L’Importanza dell’analisi macroeconomica nel tradingIntroduzione
L’analisi macroeconomica è uno strumento indispensabile per chi opera nei mercati finanziari, poiché fornisce il contesto necessario per interpretare i movimenti dei prezzi e prendere decisioni informate. Spesso si tende a concentrare l’attenzione sull’analisi tecnica, sulle strategie di breve periodo e sui pattern di prezzo. Tuttavia, trascurare l’analisi macroeconomica può significare operare alla cieca, ignorando il contesto più ampio che guida i mercati.
Cos’è l’analisi macroeconomica
L’analisi macroeconomica si concentra sullo studio di variabili economiche aggregate che descrivono lo stato di salute di un’economia nazionale o globale. Tra queste variabili troviamo:
Prodotto Interno Lordo (PIL)
Inflazione
Tassi di interesse
Tasso di disoccupazione
Bilancia commerciale
Politiche fiscali e monetarie
Questi indicatori influenzano in modo diretto o indiretto i mercati finanziari, determinando i flussi di capitale, le aspettative degli investitori e la volatilità.
Perché la macroeconomia è importante per i trader
I dati macroeconomici non sono solo numeri astratti. L’analisi macroeconomica non è un optional per i trader: è una bussola che aiuta a orientarsi nei mercati finanziari sempre più complessi e interconnessi. Ignorarla significa rischiare di andare contro tendenza, di interpretare male i movimenti del mercato e, soprattutto, di perdere opportunità preziose. Integrare la macroeconomia nella propria strategia di trading non richiede di diventare economisti, ma di sviluppare una sensibilità ai dati e ai segnali del contesto. Un trader preparato è prima di tutto un osservatore attento dell’economia reale e delle sue dinamiche.
Indicatori macroeconomici da osservare
Di seguito verranno elencati alcuni dei dati più importanti da monitorare per chi fa trading:
Prodotto Interno Lordo (PIL)
Il PIL misura il valore totale dei beni e servizi prodotti in un Paese. Una crescita robusta è generalmente vista come un segnale positivo per i mercati azionari, mentre una contrazione può indicare rischi di recessione.
Inflazione (CPI, PCE, ecc.)
L’inflazione è cruciale perché impatta direttamente sulle decisioni delle banche centrali. Un’inflazione fuori controllo porta a tassi più alti, che riducono la liquidità nei mercati.
Tassi di interesse
Monitorare le mosse di istituzioni come la Federal Reserve (Fed) o la Banca Centrale Europea (BCE) è fondamentale. Anche solo le aspettative di un cambiamento nei tassi possono muovere i mercati in modo significativo.
]Dati sul lavoro (Non-Farm payrolls, Tasso di disoccupazione)
Un mercato del lavoro forte è indice di un’economia in salute. Tuttavia, se la crescita dell’occupazione è troppo rapida, può aumentare la pressione inflazionistica, spingendo le banche centrali a intervenire.
Indici di fiducia (PMI, Consumer confidence)
Questi indici anticipano l’andamento economico, fornendo segnali preziosi per anticipare inversioni di tendenza o periodi di espansione.
Errori comuni da evitare
Sopravvalutare i singoli dati.
Un indicatore negativo non sempre annuncia un trend.
Ignorare il contesto globale.
Economie interconnesse richiedono un’analisi multilivello e su un’ampia area geografica.
Reagire in ritardo.
Le aspettative del mercato vengono prezzate in anticipo. Impara a anticipare le mosse, non solo a reagire.
Sottovalutare l’importanza della qualità e integrità dei dati.
Dati incompleti, incoerenti o distorti compromettono la precisione delle previsioni.
Affidarsi eccessivamente ai dati storici senza considerare fattori esterni.
I dati passati sono utili, ma non tengono conto di cambiamenti strutturali o eventi imprevisti che possono modificare radicalmente il contesto futuro.
Non considerare la stagionalità e le dinamiche specifiche del settore o dell’economia analizzata.
Trascurare fluttuazioni stagionali o caratteristiche peculiari può portare a errori sistematici nelle previsioni
Analisi fondamentale
UnitedHealth Group: il mercato fa un repricing!La società operante nel settore del healthcare, e in particolare delle coperture assicurative in materia di assistenza sanitaria e cure mediche per i cittadini americani, nella giornata di giovedì 17 aprile ha riportato dei dati trimestrali sotto le attese e ha anche tagliato le prospettive di crescita per l'intero anno 2025 che erano state proposte lo scorso dicembre. Il mercato ha reagito con estrema fermezza: -22,38% in una sola seduta. I prezzi si trovano solo di fronte ad un ultimo supporto in area 430$, al di sotto si tornerebbe a prezzi che non vedevamo dal 2021. Di fatto quello che è in corso a mio avviso è un repricing della società da parte del mercato, vengono elaborate queste informazioni correggendo il prezzo a cui è quotata, e come vedrete in questa video analisi, NYSE:UNH era sopravvalutata prima di questo crollo.
Senza aggiungere altro, vi lascio alla video analisi, con spunti sia tecnici che fondamentali sul titolo, sperando come al solito di offrire degli spunti di riflessione utili.
Buona visione e buon trading!
Disclaimer: Le informazioni fornite in questo contenuto hanno esclusivamente scopo informativo e non costituiscono in alcun modo una consulenza finanziaria, d’investimento, legale o fiscale. Le analisi e le opinioni espresse riflettono esclusivamente il punto di vista dell’autore e non rappresentano raccomandazioni specifiche per l’acquisto o la vendita di strumenti finanziari. Gli investimenti nei mercati finanziari comportano rischi significativi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Prima di prendere qualsiasi decisione di investimento, è fondamentale condurre la propria analisi e, se necessario, consultare un consulente finanziario qualificato. L’autore e gli eventuali collaboratori non sono responsabili per eventuali perdite o danni derivanti dall’uso delle informazioni fornite.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 17.04.2025Ieri sono tornate le vendite sulla “tech” Usa: pesa incertezza sui dazi.
Cina pronta a discutere con gli Usa se Trump rinuncia ai toni aggressivi.
Oggi la BCE dovrebbe tagliare di -25 bps: attesa per parole di Lagarde.
Oro ancora sù, col Dollaro Usa debole che conferma minimi 2025.
Il 16 aprile si è chiuso con un recupero per le principali Borse europee, che riescono a terminare la giornata con variazioni contenute, mentre gli occhi degli investitori sono puntati sull’attesa riunione del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea di oggi, 17 aprile. L’EuroStoxx50 ha archiviato la giornata in lieve calo, -0,1%, Milano con un brillante +0,62%. Rialzi più moderati per Francoforte (+0,3%) e Madrid (+0,5%), Parigi “piatta”, -0,1%.
Il mercato si aspetta un nuovo taglio dei tassi da parte dell’ECB, per sostenere un’economia poco tonica, anche a causa dell’escalation della guerra commerciale voluta da Trump.
In questo clima teso, un barlume di ottimismo arriva dalla Cina: un portavoce del ministero degli Esteri, tramite le colonne del China Daily, ha aperto alla possibilità di negoziati, ma solo se Washington metterà fine a “pressioni estreme, minacce e ricatti”, optando per un dialogo “basato su uguaglianza, rispetto e mutuo vantaggio”.
Dall’altra parte dell’oceano, quella di ieri è stata una giornata nera per Wall Street, travolta dalle vendite sulla tecnologici: Dow Jones -1,73%, Nasdaq ha -3,04% e S&P500 -2,24%. La causa? Le nuove restrizioni imposte dall’amministrazione Trump sull’export di chip verso la Cina. A pagarne il prezzo più caro sono state Nvidia e Asml, crollate entrambe -10%.
Il settore tech Usa è dunque tornato sotto pressione e i “Magnifici Sette” hanno lasciato sul campo un secco -4%. Tra questi, spiccano Nvidia (-7%) e Tesla (-5%).
Non a caso, il VIX , l’indice della volatilità, anche detto "della paura" – è salito da 30 a 32,6 punti (+9%), pur restando lontano dal picco di 60 punti raggiunto il 4 aprile, in piena bufera.
Nel confronto con gli USA, l’Europa sembra reggere meglio. Gli analisti ritengono che i Big Seven americani continueranno a sottoperformare, mentre Piazza Affari, forte della recente promozione del rating “sovrano” da parte di S&P, frutto della maggiore stabilità politica, potrebbe diventare una destinazione interessante per i portafogli internazionali.
Sul mercato obbligazionario, i rendimenti dei titoli governativi dell’Eurozona sono calati in vista della riunione BCE. Lo spread BTP-Bund ha chiuso a 119 punti base, con il rendimento del BTP benchmark a 3,69% (-4 punti base da 3,73% della vigilia).
Le attese per la BCE sono elevate: si prevede un taglio di 25 bps, che porterebbe il tasso di deposito a 2,25%. Christine Lagarde sarà osservata con attenzione, soprattutto per quanto dirà riguardo la politica monetaria e il recente rafforzamento dell’euro.
Nel frattempo, Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che la banca centrale americana è in attesa di maggiori chiarimenti prima di muoversi sui tassi.
Sul fronte delle materie prime, è il petrolio fa segnare un accenno di recupero: il WTI (riferimento in USA) è salito a 62,44 dollari/barile (+1,8%), spinto dalle nuove sanzioni USA all’export iraniano. Anche il gas naturale europeo è risalito: +3,3%, a 35,5 euro/MWh sul TTF Amsterdam.
Ma il vero protagonista è l’oro, in rally spettacolare: +2,8% ieri, con nuuovo record storico a 3.319 dollari/oncia. Da inizio anno, la performance è +27%, e se anche solo il livello odierno fosse confermato, il 2025 sarebbe l’anno migliore dal 2010.
Sul fronte valutario, il dollaro mostra ancora segni di debolezza. L’euro si rafforza a 1,136 (+0,7%), mentre lo yen quota 142,75 vs dollaro (-0,35%). Il rapporto euro/yen è 162,1 (+0,4%).
Oggi, 17 aprile, Trump ha annunciato “grandi progressi” nei colloqui col Giappone sui dazi. La notizia ha riportato una ventata di ottimismo: i future su Wall Street rimbalzano, +0,7%, mentre le borse europee restano “flat” alle 11:00 CET.
In Asia, segni positivi: Nikkei +0,8%, Hang Seng +1,3% e Hang Seng Tech +2,4%, con Tencent e Alibaba entrambe in crescita del +3%. Il Csi300 cinese è invece leggermente in calo, -0,1%.
Anche Pechino, secondo Bloomberg, avrebbe fatto sapere che è pronta a sedersi al tavolo delle trattative con gli Stati Uniti, ma solo dopo la fine delle dichiarazioni denigratorie da parte americana.
L’indice Bloomberg Commodity si è portato a 102,80 dollari, ai massimi da inizio aprile, grazie soprattutto all’oro e al recupero del petrolio. Il gas naturale europeo resta lontano dai livelli critici di gennaio (60 euro/MWh), attestandosi intorno ai 35,3 euro. L’UE, intanto, sembra aver accantonato l’ipotesi di blocco alle importazioni di GNL russo, frenata dalle resistenze di alcuni governi e dall’incertezza su fonti alternative.
Il Treasury decennale statunitense resta stabile intorno al 4,30% dopo una settimana difficile causata dal timore che grandi detentori come Cina e Giappone possano vendere i titoli USA in chiave ritorsiva. In Italia, il BTP decennale rende il 3,69% con uno spread a 118 punti base.
E grande successo per il nuovo BTP a 7 anni, scadenza 15 luglio 2032 e cedola 3,25%: la domanda avrebbe superato 50 miliardi contro un’offerta di 8. Wow!
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GOLD | Oggi sussidi e tassi EUR ORE 14:15/30Buongiorno traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
Ieri una performance rialzista assurda da parte del metallo giallo, un +3.53%, continuata leggermente nella notte che lo ha spinto fino ai 3357$ per oncia.
Restiamo ancora dalla parte dei tori, anche se inizio a vedere delle manifestazioni di forza interessante a favore degli orsi.
Ovviamente è presto per parlare di importanti inversione di trend però è un inizio, manca ancora un forte MOMENTUM a favore short e un'inversione in Timeframe più alti come H4/DAILY.
Vi ho lasciato una zona centrale di interesse sui cui potremmo basare sia il LONG che lo SHORT in base all'atteggiamento del prezzo, i 3305$.
Detto questo fate attenzione alle NEWS che usciranno dopo le 14:15 e aspettate gli orari migliori di sessione per operare, come le 14:30 o le 15:30/16.
Non vi consiglio di operare pre-NEWS.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
Fulmine VERDE: area di valutazione LONG.
Fulmine ROSSO: area di valutazione SHORT.
(Questa zona si sfrutta solo nel caso in cui rientra molto forte della zona, nella direzione della freccia rossa).
Operate responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
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Per le mie analisi utilizzo:
*Chart di Capital.com*
💡🔍 Analisi Gold 🔍💡
⚠️ NON cerco posizionamenti short su GOLD ⚠️
-BIAS GOLD rimane stabile rialzista,
ad ogni correzione di gold vado a cercare opportunità di posizionamento a favore bias
📉 Settimana un po' fiacca sui mercati, anche per via dell’avvicinarsi di Pasqua.
potrei aspettarmi un sell off post pasqua per prese di profitto.
ma nel lungo termine rimango rialzista.
👀 Oggi escono i dati sui sussidi, quindi massima attenzione.
Al momento sto aspettando un ritracciamento su zone interessanti per cercare dei long.
Per ora resto flat, in attesa di setup migliori.
🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
-BUON TRADING
-GESTITE IL RISCHIO
-BE PATIENCE
È il momento dei miner: perchè sono l'occasione del momentoNegli ultimi mesi, l’oro ha accelerato al rialzo, mentre i prezzi dell’energia – uno dei principali costi operativi per l’industria mineraria – stanno rallentando. Questo mix ha acceso i riflettori su un settore spesso sottovalutato: i minatori d’oro.
Molti si chiedono come "giocare" questa fase del mercato. Ma diciamolo chiaramente: se stai ancora pensando di comprare lingotti, potresti essere in ritardo.
La vera leva sul metallo giallo oggi passa dai produttori. I minatori rappresentano un'esposizione più dinamica all'oro perché i loro margini operativi migliorano drasticamente a ogni dollaro di rialzo del prezzo.
Prendiamo ad esempio gli ETF più rappresentativi del settore:
-GDX (per i grandi produttori)
-GDXJ (per i minatori junior, più volatili ma con maggiore potenziale di crescita)
Queste aziende non solo vendono oro, ma trasformano ogni fase di bull market in un'espansione dei profitti, dei flussi di cassa… e dei multipli.
Con i costi energetici in calo, i margini lordi sono destinati ad allargarsi. E quando il mercato fiuta questo meccanismo, i multipli forward (come P/E e EV/EBITDA) iniziano ad espandersi, spingendo i prezzi delle azioni ben oltre l’andamento del metallo stesso.
In parole povere: i minatori moltiplicano i guadagni dell’oro.
Certo, sono più volatili. Ma chi cerca rendimento (e non solo protezione) dovrebbe guardare in questa direzione. Perché mentre l’oro brilla, i cercatori iniziano a correre.
In foto HUI con un probabile parabolic advance sul mensile destinato a rompere la supply in zona 400 e che potrebbe portare ad un retest dei massimi assoluti per una mossa all'incirca del 60%.
DISCLAIMER:Le analisi e le informazioni contenute in queste idee hanno esclusiva finalità educativa. Il loro contenuto non costituisce alcuna forma di consulenza o "raccomandazione di investimento" o "incentivo all’investimento", né in forma esplicita né implicita.
In attesa di un trigger sui mercatiNelle ultime ore, pochi sono stati gli interventi verbali sulle tariffe e il mercato è rimasto ancorato a un trading range poco significativo, come se fosse in attesa di qualche spunto che possa far tornare la volatilità. Ieri, l’unica dichiarazione distensiva è arrivata dalla Cina, che si è detta disponibile e aperta ai colloqui se Trump mostrasse rispetto verso il gigante asiatico. Nessuna risposta, per il momento, dalla Casa Bianca.
Intanto, il WTO, ovvero l’Organizzazione Mondiale del Commercio, ha tagliato le prospettive del commercio mondiale di beni, prevedendo una contrazione nel 2025. Nelle condizioni attuali, è probabile che il volume degli scambi commerciali mondiali di merci diminuisca dello 0,2% nel 2025. Si prevede che il calo sarà particolarmente marcato in Nord America, dove si stima che le esportazioni diminuiranno del 12,6%. Tuttavia, sussistono gravi rischi al ribasso, tra cui l’applicazione di tariffe “reciproche” e una più ampia ricaduta dell’incertezza politica, che potrebbero portare a un calo ancora più netto dell’1,5% nel commercio globale di beni e danneggiare i paesi meno sviluppati orientati all’export.
Il rapporto contiene per la prima volta una previsione sul commercio di servizi a integrazione delle proiezioni sul commercio di merci. Si prevede che il volume del commercio di servizi crescerà del 4,0% nel 2025, circa 1 punto percentuale in meno del previsto.
VALUTE
Sui cambi c’è ancora nervosismo, anche se tutto sommato appare contenuto, considerata la fase di trading range che comprende price action di 60-70 pips giornalieri, con movimenti bilaterali. EUR/USD è compreso tra 1.1330 e 1.1410 e così gli altri cambi in una sorta di alternanza tra risk on e risk off, in cui nessuno prevale per il momento. La sospensione temporanea delle tariffe reciproche, in realtà la diminuzione al 10%, ha mitigato la contrazione degli scambi commerciali, anche se persistono forti rischi al ribasso. Il dollaro resta sotto pressione contro le principali valute, anche se si intravede qualche segnale di stabilizzazione, almeno temporanea.
SALGONO LE VENDITE AL DETTAGLIO
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate dell'1,4% su base mensile a marzo 2025, dopo un aumento dello 0,2% a febbraio e leggermente superiore alle previsioni dell'1,3%. Si è trattato del maggiore incremento delle vendite da gennaio 2023, trainato da un aumento del 5,3% delle vendite di veicoli a motore e ricambi, poiché i consumatori sembravano affrettare gli acquisti in vista dell'imminente imposizione dei dazi sulle auto. Escludendo le auto, le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,5%.
Aumenti si sono registrati anche nei settori dei materiali da costruzione, articoli sportivi, hobby, strumenti musicali e librerie. Ma si evidenzia una crescita anche nei settori della ristorazione e bar, elettronica ed elettrodomestici, abbigliamento e negozi di alimentari. Nel frattempo, le vendite escludendo i servizi di ristorazione, i concessionari di auto, i negozi di materiali da costruzione e le stazioni di servizio, che vengono utilizzati per calcolare il PIL, sono aumentate dello 0,4%.
CINA, CRESCE IL PIL
L'economia cinese è cresciuta del 5,4% su base annua nel primo trimestre del 2025, mantenendo lo stesso ritmo del quarto trimestre e superando le aspettative del mercato del 5,1%. Si è confermato il tasso di crescita annuale più forte dell’ultimo anno e mezzo, grazie al continuo stimolo economico di Pechino. Le ultime rilevazioni del PIL sono state inoltre sostenute dalla robusta attività di marzo: la produzione industriale cinese è aumentata del 7,7% su base annua a marzo 2025, superando le aspettative del mercato che si attestavano su un aumento del 5,6% e accelerando rispetto alla crescita del 5,9% registrata nel periodo gennaio-febbraio. Si è trattato della più forte espansione della produzione industriale da giugno 2021.
Anche le vendite al dettaglio hanno registrato il maggiore incremento in oltre un anno e il tasso di disoccupazione rilevato è sceso dal massimo biennale. Sul fronte commerciale, le esportazioni hanno registrato la crescita più forte da ottobre, poiché le aziende hanno accelerato le spedizioni in vista dell'imminente imposizione dei dazi, mentre il calo delle importazioni si è ridotto. Tuttavia, l'intensificarsi delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti ha rapidamente oscurato le prospettive, aumentando la pressione su Pechino affinché adotti ulteriori misure di sostegno.
GOLD INARRESTABILE
Mercoledì l'oro è salito verso i 3.357 dollari l'oncia, stabilendo un nuovo record, poiché la persistente incertezza sulla politica commerciale statunitense ha continuato a sostenere la domanda di beni rifugio, unitamente a un dollaro generalmente più debole. Martedì, il Presidente Trump ha chiesto un'indagine sui potenziali dazi su tutte le importazioni di minerali essenziali, una mossa che segnala una posizione più ferma sul commercio e potrebbe influenzare le relazioni con i principali fornitori, tra cui la Cina.
Questo sviluppo compensa, almeno in parte, il miglioramento nel sentiment del mercato derivante dalla recente esclusione di alcuni prodotti tecnologici dai dazi reciproci e dall'indicazione di possibili esenzioni per i ricambi auto. A rafforzare lo slancio rialzista, le principali banche rimangono positive sulle prospettive dell'oro, citando i continui afflussi negli ETF garantiti dall'oro e gli acquisti sostenuti da parte delle banche centrali. Gli investitori ora attendono i dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti e un discorso del Presidente della Fed Powell più tardi oggi per ulteriori indizi sulle prospettive economiche e sulla traiettoria della politica monetaria.
Saverio Berlinzani
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Il NASDAQ oltre -3% e NVIDIA innesca il crollo tecnologico. Il NASDAQ crolla di oltre il 3% mentre NVIDIA innesca il crollo tecnologico.
Marco Bernasconi – 17 aprile 2025
Negli ultimi tre giorni, abbiamo assistito a una pausa rinfrescante dall'intensa volatilità che ha caratterizzato i mercati recentemente. Tuttavia, la crisi tariffaria è riemersa ieri, coinvolgendo forse l'azienda tecnologica più influente del momento.
NVIDIA (NVDA), leader nell'intelligenza artificiale e superstar del mercato, ha annunciato che le nuove restrizioni sulle esportazioni di chip verso la Cina comporteranno oneri per 5,5 miliardi di dollari. Le azioni sono crollate del 6,9%, innescando una forte svendita tecnologica che ha colpito tutti i titoli dei "Magnifici 7" e la maggior parte dei titoli del settore dei semiconduttori.
Sebbene 5,5 miliardi di dollari non siano decisivi per il successo o il fallimento di un'azienda come NVIDIA, non rappresentano certo un vento favorevole. Questa notizia aggiunge ulteriore incertezza non solo al mercato in generale, ma anche al titolo stesso. L'indecisione dell'Amministrazione non sta certo aiutando. Al mercato non piace questo tipo di nebbia.
Il NASDAQ ha perso ieri il 3,07% (circa 516 punti) chiudendo a 16.307,16
L'S&P 500 è sceso del 2,24% a 5.275,70
Il Dow Jones ha perso l'1,73% (quasi 700 punti) chiudendo a 39.669,39
Il Russell 2000 ha perso "solo" l'1,03% chiudendo a 1.863,48
I principali indici sono riusciti a rimbalzare dai minimi di sessione, ma i bruschi ribassi hanno comunque interrotto un periodo di relativa calma durato tre giorni dopo il "Giorno della Liberazione". Con guadagni in due di quelle sessioni e solo un modesto calo ieri, gli investitori avevano iniziato a sperare che il mercato si stesse stabilizzando. Questo ottimismo sembra essere stato prematuro .
Il pessimo umore del mercato non è stato certo aiutato dal cauto presidente della Fed, Jerome Powell, che ha ribadito ieri che non c'è fretta di tagliare i tassi e che i dazi stanno creando un contesto difficile, con un'inflazione più elevata e una crescita più lenta.
La combinazione delle dichiarazioni di Powell e delle notizie su NVIDIA ha messo in ombra sviluppi altrimenti incoraggianti:
Le vendite al dettaglio in aumento dell'1,4% a marzo, il miglior risultato in oltre due anni
Diverse società hanno riportato risultati positivi a sorpresa:
ASML Holding (ASML)
Abbott Labs (ABT)
US Bancorp (USB)
Non ci sono state grandi sorprese nei risultati delle grandi banche, con tutti i principali operatori che hanno superato le stime e fornito una visione cauta del contesto macroeconomico. L'incertezza sul quadro generale è un fattore negativo per le prospettive degli utili, poiché si prevede che la mancanza di visibilità inciderà sulle aspettative, anche in assenza di indicazioni esplicite da parte del management.
Il principale report sugli utili di questa settimana arriverà domani dopo la chiusura di Netflix (NFLX), pioniere dello streaming. Anche se non sapremo esattamente come reagirà il mercato fino alla prossima settimana a causa della festività del Venerdì Santo.
Netflix ha superato la stima di consenso negli ultimi quattro trimestri consecutivi
Si prevede un utile trimestrale di 5,74 $ per azione (+8% rispetto all’anno precedente)
Si prevede un aumento dei ricavi del 12,5% a 10,5 miliardi di dollari
Mentre la maggior parte dei titoli dei "Magnifici 7" ha subito cali significativi nel contesto della volatilità di Wall Street all'inizio del 2025, Netflix si distingue per la sua resilienza 🛡️ in vista del suo prossimo report sugli utili del primo trimestre, previsto per il 17 aprile.
Questa solidità è dovuta a diversi fattori:
Isolamento dai dazi
Tasso di crescita più elevato
Valutazione storicamente bassa
Forza relativa dei prezzi
Costante track record di sorprese sugli utili
Auguro a tutti buon trading
L'oro raggiunge un livello di forte ipercompratoNuovo record di tutti i tempi per l'ORO
L'oro ha sfondato i 3300 dollari l'oncia, con una capitalizzazione di mercato che ora è di 22.000 miliardi di dollari, vale a dire più del PIL della Cina (18.000 miliardi di dollari) e vicino al PIL degli Stati Uniti (27.700 miliardi di dollari). È ora l'asset principale che ha registrato la migliore performance tra tutte le asset class dall'inizio dell'anno, con un aumento di oltre il 20%. Questo enorme trend rialzista è stato innescato da un segnale tecnico dato nel febbraio 2024, quando è stato rotto il precedente massimo storico di 2075 dollari.
Ma la vera domanda ora è: dobbiamo prendere profitto? Gli obiettivi tecnici più ambiziosi sono stati quasi tutti raggiunti, e l'oro non ha fatto una pausa rispetto al mercato azionario dall'autunno 2024.
L'oro è stato sostenuto dal 2022 da una combinazione di fattori fondamentali
- L'incertezza geopolitica e macroeconomica globale, che ha attivato l'aspetto di bene rifugio dell'oro a scapito degli asset rischiosi sul mercato azionario, come le azioni
- La domanda di oro da parte delle Banche Centrali, che è stata un supporto costante negli ultimi anni
- La caduta del dollaro USA sul mercato azionario . Il calo del dollaro USA sul mercato dei cambi (si veda l'analisi di Swissquote sul dollaro USA, collegata a questo aggiornamento sull'ORO)
- Il calo dei tassi d'interesse da parte delle principali banche centrali
- Il solido slancio verso l'alto della domanda di oro fisico in India e Cina
- La forte domanda finanziaria di oro, con afflussi sostanziali negli ETF sull'oro negli Stati Uniti, Asia ed Europa
A livello tecnico, gli indicatori mensili di momentum mostrano condizioni di estremo ipercomprato, che possono sembrare eccessive, ma non è ancora apparsa una divergenza ribassista.
Dobbiamo quindi rimanere vigili, ma non saltare alle conclusioni sulla fine del ciclo toro. Al prezzo attuale, l'oro si trova chiaramente in una fase di elevata maturità rialzista ed è più vicino alla fine del ciclo toro che all'inizio.
Un'analisi della storia del prezzo dell'oro sul mercato azionario mostra che si alternano cicli toro decennali e pause di alcuni anni. Non ha senso anticipare la fine dell'attuale ciclo toro; occorre attendere un chiaro segnale tecnico di presa di profitto.
In altre parole: nessun segnale di vendita, ma la vigilanza tecnica è necessaria a questi livelli.
C'è anche la questione del Bitcoin, un asset spesso percepito come “oro digitale”. In questo contesto di inflazione e incertezza monetaria, il trade-off tra BTC e ORO rimane un fattore importante da considerare. I movimenti delle criptovalute possono rafforzare (o indebolire) l'attrattiva dell'oro, a seconda del posizionamento dei portafogli istituzionali. Non si tratta di un semplice scontro, ma di un gioco di equilibri che può influenzare la tendenza a medio termine dell'ORO.
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Dazi su EURUSD... situazione incerta ma tecnicamente rialzista.L'idea che mi sono fatto su EUR/USD è piuttosto chiara anche se un po' prematura... ovvero aspetterei lunedì.
Comunque, mi aspetto una discesa verso il primo o secondo fair value gap non ancora colmato, un movimento che servirebbe a riequilibrare il flusso di liquidità prima di un possibile rimbalzo. A quel punto il prezzo potrebbe allinearsi con la pitchfork tracciata dai massimi recenti, uno scenario che rafforzerebbe l’ipotesi di un trend strutturato e non solo di una correzione isolata.
Dal punto di vista volumetrico, la distribuzione che si sta formando mi ricorda molto una classica “P” di accumulazione, ma ancora incompleta. Questo significa che il mercato non ha del tutto accettato i nuovi livelli di prezzo: manca ancora una fase di consolidamento convincente, magari proprio in corrispondenza ad un rimbalzo di uno dei gap citati.
In parallelo, la dinamica politico-economica globale va monitorata da vicino. I nuovi dazi USA sulle importazioni europee hanno avuto un effetto molto negativo su indici e titoli di stato americani. Così, almeno nel breve, invece di indebolire l'euro, hanno spinto un flusso di capitale sull’area EUR in quanto alternativa credibile in un contesto di tensioni geopolitiche e protezionismo. Questo, unito a un dollaro meno dominante rispetto a qualche mese fa, sta offrendo spazio per un'inversione strutturale.
Il trading è principalmente istituzionale in questo periodo, non penso ci siano stati molti retail in gioco vista la pressione economico mondiale alla quale assisteremo.
Comunque, a livello tecnico, la media a 200 periodi resta un punto di controllo fondamentale. Se il prezzo non rimbalza lì, lo farà probabilmente poco dopo, su livelli leggermente inferiori ma strategici. In ogni caso, i volumi e la forza del movimento lasciano aperta la possibilità di un mercato rialzista più ampio che potrebbe partire proprio da queste settimane.
Lascio un solo target long (x) e i due target short (-) ma... non incito nessuno a fare investimenti o quant'altro. E' esclusivamente il mio parere personale.
GOLD | Uscite le vendite al dettaglio.Buongiorno traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
Troviamo ancora l'oro su massimi mai registrati, continua imperterrito a creare massimi storici nuovi, da questo cosa ne deduciamo?
Che è ancora presto per cercare posizionamenti SHORT, ma non che non possa ritracciare, questo perchè risulta molto rischioso considerando che non riusciamo a trovare delle buone zone di resistenza, per 2 motivi:
1: Non avendo uno storico non abbiamo zone passate;
2: il TREND è molto forte a rialzo e quindi abbiamo solo zone LONG.
Conviene quindi continuare sulla scia dei tori, è il movimento meno rischioso da tentare.
Vi ho lasciato le mie fasce di valutazione, non sono molto vicine ma considerando la volatilità dell'oro in questi giorni è probabile che le raggiunga in poco tempo.
Non vi consiglio di cercare degli SWING perchè siamo molto alti, andrei su movimenti intraday.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
Fulmine VERDE: area di valutazione LONG.
Fulmine ROSSO: area di valutazione SHORT.
(Questa zona si sfrutta solo nel caso in cui rientra molto forte della zona, nella direzione della freccia rossa).
Operate responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 16.04.2025Ieri Borse europee positive, ma Wall Street frena l’entusiasmo.
Le trattative sui dazi tra Usa ed Europa procedono, ma a rilento..
Nvidia investirà negli Stati Uniti, ma il settore tech soffirà per il dazi.
Oro a nuovi massimi storici, si conferma il miglior asset nei tempi incerti.
Ieri, 15 aprile le Borse europee si sono messe il vestito della festa, con chiusure tutte in verde acceso. Milano ha sfoggiato un bel +2,39%, Madrid +2,45%, Amsterdam +2,12%, Francoforte +1,49%, Londra +1,44% e Parigi un più modesto +0,86%. Il motivo? La speranza che il presidente USA riduca i dazi del 25% sulle auto. Il settore automobilistico ha quindi fatto un bel rombo di motori!
Tuttavia, John Elkann, Presidente di Stellantis ha voluto ricordare che in Europa l'elettrificazione dell’auto è una corsa a ostacoli: emissioni stringenti, incentivi ritirati senza preavviso e infrastrutture di ricarica ancora poco convincenti. Il risultato? I consumatori guardano le auto elettriche, ma non le acquistano.
Intanto a Bruxelles le trattative tra l’Ue e gli USA sembrano già in stallo. Il commissario Sefcovic non riesce a far breccia nella Casa Bianca: secondo Bloomberg, Washington ha rifiutato la proposta europea di sospendere i dazi sui beni industriali in cambio di più investimenti.
Oltreoceano invece, Wall Street ha perso smalto sul finale: niente terzo rialzo consecutivo, col Dow Jones che ha chiuso a -0,39%, l’S&P500 a -0,20% e il Nasdaq a -0,05%. Tutto questo a causa dell’altalena della guerra commerciale, tra gli "stop and go" di Trump di difficile interpretazione.
Ricordiamo che lunedì la sospensione dei dazi su smartphone e computer “made in China” era stata ben accolta, ma i mercati restano disorientati ogni volta che Trump si pronucia.
Parlando di tecnologia, i famosi "Magnifici Sette" (i big del tech) hanno chiuso in calo: il loro indice ha perso -0,55%: da inizio anno sono giù del -18%, e ieri ci ha messo lo zampino anche Nvidia, che nell'after hours ha perso il -6% dopo aver dichiarato che subirà oneri fino a 5,5 miliardi di dollari nel primo trimestre, a causa dei nuovi controlli USA sull’esportazione dei chip verso la Cina (inclusi Hong Kong, Macao e vari altri Paesi).
Non aiuta neppure la notizia che le “Silicon Six” (Amazon, Meta, Alphabet, Netflix, Apple e Microsoft) – avrebbero eluso 278 miliardi di dollari di tasse in 10 anni, secondo la Fair Tax Foundation. Con 11.000 miliardi di dollari di ricavi e 2.500 miliardi di utili, avrebbero dovuto pagare tasse al 29,7%, ma se la sono cavata con un 18,8%. Da approfondire....
Intanto il famoso indice Vix della volatilità è sceso a 30 punti, dopo aver toccato quota 60 il 4 aprile. Bene, ma per dire addio all’instabilità dovremmo vederlo sotto i 20.
Tornando alle trattative sui dazi, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha detto che ci sono 15 proposte sul tavolo, e che qualche annuncio è vicino. Ma ha anche avvertito: “Ora tocca alla Cina”, ricordando che l'accordo non è obbligatorio e che Trump, ovviamente, vuole firmare tutto di persona.
Giorgia Meloni vola a Washington per incontrare Trump e discutere di tariffe,nell’interesse italiano, ma anche europeo.
Boeing finisce nel mirino di Ryanair. Il ceo Michael O'Leary ha minacciato di ritardare la consegna di 25 aerei, prevista da agosto, se i dazi faranno salire i prezzi. Se la logica non torna, le consegne si spostano a “marzo o aprile 2026”.
Anche la Cina si accoda: ha bloccato l’acquisto di nuovi Boeing e attrezzature aeronautiche made in USA. E sul versante usa, Delta Air Lines sta pensando di ritardare gli ordini ad Airbus, per evitare le ritorsioni europee.
Sul fronte energetico, l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha tagliato le stime di crescita della domanda di petrolio per il 2025. Colpa, ancora una volta, delle tensioni commerciali. I prezzi del greggio sono ai minimi degli ultimi quattro anni, al pari dell’umore del mercato del greggio.
Cina: il GDP (Pil) del primo trimestre ha fatto segnare un +5,4% su base annua (meglio del previsto +5,2%), mentre il dato trimestrale è salito dell’1,2% (leggermente sotto l’1,4% atteso). Il boom è frutto delle misure pro-crescita di Pechino, ma gli analisti restano dubbiosi si chiedono se tale ritmo possa reggere.
Borse asiatiche non hanno celebrato il dato cinese: Hong Kong -2,7%, tech in calo -5%, con Baidu, Alibaba e Tencent tra -2% e -5%. Giù anche il Nikkei225, -1,5%, il Kospi coreano, -0,7%, Taiwan, -1,7%, e Sensex indiano, -0,2%.
Il prezzo dell’oro stamattina, 16 aprile, ha toccato il nuovo record storico: 3.300 dollari/oncia, +1,8%. In dollari è salito del +25% da inizio anno, in euro del +14%. Incertezza globale = corsa ai beni rifugio.
Nel mercato obbligazionario USA, terzo giorno di risalita per il Treasury decennale, col rendimento in calo al 4,32%, da 4,50% di venerdì. In Europa, il BTP italiano decennale rende 3,71%, con uno spread a 118 bps sul Bund tedesco, mentre si aspetta un taglio di 0,25% da parte della BCE nella riunione di domani.
Ricordiano che Standard & Poor’s ha migliorato il rating sovrano italiano da BBB a BBB+, un upgrade che premia la stabilità e aumenta l'appeal del debito italiano.
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ad ogni correzione di gold vado a cercare opportunità di posizionamento a favore bias
Ieri in live abbiamo individuato una zona aggressiva per un bel long su Gold, che ha rotto i 3.300 e continua a salire.
Oggi è molto più esteso, senza strutture chiare su H4. V
vediamo se ci dà qualche spunto operativo.
Alle 14:30 ci sono le news.
Le seguiamo insieme e, se c’è occasione, cerchiamo un nuovo ingresso
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Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
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Dollaro a rischio?Il biglietto verde, colpito duramente nelle settimane scorse in concomitanza con l’applicazione dei dazi da parte dell’amministrazione USA, potrebbe rimanere sotto pressione, specialmente se la questione delle tariffe non si risolvesse in un negoziato tra le parti che le riducesse in modo significativo o addirittura le cancellasse.
La ragione è legata soprattutto all’andamento dei rendimenti dei titoli di Stato USA, colpiti dalla perdita di fiducia degli investitori verso il sistema America. Molti ci hanno visto anche lo zampino della Cina, che detiene circa il 3% del debito USA (1000 miliardi di USD), che potrebbe essere intervenuta a vendere titoli di stato come ritorsione all’applicazione del 145% di tariffe USA verso beni cinesi.
L’effetto è stato una salita dei rendimenti (oltre il 4.5%) che costringerà la Fed a rimanere ferma sui tassi di interesse, almeno nel breve termine, nell’impossibilità eventuale di osservare l’inflazione scendere, aumentando per contro e inevitabilmente gli interessi che gli USA dovranno rimborsare ai creditori detentori di titoli USA (approssimativamente un 30% dei 7 trilioni di USD in scadenza nel 2025).
La perdita di fiducia verso i bonds è la principale ragione della caduta del dollaro (per la rotazione di portafogli dal dollaro all’euro, che hanno visto i rendimenti dei Treasuries salire e quelli del bund scendere). Se da un lato aiuta gli Stati Uniti ad esportare di più e a ridurre, a tendere, il deficit commerciale, dall’altro è pericoloso se continuativo e non temporaneo, perché in un momento storico e geopolitico come quello attuale, l’ascesa dei BRICS e la possibile de-dolarizzazione rappresenterebbero un rischio significativo per gli Stati Uniti.
MA È PROPRIO COSÌ?
Noi spesso, in queste pagine, abbiamo spiegato che i dazi rappresentano un grimaldello a favore del vero target di questa amministrazione americana, ovvero ridurre sì il valore della moneta, ma non troppo, per non generare il rischio di perdita di fiducia nel valore simbolico che il dollaro rappresenta, ovvero un porto sicuro per gli investitori.
Proprio per questa ragione riteniamo che quella di Trump possa rappresentare una strategia, che è quella di arrivare a negoziare dazi zero per tutti, e un biglietto verde che potrebbe perdere un ulteriore 10-15 per cento contro le principali divise concorrenti, il che sarebbe nella logica delle cose, in un regime di cambi flessibili che consentirebbe almeno un parziale riaggiustamento della bilancia commerciale USA, ancora in deficit di 125 miliardi di dollari al mese.
L’altro aspetto da sottolineare è legato all’idea di Trump di “make America great again”, un motto accattivante, non c’è che dire, ma per ottenere il rientro delle aziende produttrici, occorre innanzitutto tempo, e poi serve che vi sia un rallentamento economico, specialmente un calo dell’occupazione. Altrimenti, le aziende che rientrano in patria a produrre, dove troverebbero i lavoratori, considerato che l’occupazione è ai massimi storici?
Insomma, il programma Trumpiano è di non facile soluzione, anche perché le controparti globali oggi sono in grado di adottare misure di ritorsione efficaci, che colpiscono al cuore l’economia USA vendendo debito USA, dollaro e azioni, con conseguenze che potrebbero divenire preoccupanti. A questo punto, la mossa di Trump dovrebbe essere quella di spingere a negoziare tutti i paesi per tornare a un commercio globale senza tariffe, cioè dazi zero per tutti, il che sarebbe una vittoria significativa di questa amministrazione.
PER GLI INVESTITORI CHE SIGNIFICA
A nostro parere, il ritorno dell’appetito al rischio sui mercati, ancora possibile, potrebbe favorire (il condizionale è sempre d’obbligo con questi mercati) l’acquisto di asset, che siano attraverso il valutario o l’obbligazionario, denominati in dollari australiani e neozelandesi, che hanno toccato dei minimi contro euro assai significativi, oltre ad offrire rendimenti importanti.
Escluderemmo per ora il franco svizzero, già vicino ai massimi contro moneta unica, a meno di un ritorno dell’avversione al rischio, che causerebbe una recrudescenza della crisi attuale, ma successivamente tornerebbe il sereno perché alla fine, sui dazi, conviene a tutti negoziare e tornare al libero scambio senza preclusioni di sorta.
Altra valuta da osservare è lo JPY, che potrebbe recuperare sulla moneta unica, anche se offre rendimenti decisamente inferiori ad asset come le valute oceaniche.
Saverio Berlinzani
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NZD/JPY - POSSIBILE MOVIMENTO RIBASSISTA Cosa sta succedendo?
La coppia NZD/JPY mostra segnali di indebolimento dopo il recente taglio dei tassi della RBNZ, con un potenziale movimento verso i 81.50. L'analisi tecnica e fondamentale converge su uno scenario ribassista a breve-medio termine.
1️⃣ Analisi Tecnica
La zona 84.50 - 85.25 sembra offrire una forte resistenza alla prosecuzione rialzista. In passato tale zona è stata testata più volte sia come supporto che come resistenza rafforzando la validità della stessa.
Divergenza RSI. L'indicatore ha registrato massimi crescenti nonostante il prezzo abbia mostrato un trend ribassista. Tale segnale è spesso collegato ad un movimento ribassista del prezzo.
Sul time frame giornaliero tutte le medie mobili sono ribassiste con il prezzo che si muove al di sotto di esse.
2️⃣ Analisi Fondamentale
I driver macroeconomici supportano lo scenario ribassista:
Politica monetaria divergente. La Bank of Japan mantiene una politica ultra-accomodante (-0.1% tasso interesse), mentre la RBNZ ha avviato un ciclo di tagli (ultimo -25bps l'8/04).
Il calo dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari (-4.2% negli ultimi 7 giorni) pesa sulla valuta neozelandese che è storicamente legata esportazioni agricole.
Piano Operativo
📉 Ingresso short
L’ingresso per questa posizione di breve - medio termine è la fascia 84.00 - 84,5
🎯 Obiettivi
Target 1: 83,5 - Target 2: 82.00 - Target esteso: sotto 80.00
⛔ Stop Loss
Una chiusura sul time frame 4h sopra 85.25 invaliderebbe l’ipotesi ribassista.
Fate le vostre opportune ricerche e tradate con responsabilità
INFLAZIONE CANADESEINFLAZIONE CANADESE
Il report di Statistics Canada del 15 aprile evidenzia un aumento del 2,3% dell'Indice dei Prezzi al Consumo su base annua a marzo, rispetto al 2,6% di febbraio.
Questo rallentamento è attribuito principalmente alla diminuzione dei prezzi dei tour di viaggio e della benzina. Escludendo la benzina, l'inflazione è aumentata del 2,5%.
Su base mensile, l'indice è salito dello 0,3%, mentre l'indice mensile stagionalmente aggiustato è rimasto invariato.
I prezzi dei tour di viaggio e dei trasporti aerei sono diminuiti rispettivamente del 4,7% e del 12,0% su base annua.
Anche i prezzi della benzina sono scesi dell'1,6% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
L'indice ZEW europeo è crollato ai minimi di novembre 2023, scendendo dal 39.8 al -18.5.
Buon trading a tutti
WisdomTree - Tactical Daily Update - 15.04.2025Dazi momentaneamente sospesi per alcuni prodotti tech cinesi.
Le Borse respirano, e sperano in trattative anche tra Usa e Pechino.
Trump gongolante: Nvidia investirà pesantemente negli Stati Uniti.
Oro sempre ai massimi, petrolio depresso, Bitcoin più tonico.
Lo stop temporaneo ai dazi statunitensi sui prodotti tecnologici cinesi ha innescato un’ondata di ottimismo sui mercati, spingendo le Borse europee e americane in territorio positivo nella prima seduta settimanale, poichè è stata accolta come un segnale distensivo in un contesto finora aspro.
Sebbene l’esenzione sia temporanea, come chiarito dal segretario al Commercio Howard Lutnick, che ha parlato anche di possibili “dazi specifici e settoriali” in arrivo entro 1-2 mesi, gli investitori interpretano la mossa come un’apertura al dialogo tra Usa e Cina. Attualmente, i dazi imposti tra le due superpotenze sono 145% per le merci cinesi e 125% per quelle americane.
In Europa Milano è salito +1,40%, Ftse-Mib sopra 35 mila, grazie anche alla promozione a sorpresa, da BBB a BBB+, del rating sovrano italiano da parte di S&P. Bene anche le altre principali piazze: Parigi +0,36%, Francoforte +1,36%, Madrid +0,96%, Amsterdam +1,35% e Londra +1,06%.
L’onda positiva ha attraversato l’Atlantico, tonificando Wall Street: Dow Jones +0,78%, S&P500 +0,84%, Nasdaq +0,64%. A brillare sono stati i titoli tecnologici, come Apple e Nvidia, beneficiari diretti dello stop ai dazi.
Proprio Nvidia è sotto i riflettori per l’annuncio di un piano strategico che prevede la costruzione, per la prima volta, di supercomputer interamente negli Usa.
L’azienda ha affermato di aver già assicurato oltre 1 milione di piedi quadrati di spazio produttivo in Arizona e Texas, dove inizierà la produzione dei chip Blackwell-AI (già in corso nell’impianto TSMC di Phoenix) e dei relativi supercomputer, in collaborazione con Foxconn (Houston) e Wistron (Dallas).
La produzione a pieno regime è attesa entro 12-15 mesi, e le operazioni di packaging e testing saranno affidate alle “americanissime” Amkor e SPIL, sempre in Arizona.
Nvidia descrive questi supercomputer come la spina dorsale di nuove “fabbriche di intelligenza artificiale”, che dovrebbero nascere a decine nei prossimi anni, contribuendo con vari miliardi di dollari alla sicurezza economica americana, creando centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Sempre a Wall Street, ottimi risultati anche per Goldman Sachs, che ha battuto le attese con utile per azione di 14,12 dollari, contro 12,35 stimati. I ricavi hanno toccato 15,06 miliardi, superando i 14,81 previsti, e gli utili netti nel primo trimestre sono cresciuti +15%, raggiungendo 4,738 miliardi.
Sul fronte macroeconomico, Pechino sorprende positivamente con un aumento delle esportazioni del 12,4% annuale a marzo, segnale che il commercio estero resiste alle minacce tariffarie. Buone nuove anche dal Giappone: la produzione industriale è salita +2,3% a febbraio, interrompendo la serie negativa di tre mesi.
Il giudizio positivo di S&P sull’Italia e sul suo debito sovrano aiuta i BTp: quelli decennali sono stati protagonisti di una netta sovraperformance, col rendimento calato al 3,68% dal 3,80% della vigilia, e lo spread col Bund tedesco a 116 bps da 127. Il prezzo del BTp decennale è avanzato +0,9%, nella miglior seduta da gennaio.
Sul mercato valutario, il dollaro continua a scendere, indebolito dalla politica protezionistica di Trump e dai timori di fuga di capitali dagli asset americani. L’euro si rafforza, raggiungendo 1,137 contro Us$, dopo aver toccato un massimo di 1,1409, il record dal febbraio 2022.
La sterlina sale a 1,318 vs dollaro(+0,64%): il US$ segna minimi decennali contro franco svizzero e perde circa mezzo punto percentuale contro yen giapponese, vicino a 143.
Stamane, 15 aprile, anche in Asia si vede più ottimismo: a Tokyo, Nikkei225 +1,0%, con forti rialzi nel comparto auto: Toyota +5%, Mazda +4,4%, Subaru +4%.
Il Kospi coreano è salito +1,0%, sostenuto dal nuovo piano governativo da US$ 4,9 miliardi a supporto dell’industria dei semiconduttori, mentre in Cina il presidente Xi Jinping ha sospeso l’export di terre rare, fondamentali per settori strategici come difesa, elettronica e aerospazio. La decisione è considerata una mossa difensiva nel braccio di ferro commerciale con l’Occidente.
L’oro rimane ben sopra 3.200 dollari&oncia, confermandosi bene rifugio privilegiato nonostante la lieve flessione di ieri. Il petrolio Brent, dopo un inizio aprile turbolento, resta depresso attorno 65 dollari/barile.
Intanto, l’OPEC rivede al ribasso le stime di crescita della domanda di greggio: per il 2025, l’aumento atteso è ora 1,30 milioni barili/giorno, -150.000 meno rispetto alla stima precedente, mentre per il 2026 è previsto un incremento di 1,28 milioni. Tagliate anche le previsioni di crescita economica globale: dal 3,1% al 3,0% per il 2025, e dal 3,2% al 3,1% per il 2026.
La prospettiva di un allentamento monetario in Europa migliora, con l’attesa di consenso che vede un taglio tassi di -25 bps nella riunione dell’ECB del 17 aprile: ciò porterebbe il tasso sui depositi al 2,25% e quello “repo principale” al 2,40%.
In questo scenario di incertezza, Bitcoin si irrobustisce, superando la soglia degli 85.000 dollari dopo aver recentemente toccato i minimi 2025. Sul fronte obbligazionario statunitense, Treasury in recupero dopo una settimana difficile: il rendimento del decennale scende al 4,35% dal 4,46%.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
L'S&P 500 ha toccato il fondo?Un crollo del mercato azionario globale sotto la pressione della guerra commerciale
Dai massimi storici di febbraio, l'S&P 500 ha perso il 20%, trascinando al ribasso tutti i mercati azionari mondiali in un sell-off generale. Questo movimento al ribasso non riguarda solo gli Stati Uniti, ma anche l'indice MSCI World, a conferma di un'avversione globale al rischio. E a differenza di altri periodi di tensione, questa volta non ci sono stati rifugi sicuri, tranne forse l'oro e alcuni segmenti obbligazionari. Tutti i settori, anche quelli difensivi, sono stati colpiti.
Cosa ha causato questa intensa pressione sui mercati? La guerra commerciale condotta dall'amministrazione Trump contro più di 70 Paesi, con la Cina in testa alle tariffe di ritorsione. Questo contesto geopolitico altamente conflittuale ha riacceso i timori di un rallentamento dell'economia globale, provocando una massiccia fuga di liquidità.
Il mercato spera in un PIVOT: ma quale?
Di fronte a questa situazione, c'è solo una cosa che può invertire la tendenza: un PIVOT. In altre parole, un importante cambiamento di politica in grado di invertire l'attuale dinamica dei mercati finanziari.
Nella primavera del 2025 sono possibili due tipi di pivot: quello della Federal Reserve (la FED) o quello dell'amministrazione Trump.
Il perno della FED è un'inversione monetaria. La banca centrale abbasserebbe nuovamente i tassi d'interesse e smetterebbe di ridurre il proprio bilancio - in altre parole, inietterebbe più liquidità nel sistema. In realtà, la Fed ha già rallentato la riduzione del suo bilancio in aprile, segno che potrebbe prepararsi a muoversi. Ci sono due date chiave da tenere d'occhio: il 7 maggio e il 18 giugno, le prossime decisioni di politica monetaria.
Ma questa svolta dipenderà da due condizioni essenziali: l'andamento dell'inflazione e il tasso di disoccupazione. Se queste due variabili giustificano un sostegno d'emergenza, la Fed potrebbe ricominciare a tagliare il tasso dei federal funds.
Il perno di Trump: tassazione e diplomazia commerciale
L'altro scenario è il perno di Trump. Si basa su due pilastri: la diplomazia commerciale e la politica fiscale. Sul fronte commerciale, comporterebbe un ritorno al tavolo dei negoziati, con la firma di accordi che pongano fine alla spirale delle sanzioni doganali. Sul fronte fiscale, Trump continua a mettere in campo una strategia pro-business molto marcata.
Già il suo primo mandato (2017-2021) era stato caratterizzato da una massiccia riduzione dell'imposta sulle società (dal 35% al 21%) e da tagli fiscali per le famiglie attraverso il Tax Cuts and Jobs Act. Per il suo secondo mandato, che inizierà nel gennaio 2025, Trump propone di andare ancora oltre con il suo “One Big Beautiful Bill”: rendere permanenti i tagli del 2017, abolire le tasse sulle mance, sugli straordinari e persino sulle pensioni.
Soprattutto, Trump intende tagliare l'imposta sulle società al 15%, in particolare per le industrie che producono negli Stati Uniti. Si tratterebbe di un forte shock fiscale, che potrebbe rilanciare le aspettative di crescita e quindi... i mercati azionari.
La primavera del 2025 è una finestra temporale critica. Il mercato non può più permettersi di navigare nell'incertezza senza un segnale forte. O la Fed cambierà tono, o Trump cambierà la sua politica economica e commerciale. Un pivot è essenziale se l'S&P 500 deve convalidare un importante minimo di mercato.
In termini di analisi tecnica dei mercati finanziari, l'indice S&P 500 ha quindi subito una correzione del 20% prima di recuperare la scorsa settimana in prossimità del principale supporto tecnico di 4.800 punti.
Questo importante supporto grafico (si veda il grafico del contratto future sull'S&P 500 allegato a questa analisi) corrisponde al picco del mercato azionario di fine 2021 e al punto di partenza del mercato orso del 2022 sullo sfondo, all'epoca, dell'impegno delle Banche Centrali nella lotta all'inflazione.
Questo livello di 4800 punti rappresenta la garanzia del trend rialzista iniziato alla fine del 2022. Si noti che questo supporto orizzontale è sostenuto da una linea grafica ascendente che unisce tutti i principali minimi del mercato a partire dallo shock borsistico della crisi sanitaria.
Un altro fattore che rafforza la forza di questo supporto è l'aspetto quantitativo, che descrive una situazione tecnica di estremo ipervenduto favorevole a un punto di minimo. La percentuale di titoli dell'S&P 500 al di sopra della media mobile a 50 giorni è scesa sotto il 10%, una soglia che ha visto i mercati stabilizzarsi per oltre 15 anni.
Il grafico dell'S&P 500 e il grafico quantitativo sono allegati a questa analisi.
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-BIAS GOLD rimane stabile rialsista,
ad ogni correzione di gold vado a cercare opportunità di posizionamento a favore bias
- Oro vicino al nuovo storico sostenuto dai flussi di dedollarizzazione e dal calo di fiducia nei Treasury USA.
- CPI del 10 aprile più alto delle attese: il Core CPI è salito dello 0,4% su base mensile, confermando pressioni inflazionistiche.
- Le speranze di tagli dei tassi da parte della Fed stanno calando, ma i Treasury a lunga scadenza vengono comunque venduti.
Il mercato non si fida della traiettoria attuale.
- Tensione USA–Cina in aumento: i dazi reciproci superano il 125%, senza segnali di accordo diplomatico.
-Questa settimana da monitorare: Retail Sales e commenti della Fed, in un contesto di crescenti timori di stagflazione.
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Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
-BUON TRADING
-GESTITE IL RISCHIO
-BE PATIENCE
GOLD | Aggiungiamo un fulmine.Buongiorno Traders.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
Stessa analisi di ieri, solo che oggi prenderò in considerazione anche quella zona leggermente più alta per il LONG.
Fulmine VERDE: area di valutazione LONG.
Fulmine ROSSO: area di valutazione SHORT.
Operate responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Buona valutazione.
Buon Trading.
Ciau.
Scende la volatilità sui mercatiLa settimana è cominciata con un parziale ritorno dell’appetito al rischio, trascinato dagli indici europei che hanno sovraperformato mostrando importanti segni positivi. Anche Wall Street ha registrato una chiusura sopra l’1%. Le ragioni della ripresa sono le dichiarazioni di Trump, che ha sospeso i dazi nei settori dei computer, elettronica e semiconduttori, sostenendo quindi la ripresa dei giganti della tecnologia, che dipendono dalla Cina per la loro catena di approvvigionamento. Certo, per ora è tutto in divenire e non ci sono certezze che i dazi restino quelli attuali. Tutto potrebbe ancora cambiare.
VALUTE
Giornata di trading range sui principali rapporti di cambio, con l'indice del dollaro che è sceso fino a 98,75 per poi chiudere in area 99,5, in una seduta mista e interlocutoria. Si tratta comunque di prezzi che hanno raggiunto i minimi degli ultimi tre anni, poiché le preoccupazioni per le prospettive economiche e la direzione politica degli Stati Uniti hanno continuato a pesare sul sentiment.
A migliorare leggermente le cose, l'annuncio dell'amministrazione Trump di esenzioni tariffarie per smartphone, computer e altri prodotti tecnologici nell'ambito del nuovo regime tariffario "reciproco". Tuttavia, il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha dichiarato che queste importazioni potrebbero ancora essere soggette a imposte separate entro i prossimi due mesi. Nonostante il forte calo del dollaro, Lutnick ha affermato di "non essere preoccupato per il dollaro USA".
La scorsa settimana, l'indice del dollaro è sceso del 3%, poiché le crescenti tensioni commerciali e le preoccupazioni per la crescita hanno spinto gli investitori a disfarsi degli asset statunitensi. I dati di venerdì hanno mostrato che il sentiment dei consumatori statunitensi è crollato ai minimi di oltre tre anni ad aprile. Il dollaro si è indebolito rispetto alla maggior parte delle principali valute, indebolendosi maggiormente rispetto all'euro, yen e valute oceaniche che hanno prontamente reagito al ribasso precedente.
BONDS USA
Il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni si è attestato al 4,43% lunedì, riducendo l'impennata della settimana scorsa, quando aveva toccato un massimo di oltre il 4,5%. I mercati rimangono incerti relativamente al futuro della politica commerciale statunitense e al suo impatto sulla crescita e sulla domanda estera di titoli di debito statunitensi.
Dopo le esenzioni alla Cina, abbiamo assistito a una breve pausa di riflessione nelle vendite di titoli del Tesoro. Tuttavia, permane una forte incertezza, poiché Trump ha avvertito che i futuri dazi su elettronica e semiconduttori verranno comunque approvati. La costante evoluzione dell'entità dei dazi da parte della Casa Bianca ha innescato vendite di titoli del Tesoro statunitensi ad aprile, a sottolineare i dubbi degli investitori sulla sicurezza del debito statunitense, in linea con il netto restringimento degli spread swap.
EXPORT CINA
Le esportazioni dalla Cina sono aumentate del 12,4% su base annua, raggiungendo i 313,9 miliardi di dollari a marzo 2025, ben al di sopra delle previsioni di mercato del 4,4% e in forte accelerazione rispetto all'aumento del 2,3% registrato nel periodo gennaio-febbraio. Si è trattato del più rapido incremento delle vendite all'estero da ottobre scorso, a dimostrazione di un'anticipazione delle esportazioni prima dell'entrata in vigore dei dazi statunitensi.
Nel primo trimestre del 2025, le esportazioni sono aumentate del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2024, raggiungendo gli 853,7 miliardi di dollari. Nel periodo in esame, le spedizioni sono cresciute per prodotti agricoli, fertilizzanti, prodotti meccanici ed elettronici, elettrodomestici, telefoni cellulari e LCD. Al contrario, le esportazioni sono diminuite per terre rare e acciaio.
Tra i partner commerciali, le esportazioni sono aumentate verso gli Stati Uniti, il Giappone, Hong Kong, l'India, il Regno Unito, l'UE e l'Asia, mentre sono diminuite verso la Russia, la Corea del Sud e l'Australia.
Saverio Berlinzani
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NOTIZIE DELLA SETTIMANAPrincipali notizie della settimana:
MARTEDI'
- Tasso di disoc. (08:00) (GBP🇬🇧)
- Produzione ind. (11:00) (EUR🇪🇺)
- Indice ZEW (11:00) (EUR🇪🇺)
- CPI CANADA (14:30) (CAD🇨🇦)
MERCOLEDI'
- PIL Cinese (04:00) (CNY🇨🇳)
- CPI UK (08:00) (GBP🇬🇧)
- CPI EURO (11:00) (EUR🇪🇺)
- Vendite al dett. (14:30) (USD🇺🇸)
- Tasso d'int. (15:45) (CAD🇨🇦)
- Indice NAHB (16:00) (USD🇺🇸)
GIOVEDI'
- Tasso disocc. (03:30) (AUD🇳🇿)
- Tasso d'int. (14:15) (EUR🇪🇺)
- Jobless claims (14:30) (USD🇺🇸)
VENERDI'
- FESTA (ALL BANK)
WisdomTree - Tactical Daily Update - 14.04.2025Mercati azionari più sereni: sui dazi si tratta, forse anche con la Cina.
Oro superstar: rialzo sfrenato, oltre 3.240 Us$/oncia.
Dollaro Usa debolissimo e crisi dei Treasuries. Fine di un’epoca?
S&P migliora rating sovrano Italiano, ora a BBB+, con outlook stabile.
Settimana scoppiettante a Wall Street, con un venerdì in gran forma che ha visto l’S&P 500 balzare +1,8%. Dow Jones +1,5%, Nasdaq +2,1%. Meno allegra l’Europa, zavorrata dalle tensioni commerciali: Milano -0,7%, Parigi -0,3%, Francoforte -0,9%. Fa eccezione Londra, che sale dello 0,6%.
Gli indici principali hanno chiuso bene la settimana: Dow Jones +5%, nasdaq +7,4%, mentre i "Magnifici Sette" hanno spuntato un sontuoso +8,5%, dopo sette settimane da incubo in cui avevano perso un quarto del loro valore: se gli si aggiunge la svalutazione del dollaro di oltre -10%, un investitore europeo avrebbe visto evaporare oltre 1/3 del proprio capitale.
Queste montagne russe riflettono un mercato dominato dall’incertezza globale, soprattutto per la guerra commerciale a suon di dazi tra Stati Uniti e Cina. Larry Fink, CEO di BlackRock, non ha usato mezzi termini: “Gli Stati Uniti sono molto vicini, se non già in recessione”. E i dazi di Trump? “Oltre ogni mia immaginazione in 49 anni di carriera”. Risultato: milioni di risparmiatori penalizzati.
Oro superstar: venerdì ha sfondato il muro dei 3.240 dollari/oncia e in un mese il prezzo è salito del +10%. Un balzo sostenuto dal clima internazionale teso e dal dollaro debole. Goldman Sachs prevede ora target a 3.700 dollari/oncia. Da inizio anno l’oro ha guadagnato +23%, sebbene per chi investe in euro l’exploit si ridimensiona a +12,5% per via della caduta del dollaro.
La banca centrale Usa (Federal Reserve) è vigile ma ancora ora non interviene: Susan Collins (Boston Fed) rassicura che "i mercati funzionano bene" e non ci sono allarmi sulla liquidità. Tuttavia, l’istituto centrale è “assolutamente pronto” a usare i propri strumenti, se necessario.
Inflazione in arrivo? John Williams (Fed di New York) prevede un’impennata al 3,5-4% nel 2025, ben oltre il target del 2% della Fed e il 2,5% registrato a febbraio. Anche il morale dei consumatori e delle imprese è in calo.
Fiducia dei consumatori americani in caduta libera: l’indice dell’Università del Michigan scende a 50,8 ad aprile, minimo da giugno 2022, e in picchiata dal 57,0 di marzo.
Intanto Trump resta ottimista su un possibile accordo con la Cina, ma al momento non sono in corso negoziati ufficiali: lo ha confermato il rappresentante Usa al Commercio, Jamieson Greer.
Treasury Usa (bond governativi) sotto attacco: i rendimenti sono in rialzo, con il decennale che tocca 4,5%, massimo da febbraio. È la peggior settimana per i bond Usa dal 2019. Alcuni analisti li definiscono ormai “asset rischiosi”.
Petrolio in leggero rialzo venerdì: WTI (greggio riferimento Usa) a 61,5 Dollari/barile (+2,1%), ma resta ai minimi dal 2020 a causa dei timori legati ai dazi.
L’euro si rafforza su un debolissimo US$: +1,69% a 1,138. Il biglietto verde cede anche contro lo yen giapponese (-1,1%), scivolando verso 143 yen.
Oggi, 14 aprile: ventata d’ottimismo. I future su Wall Street e gli indici europei volano quasi +2% grazie alla sospensione temporanea dei dazi su alcuni prodotti elettronici. Ma Trump frena gli entusiasmi: “Non è un condono, solo uno slittamento”.
Venerdì era già scattata una mini-tregua: escludendo alcuni prodotti popolari dai dazi del 125% sulla Cina e dall’aliquota generale del 10%. Trump apre al dialogo con le aziende, in particolare sui semiconduttori e device come iPhone e tablet.
Asia positiva stamattina: Hang Seng +2,4%, CSI300 +0,5%, TAIEX +0,5%. La Cina stupisce con un surplus commerciale di US$ 102,6 miliardi a marzo, ben oltre i 77 previsti. L’export verso gli USA segna +4,5% nei primi tre mesi 2025: in risposta ai dazi Usa saliti al 145%, Pechino ne introduce da 125%.
Ma intanto il surplus cinese verso Washington è US$ 76,6 miliardi, di cui 27,6 solo a marzo.
Giappone: Nikkei +2%, ma Tokyo non userà i suoi Treasury Usa come leva nei negoziati del 17 aprile. I giapponesi puntano a ottenere esenzioni dai dazi in vigore dal 9 aprile (fino al 25% sull’automotive, 24% su altri beni), mentre gli USA vogliono aperture su gas e agroalimentare.
Materie prime: avvio piatto oggi per l’indice Bloomberg Commodity (101,30 USD). La scorsa settimana ha guadagnato +1,8%, trainato da oro (+6%), argento (+9%), rame (+4,3%) e nichel (+2%). Bene anche soia, mais e cotone (+6% circa). In calo netto il gas Usa (-8%).
Boom di interesse per le criptovalute, complice crisi del dollaro, rimbalzo di Wall Street e l’ipotesi che la Fed possa “ammorbidire” la sua indipendenza per accontentare la spinta di Trump verso il taglio dei tassi. Trump, già il presidente Usa più ricco della storia, ha intensificato l’attenzione sul settore crypto negli ultimi anni.
Europa più stabile sul fronte obbligazionario: mentre i Treasury Usa vacillano, S&P sorprende con la promozione dell’Italia da BBB a BBB+, con outlook stabile. Le ragioni? Deficit in calo, esportazioni resistenti, alto risparmio interno e fiducia nella BCE. Secondo S&P, il Pil italiano crescerà +0,6% nel 2025, e il debito-Pil si stabilizzerà dal 2028.
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