’indice tech ha provato a rivisitare i massimi senza riuscirci e, successivamente, ha subito delle ingenti perdite.
Questo poteva essere solo un modo per constatare se, effettivamente, gli investitori avessero iniziato a scontare i tassi di interesse in quel periodo indicato nel grafico (tra novembre e dicembre 2021). Un altro modo possibile è l’analisi dei volumi:
Come potete constatare, quando il mercato non scontava aumenti dei tassi i volumi erano relativamente bassi: i contratti su questo future era poco scambiati. Quando il mercato ha invece iniziato a credere fortemente al loro aumento, i volumi sono aumentati in maniera forte, segno del fatto che molti operatori, probabilmente per hedging (per protezione), hanno iniziato a specularci. Quando i volumi sono bassi, c’è poco appetito da parte del mercato verso il contratto in questione e, in questo caso, ciò si traduce in “poco interesse”. Quando i volumi e di conseguenza l’interesse nei confronti del tema “aumento tassi” ha iniziato a prendere piede, i volumi sono aumentati. Sono stato chiaro?
I volumi non sono solo importanti per capire l’entità di un breakout o per costruirci una strategia di trading, bensì anche in situazione come queste. Un grafico lascia tantissime informazioni e noi dobbiamo essere attenti, scaltri e conoscere la materia per saper cogliere la palla al balzo!
Tornando al nocciolo della questione, come capiamo l’aspettativa sul tasso di interesse futuro? Con una semplice differenza:
Applichiamo la differenza tra 100 (che rappresenta in forma numerica il tasso di interesse allo 0%) e il prezzo del future corrente, in questo caso 99.745:
100 - 99.745 = 0,265
Questo significa che oggi il mercato si aspetta che i tassi di interesse, nella riunione del FOMC di marzo, verranno alzati del 0,25%.
Questa differenza può essere applicata anche a contratti a scadenza più lontana. Facciamo una prova: le successive due riunioni del FOMC dopo marzo sono previste il 3-4 maggio 2022 e il 14-15 giugno. Andiamo ora a selezionare i due future sui fed funds con scadenza maggio 2022 e giugno 2022:
Come potete notare dalla grafica, in questo periodo gli investitori si aspettano che i tassi saranno tra al 0.5%/0.75% a maggio e al 0.75%/1% a giugno.
CORRELAZIONE DIRETTA TRA RENDIMENTI SUI TITOLI DI STATO A 2 ANNI E FED FUNDS
Nelle mie idee passate avrete letto tantissime volte la frase “la parte a scadenze brevi della curva dei rendimenti è sensibile alle scelte di politica monetaria”. Il titolo di stato di riferimento per le scadenze brevi è quello a 2 anni. Vediamo se ha effettivamente un rapporto con i fed funds:
Come potete osservare, entrambi, per mesi, hanno avuto un andamento non strutturato. Poi qualcosa è cambiata:
1. Ad inizio ottobre 2021 i volumi sono iniziati ad aumentare in maniera importante sul future, segno che la tematica sui tassi di interesse stava iniziando a prendere piede.
2. Nello stesso momento, i rendimenti dei titoli a due anni hanno rotto al rialzo il rettangolo di accumulo e successivamente hanno creato un piccolo triangolo ascendente
3. Dopo un mese è avvenuto anche il breakout del triangolo di distribuzione sul future e, contemporaneamente, la rottura del triangolo ascendente al rialzo
4. Entrambi gli asset hanno iniziato a muoversi a braccetto.
Mi son state fatte tante domande riguardanti l’argomento sui rendimenti a 2 anni nelle ultime settimane, spero di essere stato chiaro. Credo non ci sia maniera migliore di questa per spiegare il motivo della breve frase “la parte corta della curva è influenzata dalle decisioni di politica monetaria”.
Tornando a noi, anche in questo caso l’analisi tecnica ci è stata molto utile per poter individuare dei segnali molto concreti che il sentiment del mercato sui tassi di interesse stesse cambiando (analisi dei volumi, i breakout sui rettangoli e il breakout sul triangolo ascendente).
RETRIBUZIONE ORARIA MEDIA, INFLAZIONE E RENDIMENTI SUI TITOLI DI STATO A 10 ANNI
Le buste paga del settore non agricolo e il livello di disoccupazione non sono stati gli unici dati importanti della scorsa settimana. Un altro a cui presto sempre attenzione è la retribuzione oraria media, che misura il cambiamento della retribuzione oraria media nelle principali aziende. Ora vi mostrerò la crescita anno/anno che questo ha presentato:
04.02.2022 (Gen) 5,7%
07.01.2022 (Dic) 5%
03.12.2021 (Nov) 5,1%
05.11.2021 (Ott) 4,8%
08.10.2021 (Set) 4,6%
03.09.2021 (Ago) 4%
06.08.2021 (Lug) 4,1%
02.07.2021 (Giu) 3,7%
04.06.2021 (Mag) 1,9%
07.05.2021 (Apr) 0,4%
Come potete constatare, si è passati dallo 0,4% di aprile 2021 al 5,7% di gennaio 2022. Questo dato va ad aumentare tendenzialmente in periodi di ripresa economica, quando tutte le aziende di un Paese riprendono ad assumere manodopera.
Quest’aumento tendenziale dei salari non è altro che quel fenomeno definito come “inflazione salariale”; in linea logica, più i salari aumentano, più i salariati saranno disposti a spendere: questo andrebbe poi a generare una spirale inflazionistica generale.
Tornando a noi, venerdì 4 è uscito il dato per gennaio 2022 che, come ho detto precedentemente, si è attestato al 5.7%. Dal momento che i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni crescono o decrescono rispondendo a dinamiche di crescita/decrescita economica o inflazione, come possiamo aspettarci che essi si siano comportati? Osserviamolo in un grafico a 15 minuti:
Alle 14:30, ora italiana dell’uscita del dato, il rendimento sul decennale americano è esploso segnando un +4,51%.
Ora capite quando provo a spiegarvi che i rendimenti delle scadenze più lunghe dei titoli di stato (in particolare il decennale, che è il riferimento) rispondono a questi tipi di dinamiche? Spero di avervelo dimostrato ancora una volta.
L’analisi di questo lunedì termina qua, spero i contenuti siano apprezzati. Sarà molto importante seguire da vicino i dati macroeconomici che ho analizzato in questa idea, in quanto le prossime scelte di politica monetaria saranno dettate dallo svilupparsi di essi. Probabilmente, a dati sul lavoro più forti e inflazione galoppante, dovremmo aspettarci una Fed più aggressiva. E questa aggressività dove si ripercuoterebbe? Sui Fed Funds. E questi chi influenzano in maniera diretta? I mercati finanziari!
Volevo aggiungere che ho intenzione di creare un canale personale in cui condividerò tante altre idee riguardanti i mercati finanziari, materie prime e forex, analisi di mercato e correlazioni tra asset e dati macroeconomici. Vi comunicherò quando il progetto sarà ultimato, rispettando chiaramente le linee guida imposte da tradingview.
Grazie, Matteo Farci
Fed aumenterà i tassi e taglierà il QE cosa è successo nel 2014La Fed è stata poco colomba con i mercati ed ha fatto intendere che ci potranno essere da 4 a 5 aumenti dei tassi nei prossimi 12 mesi con relativa fine degli acquisti da QE.
Saranno possibili aumenti anche superiori ai 0.25 bp con escursioni direttamente di 0.5bp.
Nel grafico ho segnato cosa è successo alla fine del QE 2008-2014
NASDAQ, INFLAZIONE BUONA, RENDIMENTI, TASSI E T-BOND
C'è nella cultura economica dominante, una concezione secondo cui l'inflazione sia un fenomeno monetario.
Se l'economia di mercato non riesce a produrre un tasso di inflazione che la Banca Centrale ritiene coerente
con la crescita economica si deve intervenire sui tassi e accelerare il tapering.
I recenti aumenti dei prezzi sono dovuti in parte ad uno shock di offerta (tipo chip shortage) ed al rincaro dei prodotti energetici.
Le banche centrali in questo contesto facendo leva sui tassi possono intervenire solo dal lato della domanda, ma l'inflazione non
aumenta e diminuisce solo a causa della politica monetaria delle banche centrali è anche in gran parte il risultato delle scelte che fanno le aziende.
Più i prezzi salgono, maggiori sono i profitti per le società. L'amministrazione Usa, anche attraverso la Federal Trade Commission sta
combattendo l'aumento dei prezzi e le pratiche anticoncorrenziali che le stanno alimentando a scapito dei consumatori. In sostanza
più che inflazione, stiamo avendo una nuova fase di "opportunità aziendale", avidità direbbero a Wall Street. Le società, con prospettiva
di prezzi crescenti, sono incentivate a produrre di più rispetto ad una situazione precedente con tassi vicino allo zero quasi al limite della trappola della liquidità.
In questo contesto si inseriscono come conseguenza gli aumenti dei tassi di rendimento dei T-Bond.
L’aspettativa di un aumento dei rendimenti svaluta le attività finanziarie a lunga scadenza
e avvantaggerebbe la "rotazione settoriale" verso i titoli value la cui attività è già capace di
generare una buona redditività immediata. Ad essere penalizzate sono le obbligazioni e le società dette growth
a causa dei massicci investimenti che dovrebbero realizzare nel lungo periodo i cui flussi di cassa futuri
sono ancora attualizzati dagli analisti in base al "rendimento privo di rischio", com'è appunto, il T-BOND.
Ma KPMG prima della pandemia ha elaborato un sondaggio sulle aspettative di ritorno sugli investimenti tra le aziende Tech:
- impatto immediato 10%;
- entro 6 mesi 34%;
- entro 12 mesi 27%;
- entro 2-3 anni 24%;
- entro 5 anni il 4%;
- oltre 5 anni <1%.
Inoltre, molte soffrono i tradizionale processi di budget annuali sugli investimenti che non ormai
non supportano i loro pivot rapidi di crescita.
Secondo Value Research i fondi del settore Tech hanno avuto un rendimento medio nel 2021 del 67%.
Il rendimento del decennale USA a gennaio 2022 è del 1,90%.
I tassi FED sono allo 0-0,25%, e si avvicineranno a fine 2022 all'1%.
Outlook mercati 2022Il 2021 è stato un anno di forte crescita e i mercati azionari hanno beneficiato di una politica monetaria più che
accomodante con performance straordinarie.
Allo stesso tempo abbiamo visto la nascita di seri problemi come
le difficoltà di approvvigionamento e di risposta alla crescente domanda globale, l'inflazione e prezzi dell'energia cresciuti in maniera preoccupante, la diminuzione delle persone attive nel mercato del lavoro con aumento dei salari e la ripartenza dei contagi per la nuova variante: queste sono tutte variabili che impatteranno il 2022.
Lo scenario è radicalmente cambiato e le banche centrali vista la forte spinta nella crescita e nei prezzi hanno iniziato a ridurre i programmi di acquisto mensili con l'obiettivo di terminarli entro il Q1 2022 e con la prospettiva di rialzo dei tassi che per la Fed inizierebbe all'incirca verso la metà dell'anno ma non senza prima aver centrato gli obbiettivi del suo mandato cioè la piena occupazione( attualmente i disoccupati sono il 4,2% con un target pre-covid di 3,5-3,8 %) e un rientro dell'inflazione attorto al 2%, attualmente al 5,3% nell'ultima rilevazione
(ricordo che la Fed guarda il PCE e non il CPI).
La maggioranza delle proiezioni delle banche d'affari vede rendimenti positivi anche nel 2022 anche se più contenuti.
I target medi per Sp500 viaggiano poco sopra ai 5000 punti per cui parliamo di rendimenti del 6-7% e quelli più ottimisti si aspettano rendimenti ancora a doppia cifra.
Effettivamente fa notare qualche analista che nei due precedenti cicli di inasprimento di politica monetaria (2004-06, 2016-18) i primi interventi sui tassi sono stati assorbiti bene rispetto ai successivi con rendimenti medi attorno al 10 %, inoltre anche con dei tassi leggermente più alti, i rendimenti reali delle obbligazioni rimarrebbero comunque negativi costringendo gli investitori a non poter scegliere altrimenti se non l'azionario.
I mercati si aspettano nello scenario migliore una forte crescita soprattutto nella prima fase del 2022 con un rallentamento
dell'inflazione, comunque sostenuta ma a livelli più accettabili ( Le proiezioni del FOMC la vedono al 2,6%), un allentamento delle pressioni sulla supply chain e un mercato del lavoro in miglioramento con rientro dei lavoratori diventati inattivi con la pandemia.
Non manca il timore per una manovra sui tassi anticipata che causerebbe un rallentamento, soprattutto se l'inflazione si dimostrasse persistente.
Il mercato del lavoro giocherà un ruolo cruciale poichè i salari in netta crescita spinti dalla mancanza di personale, potrebbero alimentare i costi per le aziende che insieme all'aumento dei costi delle materie prime e ai problemi nelle catene di produzione potrebbero costringere la Fed ad evitare una spirale inflazionistica anticipando i tempi.
Vedremo quindi un 2022 fortemente legato alle dichiarazioni dei banchieri centrali e ai dati sull'inflazione su cui si giocheranno la credibilità.
Sugli altri asset si nota incertezza, con il rendimento del decennale americano per niente brillante sull'1,50 %, un oro che fa fatica a salire probabilmente sinonimo della fiducia di un rientro dell'inflazione nonostante però i tassi reali siano negativi e per questo le prospettive rimangono comunque positive.
Nasdaq invece è quello che più teme un rialzo ed infatti rimane dietro rispetto al Dow ed Sp500 che invece aggiornano i massimi storici, anche per il fatto che ha corso tantissimo durante la ripresa e gli investitori per il nuovo anno potrebbero preferire titoli value e settori più tradizionali come il finanziario che beneficerebbe dal rialzo dei tassi e consumer staples vista la crescita e l'inflazione sostenuta.
Il 2022 si prospetta turbolento ma potrebbe regalare occasioni interessanti in caso di storni o mercato laterale.
Allacciare le cinture !!
EUR/USD: UN'IDEA SEMPLICEEUR/ USD : UN' IDEA SEMPLICE
Possiamo osservare come i prezzi stiano oscillando in area 1.1830, nei pressi della base del triangolo evidenziato in figura in time frame Weekly. Dal punto di vista operativo potrebbe essere interessante strutturare un’operazione al rialzo di medio respiro. primo target individuabile in area 1.1980/90 e uno stop loss che potrebbe essere piazzato al di sotto dei minimi registrati questa settimana. ciò ci assicura un rischio:rendimento tendente pari quasi 1:3 Per i più ambiziosi , altrimenti si può puntare a un target individuabile in area 1.1890/1.19.
La sensazione è che se non ci saranno eventi di rilievo(prese di posizione decise da parte delle Banche centrali in tema di rialzo dei tassi, dati sbalorditivi per quanto riguarda il mercato del lavoro), i prezzi potrebbero continuare ad oscillare all’interno di questo triangolo nei prossimi giorni di contrattazioni.
A volte le cose semplici possono rivelarsi le più redditizie.
DOLLARO E FED: CHE SUCCEDE?Questa mattina i principali listini europei hanno aperto e continuano ad oscillare su livelli prossimi alla parità.
Cresce l’attesa per i dati sul mercato del lavoro Usa, mentre continua la marcia delle commodities con il petrolio sugli scudi. Il Wti segna un rialzo dello 0,5% (dopo il rialzo dell’1,6% di ieri) a quota 69,1 dollari al barile mentre il Brent raggiunge i 71,7 dollari al barile (+0,5%). A spingere il Wti verso un livello che non si vedeva dall’ottobre 2018 sono diversi fattori. Il primo riguarda l’ottimismo per la ripresa economica e dei consumi, con i Paesi sviluppati che arrivano all’estate forti di una campagna vaccinale che finalmente sembra aver spiccato il volo.
Il forte rialzo delle materie prime a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi e che ha fatto schizzare l’inflazione, è stato descritto dai vertici della Fed, e anche della Bce, come un fenomeno transitorio e quindi da non prendere in considerazione per cominciare a parlare di tapering. Qualora questo rialzo dovesse proseguire, e a supporto dovessero giungere dati entusiasmanti sul fronte del mercato del lavoro Usa , l’atteggiamento della Fed potrebbe repentinamente cambiare. Se fino ad oggi i vertici della banca centrale a stelle e strisce hanno sempre evidenziato come sia prematuro avanzare qualsiasi discorso di rialzo del costo del denaro, a seguito di nuove indicazioni positive dal mondo del lavoro potrebbero cominciare a introdurre la parola Tapering, che potrebbe da un lato spaventare i mercati , e dall'altro far si che il dollaro inverta la costante e lenta discesa osservata negli ultimi mesi.
Gli operatori saranno quindi molto attenti a quelli che saranno i dati rilasciati tra oggi e domani. Oggi ci sono gli Adp e domani i più celebri Nfp. A differenza dell’Nfp , gli Adp sono dati rilasciati non da un ente governativo ma da società(Automatic Data Processing Inc), che però gestisce un quinto dei dati salariali di 1/5 dei lavoratori privati degli Stati Uniti. Pertanto, si ritiene l’Adp una buona anticipazione di quelli che saranno i dati rilasciati poi con i Nfp.
Attenzione, dunque, al rilascio e all’impatto di questi dati. Nel frattempo comincerò ad analizzare graficamente i diversi cambi, cercando di individuare quelle che potrebbero rivelarsi le situazioni più interessanti dal punto di vista del rischio/rendimento.
ANALISI SULL'ORO: I MARKET MOVERS CHE POSSONO MUOVERE IL PREZZOBuongiorno ragazzi, ero da un pò di tempo senza parlare di oro e di conseguenza oggi voglio condividerne un pensiero, dal momento che il sottostante desta molto interesse.
IL RAPPORTO TRA ORO, INFLAZIONE E BITCOIN
Agli inizi di agosto 2020 abbiamo assistito ad un massimo storico da parte del gold, a 2075$ circa; esso è stato raggiunto grazie al fatto che, in periodi di instabilità (così come quella del coronavirus), il sottostante si è comportato da bene rifugio, attirando gli acquisti da parte di investitori.
Ricordo che dopo agosto la "parola" inflazione ha iniziato a prendere piede tra la popolazione e, man mano che passava il tempo, essa assumeva sempre più un carattere significativo; tutti si aspettavano che l'oro si comportasse da bene rifugio e che quindi potesse salire, spinto anche da un dollaro USA abbastanza debole (ricordiamo la correlazione negativa tra dollaro e oro): tutto questo non è avvenuto, anzi: la materia prima più preziosa ha continuato a perdere valore, fino a toccare dai massimi di 2075$ circa un doble bottom a 1680$ circa, perdendo quindi il 19% circa del suo valore.
Il pensiero personale che condividerò ora riguardo questa discesa non riguarda solo l'oro in se, ma anche il Bitcoin, l'inflazione e alcune dichiarazione della Federal Reserve: parto col dire che si, è vero, l'oro in questi ultimi mesi poteva comportarsi da bene rifugio contro l'inflazione, ma di per sè vi chiedo: è stata davvero così alta e preoccupante l'inflazione? Nei mesi precedenti la Federal Reserve è sempre stata abbastanza tranquilla e accomodante riguardo questo tema, tant'è che ha sempre dichiarato che sarebbe stata transitoria, andando quindi a calmare le acque nei mercati finanziari che, complici il rialzo dei rendimenti delle obbligazioni del tesoro americano (il loro rialzo avviene quando le aspettative di inflazione aumentano) , hanno fatto alcuni piccoli crash, specialmente nel settore tecnologico. Nonostante la FED abbia invitato tranquillità, i mercati finanziari si sono fidati di se stessi e un bene rifugio l'hanno identificato in Bitcoin (ho già parlato del motivo per il quale il Bitcoin possa essere stato visto come bene rifugio negli ultimi mesi, vi allego l'idea nei collegamenti a idee correlate), che era l'asset con il rendimento più alto di quel momento.
Tornando a queste ultime settimane e seguendo attentamente le notizie, abbiamo notato diversi individui quali il presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan e Patrick Harker, capo della Fed di Philadelphia, ma anche alcuni membri della BCE, abbastanza preoccupati riguardo l'inflazione, invitando le Banche Centrali maggiori ad una più attenta riflessione riguardo l'argomento; questo perchè, a parer loro, la FED continua ad avere un comportamento troppo dovish, non considerando un possibile tapering.
Come probabilmente avrete notato anche voi, finchè l'inflazione è stata soltanto una parola scritta qua e là nei giornali (un modo più carino per dire che non è stata presa troppo sul serio) l'oro non si è mosso al rialzo (anche grazie alla forza di Bitcoin). Adesso, dopo alcune dichiarazioni di membri delle banche centrali, l'oro ha riniziato a prendere valore come bene rifugio, salendo in maniera molto costante dal 1 aprile. Vogliamo fare un ipotesi sul prossimo movimento dell'oro?
La mia idea è che il prezzo sarà mosso da tali dichiarazioni dei membri della Fed ma, soprattutto, da dati economici riguardanti inflazione (CPI o IPC, ma anche dall' indice dei prezzi alla produzione IPP); per chi non l'avesse capito, perchè ho questa idea? Perchè ho visto come negli ultimi tempi il prezzo dell'oro sia stato soggetto a questi market movers; per me è importante leggere le notizie e vedere come queste impattano sui mercati; solo così si può avere più di un vantaggio statistico.
ANALISI TECNICA
Come ho accennato nel paragrafo precedente, il prezzo ha toccato un massimo storico ad agosto a 2080$ circa, perdendo poi in 7 mesi circa il 19% del suo valore. Nella sua discesa ha formato un doppio massimo che, come tale, si è comportato da segnale ribassista, spingendo il prezzo verso il basso; continuando la sua discesa, esso ha formato una resistenza dinamica, fermando infine la sua corsa nella formazione del doppio minimo che, da segnale rialzista qual'è, ha spinto il prezzo al rialzo. Il 17 maggio la resistenza dinamica ha visto un breakout forte con una candela verde molto estesa; la stessa candela lo stesso giorno ha rotto al rialzo anche la media a 200 periodi: queste sono due prove inequivocabili di dove il prezzo desideri andare. Proprio in questa fase di mercato si poteva pensare ad un'entrata long, puntando come take profit la struttura punteggiata in rosso, equivalente ad una resistenza sentita dal prezzo 3 volte (evidenziati nel grafico con dei rettangolini rossi). Tuttavia io non entrarei a questi prezzi, ma aspetterei una flag, un rintracciamento o una compressione del prezzo , anche perchè l'RSI è entarto a valori di ipercomprato (segnale che il prezzo potrebbe stornare).
Vi voglio riportare anche i dati del Cot Report delle ultime settimane per farvi capire il sentiment del mercato, riportandovi le posizioni speculative nette riguardanti l'oro:
Il 7 maggio, esse erano a pari a 170,7K contratti, il 14 maggio erano pari a 192,3K contratti, mentre il 21 maggio sono ancora aumentati a 198,9K. Da ciò si evvince che il sentiment è da qualche tempo rialzista e ciò ci fornisce un altro vantaggio statistico!
Sarà interessante vedere cosa l'oro combinerà, io starò attento e vi aggiornerò.
Buon trading a tutti!
LA FINE DEL SUPERCICLO DELLE MATERIE PRIME. E' POSSIBILE?Buongiorno ragazzi, stamani voglio condividervi un'idea riguardante il destino che potrebbero avere le materie prime nel medio periodo, prestando particolare attenzione all'inflazione, tassi di interesse e forza/debolezza del dollaro USA.
IL BOOM DELLE COMMODITIES
Siamo da aprile del 2020 godendoci il boom delle commodities. Per riassumervi questo loro comportamento, vi ho condiviso come asset l'Invesco DB Commodity Index, che non è altro che un indice che racchiude in sè, in percentuali diverse, le materie prime più conosciute. Vediamo come il prezzo è salito in maniera parabolica, segnando un rialzo dall'inizio del suo impulso ad oggi di quasi l'80%. Il rialzo di tutte le materie prime è scaturito da diversi fattori che, uno ad uno, ho sempre descritto in tutte le mie idee (per maggior chiarezza, vi consiglio di leggerle) :
1) Per il rapporto domanda/offerta, in quanto la ripresa economica è stata accompagnata da un boom di richieste da parte di tutti i Paesi mondiali: pensiamo alla Cina e a tutte le sue importazioni di materie agricole come, prime fra tutte, il mais; pensiamo alla transizione energetica che ha portato ad un'eccessiva domanda di materiali come rame e argento; pensiamo ai progetti infrastrutturali e alla conseguente richiesta di legname, alluminio e lo stesso rame; da non dimenticare l'industria automobilistica e ai connessi palladio e platino e, ancora una volta, rame. Insomma, vi ho citato solo alcuni esempi, in cui avrete sicuramente notato quanto di spicco sia stato il rame, la cui natura gli permette di essere utilizzato nei più svariati settori: non è un caso infatti che esso sia stato una delle migliori materie prime dalla metà del 2020. Non dimentichiamoci del (non meno importante) petrolio e delle scelte che l'Opec, strategicamente, ha attuato, in modo che il sottostante aumentasse il suo valore dopo i numerosi tagli all'offerta che ci ha accompagnato fino a poco tempo fa.
2) La debolezza del dollaro statunitense: dal momento che la stra gran maggioranza di materie prime sono scambiate in dollari, un dollaro più debole attira investimenti da parte di detentori di altre valute
3) Speculazione, che nel mercato c'è sempre stata, c'è e ci sarà.
LA CORRELAZIONE TRA INFLAZIONE E TASSI DI INTERESSE
E' da diverso tempo che ormai si parla continuamente di inflazione e di tassi di interesse. Ci troviamo in un periodo in cui la FED mantiene essi prossimi allo zero; l'obiettivo di questa azione è quello di favorire la crescita economica, perchè quando i tassi di interesse sono prossimi allo zero (o comunque bassi) le aziende sono più motivate a richiedere dei prestiti per i più svariati motivi; questo significa "più moneta circolante" e si sa che, più circola una moneta, più l'economica ha la possibilità di riprendersi. I tassi di interesse non sono utilizzati dalle banche centrali mondiali solo per favorire l'economica, ma anche per controllare l'inflazione: riagganciandoci al concetto precedente di "moneta circolante", più essa circola nei mercati e nell'economica di un Paese, più essa genera inflazione (ossia l'aumento dei costi dei beni); e qual'è il modo per combattere l'inflazione? I tassi di interesse! Alzando i tassi di interesse, le aziende non saranno più "incentivate" a richiedere prestiti e come conseguenza la moneta che era circolante inizia a ritirarsi.
L'INFLAZIONE INDOTTA DALLE MATERIE PRIME
Voglio precisare che l'inflazione non è soltanto indotta dai bassi tassi di interesse, ma anche da un'altra serie di fattori tra i quali rientrano anche i prezzi delle materie prime. Il motivo? Se ad esempio il prezzo del petrolio aumenta, è chiaro che i trasporti costeranno di più e, di conseguenza, anche ciò che i rifornitori trasportano aumenterà di prezzo, in maniera tale che il rifornitore stesso (anche di materie prime, per dire) possa guadagnare comunque nonostante il carburante per i trasporti sia aumentato di prezzo; pensiamo al rame o all'alluminio: se il loro prezzo è molto alto e se le infrastrutture costruite richiedono grandi quantità di queste ultime due, allora è chiaro che il prezzo delle infrastrutture stesse aumenterà, in maniera tale che l'ipotetica impresa costruttrice vada comunque a guadagnare lo stesso tanto, facendo quindi in modo che il rialzo dei prezzi di rame e alluminio non sortiscano effetto nei guadagni. Se il mais aumenta, è chiaro che anche il pane sarà poi venduto ad un prezzo più alto; ci sono tantissimi esempi, ve ne ho riportato solo alcuni di facile comprensione.
IL PROBLEMA DELL'INFLAZIONE
Nei mercati finanziari sta prendendo sempre più piede la parola "inflazione", che spaventa a tanti. Dopo la crisi dovuta al coronavirus, tutte le banche centrali hanno attuato le famose "politiche monetarie" volte a stimolare l'economica. La grande dose di denaro immessa nei mercati (non solo dalle banche centrali, ma anche dai governi) ha sostenuto il rialzo, facendo segnare ai più conosciuti S&P 500 e Nasdaq massimi storici su massimi storici. L'obiettivo della Federal Reserve (banca centrale USA) era quello di stimolare l'occupazione, cercando di eliminare il più possibile la disoccupazione. Fin'ora gli obiettivi sono stati rispettati, tant'è che questi due dati macroeconomici incrementano di mese in mese. Ritornando al paragrafo precedente, era abbastanza scontato che la gran mole di denaro in circolo presente generasse inflazione, e ciò è proprio il problema; come ho già detto, uno degli obiettivi di una banca centrale è quello di controllare l'inflazione, facendo in modo che essa oscilli in un range del 2%. L'ultimo dato ha invece mostrato che essa si attesta al 4.2% annuo rispetto allo scorso anno, valore più alto dal 2008. Questo ha allarmato tutti, ma non la FED, che sostiene che questa sia soltanto transitoria. A Powell, presidente della FED, sembra si siano quasi opposti altri colleghi quali il presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan e Patrick Harker, capo della Fed di Philadelphia; essi richiedono al FED di considerare un tapering, ossia una diminuzione di quantità di denaro immessa dai mercati, in maniera tale da evitare che l'inflazione possa diventare incontrollabile. Questo potrebbe essere un primo passo verso l'aumento dei tassi di interesse (essi verranno aumentati solo quando l'economica si sarà ripresa in maniera stabile e i livelli di occupazione saranno soddisfacenti);
RAPPORTO TRA TASSI DI INTERESSE, DOLLARO E MATERIE PRIME
Se la Fed aumentasse i tassi di interesse, ciò andrebbe a rinforzare il dollaro, e questo accadrebbe perchè il dollaro, con un tasso di interesse più alto, avrebbe anche un rendimento più alto. Nei 3 punti toccati riguardo al boom delle materie prime, ho considerato il fatto che esse fossero salite anche grazie, chiaramente, ad un dollaro molto debole. La domanda ora è: se i tassi effettivamente aumentassero, potremmo comunque assistere ad un superciclo delle materie prime? Basteranno soltanto la speculazione e la dinamica di domanda/offerta per continuare a goderci questo splendido momento? Per il momento stiamo tranquilli perchè la FED dovrebbe modificarli tra la fine del 2023 e il 2024. Tuttavia, vi consiglio di studiarvi la storia delle banche centrali: potrebbe non essere la prima volta che una banca centrale non riesca più a controllare l'inflazione e, di conseguenza, si rimangi la parola e agisca prima del voluto. Vi invito (qualora foste interessati all'argomento) a leggere settimana dopo settimana i dati sull'inflazione e sull'occupazione (e disoccupazione): saranno molto utili per aver chiaro quello che la banca centrale farà.
Spero la mia idea vi possa dare uno spunto, per qualsiasi cosa o per interesse che io condivida qualche altra idea riguardante qualche altro asset contattatemi pure, faccio ciò per passione.
Buon trading!
[Le Banche Centrali possono FALLIRE?] - Scoprilo nell'articolo!Quello a cui non avevi mai pensato è che le Banche Centrali come una qualsiasi altra banca o istituzione hanno un proprio bilancio.
Questo bilancio è suddiviso in Attività e Passività che insieme danno vita al patrimonio netto della banca.
Le passività si suddividono in passività monetarie e non monetarie.
Nelle passività monetarie troviamo la semplice base monetaria della banca mentre nelle passività che non sono monetarie troviamo eventuali debiti contratti dalla banca nei confronti del governo, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale etc.
Nelle attività di una Banca Centrale possiamo trovare Titoli di debito pubblico , come i titoli di stato dei vari paesi dell’area Euro per la Banca Centrale Europea o i Treasury Bill Americani per la Federal Reserve.
Oltre a questi titoli pubblici troviamo anche Titoli di debito privato , come quelli di grandi aziende multinazionali, acquistati dalle Banche nei vari programmi di espansione liquidità per diversificare gli attivi.
Oltre a queste due tipologie di titoli fanno parte delle attività anche le riserve di liquidità in valuta estera.
La differenza tra il totale delle attività e il totale delle passività forma il Patrimonio netto della banca.
Qual ora le attività detenute dalla Banca Centrale si svalutassero al punto di diventare minori delle passività (potrebbe succedere con un default di uno stato o in caso di cancellazione del debito) la banca potrebbe avere un patrimonio negativo e risulterebbe insolvente, ma a differenza di una normale istituzione bancaria o società, a cui probabilmente nessuno presterebbe denaro se al corrente che i debiti superano le attività, la Banca Centrale può crearsi il denaro da sola senza nessun limite teorico, denaro che andrà ad utilizzare per nuovi acquisti di attività al fronte di pareggiare i conti e aumentare l’utile.
In definitiva una banca centrale può salvare se stessa, ma questa manovra ha un prezzo nascosto. Infatti qual ora avvenisse un evento simile, le manovre di salvataggio prevedono la creazione di nuova moneta con conseguente aumento della base monetaria in circolazione che potrebbe generare un’inflazione molto elevata.
La variante dell’auto-salvataggio di una Banca Centrale è l’eventuale salvataggio di essa da parte di uno stato sovrano, che inietterebbe capitale con conseguente aumento dei debiti statali (precedentemente finanziati sempre dalla Banca Centrale che creò nuova moneta per finanziarli) che andrebbe a creare così una situazione di iper-inflazione che vedrebbe la scelta finale della banca in bilico tra il salvataggio di se stessa e la stabilità dei prezzi.
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Stop buyback, incremento casi corona virus USA.Questa settimana vedo un allungo del nostro amato gold in area 1803 non prima però di uno storno al prezzo di 1760 $ per oncia.
L'aumento inarrestabile dei casi di corona virus nelle Americhe e la FED che impone un interruzione agli acquisti di azioni proprie da parte di aziende americane quotate in borsa sposta la mia visione verso una posizione long . I più coraggiosi potranno puntare ad uno short su indici azionari.
Penso che uno spostamento di liquidità e degli investimenti verso strumenti finanziari più sicuri come gold o dollaro avverrà da questo momento fino a nuovo avviso.
Ciò non vuol dire che vedremo una discesa di tutto l'azionario americano.
Le recenti tensioni tra Stati Uniti e Unione Europea con nuovi dazi e il blocco del turismo non fa altro che aumentare la mia convinzione.
Pur ammettendo il fatto che questa quotazione XAUUSD sia composta da dollaro e oro, quindi entrambi investimenti sicuri, non cambia la mia visione long.
Combinando la volatilità del momento alla posizione presa posso decidere il momento di entrata e il momento di uscita sia in caso di stop loss sia in caso di take profit. Per queste info vi prego di fare riferimento al grafico.
Cosa sta accadendo ai mercati?La diffusione su larga scala del coronavirus (l'OMS ha dichiarato la pandemia) e la guerra commerciale attualmente in corso nel mercato del petrolio hanno avuto un effetto disastroso sui tutti i mercati.
Nel tentativo di frenare la caduta libera dei mercati, la Federal Reserve ha iniettato nel sistema finanziario nuovi contanti per un valore di ben 168 miliardi di dollari. La Banca Centrale Europea ha introdotto nel mercato un incentivo di 120 miliardi di euro ma non ha tagliato i tassi, il mercato si aspettava qualcosa di più e ha reagito di conseguenza...
Nuovi livelli per sfruttare il rimbalzo di EUR/USDDopo circa due settimane di ribassi vissute pericolosamente fino a testare il nuovo minimo a 1.0880$, l'Euro/Dollaro rimbalza efficacemente nell'ultima ottava, raggiungendo la parte superiore del canale discendente che domina le quotazioni da luglio scorso.
Più precisamente la trendline ribassista che sovrasta le quotazioni passando lungo le resistenze rispettivamente a 1.1210, 1.1140 e attualmente giacente a 1.1020$ circa, sintetizza in maniera inequivocabile il dominio ribassista.
A sostegno delle difficoltà di attrarre compratori i prezzi hanno disegnato una serie di doji line denominate tweezer, ovvero caratterizzate da massimi concentrati nell'intorno di prezzo tra 1.0990 e 1.1007$.
Questi livelli insieme ai pivot più alti oltre 1.1040, rappresentano delle buone opportunità per aprire posizione al ribasso dopo la buona valorizzazione di quelle precedenti, scaturite dal massimo relativo il 13 settembre scorso a 1.11$.
Conferme in tal senso arrivano anche dall'indicatore di trend cci che sul grafico giornaliero misura una pressione in acquisto già declinante e valori assoluti a -79 punti, con un picco più basso della linea rispetto ai top dello scorso settembre.
La prospettiva più concreta anche supponendo rialzi oltre i livelli indicati dalle resistenza più immediate a 1.1120, ad esempio è data dal fatto che il trend ribassista è troppo forte, alimentato dalle politiche ultra espansive della BCE e dalle prospettive sul ciclo economico europeo stagnanti se non addirittura recessive.
L'unico modo per potere parlare di inversione del trend di breve e medio termine è raggiungere e consolidare quota 1.1220$ , vero spartiacque tra le due tendenze contrapposte.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long: attendere la conferma di tutta la struttura reattiva di brevissimo termine estesa adesso ai supporti crescenti da 1.0880 a 1.1020 passando per i livelli chiave di 1.0940 e 1.0980$, configurazione che verrà confermata soltanto con il superamento di quota 1.1080$.
Mentre per gli amanti del rischio (contrarian) acquistare direttamente al test di quota 1.0940/920 con target oltre 1.1040 e stop a 1.0870$.
Per le posizioni short: continuare a privilegiare la strategia di vendere gli spunti fugaci ed instabili al rialzo dell'Euro le cui probabilità di discesa sono ancora elevate.
Più un dettaglio distribuire lungo quota 1.1020, 1.1060 e 1.1120$, ordini pendenti con stop loss unico a 1.1170 e target a 1.0940 prima e 1.0890 a seguire.
C'è attesa in USA per i dati sul PIL finale.Settimana di fuoco per WALL STREET
C'è attesa in USA per i dati sul PIL finale.
Il PIL in USA è uno degli appuntamenti più attesi dai TRADER PROFESSIONAL .
Il PIL USA finale sarà il risultato sulla crescita economica del 2019 e sopratutto un sunto sullo stato di salute della stessa economia USA.
Le attesa sul PIL sono per un calo al 2%, rispetto al 3.1% ultimo dato.
Se il PIL venisse confermato in discesa al 2% sarà una reale dimostrazione del rallentamento economico in corso, il ché giustificherebbe la recente manovra sui Federal Funds Rate (Tassi di Interesse) della Federal Reserve Bank.
A confermare tale ipotesi, l'annuncio del nuovo Quantitative Easing da parte di POWELL, Presidente Federal Reserve Bank, avvenuo nell'ultimo FOMC (Federal Open Market Committee)
Quali le attese per l'indice S&P500
Il movimento del super indice S&P500 rimane tuttavia rialzista sino alla tenuta della zona supportiva di area 2950 prima e 2900 punti indice.
In questi minuti S&P500 ha gli indicatori di momentum in ipercomprato ed il primo test dei 2950 & 2900 punti indice se eseguito merita una osservazione approfondita.
In caso di tenuta della zona supportiva il probabile rimbalzo chiama la zona resistenziale di area 3040 e 3102 punti indice.
Un eventuale aumento della volatilità ed abbandono della zona supportiva porta come obiettivo 2825 & 2775 punti indice S&P500.
Buon Trading
SantePTrader
Possibile triangolo ribassista
Attualmente la situazione euro dollaro sembra essere molto delicata anche alla luce della possibile decisione della FED sui tassi di interesse attesa per questa settimana.
Attualmente sembrano esserci un punto di controllo dei seller a 1.10835 e unoa 1.11054 la possibile rotturadi questi due punti di controllo potrebbe generare un trend rialzista con possibile supporto intorno a 1.12 dove sembrerebbe esserci un punto di controllo dei buyer.
Nel caso in cui i punti di controllo non vengano oltrepassati è possibile che si formi un trend ribassista con rottura della base del triangolo a 1.09251. Personalmente reputo questa figura di continuazione del trend come più probabile. Tuttavia per il momento il mio consiglio è di rimanere NEUTRI fino a sfondamento dei 2 POC a controllo seller o sfondamento della base del triangolo con conseguente conferma di indicatori tecnici che avvallino l'ingresso a mercato.
EUR/USD: livelli chiave per la settimanaEuro ancora debole nei confronti del Dollaro Usa nella settimana appena conclusa, a causa di un nuovo aggiornamento dei minimi relativi a 1.1027, culmine di un inizio disastroso.
L'abbandono dei massimi a 1.1160 ha infatti innescato un'ulteriore fase di debolezza recuperata in parte nel finale di ottava, con una chiusura oltre quota 1.1108 usd.
L'analisi delle configurazioni candlestick in proposito evidenzia la formazione di un three morning star dalla valenza positiva, ma solo in linea teorica.
Infatti l'estensione dell'ultima candela è assolutamente inadeguata a convalidare la natura reattiva del segnale, richiedendo come indispensabile una chiusura almeno oltre 1.1140 usd.
Naturalmente il movimento di recupero avvenuto dai minimi è di buono auspicio, come dimostra l'apertura di oggi e la bassa forza in vendita
L'indicatore di trend cci sul grafico giornaliero riesce ad evitare la permanenza entro la fascia di oscillazione da ipervenduto.
Ciò evidenzia come la linea di trend sebbene rimanga su valori negativi (da -178 circa a -89 pt), la pressione in vendita sia diventata calante facendo compiere un netto balzo ai valori assoluti del cci e ciò promette interessanti sviluppi operativi.
Infatti qualora la "mini" white candle in formazione oggi dovesse estendere il proprio range verso l'alto in direzione di quota 1.1160, si completerebbe il pattern candlestick prima citato.
Inoltre aumenterebbero le probabilità di verificare le resistenza oltre 1.1220, da cui collocare ordini al ribasso a prezzi vantaggiosi e buone prospettive di rendimento.
Infine lo scenario alternativo rialzista per rendersi concreto deve necessariamente oltrepassare la resistenza a 1.1280, livello essenziale per ribaltare le prospettive ribassiste del trend.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long: acquistare lungo il supporto intraday a 1.1110 appena formato con l'obiettivo primario il test di quota 1.1165 prima e 1.1210 a seguire, con stop loss di massimo 60 pips.
Con un profilo di rischio maggiore iniziare distribuire più ingressi al rialzo partendo dai prezzi di quotazione del momento e lungo eventuali ribassi a 1.1080 e 1.1040, con stop loss unico a 1.0970 usd.
Per le posizioni short: occorre riconfermare l'idea operativa della scorsa settimana ovvero che ingressi al ribasso immediati appaiono tardivi e molto rischiosi.
Per cui optare per la classica strategia di attendere i prezzi al varco, distribuendo più ordini di vendita lungo quota 1.1180 e 1.1240, con stop di massimo 60 pips e target sotto 1.1060 usd.
DXY DCon i tagli dei tassi d'interesse per il dollaro c'è stato un rialzo però la quotazione si sta avvicinando alla soglia di un TRIPLO MASSIMO che... se corretto porta ad un grande rialzo da parte del DOLLARO.
Io mi aspetto fra due/tre giorni un ribasso del DXY.
E' anche vero che bisogna anche vedere di quanto è il taglio che ora.. sembrerebbe essere di 0,25 punti basici.
Panic Sell a wall street si infiamma la volatilità?Ci siamo lasciati con l'attesa di conoscere i nuovi FED FUND, avevo pensato che sarebbero rimasti invariati, così è stato.
Non sono un mago ho seguito la logica lapalissiana, e cioè in USA c'è disaccordo tra governatori politici e governatori bancari.
Al precedente incontro del FEDERAL OPEN MARKET COMMITTEE, a dicembre 2018 per l'esattezza, il presidente TRUMP aveva consigliato di non aumentare i FED FUNDS RATE ma POWELL in quella occasione, preferì aumentare i tassi.
La mossa di POWELL ha suggerito al mercato azionario sp500 un'importante salito sino a sfiorare i massimi del 2018.
A marzo 2019 POWELL dichiara che non rivedrà i tassi al rialzo sino a fine 2019 ed in un giorno l'sp500 spaventa gli investitori.
A spaventare gli investitori ci sono molteplici indicazioni, una divergenza ribassista sull'indice SP500, il ritorno di fiamma del VIX che segna 16 punti/dollari.
L'indicazione più sensibile però arriva proprio dal mercato obbligazionario americano.
La decisione di lasciare invariati i tassi sino a fine 2019 è infatti una conferma che l’economia americana, continuerà a muoversi con crescita in rallentamento.
I livelli da monitorare per l'SP500 sono : Supporti: 2800 / 2775 / 2700 / 2675 Resistenze: 2825 / 2850 / 2875
I livelli da monitorare per il VIX sono : Supporti: 13,50 Resistenze:18 / 18,50 .
Buon Trading
SantePTrader
Fed Fund la decisione del FOMCLa FEDERAL RESERVE BANK si è accorta che il dollaro in salita ed i tassi al rialzo stanno causando qualche rallentamento economico in USA.
Il FEDERAL OPEN MARKET COMMITTEE, potrebbe quindi lasciare il tasso ufficiale invariato oggi.La FEDERAL RESERVE BANK si era impegnata a non aumentare i tassi sopratutto a fronte dell'ultimo sgambetto teso a TRUMP.
Intanto il dollaro forte non ha prodotto i risultati attesi, forse causa è il rallentamento economico globale e la volatilità dei mercati finanziari.Intanto le pressioni inflazionistiche si sono attenuate, a dimostrazione non ultimo la previsione ribassista di Mario DRAGHI presidente di BCE.
Buon Trading
SantePTrader