EURUSD - Analisi flash sul crossIl cross valutario EURUSD continua a registrare nuovi massimi, raggiungendo quota 1.1830 nella giornata odierna.
L'inizio della settimana ha visto un aumento del valore del dollaro statunitense (USD) dovuto all'escalation del conflitto in Medio Oriente. Gli Stati Uniti hanno colpito i siti di uranio iraniani e Teheran ha risposto lanciando missili contro basi statunitensi in Qatar. Lunedì sera, il presidente Trump ha annunciato un cessate il fuoco tra Iran e Israele dopo due settimane di attacchi. I mercati finanziari hanno mostrato un rinnovato ottimismo, nonostante le iniziali incertezze sulla tregua. Con la diminuzione delle tensioni, il rischio percepito è diminuito, i prezzi del petrolio sono crollati, i mercati azionari globali si sono ripresi e il valore del dollaro è sceso.
Il dollaro ha continuato a mostrare debolezza in seguito alla testimonianza del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, davanti al Congresso. Powell ha moderato le aspettative di una riduzione dei tassi di interesse nel mese di luglio, citando l'incertezza relativa ai dazi e all'inflazione. Ha confermato che l'economia è solida e non vi è alcun rischio di recessione. Inoltre, ha precisato che le richieste di abbassamento dei tassi da parte del presidente Trump non avranno alcuna influenza sulla politica della Federal Reserve.
I dati economici degli Stati Uniti della settimana scorsa hanno evidenziato un calo del Prodotto Interno Lordo del primo trimestre pari al -0,5% e un deficit commerciale di 96,6 miliardi di dollari nel mese di maggio. L'indice PMI composito di giugno è diminuito a 52,8 rispetto a 53 del mese di maggio.
In Europa, i PMI dell'Eurozona di giugno, pubblicati dalla Banca Commerciale di Amburgo, indicano una produzione manifatturiera stabile a 49,4 e un PMI dei servizi cresciuto a 50,0 rispetto a 49,7. L'indice PMI composito rimane invariato a 50,2.
In questa settimana i dati dell’Europa hanno mostrato una variazione in diminuzione delle vendite al dettaglio in Germania, con il dato che si è stampato al -1.6%, al di sotto delle aspettative dello 0.5% e inferiore al dato precedente rivisto al rialzo al -0.6%.
Al ribasso è stato anche il dato relativo al CPI tedesco che non ha subito alcuna variazione su base mensile e si è portato al 2% su base annuale, contro le aspettative rispettivamente del +0.2% e +2.2%.
Nella giornata odierna è stata data lettura del PMI in Europa, che ha visto il dato in Francia il lieve rialzo, in Germania invariato e in Italia al ribasso. Si rimane, comunque, sempre al di sotto della linea d’espansione dei 50 punti.
Sempre sul fronte Europa è stata data lettura del dato preliminare del CPI che ha visto il dato YoY invariato al 2% e quello mensile al + 0.3%.
Migliori sono stati i dati sul fronte opposto dell’oceano, con il PMI manifatturielo S&P che si è stampato al 52.9 su stime che lo davano al 52 e il dato ISM che si è stampato al 49, con stime del 48.8.
Anche i dati sul lavoro rimangono resilienti (dando ragione a Powell) con il dato Jolts che ha registrato ulteriori 7.769 milioni di contratti, rispetto alle stime di 7.320.
La BCE e la FED continuano a divergere nelle loro politiche. La FED, infatti, ha mantenuto i tassi al 4,25%-4,50% a giugno, ma ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione e disoccupazione a causa dei dazi. Il dot plot suggerisce ancora un allentamento di 50 punti base quest'anno. Il presidente Powell ha avvertito che l'aumento dei dazi potrebbe riaccendere l'inflazione.
Al contrario, la BCE ha ridotto il tasso sui depositi al 2,00% questo mese. La Presidente Lagarde ha indicato che ulteriori allentamenti dipenderanno dal peggioramento della domanda esterna, evidenziando la differenza politica con Washington.
I dati CFTC relativi al COT, alla settimana del 24 giugno mostrano che le posizioni lunghe nette sulla valuta europea hanno superato i 111.100 contratti, il livello più alto da gennaio 2024. Gli operatori non commerciali hanno aumentato le posizioni lunghe nette a 111.135 contratti, il massimo da dicembre 2023. L'open interest è salito al massimo delle ultime due settimane, con circa 6.746 contratti, mostrando una netta forza al rialzo dell’euro.
A livello tecnico .
Daily chart
Il prezzo è fortemente al rialzo con le medie mobili dirette tutte in posizione ascendente lontane dalla linea di prezzo.
Per quanto riguarda l’indicatore Ichimoku, il prezzo si tiene a distanza anche dalla Tenkan Sen, con la Chikou Span che ha superato in maniera netta la linea del prezzo e non ha alcun ostacolo al rialzo. La Kumo è scollata dal prezzo e in posizione rialzista.
Unico segnale di possibile rallentamento è dato dall’RSI in posizione di ipercomprato a livello 74,47 lontano dalla media mobile. Quindi attualmente sarebbe altamente esposta a rischio un’entrata al rialzo sebbene il trend abbia tale tendenza.
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Analisi dell'andamento del mercato dell'oro del 23 giugno:
Punto di vista principale:
L'oro potrebbe continuare a fluttuare a livelli elevati e ad essere debole la prossima settimana, concentrandosi sulla direzione di rottura del range 3340-3395. La posizione aggressiva della Federal Reserve frena i prezzi dell'oro, ma l'avversione al rischio geopolitico e il calo del dollaro statunitense costituiscono un supporto. Il lato tecnico mostra una situazione di tiro alla fune long-short, e dobbiamo essere vigili sul rischio di rottura.
1. Analisi dei principali fattori di influenza
Soppressione della politica monetaria della Federal Reserve
Il dot plot mostra che ci saranno solo due tagli dei tassi di interesse nel 2025 e che le aspettative sui tassi di interesse a lungo termine aumenteranno, indebolendo l'attrattiva degli asset senza interessi come l'oro.
Punto di rischio: se i dati economici statunitensi (come il PCE e il tasso di disoccupazione) si indebolissero significativamente, le aspettative aggressive potrebbero invertirsi.
Geopolitica e avversione al rischio
La situazione in Medio Oriente, le tensioni commerciali e altri eventi continuano a fornire un supporto di base all'oro, limitando lo spazio di ribasso.
Il trend del dollaro USA è differenziato
L'indice del dollaro USA è salito e sceso e, se si indebolisce ulteriormente, potrebbe allentare la pressione sull'oro.
2. Segnali tecnici chiave
Lo spartiacque tra posizioni lunghe e corte
Livello di supporto: 3350-3340 (traccia inferiore del canale a 4 ore), rottura a 3250.
Livello di resistenza: 3385-3395 (soppressione della linea di tendenza a breve termine), rottura per testare il massimo precedente di 3450.
Divergenza dell'indicatore
Settimanale: Inizialmente appare il death cross del MACD; se confermato, inizierà un aggiustamento a medio termine.
Linea giornaliera: La colonna del momentum ha virato verso il basso, ma il volume non è diminuito, quindi fate attenzione ai falsi breakthrough. 4 ore: Il supporto del canale vicino a 3340 è l'ultima linea di difesa per i rialzisti e, se dovesse cedere, accelererà al ribasso.
3. Suggerimenti per la strategia di trading
Scenario 1: Oscillazione nel range (probabilità 60%)
Logica operativa: range 3340-3395, massimo, vendita, minimo, acquisto.
Ordine short: entrare vicino a 3385, stop loss sopra 3400, target 3350.
Ordine long: provare a entrare long con una posizione leggera vicino a 3340, stop loss 3320, target 3370-3380.
Scenario 2: Rottura del supporto (probabilità 30%)
Condizione di attivazione: prezzo di chiusura giornaliero inferiore a 3340.
Strategia di follow-up: short a 3360, stop loss a 3380, target 3250 (linea mediana).
Scenario 3: Rottura della resistenza (probabilità del 10%)
Condizione di attivazione: rimanere fermi a 3395 e il dollaro si indebolisce.
Strategia di follow-up: aprire una posizione long quando scende a 3380, stop loss a 3365, target a 3450. Avvertenza sul rischio
Rischio dati: concentrarsi sull'inflazione PCE statunitense, sulle revisioni del PIL e su altri dati della prossima settimana. In caso di debolezza inaspettata, l'oro potrebbe rimbalzare.
Emergenze geopolitiche: se il conflitto si intensifica, gli acquisti di beni rifugio potrebbero far salire rapidamente i prezzi dell'oro.
Rischio di liquidità: i flussi di capitali di fine mese potrebbero amplificare la volatilità e le posizioni devono essere controllate.
Riepilogo: l'oro è tecnicamente ribassista nel breve termine, ma non ha ancora rotto. Si consiglia di concentrarsi sul rimbalzo verso l'alto e di mantenere rigorosamente lo stop loss. Se 3340 viene effettivamente rotto, il trend diventerà ribassista; in caso contrario, se il supporto viene mantenuto, sussiste ancora la possibilità di un trend rialzista volatile.
Analisi dell'andamento del mercato dell'oro del 23 giugno:Analisi dell'andamento del mercato dell'oro del 23 giugno:
Punto di vista principale:
L'oro potrebbe continuare a fluttuare a livelli elevati e ad essere debole la prossima settimana, concentrandosi sulla direzione di rottura del range 3340-3395. La posizione aggressiva della Federal Reserve frena i prezzi dell'oro, ma l'avversione al rischio geopolitico e il calo del dollaro statunitense costituiscono un supporto. Il lato tecnico mostra una situazione di tiro alla fune long-short, e dobbiamo essere vigili sul rischio di rottura.
1. Analisi dei principali fattori di influenza
Soppressione della politica monetaria della Federal Reserve
Il dot plot mostra che ci saranno solo due tagli dei tassi di interesse nel 2025 e che le aspettative sui tassi di interesse a lungo termine aumenteranno, indebolendo l'attrattiva degli asset senza interessi come l'oro.
Punto di rischio: se i dati economici statunitensi (come il PCE e il tasso di disoccupazione) si indebolissero significativamente, le aspettative aggressive potrebbero invertirsi.
Geopolitica e avversione al rischio
La situazione in Medio Oriente, le tensioni commerciali e altri eventi continuano a fornire un supporto di base all'oro, limitando lo spazio di ribasso.
Il trend del dollaro USA è differenziato
L'indice del dollaro USA è salito e sceso e, se si indebolisce ulteriormente, potrebbe allentare la pressione sull'oro.
2. Segnali tecnici chiave
Lo spartiacque tra posizioni lunghe e corte
Livello di supporto: 3350-3340 (traccia inferiore del canale a 4 ore), rottura a 3250.
Livello di resistenza: 3385-3395 (soppressione della linea di tendenza a breve termine), rottura per testare il massimo precedente di 3450.
Divergenza dell'indicatore
Settimanale: Inizialmente appare il death cross del MACD; se confermato, inizierà un aggiustamento a medio termine.
Linea giornaliera: La colonna del momentum ha virato verso il basso, ma il volume non è diminuito, quindi fate attenzione ai falsi breakthrough. 4 ore: Il supporto del canale vicino a 3340 è l'ultima linea di difesa per i rialzisti e, se dovesse cedere, accelererà al ribasso.
3. Suggerimenti per la strategia di trading
Scenario 1: Oscillazione nel range (probabilità 60%)
Logica operativa: range 3340-3395, massimo, vendita, minimo, acquisto.
Ordine short: entrare vicino a 3385, stop loss sopra 3400, target 3350.
Ordine long: provare a entrare long con una posizione leggera vicino a 3340, stop loss 3320, target 3370-3380.
Scenario 2: Rottura del supporto (probabilità 30%)
Condizione di attivazione: prezzo di chiusura giornaliero inferiore a 3340.
Strategia di follow-up: short a 3360, stop loss a 3380, target 3250 (linea mediana).
Scenario 3: Rottura della resistenza (probabilità del 10%)
Condizione di attivazione: rimanere fermi a 3395 e il dollaro si indebolisce.
Strategia di follow-up: aprire una posizione long quando scende a 3380, stop loss a 3365, target a 3450. Avvertenza sul rischio
Rischio dati: concentrarsi sull'inflazione PCE statunitense, sulle revisioni del PIL e su altri dati della prossima settimana. In caso di debolezza inaspettata, l'oro potrebbe rimbalzare.
Emergenze geopolitiche: se il conflitto si intensifica, gli acquisti di beni rifugio potrebbero far salire rapidamente i prezzi dell'oro.
Rischio di liquidità: i flussi di capitali di fine mese potrebbero amplificare la volatilità e le posizioni devono essere controllate.
Riepilogo: l'oro è tecnicamente ribassista nel breve termine, ma non ha ancora rotto. Si consiglia di concentrarsi sul rimbalzo verso l'alto e di mantenere rigorosamente lo stop loss. Se 3340 viene effettivamente rotto, il trend diventerà ribassista; in caso contrario, se il supporto viene mantenuto, sussiste ancora la possibilità di un trend rialzista volatile.
Analisi dell'ultimo trend dell'oro del 20 giugno:
1. 🔍 Interpretazione delle notizie
Questa settimana, l'oro ha continuato a cedere, soprattutto nella sessione asiatica di venerdì, che in precedenza era sceso al minimo di una settimana, e la performance complessiva è stata debole. È stata influenzata principalmente dai seguenti fattori chiave:
1. La posizione di politica monetaria della Fed ha continuato a essere aggressiva (cattive notizie)
La riunione del FOMC di questa settimana ha mantenuto invariati i tassi di interesse;
Il dot plot mostra che ci saranno solo due tagli dei tassi di interesse entro la fine del 2025;
E ha rinviato l'aspettativa di ulteriori tagli dei tassi di interesse nel 2026-2027;
Questa mossa ha rafforzato l'aspettativa di "alti tassi di interesse a lungo termine" e ha generato una sistematica soppressione dei prezzi dell'oro.
2. L'indice del dollaro USA ha oscillato e ceduto terreno (rialzista a breve termine)
L'indice del dollaro USA ha raggiunto un massimo all'inizio di questa settimana per poi scendere;
La correzione dell'indice del dollaro statunitense ha fornito un certo supporto ai prezzi dell'oro e ha attenuato la pressione al ribasso.
3. I fattori geopolitici e di avversione al rischio sono ancora in fermento (limitando il calo)
La situazione in Medio Oriente continua a essere tesa;
C'è incertezza nelle prospettive del commercio globale;
La domanda di avversione al rischio del mercato è ancora presente, diventando un importante supporto per i prezzi dell'oro.
✅ Giudizio complessivo: la posizione aggressiva della Federal Reserve domina il mercato e l'oro è sotto pressione e in calo nel breve termine; l'avversione al rischio fornisce un supporto inferiore e le posizioni lunghe e corte complessive sono intrecciate, con deboli fluttuazioni come trend principale.
2. 📊 Analisi tecnica del trend
1. Panoramica della struttura attuale
Questa settimana, l'oro non è riuscito a proseguire il suo trend rialzista dopo aver raggiunto quota 3450;
Il calo intraday di venerdì verso il range 3342-3345 ha appena testato il limite inferiore del canale rialzista a 4 ore;
Il trend attuale mostra un pattern tecnico di "massimi deboli - rimbalzi limitati - fluttuazioni deboli".
2. Segnali tecnici chiave
Interpretazione dello stato dell'indicatore di ciclo
Il dead cross del MACD settimanale si avvicina, confermando il trend ribassista a medio e lungo termine.
La colonna dell'energia cinetica giornaliera si trasforma in una linea negativa, l'energia rialzista si indebolisce, il trend ribassista è dominante.
Linee veloci e lente a 1 ora, dead cross, situate al di sotto dell'asse 0, rafforzano il segnale di vendita a breve termine.
3. Analisi di supporto e resistenza
Livello di supporto attuale: 3342 (margine inferiore del canale); se dovesse rompersi, il ribasso potrebbe estendersi fino a 3250;
Livello di resistenza superiore: range 3368-3378 (precedente massimo di rimbalzo), con evidente pressione;
Se scende al di sotto di 3342, lo spazio sottostante verrà riaperto e il potenziale ribasso potrebbe raggiungere i 100 dollari USA.
III. 🎯 Suggerimenti per la strategia operativa
Il mercato attuale è volatile e debole. Si consiglia di continuare ad adottare la strategia high-short come principale e low-long come ausiliaria per rispondere in modo flessibile alle fluttuazioni.
✅ Short sul rimbalzo 3372–3378 Stop loss sopra 3385 Target 3335–3320 Trend ribassista, short in caso di pressione
✅ Posizione di supporto leggera per provare long 3325–3330 Stop loss 3320 Target 3360–3370 Rimbalzo di breve termine, entrata e uscita rapide
⚠️ Avvertenza sui rischi: se il prezzo scende rapidamente e sfonda quota 3342, è necessario aggiustare rapidamente la posizione long e smettere di andare long, e fare attenzione alla rottura inerziale al ribasso che innesca una profonda correzione verso l'area 3250.
IV. 📌 Focus sulle prospettive di mercato
Discorso dei funzionari della Fed e pubblicazione dei dati economici (direzione prevista dei tassi di interesse)
Andamento dell'indice del dollaro USA e dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA
L'impatto della situazione commerciale in Medio Oriente e globale sull'avversione al rischio
L'oro può mantenere il livello tecnico chiave di 3342?
LA FED NON TAGLIA!La Federal Reserve mantiene invariato il tasso d'interesse al 4,50%.
"Sebbene le oscillazioni delle esportazioni nette abbiano influenzato i dati, gli indicatori recenti suggeriscono che l'attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo solido.
Il tasso di disoccupazione rimane basso e le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide. L'inflazione rimane piuttosto elevata".
Osservando il dot plot chart si può notare una significativa divergenza di sensibilità tra i membri, a sottolineare la grande incertezza che domina alla Fed in questa fase di incertezza e turbolenza economica.
Sette votanti del Fomc hanno indicato di non volere tagli di tassi quest’anno, mentre in marzo erano stati solo in quattro di questa opinione.
Per quanto riguarda i prossimi due anni e il lungo periodo, previsioni ancora più incerte, si registra una forbice di opinioni ancora più ampia, con un outlook che punta ai tassi al 3,4% nel 2027.
Dal SEP, Summary of Economic Predictions, è arrivato anche un abbassamento delle previsioni sul pil americano per quest’anno, l’outlook mediano è all’1,4%, in ribasso di 0,3 punti percentuali rispetto alla previsione diffusa dopo l’incontro di marzo.
L’inflazione, letta attraverso l’indice dei prezzi PCE (Personal Consumption Expenditure) Core, è vista al 3,1%, anch’essa in rialzo dello 0,3% rispetto a marzo.
--Chart di Capital.com--
Analisi del trend dell'oro del 16 giugno:
1. Analisi di mercato: minimo e rimbalzo, trend consolidato
Questa settimana, l'oro ha mostrato un trend generale di "minimo e rimbalzo", gettando solide basi per il mercato rialzista. In particolare venerdì, il prezzo dell'oro è salito rapidamente durante la sessione di trading statunitense, superando quota 3.400 e raggiungendo un massimo di 3.446 dollari l'oncia, un nuovo massimo in quasi due mesi. Il prezzo dell'oro è salito e sceso nel tardo pomeriggio, chiudendo infine intorno a 3.433, indicando che il breve termine sta ancora subendo una certa pressione da parte delle prese di profitto. Nel complesso, sebbene il trend di medio termine continui a essere rialzista, non si può escludere la possibilità di una correzione tecnica all'inizio della prossima settimana. In termini operativi, si dovrebbe prestare attenzione al cambio di ritmo, e il trend basso-lungo rimane il tono principale.
2. Prospettive fondamentali: attenzione al vertice della Fed e del G7
Risoluzione della Federal Reserve e discorso di Powell
Il mercato si aspetta generalmente che il FOMC mantenga invariato il tasso di interesse questa volta;
Gli investitori si concentreranno sul "dot plot" e sulle previsioni del futuro andamento dei tassi di interesse;
Se il discorso di Powell rilascerà segnali accomodanti, potrebbe fornire indicazioni per l'andamento dell'oro.
Impatto del vertice del G7
Trump visiterà il Canada dal 15 al 17 giugno e parteciperà al vertice dei leader del G7;
I suoi discorsi correlati (su commercio, finanza, avversione al rischio, ecc.) potrebbero causare fluttuazioni nel mercato dell'oro e richiedono molta attenzione.
III. Analisi della struttura tecnica: supporto chiaro, dominano i rialzisti
1. Livello di supporto chiave: livello 3400 + limite superiore della banda di Bollinger giornaliera 3419: forte supporto rialzista a breve termine; Linea 3380: minimo di questo venerdì + posizione intermedia di Bollinger, ancora orientata verso un'ottica rialzista prima della rottura.
2. Livello di resistenza importante:
Area 3446-3450: limite superiore della banda di Bollinger mensile, un forte livello di pressione;
Se viene sfondato, si prevede un ulteriore aumento a 3455-3465 o addirittura a 3500.
3. Riferimento dell'indicatore:
Se il MACD giornaliero mostra un dead cross e la colonna del momentum ribassista continua ad aumentare, fate attenzione al mercato che accelera verso la media mobile a 5 giorni;
Al contrario, se il prezzo si stabilizza nell'area 3400-3420, ha ancora il momentum per continuare a salire.
4. Suggerimenti operativi: principalmente long-low, high-short come supporto.
Low aggressivo: Acquista long sulla posizione di supporto 3400-3410. Si raccomanda uno stop loss sotto i 3390. Il target è 3450-3465. Il supporto a breve termine non è stato infranto, rialzista.
Ordine long stabile: Ritracciamento verso la linea dei 3380. Si raccomanda uno stop loss sotto i 3365. Il target è 3440-3450. Forte supporto della linea centrale del Bollinger giornaliero.
Tentativo short: Primo tocco a 3450-3465. Si raccomanda uno stop loss sopra i 3470. Il target è 3420-3415. Entrare e uscire rapidamente per evitare sfondamenti.
5. Riepilogo delle opinioni.
Trend a medio termine: Ancora una chiara struttura rialzista;
Ritmo a breve termine: È necessario proteggersi dai ritracciamenti e cercare opportunità low-long; Focus sulla prossima settimana:
Supporto inferiore: 3400-3410 / 3380
Resistenza superiore: 3450-3465 / 3500
La strategia per l'oro della prossima settimana si concentrerà ancora su "andare principalmente long sui pullback e short sui rimbalzi come idea di trading supplementare". Posizioni di controllo, stop loss rigorosi e attenzione all'influenza degli eventi politici sul sentiment del mercato.
Analisi dell'ultimo trend dell'oro del 20 marzo
Il 19 marzo, il dot plot della Fed ha mostrato che tra i 19 funzionari, 4 funzionari ritenevano che non ci dovesse essere alcun taglio del tasso di interesse nel 2025 (1 a dicembre), 4 funzionari ritenevano che il tasso di interesse dovesse essere tagliato di 25 punti base in totale nel 2025, ovvero 1 volta (3 a dicembre), 9 funzionari ritenevano che il tasso di interesse dovesse essere tagliato di 50 punti base in totale nel 2025, ovvero 2 volte (10 a dicembre), 2 funzionari ritenevano che il tasso di interesse dovesse essere tagliato di 75 punti base in totale nel 2025, ovvero 3 volte (3 a dicembre), nessun funzionario riteneva che il tasso di interesse dovesse essere tagliato di 100 punti base in totale nel 2025 (1 a dicembre) e nessun funzionario riteneva che il tasso di interesse dovesse essere tagliato di 125 punti base in totale nel 2025 (1 a dicembre). Dichiarazione del FOMC della Federal Reserve: il governatore della Fed Waller si è opposto a questa decisione sui tassi di interesse. Sostiene di non modificare il tasso di interesse di riferimento, ma preferisce non modificare il ritmo della riduzione del bilancio.
I dati sui future mostrano che i trader ritengono che la probabilità che la Fed riprenda i tagli dei tassi alla riunione di giugno sia del 62,1%, mentre la probabilità era del 57% prima che la Fed prendesse una decisione.
Analisi tecnica dell'oro:
Da una prospettiva tecnica, l'oro è senza dubbio rialzista al livello attuale settimanale, giornaliero o a 4 ore, ma l'indicatore mostra che il prezzo attuale ha mostrato segni di divergenza dopo un aumento continuo. In precedenza abbiamo analizzato che il prezzo è salito a 3040 ed è entrato nell'area di rischio rialzista. Secondo il settimanale 2590 o il minimo 2540, uno è salito di 500$ e l'altro di 450$. L'ondata precedente era 2286-2790, con un aumento di 504$. Questa è l'origine di 3040. Se il doppio aumento viene calcolato da 2590, c'è ancora circa 40-50$ di spazio. In altre parole, l'aumento massimo è 3080-90! Ma se raggiunge 3040, non inseguire ciecamente di più e il rischio di tori deve ancora essere considerato. L'attuale tendenza è sicuramente ancora rialzista, quindi dopo che la correzione a breve termine sarà completata, ci si aspetta che la tendenza continui a salire;
Il prezzo intraday del livello a 4 ore ha raggiunto 3045 e poi è tornato indietro a 3022 per entrare nel consolidamento dell'intervallo. Sebbene la linea K abbia rotto il supporto della media mobile a 5 giorni, ha mostrato una forte resistenza al calo quando è tornata indietro alla media mobile a 10 giorni. Il supporto forte e debole chiave 3015 sotto non si è rotto, quindi il breve termine è rimasto sopra 3015 e ha continuato a essere rialzista. Per quanto riguarda il mercato di giovedì, il nostro team di analisti professionisti e senior dell'oro consiglia quanto segue: non inseguire i massimi e andare long principalmente sui pullback. Se tocca 3055-3058 sopra, considera se c'è un'opportunità adatta per andare short. Se si ritira a 3030-3028 sotto, puoi decisamente andare long.
Fed, tassi invariatiCome ampiamente previsto, la Fed ha lasciato i Fed Funds invariati nella forbice 4.50% - 4.75%. Nello statement si legge che la previsione media del FOMC indica un taglio dei tassi pari a 50 punti base nel 2025, fino al 3,9%, a causa dell'aumentata incertezza sulle prospettive economiche.
La Fed ha ridotto infatti le previsioni di crescita per il 2025 e al contempo si attende un'inflazione, benché transitoria, in rialzo. Ipotesi di un periodo di possibile stagflazione. Le previsioni medie del FOMC indicano un PIL per il 2025 pari all'1,7%, rispetto al 2,1% di dicembre.
Le proiezioni della Fed (dot plot) mostrano che 4 funzionari su 19 non prevedono tagli nel 2025, 4 ne prevedono uno, 9 ne prevedono 2 e 2 ne prevedono 3. Le proiezioni dell’Istituto Centrale prevedono tagli dei tassi pari a 50 punti base nel 2025 e altri 50 punti base nel 2026.
I futures indicano che gli analisti vedono una probabilità del 62,1% che la Fed riprenda a tagliare i tassi nella riunione di giugno, mentre prima della decisione della Fed era del 57%. L'inflazione resta piuttosto elevata, anche se attualmente l'economia continua a espandersi a un ritmo sostenuto.
CONFERENZA STAMPA DI POWELL
Nella conferenza stampa che ha fatto seguito alla decisione, Powell ha ammesso che sarà difficile sapere quanta inflazione deriverà dai dazi. Anche se quella relativa ai beni è salita, cercare di ricondurla esclusivamente agli aumenti tariffari è difficile. Chiaramente però i dazi ne sono una concausa.
Lo scenario di base è che l'inflazione sarà comunque transitoria. Sul fronte dei dati, il Presidente ha ribadito che la congiuntura macroeconomica rimane solida, con l’indice dei prezzi che ha cominciato a salire, in parte in risposta ai dazi.
Le previsioni confermano un aumento significativo dell'incertezza e dei rischi al ribasso per la crescita nell’anno in corso. Powell, quindi, realista, non ha voluto creare le condizioni per uno scontro istituzionale, rimanendo assai prudente sulla questione delle tariffe.
La reazione dei mercati è stata positiva con i listini in rialzo e il dollaro in ribasso, con un ritorno dell’appetito al rischio e il Vix che torna sotto quota 20.
LA FED NON DEPRIME LA BORSA
Wall Street è salita ieri, dopo che la Federal Reserve ha mantenuto i tassi invariati, come previsto, e ha continuato a prevedere altri due tagli dei tassi quest'anno. L'S&P 500 e il Dow Jones sono saliti dell'1,1% e dello 0,959%, mentre il Nasdaq 100 ha sovraperformato con un guadagno del 2%.
Le proiezioni dei membri del FOMC confermano che quest'anno saranno probabilmente necessari più tagli dei tassi, poiché le revisioni al ribasso delle aspettative di crescita e un tasso di disoccupazione più elevato hanno pesato sulle proiezioni di un'inflazione più alta a seguito delle aggressive svolte di politica economica del presidente degli Stati Uniti Trump.
Le azioni tecnologiche hanno mantenuto i loro guadagni mattutini mentre la volatilità si attenuava, con Nvidia, Broadcom e Alphabet che hanno aggiunto quasi il 3%. Inoltre, Tesla è balzata del 3,5% dopo aver raccolto 1 miliardo di dollari in azioni.
Nel frattempo, le azioni sono state anche supportate dalle prospettive di maggiore liquidità dopo la decisione della Fed di rallentare il deflusso del bilancio.
VALUTE
Sui cambi, ancora trading range, con i principali rapporti di cambio compressi in 30-40 pips. La lira turca è crollata del 12% a 45 Lire per Euro, per poi tornare in area 41.30, facendo registrare un nuovo minimo storico, in mezzo ai crescenti tumulti politici in Turchia.
Il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, uno dei politici più popolari della Turchia e principale rivale del presidente Erdogan, è stato arrestato con l'accusa di frode e terrorismo, dopo che le autorità gli hanno revocato il diploma universitario, una mossa che potrebbe impedirgli di candidarsi contro Erdogan.
La lira turca è stata scambiata a minimi storici mentre la banca centrale ha continuato a intervenire sul mercato dei cambi. I banchieri centrali hanno tagliato i tassi di 25 punti base a marzo, portando il tasso di riferimento al 42,5%, in linea con le aspettative. Gli analisti prevedono che il tasso scenderà a circa il 30% entro la fine dell'anno.
I salari nell'Eurozona sono aumentati del 4,1% anno su anno nel quarto trimestre del 2024, il minimo di quest'anno, rispetto a un aumento rivisto al ribasso del 4,3% nel terzo trimestre. La crescita salariale ha rallentato nelle costruzioni e nei servizi, ma è aumentata leggermente nell'industria. Tra le maggiori economie del blocco, la crescita salariale è rallentata in Francia, Spagna e Belgio e si è stabilizzata in Italia, ma ha accelerato in Germania, Paesi Bassi e Irlanda.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Analisi dell'oro dopo i commenti accomodanti della Fed.Nel complesso panorama dei mercati finanziari globali, la decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse è sempre stata un evento chiave che ha avuto un impatto sui nervi di tutte le parti, soprattutto sul mercato spot dell'oro, dove il suo impatto è immediato e di vasta portata. La Federal Reserve ha annunciato la sua ultima decisione sui tassi di interesse, mantenendo invariato il tasso di interesse di riferimento al 4,25%-4,50%. Questa decisione ha immediatamente suscitato scalpore nel mercato spot dell'oro.
Reazione del mercato dopo la decisione sui tassi di interesse
Dopo l'annuncio della risoluzione, il mercato dell'oro spot ha reagito rapidamente. Il prezzo dell'oro è aumentato nel breve termine e nel corso della giornata è diventato positivo, raggiungendo a un certo punto i 3.052 dollari USA. Questa fluttuazione immediata riflette direttamente l'interpretazione iniziale del mercato e i cambiamenti nelle aspettative in merito alla decisione della Fed, e le forze dei tori e degli orsi si ripetono in un istante.
Analisi dei fattori che influenzano i prezzi spot dell'oro
La domanda di beni rifugio continua a crescere
Di recente, la duplice ombra della geopolitica e della situazione commerciale ha avvolto il mercato globale. Le tensioni in Medio Oriente sono aumentate. Gli attacchi aerei di Israele su Gaza hanno causato un gran numero di vittime, interrompendo la relativa calma nella regione che durava da quasi due mesi e i rischi geopolitici sono aumentati drasticamente. Allo stesso tempo, l'incertezza sulla politica tariffaria dell'amministrazione Trump pende come una spada di Damocle. I dazi del 25% sull'acciaio e sull'alluminio entrati in vigore a febbraio e i dazi sull'intero settore che entreranno in vigore il 2 aprile hanno esacerbato le tensioni commerciali globali e causato il panico nei mercati. In questo contesto estremamente instabile, gli investitori cercano istintivamente beni rifugio. In quanto bene rifugio tradizionale che ha resistito alla prova del tempo, la domanda di oro è cresciuta in modo esponenziale. Anche dopo l'annuncio della decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse, questa domanda, spinta dall'avversione al rischio, è rimasta forte, diventando un solido pilastro a sostegno dei prezzi dell'oro.
L’impatto delle aspettative di politica della Fed
La decisione della Fed di mantenere invariati i tassi di interesse era in linea con le aspettative del mercato, ma l'attenzione del mercato era maggiormente focalizzata sul discorso del presidente della Fed Powell e sullo Statement of Economic Projections (SEP), ovvero il dot plot, che fornisce indicazioni sulla futura politica monetaria. Se la Federal Reserve inviasse un segnale accomodante, suggerendo che in futuro potrebbero esserci ulteriori tagli ai tassi di interesse per far fronte all'incertezza economica causata dalle politiche commerciali, ciò indebolirebbe notevolmente l'attrattiva del dollaro statunitense. Grazie all'effetto altalena della valuta, i fondi affluiranno al mercato dell'oro come una marea, aiutando il prezzo dell'oro a superare il livello di resistenza chiave di 3.050 dollari USA e aprendo così una nuova fase di forte rialzo. Al contrario, se la Federal Reserve assumesse un atteggiamento aggressivo, fosse cauta riguardo ai tagli dei tassi di interesse o addirittura lasciasse intendere che la sospensione dei tagli dei tassi di interesse potrebbe essere ulteriormente estesa, ciò aumenterebbe senza dubbio la fiducia del mercato nel dollaro statunitense e innescherebbe una correzione dei prezzi dell'oro. Prima che venisse annunciata la decisione sui tassi di interesse, le aspettative del mercato riguardo al taglio dei tassi da parte della Fed quest'anno avevano già oscillato come lenticchie d'acqua nel vento. Gli ultimi dati di trading mostrano che le scommesse di mercato sui tagli dei tassi sono state ridotte a due, con la tempistica posticipata alla seconda metà dell'anno. Questo cambiamento dinamico nelle aspettative ha un profondo impatto sulle decisioni di acquisto e vendita dell'oro da parte degli investitori, diventando una variabile chiave che influenza l'andamento dei prezzi dell'oro.
Fattori tecnici
Dal punto di vista dell'analisi tecnica, il prezzo complessivo dell'oro ha mostrato di recente un forte trend rialzista e il modello di rottura del triangolo ascendente rimane intatto. L'indice di forza relativa (RSI) è stabile sopra la zona di ipercomprato, a circa 74. Da un lato, questo indicatore dimostra la forza della forza rialzista del mercato. Dall'altro, suggerisce anche che i prezzi dell'oro potrebbero subire una correzione a breve termine per rilasciare la pressione di ipercomprato e creare slancio per la prossima ondata di tendenza al rialzo. Se il prezzo dell'oro dovesse scendere, l'area attorno ai 2.980 $ diventerà la prima area di supporto chiave. Anche il precedente livello di resistenza triangolare trasformatosi in supporto di $ 2.956 e la media mobile semplice (SMA) a 21 giorni di $ 2.931 costituiranno importanti linee di supporto difensivo. Una volta che questi supporti saranno rotti dalle forze ribassiste, la conquista del supporto del triangolo a $ 2.915 rappresenterà una sfida impegnativa per gli orsi. Una volta che i tori riprenderanno il controllo della situazione, i prezzi dell'oro torneranno a toccare massimi storici e il livello sopra i 3.050 dollari diventerà il fulcro della battaglia tra tori e orsi. Una volta raggiunto un traguardo di successo, altri acquirenti saranno attratti e spingeranno il prezzo dell'oro verso obiettivi più elevati.
Suggerimenti per l'operazione
Strategia operativa a breve termine
Investitori aggressivi: se il prezzo dell'oro torna a un intervallo compreso tra $ 2.980 e $ 2.990, puoi provare ad andare long con una posizione leggera, con un obiettivo tra $ 3.020 e $ 3.030. Se il prezzo dell'oro rimbalza nell'intervallo 3.050-3.060 USD e incontra una resistenza evidente, puoi provare ad andare short con una posizione leggera, con obiettivo a 3.020-3.030 USD.
Investitori prudenti: attendere pazientemente che il prezzo dell'oro torni nell'area dei 2950-2960 dollari, creare posizioni lunghe in lotti e puntare prima ai 3000 dollari, quindi guardare oltre i 3030 dollari dopo aver sfondato. Se il mercato subisce notevoli oscillazioni, puoi ridurre opportunamente la tua posizione oppure uscire dal mercato e aspettare e vedere se succede, per poi prendere una decisione quando la situazione sarà più chiara.
Guardando al futuro, l'andamento del mercato spot dell'oro è pieno di incertezze. Nel breve termine, se le successive dichiarazioni della Fed saranno accomodanti e i rischi geopolitici e le incertezze commerciali continueranno ad aumentare, si prevede che i prezzi dell'oro supereranno il livello di resistenza di 3.050 dollari e raggiungeranno i 3.100 dollari o addirittura oltre. Tuttavia, se la propensione al rischio del mercato dovesse aumentare improvvisamente, il dollaro statunitense dovesse riprendersi con forza o la politica della Federal Reserve dovesse diventare più restrittiva del previsto, i prezzi dell'oro potrebbero subire una profonda correzione e tornare al livello di supporto chiave sottostante. Nel medio e lungo termine, la riorganizzazione del panorama economico globale, il perdurare dei conflitti geopolitici e i potenziali cambiamenti nel sistema monetario forniranno una fonte continua di sostegno al mercato dell'oro, e lo status dell'oro come bene rifugio e riserva di valore continuerà a essere importante. Gli investitori devono prestare molta attenzione agli sviluppi politici della Federal Reserve, all'evoluzione della situazione geopolitica e all'andamento dei dati economici globali, in modo da adeguare tempestivamente le proprie strategie di investimento, cogliere le opportunità nel volatile mercato spot dell'oro e realizzare la conservazione e l'apprezzamento dei propri asset.
Che ne sarà del DXY dopo l'incontro della FED di oggiOggi, il 19 marzo, è un giorno cruciale per il mercato dei cambi, con la riunione della Federal Reserve (Fed) che potrebbe influenzare significativamente il valore del dollaro americano. In questo post, analizzeremo i punti chiave del DXY (U.S. Dollar Index) e cosa ci si aspetta dalla riunione della Fed.
Punti Chiave del DXY
Livelli di Supporto e Resistenza: Il DXY ha recentemente consolidato sotto il livello di resistenza a 104.976, mentre si avvicina a un importante livello di supporto che potrebbe innescare un rimbalzo rialzista se confermato da azioni di acquisto.
Tendenza Attuale: La tendenza rialzista del dollaro è stata sostenuta da dati economici positivi e dalla percezione del dollaro come rifugio sicuro durante le incertezze economiche globali. Tuttavia, recentemente il DXY ha mostrato segni di debolezza, con un calo di circa il 2.5% rispetto ad alcune valute maggiori.
Riunione della Fed del 19 Marzo
La Fed è attesa a mantenere i tassi di interesse invariati tra il 4.25% e il 4.50% durante la sua riunione di marzo. Questa decisione è influenzata da segnali economici misti, tra cui un'inflazione in moderata discesa verso il target del 2% e un mercato del lavoro resiliente.
Gli investitori sono più interessati alle proiezioni economiche aggiornate, note come "dot plot", che rivelano le aspettative individuali dei membri della FOMC sui futuri tassi di interesse. Queste proiezioni potrebbero fornire indizi sulla traiettoria futura della politica monetaria della Fed.
Perché il Dollaro Potrebbe Salire o Scendere?
Perché Potrebbe Salire:
Robustezza Economica: La forte crescita economica degli Stati Uniti e i dati positivi recenti potrebbero continuare a sostenere il dollaro.
Divergenza Monetaria: La differenza tra le politiche monetarie della Fed e quelle delle altre banche centrali potrebbe favorire il dollaro.
Incetrezza Globale: Il dollaro tende a rafforzarsi durante le incertezze economiche globali.
Perché Potrebbe Scendere:
Aspettative di Tagli ai Tassi: Se la Fed dovesse indicare una possibilità di tagli ai tassi nel secondo semestre del 2025, il dollaro potrebbe indebolirsi.
Riduzione delle Posizioni Lunghe: La riduzione delle posizioni lunghe sul dollaro da parte degli investitori potrebbe portare a una diminuzione del suo valore.
Rischi Commerciali: L'incertezza legata alle politiche tariffarie potrebbe influenzare negativamente il dollaro.
In sintesi, il DXY è attualmente in una fase di consolidamento, e la riunione della Fed potrebbe essere un punto di svolta per la sua direzione futura. Gli investitori devono essere pronti a reagire ai segnali provenienti dalla Fed e alle proiezioni economiche aggiornate.
Buona fortuna con i vostri trading!
Disclaimer: Questo post è a scopo informativo e non rappresenta un consiglio di investimento. È sempre importante effettuare una propria analisi e gestire il rischio adeguatamente.
Analisi del prezzo dell'oro 19 marzo⭐️Analisi fondamentale
È probabile che la Fed continui a sospendere i tagli dei tassi di interesse a marzo.
Le decisioni politiche dipenderanno dal Dot Plot e dal discorso del presidente Jerome Powell.
Le politiche tariffarie di Donald Trump potrebbero influenzare l'economia e i tassi di interesse della Fed.
Le tensioni geopolitiche (conflitti tra Israele e Gaza, tra Ucraina e Russia) possono aumentare la domanda di oro.
Si prevede che la Banca del Giappone (BoJ) manterrà invariati i tassi di interesse, influenzando i mercati finanziari.
⭐️Analisi tecnica
La candela ha rotto la zona ATH intorno a 3038 e ha avuto un nuovo test della zona di breakout per aumentare. La chiusura della candela sopra 3038 fornisce un segnale di conferma che il prezzo tornerà presto alla zona di resistenza di 3054. Il supporto di 3020 e 3006 sono ancora forti punti di supporto per i segnali di acquisto.
Sta ritornando il risk on sui mercati?Il mercato azionario ha recuperato venerdì, dopo quattro sedute difficili, e diverse sono le ragioni di questo, per ora, parziale pullback. L'S&P 500 è salito del 2,1%, il Dow Jones ha guadagnato 674 punti e il Nasdaq ha chiuso con un +2,5%. L'attenuazione dei timori di shutdown del governo statunitense, oltre a qualche dichiarazione distensiva e promettente da parte di Trump su una possibile fine del conflitto Russia-Ucraina, hanno contribuito a sollevare i mercati.
Tuttavia, l'indice del sentiment dei consumatori dell'Università del Michigan è crollato a 57,9, il minimo da novembre 2022, riflettendo le preoccupazioni per l'inflazione e i dazi. Le azioni tecnologiche hanno guidato il rimbalzo, con Nvidia in rialzo del 5,3%, mentre Tesla, Meta, Amazon e Apple sono salite tutte di oltre l'1%. Anche Palantir è balzata dell'8,3%, sfidando le preoccupazioni per i potenziali tagli alla spesa per la difesa.
Nonostante i recuperi dei listini di venerdì, l'S&P 500 e il Nasdaq sono scesi di oltre il 2% ciascuno durante la settimana appena conclusa, mentre il Dow ha registrato un calo del 3,1%, la sua peggiore performance settimanale da marzo 2023.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, c’è un ritorno dell’appetito al rischio che si è manifestato soprattutto sulle oceaniche, capaci di rompere le prime resistenze contro il dollaro, per dare slancio anche ai vari cross contro le altre valute. Specialmente Eur/Aud ed Eur/Nzd hanno corretto e il risk on che sembra tornare alimenta speranze di recupero anche per i mercati emergenti e per il dollaro canadese e il peso messicano.
Quest’ultimo si è rafforzato oltre 19,9 per USD a marzo, raggiungendo il massimo degli ultimi quattro mesi, spinto soprattutto da un delta tasso elevato e dall’approccio pragmatico e dalla capacità di negoziare del governo messicano. Con i tassi al 9,50%, la valuta beneficia di un interessante carry trade in mezzo all'allentamento delle aspettative sui tassi statunitensi. A gennaio, il surplus commerciale del paese si è ampliato a 2,7 miliardi di dollari, sostenuto da un aumento del 15,2% anno su anno nelle esportazioni automobilistiche.
Inoltre, l'approccio incentrato sulla negoziazione, da parte del governo, rispetto alle controversie tariffarie, ha garantito concessioni favorevoli e misure reciproche minime in settori chiave come l'auto e l'elettronica. I dati più bassi sull'inflazione statunitense hanno stimolato le speculazioni sui prossimi tagli dei tassi della Fed. Tornando alle majors, attenzione al possibile ritorno del dollaro contro euro e sterlina soprattutto.
FIDUCIA DEI CONSUMATORI
Il sentiment dei consumatori dell'Università del Michigan per gli Stati Uniti è crollato a 57,9 a marzo 2025, il livello più basso da novembre 2022, da 64,7 a febbraio e ben al di sotto delle previsioni di 63,1. Il sentiment è diminuito per il terzo mese consecutivo, con molti consumatori che citano l'elevato livello di incertezza attorno alla politica e ad altri fattori economici.
Mentre le attuali condizioni economiche sono rimaste pressoché invariate, le aspettative per il futuro sono peggiorate in molteplici aspetti dell'economia, tra cui finanze personali, mercati del lavoro, inflazione, condizioni aziendali e mercati azionari. Nel frattempo, le aspettative di inflazione sono aumentate, con l'indicatore per l'anno a venire salito al 4,9%, la lettura più alta da novembre 2022, dal 4,3%. Inoltre, le aspettative di inflazione per i prossimi cinque anni sono aumentate al 3,9% dal 3,5% di febbraio, il più grande aumento mese su mese visto dal 1993.
PIL UK IN CALO, BOE PRONTA A TAGLIARE?
L'economia britannica si è contratta dello 0,1% mese su mese a gennaio 2025, dopo una crescita dello 0,4% a dicembre 2024, un dato peggiore delle aspettative, che erano per un guadagno dello 0,1%. Il maggiore contributo al ribasso è arrivato dal settore della produzione che è sceso dello 0,9%, dopo un aumento dello 0,5% nel periodo precedente.
La produzione si è ridotta dell'1,1% guidata dai prodotti in metallo e dalla fabbricazione di prodotti farmaceutici di base. Anche l'attività estrattiva ha contribuito negativamente con un calo del 3,3%, in gran parte a causa di una contrazione del 3,7% nell'estrazione di petrolio greggio e gas naturale. I servizi, d'altro canto, sono cresciuti dello 0,1%, dopo un aumento dello 0,4% nel periodo precedente, guidati dai servizi amministrativi e di supporto e dal commercio all'ingrosso e al dettaglio. Considerando i tre mesi fino a gennaio, il PIL nel Regno Unito è cresciuto dello 0,2%.
DATI DELLA SETTIMANA
È, quella entrante, la settimana della decisione della Fed sui tassi, e se sembra scontato, almeno sino ad ora, un nulla di fatto, va detto che la sorpresa potrebbe giungere dal dot plot, ovvero le previsioni dei banchieri centrali all’interno del board, sui tassi di interesse, e sulle proiezioni economiche per il prossimo futuro.
Sul fronte dati, questa ottava ci porterà le vendite al dettaglio, la produzione industriale e i numeri sul mercato immobiliare, tra cui i nuovi cantieri, i permessi di costruzione e le vendite di case esistenti. A livello globale, è una settimana molto intensa, per via delle decisioni sui tassi di interesse in Giappone, Cina, Regno Unito, Brasile, Svizzera e Svezia. Attenzione all’inflazione in Canada e Giappone, mentre in Cina sono previste le pubblicazioni delle vendite al dettaglio, produzione industriale, indice dei prezzi delle case e investimenti.
In Europa, da osservare la fiducia dei consumatori GfK, il sentiment economico ZEW della Germania e la fiducia dei consumatori dell'area euro, mentre in Gran Bretagna interessante il tasso di disoccupazione. Da non dimenticare, infine, il tasso di crescita del PIL della Nuova Zelanda e le vendite al dettaglio canadesi.
Buona settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
EUR/USD - Economia a due velocità sulle sponde dell'AtlanticoIl corss EUR/USD, il cosiddetto "Fiber", ha iniziato il 2024 a circa 1,1040 per poi arrivare, il 22 settembre, a registrare il suo minimo di 1,033 per poi ritestarlo quasi il 18 dicembre. Mentre scriviamo il prezzo si trova a 1,04032.
Il mondo finanziario, a inizi 2024, ruotava sostanzialmente intorno ai livelli d'inflazione e le speranze che le banche centrali potessero iniziare il prima possibile ad abbandonare le politiche restrittive. Adesso che siamo a fine anno possiamo dire che le speranze erano ben lungi dall'essere soddisfatte. I livelli d'occupazione e la crescita economica sono diventati sempre più preoccupanti e hanno messo, per gran parte dell'anno, in ombra il problema inflazione.
Sebbene il ruolo delle banche centrali sia orientato ai livelli d'inflazione e occupazione con lo scopo di bilanciarli e non ha nulla a che fare con la crescita economica, sicuramente le loro politiche monetarie possono influenzarla. Questo è quello che è successo nel 2024.
I motivi che hanno portato la BCE ad attuare i primi tagli.
La BCE è stata tra le prime banche centrali a modificare la propria politica monetaria e quindi, dopo un lungo anno di restrizioni, a giugno scorso ha annunciato il primo taglio dei tassi d'interesse, riducendo i tassi di riferimento di 25 bps ciascuno. Il quarto taglio di 25 bps è stato attuato a dicembre, portando il tasso sulle principali operazioni di finanziamento, i tassi sulla linea di credito marginale e sulla linea di deposito rispettivamente al 3.15%, 3,4% e 3%.
A differenza di quanto è stato negli Stati Uniti, l'allentamento monetario in Europa non è stato operato per motivi inflazionistici ma, soprattutto, per il timore di una battuta d'arresto dell'economia.
L'inflazione al consumo YoY, nell'ultima lettura relativa al mese di novembre ha registrato il 2,2%, con il dato "core", depurato dalle componenti volatili energetiche e cibo, al 2,7%.
Sebbene il tasso inflazionistico sia quasi vicino all'obiettivo della banca centrale, la preoccupazione principale che ha portato al cambio di rotta è stata la scarsa crescita economica con gli indicatori macroeconomici che non escludono affatto una recessione (che ha già colpito la Germania nel 2024). Su base annua il PIL destagionalizzato è aumentato dello 0,9% sia nell'area euro che nell'Unione Europea nel terzo trimestre grazie al colpo di coda dell'ultimo trimestre. Il Purchasing Managers Index, comunemente PMI, che misura i livelli di produzione nel settore manifatturiero e dei servizi, ha mostrato che il settore manifatturiero ha trascorso quasi due anni consecutivi di contrazione, salvato solo da un settore dei servizi che da marzo, tranne che per la lettura di inizio dicembre, ha sempre registrato dati sopra il livello dei 50 punti, seppur basso rispetto all'analogo americano. Questo scenario macroeconomico porterà la BCE a continuare ad abbassare i tassi sebbene l'inflazione rimanga sopra il livello prefissato del 2%. Ad aggravare la situazione ci sono state le crisi di governo dei paesi trainanti, Germania e Francia. Il governo di coalizione tedesco è crollato dopo che il Bundestag ha espresso un voto di sfiducia nei confronti del cancelliere Olaf Scholz portando a nuove lezioni nel prossimo febbraio. In Francia, invece, il governo è caduto a seguito della mozione di sfiducia del primo ministro Michel Barnier.
Dall'altra parte dell'Atlantico
La situazione negli States è per molti aspetti totalmente diversa, e ha portato il dollaro ad eleggersi vincitore 2024 (si veda l'idea pubblicata 29.12.2024). Il neo eletto presidente Donald Trump è stato sicuramente ed è il catalizzatore principale dell'ascesa del dollaro. Non solo Trump ha vinto le elezioni presidenziali ma il partito repubblicano ha preso il controllo di Camera e Senato rafforzando, così, ulteriormente il potere del presidente.
La vittoria repubblicana è stata, almeno per ora, ben vista dai mercati finanziari, con gli indici americani che hanno raggiunto livelli record con la promessa di Trump di tagliare il cuneo fiscale e imporre dazi sui beni e servizi esteri, con i valori azionari alle stelle e quello dei titoli di stato a picco.
L'attuale euforia potrebbe essere minacciata dai rinati rischi di un surriscaldamento dell'inflazione legati alle politiche accomodanti di Trump. Inoltre, bassi livelli di disoccupazione e alti livelli di disoccupazione (rispetto al periodo) potrebbero portare ad un fisiologico aumento di domanda dei consumatori e, di conseguenza, riportare i prezzi su.
A tutto ciò, ovviamente, incideranno i tanto blasonati dazi. Se la politica di campagna elettorale dovesse essere attuata, questa porterà sicuramente ad un aumento dei prezzi al cittadino americano con conseguenza diretta di un perdita di valore della moneta. In riferimento a questo aspetto preoccupazioni di non poca rilevanza attanagliano i membri della BCE, che vedono l'attuazione delle politiche trumpiane per l'economia europea, già malmessa, come la Kriptonite per Superman.
La Fed, a differenza della BCE, ha tagliato i tassi tre volte nel 2024, con un taglio di 50 bps a settembre, un taglio di 25 bps a novembre e altri 25 bps a dicembre, per arrivare all'intervallo attuale di 4,25% - 4,50%. I funzionari della Fed hanno tenuto l'attenzione sull'inflazione per gran parte del 2024, spostandola solo temporaneamente sull'occupazione mentre l'apprensione sulla crescita economica non è mai stata eccessiva.
Il tema inflazione è tornato alla ribalta nell'ultima riunione del FOMC, quando i responsabili politici hanno sottolineato che la decisione di tagliare ulteriormente il tasso d'interesse di riferimento è stata una scelta rischiosa e, infatti, hanno annunciato che nel 2025 la politica di ammorbidimento subirà un rallentamento a fronte di un'economia ancora calda e un'inflazione ancora al di sopra dell'obiettivo. Le previsioni per il 2025, secondo il Summary of Economic Projections di dicembre, sono di solo due tagli, a differenza di quanto era stimato nella riunione di settembre in cui erano stati segnalati quattro tagli per il 2025.
L'inflazione, infatti, è tornata a preoccupare dopo che nella lettura dell'US Bureau of Labor Statistics ha segnato un aumento del 2,7% YoY a novembre, rispetto al 2,6% di ottobre, mentre il dato "core" è aumentato del 3,3%, comunque in linea con le aspettative di mercato.
A differenza dell'Europa, le preoccupazioni di una recessione negli Stati Uniti si sono attenuate nel 2024, con una probabilità di un soft landing sempre più concreta. Infatti, l'economia, per tutto l'anno, ha segnato dati molto buoni al netto del periodo di restrizioni monetarie. Il Pil è cresciuto del 3,1% in Q3 e l'ottimismo ha portato tutti gli indici azionari americani a registrare nuovi massimi sebbene l'ultimo dot plot chart abbia portato l'interesse speculativo a prendere qualche profitto.
Oltre alla crescita economica registrata nel 2024, la Fed ha ottimizzato anche le sue prospettive di crescita per il 2024 al 2,5%, rispetto al precedente 2% stimato a settembre, nonostante si stima che al 2026, il trend tornerà ai livelli di crescita di lungo termine pari all'1,8%. Le stime sull'inflazione sono state riviste al rialzo, con un tasso al 2,5% per il 2025, in aumento rispetto le previsioni precedenti di 2,1%, con il dato core al 2,8%.
Di contro, dall'altra parte dell'oceano, la BCE taglierà ulteriormente i tassi anche nel 2025 in un contesto di crescita debole persistente e di inflazione in calo (almeno per adesso). Qualche analista sfrontato stima addirittura che nel 2025 potrebbero arrivare al livello neutrale del 2%.
I tagli in Europa sono dettati dalle previsioni al ribasso d'inflazione in calo al 2,1% e il dato core al 2,3%, con una prospettiva di allineamento, nel 2026, all'1,9%. Congiuntamente, sono state viste a ribasso anche le previsioni di crescita, con un 1,1% per il 2025 e 1,4% per il 2026.
Per dirla in due parole, mentre la Fed potrebbe trovarsi a gestire una rinnovata ventata inflazionistica, l'Europa dovrà continuare a far fronte alla battuta d'arresto dell'economia che potrebbe acuirsi nel caso in cui Trump dovesse mettere pedissequamente in atto il suo piano d'azione pubblicizzato in campagna elettorale.
Prospettive tecniche sul cross EUR/USD
monthly chart
Se si osservano gli ultimi due anni vediamo che il trend piuttosto laterale, con il prezzo che si è mosso nel range tra 1,1275 (luglio 2023) e 1,03319 (novembre 2024), superando la resistenza posta a circa 1,044. Salvo notizie apocalittiche, il cross si appresta a chiudere il terzo mese di fila in negativo registrando un calo di più del 6,50%. A livello tecnico la linea di prezzo si trova all'interno della Kumo seppur quest'ultima in posizione quasi neutrale. Una chiusura della candela al di sotto della Kijun Sen potrebbe sicuramente aprire nuove prospettive al ribasso sul lungo termine e trascinare nuovamente l'euro verso la parità, verso i minimi del 2022. La media mobile a 200 periodi è molto distante dalla linea di prezzo sebbene abbia una lieve pendenza, mentre la media mobile a 50 periodi ha agito da resistenza per gli ultimi due anni. L'RSI si trova in zona ribassista al di sotto della sua media, ma ancora molto lontano dalla zona di ipervenduto.
Siamo comunque a circa il livello 0,50 di Fibonacci calcolato sul rally partito dal 2022, questo è un livello molto importante, considerato che ci troviamo su un livello sensibile, a circa 1,040 (al momento in cui scriviamo).
daily chart
Sul grafico giornaliero traspare chiaramente il trend ribassista di breve medio termine con il prezzo che ha sempre reagito alla resistenza data dalla Kijun Sen nell'occasioni in cui è stata toccata al rialzo. Dopo aver superato la Tenkan Sen al rialzo il 25 novembre, è rimasto intrappolato tra la Kijun e la Tenkan per poi tornare nuovamente al di sotto delle stesse. La Kumo, che disegna un trend al ribasso, viaggia molto distante dalla linea di prezzo mentre abbiamo assistito al "death cross" tra la media mobile a 50 periodi sulla media mobile a 200 periodi (segnale di forte spinta al ribasso). Anche la Chikou Span è sotto la linea di prezzo e dopo averlo toccato (candela del 24 novembre) ora sembra orientata nuovamente al ribasso con nessun ostacolo. A ostacolare le spinte bullish c'è anche una linea di tendenza dinamicha che sta fungendo da resistenza (linea blu). Attualmente le prospettive al rialzo non sono sorrette da alcun segnale tecnico, con un RSI che rimane in una zona di venduto sulla sua media, con ulteriori margini di discesa per toccare la linea di ipercomprato.
Che dire, il quadro macroeconomico sicuramente da forza al dollaro a danno dell'euro, con una presidenza Trump che, se dovesse palesarsi così come propagandato dallo stesso, porterebbe ancora più ostacoli all'economia europea. Gli Stati Uniti rischiano un ritorno dell'inflazione a causa di una domanda che rimane forte e con i dazi che potrebbero comunque agevolarne il rimbalzo ma sorretti da un'economia tra le più resilienti del globo che è riuscita ben a tener botta anche negli anni neri della pandemia. L'Europa rischia doppiamente, il collasso definitivo di un economia che già stenta e un ritorno dell'inflazione a causa dei prezzi che rischia di dover sostenere sia a causa dei dazi minacciati da Trump ma anche per quelli che dovrà sostenere per approvvigionarsi della componente energetica che la vedrebbe costretta a rifornirsi dagli Stati Uniti e non a prezzi vantaggiosi...
Trump davvero metterà in atto quel che ha chiacchierato fin oggi? Staremo a vedere, con la speranza che, infine, non faccia così come è stato nel Trump 1.0. Come spesso capita, le sorti dell'Europa sono alle volontà dei più forti... ma ne parleremo in altre occasioni.
IL RE DOLLARO SOVRANO INCONTRASTATOAnalisi del percorso del dollaro nel 2024 e prospettive per il 2025.
Il 2024 è stato un anno in cui l'indice DXY ha vissuto momenti di incertezza ascesa, in cui ha testato più volte la supply zone (rettangolo rosso) intorno ai livelli (106.50 e 105.44) e poi ha toccato il fondo nella demand zone (rettangolo verde) intorno ai livelli di parità a settembre.
Come era già stato preventivato a fine 2023, tutto il 2024 dei mercati finanziari, tralasciando tutto lo scenario geopolitico delineato dalle guerre, è stato influenzato da quello che sarebbe dovuto essere e si è concretizzato il 5 novembre, con l'elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump.
Il blasonatissimo "Trump Trade", che ha preso piede con le crescenti aspettative degli investitori secondo cui il presidente più discusso dell'ultimo decennio avrebbe potuto avere una reale possibilità di sconfiggere la candidata democratica Kamala Harris alle elezioni del 5 novembre, diventando il 47° presidente degli Stati Uniti (con non pochi colpi di scena).
Ed è così, che il biglietto verde ha innescato un rally che è partito nei primi giorni di ottobre e, con correzioni fisiologiche, ha portato il dollaro a superare i massimi del 2022, rompendo la barriera dei 108.00. Il rally del dollaro statunitense, come da manuale, ha avuto il suo riflesso sui Tresury, con i rendimenti a 10 anni che hanno toccato quota 4.63%
Ma le motivazioni dell'impennata del biglietto verde non risiedono solo nel "Trump Trade" e le dichiarazioni del neo-presidente sia in campagna elettorale che subito dopo la vittoria (che analizzeremo più avanti) ma riguardano anche lo stato dell'economia americana. Infatti, la notevole forza del dollaro è stata supportata dalla resilienza dell'economia del Paese di fronte agli anni di politica monetaria restrittiva, soprattutto se confrontata con le economie degli altri Paesi equiparati. Nonostante il mercato del lavoro abbia dato segni di rallentamento, gli indicatori di settore rimangono solidi. A testimoniare la forza economica c'è anche l'inflazione al consumo che rimane, rispetto ai principali competitors persistente ed elevata, al di sopra del livello prestabilito dalla Fed (2%). Infatti, attualmente, i membri del FOMC rimangono divisi su chi è propenso ad ulteriori tagli e chi, invece, sostiene la cautela considerando anche il valore ancora alto del PCE (personal consumer expenditure), indicatore più attenzionato dalla FED.
La cautela è legata anche alla prospettive governative di Donald Trump, basate sul suo approccio ad imporre tariffe sulle importazioni dalla Cina, dall'Unione Europea, dal Canada e dal Messico.
La politica dei dazi porterebbe, come conseguenza diretta, ad un aumento dell'inflazione dovuto all'aumento dei costi per gli importatori e i consumatori finali. Correlato a ciò, potrebbero esserci politiche di ritorsione dei Paesi esportatori verso l'America, degenerando in una vera e propria guerra commerciale con un drastico aumento delle tensioni economiche globali (come se non bastassero). Lo scenario appena descritto potrebbe portare la Fed a frenare la sua politica attale dei tagli o, addirittura, a pensare di rialzarli. Se tutto ciò dovesse accadere porterebbe ulteriore linfa vitale al dollaro, rafforzandolo ulteriormente.
Sebbene attualmente l'economia USA sembri di gran lunga più forte rispetto quella dell'Europa e le controparti del G10, è difficile stabilire con certezza se le politiche che vuole attuare il neo-presidente Trump, possano incidere significativamente sulla crescita del PIL americano.
Seguendo le parole di Trump, sia in campagna elettorale che successivamente all'elezione, sembrerebbe che l'intenzione è quella di improntare la politica economica su una deregulation, con un approccio più indulgente in tema di politica fiscale e un focus sulla promozione della produzione interna, sostenendo la politica dei dazi al fine di proteggere il nazionalismo riducendo la dipendenza dalle importazioni. Ulteriore aspetto trumpiano riguarda il minor impiego bellico delle truppe americane all'estero con una correlata esortazione ai Paesi NATO affinché provvedano all'aumento per la spesa per la difesa.
Sul fronte di politica ambientale, Trump promuove l'indipendenza energetica promuovendo la produzione di combustibili fossili (in rispetto al green deal) riducendo le normative ambientali distaccandosi dagli accordi internazionali sul clima.
Come se non bastasse, il neo presidente Donald Trump ha proferito parola anche in merito alla politica monetaria attuata dal Powell, lo stesso criticato più volte già durante il primo mandato per esser stato troppo lento nella politica di taglio dei tassi d'interesse. Da ultimo, Trump ha anche espresso l'idea che il presidente degli Stati Uniti dovrebbe essere parte attiva nelle decisioni di politica monetaria, minando il ruolo tradizionale riservato alla Federal Reserve. L'evoluzione di questa idea potrebbe avere non poche ripercussioni sulla politica economica e l'indipendenza della Fed, facendo venir meno lo scopo della sua esitsenza.
Ingerenze del Presidente a parte, Powell ha riferito che visto l'andamento dell'economia, di pressioni inflazionistiche alle porte e di un mercato del lavoro tutto sommato non troppo in affanno, non ci sarà alcuna fretta o frenesia a tagliare ulteriormente i tassi, sposando un approccio cauto nella determinazione del tasso neutrale.
In merito, nell'ultima riunione del FOMC che si è tenuta il 18 dicembre, la banca centrale americana si è allineata alle aspettative generali e ha abbassato il Fed Funds Target Range di 25 bps al 4.25%-4.50%, segnalando un ritmo più cauto di allentamento per il 2025, con la maggior parte dei funzionari che hanno espresso preoccupazioni sul fatto che l'inflazione potrebbe tornare a salire. Il "dot plot chart" ha rilevato due tagli per tutto il 2025, ribadendo, quindi, l'idea che la Fed, contro ogni volere di Trump, non ha retta di agire a gennaio, quando effettivamente siederà alla Casa Bianca il nuovo presidente.
Attualmente le proiezioni prevedono che nel 2025 il tasso di prestito di riferimento si attesterà nell'intervallo 3,75%-4%, che entro la fine del 2026 si abbasserà a circa il 3.4% con i costi del prestito che rimarrebbero al di sopra della stima rivista del tasso "neutrale" ora stabilito al 3% (tasso in cui l'economia è in equilibrio).
Per quanto riguarda le proiezioni sull'economia, queste sono state riviste al rialzo rispetto all'ultima lettura, con un PIL che è visto in crescita del 2.5% per il 2024 e del 2.1% per il 2025 ( a differenza delle precedenti che vedevano un 2% per entrambi gli anni).
La disoccupazione è stata vista in lieve rialzo al 4.3% per la fine del 2025, proiezioni migliori rispetto il 4.4% previsto per entrambi gli anni (2024 e 2025).
Per quanto riguardo l'inflazione rimane un velato pessimismo con il dato "core" (escluso delle componenti volatili di energia e cibo) che è rivisto più elevato per più tempo, con un picco del 2.8% nel 2024 per poi arrivare al 2.5% entro la fine del 2025 (le proiezioni precedenti prevedevano un picco del CPI core al 2.6% e 2.2% nel 2025).
ANALISI TECNICA
Weekly chart
Sul grafico settimanale possiamo vedere la tendenza estremamente rialzista supportata dall'indicatore Ichimoku. Infatti la linea di prezzo si trova al di sopra della Tenkan Sen dalla candela del 21 ottobre, con la Chinkou Span nettamente al di sopra della Kumo e della linea di prezzo senza alcuna resistenza da rompere nei paraggi. Il trend è molto teso al rialzo e quindi sarebbe davvero sfrontato pensare ad una posizione al ribasso (trend is your friend).
Attualmente il prezzo si trova all'interno del ritracciamento dell'ultimo impulso ribassista calcolato dai massimi del 2022 ai minimi del 2023. Siamo a circa il livello 0.618 di Fibonacci al livello di prezzo 108.38; potrebbe esserci una correzione, seppur di minima entità ma rimango dell'idea che è troppo azzardato pensare ad un entrata al ribasso.
L'RSI ci delinea una zona di impercomprato con il prezzo molto distante dalla media mobile a 50 periodi.
daily chart
Per quanto riguarda Ichimoku rimaniamo della stessa idea del grafico settimanale, con il prezzo che si tiene sopra la Tenkan Sen. Potrebbero essere interessanti eventuali rimbalzi sulla Kijun Sen per ipotizzare entrate al rialzo (non è un consiglio). Il prezzo rimano comunque molto distaccato dalla Kumo con la Chikoun Span, anche in questo caso, senza alcun ostacolo al rialzo.
Rimaniamo comunque sulla scia del Trump Trade e una significativa rottura del supporto dinamico (freccia verde), potrebbe aprire le porte al supporto statico dello scorso maggio, dove ci sarebbe una confluenza di tra la zona di ritracciamento 0.5 di Fibonacci e la Kijun Sen (circa livello 106.99).
In conclusione, possiamo aspettarci sicuramente un 2025 con tanto carburante nel serbatoio per il dollaro americano con tutto ciò che ne consegue.
Sul fronte geopolitico, non si vede chiaramente la fine delle guerre, sia sul fronte Ucraino sia per il conflitto tra Israele, Iran e Libano, mentre la situazione in Siria continua ad alimentare venti di incertezza in Medio Oriente.
Probabilmente questo scenario continuerà ad alimentare la domanda di beni rifugio e, di conseguenza, fornire supporto al dollaro americano.
Se a tutto ciò, si aggiunge lo scenario trumpiano dei dazi, si potrebbero innescare politiche economiche di ritorsione riaccendendo la miccia delle tensioni globali...
Le crescenti pressioni inflazionistiche potrebbero costringere la Fed ad agire arrestando l'attuale ciclo di tassi o addirittura avviando un nuovo piano di rialzi. Ciò porterebbe i rendimenti dei titoli di stato Usa ancora più in alto rafforzando ulteriormente il dollaro.
È plausibile aspettarsi che il contrasto tra la resilienza economica dell'economia USA e le difficoltà dei paesi concorrenti amplierà il ciclo di allentamento monetario di quest'ultimi rispetto a quello che potrebbe, di contro, palesarsi negli Stati Uniti. Questa divergenza porterà al deprezzamento delle valute rivali e un ulteriore rafforzamento del biglietto verde.
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12.18 Strategia operativa intraday dell'oro
Ieri, l'oro ha inaugurato una correzione tecnica repressiva ed è sceso in un consolidamento volatile. Il mercato europeo era sotto pressione e si è indebolito rapidamente al livello 2658. Il mercato statunitense ha oscillato al ribasso e ha perforato il livello 2633, stabilizzandosi e chiudendo con uno shock. La linea K giornaliera ha chiuso in negativo. Il prezzo complessivo dell'oro a breve termine, lungo e corto, è intorno a 2633-2665 shock, prezzo dell'oro a breve termine In una posizione short estremamente debole, gli amici che hanno seguito il mio TradingView possono vedere che il trend recente è dominato dalla vendita allo scoperto di rimbalzo. Oggi continuiamo a trattarlo con una mentalità di vendita allo scoperto di rimbalzo e continuiamo a concentrarci sulla soppressione della linea superiore 2656-2665. Se il rimbalzo non si interrompe, continua la vendita allo scoperto. Oggi continuiamo a trattarlo con una mentalità di shorting di rimbalzo, continuiamo a prestare attenzione alla soppressione della linea 2656-2665 sopra e continuiamo a shortare se il rimbalzo non si interrompe.
Oggi, il Federal Open Market Committee (FOMC) annuncerà la decisione sui tassi di interesse e il riepilogo delle previsioni economiche. Il mercato in genere si aspetta che la Federal Reserve tagli i tassi di interesse di 25 punti base. Gli investitori presteranno molta attenzione alla dichiarazione della riunione e alla conferenza stampa tenuta dal presidente della Federal Reserve Powell dopo la riunione per valutare ulteriormente le tendenze future della politica. Anche le previsioni economiche aggiornate della Federal Reserve e i dot plot sono al centro dell'attenzione del mercato, poiché potrebbero rimodellare le aspettative per la traiettoria dei tassi di interesse nel 2025 e nel 2026. Il presidente della Federal Reserve Powell terrà una conferenza stampa sulla politica monetaria. Il "Fed Watch Tool" del Chicago Mercantile Exchange mostra che i trader si aspettano che la Fed tagli i tassi di interesse di 25 punti base mercoledì con una probabilità del 99%. Inoltre, gli investitori scommettono che la Fed taglierà i tassi di interesse di 100 punti base nel 2025. In un contesto di bassi tassi di interesse, l'oro non cedevole tende ad avere buone performance.
Dall'attuale analisi di 4 ore, concentrati sulla soppressione della prima linea 2656-2665 in alto e sul supporto della prima linea 2625-2630 in basso. In termini di operatività, l'attenzione principale è rivolta alla vendita allo scoperto di rimbalzo. I rialzisti della linea mediana aspetteranno e vedranno e si muoveranno di meno, perseguiranno gli ordini con cautela e aspetteranno pazientemente che i punti chiave entrino nel mercato. Strategia operativa dell'oro:
1. L'oro rimbalza a 2658-2665, short 2671, stop loss 2671, target 2635-2642;
NEWSLETTER#105: FED e UK INLFATIONFED IN ARRIVO!
Questa sera si riunirà il board della Federal Reserve per l'ultima decisione di politica monetaria dell'anno.
Gli economisti si aspettano un taglio di 25 punti base, in linea con il dot plot chart della banca centrale.
Il dollaro non dovrebbe subire importanti volatilità, mantenendo il controllo delle zone attuali (108,00-105,00)
INFLAZIONE UK
L’inflazione core (esclusi energia, cibo, alcol e tabacco) è aumentata del 4,4% nei 12 mesi fino a novembre 2024, rispetto al 4,1% di ottobre.
“Il CPI dei servizi è rimasto al 5,0% per il secondo mese consecutivo, a causa di un calo particolarmente marcato delle tariffe aeree.
Una volta tolte questa e altre categorie volatili, le misure dell'inflazione dei cosiddetti "servizi di base" sono aumentate”.
Notizie macroeconomiche della giornata di domani
- Decisione sul tasso d’interesse (04:00) (JPY)
- Decisione sul tasso d’interesse (13:00) (GBP)
- Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione (14:30) (USD)
- PIL USA (14::30) (USD)
- Indice di produzione della Fed di Filadelfia (14:30) (USD)
- Vendite di abitazioni esistenti (16:00) (USD)
Buon trading a tutti
NEWSLETTER#74: CPI e NZDI DATI NFP SISTEMANO TUTTO!
Venerdì, dopo la pubblicazione dei dati NFP, i mercati hanno rivalutato le proprie aspettative in termini di politica monetaria.
Il rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti è stato incredibilmente forte su tutti i fronti: creazione di posti di lavoro, disoccupazione, salari e ore lavorate.
I mercati ora sono finalmente allineati con le proiezioni del dot plot chart della FED: tagli di 25 punti base a novembre e dicembre.
Il dollaro ha guadagnato terreno, tornando in zona 102,5oo circa.
Giovedì sarà il turno dei dati inflazionistici CPI.
NZD e TASSI
La Banca Centrale Neozelandese si riunirà mercoledì per valutare la prossima mossa riguardante la politica monetaria.
Le aspettative sono orientate su un taglio di 50 punti base, dopo il primo taglio di 25 punti base di agosto.
L’economia neozelandese sta rallentando più delle aspettative.
Un taglio di 50 punti base porterebbe, con molta probabilità, ulteriori pressioni ribassiste sulla valuta NZD.
Notizie macroeconomiche della giornata
- CINA FESTA
- Vendite al dettaglio (11:00) (EUR)
Buon trading a tutti
WidomTree - Tactical Daily Update - 23.09.2024Borse Usa ed EU tornano caute, i tassi scenderanno, ma l’economia è fiacca.
Macro europea ancora debole a Settembre: PMI in forte discesa.
La BCE è pronta a nuovi tagli, ma senza fretta, e con flessibilità (Lagarde).
Borse asiatiche ancora in ripresa; taglio tassi più vicino in Cina.
Il taglio di -0,5% dei tassi ufficali da parte della Federal Reserve, che aveva spinto le Borse giovedì 19, ha esaurito la spinta propulsiva e venerdì 20 i maggiori indici azionari europei e americani hanno chiuso deboli.
L’economia americana conferma di essere diretta verso il “soft/landing”, cioè il rallentamento senza recessione: sembrano dimostrarlo sia il calo delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, in calo e al minimo da 4 mesi, sia l’aumento dei nuovi cantieri di edilizia abitativa.
Sul fronte Bce (Banca centrale Europe-ECB), il Presidente Lagarde, intervenendo alla Michel Camdessus Central Banking Lecture organizzata a Washington dal Fmi (Fondo monetario internazionale), ricorda che “il nostro approccio deve essere "stabili senza rigidita'...cioè pronti al cambiamento e preparati a usare la flessibilità.. quando necessario”.
La Signora lagarde ha sottolineato come l'inflazione sia prevista scendere al 2% entro fine 2025, tuttavia «l'incertezza rimane profonda...e l'economia sta attraversando un cambiamento trasformativo».
Tornando alle Borse di venerdì scorso, la negatività è stata innescata dal comparto automobilistico, dopo la revisione al ribasso della stime di Mercedes Benz, e dal settore moda, bersagliato da report cauti sulle sue prospettive.
Milano ha perso -0,8%, Parigi -1,5%, Francoforte -1,4%, Londra e Amsterdam -1,2%, Madrid, -0,2%. Il bilancio della settimana è invece positivo: Madrid +1,8%, Milano +0,6%, Parigi +0,5% e Francoforte +0,2%. Negativa solo Londra, -0,5%.
Wall Street, venerdì 20, ha chiuso in calo: Dow Jones -0,09%, Nasdaq -0,36% e S&P 500 -0,47%.
Le Borse trovano sostegno nella prospettiva di allentamento dei tassi, confermata sia dall’ECB 2 settimane fa, col 2’ taglio da -0,25%, che dalla mossa della FED, che ha varato il “maxi taglio” da -50 bps e diffuso il noto grafico «dot plot», alimentato dalle previsioni dei membri del FOMC, che vedono tagli per 1 altro punto percentuale entro fine 2025 e di mezzo punto nel 2026.
Sono purtroppo puntualmente deboli i dati macro europei: in Gran Bretagna le vendite al dettaglio ad agosto sono aumentate di un misero +2,5% su base annua, ed in Germania i prezzi alla produzione, sempre ad agosto, sono scesi -0,8% annuo.
Tuttavia le news peggiori sono quelle di stamattina, e riguardano gli indici PMI (Purchasing managers Index) che confermano la debolezza, o meglio stagnazione, dell’economia dell’Euro-zona.
In Germania, ad esempio, il Pmi composito “stalla” a 50, sulla linea che demarca espansione da contrazione, frutto di un sub-indice dei servizi che a settembre è sceso a 50,6 punti da 51,2 e di uno della manifattura crollato a 40,3 punti da 42,4.
La Francia, che si distingueva in meglio ad agosto, col Pmi composito migliorato di 4 punti a 53,1, cioè al massimo da 27 mesi, ha segnato un crolla a 47,4 a settembre, al minimo da gennaio, coi servizi scivolati a 48,3 da 55,0, e quello manifatturiero a 44,0 da 43,9 di agosto, sotto le stime di 44,3.
Nel complesso dell’Eurozona l'indice Pmi composito è sceso a 48,9 dal 51 di agosto, cioè in area di contrazione e ai minimi da 8 mesi. L'indice Pmi dei servizi è sceso da 52,9 a 50,5, al minimi da 7 mesi, e quello della manifattura a 44,5 da 45,8, ai minimi da 9 mesi: numeri depressi, che si commentano da soli...
Oggi, 23 settembre, a dare un pò di ottimismo alle Borse asiatiche ci pensato la decisione della PboC (People’s Bank of China) di abbassare il tasso di regolamento dei prestiti a 14 giorni, sintomo che le autorità monetarie, dopo alcuni dati deboli di agosto, vogliano dare supporto a banche commerciali e, indirettamente, alle aziende, per centrare il target di crescita del +5% nel 2024.
I mercati “fiutano” novità di maggiori a breve, specie dopo che il Governatore della Pboc incontrerà martedì 24 i responsabili della National Financial Regulatory Agency e della Securities Regulatory Commission proprio sul tema del sostegno finanziario allo sviluppo economico del Paese.
Tokio oggi era chiusa per la festività dell’equinozio, ma in Asia notiamo i timidi rialzi di Seoul e Shanghai +0,4%, China A50 +0,6%, Mumbai +0,6%, e quelli più sostenuti di Singapore, +0,9% e Manila +2,3%.
Sulle Borse europee prevale la prudenza e la mattinata termina invariata (ore 13.00 CET), con Francoforte che difenende il segno positivo anche grazie all'esito delle elezioni in Brandeburgo che rafforzano il governo guidato da Olaf Scholz. I future sui maggiori indici di Wall Street preparano a riaperture positive, in media +0,4%.
Sul fronte dei bond governativi prebale la calma: lo spread Btp-Bund decennali è stabile a 134 punti. Rendimento del BTP benchmark è 3,54% e quello dell’omologo bund tedesco 2,20%.
Nuovi piccoli progressi del prezzo del petrolio, reduce dai minimi dell’anno nella 2’ settimana di settembre: quello del Wti sale +0,7% a 71,5 Dollari/barile.
Infine l’oro segna massimi a 2.653 Dollari/oncia (ore 13.30 CET).
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WT - Tactical Daily Update - 19.09.2024La FED ha taglia i tassi di -0,50% ed è confident sull’economia.
I mercati scontano altri tagli di -50 bps negli Usa da qui a fine anno.
Poco mosse le chisure di ieri, ma oggi il mood è decisamente positive.
Inflazione stabile in UK: Bank of England non dovrebbe tagliare.
Ieri, 18 settembre, mentre l’attenzione degli operatori era puntata sulla decisione della Federal Reserve sui tassi, le Borse europee hanno chiuso in calo. Milano e Parigi -0,4%, Amsterdam -0,8%, Londra -0,7%, Madrid -0,1%, Francoforte immutata.
La svolta accomodante della politica monetaria Usa era scontata, e l’unico interrogativo era sulla misura del taglio, il 1’ in 4 anni, con la maggioranza che puntava su -50 bps.
E così è andata: il Federal Open Market Committee della Banca centrale Usa ha votato il taglio con 11 SI e 1 NO: la tradizionale unanimità è stata violata da Michelle Bowman, che ha votato per una riduzione da -25: il Repo rate, tasso di riferimento nei rapporti tra banche commerciali e FED, è ora a 4,75%-5,00%.
Il "dot plot", compilato con le “proiezioni” dei membri del FOMC, suggerisce che i tassi saranno tagliati, con 2 nuove limature da -25 bps, di -100 bps totali entro la fine anno. Il comunicato esplicativo della decisione spiega che il FOMC è fortemente impegnato a sostenere la massima occupazione e a portare l'inflazione al 2% target.
Wall Street, dopo il taglio dei tassi della FED ha chiuso in leggero calo: Dow Jones -0,25%, Nasdaq -0,30%, S&P500 -0,28%.
Di rilevo, sebbene passata un po’ in sordina, l'annuncio della partecipazione alla “newco” Global AI Infrastructure Investment Partnership, di Blackrock, leader globale dell’asset management e di Microsoft: il nuovo “veicolo” compartecipato prevede di investire fino a US$ 100 miliardi in data center e capacità generativa elettrica per l'intelligenza artificiale.
Sul fronte macro Usa ha sorpreso la loro forza del dati sui nuovi cantieri avviati ad agosto, sono rimbalzati del +9,6% dopo essere crollati a luglio. Inoltre, le domande di mutuo negli States hanno registrato un aumento di +14,2% nell'ultima settimana: in parallelo i tassi sui mutui a 30 anni sono scesi al 6,15%, dal 6,26% della settimana prima.
In Euro-zona l'inflazione ha rallentato al 2,2% (fonte Eurostat) dal 2,6% di luglio. Le variazioni annue più contenute hanno riguardato Lituania, +0,8%, Lettonia, +0,9%, Irlanda, Slovenia e Finlandia, allineate su +1,1% e Italia, +1,2%. Quelle più alte si osservano in Romania, 5,3%, Belgio, +4,3%, e Polonia, +4,0%.
Fuori dall’Unione Europa, l’inflazione nel Regno Unito ad agosto è salita +2,2% annuo, come previsto, mentre l’inflazione "core" (ex food ed energy) è cresciuta +3,6%, dal +3,3% di luglio, anch’esso allineato alle previsioni.
Oggi, 19 settembre, le Borse europee hanno riaperto positive, chiudendo la mattina in rialzo medio di +0,8%. A dare slancio ai listini del vecchio continente, oltre al taglio di ½ punto, sono state anche le parole del Chairman della FED Jerome Powell che, nelle conferenza stampa post annuncio, ha rassicurato sullo salute dell’economia americana.
«L’economia americana va bene ed il nostro obiettivo è mantenerla così», “la scelta di un taglio più consistente va vista come una ri-calibrazione della politica monetaria” quasi a significare che la FED è pronta ad intervenire con prontezza se il mercato del lavoro mostrasse segni di cedimento, e che c’è spazio per altri tagli nel 2024 e 2025 se, come sembra credere la FED, l’inflazione tornerà stabilmente verso il target.
Peraltro da oggi il focus si sposta su altre Banche centrali: nel pomeriggio la Bank of England (BoE) dovrebbe lasciare i tassi fermi al 5%, mentre in Giappone, nella giornata di venerdì, saranno resi i noti i dati sull’inflazione di agosto e conosceremo le decisioni delle Banca centrale Giapponese (BOJ), riunita da oggi.
Sempre domani, attenzione alle parole del Presidente dell’ECB (BCE–Banca centrale Europea), per cogliervi possibili indicazioni sulle future mosse di “easing” monetario, favorite dai dati nuovamente deboli della manufattura e quelli, fortunatamente in ulteriore calo, sull’inflazione.
Intanto Francois Villeroy de Galhau, membro del Consiglio direttivo dell’ECB ritiene che l'inflazione, pur tra alti e bassi, sia destinata a tornare stabilmente al 2,0% e che la Banca centrale potrà continuare ad abbassare i tassi.
In Asia, le Borse hanno chiuso in rialzo, festeggiando la mossa espansiva della Federal Reserve: il Nikkei ha guadagnato +2,1%, aiutato anche dal nuovo indebolimento dello Yen, che favorisce le società esportatrici e le loro azioni.
Bene anche Hong Kong, +1,9%, Shanghai +0,54%, e Shenzhen +1,4%. A sorpresa, la Banca centrale di Hong Kong ha tagliato il tasso d'interesse per la 1’ volta in 4 anni, in un chiaro “parallelismo” con quello della FED.
Sul fronte bond, spicca la reazione dei Treasury Usa al taglio di -50 bps: la curva dei rendimenti per scadenza ha segnato un rapido irripidimento: lo spread tra il 2 e 10 anni è arrivato a +10 bps, che non si vedeva dal 2022 quando la curva si “invertì” per rimanerci sino a ieri.
I future Usa preannunciano riaperture positive, +1,2% medio per Wall Street, con grande attesa per le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione, un marker sensibile e affidabile della salute dell’occupazione Usa. (ore 13.30 CET)
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Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
NEWSLETTR#62: FED e AUDLA FED HA DECISO!
La FED ha deciso: 50 punti base è la scelta giusta.
I tassi d’interesse americani scendono dal 5,5% al 5%.
Nel report ufficiale della Federal Reserve sono state aggiornate anche le proiezioni economiche per il 2024 e 2025.
I cambi più sostanziali li possiamo vedere nel dot plot chart, dove i rappresentati si aspettano un ulteriore taglio di 50 punti base entro dicembre 2024.
Sono state riviste a ribasso le proiezioni del PIL e del tasso di disoccupazione.
AUD, DATI SOLIDI!
Questa notte sono usciti i dati sul mercato del lavoro australiano e hanno mostrato un’occupazione in crescita.
Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 4,2%.
Il numero di disoccupati è diminuito di 10.500 unità, il che dimostra che il mercato del lavoro rimane ragionevolmente solido.
L'AUD è stato scambiato a ribasso all'inizio dei dati, ma è balzato leggermente a rialzo dopo la pubblicazione.
Notizie macroeconomiche della giornata
- Decisione sul tasso d'interesse (13:00) (GBP)
- Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione (14:30) (USD)
- Vendite di abitazioni esistenti (16:00) (USD)
Buon trading a tutti
WisdomTree - Tactical Daily Update - 18.06.2024Nuovo rally “tech” e nuovi record per Nasdaq ed S&P500: da confermare.
La Federal Reserve farà 1 solo taglio 2024, la speranza slitta al 2025.
Settimana delle 3 streghe (venerdì) con Wall Street mai così “carico”.
Segnali di ripresa in Cina, ma non dai prezzi delle case, che calano.
Ieri il Presidente della Bce (ECB-Banca centrale Europea) Christine Lagarde ha spiegato che la Banca centrale è attenta al corretto funzionamento dei mercati finanziari, poichè la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria sono strettamente collegate, riaprendo alla possibilità di acquisti di obbligazioni governative in caso di turbolenze sui mercati.
Anche questo ha contribuito a chiusure positive per le Borse europee che, la scorsa settimana, avevano perso slancio dopo i risultati delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, e ancor più per l’inattesa mossa del Presidente francese Macron di indire elezioni politiche anticipate dopo il trionfo delle “destra antieuropea” del Front National di Marine Le Pen.
Milano è salita +0,74%, sebbene sotto ai massimi di seduta, trainata dalle azioni bancarie che avevano perso di più la settimana scorsa. In ripresa anche Parigi, +0,91%, Francoforte +0,30%, incerta Londra, -0,07%, in attesa che giovedì 20 si riunisca la Bank of England: la speranza e’ che lasci intendere l’intenzione di tagliare i tassi a luglio.
Sulle Borse europee sembra comunque prevalere un sentimento prudenza, dopo le turbolenze della settimana scorsa, con Londra che “gioca” la leadership continentale di capitalizzazione a danno di Parigi.
Wall Street ha chiuso positiva ieri: Dow Jones +0,49%, Nasdaq +0,95% e S&P 500 +0,77% ed al 30’ massimo storico da inizio anno. Negli Usa, dopo i dati “flat” di maggio sull’inflazione, si è riaccesa la speranza d’un taglio dei tassi d’interesse a settembre: secondo il FedWatch Tool la probabilità è salita dal 45,1% di una settimana fa al 59,5%.
Tuttavia il taglio potrebbe essere l’unico nel 2024: così prevede la ’dot plot’ basata sulle previsioni dei 18 banchieri membri del FOMC, organo di politica monetaria della FED (Federal Reserve, Banca centrale Usa).
Quella appena iniziata è una settimana a potenziale alta volatilità per le Borse Usa: mercoledì 20 lavoreranno ad orario ridotto per il Juneteenth (giorno che commemora la liberazione degli schiavi afroamericani), e venerdì 22 affronteranno le “3 streghe”, cioè la scadenza contemporanea delle opzioni sulle azioni, dei future e delle opzioni sugli indici.
Inoltre oggi negli Usa avremo i dati sulle vendite al dettaglio e verso fine settimana quelli sulla produzione industriale di maggio, utili alla FED per calibrare le future mosse di “easing monetario”.
Sebbene il Chairman della FED Powell la scorsa settimana non abbia espressamente esclusa la possibilità di tagli al costo del denaro, a frenare gli entusiasmi ci ha pensato Neel Kashkari domenica 16: il Presidente della Regional Fed di Minneapolis ha detto che è «ragionevole» pensare che la la Banca centrale «non taglierà i tassi prima di dicembre».
Gli fa eco Patrick Harker della Philadelphia Fed, che ha detto che un solo taglio, sulla base dei dati attuali, è la previsione appropriata per l’anno in corso e che sarebbe meglio vedere diversi mesi di miglioramento dell’inflazione prima di operare scelte.
Le elezioni Europee, con l’affermazione della destra radicale e l’anticipato ricorso alle urne in Francia, ha riacceso la paura per la traiettoria “pericolosa” dei debiti pubblici europei, quello francese in 1’ luogo ma anche quello Italiano, il più osservato e temuto in Europa.
Ieri, 17 giugno, pur in un contesto di lievi rialzo dei rendimenti dei Govies europei, abbiamo apprezzato la chiusura in leggero ribasso dello spread tra BTp decennali italiani e omologhi Bund tedeschi: 153 bps, dai 156 della chiusura di venerdì scorso, col rendimento del BTp decennale benchmark a 3,94%, dal 3,91%.
Sul tema si è espresso il Ministro italiano dell’Economia Giorgetti: “Spero che a breve la situazione si stabilizzi, ..dopo le reazioni un pò nevrotiche, quasi “pavloviane” ai risultati elettorali europei”: peraltro il Governo Italiano attende l’ufficializzazione della procedura di deficit eccessivo da parte di Bruxelles, che potrebbero implicare manovre correttive tra 0,5 e 0,7% del GDP dei prossimi anni.
Stamane, in Asia, chiusure in rialzo per le Borse cinesi, trascinate dai titoli “tecnologici”: Shanghai +0,5%, Shenzhen +0,7%: dal colosso asiatico giungono ancora dati deboli dal comparto immobiliare/costruzioni: i prezzi delle nuove case in Cina sono scesi -3,9% annuo da -3,1% di aprile, ovvero al ritmo più rapido da 9 anni.
Seul ha chiuso in rialzo, +0,7%, Hong Kong incerta, -0,2%, e Mumbai, +0,4%, dopo che l’agenzia di rating Fitch ha alzato le stime di crescita 2024 per l'India a +7,2%, da +7,0%: uno sviluppo “esuberante” che tuttavia non scoraggerebbe la Reserve Bank of India (Rbi) dal tagliare i tassi di -0,25% nel meeting di luglio.
L'azionario Asia sembra muoversi in “simpatia” con quello americano, dopo che ieri sera Wall Street ha raggiunto un altro record grazie ai big tech. I futures su Wall Street anticipano riaperture in linea con le chiusure record di ieri sera. (ore 13.30 CET)
Partenza positiva per le Borse europee che dopo lo scivolone della scorsa settimana, replicano il trend positivo di ieri e guadagnano in media +0,6% (ore 13.30 CET), in attesa dei dati finali sull’inflazione EU che dovrebbero confermare +2,6% della 1’ lettura, in risalita dal +2,4% di aprile.
Si attenua la tensione sul mercato obbligazionario: lo spread tra Btp/Bund scende sotto150 bps, col rendimento del decennale benchmark a 3,91%.
Informazioni importanti
Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.
Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Fed nulla di fatto, come previstoLa Federal Reserve ha mantenuto, come previsto, l'intervallo obiettivo dei Fed Funds stabile tra il 5,25% e il 5,50%, per la settima riunione consecutiva. I rappresentanti del Fomc, hanno lasciato intendere che non è ancora il momento di ridurre i tassi finché non saranno certi che l’inflazione si sta muovendo in modo sostenibile verso il 2%. Nel frattempo, il dot plot mostra che i politici prevedono solo un taglio dei tassi quest’anno e quattro riduzioni nel 2025.
A marzo, la Fed prevedeva tre tagli nel 2024 e tre nel 2025. Per quel che riguarda le previsioni, la Fed non ha apportato revisioni alle proiezioni di crescita del PIL e vede ancora l’economia in espansione del 2,1% nel 2024, del 2% nel 2025 e nel 2026. Nel frattempo, l’inflazione PCE è stata rivista al rialzo per il 2024 e per l’anno prossimo, ma è stata mantenuta al 2% per il 2026. Anche l’inflazione core PCE è stata rivista al rialzo al 2,8% nel 2024 (rispetto al 2,6%) e nel 2025 (2,3% rispetto al 2,2%), ma è stata mantenuta al 2% per il 2026. I
l tasso di disoccupazione è previsto al 4% per il 2024, stesso come previsto a marzo, ma è atteso leggermente più alto al 4,2% nel 2025 (contro il 4,1%). Va ricordato che dopo la pubblicazione dell’inflazione, secondo lo strumento FedWatch del CME, i mercati vedono una probabilità di un taglio dei tassi di settembre superiore al 70% rispetto al 52% di un giorno fa. Inoltre, la probabilità di tagli è aumentata all’84% a novembre e al 96% a dicembre. Il mercato quindi resta ancora orientato, a differenza dei rappresentanti del board, verso più di un ribasso del costo del denaro.
AZIONARIO NO STOP
Inarrestabili, ancora una volta, le borse americane, con nuovi record storici per l'S&P 500, in rialzo dello 0,9%, per il Nasdaq che ha guadagnato l'1,2% e non è lontano dai 20 mila punti, e per il Dow Jones, in rialzo di circa 265 punti. I dati sull’inflazione inferiori alle attese per gli Stati Uniti hanno di fatto provocato un piccolo terremoto, perché aumentano decisamente le probabilità che la Fed possa tagliare i tassi di interesse quest’anno, e più di una volta.
Il settore immobiliare è stato di gran lunga quello che ha guadagnato di più, seguito dal settore tecnologico e dai materiali. Le megacap sono salite ancora, Microsoft (0,5%), Apple (1,5%), Nvidia (2,3%), Meta (0,6%) e Alphabet (1,6%), mentre Amazon si è stabilizzata. Oracle balza di circa l'11,7% dopo che la società ha annunciato accordi cloud con Google e OpenAI. Le azioni di Home Depot sono aumentate fino al massimo di 4 settimane di 348,92 dollari.
VALUTE
Crollo inatteso del dollaro, dopo la pubblicazione del CPI Usa, uscito inferiore alle attese, con l’EurUsd che dai minimi di ieri a 1.0720, ha riguadagnato oltre 120 pip in poche ore per poi chiudere intorno a 1.0800, dove lo troviamo oggi. Anche il Cable da 1.2730 è salito fino a 1.2860 per poi perdere quasi 100 pip, quindi più di EurUsd, per effetto del recupero di EurGbp, che da 0.8420 di ieri, ha risalito la corrente fino a 0.8455 area.
A sorpresa invece il UsdJpy, dopo aver perso quasi 180 pip da 157.50 a 155.70, ha recuperato quasi tutto tornando in area 157.20. Quindi tutto il mercato, dopo la discesa del biglietto verde, ne ha visto un recupero più o meno marcato con i prezzi che si sono stabilizzati intorno al 50%, eccetto lo Jpy, dei movimenti di ieri sera. A questo punto vedremo se prevarranno le forze pro-dollaro, che riguardano la crisi politica europea, oppure quelle che vedono più tagli dei tassi negli Usa in ragione di una congiuntura che mostra evidenti crepe.
USA, CPI IN CALO
Il tasso di inflazione negli Stati Uniti è, a sorpresa, salito meno del previsto, al 3,3% a maggio 2024, il livello più basso degli ultimi tre mesi, rispetto al 3,4% di aprile e alle previsioni del 3,4%. L’inflazione è diminuita per i generi alimentari, abitazioni, trasporti e abbigliamento. Sono invece aumentati maggiormente i costi dell’energia, con in testa la benzina, il gas e l’olio combustibile.
Rispetto al mese precedente, l’indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato, e ciò rappresenta il minimo da luglio 2022, rispetto alle previsioni di un aumento dello 0,1% e dopo un aumento dello 0,3% ad aprile. Nel frattempo, l’inflazione core è scesa al 3,4% annuo, il tasso più basso da aprile 2021 e inferiore al consenso del 3,5%. Anche il tasso mensile di inflazione core è sceso dallo 0,3% allo 0,2%, migliore rispetto allo 0,3% previsto.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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SETTIMANA CALDISSIMA!L'indice del dollaro americano ha registrato oscillazioni contenute nelle prime contrattazioni della settimana, nonostante tutto il trambusto della politica europea.
Tuttavia, il breakout a rialzo, registrato venerdì dopo il rilascio dei dai NFP più forti delle aspettative, è ancora valido e il DXY dovrà chiudere al di sotto del supporto a 104,00 per invertire la tendenza.
Gli investitori attendono il doppio incontro CPI-FOMC di domani prima di fare nuovi piani.
La Federal Reserve statunitense dovrebbe mantenere i tassi di interesse invariati al 5,25-5,5% e indicherà, con molta probabilità, che a settembre potrebbe esserci un altro taglio dei tassi di interesse.
L'obiettivo principale degli investitori sarà il loro dot plot aggiornato, che delinea le opinioni dei singoli membri sul percorso dei tassi di interesse.
A marzo, hanno segnalato che tre tagli dei tassi per l'anno rimanevano la loro visione centrale, con altri tre tagli nel 2025.
C'era stata la sensazione che avrebbero potuto optare per soli due tagli dei tassi nel 2024 sulla scia di due stampe consecutive dell'IPC core dello 0,4% su base mensile e dei continui forti dati sull'occupazione, ma hanno deciso di prendere tempo.
EURO:
La maggiore ricaduta delle elezioni europee del fine settimana è stata sul mercato obbligazionario francese.
In questo caso, lo spread dei titoli di Stato OAT-Bund a 10 anni si è ampliato di 7-8 punti base ai livelli più ampi da novembre 2023.
A titolo informativo, gli ultimi sondaggi d'opinione suggeriscono che il partito di Marine Le Pen si assicurerà la fetta più grande di voti alle elezioni del 30 giugno/7 luglio, ma non la maggioranza assoluta.
Inevitabilmente, l'attenzione si sposterà poi sulle possibili coalizioni e sulle loro implicazioni.
Alla luce degli eventi francesi, l'EUR/USD ieri ha faticato a recuperare terreno, rimanendo in zona 1.07500 circa.
Buon trading a tutti