INVESCO ( IVZ ), Strategia rialzista di lungo periodoINVESCO ( IVZ ), Strategia rialzista di lungo periodo
DESCRIZIONE TITOLO:
Invesco Ltd. è stata fondata nel 1935 e ha sede ad Atlanta, in Georgia, con un ulteriore ufficio a Hamilton, nelle Bermuda. L'azienda era precedentemente nota come Invesco Plc, AMVESCAP plc, Amvesco plc, Invesco PLC, Invesco MIM e H. Lotery & Co. Ltd. Invesco Ltd. è un gestore di investimenti di proprietà pubblica. L'azienda fornisce i suoi servizi a clienti al dettaglio, clienti istituzionali, clienti con un patrimonio elevato, enti pubblici, aziende, sindacati, organizzazioni no-profit, dotazioni, fondazioni, fondi pensione, istituzioni finanziarie e fondi sovrani. Gestisce portafogli azionari e a reddito fisso separati e focalizzati sul cliente. L'azienda lancia inoltre fondi comuni di investimento azionari, a reddito fisso, su materie prime, multi-asset e bilanciati per i propri clienti. Lancia fondi negoziati in borsa azionari, a reddito fisso, multi-asset e bilanciati. L'azienda lancia e gestisce anche fondi privati. Investe nei mercati azionari e a reddito fisso pubblici di tutto il mondo. L'azienda investe anche in mercati alternativi, come le materie prime e le valute. Per la parte azionaria del suo portafoglio, investe in titoli growth e value di società a grande, media e piccola capitalizzazione. Per quanto riguarda la parte a reddito fisso del portafoglio, la società investe in titoli convertibili, titoli di Stato, obbligazioni municipali, titoli del Tesoro e liquidità. Investe inoltre in obbligazioni a breve e medio termine, obbligazioni investment grade e high yield, obbligazioni imponibili ed esenti da imposte, prestiti senior garantiti e titoli strutturati come asset-backed securities, mortgage-backed securities e commercial mortgage-backed securities. L'azienda impiega strategie absolute return, global macro e long/short. Per effettuare i propri investimenti si avvale di analisi quantitative.
DATI: 28/ 09 /2024
Prezzo = 17,54 Dollari
Capitalizzazione = 7,939B
Beta (5 anni mensile) = 1,42
Rapporto PE ( ttm ) = N/D
EPS ( ttm ) = -0,74
Target Price Invesco di lungo periodo:
1° Target Price: 23.40 Dollari
2° Target Price: 28.69 Dollari
3° Target Price: 33.97 Dollari
4° Target Price: 41.50 Dollari
5° Target Price: 51.10 Dollari
Analisi fondamentale
AVIO ( AVIO ), Strategia rialzista di lungo periodoAVIO ( AVIO ), Strategia rialzista di lungo periodo
DESCRIZIONE TITOLO:
L'azienda è stata fondata nel 1984 e ha sede a Colleferro, in Italia. Avio S.p.A., attraverso le sue controllate, progetta, sviluppa, produce e integra lanciatori spaziali in Italia e a livello internazionale. Si occupa di progettazione, sviluppo, produzione e integrazione di sistemi di trasporto spaziale; sistemi di propulsione solida e liquida per lanciatori; sistemi di propulsione solida per missili tattici; sistemi di propulsione liquida per satelliti; sistemi di propulsione liquida ambientale per futuri lanciatori e moduli orbitali; infrastrutture di terra per la preparazione e il lancio dei lanciatori.
DATI: 28/ 09 /2024
Prezzo = 12.54 Euro
Capitalizzazione = 316,862M
Beta (5 anni mensile) = 0,71
Rapporto PE ( ttm ) = 33,00
EPS ( ttm ) = 0,38
Target Price Avio di lungo periodo:
1° Target Price: 12.96 Euro
2° Target Price: 14.58 Euro
3° Target Price: 16.64 Euro
4° Target Price: 22.55 Euro
5° Target Price: 32.15 Euro
6° Target Price: 41.80 Euro
7° Target Price: 47.75 Euro
Crescita robusta, ma il bilancio resta il tallone d'AchilleIn concomitanza con la pubblicazione degli utili semestrali di JD Sports LSE:JD. , è arrivata una notizia di rilievo: il nuovo CEO di Nike, Elliott Hill, ha ricevuto un voto di fiducia proprio dal rivenditore britannico. Dominic Platt, direttore finanziario di JD Sports, ha infatti dichiarato che Nike sta facendo tutte le cose giuste per rilanciare la domanda, citando in particolare il successo delle linee da corsa Vomero, Pegasus e P-6000.
Hill, tornato alla guida di Nike lo scorso ottobre dopo oltre trent’anni in azienda, è impegnato in un piano di inversione di tendenza che punta sia al rilancio delle scarpe da corsa e da ginnastica sia al rafforzamento dei rapporti con i rivenditori. Un segnale incoraggiante per Nike, soprattutto considerando che i suoi prodotti rappresentano circa il 45% delle vendite di JD Sports.
Per un confronto degli utili di maggio 2025 clicca quì .
Liquidità e struttura finanziaria
Current ratio: (1,35 ≥ 1,28) in linea con la soglia settoriale, indica una discreta copertura delle passività a breve.
Quick ratio: (0,44 < 0,69) sotto soglia, segnala liquidità immediata insufficiente; l’azienda dipende molto dal magazzino.
Debt/Equity: (1,34 > 1,19) livello di indebitamento superiore alla media, aumenta il profilo di rischio.
Cash/Debt: (0,14 < 0,35) disponibilità di cassa limitata rispetto al debito, ulteriore campanello d’allarme.
Struttura finanziaria fragile, con forte dipendenza dal debito e liquidità immediata insufficiente.
Redditività e crescita
Margini: tutti sopra le soglie (lordo 47,1%, operativo 7,5%, netto 4,1%), segnalano buona efficienza operativa.
Margine FCF: (6,9% > 5,0%) flusso di cassa operativo positivo e superiore alla media.
Crescita fatturato: (+14,6% > 2,0%) ed EPS: (+58,8% > 2,9%) - crescita molto solida, segno di recupero competitivo.
SG&A: (39,6% > 30,7%) costi operativi elevati, fattore che potrebbe comprimere i margini nel lungo periodo.
ROA: 5,2%, ROE: 19,6%, ROIC: 8,9% - tutti sopra le soglie, ottima efficienza nell’uso delle risorse e ritorno sul capitale.
Crescita e redditività in netto miglioramento, ma con costi operativi relativamente alti.
Valutazione di mercato
P/E: 9,1 (<< 19,8)
PEG: 0,15 (molto interessante, segnala sottovalutazione rispetto alla crescita)
P/S: 0,37, P/CF: 3,5, P/FCF: 5,4, EV/EBITDA: 4,4 → tutti indicano forte sottovalutazione relativa.
P/B: 1,65 equo rispetto al patrimonio.
Prezzo/Cassa: (8,7 > 7,6): leggermente oltre soglia, ma coerente con la bassa cassa disponibile.
Performance mercato 1Y: (-40%) il titolo ha subito un forte repricing, probabilmente scontando debolezze strutturali e attese più basse.
Dividendi: rendimento contenuto (1,14%) e payout: incoerente (2000%), indice di politiche di distribuzione non sostenibili.
Valutazione di mercato estremamente compressa, riflette la sfiducia attuale ma offre potenziale di rivalutazione se il turnaround di Nike funziona.
Punti di forza
Crescita molto solida di fatturato ed EPS.
Margini superiori alla media del settore.
Multipli di mercato bassi → forte sottovalutazione.
Efficienza operativa e ritorni sul capitale elevati.
Debolezze
Struttura finanziaria fragile: basso quick ratio e cash/debt, debito elevato.
Costi SG&A sopra la media.
Politica di dividendi incoerente e potenzialmente insostenibile.
Crollo del titolo sul mercato (-40% in 1 anno).
Conclusione
JD Sports si conferma partner cruciale per Nike (45% delle sue vendite dipendono dal marchio), e il voto di fiducia al nuovo CEO Hill è un segnale incoraggiante.
I fondamentali mostrano JD Sports redditizia e in crescita, ma con una struttura finanziaria debole e forte pressione sul titolo in borsa.
Se il turnaround di Nike si consoliderà, le valutazioni attuali potrebbero rappresentare un’opportunità significativa, ma il rischio legato a liquidità e debito resta alto.
Rating complessivo: Classe A fondamentali redditizi e un potenziale di rivalutazione elevato, ma che porta con sé un rischio legato alla leva finanziaria e alla bassa cassa.
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ieri abbiamo potuto notare come su una presa dei massimi del giorno precedente vicino al numero psicologico tondo dei 3900 ci sia stata una forte reazione short. possibile presa di profitti? shot down visto temporaneo? vedremo. oggi nessun dato NFP se ne riparlerà settimana prossima.
📉 Shutdown USA e impatto su USD / XAUUSD
Cosa è successo???
Dal 1° ottobre 2025 il governo USA è ufficialmente in shutdown.
Il Congresso non ha approvato i fondi necessari → molte agenzie federali ferme o ridotte.
Servizi essenziali (difesa, traffico aereo, Social Security) attivi, ma gran parte delle attività bloccate.
Migliaia di dipendenti federali in congedo non retribuito.
🔎 Perché conta per i mercati
Il dollaro USA è la valuta centrale del sistema finanziario globale.
Quando i dati macro americani saltano o arrivano in ritardo, la visibilità sul ciclo economico e sulla politica monetaria della Fed si riduce → più incertezza, più volatilità.
📊 Dati mancanti: il caso NFP
Il Non-Farm Payrolls (3 ottobre) non è stato pubblicato.
Report probabilmente già raccolto ma “bloccato” finché lo shutdown non si risolve.
Senza NFP, i trader perdono il termometro principale sul mercato del lavoro e sull’inflazione salariale.
Effetto diretto:
I mercati reagiscono in modo eccessivo a dati minori (ISM, fiducia consumatori, jobless claims).
Aumenta l’incertezza sulle prossime mosse della Fed.
💵 Impatto sul Forex / USD
USD più volatile: mosse ampie anche su notizie secondarie.
Bias ribassista sul dollaro: shutdown visto come freno alla crescita.
Fed più incerta: senza dati chiari, il mercato riduce aspettative di rialzi → possibile pricing di tagli futuri.
Flussi di “risk-off”: più domanda per valute rifugio e metalli preziosi.
🟡 Focus su XAU/USD (Oro vs Dollaro)
Supporto a XAU: se USD perde forza, l’oro beneficia.
Narrativa pro-oro: con rischio recessione + Fed più dovish, cala il costo-opportunità di detenere oro.
Volatilità più alta: assenza del NFP = oro più reattivo a ogni headline o discorso Fed.
🔔 Conclusione
Senza NFP e con lo shutdown in corso, USD e XAU entrano in una fase di narrativa più che di dati.
Se i mercati leggono debolezza → oro favorito.
Se lo shutdown viene visto come evento temporaneo → USD può riprendersi velocemente.
⚖️ In questo contesto, la gestione del rischio è fondamentale.
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CAKEUSD (Crypto) Long#crypto #binance #coinbase #pancakeswap
🍰CAKE Token.
La recente crescita è trainata dagli aggiornamenti della piattaforma PancakeSwap.
PancakeSwap è uno degli exchange decentralizzati (DEX) più grandi al mondo, che opera sulla blockchain BNB Smart Chain (BSC), oltre che su Ethereum e Aptos.
A differenza degli exchange centralizzati (come Binance o Coinbase), consente agli utenti di scambiare criptovalute direttamente tra loro tramite smart contract, senza dover affidare i fondi a un intermediario.
Il modello di business principale si basa su un market maker automatizzato (AMM). Gli utenti forniscono liquidità depositando coppie di token in pool speciali e vengono ricompensati con commissioni di trading e token CAKE.
Il token CAKE è il cuore di questo ecosistema e svolge diverse funzioni chiave:
I possessori di CAKE possono partecipare alle votazioni, determinando lo sviluppo futuro del protocollo. I token possono essere investiti in stake in pool speciali per ricevere ricompense regolari. CAKE è utilizzato per lotterie, offerte iniziali di acquisto (IFO) e, più recentemente, per le scommesse sui mercati pronosticati.
A settembre 2025, il team di PancakeSwap ha annunciato l'espansione del mercato pronosticato a Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH).
Questa funzionalità consente agli utenti di scommettere con CAKE sui movimenti di prezzo delle due principali criptovalute.
Recentemente è stato effettuato un burn di 26 milioni di token CAKE.
Questa misura mira a ridurre l'offerta circolante, che, a parità di altre condizioni, potrebbe esercitare una pressione di supporto sul prezzo.
La piattaforma ha registrato una crescita in parametri chiave: il numero di utenti ha raggiunto circa 4,4 milioni e il valore totale bloccato (TVL) ha superato i 3,1 miliardi di dollari.
I recenti aggiornamenti principali, v3 e v4, hanno introdotto innovazioni come la "liquidità concentrata".
I token di liquidità di PancakeSwap possono essere utilizzati come garanzia su Lista DAO
Gli svantaggi significativi includono:
Sebbene il progetto si sia esteso ad altre blockchain, rimane fortemente legato all'ecosistema BNB Chain.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 02.10.2025Lo shut-down Usa è iniziato, ma Wall Street tira dritto, a nuovi massimi.
Trattative in corso Dem e Rep per una soluzione «bypartisan».
Oro, preziosi e cryptos in evidenza: l’incertezza li premia.
Borse asiatiche si confermano tra i nuovi «darling» del 2025.
I mercati finanziari hanno inaugurato ottobre con un atteggiamento di cauta fiducia, nonostante l’avvio del primo shutdown del governo statunitense da sette anni. La chiusura positiva di settembre ha fatto da traino ai listini europei, che hanno mostrato un rimbalzo ordinato. Tuttavia, la paralisi politica a Washington ha riportato al centro del dibattito il tema della fragilità istituzionale e del suo impatto sui mercati globali.
Il mancato accordo tra Congresso e Casa Bianca sul bilancio federale ha fatto scattare lo stop automatico alle attività governative non essenziali. Le trattative si sono bloccate principalmente sulle richieste dei Democratici per maggiori fondi destinati alla sanità.
Il vicepresidente JD Vance ha cercato di rassicurare gli operatori finanziari, dichiarando che non si attende uno shutdown prolungato e che l’amministrazione confida nell’appoggio di almeno altri cinque senatori democratici moderati, oltre ai tre che hanno già votato insieme ai repubblicani.
L’ultimo blocco federale, anch’esso sotto la presidenza Trump, durò circa un mese e comportò effetti economici tangibili. Secondo le stime del Congressional Budget Office, l’attuale impasse potrebbe avere conseguenze significative: circa 750.000 dipendenti federali resteranno senza lavoro, con un impatto di Us$ 400 milioni/giorno in termini di mancati stipendi. Inoltre, lo shutdown sospenderà servizi governativi fondamentali e ritarderà la pubblicazione di dati economici chiave, compreso il rapporto sull’occupazione di settembre, molto atteso dagli investitori.
Nonostante questo scenario, la reazione dei mercati è stata contenuta. Wall Street ha chiuso in leggero progresso: Dow Jones +0,1%, Nasdaq +0,4% e S&P500 +0,3%.
Sul fronte obbligazionario, il rendimento del Treasury decennale è sceso al 4,09%, in calo di sei punti base, mentre l’oro ha aggiornato i massimi toccando quota 3.860 Dollari/oncia e avvicinandosi alla soglia psicologica dei 3.900 dollari, confermandosi bene rifugio per eccellenza.
In Europa, l’attenzione si è concentrata sui dati di inflazione dell’Eurozona. A settembre il dato è salito leggermente, ma le prospettive restano di discesa grazie al rallentamento della crescita salariale, ai prezzi energetici contenuti, a un euro più forte e a una domanda interna ancora moderata.
Sul fronte dei titoli di Stato, lo spread BTP/Bund si è ridotto a 81 bps, col rendimento del decennale italiano al 3,5%, quello tedesco al 2,69% e il francese al 3,51%, risultando leggermente superiore a quello italiano.
A Piazza Affari l’indice ha guadagnato 0,83%, in linea con le altre borse europee. Sul tema delle finanze pubbliche italiane, secondo Bloomberg la bozza di bilancio 2025 in discussione prevede un deficit pari al 3% del PIL, cioè entro il massimo consentito dall’Unione Europea. La stima di crescita è +0,6% nel 2025 e +0,7% nel 2026. Rientrare nei parametri di Maastricht potrebbe aprire la strada a un’uscita dell’Italia dalla procedura europea per disavanzo eccessivo.
Dall’altra parte dell’Atlantico, i dati sul mercato del lavoro hanno sorpreso in negativo. L’ADP Employment Report ha segnalato una perdita di 32.000 posti di lavoro nel settore privato a settembre, contro attese per un incremento di 50.000. Ad agosto la revisione aveva già mostrato una lieve contrazione di 3.000 posti. Il dato alimenta la percezione che il mercato del lavoro americano stia rallentando più rapidamente del previsto, fattore che potrebbe influenzare le prossime mosse della Federal Reserve.
Il dollaro ha reagito indebolendosi: l’euro è salito a 1,175, in rialzo dello 0,2%. In direzione opposta l’oro, che continua a rafforzarsi come bene rifugio, mentre anche Bitcoin ha ripreso quota, riportandosi a 118.500 dollari, riaffermando, almeno temporaneamente, un ruolo simile a quello dell’oro in contesti di incertezza.
In Asia la scena è stata dominata dalla Corea, con l’indice Kospi in rialzo, +3% e i titoli tecnologici sugli scudi. Samsung ha guadagnato +5% e Hynix addirittura +11%, toccando massimi pluriennali grazie all’annuncio di accordi preliminari con OpenAI per la fornitura di chip per il progetto Stargate.
In Giappone Nikkei225 a +0,7%, sostenuto dal quarto giorno consecutivo di rafforzamento dello yen, scambiato a quota 147 contro dollaro. La fiducia delle grandi imprese nipponiche è migliorata per il secondo trimestre consecutivo, aumentando le probabilità di un imminente rialzo dei tassi da parte della Bank of Japan. Sul fronte politico, i media locali anticipano che il nuovo leader del Partito Liberal-Democratico sarà anche destinato a diventare Primo Ministro, anche se la coalizione di governo ha perso la maggioranza in entrambe le camere del Parlamento.
Gli indici globali confermano il trend positivo: sia l’MSCI All Countries che l’MSCI Asia Pacific hanno aggiornato i propri massimi storici.
Il petrolio resta debole, col Brent a 65,7 dollari/barile in un andamento laterale, dopo che le scorte statunitensi sono aumentate di 1,792 milioni barili a 416,5, ben oltre le attese di +0,3 milioni. La produzione americana è salita a 13,5 milioni barili/giorno, il livello più alto da marzo, favorita dall’aumento per la quinta settimana consecutiva del numero di impianti di trivellazione.
Informazioni importanti
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Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
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Buongiorno
Gold si trova attualmente vicino ai 3900, proprio in corrispondenza della chiusura mensile di settembre e apertura di ottobre.
Zona interessante, ma anche ad alto rischio considerando quanto siamo già alti.
In questo contesto, la strategia più sensata è attendere ritracciamenti su livelli chiave, confermati da timeframe maggiori, per valutare ingressi a favore di trend.
Il tutto deve essere gestito con grande attenzione al money management e con un rapporto rischio/rendimento coerente.
Come dico spesso, le condizioni migliori per valutare setup arrivano nel pre-mercato e durante la sessione americana: dalle 14:00 (pre-news), passando per le news delle 14:30, fino alle 15:30.
In questa fascia oraria abbiamo spesso la possibilità di trovare occasioni più interessanti e ben strutturate.
🔶 Gold – fondamentali recenti
La spinta arriva da domanda difensiva (“safe-haven”) per l’incertezza politica/economica negli USA e nel mondo.
Il governo USa è in “shutdown”, che alimenta l’incertezza sui dati macro e la politica monetaria.
Molti analisti danno per scontata una riduzione dei tassi Fed nel corso di ottobre, il che favorisce asset che non pagano interessi (come l’oro).
Altri fattori che rafforzano: tensioni geopolitiche, acquisti da parte di banche centrali, deficit dell’offerta (in certi casi per metalli come argento).
💵USD – fondamentali e prospettive
Il dollaro è debole contro molte valute in questo momento, in parte per le attese di tagli ai tassi Fed e per il rischio fiscale/di fiducia.
Il 2 ottobre, la Corte Suprema ha permesso alla governatrice Fed Cook di mantenere il suo ruolo fino al procedimento – ciò ha dato un piccolo supporto al dollaro, attenuando la discesa.
Rischi che possono invertire la tendenza:
Inflazione “sticky” (i prezzi nel settore servizi restano alti) che impedisce tagli rapidi dei tassi.
Dati economici migliori del previsto: se i dati sull’occupazione risalgono, il mercato potrebbe ritardare i tagli Fed e il dollaro riprendere forza.
Il “crowded trade” ribassista sul dollaro: se molti spingono USD short, rimbalzi tecnici sono possibili.
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Il franco svizzero (CHF) è troppo caro sul mercato ForexAttualmente esiste un notevole paradosso sul mercato valutario (Forex): il franco svizzero (CHF) è la valuta leader tra le principali valute FX nel 2025, sebbene, tra le grandi banche centrali, la Banca Nazionale Svizzera (BNS) sia l’unica ad aver riportato il suo tasso di interesse principale allo 0 %.
Il franco svizzero presenta quindi un carry trade negativo e tuttavia rimane la valuta più forte del mercato dei cambi quest’anno. Questa anomalia, alla luce della divergenza delle politiche monetarie, potrebbe correggersi nei prossimi mesi, con un franco che potrebbe perdere la sua posizione di leadership nel Forex.
1. Il franco svizzero (CHF) è la valuta più forte del FX nel 2025
Nel primo grafico qui sotto, l’SXY è la valuta più performante del Forex nel 2025. “SXY” è il codice dell’indice della valuta franco svizzero sul Forex. Al contrario, il grafico mostra che il dollaro USA (DXY) occupa quest’anno l’ultimo posto in classifica.
Il franco svizzero ha guadagnato oltre il 14 % dall’inizio dell’anno, mentre nello stesso periodo la BNS ha riportato il suo tasso di riferimento allo 0 %.
2. Un’anomalia monetaria alla luce dei differenziali dei tassi di interesse tra le grandi banche centrali e dei rendimenti obbligazionari
Il franco svizzero non dovrebbe guidare il Forex quest’anno alla luce della divergenza delle politiche monetarie e dei differenziali dei tassi di interesse, che giocano contro di lui su tutti gli orizzonti temporali.
I due grafici seguenti mostrano che il tasso di riferimento della BNS è pari a zero, il più basso tra tutte le grandi banche centrali. Di conseguenza, come mostra il secondo grafico, i rendimenti obbligazionari di mercato sono sfavorevoli al franco svizzero, con un carry trade negativo o al massimo neutro.
3. La forza del franco svizzero (CHF) si spiega con fattori macroeconomici e con il suo ruolo di “bene rifugio”
La forza del franco svizzero si basa sulla credibilità della BNS e sulla sua politica prudente, su un’economia solida con avanzo delle partite correnti e basso debito, sul suo ruolo di bene rifugio nei periodi di incertezza, su un’inflazione interna contenuta che preserva il potere d’acquisto e su una reputazione internazionale paragonabile a quella dell’oro o dello yen. Il grafico sottostante illustra la correlazione positiva tra il franco e il prezzo dell’oro.
4. L’analisi tecnica evidenzia una possibile divergenza rialzista sul cambio USD/CHF
Il franco svizzero ha quindi solidi motivi fondamentali per guidare il FX, grazie alla forza e alla stabilità dell’economia elvetica. Tuttavia, il carry trade negativo non dovrebbe permettergli di mantenere questa posizione di leadership, e le prime divergenze rialziste si stanno già formando sul cambio USD/CHF.
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WisdomTree - Tactical Daily Update - 01.10.2025S’è chiuso un 3’ trimestre splendido per oro, borse asiatiche, Usa ed EU.
Democratici e Repubblicani in disaccordo per evitare lo "shut-down"
Petrolio e Dollaro i «looser» del trimestre.
Cryptos, argento e metalli industriali di nuovo ben comprati.
Settembre si è chiuso con una nota positiva per i mercati europei, spinti dal primo taglio dei tassi della Fed e capaci di scrollarsi di dosso – almeno in parte – le ombre geopolitiche e la guerra commerciale. L’Euro Stoxx 600 ha segnato il terzo mese consecutivo in rialzo (+2,7%), confermando il sentiment costruttivo.
Tra le piazze del Vecchio Continente, brilla ancora Madrid (+3,6%), già “maglia rosa” in agosto, seguita da Parigi (+2,5%) che ha ritrovato slancio dopo la crisi di governo. Più indietro Milano (+1,3%), mentre Francoforte (-0,6%) resta in territorio negativo. A trainare gli scambi, i settori più ciclici: materie prime (+9,2%), retail (+8,2%) e tecnologia (+6,8%). In calo invece il comparto food & beverage (-4,8%).
Il 30 settembre ha portato tensioni per il rischio di shutdown Usa, con Borse europee caute ma in recupero nel finale: Milano +0,4%, Parigi sopra la parità. Oltreoceano, Wall Street ha chiuso in verde: Dow Jones +0,18%, Nasdaq +0,30%, S&P500 +0,41%. Con questo, si è archiviato un terzo trimestre brillante: S&P +7,4%, Nasdaq quasi +11%, Dow +1,7% (quinto trimestre consecutivo in crescita).
Settembre è stato il migliore degli ultimi 15 anni per l’S&P500 (+3,5%), mentre il trimestre, +7,4%, miglior risultato dal 2020. Da inizio 2025, l’indice avanza +13,7%, con un record toccato il 23 settembre a 6.699 punti.
Storicamente, il quarto trimestre è il più favorevole per Wall Street: nell’80% dei casi dal 1928 a oggi si è chiuso in rialzo, con guadagni medi oltre il +4%. Ma i rischi non mancano: rallentamento della domanda di intelligenza artificiale, possibile debolezza macro, tensioni sul mercato obbligazionario.
Shutdown: storia nota, ma timing delicato: lo shutdown non è di solito un fattore di grande impatto, ma questa volta arriva in un contesto più fragile. Le agenzie di rating (Moody’s ha già declassato gli Usa a maggio) potrebbero rivedere il merito di credito. Senza accordo tra Democratici e Repubblicani, il blocco delle attività governative scatterebbe già oggi, 1° ottobre.
I dati macro più attesi, e a rischio di non-pubblicazione, restano i non-farm payrolls di venerdì. Intanto, i JOLTS (offerte di lavoro insoddisfatte) confermano domanda stabile di lavoro, ma la fiducia dei consumatori di settembre è scesa a 94,2 contro i 96 attesi.
Il vicepresidente Fed Jefferson avverte: mercato del lavoro in rallentamento sì, ma pressioni inflazionistiche ancora elevate. Non è comunque escluso un nuovo taglio da 25 punti base già a fine ottobre.
Oro superstar, petrolio in affanno:: l’oro continua la sua corsa, toccando i 3.871 dollari/oncia, per poi stabilizzarsi attorno a 3.800. Si tratta del settimo trimestre positivo negli ultimi otto (+16%), sostenuto da tensioni geopolitiche, acquisti delle banche centrali e debolezza del dollaro.
Sul fronte opposto, il petrolio resta debole: Brent sotto 68 dollari/barile. Tra lunedì e martedì ha perso -3% su rumors di nuovi aumento produttivo dell’Opec+, in dscussione in settimana.
Bond: seduta positiva per i titoli di Stato. Lo spread BTp-Bund resta stabile a 85 punti base, con rendimento decennale italiano al 3,56%. Lo spread OAT-Bund è a 82 bps.
Secondo Christine Lagarde, con i tassi al 2% l’ECB è ben posizionata per gestire eventuali shock. Anche il vicepresidente de Guindos ha ribadito che l’attuale livello è “adeguato”.
Nel Regno Unito, il PIL è salito dello 0,3% QoQ e dell’1,4% YoY, meglio dell’1,2% previsto.
In Italia, inflazione di settembre in calo: -0,2% MoM, +1,6% YoY.
Stamane, in Asia luci e ombre: con le borse cinesi e di Hong Kong chiusi fino all’8 ottobre, troviamo il Nikkei a -0,84%, lo yen si rafforza a 147,9 per dollaro (pur in calo del 2,7% QoQ).
A Taipei Taiex +1%, a Seul Kospi +0,7%.
L’India sorprende: Sensex +0,8% dopo un trimestre in calo del -7,4%. Le buone condizioni meteo migliorano le prospettive agricole e spingono l’ottimismo sui consumi interni.
L’indice Bloomberg Commodity (104,80 usd) ha chiuso il trimestre a +2,6%, trainato da oro (+16%), argento (+30%), caffè (+25%), rame (+4%), alluminio (+3,2%), acciaio (+10%). Zavorra invece da petrolio e gas (-2,5%).
Cripto in evidenza: Bitcoin scambia a 114.700 dollari, con un trimestre a +6,5%, che segue il +30% precedente. Il bilancio 2025 è +22%. Cresce l’appeal come “bene rifugio” parallelo all’oro.
Novità in arrivo: Vanguard valuterebbe di aprire ai suoi oltre 50 milioni di clienti (11.000 miliardi AUM) l’accesso a ETF su Bitcoin ed Ether di altre società.
Bond USA ed Europa: prevale la calma, col rendimento del Treasury decennale fermo a 4,14%, e volatilità contenuta. In Europa: Bund 2,71%, BTp e OAT 3,53%.
👉 In sintesi: settembre ha regalato una stagione di record a equity e oro, mentre petrolio e dollaro restano deboli. Ma il vero protagonista del Q4 sarà il braccio di ferro politico negli Usa: se lo shutdown si prolungherà, il rally di fine anno rischia di incepparsi.
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🚨 BREAKING NEWS
Il governo degli Stati Uniti si è fermato per la prima volta negli ultimi sette anni, mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e aprendo una nuova fase di incertezza per il secondo mandato di Donald Trump.
Lo shutdown, iniziato poco dopo la mezzanotte di Washington, è arrivato dopo il fallimento dei negoziati tra Repubblicani e Democratici per finanziare il governo federale all’inizio del nuovo anno fiscale.
Le agenzie federali si preparano a massicci tagli di personale e alla riduzione dei servizi pubblici, spingendo Washington in una delle più grandi crisi politiche dall’insediamento di Trump a gennaio.
🔴 Ci vediamo in live dopo.
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🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
-BUON TRADING
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-BE PATIENCE
Wall Street chiude settembre con record e rialziIl mese di settembre, storicamente considerato insidioso per i mercati azionari, quest’anno si è rivelato molto meno ostile di quanto temuto. Invece di assistere al consueto arretramento, gli indici principali hanno chiuso in solido rialzo negli ultimi trenta giorni e hanno persino archiviato un terzo trimestre di tutto rispetto, con risultati che hanno sorpreso in positivo. Non solo: si è giunti a un massimo storico di chiusura, un evento che ha confermato la forza del trend rialzista.
Il Dow Jones martedì ha scritto una pagina di storia, salendo dello 0,18% (pari a circa 82 punti) e attestandosi al nuovo record di 46.397,89 punti. Nell’arco del mese l’indice ha registrato un guadagno complessivo dell’1,9%. Contestualmente, l’S&P 500 ha messo a segno un progresso dello 0,41%, chiudendo a 6.688,46, mentre il Nasdaq è avanzato dello 0,30% (+70 punti circa), raggiungendo quota 22.660,01. Nel complesso di settembre, i due listini hanno guadagnato rispettivamente il 3,5% e un notevole 5,6%.
Questi risultati indicano come la consueta stagionalità ribassista di fine settembre sia stata ignorata dagli investitori. A fare da traino sono stati soprattutto due fattori: da un lato la rivoluzione tecnologica legata all’intelligenza artificiale, dall’altro le attese in merito ai tassi di interesse.
Lo spettro dello shutdown
Sul fronte politico, non si sono registrate novità significative a Capitol Hill nelle ultime ventiquattr’ore, ma si fa sempre più concreta la possibilità che il governo statunitense sospenda le proprie attività con l’inizio di ottobre. Gli investitori, per il momento, non sembrano agitati, sebbene preferirebbero poter ricevere regolarmente il rapporto sulle buste paga non agricole di venerdì, documento atteso come indicatore fondamentale per valutare un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve il mese prossimo.
Se lo shutdown dovesse concretizzarsi, quel rapporto, insieme a molti altri dati ufficiali, verrebbe rimandato. Storicamente, tuttavia, le chiusure governative si sono rivelate di durata limitata e con impatti relativamente modesti — in taluni casi persino positivi — sulle azioni. Va inoltre ricordato che il quarto trimestre è, statisticamente, il migliore dell’anno, con una ripresa che di solito si manifesta nella seconda metà di ottobre.
Il governo, al momento, resta operativo, e ciò ha permesso di pubblicare stamane il rapporto sulle offerte di lavoro (JOLTS): 7,23 milioni ad agosto, con un incremento di 19.000 unità rispetto al mese precedente e superiore alle aspettative del mercato. Domani, nonostante l’incertezza, saranno diffusi anche i dati sulle buste paga private di ADP. Tuttavia, questi ultimi non hanno lo stesso peso del rapporto ufficiale sulle buste paga non agricole, che rischia di slittare proprio quando l’attenzione della Fed è particolarmente rivolta al mercato del lavoro.
Rally serale e comportamento del mercato
Nella giornata di ieri, le azioni avevano aperto il pre-mercato con una certa debolezza, salvo poi innescare un nuovo rally serale, dinamica ormai frequente quando gli indici si avvicinano ai massimi storici. Anche in questa circostanza, i ribassisti — i cosiddetti “orsi” — non sono riusciti ad avere la meglio, e la settimana sembra destinata a chiudersi con ulteriori record. L’S&P 500 ha guadagnato lo 0,41%, mentre il Nasdaq ha aggiunto lo 0,28%.
Sul finire del mese, il mercato ha conosciuto una seduta più cauta: le azioni hanno chiuso il periodo in lieve calo, con le small cap in maggiore difficoltà, mentre l’attenzione degli operatori restava focalizzata sull’imminente chiusura del governo. Tuttavia, la solidità complessiva dell’offerta ha garantito un altro mese favorevole per i compratori.
Altri mercati: petrolio e Treasury
Sul fronte delle materie prime, il greggio è rimasto sotto pressione, in seguito alle indiscrezioni secondo cui l’OPEC+ potrebbe aumentare l’offerta già a novembre. Nel frattempo, i rendimenti dei titoli del Tesoro hanno mostrato un andamento sostanzialmente stabile, con leggere flessioni.
Aggiornamento politico e possibili conseguenze
La chiusura parziale del governo sembra ormai quasi inevitabile, con la scadenza fissata per le ore 00:01 del 1° ottobre. La riunione di lunedì alla Casa Bianca non ha portato a un accordo: il nodo centrale resta il finanziamento dei sussidi all’ACA. A differenza del 2018, l’Office of Management and Budget ha chiesto alle agenzie federali di prepararsi a licenziamenti reali piuttosto che a semplici congedi temporanei.
I piani di emergenza variano da un dipartimento all’altro. Il Dipartimento del Commercio, ad esempio, continuerà a portare avanti le proprie indagini commerciali di sicurezza nazionale. Alcune attività fondamentali, come previdenza sociale, Medicare, TSA, controllo del traffico aereo e operatività della Fed, resteranno in funzione. Invece, i dati economici cruciali diffusi da BLS e BEA — tra cui occupazione, inflazione, PIL e vendite al dettaglio — non verrebbero pubblicati, costringendo gli operatori a basarsi su fonti private e rapporti interni della Federal Reserve.
Sul piano politico, la prospettiva è di uno stallo prolungato. Il sito Punchbowl ha richiamato l’attenzione su un tweet definito “squilibrato e offensivo” dell’ex presidente Trump, segnalando come i democratici stiano cercando di ampliare le divisioni tra lui e i repubblicani di Capitol Hill. Per contro, gli stessi legislatori repubblicani dichiarano che non è ancora chiaro quali concessioni i democratici considerino necessarie per evitare o interrompere lo shutdown.
Reazione dei mercati
Al momento, il mercato appare in attesa: prevalgono contrattazioni laterali e un certo nervosismo, senza che si sia ancora manifestata una reazione netta ai titoli di giornale. La verità è che, finché non si saprà se verrà trovato un accordo dell’ultimo minuto per prorogare i finanziamenti federali, gli operatori resteranno cauti.
Bilancio del trimestre e prospettive
Nonostante le incertezze politiche, i numeri parlano chiaro: settembre ha offerto un esito sorprendentemente positivo e ha spalancato la strada a un terzo trimestre robusto. Il Nasdaq ha guadagnato oltre l’11% nei tre mesi, l’S&P 500 il 7,8% e il Dow Jones il 5,2%. Considerando che il quarto trimestre è storicamente il migliore dell’anno, le prospettive per la parte finale del 2025 appaiono incoraggianti.
Finora l’anno è stato straordinario, e vi sono motivi per credere che possa concludersi in maniera ancora più brillante.
Marco Bernasconi Trading
Shutdown: il rapporto NFP di venerdì 3 ottobre è a rischio?Lo shutdown iniziato il 1° ottobre negli Stati Uniti potrebbe sconvolgere la pubblicazione di dati economici chiave. Il tanto atteso rapporto sull’occupazione (NFP), previsto per il 3 ottobre, rischia infatti di essere sospeso o rinviato se il governo federale rimane chiuso. Un’incertezza che potrebbe pesare sui mercati finanziari già alla ricerca di visibilità.
Il quarto trimestre di Borsa è iniziato questa settimana e gli investitori guardano già all’andamento di ottobre, dopo che l’S&P 500 ha registrato una solida performance rialzista nel terzo trimestre. Sono i fondamentali di primo livello a generare i principali movimenti di mercato, in particolare quelli che incidono sulle prospettive di politica monetaria della Federal Reserve.
Come ogni primo venerdì del mese, anche questa settimana – venerdì 3 ottobre – sarà pubblicato il rapporto sul mercato del lavoro statunitense (NFP). Questo dato macroeconomico sarà il principale driver fondamentale della settimana. Ricordiamo che la Fed ha tagliato il tasso dei federal funds a settembre perché l’economia statunitense non ha praticamente creato posti di lavoro negli ultimi cinque mesi.
1. Il mercato del lavoro statunitense è in netto rallentamento dall’inizio dell’anno e la soglia di allerta della Fed è fissata a un tasso di disoccupazione del 4,5%
Il grafico principale (in alto) mostra il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, la cui tendenza è in crescita. Nella sua ultima revisione delle proiezioni macroeconomiche, la Fed ha indicato che la sua soglia di allerta per la disoccupazione è al 4,5% della popolazione attiva.
Il rapporto NFP di venerdì 3 ottobre aggiornerà questo tasso, attualmente al 4,3%. Qualsiasi aumento farebbe salire in modo significativo la probabilità di un taglio “jumbo” della Fed nella decisione del 29 ottobre.
I grafici sottostanti (fonte: Bloomberg) illustrano il progressivo deterioramento del mercato del lavoro statunitense:
2. Allo stato attuale, e prima del NFP, la probabilità di un taglio “jumbo” della Fed mercoledì 29 ottobre è minima
Un taglio “jumbo” significa ridurre il tasso dei federal funds di 50 punti base (0,50%). Solo un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro nel rapporto NFP del 3 ottobre potrebbe aumentare la probabilità di tale scenario.
La tabella sottostante, tratta dal CME Fed Watch Tool, mostra la probabilità implicita di un’azione della Fed nelle prossime decisioni di politica monetaria:
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GOLD | Finalmente un po' di momentum a favore degli orsi.Salve traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso, ve lo consiglio.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
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Finalmente si inizia a vedere qualche movimento interessante per lo SHORT!
Guardate che bel crollo, è arrivato in una manciata di ore fino a quasi l'imbalance, e ha fatto la ricerca di liquidità dei minimi di cui vi avevo parlato nell'ultimo post.
Era molto interessante valutare LONG in quella zona, certo non sarebbe stato semplice considerata l'enorme volatilità presente in quel momento, ma comunque ci si sarebbe potuto fare un pensierino, è partito un ottimo movimento che ha riportato il prezzo sui massimi di oggi.
Adesso non è semplicissimo capire cosa farà, e nemmeno mi interessa, io ho segnato le mie zone rilevanti e valuterò posizionamenti lì.
Ho la zona short, la supply fresca creata questa mattina che combacia con il massimo storico attuale, e poi vorrei ancora che prendesse come si deve l'imbalance giornaliero, che ora ci combacia con il minimo daily, quindi abbiamo anche della liquidità.
Attendiamo domani e vediamo cosa si può fare, buona serata.
Spero che questi livelli possano tornarvi utili.
- Fulmine VERDE: Zona di valutazione LONG;
- Fulmine ROSSO: Zona di valutazione SHORT.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
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Operate sempre responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 30.09.2025Torna, puntuale, il rischio di shut-down del settore publico Usa.
Democratici e Repubblicani alla ricerca di un accordo sul tema.
Metalli preziosi segnano record continui, risveglio di quelli industriali.
Nasdaq e listini asiatici i «winners» del terzo trimestre 2025.
I mercati globali si muovono con il fiato sospeso davanti al rischio di shutdown del governo statunitense, un’eventualità che potrebbe bloccare la pubblicazione del rapporto sulle buste paga di settembre, atteso venerdì, insieme ad altri dati economici cruciali. Al centro della scena, il presidente Donald Trump, che oggi incontra i leader democratici e repubblicani al Congresso per trovare un’intesa sull’estensione dei finanziamenti governativi.
Ma lo stallo resta evidente. Il vicepresidente JD Vance ha dichiarato: “Penso che ci stiamo dirigendo verso uno shutdown perché i Democratici non faranno la cosa giusta. Spero che cambino idea, ma vedremo”. Con poche ore per un accordo, i due partiti continuano a rinfacciarsi rigidità, lasciando aperto il rischio di blocco federale.
L’incertezza politica spinge gli investitori verso i beni rifugio, con l’oro che aggiorna i suoi massimi: 3.864 dollari l’oncia (+0,7%), livello record che consolida un rally poderoso da inizio anno.
Sul fronte azionario, la seduta di ieri, 29 settembre, è stata opaca per l’Europa: Cac 40 +0,13%, Dax 30 +0,02%, Ftse 100 +0,16%, mentre a Milano il Ftse Mib ha perso lo 0,22%. Meglio Wall Street, che ha chiuso con un timido ottimismo: Dow Jones +0,15%, S&P500 +0,26%, Nasdaq +0,48%.
Ma Trump ha rilanciato un nuovo fronte nella sua politica commerciale: “Gli Stati Uniti imporranno dazi del 100% su tutti i film prodotti all’estero”, ha scritto su Truth, denunciando che l’industria cinematografica americana è stata “rubata come le caramelle a un bambino”.
In Europa, l’agenda macro dei prossimi giorni è fitta. In Germania le vendite al dettaglio di agosto dovrebbero rimbalzare dello 0,6% dopo il calo di luglio (-0,9%). Mercoledì sarà la volta del tasso di disoccupazione, previsto stabile al 6,3%. In Italia, riflettori sugli indici PMI manifatturieri di settembre, stimati in calo a 49,9 punti, di nuovo in area recessiva, dopo la sorpresa di agosto (50,4).
Intanto a Roma il governo lavora al nuovo piano pluriennale, con fonti che parlano di un deficit/Pil vicino al 3% o poco sotto per il 2025. Le entrate fiscali superiori alle attese e interessi più bassi sul debito consentirebbero un disavanzo più contenuto: ciò permetterebbe all’Italia di chiudere la procedura Ue per deficit eccessivo entro metà 2026, un anno prima del previsto.
Sul fronte industriale, il Ministro delle Imprese Adolfo Urso ha commentato il possibile dazio del 15% sulle auto verso gli Stati Uniti: “In molti comparti del Made in Italy il 15% non è insormontabile. I nostri concorrenti spesso pagano dazi ben più alti”. Tuttavia, ha aggiunto, sarà cruciale definire i dettagli finali dell’accordo.
Oggi, 30 settembre, il rischio shutdown pesa solo marginalmente sui listini, mentre l’oro continua la sua corsa. I future su Wall Street e Eurostoxx restano piatti.
In Asia, la seduta è stata contrastata. In Giappone, il Nikkei 225 chiude sulla parità, con la produzione industriale in calo per il secondo mese consecutivo ad agosto, segno della prudenza delle imprese in un contesto globale reso incerto dai dazi Usa. Nella sfera cinese, mercati poco mossi: Hang Seng -0,1%, CSI 300 +0,2%, con il manifatturiero che segna il sesto mese consecutivo di contrazione, il periodo più lungo dal 2019. In Corea, Kospi invariato; in India, il BSE Sensex resta sulla parità, con la Reserve Bank of India attesa lasciare i tassi invariati, mentre un taglio da 25 bps sarebbe una sorpresa positiva.
Guardando al trimestre appena concluso, emergono performance di rilievo: Nasdaq +12%, Hang Seng +11%, e soprattutto CSI 300 +18%. Poco sotto il +10% si piazzano Brasile e Taiwan, mentre tra il +5% e il +10% troviamo il Nikkei giapponese (+7,9%) e il Kospi (+8%). A livello globale, MSCI World e MSCI Emerging Markets corrono appaiati a +6,3% nel trimestre, confermando la tendenza vista nel secondo: rispettivamente +16% e +23% da inizio anno.
Il rally dell’oro resta il protagonista indiscusso del 2025: 3.860 dollari/oncia in apertura, nuovo record, con un guadagno da inizio anno del +47%. Le riserve auree del Tesoro Usa hanno superato i 1.000 miliardi di dollari, oltre 90 volte quanto iscritto a bilancio.
Il dollaro resta stabile a 1,17 contro euro, sostenuto dalle attese sul lavoro. Gli economisti prevedono che a settembre siano stati creati 51.000 posti, contro i 22.000 di agosto. Un dato forte potrebbe frenare i tagli Fed: gli operatori ora prezzano circa 40 punti base di allentamento entro fine anno, la metà rispetto a inizio settembre. Da qui la view operativa: risalite del cambio nel range 1,17–1,20 rappresentano occasioni di diversificazione in dollari.
Tra gli asset digitali, Bitcoin ha ritrovato slancio: 114.400 dollari (+3%), ai massimi da 4 settimane, grazie al lancio di Crypto-as-a-Service di Binance, soluzione pensata per banche e broker che vogliono offrire servizi di trading sfruttando l’infrastruttura dell’exchange.
Sul mercato obbligazionario, calma piatta: Treasury decennale 4,15%, Bund 2,70%, BTP e OAT 3,53% dai precedenti 3,56%.
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Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
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🟡 Analysis Gold
Gold continua e non molla supportato da tutto. come sempre puntiamo a dei ritorni su livelli chiave per entrare Long a favore, finche non cambiano le dinamiche fondamentali e di priceaction.
🔑 Fattori chiave da monitorare
Politica Fed & Tassi d’Interesse
Il mercato si aspetta possibili tagli dei tassi entro fine anno, con crescita economica in rallentamento e inflazione più morbida.
Un tono “dovish” della Fed o dati inflattivi deboli potrebbero sostenere l’oro.
Al contrario, segnali “hawkish” (dati forti o dichiarazioni restrittive) rischiano di frenare il rialzo.
Forza/Debolezza del Dollaro USA
L’oro tende a beneficiare da un dollaro debole.
Un ritorno di forza del biglietto verde, spinto da dati solidi o flussi “safe-haven”, potrebbe invece pesare sulle quotazioni.
Domanda Rifugio & Rischi Geopolitici
Incertezze globali e tensioni politiche continuano a sostenere la domanda rifugio.
Un aumento dell’appetito per il rischio potrebbe portare prese di profitto, ma nuove tensioni riaccenderebbero gli acquisti.
Accumulo di Banche Centrali & ETF
Le banche centrali continuano ad accumulare oro indipendentemente dalle oscillazioni di breve.
Anche flussi positivi negli ETF restano un fattore di supporto.
📅 Outlook di Breve Periodo
L’oro resta vicino ai massimi storici, mostrando consolidamento e leggere pressioni correttive.
Probabile fase laterale o pullback tattico, salvo catalizzatori forti.
Sentiment “dovish” della Fed o dati macro deboli → possibilità di nuovi massimi.
Dollaro forte o segnali “hawkish” → rischio correzione con ritorno su aree di supporto.
⚠️ Nota politica: il vicepresidente USA JD Vance ha avvertito che il governo rischia lo shutdown, dopo il mancato accordo tra Donald Trump e i leader del Congresso in un vertice alla Casa Bianca.
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Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
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XAU | Ennesima impennata.Salve traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso, ve lo consiglio.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
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C'è poco da dire ragazzi, GOLD inarrestabile.
Come avete visto dalla mia pubblicazione di ieri, mi aspettavo si una reazione dalla mia powerful area, ma non fino a questo punto, infatti mi aspettavo una semplice presa di liquidità per poi correggere a ribasso, invece ha continuato imperterrito a rialzo senza fermarsi, ci reimpostiamo quindi LONG senza tanti giri di parole, attendo ora la zona segnata in basso che mi combacia con l'imbalance daily e cerchiamo di riposizionarci LONG in direzione dei 4000$ per oncia, che prima o poi arriveranno senza dubbio.
Non vi consiglio di rischiare posizionamento bearish, non è proprio il clima adatto.
Fate estrema attenzione a tutte le news che arriveranno in settimana, vi aggiornerò passo dopo passo.
Spero che questi livelli possano tornarvi utili.
- Fulmine VERDE: Zona di valutazione LONG;
- Fulmine ROSSO: Zona di valutazione SHORT.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
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Operate sempre responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
Macy's utili record, ma i fondamentali restano sotto pressioneIl 3 settembre 2025, Macy’s ha pubblicato i risultati trimestrali sorprendendo il mercato: gli utili hanno superato le stime del 117%, mentre i ricavi hanno registrato una sorpresa positiva del 2,3% rispetto alle attese.
Diamo ora uno sguardo ai fondamentali per comprendere meglio le ragioni di questa performance.
Per un confronto degli utili di maggio 2025 clicca quì .
Liquidità e struttura finanziaria
Current ratio: (1,43) e Quick ratio: (0,37): entrambi ben sotto le soglie settoriali → Macy’s ha debolezza di liquidità di breve periodo, specialmente considerando l’assenza di buffer immediati (quick ratio molto basso).
Debito/Equity: (1,27 vs ≤0,73): leva più alta rispetto alla media del settore, indica una struttura più rischiosa e dipendente dal debito.
Cash/Debt: (0,16 vs ≥0,86): molto debole, la liquidità copre solo una piccola parte del debito.
Fragilità finanziaria. Macy’s opera con un livello di indebitamento significativo e liquidità ridotta, quindi vulnerabile a shock esterni o cali di vendite.
Redditività e crescita
Margine lordo: (40,4%) sopra soglia → buona efficienza commerciale.
Margini operativo: (3,86%), ante imposte (3,22%) e netto (2,45%) → tutti sotto le soglie minime → pressione sulla redditività al netto dei costi.
Margine FCF: (1,13%) molto basso → capacità di generare cassa limitata.
Crescita fatturato YoY: (-3,77% vs ≥2,86%): calo dei ricavi → Macy’s non sta crescendo, è in contrazione.
EPS diluito crescita YoY: (5245%): numero distorto da base comparativa bassa, non strutturale.
SG&A ratio: (36,55% vs ≤30,37%): spese generali e amministrative elevate → pressione sulla profittabilità.
ROA: (3,43%), ROE: (12,92%): entrambi sopra soglia → ritorni discreti sugli asset e sul capitale proprio.
ROIC: (5,49% vs ≥5,78%): sotto soglia → efficienza sugli investimenti insufficiente.
Mix contrastante. Redditività lorda buona, ma margini netti e capacità di generare cassa deboli. Spese elevate erodono i profitti.
Valutazione di mercato
P/E: 8,23, P/S: 0,17, P/B: 0,99, EV/Sales: 0,4 → forte sconto di mercato rispetto al settore.
PEG: = 0 (legato al picco anomalo di crescita EPS).
P/FCF: (17,78) appena sotto soglia → borderline.
Dividend yield: solido (5,28–5,41%).
Payout ratio: moderato (34,3%) → sostenibile.
DPS crescita annua YoY: (5,02% vs ≥5,91%) → leggermente sotto soglia.
Payout div. continuo: 300% → dato anomalo, probabilmente legato a metriche particolari (potrebbe segnalare rischio di distribuzioni eccessive in alcuni anni).
Performance azionaria 1Y: (-16,8% vs ≥7,1%): forte sottoperformance del titolo rispetto al settore, riflette le debolezze operative.
Macy’s è molto scontata dai mercati, riflettendo i rischi su crescita e margini. L’alto dividend yield è attraente, ma la sostenibilità a lungo termine dipende dalla capacità di rafforzare i flussi di cassa.
Punti di forza
Margine lordo solido.
ROE competitivo.
Valutazione molto bassa (multipli scontati).
Dividend yield elevato e payout gestibile.
Debolezze
Liquidità di breve periodo molto debole.
Alto indebitamento con cassa insufficiente a coprirlo.
Margini operativi e netti sotto le soglie.
Fatturato in calo e spese SG&A elevate.
Titolo penalizzato sul mercato (-16,8% in 1 anno).
Conclusione
Macy’s presenta fondamentali sbilanciati: da un lato multipli bassi e dividendi attraenti, dall’altro rischi strutturali (debolezza di liquidità, alto debito, margini bassi, fatturato in contrazione).
Il titolo sembra più una value trap che una reale opportunità: conveniente a livello di multipli, ma con fondamentali operativi che giustificano lo sconto.
Rating complessivo: Classe B –titolo da monitorare con attenzione. Può andare bene in un portafoglio orientato al rendimento (yield), ma con la consapevolezza che è un’azienda in contrazione e con leva sopra la media.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 29.09.2025Sembra tornato il «risk/on mood» sulle borse Usa e asiatiche.
USA: sale il PIL e scendono richieste sussidi disoccupazione USA.
Se inflazione Usa lo permetterà, FED taglierà 2 volte entro fine anno.
Oro e argento ancora sù: rialzo solido, per pluralità e varietà di compratori.
Ultima seduta della settimana col sorriso per i listini europei, capaci di dribblare i nuovi dazi di Trump sui farmaci e chiudere in volata, complici i dati Usa sull’inflazione PCE in linea con le attese: per ora, la guerra tariffaria non ha riacceso la corsa dei prezzi.
Bilancio settimanale solo con guadagni frazionali, frenati dal taglio dei target del settore auto, sotto pressione tra frenata cinese, dazi e rallentamento dell’elettrico, e dalla prudenza di Jerome Powell su possibili ulteriori tagli dei tassi, mentre Wall Street continua a vivere giornate complicate sul fronte tecnologico. Nonostante ciò, le piazze europee si sono mosse in territorio positivo: Milano +0,8%, la migliore, seguita da Londra +0,7%, Madrid +0,6%, Francoforte +0,4% e Parigi +0,2%.
Resta alto il dibattito sul percorso dei tassi Fed: Wall Street, reduce da tre chiusure in rosso, resta prudente, con i tecnologici sotto pressione.
A trainare i listini del Vecchio Continente, invece, sono banche e assicurazioni. Sul fronte dazi, Trump ha confermato che dal 1° ottobre scatteranno nuove tariffe: 100% sui farmaci, 25% sugli autocarri e 30% sui mobili importati. Il messaggio è chiaro: chi non produce in America, pagherà il conto.
Intanto, a New York il dato sull’inflazione PCE ha regalato ossigeno: il Dow Jones +0,66%, il Nasdaq +0,38% e lo S&P 500 +0,56%. Ma gli analisti guardano oltre, concentrati sull’Intelligenza Artificiale dopo la partnership Nvidia–OpenAI, e sul dossier semiconduttori, con la Casa Bianca che valuta un piano per ridurre la dipendenza da chip esteri.
Sul macro americano, sorpresa dal Pil del secondo trimestre, rivisto al rialzo a +3,8% annuo dal precedente +3,3%, a testimonianza della solidità della congiuntura. Le richieste di sussidi di disoccupazione, invece, sono scese di 14.000 unità a 218.000, meglio delle attese (235.000). Dati che rendono più complessa la posizione della Fed, forse meno aggressiva nei tagli al costo del denaro.
Sul valutario, l’euro si rafforza verso quota 1,17 dollari, stabile sullo yen (sotto quota 175). Il dollaro/yen scende sotto 149. Energia in rialzo: Brent +1,5% sopra i 70 dollari, WTI +2% oltre 66 dollari, gas a 32,5 €/MWh sul TTF di Amsterdam. Lo spread BTP-Bund chiude a 86 pb, un punto in meno, con il rendimento del decennale in calo al 3,61% dal 3,64%.
La settimana inizia in Asia con tono positivo: salgono Cina, Corea del Sud e Australia, mentre il Nikkei arretra di -0,5% per lo stacco dividendi. In Cina, l’Hang Seng +1,3%, il CSI 300 +0,5% (da inizio trimestre +16%) e i profitti industriali in ripresa. Esordio scoppiettante per Sony Financial Group: +37% al debutto sul listino giapponese, prima quotazione diretta sul Nikkei da oltre vent’anni. Bene anche Seul (Kospi +1,2%) e Sydney (S&P ASX200 +0,6%).
Sul fronte europeo, fari puntati sulla Francia. Il rendimento dell’OAT decennale è balzato dal 3,20% di inizio anno al 3,60%, massimo da 15 anni, azzerando lo spread con l’Italia. Scope ha confermato il rating AA-, ma ha tagliato l’outlook a negativo per via di debito e instabilità politica.
Il nuovo premier Lecornu punta a ridurre il deficit al 4,7% del Pil nel 2026 e al 3% entro il 2029, senza reintrodurre la tassa sul patrimonio. Gli analisti restano scettici: il deficit potrebbe arrivare al 6% già a fine anno. Occhi puntati su Moody’s il 24 ottobre, che attualmente assegna alla Francia un rating Aa3 con outlook stabile.
Materie prime protagoniste: il Brent 69,8 $/barile ha chiuso la miglior settimana da tre mesi e mezzo (+5%), tornando sopra i 70 $. Tuttavia, l’OPEC+ potrebbe decidere domenica 5 ottobre di aumentare la produzione di almeno 137.000 barili/giorno, smorzando il rally. A traino, l’Indice Bloomberg Commodity ha chiuso la miglior settimana da due mesi e mezzo (+2%) a quota 105,1 $, con bilancio annuo a +6%, sostenuto dai metalli preziosi.
Protagonista assoluto l’oro, che vola a 3.805 $/oncia, oltrepassando i 3.800 $ e centrando la sesta settimana positiva di fila (+2%), record dal 1979. Da inizio anno l’avanzata è di +45%, alimentata dagli acquisti delle banche centrali e dalla corsa agli ETF garantiti da lingotti.
Riflessi positivi anche sulle cripto: il Bitcoin rimbalza a 111.900 $, terzo rialzo consecutivo dopo tre settimane di debolezza che avevano bruciato oltre 160 miliardi di $ di capitalizzazione.
Sul mercato obbligazionario Usa, il Treasury decennale segna rendimento al 4,16%, massimo da tre settimane, nonostante la terza settimana negativa di fila (-0,4%). Ma settembre, se chiuderà così, consegnerà il terzo trimestre positivo consecutivo (+0,3%). L’inflazione PCE, su base annua, resta stabile: +2,7% generale, +2,9% core.
In Italia, il BTP decennale riparte dal 3,56%, reduce da cinque settimane negative consecutive. Fitch ha offerto un assist, ma la vera partita si gioca sulla Legge di Bilancio 2026, che il governo si prepara a presentare, delineando un quadro economico-fiscale decisivo per il prossimo triennio.
Informazioni importanti
Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.
Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
3.8k Gold (PCE CLEAN)ho bisogno del tuo sostegno.
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Come mai venerdì a fine giornata Gold ha dato uno short e poi oggi è esploso?
Venerdì, dopo l’uscita dei dati in linea con le attese, Gold rimaneva comunque forte sia dal lato della price action sia da quello fondamentale. Per questo sono rimasto long, come indicato.
• La Fed guarda soprattutto al core PCE. Un ritmo mensile dello 0,2% è coerente con un’inflazione che continua a scendere verso l’obiettivo.
• L’aumento dell’headline è stato notato ma non cambia la politica: i mercati avevano già assorbito lo “scossone CPI”, quindi un PCE core in linea non ha spostato il quadro
• I consumi restano solidi, sostengono la crescita ma senza costringere a prezzare nuovi rialzi.
Il PCE di agosto è uscito in linea con le attese sulle misure preferite dalla Fed. Il core PCE è rimasto stabile (+0,2% m/m, +2,9% y/y), mentre l’headline è salito (+0,3% m/m, +2,7% y/y) spinto da energia e alimentari.
La domanda delle famiglie ha tenuto, con la spesa che cresce più dei redditi.
Reazione dei mercati risk-on: l’oro ha esteso il breakout, il dollaro si è indebolito dopo un rimbalzo iniziale, azioni e crypto hanno guadagnato dato che il dato non ha rilanciato lo scenario di “tassi più alti per molto più tempo”.
📌 Bias resta rialzista. L’oro ha confermato slancio sopra 3.800$.
il superamento potrebbe aprire porte ai 3.900$.
⚠️ Attenzione⚠️: le posizioni long sopra 3.800$ sono molto cariche, quindi possibili prese di profitto più ampie in vista dei dati NFP di questa settimana.
ORA BISOGNA ATTENDERE! NO FOMO
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Pfizer, brevetti in scadenza, e transazioni importanti in vistaLa traiettoria dei ricavi di Pfizer è stata a dir poco spettacolare. Partendo da $41,7 miliardi nel 2020, il fatturato è più che raddoppiato, raggiungendo un picco storico di $100,3 miliardi nel 2022, per poi iniziare la sua discesa. Questa crescita esponenziale è stata quasi interamente trainata da due prodotti: il vaccino Comirnaty, che da solo ha generato $37,8 miliardi nel 2022, e il trattamento antivirale Paxlovid, con $18,9 miliardi nello stesso anno. L'impatto di questi prodotti è stato talmente profondo da creare una potenziale "trappola di valutazione". Gli attuali multipli di mercato, come il rapporto Prezzo/Utili (P/E), sono calcolati su utili straordinari e non ricorrenti, facendo apparire il titolo ingannevolmente a buon mercato. L'analisi critica richiede di isolare queste entrate transitorie per valutare la salute del portafoglio prodotti di base, che rappresenta il vero motore di valore a lungo termine dell'azienda.
Dal punto di vista della redditività, Pfizer ha mantenuto margini robusti. Il margine di profitto lordo si è attestato su un impressionante 73,8% e il margine operativo intorno al 18,6%. L'utile netto ha seguito la traiettoria dei ricavi, esplodendo da $9,2 miliardi nel 2020 a $31,4 miliardi nel 2022, con un conseguente aumento dell'utile per azione (EPS) diluito da $1,63 a $5,47. Questo picco di redditività, tuttavia, deve essere interpretato come un evento eccezionale e non sostenibile nel lungo periodo.
Lo stato patrimoniale di Pfizer riflette il massiccio afflusso di cassa degli anni di picco. Il totale delle attività è cresciuto da $154,2 miliardi nel 2020 a $226,5 miliardi nel 2023, prima di ridursi leggermente a $213,4 miliardi nel 2024. Questo capitale non è rimasto inattivo. L'enorme liquidità generata è stata, e continua ad essere, un'arma strategica per affrontare la più grande minaccia futura: il "patent cliff". L'azienda sta attivamente impiegando questa liquidità per acquisizioni strategiche, come quella da $4,9 miliardi di Metsera per entrare nel promettente mercato dei farmaci per l'obesità, segnalando un passaggio cruciale dalla crescita organica alla crescita per linee esterne.
La struttura del passivo mostra un aumento del debito a lungo termine, portando a un rapporto Debito/Patrimonio Netto di 0,6967. Sebbene questo livello di leva sia attualmente gestibile, la sua sostenibilità dipenderà dalla capacità dell'azienda di mantenere flussi di cassa solidi anche dopo la scadenza dei brevetti chiave. Il patrimonio netto degli azionisti è aumentato fino a $95,9 miliardi nel 2022, per poi scendere a $88,5 miliardi nel 2024, riflettendo l'impatto dei dividendi e di altre voci di conto economico complessivo.
L'analisi dei flussi di cassa è fondamentale per comprendere la reale capacità di generazione di liquidità di Pfizer, specialmente in un periodo di utili contabili volatili.
Il flusso di cassa operativo (CFO) ha rispecchiato l'andamento del conto economico, raggiungendo un picco di $32,6 miliardi nel 2021 prima di iniziare a diminuire. La stretta correlazione tra l'utile netto e il CFO durante questo periodo indica un'elevata qualità degli utili, confermando che i profitti riportati erano sostenuti da reali incassi di cassa. Tuttavia, con l'avvio del programma di riduzione dei costi da $4,5 miliardi , potrebbero emergere oneri di ristrutturazione che distorceranno l'utile netto. In questo contesto di transizione, il flusso di cassa libero diventerà un indicatore ancora più affidabile della salute finanziaria sottostante.
Il flusso di cassa da attività di investimento (CFI) è stato costantemente negativo, con deflussi significativi di $-22,5 miliardi nel 2021 e $-32,3 miliardi nel 2023. Questi deflussi non sono un segnale di allarme, ma piuttosto la prova della strategia di impiego del capitale per acquisizioni e investimenti a breve termine.
Il flusso di cassa da attività di finanziamento (CFF) mostra deflussi costanti, principalmente dovuti al pagamento di dividendi (cresciuti da $8,4 miliardi nel 2020 a $9,0 miliardi nel 2022) e alla gestione del debito. È notevole l'assenza di significativi programmi di riacquisto di azioni proprie, come confermato dalle previsioni aziendali che non ne prevedono per il 2024 e il 2025. Questa scelta strategica indica che il management ritiene che le acquisizioni esterne offrano un ritorno sul capitale superiore rispetto al riacquisto di azioni proprie, una mossa che segnala chiaramente dove l'azienda vede la necessità più urgente e il miglior utilizzo della liquidità.
Gli indici di redditività, come il Return on Equity (ROE) e il Return on Assets (ROA), hanno raggiunto il loro apice nel 2022 (con un ROE normalizzato del 21,59%) per poi diminuire, riflettendo la normalizzazione degli utili. Gli indici di liquidità, con un Current Ratio di 1,16x e un Quick Ratio di 0,78x, indicano una capacità adeguata di far fronte agli obblighi a breve termine.
Dal punto di vista della solvibilità, il rapporto Debito/Patrimonio Netto è moderato (0,6967), ma l'indice di copertura degli interessi (Interest Coverage Ratio), che si attesta tra 4,5x e 5,0x, è un punto da monitorare. Sebbene un valore di 5x non rappresenti un pericolo immediato, è significativamente inferiore a quello di concorrenti come Merck (15,66x) e Eli Lilly (19,33x). Ciò indica una minore capacità di assorbire shock negativi sugli utili operativi prima che la capacità di servire il debito venga compromessa, limitando potenzialmente la flessibilità finanziaria futura. I multipli di valutazione (P/E a 7,01x, P/S a 2,12x, P/B a 1,52x) sono bassi rispetto ai peer e alla media storica, riflettendo il pessimismo del mercato riguardo alle prospettive di crescita.
Risparmiandovi tutti i passaggi del calcolo, stimiamo un wacc al 5,60%.
Valutazione tramite Discounted Cash Flow (DCF)
Il modello si basa su un orizzonte di previsione di 5 anni (2025-2029) e un valore terminale.
• Proiezioni dei Ricavi: Il punto di partenza sono le previsioni di Pfizer per il 2025, con ricavi attesi tra $61,0 e $64,0 miliardi. Si utilizza il punto medio di $62,5 miliardi. Per gli anni successivi (2026-2028), si modella una contrazione dei ricavi del 5% annuo per riflettere l'impatto della scadenza dei brevetti di farmaci chiave come Eliquis e Ibrance, che mettono a rischio $17-18 miliardi di fatturato annuo. Dal 2029 in poi, si ipotizza una modesta ripresa della crescita al 2,5%, trainata da nuovi prodotti e acquisizioni.
• Proiezioni FCFF: Si proietta l'FCFF mantenendo un margine sul fatturato coerente con la media storica, tenendo conto dei benefici derivanti dal programma di riduzione dei costi.
• Valore Terminale (TV): Calcolato con il modello di crescita di Gordon, assumendo un tasso di crescita perpetuo (g) conservativo del 2,0%. TV=FCFF2029×(1+g)/(WACC−g).
• Valore d'Impresa (EV): È la somma dei valori attuali degli FCFF previsti per i 5 anni e del valore attuale del Valore Terminale, scontati al WACC del 5,60%.
La valutazione è estremamente sensibile alle ipotesi sulla capacità di Pfizer di colmare il gap di fatturato. Anche piccole variazioni nel tasso di crescita post-2026 hanno un impatto amplificato sul valore finale.
5.2 Valore Equo e Margine di Sicurezza
• Valore del Patrimonio Netto (Equity Value): Calcolato sottraendo il Debito Netto (Debito Totale - Cassa e equivalenti) dal Valore d'Impresa.
• Valore Intrinseco per Azione: Valore del Patrimonio Netto diviso per il numero di azioni diluite in circolazione (5,74 miliardi ).
• Confronto e Margine di Sicurezza: Il valore intrinseco calcolato viene confrontato con il prezzo di mercato di $23,76.
Per concludere a mio avviso
Il valore intrinseco calcolato di $29,85 è in linea con il prezzo obiettivo medio degli analisti, che si attesta intorno a $29. Ciò suggerisce che il mercato e gli analisti hanno già incorporato nei loro modelli una parziale ripresa e una gestione efficace del patent cliff. Il potenziale di rialzo del 25% rappresenta quindi il compenso atteso dal mercato per assumersi il rischio di esecuzione legato a questa complessa transizione.
Il potenziale di rialzo del 25% identificato non appare sufficientemente ampio da compensare pienamente i rischi di esecuzione associati alla trasformazione più significativa che l'azienda abbia affrontato nell'ultimo decennio. Un investimento in Pfizer oggi non è un investimento nei suoi attuali farmaci, ma una scommessa sulla capacità del management di acquisire e integrare con successo nuove fonti di crescita.
Caduta interrotta: cosa prepara la Fed?Wall Street spezza la caduta: dietro al rimbalzo di venerdì si nasconde la prossima mossa della Fed
Le azioni interrompono una sequenza di tre ribassi, ma chiudono la settimana in calo
Venerdì i listini hanno interrotto la striscia negativa durata tre giorni; tuttavia, i principali indici hanno archiviato la prima settimana in perdita del mese. Nel complesso, gli investitori possono comunque ritenersi soddisfatti dell’andamento di settembre.
Il Dow Jones è avanzato dello 0,65% (quasi 300 punti) a quota 46.247,29; l’S&P 500 è salito dello 0,59% a 6.643,70, mentre il Nasdaq ha guadagnato lo 0,44% (circa 100 punti) attestandosi a 22.484,07.
L’indice dei prezzi PCE pubblicato venerdì ha coinciso con le attese del mercato: l’inflazione complessiva è aumentata dello 0,3% su base mensile e del 2,7% su base annua, mentre il dato “core” è salito dello 0,2% e del 2,9%. Tali valori, pur restando ben al di sopra dell’obiettivo del 2%, non mostrano un’accelerazione significativa. Nulla, quindi, che possa modificare nell’immediato le prospettive della Fed in merito ai futuri tagli dei tassi.
A meno di sorprese nei prossimi dati macroeconomici, la banca centrale statunitense appare orientata a un ulteriore ribasso dei tassi in ottobre, con la possibilità di un secondo intervento a dicembre. Tuttavia, la Fed continua a ribadire che ogni decisione dipenderà dai dati, i quali assumono dunque un peso crescente.
Negli ultimi giorni alcuni indicatori avevano generato un certo nervosismo: il PIL del secondo trimestre, al 3,8% contro il 3,3% previsto, e le richieste di sussidi di disoccupazione scese a 218.000 (attese 235.000). Una congiuntura eccessivamente robusta potrebbe infatti frenare i tagli, tanto più che il presidente Jerome Powell si mostra restio a un allentamento eccessivo dopo la riduzione di 25 punti base.
Intanto, l’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è sceso a 55,1 dai 58,2 di agosto, ma il dato resta vicino alle previsioni. Le aspettative d’inflazione a un anno e di lungo periodo risultano entrambe in calo, un segnale accolto favorevolmente dal mercato.
La prossima settimana sarà cruciale sul fronte del lavoro: martedì usciranno le posizioni vacanti, mercoledì l’ADP, giovedì le consuete richieste di sussidi e venerdì le buste paga non agricole, il dato più atteso. Il report precedente aveva mostrato soltanto 22.000 nuovi posti, contro i 75.000 previsti, alimentando timori di recessione ma anche speranze di nuovi tagli. Per settembre la stima è di circa 45.000 unità.
Sul piano politico, l’attenzione si concentra sul rischio di shutdown federale dal 1° ottobre: eventi che, storicamente, hanno avuto impatti limitati sui mercati, ma che potrebbero ritardare la pubblicazione di alcuni report macroeconomici.
Da Washington arrivano inoltre nuove tensioni tariffarie: il presidente Trump ha minacciato un’imposta del 100% sui farmaci di marca prodotti all’estero. A queste si aggiungono una tariffa del 25% sui camion pesanti e del 50% su arredi da cucina e bagno, oltre all’annuncio di possibili limiti all’importazione di semiconduttori.
Nonostante le preoccupazioni, la settimana si è chiusa con ribassi contenuti: il Nasdaq ha perso lo 0,7%, l’S&P 500 lo 0,3% e il Dow Jones lo 0,2%. Si tratta della prima flessione per Nasdaq e S&P dopo quattro settimane positive, un bilancio comunque favorevole per un mese storicamente complesso come settembre.
Marco Bernasconi Trading
GOLD | Analizzo la struttura interna pre-apertura.Salve traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso, ve lo consiglio.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
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Analizziamo un pochino più all'interno per capire dove effettivamente converrà andare a valutare un posizionamento, come vi ho detto osserverò per lo SHORT, considerato l'atteggiamento di Venerdì dell'oro.
Notate come è crollato nell'ultima serata, vorremmo unirci a tale movimento ma dobbiamo fare attenzione al supporto alla quale ci stiamo avvicinando, la "powerful area", che potrebbe portare ad ulteriore rialzo, magari in ricerca della liquidità del massimo assoluto di Venerdì.
Per questo motivo bisogna andare con estrema cautela, allo stesso tempo potrebbe anche crollare istantaneamente, noi però non dobbiamo farci influenzare da ciò, dobbiamo semplicemente rispettare il piano, quindi o si attende la ricerca di liquidità per valutare un posizionamento, oppure la parte bassa del range sotto la ricerca di liquidità.
Ad ognuno la propria valutazione.
Spero che questi livelli possano tornarvi utili.
- Fulmine VERDE: Zona di valutazione LONG;
- Fulmine ROSSO: Zona di valutazione SHORT.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
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Operate sempre responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
MD US ( Pediatrix Medical) long🇺🇸 #invest #MD
Pediatrix Medical Group è specializzato nella fornitura di assistenza specialistica a donne, neonati e bambini.
Include le seguenti aree di attività:
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Pediatrix opera in 36 stati, collaborando con quasi 400 ospedali e riunendo oltre 4.400 medici e clinici.
Il rapporto mostra:
EPS $ 0,53 (previsione $ 0,42); Ricavi 468,84 milioni di dollari (previsione 464,37 milioni di dollari)
Guidance EBITDA rettificato per l'intero anno in aumento a 245-255 milioni di dollari
Crescita più lenta dei costi del personale
OCF 138 milioni di dollari (in aumento rispetto ai 109 milioni di dollari di un anno fa)
Indebitamento netto sceso a circa 380 milioni di dollari
Avviato un programma di riacquisto di azioni da 250 milioni di dollari
Gli utili sono scesi in territorio negativo nel 2024; la società ha riportato utili positivi nel suo ultimo rapporto
L'utile per azione (EPS) è tornato in territorio positivo. Prevediamo che rimarrà positivo.
Valuation
Forward P/E 8.7
P/S 0.7
EV/EBITDA 7.2