WisdomTree - Tactical Daily Update - 19.06.2024E’ di nuovo la “tech” a spingere in alto i listini azionari Usa.
La corsa di Nvidia è inarrestabile: ora è nr. 1 Mondiale per capitalizzazione di mkt.
Clima più disteso sul fronte politico francese: salgono le Borse UE.
Inflazione Europea confermata a +2,6% a Maggio, si spera in calo a giugno.
Non ci sono state novità dal dato definitivo sull’inflazione Europea di maggio: la variazione annuale conferma +2,6% a maggio, in risalita da +2,4% di aprile, con mese in corso che potrebbe segnare un calo, grazie al confronto con un giugno 2023 “caldo”.
In Francia, a tranquillizzare i mercati, ci pensa Marine Le Pen, leader del Front National, partito di destra radicale, che promette di collaborare in un’eventuale Governo col Presidente Emmanuel Macron: si placano, almeno momentaneamente, le paure innescate la scorsa settimana dal voto per il Parlamento europeo, che ha visto una forte avanzata delle “destre” in diversi Paesi europei, tra cui la Francia.
Cosicchè, dopo la scivolata post-voto europeo, anche ieri le Borse europee sono tornate a salire: Milano è stata la migliore, +1,24%, Parigi +0,76%, Londra +0,62%, Francoforte +0,36%.
Poco importa che anche nel Vecchio Continente la prospettiva di una rapida discesa del costo del denaro sia sempre più labile: ieri, 18 giugno, il vice Presidente della Banca centrale Europea Luis de Guindos, ha dichiarato che "le proiezioni vengono aggiornate ogni 3 mesi, la prossima volta a settembre, e questo è uno dei momenti più significativi e interessanti...per decidere l'evoluzione dei tassi d’interesse".
Caduta dunque l’ipotesi di un nuovo taglio alla prossima riunione di luglio, i mercati guardano ora a settembre come prima data utile per la riduzione dei tassi.
Negli Stati Uniti Wall Street continua ad aggiornare record grazie alla straordinaria performance delle azioni big-tech: ieri abbiamo registrato il 31’ massimo storico dell’indice S&P500, +0,25%, e gli ulteriori piccoli progressi del Dow Jones, +0,15%, facendo chiedere a molti operatori se ci si trovi al cospetto di una nuova “bolla”. Nvidia ha superato Microsoft ed ora, per valore, e’ la nr 1 al Mondo.
L'economia Usa “tira”, creando le condizioni per un mercato del lavoro molto prospero e consumi privati in solido progresso, ma l’inflazione stenta a scendere, e la prospettiva dei tagli dei tassi diventa una sorta di “orizzonte fuggente”, come rivelano le parole di Patrick Harker, Presidente della Regional Fed di Philadelphia: “un solo taglio ai tassi, sulla base dei dati attuali, è la previsione più appropriata”.
Macro Usa: a maggio le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono salite solo +0,1% mese su mese, contro attese di +0,2%, da confrontare col -0,2% di aprile (rivisto dall'iniziale +0,0%). Su base annua crescono del +2,3%, la dinamica più contenuta degli ultimi 12 mesi: ciò pare testimoniare l’atteso rallentamento della fiducia e dell’incontenibile smania consumista delle famiglie Usa.
Tuttavia, dopo i dati in leggero raffreddamento sull’inflazione Usa di maggio, è salita la probabilità di un taglio a settembre: secondo il FedWatch Tool del Cme Group, dal 46,8% di mercoledì scorso, data in cui la FED, come previsto, ha lasciato i tassi invariati, è salita all’odierno 56,7%.
Di segno opposto l’andamento della produzione industriale Usa, che a maggio è andata meglio delle attese, +0,9%, sopra le attese di consenso che vedevano un aumento di +0,3%.
Macro Europea: in Germania l'indice Zew, sondaggio condotto su una base di 350 operatori economici, sembra migliorare la fiducia sul futuro dell'economia: l’indice resta in territorio negativo, cioè sotto la soglia di 50, ma è risalito a giugno a 47,5 punti dai 47,1 di maggio.
Regno Unito: rallenta il tasso d’inflazione: il +2,0% di maggio è il più basso da luglio 2021, ed il suo calo dal +2,3% di aprile era previsto. Su base mensile l'indice dei prezzi al consumo (CPI) è salito +0,3% a maggio, come nel mese precedente. L'inflazione è dunque scesa al target del 2% anelato dalla Banca d'Inghilterra, facendo sperare nel 1’ taglio dei tassi in una delle prossime due riunioni della BoE.
Clima più disteso, forse grazie ai toni più pacati sulla prospettiva politica francese, anche sul comparto obbligazionario: lo spread tra Btp decennale italiano e omologo Bund tedesco è sceso a 148 bps, mentre il rendimento del BTP 10 anni benchmark e’ calato a 3,85%. Anche negli Usa s’è vista un’interessante discesa dei rendimenti dei Treasury bonds: quello del decennale ha perso -6 bps a 4,22%.
Il generale clima di “risk-on” ha favorito il recupero del prezzo del petrolio: quello del Wti è salito +1,1% a 81,2 Dollari/barile. In rialzo, +1,6% a 34,8 Euro/MWh, quello del prezzo del gas naturale europeo sulla piattaforma TTF Amsterdam.
Oggi, 19 giugno, le Borse Europee sono ripartite incerte, confermando tuttavia i progressi dei primi 2 giorni della settimana: uno dei momenti più attesi è quello della pubblicazione, da parte della Commissione Europea, delle procedure per eccesso di deficit dei Paesi membri, che interesserà certamente Italia e Francia.
L’euforia per Nvidia e la tecnologia ha di nuovo contagiato i comparti “tech” listini asiatici, ed in particolare Taiwan, Corea e Giappone dove molte società quotate fornitrici di componenti potrebbero giovarsi dei piani di sviluppo di Apple ed altre “big” americane e cinesi nell’Intelligenza Artificiale. Brilla Hong Kong, +2,9%, e Seoul 1,2%. Piccolo progresso per Tokio, +0,3%.
Oggi, 19 giugno, Wall Street sarà chiusa per le celebrazioni di Juneteenth, cioè la fine della schiavitù negli Usa.
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Pausa di riflessioneGiornata interlocutoria per le borse, con i tre principali listini Usa, vicino ai massimi ma senza grandi slanci (e ci mancherebbe, vien da dire). L’S&P500 e il Nasdaq hanno chiuso in prossimità dei livelli record toccati nella sessione precedente, in attesa di qualche dichiarazione che potesse sbloccare le price action di breve. Intanto, le vendite al dettaglio sono aumentate meno del previsto a maggio, segno che la spesa dei consumatori si sta raffreddando, sebbene la produzione industriale abbia superato le previsioni.
Il settore energetico ha registrato i maggiori guadagni, mentre i servizi di pubblica utilità, i servizi di comunicazione e i beni di consumo voluttuari sono risultati in rosso. Le megacap sono apparse contrastate, con Apple (0,4%) e Nvidia (0,5%) in aumento mentre Amazon (-0,6%), Meta (-0,3%) e Alphabet (-0,6%) in rosso.
VALUTE
Giornata di trading range con una leggera tendenza del dollaro ad indebolirsi, eccetto che contro Jpy. Il tutto in ragione di vendite al dettaglio peggiori delle attese negli Usa, che hanno alimentato un aumento del risk on sul valutario, che però ha riguardato euro, sterlina e oceaniche, mentre il franco svizzero ha continuato a salire contro dollaro ed euro come se vivessimo una condizione di panic selling generalizzata.
Ormai le correlazioni, anche all’interno del forex, vivono alternanza di momenti di regolarità a periodi di randomizzazione delle price action che sono derivate dai vari posizionamenti su ogni coppia, in modo abbastanza casuale. Le majors si sono mosse in 30 40 pip così come i cross, eccetto forse ChfJpy sui massimi storici s 178.80. EurChf ancora in ribasso con minimi a 0.9482. UsdChf che ha rotto al ribasso 0.8880 fino a scendere a 0.8830, dove forse la SNB ha cominciato a chiedere qualche prezzo. Per il resto price action dominate da poche oscillazioni e movimenti assai ridotti.
WILLIAMS PIU’ ACCOMODANTE, COLLINS NO
Ieri ha parlato Williams, della Fed di New York, e le sue parole non sono passate inosservate, in quanto ha finalmente ammesso il calo dell’inflazione. Ha ribadito inoltre che i tassi di interesse scenderanno gradualmente, man mano che l’inflazione scenderà, in un contesto in cui il mercato del lavoro rimane molto forte con alcuni segnali di rallentamento. Ha poi aggiunto che l'inflazione al 3% non è la nuova regola, poiché la Fed la porterà comunque al 2%.
I recenti dati sui prezzi, in tal senso sono comunque incoraggianti, e porteranno ad una riduzione graduale dei tassi. Il Presidente della Fed di Boston, Collins, anch’essa intervenuta ieri pomeriggio, ha dichiarato per contro che è troppo presto per dire se l’inflazione scenderà al 2%, e ci vuole pazienza prima di abbassare il costo del denaro. L’economia è resiliente, e il ripristino della stabilità dei prezzi potrebbe richiedere più tempo di quanto non si pensasse.
VENDITE AL DETTAGLIO
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate dello 0,1% su base mensile a maggio 2024, dopo un calo dello 0,2% rivisto al ribasso in aprile e al di sotto delle previsioni dello 0,2%, in un altro segnale che il sentiment dei consumatori si sta raffreddando. Le vendite di articoli sportivi, hobby, strumenti musicali e libri hanno registrato l'aumento maggiore, seguite da abbigliamento, concessionari di automobili e ricambi. Altri aumenti sono stati osservati anche nel settore dell’elettronica ed elettrodomestici.
Al contrario, le vendite nelle stazioni di servizio sono diminuite, così come quelle nei negozi di mobili. In calo anche le vendite nei servizi di ristorazione e nei luoghi di consumo. Nel frattempo, le vendite esclusi i servizi di ristorazione, i concessionari di automobili, i negozi di materiali da costruzione e le stazioni di servizio, utilizzati per calcolare il PIL, sono aumentate dello 0,4%, dopo un calo dello 0,5% in aprile.
PETROLIO
Ieri, i prezzi del greggio WTI si sono mantenuti intorno a 81,5 dollari al barile, attestandosi ai livelli più alti delle ultime 7 settimane, in ragione dell’escalation del conflitto in Europa orientale e Medio Oriente, che hanno riacceso le preoccupazioni sull’offerta. In Russia, un attacco di droni ucraini ha causato un incendio in un terminal petrolifero in un importante porto, mentre un alto funzionario israeliano ha avvertito di un'imminente "guerra totale" con Hezbollah libanese.
I prezzi del petrolio, in queste condizioni geopolitiche, non possono che rimanere alti, e se poi consideriamo che il mercato rimane sostenuto anche da robuste previsioni di crescita della domanda globale, con l’OPEC, l’IEA e l’EIA statunitense che prevedono tutte una solida crescita della domanda di petrolio nella seconda metà di quest’anno, il quadro che viene fuori è chiaramente favorevole ad un rialzo dei prezzi. Inoltre, i principali membri dell’OPEC+ come Russia e Iraq hanno riaffermato la loro adesione alle quote di produzione, mentre l’Arabia Saudita ha indicato la volontà di adeguare la produzione in risposta alle condizioni di mercato. Nel frattempo, i dati del settore hanno mostrato che le scorte di greggio statunitense sono aumentate di 2,264 milioni di barili la scorsa settimana, sfidando le previsioni di un calo di 2,2 milioni di barili.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Today’S Trading del 13.06.2024 – FED ,ANCORA DATA DEPENDENT!Today’S Trading del 13.06.2024 –
🔴 FED ,ANCORA DATA DEPENDENT!
MACRO BACKGROUND
Come da attese la FED lascia invariato il costo del denaro e non modifica il mantra che la sta guidando da inizio anno : “rimaniamo legati ai dati”!
Si può ora meglio comprendere come mai ieri il mercato ha reagito con maggior veemenza ai dati sull’inflaziona, piuttosto che alla riunione FED che rimane per il momento solo un appuntamento di conferma , ma che non svela alcuna sorpresa dul futuro.
I mercati seguono il motto della FED e si legano all’andamento dei dati sull’inflazione come per il mercato del lavoro ed il GDP, adeguando di volta in volta la propria view futura sulla base della congiuntura macroeconomica, pertanto se i dati dei NFP avevano dato un boost rialzista al dollaro generando aspettative su tassi ancora alti per lungo tempo, ieri i meravigliosi dati sull’inflazione hanno riacceso la speranza di una FED piu vicina ai target e quindi pronta a tagliare il costo del denaro.
Una danza che non finirà cosi presto, ieri sera il FOMC ha dato proiezione sulla congiuntura macroeconomia USA, non modificando l’aspettativa sul GDP, ma alzando le stime per disoccupazione e inflazione. La FED si attende che la disoccupazione possa salire al 4.2% e l’inflazione rimanese anche per il prossimo 2025 oltre il 2%, target che non sembra possibile prima del 2026.
Le prospettive negative della FED lasciano quindi aperta la porta a soli 2 tagli tassi entro la fine di questo 2024, senza migliorare dunque i toni da falco di Powell che sebbene noti un calo dell’inflazione, non può dirsi soddisfatto nè pronto a ridurre le pressioni sulla politica monetaria.
FOREX
Il mercato valutario resta in balia dei market movers, se con i NFP il dollar Index si era portato al test delle resistenze di 105.50, ieri con l’inflazione in netto calo su tutta la linea è tornato al punto di partenza di 104.25, per chiudere poi al 50% di questo range a 104.75 dopo le parole di Powell.
Nessuna reale direzione in relatà possiamo dichiarare per il dollaro americano, che resta come la FED data dependent , il che renderà ancor apiù interessanti i dati Usa di questa estate.
Da far nota ancora la sterlina, che resta al momento asset migliore dell’anno, con una performance media del 4.41% da inizio 2024, superando il dollaro USA che resta al +3.74%. si portano al test delle resistenze dunque tutti gli asset sterline, tra i quali segnaliamo gbpchf, al test di 1.1450-75, ancora gbpjpy che aggiorna i massimi a 200.95, complice la debolezza strutturale dello yen.
EQUITY
Non si ferma l’euforia sul mercato azionario USA, dopo i dati sui NFP è seguita la news dell’AI per Apple e abbiamo concluso ieri con gli splendidi dati sull’infalzione, una serie di eventi che ha portato il nasdaq da 18500 a 19913, prossimo ai 20000 pnt! il mondo tech continua la sua corsa, ed ogni buona notizia alimenta un rally infinito contro il quale è impensabile posizionarsi.
Anche SP500 non è da meno con un +4.70% da inizio Giugno che lo porta a 5500 pnt in un rally rialzista senza storni.
Più cauta l’Europa, che alle prese con le elezioni europee trova un DAX sotto le resistenze dei 18700 pnt , il CAC40 sotto i 7900 ed ora anche UK100 in down trend sotto 8300 pnt.
COMMODITIES
Poche novità anche per il mondo delle commodities, con i metalli che restano fermi al palo, il gold incapace di superare i 2360$, ripiega a 2330$, il silver non da meno tenta affondi sotto i 29$. Stabile anche il WTI che non va oltre i 79.50$ e lateralizza a 778.25 dopo la buona ripartenza dai minimi di 72.20$
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
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Fed nulla di fatto, come previstoLa Federal Reserve ha mantenuto, come previsto, l'intervallo obiettivo dei Fed Funds stabile tra il 5,25% e il 5,50%, per la settima riunione consecutiva. I rappresentanti del Fomc, hanno lasciato intendere che non è ancora il momento di ridurre i tassi finché non saranno certi che l’inflazione si sta muovendo in modo sostenibile verso il 2%. Nel frattempo, il dot plot mostra che i politici prevedono solo un taglio dei tassi quest’anno e quattro riduzioni nel 2025.
A marzo, la Fed prevedeva tre tagli nel 2024 e tre nel 2025. Per quel che riguarda le previsioni, la Fed non ha apportato revisioni alle proiezioni di crescita del PIL e vede ancora l’economia in espansione del 2,1% nel 2024, del 2% nel 2025 e nel 2026. Nel frattempo, l’inflazione PCE è stata rivista al rialzo per il 2024 e per l’anno prossimo, ma è stata mantenuta al 2% per il 2026. Anche l’inflazione core PCE è stata rivista al rialzo al 2,8% nel 2024 (rispetto al 2,6%) e nel 2025 (2,3% rispetto al 2,2%), ma è stata mantenuta al 2% per il 2026. I
l tasso di disoccupazione è previsto al 4% per il 2024, stesso come previsto a marzo, ma è atteso leggermente più alto al 4,2% nel 2025 (contro il 4,1%). Va ricordato che dopo la pubblicazione dell’inflazione, secondo lo strumento FedWatch del CME, i mercati vedono una probabilità di un taglio dei tassi di settembre superiore al 70% rispetto al 52% di un giorno fa. Inoltre, la probabilità di tagli è aumentata all’84% a novembre e al 96% a dicembre. Il mercato quindi resta ancora orientato, a differenza dei rappresentanti del board, verso più di un ribasso del costo del denaro.
AZIONARIO NO STOP
Inarrestabili, ancora una volta, le borse americane, con nuovi record storici per l'S&P 500, in rialzo dello 0,9%, per il Nasdaq che ha guadagnato l'1,2% e non è lontano dai 20 mila punti, e per il Dow Jones, in rialzo di circa 265 punti. I dati sull’inflazione inferiori alle attese per gli Stati Uniti hanno di fatto provocato un piccolo terremoto, perché aumentano decisamente le probabilità che la Fed possa tagliare i tassi di interesse quest’anno, e più di una volta.
Il settore immobiliare è stato di gran lunga quello che ha guadagnato di più, seguito dal settore tecnologico e dai materiali. Le megacap sono salite ancora, Microsoft (0,5%), Apple (1,5%), Nvidia (2,3%), Meta (0,6%) e Alphabet (1,6%), mentre Amazon si è stabilizzata. Oracle balza di circa l'11,7% dopo che la società ha annunciato accordi cloud con Google e OpenAI. Le azioni di Home Depot sono aumentate fino al massimo di 4 settimane di 348,92 dollari.
VALUTE
Crollo inatteso del dollaro, dopo la pubblicazione del CPI Usa, uscito inferiore alle attese, con l’EurUsd che dai minimi di ieri a 1.0720, ha riguadagnato oltre 120 pip in poche ore per poi chiudere intorno a 1.0800, dove lo troviamo oggi. Anche il Cable da 1.2730 è salito fino a 1.2860 per poi perdere quasi 100 pip, quindi più di EurUsd, per effetto del recupero di EurGbp, che da 0.8420 di ieri, ha risalito la corrente fino a 0.8455 area.
A sorpresa invece il UsdJpy, dopo aver perso quasi 180 pip da 157.50 a 155.70, ha recuperato quasi tutto tornando in area 157.20. Quindi tutto il mercato, dopo la discesa del biglietto verde, ne ha visto un recupero più o meno marcato con i prezzi che si sono stabilizzati intorno al 50%, eccetto lo Jpy, dei movimenti di ieri sera. A questo punto vedremo se prevarranno le forze pro-dollaro, che riguardano la crisi politica europea, oppure quelle che vedono più tagli dei tassi negli Usa in ragione di una congiuntura che mostra evidenti crepe.
USA, CPI IN CALO
Il tasso di inflazione negli Stati Uniti è, a sorpresa, salito meno del previsto, al 3,3% a maggio 2024, il livello più basso degli ultimi tre mesi, rispetto al 3,4% di aprile e alle previsioni del 3,4%. L’inflazione è diminuita per i generi alimentari, abitazioni, trasporti e abbigliamento. Sono invece aumentati maggiormente i costi dell’energia, con in testa la benzina, il gas e l’olio combustibile.
Rispetto al mese precedente, l’indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato, e ciò rappresenta il minimo da luglio 2022, rispetto alle previsioni di un aumento dello 0,1% e dopo un aumento dello 0,3% ad aprile. Nel frattempo, l’inflazione core è scesa al 3,4% annuo, il tasso più basso da aprile 2021 e inferiore al consenso del 3,5%. Anche il tasso mensile di inflazione core è sceso dallo 0,3% allo 0,2%, migliore rispetto allo 0,3% previsto.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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Attesa per la FedNelle contrattazioni di ieri Wall Street, in particolare il settore tecnologico, ha ancora sovraperformato, con il Nasdaq che ha chiuso in positivo dello 0.88% ed Apple a +7.3% dopo aver comunicato i piani per integrare l’intelligenza artificiale nella propria tecnologia. Anche l’S&P ha guadagnato lo 0.27% mentre il Dow Jones ha ceduto invece lo 0.31%.
A salire le solite big tech, ma la ragione va ricercata anche e soprattutto in seguito al calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro, scesi dopo che l’asta sui titoli ha avuto successo con un bid to cover pari a 2.67, il più alto dal febbraio 2021.
Intanto si aspetta con interesse il dato, questo pomeriggio, dei prezzi al consumo, e soprattutto la decisione sui tassi di interesse in programma questa sera da parte della Fed. Dopo il rapporto sull’occupazione migliore del previsto di venerdì scorso, ora le probabilità di un taglio dei tassi a settembre sono scese al 52.6% rispetto al 66.9% di una settimana fa.
Nel frattempo, oggi prende il via la riunione di due giorni del FOMC e, anche se si prevede che la Fed lasci invariato i Fed Funds, analisti e investitori attendono che Powell possa illuminare i mercati su quando potrebbe in realtà arrivare il primo taglio del costo del denaro.
VALUTE
Sui cambi, dopo un tentativo di rottura delle resistenze chiave, il dollaro ha leggermente ripiegato, nonostante rimanga vicino ai punti chiave, passibili di violazione. L’EurUsd per ora ha tenuto 1.0720 per poi chiudere a 1.0750, mentre il Cable dopo essersi avvicinato a 1.2700, ha chiuso a ridosso di 1.2750.
Le pressioni relative alle questioni politiche francesi, hanno pesato all’inizio di settimana, ma tali preoccupazioni, almeno per il momento, sembrano affievolirsi, favorendo un ritorno del risk on sui mercati e quindi una correzione del biglietto verde. Tutte le altre valute contro dollaro hanno corretto, e l’appetito al rischio è tornato, almeno temporaneamente, a farsi vedere.
I rischi legati alla vittoria possibili dell’estrema destra, in Francia, rimangono, e anche se Macron manterrà la presidenza e l’autorità sulla politica estera e di difesa, la sua capacità di far approvare le leggi potrebbe essere influenzata dall’esito elettorale e dalla nomina di un nuovo Primo Ministro. Ci sono anche preoccupazioni che il presidente possa dimettersi se il suo partito si comportasse male alle prossime elezioni, suscitando timori sulla situazione fiscale e debitoria.
CINA, INFLAZIONE STABILE
Il tasso di inflazione annuale della Cina è stato pari allo 0,3% nel maggio 2024, rimanendo stabile per il secondo mese consecutivo pur risultando inferiore alle previsioni di mercato dello 0,4%. È stato il quarto mese consecutivo di inflazione al consumo, segnalando una continua ripresa della domanda interna.
I prezzi al consumo core, dedotti i costi alimentari ed energetici, sono aumentati dello 0,6% su base annua, rispetto all'aumento dello 0,7% di aprile. Su base mensile, l'indice dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,1%, la seconda volta quest'anno, mancando il consenso che era per un dato invariato, dopo un aumento dello 0,1% ad aprile.
UsdCnh non lontano dai massimi degli ultimi mesi, in area 7.2825, posizionandosi a 7.2700, in una fase di rialzo che dura dall’inizio di maggio quando i prezzi erano nella fascia di supporto chiave posta a 7.1650.
DATI UK POSITIVI TENGONO LA STERLINA VICINO AI MASSIMI
I salari nel Regno Unito, esclusi i pagamenti dei bonus, sono aumentati di un importante 6% su base annua raggiungendo 640 GBP a settimana nei tre mesi fino ad aprile 2024, lo stesso dei due periodi precedenti e in linea con le previsioni. Il settore finanziario e dei servizi alle imprese (6,9%) ha registrato i tassi di crescita regolari annuali più elevati, seguito dal manifatturiero (6,5%) e dai servizi (6,1%).
Al netto dell'inflazione, la crescita salariale in termini reali è aumentata al 2,3% dal 2,1% per la retribuzione regolare esclusi i bonus e al 2,2% dall'1,9% per la retribuzione totale compresi i bonus. Sterlina che rimane forte sopra 1.2700 e non riesce per il momento a sfondare i supporti chiave posti a 1.2670. Resistenze invece non lontane e posizionate a 1.2810 20 area.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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La settimana della FedIl prossimo mercoledì sarà un giorno critico per gli Stati Uniti, con la pubblicazione del rapporto sull'indice dei prezzi al consumo e la decisione di politica monetaria della Federal Reserve. Le previsioni suggeriscono che il tasso di inflazione annuale rimarrà al 3,4%, mentre il tasso di base potrebbe diminuire leggermente al 3,5%, un nuovo minimo di 3 anni. Rispetto al mese precedente, si prevede che l’IPC principale aumenterà a un ritmo più lento dello 0,2%, mentre l’IPC core è previsto stabile allo 0,3%.
È probabile che la Fed mantenga l’intervallo obiettivo dei fondi federali al 5,25%-5,5%, con l’attenzione del mercato sui suggerimenti di una tempistica di taglio dei tassi e sul numero di riduzioni previste per quest’anno, nonché su nuove proiezioni economiche. Altri dati chiave da monitorare durante la settimana includono il PPI, i prezzi di esportazione e importazione e la lettura preliminare della fiducia dei consumatori del Michigan.
AZIONARIO
Le azioni statunitensi hanno ripiegato venerdì, con l’indice S&P 500 che ha chiuso in ribasso dello 0,1%, al di sotto del suo massimo storico di 5.374. Il Nasdaq è arretrato dello 0,2% e il Dow Jones ha perso 87 punti, dopo che il dato relativo ai NFP ha riproposto il solito mantra, ovvero “good news are bad news” e viceversa. Ciò, secondo la maggior parte degli analisti, significa una cosa sola, niente taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Anche se molti ricordano che la vera ragione potrebbe derivare dal fatto che questo è l’anno delle elezioni e nessuno oserà modificare lo scenario economico prima di tale data elettorale, a meno di dati eclatanti sull’inflazione.
Le buste paga non agricole sono aumentate di 272.000 a maggio, superando la stima di 185.000 e l'aumento di 175.000 di aprile. Le probabilità di un allentamento della Fed a settembre sono scese drasticamente al 55% dal 68% prima del rapporto. I settori finanziario, industriale e tecnologico hanno guidato i guadagni, mentre immobiliare, materiali e servizi di pubblica utilità hanno registrato le performance peggiori.
Tra i titoli a grande capitalizzazione, Microsoft, Nvidia e Meta hanno perso ciascuno lo 0,1%, Amazon è scesa dello 0,3% e Alphabet è scesa dell'1,3%, mentre Apple è cresciuta dell'1,5%. Nel corso della settimana, l'S&P 500 ha guadagnato l'1,1%, il Nasdaq l'1,6% e il Dow lo 0,5%.
VALUTE
Sul fronte valutario, dollaro sugli scudi, a spingere tutte le valute concorrenti al ribasso, con l’EurUsd a ridosso del supporto chiave di 1.0790 00 e potenzialità di discesa, nel caso di rottura al ribasso, anche fino a 1.0600. Ma anche sterlina sembra ben indirizzata, con un primo supporto importante a 1.2670 80 al di sotto del quale potremmo tranquillamente iniziare una discesa verso 1.2460, area di minimi di inizio maggio.
UsdJpy non lontano da quel 157.60 158.00 area che potrebbe essere la “line in the sand” della BoJ che a breve sarà nuovamente messa alla prova dalla speculazione. Le oceaniche restano sopra i punti chiave ma sono scese rapidamente con i livelli chiave posti a 0.6560 e 0.6050 60 area rispettivamente per AudUsd e NzdUsd. Sale il franco svizzero con i suoi cross e quindi pressione nuovamente su CadChf, EurChf, AudChf, GbpChf e NzdChf, tutti in calo. Quanto durerà?
La nostra impressione è che il dato sui payrolls sia overvalued dal mercato e in sé porta delle contraddizioni rispetto agli altri numeri sul mercato del lavoro che nelle ultime 3 4 settimane, si sono rivelati importanti e che farebbe pensare che in fondo la Fed taglierà il costo del denaro tra settembre e dicembre. Ergo se nei il dollaro non riuscirà a sfondare velocemente le resistenze chiave, ci aspettiamo un ritorno delle valute concorrenti e una reazione significativa.
EUROPA, UNA SETTIMANA INTENSA
Nel Regno Unito, la prossima settimana sarà caratterizzata da importanti indicatori economici come il rapporto sull'occupazione, i dati mensili sul PIL, sulla produzione industriale, e sulla bilancia commerciale. Si prevede che l'economia britannica potrebbe aver registrato una fase di stallo nel mese di aprile dopo tre mesi di crescita, e che la produzione industriale probabilmente sia diminuita dopo due mesi di guadagni.
Probabilmente il tasso di disoccupazione rimarrà stabile al 4,3%, mentre la crescita media delle retribuzioni regolari dovrebbe rimanere al 5,7%. In Germania i prezzi all'ingrosso dovrebbero aumentare per il terzo mese consecutivo. Inoltre, si prevede che la produzione industriale crescerà sia nell’Eurozona che in Italia. Attenzione anche al dato sul morale dei consumatori, previsto in Svizzera, con attese positive, di raggiungimento del massimo degli ultimi 15 mesi. Non dimentichiamo poi la pubblicazione dei dati sull’inflazione di Eurozona.
Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 06.06.2024L’ECB taglierà di -25 bps, incertezza su successive mosse nel 2024.
PMI europei in ripresa a Maggio, anche per il manufatturiero.
Prezzo del petrolio depresso, aiuta la prospettiva di calo dell’inflazione.
Segnali di rallentamento del mercato del lavoro Usa: “bad news is good news”.
Il 1’ taglio al costo del denaro in Europa e’ dato per certo oggi, 6 giugno: la Banca centrale Europea, a poco meno di 2 anni dA luglio 2022, DATA d’avvio della fase di tumultuoso rialzo “anti-inflazione”, dovrebbe decidere di abbassare il tasso “repo” di riferimento -25 bps, da 4,50 a 4,25%. La speranza, tutta da verificare, è che proceda poi con altri 2 tagli entro fine anno.
Ieri, 5 giugno, una vigilia all’insegna dell’ottimismo per le Borse europee, che hanno terminato la seduta in rialzo nel giorno in cui, ad alimentare la convinzione che sia iniziata la tanto auspicata fase di “easing monetario” ha pensato sia la Bank of Canada che, 1’ Banca centrale tra quelle dei Paesi del G7, ha tagliato i tassi -25 punti base, che i dati piuttosto deboli sul mercato del lavoro Usa.
Milano ha segnato +0,68%, Parigi +0,87%, Zurigo +1,16%, Madrid +0,59%, Londra +0,18%, e l’Euro Stoxx 50 (blue chip europee) +1,65%. Molto tonica anche Wall Street, dove Nvidia ha oltrepassato 3 mila miliardi di US$ di capitalizzazione, superando Apple e diventando la 2’ societa’ Usa per capitalizzazione: Dow Jones +0,25%, Nasdaq +1,90%, S&P500 +1,18%.
Il quadro macroeconomico Usa resta solido ma si moltiplicano i segnali di rallentamento della crescita, almeno quanto basta per convincere i mercati che la Federal Reserve (FED-Banca centrale Usa) possa di nuovo accarezzare l’idea di anticipare il taglio del costo del denaro in una delle riunioni estive del FOMC (Comitato di politica monetaria).
Dopo che le offerte di lavoro (indagine “Jolts” sui posti da lavoro vacanti) sono scese oltre le attese e al minimo da febbraio 2022 pur rimanendo sopra gli 8 milioni (!!), ieri i dati Adp sulla creazione di posti di lavoro nel settore privato hanno confermato il rallentamento: a maggio 152 mila nuovi occupati, contro previsioni di 175 mila: occhi aperti pertanto oggi, sui dati generali Usa sul mercato del lavoro.
Di tenore molto diverso e sorprendentemente positivo il dato Ism (Institute for the supply management) del settore servizi di maggio, salito da 49,4 a 53,8 punti, contro attese di 50,7.
In Europa arrivano i primi segnali di ripresa congiunturale, dopo oltre 1 anno di stagnazione economica: così parrebbe testimoniare l’indice Pmi (Purchasing managers Index) di maggio, risalito al massimo da un anno nell’Euro-zona, grazie ad attività manifatturiere e di servizi che migliorano per il 3’ mese consecutivo, facendo salire il Pmi Composite a 52,2 punti dai 51,7 di aprile.
Il riaccendersi della speranza di un taglio dei tassi Usa, l’approvazione degli ETF cash su Ethereum da parte della SEC (US Security Exchange Commission) a poco più di 4 mesi da quella su Bitcoin e l’importante flusso di sottoscrizioni sui suoi ETF cash a maggio hanno dato nuovo slancio alle quotazione della maggiori “crypto currencies”: i 71.500 US$ riavvicinano Bitcoin al record di 73.798 di metà marzo.
Il prezzo del petrolio conferma la debolezza delle ultime 2 settimane ed in particolare il -4,2% di quella passata: ieri quello del greggio di riferimento Usa WTI (West texas Intermediate) e’ risalito sopra 73 Dollari/barile, ma resta ai minimi da febbraio, dopo che nel fine settimana l’Opec+ ha accorciato ad ottobre la durata dei tagli alla produzione anziché fine anno, come prevedeva il consenso.
La decisione potrebbe comportare un aumento della produzione dopo ottobre, proprio mentre le prospettive della domanda globale si stanno indebolendo, come ha descitto dall’ultimo rapporto Api (Agenzia petrolifera internazionale) che rileva ache un inatteso aumento delle scorte di greggio Usa.
La ricaduta positiva di un calo persistente dei prezzi dell’oil sarebbe la discesa dei prezzi alla produzione (PPI) e, conseguentemente, dei prezzi al consumo (CPI). Uno scenario di prezzi energetici in calo e’ corroborato anche dal ridimensionamento dell’allarme sugli approvigionamento di gas naturale all’Europa dovuto ai problemi al gasdotto Norvegese, in via di rapida soluzione.
Sul mercato valutario è ancora lo Yen giapponese a catalizzare l’attenzione: la crescita dei salari in Giappone, risultata sotto alle attese, ha contribuito a ridimensionare le aspettative sul rialzo dei tassi da parte della Bank of Japan (la prossima riunione è prevista per il 14 giugno) e ad innescare vendite sulla valuta.
Il cross Euro/Dollaro staziona sopra 1,08 attendendo il meeting ECB.
Il mercato obbligazionario Europeo non risente dell’imminente decisione sui tassi e lo spread piuù famoso, quello tra BTp decennali italiani ed omologhi Bund tedeschi, conferma da diverse settimane quota 130 bps, associato ad un rendimento del BTP decennale benchmark attorno 3,84%, stabile.
Stamane, 6 giugno, le Borse europee hanno riaperto caute, in media +0,1% (ore 9.00 CET) nel giorno in cui, accanto allo scontato taglio di -25 pbs della BCE (ECB) l’attenzione si concentrerà sulle parole usate dal Presidente Christine Lagarde nel rituale incontro con stampa ed analisti.
Sul fronte politico, segnaliamo l’avvio, in Olanda, delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo: seguiranno domani Irlanda e Repubblica Ceca.
Le Borse asiatiche hanno chiuso in maggioranza in rialzo: Tokio, Sidney, Mumbai +0,7%, Hong Kong e China A50 +0,2%. (ore 09.30 CET).
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Le borse ripiegano su dati negativiLa seduta di ieri è apparsa come una delle più contraddittorie delle ultime settimane, con mercati in decorrelazione tra di loro, e diversi asset che hanno oscillato indipendentemente dalle notizie uscite. I dati Usa, specie i Jolts openings, relativi al mercato del lavoro, usciti peggiori delle attese, avrebbero dovuto riportare euforia sui mercati, in relazione alle maggiori aspettative di cambiamento di politica monetaria della Fed, rispetto alla narrazione attuale, che ancora vede i rappresentanti della banca centrale Usa negare l’eventualità di un abbassamento dei tassi.
Invece, i principali indici statunitensi sono stati scambiati in leggero ribasso non solo relativamente alla Fed, ma anche perché cominciano a sorgere preoccupazioni sulla salute dell'economia statunitense. Le offerte di lavoro JOLTS sono scese molto più delle previsioni a 8,059 milioni, il livello più basso da febbraio 2021, segno che il mercato del lavoro si raffredda.
Nel frattempo, gli ordini alle fabbriche sono aumentati leggermente più del previsto, mentre il PMI ISM pubblicato ieri ha mostrato una sorprendente debolezza nel settore industriale. Il settore energetico è stato il più grande perdente, con Exxon Mobil in ribasso del 2,1% e Chevron in ribasso dell'1,6% dopo che i prezzi del petrolio hanno toccato il minimo di 4 mesi. Tra le megacap, Microsoft (-0,8%), Amazon (-1%), Meta (-0,5%) e Alphabet (-0,6%) hanno chiuso tutte in rosso mentre Apple (0,1%) e Nvidia (0,1%) hanno registrato piccoli guadagni.
VOLA IL FRANCO SVIZZERO
Sul mercato dei cambi, il principale vincitore di questa sessione è stato il franco svizzero che ha continuato a rafforzarsi, come se fossimo in presenza di un crollo dei mercati, in piena avversione al rischio, e addirittura un movimento da panic selling sui cross contro valuta elvetica. EurChf in poco più di 6 sedute ha perso quasi il 3 per cento, scendendo da 0.9920 a 0.9680, senza apparenti notizie, se non che il Cpi svizzero è uscito in linea con le aspettative a +1.4% su base annua. Peraltro, sotto i livelli di riferimento del 2% della SNB, un livello quindi deflattivo che potrebbe anche offrire spazio per un taglio dei tassi nel prossimo futuro.
Anche lo Jpy ha vissuto una giornata di gloria con un movimento contro dollaro che ha portato i prezzi da 157.60 a 154.50, oltre i 300 pip, guidati da liquidazioni di posizioni short Jpy accumulate da big players in questi ultimi mesi. Movimento lento e strutturale, che nulla ha a che vedere con un intervento della BoJ.
Discese importanti quindi per tutti i cross di Chf e Jpy che hanno tenuto sotto pressione anche le majors, con EurUsd e Cable che dopo aver superato quota 1.0900 e 1.2800, hanno ripiegato per effetto di vendite di EurChf, EurJpy, GbpChf, GbpJpy, nonché AudJpy, AudChf, NzdChf e NzdJpy. EurUsd e Cable quindi nel range solito senza grandi movimenti impulsivi, ma derivati dalle due valute rifugio Jpy e Chf, come detto.
Sulle oceaniche non c’è molto da dire, nel senso che Aud ha leggermente ripiegato ieri sulle aspettative di crescita del Pil inferiori alle attese ma poi nella notte ha recuperato riportandosi a 0.6650. Di fondo siamo ancora in un leggero trend rialzista.
LA TENSIONE AUMENTA MA NON SUI RENDIMENTI
Martedì il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è sceso al 4,35%, il minimo in circa tre settimane, poiché i dati recenti provenienti dagli Stati Uniti continuano a rafforzare l’opinione secondo cui la Fed è pronta ad avviare il ciclo di allentamento a settembre. Le offerte di lavoro JOLTS sono scese molto più delle previsioni, al livello più basso da febbraio 2021, segno che il mercato del lavoro continua a raffreddarsi.
Ieri, l’ISM PMI ha mostrato una sorprendente debolezza nel settore industriale, facendo scendere il rendimento di riferimento di quasi 10 punti base. Gli investitori ora vedono una probabilità del 65% di un taglio a settembre e del 77% di uno a novembre.
JOLTS DELUDENTI
Il numero di offerte di lavoro è diminuito di 296.000 rispetto al mese precedente a 8,059 milioni nell’aprile 2024, il livello più basso da febbraio 2021 e mancando il consenso del mercato di 8,34 milioni. Nel corso del mese, le offerte di lavoro sono diminuite nell'assistenza sanitaria e sociale nell'istruzione statale e locale, ma sono aumentate nei servizi educativi privati.
Va ricordato altresì che i nuovi ordini di manufatti statunitensi sono aumentati dello 0,7% rispetto al mese precedente raggiungendo i 588,2 miliardi di dollari nell’aprile 2024, lo stesso di marzo e leggermente al di sopra delle aspettative del mercato di un aumento dello 0,6%. Gli ordini per l'industria dei beni durevoli sono aumentati dello 0,6%, trainati da forti aumenti per macchinari (1,9%), metalli primari (1,3%), computer e prodotti elettronici (0,6%) e mezzi di trasporto (1,1%).
DATI IN ASIA
Nella notte sono usciti i dati sul Pil in Australia, usciti al di sotto delle previsioni, a +0,1% su base trimestrale nel quarto trimestre del 2023, rallentando rispetto a un aumento dello 0,3% rivisto al rialzo nel quarto trimestre e risultando inferiore alle previsioni del mercato dello 0,2%. Questo è stato il decimo periodo di crescita trimestrale, ma il ritmo più debole in 6 trimestri, in un contesto di domanda interna debole, un ulteriore calo degli investimenti fissi e un rallentamento del commercio netto.
Dalla Cina invece arriva il dato sul Pmi dei servizi della regione del Caixin, salito a 54,0 a maggio 2024 da 52,5 ad aprile, sopra alle previsioni di 52,6. È stato il 17° mese consecutivo di espansione dell’attività dei servizi, segnando il ritmo più rapido da luglio 2023, poiché i nuovi ordini e i nuovi ordini di esportazione sono cresciuti maggiormente in un anno grazie al rafforzamento della domanda interna ed esterna.
L’occupazione è aumentata per la prima volta in quattro mesi, con il tasso di crescita più rapido da settembre 2023, mentre il lavoro arretrato ha continuato a diminuire. Infine, va segnalato il dato sul Pmi dei servizi redatto dalla banca giapponese Au Jibun, rivisto al rialzo a 53,8 da un dato preliminare di 53,6. Detto questo, l'ultimo risultato è stato inferiore al picco di 8 mesi di aprile di 54,3, segnando la crescita più debole nel settore dei servizi da febbraio.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Peggiorano i dati USALa sorpresa di ieri è arrivata dai dati Usa che, questa volta, hanno evidenziato un rallentamento dell’Ism manufacturing Pmi, che ha indicato una contrazione più grande del previsto nel settore manifatturiero. L’S&P 500 e il Nasdaq hanno tagliato alcuni dei guadagni iniziali, ma hanno ugualmente chiuso a +0.11% e +0.56% rispettivamente, mentre il Dow Jones è passato in territorio negativo chiudendo sotto dello 0.3%.
Analisti e investitori continuano a ritenere però che la Fed taglierà il costo del denaro tra settembre e dicembre prossimi, e aspettano conferme dagli altri dati economici previsti questa settimana, tra cui il rapporto sull'occupazione, JOLTS e l'ISM Services PMI.
Sul fronte societario, Nvidia è cresciuta di circa il 3,4% mentre AMD è scesa dello 0,9%, tagliando i guadagni iniziali, poiché entrambe le società hanno presentato i chip AI di prossima generazione. Apple (1,1%) e Meta (1,7%) hanno guadagnato mentre Amazon e Alphabet sono rimaste pressoché invariate e Microsoft è stata scambiata leggermente al ribasso (-0,4%). D’altro canto, JPMorgan (-0,8%), Home Depot (-1,2%) e Chevron (-1,7%) hanno messo sotto pressione il Dow Jones.
SCENDE ISM MANIFATTURIERO USA
L’ISM Manufacturing PMI è inaspettatamente sceso a 48,7 a maggio 2024 da 49,2 di aprile, al di sotto delle previsioni di 49,6. La lettura ha mostrato un’altra contrazione per l’attività manifatturiera poiché la domanda è stata nuovamente debole, la produzione è stata stabile e gli input sono rimasti accomodanti.
In calo si registrano nuovi ordini, scorte di magazzino e portafoglio ordini. Inoltre, la produzione ha rallentato. L’occupazione invece ha registrato una ripresa e i prezzi sono aumentati a un ritmo più lento poiché la maggior parte dei costi legati alle materie prime continuano a salire, ma a tassi più deboli. Sul mercato rimane l’appetito al rischio, anche se il calo dell’azionario ha generato una leggera ripresa dell’indice Vix, tornato sopra i 14 punti.
VALUTE
Sui cambi il dollaro ha perso terreno contro tutte le valute concorrenti anche se a sorpresa, il franco svizzero ha guadagnato terreno per effetto dei timori registratisi sull’azionario evidentemente, in una giornata di risk on sui principali rapporti di cambio eccezion fatta per i cross del franco stesso.
Correlazioni saltate a livello infra-mercato quindi con l’EurUsd che ha superato quota 1.0900 fermandosi a 1.0910 mentre il Cable ha testato 1.2817, in una price action decisamente positiva per le due valute che sembrano avere ancora spazio di rialzo e possibili obiettivi a 1.0990-00 e 1.2890-00.
Si è invece ripreso il UsdJpy per effetto del ritorno prepotente dei cross dello Jpy verso i massimi di periodo o storici, con una cinquantina di pip di correzione dopo la discesa di ieri a 156.00. Siamo in trend ribassista, ma il delta tasso pesa e stare long Jpy non è conveniente. Tecnicamente, solo la rottura di 155.80, potrebbe dare impulsività al ribasso del biglietto verde.
Nella notte sono usciti, intanto dati australiani peggiori del previsto, relativi al current account e ai risultati delle grosse aziende, entrambi in deciso calo, mentre il dollaro australiano ha perso uno 0.30% sul dato. La divisa oceanica però sembra mantenere un tono rialzista sul dollaro, insieme al dollaro neozelandese.
CANADA, SCENDE IL PMI MANIFATTURIERO
L’S&P Global Canada Manufacturing PMI è sceso a 49,3 a maggio 2024, da 49,4 di aprile, indicando il tredicesimo mese consecutivo di contrazione dell’attività manifatturiera canadese, in netto contrasto con l’espansione prevista a 50,2. La produzione e i nuovi ordini sono diminuiti a ritmi più rapidi, attribuiti a contesti economici e politici incerti, con una domanda ridotta da parte di clienti nazionali e internazionali.
L’occupazione è aumentata, mentre i costi dei fattori produttivi sono aumentati per il dodicesimo mese consecutivo, anche se a un ritmo più lento. Le pressioni concorrenziali hanno limitato la capacità delle aziende di trasferire i costi ai clienti, mantenendo un aumento frazionario delle tariffe di vendita per il quarantaseiesimo mese consecutivo.
La fiducia futura è migliorata ai massimi degli ultimi dieci mesi in un contesto economico più stabile. Persistono ritardi nella catena di approvvigionamento e aumento dei prezzi dei fattori di produzione, riflettendo le sfide attuali nel panorama manifatturiero. Dollaro canadese che però rimane stabile a 1.3600, supporto chiave di medio termine.
RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è sceso al 4,4% a giugno, il minimo di due settimane, poiché gli ultimi dati macro, di fronte a tassi di interesse elevati hanno rafforzato la necessità di taglio del costo del denaro anche da parte della Fed. I dati dell’ISM hanno mostrato che l’attività manifatturiera negli Stati Uniti si è contratta più del previsto a maggio, aumentando la pressione sul settore.
Di conseguenza, quasi la metà del mercato si posiziona ora per più di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve quest’anno, a fronte di un lieve consenso a favore di un unico taglio. Anche gli indicatori chiave del mercato del lavoro previsti questa settimana influenzeranno le prospettive politiche della Fed.
La giornata di oggi prevede la pubblicazione dell’inflazione in Svizzera, insieme alla disoccupazione tedesca, ai Jolts opening Usa e gli ordini all’industria., Tanta carne al fuoco quindi, da seguire con estrema attenzione.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Crollo dei mercati o ennesima finta?Ieri Wall Street ha perso quota, con l'S&P 500 giù di circa lo 0.30%, il Nasdaq dello 0,2% e il Dow Jones di circa 330 punti, trascinati al ribasso dal crollo del settore dei servizi tecnologici e di comunicazione. Le azioni di Salesforce hanno perso oltre il 18% dopo che la società ha pubblicato una trimestrale sotto le aspettative. Anche Oracle (-3,5%), TMO (-1,9%) e Adobe hanno registrato un netto calo (-3,5%). Tra le megacap, Microsoft (-2%), Amazon (-0,8%), Meta (-1,5%) e Alphabet (-0,9%) hanno registrato perdite mentre Nvidia (+0,2%) e Apple (0,5%) sono riuscite a chiudere con il segno più.
Intanto, sul fronte obbligazionario, si sono arrestate le vendite dei treasuries, in concomitanza di dati macro che sono usciti inferiori alle attese, allentando la tensione che aveva avuto il suo culmine con le parole del Presidente della Fed di Minneapolis Kashkari. I dati di ieri, invece, se confermati nel prossimo futuro, lasciano aperto qualche spiraglio che la Fed possa tagliare i tassi di interesse quest’anno.
La crescita del PIL è stata rivista al ribasso all'1,3% nel primo trimestre, principalmente a causa del rallentamento della spesa al consumo. E oggi pomeriggio, occhio ai dati sui Price consumer expenditure, ovvero il dato chiave per misurare l’inflazione americana.
VALUTE
Il rafforzamento del dollaro, tipico movimento risk off, per ora, si è rivelato come un movimento parziale e limitato, con un tentativo frustrato, per l’ennesima volta, di rottura dei supporti chiave contro le principali valute. Con l’uscita dei dati sui jobless e sul Pil del primo trimestre, alla seconda rilevazione, il biglietto verde, che sembrava avviato al breakout di tutti i livelli precedenti, ha invertito la rotta molto velocemente con una reazione di euro, sterlina, Cad e oceaniche che pare assai interessante, pur rimanendo il trend di fondo di breve termine, favorevole ancora alla divisa americana e all’avversione al rischio.
Ma tutto come al solito, dipende dai dati, da una Boj che potrebbe iniziare a fare sul serio, e dal fatto che risulta assai difficile immaginare che nel medio termine i tassi Usa non vadano ad inficiare la crescita e i principali aggregati macro. È questa, a nostro parere, la vera ragione di non sfondamento della valuta americana al rialzo, cioè di fatto analisti e investitori, nonostante la retorica Fed, sono consapevoli che comunque la Fed abbasserà due volte, una a settembre e la seconda a Novembre 2024.
PIL USA CRESCE MENO DEL PREVISTO
L’economia statunitense è cresciuta dell’1,3% annualizzato nel primo trimestre del 2024, inferiore all’1,6% nella stima anticipata e al 3,4% nel quarto trimestre, principalmente a causa di una revisione al ribasso della spesa dei consumatori. La seconda stima è stata in linea con le previsioni di mercato e continua a indicare la crescita più bassa dopo le contrazioni della prima metà del 2022.
La spesa per consumi ha rallentato più di quanto inizialmente previsto, a causa del rallentamento nel settore di beni e servizi. Inoltre, la spesa pubblica è stata rivista leggermente al rialzo (1,3% contro 1,2%) e sia le esportazioni (1,2% contro 0,9%) che le importazioni (7,7% contro 7,2%) sono aumentate maggiormente, anche se la bilancia commerciale relativa ai soli beni, ha fatto registrare un peggioramento arrivando a quasi 100 miliardi di dollari.
TITOLI DI STATO
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è sceso sotto il 4,58% giovedì, in calo rispetto al massimo di quattro settimane del 4,61% toccato ieri dopo la pubblicazione dei dati pomeridiani. Numeri che hanno mostrato che il PIL statunitense è cresciuto meno di quanto precedentemente riportato durante il primo trimestre, allontanando ulteriormente le precedenti aspettative di una crescita più elevata. Il che significa che qualche crepa nell’economia a stelle e strisce continua ad intravedersi.
Inoltre, le richieste iniziali di disoccupazione sono rimaste al di sopra delle medie dell’anno. Gli sviluppi hanno favorito uno scenario che consentirebbe alla Federal Reserve di allentare la politica monetaria, con aspettative di riduzione dei tassi a settembre. Tuttavia, la retorica verbale dei diversi rappresentanti del FOMC rimane fortemente orientata ad un periodo di tassi fermi, e nessun allentamento previsto per il 2024.
DATI
Il Pmi del settore manifatturiero è sceso in Cina a 49.5 punti nel mese di maggio, dal 50.4 del mese di aprile, inferiore anche alle previsioni di mercato di 50.5. Si tratta del primo calo dell’attività industriale a partire dal mese di febbraio, trascinato dalla discesa di nuovi ordinativi e domanda estera. In Giappone, la produzione industriale è scesa dello 0.1% su base mensile ad aprile, contro previsioni di mercato che erano per un incremento dello 0.9%. Sempre dal paese del sol levante però, arrivano notizie confortanti sulle vendite al dettaglio, cresciute del 2.4% su base annua ad aprile, sopra al 1.1% del dato precedente superiore alle previsioni di +1.9%. Sul fronte dei dati in uscita, segnaliamo i numeri sull’inflazione in Eurozona, attesa, a +2.7% su base annua, mentre nel pomeriggio c’è grande attesa per i dati relativi al Pce Usa, la vera misura dell’inflazione.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Finalmente le correlazioniGiornata di ribassi ieri a Wall Street, con l'S&P 500 e il Nasdaq che hanno perso entrambi lo 0,58% mentre il Dow Jones ha perso oltre l’1%, in un contesto di rendimenti obbligazionari in salita dopo le deludenti aste di ieri. In più si aggiungono le preoccupazioni derivanti dal persistente messaggio dei banchieri centrali, relativo a tassi ancora alti per lungo tempo, che hanno ridotto drasticamente le aspettative di allentamento di politica monetaria da parte della Fed.
Se poi aggiungiamo il fatto che i dati continuano a mostrarsi resilienti, come la fiducia dei consumatori pubblicata ieri, ecco che allora il quadro è completo. Tutti i settori hanno chiuso in rosso, con i finanziari tra i peggiori. La maggior parte delle mega Cap hanno perso quota, vale a dire Microsoft (-0,8%), Nvidia (-0,8%), Meta (-0,5%) e Alphabet (-0,2%). Inoltre, le azioni di American Airlines sono crollate di quasi il 13,5% dopo che la compagnia ha tagliato le sue prospettive di vendita. Al contrario, Apple (0,3%) e Amazon (0,3%) erano leggermente più alti. Salesforce pubblicherà i risultati trimestrali dopo la chiusura.
VALUTE
Si rafforza il dollaro, come era ampiamente prevedibile e come avevamo segnalato nel commento di ieri, in ragione del ritorno dell’avversione al rischio legata ai commenti hawkish dei banchieri centrali Usa e al solito refrain a cui ormai siamo abituati, ovvero i riflessi che i dati Usa, ancora positivi, hanno proprio su tali decisioni di politica monetaria.
Euro ormai a ridosso di 1.0790, con target, nel caso di breakout a 1.0720 30 area, inizialmente. Solo sopra 1.0860 cambierebbe nuovamente tale scenario. Anche il Cable segue a ruota, con un ribasso a 1.2690, ma con tanto spazio potenziale sotto i supporti, posti a 1.2640 e 1.2550.
Stabile il UsdJpy, anche se rimane vicinissimo ai livelli del secondo intervento della BoJ del primo maggio, posizionato in area 157.90-00. Corregge al rialzo anche il franco svizzero con EurChf tornato sotto 0.9900 a 0.9860 mentre si avvicina il supporto chiave di 0.9830-40, la cui rottura riproporrebbe area 0.9650.
Tra i cross segnaliamo il ritorno sotto 0.5600 di Nzdchf in un momento in cui tutte le valute rifugio tornano prepotentemente alla ribalta. Se non altro, ritorna la correlazione intermarket con gli azionari, che finalmente, scendono in concomitanza con le dichiarazioni dei banchieri centrali, facendo salire i rendimenti delle obbligazioni e il dollaro, mentre l’oro scende in correlazione inversa con il biglietto verde, il che ha poco senso se si deve considerare l’oro il bene rifugio per eccellenza. Ma i mercati, si sa, hanno sempre ragione.
GERMANIA, INFLAZIONE IN RIALZO
Il tasso di inflazione annuale in Germania è salito al 2,4% nel maggio 2024, rispetto al minimo triennale del 2,2% in ciascuno dei due mesi precedenti, e in linea con le aspettative, secondo le stime preliminari. L'inflazione è aumentata per la prima volta in cinque mesi, con i prezzi in accelerazione dei servizi e dei prodotti alimentari mentre i costi dei beni sono diminuiti.
Inoltre, i prezzi dell’energia hanno continuato a scendere, nonostante l’eliminazione del freno sui prezzi dell’energia e la simultanea introduzione di un prezzo del carbonio più elevato all’inizio del 2024, e la fine della riduzione temporanea dell’IVA per gas e teleriscaldamento nell’aprile 2024.
Escludendo alimentari ed energia, l’inflazione core è rimasta stabile al 3%. Rispetto al mese precedente l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,1%. Considerando l'armonizzazione UE, il tasso annuo di inflazione è salito al 2,8%, il più alto in quattro mesi, rispetto al 2,4% di aprile e alle previsioni del 2,7%.
PETROLIO IN RIBASSO
Giovedì i futures del greggio WTI sono scesi in prossimità dei 79 dollari al barile, dopo aver perso quasi l’1% nella sessione precedente, appesantiti dalle crescenti aspettative che i tassi di interesse attuali potrebbero rimanere ai livelli attuali per un periodo più lungo, danneggiando le prospettive della domanda.
Le materie prime e altri asset rischiosi sono entrati in modalità sell off, mentre i dati del settore hanno mostrato che le scorte statunitensi di greggio e benzina sono diminuite rispettivamente di 6,49 milioni e 452.000 barili, la scorsa settimana, mentre le scorte di distillati sono aumentate di 2,045 milioni di barili.
Si attende ora la riunione dell’OPEC+ di domenica, in cui si prevede che il gruppo manterrà in vigore i tagli all’offerta. Nel frattempo, rimane alta la pressione sui mercati.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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La Fed non molla, Wall Street neanchePochi movimenti sull’equity Usa ieri, ma onestamente ci si poteva aspettare, dopo una sessione asiatica in ribasso causata proprio da una Fed per nulla accomodante, una seduta correttiva anche in Europa e Stati Uniti, ed invece, siamo ancora qui a parlare di nuovi record storici con i tre indici principali statunitensi in positivo. I dati americani hanno però cominciato a mostrare delle ovvie quanto logiche crepe, anche se il motore Usa non batte ancora in testa, ma resiste, e le ragioni sono le solite, ovvero principalmente l’enorme liquidità entrata negli ultimi 4 anni in questo mercato.
Le azioni statunitensi sono costose rispetto al rapporto tra capitalizzazione di mercato e Pil, mentre gli azionari globali appaiono ancora relativamente a buon mercato, il che dimostra che i flussi di capitali, negli ultimi anni, si sono sempre di più indirizzati verso il mercato dei capitali più liquido e probabilmente più affidabile, quello Usa. Ma prima o poi ci sarà un punto di svolta, perché i tassi attuali dovranno riportare un poco di sano equilibrio rispetto a dei prezzi che onestamente sono drogati dall’high tech, ovvero il settore tecnologico.
Le azioni del colosso dei semiconduttori Nvidia sono aumentate di meno dello 0,4% e gli analisti hanno espresso ancora fiducia nella sua capacità di fornire ottimi risultati. Altri titoli importanti hanno mostrato performance contrastanti, con Microsoft in rialzo di oltre l'1% e Apple in rialzo di circa lo 0,6%. Tuttavia, Meta e Amazon hanno registrato rispettivamente un calo dell’1,3% e dello 0,8%. Nel frattempo, le azioni di Palo Alto sono scese di oltre il 2,5% dopo una guidance deludente, mentre quelle di Lowe sono scese di quasi il 3% nonostante abbiano registrato utili e ricavi positivi.
VALUTE
Ancora una giornata priva di significato sul forex con i principali rapporti di cambio ancorati in 30-40 pip di movimento. Tiene meglio la sterlina sul dollaro, rispetto alla moneta unica, con l’EurGbp che da quota 0.8560, scivola lentamente verso i supporti posti a 0.8520-30 area. Permangono le speranze di vedere una BoE tagliare presto i tassi, già a giugno, così come del resto si prevede che la BCE faccia lo stesso, ovvero riduca il costo del denaro per ridare voce alla crescita. I livelli chiave sono sempre i medesimi, ovvero 1.0830 e 1.0890 sull’EurUsd, mentre sul Cable sono 1.2690 e 1.2760.
UsdJpy, ugualmente, per ora rimane ancorato tra 156.00 supporto chiave di breve termine, e 156.70, la cui rottura potrebbe spingere i prezzi sui massimi di 158.00, livello al quale la BoJ intervenne il 1° maggio scorso. Attenzione perché ci stiamo avvicinando alla line in the sand, ovvero il livello oltre il quale la BoJ farà muro.
Sulle altre coppie, il risk on vede ancora un franco svizzero che lentamente si indebolisce, pur rimanendo comunque poco volatile, e un dollaro neozelandese che, questa mattina è salito dopo la decisione della RBNZ di mantenere i tassi invariati al 5.5%, ma poi è tornato dover era cominciato il movimento. Nello statement della RBNZ si legge che sebbene nel primo trimestre del 2024 l’inflazione complessiva del paese sia scesa al minimo di quasi tre anni, pari al 4%, è rimasta comunque al di sopra dell’intervallo obiettivo compreso tra l’1% e il 3%. Di conseguenza, il comitato ha ritenuto che l’OCR dovesse rimanere a un livello restrittivo per garantire che l’inflazione ritorni entro l’intervallo obiettivo entro un arco di tempo ragionevole.
EUROZONA, MIGLIORA LA BILANCIA COMMERCIALE
L’Eurozona ha registrato un surplus commerciale di 24,1 miliardi di euro nel marzo 2024, superiore ai 19,1 miliardi di euro dello stesso mese dell’anno precedente e migliore delle previsioni di mercato di 19,9 miliardi di euro. Si è trattato del surplus commerciale più grande da dicembre 2020, poiché le importazioni sono scese del 12% su base annua a 221,3 miliardi di euro, in gran parte a causa di minori acquisti di combustibili minerali, lubrificanti e affini, materie prime, macchinari e manufatti.
Tra i principali partner commerciali, le importazioni sono diminuite soprattutto da Cina, Stati Uniti, Regno Unito, Russia e Norvegia. Nel frattempo, le esportazioni sono diminuite più lentamente del 9,2% a 245,4 miliardi di euro, principalmente a causa della riduzione delle spedizioni di macchinari e attrezzature di trasporto, manufatti, materie prime e combustibili. Le esportazioni sono diminuite principalmente verso Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera e Russia.
SCENDE L’INFLAZIONE IN CANADA
Il tasso di inflazione annuale in Canada è sceso al 2,7% nell’aprile 2024 dal 2,9% del mese precedente, in linea con le aspettative del mercato, segnando il tasso di crescita dei prezzi al consumo più debole da marzo 2021. Ciò è coerente con le aspettative della BoC secondo cui l’inflazione dovrebbe rimangono vicini al 3% nel primo semestre scendendo sotto il 2,5% nella seconda parte dell'anno, mantenendo il segnale che i tagli dei tassi sono vicini. UsdCad, dopo uno spike iniziale di 50 pip da 1.3620 a 1.3680, è tornato indietro correggendo circa 30 pip. Il trend sembra ancora negativo in una chiara fase di distribuzione di medio termine con obiettivi più bassi per UsdCad e i suoi cross.
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Saverio Berlinzani
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Mercati fermi sui massimiPoche novità su mercati azionari ieri, dopo i forti guadagni del giorno prima che avevano portato i principali listini americani su nuovi massimi storici. Le ragioni sono legate probabilmente a prese di beneficio, in mezzo a dati economici contrastanti, tra cui un calo delle richieste iniziali di disoccupazione, prezzi di importazione ed esportazione più alti del previsto, permessi di costruzione deludenti e uno stallo nella produzione industriale.
Allo stesso tempo, il presidente della Fed Bank di New York Williams ha affermato che c’è bisogno di tempo e di maggiori conferme per cominciare a ridurre il costo del denaro. Sul fronte degli utili, le azioni di Deere & Company sono scese di oltre il 2% dopo che la società ha tagliato le previsioni sugli utili per l’intero anno. Walmart, d'altro canto, è cresciuto del 6,6% dopo che i suoi risultati hanno superato le stime degli analisti. Tra le megacap, Microsoft, Apple, Nvidia, Amazon e Alphabet sono aumentate tutte di circa lo 0,5%.
VALUTE
Sui cambi seduta interlocutoria con i principali rapporti chiusi in 30-40 pip, e con il solo Jpy che è tornato nel trend ribassista. Tutti gli altri rapporti aspettano qualcosa che li possa muovere dai livelli raggiunti. Il sentiment rimane in risk on con l’indice Vix sotto quota 12.50 mentre l’indice fear and greed è fermo a 60, anch’esso in appetito al rischio. EurUsd che non è riuscito a valicare quota 1.0885 assestandosi in area 1.0850, sui primi supporti di breve termine. Il trend di fondo resta rialzista con obiettivi sopra 1.0980 mentre al ribasso solo sotto 1.0750 si torna negativi.
Cable che ugualmente consolida in area 1.2630 sotto le resistenze chiave a 1.2700 10 al di sopra delle quali i target diventerebbero 1.2810 e 1.2890 00. UsdJpy che invece è salito tutto ieri, con un movimento di oltre 200 pip e ritorno in area 155.90. Boj che è scomparsa dalla scena, ma c’è da dire che i livelli di intervento potrebbero trovarsi in area 158.00 e non prima. Poco da dire sulle oceaniche con Aud e Nzd che consolidano e finalmente NzdChf che ha rotto 0.5500 con possibili target a 0.5850 nel medio termine.
JOBLESS CLAIMS E PRODUZIONE INDUSTRIALE
Il numero di persone che hanno richiesto l'indennità di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso a 222.000 nella settimana terminata l'11 maggio, meno delle aspettative del mercato di 220.000. Si è trattato del terzo valore più alto quest'anno, mantenendo le richieste di indennizzo ben al di sopra della media degli ultimi 9 mesi e segnalando l'indebolimento del mercato del lavoro negli Stati Uniti. Nel frattempo, le richieste di indennizzo sono aumentate a 1.794.000 nella settimana terminata il 4 maggio, il livello più alto in un mese, a dimostrazione che il mercato del lavoro comincia a dare segnali contrastanti.
Per contro, la produzione industriale negli Stati Uniti è rimasta poco variata ad aprile, dopo un aumento dello 0,1% a marzo deludendo le aspettative del mercato che attendevano una crescita dello 0,1%. La produzione manifatturiera, che rappresenta il 78% della produzione totale, è diminuita dello 0,3%, rispetto alla previsione di mercato di un aumento dello 0,1%. La produzione dei servizi pubblici è invece aumentata del 2,8%. L’utilizzo della capacità è sceso al 78,4% in aprile, un tasso che è di 1,2 punti percentuali inferiore alla media di lungo periodo (1972-2023).
BILANCIA COMMERCIALE ITALIANA
L’Italia ha registrato un surplus commerciale di 4,341 miliardi di euro nel marzo del 2024, inferiore alle aspettative del mercato di 4,77 miliardi di euro. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si registra un surplus di 3,327 miliardi di euro, poiché i prezzi delle materie prime chiave per l'economia italiana sono diminuiti dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, limitando gli acquisti esteri.
Le importazioni sono crollate dell'11,2% rispetto all'anno precedente a 49,839 miliardi di euro, con i prezzi più bassi del gas naturale che hanno fatto crollare gli acquisti del 35,4%, mentre il calo dei prezzi del petrolio greggio ha ridotto le importazioni del 32,6%. Sono diminuite anche le importazioni di legno e prodotti in legno (-14,7%) e di macchinari e attrezzature (-14,1%). D'altro canto, le esportazioni sono diminuite dell'8,9% a 54,18 miliardi di euro, guidate dalle minori vendite di metalli di base e prodotti in metallo (-19,3%) e di prodotti tessili (-16,5%).
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Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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Nuovi massimi storiciNuovi massimi storici per gli indici americani, in seguito alla pubblicazione dei dati sui prezzi al consumo, usciti inferiori alle attese. L'indice S&P 500 ha superato quota 5.300 per la prima volta e il Nasdaq 100 è cresciuto dell’1,3% toccando anch’esso un nuovo massimo storico. Nel frattempo, il Dow è avanzato dello 0,7%, non lontano dal picco storico di fine marzo.
Il rapporto CPI di aprile ha mostrato che sia l'inflazione primaria che quella core annua hanno rallentato, e le vendite al dettaglio si sono inaspettatamente arrestate, rafforzando le aspettative che la Fed potrebbe iniziare a tagliare i tassi di interesse a settembre. Tecnologia, immobiliare e servizi di pubblica utilità sono stati i settori trainanti, mentre i beni di consumo voluttuari hanno perso terreno.
Nvidia è cresciuta di circa il 3,5%, Apple e Microsoft hanno entrambe guadagnato più dell'1%. Dell è balzata di oltre il 9% chiudendo con una capitalizzazione di mercato superiore a 100 miliardi di dollari. Al contrario, Boeing è scesa dell’1,9% in seguito alle notizie secondo cui il Dipartimento di Giustizia ha accusato la compagnia di aver violato un accordo precedente per evitare procedimenti giudiziari legati agli incidenti del Boeing 737 Max.
VALUTE
L’appetito al rischio che continua a dominare la scena, spinge il dollaro al ribasso mentre tutte le altre valute sono in piena forza contro il biglietto verde. Il risk on, peraltro confermato dagli indici di rischio come il Vix, sceso a 12.40 e l’indice paura e avidità, salito a 60, rendono il mercato euforico su tutti gli asset, compreso il mercato dei cambi, dove Euro e Sterlina dominano la scena con il Primo salito a 1.0880, prima resistenza chiave, e con obiettivi successivi in area 1.0950, mentre la valuta britannica è salita quasi fino a 1.2700 e primo target a 1.2710.
Ma per entrambe, nel medio termine, sembra appena iniziato un movimento strutturale. UsdJpy, ieri, rispetto ai massimi, è sceso lentamente ma costruttivamente, a dimostrazione che non ha venduto dollari la BoJ, ma solo big players che hanno cominciato a liquidare posizioni long dollari per timori che i dati Usa comincino a segnare il passo.
170 pip di ribasso con il biglietto verde ancora forte, comunque, a ridosso dei primi supporti rilevanti di breve termine a 154.50, mentre i livelli di medio termine si trovano in area 151.80 00. Il risk on aiuta anche l’EurChf mentre il UsdChf tiene i supporti, con il cross a ridosso di 0.9820-40, livello chiave per poter salire a parità, mentre il cambio originale per ora tiene il supporto di 0.9000.
INFLAZIONE
Il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è sceso al 3,4% nell’aprile 2024 dal 3,5% di marzo, il livello più alto da settembre, in linea con le previsioni di mercato. L’inflazione si è stabilizzata per i prodotti alimentari e ha rallentato per quella delle abitazioni, mentre i prezzi hanno continuato a diminuire nel settore automobilistico.
Aumentano invece leggermente di più i costi dell’energia, con la benzina in aumento dell’1,1% (contro 1,3%) mentre in calo il gas e i carburanti. Inoltre, i costi sono aumentati più rapidamente per i trasporti e l’abbigliamento. Nel frattempo, l’inflazione core è scesa al 3,6% annuo, il valore più basso da aprile 2021, in calo rispetto al 3,8% sia di marzo che di febbraio. Anche il tasso mensile è sceso dallo 0,4% allo 0,3%, entrambi in linea con le previsioni.
GIAPPONE, PIL IN CALO
Questa notte è stato pubblicato il Pil del Giappone, in calo dello 0,5% su base trimestrale nel primo trimestre del 2024, rispetto alle stime di mercato di un calo dello 0,4%. I consumi privati, che rappresentano oltre la metà dell’economia, sono diminuiti per il quarto trimestre consecutivo (-0,7% contro -0,4% nel quarto trimestre), rispetto a previsioni di un calo dello 0,2%. Si tratta del ribasso più marcato degli ultimi tre trimestri poiché i consumatori hanno continuato a ridurre le proprie spese a fronte dell’alto costo della vita e dei salari bassi.
In calo anche gli investimenti (-0,8% contro 1,8%), rispetto alle aspettative di un calo dello 0,7%, in ragione della significativa riduzione della produzione automobilistica dopo uno scandalo presso la divisione Daihatsu Motor della Toyota. Anche il commercio netto ha rappresentato un freno per il PIL, in linea con le previsioni, poiché le esportazioni (-5,0% contro 2,8%) sono diminuite più delle importazioni (-3,4% contro 1,8%). D’altro canto, la spesa pubblica è cresciuta dello 0,2%, rispetto al calo dello 0,2% precedente.
TREASURIES
Mercoledì il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è sceso al 4,36%, il minimo dell’ultimo mese, in seguito ai dati pubblicati ieri su inflazione e vendite al dettaglio, numeri che potrebbero spingere la Fed ad abbandonare la politica ultra restrittiva e sostituirla con una maggiormente accomodante, il che significa almeno due tagli dei tassi nel 2024. Il mercato scommette una prima riduzione a settembre e una seconda a novembre.
Tornando ai dati, le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono rimaste invariate mese su mese nell’aprile 2024, dopo un aumento dello 0,6% rivisto al ribasso a marzo e sfidando le previsioni di mercato di un aumento dello 0,4%, suggerendo che la spesa dei consumatori si è leggermente attenuata.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Wall Street, qualche presa di beneficioSeduta di consolidamento dei principali listini globali, con gli operatori che sono in attesa dei prossimi dati americani sui prezzi alla produzione e su quelli al consumo, in uscita oggi e domani rispettivamente. Soprattutto i numeri sull’inflazione forniranno indicazioni sulle prossime decisioni sui tassi di interesse della Fed. Le aspettative di inflazione pubblicate ieri, hanno mostrato che i consumatori si attendono ancora aumenti di prezzi nel prossimo futuro.
Inoltre, c’è attesa per i dati, sempre in via di pubblicazione domani pomeriggio, sulle vendite al dettaglio, nonché le dichiarazioni di vari funzionari della Fed, incluso il presidente Powell. In ogni caso Wall Street ha chiuso con il Dow Jones in calo dello 0.21%, l’S&P dello 0.02% mentre il Nasdaq ha chiuso a +0.29%.
Nel frattempo, la stagione degli utili continua con Home Depot, Cisco, Walmart, Deere & Company e Applied Materials che sono attese alla presentazione delle trimestrali. Il settore tecnologico è stato il settore con le performance migliori, mentre i servizi di comunicazione e l'energia hanno sottoperformato.
Sul fronte aziendale, Apple ha guadagnato circa l'1,7% dopo la notizia che la società sta concludendo un accordo con OpenAI per integrare ChatGPT su iPhone. Microsoft è scesa dello 0,2% mentre le azioni di Alphabet sono scese di quasi l'1,4%.
USA, ASPETTATIVE SULL’INFLAZIONE IN RIALZO
Le aspettative sull’inflazione al consumo negli Stati Uniti, per l’anno in corso, sono aumentate al 3,3% nell’aprile 2024, il livello più alto da novembre, dal 3% in ciascuno dei quattro mesi precedenti. Le aspettative sono aumentate ovunque, in particolare per il gas (+0,3 punti percentuali al 4,8%), alimenti (+0,2 punti percentuali al 5,3%), assistenza medica (+0,6 punti percentuali all’8,7%), e istruzione universitaria (+ 2,5 punti percentuali al 9,0%).
Inoltre, le aspettative di crescita media dei prezzi del mercato immobiliare sono aumentate al 3,3%, il livello più alto da luglio 2022, dopo essere rimaste invariate al 3% per sette mesi consecutivi. Nel frattempo, le aspettative di inflazione sull’orizzonte triennale sono scese al 2,8% dal 2,9% ma sono aumentate al 2,8% dal 2,6% sull’orizzonte quinquennale. Inoltre, la crescita media degli utili attesi su un anno è diminuita di 0,1 punti percentuali al 2,7% e le aspettative di disoccupazione sono aumentate di 1 punto percentuale al 37,2%.
VALUTE
Sul fronte delle valute, EurUsd ha sfiorato il massimo delle ultime 5 settimane a 1.0806 in un contesto di appetito al rischio che ancora regge. Solo il superamento di area 1.0825-30 potrebbe produrre una accelerazione rilevante di medio termine. Da notare che la volatilità della moneta unica rispetto a tutto il 2023 e 2024 si è ridotta in modo significativo, dai 130 pip di media giornaliera di oscillazione di fine 2022 ai 45 pip odierni. Su base settimanale, la volatilità è scesa dai 250 pip di oscillazione dell’ottobre 2022 ai 130 pip di oggi. Un calo che può essere legato a mancanza di interessi o ad aumento dei volumi o forse un mix di entrambi le ragioni.
Sul fronte macro si prevede che la Banca Centrale Europea inizierà a tagliare i tassi di interesse a giugno, mentre la Federal Reserve probabilmente aspetterà fino a settembre o più tardi. Le aspettative sono che la BCE riduca i tassi di circa 70 punti base e la Fed di meno di 45 punti base quest'anno.
Stesso ragionamento si può fare per la sterlina che rimane nel range compreso tra 1.2430 e 1.2630, con maggiore volatilità rispetto alla moneta unica anche se in deciso calo negli ultimi due anni. La BoE, peraltro, potrebbe rivelarsi la prima banca centrale a ridurre il costo del denaro tra le majors.
Passando al UsdJpy, segnaliamo l’assenza della Boj che ha permesso che i prezzi salissero sopra 156.00 senza batter ciglio e ora i prezzi si sono stabilizzati in area 156.40. fin dove arriveremo? Non possiamo escludere il ritorno a 158, ma certo è che a Tokyo non saranno molto contenti di un ambio che scivola al ribasso così velocemente. Sugli altri cambi poco da segnalare se non che EurChf è tornato a ridosso di 0.9840 50 area, livello chiave da violare per poter rivedere il cross sopra la parità.
PETROLIO
Martedì i future del greggio WTI si sono mantenuti sopra i 79 dollari al barile, dopo aver guadagnato più dell'1% nella sessione precedente, sostenuti dalle preoccupazioni per potenziali interruzioni dell'offerta in Canada. I mercati sono preoccupati che la stagione degli incendi in Canada possa condizionare la capacità di produzione di 3,3 milioni di barili al giorno del paese.
In Medio Oriente, il ministro del Petrolio iracheno Hayyan Abdul Ghani ha dichiarato durante il fine settimana che rispetterà la politica dell’OPEC+ sui tagli alla produzione da effettuare nella prossima riunione del 1° giugno, ribaltando una precedente dichiarazione secondo cui l’Iraq non avrebbe accettato alcun nuovo taglio.
Gli investitori attendono ora i rapporti mensili di mercato dell’OPEC+ e dell’Agenzia internazionale per l’energia di questa settimana per ottenere nuove informazioni sui fattori di domanda e offerta nei mercati petroliferi.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
BoE vicina al taglio dei tassiLa Banca d'Inghilterra, come previsto dagli analisti, ha mantenuto il tasso bancario di riferimento al 5,25%, il livello più alto dal 2008. Bisogna però ricordare che ben 2 membri su 9, facenti parte del MPC hanno votato a favore di una riduzione del costo del denaro dello 0,25%, rispetto a 1 solo della riunione precedente. Inoltre, i funzionari hanno rivisto al ribasso le previsioni sull’inflazione, modificando al contempo le prospettive di crescita. Pertanto, la BoE potrebbe essere la prima, tra le grandi banche centrali, a ridurre il costo del denaro, all’inizio dell’estate.
Le proiezioni della banca centrale inglese prevedono che l’economia del Regno Unito crescerà dello 0,4% nel primo trimestre del 2024 e dello 0,2% nel secondo trimestre, ma la domanda rimarrà probabilmente più debole della potenziale crescita dell’offerta, portando ad un qualcosa che potrebbe assomigliare ad un soft landing, o atterraggio morbido. Si prevede inoltre, che l’inflazione torni vicino all’obiettivo del 2% nel breve termine, con potenziali rischi derivanti da fattori geopolitici.
Non va però dimenticato che il comitato, comunque, ha ribadito la necessità di una politica monetaria restrittiva per riportare l’inflazione in modo sostenibile al target del 2%, con l’impegno ad adeguare la politica come giustificato dai dati economici. La reazione della valuta britannica è stata inizialmente al ribasso con il Cable che è sceso fino a 1.2445, che però ha tenuto egregiamente, per poi girarsi e tornare a 1.2520 dove ha chiuso la sessione europea.
Oggi, non dimentichiamo che verranno pubblicati i dati sulla produzione manifatturiera Uk, oltre ai dati preliminari del Pil del primo trimestre 2024, nella seconda rilevazione. Attenzione quindi ai movimenti della valuta britannica, molto sensibile ai dati, in seguito alle dichiarazioni del board della Boe di ieri.
EQUITY
Giovedì gli indici statunitensi hanno mostrato un rimbalzo, con l'indice S&P 500 in rialzo dello 0,3%, il Dow Jones dello 0.50% e il Nasdaq in rialzo dello 0,1%, in una seduta caratterizzata dall’ottimismo verso i futuri tagli del costo del denaro da parte delle principali banche centrali. Sul fronte dati le richieste iniziali di disoccupazione sono inaspettatamente salite ai massimi degli ultimi 8 mesi, offrendo un'ulteriore prova del fatto che il mercato del lavoro si sta indebolendo e aprendo la strada a un taglio dei tassi di interesse da parte anche della Fed.
Tuttavia, i commenti di diversi policymaker suggeriscono che i tassi rimarranno elevati ancora per qualche tempo. I dati PPI e CPI previsti la prossima settimana dovrebbero fornire ulteriore chiarezza sulle pressioni sui prezzi. Sui vari titoli segnaliamo la performance del settore immobiliare, così come quello energetico. Tra i titoli a grande capitalizzazione, Nvidia ha ceduto l'1,7%, mentre Microsoft, Apple e Meta hanno guadagnato lo 0,2%.
VALUTE
Sul fronte cambi, i principali rapporti sono rimasti nel trading range delle ultime sedute. EurUsd ha tenuto egregiamente l’area di 1.0725 d è rimbalzato fino a 1.0785, stabilizzandosi. Della sterlina si è detto,così come EurGbp che potrebbe anche attaccare sopra quota 0.8640 50 nel caso di dati inglesi negativi oggi. UsdJpy sempre a ridosso di 155.80 156.00, in assenza di una BoJ che però ha ricominciato ad avvisare i compratori che l’intervento non è poi così lontano.
Franco svizzero stabile con EurChf non lontano da 0.9800, mentre le oceaniche rimangono solide, non lontane da 0.6650 e 0.6080 rispettivamente per AudUsd e NzdUsd. Occorre un evento che scateni i possibili breakout al rialzo o al ribasso in un mercato ancora dollaro centrico e molto sensibile a dati e dichiarazioni.
PETROLIO
Ieri i prezzi del Wti sono saliti a ridosso degli 80 dollari dopo aver visto un minimo mercoledì in area 76.80, in rialzo per la terza sessione consecutiva. Le ragioni sono legate ad una crescita della domanda globale dovuta anche all’aumento delle tensioni mediorientali. Ieri, i dati hanno mostrato che le importazioni di petrolio greggio in Cina sono aumentate nel mese di aprile, il che evidentemente sostiene la domanda.
In più si segnala che negli Stati Uniti, l’aumento delle richieste di disoccupazione settimanali pubblicate ieri pomeriggio, ha rafforzato le aspettative di tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, anche se più di un membro del Fomc ha indicato che i tassi potrebbero rimanere elevati per qualche tempo poiché permangono rischi al rialzo per l’inflazione.
Nel frattempo, Israele ha detto che procederà con i piani per invadere Rafah poiché l’ultimo round di negoziati di pace in Egitto non ha prodotto progressi. Tecnicamente il petrolio rimane a ridosso di resistenze, ma in fase di accumulazione con possibili obiettivi di breve in area 82.50.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
House of Trading: ora la Fed fa meno pauraIl meeting della Fed ha avuto il merito di ridurre al lumicino le possibilità che il prossimo intervento sui tassi USA sia al rialzo ed i dati arrivati dal mercato del lavoro di venerdì hanno incrementato le possibilità che nel meeting di luglio il costo del denaro della prima economia possa registrare una contrazione.
Il rallentamento della dinamica occupazionale rappresenta una condizione essenziale per far sì che quella che è la maggiore minaccia alla stabilità dei prezzi, le spinte rialziste in arrivo dalle retribuzioni, possa essere disinnescata mettendo in campo un atterraggio morbido della prima economia.
La situazione è differente in Europa: al momento i Paesi mediterranei se la passano meglio dei c.d. “virtuosi” anche se le ultime indicazioni arrivate dalla Germania, basti pensare agli indici PMI servizi o ai dati sull’andamento della bilancia commerciale, fanno presagire un miglioramento anche nella prima economia europea.
Nonostante qualche incidente di percorso, le indicazioni che stanno arrivando dai dati trimestrali rappresentano l’altro grande fattore che sta sostenendo il ritorno degli acquisti sugli asset di rischio. Di tutto questo, e di molto altro, si parlerà nella puntata di oggi di House of Trading, in onda sul canale YouTube di BNP Paribas.
House of Trading: cosa è successo nell'ultima puntata
Nella scorsa puntata di House of Trading, la squadra dei Trader, composta da Nicola Para e da Giancarlo Prisco, ha utilizzato i Turbo Certificate di BNP Paribas per investire al rialzo sul Bund, sull’Euro/Dollaro, sulle azioni Meta e sull’indice S&P500: le prime tre operazioni hanno raggiunto il target, la quarta è a mercato (+40,1%).
Nel caso invece delle operazioni inserite dagli analisti, la squadra era composta da Riccardo Designori e da Enrico Lanati, i due long, sulle azioni Apple e Coca-Cola non hanno toccato il punto di ingresso, lo “short” sulle azioni Saipem è operativo (+3,68%) mentre il deal ribassista sul titolo UniCredit ha toccato lo stop loss (-14,5%).
La classifica generale registra il sorpasso dei trader con 20 operazioni a target con le 19 degli analisti (3 carte a mercato per i primi, 6 per i secondi).
Cosa attendersi dalla puntata di oggi
Nella diciottesima puntata dell’edizione 2024, la squadra dei Trader sarà formata da Giancarlo Prisco e da Nicola Duranti mentre i due analisti saranno Luca Fiore ed il conduttore Riccardo Designori. I primi investiranno sull’indice S&P500, sull’oro, sul gas naturale e sul Bund mentre i secondi inseriranno deal su Alibaba, Pfizer, A2A e sul Brent.
Il sondaggio della settimana riguarda l’andamento di Wall Street: l'economia rallenta le azioni no, ora su quale settore puntare?
L’appuntamento, come di consueto, è alle 17:30 sul canale YouTube di BNP Paribas.
Cambiano le prospettive della fed?Jerome Powell, mercoledì scorso, durante la conferenza stampa che faceva seguito alla decisione sui tassi di interesse, rimasti peraltro invariati, aveva, con un tono quasi premonitore, ammesso che se i dati sul mercato del lavoro avessero cominciato a dare segnali di peggioramento, non avrebbe esitato a prendere in considerazione l’idea di un taglio del costo del denaro.
Ebbene, sia i dati sui Jolts Opening pubblicati la settimana scorsa, sia i Non Farm Payrolls, pubblicati invece venerdì pomeriggio, hanno cominciato a evidenziare qualche crepa nel mercato del lavoro statunitense. Mentre i Jolts hanno mostrato una perdita di 325 mila posti, i NFP sono usciti inferiori alle aspettative, a +175.000 nell’aprile 2024, una decelerazione rispetto ai 315.000 posti di lavoro aggiunti a marzo, rivisti al rialzo, e al di sotto delle aspettative del mercato, che erano per un aumento di 243.000.
Gli ultimi dati sottolineano un significativo rallentamento rispetto al ritmo sostenuto osservato nel primo trimestre. Anche altri dati, usciti la settimana scorsa, non hanno fatto altro che confermare che l’economia Usa sta definitivamente rallentando, certamente a causa dei tassi alti, che cominciano a far sentire i loro effetti.
L’ISM Services PMI negli Stati Uniti è sceso bruscamente a 49,4 nell’aprile 2024 da 51,4 del mese precedente, riflettendo la prima contrazione dell’attività del settore dei servizi da dicembre 2022 e le sorprendenti aspettative del mercato di 52. Si è trattato solo del secondo calo dell’attività dal crollo causato dalla pandemia nel secondo trimestre del 2020, in linea con una contrazione inaspettata del settore manifatturiero, a indicare che i maggiori costi di finanziamento da parte della Fed potrebbero avere un impatto maggiore sulle condizioni commerciali.
Che farà ora la banca centrale Usa? Probabilmente ancora nulla perché non è sufficiente un mese di dati sotto le attese per tagliare i tassi, ma è un campanello di allarme che non potrà sottovalutare.
AZIONARI
E gli azionari come hanno reagito? Ovviamente al rialzo, in una condizione di appetito al rischio, poiché il rapporto sull'occupazione di aprile è uscito peggiore del consensus (bad news are good new ricordate?), il che ora sposta nuovamente le probabilità di una riduzione dei tassi a settembre anziché a novembre.
L'S&P 500 ha guadagnato l'1,2%, il Nasdaq il 2% e il Dow Jones ha chiuso in rialzo di 450 punti. Oltre ai NFP negativi anche il tasso di disoccupazione è salito al 3,9% mentre i salari sono aumentati meno delle previsioni.
Apple ha registrato un rally di quasi il 6% dopo aver annunciato un riacquisto di azioni proprie da 110 miliardi di dollari e aver riportato utili e ricavi migliori del previsto. Anche Amgen è cresciuta dell’11,8% grazie alla crescita di utili e ricavi, registrando la sua giornata migliore in quasi 15 anni.
Nella settimana, il Dow ha guadagnato lo 0,9%, mentre l'S&P 500 ha guadagnato lo 0,3% e il Nasdaq è salito dell'1,2%. Movimenti che però non possono confermare una ripresa del trend, a meno che non si torni velocemente sui massimi.
La reazione dei titoli di stato, per converso non si è fatta attendere, con il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni che è sceso al 4,47% dopo la pubblicazione dei dati. Di conseguenza, i futures sui fondi hanno mostrato che gli investitori si sono posizionati per due tagli quest’anno, rispetto alle precedenti aspettative di un unico taglio dei tassi.
VALUTE
Sui cambi, onestamente pensavamo a movimenti più importanti di quelli che abbiamo osservato, nel senso che dopo la pubblicazione dei dati ci saremmo aspettati un crollo del dollaro che inizialmente c’è stato, ma mentre avevamo creduto ad una chiusura di settimana che confermava tale price action, la realtà ci ha detto che il biglietto verde è invece duro a morire. L’EurUsd dopo un test a 1.0810 è sceso e ha chiuso appena sopra il supporto chiave di 1.0760, mentre il Cable da 1.2630 del massimo ha chiuso a 1.2545, ne 858 pip più basso.
E così anche il UsdJpy che dal minio di 151.95 è tornato a ridosso di 153.00. Oceaniche che hanno perso meno, da 0.6650 a 1.6610 mentre NzdUsd ha corretto da 0.6050 a 0.6010. C’è ancora molta strada per vedere una caduta del dollaro che sia qualcosa di più di una mera e per ora poco significativa correzione.
Tra l’altro alcuni movimenti sono contraddittori in termini di correlazione perché il franco svizzero, che ci saremmo attesi in discesa, in concomitanza con il risk on, con borse in ripresa e rendimenti dei titoli di Stato al ribasso, è invece salito con EurChf a 0.9740, con una perdita di 100 pip nelle ultime tre sedute.
DATI SETTIMANALI
Sarà una settimana relativamente tranquilla negli Stati Uniti, con il solo indice di fiducia dei consumatori redatto dall’Università del Michigan e i discorsi dei diversi funzionari della Fed. La stagione degli utili delle big cap sta per terminare, con le trimestrali di Walt Disney, BP, Toyota, Uber ed Airbnb. Sul fronte delle decisioni sui tassi, attenzione a quelli del Regno Unito, Australia, Brasile e Svezia.
Inoltre, non possiamo dimenticare i dati sui Pmi Caixin e i PMI compositi, insieme ai numeri sulla bilancia commerciale e ai tassi di inflazione. Per quel che riguarda l’Europa, l’attenzione si sposterà sulla Germania per gli aggiornamenti sugli ordini alle fabbriche, sulla produzione industriale e sui dati della bilancia commerciale. Infine, occhio al Pil inglese e ai PMI dei servizi per Spagna e Italia. Buona settimana e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
La tenuta infinita dell'equityLa fase di tenuta dei supporti chiave dei mercati azionari continua a manifestarsi, nonostante le price action non evidenzino ancora chiaramente la ripresa del trend di fondo. Wall Street ieri ha chiuso un’altra seduta positiva, grazie soprattutto alla performance di Apple che ha fatto registrare un + 6% dopo aver annunciato un riacquisto di azioni proprie per 110 miliardi di dollari e aver pubblicato utili migliori del previsto.
Il Dow Jones è salito dello 0.85%, l'S&P 500 dello 0.91% e il Nasdaq in rialzo di circa 1.51%, sostenuti dalle rassicurazioni di Jerome Powell, secondo il quale, un rialzo dei tassi non rientra nei piani della Fed per combattere l'inflazione. Di fatto però va ricordato altresì che la Fed non taglierà il costo del denaro almeno fino all’autunno del 2024.
Attualmente, i mercati indicano una maggiore probabilità che il primo taglio dei tassi avvenga a novembre, anziché a settembre. L’attenzione si sposta ora sul rapporto di oggi, ore 14.30, relativo ai Non Farm Payrolls.
A livello di trimestrali, Qualcomm è salito del 5% dopo aver previsto vendite e profitti al di sopra delle aspettative. MGM Resorts International ha riportato risultati che hanno superato le previsioni del primo trimestre, mentre DoorDash ha previsto ricavi nel secondo trimestre inferiori alle stime.
VALUTE
Sui cambi poche novità sulle valute principali, eccezion fatta per la price action dello Jpy, che appare in recupero contro dollaro, in presenza di timori di nuovi interventi da parte della BoJ. I grandi investitori, che sui futures al CME, alla rilevazione di martedì scorso, erano ancora long di circa 20 miliardi di dollari (e il future rappresenta un campione limitato al 6% - 7% degli interi volumi OTC), sembra stiano iniziando a liquidare spontaneamente le proprie posizioni short Jpy, proprio perché hanno capito che la BoJ fa sul serio.
Rumors di mercati raccontano quindi di due interventi da 35 e 25 miliardi di dollari venduti a mercato rispettivamente tra lunedì 29 aprile e mercoledì primo 1° maggio. Ieri UsdJpy in discesa lenta e strutturale, il che dimostra che erano liquidazioni di posizioni e non la BoJ, che quando interviene, provoca scostamenti violenti in pochi minuti da centinaia di pip. Siamo scesi infatti da 156.30 a 156.45 nel giro di 18 ore.
Ciò ha causato, in un mercato dollaro centrico come quello attuale, un ribasso, nel pomeriggio, del biglietto verde contro euro, sterlina, dollaro australiano, neozelandese, e canadese, che si sono ripresi dopo una mattinata complicata.
Sul franco svizzero invece ci sono stati movimenti legati ai dati usciti in mattinata che hanno mostrato una inflazione in rialzo dello 0.3% mese su mese, e 1.4% su base annua, superiori alle attese. In seguito, però le vendite al dettaglio e il Pmi manifatturiero hanno abbondantemente deluso le attese, ma il franco svizzero ha comunque recuperato contro euro, spingendo l’EurChf al ribasso da 0.9845 a 0.9770, sui supporti chiave. C’è molto interesse sui cambi che finalmente sono tornati, forse, al loro antico splendore.
DATI USA
Il numero di americani che hanno richiesto il sussidio negli Stati Uniti, è rimasto invariato rispetto alla settimana precedente a 208.000 nel periodo terminato il 27 aprile, rimanendo al livello più basso in due mesi e saldamente al di sotto delle aspettative del mercato di 212.000. Si è trattato del quarto risultato consecutivo migliore del previsto, che indica la continua tensione nel mercato del lavoro statunitense e costringe la Fed a rimanere ferma sui tassi, specie nel caso in cui l'inflazione dovesse rimanere ostinatamente al di sopra dell'obiettivo della banca centrale.
Sul fronte del costo del lavoro nel settore non agricolo, va ricordato che è aumentato del 4,7% su base annua, nel primo trimestre del 2024, dopo essere rimasto invariato nel periodo precedente. La ragione è l’aumento dei salari orari del 5,0% e un aumento della produttività dello 0,3%. Infine, gli ordini all’industria (factory orders) sono aumentati dell’1,6% rispetto al mese precedente, in linea con le aspettative. Un quadro che comincia a mostrare qualche crepa nella congiuntura economica, pur rimanendo molti settori ancora in espansione.
Oggi, ore 14.30 il dato chiave del mercato del lavoro Usa, i Non Farm Payrolls, attesi a +240 mila unità, insieme ad un tasso di disoccupazione il cui consensus vede un +3.8%. Il dato se si discostasse in modo significativo dalle previsioni, potrebbe anche spostare gli equilibri e soprattutto le decisioni della Fed.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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Le sfide di maggio: la Fed tiene ferma la barra dei tassi.A Wall Street si dice:
"Il miglior investimento che puoi fare è in te stesso. L'educazione paga i migliori dividendi." Warren Buffet
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Cari lettori di Marco Bernasconi Trading,
Mercoledì scorso, la Fed ha fatto un gesto rassicurante per gli investitori, rinviando l'ipotesi di un aumento dei tassi. Tuttavia, non è bastato per scongiurare un calo del mercato nel tardo pomeriggio. Così, i principali indici hanno iniziato il mese di maggio con risultati contrastanti.
Gli investitori erano preparati al peggio, sperando in almeno tre tagli dei tassi nel 2024 solo poche settimane fa. Tuttavia, la Fed ha notato una "mancanza di ulteriori progressi" nel raggiungere l'obiettivo del 2% di inflazione. Pertanto, per il momento, dovremo accontentarci della decisione della Fed di mantenere la politica attuale e di rallentare i tagli di bilancio.
Mercoledì, il Dow ha registrato un modesto aumento dello 0,23%, mentre l'S&P ha segnato un calo dello 0,34% e il NASDAQ dello 0,33%. Gli indici con una forte esposizione tecnologica hanno sofferto, con una giornata difficile per l'intelligenza artificiale, principalmente a causa delle perdite di Super Micro Computer (-14%) e Advanced Micro Devices (-8,9%). Tuttavia, Amazon ha brillato, registrando un aumento del 2,3% grazie a una sorpresa di utili del 36% e a risultati migliori del previsto per AWS.
Le azioni hanno appena chiuso il loro primo mese in perdita del 2024, segnando cinque mesi consecutivi di guadagni, in gran parte a causa dell'incertezza sui piani tariffari della Fed. Il Dow è scivolato di oltre il 5% ad aprile, mentre il NASDAQ e l'S&P sono entrambi scesi di oltre il 4%.
Tuttavia, mercoledì scorso, ci sono state altre notizie che avrebbero attirato maggiore attenzione se non fosse stato per la Fed. Ad esempio, il rapporto ISM Manufacturing ha mostrato un ritorno alla contrazione, con un valore di 49,2, in ribasso rispetto al 50,3 di marzo. Inoltre, il rapporto ADP sull'occupazione ha riportato che le buste paga private hanno aggiunto 192.000 posti di lavoro ad aprile, solo circa 9.000 in più rispetto alle previsioni e al di sotto dei 208.000 di marzo, che sono stati rivisti al rialzo.
Naturalmente, il rapporto principale sull'occupazione arriverà venerdì con le buste paga non agricole. I numeri di marzo hanno mostrato che il mese scorso l'economia ha aggiunto ben 303.000 posti di lavoro, superando le aspettative di circa 200.000.
Ma prima di questo, giovedì avremo un altro nome "Mag 7". Domani è previsto che Apple (AAPL) riporti dopo la chiusura del mercato. Altri nomi in programma includono Block (SQ), Amgen (AMGN), CyberArk Software (CYBR), Fortinet (FTNT) e ConocoPhillips (COP), solo per citarne alcuni.
Il quadro che emerge dalla stagione degli utili del primo trimestre continua ad essere di costante miglioramento e resilienza, con il ritmo di crescita degli utili in modesta accelerazione e le stime per i prossimi periodi iniziano ad aumentare. D'altra parte, le sorprese positive sono inferiori rispetto ad altri periodi recenti, in particolare dal lato dei ricavi. Gli utili totali per i 310 membri dell'S&P 500 che hanno riportato i risultati del primo trimestre sono aumentati del +5,0% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, con ricavi più alti del +4,5%. Il 78,1% ha superato le stime dell'EPS e il 59,4% ha superato le stime dei ricavi.
Rubrica "Selezione di Titoli Vincenti".
In questa sezione della mia analisi, vorrei mettere in evidenza alcuni titoli interessanti che ritengo possano catturare l'attenzione dei miei lettori. So che chi consulta le mie analisi è costantemente alla ricerca del titolo giusto, e quelli che condividerò in questa sezione sono sicuramente delle valide opzioni.
Tuttavia, è essenziale sottolineare che semplicemente leggere i nomi dei titoli e procedere all'acquisto senza una strategia ben definita può essere rischioso. Anche se fornirò indicazioni di grande valore, la corretta implementazione di una strategia è fondamentale per garantire che l'acquisto sia efficace e non comporti perdite o risultati controproducenti.
Quindi, tenendo presente questo importante consiglio, ecco i titoli che presento oggi in questa nuova rubrica.
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Continuate a seguirmi per ulteriori aggiornamenti e analisi di mercato. La conoscenza e la strategia sono le chiavi per il successo nel mondo degli investimenti.
Rubrica "L'angolo di Warren Buffet conosciuto come l'oracolo di Omaha"
Ieri abbiamo assistito a un rally di sollievo sul mercato azionario, ma poi le azioni hanno perso terreno nonostante l'atteggiamento accomodante del FOMC nei confronti delle preoccupazioni sull'inflazione. Sebbene il mercato sia stato inizialmente sollevato, alla fine della giornata ha registrato un ribasso, perdendo gran parte dei guadagni ottenuti durante il rally.
Sia l'S&P che il Nasdaq hanno registrato un aumento di oltre l'1%, ma alla fine sono scesi in territorio negativo. Lo S&P ha chiuso la giornata in ribasso dello 0,34%, mentre il Nasdaq ha registrato un calo dello 0,7%.
La giornata di ieri è stata completamente dedicata alla Fed. Abbiamo analizzato il comunicato stampa, esaminato i commenti di Powell, monitorato il FedWatch e discusso delle implicazioni sull'azione dei prezzi.
Dai punti salienti del FOMC:
- Il target range è stato confermato tra il 5,25% e il 5,50%, come previsto.
- Hanno ribadito l'aspettativa di una maggiore fiducia sul fronte dell'inflazione e hanno annunciato un rallentamento del deflusso del bilancio da 60 a 25 miliardi di dollari a giugno.
- La dichiarazione ha sottolineato la mancanza di ulteriori progressi verso l'obiettivo di inflazione negli ultimi mesi e ha osservato che, sebbene l'inflazione si sia attenuata nell'ultimo anno, rimane elevata.
- Hanno mantenuto il limite massimo di rimborso degli MBS a 35 miliardi di dollari e reinvestiranno i pagamenti del capitale degli MBS in UST.
- L'attività economica è stata descritta come in espansione a un ritmo sostenuto, con un aumento dei posti di lavoro elevato e una bassa disoccupazione. I rischi per il raggiungimento degli obiettivi di occupazione e inflazione si sono spostati verso un migliore equilibrio.
C'è stata un po' di nuance nelle decisioni della Fed, inclusi il rallentamento del QT più pronunciato del previsto e i commenti sul progresso verso l'obiettivo di inflazione. Inoltre, è significativo il cambio di linguaggio da "muoversi" a "mosso", indicando il raggiungimento di un obiettivo in termini di equilibrio.
Vorrei condividere con voi i commenti di Powell, presidente della Fed, che sono stati rilasciati di recente:
- Powell ha dichiarato che è improbabile che la prossima mossa politica sarà un aumento dei tassi.
- Ha sottolineato che l'inflazione rimane ancora troppo alta e che non sono garantiti ulteriori progressi.
- Esprime cautela riguardo alla sua aspettativa sull'inflazione, affermando che potrebbe diminuire quest'anno, ma la sua fiducia è inferiore rispetto al passato.
- Poiché l'inflazione è scesa al di sotto del 3%, l'obiettivo occupazionale della Fed torna al centro dell'attenzione.
- Powell ha confermato che la politica monetaria restrittiva sta svolgendo il suo ruolo, ma c'è ancora molto lavoro da fare.
- Ha evidenziato che i dati di quest'anno non hanno aumentato la fiducia nella necessità di tagliare i tassi e che probabilmente ci vorrà più tempo del previsto per acquisire maggiore fiducia.
- Powell ha discusso dell'impatto della politica restrittiva sulla domanda e ha citato i dati di ieri sui posti vacanti nel mercato del lavoro.
- Ha chiarito che il rallentamento del ritmo del QT non implicherà una contrazione del bilancio inferiore a quanto previsto e che garantirà una transizione fluida in termini di denaro.
Il mercato ha reagito positivamente inizialmente, ma una volta terminati i commenti di Powell, sono entrati i venditori e gli indici sono tornati in territorio negativo.
Vorrei condividere con voi le ultime novità riguardo al FedWatch:
- La probabilità di un taglio dei tassi a giugno è ora del 9%, mentre per luglio è al 25%. Nonostante ci sia una nuova speranza per un taglio estivo, personalmente non credo che sia così probabile. Le probabilità mi sembrano troppo alte.
- Per settembre, la probabilità di un taglio è ora al 54%, poiché Powell ha dichiarato che la situazione politica non influenzerà la loro decisione.
Per quanto riguarda il recente rally e la successiva vendita:
- C'era molta paura che il FOMC avrebbe adottato un atteggiamento più aggressivo dopo i recenti dati, causando un altro calo del mercato.
- Tuttavia, la Fed ha rassicurato il mercato comunicando di essere consapevole dei rischi legati all'inflazione e ha smentito i timori di un aumento dei tassi, oltre a rallentare il QT.
- Nonostante ciò, il mercato ha restituito la maggior parte dei guadagni intraday.
Analizzando il grafico, abbiamo raggiunto la media mobile a 21 giorni nell'SPX e abbiamo assistito a una forte vendita, il che suggerisce che gli orsi hanno un certo controllo. Tuttavia, ritengo che il sollievo iniziale abbia contribuito a questo scenario e che il mercato continui a preoccuparsi dell'inflazione nonostante l'atteggiamento leggermente accomodante del FOMC di ieri.
Continuate a seguirci per ulteriori aggiornamenti sul mercato.
Cordiali saluti,
Marco Bernasconi Trading.
House of Trading: tutti in attesa di indicazioni da Washington“Più in alto più a lungo” da un lato, costo del denaro ancora in quota zero dall’altro. Quella che sembra la ricetta perfetta per il carry trade ha portato il Dollaro/Yen ad aggiornare i massimi da 34 anni. Molto probabilmente, ma lo sapremo con certezza solo a fine maggio, questo nuovo picco ha spinto le autorità giapponesi ad intervenire per arrestare gli acquisti.
Ovviamente, fino a quando a cambiare non sarà l’intero contesto che favorisce la crescita del ninja (ossia fino a quando lo spread tra i tassi statunitensi e giapponesi non si ridurrà in maniera significativa), questo cambio sarà destinato a restare nelle zone alte. E, importare inflazione in un Paese in cui i tassi reali sono già negativi, non sembrerebbe essere la ricetta della prosperità.
C’è grande incertezza su quello che sarà il responso della due giorni di riunioni della Federal Reserve: da un lato gli ultimi dati sul Pil potrebbero rappresentare un primo segnale di indebolimento della locomotiva USA, ma dall’altro è - forse - più probabile che i ripetuti segnali di forza saranno sfruttati dai “falchi” per invitare alla prudenza le autorità monetarie della prima economia (anche perché tra gli analisti non manca chi pronostica che il prossimo movimento dei tassi USA sarà al rialzo).
Di tutto questo, e di molto altro, si parlerà nella puntata di oggi di House of Trading, in onda sul canale YouTube di BNP Paribas.
House of Trading: cosa è successo nell'ultima puntata
Nella scorsa puntata di House of Trading, la squadra dei Trader, composta da Nicola Para e da Stefano Serafini, ha utilizzato i Turbo Certificate di BNP Paribas per investire al rialzo sul Bund (stop loss, -4,54%) e sull’Euro/Dollaro (target +4,68%) ed al ribasso sul petrolio WTI (a mercato, +2,19%) e sul rame (l’operazione non è entrata).
Nel caso invece delle operazioni inserite dagli analisti, la squadra era composta da Riccardo Designori e da Enrico Lanati, lo “short” sulle azioni Nvidia è operativo (-10,96%) così come i “long” sulle azioni Snam (+2,68%), Adobe (+12,2%) e Visa -0,37%).
La classifica generale registra la conferma del vantaggio degli analisti con 18 operazioni a target contro le 16 degli analisti (7 carte a mercato per i primi, 4 per i secondi).
Cosa attendersi dalla puntata di oggi
Nella diciassettesima puntata dell’edizione 2024, la squadra dei Trader sarà formata da Nicola Para e da Giancarlo Prisco mentre i due analisti saranno Enrico Lanati ed il conduttore Riccardo Designori. I primi investiranno sull’Euro/Dollaro, sul Bund, sulle azioni Meta Platforms e sull’indice S&P500 mentre i secondi inseriranno deal su Saipem, su Apple, su UniCredit e sul titolo Coca-Cola.
Il sondaggio della settimana riguarda la prossima riunione della Banca centrale USA: “Arriva la FED, quali ricadute per Wall Street?
L’appuntamento, come di consueto, è alle 17:30 sul canale YouTube di BNP Paribas.
Previsioni ottimistiche in attesa di Amazon e della Fed.A Wall Street si dice:
"Il miglior investimento che puoi fare è in te stesso. L'educazione paga i migliori dividendi." Warren Buffet
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Cari lettori di Marco Bernasconi Trading,
Ieri, lunedì, abbiamo assistito all'esitazione del mercato nell'affrontare una delle settimane più impegnative dell'anno. Tuttavia, i principali indici sono riusciti a chiudere la sessione in territorio positivo, consolidando i solidi progressi registrati venerdì scorso.
Il Dow Jones è cresciuto dello 0,38%, guadagnando quasi 150 punti e chiudendo a 38.386,09, mentre il NASDAQ è avanzato dello 0,35%, con un aumento di circa 55 punti, raggiungendo quota 15.983,08. Anche lo S&P; ha registrato un incremento dello 0,32%, attestandosi a 5.116,17 punti.
L'evento principale della giornata è stato Tesla (TSLA), che ieri ha registrato un balzo di oltre il 15% dopo l'annuncio di un accordo provvisorio con la Cina che permetterebbe l'utilizzo della sua tecnologia di guida autonoma nel più grande mercato al mondo dei veicoli elettrici. Il titolo ha ricevuto un notevole impulso rispetto al rapporto trimestrale della scorsa settimana, che, pur non registrando profitti, ha comunque impressionato gli investitori accelerando il lancio di veicoli più accessibili.
Venerdì scorso, le Big Tech hanno dimostrato la loro forza dopo i solidi report di Alphabet (GOOGL) e Microsoft (MSFT), che hanno contribuito a far registrare al NASDAQ e all'S&P; le migliori performance settimanali del 2024 (+4,2% e +2,7% rispettivamente), dopo un inizio difficile del secondo trimestre. E questa settimana abbiamo in programma altri due colossi del settore, con Amazon (AMZN) domani e Apple (AAPL) giovedì.
I giorni con ottimi report porteranno a rimbalzi, mentre quelli con cattivi report vedranno vendite. Questa settimana ci aspettiamo importanti resoconti. Vi invito a prestare attenzione alle medie mobili a 50 giorni come livelli di resistenza per i principali indici di mercato. Un giorno sopra o sotto di esse non determinerà né la creazione né la distruzione di questo mercato, ma probabilmente saranno punti focali per i movimenti a breve termine di tori e orsi.
I resoconti del leader dell'e-commerce e del produttore di iPhone sarebbero più che sufficienti per una settimana, ma c'è molto di più all'orizzonte. Domani inizierà una riunione della Fed, che si concluderà mercoledì con una decisione sul tasso e i commenti del presidente Jerome Powell. Sappiamo che questa volta il Comitato non taglierà i tassi, ma ci sono ancora ottime possibilità che questo incontro possa agire da stimolo per il mercato, dato che la pazienza degli investitori continua a scarseggiare.
Il FOMC si terrà tra due giorni, quindi i volumi saranno nuovamente inferiori domani. Anche se non ci si aspetta nulla dalla Fed, c’è sempre un linguaggio che potrebbe spingere il mercato al rialzo o al ribasso. Per questo motivo, la maggior parte dei trader è fuori di testa nelle 24 ore prima dell'intervento della Fed.
Jerome Powell sarà al centro dell’attenzione e mi aspetto che parlerà dei dati caldi CPI/PPI. Potrebbe condividere alcune riflessioni con il mercato sui tagli dei tassi di interesse estivi e questo potrebbe influenzare il mercato. Ricordate, il mercato spera ancora in un taglio estivo, quindi se Powell toglierà questo dal tavolo, svenderemo.
E poi venerdì arriverà il rapporto sui libri paga del settore non agricolo, come parte dei dati di fine mese. I numeri di marzo hanno mostrato che il mese scorso l’economia ha aggiunto ben 303.000 posti di lavoro, superando le aspettative di circa 200.000. Tuttavia, il mercato ha comunque registrato un rally in quella sessione (5 aprile). Sarà interessante vedere se “le buone notizie sono buone notizie” ancora una volta per aprile.
A proposito di aprile, manca ancora un giorno e sembra che sia il primo mese perdente dell'anno. La forte performance della scorsa settimana era arrivata troppo tardi dopo un inizio difficile. Il Dow è sceso di oltre il 3% ad aprile, mentre gli altri due indici sono scesi di oltre il 2% ciascuno. Bene, come hanno detto i nostri redattori, era previsto un ritiro...
Rubrica "Selezione di Titoli Vincenti".
In questa sezione della mia analisi, vorrei mettere in evidenza alcuni titoli interessanti che ritengo possano catturare l'attenzione dei miei lettori. So che chi consulta le mie analisi è costantemente alla ricerca del titolo giusto, e quelli che condividerò in questa sezione sono sicuramente delle valide opzioni.
Tuttavia, è essenziale sottolineare che semplicemente leggere i nomi dei titoli e procedere all'acquisto senza una strategia ben definita può essere rischioso. Anche se fornirò indicazioni di grande valore, la corretta implementazione di una strategia è fondamentale per garantire che l'acquisto sia efficace e non comporti perdite o risultati controproducenti.
Quindi, tenendo presente questo importante consiglio, ecco i titoli che presento oggi in questa nuova rubrica.
“Selezione di Titoli Vincenti"
Restate sintonizzati per ulteriori dettagli sui titoli interessanti da considerare:
Albemarle Corp (ALB)
Continuate a seguirmi per ulteriori aggiornamenti e analisi di mercato. La conoscenza e la strategia sono le chiavi per il successo nel mondo degli investimenti.
Rubrica "L'angolo di Warren Buffet conosciuto come l'oracolo di Omaha"
Lunedì è stata una giornata piuttosto tranquilla in attesa del FOMC. A parte l'azione mozzafiato di Tesla, che sembra aver trovato stabilità dopo l'EPS, il mercato è stato piuttosto piatto con bassi volumi.
L'S&P; ha registrato un modesto aumento dello 0,32%, mentre il Nasdaq è salito dello 0,36%.
La sessione di lunedì è stata caratterizzata da scambi molto limitati. L'SPX ha aperto a 5114 e ha chiuso a 5116, evidenziando una giornata di negoziati con volumi molto bassi. Il range di trading è stato stretto, oscillando di circa 15 punti per gran parte della giornata. Verso la chiusura, alcuni programmi di vendita hanno causato una breve discesa, ma poi il mercato ha recuperato fino ai massimi della giornata.
È stata una giornata di trading abbastanza controllata, evitata da molti altri trader, compreso me.
Questa settimana è caratterizzata dal FOMC che si terrà tra due giorni, quindi ci aspettiamo di nuovo volumi bassi oggi. Anche se non ci sono aspettative di cambiamenti dalla Fed, il linguaggio utilizzato potrebbe comunque influenzare il mercato. Pertanto, molti trader sono in attesa delle prossime 24 ore prima dell’intervento della Fed.
Guardando i dati di FedWatch, c'è solo una remota possibilità (3%) di un taglio dei tassi mercoledì, mentre è praticamente certo (97%) che i tassi verranno mantenuti. Questo significa che non ci saranno aumenti, confermando le aspettative di una giornata senza grandi sorprese dalla Fed.
Jerome Powell sarà al centro dell’attenzione e ci aspettiamo che discuterà dei dati recenti sull'inflazione (CPI/PPI). Potrebbe anche condividere alcune riflessioni sui possibili tagli dei tassi estivi, un argomento che ha il potenziale per influenzare il mercato. Tenete presente che il mercato resta in attesa di un possibile taglio dei tassi estivi, quindi se Powell esclude questa possibilità, potremmo assistere a vendite significative.
Grafici
Attualmente, gli indici stanno entrando nella media mobile a 50 giorni e sembra che stiano subendo un processo di digestione. Penso che sarà difficile superare la resistenza, a meno che Powell non dia il via libera ai tagli dei tassi quest’estate.
Per i rialzisti, i livelli SPX da superare sono 5120 (media mobile a 50 giorni) e 5145 (ritracciamento del 61,8%). Se questi livelli dovessero reggere, gli orsi potrebbero cercare di rompere i recenti minimi e puntare a 4880 nell'SPX.
In caso di fallimento degli orsi, potremmo assistere a nuovi massimi, con i rialzisti che puntano a 5440.
Dati economici e notizie
L'attività manifatturiera della Fed di Dallas di aprile è stata -14,5 rispetto a -11,3 previsto.
Le fatture trimestrali da 70 miliardi di dollari del Tesoro sono aumentate dal 5,255% precedente al 5,250%.
Per quanto riguarda la Germania, l'IPC preliminare di aprile è stato del 0,5% rispetto al 0,6% previsto.
Il titolo che ha dominato la giornata è stato Tesla (TSLA). Ha registrato un notevole rally di oltre 50 punti rispetto agli utili, ovvero circa il 40% in meno rispetto ai minimi registrati appena sei giorni fa. Nonostante l'entusiasmo, ritengo che il titolo sia probabilmente sopravvalutato e sarei propenso a vendere oltre il livello attuale. Questo slancio positivo è stato generato dall'approvazione da parte della Cina della piena guida autonoma, una notizia estremamente positiva per Elon e l’azienda.
In sintesi
La giornata odierna non ha fornito molte indicazioni, e ritengo che dovremo aspettare una mossa del mercato da parte del FOMC questa settimana.
Oltre al FOMC, gli utili saranno al centro dell’attenzione, quindi è consigliabile prestare attenzione ai grandi nomi della tecnologia come AMZN e AAPL, che potrebbero influenzare il mercato.
A presto.
Rimanete sintonizzati per ulteriori aggiornamenti e buon trading!
Cordiali saluti,
Marco Bernasconi.
AZIONARI IN RIPRESA
La settimana scorsa, i listini principali, negli Stati Uniti ma non solo, hanno chiuso in rialzo, spinti dalle trimestrali di Alphabet e Microsoft, che hanno di fatto contribuito a spingere il Nasdaq a +2%. Contestualmente l'S&P 500 è cresciuto dell'1.02%, mentre il Dow Jones ha terminato la sessione Usa a +0.4%.
Nonostante un dato relativo al PCE in linea con le attese, e comunque ancora forte, gli operatori si sono orientati al rialzo e hanno acquistato in una fase in cui il risk off e risk on sembrano confondersi, considerato che i rendimenti dei titoli di Stato Usa sono in salita (in avversione al rischio), mentre gli azionari e gli indici come Vix e Fear and Greed rimangono in appetito al rischio.
Sul fronte dei titoli Microsoft è salito insieme ad Alphabet, dopo la pubblicazione di trimestrali favorevoli. Al contrario, Intel è crollata del 9,2% dopo aver fornito prospettive deludenti sui ricavi mentre ExxonMobil ha perso il 2,8% dopo aver deluso le aspettative sugli utili. A livello settimanale, l'S&P 500 e il Nasdaq hanno guadagnato rispettivamente il 2,2% e il 3,5%, la loro settimana migliore da novembre, mentre il Dow Jones è salito dello 0,5%.
PCE ANCORA SOSTENUTI
L’indice dei prezzi della spesa per consumi personali negli Stati Uniti è aumentato dello 0,3% su base mensile a marzo 2024, lo stesso di febbraio e corrispondente alle previsioni di mercato. I prezzi dei servizi sono aumentati dello 0,4% e quelli delle merci dello 0,1%. Il tasso annuo è salito al 2,7%, al di sopra delle previsioni del 2,6%.
Nel frattempo, l’inflazione core mensile PCE, che esclude alimentari ed energia ed è la misura preferita dell’inflazione della Fed, è rimasta stabile allo 0,3%, la stessa di febbraio e in linea con le aspettative. Separatamente, i prezzi dei prodotti alimentari sono diminuiti meno dello 0,1% e quelli dell'energia sono aumentati dell'1,2%. Infine, il tasso annuo dell’inflazione core è rimasto invariato al 2,8%, mentre i mercati si aspettavano che scendesse al 2,6%.
ATTESA PER LA DECISIONE DELLA FED
La settimana che comincia domani diventa assai interessante, non solo per i numerosi dati macro in programma, ma soprattutto in ragione della decisione della Fed, in programma mercoledì sera alle 20.00. Se da un lato, è vero che le previsioni sembrano scontate verso un nulla di fatto, dall’altro saremo curiosi di ascoltare Jerome Powell che speriamo possa dare qualche indicazione su quando la Fed dovrebbe iniziare a tagliare il costo del denaro.
Non si deve dimenticare che questa è anche la settimana dell’ADP e dei NFP, ovvero i dati sul mercato del lavoro. Ma c’è di più perché gli investitori attendono anche i PMI ISM manifatturiero e dei servizi, insieme ai dati relativi ai JOLT, quelli sul commercio estero, agli ordini all’industria e all'indice di fiducia dei consumatori. La pubblicazione delle trimestrali poi prosegue con colossi come Pfizer, Apple, e Booking.
A livello internazionale, seguiremo con interesse, i dati sull’inflazione in Germania, Spagna, Francia, Italia, e Area Euro, oltre a Svizzera e Turchia. Inoltre, saranno pubblicati i tassi di crescita del PIL del primo trimestre per Francia, Spagna, Germania, Italia, area euro, e Messico. Infine, S&P Global pubblicherà i PMI manifatturieri per Cina, Canada, Spagna, Italia, Corea del Sud, Russia e Svizzera.
JPY AL COLLASSO, COMPLICE LA BOJ
Lo yen giapponese si è indebolito oltre quota 158.50 per dollaro, il minimo dall’Aprile 1990, in assenza di interventi della BoJ. La banca centrale sembra complice di questo movimento, per aver tenuto i tassi fermi la settimana scorsa, ma anche in ragione del fatto che Ueda, il Governatore della BoJ, ha dichiarato che la svalutazione porta con se benefici importanti all’economia, sconfessando gli interventi verbali dell’ultimo mese, da parte di alti funzionari della autorità monetaria e del Governo, che avevano illuso molti della possibilità di un intervento a sostegno della Jpy.
Nel frattempo, i dati hanno mostrato che il tasso di inflazione core di Tokyo è rallentato al minimo di 2 anni dell'1,6% in aprile, Lo yen ha perso circa il 10% rispetto al dollaro quest’anno in ragione di un delta tasso che spinge ad acquistare UsdJpy come carry trade. Sul fronte delle altre valute, segnaliamo la tenuta e stabilità in trading range per euro, e sterlina ancora sopra ai supporti chiave di medio termine. Stesso comportamento per le oceaniche e il dollaro canadese.
Buona settimana e buon trading.
Saverio Berlinzani
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