S&P 500 Apple Weekly rompono al ribasso 11.03.2022Settimana storica dal punto di vista tecnico. Gli ultimi baluardi in primis S&P 500 hanno ceduto al ribasso quindi tutti gli indici principali sono in downtrend. Anche i FAAMG non sostengono più il mercato, con Apple che in settimana ha violato supporti importanti.
Analizziamo MSFT GOOG AMZN FB AAPL.
Nasdaq
Mercato Crypto: aumento della volatilità nel breve periodoCome ormai i nostri lettori sapranno, il mercato delle criptovalute si caratterizza da sempre per una accentuata volatilità. È stimato che la volatilità in questo settore sia di ben sei volte superiore al mercato azionario.
Tuttavia, i recenti avvenimenti a livello geopolitico accorpati alla situazione macroeconomica critica che già stavamo vivendo potrebbero sfociare in un'esplosione di volatilità.
Già da prima che Putin dichiarasse guerra all'Ucraina si stava osservando una fase di rallentamento economico. Gli ultimi dati sul fronte macro parlavano di un'economia in affanno rispetto ai precedenti trimestri. Oltre a questo non è da sottovalutare il rialzo dei tassi di interesse sul mercato americano che dovrebbe arrivare a breve, accompagnato ad un tasso di inflazione record che ancora non ha raggiunto il suo picco.
Ad aggiungersi a questa situazione così complicata, pochi giorni fa è esplosa la guerra tra Russia e Ucraina. Il futuro del mercato crypto relativamente a questi eventi è di assoluta incertezza. Molti sostengono che vi sarà una forte oscillazione al rialzo in quanto il mercato cripto è l'unico mercato in cui possono dialogare gli oligarchi russi e tutti coloro che stanno vedendo bloccati i proprio conti correnti.
In aggiunta, la presidente della Banca Centrale Europea, Christine lagarde si è espressa a favore di un'accelerazione in tema di regolamentazione del mercato crypto in un momento storico molto delicato .
Infine, non deve essere dimenticato che il settore delle criptovalute registra da diverse settimane violenti movimenti al ribasso. Proprio pochi giorni fa Bitcoin e compagni sono andati a toccare dei livelli di prezzo che non venivano raggiunti da oltre un anno.
La forte correlazione al NASDAQ e alle variabili macroeconomiche che con il passare del tempo stanno registrando continui peggioramenti, aggiunti alla crisi Ucraina e a tutte le implicazioni economico-politiche che questa sta facendo nascere, suggeriscono di adottare massima prudenza per qualsiasi scelta di investimento di breve periodo.
Report by
Matteo Bernardi
NASDAQ, EUROSOTOXX50, BITCOIN: Una ripresa anomalaLa reazione del NASDAQ dello scorso venerdì resta molto curiosa e in fin dei conti inspiegabile. La situazione non è certo delle migliori ed allo stesso tempo affatto riconducibile al contesto globale di lunedì scorso. Eppure, il prezzo dell'indice tecnologico statunitense è tornato a prezzare quanto prezzava prima della notizia della guerra. Non è sempre corretto ragionare in questi termini, la questione però resta anomala.
La spiegazione che molti analisti si sono dati è il fatto che il NASDAQ, fondamentalmente, non ha molto a che vedere con la situazione Russia-Nato ed in fin dei conti, i mercati finanziari statunitensi, perchè dovrebbero scontare nel prezzo dei propri asset il contesto Russo?
Inoltre, le sanzioni sono a carico della Russia e se dovessero colpire altre nazioni, non sarebbero certo gli U.S.A.
Cosa dovrebbe invece terrorizzare gli USA? Il loro contesto economico. Una guerra potrebbe peggiorare il loro contesto economico? Solitamente, una guerra incide sui costi di approvvigionamento. Il che dovrebbe rivalersi sul livello dell'inflazione che negli stati uniti è già molto alta.
In Italia l'inflazione percepita ammonta al 6.4% contro il 4.8% dichiarato dall'Istat lo scorso mese. L'EUROSTOXX50 non sembra essersi ripreso completamente dal rosso dello scorso giovedì. Questo perchè il mercato europeo si è sempre caratterizzato per un certo grado di conservativismo.
Resta il fatto che le sanzioni Russe incideranno sicuramente sull'Europa che già stava scontando un apprezzamento del Petrolio e del Gas.
In Cina invece i mercati hanno iniziato a correggere molto prima degli statunitensi. Per questo motivo li monitoro con molta attenzione.
Una ripresa a V del mercato è plausibile?
Non penso che, ne il contesto Americano e ne quello Euoropeo siano in una situazione così rosea da permettersi una ripresa a V in stile COVID19. Prima di tutto perchè il mercato è BEAR. Non per un flash dump improvviso ma per una predominanza delle vendite sugli acquisti "pulita". Infine perchè, probabilmente i problemi sono appena iniziati.
Appare lecito domandarsi:
Se la situazione è quella che è; "come mai non sta continuando a scendere il prezzo degl'indici di borsa ma anzi, sale"
Perchè gli indici azionari non possono crollare con così tanta facilità. Il mercato non è fatto solo di piccoli operatori presi dal panico e dalla fomo. Il mercato è composto da ISTITUZIONI, prime fra tutte i fondi pensione. Il mercato è quindi "moralmente" ed "economicamente" sorretto per non far andare in fumo i risparmi del globo e se deve scendere, non scenderà certamente tutto d'un colpo come accaduto al mercato finanziario russo, molto più piccolo e meno organizzato.
Perchè evidenziare questo in un canale incentrato sulle cryptovalute?
Perchè in questo momento Bitcoin è la copia spudorata del NASDAQ. Addirittura, quando il nasdaq è chiuso, BTC è laterale in attesa di un segnale dal comparto azionario. Ne deriva che, apparentemente, intuire la direzione dei principali indici azionari significa pressoché capire i movimenti di BTC.
Questo almeno fino a quando Bitcoin non mostrerà un po di indipendenza.
Sul comparto crypto, sono ancora più preoccupato. La sanzione legata allo SWIFT ha reso felici molti mooners e allo stesso tempo ha preoccupato molto gli analisti. La tanto attesa popolarizzazione del mercato crypto non sarà così ben accolta se proposta in concomitanza ad una guerra, specie se utilizzata per finanziarie "il nemico".
Infine, ma non per importanza. Consigliamo a tutti voi di smette di sforzarvi di immaginare il perchè Putin o altri capi mondiali abbiano fatto quello che hanno fatto e sopratutto, smettete di cercare di prevedere le loro mosse per prendere posizioni sul mercato. Non ci arrivereste mai.
ANALISI TECNICA E FONDAMENTALE MERCATI MONDIALIQuesta è un'analisi in cui andrò a condividere tantissimi grafici, asset e correlazioni.
Voglio specificare che quelli che leggerete non sono consigli finanziari, bensì dei ragionamenti creati attraverso il tipo di analisi che ora andrete a leggere.
S&P500 E VIX
Nella precedente analisi avevo indicato come questo bechmark, nel premarket, fosse in territorio pesantemente negativo (alle 14:00 del 24 febbraio perdeva oltre il punto percentuale). Descrivevo tuttavia l’importanza di attendere l’apertura dei mercati delle 15:30. Essa ha sorpreso? Direi proprio di si: l’S&P 500 riesce a reagire con forza segnando alla fine della seduta un poderoso +1,47% per poi riconfermarsi il giorno dopo con una chiusura positiva del +2.24%.
I volumi hanno supportato la forza del prezzo: questo segnale è da interpretare come una chiara volontà del mercato di portare lo stesso al rialzo; ribadisco questo concetto in tante mie analisi in quanto l’analisi dei volumi scambiati ci indica sempre un determinato sentiment: se un prezzo rimbalza in una determinata soglia ma lo stesso è accompagnato da bassi volumi, significa in maniera pratica che sono stati pochi gli investitori a spingere un prezzo al rialzo; viceversa, volumi forti indicano un numero rilevante di investitori che hanno portato al rialzo un prezzo. A parer vostro, è quindi più affidabile un prezzo portato al rialzo da pochi investitori o da molteplici di essi? Credo che la seconda opzioni sia più attendibile!
Vi ho voluto condividere anche l’RSI, ossia l’indice di forza relativo: in due giorni (giovedì 24 e venerdì 25) l’indicatore è aumentato di 40 punti percentuali circa, confermandoci la forza del prezzo.
Analizzando il grafico, abbiamo quindi trovato 3 punti di forza:
• Due grandi candele rialziste di rimbalzo
• Alti volumi
• Forza del prezzo aumentata del +40%
Quali sono invece gli aspetti negativi? La volatilità! Il VIX, dopo essere salito il 24 febbraio ad un massimo di 30.31 punti, ha trovato nella sessione di venerdì un supporto a 27.57 punti. Considerando che i livelli del VIX associati ad una relativa stabilità e tranquillità sono al di sotto dei 20 punti, ciò potrebbe presagire un nuovo impulso ribassista. Dopotutto, come spesso scrivo, l’S&P500 tende ad avere performance negative quando i livelli dell’indice di volatilità si presentano alti, come dimostra questa grafica:
Vorrei aggiungere ulteriori aspetti tecnici:
Come potete osservare nella grafica, la struttura di prezzo tra i 4300$ e i 4250$ (evidenziata dalle frecce nere) ha per il momento resistito: essa è una struttura di grande importanza dal momento che la stessa è stata raggiunta dal prezzo 6/7 volte da luglio 2021 e ad oggi ma non è mai stata rotta. E’ probabile che in quei livelli di prezzo siano piazzati tanti ordini di acquisti che, per il momento, ogni qualvolta vengono “attivati”, riescono a respingere lo stesso al rialzo.
Si sta inoltre formando un testa e spalle ribassista con una neckline leggermente obliqua: il fatto il pattern di analisi tecnica si sia formato dopo un grande impulso rialzista (iniziato da marzo 2020) conferisce ad esso una determinata “credibilità”: affermo ciò perché il prezzo si dimostra molto più debole rispetto a qualche mese fa, e ciò è ben evidenziato dall’RSI che si trova in un trend discendete da novembre 2021.
La neckline era stata rotta nel premarket di giovedì, tuttavia il prezzo è stato rispinto, andando a rimandare quindi tale evento.
Quali sono le strutture che il prezzo incontrerebbe qualora volesse spingersi nuovamente vicino ai massimi storici?
Sicuramente la media mobile a 200 periodi ma anche il point of control della figura tecnica di inversione; per chi non sapesse cosa sia, il POC (point of control, appunto) non è altro che uno strumento di analisi volumetrica ottenuto tracciando il “profilo volume ad intervallo fisso” che ci indica qual è stato il livello di prezzo in cui sono stati scambiati più volumi. In questo caso, la linea di prezzo è a valori di 4442$.
Qualora il prezzo rompesse al rialzo il point of control del testa e spalle di inversione e la media a 200 periodi, il tutto condito da un VIX in decelerazione, si potrebbe pensare ad una visione dell’S&P500 più “serena”. Vedremo se il tutto accadrà.
NASDAQ E VXN
Il Nasdaq e il relativo indice di volatilità hanno mostrato una reazione pressochè identica all’S&P500: dopo il premarket di giovedì 24 disastroso, in cui l’indice perdeva oltre 3 punti percentuali, si è vista una grande reazione: +3.40% alla chiusura di giovedì e successiva conferma dal +1.53% venedì. I volumi si sono dimostrati consistenti, come anche l’incremento di forza del +40% da parte dell’RSI. Unica nota negativa il VXN: esso si mantiene a livelli ancora alti, sintomo che l’incertezza all’interno del Nasdaq è ancora abbastanza alta; essa svanirebbe qualora l’indice di volatilità scendesse al di sotto dei 25 punti. Ciò accadrà?
Ulteriori aspetti tecnici:
Di rilevante importanza la soglia di prezzo a 14000$ (anche soglia psicologica): essa si è comportata dapprima come resistenza (a febbraio e aprile 2021) e successivamente da supporto (a gennaio 2022 e qualche giorno fa). Ogni qualvolta un prezzo genera un qualche tipo di reazione a determinate soglie, come ad esempio dei rimbalzi, significa che per lo stesso prezzo quella soglia ricopre una grande importanza; e dal momento che il prezzo è governato dagli acquisti e dalle vendite degli operatori, allora da ciò ne consegue il fatto che gli stessi operatori, al momento, reputino i 14000$ un terreno di battaglia. Cerco di rappresentare questo “scontro” in questa grafica:
La domanda è: chi vincerà la battaglia? Il pattern testa e spalle di inversione che ho indicato due grafiche fa ci suggerisce che potrebbero essere gli orsi ad avere la meglio: questa ipotesi è supportata dal fatto che l’RSI (e quindi la forza del prezzo) si sta via via indebolendo da novembre 2021 (è in chiaro trend ribassista). Ora la neckline, che si presenta più obliqua rispetto a quella del testa e spalle dell’S&P500, sta fungendo da supporto dinamico. Vedremo nell’immediato futuro se essa verrà rotta al ribasso, dando quindi nuova linfa agli orsi. Se invece fossero i tori a voler prendere il comando, le battaglie che dovrebbero vincere sarebbero molteplici:
Il primo ostacolo che troverebbero è sicuramente il point of control del testa e spalle. Successivamente, poco sopra, le medie a 50 e 200 periodi.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO STATUNITENSE
Abbiamo visto come i capitali siano nuovamente finiti sul mercato azionario. Poche analisi fa vi descrivevo come il rapporto tra mercato azionario e obbligazionario fosse inverso dal momento che uno di essi andava a performare bene in situazioni di risk-off (obbligazionario) mentre l’altro in risk-on (azionario). Capito questo concetto, come dobbiamo aspettarci abbia reagito il mercato obbligazionario? Vi condivido un grafico orario in cui vado a correlare i titoli di stato del decennale e l’S&P500:
Correlazione inversa tra azionario e obbligazionario da manuale di analisi fondamentale: notate come prima dell’alba italiana di giovedì 24 gli operatori si stessero posizionando sui titoli di stato; successivamente, dopo aver digerito la notizia, essi hanno abbandonato gli stessi (che quindi hanno iniziato a disegnare un trend ribassista) per posizionarsi sull’azionario, che è salito in maniera proporzionalmente inversa all’obbligazionario.
MERCATO AZIONARIO EUROPEO: STOXX600
Dopo aver analizzato accuratamente i mercati statunitensi, concentriamoci ora su quelli europei. Inizierò concentrandomi sullo Stoxx 600, indice che nelle mie analisi non ho mai menzionato; per chi non lo sapesse, è l’indice azionario composto dalle 600 aziende europee più capitalizzate; possiamo quindi considerarlo come “l’S&P500 europeo”:
L’andamento dello Stoxx 600 è molto simile a quello del Nasdaq: abbiamo la struttura a 450€ (che può essere riconducibile a quella dei 14000$ dell’indice tech statunitense) di fondamentale importanza: essa è stata sentita dal prezzo diverse volte (in tutte quelle indicate dai cerchi di color rosso): questo significa che può essere interpretata come il campo di battaglia in cui si stanno affrontando compratori e venditori; questa affermazione è confermata anche dal point of control volumetrico che si trova in prossimità di quei valori (in particolare a 453€):
Anche in questo caso il testa e spalle che vi ho evidenziato ha una neckline obbliqua, che per il momento sta fungendo da resistenza dinamica per il prezzo: essa è stata dapprima rotta al ribasso con la candela dal -3,27% di giovedì 24 e poi ri-oltrepassata al rialzo con il rimbalzo del giorno dopo del +3.36%, con dei volumi ben superiori alla media. L’RSI si dimostra debole, con un trend ormai ribassista da metà novembre 2021.
Vi condivido ora l’indice di volatilità dello Stoxx 600, ossia il VSTOXX:
Come possiamo osservare, l’indice della paura si trova ora a 28.90 punti. Considerando il fatto che l’indice al quale è associato tende a performare male ogni qualvolta la volatilità supera i 22 punti (come potete osservare nella grafica), direi che la volatilità e quindi l’incertezza facciano ancora da padrone incontrastate.
Meglio Europa o America? Direi America. Considerate che sia l’S&P500 che il Nasdaq sono riusciti a chiudere entrambe le sessioni di giovedì 24 e venerdì 25 in positivo, mentre lo STOXX600 solamente l’ultimo giorno di contrattazioni. Troviamo conferma a quest’ultima frase condividendo l’indice di forza relativa tra lo STOXX 600 e l’S&P500:
Un indice di forza relativo si costruisce dividendo due asset tra loro:
• Se il grafico (o il prezzo) tende a salire verso l’alto, significa che l’asset al numeratore sta sovraperformando l’asset al denominatore; se invece tende a scendere, accade l’esatto contrario
In questo caso vediamo come il prezzo abbia formato una piccola gamba ribassista: essendo l’asset al denominatore l’S&P500, significa che esso ha sovraperformato lo STOXX 600 (al numeratore).
Possiamo quindi concludere come l’America abbia avuto performance migliori rispetto all’Europa.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO EUROPEO
Condivido ora una grafica a timeframe orario in cui vado ad analizzare il Bund tedesco (il titolo di stato tedesco con scadenza a 10 anni). Farò i paragoni con lo STOXX600.
La situazione che ora descriverò è molto simile a quella americana: dapprima gli investitori acquistavano obbligazioni per proteggersi dall’incertezza e dalla volatilità del momento, e ciò è testimoniato dalla grande candela rialzista del Bund delle 08:00 italiane di giovedì 24. Successivamente, si ha una rotazione dei capitali: il denaro viene rimosso dall’obbligazionario e immesso nell’azionario, e la conseguenza diretta è riscontrabile nei due grafici, all’interno del rettangolo giallo: l’obbligazionario crea una gamba ribassista mentre l’azionario, al contrario, una rialzista.
AZIONARIO E OBBLIGAZIONARIO RUSSO
Quali saranno state le chiusure settimanali dell’indice russo MOEX e del titolo di stato a 10 anni? Vediamolo:
Situazione abbastanza drammatica nell’azionario russo: chiusura settimanale del -28.27%.
Ci sono alcuni aspetti molto importanti da considerare:
• Sono stati rivisitati i minimi creati dal mercato durante il crollo indotto dalla pandemia
• I volumi che hanno accompagnato il mercato al ribasso sono stati altissimi (189M), addirittura superiori a quelli che avevano accompagnato il prezzo verso il crollo del 2020
• RSI a valori di 17 punti, il che suggerisce quanto forte sia stata la spinta ribassista
La situazione non migliora se si va a prendere in considerazione l’obbligazionario:
Giovedì 24 si registrano pesanti perdite: il titolo di stato a 10 anni segna una perdita del -9.65% con il contemporaneo rialzo del relativo rendimento; il mercato tenta un recupero il giorno dopo, con una sessione positiva del +2.65%: questo non basta per cancellare le pesanti perdite della sessione precedente.
CONCLUSIONI SUL MERCATO AZIONARIO E OBBLIGAZIONARIO
Abbiamo visto come i mercati si siano comportati in maniera abbastanza contrastante: per quanto riguarda la Russia, direi che gli investitori abbiano per il momento liquidato buona parte dei loro investimenti. Per quale motivo? Esso è da ricercare nel crash del MOEX di oltre 20 punti percentuali e nel relativo titolo di stato obbligazionario a 10 anni; come ho specificato in una delle mie ultime analisi, quando gli investitori liquidano posizioni (o più in generale investimenti) dal mercato azionario tendono poi a posizionarsi sull’obbligazionario. Questo è accaduto in Russia? Assolutamente no. Gli investitori hanno svenduto sia azioni che obbligazioni; tradotto in parole più semplici, hanno avuto una totale sfiducia nei confronti della nazione.
Questi soldi poi dove son finiti? Nelle prime ore del mattino di giovedì 24 nel bund tedesco e nel decennale americano (per la loro natura di beni rifugio in quanto i paesi che li emettono, ossia USA e Germania, essendo solidi dal punto di vista economico finanziario, riuscirebbero sicuramente a restituire l’interesse riconosciuto all’acquirente al momento dell’acquisto delle obbligazioni stesse), e poi successivamente, dalle 15:30 ore italiane, nell’azionario statunitense (con il relativo rimbalzo visto a inizio analisi). Il giorno dopo, venerdì 25, i capitali hanno iniziato a spostarsi anche sull’azionario europeo con relativo rimbalzo dello STOXX 600.
La domanda che vi farete ora è:” la paura degli investitori è finita dal momento che essi si stanno posizionando in strumenti ad alto rischio come le azioni?” La risposta, a parer mio, si basa su un concetto di primaria importanza: la volatilità. Essa continua a rimanere stabile a livelli alti come abbiamo visto, e quando essa staziona intorno ai valori considerati poche righe fa, può andare a creare degli squilibri abbastanza evidenti, come una candela dal -5% un giorno e una dal +6% il giorno dopo. E’ vero che tipicamente, nel breve periodo (inteso come una/due settimane) essa tende ad accompagnare il prezzo al ribasso, ma è altrettanto vero che a livello intraday può anche accompagnare una candela dal +5%.
Vi faccio un piccolo esempio:
Ricordate i motivi per i quali l’azionario americano è in ribasso dagli inizi del nuovo anno? Per questioni legate alla politica monetaria e ad un’alta inflazione. Nonostante ciò, dopo un primo impulso ribassista, il prezzo riesce a riprendere forza segnando quattro sedute consecutive positive al rialzo, con una volatilità che comunque si manteneva alta. Successivamente il mercato ha continuato il suo ribasso.
Rende il concetto? A livelli intraday un mercato può reagire e salire, poi a livelli di breve periodo tende comunque a creare dei nuovi impulsi ribassisti.
La mia analisi quindi si basa sul concetto che non è una candela rialzista o ribassista a farci capire quale sia il sentiment degli operatori, ma una serie di esse.
Avrete capito leggendo l’analisi come l’azionario che l’obbligazionario si siano comportati in maniera troppo contrastante ma ricordate: guardate il breve periodo, non l’intraday. L’intraday spesso da poche informazioni riguardo quello che può essere il vero sentiment.
Ora andrò ad analizzare alcuni cambi valutari: vi renderete conto che la situazione rimane pressochè identica.
CAMBI VALUTARI: RUBLO, GRIVNIA, DOLLARO AMERICANO, YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Ho scelto il rublo russo e la grivnia ucraina per sottolinearvi come una guerra può impattere sulla moneta nazionale di un paese, mentre le successive 3 valute per la loro natura di bene rifugio.
USDRUB
Il grafico giornaliero del cambio USDRUB ci indica in maniera chiara l’entità del nervosismo avuto dagli operatori all’inizio dei bombardamenti in territorio ucraino: candela di giovedì 24 che raggiunge un massimo a 89.80 punti (+10.85%). Successivamente i nervosismi iniziano a placarsi e il rublo riesce a recuperare 7 punti percentuali.
UAHUSD
Com’era abbastanza prevedibile, anche la Grivnia ucraina cede terreno contro il dollaro; essa si presenta debole nei confronti della moneta “universale” da ormai inizi novembre 2021, con una marcata accelerazione agli inizi delle minacce di una possibile invasione dell’Ucraina; per aver scontato ciò, giovedì 24 le perdite non sono state paragonabili a quelle appena viste sul rublo russo, ma più contenute.
VALUTE RIFUGIO: DOLLARO, YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Analizziamo il grafico orario delle tre valute:
Comportamenti molto contrastanti: all’inizio dei bombardamenti, sono il Dollaro e lo Yen ad apprezzarsi creando impulsi rialzisti a livello orario; successivamente, dall’apertura delle contrattazioni americane di giovedì 24 fino alla chiusura delle contrattazioni settimanali gli investitori, concentrandosi sull’azionario, escono dai cambi valutari facendoli quindi perdere terreno.
CONCLUSIONI SUI CAMBI VALUTARI
Vi ho voluto condividere gli andamenti relativi al rublo russo e alla grivnia ucraina per farvi notare come l’andamento di una valuta sia strettamente correlata alla “credibilità” di una nazione; abbiamo notato come entrambe le valute nazionali abbiano ceduto pesantemente terreno. Queste situazioni si vengono a creare quando gli investitori hanno totale sfiducia nei confronti di una nazione. Riflettendoci bene, chi è che acquisterebbe valute di un Paese coinvolto in una guerra? Pochissimi investitori, perché tipicamente una guerra indebolisce economicamente un paese e di conseguenza la moneta (vista la correlazione). Vorrei aggiungere un’ulteriore considerazione: un rialzo o un ribasso di una moneta sono legati (come le materie prime) alle leggi di domanda e offerta: la dinamica vuole che se la domanda nei confronti di una moneta è alta, essa tende ad apprezzarsi, viceversa a deprezzarsi. Come si può manifestare la domanda di moneta? Attraverso la domanda di beni che si vanno ad acquistare con la stessa. Ciò significa che se noi, ad esempio, volessimo acquistare titoli di stato russi o ucraini, dovremmo acquistarli con la valuta ad essi associata, e di conseguenza rublo o grivnia; abbiamo visto come ci siano state delle svendite sia per quanto riguarda Russia vhe Ucraina, quindi il ragionamento giunge spontaneo: senza richiesta di beni e quindi senza richiesta di moneta, per la legge della domanda e dell’offerta, le due valute nazionali sono andate a deprezzarsi pesantemente, comportandosi in maniera opposta al dollaro, che inizialmente si è apprezzato non solo per il suo ruolo di bene rifugio, ma anche per la domanda di titoli di stato americani: se infatti correliamo a livello orario il dollaro con i titoli di stato a 10 anni, troviamo una corrispondenza:
Cosa c’è da dire sullo yen e sul franco? Non hanno agito da beni rifugio, anche perché abbiamo capito come gli investitori si siano poi posizionati sull’azionario americano e europeo, lasciando da parte obbligazionario e, appunto, valute.
MATERIE PRIME
Le materie prime più legate a questo nuovo conflitto sono sicuramente il petrolio, il natural gas e il grano:
L’impulso rialzista del petrolio sembra in questo momento inarrestabile: dai minimi del 2 dicembre a 62.7$, ora ci troviamo a ridosso dei 100$ al barile (superati oltretutto giovedì 24); venerdì 25 il prezzo riesce a prendere respiro andando a perdere 1.31 punti percentuali, ma i rialzi rimangono comunque dietro l’angolo.
Che dire del grano? L’ultimo impulso rialzista da me evidenziato con un rettangolo di color rosso è stato causato dalla crescente tensione geopolitica; abbiamo tuttavia assistito ad un rintracciamento venerdì, come accaduto per il crude oil.
Osservando il future sul gas naturale americano non osserviamo particolari picchi, ma analizzando quello europeo, ossia il TTF, la situazione cambia drasticamente:
+50.25% giovedì 24 e -29.81% venerdì 25: che dire? Volatiltà altissima, legata in maniera indissolubile al conflitto in Ucraina.
Perché un rialzo così feroce delle materie prime? Perché il mercato teme che la guerra e le successive sanzioni andrebbero ad interrompere forniture di gas (con influenza successiva sul petrolio) e altre materie prime come , appunto, il grano. Infatti, come ho già specificato nella precedente analisi, si consideri che la Russia è un grande esportatore di gas naturale, di cui l’Europa è fortemente dipendente, considerando che la stessa importa il 41% dei suoi consumi di gas dai gasdotti russi. Da non dimenticare che quest’ultima e l’Ucraina sono anche grandi esportatrici di grano.
ORO, ARGENTO E PLATINO
I metalli preziosi hanno dapprima agito come beni rifugio andando ad apprezzarsi segnando dei massimi relativi (evidenziati dei cerchietti rossi) poi hanno immediatamente ritracciato, andando venerdì 25 a segnare una candela ribassista. Possiamo dire che essi hanno avuto un comportamento molto simile all’obbligazionario, essendo tutti beni rifugio.
CONCLUSIONI MATERIE PRIME
E’ abbastanza chiaro che i prezzi delle commodities appena analizzate saranno legate in maniera diretta alle notizie provenienti dal fronte Russo-Ucraino: questo, tradotto in termini tecnici, significa che probabilmente la volatilità continuerà a persistere. E più il conflitto durerà e le sanzioni saranno pesanti, più i prezzi di queste commodities saliranno verso l’alto.
BITCOIN
Condividendo il grafico orario della crypto per eccellenza, possiamo notare un comportamento molto simile all’azionario vista la grande correlazione che ormai lega i due asset da qualche mese a questa parte:
Essendo probabilmente lo strumento più rappresentativo di un clima risk-on, sarà più facile immaginarsi un nuovo impulso rialzista o ribassista?
CONCLUSIONI FINALI
L’analisi termina qua. Ho cercato di analizzare gli strumenti più interessanti. Questa settimana farò una nuova diretta in cui andrò ad analizzare ulteriori strumenti per darvi una visione ancora più chiara del sentiment e dei migliori asset.
Grazie, MATTEO FARCI
Palladio Oro Argento Platino breakout con volumi 23.02.2022L'avvio delle sanzioni verso la Russia fa calare la scure del Dollaro sul Rublo, che affonda verso i minimi. Le turbolenze geopolitiche accelerano il passo dei preziosi che, con in testa l'oro, rompono le resistenze di periodo e aprono scenari rialzisti interessanti.
Gli indici azionari proseguono al ribasso anche se Dow Jones e S&P500 non hanno ancora rotto i supporti chiave.
Vediamo il quadro.
Mercato decentralizzato? Ok, ma attenti al contesto globaleGli U.S. mountain state sono diventati un epicentro dell'inflazione.
I prezzi al consumo sono aumentati del 9% nella regione il mese scorso, un grande salto rispetto ad appena un anno fa, quando il tasso di inflazione era dell'1,2% anno su anno . Gli U.S m.s, includono Arizona, Colorado e Idaho.
Il $NASDAQ si muove su livelli tecnici interessanti. La settimana sarà ricca di sorprese a detta dei nostri analisti. " Esistono settimane in cui è meglio stare fermi e guardare i mercati, come un turista. Poi, ci sono settimane in cui devi avere mente fredda e colpire con decisione ". La settimana a venire sarà molto importante per comprendere le sorti del mercato crypto che presenta un indice di correlazione con il NASDAQ di circa il 70% e di circa il -90% con il $VIX.
Il NASDAQ, seppur presenti notevolmente meno volatilità, si trova in una situazione analoga a $BTC.
Il DIP è stato comprato da tantissimi operatori di borsa. Adesso il prezzo sta ballando proprio su quello che si pensa essere l'entry point della maggior parte dei trader retail.
I Long speculativi netti sono ai massimi dal 2018. Esatto ... Era dal 2018 che così tanti operatori non prendevano posizioni. C'è da capire che in momenti come questi, diventa particolarmente succulento per una manoforte scaricare posizioni.
L'idea di una guerra, naturalmente, non piace ai mercati. Questo timore, in parte, è già stato scontato dalla caduta del prezzo di questo periodo. I mercati anticipano sempre gli scenari più probabili e poi si muovono sulla base della conferma o meno delle aspettative. La situazione per il momento è molto sottile ed instabile. L'opinione degli esperti cambia ogni giorno e quindi non reputiamo saggio basare delle scelte di investimento sulla base delle varie "isterie di massa". Semplicemente, non è il momento migliore per prendere scelte di lungo periodo. Magari sarà un occasione persa ma siamo sicuri che le occasioni si ripresenteranno con meno incertezze.
La presidente della Bce, Christine Lagarde, si è mostrata per la prima volta preoccupata per l'inflazione «Non vogliamo agitare le acque, ci muoviamo con gradualità, ma la situazione effettivamente è cambiata. Rispondiamo a una situazione, ma la situazione è cambiata».
«Non faccio mai promesse senza condizionalità e, in questo momento, è ancora più importante essere molto attenti a questo. Valuteremo molto attentamente, saremo dipendenti dai dati. Faremo questo lavoro a marzo». Una dichiarazione che ha subito portato lo spread a 150 punti.
L'inflazione fa paura, e l'aumento dei tassi di interesse ancor di più.
La situazione è molto delicata. Ci troviamo in un momento storico molto sottile. Molto più sottile e difficile da interpretare rispetto a qualsiasi altra situazione degli ultimi due anni.
Tutti gli indici USA sotto la MM200 gg 17.02.2022Giornata storica con gli indici USA che passano tutti sotto la media a 200 giorni, riprendendo ad espandersi verso il basso.
Oro e preziosi rompono al rialzo le prime resistenze e mostrano tutti obiettivi interessanti.
Il petrolio continua a generare segnali tecnici di debolezza. Attenzione al supporto in area 90.
SPCE IN PIENO PROGRAMMA.Il Minimo ciclico raggiunto in onda 3 dal titolo è stato rispettato al millesimo. Da quel momento abbiamo avuto un primo rimbalzo che potrebbe (o dovrebbe) essere un'onda 4 di correzione. Se il ciclo continua ad essere rispettato, l'ultima onda, l'onda 5, potrebbe creare un minimo intorno alla metà di Maggio, utile a dare spinte correttive più ampie.
Le prospettive potrebbero essere quelle di un'onda 5 troncata e quindi di un doppio minimo o di un'onda 5 di ampiezza pari ad onda 1 che potrebbe portare il prezzo a livelli di minimo mai toccati prima.
Su un'ottica di investimento di lungo periodo l'area 10$ si è confermata un'ottima zona ma l'ultima parola spetta alla potenziale onda 5.
INFLAZIONE: LA REAZIONE DEI MERCATI AL DATO PIU' CALDO DAL 1982Buongiorno ragazzi. L’obiettivo di questa idea è analizzare la reazione avuta dai mercati prima, durante e dopo la lettura del dato inflazionistico più alto dal 1982: +7,5% anno/anno.
L’analisi è lunga e molto ricca di contenuti e opinioni per cui vi dividerò la stessa in 3 parti in maniera tale da permettervi di leggere quella che più vi interessa:
1. La reazione dei mercati prima della lettura del dato
2. La reazione dei mercati durante la lettura del dato
3. La reazione dei mercati il giorno dopo la lettura del dato
Vi suggerisco di leggere tutto perché è fondamentale capire in giornate simili quali siano i posizionamenti degli investitori. Capirlo aiuta a prendere decisioni sulla nostra operatività per massimizzare i profitti.
Prima di iniziare l’analisi vi comunico il fatto che sto ultimando un blog dal titolo “macrofinance” in cui condividerò tante altre idee. Pochi giorni e quando sarà ultimato, vi avviserò rispettando le linee guida imposte da tradingview.
IL DATO SULL’INFLAZIONE
Gli analisti si attendevano un dato dal +7,3% (in accelerazione rispetto al precedente) ma, come spesso è accaduto negli ultimi due anni, sono stati smentiti: +7,5% anno su anno, +0,6% mese/mese.
Entriamo nel sito ufficiale del US Bureau Labor of Statistic (ente che rilascia il dato) ed esaminiamo l’aumento dei prezzi categoria per categoria:
www.bls.gov
Vi riporto i punti salienti:
• I prezzi dell'energia sono aumentati del 29,3%; i prezzi della benzina sono aumentati del 49,6% dopo essere scesi del 15,2% nel 2020; quelli del gas naturale sono aumentati del 24,1% nel 2021, molto più dell'aumento del 4,1% nel 2020. Il prezzo dell’elettricità è aumentata del 6,3% nel 2021.
• I prezzi dei veicoli nuovi sono aumentati dell'11,8% dopo un aumento del 2,0% nel 2020. I prezzi delle auto e degli autocarri usati sono aumentati del 37,3% dopo essere aumentati del 10,0% nel 2020. Il recente aumento di 12 mesi è stato il più grande cambiamento da dicembre a dicembre nella storia di questo indice.
• I prezzi di carne, pollame, pesce e uova sono aumentati del 12,5% dal 2020 al 2021, quasi il triplo dell'aumento del 4,6% nel 2020. I prezzi delle bevande analcoliche sono aumentati del 5,2%.
• Aumentano i prezzi dell’abbigliamento con un +5,8%.
A tal proposito vi invito a leggere l’idea pubblicata da me il 27 ottobre 2021 riguardo questo argomento, in cui analizzavo l’azienda “Ralph Lauren” descrivendo come i prezzi di cotone, petrolio e fibre sintetiche avrebbero successivamente impattato sull’inflazione e sulle revenue dell’azienda:
• Non si riscontrano aumenti nei farmaci da prescrizione
PARTE 1: LA REAZIONE DEI MERCATI PRIMA DELLA LETTURA DEL DATO
Riscontrato tutto ciò, possiamo quindi capire come il picco inflazionistico non sia ancora arrivato.
Detto ciò, cosa si aspettava il mercato qualche giorno prima? Una lettura del dato superiore o inferiore alle stime? Cerchiamo di capirlo attraverso l’analisi degli asset che più rispondono a questa tematica: mondo obbligazionario, Fed Funds, Dollaro Americano e Oro.
MONDO OBBLIGAZIONARIO
RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO A 10 ANNI
Vi condivido un grafico orario per maggior concretezza. Prendiamo in analisi tutta la settimana iniziata il 7 febbraio fino ad arrivare alla candela antecedente la pubblicazione del dato:
Come potete osservare, i rendimenti sul decennale si sono mossi poco e niente. Questo a parer mio significa che gli investitori stavano aspettando la lettura del dato, incerti su quale potesse essere.
Perché vi ho condiviso i rendimenti sul decennale? Perché, come dico sempre, un rialzo di esso è legato a prospettive di crescita economica e prospettive inflazionistiche alte. Dal momento che l’economia è in fase di rallentamento, il rialzo è unicamente causato dalla spirale inflazionistica. Come possiamo però osservare, il decennale non ha anticipato nulla, né un dato superiore alle attese tantomeno il contrario; ipotizzando che il mercato si aspettasse un dato superiore alle attese, probabilmente avremmo visto un decennale aumentare il rendimento i giorni prima, viceversa decrementare. Invece non si è mosso. Questo è chiaramente solo uno dei diversi indicatori da considerare quando si esaminano questo tipo di dinamiche. Vediamo gli altri.
RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO A 2 ANNI
Anche in questo caso condivido un grafico orario.
La stessa analisi compiuta per il decennale può essere applicata anche al due anni in quanto i grafici sono tra loro molto simili: candele molto ristrette e volatilità tanto bassa. Ricordiamo che il rendimento del titolo di stato a 2 anni risponde però a diverse dinamiche: esso è fortemente dipendente dalle mosse di politica monetaria. La logica quindi dice che se gli investitori stessero scontando i giorni prima un dato al di sopra o al di sotto delle aspettative, il rendimento sarebbe aumentato o diminuito gli stessi giorni (questo perché un dato superiore alle aspettative avrebbe probabilmente reso la FED ancora più aggressiva visto anche il dato sul mercato del lavoro molto positivo; lo stesso vale per l’esatto contrario). Questo non è accaduto, segno del fatto che gli operatori fossero incerti.
Concludendo, posso affermare che il mercato obbligazionario ci ha trasmesso un messaggio di “incertezza” nei riguardi del possibile valore del dato.
I FED FUNDS
Ricordo che i Fed Funds sono dei future scambiabili sul CME che rappresentano l’opinione che gli investitori hanno riguardo il valore che i tassi di interesse potrebbero avere ad una determinata data. E’ un future molto utile per diversi motivi:
• Dà una visione riguardante il sentiment che gli operatori di mercato hanno riguardo le scelte di politica monetaria futura e ciò assume particolare rilevanza dal momento che i mercati finanziari sono influenzati direttamente e indirettamente da essa .
• Permette la possibilità a noi traders di assumere posizioni speculative sulle future mosse da parte della Federal Reserve.
Ho parlato di questo argomento in maniera più approfondita in una precedente idea, vi consiglio di leggerla per capirne di più:
Tornando a noi, condividiamo il grafico (ancora orario) e studiamo i posizionamenti degli investitori:
Come nei precedenti casi, anche qui gli investitori ci hanno fatto capire come fossero incerti: il grafico ha lateralizzato per tutta la settimana, indicazione del fatto che essi, appunto, fossero abbastanza incerti. Perché dico ciò?
Considerate il fatto che se si fossero aspettati una lettura più alta delle stime probabilmente avremmo visto i giorni prima un grafico scendere verso il basso (perché un’inflazione più alta delle attese avrebbe sicuramente rinforzato l’idea di un aumento più massiccio dei tassi a marzo, probabilmente di oltre 25 punti base) in caso contrario salire verso l’alto se il CPI fosse stato più basso delle aspettative. Abbiamo invece visto una lateralizzazione. Ricordate sempre che una lateralizzazione, in analisi tecnica, non è altro che un momento incerto in cui gli investitori attendono prima di prendere una posizione, al rialzo o al ribasso che sia; viceversa, può anche essere considerato come quel momento temporale in cui gli investitori caricano il prezzo aggiungendo delle posizioni, prima di farlo esplodere o verso l’alto o verso il basso; per chi non lo sapesse, il “caricare” le posizioni è una strategia atta a massimizzare un profitto.
DOLLARO AMERICANO
Vediamo se il dollaro statunitense poteva fornirci un’indicazione diversa rispetto agli altri asset. Utilizziamo gli stessi parametri temporali:
Stessa identica situazione: lateralizzazione. Quali potevano essere gli scenari? Se gli operatori si aspettavano in anticipo un dato eccessivamente caldo il valore del dollaro sarebbe salito (in quanto, come ho descritto in precedenza, un dato superiore alle attese avrebbe probabilmente reso la Fed più aggressiva con una diretta conseguenza sul rialzo dei tassi che sarebbe andato a rafforzare il rendimento del dollaro), viceversa sarebbe sceso. Invece il grafico non ha preso una vera e propria direzionalità.
ORO
Nel grafico orario del future sull’oro possiamo notare una direzionalità, in particolare verso l’alto:
A parer mio ciò non è dovuto al fatto che gli investitori stessero scontando un dato positivo o negativo.
Contestualizzo questo rialzo facendo riferimento alla crisi geopolitica creatasi da ormai qualche tempo tra Stati Uniti e Russia. L’oro, essendo bene rifugio, è lecito che si apprezzi in situazioni come quella appena descritta. Proprio a causa di questo “rumore di fondo”, non reputo quindi questo rialzo attendibile ai fini dell’anticipazione del CPI.
S&P500 E NASDAQ
Gli indici più importanti come hanno reagito nella settimana presa in esame fin’ora? Dalle analisi credo che gli investitori avessero già scontato un aumento dei tassi a marzo e una lettura dell’inflazione non più alta delle stime. Vediamo perché:
I grafici sono molto simili tra loro: i primi giorni della settimana continuavano a scrollarsi di dosso il rapporto sul non farm-payrolls che è stato importante ai fini della future scelte di politica monetaria, come spiego nell’idea pubblicata qualche giorno fa:
in contemporanea, i livelli del VIX per l’S&P e del VXN per il Nasdaq continuavano a salire, sintomo del fatto che gli investitori fossero “impauriti” (ricordate che gli indici di volatilità sono conosciuti come gli “indici di paura”). Dopo tutto è cambiato: dal 9 febbraio (giorno prima dell’uscita del CPI), entrambi i bechmark sono saliti e, in contemporanea, entrambi gli indici di paura sono scesi, arrivando a toccare valori di relativa tranquillità (20 punti per il VIX e 25 per il VXN). La domanda è: se gli investitori si aspettavano un dato che superava le aspettative, avremmo visto questo comportamento da parte degli indici? Assolutamente no, specie per il Nasdaq, essendo fortemente growth (e quindi molto più penalizzato in quanto le aziende growth facenti parte dell’indice avrebbero avuto le loro revenue future erose dall’inflazione). Avremmo visto probabilmente gli indici della paura salire e contemporaneamente i benchmark scendere. La loro tranquillità è dimostrata dalla volatilità in contrazione.
Riassumendo il tutto, abbiamo quindi avuto dei segnali contrastanti:
• Gli investitori obbligazionari erano incerti
• Gli investitori sul dollaro erano incerti
• Quelli sull’oro avevano la loro attenzione non solo sull’uscita del dato, bensì più sul fronte geopolitico
• Quelli sugli indici scontavano un dato relativamente “tranquillo” (dico relativamente perché un’inflazione intorno al 7% è eccessivamente dannoso per un sistema economico).
Posso concludere questa prima parte dicendo che il mercato, in generale, era abbastanza incerto. Affermo ciò in quanto le mie analisi sono state contrastanti tra loro.
PARTE 2: LA REAZIONE DEI MERCATI DURANTE LA LETTURA DEL DATO
Vediamo ora la reazione alla lettura del dato: condividerò per ognuno degli asset un grafico orario, cercando di commentare i perché e i per come delle reazioni:
S&P500 E NASDAQ
Come era prevedibile, il +7,5% anno/anno ha scosso i due bechmark, che hanno tuttavia riportato perdite diverse:
• All’uscita del dato e per la mezz’ora successiva (ossia il momento della giornata con più volatilità) l’S&P ha perso il -0,9% mentre il Nasdaq il -1,47%. Questa differenza è da ricercare nella diversa asset class degli indici: il Nasdaq essendo pesantemente tecnologico ne ha logicamente risentito di più dal momento che le revenue delle sue aziende, essendo orientate nel futuro, sono minacciate dalla stessa inflazione; l’S&P invece, avendo maggiormente aziende value, ne ha risentito di meno.
• Alle 22, alla fine delle contrattazioni, quello a perdere di più (per gli stessi motivi sopracitati) e il Nasdaq, che segna un -2,16% (l’S&P chiude con un -1,78%)
• Notate i volumi: come è normale che sia, all’uscita di un dato del genere si crea il caos in cui alcuni investitori (o retail) aprono e chiudono posizioni (per speculazione o per copertura), e ciò si riflette poi nella quantità di volumi scambiati
• Il dato ha creato paura ed emotività: questo è dimostrato dagli indici di volatilità. Il VIX segna un +19% mentre il VXN un +9%
In conclusione, come possiamo riassumere il tutto? La notizia non è stata presa affatto bene.
MONDO OBBLIGAZIONARIO
Sul mondo obbligazionario c’è ben poco da dire; esso si è comportato da manuale:
• Il rendimento sul decennale è esploso al rialzo, spinto da paure inflazionistiche persistenti (e infatti, come dico ormai a sfinimento, tale rendimento risponde proprio a quel tipo di dinamica): +3,42% all’uscita della notizia e un +6,5% dall’uscita del dato alla chiusura delle contrattazioni. Superato il 2% di rendimento.
• Stesso discorso per il 2 anni. Un aumento sopra le attese avrebbe significato una Fed più aggressiva (con tassi di interesse applicati più alti). Gli investitori hanno rispettato le attese? Direi di si: +7,33% all’uscita del dato e un +21,5% dall’uscita del dato alla chiusura delle contrattazioni.
DOLLARO AMERICANO
Nel dollaro possiamo notare tanto nervosismo. Come era normale che fosse, la lettura del dato ha portato tanta volatilità, permettendo al prezzo dapprima di aumentare del +0,47%, per poi rimangiarsi tutto con le candele delle 16:00 e delle 17:00. Verso fine sessione abbiamo poi riassistito a un nuovo impulso rialzista.
Da notare anche i volumi: sono aumentati vertiginosamente alle 14:30, per poi diminuire via via che ci si avvicinava alla fine della sessione di contrattazioni.
Per quanto riguarda la mia opinione, esso non si è proprio comportato da manuale. Come ho spiegato nella parte 1, una lettura del dato sopra le stime avrebbe significato sicuramente una FED ancora più aggressiva nella quantità e nell’entità dei rialzi dei tassi di interesse (visto anche l’ottimo rapporto sul mercato del lavoro) che avrebbe dovuto quindi rinforzare la valuta (una valuta con tassi di interesse più alti è più attraente per gli investitori esteri). Questo però non è accaduto; la valuta ha sicuramente chiuso la giornata in positivo, ma non come mi aspettavo. E’ forse cresciuta di valore il giorno dopo? Se volete saperlo, leggete anche la parte 3!
ORO
Stessa sorte è toccata all’oro. Eccessivo nervosismo dalle 14:30 alle 15:00, e ciò è dimostrabile dalle grandi upper e lower shadows della candela oraria delle 14:00. Nelle ore dopo il metallo prezioso ha provato ad apprezzarsi riuscendoci, per poi tuttavia chiudere la giornata in negativo. Da notare i volumi superiori alla media: più si avvicinava la fine della seduta delle contrattazioni, più diminuivano.
I volumi si sono comportati in maniera quasi speculare a quelli visti sul dollaro americano. Sapete cosa significa questo loro decremento graduale? Che gli operatori su questi due asset avevano assorbito la notizia e si stavano semplicemente “calmando”; come ho spiegato prima, la lettura di questi dati macroeconomici porta a mercato tanto nervosismo ed emotività: un modo efficace per capire se queste sono in fase di diminuzione è studiare i volumi: essi, in questo senso, non mentono mai!
FED FUNDS
Comportamento da manuale dei Fed Funds. Come vi ho illustrato nella grafica, alla lettura del dato il future ha perso il -0,15%. Ciò in termini più pratici cosa significa?
Come ho scritto in un’idea pubblicata qualche settimana fa, per capire l’entità dei tassi di interesse scontati dagli operatori, bisogna applicare la semplice differenza:
100 (TASSI DI INTERESSE ALLO 0%) – VALORE DEL FUTURE
Sottraiamo ora alla quantità 100 la differenza tra 100 e il -0,15% (cioè quello scontato dal mercato alla lettura del dato):
100 – (100 -0,15%) = 0,15 PUNTI BASE
Quindi, in conclusione, cosa ci ha riferito il grafico sui Fed Funds? Che, dopo la lettura del dato sull’inflazione più alta dal 1982, il mercato si aspetta un ulteriore rincaro dei tassi di interesse di 15 punti base. Tutto chiaro?
Se non lo fosse, vi invito a leggere l’idea riguardante i Fed Funds:
oppure cercarmi in privato!
BITCOIN
Essendo la crypto uno degli asset più volatiliti del mercato, non deve stupire la sua escursione di 3 punti percentuali, al rialzo e al ribasso. L’asset si è comportato in maniera simile all’oro, andando a perdere alla lettura del dato un -2.7%, recuperando dopo con tre candele rialziste dal +4,1% per poi rimangiarsi tutto a fine seduta. Grande aumento dei volumi, seguentemente diminuiti all’avvicinarsi della chiusura delle contrattazioni.
PARTE 3: LA REAZIONE DEI MERCATI IL GIORNO DOPO LA LETTURA DEL DATO
In quest’ultima parte andrò ad esaminare essenzialmente la chiusura di tutti i principali mercati, per capire quale sia stata la reazione finale al dato sul CPI. Partiamo dai due benchmark di riferimento.
S&P500 E NASDAQ
Direi che dalla lettura del dato alla chiusura della settimana entrambi abbiano performato molto male, soprattutto il Nasdaq con un -5,06% (S&P500 un -3,5% circa). Interessanti gli indici di paura, incrementati in maniera preoccupante: +44,3% per il VIX e un +27% per il VXN. Questi valori potrebbero significare alta volatilità e paura anche la prossima settimana e questa mia ipotesi è rafforzata da un fatto particolare: focalizzate la vostra attenzione sui volumi. Notate come essi siano andati in crescendo verso la fine della sessione di venerdì? Ecco, questo significa grande volontà da parte degli investitori di portare il prezzo a valori ancora più bassi. Vedremo la prossima settimana in cosa si tradurrà questa loro azione.
ANALISI SETTORIALE: QUALI SONO STATI I MIGLIORI SETTORI DOPO LA LETTURA DEL CPI?
In basso vi riporto le performance settore per settore dopo il comunicato del US Bureau of Labor Statistics.
Mi vorrei soffermare in particolare su 3 settori:
1. Settore dei beni discrezionali
2. Settore dei beni di prima necessità
3. Settore tecnologico
• Riferendomi a chi utilizza l’analisi intermarket come me, vi siete chiesti il motivo per il quale il settore dei beni discrezionali abbia registrato delle performance inferiori al 4%? Perché è il settore più vicino all’economia essendo esso fortemente ciclico. Come spiegavo in una mia precedente idea, le aziende facenti parte dell’etf di questo settore operano nel campo della vendita al dettaglio (specialità, multilinea, Internet e marketing diretto); alberghi, ristoranti e tempo libero; tessili, abbigliamento e beni di lusso; beni durevoli per la casa; automobili; componenti per auto; distributori e prodotti per il tempo libero (ossia dei beni discrezionali, non essenziali); tutti questi settori vanno a performare bene in periodi economici stabili e forti, mentre vanno a soffrire quando un’economia inizia a vacillare. Come vi ho detto precedentemente, un’alta inflazione va a danneggiare un sistema economico e quindi appare piuttosto normale ai miei occhi vedere il settore XLY performare peggio di altri. Tutto chiaro?
• Continuando il senso del discorso, appare quindi piuttosto scontato il fatto che il settore dei beni di prima necessità sia stato quello a soffrire di meno. Esso è il settore difensivo per eccellenza: le aziende all’interno dell’etf operano nei settori della vendita al dettaglio di prodotti alimentari e di base, bevande, tabacco, prodotti per la casa e prodotti personali (quindi beni di prima necessità); le performance di questo settore vanno a “difendersi” piuttosto bene in periodi economici di rallentamento o comunque incerti in quanto le loro revenue rimangono piuttosto “stabili” dal momento che il loro modello di business si basa sulla vendita di prodotti di cui la popolazione non può farne a meno; ed ecco quindi che la lettura caldissima del CPI non è andato troppo ad intaccare le sue performance, in quanto se esso in un futuro andrà a far vacillare l’economia statunitense (come sta tutt’oggi facendo), queste aziende non soffriranno troppo (o per lo meno, soffriranno meno di altre).
• Per quanto riguarda il settore tecnologico, applichiamo lo stesso ragionamento fatto fin’ora riferendoci al Nasdaq: tutte le aziende facenti parte del settore tech sono per lo più growth, ossia non basano i loro guadagni nel presente ma, avendo una visione di crescita nel lungo periodo, basano i loro fatturati in periodi spostati nel tempo. Un’alta inflazione, per definizione, và ad erodere i guadagni. Per cui: se le prospettive di inflazione (anche per il futuro) rimangono alte, è abbastanza normale che gli investitori non acquistino azioni (o comunque derivati di azioni) per speculare sulla loro crescita futura, in quanto l’inflazione limiterebbe fortemente la loro crescita. Ecco quindi che il settore tecnologico perde più rispetto agli altri settori. Attenzione però: con questo non voglio dire che il settore tecnologico non crescerà più fin tanto che i dati sul CPI rimarranno alti, dico solo che sarà più penalizzato se confrontato ad altri settori (come, ad esempio, il settore dei beni di prima necessità).
Come ultimo settore da analizzare ritroviamo quello energetico, l’unico in territorio positivo. Che dire? La fortissima correlazione con il petrolio sta permettendo performance che ad ora, per altri settori, sono proibitive.
Sarà di estrema importanza studiare le prossime mosse della OPEC (organizzazione mondiale dei paesi produttori di petrolio) per poter avere una visione più chiara delle performance che l’energy sector potrà offrirci nelle prossime settimane. Come opinione personale posso affermare che in tempi di alta inflazione il settore energy performa piuttosto bene grazie al fatto che il petrolio, in cicli economici di questo tipo, tende a sovraperformare. Da non dimenticare il fatto che esso è value, caratteristica settoriale che sta tendendo a sovraperformare da dicembre 2021 il suo “rivale” growth, come è possibile osservare nella grafica che segue:
MONDO OBBLIGAZIONARIO
Vi condivido come ho fatto fin’ora i due rendimenti dei titoli di stato USA più conosciuti: il 2 anni e il 10 anni. Successivamente analizzo il loro spread:
Dopo il grande impulso rialzista segnato alla lettura dell’inflazione (se lo aveste fatto vi consiglio di leggere anche la parte 1 e 2 in cui spiego tutto), entrambi i rendimenti l’ultimo giorno di contrattazioni della settimana hanno rintracciato brevemente. Mi aspetto un ulteriore incremento da parte dei due in quanto le tensioni inflazionistiche continuano a permanere (il picco inflazionistico non è stato ancora raggiunto) e perché confido in una FED ancora più aggressiva che in un modo o nell’altro, attraverso la politica monetaria, cercherà di calmierare una situazione macroeconomica oramai sfuggita di mano.
Ricordate ancora una volta:
1. Le decisioni di politica monetaria vanno ad impattare sui rendimenti dei titoli a 2 anni
2. Le tensioni inflazionistiche sui rendimenti del decennale
Per quanto riguarda lo spread, esso continua a contrarsi.
Per chi non conoscesse questo spread e volesse capirne di più, consiglio la lettura di questa idea da me pubblicata in cui parlo dell’argomento:
Tornando a noi, esso ora si attesta al 0.41%. Ricordo che lo 0% sarebbe il segnale di una possibile recessione.
Ragionando in maniera logica, cosa dovrebbe succedere affinchè lo spread arrivi a livelli dello zero? Essendo una sottrazione, i rendimenti del 2 anni dovrebbero crescere maggiormente rispetto a quelli a 10 anni. Perché accada ciò, dovremmo vedere quindi una FED più aggressiva, tanto da far esplodere i rendimenti a 2 anni ,appunto. Questo potrebbe accadere nel caso in cui la banca centrale sorprendesse gli investitori con una politica monetaria ancora più aggressiva (ciò con rialzi di tassi di interesse più aggressivi sia in quantità che in intensità). Allora, a quel punto, potremmo vedere uno spread contrarsi ancora di più. E se fosse, spiegato in termini più pratici, cosa potrebbe accadere all’economia? Un rialzo molto aggressivo dei tassi di interesse potrebbe bloccare pesantemente essa in quanto i privati e le imprese non avrebbero più facilità di accesso al credito, e questo si rifletterebbe in maniera diretta sulla fiducia dei consumatori, che andrebbe a calare ulteriormente. A cosa si andrebbe incontro se le condizioni diventassero tali? Un rallentamento delle vendite al dettaglio che, successivamente, porterebbero chiaramente ad un ulteriore rallentamento economico che sfocerebbe poi in una recessione. Avete capito ora il motivo per cui è importante dare sempre un’occhiata a questo spread? Le dinamiche che ci stanno dietro sono simili a quelle da me descritte.
MATERIE PRIME
Cercate il miglior asset in assoluto di questi ultimi mesi? Guardate l’ETN di Bloomberg sulle materie prime, che racchiude un paniere di tutte le commodities (in cui una parte rilevante è riservata alle energetiche):
L’ultimo impulso rialzista, ancora non terminato, è nato agli inizi di dicembre 2021 circa. Nella grafica spiego come sia ancora conveniente, a parer mio, investire in materie prime; il motivo è da ricercare nel rapporto tra le performance delle varie asset class e i cicli economici. Mi spiego meglio.
Un cambio di ciclo economico non è anticipato unicamente dai dati macroeconomici e dal mercato obbligazionario, bensì anche dal trend delle principali asset classes, ossia azioni, obbligazioni e materie prime. Quando ci avviciniamo a un cambio di ciclo economico (come sta accadendo ora, da espansione economica a rallentamento economico) i primi asset ad invertire la loro tendenza sono le obbligazioni, che passano da essere rialziste ad essere ribassiste (e infatti, se andate a vedere i grafici dei titoli di stato, essi sono tutti ribassisti):
Successivamente è il mercato azionario ad invertire il suo trend; è quello che sta succedendo dal momento che i mercati americani (e non solo) stanno soffrendo pesantemente? E’ probabile.
Dopo l’inversione del mercato azionario, arriva quello delle materie prime. Credo che esse abbiano ancora spazio per correre al rialzo dal momento che non si ha ancora la certezza schiacciante che il ribasso dei mercati azionari degli ultimi tempi siano imputabili proprio al cambio di ciclo economico. Staremo a vedere.
Continuando il nostro discorso sulle materie prime, come ha chiuso infine la settimana il Gold? Direi piuttosto bene:
Riesce a raggiungere i 1860$, impresa da non poco vista l’eccessiva difficoltà riscontrata in tutto il 2021 (considerate che il metallo prezioso è riuscito a raggiungere tale prezzo soltanto 4 volte dagli inizi del 2021). C’è da contestualizzare il tutto. La candela dal +1,77% di venerdì trova origini probabilmente dalle parole di Powell di venerdì, parlando di una possibile guerra mondiale se la Russia fosse arrivata alle armi. E l’oro che fa? Si comporta da manuale. Essendo bene rifugio anche per quanto riguarda le crisi geopolitiche, mette a segno una performance giornaliera strabiliante. Sarà necessario monitorare da vicino il susseguirsi della vicenda USA-Russia-Ucraina, perché l’oro sta rispondendo alla crisi in maniera abbastanza diretta.
DOLLARO AMERICANO
Dopo il nervosismo di giovedì 10, gli investitori hanno ripreso coscienza e, da manuale, hanno fatto apprezzare il biglietto verde. Come altre tante situazioni che vi ho già mostrato nell’idea, anche questa è degna di un manuale di analisi fondamentale: abbiamo già detto che un’alta inflazione probabilmente rafforza l’idea della FED di una politica ancora più aggressiva, con tassi di interesse più aggressivi sia in quantità che in entità: a ciò corrisponde il rafforzamento del dollaro, che aumenterebbe di conseguenza il suo tasso di rendimento e quindi il suo appeal nei riguardi degli investitori esteri. La domanda che tutti si pongono è: il trend rialzista riprenderà con forza? Questo lo vedremo, ma la mia visione è long.
FED FUNDS
Nella parte 2 avevamo visto come l’emotività degli operatori avesse scontato all’uscita del dato sull’inflazione un ulteriore aumento dei tassi di interesse di 15 punti base per la riunione di marzo. Ebbene, il giorno dopo parte dell’emotività è stata rimangiata dal momento che i Fed Funds hanno segnato un rialzo dello 0,11%. In termini prettamente pratici ciò significa che se il prezzo del future scadenza marzo 2022 si attesta a 99.71, possiamo utilizzare la differenza di cui ho parlato precedentemente per verificare, ad oggi, quale sia il tasso di interesse che il mercato si aspetta:
100 (tasso di interesse allo 0%) – 99.70 (prezzo del future scadenza marzo 2022) = 0.30 punti base
Ad oggi, quindi, il mercato si aspetta (a marzo 2022) un tasso di interesse allo 0.30%
BITCOIN
Come ultimo asset analizzo il Bitcoin. Anche esso sembra aver risentito del dato sull’inflazione vista la candela rossa dal -4,05% di venerdì alla chiusura della settimana. Ad ora siamo in un trend ribassista dal momento che lo stesso prezzo si ritrova sotto entrambe le medie mobili da me utilizzate (quella veloce, a 50 periodi, e quella lenta, a 200 periodi). Ci sono alcuni aspetti tecnici che voglio mostrarvi:
1. Il prezzo potrebbe continuare la sua salita fino ad arrivare a livelli di prezzo coincidenti con i rintracciamenti di Fibonacci di 0.38%, 0.5% e 61.8% per poi riprendere la sua discesa. Tuttavia troverebbe diversi ostacoli: entrambe le medie mobili ma soprattutto il point of control volumetrico, coincidente proprio con gli stessi rintracciamenti.
2. Abbiamo avuto un segnale rialzista dato dal golden cross, ossia lo scavallamento della media mobile a 50 periodi a danni di quella a 200 periodi
3. Si è parlato tanto della correlazione tra la crypto e il Nasdaq: in basso, utilizzando il coefficiente di correlazione, vi mostro come essa stia svanendo. Basterà questo per far risalire la crypto?
Insomma, gli ostacoli che Bitcoin incontrerà qualora volesse rivisitare valori di 50K dollari o 60K dollari sono tanti. Vi ho mostrato alcuni accorgimenti a cui prestare attenzione.
LE PAROLE DI BIDEN SU UNA POSSIBILE GUERRA MONDIALE HANNO SCOSSO I MERCATI?
Il venerdì pomeriggio è giunta a noi attraverso i media una notizia alquanto raccapricciante: Biden ipotizza una clamorosa guerra mondiale nel caso la Russia puntasse le armi. C’è effettivamente stata una reazione dei mercati a questa notizia? Proviamo a capirlo studiando i prezzi dei beni rifugio Oro, Yen giapponese, Franco Svizzero e Dollaro Usa (bene rifugio di breve termine) confrontandoli con l’S&P500 in un timeframe a 30 minuti.
L’idea termina qua. E’ lunghissima (24 pagine) ma credo che sia fondamentale capire l’impatto che un dato macroeconomico come quello dell’inflazione può avere prima, durante e dopo la sua uscita. Ho fatto uno sforzo non indifferente per poter contribuire in questa community con un’analisi del genere, quindi spero possiate apprezzare.
MATTEO FARCI
Chiusura di settimana in rosso per NASDAQ100
Chiusura della settimana non bella da parte dell'indice americano NASDAQ100.
La MA 200 fa da resistenza importante, in corrispondenza del 50% Fibonacci.
Potremmo andare sui minimi di fine gennaio, in zona 14.000La MA 50 si avvicina pericolosamente alla MA 200.
Calma, gesso e tanto studio.
MatPizzini
INFLAZIONE TEMPORANEA O PERMANENTE. LO SLOGAN DEI TASSI
<" L'inflazione è sempre e dovunque un fenomeno monetario ." Le distorsioni economiche e politiche generati dalla teoria monetaria dell'inflazione sono stati anche guasti intellettuali, è entrata nel sistema delle credenze degli accademici cosi come in quello dell'uomo della strada grazie soprattutto alla semplicità dello slogan. Oggi, dopo innumerevoli, e sempre ignorati, fallimenti di quella teoria, si ricomincia a parlare di inflazione come si faceva prima del disastro monetarista: l'inflazione, si torna a dire, ha cause reali>. (F. Sdogati)
SDOGATI-LANGIU per chi volesse approfondire . tratto da
Inflazione: temporanea o permanente? O, forse meglio: da offerta o da domanda? bit.ly
Nasdaq Verso 15150Timeframe: Daily/weekly
Metodo Analisi: Price Patterns (Propietario)
Analisi: Osservando la dinamica weekly, il Nasdaq sembra essere ancora rialzista di breve su base settimanale. Ciò significa che ancora abbiamo spazio per salire, come si vede anche dal grafico daily. L' uscita dei dati sull'inflazione potrebbe fare da volano per un movimento rialzista.
Target1: 15000
Target2: 15150
DISCLAIMER: Le idee qui proposte non sono raccomandazioni all'investimento, pertanto è da intendersi il puro scopo didattico delle stesse. Il trading è attività rischiosa e pertanto la responsabilità è in capo al titolare del conto trading e non imputabile a chiunque altro. Assolutamente vietata è l'attribuzione di tali idee come "segnali di trading" e/o affini
Bitcoin sui 45K: Entrare Long o aspettare?Negli ultimi giorni si sta rinnovando un forte interesse nei confronti di Bitcoin e di tutte le criptovalute. Dopo due settimane di mercato laterale Bitcoin e compagni sembrano nuovamente pronti a recare soddisfazione agli investitori.
Come sempre però, non basta un piccolo spike rialzista per dire che il mercato sia entrato in una nuova fase bullish. In realtà nonostante l'ultimo forte balzo, Bitcoin resta al di sotto della trendline di medio periodo, la quale si mantiene dallo scorso novembre con quota 69000 dollari per token.
Andando ad osservare l'andamento di Bitcoin in questa fase ribassista notiamo che su tutti i livelli di prezzo più importanti come 60K, 50K e via così, vi sono state delle importanti finte al rialzo per poi proseguire il trend attuale.
Un indicatore che da un po' di tempo ci aiuta per analizzare la situazione di più lungo termine di Bitcoin è la correlazione con il Nasdaq. Nel grafico riportato sopra risulta evidente la fortissima correlazione che vi è nelle ultime settimane tra il mercato crypto e l'indice tecnologico americano.
L'indice di correlazione oscilla tra il valore di 1 e -1. Un valore pari ad uno significa che i due strumenti in analisi si muovono esattamente nella stessa direzione e dunque si parla di una correlazione perfetta. Nel caso in cui il valore sia pari a zero significa che non vi è nessun tipo di correlazione tra gli asset in questione. Infine nel caso in cui questo indice si avvicini al valore di -1, significa che c'è correlazione inversa ovvero a rialzi di un asset corrispondono ribassi dell'altro.
Risulta adesso evidente come nelle ultime settimane del 2022 la correlazione tra Bitcoin e Nasdaq sia quasi pari ad 1. Piaccia o non piaccia questo è quello che ci dicono i numeri e pertanto non possiamo trascurare un dato così importante. Ovviamente è Bitcoin che risulta essere estremamente sensibile all'andamento del Nasdaq e non il contrario.
Una volta che abbiamo appurato cosa stia influenzando il mondo delle criptovalute in maniera significativa dobbiamo interrogarci su quali sono le aspettative sul mercato tecnologico statunitense.
Naturalmente questo sarà influenzato da tutte le variabili macroeconomiche che interessano il mondo delle equities. Diventa sempre più importante per un investitore crypto interessarsi a quello che sta accadendo nei mercati tradizionali sia per coloro che operano nel breve che nel lungo termine.
Considerando sia il il momento che stanno passando i mercati tradizionali (inflazione, rialzo dei tassi ecc.) sia l'andamento di Bitcoin sino ad ora, sarà necessario aspettare dei segnali di conferma e consolidamento del trend rialzista per poter dire che siamo entrati nuovamente in una fase bullish.
Report by:
Matteo Bernardi
UN APPLE SEMPLICE GRAZIEUn grafico meno pulito è più si avvicina ad uno scarabocchio. Quello che un trader ha bisogno è di semplificare la sua operatività per prendere decisioni, spesso istantanee, in condizioni di incertezza. Questa è la mia view su APPLE a time-frame settimanale, senza andare a scomodare pericolose onde o intersezioni con le orbite interplanetarie*.
Il titolo è prevalentemente incanalato entro le linee blu tratteggiate. Nella parte finale i prezzi hanno avuto un excursus giù verso i 154 e adesso stanno risalendo a ritestare i 176. Solo dopo chiusure con body al di sopra di esso si può prospettare un rialzo prima verso i 180 e, superati i massimi di area 183, verso 189 assoluti.
* Il riferimento è al pensiero di Alexander Elder riguardo ai guru (o pseudo-guru) del mercato esposte nel suo libro " Trading for a Living ".
#META, settimana brutta, come riprendiamo oggi?Brutta settimana chiusa dall'indice del colosso META, con un -26% in una sola giornata.
A pesare sulla compagnia di Zuckerberg sono stati i dati non positivi dell'ultimo trimestre, inoltre, per la prima volta dopo 18 anni, gli utenti giornalieri della piattaforma principale del gruppo (Facebook) sono diminuiti rispetto al giorno precedente.
Ricordiamoci che la compagnia META sta portando avanti ingenti investimenti per il passaggio al Web3, e lo sviluppo del "metaverso".
A fine anno il cambio di nome della compagnia (da FACEBOOK a META) aveva agitato le acque anche in tutto il settore #crypto, facendo decollare i prezzi dei token legati a metaverso e gaming.
Tutti gli indicatori tecnici indicano, ovviamente, l'inizio di un trend ribassista per il titolo. Già superato il 50% dei livelli Fibonacci, attualmente ci troviamo sopra un altro supporto Fibonacci, ma sotto il 50% si fa dura.
Calma, gesso e tato studio.
MatPizzini
META : occasione di acquisto?Analizziamo il titolo FB che durante la settimana passata ha registrato il peggior crollo della storia.
Dalla pura analisi tecnica, osservando il grafico settimanale possiamo notare due cose:
1. prima area di supporto storica, dove il titolo ha toccato per ben due volte il prezzo in area 217/220 USD segnando un doppio massimo
2. vediamo come il prezzo del titolo attua l'inversione di trend una volta toccata la media mobile a 200 periodi
i possibili scenari, a mio parere, sono questi, rimbalzo sulla MM200 oppure, discesa fino al supporto storico citato.
Occasione di acquisto?
qualsiasi spunto e/o osservazione sono ben accette