Piazza Affari? Sell Off segue la Volatilità di Wall StreetPiazza Affari in preda alla volatilità, subito apertura negativa e corsa sui supporti!
Per Piazza Affari i livelli di 27.000 punti indice futures Ftse Mib erano un importantissimo supporto, adesso una resistenza da agganciare a tutti i costi per evitare un'accelerazione negativa sino al supporto successivo di 26.735 punti.
Piazza Affari a differenza degli altre Piazze Finanziarie mondiali è ancora tutto sommato neutra ma se dovessimo accelerare sotto i 26.500 punti gli indicatori si porteranno immediatamente in ipervenduto e non ci sarà più storia.
A Piazza Affari l'unico motivo per trovare serenità e rialzo risiede nel superamento degli swing di mercato di area 27.700 punti, fino a quando non superiamo quel livello rimarremo purtroppo nel limbo.
Anche il Dax di Francoforte alla pari di Piazza Affari apre con un gap down sotto il livello di supporto dei 15.750 punti purtroppo il superamento di questo supporto ha fatto accelerare al ribasso il future Dax che potrebbe ancora accelerare al ribasso fino all'ulteriore supporto dei 15.250 punti area di swing.
Quest'ultimo supporto se violato trascinerà nella tendenza negativa anche il futures Dax, c'è da aggiungere che l'indice tedesco è in movimento laterale da oramai più di 7 mesi ragion per cui se si conferma il ribasso si esprimerà tutta la volatilità accumulata e sarà dura recuperare i massimi di breve periodo.
Ftse Mib Piazza Affari Thomas Berra Souvenir di Milano 2015, performance artistica di Thomas Berra.
Wall Street invece negativa con tutti gli indici.
Non si arresta la corsa al ribasso il Nasdaq perde l'1,50% e supera la soglia psicologica di supporto di 14.750 punti nonché swing di mercato anzi doppio swing siamo, il Nasdaq si muove in ipervenduto e quindi se dovessimo rimbalzare sino ai 15.500 punti si tratterà solo di un ritracciamento poichè storicamente ogni volta che il Nasdaq supera il 10% di perdita si apre uno scenario ribassista di conseguenza l'ingresso nel Bear market.
S&P500 negativo si appoggia sul supporto di 4430 punti, zona di prezzi non facile da gestire ma sicuramente possiamo recuperare le resistenze dei 4500 punti.
Un recupero positivo per l'indice S&P500 solo ai livelli di 4700 punti .
Non arrivano segnali entusiasmanti dall' indice Vix, l'indice della volatilità implicita delle azioni quotate sull' S&P500dopo anni passati a quotare in laterale pare stia proprio ripartendo di slancio, è quasi scontato che se la volatilità continuasse a salire, una colta superati i 35$ per punto battuti a novembre del 2021 lo scenario di Bear Market con gli indici al capolinea sarà confermato.
Nasdaq
Asset tradizionali e criptovalute: Correlazione in aumento Con il passare del tempo risulta essere sempre più evidente come tutto il comparto criptovalutario sia estremamente correlato agli asset tradizionali, azioni in primis.
La recente rottura al ribasso da parte del S&P 500 e del Nasdaq (due tra i più importanti indici azionari mondiali) ha portato con sé una conferma di trend anche per Bitcoin e compagni.
Da diversi giorni il settore delle criptovalute stava compiendo un ritracciamento dai massimi toccati poche settimane fa ma con il peggioramento delle notizie sul fronte macroeconomico e la forte mole di vendite arrivata sui mercati tradizionali anche il comparto Crypto è rimasto coinvolto dal medesimo movimento di mercato.
Ciò risulta confermare ancora una volta quello che la nostra redazione ripete ormai da molti mesi: l'istituzionalizzazione (anche se parziale) di questo mercato ha da una parte spinto i prezzi al rialzo ma dall'altra ha trasferito le medesime logiche di negoziazione degli asset tradizionali. Nuovamente, con i mercati finanziari che stanno facendo fatica a puntare nuovi massimi, questa poteva essere una nuova occasione per Bitcoin , Ethereum ecc. di mostrare i muscoli e dimostrare di essere un asset su cui potersi rifugiare quando i mercati tradizionali subiscono dei ritracciamenti.
Questo momento di mercato, seppur con ben diversa intensità, è simile al crollo dei mercati del 2020 quando gli investitori cercavano in ogni modo di trasferire denaro su asset che non stessero crollando. Anche in quell'occasione le criptovalute, che potevano dimostrare una volta per tutte di essere un asset rifugio sono rimaste coinvolte dallo stesso movimento di mercato.
Ovviamente, non vi sono evidenti motivi per cui le criptovalute debbano seguire lo stesso ciclo economico dell'economia reale in quanto si basano su presupposti completamente diversi.
Dunque, ad oggi è chiaro che il sentiment positivo e negativo esistente sui mercati venga riversato anche nel comparto crypto.
Questa fattispecie di mercato che ormai abbiamo potuto osservare in molte occasioni fa riflettere su un fatto: i grossi investitori che negli ultimi due anni sono entrati in questo settore, lo hanno fatto perché hanno compreso i benefici derivanti dalla tecnologia che sta al di sotto delle criptovalute o semplicemente per approfittare di un momento di euforia presente su questi mercati?
La risposta potrebbe essere nel mezzo.
I prossimi mesi saranno determinanti per valutare le sorti di breve periodo di questo mercato. Sarà interessante vedere se di fronte ad una vera e propria inversione di tendenza sui mercati tradizionali dopo tanti mesi di rialzi anche le criptovalute seguiranno il movimento in maniera fedele.
Report a cura di
Matteo Bernardi
Fari Puntati sul NasdaqBuongiorno a tutti
Oggi nell'articolo mattutino di websim, viene riportato che nel 37% dei casi da quando esiste il Nasdaq, circa mezzo secolo quando questo indice entra in correzione (fa -10% dai massimi di periodo) è il preludio ad un mercato orso (-20% dai massimi di periodo). Ovviamente non possiamo sapere se succederà, come scrivo sempre, nessuno può sapere cosa succederà da qui a un centesimo di secondo. Però possiamo usare le statistiche e le probabilità per provare a stare dalla parte giusta. Quindi sappiamo che nel 37% dei casi abbiamo avuto dopo una correzione un mercato orso. Dal punto di vista tecnico invece, possiamo notare dal grafico che dal 2018 ad oggi, circa tre anni abbondanti, il mercato Nasdaq ha sempre sentito la Kijun Sen dell'indicatore Ichimoku Kinko Hyo che è stata spesso comprata, ma quando ha chiuso almeno una settimana sotto, il mercato è "diventato" orso. «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova». Quindi attenderei la chiusura settimanale per verificare se sarà sopra o sotto la kijun e poi se sarà sotto non resta che attendere il terzo indizio che darà la prova.
Trattasi di uno spunto puramente didattico.
Buon trading a tutti
NASDAQ, INFLAZIONE BUONA, RENDIMENTI, TASSI E T-BOND
C'è nella cultura economica dominante, una concezione secondo cui l'inflazione sia un fenomeno monetario.
Se l'economia di mercato non riesce a produrre un tasso di inflazione che la Banca Centrale ritiene coerente
con la crescita economica si deve intervenire sui tassi e accelerare il tapering.
I recenti aumenti dei prezzi sono dovuti in parte ad uno shock di offerta (tipo chip shortage) ed al rincaro dei prodotti energetici.
Le banche centrali in questo contesto facendo leva sui tassi possono intervenire solo dal lato della domanda, ma l'inflazione non
aumenta e diminuisce solo a causa della politica monetaria delle banche centrali è anche in gran parte il risultato delle scelte che fanno le aziende.
Più i prezzi salgono, maggiori sono i profitti per le società. L'amministrazione Usa, anche attraverso la Federal Trade Commission sta
combattendo l'aumento dei prezzi e le pratiche anticoncorrenziali che le stanno alimentando a scapito dei consumatori. In sostanza
più che inflazione, stiamo avendo una nuova fase di "opportunità aziendale", avidità direbbero a Wall Street. Le società, con prospettiva
di prezzi crescenti, sono incentivate a produrre di più rispetto ad una situazione precedente con tassi vicino allo zero quasi al limite della trappola della liquidità.
In questo contesto si inseriscono come conseguenza gli aumenti dei tassi di rendimento dei T-Bond.
L’aspettativa di un aumento dei rendimenti svaluta le attività finanziarie a lunga scadenza
e avvantaggerebbe la "rotazione settoriale" verso i titoli value la cui attività è già capace di
generare una buona redditività immediata. Ad essere penalizzate sono le obbligazioni e le società dette growth
a causa dei massicci investimenti che dovrebbero realizzare nel lungo periodo i cui flussi di cassa futuri
sono ancora attualizzati dagli analisti in base al "rendimento privo di rischio", com'è appunto, il T-BOND.
Ma KPMG prima della pandemia ha elaborato un sondaggio sulle aspettative di ritorno sugli investimenti tra le aziende Tech:
- impatto immediato 10%;
- entro 6 mesi 34%;
- entro 12 mesi 27%;
- entro 2-3 anni 24%;
- entro 5 anni il 4%;
- oltre 5 anni <1%.
Inoltre, molte soffrono i tradizionale processi di budget annuali sugli investimenti che non ormai
non supportano i loro pivot rapidi di crescita.
Secondo Value Research i fondi del settore Tech hanno avuto un rendimento medio nel 2021 del 67%.
Il rendimento del decennale USA a gennaio 2022 è del 1,90%.
I tassi FED sono allo 0-0,25%, e si avvicineranno a fine 2022 all'1%.
Il Nasdaq ci prova due volte.. ma per il momento nulla di fattoLe quotazioni dell'indice tecnologico americano si portano sotto il decisivo supporto dell'ultimo periodo per ben due volte, ma importanti riacquisti conducono i prezzi nuovamente all'interno del trading range.
Da monitorare perchè potrebbe fornire interessantissimi spunti operativi sia di lungo che per operatività intraday
Nasdaq, questione di minimi.
Negli ultimi due anni, siamo stati testimoni della clamorosa performance di uno dei più interessanti indici presenti sul mercato, il Nasdaq, che dai minimi covid fa segnare un + 138%. Chi è riuscito ad intercettare parte di questo movimento, ha portato a casa risultati interessanti.
Tuttavia le ultime settimane sembrano volerci regalare una differente prospettiva e per la seconda volta in poco tempo dai minimi del Covid, assistiamo sul grafico del Nasdaq a barre daily, la fissazione di un minimo debole, ovvero inferiore rispetto ai precedenti punti di reazione. Non è tanto importante l’entità del ritracciamento rispetto al massimo storico (circa 8%, totalmente fisiologico e coerente), quanto il segnale di eventuale incapacità a fissare minimi più alti dei precedenti e il fallimento ad aggiornare i massimi.
Interessante sicuramente la candela del 10 gennaio, primo tentativo di rottura al ribasso della struttura in area 15500 punti, riassorbita con un importante spike. Il tentativo di rimbalzo, tuttavia sembra esser fallito con il ribasso del 13 gennaio.
Provando ad analizzare le posizioni nette dei principali attori di mercato (grafico sotto), in corrispondenza dell’ultimo minimo tracciato, possiamo notare un lieve incremento delle posizioni di Non Commercials e dei Retail Traders, seguito da un lieve decremento di posizioni short da parte dei Commercials.
Analizzando l’open interest (terzo grafico), notiamo rispetto ai precedenti massimi, una sostanziale riduzione dei contratti aperti a mercato, e in corrispondenza dell’ultimo minimo, un lieve incremento dell’OI.
L’open interest, se crescente durante una fase di trend (sia positivo che negativo), indica salute di quel trend. Possiamo notare come ogni fine trimestre, tendano ad esserci fluttuazioni anomale dell’Open Interest; è dovuto alle liquidazioni ed ai rollover dei vari contratti.
Per il momento l’analisi tecnica ci fa intravedere una fase di relativa incertezza dove le strategie di breakout in trend following potrebbero generare diversi falsi segnali. Importante pertanto pianificare con attenzione i trade, non scoraggiarsi nel veder oscillare il nostro capitale, cercare ove possibile di limitare i falsi segnali non derogando le regole della nostra strategia, selezionando le aziende preferendo quelle con fondamentali economici di qualità. Nel lungo periodo la metodicità, il rispetto ferreo di un set di regole ci premieranno.
NAS100, Visione di medio termine con zona weeklyVediamo come il prezzo, dopo l'enorme struttura di accumulo/Distribuzione (lo sapremo presto) sia andato con la nuova candela weekly a cercare liquidità in basso al fine di stoppare i longhisti di medio termine, a indurli short per poi rientrare all'interno del range facendoci credere che sarebbe ripartito.
Cosa mi aspetto già da tempo per l'asset e seguendo quella che è l'attuale struttura? Che il prezzo vada a testare l'area rilevante inferiore sul settimanale, per eventualmente ripartire long, o che la utilizzi comunque come area di reazione long per trovare la liquidità short di cui ha bisogno per eventualmente continuare a ribasso.
Questo visto anche il posizionamento istituzionale quasi al 100% long su USD e per via della inversa correlazione di domanda ed offerta tra Dollaro Statunitense e indice Nasdaq.
Ciò che vorrei vedere è una nuova candela weekly che vada a manipolare l'attuale, inducendo gli short, manipolando i longhisti ( i quali avranno poi cambiato idea quando il prezzo sarà davvero pronto a longare) e raggiungendo la zona inferiore che ho tracciato e che userò come area di breve termine per le mie operazioni scalp e intraday a favore della mia visione.
Il mio consiglio è quello di non forzare dei long fino a quando non sapremo se il ritracciamento daily di questi giorni sia solamente un retest di una potenziale schematica di Wyckoff (quindi una ricerca di liquidità per proseguire a rialzo nel medio termine) o un effettivo accenno al Change of Character del prezzo sul daily/H4 (inversione di struttura).
Sempre seguire il proprio piano e operare con un rigoroso risk management.
Non è un consiglio finanziario
NASDAQ PROVE DI INVERSIONEIl quadro grafico a candele Heikin Ashi ancora non ha dato nessun segnale di avvenuta inversione ma la tenuta dei 15200 sembra essere ora possibile. Altri ribassi lo porterebbero più giù (14400).
L'indice insiste in questo canale disegnato da luglio 2020, in caso di inversione si andrebbe all'attacco dei 17000 se rompe anche 17400.
NASDAQ Dinamica Ribassista Timeframe : Daily
Metodo Analisi : Price Patterns (Proprietario)
Nasdaq presenta una forte dinamica ribassista di breve periodo in seguito alle vendite sui massimi che abbiamo visto negli ultimi periodi. Inoltre Nasdaq, rispetto a indici europei come Dax e Ftse Mib, ha una dinamica ribassista nettamente più forte. Come illustrato nel grafico, vista la configurazione grafica, è molto probabile vedere Nasdaq ribassista fino area 15170-14800, da lì bisognerà ricalibrare il tutto e fare una nuova analisi.
Movimento Atteso : Ribassi fino area 15170 - 14800
DISCLAIMER : Le idee qui proposte non sono raccomandazioni all'investimento, pertanto è da intendersi il puro scopo didattico delle stesse. Il trading è attività rischiosa e pertanto la responsabilità è in capo al titolare del conto trading e non imputabile a chiunque altro. Assolutamente vietata è l'attribuzione di tali idee come "segnali di trading" e/o affini
Le minute della Fed e….sell off sul Nasdaq.Dai verbali dell’ultima riunione del FOMC emerge, come già noto ai mercati, la necessità di raffreddare l’economia, per il tramite di una politica monetaria che a questo punto sarà più restrittiva di quanto previsto.
Ribadisco, questa visione era già stata resa nota e scontata dai mercati, tuttavia ieri abbiamo assistito ad una reazione importante, soprattutto da parte del Nasdaq (e dal comparto tecnologico in genere) che cede di oltre il 3,34%.
E’ interessante a questo punto andare a verificare gli effetti intermarket per provare a seguire “il flusso dei capitali”.
Seppur la giornata del 5 gennaio fosse stata di storno generalizzato, possiamo notare come i settori che hanno tenuto meglio sono:
• Energetico
• Finanziario
• Consumi stabili
• Materie Prime.
A dire il vero avevamo già notato nelle ultime sedute un certo spostamento della domanda in questi settori.
Il grafico sotto riporta le performances settoriali dal 28.12
Vendite anche nel comparto obbligazionario, dove possiamo assistere all’impennata dei rendimenti dei bond a 10 e 30 anni. Questo significa, ovviamente, riduzione del valore in conto capitale determinata dalle vendite.
Stabile, da inizio dicembre, la ripresa della quotazione del petrolio greggio.
Tiene l’USDOLLAR index, che risente appena delle ultime vicende.
Consigli.
Se si ha un portafoglio improntato su ETF ben diversificati nelle varie asset class, continuare a seguire il proprio piano d’investimento e di ribilanciamento periodico, rispettando sempre gli obiettivi e l’orizzonte temporale impostato all’atto dell’investimento.
Chi riserva una parte dell’investimento allo stock picking, con predominanza di operatività long, seguire i settori più forti rispetto al mercato, andando a scegliere aziende con buoni fondamentali sulla base di criteri tecnici (breakout, ingresso in reverse, swing). Importante: seguire la propria strategia ed il money managment.
NASDAQ verso 16000?Timeframe : 4h
Metodo Analisi : Price Patterns (Proprietario)
Osservando la dinamica settimanale e la dinamica giornaliera, è probabile vedere un proseguimento del ribasso visto ieri. In ottica intermarket, abbiamo DAX verso i massimi e l'occasione per un ritracciamento di breve è ghiotta vista anche l'uscita delle Minutes del FOMC oggi alle 19:00
Target di Movimento : 16130-16090
DISCLAIMER : Le idee qui proposte non sono raccomandazioni all'investimento, pertanto è da intendersi il puro scopo didattico delle stesse. Il trading è attività rischiosa e pertanto la responsabilità è in capo al titolare del conto trading e non imputabile a chiunque altro. Assolutamente vietata è l'attribuzione di tali idee come "segnali di trading" e/o affini.
NASDAQ, UN LONG VERSO I 17.000 PUNTI!Come già anticipato in un mio precedente articolo l'obiettivo principale del Nasdaq rimane il raggiungimento dell'area di resistenza, nonché nuovo massimo storico, 17.000 punti. Già intorno alla ventina di novembre la quotazione, con lo strappo rialzista dei 16.200, aveva tentato un allungo ma l'engulfing discendente del 22 novembre ed il ritorno al di sotto della media mobile "daily" avevano ridimensionato le aspettative di breve periodo dell'indice statunitense. Dopo un po' di saliscendi, è ripreso prima di Natale un bel movimento rialzista, attualmente in fase di correzione, che potrebbe favorire finalmente una rottura di tutta la zona di massimo 16.700 ed in tal senso sarebbe auspicabile vedere sul supporto statico e dinamico in area 16.300 un nuovo segnale Long per approfittare della tendenza rialzista!Vedremo tra domani e dopodomani lo scenario di Price Action e valuteremo le corrette strategie.
Buona settimana di trading. Maurizio
NQ - trend rialzista protetto dalla mm100L'indice tecnologico (nel grafico rappresentato future) continua il suo trend a rialzo protetto dalla media mobile giornaliera 100 (linea rossa) e l'impostazione rimane tale fino a quando non si palesano segnali short. Da segnalare
in questo senso la formazione di una shooting star su tf settimanale che potrebbe indicarci discesa almeno nel breve inizialmente. Discesa che potrebbe testare il movimento rialzista avvenuto in condizioni di mercato caratterizzato da pochi scambi visto il periodo di festività (dal 20 al 27 Dicembre). Importante da capire dove andrà a registrare il minimo di questo movimento, se l'area 15.850 - 15.900 conterrà i tentativi ribassisti e proseguirà il rialzo oppure si ritornerà verso il doppio minimo in area 15.500. In questo secondo caso valuteremo l'entità e le modalità del movimento per trarre nuovi segnali. Al momento, con ad esempio una tenuta di zona 15.900 - presente il minimo del 10 novembre e passaggio di mm gialla - potremmo essere dinanzi ad un segnale di tenuta e possibile conseguente ripresa a rialzo di trend post doppio minimo fatto in occasione del test dei massimi precedenti.
FED E FOMC: GUADAGNARE DI PIU' CAPENDO I MERCATI IN ANTICIPOBuongiorno ragazzi, avrei voluto pubblicare questa idea il giorno dopo la riunione della FED, ma per i tanti impegni e il poco tempo disponibile non ne ho avuto modo. Detto ciò, voglio comunque analizzare con l’analisi intermarket la reazione che hanno avuto i principali asset finanziari all’annuncio della FED. La domanda è: nonostante l’ulteriore riduzione degli stimoli e i possibili tre rialzi dei tassi di interesse nel 2022, perché i mercati hanno reagito così bene?
I PUNTI SALIENTI DEL FOMC
•Per prima cosa, la banca centrale ha affermato che accelererà la riduzione dei suoi acquisti mensili di obbligazioni. Per quanto riguarda dicembre, la riduzione sarà di 20 miliardi di dollari per i titoli del Tesoro e di 10 miliardi di dollari per i titoli garantiti da ipoteca delle agenzie. Invece, a partire dal prossimo gennaio, si andrà ulteriormente a ridurre lo stimolo, riducendo di 40 miliardi di dollari gli acquisti per i titoli del Tesoro, mentre gli acquisti di titoli garantiti da ipoteche di agenzie saranno pari ad almeno 20 miliardi di dollari al mese.
•Osservando il DOT PLOT, la FED prevede 3 rialzi dei tassi di interesse nel 2022 e 3 nel 2023; tuttavia i tassi stessi non verranno alzati prima del termine del tapering.
•Per quanto riguarda le prospettive di crescita economica, si è osservato un lieve calo per quanto riguarda il 2021 al 5,5%, mentre le previsioni per il 2022 sono di un incremento del 4% e di un 2,2% per il 2023.
•Le prospettive di inflazione sono del 5.3% alla fine del 2021, 2.6% nel 2022, 2.3% alla fine del 2023 e del 2.1% nel 2024.
•Altre dichiarazioni degne di nota sono quelle riferite alla correlazione tra crescita economica e pandemia: “Il percorso dell’economia continua a dipendere dal corso del virus; i rischi per le prospettive economiche rimangono, compresi quelli derivanti da nuove varianti del virus”.
Questi riportati sono i dati salienti del rapporto. Ora analizzerò uno ad uno i principali asset finanziari, in particolare:
• S&P500 e Nasdaq
• Rendimento dei titoli di stato a 10 anni e curva dei rendimenti aggiornata
• Dollaro Statunitense e valute di rifugio CHF e JPY
• Oro
S&P500 e Nasdaq
Per studiare al meglio il comportamento degli operatori, vi ho condiviso i due grafici in un timeframe a 15 minuti. La prima cosa da notare in entrambi gli indici è la lateralizzazione del prezzo che ha preceduto le dichiarazioni della banca centrale: perché è successo ciò?
Sappiamo che ci sono diversi market movers che talvolta, a livello giornaliero, possono andare a modificare il corso di una giornata di contrattazioni; questa riunione era sicuramente uno di quei market movers. Come si sono comportati quindi gli operatori? Non hanno preso una vera e propria posizione prima dell’uscita della notizia, e questo è testimoniato dalla lateralizzazione del prezzo che vi ho evidenziato nei rettangoli gialli. Tipicamente si vanno a formare delle fasi di consolidamento (lateralizzazione del prezzo seguita da un successivo rialzo) o di distribuzione (lateralizzazione del prezzo seguita da un successivo ribasso) quando gli operatori iniziano man mano ad aggiungere delle posizioni, che siano in rialzo o in ribasso. Comprano o vendono quantità “limitate” di contratti in maniera tale da accumulare denaro stesso, senza far partire però il prezzo, né al ribasso tantomeno al rialzo. Il loro scopo infatti non è quello di far schizzare subito il prezzo dal momento che, comunque, non si sapeva se ci potessero essere sorprese nel discorso che la FED avrebbe discusso, ma lo scopo era quello di far schizzare il prezzo dopo l’uscita del comunicato, andando quindi a guadagnare molto di più (grazie chiaramente al denaro accumulato nelle ore precedenti): ciò infatti è quello che è accaduto: gli operatori hanno dapprima accumulato denaro nell’area di consolidamento contrassegnata dal Point Of Control (ossia l’area in cui si sono concentrati più volumi, l’ho ottenuto utilizzando lo strumento “intervallo fisso”) e, dopo l’uscita della notizia, hanno pompato ancora più liquidità andando a far schizzare entrambi i prezzi verso l’alto, andando sicuramente a guadagnare tantissimo infatti, dalle ore 20:00 italiane alle 00:00, l’S&P ha segnato un +1,99% mentre il Nasdaq un +3,08%.
Come spesso si è detto, i mercati sono saliti vertiginosamente in questi ultimi due anni grazie agli stimoli e alla politica ultra accomodante della banca stessa. Vi siete chiesti come mai i mercati, nonostante il fatto che la FED abbia previsto 3 volte un aumento dei tassi nel 2022, abbia reagito così bene? Perché era quello che gli operatori si aspettavano ragazzi. Era da tempo che si parlava di una riduzione ancora più forzata dell’acquisto di obbligazioni e di un aumento dei tassi nel 2022, non era una novità. Il mercato avrebbe potuto stornare se Powell avesse ad esempio dichiarato un tapering ancora più accelerato e una politica, in generale, ancora più aggressiva, ma ciò non è stato. E quindi? Quindi gli operatori hanno tirato un sospiro di sollievo e, rincuorati, hanno acquistato. Ricordatevi sempre che il mercato ha paura delle sorprese, e non delle certezze, e ne avete avuto la conferma.
Vi siete chiesti come mai, i giorni dopo, i mercati siano poi scesi, andando a segnare una performance settimanale negativa (-1,99% per l’S&P500 e -3,33% per il Nasdaq)? E’ forse imputabile all’ondata dei nuovi casi come molti riportano?
Io, personalmente, non credo sia per quello, ma nonostante tutto rispetto le idee altrui per educazione e perché, dopotutto, questo mondo è favoloso per il fatto che ognuno ha delle idee diverse che si possono incontrare tra loro. Credo che il motivo principale sia stato la presa di profitti da parte di chi aveva guadagnato dopo l’uscita della notizia, e questo è accaduto perché i guadagni sono stati alti e perché tipicamente in periodi natalizi i grandi hedge fund mirano a chiudere l’anno il più possibile in guadagno e poi perché i volumi in generale si sgonfiano, e un mercato con pochi volumi può essere facilmente “manomesso”, andando quindi a poter compromettere i guadagni da parte di chi, nei giorni prima, aveva speculato sul rialzo del prezzo; quindi, proprio per questo pericolo, credo che ci sia stata la chiusura di tante posizioni long.
Credo che il mercato abbia già scontato da una settimana la nuova ondata covid, e credo che essa potrà contrastare il mercato qualora ci fossero delle prove veramente tangibili che essa farà deragliare l’economia, e questa prova non è appunto ancora arrivata e chissà se arriverà mai.
Vediamo i comportamenti dei prezzi i giorni dopo la dichiarazione in dei grafici a 30 minuti:
MONDO OBBLIGAZIONARIO: TITOLI DI STATO A 10 ANNI E IL LORO RENDIMENTO
Anche in questo caso vi ho condiviso dei grafici a 15 minuti. Cosa notiamo? Notiamo che la volatilità è stata bassa, infatti osserviamo come il range in cui si sono mossi i titoli a 10 anni è stato solamente del 0,26%. I rendimenti hanno registrato una volatilità più alta, essendo saliti dopo la notizia dell’1.88% per poi rimangiarsi il guadagno fatto a fine sessione.
Cosa ne traiamo da tutto ciò? E’ chiaro che il denaro degli investitori non è stato riversato sul mondo obbligazionario e ciò è testimoniato dalla bassa volatilità e guadagno praticamente assente nei titoli a 10 anni, ma è stato riversato nell’azionario, come abbiamo visto prima.
E il successivo motivo qual’è? E’ il fatto che il mercato avesse già scontato tutto; ricordate quando avevo pubblicato l’idea riguardante l’appiattimento della curva dei rendimenti e di come questa si si stesse appiattendo soprattutto nelle medie e nelle lunghe scadenze perché gli investitori stavano già scontando l’aumento di tassi? Mercoledì ne abbiamo avuto la conferma!
Il mercato si aspettava già questa notizia, e io avevo immaginato tutto ciò osservando proprio la curva dei rendimenti, che dà sempre tantissime informazioni, specie quando cambia pendenza.
L’idea riguardante la curva dei rendimenti la trovate cliccando in questo link:
Scrivevo quell’idea il 9 dicembre, e la curva dei rendimenti aveva questa forma:
Come vedete era già piatta, il che doveva già preannunciarci il fatto che questa notizia, salvo sorprese, sarebbe stata accolta positivamente dagli investitori.
Vediamo, ad oggi, se la curva ha cambiato pendenza:
Stavolta non vi ho riportato la curva dei rendimenti con tutti le sue maturazioni in funzione del tempo, bensì lo spread (la differenza) tra i rendimenti dei titoli a 10 anni (una scadenza lunga) e i rendimenti a 2 anni (scadenza corta): più lo spread sale, come nella prima parte del grafico identificata dalle due frecce rosse, tanto più la curva è “steepeng”, ossia “inclinata”. Se il trend che identifica lo spread viceversa scende ed inizia a formare dei massimi via via decrescenti, abbiamo l’appiattimento della curva. Come possiamo vedere, la curva ha iniziato a cambiare pendenza da fine marzo 2021 circa, e questo cambio continua ancora nel presente.
Possiamo quindi affermare che il mondo obbligazionario continua a darci le stesse informazioni da qualche mese a questa parte, confermandoci il fatto che gli investitori avessero scontato tempo prima la notizia relativa al FOMC e la paura di un rallentamento economico nel 2022 (ricordatevi che la curva si appiattisce quando gli investitori iniziano a scontare una transizione economica, specie da un’espansione ad un rallentamento).
DOLLARO USA
Vi ho riportato due grafici: a sinistra quello a 15 minuti per poter visualizzare il comportamento intraday degli operatori mentre a destra il grafico giornaliero, per avere una visione più chiara.
Guardando a sinistra vediamo come, in 71 barre, il dollaro abbia perso il -0,8% circa il che è abbastanza strano visto l’annuncio dei possibili tre aumenti dei tassi di interesse infatti, come saprete, un tasso di interesse alto è molto attraente verso gli investitori stranieri e, tipicamente, quando viene annunciato un aumento dei tassi stessi, una moneta va a rivalutarsi; quello che abbiamo osservato è stato esattamente il contrario: un crollo. Perché? Guardiamo il grafico giornaliero. Il dollaro è rialzista esattamente da maggio e continua ad esserlo.
Guardate ora un’interessante correlazione che rafforza le mie ipotesi:
Vi ho correlato lo spread tra i rendimenti dei titoli a 10 e 2 anni (linea blu) con il dollaro (linea arancio). Ho spiegato ripetutamente di come la curva si appiattisca quando si inizia a scontare un rialzo dei tassi di interesse: ciò è successo, la curva si è appiattita. Cosa è successo al dollaro nelle stesse settimane? Si è apprezzato. Questo cosa vuol dire? Che all’uscita della notizia il dollaro è crollato non perché gli investitori non erano felici della notizia, bensì avevano scontato la notizia prima, e questo mi viene confermato dalla correlazione che vi ho riportato graficamente. E’ importantissimo saper correlare tutti gli strumenti, avrete una visione ben più ampia di quello che succede.
YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Come potete vedere nei grafici a 15 minuti, né lo yen tantomeno il franco hanno avuto dei movimenti degni di nota; all’uscita della notizia hanno perso entrambi un -0,3% circa per poi andare a rimangiarsi praticamente tutto. Tipicamente queste due valute vanno ad apprezzarsi in momenti di incertezza, come era accaduto nei giorni della scoperta della variante omicron; il 15 non ci sono state sorprese e questo è testimoniato proprio dal fatto che entrambe le monete si siano mosse pochissimo. Questa è l’ennesima conferma alla mia ipotesi.
ORO
Gli investitori hanno operato sull’oro così come hanno operato sull’S&P500 e sul Nasdaq: hanno prima accumulato le loro posizioni intorno al Point of Control della distribuzione formata dal prezzo all’interno del rettangolo giallo che vi ho indicato; successivamente hanno spinto il prezzo verso il basso e, il 16 dicembre, hanno iniziato a chiudere le loro posizioni per portarsi a casa i guadagni fatti e, di conseguenza, il prezzo è successivamente salito. Grafico molto analogo all’S&P e al Nasdaq!
CONCLUSIONI
La mia idea termina qui. Ogni giorno, guardando i grafici, faccio delle ipotesi e cerco di trovare riscontro negli stessi. L’idea che il mercato avesse scontato dapprima il FOMC trova riscontro in questa idea da me condivisa, che volevo altrettanto condividere con voi. Capite che, riuscendo a leggere i mercati e le loro importanti correlazioni, potreste avere diverse soddisfazioni.
Per qualsiasi dubbio contattatemi pure, sono disponibile.
Matteo Farci
ANALISI INTERMARKET E INFLAZIONE: LA REAZIONE DEGLI OPERATORIBuongiorno ragazzi, oggi voglio parlare dei dati riguardanti l’inflazione pubblicati dal US bureau of labor statistics, andando ad analizzarli e vedendo come i diversi asset (obbligazionario, forex e indici azionari) abbiano reagito.
SUL CPI NON HA ANCORA INFLUITO IL “CROLLO” DEL PETROLIO E DEL NATURAL GAS
Se avete letto la mia precedente idea, ipotizzavo il fatto che questo mese (o il prossimo) il CPI avrebbe registrato un decremento dato dal fatto che il petrolio e il natural gas avessero perso rispettivamente il -27,13% e il -44,02%:
Questo non è stato il mese relativo al picco inflazionistico, in quanto esso ha registrato un incremento anno su anno di +6,8% e mese su mese del +0,8%. In particolare, addentrandoci nel rapporto, vediamo come l’energia sia aumentata del 33% rispetto allo scorso anno e del 3,5% rispetto al mese precedente. In particolare, considerando solamente l’incremento mese/mese, le materie prime energetiche hanno visto un incremento del +5,9%, gli oli combustibili un +3,5%; ci sono stati aumenti del 6,1% per quanto riguarda il carburante per motori e la benzina e un modesto +0,3% per quanto riguarda l’elettricità.
Guardando altre categorie, il cibo è aumentato del +0,7% e del 6% circa a/a, gli autoveicoli usati un +2,5% m/m e l’abbigliamento un +1,3% m/m. Vi rilascio qua sotto il link per il rapporto completo in maniera che possiate osservarlo:
www.bls.gov
COME HANNO REAGITO I DIVERSI ASSET FINAZIARI?
Innanzitutto, sottolineiamo il fatto che l’inflazione ha raggiunto un incremento tale da ritornare nel 1982 per poterlo vedere di uguale entità, e questo credo dica tutto.
Un’inflazione al 6,8% è molto alta. Basti pensare che un’economia, per poter essere considerata sana e sostenibile, necessita di un’inflazione al 2% o valori prossimi (1,9%/2,1%, ad esempio), tant’è che una banca centrale ha il compito di doverla “regolare”. Ricordate quali sono stati i motivi di tale incremento?
1. Aumento del prezzo spropositato delle materie prime
2. Problemi sulla catena di approviggionamento
3. Grandissima domanda da parte dei consumatori nell’era post-covid
Questi sono solo alcuni dei 3 motivi, probabilmente i più importanti, tra i quali andrei ad aggiungere anche le politiche monetarie ultra-accomodanti.
La Fed è passata da toni tranquilli e pacati (“l’inflazione è solo transitoria, si abbasserà presto”) a toni più “falco” come si dice a wall street, ossia a toni più aggressivi, annunciando dapprima l’inizio del tapering e, successivamente, facendo intendere che probabilmente il tapering stesso sarebbe stato accelerato in quanto l’economia avrebbe avuto tutte le carte per reggersi con le sue gambe.
Ma ritorniamo a noi: come hanno reagito i mercati all’aumento inflattivo più grande dal 1982?
DOLLARO AMERICANO
Dal grafico giornaliero vediamo come il dollaro si trovi in un trend rialzista; guardate le due medie mobili: esse si trovano a grande distanza tra loro (media a 50 periodi sopra la media a 200 periodi = trend rialzista) e ciò testimonia la forza del prezzo; da considerare anche la distanza tra il prezzo stesso e la media a 50 periodi, altra prova della grande forza della price action. Vi ho segnato con dei segmenti di color nero le strutture per me importanti. Dagli inizi di novembre ad oggi si è avuta la formazione di un triangolo simmetrico a causa del rintracciamento del prezzo: a questo scopo ho utilizzato il rintracciamento di fibonacci per poter visualizzare i livelli in cui il prezzo potrebbe rintracciare prima di ripartire: sono i livelli 38.2, 0.5 e 61.8. Ora guardiamo il grafico intraday a 30 minuti:
Tendenzialmente, quando i dati sull’inflazione sono alti e superano le aspettative (era previsto un aumento m/m del +0,7% invece il dato è stato dello +0,8%) il dollaro va ad apprezzarsi, in quanto il miglior modo per combattere l’inflazione è il rialzo dei tassi di interesse (e il tasso di interesse stesso va ad aumentare il valore della moneta); quindi, molti operatori si sarebbero aspettati un rialzo del dollaro. Invece, all’uscita della notizia, il prezzo ha fatto una candela ribassista del -0,22% per poi rimangiarsi il guadagno fatto da inizio contrattazioni del +0,20%, perdendo dalle 14:30 alla chiusura dei mercati un -0,46% e chiudendo in complesso la giornata in negativo con un -0.16%.
Perché il dollaro si è deprezzato e non il contrario? Per un semplice motivo: credo che il mercato avesse già scontato la notizia le settimane precedenti. Il mercato si aspettava già diverse settimane un dato che battesse le aspettative tant’è che i giornali statunitensi ne parlavano già da diverso tempo e, come diversi giornali, anche alcuni specialisti. Ricordate sempre la tendenza del mercato di scontare tutto prima, quello sul dollaro credo sia un esempio perfetto.
Voglio approfittare del contesto per dire che probabilmente il dollaro sta già scontando il tapering (e la sua accelerazione) e forse anche l’aumento dei tassi di interesse che avverrà nel 2022, e questo potrebbe essere testimoniato dalla sua forte price action.
MONDO OBBLIGAZIONARIO: OBBLIGAZIONI E RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO USA A 10 ANNI
Utilizzando sempre dei grafici a 30 minuti, vi ho condiviso a sinistra il rendimento del decennale americano e a destra la relativa obbligazione. Dall’apertura dei mercati fino alle 14:30 i rendimenti sono saliti del +1,96% (ricordiamo che i rendimenti salgono quando vengono vendute obbligazioni, e infatti a destra vediamo come le obbligazioni siano scese del -0,26%) mentre, all’uscita del dato, il rendimento è andato a segnare un -4,40% nel giro di 3 ore per poi riguadagnare un +2% circa tra la metà e la fine della seduta di contrattazioni; a destra vediamo il comportamento inverso della relativa obbligazione.
Anche questo comportamento è strano, no? Ho detto nelle mie idee precedenti che i rendimenti delle obbligazioni tendono ad alzarsi quando si ha paura di inflazione e, ripeto un’altra volta, come non si può non avere paura di un’inflazione a livelli così alti? A quanto pare si può non averne, e questo è testimoniato dal decremento del rendimento.
Come mai è successo questo? Credo per lo stesso motivo del dollaro: il mercato aveva già scontato da diverso tempo questo dato, e il mondo obbligazionario ancor prima del dollaro stesso, testimoniato dall’appiattimento della curva dei rendimenti. A proposito di ciò, che forma ha avuto la curva dei rendimenti venerdì, a fine contrattazioni?
La curva del 10 dicembre è addiritura più appiattita di quella che avevamo visualizzato per il 3 dicembre:
Ricordo che l’appiattimento si ha in periodi di transizioni economiche (tra un’espansione e un rallentamento economico) e avviene in quanto gli investitori iniziano nuovamente a comprare obbligazioni (specie a media/lunga scadenza) in quanto iniziano a scontare l’abbassamento dell’ inflazione a causa dell’aumento dei tassi di interesse: questo ragionamento che ho fatto è probabilmente il motivo per cui vi dico che la notizia era già stata scontata, ancor prima che la scontasse il dollaro, e questo dimostra ancora una volta quanto sia importante saper leggere il mondo obbligazionario. Per maggiori informazioni, vi inoltro una mia idea in cui spiego da vicino come si comporta il mondo obbligazionario:
S&P500 E NASDAQ
Vediamo ora la reazione dell’S&P500 e del Nasdaq, condividendo il loro grafico a 30 minuti:
I due indici non si sono comportati diversamente rispetto agli altri asset visti in precedenza; all’uscita del dato, entrambi hanno formato una candela verde (+0,40% dell’S&P e +0,80% del Nasdaq) per poi andare a rimangiarsi tutto le mezz’ore successive, per poi infine riprendersi e andare a chiudere in complesso la giornata positivamente, con un +0,78% per lo Standard and Poor e un +1,1% per il Nasdaq. I due indici si trovano ormai vicinissimi ai loro massimi storici, con una distanza del 0,75% per l’S&P e un 2,74% per il Nasdaq.
Continuando a parlare di indici, ci tengo a farvi notare una cosa curiosa, per farvi capire quanto i mercati se ne siano infischiati del dato più alto da decenni: il Nasdaq è un’indice con un peso fortemente tecnologico, i quali titoli sono growth, ossia aziende che puntano alla crescita, concentrando i loro guadagni nel futuro e non nel presente. Con questo non voglio dire che le revenue trimestrali del presente non siano alte (anzi), bensì parte dei loro guadagni sono riutilizzati per espandere le aziende stesse e produrre guadagni ancora più alti nel futuro. Ciò è testimoniato dai bassi (o assenti) dividendi offerti agli azionisti. L’inflazione è chiaramente una nemica in questo contesto, poiché se è vero che essa erode i guadagni futuri delle aziende, è altrettanto vero che le aziende growth sono quelle che più ne risentono, in quanto la loro crescita e le loro future revenue potrebbero essere proprio limitate dall’inflazione stessa (sono stato chiaro? Se non lo sono stato commentate l’idea, sarò ancora più chiaro). Con una lettura così alta del CPI, quindi, cosa ci saremo dovuti aspettare? Chiaramente uno storno dell’indice. Ma ciò non è successo.
La cosa curiosa è che se analizzassimo uno per uno gli etf settoriali, vediamo come XLK, ossia l’etf tecnologico, sia stato quello a performare addiritura meglio, con un bel +2,01%, andando a segnare oltretutto nuovi massimi storici:
Questa è un ulteriore conferma del fatto che il mercato avesse già scontato tutto e del fatto che il mercato stesso non abbia più paura in quanto sconta il rialzo dei tassi di interesse. Infatti, se così non fosse, l’etf XLK non avrebbe guadagnato da inizi anno un +33,82%.
Se per caso voleste un’altra conferma del fatto che l’inflazione non ha fatto paura, vi riporto la correlazione tra lo stesso etf e il rendimento del decennale americano. Ricordando che se i rendimenti si alzano per paura dell’inflazione e che ciò non è avvenuto, è chiaro che la correlazione tra i due asset debba essere necessariamente inversa, e infatti:
COME SI E’ COMPORTATO L’ORO?
Il metallo prezioso per eccellenza ha guadagnato un modesto +0,46%. Tuttavia, come vi riporto nel grafico, i volumi di giornata sono stati abbastanza bassi rispetto alla media degli ultimi 30 giorni, in quanto la media registrava volumi di 203,4K mentre il volume giornaliero era pari a 140K. I volumi ci dicono quanta partecipazione c’è nel mercato: dal momento che l’oro è visto come un bene rifugio, personalmente mi sarei aspettato maggior partecipazione da parte dei compratori (in quanto l’oro tendenzialmente sale in queste giornate) ma ciò non è accaduto, infatti l’aumento di +0,46% non è chissà cosa.
Possiamo vedere un aumento di volumi se scendessimo a livello intraday, volumi che tuttavia si vanno poi a sgonfiare:
Quindi, infine, penso che l’oro abbia fatto poco e nulla. Secondo il detto “l’oro è una protezione contro l’inflazione” e secondo il fatto che l’inflazione ha avuto un incremento molto molto alto, mi sarei aspettato una candelona rialzista e grandi volumi e tutto questo, come potete vedere, non è accaduto.
COME SI E’ COMPORTATO IL VIX?
Ricordo come il VIX, ossia l’indice di volatilità relativo all’S&P500, venga considerato da tanti come “l’indice della paura”, in quanto va ad innalzarsi tipicamente in momenti e giornate incerte e turbolente (come è successo, ad esempio, quando è stata scoperta la nuova variante omicron del covid). Nella grafica vi riporto i dati riguardo i valori del cpi da aprile 2021 (ossia da quando i valori hanno superato la soglia di attenzione della FED, fissata intorno a 2 punti percentuali) fino all’ultimo dato:
Con delle frecce nere sono andato ad indicare le candele relative alla data di uscita del cpi, da maggio fino all’ultimo di dicembre. Notiamo innanzitutto come il VIX non abbia risentito del dato, dal momento che è riandato a visitare valori di “tranquillità” (ossia sotto i 20 punti). Notiamo però come, dal dato di aprile a quello del 10 dicembre, il vix si sia mosso in territorio di “paura” solamente una volta, ossia il giorno dell’uscita del dato relativo ad aprile, il 12 maggio. E’ forse un caso che si sia mosso sopra i 20 punti quando il dato, per la prima volta, aveva infranto la soglia prossima al 2%, andando a segnare un incremento praticamente doppio? E perché per i successivi dati, ancora più alti, gli operatori non hanno reagito in quel modo? Io andrei a considerare il fatto che la maggior parte degli operatori fosse cosciente dei problemi legati all’energia (prezzi che correvano verso massimi relativi via via crescenti), alla catena di approviggionamento e alla forte domanda di beni, per cui era probabile che i dati del cpi successivi sarebbero stati visti al rialzo: gli operatori stavano quindi iniziando a scontare il tutto in anticipo? E’ forse questa la ragione per il quale il VIX, dopo il 12 maggio, non sia più andato a visitare territori di turbolenza? E’ una ipotesi. Voi, invece, cosa ne pensate?
EFFETTO GRANAGLIE E PREZZO DEL COTONE E DEL PETROLIO SUI DATI RIGUARDO I CEREALI E L'ABBIGLIAMENTO
Innanzitutto vi condivido il grafico sulle tre granaglie principali, ossia soia, mais e grano:
Notiamo come il mais e la soia siano scesi dai massimi di maggio, mentre il grano è l’unico dei tre a dimostrarsi forte. Volevo vedere se il decremento generale dei loro prezzi si fosse riflesso nel dato sull’inflazione e infatti, se aprite il rapporto che vi ho mandato, potete osservare nella sezione “CEREALI E PRODOTTI DA FORNO” che il dato, per quanto sia visto comunque al rialzo, sta iniziando a creare nel suo aumento un “appiattimento”, infatti, mese/mese, osserviamo che da agosto a settembre si aveva avuto un aumento del +1,1%, da settembre a ottobre un +1%, mentre nell’ultimo dato, da ottobre a novembre, un +0,8%. E’ un caso che questo dato stia contraendo proprio nel momento in cui le granaglie iniziano a perdere valore?
Un’ultima curiosità: a fine ottobre avevo pubblicato un’idea in cui discutevo del possibile aumento dell’abbigliamento a fronte degli aumenti dei prezzi del petrolio e del cotone:
guardando i dati sull’inflazione, noto come, al contrario della contrazione del dato riguardo i cereali, il dato riguardo l’abbigliamento sia in espansione, in particolare da agosto a settembre abbiamo avuto un -1,1%, da settembre a ottobre un 0% (il dato è stato visto in incremento), mentre da ottobre a novembre addiritura un aumento del +1,3%: grazie all’analisi intermarket e ad altri possibili fattori, sono riuscito a prevedere il tutto con un buon anticipo.
MATTEO FARCI
Moderna - Ultima leg ribassista in vista?All'interno di una struttura correttiva ABC potremmo trovarci all'inizio dell'ultimo movimento correttivo ribassista. La candela di quest'ultima settimana estesa e con volumi nettamente più elevati dei volumi registrati nelle due sedute settimanali precedenti potrebbero segnalarci che il movimento iniziato l'8 novembre possa essere un movimento di rimbalzo e non propriamente la base di un nuovo impulso rialzista (notare anche i volumi della settimana del 1 novembre ed in generale i confronti con i volumi nelle fasi di contromovimento).
Se così fosse, allora, avremmo dinanzi un ribasso molto forte che potrebbe portarci al test dei supporti S1:180$, S2:136$ 3 S3:100$.
Come resistenze monitorare R1: 366$ e R2: 406$
NIO - accelerazione verso i supportiCandela settimanale estesa e rossa, con volumi in aumento, che fa registrare -20% al titolo.
Situazione tecnica negativa in quanto ci si riavvicina ai supporti di area 30$ dopo aver violato il minimo del 4 Ottobre a 33.17$. Indicatori e Oscillatori impostati negativamente confermano possibilità di ulteriori ribassi verso i supporti S1: 26$ e S2: 22$.
In intraday siamo in zona di ipervenduto quindi potremmo vedere anche a tentativi di recupero nel breve e retest delle resistenze R1:35$. Per lo scenario ribassista descritto sarebbe un segnale a favore ad esempio un apertura a gap di fuga.
Nasdaq (IXIC) | Il buon scenario per l'autunnoSalve trader, Nasdaq (IXIC) in timeframe giornaliero, questa analisi è stata preparata in timeframe giornaliero ma è stata pubblicata per una migliore visualizzazione in timeframe di 2 giorni.
Sembra che questa onda che abbiamo esaminato sia l'ultima onda dell'onda 3 in tempi superiori.
Sulla base del conteggio delle onde 1, 2, 3, 4 e 5, abbiamo completato e siamo entrati in una nuova fase di correzione. Questa correzione sarà più in termini di tempo che di prezzo.
Perché esaminando le onde precedenti, possiamo vedere che un'onda si è formata molto profondamente e allo stesso tempo in un tempo molto breve.
Poiché siamo all'inizio della correzione, non è possibile trovare un bersaglio fibroma adatto, ma è possibile che i primi movimenti vicino alla fine dell'onda 3 si verifichino alla fine dell'onda 4 o 5.
Questa mossa è confermata se la linea di tendenza è completamente rotta.
🙏Se hai un'idea che mi aiuti a fornire un'analisi migliore, sarò felice di scrivere nei commenti🙏
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