Nasdaq
$TSLA, annunciati tagli al personale, ma il titolo sale!Tesla annuncia un importante taglio al personale, si parla anche di un 10%, che porterebbe un taglio di circa 10.000 collaboratori.
Mentre ci sono questi annunci arrivano sempre più notizie dell'inizio a regime della produzione della Model-Y nella Gigafactory di Berlino, che aveva riscontrato non pochi problemi prima della sua apertura.
Analizzando il grafico D possiamo dire che il titolo Tesla è entrato un trading range, abbastanza ampio, circa del 25%, questo ci può far intuire che il prossimo movimento sarà importante.
Ovviamente non sappiamo da che parte andrà, ma di certo la situazione non fa presagire a dei rialzi, almeno nel breve termine.
Il box l'ho disegnato appositamente fino al 25 luglio, dove arriveranno i dati su utili e fatturato del Q2 del 22. Gli ultimi 2 risultati, Q4 '21 e Q1 '22 sono stati molto positivi, superando le stime.
In particolare in Q1 c'è stata una differenza positiva molto importante riguardante gli utili, che hanno superato del 42% le stime, anche se questa notizia non ha inciso sul prezzo del titolo, che in balia della situazione generale ha visto un'importante correzione.
Per ora teniamo monitorato questo trading range, magari cercando qualche piccola operatività intra-day, anche se il titolo Tesla rimane sempre interessante per il futuro, vista la sempre maggior importanza dei veicoli elettrici. Non si fermano le istallazioni di colonnine di ricarica esclusive Tesla su tutto il territorio mondiale.
Per il futuro mi aspetto che questa azienda diventi sempre più leader del settore automobilistico.
Vediamo se si sta formando un pattern di continuazione o di inversione.
Dal punto di vista tecnico non ci sono grossi segnali di inversione di trend, se non la possibile chiusura odierna sopra la Kijun, ma rimane comunque un piccolo segnale da confermare.
Le MA 50 e 200 sono girate verso il basso, dopo aver disegnato una death cross.
Calma, gesso e tanto studio.
MatPizzini.
$AMZN, poche speranze di ripresa, se non piccoli respiriIl gigante dell'e-commerce sta soffrendo, come tutto il resto dei mercati tech e non solo.
Il trend negativo in atto è impetuoso e segna continui massimi e minimi decrescenti.
Da marzo si muove come l'indice $NDX, con una coefficiente di correlazione molto vicino all'1, perciò in cambiamento sul grafico del Nasdaq potrebbe innescarne uno simile anche su questo titolo.
Aiutandomi con il ritracciamento Fibonacci ho trovato delle aree interessanti per una ripresa di breve periodo, che ho segnato con i rettangoli verdi.
Nonostante il grafico sia D ho voluto inserire un livello che molti investitori guardano, la Media mobile semplice 200 periodi su base settimanale (MA 200 W). Quest'ultima, una volta rotta al ribasso è stata ri-testata al ribasso ed ora il prezzo di trova su di un livello chiave.
Se dovessimo perdere il livello attuale ci aspettano giorni o settimane di ribasso, e la situazione dei mercati non fa presagire a rapide inversioni di trend.
In questo momento investitori e trader stanno aspettando i pullback per vendere allo scoperto o per liquidare posizioni aperte nel bull market del 2020-21.
Sicuramente l'azienda Amazon, dal punto di vista fondamentale non perde la sua solidità, anzi, un ulteriore ribasso potrebbe portare il prezzo sui livelli d'acquisto ancora più interessanti.
Dal punto di vista degli indicatori tecnici non ci sono segnali d'inversione di trend.
Calma, gesso e tanto studio.
MatPizzini.
AAPL, doppio massimo per l'azienda di Cupertino?Apple potrebbe aver formato un costrutto di top su grafico settimanale, che potrebbe portare ad un'importante correzione del prezzo dell'azienda quotata al NASDAQ.
Il costrutto di top, disegnato all'interno delle 2 trend line rosse ha rotto al ribasso, arrivando in zona 132$ per poi tornare a testare la trend line rossa, in zona 149$.
Questo bearish pullback potrebbe innescare un forte trend ribassista, anche se siamo nella settimana del WWDC, dove verranno presentate alcune novità.
Questi eventi sono sempre molto importanti, sia per l'azienda che per gli appassionati di tecnologia e di Apple.
Per gli investitori invece, sarà più importante la recessione alle porte oppure il WWDC?
Sarà la settimana dei tori per Apple oppure degli orsi?
Dal lato tecnico, con l'ichimoku, il grafico è bearish:
-la Tenkan ha incrociato al ribasso la Kijun
-La Chikou è sotto il prezzo e va verso la kumo
-la Kumo sta per diventare rossa
- il prezzo, rimanendo sotto la resistenza sopra citata dei 149150$ confermerebbe la chiusura fuori dalla kumo, al ribasso
Ad aumentare le probabilità di ulteriore ribasso c'è anche la situazione chip mondiale che continua ad essere tesa, anche se con il nuovo chip M1 Apple gestisce meglio l'approvvigionamento, essendo costruito da Apple stessa.
Mentre gli Youtuber e non solo fanno a gara di visualizzazioni per indovinare cosa verrà presentato i trader e investitori cercano di capire da che parte va il mercato.
#nonsolocrypto
Calma, gesso e tanto studio.
MatPizzini
LE BANCHE CENTRALI NON HANNO UN PIANO BBUONGIORNO FOREX DEL 20.06.2022
Ripartono i mercati, oramai tutti consapevoli che la fase recessiva è alle porte, unico dubbio sarà la durata e quanto male potrà fare alle economie mondiali. I banchieri centrali si sono chiaramente espressi a favore di politiche iperaggressive, e resta emblematica l’azione della BOE che pur consapevole delle profonde difficoltà che sta vivendo il paese, ha alzato ulteriormente il costo del denaro di altri 25BP.
La recessione sarà un male necessario che dovremo affrontare, per far calare i prezzi special modo quelli del settore energy.
La scorsa settimana la FED ha compiuto un rialzo del costo del denaro di 75BP , come non avveniva da decenni, dando un segnale chiaro di quanto sia determinata nella sua lotta all’inflazione che si è dimostrata nell’ultima rilevazione non essere ancora giunta al suo culmine. La prospettiva resta quella di ulteriori rialzi tassi, nelle prossime riunioni per giungere a potenziali picchi nel 2023, anno nel quale la FED si attende un rientro dei prezzi.
Quadro differente per l’Europa, che pur aprendosi a rialzi del costo del denaro nella prossima riunione di Luglio, ha mostrato tutta la sua fragilità, esponendo i paesi a maggior debito pubblico all’attacco della speculazione, spingendo verso i massimi gli spread e costringendo la BCE a indire riunioni straordinare, per accellerare il processo che dovrebbe portare ad un nuovo programma di equilibrio nei debiti dei paesi dell’Unione Europea.
Poche le alternative quindi per i banchieri centrali, che sono chiamati ad azioni certamente impopolari, ma necessarie, che scontano oggi quello che avremmo dovuto sostenere con l’esplosione della pandemia , ossia una recessione in piena regola alla quale abbiamo solo dato un calcio di rimando.
Restano poche possibilità di scelta anche per gli investitori, che questa volta, scappando dal mondo azionario, non trovano nel comparto obbligazionario il consueto porto sicuro, ma un mare forse più tempestoso. La prospettiva di un’inflazione che stenta a calare, mantiene i rendimenti proiettati a rialzo, con i prezzi ancora in rapida discesa, lasciando a chi tenta acquisti a buon prezzo , solo con profonde delusioni.
Non è ancora giunto il tempo di comprare obbligazioni sovrane, che troveranno certamente nuova linfa quando l’inflazione attesa inizierà ad attestarsi, a quel punto la corsa dei rendimenti si fermerà e con lei i prezzi, ed allora il mondo obbligazionario sarà il primo segnale di ripartenza da cogliere al volo.
NASDAQ
Siamo giunti finalmente alle prime aree di interesse degli 11 000 pnt, ancora il mercato presenta le chiare caratteristiche di un trend fatto a massimi e minimi decrescenti, in una sequenza chiara di onde, che porterebbe le successive proiezioni a 9500-9300pnt. Aree che possono sembrare lontane, ma che non dobbiamo escludere data la proiezione di recessione in atto. Tuttavia ritaniamo che entrare ora nel trend ribassista, sarebbe un errore di timing, e sarebbe più apportuno rimanere sulla riva del fiume ad osservare, in attesa che si creino le prime interessanti opportunità di storno sotto gli 11000 pnt. Massima attenzione dunque tra gli 11000 ed i 9500pnt aree di altissimo interesse.
Ngas
Storna dai massimi il nGas, e con lui il wti, e l’intero comparto energy sembra trovare le conferme di un ciclo economico di recessione, che vede per ultimo asset class il comparto commodities rispondere al calo della domanda. Più volte abbiamo richiamato l’attenzione a come si sia creata una anomala divergenza tra il mondo dei metalli industriali, che già pagavano le aspettative di recessione, a fronte del mondo energy, che grazie alla guerra in Ucraina hanno visto un calo drasticodell’offerta da parte della Russia. Una chiara fase di speculazione, che aveva portato ad anomali livelli di massimo rispetto alla fase del ciclo economiche che stavano vivendo. Dopo aver toccato i 9.46$ il nGas è sprofondato fino a toccare i 6.60$, approdando non lontano dai primi supporti posti a 6.35-6.50$. rimaniamo di un’idea tendenzialmente ribassista, ma entrare ai prezzi attuali non risponderebbe a criteri minimi di R:R , pertanto si attendono eventuali approdi alle aree di 8$ per valutare nuovi posizionamenti corti, o per trading di più breve periodo acquisti dei supporti sopra citati, con rigidi stop sotto di essi.
DOLLAR INDEX
Unico asset che offre speranza agli investitori è il dollaro americano, che offre la possibilità di irmanere liquidi, con interessanti prospettive di rendimenti, sempre che la FED rispetti il suo piano di rialzo tassi. Il dollar index dopo aver toccato 105.80 di massimi sembra entrato in una fase di compressione di volatilità con candele daily inside, che esprimono la chiara incertezza del mommento. La bilancia tra compratori e venditori si riequilibra, da un lato resta valida ancora l’idea di acquistare dollari, come unico vero asset di interesse, ma dall’altro si dovranno presto fare i conti con una congiuntura macroeconomica in deterioramento, che metterà in evidenza quanto concreta possa essere la fase di recessione anche negli Stait Uniti. Comprare dunque dollari sui livelli di massimo, potrebbe comportare alti rischi, special modo alla vigilia della chiusura del Q2 e delle prossime pubblicazioni degli earnings, probabilmente non cosi positivi per le aziende a stelle e strisce.
SENTIMENT RETAIL SUL VALUTARIO
Ovvia la risposta del mondo retail, che resta impostato contrarian short sul dollaro americano con un sentiment del 69% short, sbilanciando di fatto tutte le posizioni sulle altre majors che continuano a vivere dinamiche di dollaro centrismo. Si posizionano pertanto long al 66% sulla sterlina e al 51% sul dollaro australinao e al 67% sul dollaro canadese. Permane la fase di difficolta dello yen giapponese, che non trova nella BOJ supporto per delle valide ripartenze, spingendosi nuovamente sui minimi, e trascinando con se il 75% dei traders retail in posizione di mean reverting long.
USDCAD
Tra le majors, non possiamo richiamare usdcad, che si trova a ridosso delle resistenze di medio periodo a 1.3080, rimananedo ancorato ad una fase lateral rialzista, che ha dato spazio di profitto al mondo retail , che ha continuato a comprare i supporti e vendere le resistenze. Ancora questa volta la dimanica sembra ripetersi e giunti sulle aree di massimi di 1.3080 i retail si fanno trovare short all’85%, pronti a trarre beneficio dalla resistenza. Tuttavia crediamo che al netto di fasi di storno, il dollaro canadese, legato in una forte correlazione diretta con il wti, potrebbe vedere nel prossimo futuro delle fasi di ribasso, che porterebbe a nuovi impulsi rialzisti di usdcad. Pertanto rimaniamo compratori dei supporti, che sono posti a nostro avviso a 1.2925 prima e 1.2850 poi. Solo la violazione di detti supporti potrebbe portare a nuovi allunghi ribassisti che invaliderebbero l’idea di un trend rialzista di medio.
GBPCHF
tra i corss individuiamo interesanti tutti quelli che coinvolgono il franco svizzero, special modo gbochf, che a ridosso di importanti supporti a 1.18 figura, trova i retail all’88% long, a caccia ancora una volta di possibilità di mean reverting. Eventuali break out dei minimi potrebbero generare allunghi ribassisti fino a 1.1725 prima e 1.1675 poi. Tuttavia la fase di chiara compressione dei prezzi, potrebbe genrare interessanti inversioni rialziste, solo al break out dei massimi di 1.1875
Sul fronte dati,oggi ricordiamo che i mercati USA restano chiusi e pertanto non ci aspettiamo grandi novità rispetto a quanto detto, la settimana sarà poi rica di speech di banchieri centrali che potrebbero generare interessanti dinamiche di prezzo improvvise, pertanto si raccomanda sempre la massima attenzione
buona giornata e buon trading
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SP500, Dow Jones, Nasdaq, situazione complessaGli indici americani si stanno muovendo ancora in modo scomposto. In questa discesa ieri il Dow Jones è arrivato, finalmente, ad un primo livello, ma SP500 adesso è fermo nel vuoto, mentre il Nasdaq ha rotto anche il 50% di Fibonacci.
Se facciamo il confronto con la discesa causata dal panic selling per Covid-19, notiamo che mediamente hanno toccato livelli di discesa similari, in un range tra -38% e 32%.
Per avere una buona operatività, necessitiamo che arrivino possibilmente verso livelli importanti all'unisono, soprattutto SP500 e DJ, il Nasdaq è secondario. Però in questa situazione grafia e tecnica trovare dei livelli diventa complesso, comunque SP500 l'aspetto almeno verso 3480 prima di valutare long.
Mercati tradizionali e crypto: A che punto siamo?Nuovo conferma da parte del settore delle criptovalute per quanto riguarda la correlazione con il mercato azionario.
La scorsa settimana sulla notizia dell'aumento del tasso di interesse da parte della Banca Centrale Europea, i mercati azionari europei seguiti da quelli americani hanno subìto una forte correzione al ribasso. Lo stoxx 600 infatti ha perso oltre 5 punti percentuali nel giro delle due sedute successive all'annuncio.
Anche l'S&p 500 e il Nasdaq hanno subìto forti vendite nelle ultime giornate di mercato, questo perché, come sappiamo molto bene, mercati azionari europei e americani sono strettamente correlati.
Quello che ormai non fa più notizia è il fatto che tutto il settore cryptovalutario, Bitcoin in primis abbiano perso oltre 15 punti percentuali sull' annuncio dell' aumento del tasso di interesse da parte della presidente della BCE Christine lagarde. Naturalmente, non esiste nessun legame (almeno troppo evidente) per cui una restrizione della politica monetaria influisca su un asset criptovalutario.
Il mercato ha sempre ragione. Questo è il grande Must a cui ogni operatore finanziario deve far fede. Abbiamo visto come nel corso di questi mesi questo comparto si sia mosso su delle logiche non molto chiare dal punto di vista strutturale.
Il fatto che la price action delle crypto sia in continuo ribasso da qualche mese a questa parte non deve far distogliere lo sguardo dall'elevato tasso di innovazione presente all'interno di questi asset e dalla tecnologia sulla quale questi si basano.
Il settore crypto vedrà nuovamente momenti di forte espansione con nuovi massimi che saranno raggiunti in maniera ancora più violenta. Si tratta di avere pazienza e di individuare in questi mesi i progetti che inglobano un elevato potenziale.
A cura di:
Matteo Bernardi
LA FED CREA PANICO PER GLI INVESTITORI, CHE SI RIFUGIANO NEL DOLBUONGIORNO FOREX DEL 13.06.2022
Sempre maggiori le scommesse per un prossimo rialzo di 75BP da parte della FED, nella prossima riunione di mercoledi 15 giungo, rialzo del costo del denaro atto a combattere l’iperinflazione che sembra non arrestarsi, e per la quale chiaramente anche il presidente Biden ha espresso preoccupazione.
Sarà atterraggio morbido o no, la necessità di essere aggressivi e rallentare la domanda è oramai una necessità negli Stati Uniti come nel resto del mondo occidentale, e primo tra tutti a farne le spese, sembra essere il Regno Unito, dove stamattina sono stati pubblicati i dati relativi al mondo del lavoro. Dati preoccupanti, che mostrano una disoccupazione in aumento, con salari in netto calo, salari già duramente colpiti dall’inflazione, che ricordiamo essere sul record del 9%. Congiuntura macro tra le peggiori per il Regno Unito, che si trova alle porte di una possibile stagflazione, mostrando uno scenario che sembra all’orizzonte anche per l’Europa che si trova ora a lottare con le differenti economie dei paesi del blocco. La fragilità dei paesi maggiormente indebitati viene ora chiaramente a galla, dopo che la BCE ha chiuso il programma APP che reggeva un sistema fragilissimo messo a dura prova già prima della pandemia. La necessita di strutturare un piano di aiuti che possa equilibrare le differenti economie del blocco europeo sembra pertanto una necessità alla quale gli investitori pongono la loro massima attenzione.
usdindex
In una fase di profonda incertezza, gli investitori liquidano asset di rischio e si dirigono verso i dollari americani che sembrano eesere l’unico vero porto sicuro, portando cosi dollar index a toccare le aree di 105.25, per poi stornare leggermente agli attuali 104.75, con possibili approdi a 104.25-104 figura, areee che restano di natura supportiva, pertanto fino all’appuntamento di domani con la FED non sembrano esserci motivi per vendere dollari, ma una price action tipica del buy on rumors and sell on news non è da escludersi, special modo se la FED dovesse alzare di “soli” 50 BP.
Nasdaq
In questo contesto di paura e incertezza gli investitori liquidano asset di rischio portando i listini mondiali verso i minimi di questo 2022 in un chiaro bear market. Il comparto tecnologico soffre maggiormente, con un indice Nasdaq che sfonda i livelli di 11600 pnt, e approda a 11300, proseguendo la sua dinamica di sottomissione alle resistenze. Allunghi ribassisti fino a 11 000 pnt prima e 10.800 poi non è da escludersi, ma resta obbligo seguire l’aggressività che mostrerà la FED domani.
Dax
Pesantissimo anche l’indice tedesco, che segna 4 giorni di ribassi consecutivi , partiti da 14700 pnt e approdato ieri ai minimi di 13350 pnt. La fragilità del sistema europeo è stata messa in evidenza, e la possibile fase di recessione mondiale, non lascerà l’Europa ne tantomeno la Germania indenne, colpendo pertanto anche le aziende tedesche. Allunghi ribassisti del dax on ci sembrano una dinamica cosi impossibile, con approdi verso i minimi di 13000 pnt prima e 12500 poi.
Eurusd
Ovvia la reazione della moneta unica , che non ostante una BCE proiettata al rialzo tassi per la riunione di Luglio, soffre la fragilità dei paesi fortemente indebitati, che si trovano ora senza il sostegno della banca centrale. Si continuano pertanto a comprare dollari anche a fronte della moneta unica, che affonda verso i minimi di 1.04 figura. Le aree di precedente supporto poste a 1.0650 potrebbero essere chiara resistenza nel breve periodo, e solo una loro violazione potrebbe decretare la ripartenza della moneta unica. Il mondo retail si porta come di consueto in posizione contrarian long, attualmente con un sentiment dell’81%
Gbpusd
Congiuntura in netto peggioramento per il Regno Unito, che stamane ha visto la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione , in aumento al 3.8% dal precedente 3.7%. anche i salari orari medi sono in calo, oltre alla già pesante riduzione del potere di acquisto indotta dall’inflazione, che ricordiamo essere al record del 9%. Il cable affonda, sotto la forza del dollaro americano, acndando a testare 1.2105 , senza trovare la forza necessaria per dei rimbalzi che vadano oltre 1.22 figura. La pressione ribassista, porta l’85% dei traders retail a cercare di comprare i minimi senza per ora trovare sollievo nelle posizioni in sofferenza. A questo punto allunghi fino a 1.2014 1.20 figura non sembra essere uno scenario tanto remoto.
Cadjpy
Ancora interessanti gli eccessi dei cross yen, special modo cadjpy, che performa da inio anno oltre il 15% attualemnte ai prezzi di 104 figura, dopo aver toccato i massimi a 107. La fase di storno dovuta anche al rimbalzo dai minimi dello yen sembra oramai avviata, e break out dei minimi di 103.90 aprirebbe le porte ad allunghi ribassisti fino a 103 figura prima e 102 poi. Il sentiment retail ancora fortemente short vede ancora l’83% retail corto. La ricerca di posizionamenti short tuttavia non ci sembra un’idea da rigettare, anche grazie ai primi ordini long che compaiono sul mercato al test dei supporti, segno che un tardivo ingrsesso in trend, potrebbe in realtà rivelarsi un chiaro insacco sui massimi di periodo.
Bitcoin
Crollo anche del mondo crypto, che come asset di rischio sta vivendo la fase di risk off con non poche sofferenze. Si torna sotto i 23000$ livelli di prezzo visti nel 2020, dove si collocano importanti supporti come 20200$. Interessanti aree di supporto le troviamo ancora a 15900$ e a 10500$. Nostro malgrado fin tanto che i mercati saranno in modalità risk off , ben poco possiamo attenderci anche dal mondo crypto.
Dati macro
Da attenzionare per la settimana resta l’appuntamento con la FED di domani sera ore 20 per l’italia, e l’appuntamento di giovedi con la BOE chiamata alla gestione di una congiuntura macro in deciso deterioramento da un lato , ed una iper inflazione dell’altro.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
Indice tecnologico cinese in via di recupero? Forse...SI!Buongiorno a tutti. Nelle ultime settimane si è tanto parlato del mercato cinese, in particolare di quello tecnologico.
Sono tante le domande che si susseguono tra noi, tra le quali la più famosa :”è arrivato il momento di acquistare nuovamente i colossi tech cinesi”? Una risposta chiara e certa non esiste, tuttavia il mio processo prevede la creazione di alcuni indicatori che mi indichino quando, statisticamente, un mercato tende a performare bene.
Con questa analisi ho deciso di condividerne uno con voi, accompagnandovi con una spiegazione che spero sia chiara il più possibile. Detto questo, iniziamo!
L’IDEA CHE MI HA PORTATO ALLA CREAZIONE DELL’INDICE: COME HO SFRUTTATO LO SPREAD BTP-BUND
La mia idea è partita da un ragionamento “intermarket”: qualche giorno fa, come avrete letto, ho pubblicato un’analisi riguardante lo spread BTP-BUND, rimarcando il fatto che la stabilità dei Paesi Europei poteva essere stabilita mettendo in relazione (attraverso una differenza, o “spread”) i rendimenti dei decennali degli stessi Stati Europei al rendimento del Bund tedesco costituendo quest’ultimo un mezzo di paragone perfetto vista la forza e la stabilità dell’economia tedesca. Il concetto fondamentalmente è questo: un Paese è “stabile” quanto più questa sua “stabilità” si avvicina a quella tedesca.
Trovate l’articolo al link:
•
Ogni qualvolta imparo ed assimilo un concetto provo a riapplicarlo in altri contesti; talvolta questo mio modo di pensare mi premia, facendomi ottenere dei risultati, mentre altre volte no; sono tuttavia molto appassionato della materia, ragion per la quale mi ostino nelle mie ricerche, e il concetto che sta alla base dello spread BTP-BUND mi ha fatto riflettere su un qualcosa:
“posso utilizzare questo concetto facendo una trasposizione dal mercato obbligazionario al mercato azionario?”
Ed ecco che è nata l’idea. Per crearmi un indice capace di indicarmi quando statisticamente il mercato azionario tecnologico cinese tende a performare bene, ho pensato di paragonare lo stesso all’indice tecnologico più forte e conosciuto del nostro pianeta; la scelta è ricaduta facilmente sul Nasdaq, indice tech americano composto da vari colossi quale Apple, Microsoft, Nvidia, Adobe e tanti altri.
Ricapitolando, ho pensato:” come è vero che paragono i rendimenti del BTP italiano a quelli del Bund (che è il riferimento) per capire se l’Italia è considerata stabile o no, posso allo stesso modo sostituire all’equazione l’indice tech cinese al posto del BTP e l’indice tech americano come riferimento al posto del Bund?
L’INDICE DI FORZA RELATIVO INVESCO CHINA TECHNOLOGY ETF (CQQQ)/TECHNOLOGY SELECT SECTOR SPDR FUND(XLK)
Ho creato un indice di forza relativo (e non uno spread, come nel caso del BTP-BUND) tra due etf:
• L’INVESCO CHINA TECHNOLOGY ETF, le quali prime 10 partecipazioni sono costituite da:
1. Alibaba
2. Tencent
3. Meituan
4. Amperex Tech
5. Baidu
6. Netease
7. Nio
8. Jd.com
9. Xiaomi
10. Yangtze Power
• Il TECHNOLOGY SELECT SECTOR SPDR FUND, le quali prime 10 partecipazioni sono rappresentate da:
1. Microsoft
2. Apple
3. Visa
4. Mastercard
5. Nvidia
6. Broadcom
7. Adobe
8. Accenture
9. Cisco
10. Salesforce
Se qualcuno si chiedesse come mai non abbia considerato direttamente il Nasdaq come riferimento tech americano, rispondo che ho preferito l’etf XLK in quanto ci opero molto spesso.
L’indice di forza relativo scaturito dai due etf:
*essendo CQQQ al numeratore e XLK al denominatore dell’indice di forza significa che quando quest’ultimo sale è il tech cinese a dimostrarsi il più “forte”; è vero il contrario a parti invertite
COME HO RAPPORTATO L’INDICE TECNOLOGICO CINESE ALL’INDICE DI FORZA
Creato l’indice, ho pensato :”quando l’indice di forza relativo si rafforza, denunciando una superiorità del tech cinese rispetto al riferimento americano, quali sono le reali performance dell’etf sul settore tech cinese CQQQ”?
Di conseguenza, metaforicamente parlando, ho pensato che quando il tech cinese sovraperformava quello americano, ossia l’indice di riferimento, era probabile che le stesse performance sul settore tech cinese fossero di rilevante importanza. Per capire se effettivamente potesse essere così, ho backtestato il tutto:
Come spiego all’interno delle tre grafiche condivise, ho operato in questo modo:
• Ho intercettato le tendenze rialziste nell’indice di forza dai minimi ai massimi successivi di ogni impulso e successivamente ho misurato le performance dell’indice tech cinese in quelle stesse aree, in valor percentuale
CONCLUSIONI
Paragonare l’indice tech cinese a quello americano così come si paragona il rendimento del BTP a quello del BUND si è rivelata una scelta azzeccata. Ogni qualvolta l’indice tech cinese si è dimostrato più forte rispetto al riferimento mondiale, le sue performance sono state degne di nota, testimoniate dalle grafiche con voi condivise.
La domanda che vi starete ponendo in questo momento è questa:
È iniziato un nuovo trend rialzista sull’indice di forza vista la tendenza ad un mese e mezzo positiva e visti i due minimi rialzisti consecutivi? Questo non posso saperlo. Quello che è certo è che è necessario conoscere bene il termine “tendenza” e tutti quegli strumenti che permettono di identificarne un suo inizio ed una sua fine.
Voi conoscete questi strumenti? Ditemelo nei commenti.
Buona giornata, Matteo Farci
LA BCE CHIAMATA ALLA LOTTA CONTRO L’INFLAZIONEBUONGIORNO FOREX DEL 09.06.2022
Siamo giunti al turno della BCE, la banca centrale europea chiamata oggi alla normalizzazione delle politiche monetarie, che hanno guidato l’economia europea fin dal periodo pre-pandemico, con approcci dovish, mirati al sostegno di una congiuntura macro asfittica, priva di brio alla ricerca di inflazione e ripartenza di consumi e produzione. La pandemia ha reso tutto molto più complesso, i colli di bottiglia nella produzione hanno tagliato le ali alla ripartenza economica dell’Europa, che ha subito infine l’ultimo duro colpo in questo 2022 con la guerra in Ucraina.
Il contesto geo politico difficilissimo , ha aggravato la corsa a rialzo dei prezzi, che fino alla metà del 2021 erano rimasti nel range previsto dalla banca centrale del 2%, ma che ha trovato poi nelle difficoltà dell’offerta mondiale, e nella costante domanda un primo sprint rialzista, che ha portato l’IPC alle porte del +5% nel 2022.
Livelli già record quelli del 5% per la zona euro, che ha subito poi l’ultimo attacco con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, spingendo i leader Europei a rigettare gli acquisti di materie prime dal ex partner russo, costringendo il blocco europeo a rivolgersi all’alleato americano, le cui risorse hanno maggiori costi di trasporto e stoccaggio, il che ha fatto ulteriormente impennare i prezzi, portando così l’inflazione ai record attuali del +8.1%
Si rende pertanto necessario un intervento, che giunge forse tardivo, ma dobbiamo tuttavia riconoscere che la scelta tra la lotta all’inflazione e potenziali strozzature all’economia già provata del vecchio continente, non è impresa facile.
Le proiezioni di crescita per i prossimi 2 anni per l’Europa sono viste a ribasso anche dalla stessa BCE, che crede in un PIL per il 2022 del +3.7%, nel 2023 del 2.8% e nel 2024 del +1.6%, stima comunque ottimista che non trova al momento riscontro negli ultimi dati OCSE, che al momento sembra essere più pessimista, mantenendo proiezioni a ribasso con un delta anche di 1punto percentuale nel 2022.
Siamo orami giunti al dunque e i livelli attuali di inflazione sono orami difficili da gestire per l’intero pianete, e la FED , da sempre faro mondiale per le banche centrali ha già iniziato il suo processo di rialzo tassi per una lotta ai prezzi, è ora il turno della BCE, che a debita distanza, e considerando il delta che sempare la nostra economia da quella oltre oceano, è ora chiamata all’azione. Le stime di inflazione futura sembrano trovare sollievo nelle proiezioni future, pur mantenendo una nota positiva da parte della BCE a fornte di altri istituti di statistica.
Tutta via le aspettative per la giornata odierna sono per la chiusura del programma APP che ha sostenuto l’economia europea già prima della fase pandemica e che dovrebbe trovare in questo mese di maggio 2022 la sua conclusione. Atto necessario secondo il calendario della BCE, per procedere al successivo step di rialzo tassi. Una normalizzazione dei tassi di interesse che non vede ritocchi rialzisti da un decennio circa.
Il cambio eurusd attualemnte in una fase di perfetta lateralità nel brevissimo periodo , compreso tra 1.0650 e 1.0780, in attesa dell’appuntamento odierno delle ore 13.45 (ora italiana) .
Eurusd
Il sentiment dei traders retail sembra del tutto neutro con un 50% long/short, ma le indicazioni maggiori vengono dal mondo large speculators, che hanno accumulato posizioni nette lunghe per 4 settimane consecutive, giungendo a detenere posizioni nette long, euro, per circa 52 000 contratti, ben più dei 38 000 contratti netti long dollari.
Aspettative di rialzi a questo punto non ci sembrano possibilità cosi remote, previa rottura delle prime resistenze poste a 1.0780, per approdi a 1.0930 prima e 1.1125 poi.
Retail position
Indubbio interesse per il mondo valutario per il dollaro canadese e lo yen giapponese, che spingono ancora in maniera fortemente direzionale, ma diametralmente opposti. Lo yen giapponese, che già richiamato nell’articolo di ieri , vive difficoltà nel trovare occasioni di storno importanti a causa delle scelte di politica monetaria della BOJ che continua il suo QE senza limiti.la reazione dei traders retail per oggi è stabile con un 79% long, in una fase di attesa, rispetto all’80% di ieri.
Quadro inverso per il dollaro canadese, che vede i retail in posizione contrarian short al 90% , in reazione alla spinta rialzista della valuta canadese, che in correlazione con i rialzi del wti, segue una scia di rialzi costanti.
Cadjpy
Inevitabile l’analisi sul cross cadjpy che esprime al meglio i rapporti di forza e debolezza attualmente presenti sul mondo valutario. Al momento cad jpy al test dei massimi di 107.25, dopo un rally rialzista senza precedenti, partito da 93 figura, segna una performance annua del +17.9%. difficile a questo punto cercare posizionamenti in trend, che potrebbero risultare ovviamente tardivi, e pertanto ci accodiamo all’idea attualemnte del 90% dei traders retail di ricercare occasioni di storno ribassista. Condizione sine qua non , il break out dei minimi di ieri postio a 105.75, livello oltre il quale non escludiamo allunghi fino alle aree di 103.00 figura. Al momento il mondo retail non sembra ancora dare segnali di cedimento nel loro sentiment contrarian, il che rende maggiormente difficile il crearsi di occasioni di strono, tuttavia, ben sappiamo che la ricerca di opccasioni di mean reverting sono un esercizio di estrema pazienza.
Ngas
Per il mondo energy, troviamo i primi segnali di stanca per il ngas, che dopo un tentativo fallito di rompere a rialzo i massimi di 9.50$, sta ora ritracciando sui primi livelli di supporto, posti a 8.10$. solo il break out di detti livelli porterebbe a potenziali allunghi ribassisti verso le aree di 7.80$ prima e 7$ poi. Crediamo in una view di lungo periodo, dove i prezzi dell’energy tornino a far value , ma anche in questo caso la pazienza e l’attesa saranno armi indispensabili.
Wti
Quado divero per il petrolio, che ancora non trova spunti idonei a giustificare storni ribassisti, mantenendo salda la sua posizione sui massimi di 122$ barile. il trend resta fortemente rialzista, e per quanto anche in quiesto caso crediamo in ritorni verso fair value nel lungo periodo, non possiamo ora ignorare il mood di breve che vede comprarre tutti i supporti disponibili, attualemnte posti a 120$ prima a 115.20 poi e 113.25 ultimo livello chiave del trend rialzista. Solo break out dei 111.70$ potrebbe decretare l’inversione del trend di più lungo respiro.
Btc
Nulla di nuovo per il mondo bit coin, che cosi come l’equity americana, resta fermo in un range chiaro compreso tra 31500$ e 28500$, senza lasciare troppo spazio ad idee di trend direzionali di alcun tipo.
Nasdaq
Ancora laterlaità anche per il mondo azionario americano, con il nasdaq compreso tra 12500 pnt e 13000pnt. Ben poco da aggiungere a quanto espresso dal grafico, che mostra l’attesa per l’intervento della fed della prossima settimana. Chiara la volontà di avere idee più chiare sulle prossime mosse della banca centrale, che ha già dichiarato possibili 2 ulteriori rialzi tassi di 50bp per le prossime 2 riunioni, la chiave sarà capire se ci sarà o meno un fermo nel mese di settembre. Molto dipenderà dall’inflazione attesa, che attualmente si attesa poco sotto il 2.80% per il 10Y, il che farebbe sperare in una pausa da parte della FED per cercare l’ormai noto atterraggio morbido!
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
YEN ,INFLAZIONE E RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI
BUONGIORNO FOREX DEL 08.06.2022
Prosegue la caduta dello yen giapponese, che da inizio anno segna oramai un -15% sul futures, e in maniera più ampia un -12% medio contro le varie majors. Lo yen gia debole di un 2021 all’insegna dei ribassi, resta la valuta peggiore sul panorama forex, con una BOJ che al momento si limita a monitorare le dinamiche relative ai tassi di cambio, almeno da quanto afferma Kuroda.
I dati pubblicati questa notte mostrano ancora un’economia non brillante, con un PIL per il primo trimestre 2022 al -0.1%, che è certo un dato migliore del precedente -0.2%, ma pur sempre negativo.
Gli investitori oramai sono convinti che l’inflazione inizierà a salire anche nel paese del sol levante, e seppur l’IPC sia ancora poco sopra la soglia del 2%, le proiezioni future vedo prezzi in crescita. Questa prospettiva lascia sperare in rendimenti obbligazionari più alti per il futuro, il che porta gli investitori a liquidare posizioni in obbligazioni sovrane, mettendo ancora più a dura prova la BOJ, che ha promesso di comprare quantità illimitate di debito, pur di contenere i rendimenti entro il tetto dello 0.25%.
Inevitabile quindi la dinamica del mercato, che vede da un lato gli investitori privati disfarsi senza freni di obbligazionario , nella speranza che l’inflazione cresca e i rendimenti salgano, sfidando di fatto la BOJ a comprare illimitatamente pur di contenere i rendimenti.
Fino a che la BOJ reggerà questi duri colpi, lo yen non ha speranza di risalita, la banca centrale giapponese sta mostrando in maniera fin troppo determinata le sue intenzioni, dando campo libero ad un QE che non può far altro che svalutare senza sosta lo yen.
Siamo di certo su livelli di svalutazione monetaria importante, che impattano sull’economia reale di un paese, ma la scelta è tra sostenere la valuta o far partire a rialzo gli interessi sul debito. Beh per ora la BOJ ha tutto da guadagnare da uno yen che permette ampia svalutazione del debito, ma quanto l’impatto sull’economia reale potrà essere sostenibile?
USDJPY
Alla luce di quanto detto il cambio principale usdjpy prosegue la sua corsa a rialzo, dopo aver rotto i massimi settimanali a 131 figura e i massimi del mese di maggio a 131.34 sembra oramai intenzionato a raggiungere le aree target dei 135 figura. Il mondo retail resta sbilanciato short al 78%, con prezzi medi di carico long, ancora a livelli di 128.75. la situazione di eccesso su questo asset è indubbia, tuttavia non sappiamo quanto durerà, e quando la BOJ potrà in qualche modo intervenire.
POSIZIONAMENTO RETAIL
In un quadro più ampio , resta chiaro lo sbilanciamento dei traders retail sul basket yen, per i motivi fin qui descritti, il che li porta ad esposizioni dell’80% long sulla valuta nipponica, ma interessanti ancora le dinamiche sul dollaro canadese, che resta uno degli asset migliori del panorama forex, con una performance media da inizio anno ad oggi del +7.50% sulle altre majors, facendo anche meglio del dollaro americano.
Ovvia la risposta del mondo retail che come sempre alla ricerca dei massimi, si posiziona contrarian short, attualmente con un sentiment dell’89% rispetto all’87% di ieri.
Cadjpy
Inevitabile dunque l’analisi del cross che meglio rappresenta i rapporti di forza e debolezza attualmente presenti sul mercato valutario, ovvero il cross cadjpy, che oramai senza alcun freno prosegue la sua corsa rialzista. Dopo aver breakkato a rialzo i massimi settimanali e mensili, oltre la soglia di 104 figura, cadjpy performa un importante +18% da inizio anno. Indubbio l’eccesso che si sta creando su questi asset, che attirano come api al miele i traders retail a caccia dei massimi , creando un sentiment contrarial short attualemnte al 90%. Nessuna indicazione per ora per il mean reverting, tentare posizionamenti corti, richiede molta prudenza, e un controllo estremo degli stop.
NASDAQ
Il comparto equity resta sostanzialmente fermo, special modo quello americano, che attende maggiore chiarezza sulle future mosse della FED. I dati , tutto sommato robusti, del mondo del lavoro pubblicati la scorsa settimana, hanno aperto le porte a possibili scenari hawkish da parte della FED che potrebbe non limitarsi a soli 2 rialzi tassi di 50BP . crediamo tuttavia che la FED sarà paziente e la pausa preannunciata per settembre si terrà, per dar modo di analizzare la reazione che le politiche monetarie in atto stanno creando nel sistema economico americano. Ovvia la considerazione, che se le rilevazioni sull’inflazione dovessero mostrare ulteriori accellerazioni rialziste, la FED avrebbe ben poco da dubitare e attendere, ma procederà senza freni al rialzo del costo del denaro anche a settembre.
In attesa che il quadro macro sia più chiaro, l’indice tecnologico americano resta compreso tra 12500 e 13000 pnt, senza dar spazio a direzionalità.
DAX
Maggiormente sostenuto il Dax che resta tuttavia sotto le resistenze chiave di 14627 pnt prima e 14750 poi. Le attese qui sono per l’intervento del giorno 9 giugno della BCE, che potrebbe dare un quadro più chiaro dei prossimi interventi di fine luglio. Ci sarà rialzo tassi? In che percentuale e con quali tempi? Tante le domande degli investitori che al momente preferiscono rimanere fermi ed attendere quadri più limpidi.
NGAS
Inarrestabili ancora gli energetici che restano ancorati alle resistenze di lungo periodo, con il Ngas, che fatica ad abbandonare le aree dei 9$. I dati ultimi per le forniture di Gas, europeo, mostrano acquisti massicci dal fronte americano, che vede triplicate le esportazioni verso il vecchio continente, che diventa di fatto il suo secondo compratore di gas liquido. Cercare lo svezzamente dal gas russo, ha un costo, che oggi è anche maggiore rispetto al passato a causa di un tasso di cambio poco favorevole per noi europei, che compriamo quasi i 2/3 del Ngas americano.i prezzi ritorneranno verso il fair value, ma per ora la strada sembra tutta in salita e ricerche di posizioni short richiedono molta pazienza e cautela.
Il calendario macro economico ci porta oramai a guardare già all’appuntamento di domani con la BCE, che sarà indubbio catalizzatore di volatilità
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
RBA ALZA IL COSTO DEL DENARO, MENTRE LO YEN CONTINUA LA DISCESABUONGIORNO FOREX DEL 07.06.2022
La lotta all’inflazione è oramai una questione mondiale, solo i paesi del sol levante sembrano esserne ancora parzialmente immuni.
Stanotte è stato il turno della RBA, la banca centrale australiana ha deciso per un rialzo tassi di 50Bp , portando cosi il costo del denaro da +0.35% a +0.85%, per contrastare un’inflazione che si è portata al 5.1%.
Ancora ferma la BOJ, che prosegue per ora la sua politica accomodante, con tassi negativi al -0.10% e acquisti di debito sovrano illimitato, ma in Giappone l’inflazione praticamente inesistenze negli ultimi anni, inia solo ora a fare capolino con un timido +2.5%, che non impensierisce ancora la banca giapponese.
Sempre più ampio dunque il divario tra le congiunture macro economiche del mondo occidentale e quello orientale, che si rispecchiano chiaramente nelle dinamiche dei usdjpy, che in un rally rialzista davvero impressionante, arriva oramai a toccare103.00 figura.
Usdjpy
Il mega trend rialzista di usdjpy partito con il break out di 116.30 ha spinto i prezzi fino 131 figura, per poi stornare brevemente fino 107 figura,da li la ripartenza che vede ora i prezzi in un nuovo rally alle porte di 113.25, ci i retail all’80% short, che proseguono la loro ricerca del mean reverting, senza trovare per ora alcun tipo di sollievo, dalle posizioni contrarian.
Chfjpy
Altro cross interessante chfjpy, che pur considerando le due valute rifugio per eccellenza, mostra chiaramente quanto lo yen resti debole, in una fase non ancora di panic selling. I mercati equity, anche se hanno ripiegato dai massimi storici , non sembrano presentare le caratteristiche ribassite tipiche del panic selling, con il vix ancora su valori medio bassi, e le valute rifugio che sono ampiamente evitate dagli investitori.chf jpy al test oramai dei massimi precedenti di 136.25trovai retail all’86% short, quindi in chiara posizione long yen.
Retail
Oltre alle dinamiche legate allo yen giapponese, altro basket valutario degno di nota, è il dollaro canadese, che sulla scia dei rialzi del wti, segue un ottimo trend rialzista, portando con se l’87% dei traders retail in posizione contrarian short.
gbpcad
Interessanti pertanto le dinamiche di diversi cross canada, come gbp cad, dove i retail sono long al 94%sui minimi di 1.57 figura, dopo una discesa partira dai massimi di 1.7375. quasi 20 figure di ribasso, generate da un lato dalla forza schiacciante del dollaro canadese, e dall’altro dalla debolezza delllasterlina, che vive una fase di grande difficoltà. Il regno unito alle prese con un’inflazione al 9% oramai su record storici, un0economia quasi paralizzata, e un governo che lotta per la fiducia. Un quadro tutt’altro che roseo, che non poteva generare altro che debolezza di sterlina.
Attendiamo dunque quelli che possono essere visti come degli storni fisiologici che potrebbero approdare fino alle aree di 1.5940 prima e 1.62 poi.
Cadjpy
Anchew cadjpy prosegue il suo eccesso, con una serie di ben 10 giornate di rialzi, partiti dalle aree di 98.50 è giunto ora a 105.50, prossimo oramai alle aree di resistenza di 106.50-60. Anche in questo caso il posizionamento retail è chiaramente sbilanciato short al momento con l’89% dei traders retail alla ricerca dei massimi da vendere.
Uno storno seppur dettato dalle sole prese di profitto ci sembrerebbe anche dovuto, tuttavia, il mercato prosegue nella sua debolezza di yen e forza di canada, senza dare spunti di inversione.
Audnzd
Dopo l’intervento di questa notte della rba il dollaro australiano ha visto accellerazioni rialziste anche contro il dollaro neozelandese, seppurt il differenziale tassi , stia al momento premiando il dollaro neozelandese, dove il costo del denaro è al 2%.
Siamo giunti ai test delle resistenza, primi livelli chiave posti a 1.1175 per poi approdare a 1.1280-90massimi del 2017. Il cross tipicamente idoneo al mean reverting, trova ora il 97% dei retail in posizione contrarian short, confermando una situazione di conclamato eccesso , meritevole di uno storno.
Dollar index
Resta per ora ancorato al range compreso tra 102.60e 101.00 il dollaro americano, che aspetta indicazioni più chiare sulle future mosse della FED. Al momento ulteriori due rialzi tassi da 50BP, per poi giungere alla pausa di settembre sembrano dinamiche già scontate nei prezzi, si rende pertanto necessario seguire i dati macro economici, specialmodo l’inflazione, che se non dovesse aver visto il suo picco massimo, potrebbe spingere la fed ad ulteriori rialzi tassi anche a settembre, portando nuova linfa rialzista al dollaro americano.al momento i traders retail si trovano al 59% short, percentuali ancora non degne di un vero trend, che ci pongono tuttavia in allerta per eventuali partenze rialziste.
Nasdaq
Il mondo equity resta anche lui fermo in un laterale poco incisivo sul sentiment degli operatori, al momento il nasdaq resta compreso tra 12500 e 12900pnt, lasciando in totale attesa gli investitori. Quadro simile per l’indice S&P, che resta fermo tra 4100 pnt e 4200pont.
Ngas
Senza freni il comparto energy, con il ngas che attacca i massimi di 9.50$. la forte domanda, legata alla ristretta offerta sta agevolando la speculazione rialzista, che allontana i prezzi da quelli che possono essere identificati come fair value , che dovrebbe attestarsi sui 6$. La scelta del mean reverting, resta scelta di una strada faticosa, che tuttavia viene alleviata da un favorevole swap, che aiauta a mantenere le posizioni per gli investitori di lungo periodo che aspettrano un ritorno alla normalità. Per ora i supporti reggono e i livelli chiave posti a 9.30$ prima e 9$ poi, sono baluardi difficili da violare.
Wti
Anche il petrolio , dopo la poco convincente riunione dell’Opec , torna ad aggredire i massimi portandosi a ridosso dei 120$ al barile. segnare nuovi massimi non sembra operazione cosi impossibile da compiere, tuttavia anche in questo caso, la volontà mondiale di contrastare un’inflazione dettata special modo dai costi dell’energia, dovrà prima o poi dare risultato, pertanto nel lungo periodo ci sembrano poco reali i prezzi attuali del wti. Posizionarsi contro l’attuale mood di speculazione è tuttavia operazione difficile che potrebbe portare a lunghe fasi di DD, raccomandiamo pertanto cautela specialmodo nel positionsize per operazioni di mean reverting.
Btcoin
Torna ancora una volta sotto i 30000$ il bit coin, che sembra non trovare spunti validi per attaccare le resistenze poste a 32600$. Resta a nostro avviso un velato mood di risk off, che seppur non sia ancora sfociato in panic selling, penalizza chiaramente gli asset rischiosi come le crypto. Ancora trading range pertanto per il bitcoin , che lavora egregiamente i supporti a 28500$ ultimo baluardo prima di approfondimenti fino a 25200$
Il focus degli investitori sembra oramai proiettato all’appuntamento del giorno 9 con la BCE, per scoprire se anche in Europa è giunto il tempo delle politiche aggressive
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
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rimbalzo già terminato?Nasdaq chiude la settimana disegnando una potenziale candela di inversione. Sul giornaliero questa conformazione si è creata con 4 seduto trascorse all'interno dello stesso range con l'ultimo giorno che disegna una bearish engulfing sulle tre precdedenti. I 12.945 segnati come massimo della settimana corrispondono circa al minimo registrato a 12.942 nella settimana del 14 Marzo da cui poi è iniziato il rimbalzo che ha portato una volta esaurito alle attuali quotazioni. In quell'occasione il movimento era durato tre settimane, in questo siamo alla seconda. Che l'area dei 12.940 avrebbe fatto da resistenza era abbastanza chiaro ma meno se da qui si può riprendere a scendere. Se si guardano i big tech questi suggeriscono ulteriori discese davanti a noi. In questo caso supporto 10.900pti. Se invece volossimo registrare una durata del rimbalzo ancora di tre settimana, be ne rimane ancora una da valutare, resistenze in questo caso possibili allunghi fino a 13.330 - 13.470.
LATERALITà IN ATTESA DEI NFPBUONGIORNO FOREX DEL 02.06.2022
Mercato che sembra aver bisogno di una fase a minor volatilità, dopo questi primi mesi del 2022 non privi di emozioni, ci sembra ora necessaria una fase di consolidamento, con i prezzi che lateralizzano nei range delineati nel mese di maggio.
Usdindex
Primo tra tutti il dollaro americano, che resta confinato tra 103 figura e 101.25 alla ricerca di una nuova direzionalità e di nuove indicazioni sulle scelte future della FED. I prossimi due rialzi tassi da 50BP sono oramai scontati nei prezzi, l’attesa si sposta a settembre, mese nel quale la FED dovrebbe fermare i suoi aumenti del costo del denaro, sempre che l’inflazione mostri dei primi segni di cedimento. Pertanto occhi puntati ancora sui dati relativi all’inflazione, che per ora resta comunque ancorata ai prezzi dell’energy.
Wti
Focus sul petrolio, con la riunione dell’Opec+ in corso, e con la speranza che Arabia Saudita e altri mebri del cartello, possano alzare le soglie di produzione per compensare le mancanza che derivano dalla Russia. In questa speranza da ieri il WTI vede storni strutturali da 120$ a 111.70$ in una struttura h1 di chiari massimi e minimi discendenti, che potrebbero portare i prezzi alle porte di 108.50 prma e 106 poi.
Nasdaq
Lateralità anche per gli indici americani, con il nasdaq confinato tra 12800 pnt e 12500 pnt. Gli storni rialzisti delle ultime sedute fanno sperare in potenziali nuovi allunghi che possano giungere almeno alle prime resistenze di 13000- 13100pnt. Ultimo baluardo poi per un mercato bearish i 13580-13600 pnt, livello oltre il quale potremmo mettere il crisi la struttura di breve e medio periodo.
Dax
Al break out di una potenziale flag, il dax sembra voler puntare ai massimi di 14600 pnt , area oltre la quale troverebbe le resistenze dinamiche di lungo periodo, come la mm200 periodi su base daily, livello non facile da superare. Le aspettative per la riunione della BCE salgono , con l’inflazione in eurozona che è a livelli record,la speranza di una BCE falco sono ultimo baluardo anche per la moneta unica. Prossima riunione della BCE il 9 Giugno, riunione nella quale gli operatori sperano di avere indicazioni più chiare per quelle che saranno le scelte da implemantere a partire da luglio. Uno scenario di BCE maggiormanete aggressiva, potrebbe ovviamente danneggiare la struttura rialzista dell’azionario europeo, che ha goduto fino ad oggi di politiche più accomodanti rispetto a ciò che accade oltre oceano.
Eurusd
Seppur in lateralità il dollaro, le risposte della moneta unica sembrano essere toniche, con lente discese fino alle aree di supporto di 1.0625 per poi avere buone salite, che testano ora 1.07 figura, prima di potenziali allunghi rialzisti fino ai massimi di 1.08 prime e 1.0940 poi.
L’attuale fase di incertezza è ben espressa dal sentiment retail che si mantiene in un sostanziale equilibrio del 50/50.
Btc
Torna nel range il bitcoin, che dopo aver tentato allunghi rialzisti sopra le aree di 31000 $ torna a 29000$ in una zona di lateralità che guida i prezzi dai principi di Maggio 2022
Resta supporto l’area di 28500$ oltre la quale potrebbero aprirsi scenari ribassisti fino a 25230$.
Coinbase
Ovvia reazione ribassista anche del titolo coinbase, che ieri è tornato a 68.80$ dopo aver fatto timidi tentativi rialzisti fino alle aree di 90$. Aree di minimi interessante porte a 44.60$ e a 41$, ultimi baluardi per sperare in una fase di riaccumulo, ma il trend resta fortemente ribassista, e anche approdi sulle prime resistenze di 102.75$ e 132.50$ non invaliderebbero lo scenario ribassista di lungo.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
TUTTI ASPETTANO LE INVERSIONIBUONGIORNO FOREX DEL 31.05.2022
Dopo i preoccupanti dati sull’inflazione in Germania pubblicati ieri le aspettative per i dati relativi all’Eurozona in pubblicazione oggi alle 11 sono altissime. Probabile vedere un nuovo record con l’inflazione oltre il 7.7% atteso , il che porterebbe ulteriori pressini sulla BCE per un immediato intervento , un cambio di rotta nelle politiche monetarie che si attende oramai da mesi. La BCE ha preannunciato un rialzo tassi probabile a Luglio, e la maggioranza dei membri del Board sembra votare per un intervento da 25Bp, da ripetere per le prossime riunioni , fino a trovare un adeguato tasso di equilibrio in grado di fermare la corsa dei prezzi.
Si attende quindi con ansia che l’inflazione inverta la sua curva, e negli Stati Uniti, le aspettative su 5 e 10 anni mostrano i primi segnali di positivi, con inflazione attesa che si attesta sotto il 3%. La ricerca di inversione è presente anche sui mercati azionari, dove molti operatori sembrano già stanchi dei ribassi visti fino ad ora, e vanno a caccia dei minimi, da cui ripartire, cosi come nella fase dei grandi rialzi, si andava a caccia dei massimi da cui shortare.
Difficile rimanere in sintonia con il momento attuale, la ricerca spasmodica di massimi e minimi, la voglia incessante di anticipare sempre i mercati, porta molte volte ad analisi poco lucide e poco attuali, ma proiettate ad un futuro di cui nessuno conosce davvero le fattezze.
Nasdaq
Gli indici americani, con il Nasdaq preso ad esempio , restano all’interno di un bear marker, seppur le ultime sedute abbiamo mostrato una chiara volontà di respiri dai minimi, che portano i prezzi al test delle prime resistenze poste a 13000-13100 , livelli oltre i quali non escludiamo approdi a 13580pnt, senza tuttavia invalidare l’idea di mercati ribassista. Dobbiamo prendere in opportuna considerazione anche la possibilità di una fase laterale, in virtù del fatto che i mercati sono oramai consapevoli di ulteriori due rialzi tassi da parte della FED da 50Bp fino settembre, dove la banca centrale è intenzionata a prendere una pausa e valutare la risposta dei mercati. Possibile dunque una fase di attesa da parte degli indici azionari, che arrestino la loro corsa a ribasso, senza tuttavia generare inversioni di tendenza rialziste.
S&p
Quadro simile per l’indice S6P500 che rimane in chiaro trend ribassista, seppur in una fase di storno rialzista che potrebbe portarlo alle aree di 4300 pnt, prima vera resistenza chiave, dove passano le mm100 e mm200 periodi daily.
Anche in questo caso possibili fasi laterali non sono da escludersi, in attesa che i dati macro economici diano una risposta agli interventi delle banche centrali.
Dollar index
Sembra rallentare la fase di storno ribassista del dollaro americano, che dopo aver toccato i massimi di 105 figura, ha ripiegato fino alle porte di 101.50, area dalla quale sembra prepararsi a ripartenze long. Trova tuttavia sul suo cammino rialzista prime aree di resistenza poste a 102.50 prima e 103.25 poi, livelli oltre i quali la strada sembra spianata fino ai precedenti massimi di 105.00. anche in questo caso riteniamo opportno valutare ipotesi di lateralità, con i prezzi intrappolati tra le medie mobili a 100 e 21 periodi daily, in attesa che siamo più chiare le intenzioni future della FED, per il terzo e quarto trimestre di questo 2022.
Wti
Infinita corsa a rialzo per il petrolio, che tocca area 120 $ al barile, sulla scia dei dibattiti europei per il divieto al petrolio russo. Prezzi che sono chiaro segno di speculazione, che tuttavia rendono le azioni delle banche centrali mondiali vane, mantenendo di fatto i prezzi del comparto energy altissimi a sostegno di un’inflazione galoppante.
Per quanto riteniamo che nel medio lungo periodo questi siano prezzi difficili da mantenere per l’economia mondiale, dobbiamo fare i conti con il sentiment del momento, e non sperare anche noi nelle inversioni, che se verranno daranno spazio e tempo per essere lavorate. Pertanto il trend attualmente rialzista prosegue con aree supportive interessanti poste a 116.50 prima e 115 poi. Ultimo baluardo per il trend rialzista di breve le aree di 113.25 dalle quali ripartire per allunghi rialzisti, che se negati potrebbero incrinare la struttura di medio periodo.
Eurusd
Dopo il test delle aree di resistenza di 1.0790 eurusd sembra cedere sotto una potenziale nuova spinta rialzista del dollaro, portandosi a ridosso dei primi supporti posti in area 1.07 figura e 1.0650. solo il break out di 1.0650 potrebbe invalidare l’idea rialzista per l’euro di breve periodo.
Le aspettative sull’intervento della BCE, che si creeranno dopo i dati sull’inflazione in eurozona, saranno discriminante chiave per il futuro della moneta unica.
Btc
Rompe gli indugi il bitcoin, che supera le resistenze di 31400$ e si porta a31800, impostando cosi un buon trend di breve periodo rialzista, che potrebbe portarlo al test delle aree di resistenza di 32650 prima e 35000 poi. Molto sarà legato al sentiment di risk on /risk off che mostreranno gli operatori in questi giorni.
Usdcnh
Rallenta la corsa a rialzo del USDCNH , dopo i dati incoraggianti pubblicati stanotte sui pmi cinesi, che seppur ancora sotto la soglia dei 50, quindi ancora in una fase non di espansione economica, sono risultati migliori delle aspettative, dando prospettive di una ripartenza della locomotiva cinese, i lock down oramai terminati, e le riaperture di tutte le attività sembrano rilanciare le speranze, e cosi usdcnh si trova a ridosso dei supporti chiave posti a 6.6475 livelli oltre i quali possibili ulteriori affondi non sono da escludersi fino alle aree di 6.60. tuttavia la potenziale ripartenza del dollaro americano, metterebbe in crisi questo scenario, che potrebbe risolversi in una fase di congestione dei prezzi.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
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SI COMPRANO EURO IN ATTESA DELLA BCEBUONGIORNO FOREX DEL 30.05.2022
Lunedi a bassi volumi quello che ci attende, con le piazze americane chiuse per il Memorial’s Day , ma il focus degli operatori con buona probabilità è rivolto a domani per i dati sull’inflazione in eurozona, attesi ad un nuovo record del +7.7% rispetto al precedente +7.4% su base annua.
Un’inflazione record per l’Eurozona che grida a gran voce la necessità di un intervento da parte della Banca centrale, che è chiamata ad un rialzo del costo del denaro sul quale le mani forti sembrano credere profondamente, andando ad esporsi con oltre 38000 contratti netti lunghi.
Eurusd
Eurusd a ridosso di 1.0775 sembra proiettarsi quindi verso le successive aree di resistenza poste a 1.0925, dove passa la mm100 periodi daily.
Il trend rialzista evidente in h1, segue le dinamiche imposte dal fascio di medie mobili che fanno da ottimo supporto dinamico, e approdi sui supporti a 1.0650 sarebbero a nostro avviso ottime occasioni per valutare ingressi long in trend.
Resta comunque ampio il gap che separa la FED dalla BCE, il ritardo nella scelta di interventi da parte della BCE non sarà facile da colmare, anche considerati i già annunciati ulteriori due rialzi tassi di 50BP nelle prossime riunioni FED. C’è da chiedersi cosa accadrebbe se la BCE ancora una volta dovesse deludere le aspettative, con un rialzo tassi magari troppo risicato di soli 25bp, o proiezioni di politiche economiche ancora troppo poco aggressive?
Usdcad
Lo storno del dollaro amicano degli ultimi giorni, trova terreno fertile nella forza del dollaro canadese, che grazie alla corsa inarrestabile del petrolio, trova nuovo sprint rialzista. Usdcad cede quindi i supporti, proiettandosi sulle aree di 1.2675, preludio a possibili allunghi ribassisti , che trovano nel posizionamento long dei retail ottima liquidità. Attualmente il 71% dei traders al detaglio è alla ricerca di uno storno rialzista per usdcad, che difficilmente vedrà la luce se il petrolio non si decide a stornare dai massimi.
Nzdusd
Dinamica interessante anche per nzdusd, dove l’ultimo intervento della RBNZ, ha posto le basi per la creazione di interessanti curry trades. Il tasso di interesse per il dollaro neozelandese è al 2% e la banca centrale neo zelandese, sembra intenzionata a procedere ad ulteriori rialzi fino a che inflazione non inizierà a calare. I livelli iper-inflattivi globali incidono pesantemente sulle decisioni delle banche centrali, che hanno forse già concesso troppo ai prezzi. Le aspettative quindi di ulteriori incrementi del costo del denaro, portano il dollaro neozelandese a vivere una ottima tendenza rialzista, con i traders retail che si sono posizionati già contrarian al 57% corti. L’eventuale break out delle resistenze poste a 0.6575 porterebbe allunghi fino alle aree di 0.6650, ma ritracciamenti sui supporti di 0.6475 sarebbero a nostro avviso interessanti occasioni per ingressi long.
Nasdaq
Prosegue il respiro dei mercati azionari, che dopo la sequenza di ben sette settimane di ribassi consecutivi, trova finalmente lo spazio per degli allunghi rialzisti degni di tale nome. Il nasdaq che è stato grandemente penalizzato durante la discesa trova dai minimi di 11591pnt, slancio rialzista fino agli attuali 12840 pnt, ma riteniamo che possibili approdi fino a 13000 pnt non sono da escludere. Il trend resta ovviamente ribassista, e a nostro avviso sono storni che danno occasioni per entrare nuovamente nel trend ribassista, ma attenzione , perché test anche delle aree di 13580 pnt non sono da escludere, e la rottura rialzista di tali aree determinerebbe una chiara inversione del sentiment in atto.
Per quanto non crediamo a possibili scenari di nuovi massimi storici, rimaniamo ugualmente vigili, e tentiamo strutture di vendita sulle resistenze, per nuovi eventuali approdi sui minimi di periodo.
Wti
Resta alto il prezzo del petrolio che oggi va al ritest dei massimi di 116.50$ al barile, pronto per eventuali nuovi allunghi. Non riteniamo che nel lungo periodo questi siano prezzi sostenibili, e se le azioni delle banche centrali avranno effetto sulla domanda, la richiesta di energia mondiale dovrebbe calare. Resta tuttavia un equilibrio precario tra domanda ed offerta, con la Russia che abbassa drasticamente il lato offerta, mentre ancora non sono visibili gli effetti di una domanda mondiale in calo.
Restano pertanto difficile le posizioni di mean reverting short, che possono vedere successo solo se investimenti di medio-lungo periodo, mentre nel breve assistiamo a strutture rialziste che pongono i supporti come aree da comprare a partire da 11.50$ per poi trovare 109.$ e 105.25$, senza ancora decretare inversioni vere del trend. Solo il break out di 103.25 potrebbe dare il via ad una vera inversione ribassista.
Ngas
Resta sostenuto in ovvia correlazione anche il Natural gas, che resta ancorato alle aree di massimo dei 9$. Anche in questo caso la nostra opinione di lungo periodo resta ribassista, e guarda con simpatia ad aree dei 6.50$ come valore ideale per questo asset, ma l’attuale scarsità di questa risorsa, rende inutili le azioni messe in campo dalle banche centrali, facendo di fatto calare la domanda, ma senza ottenere risposte nei prezzi, che restano sostenuti da una scarsa offerta.
Sarà una strada lunga quella che ci porterà a dei nuovi e più sani equilibri mondiali, e le possibilità di scenari di stagflazione non sono da escludersi, visti gli elevati prezzi al consumo ed i rallentamenti che le economie mondiali potranno subire.
Btc
Stabile il bitcoin, che gode della fase di rialzo dei mercati azionari, portandosi sulle aree di resistenza di breve poste a 30900$, possibili break out di 31250$ aprirebbero la strada a nuovi allunghi rialzisti, previa conferma di un nuovo mood risk on, che al momento a nostro avviso non trova fondamento nel quadro macroeconomico globale.
Nel breve periodo la fase di lateralità persiste oramai da inizio maggio, e il range compreso tra 31000$ e 28500$ detta ancora il ritmo alla maggiore delle crypto valute. Come sempre non abbassiamo la guardia, perché fasi di scarsa volatilità e direzionalità sono spesso preludio a ripartenze che colgono spesso impreparati i traders.
Rimarremo vigili su ciò che accadrà in questa settimana ricca di eventi che ci apre le porte al nuovo mese di giugno
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
I BIG PLAYERS SCARICANO EQUITY E COMPRANO EUROSettimane importanti sui mercati finanziari prima del consueto periodo estivo , spesso caratterizzato da minore liquidità, ma non certo da minore volatilità. Negli ultimi anni, il mese di agosto di è dimostrato un mese altamente volatile, che ha dato vita a grandi movimenti sui mercati, pertanto non abbassiamo la guardia.
Questa settimana la rubrica dedicata ll’analisi dei dati del cot, mostra forti ridimensionamenti dei big players su tutto il comparto equity, senza tutta via cadere in panic selling, il che mantiene il vix ancorato a livelli decisamente contenuti.
Si inizia a far spazio l’euro, nei portafogli dei big players, che a quanto pare inizia a scommettere su un possibile intervento della BCE nelle prossime riunioni di Luglio, pertanto comprare i supporti non sembra più una cattivissima idea.
Procediamo con il consueto ordine.
Primo asset di grande interesse proprio la moneta unica, che vede i large speculators incrementare le loro posizioni nette long per la terza settimana consecutiva, portandosi a 38930 contratti netti lunghi, il che fa ben pensare a possibili allunghi rialzisti, o comunque a chiare speranze in un ‘intervento da parte della BCE atto a contrastare l’inflazione che oramai dilaga in Europa, a causa anche degli elevatissimi costi di Food ed Energy. Tutta vai una valuta debole non può che far peggiorare la situazione, e oramai sembra chiaro anche alla BCE, che già da qualche tempo accenna ad un possibile rialzo del costo del denaro a Luglio.
Le aspettative come sempre fanno da guida ai mercati, e il futures euro dai minimi di 1.0375 sembra aver trovato sprint rialzista, tale da rompere a rialzo le precedenti resistenze poste a 1.0625-1.0650, che sono divenuti chiari supporti. Non possiamo escludere a questo punto allunghi fino alle are di 1.0850-1.0875.
Seppur il futures sterlina ha trovato forza per interessanti rimbalzi, il posizionamento netto delle mani forti, sembra non trovare spazio per acquisti di cable, rimanendo ancorati ai -80372 contratti short, segno che la congiuntura macro pesa ancora grandemente sulla fiducia che ripongono i grandi investitori nella moneta britannica.
Osserveremo con attenzione i dati del secondo trimestre, che potrebbero dare la conferma per una recessione tecnica, e data la fortissima inflazione, sarebbe chiaro lo scenario di stagflazione.
Quadro che penalizzerebbe grandemente la sterlina, attualmente alle prese con le resistenze poste a 1.2625, con potenziali proiezioni rialziste fino alle aree di 1.2975-1.30 figura, previo conferma dei dati macroeconomici.
Prendono fiato le posizioni nette corte sullo yen giapponese che questa settimana si riducono di 2865 contratti, lasciando tuttavia i big players ancorati sulle massime esposizioni nette corte di -99444 contratti, segno che il panic selling è lontano dai mercati, e le vendite alle quali abbiamo assisiti in queste settimane sul mondo equity, non hanno ancora dato vita al panico, come dimostra anche il VIX.
Il future yen, recupera dai minimi senza tuttavia trovare forza per rompere le resistenze , che aprirebbero la strada ad allunghi verso la mm100 periodi daily. Vedremo se le prossime settimane, saranno ancora di recupero per l’azionario, allora un approdo nuovamente sui minimi di periodo non è da escludersi, o se nuovi ribassi, possano in qualche modo scatenare il panico necessario a far correre gli investitori a comprare yen giapponese.
Si continuano a comprare dollari, seppur timidamente, con i large speculators che incrementano le loro posizioni nette corte di ben 1826 contratti, mantenendo una posizione netta lunga di 38039 contratti.
Il dollar index tuttavia mostra una settimana di storno, andando a ritestare i primi supporti posti a 101.50, seppur non escludiamo la possibilità di approdi alle aree di 101 figura o 100.50 , riteniamo tuttavia che sono ancora occasioni per nuovi acquisti di dollari americani, per un 2022 che vedrà ancora rialzi tassi fino a settembre, dove il FOMC ha già confermato una pausa , che permetterà loro di valutare la risposta dell’economia reale alle manovre di politica monetaria in atto.
Il mondo azionario vede i big players, ridurre le loro posizioni su tutti i maggiori asset, dall’S&P con una riduzione di ben 17758 contratti al DOW con -584 contratti questa settimana.
La sfiducia sembra farla da padrona e anche gli storni degli ultimi giorni, non crediamo possano essere preludi a recuperi verso i massimi storici.
Pesantissima la riduzione di posizioni su S&P dove i large speculatores sono passati da 66646 contratti long a 48888, con la terza settimana consecutiva di vendite.
Seppur il sentimen non è ancora netto corto, non possiamo che essere lontani dall’idea di prendere posizionamenti lunghi sull’indice, che potrebbe vedere ulteriori allunghi ribassisti, prima di invertire davvero la rotta, e sperare in nuovi approdi verso i massimi. Il ciclo economico non ha ancora dato chiari segnali di quanto duratura potra essere la fase di rallentamento /recessione che ci attende, pertanto la cautela sembra essere d’obbligo.
Torna la voglia di comprare sul comparto energy, che non trova ancora equilibrio a causa delle dinamiche geo politiche che stanno caratterizzando questo 2022. Nuovi acquisti per i large speculators sui principali asset , Ngas e Crude oil.
Tornano a334761 i contratti netti lunghi sul crude oil, riportandosi sopra la media delle ultime 21 rilevazioni, e al contempo i prezzi del wti, tornano ad aggredire i massimi di periodo, oramai alla soglia dei 116$, sembra oramai prossimo il break out dei prezzi visti nel marzo 2022. Quali i targhet? Difficile dirlo , ma le proiezioni della spinta rialzista ci portano a valutare approdi alle aree di 130$. Presto per dirlo, tutto dipenderà dagli sviluppi del conflitto in Ucraina, e degli accordi con la Russia.
Stabili anche le posizioni per il Ngas, con 111570contratti neti corti, mostrando per ora scarsa volatilità nel posizionamento dei large speculators, cosi come nei prezzi che restano sostenuti sulle aree di massimo di 9$, dopo aver toccato i 9.50$. i primi supporti sono gia a ridosso dei 8.10$ , rotti i quali approdi alle aree di 6.50$ non ci sembrano poi cosi impossibili, ma per ora il trend rialzista sembra solido, e fino a che il contesto politico non farà la sua parte per calmierare la forte speculazione in atto, faremo fatica a vedere pezzi più vicini al fair value di questo asset.
Attendiamo dunque un estate rovente sui mercati, ricca di novità da seguire con attenzione, e manteniamo alta la guardia per possibili fiammate di volatilità .
buon trading
Salvatore Bilotta
STRATEGIA INTERMARKET: LA CORRELAZIONE TRA BITCOIN E NASDAQ“Bitcoin is trending”, “Bitcoin to the moon”, “Le crypto saliranno sempre, acquista”; queste sono solo alcune delle innumerevoli frasi ed affermazioni dei più che hanno descritto quello che è stata la crypto madre da marzo 2020 ad ottobre 2021. La spiegazione sta nella grafica che ora mostrerò:
• +1295% dal crollo dei mercati finanziari indotto dalla pandemia ad aprile 2021
• Successivo ritracciamento del prezzo dal -55% attestatosi fino a luglio 2021
• Successivo impulso rialzista dal +136% arrivato a baciare i 70k dollari, massimi storici
La grandissima popolarità di questa cryptomoneta la dobbiamo alle enormi performance fate registrare nel biennio 2020-2021. Non che non lo fosse già; tuttavia, vi faccio notare qualcosa di abbastanza particolare:
Ho utilizzato Google Trends (che è uno strumento che permette di conoscere la frequenza di ricerca sui motori di ricerca del web di una determinata parola o frase, in questo caso in Italia) digitando la parola “Bitcoin” e ho ottenuto il grafico di color azzurro; successivamente ho correlato ad esso il prezzo del Bitcoin stesso (di color nero): quello che ho ottenuto è una grande correlazione positiva, come voi stessi potete osservare.
Questa correlazione dimostra il fatto che più la crypto diventa popolare, più è probabile essa incrementi il suo prezzo; viceversa, è altrettanto probabile crolli, come sta accadendo in questi ultimi giorni.
L’appetito a questo asset risk on sembra finito, tant’è che non se ne sente più parlare con la stessa frequenza (e ciò è dimostrato dal grafico condiviso utilizzando Google Trends, che da febbraio 2021 ha iniziato a disegnare una parabola discendente); tuttavia le opportunità, come mostrerò in questa strategia, non mancano affatto tant’è che…rullo di tamburi………il Bitcoin può essere anche venduto!
Quindi…strategia intermarket Nasdaq-Bitcoin: come sfruttare la correlazione tra mercato azionario e mercato crypto!
I punti salienti di essa saranno:
• Il Nasdaq è ribassista da inizi 2022: tutti gli indicatori e gli indici di forza che confermano questa ipotesi risk off
• Il Bitcoin è legato all’indice tech da una correlazione diretta
• Ipotizzo una strategia di trading “ideale” vendendo il Bitcoin su grafico orario trovando dei punti di entrata e uscita a mercato forniti dall’incrocio di due medie mobili applicate al grafico di prezzo del Nasdaq (che utilizzo come vedrete come riferimento, vista la mia visione ribassista dell’indice stesso)
• Highlights della strategia
• Considerazioni finali
Buona lettura!
IL MOTIVO PER IL QUALE HO UNA VISIONE RIBASSISTA SUL NASDAQ
E’ dagli inizi del 2022 che ho una visione ribassista sui mercati azionari americani, e di questo ne avevo parlato in un’analisi pubblicata sul portale di Tradingview il 9 dicembre 2021 dal titolo “L’inversione dei mercati azionari giungerà nel 2022?”
Il motivo di questa mia visione è dettato dal rischio percepito dagli attori del mercato dagli inizi di quest’anno, che è chiaramente risk off (scenario in cui gli investitori non sono tanto disposti a rischiare acquistando strumenti finanziari risk on come azioni o obbligazioni ad alto rendimento).
Attraverso alcuni indici di forza ed indicatori posso dimostrarvi il palesarsi di questa situazione:
• INDICE DI FORZA RELATIVA TRA JUNK BONDS A BREVE E LUNGA SCADENZA (SHYG/HYG)
In periodi di risk on dei mercati gli investitori tendono ad acquistare obbligazioni high yield a lunga rispetto a quelle a breve scadenza; questo accade poiché le stesse offrono un rendimento più alto; tali scenari sono mostrati nel grafico dell’indice di forza SHYG/HYG dai trend ribassisti evidenziati da dei canali di color nero; in tali condizioni le performance del Nasdaq si sono dimostrate più che soddisfacenti, evidenziate anch’esse da dei canali dello stesso colore.
Il discorso si capovolge quando sono le obbligazioni high yield a breve durata a sovraperformare quelle a lunga: questo accade poiché gli investitori vanno a scaricare più obbligazioni pericolose rispetto a quelle che lo sono meno; questi comportamenti cosa descrivono? Un clima di risk off, dal momento che gli stessi attori del mercato non sono più disposti a rischiare; tale clima e le performance relative del Nasdaq sono evidenziati nei rettangoli di color rosa: più la sovraperformance dei junk bonds a breve si palesa in maniera forte su quelli a lunga scadenza, tanto l’indice di forza salirà in maniera ripida e tanto il Nasdaq andrà a soffrire in termini di punti percentuali negativi: questo è quello che sta accadendo negli ultimi tempi, dove vediamo la salita repentina dell’indice di forza accompagnata da una discesa altrettanto repentina da parte dell’indice tech.
Tutti le affermazioni fin qui compiute sono ben confermate dal coefficiente di correlazione tra i due indici: esso si mantiene per lo più in territorio negativo.
• SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO
Come ho trattato ampiamente nell’analisi che trovate al link:
l’allargamento dello spread indica un maggior rischio percepito dal mercato nell’investire in obbligazioni junk rischiose; dal momento che esse performano bene in risk on, possiamo affermare che più lo spread si allarga, più il rischio percepito è alto, peggiori saranno le performance del Nasdaq.
Ciò è confermato dal coefficiente di correlazione inverso tra lo spread e lo stesso indice tecnologico; più il rischio percepito è alto, più lo spread sale e tanto scende il Nasdaq, in maniera inversamente proporzionale; stessa cosa per il caso opposto.
• INDICE DI FORZA RELATIVO TRA NASDAQ E VXN
Utilizzo questo particolare indice di forza per capire essenzialmente quella che io definisco “la paura di rischiare”. Sappiamo come il VXN rappresenti l’indice di volatilità del Nasdaq, definito anche come “l’indice di paura” dal momento che ai suoi rialzi corrispondono delle discese da parte del benchmark.
Se l’indice di forza si muove in trend rialzista (ossia quando il Nasdaq sovraperforma il VXN) possiamo affermare di trovarci in territorio di “ottimismo” o di risk on; viceversa, quando è l’indice di volatilità e di conseguenza la “paura” a sovraperformare lo stesso benchmark possiamo affermare di trovarci in territorio di “pessimismo” o risk off.
NQ1!/VXN ha iniziato ad essere ribassista da settembre 2021 e, da quel momento, non ha piu’ invertito la tendenza; c’è un segnale che a parer mio non si può ignorare: esso sta per rivisitare i minimi toccati durante i crolli dei mercati mondiali indotti dalla pandemia; cosa accadrà se ci giungerà? Lo commenteremo assieme, l’importante ora è aver capito che gli investitori non sono tanto disposti a prendersi dei rischi.
• INDICI DI FORZA TRA NASDAQ E SETTORI DIFENSIVI
Come spiego all’interno della grafica, utilizzo questi due indici di forza come “termometri di sentiment”, sfruttando le diverse performance che caratterizzano i settori difensivi e il settore tech:
• Quando il mercato accetta dei rischi più alti investe solitamente in settori come quello tech, industriale, dei beni discrezionali, dei materiali eccetera;
• Quando lo stesso è meno disposto a rischiare, preferisce investire più in settori difensivi, come quello delle utilities e dei beni di prima necessità
E’ lampante il fatto che da dicembre 2021 gli investitori preferiscano i settori difensivi e ciò è testimoniato dal trend fortemente ribassista da parte degli indici di forza relativa, che testimoniano in maniera netta il fatto che il mercato, in questo momento, non sia disposto a rischiare.
Con questi quattro grafici di prezzo spero di aver chiarito il motivo per il quale ho una visione ribassista sull’indice tecnologico.
COME SFRUTTO LA MIA VISIONE RIBASSISTA SUL NASDAQ: LA CORRELAZIONE DIRETTA TRA ESSO E BITCOIN
Non è la prima volta che affermo ciò che scriverò in questo esatto momento: Nasdaq e Bitcoin sono correlati! Molti di voi si chiedono i motivi per i quali la crypto non riesca più a raggiungere i suoi massimi storici a 70k dollari circa; il motivo è uno ed uno solo: finchè esso rimarrà fortemente correlato al Nasdaq, seguirà i suoi movimenti.
Ma di che correlazione parlo? Diretta o indiretta? Vediamolo assieme:
Utilizzando un coefficiente di correlazione a cui ho successivamente applicato una media mobile a 20 periodi, ho scoperto come la correlazione che lega i due asset sia fortemente positiva, attestandosi ad oggi a 0,93. Non è semplice trovare due asset totalmente diversi tra loro con una correlazione che li lega così tanto alta, credetemi sulla parola.
COME HO PIANIFICATO LA STRATEGIA
Il primo pensiero che ho avuto è stato questo: “Dal momento che la mia visione sul Nasdaq è ribassista (nel breve e nel medio termine) e sfruttando il fatto che i due asset sono correlati in maniera forte, posso costruirmi una strategia in vendita di Bitcoin, backtestandola in maniera tale da testare l’eventuale affidabilità”?
Ho quindi pensato di costruire e successivamente testare la stessa su grafico 1h, a livello intraday. Il motivo della scelta è semplice: reputo una strategia affidabile qualora essa sia stata testata diverse volte nel tempo; non avrei potuto utilizzare di conseguenza un grafico giornaliero in quanto il numero di operazioni che sarei andato a backtestare sarebbero state troppo poche.
Sono sceso quindi di timeframe (da giornaliero a orario, appunto) in maniera da visualizzare il valore dell’indice di correlazione, in quanto la strategia richiede come requisito fondamentale un coefficiente di correlazione positivo:
Da ottobre a fine dicembre 2021 la strategia non può essere testata dal momento che l’indice di correlazione non prende mai “una vera e propria posizione”.
Tutto cambia dagli inizi del 2022:
L’indice di correlazione si mantiene, salvo qualche piccola eccezione, in territorio positivo.
L’UTILIZZO DELLE MEDIE MOBILI SUL GRAFICO DI PREZZO DEL NASDAQ CON LO SCOPO DI TROVARE PUNTI DI VENDITA SU BITCOIN
Come le due precedenti strategie descritte sia sul blog che sul mio canale youtube, ho deciso di applicare al grafico di prezzo di riferimento, il Nasdaq, due medie mobili:
• Una veloce, a 20 periodi (che segue il trend di brevissimo termine, di color blu)
• Una lenta, a 100 periodi (che segue il trend di più lungo termine, di color verde)
Il passaggio della media veloce al di sotto di quella lenta (death cross) mi fornirà il punto di entrata a mercato (come ho già detto, in vendita) su Bitcoin; il successivo passaggio della media veloce al di sopra di quella lenta (golden cross) mi fornirà il punto di chiusura della posizione precedentemente aperta.
Specifico che la strategia sarà ideale, ossia non terrà conto dello strumento finanziario da utilizzare per poter operare, non terrà conto degli eventuali finanziamenti di overnight, del rischio e dell’eventuale leva e di eventuali stop loss; è semplicemente un modo per farvi capire come vado a costruirmi una strategia di trading, per cui ciò non è assolutamente da intendere come un consiglio finanziario.
BACKTEST STRATEGIA
TRADE 1:
TRADE 2:
TRADE 3:
TRADE 4:
TRADE 5:
TRADE 6:
TRADE 7:
TRADE 8:
TRADE 9:
TRADE 10:
TRADE 11:
TRADE 12:
TRADE 13, ANCORA IN CORSO:
CONSIDERAZIONI FINALI
Da inizio anno ad oggi la strategia ha restituito 12 trade dei quali 6 in guadagno e 6 in perdita. Nonostante ciò, il ritorno percentuale è positivo e si attesta al +10.75% che non è assolutamente male assumendo di non aver considerato nessuna ipotetica leva finanziaria.
Tuttavia sono solo 12 le volte in cui la strategia, in un arco temporale di cinque mesi e 3 giorni, è stata testata, il che mi fa pensare che non sia ancora affidabilissima. Al netto di ciò, perché essa continui a dimostrarsi “profittevole” necessita assolutamente di alcuni fattori imprescindibili:
• Il Nasdaq deve continuare il suo trend ribassista dal momento che è esso il grafico di prezzo di riferimento (e dal momento che quella appena testata è una strategia in vendita e non in acquisto).
Per capire se il suo trend continuerà il suo corso, considerate i 4 indicatori descritti all’inizio di questa “idea di investimento”: essi devono mantenere il loro trend, ossia:
- SGYG/HYG: rialzista
- Spread obbligazionario ad alto rendimento: rialzista
- Nasdaq/VXN: ribassista
- Nasdaq/settori difensivi: ribassisti
• Il clima di mercato non deve cambiare, rimanendo pessimista (in risk off)
• Il coefficiente di correlazione tra Nasdaq e Bitcoin deve necessariamente rimanere stabile ai livelli osservati nel grafico orario
Spero di aver dato un piccolo contributo visto che tantissimi di voi mi hanno confessato tutte le paure nei riguardi di investimenti mirati proprio su questa crypto.
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
UNA STATEGIA DI TRADING A FAVORE DEI CROLLI DEI MERCATI AZIONARIBuongiorno ragazzi, il 20 maggio pubblicavo un’analisi dal titolo “La mia visione ribassista sull’azionario USA spiegata con gli indici di forza relativa” in cui spiegavo la mia visione bearish giustificata dalla combinazione di diversi grafici di prezzo che indicavano il sentiment del mercato.
Ho ricevuto tanti messaggi in cui diversi di voi esprimevamo le loro perplessità riguardo la loro attività di trading recente; ho per questo motivo deciso di svelarvi l’idea che ho avuto io stesso per speculare sui ribassi del mercato azionario, attraverso un’operazione in spread in cui ho acquistato e venduto allo stesso tempo sei aziende sfruttando i coefficienti beta delle stesse. Spiegherò in maniera dettagliata tutti i motivi che mi hanno portato ad entrare a mercato attraverso lo studio di particolari asset, indici di volatilità e indici di forza relativa. Detto ciò, questo non è assolutamente da intendere come un invito ad investire.
Per capire in maniera chiara ed esaustiva questa strategia, vi consiglio caldamente di rileggere l’ultima analisi che trovate al link:
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Ci tengo comunque a fare un breve riepilogo!
Buona lettura.
RISK OFF E CAMBIO DI CICLO ECONOMICO
Siamo in risk off! Ebbene si ragazzi, siamo in quel particolare momento in cui gli investitori iniziano ad essere più prudenti dal momento che investire e fare trading è considerato più rischioso. Lo stesso è confermato dal cambio di ciclo economico e da diversi indici di forza relativa che ho avuto il piacere di condividere con voi.
Riferendoci al cambio di ciclo facciamo riferimento ad una panoramica più ampia; ci troviamo ora all’interno della quinta fase dello stesso:
La fase 5 è quella particolare fase nella quale le performance dell’azionario e dell’obbligazionario sono negative a differenza delle materie prime, che continuano a rimanere positive (aiutate anche dall’inflazione, territorio in cui esse registrano buone performance):
Il cambio di ciclo economico ha impattato sul sentiment degli investitori, portandoli verso una strada di incertezza; ciò è testimoniato dall’indice di forza relativa tra S&P500 e VIX e tra il Nasdaq e il VXN (ossia tra due dei principali mercati azionari statunitensi e i loro rispettivi indici di volatilità):
Come ho spiegato nella precedente analisi, essendo gli indici di volatilità considerati “indici di paura”, ne consegue il fatto che se sono essi a sovraperformare gli indici ai quali sono associati, si può affermare che la “paura” è più forte della “certezza”; viceversa, a parti alternate, saranno le certezze a superare le paure. La condizione emotiva in cui riversa in questo momento il mercato è ben spiegata nella grafica che segue:
L’incertezza degli investitori è alta, testimoniata dal triangolo discendente nell’indice SPX/VIX e dal canale discendente parallelo nell’indice NASDAQ/VXN.
E’ importante considerare una cosa: l’incertezza non è episodica bensì tendenziale; essa in questo momento non dà segni di una possibile inversione.
A questo punto come hanno reagito gli investitori? Hanno iniziato a ruotare i loro capitali.
In particolare, hanno pian piano scaricato le loro posizione considerate a “rischio”, infatti:
Dal lato obbligazionario, hanno iniziato a scaricare più obbligazioni “junk” considerate rischiose rispetto ad altre meno rischiose e ciò è ben rappresentato dallo spread obbligazionario high yield; interessante notare la correlazione tra lo stesso è il VIX: maggiore è l’incertezza (tanto più sale il VIX), maggiore sarà la vendita di obbligazioni rischiose, più lo spread si allargherà correlandosi quindi positivamente con lo stesso indice di volatilità (link in cui tratto dettagliatamente questo spread: ).
Ricordate: in risk on, ossia quando gli investitori sono disposti a rischiare, le obbligazioni ad alto rendimento sono tra gli asset preferiti in quanto, appunto, offrono un rendimento alto a dispetto di un’esposizione al rischio maggiore.
Il fatto che gli investitori stiano scaricando bond ad alto rischio è ben rappresentato dal sell-off sull’ETF HYG che replica l’andamento di un paniere di junk bond a lunga scadenza:
Dal lato azionario, quali sono stati i settori più colpiti dal sell-off?
Il settore ciclico per eccellenza, ossia quello dei beni discrezionali, ha subito una perdita del -33.71% e quello tecnologico un -29.36%.
I migliori sono stati invece l’energetico (spinto chiaramente dal prezzo del petrolio) con una performance dal +37.34% e il settore difensivo delle utilities, con un modesto +2.79%.
Vi mostrerò ora gli indici di forza relativa tra i settori dei beni discrezionali e tecnologico con quello delle utilities (non andrò a considerare quello energetico dal momento che non è utile ai fini della strategia):
E’ ben visibile la maggior forza dei settori tecnologico e ciclico da marzo 2020 a novembre 2021 così come la maggior forza del settore utilities rispetto agli stessi dalla stessa data ad oggi.
L’IMPORTANZA DEI COEFFICIENTI BETA
Come ho specificato nell’ultima analisi, in clima di risk on sono i settori “aggressivi” a sovraperformare il mercato di riferimento; al contrario, sono invece quelli “difensivi” ad avere la meglio. In base a cosa si esprime l’aggressività di un titolo? Attraverso i coefficienti beta, che attraverso un valore che oscilla intorno ad 1 identificano il grado di rischio di un titolo.
Come avevo specificato nella precedente analisi, i settori o i titoli con beta superiore ad 1 sono quelli considerati rischiosi vista la loro volatilità, mentre quelli con beta inferiore ad 1 sono quelli considerati “difensivi”; infatti:
• Un titolo con un beta superiore ad 1, ad esempio 1.5, tenderà a muoversi 1.5 volte rispetto al suo mercato di riferimento, sia al rialzo che al ribasso
• Un titolo con un beta inferiore ad 1, ad esempio 0.5, tenderà a muoversi 0.5 volte rispetto al suo mercato di riferimento, al rialzo o al ribasso
Ho appena considerato il settore tecnologico, dei beni discrezionali e delle utilities. I loro beta sono:
• Settore Tech: 1.05
• Settore Consumer Discretionary: 1.18
• Settore Utilities: 0.38
Questo significa che ad una performance dell’S&P500 pari al +1.3%, la performance attesa dai tre settori sarà:
• Settore tech: 1.05 x 1.3 = 1.365%
• Settore Consumer Discretionary: 1.18 x 1.3 = 1.534%
• Settore Utilities: 0.38 x 1.3 = 0.49%
Ad una performance negativa da parte dell’S&P500 pari al -3%, le diverse performance settoriali saranno invece:
• Settore tech: 1.05 x (-3) = -3.15%
• Settore Consumer Discretionary: 1.18 x (-3) = -3.54%
• Settore Utilities: 0.38 x (-3) = -1.14%
I coefficienti beta, dunque, spiegano la diversa aggressività dei settori:
• Il tech e quello dei consumi discrezionali sono considerati settori “risk on” in quanto tendono a performare meglio del benchmark di rifermento quando gli investitori sono appunto disposti a rischiare
• Quello delle utilities è considerato “difensivo” in quanto tende a reggere meglio gli urti durante possibili crolli di mercato (infatti, come vediamo nell’esempio, a un -3% da parte del riferimento appartiene un -1.14% da parte del settore) ma tende a performare peggio rispetto ad altri settori con beta superiori quando il clima di mercato è risk-on.
LA PIANIFICAZIONE DELLA STRATEGIA
PARTE 1: I SEGNALI CHE MI HANNO FATTO ENTRARE A MERCATO
Ho avuto i primi segnali di una possibile inversione dei mercati azionari americani a metà novembre 2021 e, successivamente, altri che hanno confermato la mia visione.
1. Il primo segnale è giunto dal mercato obbligazionario ad alto rendimento:
Quando a metà novembre la media ad un mese (30 periodi) è passata al di sotto di quella a 200 periodi ho avuto il primo segnale di un possibile cambiamento di umore. Infatti, come dico sempre, gli stessi bond tendono ad avere buone performance quando il clima è risk on.
2. Il secondo segnale è giunto dagli indici di forza relativa tra benchmarks e indici di volatilità:
Come spiego all’interno della grafica, i massimi segnati dagli indici tra fine dicembre 2021 e inizi gennaio 2022 si sono dimostrati decrescenti rispetto ai precedenti; sintomo di debolezza che, tradotto, significava “forza dell’incertezza” dal momento che più gli indici sono ribassisti, maggiore sarà la forza degli indici di volatilità!
3. Il terzo segnale: il rimbalzo dell’etf HYG sulla media a 200 periodi
Negli stessi giorni in cui i massimi segnati dagli indici di forza S&P500/VIX E NASDAQ/VXN si dimostravano decrescenti rispetto ai precedenti, l’ETF HYG rimbalzava sulla media a 200 periodi, ulteriore segnale ribassista.
A questo punto ho considerato gli indici di forza settoriali in maniera da vedere se ci fosse una rotazione di capitali da settori rischiosi a difensivi.
4. Il quarto segnale: la rotazione dei capitali dai settori più rischiosi a quelli meno rischiosi
La quarta conferma di un cambiamento di sentiment è arrivata quando ho visto che al 5 gennaio 2022 era già iniziata una rotazione di capitali da settori “rischiosi” a settori “difensivi”; in particolare, gli investitori chiudevano operazioni sul tecnologico e sul consumer discretionary per posizionarsi su quello delle utilities.
PARTE 2: PERCHE’ HO PENSATO DI SFRUTTARE I COEFFICIENTI BETA
Arrivato a questo punto, la mia visione era chiaramente diventata ribassista, non solo per i motivi elencati nell’ultimo paragrafo, ma anche per la questione riguardante i cicli economici di cui ho parlato a inizio articolo.
Vista la rotazione dei capitali e vista la mia visione pessimista, ho quindi pensato: perché non vendere 3 titoli e acquistarne altri tre, aprendo quindi un’operazione in spread?
La mia idea era quella di vendere 3 titoli che statisticamente avrebbero sofferto di più di altri e acquistarne 3 che avrebbero invece performato bene o comunque avrebbero ammortizzato gli urti di un possibile crollo.
Tradotto, che significa ciò?
• I titoli che avrei venduto avrebbero dovuto avere un beta superiore a 1 in quanto sarebbero scesi in maniera più aggressiva rispetto all’S&P500 e al Nasdaq (vista la mia visione ribassista sugli indici), facendomi quindi guadagnare di più
• I titoli che avrei acquistato avrebbero dovuto avere un beta inferiore ad 1 in quanto se gli indici azionari avessero registrato delle brusche discese (dal momento della mia idea al futuro più “vicino”) i settori avrebbero comunque perso meno, ma allo stesso tempo avrebbero potuto avere delle performance positive vista la rotazione di capitali da settori aggressivi a difensivi osservata prima
PARTE 3: L’INDICE DI FORZA RELATIVA TRA L’ETF AD ALTO BETA (SPHB) E QUELLO A BASSO BETA (SPLV)
Vista la mia idea di aprire un’operazione in spread vendendo 3 titoli aggressivi e acquistando 3 titoli difensivi, ho utilizzato l’indice di forza relativo tra SPHB (ETF contenente al suo interno aziende ad alto beta) ed SPLV (ETF contenente invece aziende a basso beta) per analizzare se anche in questo caso fosse avvenuta la stessa rotazione di capitali di cui ho parlato prima:
La rotazione dei capitali da aziende aggressive ad aziende difensive era avvenuto agli inizi di gennaio, ossia nella stessa data in cui avevo ricevuto dagli altri grafici condivisi precedentemente dei segnali “risk off”.
PARTE 4: GLI ETF SPLV ED SPHB
Avendo constatato che la rotazione dei capitali era avvenuta, ho “spacchettato” i due etf in maniera tale da capire quale fosse la loro allocazione settoriale e i primi titoli che componevano essi per peso percentuale.
INVESCO S&P500 LOW VOLATILITY ETF
Come potete osservare dalla grafica, il 26.19% del peso dell’ETF è costituito dal settore delle Utilities, confermando quindi la sua natura “difensiva” di cui parlavo prima. Ho dunque deciso che le 3 aziende difensive che avrei scelto per la strategia sarebbero appartenute allo stesso settore visto il suo peso all’interno dell’ETF.
INVESCO S&P500 HIGH BETA ETF
Il maggior peso di questo etf (66.83%) è detenuto dal settore tecnologico (42.51%) e dal consumer discretionary (24.32%). Nonostante il peso maggiore sia rappresentato dal settore tecnologico, ho deciso che 2 delle 3 aziende da vendere sarebbero appartenute al settore dei beni discrezionali mentre solo una al settore tecnologico. Perché? Arriviamo ora all’ultimo punto e lo capirete.
PARTE 5: L’INDICE DI FORZA RELATIVA TRA SETTORI TECNOLOGICO E CONSUMI DISCREZIONALI/SETTORE UTILITIES
L’ultimo segnale che mi mancava per entrare a mercato era dato dalla rotazione di capitali che doveva avvenire tra i settori tecnologico e consumer discretionary con quello delle utilities. Perché? Perché l’operazione in spread era chiaramente basata, tra le altre cose, sulla rotazione dei capitali tra gli stessi tre settori!
Ho quindi applicato ai due indici di forza relativa due medie mobili:
• Una media veloce a 30 giorni
• Una media lenta a 200 giorni
Il passaggio della media mobile veloce al di sotto di quella lenta mi avrebbe dato il segnale di entrata a mercato:
Come potete osservare dalle due grafiche, ho avuto dei segnali di entrata a mercato a metà febbraio per quanto riguarda lo spread tra XLY e XLU e ad inizi di marzo tra XLK e XLU.
Ho quindi preso la decisione di entrare a mercato dapprima a metà febbraio acquistando due aziende del settore XLU e vendendone due del settore XLY e successivamente aspettare ad inizi marzo per acquistarne una del settore XLU e venderne una del settore XLK.
Avete capito ora il motivo per il quale non ho scelto due aziende tecnologiche bensì solo una nonostante lo stesso settore rappresentasse il 42.51% totale del peso dell’ETF “high beta”? Perché volevo entrare a mercato il prima possibile! Esiste inoltre un ulteriore motivo, che spiegherò nel prossimo paragrafo.
PARTE 5: LA SCELTA DEI TITOLI AGGRESSIVI E DIFENSIVI
Per semplificare la ricerca dei titoli su cui speculare ho “spacchettato” i due etf SPLV e SPHB come ho mostrato prima.
La scelta delle 3 aziende del settore utilities è ricaduta su:
• DUKE ENERGY CORP (DUK), con beta 0.33
• DTE ENERGY CORP (DTE), con beta 0.63
• NISOURCE INC (NI), con beta 0.33
La scelta delle due aziende del settore dei beni discrezionali è stata:
• Caesars Entertainment (CZR), con beta 2.85
• PVH Corp (PVH), con beta 2.07
La scelta dell’azienda tecnologica è stata:
• Nvidia Corp (NVDA), con beta 1.59
L’altro motivo per il quale ho scelto due aziende di XLY e non di XLK deriva dal beta: le aziende del settore XLY presentano dei coefficienti ben più alti rispetto al settore tech e, come vi spiegavo, la ricerca dei titoli da vendere era orientata sull’aggressività che gli stessi dovevano presentare!
Se vi state chiedendo il motivo per il quale non ho allora deciso direttamente di vendere 3 titoli di XLY, vi rispondo che mi piace diversificare.
PARTE 6: LE PERFORMANCE ATTUALI DELLA STRATEGIA
Il 15 febbraio, ossia il giorno in cui si è verificato il “death cross” sull’indice di forza XLY/XLU, ho acquistato Duke Energy e Dte Energy e venduto Caesars Entertainment e Pvh Corp; le performance, ad oggi 26 maggio, sono:
Due settimane dopo, il 2 marzo, giorno in cui è avvenuto il “death cross” sull’indice di forza relativa XLK/XLU, ho venduto Nvidia e acquistato NiSource Inc. Ad oggi le performance sono:
CONCLUSIONI
Ad oggi le performance della strategia parlano chiaro, non credo ci siano da aggiungere ulteriori considerazioni. Vi terrò comunque aggiornati.
Ultimamente, spesso, mi è stato chiesto se utilizzassi soltanto le medie mobili nel mio processo di trading, e la risposta che voglio dare, ma soprattutto un concetto che vorrei trasmettere, è questo: non è tanto lo strumento, l’indicatore o l’oscillatore che utilizzi per investire che fa la differenza, tanto le idee che applichi che ti fanno raggiungere il risultato atteso.
Spero abbiate apprezzato il lavoro. Per qualsiasi domanda, chiarimento o semplice opinione contattatemi pure o commentate la strategia, non abbiate problemi. Un saluto!
Matteo Farci
Nasdaq - Onde correttive e divergenza Il Nasdaq sembra voler continuare il proprio movimento correttivo, che al momento sta continuano a seguire la struttura ABC.
Vedremo se il downtrend continuerà superando il target. Nel frattempo rileviamo due situazioni di divergenza. Mentre il Nasdaq continua la sua discesa, gli oscillatori RSI e lo Stocastico divergono rispetto all'indice, confermando i loro livelli senza aggiornare i minimi.
Al momento il Nasdaq ha stornato del 30% circa rispetto ai suoi precedenti massimi, ritracciamento sicuramente importante.