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PETROLIO WTI, a 21,34 c'è una resistenza!Il WTI pericoloso ed imprevedibile, vede questa settimana una discesa delle quotazioni lunedì ed in parte martedì per poi innescare una ripresa che lo porta a creare una lateralizzazione di brevissimo con massimi a 20.34; vicinissimo alla resistenza a 21.35 circa, solamente ad 1 dollaro di distanza.
La resistenza potrebbe essere una zona interessante da monitorare, ma il rischio su questa commodity rimane elevato!!!
GRAFICO RENKO ATR 4H
Al momento alcun blocco ribassista all'orizzonte
GRAFICO RENKO ATR 30MIN
Evidenzia un'incertezza delle quotazioni alternando blocchi ribassista e rialzisti, le laterali vengono segnalate piuttosto di rado su questo tipo di grafici
GRAFICO CANDELE 30MIN
Dettaglia il livello di 20.34 con il quale le quotazioni si sono più volte confrontate
GRAFICI CANDELE W, D e 4H
Descrivono l'avvicinamento del prezzo alla resistenza, ma al momento, tolto un avvicinamento dell'RSI alla Banda di Bollinger superiore su grafico daily, non c'è molto altro!
Buon Lavoro!
(PARTE 3 - FINE )QUANTO DURERA’ QUESTO RIBASSO DEL PETROLIO?Quanto durera’ questo ribasso del petrolio?
“prima o poi salira’”. Questa e’ la frase piu’ comunemente detta in questi giorni.
Si, possibile. Ma vediamo quando.
Il rimbalzo del prezzo del petrolio dipende da due fattori:
1) Il recupero della domanda aggregata.
2) La contrazione dell’offerta.
Il primo dipende dal progressivo ritorno alla normalita’ e alla messa in moto dell’economia mondiale, che, anche dopo la ripartenza, probabilmente viaggera’ a 3 cilindri e non a 4.
Il secondo, invece, dipende da quanti operatori rimarranno nel mercato nel medio periodo. Molti degli operatori del mercato USA usciranno presto dal mercato. Tali prezzi sono per loro insostenibili e entro fine anno molte aziende estrattive entreranno in Chapter 11 e falliranno.
La combinata interazione dei fattori 1) e 2) spingera’ nel medio periodo i prezzi del petrolio in rialzo.
Ma nel frattempo?
Nel frattempo, la discesa del prezzo del petrolio rappresenta un serio rischio deflattivo. Sul mercato della commodity tale rischio e’ evidente. Chi deve comprare, attende, perche’ sa che piu’ attende e meno spende.
L’attuale contesto economico, caratterizzato da un forte lack di domanda di beni legato all’aumento della disoccupazione e al rallentamento macro, associato all’economic shutdown presenta elevatissimi rischi di deflazione.
I consumatori, una volta che torneranno per le strade, saranno piu’ conservativi negli acquisti. Questo per due motivi:
1) Molti di essi avranno perso il lavoro o ne avranno trovato uno meno sicuro del precedente.
2) Professionisti ed imprenditori, compreranno solo l’indispensabile, consci di dover affrontare un periodo difficile nei prossimi mesi.
E cosi, se chi compra, compra con il contagocce, chi vende ha necessita’ di fare cassa. Commercianti e aziende non esiteranno ad abbassare i prezzi per aumentare i volumi e garantire un po’ di liquidita’ aggiuntiva nei conti societari. Si dara’ piu’ importanza ai volumi e al cash flow immediato a scapito della marginalita’.
Minore domanda, associata all’offerta di beni a sconto potrebbe portare ad uno scenario deflattivo, noto nemico della ripresa economica.
Se, infatti, nel breve periodo tale scenario puo’ servire a far ripartire i motori, nel lungo periodo potrebbe portare i consumatori a continuare a perpetrare il comportamento iniziale, rimandando gli acquisti a tempi migliori, confidando in ulteriori ribassi di prezzo. Tale scenario sarebbe molto negativo per l’economia in quanto ridurrebbe sensibilmente i profitti di lungo delle aziende che sarebbero costrette a licenziare, riducendo ulteriormente la domanda aggregata potenziale.
Ma c’e’ di piu’.
L’attuale rallentamento macro non portera’ solo il “Sig. Verdi” a ridurre gli acquisti ma anche le aziende. Nel tentativo di salvaguardare la liquidita’ aziendale, (ricordate? Cash is the king in 2020) le aziende tenderanno a ridurre gli acquisti e gli investimenti nel 2020. Una recente analisi condotta da Goldman Sachs tratta nello specifico questo argomento. Lo strategyst David Kostin si attende una forte contrazione della spesa da parte delle aziende, nell’ordine del 33%. In particolare, saranno gli investimenti in nuovi macchinari e attrezzature a risentire di questo trend. allo stesso tempo, alcune aziende ridurranno le spese per ricerca e sviluppo.
• OPERA SOLO quando le probabilità sono a tuo favore.
• LIMITA le perdite.
• MASSIMIZZA i profitti.
• RIGORE nel rispettare le REGOLE che ti sei dato.
• TREND IS YOUR FRIEND.
OGGI GIRA TUTTO ATTORNO ALLA BCEUna giornata di attesa
Sara’ una seduta di borsa caratterizzata da un atteggiamento piuttosto attendista da parte degli operatori.
Prima di implementare ulteriori decisioni di asset allocation, i gestori vorranno conoscere l’esito della riunione dei capi di governo, riunione in cui, come ormai noto, si discutera’ su quali pacchetti utilizzare per fronteggiare la piu’ grande crisi economica che abbia mai afflitto la zona euro negli ultimi 70 anni.
Nel frattempo, la BCE ha ulteriormente allargato il proprio campo di azione includendo i titoli con rating BB tra i titoli accettabili come garanzia dei finanziamenti dati alle banche.
Tale ulteriore ammorbidimento delle condizioni del credito e’ stato un passaggio dovuto, legato alla necessita’ di evitare che eventuali downgrade del debito avessero finito per non rendere piu’ possibile usare determinati titoli a garanzia di crediti gia’ erogati.
Tale ammorbidimento non si estende ai titoli oggetto del piano di QE.
Nel frattempo, l’impatto dei provvedimenti di lockdown adottati dai vari governi Europei sulle rispettive economie inizia a farsi sentire in modo marcato.
Esso risulta meno vistoso e meno prolungato per la Germania. L’impatto per la Francia sara’ severo ma il trend di recupero dovrebbe essere veloce. Il trend del recupero per Italia e Spagna, piu’ esposte al business del turismo e della ristorazione tendera’ ad essere piu’ lento e la recessione piu’ marcata.
Attesi per oggi i dati sui flash PMI per il mese di aprile. Essi sono attesi in ulteriore contrazione rispetto alla rilevazione di marzo. La loro lettura servira’ per avere una picture piu’ chiara della profondita’ della crisi.
Ultima parentesi sul petrolio.
Abbiamo assistito nella seduta di ieri ad un rimbalzo delle quotazioni. Trattasi di un mero rimbalzo tecnico. I dati sulle scorte pubblicati ieri pomeriggio confermano la gravita’ della situazione. Esse sono salite di 15 milioni di barili, a 518.6 milioni. Trattasi del peggior dato degli ultimi 3 anni. Nel frattempo, continua il processo di storage del petrolio nei tankers in mezzo al mare. Al momento essi detengono 34 milioni di barili ma sono gia’ pronti per essere caricati sulle navi ulteriori 45 milioni di barili. La capacita’ massima di tali tankers e’ di 190 milioni di barili al momento.
Per chi e’ esposto alla commodity tramite ETC, suggeriamo di approfittare di tale rimbalzo per allegerire le posizioni.
• OPERA SOLO quando le probabilità sono a tuo favore.
• LIMITA le perdite.
• MASSIMIZZA i profitti.
• RIGORE nel rispettare le REGOLE che ti sei dato.
• TREND IS YOUR FRIEND.
CHECK-POINT INDICI USA AL 25/04/2020Visione d'insieme di S&P 500, Dow Jones, Nasdaq, Russell, Vix e CRB index.
Gli indici americani mettono a segno un'importante recupero delle quotazioni dai minimi del 23 Marzo, con la ovvia miglior performance del Nasdaq, indice guidato dalla spinta di tutte quelle aziende tech che da questi frangenti di lockdown stanno traendo importanti profitti (dal commercio elettronico ai software per lo smart work ecc.)
Da valutare se questo entusiasmo nel recupero dei prezzi sia giustificato oppure no!
Solo l'evoluzione della pandemia di coronavirus e i bilanci elle aziende daranno una visione più precisa su quali saranno i probabili scenari futuri.
Una minata fiducia dei consumatori post-lockdown ed una incertezza generalizzata sulle condizioni dell'economia futura comunque invitano ad una estrema prudenza, molto bravo chi in queste settimane è riuscito in intraday ad acquistare sulla debolezza, ma attenzione ad un trading multiday di posizione perché un futuro a tinte fosche può riservare spiacevoli sorprese.
CRB INDEX schiacciato ai minimi a segnalare nessuna ripresa nei consumi delle Commodities.
LIVELLI TECNICI
S&P 500
Resistenza 3393.5
Resistenza 2874.6
Quotazioni 2836.7
Supporto 2727.1
Supporto 2447.5
Supporto 2191.9
DOW JONES
Resistenza 29551.4
Resistenza 24242.5
Quotazione 23775.3
Supporto 22941.9
Supporto 20735.0
Supporto 18213.7
NASDAQ
Resistenza 9718.7
Resistenza 8876.7
Quotazione 8786.6
Supporto 8359.8
Supporto 7424.0
Supporto 6771.9
VIX
Resistenza 85.5
Resistenza 69.1
Resistenza 47.8
Quotazione 35.9
Supporto 35.6
Supporto 11.8
RUSSELL
Resistenza 1712
Resistenza 1246
Quotazione 1233
Supporto 1154
Supporto 1035
Supporto 966
CRB INDEX
Resistenza 187.388
Resistenza 133.451
Quotazione 112.755
Supporto 101.482
Buon lavoro!
Mordi la carne di maiale... e fuggiSituazione particolarmente interessante a mio avviso sulla scadenza di maggio di questa commodity che attesta il suo prezzo sui 40$, ben al di sotto del prezzo cash (oltre il 10%). La scadenza è prossima (14/05) quindi massima attenzione e pronti a uscire ma la tentazione di andare long nel brevissimo c'è anche in virtù del fatto che la scadenza di giugno quota 46$ contro un cash poco sotto i 45$. I presupposti ci sono anche in termini di stagionalità ma bisogna sempre tenere a mente la situazione particolare che si stà vivendo in particolare negli USA, dove non è detto che i consumi possano ripartire così in fretta e con la forza necessaria. Le notizie infatti sono contrastanti: la Fase 2, per loro, sembra vicina ma c'è un punto interrogativo grande quanto 22 milioni di disoccupati…
Lean Hogs - Pronti per un'estate alla griglia?Il grafico continuo della carne di maiale mostra l'arrivo dei prezzi su un livello molto interessante che dal 2009 ad oggi è stato toccato soltanto 2 volte per poi rimbalzare. Il livello attuale sconta sicuramente i dati pubblicati nel recente report rilasciato dall'USDA "Hogs & Pigs" in cui si delinea un incremento dei capi allevati del 4% yoy il che, sommato alla momentanea crisi della domanda cinese dovuta anche al Corona Virus, prepara il terreno ad una possibilità di rally al rialzo in previsione della stagione dei BBQ, ammesso e non concesso che la domanda possa riprendersi in maniera decisa e solida. Guardiamo con attenzione le scadenze estive di questa commodity per interventi rialzisti di medio lungo periodo, valutando anche la possibilità di operare in spread od in opzioni.
downloads.usda.library.cornell.edu
Buon trading a tutti!
AUD/NZD idea LONGMovimento ribassista weekly contenuto all’interno del canale con una falsa rottura della trendline inferiore nel corso della scorsa settimana e contemporanea formazione di uno Swing Low. Nelle ultime tre settimane si evince un indebolimento della forza ribassista come si denota dai real body via via più corti. Con la candela dell’ultima settimana si forma un Inside Day che mostra quindi una compressione di volatilità. L’ultima candela è uno Spinning Top con un real body posizionato esattamente al centro del range giornaliero il che mostra grande equilibrio tra rialzisti e ribassisti confermato anche dagli alti volumi registrati nelle ultime tre settimane. Al momento dal grafico settimanale emerge quindi equilibrio tra le forze in campo.
Sul grafico daily il movimento ribassista iniziato a Novembre 2019 ha prima ritracciato il 38,2% e poi ha proseguito nella sua discesa formando una Bearish Measured Move arrestatosi in corrispondenza del minimo storico di questo cross dal quale, in seguito al Bullish Engulfing del 19 Marzo, i prezzi hanno cominciato a risalire seppur lentamente. I prezzi hanno formato 2 Swing Low intervallati da uno Swing High e sembrerebbe essersi completato uno schema 1-2-3 Low dal quale potrebbe partire un impulso rialzista. L’idea è quindi quella di cercare un LONG grazie anche al forte segnale rialzista avuto nell’ultima giornata con la formazione di un Upside Swing (una candela con max e min maggiori rispetto a quelli della giornata precedente) con contemporanea formazione di un Bullish Engulfing dal quale potrebbe partire un movimento rialzista.
Anche i volumi notevolmente alti in corrispondenza del punto 1 ed in riduzione nella discesa 2-->3 mi fanno pensare ad un possibile rafforzamento dei rialzisti.
Anche gli oscillatori sembrano confermare la possibile risalita dei prezzi: in corrispondenza del punto 1 lo Slow Stocastic incrocia al rialzo in area di ipervenduto e le shadows perforano la banda inferiore delle Bande di Bollinger (5; 1,8). Le bande di Bollinger mostrano inoltre una compressione di volatilità che potrebbe dar vita ad un movimento direzionale rialzista.
Anche l’RSI in corrispondenza del punto 1 si trova in area di ipervenduto.
Anche il Commodity Channel Index (altro indicatore utile ad evidenziare opportunità Reversal) in corrispondenza del punto 1 si trova in ipervenduto (al di sotto dei 200 punti) evidenziando anche una divergenza positiva.
Sono intenzionato a cercare opportunità LONG.
Gold: è ancora bene rifugio?Lo scenario dell'oro rimane positivo nonostante la discesa delle ultime due settimane. Il supporto psicologico a 1450 tiene contiene la discesa dei prezzi. L'oro può considerarsi ovviamente un bene rifugio nonostante l'attuale correlazione con l'equity. Purtroppo in fase come questa le vendite arrivano anche su una commodity tipicamente decorrelata dal mercato azionario in quanto a causa della brusca caduta dei prezzi dovuta al coronavirus si è costretti a liquidare tutto quello che si può pur di coprire i margini.
Con la fine dalla discesa l'oro sarà potenzialmente tra i primi asset a rimbalzare a maggior ragione in un contesto di tassi così bassi.
Secoli di regole fondamentali svanite nel nulla...Ci tengo a precisare che le commodity (così come praticamente qualsiasi altro strumento) sono quotate in dollari dunque è normale che al rafforzamento del dollaro valgano sempre meno. Avrei voluto dirlo nel video, ma mi sono scordato...
Grazie a tutti, a presto!
MI COPIANO I TITOLI.......Quando un pipistrello della giungla manda in tilt le Borse
FTSE MIB
A 12 anni dalla crisi Lehman Brothers le piazze finanziarie di ogni latitudine tornano a mostrare il loro ventre molle, dopo una lunga cavalcata rialzista che ha impettito un po’ tutti i comparti finanziari,dispensando sicurezza e ottimismo a iosa nel partito dei positivi ad oltranza, garantiti dal riparo dalle intemperie finanziarie fornito da mamme chiocce, le Banche Centrali.
Poi il pipistrello guastatore della giungla ─ o qualcosa d’altro di similmente accidentale e remoto, poco cambia ─ che, a sua insaputa, ha acceso la miccia dell’instabilità sistemica, che autorevoli economisti ci spiegano consistere in una contestuale crisi della Domanda e dell’Offerta, tale per cui il giro di giostra del 2020 si prospetta diverso rispetto alle crisi del 2001 e 2008.
Il pipistrello della giungla, dicevamo, che suo malgrado si è trovato all’apice di una piramide di criticità che la globalizzazione degli ultimi due decenni ha pervicacemente e capillarmente diramato nel tessuto economico e finanziario di tutte le latitudini, per l’appunto.
Che il momento sia topico, ce l’ha detto la FED, che ha ritenuto di effettuare il primo taglio tassi d’emergenza dal 2008.
Altri esperti si cimentano a questo punto sulla previsione dell’andamento delle piazze borsistiche internazionali, che subiranno un temporaneo strappo a V per i più ottimisti, o una evoluzione a U per quelli un po’ più scettici. Noi diciamo che l’evoluzione attesa è la solita, cioè di tipo Boh!, vale a dire che sarà l’osservazione di ogni nuova candela mensile a fornirci progressione dell’evidenza in continuazione ovvero in inversione dell’aspettativa strategico-operativa, su indici borsistici, titoli, commodity e valute.
Nella sintetica panoramica che segue, andiamo in osservazione della dinamica osservata sulle candele mensili su taluni indici e titoli bancari domestici, in censimento del Trend/Segnale strategico-mensile, bussola per il posizionamento strategico elaborato con la tecnica Candle Model, che alla chiusura di febbraio 2020 ha rilevato un trasversale passaggio di testimone nell’aspettativa strategica.
La candela mensile rilasciata in chiusura di febbraio 2020, ha contribuito alla configurazione di un Modello denominato di InverTrend ribassista sugli indici FTSE MIB e S&P 500 (in figura 1), così come su altri indici borsistici internazionali.
In dettaglio di commento di figura 1, l’osservazione utile è fornita dalla sequenza delle 3 ultime candele mensili (dicembre 2019, gennaio e febbraio 2020), in cui si disegna il cambio di scenario strategico, con il passaggio di testimone dal precedente Trend/Segnale strategico-mensile rialzista ad uno ribassista, relativamente modulato a seconda del contesto grafico di lungo in cui compare.
L’osservazione della struttura grafica degli ultimi 10 anni del FTSE MIB ha proposto area 24000/25500 di resistenza statica e di respingimento di reiterati tentativi di allungo al rialzo. Anche il passaggio superiore della prima metà di febbraio 2020 è infine risultato effimero, risucchiato a 22000 a fine mese, con una dinamica utile per stimare l’uscita dal precedente long strategico ed aprire ad un Trend/segnale strategico ribassista (vedi video-analisi del primo marzo: w.traderlink.it/youvideolive/index.php?hash=8b46006dbea8ec1622b60a87198a156e ), suffragato dalla constatazione che i livelli dinamici pertinenti al quadro mensile hanno abdicato senza riserve alla loro naturale funzione di significativo contenimento del rigurgito di debolezza di fine febbraio.
Nel caso del maggior indice americano, l’S&P 500 (a sinistra in figura 1), la struttura grafica di lungo periodo riferisce di un apprezzamento di lungo corso, solo a tratti interrotto, in cui il contingente (a fine febbraio 2020) Modello mensile di InverTrend ribassista si propone in territorio grafico ancora presenziato dai livelli dinamici di periodo, testimoni di una qualche resilienza da spendere nel sopravvenuto scenario di debolezza strategica.
La traduzione, in termini operativi, è di una propensione alla debolezza che sul Ftse Mib si può estendere anche in area 18000-19000, in prima battuta, mentre sull’S&P 500 va osservata la capacità drenante di area di 2700-2800, prima di abbracciare l’ipotesi di ulteriore declino, che metterebbe nel mirino area 2400. Spetta tuttavia all’osservazione di ciascuna nuova candela mensile ri-dipingere via via il quadro strategico atteso, utilizzando il carattere adattivo che contraddistingue la tecnica Candle Model, tanto più apprezzato nell’attuale contesto di alta volatilità.
LA FED IERI HA SPAVENTATO I MERCATI, MA OGGI?Un pauroso ed inefficace taglio dei tassi.
“Un pauroso ed inefficace taglio dei tassi”. E’ stato letto cosi’ dal mercato il taglio intra-meeting effettuato dalla FED ieri sera.
Esso e’ stato definito “scaring”, pauroso, appunto dagli operatori di Wall Street, soprattutto da quelli che sono figli del QE e che viaggiano su un Bull Market dal 2009. Per loro e’ un’operazione inusuale, una di quelle che se viene fatta, “allora la situazione e’ molto grave”.
E poi ci sono quelli che dicono che un taglio dei tassi e ‘ inefficace, perche’ la FED poco puo’ fare nei casi, come questo, caratterizzati dalla contemporanea presenza di uno shock di offerta ed uno shock di domanda. Tale view e’ sposata anche da noi di Zeygos.
Affinche’ l’azione della Fed di ieri sia effettivamente efficace e’ necessario che venga implementata assieme ad altre misure fiscali di stimolo all’economia e ai settori maggiormente colpiti. Inoltre, le altre banche centrali dovranno seguire a ruota, il taglio della FED. Solo a quel punto il mercato riuscira’ a focalizzarsi sul futuro, ritenendo gli effetti distruttivi sul ciclo macro del coronavirus solo un evento di breve termine da superare. Altrimenti, il focus rimane sui dati dei contagi, sui voli cancellati, sulla diffusione del virus e sul tasso di mortalita’, ahime’ in crescita, ed il panico aumenta sia fuori dal mercato che sui mercati finanziari.
Ad alimentare tale ansia anche la scarsa abilita’ comunicativa di Jerome Powell, che pur eseguendo un taglio dei tassi di 50 bps effettuato per ridare fiducia ai mercati ha egli stesso ammesso l’insufficienza di tale misura senza pero’ aprire ad ipotesi di utilizzo di altri strumenti di politica monetaria. Il mercato si e’ sentito abbandonato a se stesso.
Interessante notare che, da un punto di vista meramente tecnico, il taglio dei tassi di ieri ha controbilanciato gli effetti distorsivi sul ciclo macro derivanti dal crollo dei mercati finanziari. Di fatto, e’ come se Powell avesse messo la palla al centro, post crollo di Wall Street, ma debba ancora adottare ulteriori misure per ulteriori crolli legati ad ulteriori rallentamenti macro. Questo e’ quello che sconta il mercato dei bond, che si attende ulteriori tagli a breve.
E vediamo allora quali potrebbero essere questi crolli, ma con la consapevolezza che per il momento sono crolli solo ipotetici basati su scenari (tipicamente catastrofici) posti in essere dagli analisti e dagli economisti.
La parola recessione inizia ad essere sempre piu’ presente nei report degli strategyst. In molti iniziano a fare i conti su quale potrebbe essere il destino dei mercati finanziari azionari qualora l’economia USA dovesse andare in recessione.
Il piu’ pessimista e’ lo strategyst di Bespoke Investment che parla di un crollo delle stime di utile sul 2020 del 20% e di una contrazione dei multipli di borsa dello S&P500 a 16. Tale scenario porterebbe lo S&P a scendere del 40% dai massimi di quest’anno. L’obiettivo sarebbe quindi 2000 punti circa. Stando a questa ipotesi, ci attenderebbe un Bear Market di un altro -25% dai livelli attuali.
Meno catastrofico lo strategyst di Citigroup che prevede una discesa dei mercati parallela alla contrazione degli utili di borsa. Anche lui (ahime’) ritiene probabile una contrazione degli utili nell’ordine del 25% a cui verrebbe associata una discesa degli indici del 25% ed un obiettivo dello S&P500 attorno ai 2400-2500 punti.
Nella lista degli strategyst bearish c’e’ anche Goldman Sachs che prevede uno storno del 28% dai prezzi massimi registrati a febbraio e un andamento flat delle stime di utile sull’anno. Questo significa che GS ritiene probabile assistere ad un’importante contrazione dei multipli di borsa.
A pesare sono poi anche le proiezioni sulla crescita economica degli istituti quali l’OECD che ha abbassato le stime di crescita mondiale dal 2.9% al 2.4%. Si tratterebbe del tasso piu’ basso di crescita dal 2009.
In sintesi, i rischi ci sono. E’ evidente. In molti stanno gia’ mettendo in guardia da scenari recessivi, ma le autorita’ (la FED in primis) hanno gia’ dimostrato di non volere stare a guardare il corso degli eventi. Questo, nel medio periodo, avra’ un peso.
In questo enviroment, l’asset class vincente e’ l’oro. Esso beneficia di questo clima di terrore creato dalla diffusione del virus e diventa tanto piu’ interessante in termini relativi quanto piu’ i tassi USA scendono. Questo perche’ l’oro e’ un’asset class che non produce interessi ed il costo di detenerlo si riduce quanto piu’ i tassi si riducono.
La relazione inversa tra prezzo dell’oro e andamento del rendimento dei treasury e’ chiaramente esposta in questo grafico.
Costruttiva anche la reazione del petrolio. “i commodity people” sono fiduciosi sulla tempestivita’ con cui agiranno i paesi dell’OPEC+ che probabilmente procederanno con un taglio della produzione di 600.000-1.000.000 di barili al giorno nella riunione attesa per il week end. Tale misura servirebbe a controbilanciare il calo della domanda associata alla diffusione del coronavirus. Esso e’ stimato da Morgan Stanley nell’ordine dei 500.000 barili al giorno mentre gli strategyt di GS ritengono sia probabile una contrazione nell’ordine di 150.000 barili al giorno.
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E' CAMBIATO IL FOCUSL’importanza del cambio di focus
Spesso, in questa sede, abbiamo evidenziato quanto, spesso, sia il cambio di focus degli operatori a trasformare, ceteris paribus, una giornata di risk-off in una giornata di risk-on.
La seduta di ieri e’ stato un caso di scuola di cambio di focus.
In un contesto in cui i dati macro continuano a dare segnali di rallentamento, la diffusione del virus si estende sempre di piu’ a livello globale, gli operatori si sono concentrati sugli effetti positivi che l’azione concertata delle banche centrali e dei paesi dell’OPEC+ possa portare al trend macro nel medio periodo.
Per un giorno il focus si e’ spostato dal contingente, al prossimo futuro. Il contingente e’ ancora imperniato di notizie negative, di dati macro disastrosi e previsioni di ulteriore contrazione. Al contrario, il medio termine e’ visto piu’ roseo, grazie all’interventismo delle autorita’.
Come scritto nel commento di preapertura di ieri, se il tema del coronavirus e la sua diffusione si limitera’ a soli pochi mesi, i suoi effetti potranno essere negativi nel brevissimo termine ma non impediranno all’economia globale di riprendersi a medio termine grazie all’azione congiunta di governi e banche centrali. Su questa azione congiunta si sta spostando gradatamente il focus del mercato.
A tal proposito, la giornata odierna sara’ una giornata chiave. I ministri delle finanze delle 7 potenze mondiali si uniranno in una teleconferenza alle 13.00 per discutere le misure economiche da adottare. A tale appuntamento partecipera’ anche Cristine Lagarde che ieri ha rilasciato un comunicato fotocopia delle dichiarazioni della FED di domenica sera.
Fed, Boj, Boe e ECB sono gia’ allineate. Nella lista delle banche centrali pro-active non manca poi la RBA che questa mattina ha tagliato i tassi di ulteriori 25 bp portandoli allo 0.5%.
Ma ad agire non sono solo le banche centrali ed i governi. Anche l’OPEC+, che si riunira’ questo fine settimana, potrebbe intervenire con un taglio di 750.000 barili di petrolio al giorno. E’ questo il driver del rimbalzo del prezzo del petrolio che in due sedute ha recuperato buona parte del sell off della scorsa settimana.
Quindi? Tutto finito? Possiamo tornare a comprare bendati come a febbraio?
No.
Nonostante lo S&P500 sia salito del 4.60% nella seduta di ieri, il messaggio che proviene dallo spaccato delle performance settoriali e’ piuttosto prudente.
Escludendo il rimbalzo tecnico dei titoli del settore tech, che erano stati particolarmente penalizzati nel recente sell off, gli acquisti di ieri si sono concentrati sui titoli difensivi, su quelli che maggiormente beneficiano di un taglio dei tassi da parte della FED. In sostanza, il mercato ieri ha comprato i proxi dei bond, non ha comprato la crescita. Quello che ci dice lo spaccato settoriale e’ che la scommessa del mercato al momento e’ limitata ad una FED accomodante non agli effetti positivi di tale espansione monetaria sul ciclo macro. I settori piu’ ciclici quali Industrial, Energy, Consumer Discretionary, Materials sono rimasti indietro rispetto al mercato.
Medesimo messaggio proviene dal mercato dei bond in cui i rendimenti del Treasury, dopo un rimbalzo nella seduta di ieri, sono tornati a scendere e trattano in prossimita’ dei minimi di periodo.
Cauto anche il messaggio che proviene dall’oro. La commodity continua ad essere ben comprata ad indicazione di un atteggiamento ancora piuttosto prudente degli operatori.
In sintesi, a salire ieri, le asset class direttamente beneficiarie delle misure di interventismo attese e annunciate. Il petrolio e le azioni che beneficiano del taglio dei tassi.
Nella seduta odierna sara’ importante seguire l’esito della teleconferenza tra i paesi del G7 perche’ questo e’ il driver che sostiene i mercati.
Interessante, infine, notare come la reazione del mercato azionaria sia stata piu’ forte proprio laddove ci si attende maggiore interventismo mentre e’ stata piu’ pacata nei casi in cui le banche centrali hanno poco spazio di manovra.
E’ il mercato USA quello ad essere rimbalzato maggiormente mentre quello Europeo, nonostante il +4.6% dello S&P500 sta ancora scambiando ai livelli di ieri. Questo non e’ un buon segnale.
Nella seduta odierna potremmo assistere ad un rimbalzo degli indici Europei ma difficilmente andremmo a superare le resistenze in area 3400 di eurostoxx50.
In dati economici, l'Institute for Supply Management ha dichiarato che l'indice di produzione è sceso al 50,1% il mese scorso dal 50,9%.
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Finita la fase due… manca la fase treNe siamo consci, rischiamo di semplificare troppo alcuni processi, ma a volte, semplificare, aiuta a capire meglio certe dinamiche.
Abbiamo seguito questo sell off fin dalle origini. Ne abbiamo segnalato i rischi prima che avvenisse e ne abbiamo descritto le dinamiche degli ultimi giorni.
Il tentativo che vogliamo fare oggi e’ quello di sintetizzare al massimo le dinamiche di questo sell off per avere una visione il piu’ possibile chiara di cosa possa accadere nei prossimi giorni.
Questo sell off puo’ essere suddiviso in tre fasi, due si sono gia’ verificate. Manca la terza.
La prima fase ha coinvolto “i super ottimisti”, principalmente investitori privati che si erano buttati sul mercato azionario e su quello delle opzioni. Sono stati loro i primi a vendere spaventati dalle notizie allarmanti sulla maggiore diffusione del Coronavirus. Come descritto nei precedenti report, la scadenza delle opzioni di venerdi ha fatto si che questi investitori, lunghi di call, si trovassero con titoli nei portafogli e corressero a vendere per monetizzare quanto prima i guadagni realizzati. Accanto a loro anche coloro che, presi dall’entusiasmo simile a quello che abbiamo vissuto nella bolla delle dot.com nel 2000 avevano comprato senza indugio e a qualsiasi prezzo i titoli del c.d. “retail index”, indice costruito da GS e rappresentativo dei titoli maggiormente detenuti ed amati dai retail investors.
La seconda fase si e’ verificata ieri. Come anticipato nel commento di preapertura di ieri, gli investitori istituzionali non avevano venduto lunedi ma sono corsi a ridurre l’esposizione dei portafogli nella giornata di ieri.
Attenzione, chi ha venduto ieri NON sono stati i fondi quant. Gli ordini di ieri non sono stati immessi dagli algoritmi. Dietro le vendite di ieri ci sono le persone, i gestori, espressione anche loro della preoccupazione sulla crescita globale legata alla diffusione del coronavirus.
Cosa hanno venduto i gestori? Tutto. Praticamente tutto. Questo e’ tipico dei gestori e meno tipico degli algoritmi che sono molto piu’ selettivi seguendo logiche legate a formule matematiche.
Nella seduta di ieri, praticamente quasi tutti i titoli sono scesi ad indicazione che i gestori hanno venduto tutto, senza distinzione di sorta, con lo scopo di stare cash.
L’obiettivo delle vendite di ieri e’ stato quello di ridurre la gross exposure, la c.d. esposizione lorda.
Le vendite di ieri da parte dei fondi long associate alle vendite di lunedi da parte dei super bullish hanno fatto si che lo S&P500 registrasse una perdita di oltre il 7% dai massimi e il RSI scendesse in pochissimo tempo da 75 a 35.
E ora chi manca all’appello?
Gli algoritmi.
I grafici sopra esposti mettono in evidenza che i fondi “volatility target” e l’esposizione azionaria dei c.d. CTA (Commodity Trading Adviser) e’ ancora piuttosto elevata.
Aspetto interessante, tuttavia, che grazie ai rialzi conseguiti dallo S&P500 nel corso degli ultimi mesi e ai bassi livelli di volatilita’ del mercato, i fondi quant non hanno ancora chiari segnali di vendita. Dovremmo assistere ad un ulteriore flessione dello S&P500 sotto il livello di 3100 prima che essi diventino aggressivi in vendita. (questo secondo l’analisi condotta dallo strategyst di JPMorgan).
Combinazione e’ che sugli stessi livelli (3050) si colloca la media mobile a 200 giorni dello S&P500.
Questo supporto tecnico, osservato da molti deve rimanere intatto per la prosecuzione nel lungo periodo del trend rialzista.
In prossimita’ dei livelli di 3050 potremmo assistere alla combinata presenza di fondi long in acquisto (fase di bottom fishing) e fondi algoritmi in vendita.
Possibile, quindi, che l’indice USA trovi un supporto in prossimita’ della media a 200 giorni. Tuttavia, la violazione di tale media potrebbe portare ad un violento movimento al ribasso. A vendere, in tal caso, sarebbero sia gli algoritmi che i fondi long (in stop loss).
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GUARDIAMO AL PETROLIO PER CAPIRE DOVE ANDREMO OGGI...Qualcosa si muove..
Dopo un venerdi nero caratterizzato da un importante shift di asset allocation a favore delle asset class non rischiose, nella giornata di ieri si e’ vissuto un clima meno catastrofico e piu’ costruttivo. Questo a causa dei primi interventi posti in essere dalla PBOC per dare sostegno ai mercati e all’economia Cinese in questa delicata fase del ciclo macro.
Per dare un’idea di come si siano spostati velocemente i flussi nella giornata di venerdi evidenziamo i flussi di acquisto sull’ETF monetario americano. Esso ha attratto flussi netti per 200 milioni di USD. Pattern simili possono essere riscontrati su ETF obbligazionari a bassa vola e basso rischio a scapito di flussi in vendita su ETF azionari.
Nella giornata di venerdi gli algoritmi di asset allocation hanno guidato i flussi. Guidati da un segnale di “risk off” hanno proceduto ad immettere sul mercato ordini diretti a ridurre sensibilmente l’esposizione alle asset class rischiose in portafoglio.
E oggi? Probabilmente assisteremo ad un processo contrario.
L’intervento massiccio sul mercato monetario e sul fixing dello YUAN da parte della PBOC ha ridato fiducia agli operatori di mercato. Con operazioni di mercato aperto per circa 53 miliardi di USD la PBOC ha immesso sull’economia un enorme quantita’ di liquidita’ diretta a sostenere la contrazione macro associata a questo periodo in cui 2/3 delle attivita’ economiche in Cina sono sostanzialmente paralizzate, messe “on hold”.
L’intervento sul mercato dei cambi che ha consentito di fissare un fixing sotto 7 contro il dollaro e’ stato un altro segnale forte che la PBOC c’e’ ed e’ pronta ad intervenire sui mercati.
Sul lato USA sono giunti altri messaggi rassicuranti. La pubblicazione dell’ISM relativo al mese di gennaio ha dato un importante messaggio di fiducia agli operatori. L’indice dei direttori degli acquisti e’ balzato sopra 50 punti per la prima volta da luglio. A trainare il dato l’ottima performance delle componenti relative alla produzione e ai nuovi ordinativi passati rispettivamente a 54.3 e a 52 dai livelli di 44.80 e 47.6. La sigla dell’accordo tra USA e CINA ha ridato fiducia alle aziende.
Infine, notizie rassicuranti anche sul fronte del petrolio. Dopo il crollo del 20% registrato dalla commodity da inizio anno, nella giornata di ieri gli esponenti dei membri dell’OPEC+ hanno concordato di fissare un Joint Technical Committe per la giornata di oggi e di domani con lo scopo di valutare la situazione attuale e l’impatto sulla domanda attuale e futura della diffusione del Coronavirus. Le prime stime parlano di una contrazione della domanda del 20%, contrazione che ovviamente pesa sui prezzi di consegna e sul sentiment del mercato.
I membri dell’OPEC+ non escludono di anticipare a febbraio la riunione fissata per marzo. Nonostante al momento la Russia sia ancora riluttante a valutare ulteriori tagli alla produzione, gli altri membri del cartello stanno valutando attentamente tale ipotesi. Questo interventismo, se confermato nelle prossime settimane, potrebbe ridare smalto al prezzo del petrolio e quindi anche ai titoli del settore energetico.
Quindi, in sintesi, la picture con cui ci troviamo ad operare questa mattina e’ meno “nera” di quella di venerdi. Nonostante i numeri sulla diffusione del virus siano preoccupanti (17400 i casi infetti e 360 le morti), il contesto e’ “schiarito” da dati macro in USA rassicuranti, una reporting season per il momento piuttosto solida e un pronto interventismo da parte delle autorita’ Cinesi e dei paesi dell’OPEC.
Va da se’ che le osservazioni scritte nel report di preapertura di ieri rimangono valide. La gravita’ economica della diffusione del coronavirus dipendera’ dal tempo che verra’ impiegato per debellarlo e per ripristinare la normalita’ nei paesi e nelle citta’ maggiormente colpite.
Cosa attenderci per la giornata di oggi?
Riteniamo che oggi sia importante seguire l’andamento del prezzo del petrolio. Segnali di rimbalzo associati al meeting dei membri del cartello potrebbero contribuire a ridare smalto ai listini. Il future sull’eurostoxx potrebbe tornare a testare i livelli di 3700.
Al contrario, una discesa del petrolio sotto 50 USD al barile potrebbe essere il catalyst per ulteriore pressione sulle asset class rischiose, azioni in primis.
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Eur/Usd, alla luce dei minimi ascendenti, il target è 1,118.Benritrovati a tutti, dopo mesi che pubblico idee concernenti esclusivamente l'azionario italiano e le commodity, approfitto della pausa settimanale, per cimentarmi, insieme a voi, sulle valute e come prima prima idea di trading, quale valuta si presta meglio al primo post, se non il dollaro, la regina dei cambi, ovvero la + forte di tutte? +
Conoscere tutte le tematiche da cui dipende il cambio è quasi impossibile, ma , possiamo dire che finora, i forex trader, si sono attenuti alla regola del dato buono- rafforzamento della valuta USA e viceversa; l'ultima ottava, mediante 1 piccolo movimento, è andata a chiudersi at 1,112 dollari.
che pare in procinto ri rompere l'ex supporto at 1,113, ora diventato resistenza. e nel caso di rottura, produrebbe 1 veloce accelerazione al target di 1,1175 usd, mentre in caso di scenario contrario, ovvero di discesa, resterebbe il supporto at 1.10.
Nelle more, buon fine settimana a tutti e alla luce delle mie modeste ipotesi, ai posteri l'ardua sentenza e solo il futuro ci potrà dire se...ci ho azzeccato.
La vostra visione diventerà chiara solo quando guarderete nel vostro cuore.
Chi guarda all’esterno, sogna.
Chi guarda all’interno, apre gli occhi,
Jung
Oro, dopo il rimbalzo di ieri sul minimo at 1451, taret 1461?Per coloro che vogliono avvicinarsi alla commoditY x eccellenza, ritengo che 1 ingrssso long, a questi livelli, sia 1 ottima occasione , alla luce del premium risk; ovviamente, come sempre...con lo stop loss in canna, vito che il fine principale di 1 trade è...limitare soprattutto le perdite.
saluti da Aquila libera
La vita comincia dove finisce la paura.
osho
La scivolata del caffè Il prezzo è sopra una zona di supporto chiave, compresa tra i 96.4 e i 95 circa..non riesce a riprendersi perché le esportazioni sono in forte in calo in quanto le valute dei paesi che esportano risentono di questa svalutazione contro majors come dollaro americano, tendendo a limitare le vendite per non rimetterci troppo. Tutto questo per esempio ha fatto calare l esportazioni del paese che ne produce di più (il vietnam) quasi del 40% rispetto a gennaio (dati doganali pubblicati nella seduta di venerdì).
Quindi è una commodity che risente particolarmente del peso del del dollaro americano: dato che l USD dovrebbe continuare a rinforzarsi nel corso del 2019 (soprattutto secondo semestre), è probabile che il caffè continui a rimanere debole (salvo cambiamenti improvvisi del rapporto domanda/offerta). Ad ora tecnicamente però potrebbe essere un buon ingresso in quest area (97) con un target di breve periodo verso i 104. Una chiusura al di sotto dei 95 però farà in modo che la discesa continui fino a nuovi minimi di periodo difficili da stabilire.
Ricapitolando: tecnicamente sembra favorevole ad un long di brevissimo periodo e ad uno short di medio/lungo; fondamentalmente questa materia prima è fortemente short.
Analisi dei movimenti dell'oro Dopo aver aperto una posizione long, il prezzo è partito subito al rialzo andando a testare la resistenza posta in area 1350$ l'oncia circa. Da qui è iniziata una serie di vendite che l'han riportato nuovamente al punto d'ingresso a mercato, con un retest del supporto statico situato a 1280$. Sia tecnicamente che fondamentalmente lo scenario è rimasto invariato: nel medio periodo il trend rimane rialzista e verrebbe invalidato solo nel caso in cui il supporto statico posto a 1265$ venisse violato al ribasso e ci fosse una chiusura daily al di sotto. Da un punto di vista tecnico, le EMA principali sono aperte verso l'alto (uptrend) e la nuvola di ichimoku sta facendo da supporto alla quotazione, ovviamente prendendo in considerazione tf dal daily in su. Da un punto di vista fondamentale, l'incertezza che veleggia ancora intorno alla FED e alla sua politica monetaria che adotterà nel 2019, politica che gli analisti prevedono più morbida rispetto alle attese facendo svalutare il dollaro americano nelle prossime settimane/mesi, sarà il fattore cruciale che porterà questa commodity a testare l'area dei 1400 dollari circa entro la fine del primo semestre del 2019. Noi rimaniamo posizionati al rialzo sull'oro.