Crisi Iran-USA: mercati in allerta e tensioni globaliESCALATION MILITARE?
L’America è ufficialmente entrata in guerra con l’Iran. Durante il fine settimana, gli Stati Uniti hanno bombardato tre siti nucleari iraniani, utilizzando le ormai note bombe “bunker buster”, ordigni progettati per penetrare bersagli nascosti in profondità nel sottosuolo, come i bunker militari.
Dopo l’attacco, Trump ha dichiarato di volere la pace, ma solo a condizione che l’Iran accetti la resa. In risposta, il nuovo capo dei Pasdaran iraniani ha affermato che le operazioni contro Israele proseguiranno senza sosta.
Nel frattempo, l’Iran, attraverso i suoi portavoce, ha fatto sapere che quanto accaduto “avrà conseguenze eterne”.
La Cina ha condannato l'attacco americano, sottolineando che gli impianti colpiti erano sotto la supervisione dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. Secondo Pechino, l’azione degli Stati Uniti viola gravemente i principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, aggravando le tensioni in Medio Oriente.
Il governo cinese ha inoltre invitato tutte le parti in conflitto, in particolare Israele, a cessare il fuoco il prima possibile, a garantire la sicurezza dei civili e ad avviare un dialogo costruttivo.
Anche Mosca ha espresso forte preoccupazione, affermando che gli attacchi rappresentano un durissimo colpo alla credibilità del Trattato di non proliferazione nucleare e al sistema di verifica dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.
Infine, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha dichiarato che Trump era stato eletto con la promessa di porre fine alle guerre degli Stati Uniti nel mondo, ma ha finito per tradire i suoi elettori.
MERCATI
In un contesto così delicato, ci sembra poco logico soffermarci, come di consueto, sui dati economici o sulle questioni ancora aperte, come il piano fiscale USA o i dazi, la cui proroga al 10% scadrà entro 15-20 giorni.
Quel che sta accadendo è troppo rilevante per non essere commentato. Quali saranno, al di là degli aspetti militari, le conseguenze sui mercati?
Una delle prime preoccupazioni riguarda le possibili reazioni dell’Iran, che minaccia la chiusura dello stretto di Hormuz, da cui transita circa il 20% del petrolio e gas mondiale. Se ciò accadesse, cosa succederebbe al prezzo del petrolio?
Alcuni analisti si sono spinti a ipotizzare un barile a 200 dollari. Un simile scenario avrebbe effetti devastanti sull’inflazione in Occidente.
Storicamente, l’inflazione era considerata una variabile dipendente dai cicli di politica monetaria. Tuttavia, la storia recente ha mostrato che anche fattori esogeni possono influenzarla. I dati dell’Università del Michigan indicano aspettative d’inflazione negli USA oltre il 4,5% a uno e cinque anni.
Questo significa che l’inflazione, inclusa quella energetica, tornerà a salire, trascinando con sé anche l’inflazione “core”, che non era ancora stata completamente domata.
In un contesto in cui si è eretto un muro a est e si guarda solo a ovest, l’Europa dovrebbe interrogarsi su quali contromisure siano state adottate per evitare una nuova ondata inflattiva, come quella post-Covid importata dagli Stati Uniti.
La manifattura europea, motore dell’export, ha il suo centro in Germania, ancora in fase di ripresa.
Tra gli asset da monitorare, oltre al petrolio, sarà interessante osservare l’andamento di oro, dollaro ed equity. I bond restano alla finestra, con la speranza che le banche centrali non siano costrette a rialzare nuovamente i tassi a causa della crisi mediorientale.
L’oro potrebbe toccare nuovi massimi, mentre il dollaro, grazie al suo status di valuta rifugio, potrebbe rafforzarsi contro le principali valute. Questo potrebbe temporaneamente invertire la consueta correlazione inversa tra oro e dollaro.
Venerdì, l’S&P 500 ha perso lo 0,2%, segnando la terza perdita consecutiva. Il Nasdaq è sceso dello 0,5%, mentre il Dow Jones ha guadagnato 35 punti. Tuttavia, gli investitori erano ancora ignari dell’intervento USA in Iran e speravano in tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, alla luce dei dati macroeconomici negativi.
Ora, dopo quanto accaduto, aumentano i timori di un’apertura in gap ribassista domattina, generando disagio tra gli operatori.
Sui mercati obbligazionari, molto dipenderà dalle aspettative sui tassi, che a loro volta saranno influenzate non solo dai dati macro, ma soprattutto dalle risposte iraniane, che non tarderanno ad arrivare.
Ci apprestiamo a vivere una settimana di passione, senza dimenticare le altre questioni ancora aperte. Trump sembra stretto in una morsa. Cosa farà ora?
Saverio Berlinzani
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Idee della comunità
GBP in bilico: rischio o occasione?ANALISI MACROECONOMICA
Per quanto riguarda l’articolo di questo inizio settimana, e partendo dall’analisi macroeconomica, andiamo inizialmente a vedere un’analisi delle forza valute. Questa settimana troviamo al top EUR e USD, neutri GBP e CAD, abbastanza deboli JPY, AUD e NZD. JPY rimane abbastanza sornione su sviluppi che parlano di de escalation negli ultimi giorni, dunque diminuisce il sentiment di panico da parte degli investitori. USD assume un ruolo centrale nelle trattative sul fronte Israele - Iran e torna a rinforzarsi, alla pari di EUR che viene venduto nelle ultime sedute per preferire il peso strategico del dollaro americano.
CAD debole anche se il petrolio spinge. Dati tutto tranne che esaltanti, Macklem sempre dovish ed il gioco è fatto. GBP post cash rate e news di questa settimana si ritrova indebolito ma nulla di preoccupante. AUD e NZD soffrono tantissimo questa fase di transizione di mercato con gli scambi rallentati e equilibri geopolitici in mutamento.
Per quanto riguarda le materie prime, tiene banco soprattutto la possibile escalation della guerra tra Iran e Israele. Abbiamo potuto notare come il petrolio si sia apprezzato notevolmente nel giro di 10 giorni, e di come le più grosse banche abbiano stimato che il petrolio possa arrivare nuovamente sopra i 150/200$ a barile. Questo sicuramente porterebbe conseguenze decisamente gravi a livello mondiale, in quanto ci sarebbe nuovamente un’inflazione alle stelle che potrebbe portare ad un deciso aumento dei costi delle materie prime, oltre al prezzo del gasolio che potrebbe andare oltre i 2€ a litro. La conseguenza sarebbe un totale blocco a livello economico ed un possibile aumento della povertà.
In settimana la Federal Reserve ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse nel range del 4,25%-4.50% come ampiamente previsto dal mercato. Inoltre nel comunicato ufficiale del 18 Giugno i punti chiave sono quelli di una economia attualmente positiva che si espande in modo solido, disoccupazione bassa con condizioni del mercato che sono state definite solide, ma l’inflazione resta tutt’ora elevata ma la Fed ha dichiarato di mantenere l’obiettovo al 2%.
Inoltre il comitato ha affermato che l’incertezza è diminuita ma resta tutt’ora su livelli alti. In conclusione la Fed ha dichiarato che i tagli dei tassi arriveranno, ma saranno graduali e prudenti. La priorità sarà quella di evitare un allentamento prematuro che possa in qualche modo riaccendere le pressioni inflazionistiche.
Il Fondo Monetario Internazionale invece ha lanciato l’allarme soprattutto nei confronti dell’Eurozona. Difatti questa potrebbe scivolare verso una stagnazione economica se non ci sarà alcuna azione al rallentamento della crescita, la debolezza degli investimento e le tensioni geopolitche. I dati rilevano come ci sia una crescita ferma allo 0.8% nonostante ci sia una bassa disoccupazione ed un’inflazione che viene tenuta sotto controllo. Motivo per cui l’FMI chiede all’Europa una spinta decisa per poter in qualche modo rilanciare la produttività.
Questa si tratta di un’analisi a puro scopo informativo e non rappresenta alcun consiglio finanziario. Ogni trader deve effettuare le proprie ricerche ed analisi di mercato. Inoltre è bene ricordare che fare trading su CFD può comportare la perdita di denaro, quindi è bene valutarne il rischio.
ANALISI TECNICA
Per quanto riguarda l’analisi tecnica, questa settimana andremo a vedere l’attuale situazione su GBPUSD. Da un punto di vista del timeframe giornaliero, possiamo notare come ci sia un trend nettamente rialzista in questo momento, anche a causa della debolezza del dollaro americano. Gli operatori sembrano aver accettato di buon gusto il prezzo di 1.35000, ma non si esclude che questo possa anche rifiatare. Nella giornata di martedi abbiamo avuto un forte impulso ribassista che ha portato la coppia valutaria da un prezzo di 1.35800 fino a 1.34200, chiudendo con un’accettazione al di sotto della zona che ha portato all’ultimo massimo. Una zona di interesse potrebbe essere la demand intorno a 1.33000 ma senza dubbio dobbiamo prima avere le giuste conferme. Altrimenti potremmo vedere il prezzo anche puntare nuovamente ai nuovi massimi.
Se andiamo a vedere con il VWAP possiamo notare come la zona di possibile reazione nel caso in cui il prezzo continui a scendere, si trovi sulla zona di 1.33000/1.33200. Inoltre il prezzo è perfettamente rientrato dopo aver sbilanciato la banda superiore (banda rossa nel grafico) e al momento si trova in perfetto equilibrio.
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DAX: si avvicina la fine cicloCome sappiamo – o come si dovrebbe sapere – un’analisi di mercato, per quanto possa poggiare su solide basi fondamentali e tecniche, sarà sempre un’analisi probabilistica.
La differenza la faranno i dati usati per ottenere una statistica e il modo in cui saranno gestiti in termini di rischio/rendimento.
Ad esempio, il cuneo ribassista evidenziato nel grafico, con un target indicato a 21.790, ha meno probabilità di completarsi rispetto a un cuneo rialzista, il quale si completa più spesso raggiungendo il target. Tuttavia, è doveroso tenerne conto, in quanto in quell’area si trova un ampio gap di prezzo – e di volumi – e sappiamo come i gap siano calamite formidabili.
Il problema è capire quando quel gap verrà chiuso. E questo, proprio nell’ottica della gestione del rischio, è cruciale, soprattutto per chi opera in day trading o poco oltre.
In questo ci viene in aiuto l’analisi dei tempi e la posizione del POC volumetrico. Quest’ultimo si trova nella parte alta del ciclo trimestrale e qui, i dati storici ci dicono che si tratta di distribuzione. Solitamente infatti, una riaccumulazione sui livelli alti comporta una minore concentrazione degli scambi, i quali dovrebbero invece trovarsi nella parte più bassa della salita, diciamo nell’area 19.600 – 20.800 circa.
Non stando così le cose, se non è riaccumulazione, è dunque altamente probabile che si tratti di distribuzione – quindi discesa. Discesa non significa crollo, ma normale correzione da prese di profitto o rotazione dei portafogli.
L’analisi dei tempi ci dice anche che questa discesa è, statisticamente, quella attesa per chiudere il ciclo trimestrale partito il 7 aprile. Questo ciclo ha scaricato (marginalmente come d’abitudine) esattamente dopo 46 giorni, che rappresentano con grande precisione la metà di un trimestre. La ripartenza successiva sarà quella che porterà alla chiusura del trimestre.
Anche qui, la statistica ci dice che la seconda metà è quella più debole del ciclo, anche in caso di un nuovo massimo – come è avvenuto in questa occasione. La conferma arriva dall’interruzione della sequenza rialzista dei minimi, avvenuta con la violazione del punto 7. Questa violazione è molto importante, poiché innesca il mini-trend (mini, per ora, perché su base mensile; per sapere se sarà una base più ampia, si dovranno attendere altri sviluppi) che porta al minimo ciclico di chiusura.
Per ora, anche dopo aver segnato la metà del ciclo col minimo del punto 6, il Dax ha continuato con buona regolarità il suo percorso, segnando al punto 8 la chiusura della prima metà della seconda metà del trimestrale in corso. Anche questa, a conferma di quanto visto con la violazione del punto 7, è stata violata con il minimo del punto 9.
Ora, se l’indice continuerà a muoversi con accettabile regolarità, dovrà terminare l’ultimo quarto del ciclo, e dovrà farlo scendendo ancora, fino alla sua conclusione, ipotizzata proprio sulla base della regolarità. Regolarità che rappresenta, statisticamente, l’arma vincente del trader.
Per proteggerci da un’eventuale ripartenza anticipata, dobbiamo quindi porre uno stop sopra 23.723, o sopra il massimo di venerdì scorso (quello rosso che tocca la TL), se non sarà rinnovato oggi. Se ciò non accadrà, la discesa sarà la logica conseguenza.
Se invece i 23.723 verranno violati, si dovrà porre molta attenzione, perché potrebbe trattarsi del classico falso breakout che chiude un ciclo inverso dei massimi – nello specifico, un primo sotto-ciclo del trimestre inverso partito dal massimo Qi.
I target della discesa sono diversi e sono segnalati nel grafico. Quale sarà quello finale ce lo dirà la combinazione prezzo/tempo. Quando uno dei target indicati verrà raggiunto nei tempi consoni alla chiusura del trimestre, allora sarà molto probabile assistere a una reazione del mercato, con la ripartenza di un nuovo ciclo trimestrale.
Naturalmente, per individuare con maggiore affidabilità quel livello, dovremo supportarci anche con altri strumenti di analisi: medie mobili, oscillatore, ritracciamenti di Fibonacci o qualunque altro tool ritenuto affidabile e coerente con il proprio metodo.
Per maggiore tranquillità – e per proteggere il capitale – dovremo porre uno stop sotto quel minimo e lasciare correre il long fino alla chiusura ipotizzata del ciclo inverso, che calcoleremo nello stesso modo (ma ovviamente invertendo la ratio).
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare, investire o disinvestire su alcuno strumento finanziario.
Legenda grafico:
Q: partenza del ciclo trimestrale (Quarter) sui minimi.
Qi: partenza del ciclo trimestrale inverso sui massimi.
POC (Point of Control) Il livello di prezzo con il maggior volume scambiato in un determinato periodo.
1/4 di Q: un quarto del ciclo trimestrale (approssimativamente 22–24 giorni).
1/2 Q Regolare: metà esatta del ciclo trimestrale (circa 45–46 giorni).
Aree evidenziate (es. Area 23.500, Area 21.600) Zone chiave di supporto/resistenza e cluster volumetrici rilevanti.
Numeri 1–9 nel ciclo: Punti nodali (swing) della struttura ciclica finora sviluppatasi.
Proiezioni temporali 1–10: durata ideale di un ciclo; il punto 8 rappresenta la durata ideale calcolata sulla prima accumulazione/distribuzione. La chiusura del ciclo avviene statisticamente tra il punto 6 e il punto 10.
Petrolio a 130 dollari? No, a meno che Hormuz non chiudaCon l'acuirsi delle tensioni in Medio Oriente tra Iran, Israele e Stati Uniti, sui mercati si riaffaccia la speculazione di un barile di petrolio a 130 dollari. Sebbene il recente aumento dei prezzi sia molto reale, alimentato dalla geopolitica, non c'è nulla nei fondamentali o nell'analisi tecnica che giustifichi uno scenario così estremo per il momento. A meno che... lo stretto di Hormuz non venga bloccato. Ecco alcune spiegazioni.
1) Il petrolio rimbalza, ma non c'è nessun allarme tecnico
Dai minimi di maggio, il prezzo del petrolio è salito di oltre il 40%, sostenuto dalle tensioni regionali e dalla rinnovata volatilità. Il mercato prevede un aumento del rischio geopolitico, ma per il momento questa ripresa non è accompagnata da alcun allarme tecnico.
Indicatori come il rapporto COT (Commitment of Traders), i volumi e le soglie tecniche chiave su WTI e Brent non confermano tensioni estreme nella fase attuale, finché il petrolio statunitense rimane al di sotto della resistenza a 80 dollari al barile. Sebbene la media mobile a 200 giorni sia stata violata e il reintegro del livello di 65 dollari abbia fornito il punto di partenza per un impulso rialzista, il prezzo del petrolio si trova ora a un bivio tecnico.
Il grafico sottostante mostra una linea di resistenza ribassista (in rosso) sul WTI, e lo stesso vale per il Brent. Se queste resistenze dovessero essere superate, sarebbe un forte segnale di allarme rialzista per il prezzo del barile di petrolio verso i 90/95 dollari.
2) Un mercato sotto pressione... ma incorniciato dall'OPEC
In realtà, solo una forte restrizione dell'offerta può spingere il barile di petrolio fino a 130 dollari.
L'attuale situazione geopolitica è giunta nel momento peggiore per l'OPEC. Il cartello petrolifero, guidato dall'Arabia Saudita, ha recentemente deciso di aumentare la produzione dopo anni di restrizioni. L'obiettivo era quello di rispondere a una domanda ritenuta robusta, riconquistare quote di mercato dai produttori statunitensi e punire i membri meno disciplinati.
Nei mesi di maggio, giugno e luglio è previsto un aumento di 411.000 barili al giorno. In altre parole, il mercato sta ricevendo un'offerta aggiuntiva, il che limita automaticamente i rischi di un'impennata speculativa, a meno che non si verifichi un forte shock esterno come la chiusura a lungo termine dello Stretto di Hormuz.
3) Iran/Israele/USA: il mercato valuta il rischio ma non si fa prendere dal panico. Gli operatori stanno attualmente considerando tre scenari:
1. Sanzioni più severe contro l'Iran, che riducono l'offerta di 500.000-1 milione di barili al giorno.
2. Un attacco mirato alle infrastrutture petrolifere iraniane.
3. Una chiusura temporanea dello Stretto di Hormuz.
I primi due casi possono essere assorbiti dal mercato, grazie soprattutto alla capacità produttiva degli altri membri dell'OPEC+ o alla liberazione strategica delle riserve. D'altra parte, il blocco dello Stretto di Hormuz sarebbe un “game changer”.
Lo Stretto di Hormuz, tra il Golfo Persico e il Golfo di Oman, è la porta d'accesso per il 20% della fornitura mondiale di petrolio, ovvero circa 17-18 milioni di barili al giorno. È anche una rotta vitale per il gas naturale liquefatto (LNG), in particolare dal Qatar.
Anche un arresto parziale avrebbe un impatto immediato sull'intera catena di approvvigionamento e sulla sicurezza energetica dei Paesi importatori, oltre a innescare un brutale shock dei prezzi. In questo caso, il petrolio a 130 dollari non sarebbe più uno scenario estremo, ma plausibile nel brevissimo periodo.
La situazione è ovviamente in evoluzione e gli investitori devono tenere d'occhio i segnali deboli: movimenti militari nello Stretto, attacchi mirati alle infrastrutture energetiche e guerrafondai. In assenza di un blocco di Hormuz, i fondamentali (aumento della produzione OPEC, rallentamento della domanda cinese, stabilità tecnica) militano a favore di un tetto di circa 80/90 dollari.
Un barile a 130 dollari? Sì, ma solo se Hormuz chiude completamente.
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CONOSCI L'INDICATORE COT IN TRADINGVIEWBuongiorno a tutti i traders, oggi voglio condividere un indicatore di TradingView che pochi conoscono, ed è davvero fenomenale, ci da una informazione non da poco, andiamo a capire come funziona.
L'indicatore COT (Commitment of Traders) su TradingView è uno strumento fondamentale per l'analisi del sentiment di mercato, basato sui report settimanali pubblicati dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) degli Stati Uniti. Questi report mostrano le posizioni aggregate (long e short) dei partecipanti al mercato dei futures su diverse borse come CBOT, CME, NYMEX, COMEX e ICEUS.
In sostanza, l'indicatore COT ti permette di visualizzare come le diverse categorie di operatori si stanno posizionando sul mercato, fornendo spunti preziosi per le tue decisioni di trading.
Le categorie principali di operatori che il report COT analizza sono:
Non-Commercial (Grandi Speculatori): Sono principalmente hedge fund e fondi di investimento il cui obiettivo primario è la speculazione. Tendono a posizionarsi nella stessa direzione in cui si muove il prezzo e possono amplificare i movimenti di mercato.
Commercial (Operatori Commerciali/Hedgers): Questi operatori usano i futures per coprire i rischi delle loro attività. Ad esempio, un produttore di materie prime potrebbe vendere contratti futures per proteggersi da un calo dei prezzi. Spesso, il loro posizionamento è "contro-trend", ovvero vendono quando il mercato è in rally e acquistano durante forti vendite. Sono considerati gli operatori più informati.
Non Reportable (Retail Traders): Rappresentano i piccoli investitori o speculatori individuali. Tendono a posizionarsi in modo meno strutturato e possono essere un indicatore di sentiment di mercato, ma non sempre nella direzione giusta.
Come funziona l'indicatore COT su TradingView:
TradingView offre diverse versioni e interpretazioni dell'indicatore COT, spesso sviluppate dagli utenti stessi (script Pine). Queste versioni possono mostrare:
Posizioni nette (Long - Short): La differenza tra i contratti long e short di ciascuna categoria di operatori.
Variazioni rispetto alla settimana precedente: Questo aiuta a identificare rapidi cambiamenti nel sentiment.
COT Index: Un indicatore che misura il posizionamento dei partecipanti al mercato rispetto al loro posizionamento storico su un determinato periodo. Livelli estremi (vicini a 0 o 100) possono segnalare potenziali inversioni o continuazioni del trend.
Zone di soglia per posizionamenti estremi: Vengono visualizzate come linee orizzontali per indicare condizioni di ipercomprato o ipervenduto.
Importanza dell'indicatore COT nel trading:
Identificare il sentiment di mercato: Ti permette di capire se i "grandi" del mercato sono bullish o bearish su un determinato asset.
Prevedere potenziali inversioni: Estremi nel posizionamento degli operatori (specialmente i Commercial) possono segnalare imminenti inversioni di trend.
Confermare o contraddire i trend: Se i Non-Commercial sono molto long su un asset in forte rialzo, questo può confermare il trend. Se invece il loro posizionamento è estremo e il prezzo inizia a mostrare segni di debolezza, potrebbe essere un segnale di inversione.
Utilizzo combinato con analisi tecnica: L'indicatore COT dovrebbe essere sempre utilizzato in combinazione con altri strumenti di analisi tecnica (supporti e resistenze, trendline, ecc.) per una visione più completa e affidabile.
In sintesi, l'indicatore COT su TradingView è uno strumento potente per analizzare i flussi di capitale e il sentiment degli operatori sui mercati dei futures, fornendo un'ulteriore dimensione alla tua analisi di mercato.
Vi auguro una buona settimana e buon trading a tutti.
Grazie un abbraccio Mauro.
Vi cito le mie tre regole che coltivo costantemente:
Pazienza, disciplina ed avere sempre un piano.
6.23 Gli Stati Uniti entrano in guerra, l'oro è ribassista6.23 Gli Stati Uniti entrano in guerra, l'oro è ribassista
"Secondo un rapporto del 22 giugno, il presidente degli Stati Uniti Trump ha dichiarato sui social media il 21 che l'esercito americano ha "colpito con successo" tre impianti nucleari iraniani."
"Secondo un rapporto del 22 giugno, Kusari, membro del Comitato per la Sicurezza Nazionale del Parlamento iraniano, ha affermato che il Parlamento iraniano ha concluso che lo Stretto di Hormuz debba essere chiuso, ma la decisione finale spetta al Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale iraniano."
Se la situazione in Medio Oriente continua a peggiorare, il petrolio greggio continuerà a salire e, per quanto riguarda l'oro, alcuni investitori si rivolgeranno al greggio. Il prezzo dell'oro è sceso per poi riprendersi lentamente, e il calo potrebbe dipendere dal raggiungimento di quota 3330.
Se la situazione in Medio Oriente si attenua, i prezzi del petrolio oscilleranno e si attenderà, e l'avversione al rischio dei prezzi dell'oro si indebolirà, con un probabile calo al di sotto del prezzo attuale.
Al momento, a causa dell'influenza della situazione internazionale, il prezzo dell'oro non aumenterà significativamente nel breve termine. I trader possono andare short ed essere cauti nell'andare long.
La scorsa settimana, il prezzo dell'oro è sceso per molti giorni consecutivi e una stella a forma di croce è apparsa per due giorni consecutivi, indicando la presenza di ancora molti rialzisti. Tuttavia, a causa dell'influenza della situazione internazionale, il prezzo dell'oro non è riuscito a interrompere la tendenza al ribasso. Questa settimana, siamo ottimisti sull'andamento del mercato dopo mercoledì. Prima di mercoledì, possiamo aspettare e vedere se ci sono opportunità di occasioni.
VENDITA: circa 3370
SL: 3381
TP: 3350/30
Grazie per l'attenzione. Spero che la mia analisi possa esservi utile.
XAU/USD – Analisi TecnicaXAU/USD – Analisi Tecnica
🧠 Osservazioni Chiave:
Compressione dei Prezzi in Prossimità del Supporto del Canale:
Il mercato sta testando il limite inferiore del canale discendente, indicando un possibile esaurimento del momentum di vendita.
Analisi della Nuvola di Ichimoku:
Il prezzo rimane al di sotto della nube, confermando per ora una struttura ribassista. Tuttavia, un ulteriore diradamento della nube segnala un indebolimento del trend, che spesso precede un'inversione.
Percorso di Recupero Previsto:
È evidenziato un movimento previsto, che suggerisce una rottura sopra i 3.360-3.380 dollari, con l'obiettivo di raggiungere la resistenza superiore della nube vicino ai 3.400 dollari. Questo livello è in linea con la precedente struttura e l'interesse per i volumi.
Profilo di Volume (sinistra):
Forti nodi di volume si allineano con le zone di supporto, rafforzando il potenziale di un rimbalzo in caso di cambiamento del momentum.
📌 Approfondimento Strategico:
Sebbene il momentum ribassista rimanga sotto controllo, stanno emergendo segnali di stabilizzazione e potenziale inversione. I trader dovrebbero attendere:
Una rottura confermata al di sopra della nuvola, oppure
Un engulfing rialzista con supporto di volume per convalidare le entrate long.
✅ Riepilogo:
Il trend rimane ribassista, ma il setup mostra i primi segnali di accumulo e inversione. Una rottura dalla nuvola e dal canale discendente potrebbe innescare uno spostamento verso oltre $ 3.400 nel breve termine. Fase di monitoraggio attiva.
Pressione su BTC, prezzo sotto forte pressione di venditaPressione su BTC, prezzo sotto forte pressione di vendita
Notizie importanti su BTC:
Panoramica di mercato: il consolidamento di Bitcoin dura nel contesto della crescente instabilità macroeconomica
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso cautela giovedì, rinviando la decisione relativa a un potenziale attacco diretto all'Iran per un massimo di due settimane. Il mercato globale, comprese le criptovalute, ha reagito, registrando un leggero aumento nelle sessioni asiatiche ed europee, quando gli investitori hanno assorbito l'impatto dei prezzi del petrolio greggio nel contesto dell'interruzione delle rotte di trasporto.
Tuttavia, i trader sono molto cauti, riflettendo la posizione dura del presidente della Fed Jerome Powell sull'economia, giustificata dalle aspettative di inflazione a breve termine dovute ai dazi.
I grandi detentori di Bitcoin continuano ad accumulare nonostante l'atteggiamento cauto dei trader sui mercati spot e derivati.
Analisi tecnica
Il prezzo di Bitcoin oscilla intorno a $ 104,057 dopo aver tagliato la giornata dal picco di $ 106.457 di venerdì. I principali indicatori tecnici, come l'indice di potenza relativa (RSI), rafforzano la tendenza al ribasso quando il prezzo scende sotto la linea mediana di 50.
L'indicatore Money Flow Index (MFI), che monitora la quantità di denaro immessa in BTC, accorcia la tendenza al rialzo, stabilendosi intorno alla linea mediana. Ciò riflette il limitato interesse per Bitcoin sia sui mercati spot che sui mercati derivati.
Se la debolezza del Comitato Organizzativo oscura la domanda sulla catena e sull'attività di rete, supportare la linea dinamica esponente (EMA) a 50 giorni a $ 103.169 può essere utile, assorbendo temporaneamente la pressione di vendita. Superando questo livello, le forti fluttuazioni possono accelerare il ribasso, portando i livelli principali, come l'EMA a 100 giorni a $ 99.085 e l'EMA a 200 giorni a $ 93.404, a.
Guerra in Medio Oriente - Aumento del prezzo dell'oroGuerra in Medio Oriente - Aumento del prezzo dell'oro
⭐️INFORMAZIONI SULL'ORO:
Venerdì i prezzi dell'oro sono rimasti stabili, attestandosi intorno ai 3.369 dollari e avviati a registrare una perdita settimanale di quasi l'1,90%, mentre i mercati hanno digerito la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di rinunciare a un'azione militare immediata contro l'Iran a favore di un approccio diplomatico. Al momento della stesura di questo articolo, il cambio XAU/USD è in calo dello 0,11%.
Mentre l'allentamento delle tensioni geopolitiche ha contribuito ad aumentare il sentiment di rischio, ulteriori pressioni sull'oro sono emerse dalle preoccupazioni relative alle potenziali restrizioni statunitensi sugli alleati che gestiscono impianti di semiconduttori in Cina, come riportato da Bloomberg. La moderazione di Trump nei confronti dell'Iran ha incoraggiato un tono di propensione al rischio, influendo negativamente sull'attrattiva del metallo rifugio.
⭐️Commenti personali:
Le tensioni in Medio Oriente aumentano, i prezzi dell'oro continuano a recuperare sopra quota 3400, all'inizio della prossima settimana
🔥 Tecnicamente:
In base alle aree di resistenza e supporto del prezzo dell'oro secondo il frame H4, identifica le seguenti aree chiave importanti:
Resistenza: $3395, $3448
Supporto: $3302, $3256
BTCUSD debole su incertezza geopoliticaOggi il BTC si riporta sotto quota 102.000 livello di R1 dopo esserci mosso in laterale tra R1 ed R2.
Il punto di arrivo di tale movimento, potrebbe tranquillamente essere il punto pivot in area 89500.
Il BTC si muove praticamente come i mercati, con la differenza che questi sono chiusi nel fine settimana.
Petrolio, proviamo a capire cosa potrebbe accadere oraSicuramente viste le tensioni in medio oriente e l'allargamento del conflitto che adesso include anche gli USA il prezzo del petrolio potrebbe aprire in rialzo ma di quanto? MA soprattutto a quanto potrebbe arrivare. A livello tecnico i punti di riferimento pivot il prezzo a mio modesto parere potrebbe aprire in gap up tra R1 ed R3, in seguito potrebbe portarsi in settimana fino ad R3.
Attualmente l'Iran aggira le sanzioni esportando principalmente verso la Cina e la sua quota di produzione mondiale si aggira intorno al 3,9%. Un ruolo di tutto rispetto collocandosi al nono posto dei produttori OPEC+.
Di fatto attualmente le capacità produttive dell'Iran restano quasi intatte, per cui salvo sviluppi ulteriori non dovrebbero esserci particolari shock lato offerta. A a parte una reazione emotiva nell'immediato il prezzo non dovrebbe stabilizzarsi a livelli alti, sopra R3 per molto tempo. In tal caso si rischia una nuova ondata inflattiva che apre a diversi scenari in ambito economico.
SP – OUTLOOK TECNICO – ANALISI ITM – 22 GIU 2025🔶 STRUMENTO: | TIMEFRAME: | CICLO:
📅 DATA/ORA: | 📊 PREZZO:
🔻 STATO: | ⚡ FASE :
🔄 INFOGRAFICA STATO CICLICO:
🟢------------------- 🔴 -------------------- ⚪----------------- ⚪----------------- ⚪
[Fase 2
Ricerca del massimo Attesa conferma massimo Ricerca del minimo Attesa conferma minimo
📊 TAB01: STATUS AT-A-GLANCE:
ELEMENTO STATUS VALORE
Fase Ciclo FASE 2 - ATTESA CONFERMA Ciclo 344
Completamento Oltre P50 timing 0 barre rimanenti
Massimo Ciclo IN CORSO 6059.4
Minimo Ciclo CONFERMATO 4835.04
Timing OLTRE STIMA P50 Completato 100%
Confidence ALTA 85%
📊 IMG01: GRAFICO SPX TF 1D
📊 TAB02: DATI PARTENZA CICLO:
ELEMENTO VALORE DATA
Minimo Partenza 4835.04 7-4-2025 9:30
Massimo Raggiunto 6059.4 11-6-2025 9:30
Corrente 5967.85 22-6-2025 17:01
📊 TAB03: METRICHE FONDAMENTALI
METRICA VALORE SIGNIFICATO
Range Totale Ciclo 1224.36 pt Ampiezza movimento completo
Drop Attuale 91.55 pt Discesa dal massimo
% Ritracciamento 1.53% Percentuale correzione in corso
📊 TAB:04 MASSIMO IN FORMAZIONE
PARAMETRO VALORE STATUS
Prezzo 6059.4 IN CORSO
Data 11-6-2025 -
Livello Atteso P20 5183.003 Riferimento statistico
Livello Atteso P50 5365.124 Riferimento statistico
Livello Atteso P80 5746.144 Riferimento statistico
📊 TAB:05 MINIMO IN FORMAZIONE
PARAMETRO VALORE STATUS
Prezzo 5952.56 DA CONFERMARE
Data 30-6-2025 (stima) -
Livello Atteso P20 5782.67 Riferimento statistico
Livello Atteso P50 5597.23 Riferimento statistico
Livello Atteso P80 5341.9 Riferimento statistico
📈 ANALISI E CONCLUSIONI
Il ciclo ITM-344 su SPX timeframe giornaliero si trova in Fase 2 - Attesa Conferma Massimo. Il sistema ha identificato un massimo potenziale a 6059.4 (11 giugno), significativamente superiore ai livelli statistici P80 (5746.144), indicando un movimento di ampiezza che supera il range normale osservabile nei cicli di pari grado (oltre 80esimo percentile)
Scenario principale: Il mercato è in fase di validazione del punto di svolta superiore. Il timing ha già superato la durata attesa (50esimo percentile) per la conferma del massimo. Il posizionamento attuale sopra i livelli statistici (siamo sopra anche i livelli considerati molto probabili da essere raggiunti, vedi il 20esimo percentile) per i minimi (5782.67) lascia presupporre ci sia ancora un buon margine per la discesa dei prezzi prima della chiusura di ITM.
Livelli da monitorare
La tenuta dell'area 5950-6000 risulta critica per mantenere la validità del massimo in formazione.
Le aspettative sono di raggiungere un livello di prezzo in fase di correzione (non appena la Fase 3 verrà ufficialmente confermata) tra il 20esimo percentile appena detto, e il 50esimo percentile 5597.23
Da un punto di vista ciclico, al fine di soddisfare i requisiti di chiusura minimi per il ciclo in essere, è necessario andare al di sotto del minimo del 23 Maggio 2025 (5767.41),con una fascia ottimale (probabilistica) compresa tra 5341 e 5782.
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Il presente documento ha esclusivo scopo educativo e informativo. Non rappresenta una raccomandazione operativa né costituisce consulenza finanziaria. Le analisi presentate derivano da dati quantitativi osservati e non offrono garanzia di performance futura.
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LIVELLI CHIAVE E PROSPETTIVE MERCATI AZIONARI USA
Buona domenica a tutti i trader! In questa video analisi, esamineremo i livelli di prezzo e di volume dei principali titoli americani presenti nella nostra watchlist, evidenziando le performance della settimana appena trascorsa e le prospettive per quella a venire.
Performance e Dati Salienti della Settimana
Questa settimana ha visto Coinbase (COIN) distinguersi come il titolo con la performance più robusta, registrando un aumento più del 30% nelle ultime settimane, portandosi dopo la rottura della SMA 200 periodi del giornaliero a 310,75$, mentre la peggiore è stata Google, dove solo venerdì ha registrato una perdita del 3,85% in una sola giornata, chiudendo sotto la SMA 200 periodi del giornaliero.
I setup attivati settimana scorsa sono ancora in standby, hanno bisogno ancora di conferma, vediamo la prossima settimana cosa ci mostrerà il mercato. Dopo tutto quello che abbiamo analizzato, dobbiamo mettere in conto anche la guerra tra Israele e Iran, dove Trump ha ordinato sabato sera tre bombardamenti mirati su tre siti nucleari iraniani, domani vedremo come i mercati prendono queste notizie.
La prossima settimana sarà cruciale per osservare le reazioni del mercato e l'eventuale sviluppo di nuove dinamiche. Continueremo a seguire da vicino i movimenti di prezzo e i dati di volume per identificare i punti di svolta e le potenziali opportunità.
Con questo è tutto un abbraccio.
Grazie Mauro
Vi cito le mie tre regole che coltivo costantemente:
Pazienza, disciplina ed avere sempre un piano.
TRUMP ATTACCA L'IRANLa notte tra il 21 e il 22 giugno 2025, gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco aereo contro tre siti nucleari in Iran: Fordow, Natanz e Isfahan.
Gli attacchi sono stati effettuati con bombe bunker-buster e missili Tomahawk, distruggendo in modo significativo le infrastrutture nucleari iraniane.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato che l’operazione è stata un “successo militare spettacolare”, con l’obiettivo di impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari.
Le forze iraniane hanno risposto con una dichiarazione di forte condanna, accusando gli Stati Uniti di aver violato il diritto internazionale e di aver causato danni irreversibili.
Teheran ha fatto sapere di "riservarsi tutte le opzioni" per difendersi e contrattaccare, ma al momento non sono stati forniti dettagli su come reagiranno.
Attenzione ai potenziali CLIMAX di apertura dei mercati di questa sera.
--Chart di Capital.Com--