RALLENTAMENTO ECONOMICO E OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO NEL RETAILL’obiettivo dell’analisi è quello di utilizzare l’analisi intermarket e la macroeconomia utili a descrivere una potenziale opportunità di investimento nel settore retail americano. I protagonisti dell’analisi:
• Rapporto rame/oro
• Produzione industriale a/a
• PIL a/a
• Vendite al dettaglio a/a
• Settore retail
Buona lettura!
1. BREVE RIEPILOGO
L’ultima analisi, pubblicata domenica 21 maggio, aveva tra i diversi obiettivi quello di focalizzare l’attenzione sul rallentamento economico (o lieve recessione) prezzato dagli investitori per gli Stati Uniti. Per supportare ciò era stato condiviso un importante “ratio”, quello tra rame/oro, che è possibile osservare nella figura successiva.
Il rapporto tra il prezzo delle due materie prime è un ottimo “barometro economico” in quanto è correlato positivamente al dato sulla produzione industriale anno/anno:
A sua volta, il dato macroeconomico contribuisce alla ricchezza totale prodotta dagli Stati Uniti, misurata con il prodotto interno lordo anno/anno:
Ho trattato questi concetti nell’analisi precedente. Qualora foste interessati all’argomento cliccate al link:
•
Esiste un settore che potrebbe soffrire se le aspettative sullo stato dell’economia non mutassero? Se si, quale sarà mai esso?
Andiamo per gradi.
2. RAPPORTO RAME/ORO, RALLENTAMENTO ECONOMICO, VENDITE AL DETTAGLIO E…PRODOTTO INTERNO LORDO
Il titolo del paragrafo potrebbe risultare di difficile interpretazione: che rapporto potrà mai esistere tra un indice di forza tra materie prime, un contesto economico negativo, un dato macroeconomico e…la ricchezza totale prodotta da un Paese?
La scorsa settimana avevamo osservato come il copper/gold ratio si trovasse in trend ribassista; osserviamo, ad oggi, se qualcosa è cambiata:
La situazione rimane invariata:
• Il prezzo dell’indice di sentiment continua a mantenersi in un trend ribassista dal 21 febbraio, formando una figura di analisi tecnica definita “canale ribassista”
All’interno di una fase di rallentamento economico si verifica un ulteriore rallentamento: quello degli utili societari; questo è ben mostrato nella grafica successiva, reperita dal sito “Macrotrends”:
Se gli utili societari rallentano, cos’altro rallenterà? Probabilmente il dato macroeconomico sulle vendite al dettaglio, mostrato nella figura successiva:
È possibile osservare come il dato, misurato anno/anno, continui la sua discesa.
Se è vero che il dato sulle retail sales è monitorato per stabilire la salute dell’economia e il copper/gold ratio ha lo stesso tipo di funzionalità, allora le prime dovrebbero essere correlate positivamente al secondo. L’ipotesi è vera?
Dal 2004 ad oggi è possibile osservare, su grafico mensile, una correlazione positiva tra essi quindi…sì! L’ipotesi precedente è vera.
E…il PIL? Che ruolo ha all’interno di questo paragrafo? Per capirlo, osserviamo la figura successiva:
Essa mostra la correlazione positiva esistente tra esso e le retail sales. Perché questa correlazione?
Per capire il concetto, è utile conoscere le variabili che vanno a comporre la formula matematica di calcolo del PIL. Utilizzando il metodo della spesa, esse risultano essere cinque:
• Consumi
• Investimenti
• Spesa pubblica
• Export
• Import
Il dato sulle vendite al dettaglio va ad impattare sulla variabile “consumi”, intesi come le spese dei consumatori per beni durevoli e non durevoli (i servizi, nelle retail sales, non sono compresi). Ora:
• All’aumentare delle spese per beni durevoli e non durevoli aumenterà la variabile “C” e, di conseguenza, trattandosi di una somma, il PIL
• Al contrario, al contrarsi delle stesse, diminuirà il valore della stessa variabile e, di conseguenza, il prodotto interno lordo
Vi è ora chiaro il motivo per il quale il dato macroeconomico sulle vendite al dettaglio rappresenta uno di quelli più seguiti e il motivo per cui, spesso, lo stesso ha ricoperto un ruolo di market mover? Probabilmente ora avrete le idee più chiare.
3. IL SETTORE RETAIL E LA SUA CORRELAZIONE CON L’INTESITA’ ECONOMICA
Chi sono alcuni dei diversi attori che controllano l’intensità economica? Siamo noi.
Siamo noi che accediamo al credito per investire in immobili e beni strumentali (variabile “I” della formula del PIL) o che acquistiamo beni durevoli, non durevoli e servizi (variabile “C”).
Questo significa che:
• Se l’intensità economica rallenta o, viceversa, si pensa rallenterà, significa che noi consumatori tendiamo o tenderemo a consumare meno
A un minor consumo corrisponderanno vendite al dettaglio più deboli.
La domanda ora sorge spontanea:
“Quali sono quei settori dell’economia che potrebbero soffrire di un contesto di questo tipo”?
Saranno quelli più legati alle vendite al dettaglio. Essi appartengono al settore retail. Un ETF che replica il movimento dello stesso è l’SPDR S&P RETAIL ETF (osservabile nella figura successiva), con ticker XRT:
Le prime 10 società che compongono l’ETF sono:
• Carvana Class A: 1.96%
• Amazon: 1.71%
• Gamestop: 1.71%
• National Vision Holdings: 1.64%
• Upbound Group Inc: 1.64%
• Camping World Holdings: 1.60%
• Ollie’s Bargain Outlet Holdings: 1.57%
• O’Reilly Automotive Inc: 1.55%
• Grocery Outlet Holding: 1.53%
• Dollar Tree Inc: 1.52%
I “sottosettori” compresi all’interno dell’ETF sono mostrati nella figura successiva:
La prossima grafica mette a confronto, su grafico mensile, il settore stesso con le vendite al dettaglio; esiste o no una correlazione tra essi?
Direi di sì: l’impatto del dato macroeconomico sul settore è lampante.
Probabilmente vi chiederete:
“Il settore retail, quindi, può essere utilizzato per misurare il sentiment degli investitori sull’economia”?
Beh…sì! Gli investitori, infatti, acquisteranno azioni delle società del settore quando le stesse saranno capaci di generare utili.
Per un ulteriore conferma si potrebbe utilizzare come “indicatore” il copper/gold ratio vista la sua funzionalità; che correlazione esiste tra esso e il settore retail? Come mostra la figura successiva:
La correlazione è diretta (calcolata su timeframe settimanale).
4. CONTESTO NEGATIVO PER ILSETTORE RETAIL: OPPORTUNITA’ SHORT?
Considerato il contesto economico, è possibile trovare delle opportunità “short” sull’ETF?
Analizziamo il grafico dal punto di vista tecnico.
Come mostra la figura successiva, il prezzo si trova in una lateralizzazione dal secondo trimestre del 2022. Due sono le strutture di prezzo più importanti:
• La resistenza dei 75$, testata dal prezzo il 16 agosto 2022 e il 2 febbraio 2023
• Il supporto dei 57$/59$, testato 9 volte
Dando uno sguardo più attento è possibile osservare la formazione di un pattern ribassista:
Un testa e spalle.
La rottura al ribasso della sua neckline con successivo breakout ribassista del supporto potrebbe dar via a un nuovo impulso “negativo”.
Questo accadrà? Lo commenteremo assieme. Per ora è importante considerare che questo settore, all’interno del contesto macroeconomico attuale, non dovrebbe essere rialzista, bensì il contrario.
Probabilmente, nella prossima analisi, andrò a ricercare qualche azienda dell’ETF analizzato con dei possibili segnali “short”.
Qualora qualche concetto fosse stato poco chiaro, attendo un vostro commento.
Buona giornata.
Retail
SELL OFF SUI MERCATI?BUONGIORNO FOREX DEL 25.01.2022
SELL OFF SUI MERCATI
Giorni ad alta volatilità questi che stiamo vivendo sui mercati ,siamo oramai alla vigilia dell’appuntamento con la FED e gli umori si alternano tra le incertezze generate dalla dubbia congiuntura macro USA , le prospettive di trimestrali non cosi brillanti come si poteva immaginare, e i timori di una possibile recessione che non sembrano scongiurati.
Il comparto equity ieri ha mostrato ancora price action degne di un panic selling in piena regola, portando indici come il NASDAQ a toccare le soglie del -4.50% in intraday, cosi come l’ SP500 alle porte del -4%, e anche in Europa il dax non è stato da meno.
Siamo all’ultima settimana di gennaio 2022 e i listini mondiali si presentano cosi: nasdaq -13.25% , sp500 -9.14% , dj -6.71% , dax -4.60% , italy40 -4.11% .
Il valutario in tutta risposta, mostra un brillante yen giapponese, che con un +13.85% totale contro le altre majors, ha svolto egregiamente il suo lavoro di ricopertura nella fase di risk off, seguito dal dollaro americano, che con un +5.15% totale sembra voler tenere il passo come valuta rifugio.
Male ovviamente le valute cosiddette da investimento , o anche commodities currencies, come il dollaro neozelandese, che segna un disastroso -13.57% totale seguito dal dollaro australiano con un -10.35%.
Ovvia la risposta dei retail, che oggi si trovano in posizione short dollari con un 69% corto , rispetto al 58% visto ieri mattino, anche la caduta della sterlina, vede ingressi long da parte dei trader retail che stamattina si trovano al 64% long rispetto al 59% short di ieri.
Restano ancora sostenuti gli acquisti di dollaro neozelandese, che vede oggi i retail long al 86% in scia con l’87% visto ieri.
Sul fronte dati, stanotte sono stati pubblicati i dati sull’inflazione in Australia, che ha mostrato un +3.5% su base annuale, rispetto al +3.0% precedente e un +1.3% su base mensile, lasciando i paesi oceanici ancora molto indietro sul fronte inflazione rispetto al mondo occidentale, dando giustificazione alle banche centrali per non intervenire nel cambio di politica economica.
Seguiremo come sempre insieme le dinamiche dei mercati che ci porteranno all’appuntamento chiave di domani sera con la FED
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
BITCOIN, SPREAD TITOLI DI STATO,GOOGLE TRENDS E DIVERSI SETTORISalve ragazzi, stamani voglio parlarvi di una correlazione che negli ultimi tempi si sta venendo a verificare tra il Bitcoin e i cicli economici, utilizzando anche uno strumento come google trends con il fine di capire l’appetito che hanno i retailers verso la crypto.
La correlazione, in particolare, è tra il Bitcoin e lo spead tra i rendimenti dei titoli di Stato Usa a 10 anni e quelli a 2 anni. Questo tipo di rapporto, direi diretto, si è venuto a creare negli ultimi tempi, in particolare allo scoppio della pandemia, dopo il crollo dei mercati finanziari a marzo 2020. La correlazione di cui parlo è questa:
Cercherò ora di provare a far chiarezza.
LO SPREAD TRA UN RENDIMENTO DI UN TITOLO A SCADENZA LUNGA E UNO A SCADENZA CORTA
Nel grafico notiamo con la linea blu lo spread (ossia la differenza) tra i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni e i rendimenti dei titoli di stato a 2 anni. La forma e il trend di questo spread danno tipicamente informazioni utili riguardo il mondo obbligazionario e le aspettative relative all’economica presente e futura da parte degli investitori. Uno spread con un trend rialzista, come quello visto tra la fine di febbraio 2020 e fine marzo 2021, va ad identificare una curva dei rendimenti “steeping” o “inclinata positivamente”; si ha uno spread o viceversa una curva dei rendimenti di questo tipo quando i rendimenti delle varie obbligazioni a diversa scadenza salgono, creando appunto un inclinazione positiva; si ha una forma di questo tipo quando gli operatori iniziano a scontare una ripresa/espansione economica o per paura di inflazione: è così che vanno a concentrarsi su strumenti a più alto rischio e rendimento (azioni) e scaricano strumenti a basso rischio, ossia obbligazioni: per il rapporto inverso che esiste tra obbligazioni e rendimenti, più si vendono obbligazioni e più i rendimenti salgono, quindi più obbligazioni si vendono a tutte le scadenze, più la curva si inclina positivamente e più lo spread tra i 10 anni e i 2 anni si allunga (stessa cosa vale per lo spread a 20 anni meno quello a 1 anno).
Viceversa, quando si prevede un rallentamento economico (in particolare, quando la banca centrale alza i tassi di interesse per calmierare l’inflazione venutasi a creare in ripresa/espansione economica), la curva dei rendimenti tende ad appiattirsi, soprattutto nelle scadenze lunghe (a 10,20 e 30 anni, come sta accadendo appunto ora) e di conseguenza lo spread va a restringersi. Perché lo spread si restringe? Perché in linea teorica gli investitori scaricano obbligazioni a breve scadenza (questo perché non conviene tenere obbligazione quando il tasso di guadagno reale, ossia quello aggiustato all’inflazione, è praticamente nullo) facendo di conseguenza salire i rendimenti, e comprano obbligazioni a più lunga scadenza, scontando un’economia stabile nel futuro e non nel presente, facendo di conseguenza scendere i rendimenti e andando, quindi, a restringere lo spread.
Per maggiori informazioni, vi allego qui un’idea pubblicata riguardo il mondo obbligazionario e la curva dei rendimenti. Spiego tutto in maniera più dettagliata:
LA MODA DEL BITCOIN
Lo so, il titolo è un pò provocatorio. Il bitcoin è un asset che spopola già da diverso tempo tra tutti gli operatori. Agli operatori voglio aggiungerci anche tantissimi retailers che si sono aggiungi al treno del 2020, quando il suo prezzo è iniziato a crescere in maniera impressionante: basti pensare che nell’impulso del “lockdown”, il prezzo ha fatto segnare un esorbitante +700% circa. Questo è probabilmente ciò che ha interessato praticamente tutti: un asset che cresce e basta, sicuro e che ti permette, comunque vada, di guadagnare. Non avete mai sentito dire in questi ultimi 2 anni frasi del tipo:
“Compra bitcoin, sale e basta..buttati sulle crypto, diventerai ricco..le crypto sono l’unico modo per guadagnare in maniera sicura…le crypto sono lo strumento migliore del mondo…”
Ebbene..io si! E non poche volte, ma tantissime. Detto che le crypto, con le strategie giuste, sono tradabili (come qualsiasi altro strumento), il “compra le crypto, saliranno sempre” mi ha spinto a scrivere questa idea.
Ho innanzitutto utilizzato “google trends”, che è uno strumento utilissimo che ci permette di tracciare la quantità di parole ricercate sul motore di ricerca google, appunto. Ho digitato la parola “bitcoin”, impostando i settaggi in maniera da tracciare il numero di volte in cui la parola è stata cercata da 2012 ad oggi e mi è apparso questo grafico che ora analizzeremo:
trends.google.it
Guardando il grafico, notiamo essenzialmente due picchi: uno a dicembre 2017 e uno a febbraio 2021.
Ora, analizziamo il tutto riferito al grafico di BTCUSD:
Come possiamo notare, il picco di ricerca di dicembre 2017 aveva portato ad un picco del prezzo che, da qualche mese a dicembre 2017, aveva segnato un +600% circa. Stessa cosa è praticamente accaduta a febbraio 2021, tant’è che da inizi 2020 allo stesso febbraio 2021 il prezzo ha segnato una performance del +700%. Cosa possiamo notare da ciò? Che sembra che ci sia abbastanza correlazione tra il numero di volte in cui la parola viene ricercata e la perfomance relativa: più la parola è di moda, più il prezzo sale (e da qui deriva il titolo provocante).
Continuando a riferirci al grafico di google trends, vediamo come il trend, dopo aver formato una sorta di doppio massimo tra febbraio e maggio 2021, è sceso e ora sta lateralizzando. L’appetito verso il Bitcoin sta finendo? Chi lo sa.
CORRELAZIONE SETTORI DIFENSIVI E BITCOIN
Vi riporto ora la correlazione che ha avuto il Bitcoin con i 3 settori difensivi dell’S&P500: il settore dei beni di prima necessità, il settore utilities e quello sanitario. Vediamo come tutti e 3 i settori abbiano avuto una correlazione inversa con la crypto, fatta eccezione del settore sanitario tra la metà e la fine del 2020 (XLV è probabilmente salito in quell’arco temporale poichè gli operatori scontavano il fatto che il settore, appunto, avrebbe trovato un rimedio al covid creando un vaccino).
Vi siete chiesti il motivo per cui ho cercato questa correlazione? Per un semplice motivo: i settori difensivi vengono considerati tali per il fatto che vanno ad apprezzarsi in momenti di incertezza economica e relativa (o possibile) instabilità: questo lo considero una sorta di “termometro” del rischio che c’è nel mercato: è normale che se salgono settori difensivi a dispetto di settori ad alta crescita come quello, ad esempio, tecnologico, l’appetito al rischio è basso. E guarda caso, quando l’appetito al rischio è basso, salgono le difensive ma si deprezza l’asset che per sé è il più rischioso, ossia BTC.
Vediamo come la correlazione sia diversa se BTC viene paragonato a XLK (settore tech), etf che viene scambiato di più quando l’appetito al rischio è maggiore:
La correlazione diretta, come possiamo notare dal grafico, non viene rispettata solo nel periodo tra giugno-fine luglio 2021, mentre nell’ultimo periodo XLK ha iniziato a lateralizzare e la crypto ha perso circa la metà del suo valore.
Un altro indicatore da considerare per stabilire l’appetito al rischio è a parer mio paragonare il settore growth e value, e così ho fatto:
Vediamo come dagli inizi del 2021 circa il settore growth sottoperformava quello value e BTC scendeva e, considerando via via altre tappe temporali successive, questa correlazione tra il rapporto di forza relativa tra i due settori e BTC si sia mantenuta diretta.
Riassumendo, quindi, abbiamo notato come la crypto abbia iniziato a perdere valore dal momento che è diminuito l’appetito al rischio sui mercati e dal momento che è passata un po' di moda tra i “retailers”. Adesso riguardiamo l’ultimo grafico, già visto all’inizio dell’idea:
Questo per quanto mi riguarda è il grafico più importante da guardare: se è vero che quando lo spread tra i rendimenti dei due titoli di stato che ho considerato si accorcia quando si prevede nel futuro un rallentamento economico e vista la correlazione che si è venuta a creare tra questo e la crypto, nonché tra la crypto e i settori difensivi, cosa possiamo aspettarci da Bitcoin nei prossimi tempi? Forse un trend ribassista?
GLI ENORMI STIMOLI FISCALI E IL NUMERO DI RETAILERS NATO NEL 2020
Come ultima cosa ma non meno importante, vi voglio ricordare gli stimoli fiscali donati agli abitanti dei paesi più sviluppati (come il decreto ristori in Italia, per dire). Credo che tantissimi retailers siano nati anche grazie a questi stimoli e, durante i lockdown, abbiano speso tali sussidi iniziando ad investire.
C’è da dire che ora questi stimoli sono finiti, a meno che l’economia non venga rimessa nuovamente in ginocchio. Senza questi stimoli come reagirà il mercato nel suo insieme?
Dopotutto, guardate il grafico su Google Trends della breve frase “investire in borsa”:
trends.google.it
Considerate che, da novembre 2013 fino a fine 2019, il trend era ribassista, formando via via massimi sempre decrescenti. Quando poi è scoppiata la pandemia e le persone sono state costrette a stare a casa, la ricerca della parola ha fatto segnare di nuovo dei massimi pluriennali. Questo per voi è un caso? Io non credo.
Per quanto vi riguarda, quali sono gli strumenti da voi utilizzati che vi permettono di affermare che Bitcoin continuerà a crescere nel futuro?
MATTEO FARCI
Russel 2000 - Consolidamento interessante
Nell’analisi dei vari segmenti del mercato, merita sempre un approfondimento lo studio del Russel 2000.
Il Russel 2000 è un indice azionario composto da aziende a piccola capitalizzazione e può essere di aiuto nell’analisi delle dinamiche dei mercati finanziari, considerando che fornisce una fotografia del tessuto aziendale del mercato americano, al netto dei “colossi” (es. FAANG) e di aziende operanti su scala globale.
Dai minimi del COVID l’indice ha espresso una massima performance vicino al 150%. Da marzo 2021 possiamo notare come tenda a fluttuare in un range di valori ben definito, simile ad un consolidamento, con relativa compressione di volatilità.
Con ogni probabilità la fase laterale può essere un “passaggio di mani” tra smart e dumb money nella quale possono presentarsi due eventualità:
• Gli smart money (Commercials, Large Speculators) realizzano i profitti, passando le azioni ai dumb money (per lo più retail) liquidando le posizioni. In questo caso, le quotazioni non troveranno più la spinta ed i volumi degli istituzionali e saranno destinate a cadere;
• Gli smart money accumulano nuove posizioni, in virtù di eventuali aspettative al rialzo.
In ogni caso, la fase di compressione è destinata a risolversi verso chi ha aspettative rialziste o ribassiste.
Come poter interpretare questi segnali?
L’analisi tecnica ci insegna a non provare a “prevedere” il mercato, piuttosto a leggere il presente, analizzando i prezzi, osservando i comportamenti degli operatori e prendere posizione di conseguenza.
Chiunque fosse entrato a mercato durante la fase di consolidamento del Russel, avrebbe impiegato il proprio capitale per 7 mesi, senza ottenerne alcun ritorno.
Più saggio potrebbe essere attendere la direzionalità delle quotazioni ed il verificarsi di un evento di breakout al rialzo o al ribasso della struttura evidenziata per provare poi a seguire il trend, accodandosi alle scelte di chi determina il movimento del mercato intero.
In questo caso l'analisi è stata condotta utilizzando un ETF Ishares, ma lo stesso avrei potuto fare con un qualsiasi SPDR - Invesco - Amundi - Xtrackers.
$JD Negozio made in china online e retail tenta la scalataL' advisor MarketMiracle ha dato oggi un segnale di ingresso per una posizione LONG nel titolo $JD
La società è sostanzialmente un big store online e retail largamente diffuso e conosciuto in tutta la cina.
Attraverso il suo store online sta cercando di puntare anche all'estero fornendo il portale nelle varie lingue.
Ho verificato su alcuni miei siti di riferimento la situazione e la posizione degli analisti secondo i quali la società ha attualmente un prezzo scontato rispetto al prezzo fair.
Considerando questo ho voluto allora approfondire il grafico alla ricerca di una possibile conferma per il segnale accorgendomi che il titolo ha subito un potente ritracciamento dai suoi recenti massimi storici e che ora, a fronte di ottimi dati macro ha velocemente curvato verso la risalita.
Stando all'unione delle due analisi sopra mi aspetto una conferma del segnale di MarketMiracle ma si sa, nel mercato il diavolo può metterci sempre lo zampino.
Questa idea è basata sul segnale generato dall'advisor MarketMiracle di cui potrai trovare il link scorrendo in fondo a questa pagina.
EUR/USD quasi IPERVENDUTO con volumi interessanti!Salve,
In questi giorni abbiamo assistito ad uno scarico di posizioni Istituzionali sulla vendita del FUTURE EUR/USD , la zoma principale di ipervenduto è 1.0985, punto dove l'EUR/USD tenterà un piccolo allungo rialzista di correzione sempre al di sotto di 1.11 , infatti quel livello verrà difeso da tutti gli istituzionali posizionati al ribasso.
AudUsd ad un bivio, consigliato atteggiamento FLATDue possibili scenari vista la configurazione grafica attualmente in essere:
1) per i trend follower siamo in prossimità di un importante trendline Daily e indicatore stocastico che palesa una imminente fase ribassista
2) Creazione di un Doppio Minimo d’inversione rialzista attivato dal superamento del massimo intermedio.
Monitoriamo attentamente la chiusura settimanale per capire quale direzione prenderà questo mercato.
Interessante anche quanto ci dice l’analisi del posizionamento retail, 72% SHORT il che ci porta a dare maggiori possibilità per il LONG
Buon trade