EUR AUD 4 ORE. Previsione SHORT !FX:EURAUD
Come possiamo vedere dagli indicatori ci troviamo in un momento dove la candela sta per incontrare una RESISTENZA molto importante.
Possiamo vedere che il livello di ATX è molto basso e il Plot del Wave Trend supera il +60.0000 (troviamo anche un RSI con valore sopra la media).
La mia previsione è un SHORT deciso.
Cerca nelle idee per "PLOT"
Wall Street & Piazza Affari in ribasso minimi prima dei Tassi Wall Street & Piazza Affari in rosso alla vigilia della Fed per la decisione Tassi settembre 2022.
Giornata negativa per Wall Street alle prese con l'allarme lanciato dalla casa automobilistica Ford che risente delle pressioni economiche negative in corso ed in arrivo a causa del crescere dell'inflazione.
Per Ford il settore auto oltre allo stop Covid teme una costo d'inflazione per circa $ 4 miliardi.
I costi per Ford e altri titoli USA dipenderà molto dall'ulteriore stretta di politica monetaria della Federal Reserve prevista già domani mercoledì 21 settembre 2022 che riporterà i tassi di interesse americani a livelli pre-crisi finanziaria del 2008.
Mercoledì la Federal Reserve effettuerà un aumento di 0.75 punti base dei Fed Funds terzo aumento consecutivo di tre quarti di punto che porterà gli oneri finanziari tra il 3% ed il 3,25% sino ad ora il più veloce aumento dei tassi dal 2008 ad oggi.
In realtà il dot plot della FED mostra proiezioni dei tassi di interesse che probabilmente raggiungerenno il 4% già entro dicembre 2022.
Il FTSE MIB a Piazza Affari chiude in rosso a -1,65%, deciso ribasso accompagnato dai "sell off" dell’obbligazionario con i rendimenti dei titoli di Stato italiano sopra il 4.20%.
Risparmio gestito in rosso a Milano!
Banca Generali subisce una pesante chiusura a -5,88% a seguito dell’accordo tombale siglato con l’Agenzia delle Entrate che incasserà circa 46 milioni di euro per chiudere la vertenza sul transfer pricing.
Giù anche i bancari tra cui Finecobank -4,01%, Unicredit -2,50% e Banca Intesa che chiude a -3.88%.
Wall Street Supporti & Resistenze
Nasdaq Supporti 11750 / 11450 - Resistenze 12350 / 12500
S&P500 Supporti 3870 / 3850 - Resistenze 3950 / 4000
Dow Jones Supporti 30800 / 30000 - Resistenze 31250 / 31500
Il Nasdaq rimane negativo sotto la barriera di resistenza dei 12250 punti indice ma è vero anche che il supporto di 11750 tendenzialmente servirà a trattenere la discesa forse...anche domani post FED.
Mario Draghi premiato "Statista dell'Anno" a New York
Queste la parole dell'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, oggi 99enne :
«Ho sempre avuto fiducia in Mario Draghi e nella sua straordinaria capacità di analisi intellettuale». Così l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, oggi 99enne, ha voluto complimentarsi con il premier italiano uscente «ha sempre dimostrato capacità, coraggio e visione, analizzando le questioni che gli si ponevano con il giusto approccio».
«Sono davvero commosso per tutto quello che è stato detto questa sera – ha detto Draghi dal palco – In particolare, le parole del dottor Kissinger. Mi commuove il fatto che abbia voluto essere qui. La sua presenza è un immenso regalo per me».
I 4 titoli che non mi farò sfuggire oggi nel mercato italianoSe seguite le mie analisi ed emulate le mie operazioni realizzerete le mie stesse performance.
I titoli su cui entrerò se verrà rotta la resistenza indicata sono i seguenti.
I titoli sono presi dal mio portafoglio Tutte le recenti numero 1 Italia:
1. BREMBO (BRE) sopra 10,04 in chiusura.
2. MAIRE TECNIMONT (MT) sopra 2,949 in chiusura.
3. ALERION (ARN) sopra 30,33 in chiusura.
4. BFF BANK (BFF) sopra 6,731 in chiusura.
Comprare titoli in borsa può essere fatto seguendo due logiche diverse che producono comportamenti in certi momenti contrapposti.
1. comprare titoli in un'ottica di trading di breve periodo
2. comprare titoli in un'ottica di investimento di lungo periodo
Per quanto riguarda il punto uno in un mercato in forte storno o correzione, gli investimenti devono ridursi progressivamente fino anche ad annullarsi guidati da un parametro calcolabile matematicamente che modula il capitale da investire.
Per quanto riguarda il punto due, in un mercato in forte storno o correzione, avendo un'ottica di lungo periodo si può accumulare ricordandosi il famoso detto di John Templeton “Il momento in cui c’è il massimo pessimismo è il momento migliore per comprare”
Tornando al punto uno, i punti fermi di un ottimo trader devono essere due.
1. Un trading system performante.
2. Un metodo ed una strategia intelligenti, modulati e ferrei.
Avere elaborato un trading system performante ma applicarlo nella fase di mercato sbagliata costringe l'equity line a subire pesanti ribassi.
Utilizzare una strategia che protegga i capitali nei periodi in cui il mercato è negativo come quello che stiamo vivendo in questo inizio di 2022 è fondamentale.
Come si protegge il capitale nei momenti in cui il mercato sta andando male, facendosi però trovare pronti quando il mercato risalirà?
La risposta è semplice se vuoi fare un ottimo trading devi:
• investire progressivamente di più aumentando il capitale quando il mercato sale.
• investire progressivamente di meno fino a non investire proprio quando il mercato scende.
Facile a dirsi ma nella realtà come si fa a fare tutto questo?
Cioè come posso selezionare il titolo giusto nel momento giusto, e acquistarlo con un capitale che tenga conto di queste variabili?
Questo è il lavoro che faccio io ogni giorno e che condivido e lascio copiare a chi mi segue nel mio blog di trading on line.
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Di quanto aumenterà i tassi la Fed?
Cosa dirà il presidente Jerome Powell?
Che aspetto avrà il "grafico a punti" oppure per dirla all'americana “dot plot”?
E come reagirà il mercato a tutto questo?
Queste sono le grandi domande che troveranno risposta oggi.
Preparatevi a dei fuochi d’artificio.
L'esito della sessione di ieri non è stato male.
I titoli tecnologici hanno mostrato una certa forza, ma sarà interessante vedere come i titoli reagiranno alla notizia del rialzo dei tassi.
Potremmo assistere a violente oscillazioni, in particolare intorno alle 20 ora italiana.
Gli investitori nel mercato azionario hanno reagito positivamente all'ultimo rialzo dei tassi e non sarei sorpreso se oggi si verificasse qualcosa di simile.
Ieri i prezzi delle azioni hanno oscillato alla vigilia della decisione della Fed e hanno concluso con risultati contrastanti.
Il NASDAQ ha finalmente interrotto la sua striscia di quattro giorni di cali .
L'S&P è sceso ancora più in profondità nel territorio del mercato orso ribassista.
Improvvisamente dopo aver maturato l'aspettativa di un rialzo di “soli” 50 punti base, improvvisamente adesso gli investitori si aspettano un rialzo di 75 punti base comunicato oggi.
Questo dimostra quanto sia stato impattante in negativo il rapporto sull'IPC della scorsa settimana.
Adesso è evidente che finora le mosse della Fed non sono riuscite a contenere l'inflazione.
Molti investitori, ed io tra loro pensano che un aumento più consistente sia la strada da percorrere.
Tuttavia questa cura che dovrebbe liberarci dal male dell'inflazione nel medio periodo non può significare che il prezzo delle azioni aumenterà nel breve periodo.
Sto consultando un sondaggio fatto tra i principali gestori dei fondi USA e leggo di una probabilità dell'87% di ricevere un rialzo di 75 punti base dalla riunione della Fed.
Di solito il mercato non sbaglia, quindi mi allineo e dico anch'io che è quello che dovremmo aspettarci oggi.
Non so davvero però come reagirà il mercato.
Da quello che ho notato in passato, ogni volta che c'è un commento importante da parte di un politico del board della Fed sui 75 pb, i mercati salgono.
Successivamente però il rialzo viene rapidamente cancellato.
Ho l'impressione che il mercato scenderà a prescindere sull'annuncio del rialzo, poi saremo tutti appesi alle labbra di mister Powell, e questo sarà quello che conterà.
Ieri le azioni hanno fatto un bel rally nell'ultima ora, ma i principali indici hannp chiuso per lo più in ribasso.
Solo il NASDAQ ha fatto eccezione: l'indice tecnologico è salito del +0,18%.
Questo risultato non è niente di eccezionale... se non fosse che l'indice era crollato di oltre il -11% in quattro giorni consecutivi di cali .
Tutto sommato a questo punto qualunque chiusura non in negativo va segnalata.
Sfortunatamente, gli altri indici principali USA sono scesi per la quinta sessione consecutiva.
L'S&P si è spinto ancora di più in territorio orso-ribassista, ma solo del -0,38% chiudendo a 3735,48.
Ricordo che nella sessione di lunedì l'indice S&P era crollato di quasi il -4%, portandosi oltre il -20% al di sotto del suo massimo storico di gennaio.
Il Dow è stato il peggiore, perdendo il -0,50%.
L'IPP ha fornito un altro rapporto sull'inflazione molto caldo, aumentando del 10,8% a maggio su base annua.
Nonostante ciò, il dato uscito è stato leggermente migliore rispetto al 10,9% di aprile.
Questo è un sintomo di raffreddamento dell'inflazione ed è quindi una buona notizia anche se in questo momento, è difficile entusiasmarsi quando il risultato complessivo è in doppia cifra.
In questa parte della mia analisi sarò libero di guardare oltre, di vedere cose che altri non vedono.
Rubrica” L’angolo di Warren Buffet conosciuto come l’oracolo di Omaha”.
Come l’oracolo ellenico non commetterò mai errori anche quando sembrerò farlo starò solo anche se inconsapevolmente adombrando la verità.
Dopo l'elevato rapporto CPI di venerdì 10 e il rapporto PPI di ieri, ci sono molte speculazioni sul fatto che la Fed potrebbe discostarsi dal suo telegrafico rialzo di 50 punti base e aumentare i tassi di 75 punti base o addirittura di 100 punti base.
Quindi, non solo c'è molta incertezza su cosa farà la Fed.
Ma c'è altrettanta incertezza su come reagirà il mercato.
Insomma, siamo presi tra due fuochi e non so quale preferire.
Se la Fed si accinge a fare di più e più velocemente sul fronte dei tassi, gli investitori potrebbero inizialmente applaudire la mossa come un segnale che finalmente si sta facendo sul serio per mitigare l'inflazione meglio prima che poi.
Ma l'interpretazione a freddo potrebbe andare nella direzione opposta, in quanto un aumento drastico dei tassi (o un inasprimento quantitativo ancora più rapido) potrebbe creare una distruzione della domanda tale da mandare l'economia in recessione.
Le 5 azioni che ho scelto per trarre il massimo profitto dalla rivoluzione dei veicoli elettrici.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un'impennata nella produzione di veicoli elettrici.
Ci sono stati progressi significativi nella tecnologia delle auto, come:
la tecnologia di assistenza alla guida.
la guida autonoma.
Questa rivoluzione dei veicoli elettrici creerà grandi ricchezze in chi sa cosa acquistare.Ho preparato un report speciale su questo tema "Le 5 azioni che ho scelto per trarre il massimo profitto dalla rivoluzione dei veicoli elettrici".
I titoli dei veicoli elettrici che, secondo le mie previsioni, avranno il massimo rialzo durante questo cambiamento nell'industria automobilistica da 10.000 miliardi di dollari.
Tutti i titoli di questo report stanno attualmente molto al di sotto del prezzo corretto che dovrebbero avere.
Il mercato è pieno di questo tipo di azioni adesso, ma sono poche quelle che hanno catalizzatori positivi nel loro futuro con la possibilità di guadagni mostruosi.
Per ognuno di questi titoli ho identificato i fattori specifici che li avrebbero portati nell'attenzione generale e tra i titoli più performanti nei prossimi 365 giorni.
Credo di avere individuato i 5 titoli che formeranno un lotto che mi darà un'enorme soddisfazione in questo anno così disperato finora.
Come puoi aggiudicarti questi 5 titoli che ho scelto?
Chi è abbonato al progetto One Shot li riceverà a partire da giugno all'interno del suo canale.
Chi non è abbonato può ricevere il report in anteprima con €57 e con questo tutte le indicazioni di prezzo e di timing con le quali poter effettuare questi acquisti.
Se vuoi ricevere l'indicazione de "Le 5 azioni che ho scelto per trarre il massimo profitto dalla rivoluzione dei veicoli elettrici", che sto per acquistare, scrivimi adesso!
La Performance dei miei portafogli dal 1° gennaio 2022 ad oggi è la seguente:
Mio portafoglio "Mib 40" +31,31%
Mio portafoglio "titolo numero 1 oggi in Italia" +15,24%
Mio portafoglio "tutte le recenti numero 1 Italia" +25,92%
A CONFRONTO IL NOSTRO INDICE FTSE MIB -19,85%
Mio portafoglio "Best Brands" -2,50%
Mio portafoglio "titolo numero 1 oggi in USA" +3,13%
Mio portafoglio "tutte le recenti numero 1 USA" +14,49%
A CONFRONTO GLI INDICI USA
Dow Jones -16,02%
S&P 500 -21,33%
Nasdaq -230,91%
Vi ricordo quello che è il mio mantra nei mercati e cioè:
• “la mia previsione nel lungo periodo nasce e si forma giorno per giorno avendo un'ottica e un obiettivo nelle prossime 24 ore”.
• “quando sarà finita la sessione di oggi avrò significativi dati per prevedere quella di domani”.
• “tutto ciò che è previsto oltre la settimana ha la stessa possibilità di verificarsi del lancio di una monetina puntando su testa o croce”
Performance sui futures USA siamo arrivati a +136,70% dall'inizio del 2022.
da 01/01/2022 al 14/06/2022
Strategia rendimento utilizzando i 3 futures Americani.
Nasdaq +498,19%
S&P500 -131,92%
Dow Jones Industrial +43,99%
Rendimento medio dei 3 futures nel periodo +136,75%.
Di quanto aumenterà i tassi la Fed? 50pb, 75 pb o addirittura...Di quanto aumenterà i tassi la Fed? 50pb, 75 pb o addirittura 100pb?
A Wall Street si dice:
“Stai attento agli investimenti che generano applausi; le mosse più azzeccate, di solito, vengono accompagnate dagli sbadigli."
Warren Buffet
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Di quanto aumenterà i tassi la Fed?
Cosa dirà il presidente Jerome Powell?
Che aspetto avrà il "grafico a punti" oppure per dirla all'americana “dot plot”?
E come reagirà il mercato a tutto questo?
Queste sono le grandi domande che troveranno risposta oggi.
Preparatevi a dei fuochi d’artificio.
L'esito della sessione di ieri non è stato male.
I titoli tecnologici hanno mostrato una certa forza, ma sarà interessante vedere come i titoli reagiranno alla notizia del rialzo dei tassi.
Potremmo assistere a violente oscillazioni, in particolare intorno alle 20 ora italiana.
Gli investitori nel mercato azionario hanno reagito positivamente all'ultimo rialzo dei tassi e non sarei sorpreso se oggi si verificasse qualcosa di simile.
Ieri i prezzi delle azioni hanno oscillato alla vigilia della decisione della Fed e hanno concluso con risultati contrastanti.
Il NASDAQ ha finalmente interrotto la sua striscia di quattro giorni di cali.
L'S&P è sceso ancora più in profondità nel territorio del mercato orso ribassista.
Improvvisamente dopo aver maturato l'aspettativa di un rialzo di “soli” 50 punti base, improvvisamente adesso gli investitori si aspettano un rialzo di 75 punti base comunicato oggi.
Questo dimostra quanto sia stato impattante in negativo il rapporto sull'IPC della scorsa settimana.
Adesso è evidente che finora le mosse della Fed non sono riuscite a contenere l'inflazione.
Molti investitori, ed io tra loro pensano che un aumento più consistente sia la strada da percorrere.
Tuttavia questa cura che dovrebbe liberarci dal male dell'inflazione nel medio periodo non può significare che il prezzo delle azioni aumenterà nel breve periodo.
Sto consultando un sondaggio fatto tra i principali gestori dei fondi USA e leggo di una probabilità dell'87% di ricevere un rialzo di 75 punti base dalla riunione della Fed.
Di solito il mercato non sbaglia, quindi mi allineo e dico anch'io che è quello che dovremmo aspettarci oggi.
Non so davvero però come reagirà il mercato.
Da quello che ho notato in passato, ogni volta che c'è un commento importante da parte di un politico del board della Fed sui 75 pb, i mercati salgono.
Successivamente però il rialzo viene rapidamente cancellato.
Ho l'impressione che il mercato scenderà a prescindere sull'annuncio del rialzo, poi saremo tutti appesi alle labbra di mister Powell, e questo sarà quello che conterà.
Ieri le azioni hanno fatto un bel rally nell'ultima ora, ma i principali indici hannp chiuso per lo più in ribasso.
Solo il NASDAQ ha fatto eccezione: l'indice tecnologico è salito del +0,18%.
Questo risultato non è niente di eccezionale... se non fosse che l'indice era crollato di oltre il -11% in quattro giorni consecutivi di cali.
Tutto sommato a questo punto qualunque chiusura non in negativo va segnalata.
Sfortunatamente, gli altri indici principali USA sono scesi per la quinta sessione consecutiva.
L'S&P si è spinto ancora di più in territorio orso-ribassista, ma solo del -0,38% chiudendo a 3735,48.
Ricordo che nella sessione di lunedì l'indice S&P era crollato di quasi il -4%, portandosi oltre il -20% al di sotto del suo massimo storico di gennaio.
Il Dow è stato il peggiore, perdendo il -0,50%.
L'IPP ha fornito un altro rapporto sull'inflazione molto caldo, aumentando del 10,8% a maggio su base annua.
Nonostante ciò, il dato uscito è stato leggermente migliore rispetto al 10,9% di aprile.
Questo è un sintomo di raffreddamento dell'inflazione ed è quindi una buona notizia anche se in questo momento, è difficile entusiasmarsi quando il risultato complessivo è in doppia cifra.
In questa parte della mia analisi sarò libero di guardare oltre, di vedere cose che altri non vedono.
Rubrica” L’angolo di Warren Buffet conosciuto come l’oracolo di Omaha”.
Come l’oracolo ellenico non commetterò mai errori anche quando sembrerò farlo starò solo anche se inconsapevolmente adombrando la verità.
Dopo l'elevato rapporto CPI di venerdì 10 e il rapporto PPI di ieri, ci sono molte speculazioni sul fatto che la Fed potrebbe discostarsi dal suo telegrafico rialzo di 50 punti base e aumentare i tassi di 75 punti base o addirittura di 100 punti base.
Quindi, non solo c'è molta incertezza su cosa farà la Fed.
Ma c'è altrettanta incertezza su come reagirà il mercato.
Insomma, siamo presi tra due fuochi e non so quale preferire.
Se la Fed si accinge a fare di più e più velocemente sul fronte dei tassi, gli investitori potrebbero inizialmente applaudire la mossa come un segnale che finalmente si sta facendo sul serio per mitigare l'inflazione meglio prima che poi.
Ma l'interpretazione a freddo potrebbe andare nella direzione opposta, in quanto un aumento drastico dei tassi (o un inasprimento quantitativo ancora più rapido) potrebbe creare una distruzione della domanda tale da mandare l'economia in recessione.
Le 5 azioni che ho scelto per trarre il massimo profitto dalla rivoluzione dei veicoli elettrici.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un'impennata nella produzione di veicoli elettrici.
Ci sono stati progressi significativi nella tecnologia delle auto, come:
la tecnologia di assistenza alla guida.
la guida autonoma.
Questa rivoluzione dei veicoli elettrici creerà grandi ricchezze in chi sa cosa acquistare.Ho preparato un report speciale su questo tema "Le 5 azioni che ho scelto per trarre il massimo profitto dalla rivoluzione dei veicoli elettrici".
I titoli dei veicoli elettrici che, secondo le mie previsioni, avranno il massimo rialzo durante questo cambiamento nell'industria automobilistica da 10.000 miliardi di dollari.
Tutti i titoli di questo report stanno attualmente molto al di sotto del prezzo corretto che dovrebbero avere.
Il mercato è pieno di questo tipo di azioni adesso, ma sono poche quelle che hanno catalizzatori positivi nel loro futuro con la possibilità di guadagni mostruosi.
Per ognuno di questi titoli ho identificato i fattori specifici che li avrebbero portati nell'attenzione generale e tra i titoli più performanti nei prossimi 365 giorni.
Credo di avere individuato i 5 titoli che formeranno un lotto che mi darà un'enorme soddisfazione in questo anno così disperato finora.
Come puoi aggiudicarti questi 5 titoli che ho scelto?
Chi è abbonato al progetto One Shot li riceverà a partire da giugno all'interno del suo canale.
Chi non è abbonato può ricevere il report in anteprima con €57 e con questo tutte le indicazioni di prezzo e di timing con le quali poter effettuare questi acquisti.
Se vuoi ricevere l'indicazione de "Le 5 azioni che ho scelto per trarre il massimo profitto dalla rivoluzione dei veicoli elettrici", che sto per acquistare, scrivimi adesso!
La Performance dei miei portafogli dal 1° gennaio 2022 ad oggi è la seguente:
Mio portafoglio "Mib 40" +31,31%
Mio portafoglio "titolo numero 1 oggi in Italia" +15,24%
Mio portafoglio "tutte le recenti numero 1 Italia" +25,92%
A CONFRONTO IL NOSTRO INDICE FTSE MIB -19,85%
Mio portafoglio "Best Brands" -2,50%
Mio portafoglio "titolo numero 1 oggi in USA" +3,13%
Mio portafoglio "tutte le recenti numero 1 USA" +14,49%
A CONFRONTO GLI INDICI USA
Dow Jones -16,02%
S&P 500 -21,33%
Nasdaq -230,91%
Vi ricordo quello che è il mio mantra nei mercati e cioè:
• “la mia previsione nel lungo periodo nasce e si forma giorno per giorno avendo un'ottica e un obiettivo nelle prossime 24 ore”.
• “quando sarà finita la sessione di oggi avrò significativi dati per prevedere quella di domani”.
• “tutto ciò che è previsto oltre la settimana ha la stessa possibilità di verificarsi del lancio di una monetina puntando su testa o croce”
Performance sui futures USA siamo arrivati a +136,70% dall'inizio del 2022.
da 01/01/2022 al 14/06/2022
Strategia rendimento utilizzando i 3 futures Americani.
Nasdaq +498,19%
S&P500 -131,92%
Dow Jones Industrial +43,99%
Rendimento medio dei 3 futures nel periodo +136,75%.
I quattro titoli che acquisterò oggi 14 Giugno a Wall street.Se seguite le mie analisi ed emulate le mie operazioni realizzerete le mie stesse performance.
I titoli su cui entrerò se verrà rotta la resistenza indicata sono i seguenti.
I titoli sono presi dal mio portafoglio Best Brands:
1. RECORDATI ORD (IBM) sopra 135,11 in chiusura.
2. MCDONALDS CORP (MCD) sopra 238,47 in chiusura.
3. UNITED PARCEL SERVICE (UPS) sopra 172,72 in chiusura.
4. CISCO SYSTEMS INC (CSCO) sopra 43,24 in chiusura.
Comprare titoli in borsa può essere fatto seguendo due logiche diverse che producono comportamenti in certi momenti contrapposti.
1. comprare titoli in un'ottica di trading di breve periodo
2. comprare titoli in un'ottica di investimento di lungo periodo
Per quanto riguarda il punto uno in un mercato in forte storno o correzione, gli investimenti devono ridursi progressivamente fino anche ad annullarsi guidati da un parametro calcolabile matematicamente che modula il capitale da investire.
Per quanto riguarda il punto due, in un mercato in forte storno o correzione, avendo un'ottica di lungo periodo si può accumulare ricordandosi il famoso detto di John Templeton “Il momento in cui c’è il massimo pessimismo è il momento migliore per comprare”
Tornando al punto uno, i punti fermi di un ottimo trader devono essere due.
1. Un trading system performante.
2. Un metodo ed una strategia intelligenti, modulati e ferrei.
Avere elaborato un trading system performante ma applicarlo nella fase di mercato sbagliata costringe l'equity line a subire pesanti ribassi.
Utilizzare una strategia che protegga i capitali nei periodi in cui il mercato è negativo come quello che stiamo vivendo in questo inizio di 2022 è fondamentale.
Come si protegge il capitale nei momenti in cui il mercato sta andando male, facendosi però trovare pronti quando il mercato risalirà?
La risposta è semplice se vuoi fare un ottimo trading devi:
• investire progressivamente di più aumentando il capitale quando il mercato sale.
• investire progressivamente di meno fino a non investire proprio quando il mercato scende.
Facile a dirsi ma nella realtà come si fa a fare tutto questo?
Cioè come posso selezionare il titolo giusto nel momento giusto, e acquistarlo con un capitale che tenga conto di queste variabili?
Questo è il lavoro che faccio io ogni giorno e che condivido e lascio copiare a chi mi segue nel mio blog di trading on line.
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Ieri la mia analisi aveva come titolo “CAPITULATION”. Cos’è la capitolazione del mercato finanziario? Per definizione, capitolazione significa arrendersi. Negli ambienti finanziari, questo termine viene utilizzato per indicare il momento in cui gli investitori hanno deciso di rinunciare a cercare di recuperare i guadagni persi a causa del calo dei prezzi delle azioni. Quando un trader possiede un titolo che ha perso il 15%, il 20% o più. Ha due opzioni tra cui puo decidere:
1. aspettare e sperare che il titolo inizi ad apprezzarsi, oppure
2. realizzare la perdita vendendo il titolo.
Se la maggior parte degli investitori decide di aspettare, il prezzo delle azioni rimarrà probabilmente relativamente stabile. Tuttavia, se la maggior parte degli investitori decide di capitolare e rinunciare al titolo, si verificherà un forte calo del prezzo. Quando questo evento è significativo in tutto il mercato, è noto come capitolazione del mercato. Il significato della capitolazione sta però nelle sue implicazioni. Molti professionisti del mercato lo considerano un segno di un fondo nei prezzi e di conseguenza un buon momento per acquistare azioni. Questo perché i fattori economici di base impongono che grandi volumi di vendita faranno scendere i prezzi, mentre grandi volumi di acquisto faranno salire i prezzi. Dal momento che quasi tutti coloro che volevano (o si sentivano costretti) a vendere azioni lo hanno già fatto, rimangono solo gli acquirenti e ci si aspetta che i prezzi aumentino. Ieri le azioni sono crollate per la quarta volta di fila.
Gli investitori sono intrappolati tra il rapporto CPI della scorsa settimana e l'imminente riunione della Fed. L'indice S&P è tornato in territorio di mercato orso (-21,33% dai 4778 punti del 3 gennaio).
L'S&P è crollato del -3,88% chiudendo a 3749,63, il che significa che è tornato in un mercato orso con un ribasso di oltre il -20% rispetto al massimo storico di gennaio.
Il NASDAQ ha registrato la performance peggiore con un calo del -4,68%.
Il rendimento del Tesoro a 10 anni è salito oltre il 3,3%.
Il Dow è sceso del -2,79%.
Le azioni sono reduci da un'altra scoraggiante performance settimanale, che ha visto ciascuno dei principali indici USA crollare di circa il -5%. Per il NASDAQ e l'S&P si è trattato della nona settimana negativa nelle ultime 10. Mentre per il Dow della decima settimana negativa nelle ultime 11. Anche se la giornata di ieri è stata dura da digerire, sento che il momento buono si avvicina. Probabilmente la capitolazione del mercato sta entrando in scena e, penso che siamo nel processo di costruzione di un fondo in molti titoli.
Mercoledì è probabile che la Federal Reserve aumenti i tassi di interesse di altri 50 punti base, che si aggiungono ai 75 bps di inasprimento già erogati da marzo. Io insieme al mercato devo ricevere una risposta convincente dalla Fed di quanto sia sicura di riuscire a contenere l'inflazione più forte degli ultimi decenni senza far precipitare l'economia statunitense in una recessione. Inoltre, si osserveranno le proiezioni della Fed sulle mosse dei tassi nel cosiddetto "dot plot". Proiezioni di rialzo dei tassi inaspettatamente aggressive potrebbero mettere sotto pressione i Treasury statunitensi, con rendimenti decennali di nuovo al di sopra del 3,0%. I trader osserveranno attentamente il mercato alla ricerca di segnali di capitolazione. Non si può negare che la paura sia alta. Questo rende il mercato difficile. Ma quando la paura diventa sufficientemente alta e "tutte" le vendite sono terminate, quello può essere il punto di svolta per far risalire le azioni.
OQuindi tenete gli occhi aperti. Ci sono ancora molti aspetti positivi nell'economia che sembrano essere ignorati. Ma non sarà così per sempre.
Le 5 azioni che ho scelto per trarre il massimo profitto dalla rivoluzione dei veicoli elettrici.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un'impennata nella produzione di veicoli elettrici.
Ci sono stati progressi significativi nella tecnologia delle auto, come:
la tecnologia di assistenza alla guida.
la guida autonoma.
Questa rivoluzione dei veicoli elettrici creerà grandi ricchezze in chi sa cosa acquistare.Ho preparato un report speciale su questo tema "Le 5 azioni che ho scelto per trarre il massimo profitto dalla rivoluzione dei veicoli elettrici".
I titoli dei veicoli elettrici che, secondo le mie previsioni, avranno il massimo rialzo durante questo cambiamento nell'industria automobilistica da 10.000 miliardi di dollari.
Tutti i titoli di questo report stanno attualmente molto al di sotto del prezzo corretto che dovrebbero avere.
Il mercato è pieno di questo tipo di azioni adesso, ma sono poche quelle che hanno catalizzatori positivi nel loro futuro con la possibilità di guadagni mostruosi.
Per ognuno di questi titoli ho identificato i fattori specifici che li avrebbero portati nell'attenzione generale e tra i titoli più performanti nei prossimi 365 giorni.
Credo di avere individuato i 5 titoli che formeranno un lotto che mi darà un'enorme soddisfazione in questo anno così disperato finora.
Come puoi aggiudicarti questi 5 titoli che ho scelto?
Chi è abbonato al progetto One Shot li riceverà a partire da giugno all'interno del suo canale.
Chi non è abbonato può ricevere il report in anteprima con €57 e con questo tutte le indicazioni di prezzo e di timing con le quali poter effettuare questi acquisti.
Se vuoi ricevere l'indicazione de "Le 5 azioni che ho scelto per trarre il massimo profitto dalla rivoluzione dei veicoli elettrici", che sto per acquistare, scrivimi adesso su: info@marcobernasconitrading.com
La Performance dei miei portafogli dal 1° gennaio 2022 ad oggi è la seguente:
Mio portafoglio "Mib 40" +31,31%
Mio portafoglio "titolo numero 1 oggi in Italia" +15,24%
Mio portafoglio "tutte le recenti numero 1 Italia" +25,92%
A CONFRONTO IL NOSTRO INDICE FTSE MIB -19,85%
Mio portafoglio "Best Brands" -2,50%
Mio portafoglio "titolo numero 1 oggi in USA" +3,13
Mio portafoglio "tutte le recenti numero 1 USA" +14,49%
A CONFRONTO GLI INDICI USA
Dow Jones -16,02%
S&P 500 -21,33%
Nasdaq -230,91%
Vi ricordo quello che è il mio mantra nei mercati e cioè:
• “la mia previsione nel lungo periodo nasce e si forma giorno per giorno avendo un'ottica e un obiettivo nelle prossime 24 ore”.
• “quando sarà finita la sessione di oggi avrò significativi dati per prevedere quella di domani”.
• “tutto ciò che è previsto oltre la settimana ha la stessa possibilità di verificarsi del lancio di una monetina puntando su testa o croce”
Performance sui futures USA siamo arrivati a +136,70% dall'inizio del 2022.
da 01/01/2022 al 14/06/2022
Strategia rendimento utilizzando i 3 futures Americani.
Nasdaq +498,19%
S&P500 -131,92%
Dow Jones Industrial +43,99%
Rendimento medio dei 3 futures nel periodo +136,75%.
Crolla l'S&P e ritorna il mercato orso -21,33% dall’ultimo...Crolla l'S&P e ritorna il mercato orso -21,33% dall’ultimo massimo Nasdaq -30,91%
A Wall Street si dice:
“Nel ventesimo secolo, gli Stati Uniti hanno sopportato due guerre mondiali e altri conflitti militari traumatici e costosi;
la depressione;
una dozzina di recessioni e di panici finanziari;
shock petroliferi;
un’epidemia di spagnola;
e le dimissioni di un presidente caduto in disgrazia.
Il Dow Jones è passato da 66 a 11.497 punti."
Warren Buffet
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Ieri la mia analisi aveva come titolo “CAPITULATION”. Cos’è la capitolazione del mercato finanziario? Per definizione, capitolazione significa arrendersi. Negli ambienti finanziari, questo termine viene utilizzato per indicare il momento in cui gli investitori hanno deciso di rinunciare a cercare di recuperare i guadagni persi a causa del calo dei prezzi delle azioni. Quando un trader possiede un titolo che ha perso il 15%, il 20% o più. Ha due opzioni tra cui puo decidere:
1. aspettare e sperare che il titolo inizi ad apprezzarsi, oppure
2. realizzare la perdita vendendo il titolo.
Se la maggior parte degli investitori decide di aspettare, il prezzo delle azioni rimarrà probabilmente relativamente stabile. Tuttavia, se la maggior parte degli investitori decide di capitolare e rinunciare al titolo, si verificherà un forte calo del prezzo. Quando questo evento è significativo in tutto il mercato, è noto come capitolazione del mercato. Il significato della capitolazione sta però nelle sue implicazioni. Molti professionisti del mercato lo considerano un segno di un fondo nei prezzi e di conseguenza un buon momento per acquistare azioni. Questo perché i fattori economici di base impongono che grandi volumi di vendita faranno scendere i prezzi, mentre grandi volumi di acquisto faranno salire i prezzi. Dal momento che quasi tutti coloro che volevano (o si sentivano costretti) a vendere azioni lo hanno già fatto, rimangono solo gli acquirenti e ci si aspetta che i prezzi aumentino. Ieri le azioni sono crollate per la quarta volta di fila.
Gli investitori sono intrappolati tra il rapporto CPI della scorsa settimana e l'imminente riunione della Fed. L'indice S&P è tornato in territorio di mercato orso (-21,33% dai 4778 punti del 3 gennaio).
L'S&P è crollato del -3,88% chiudendo a 3749,63, il che significa che è tornato in un mercato orso con un ribasso di oltre il -20% rispetto al massimo storico di gennaio.
Il NASDAQ ha registrato la performance peggiore con un calo del -4,68%.
Il rendimento del Tesoro a 10 anni è salito oltre il 3,3%.
Il Dow è sceso del -2,79%.
Le azioni sono reduci da un'altra scoraggiante performance settimanale, che ha visto ciascuno dei principali indici USA crollare di circa il -5%. Per il NASDAQ e l'S&P si è trattato della nona settimana negativa nelle ultime 10. Mentre per il Dow della decima settimana negativa nelle ultime 11. Anche se la giornata di ieri è stata dura da digerire, sento che il momento buono si avvicina. Probabilmente la capitolazione del mercato sta entrando in scena e, penso che siamo nel processo di costruzione di un fondo in molti titoli.
Mercoledì è probabile che la Federal Reserve aumenti i tassi di interesse di altri 50 punti base, che si aggiungono ai 75 bps di inasprimento già erogati da marzo. Io insieme al mercato devo ricevere una risposta convincente dalla Fed di quanto sia sicura di riuscire a contenere l'inflazione più forte degli ultimi decenni senza far precipitare l'economia statunitense in una recessione. Inoltre, si osserveranno le proiezioni della Fed sulle mosse dei tassi nel cosiddetto "dot plot". Proiezioni di rialzo dei tassi inaspettatamente aggressive potrebbero mettere sotto pressione i Treasury statunitensi, con rendimenti decennali di nuovo al di sopra del 3,0%. I trader osserveranno attentamente il mercato alla ricerca di segnali di capitolazione. Non si può negare che la paura sia alta. Questo rende il mercato difficile. Ma quando la paura diventa sufficientemente alta e "tutte" le vendite sono terminate, quello può essere il punto di svolta per far risalire le azioni.
Quindi tenete gli occhi aperti. Ci sono ancora molti aspetti positivi nell'economia che sembrano essere ignorati. Ma non sarà così per sempre.
Le 5 azioni che ho scelto per trarre il massimo profitto dalla rivoluzione dei veicoli elettrici.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un'impennata nella produzione di veicoli elettrici.
Ci sono stati progressi significativi nella tecnologia delle auto, come:
la tecnologia di assistenza alla guida.
la guida autonoma.
Questa rivoluzione dei veicoli elettrici creerà grandi ricchezze in chi sa cosa acquistare.Ho preparato un report speciale su questo tema "Le 5 azioni che ho scelto per trarre il massimo profitto dalla rivoluzione dei veicoli elettrici".
I titoli dei veicoli elettrici che, secondo le mie previsioni, avranno il massimo rialzo durante questo cambiamento nell'industria automobilistica da 10.000 miliardi di dollari.
Tutti i titoli di questo report stanno attualmente molto al di sotto del prezzo corretto che dovrebbero avere.
Il mercato è pieno di questo tipo di azioni adesso, ma sono poche quelle che hanno catalizzatori positivi nel loro futuro con la possibilità di guadagni mostruosi.
Per ognuno di questi titoli ho identificato i fattori specifici che li avrebbero portati nell'attenzione generale e tra i titoli più performanti nei prossimi 365 giorni.
Credo di avere individuato i 5 titoli che formeranno un lotto che mi darà un'enorme soddisfazione in questo anno così disperato finora.
Come puoi aggiudicarti questi 5 titoli che ho scelto?
Chi è abbonato al progetto One Shot li riceverà a partire da giugno all'interno del suo canale.
Chi non è abbonato può ricevere il report in anteprima con €57 e con questo tutte le indicazioni di prezzo e di timing con le quali poter effettuare questi acquisti.
Se vuoi ricevere l'indicazione de "Le 5 azioni che ho scelto per trarre il massimo profitto dalla rivoluzione dei veicoli elettrici", che sto per acquistare, scrivimi adesso!
La Performance dei miei portafogli dal 1° gennaio 2022 ad oggi è la seguente:
Mio portafoglio "Mib 40" +31,31%
Mio portafoglio "titolo numero 1 oggi in Italia" +15,24%
Mio portafoglio "tutte le recenti numero 1 Italia" +25,92%
A CONFRONTO IL NOSTRO INDICE FTSE MIB -19,85%
Mio portafoglio "Best Brands" -2,50%
Mio portafoglio "titolo numero 1 oggi in USA" +3,13
Mio portafoglio "tutte le recenti numero 1 USA" +14,49%
A CONFRONTO GLI INDICI USA
Dow Jones -16,02%
S&P 500 -21,33%
Nasdaq -230,91%
Vi ricordo quello che è il mio mantra nei mercati e cioè:
• “la mia previsione nel lungo periodo nasce e si forma giorno per giorno avendo un'ottica e un obiettivo nelle prossime 24 ore”.
• “quando sarà finita la sessione di oggi avrò significativi dati per prevedere quella di domani”.
• “tutto ciò che è previsto oltre la settimana ha la stessa possibilità di verificarsi del lancio di una monetina puntando su testa o croce”
Performance sui futures USA siamo arrivati a +136,70% dall'inizio del 2022.
da 01/01/2022 al 14/06/2022
Strategia rendimento utilizzando i 3 futures Americani.
Nasdaq +498,19%
S&P500 -131,92%
Dow Jones Industrial +43,99%
Rendimento medio dei 3 futures nel periodo +136,75%.
TRE GIORNI TRE BANCHE CENTRALIBUONGIORNO FOREX DEL 16.03.2022
Inizia oggi una serie di appuntamenti cruciali con le banche centrali a partire da questa sera ore 19.00 ora italiana, con la FED chiamata a decidere sul costo del denaro, ed il rialzo di 25Bp è dato oramai scontato dal mercato, la chiave sarà scoprire se Powell si spingerà ad un tono aggressivo, con un rialzo di 50Bp, e soprattutto occhi puntati sul DOT PLOT, per capire le intenzioni future del Board. L’ultima riunione proiettava la quasi totalità dei 9 componenti del board ad una serie consecutiva di rialzi tassi, al fine di combattere una dilagante inflazione, che oggi mostra una spinta rialzista forse peggiore dall’ultima riunione FED, pertanto le aspettative di un Board hawkish restano molto alte, ponendo l’attenzione degli operatori anche alle prospettive di riduzione del bilancio fed, che ha raggiunto livelli record, e che più volte Powell ha richiamato la volontà di ridurre subito dopo l’inizio dei rialzi tassi.
Domani sarà la volta della BOE ed infine la BOJ, ma procediamo giorno per giorno in questa serie di appuntamenti che impegneranno grandemente tutti noi operatori sui mercati finanziari.
Giungiamo a poche ore dal primo appuntamento di questa sera cin un dollar index in ampio trading range, come già richiamato nel buongiorno forex di ieri, compreso tra 99.20 e 98.60, con buone porbabilità rimmarremo in questa area per l’intera sessione europea in attesa di Powell. Il sentiment dei traders retail sul dollaro americano è al momento al 76% short, in leggero calo rispetto all’80% di ieri, ma naturalmente il vero sentiment partira dopo la FED, pertanto raccomandiamo cautela.
In tutta risposta il sentiment sugli altri basket valutari non subisce modifiche rispetto alla giornata di ieri, con i retail ancora short sull’euro al 53% e long sulle sterline al 75, in linea perfetta con le percentuali di ieri, solo il dollaro neozelandese vede un aumento del sentiment short che passa dal 47% di ieri al 60% di oggi, senza però decretare particolari trend su nessuno degli asset newzealand, che restano confinati al memento nei prezzi di inizio settimana.
Le commodities hanno completato un primo forte storno nella giornata di ieri, con il wti che ha raggiunto le aree di 95$ al barile e dopo qualche piccolo spike ribasista fino alle aree di 94$ sembra per oravoler consolidare.
Anche il gold ha toccato i primi supporti già richiamati ieri mattina in area 1915$ e per il momento rimaniamo su queste aree in compressione di volatilità in attesa della FED.
Ottimo infine il recupero del comparto equity, che ieri ha visto sia l’Europa che l’america respirare dalle aree di minimi mensile, con buoni storni anche oltre il 2%, ma ovvio che al momento possiamo parlare solo di correzioni , che speriamo possano essere preludio ad un mese di aprile statisticamente degno di recuperi sul comparto equity.
Sttendiamo dunque la FED di questa sera senza particolari indicazioni tecniche che potrebbero a questo punto manifestarsi solo dopo l’intervento di Powell.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
LA FED SCUOTE TUTTI I MERCATI? NO! ANALIS MACRO ULTIMA SETTIMANABuongiorno ragazzi, oggi volevo analizzare quello che è successo la scorsa settimana sui mercati finanziari statunitensi, in quanto è stata abbastanza particolare. Ci sono stati diversi dati macroeconomici e dichiarazioni che hanno fatto da padroni indiscussi. Tra questi elenco il vertice OPEC tenuto il 4 gennaio, i verbali degli incontri del FOMC del 5 gennaio ed infine i dati sulla disoccupazione e i non farm payrolls di venerdì 7 gennaio.
DECISIONI DELLA OPEC SULLA PRODUZIONE DI PETROLIO
La OPEC ha confermato che procederà con il previsto aumento della produzione di petrolio per il mese di febbraio 2022. L’aumento sarà di 400000 barili al giorno: quest’ultimo è stato approvato dopo che i membri OPEC hanno stimato un eccesso di offerta nell’anno 2022 inferiore a quello previsto in precedenza.
Nonostante la OPEC si attenda un nuovo surplus le stime indicano che sarà nettamente più contenuto di quanto ci si attendesse in precedenza con la produzione di petrolio che supererà la domanda mondiale di 1,4 milioni di barili al giorno nei primi tre mesi dell’anno rispetto agli 1,9 milioni della valutazione precedente.
Come ha preso la notizia il future sul Petrolio? Vediamo:
Dai minimi a 62$ circa del 2 dicembre, sembra che il Petrolio abbia recuperato piuttosto bene. A fine anno è stata rivisitata la resistenza a 76$ circa, quasi in corrispondenza della media a 50 periodi: il prezzo ha dapprima rintracciato brevemente, per poi andare (il 4 gennaio, giorno del meeting OPEC) a rompere al rialzo la media a 50 periodi, segnando infine una performance settimanale del +4,91%. Direi quindi che il mercato ha reagito piuttosto bene al meeting OPEC, non tanto perché la produzione è stata confermata anche per febbraio in aumento (ciò entrerebbe in contrasto per la legge della domanda dell’offerta, che dice che l’aumento dell’offerta di una materia prima è difficilmente accompagnata da un rialzo del prezzo della materia prima stessa), ma quanto perché gli aspetti della variante omicron, a conti fatti, non rallenteranno quanto ci si aspettava il consumo di petrolio.
Nonostante sembri che la positività in questa commodity sia tornata, vi voglio mostrare un piccolo campanello d’allarme, derivante dal cot report:
Vedete come il ribasso di tutto novembre (mese della scoperta della variante omicron) sia stata accompagnata da un trend ribassista da parte dei contratti dei large-speculators: probabilmente, in quello stesso periodo, tante operazioni erano state chiuse per 2 motivi:
1. Paura e incertezza nei riguardi della nuova variante che avrebbe potuto bloccare nuovamente l’economia mondiale
2. Prese di profitto a seguito del grande impulso rialzista di settembre-ottobre
Nell’ultimo mese (nonostante il prezzo si sia ripreso e sia passato nuovamente sopra la media a 50 periodi) si è creata una divergenza: lo spread tra contratti long e short si accorcia nonostante il prezzo continui a salire; come mai? Questo non posso saperlo, ma comunque lo considero un campanello di allarme, simbolo del fatto che il prezzo forse non è forte come sembra.
Per quanto riguarda invece la volatilità sull’asset, direi che si è tornati in condizioni di “tranquillità”, dal momento che l’indicatore è sceso sotto i 45 punti:
Quale sarà quindi il futuro destino del petrolio? Lo vedremo prossimamente, io vi ho riportato alcuni indicatori, ai quali vorrei aggiungervene un altro: tipicamente, in periodi di inflazione, le materie prime tendono a performare bene e tra queste non può certo mancare il crude oil.
IL FOMC, CIO’ CHE HA SCOSSO I MERCATI. MA PROPRIO TUTTI?
E qui veniamo ai verbali degli incontri del FOMC del 5 gennaio. In quell'occasione, i banchieri hanno annunciato l'accelerazione del processo che metterà fine agli stimoli monetari, con un tapering di 30 miliardi di dollari al mese (e non più 15 miliardi) per mettere fine al programma di aiuti da 120 miliardi al mese entro marzo. Il programma prevedeva 80 miliardi in titoli di Stato e 40 miliardi in titoli garantiti da mutui ipotecari. Inoltre, dopo il primo aumento dei tassi, si prevede anche una riduzione del bilancio.
Vi rilascio alcuni punti salienti dell’incontro:
“L'inflazione si sta dimostrando più alta e duratura del previsto e, per questo, potrebbe essere necessario alzare i tassi d'interesse prima del previsto; inoltre, è necessario ridurre il passo degli aiuti monetari, non più così necessari. Se il mercato del lavoro continuerà a migliorare con questo passo, i prerequisiti per un aumento dei tassi d'interesse potrebbero essere raggiunti relativamente presto”
Inoltre, dal dot plot (che è un grafico che registra ogni 3 mesi le previsioni della Fed) è emerso che la maggioranza dei banchieri prevede ora almeno tre rialzi dei tassi d'interesse nel 2022. Dopo la precedente riunione, a settembre, nove componenti su 18 del FOMC avevano invece ipotizzato almeno un rialzo dei tassi nel 2022.
Questa notizia è stata una sorpresa per i mercati che, come spesso vi dico, non hanno reagito affatto bene. Usando dei grafici a 30 minuti, vediamo quale è stata la loro reazione:
Vediamo come i due benchmark principali abbiano performato piuttosto male all’uscita del comunicato: l’S&P ha perso il -1,6%, mentre il Nasdaq il -1,92%. Sapete perché quest’ultimo è andato peggio? Ne parlo spesso, ma ora lo mostrerò:
A sinistra del grafico vi ho riportato la reazione del rendimento del decennale americano; vediamo come esso sia salito del +1,22%. Era normale che tale notizia scuotesse anche il mercato obbligazionario! Ma tornando a noi: come mai il Nasdaq ha perso di più? Per la correlazione che esiste tra inflazione e titoli growth! Ricordo che la parte lunga della curva dei rendimenti (costituita dalle scadenze a 10, 20 e 30 anni) si innalza tipicamente per due motivi: o per una previsione di crescita economica o per un’inflazione persistente (ed è ciò che è successo); direi che in questo momento siamo in una fase di espansione economica che non troppo tardi volgerà al termine, per cui la risalita dei rendimenti dei titoli a scadenza lunga è data dalla paura degli investitori di un’inflazione più persistente e duratura di quanto ci si aspettasse. Quali sono i titoli che più vengono danneggiati da un’inflazione alta e persistente? I titoli growth, che basano i loro guadagni sul futuro e non nel presente, e sappiamo quanto l’inflazione, appunto, eroda i guadagni futuri!
Guardate la correlazione inversa che esiste tra i rendimenti del decennale americano, il Nasdaq e l’etf XLK che rappresenta un paniere di aziende tecnologiche. Vedete che si muovono con buona approssimazione in maniera quasi opposta? Assistiamo a una correlazione molto inversa soprattutto quando il rendimento del decennale tende ad accelerare in maniera abbastanza aggressiva, come mostra appunto l’immagine:
Detto ciò, abbiamo capito come le tech, questa settimana, abbiano performato piuttosto male a causa del rialzo dei rendimenti obbligazionari. Al contrario di queste ultime, le value hanno invece performato bene, andando a segnare addiritura un +1,14%.
Vorrei inoltre farvi notare un qualcosa di importante:
Negli stessi momenti in cui il rendimento del decennale americano aumenta rapidamente, il settore Value tende a segnare buone performance, al contrario, come abbiamo visto prima, del tech. Sembra quasi che, in certi momenti, i due asset siano correlati positivamente. Sapete qual è la spiegazione?
Per farvelo capire, andrò a spacchettare l’etf del settore value dell’S&P500 per settori:
SETTORE FINANZIARIO 15,87%
SETTORE SANITARIO 15,56%
SETTORE INDUSTRIALE 12,89%
SETTORE TECNOLOGIE INFORMATIVE 12,40%
SETTORE CONSUMER STAPLES 10,72%
SETTORE CONSUMER DISCRETIONARY 7,72%
SETTORE SERVIZI DI COMUNICAZIONE 6,92%
SETTORE ENERGETICO 5,31%
SETTORE UTILITIES 5,04%
SETTORE MATERIALI 3,96%
SETTORE IMMOBILIARE 3,33%
Come possiamo notare, il peso maggiore è dato dal settore finanziario. Chiediamoci una cosa: come reagisce il settore finanziario all’aumento dei tassi di interesse e di conseguenza all’aumento dei rendimenti del decennale americano? Reagisce alla grande, tant’è che esiste una correlazione piuttosto positiva; vediamola:
Come mai c’è una correlazione diretta tra questi due asset? Le banche ricevono finanziamenti e creano successivamente guadagni in questo modo: ricevono innanzitutto fondi tramite i depositi dei clienti, a cui pagano tassi d’interesse a breve termine. Quindi, la parte corta della curva del rendimento rappresenta i costi di prestito della banca. Successivamente, guadagnano prestando denaro a tassi a lungo termine più alti. La differenza tra i due tassi (quello a lungo termine meno quello a breve termine) è nota come spread del tasso d’interesse e rappresenta il guadagno potenziale della banca. Quindi, più alto è un rendimento a scadenza lunga, più una banca ci guadagna, ecco spiegato il motivo! Il +5,43% dell’ultima settimana del settore finanziario non è stato un caso:
L’altro best performer della settimana è stato il settore energetico, rinforzato chiaramente dalla bella performance settimanale del petrolio, che segna un oltre +10%!
Vediamo le performance degli altri settori, per poi analizzare i titoli di stato a diversa scadenza, le materie prime e il dollaro.
SETTORE INDUSTRIALE E MATERIALI
Vediamo come il settore industriale abbia performato molto meglio rispetto a quello dei materiali. Non è un caso dal momento che, nel settore “value”, l’industriale occupa un peso del 12,89%.
SETTORE SANITARIO E DELLE COMUNICAZIONI
Il settore sanitario, nonostante rappresenti il secondo settore per peso all’interno dell’etf del settore value, ha subito tante vendite, chiudendo con una performance del -4,64%. Quello delle comunicazioni, invece, è ormai da diverso tempo in difficoltà, in particolare da inizi settembre 2021.
SETTORI BENI DI PRIMA NECESSITA’ E BENI DISCREZIONALI
I due settori hanno performato piuttosto diversamente: quello dei beni discrezionali male, -2,43%, mentre quello dei beni di prima necessità appena appena bene, segnando un +0,40%: questo è probabilmente dovuto al fatto che XLP è un settore difensivo, per cui probabilmente alcuni investitori hanno scaricato posizioni su settori più rischiosi a beneficio di alcuni meno rischiosi e quindi più difensivi. Ciò però è accaduto solo in XLP e non nel settore utilities, nonché difensivo, che perde oltre il punto percentuale:
Molto male il Real Estate, che segna una performance negativa del -4,9% dopo una cavalcata durata qualche settimana.
INDICE DELLE PAURE SUI MERCATI: VIX E VXN
Vediamo come i due indici, VIX (volatilità S&P500) e VXN (volatilità Nasdaq) si siano mossi in modo diverso: il VIX è rimasto all’interno dell’area di relativa tranquillità (sotto i 20 punti) mentre il VXN, al contrario, è salito oltre i 25 punti, a volatilità quindi preoccupanti. Come mai questa divergenza tra i due indici? Perché si ha avuto maggior paura per i titoli tech (e quindi del Nasdaq) a causa del rialzo dei rendimenti del decennale e per tutti i motivi che ho spiegato precedentemente!
MONDO OBBLIGAZIONARIO
Vi ho condiviso due curve dei rendimenti ben distinte, una di Q3 2021 (con i rendimenti del 2 agosto 2021) e una di Q1 2022 (quella odierna). Le due curve appartengono a due momenti ben distinti: in quella di Q3 2021 la banca centrale era abbastanza “rilassata” in quanto riferiva nelle sue riunioni il fatto che i tassi non sarebbero stati aumentati a breve, che l’inflazione era transitoria e la crescita economica robusta, con dati sul lavoro e disoccupazione via via migliorativi; alla curva odierna invece appartiene una Fed ben più aggressiva per i motivi di cui vi ho parlato all’inizio di questa idea.
Vi ho condiviso queste due curve per un particolare motivo: avete mai sentito da qualche professionista dire “la banca centrale può controllare solo la parte breve della curva”? Questo è il tipico esempio.
Guardiamo come i rendimenti alle brevi scadenze siano più ripidi oggi di quanto non lo fossero in Q3 2021; la parte a scadenze brevi della curva dei rendimenti (da scadenze di qualche mese fino ai 7 anni) è determinata dalle aspettative per la politica della Federal Reserve; il rendimento di quella parte aumenta quando ci si aspetta che la Fed aumenti i tassi e diminuisce quando ci si aspetta che i tassi di interesse vengano ridotti. L’estremità lunga della curva dei rendimenti, invece, è influenzata da fattori quali le prospettive sull’inflazione, la domanda e l’offerta degli investitori, la crescita economica.
Come ho spiegato diverse volte, se la crescita è robusta e l’inflazione in aumento, il prezzo delle obbligazioni a lunga scadenza dovrebbe scendere. Questo fa salire i rendimenti a 10,20 e30 anni e, di conseguenza, la curva diventa più ripida. Se una banca centrale risponde alle pressioni inflazionistiche alzando i tassi di interesse a breve termine, la curva si appiattisce, è questo è infatti quello che stiamo vedendo negli ultimi tempi; vediamo infatti che nella parte lunga troviamo una “gobbetta”; questo è sinonimo del fatto che si sta scommettendo in un futuro rallentamento economico (in quanto il rialzo dei tassi di interesse, tipicamente, avviene alla fine o comunque in prossimità della fine di un’espansione economica, per il fatto che una ripresa e successivamente un’espansione si portano dietro anche un’alta inflazione).
Tuttavia, i rendimenti hanno fatto i protagonisti la scorsa settimana, andando ad incrementare in maniera abbastanza notevole:
Vediamo infatti come le due scadenze lunghe siano salite in maniera vertiginosa: ciò è probabilmente dovuto all’incertezza degli operatori riguardo un’inflazione che si potrà dimostrare più dura e persistente di qualche tempo fa; questo è stato dichiarato anche dalle FED che appunto, per combatterla, prevede 3 aumenti dei tassi.
Avete quindi capito il motivo della forma della curva dei rendimenti odierna rispetto a quella di qualche mese fa? Se no, commentate e sarò più chiaro.
IL DOLLARO AVEVA PROBABILMENTE GIA’ SCONTATO TUTTO E CIO’ HA AIUTATO LE COMMODITIES
Spesso ho detto che probabilmente il dollaro aveva già scontato il tapering e probabilmente qualche aumento dei tassi di interesse; credo che questa ipotesi possa essere ora considerata vera in quanto il dollaro stesso, all’annuncio aggressivo della FED, si è mosso poco. Anzi, si trova in un canale di lateralizzazione da ormai 2 mesi, dal 17 novembre:
Da questa lateralizzazione ne hanno beneficiato le materie prime (guardate il grafico a destra, il bloomberg commodity index) che, dopo aver disegnato un doppio minimo sulla struttura a 27 dollari, sono ripartite al rialzo, segnando una performance settimanale del +2,41%!
NON FARM PAYROLLS E DISOCCUPAZIONE
Infine, vi riporto altri due catalizzatori della scorsa settimana: le buste paga del settore non agricolo, che hanno registrato un aumento di 199mila nuovi posti di lavoro a dispetto delle stime di investing.com di 400mila, e i dati sulla disoccupazione molto positivi, scesi al 3,9% dai 4,1% del mese precedente.
Questi ultimi sono due dati molto importanti, per 2 motivi: i mandati della FED sono il controllo dell’occupazione e il monitoraggio dei livelli d’inflazione: a seconda dei prossimi dati sui posti di lavoro, la FED potrebbe decidere se anticipare o posticipare l’aumento dei tassi, e quindi se essere più aggressiva o meno, e questo potrebbe scuotere ancora i mercati; i livelli di disoccupazione via via decrescenti danno invece sostegno all’inflazione, in quanto più persone possono spendere, la domanda dei beni si alza e di seguito l’inflazione stessa; interessante sarà vedere i prossimi dati sulle vendite al dettaglio in quest’ottica.
Spero quest’idea sia uno spunto riflessivo per tutti.
MATTEO FARCI
FED E FOMC: GUADAGNARE DI PIU' CAPENDO I MERCATI IN ANTICIPOBuongiorno ragazzi, avrei voluto pubblicare questa idea il giorno dopo la riunione della FED, ma per i tanti impegni e il poco tempo disponibile non ne ho avuto modo. Detto ciò, voglio comunque analizzare con l’analisi intermarket la reazione che hanno avuto i principali asset finanziari all’annuncio della FED. La domanda è: nonostante l’ulteriore riduzione degli stimoli e i possibili tre rialzi dei tassi di interesse nel 2022, perché i mercati hanno reagito così bene?
I PUNTI SALIENTI DEL FOMC
•Per prima cosa, la banca centrale ha affermato che accelererà la riduzione dei suoi acquisti mensili di obbligazioni. Per quanto riguarda dicembre, la riduzione sarà di 20 miliardi di dollari per i titoli del Tesoro e di 10 miliardi di dollari per i titoli garantiti da ipoteca delle agenzie. Invece, a partire dal prossimo gennaio, si andrà ulteriormente a ridurre lo stimolo, riducendo di 40 miliardi di dollari gli acquisti per i titoli del Tesoro, mentre gli acquisti di titoli garantiti da ipoteche di agenzie saranno pari ad almeno 20 miliardi di dollari al mese.
•Osservando il DOT PLOT, la FED prevede 3 rialzi dei tassi di interesse nel 2022 e 3 nel 2023; tuttavia i tassi stessi non verranno alzati prima del termine del tapering.
•Per quanto riguarda le prospettive di crescita economica, si è osservato un lieve calo per quanto riguarda il 2021 al 5,5%, mentre le previsioni per il 2022 sono di un incremento del 4% e di un 2,2% per il 2023.
•Le prospettive di inflazione sono del 5.3% alla fine del 2021, 2.6% nel 2022, 2.3% alla fine del 2023 e del 2.1% nel 2024.
•Altre dichiarazioni degne di nota sono quelle riferite alla correlazione tra crescita economica e pandemia: “Il percorso dell’economia continua a dipendere dal corso del virus; i rischi per le prospettive economiche rimangono, compresi quelli derivanti da nuove varianti del virus”.
Questi riportati sono i dati salienti del rapporto. Ora analizzerò uno ad uno i principali asset finanziari, in particolare:
• S&P500 e Nasdaq
• Rendimento dei titoli di stato a 10 anni e curva dei rendimenti aggiornata
• Dollaro Statunitense e valute di rifugio CHF e JPY
• Oro
S&P500 e Nasdaq
Per studiare al meglio il comportamento degli operatori, vi ho condiviso i due grafici in un timeframe a 15 minuti. La prima cosa da notare in entrambi gli indici è la lateralizzazione del prezzo che ha preceduto le dichiarazioni della banca centrale: perché è successo ciò?
Sappiamo che ci sono diversi market movers che talvolta, a livello giornaliero, possono andare a modificare il corso di una giornata di contrattazioni; questa riunione era sicuramente uno di quei market movers. Come si sono comportati quindi gli operatori? Non hanno preso una vera e propria posizione prima dell’uscita della notizia, e questo è testimoniato dalla lateralizzazione del prezzo che vi ho evidenziato nei rettangoli gialli. Tipicamente si vanno a formare delle fasi di consolidamento (lateralizzazione del prezzo seguita da un successivo rialzo) o di distribuzione (lateralizzazione del prezzo seguita da un successivo ribasso) quando gli operatori iniziano man mano ad aggiungere delle posizioni, che siano in rialzo o in ribasso. Comprano o vendono quantità “limitate” di contratti in maniera tale da accumulare denaro stesso, senza far partire però il prezzo, né al ribasso tantomeno al rialzo. Il loro scopo infatti non è quello di far schizzare subito il prezzo dal momento che, comunque, non si sapeva se ci potessero essere sorprese nel discorso che la FED avrebbe discusso, ma lo scopo era quello di far schizzare il prezzo dopo l’uscita del comunicato, andando quindi a guadagnare molto di più (grazie chiaramente al denaro accumulato nelle ore precedenti): ciò infatti è quello che è accaduto: gli operatori hanno dapprima accumulato denaro nell’area di consolidamento contrassegnata dal Point Of Control (ossia l’area in cui si sono concentrati più volumi, l’ho ottenuto utilizzando lo strumento “intervallo fisso”) e, dopo l’uscita della notizia, hanno pompato ancora più liquidità andando a far schizzare entrambi i prezzi verso l’alto, andando sicuramente a guadagnare tantissimo infatti, dalle ore 20:00 italiane alle 00:00, l’S&P ha segnato un +1,99% mentre il Nasdaq un +3,08%.
Come spesso si è detto, i mercati sono saliti vertiginosamente in questi ultimi due anni grazie agli stimoli e alla politica ultra accomodante della banca stessa. Vi siete chiesti come mai i mercati, nonostante il fatto che la FED abbia previsto 3 volte un aumento dei tassi nel 2022, abbia reagito così bene? Perché era quello che gli operatori si aspettavano ragazzi. Era da tempo che si parlava di una riduzione ancora più forzata dell’acquisto di obbligazioni e di un aumento dei tassi nel 2022, non era una novità. Il mercato avrebbe potuto stornare se Powell avesse ad esempio dichiarato un tapering ancora più accelerato e una politica, in generale, ancora più aggressiva, ma ciò non è stato. E quindi? Quindi gli operatori hanno tirato un sospiro di sollievo e, rincuorati, hanno acquistato. Ricordatevi sempre che il mercato ha paura delle sorprese, e non delle certezze, e ne avete avuto la conferma.
Vi siete chiesti come mai, i giorni dopo, i mercati siano poi scesi, andando a segnare una performance settimanale negativa (-1,99% per l’S&P500 e -3,33% per il Nasdaq)? E’ forse imputabile all’ondata dei nuovi casi come molti riportano?
Io, personalmente, non credo sia per quello, ma nonostante tutto rispetto le idee altrui per educazione e perché, dopotutto, questo mondo è favoloso per il fatto che ognuno ha delle idee diverse che si possono incontrare tra loro. Credo che il motivo principale sia stato la presa di profitti da parte di chi aveva guadagnato dopo l’uscita della notizia, e questo è accaduto perché i guadagni sono stati alti e perché tipicamente in periodi natalizi i grandi hedge fund mirano a chiudere l’anno il più possibile in guadagno e poi perché i volumi in generale si sgonfiano, e un mercato con pochi volumi può essere facilmente “manomesso”, andando quindi a poter compromettere i guadagni da parte di chi, nei giorni prima, aveva speculato sul rialzo del prezzo; quindi, proprio per questo pericolo, credo che ci sia stata la chiusura di tante posizioni long.
Credo che il mercato abbia già scontato da una settimana la nuova ondata covid, e credo che essa potrà contrastare il mercato qualora ci fossero delle prove veramente tangibili che essa farà deragliare l’economia, e questa prova non è appunto ancora arrivata e chissà se arriverà mai.
Vediamo i comportamenti dei prezzi i giorni dopo la dichiarazione in dei grafici a 30 minuti:
MONDO OBBLIGAZIONARIO: TITOLI DI STATO A 10 ANNI E IL LORO RENDIMENTO
Anche in questo caso vi ho condiviso dei grafici a 15 minuti. Cosa notiamo? Notiamo che la volatilità è stata bassa, infatti osserviamo come il range in cui si sono mossi i titoli a 10 anni è stato solamente del 0,26%. I rendimenti hanno registrato una volatilità più alta, essendo saliti dopo la notizia dell’1.88% per poi rimangiarsi il guadagno fatto a fine sessione.
Cosa ne traiamo da tutto ciò? E’ chiaro che il denaro degli investitori non è stato riversato sul mondo obbligazionario e ciò è testimoniato dalla bassa volatilità e guadagno praticamente assente nei titoli a 10 anni, ma è stato riversato nell’azionario, come abbiamo visto prima.
E il successivo motivo qual’è? E’ il fatto che il mercato avesse già scontato tutto; ricordate quando avevo pubblicato l’idea riguardante l’appiattimento della curva dei rendimenti e di come questa si si stesse appiattendo soprattutto nelle medie e nelle lunghe scadenze perché gli investitori stavano già scontando l’aumento di tassi? Mercoledì ne abbiamo avuto la conferma!
Il mercato si aspettava già questa notizia, e io avevo immaginato tutto ciò osservando proprio la curva dei rendimenti, che dà sempre tantissime informazioni, specie quando cambia pendenza.
L’idea riguardante la curva dei rendimenti la trovate cliccando in questo link:
Scrivevo quell’idea il 9 dicembre, e la curva dei rendimenti aveva questa forma:
Come vedete era già piatta, il che doveva già preannunciarci il fatto che questa notizia, salvo sorprese, sarebbe stata accolta positivamente dagli investitori.
Vediamo, ad oggi, se la curva ha cambiato pendenza:
Stavolta non vi ho riportato la curva dei rendimenti con tutti le sue maturazioni in funzione del tempo, bensì lo spread (la differenza) tra i rendimenti dei titoli a 10 anni (una scadenza lunga) e i rendimenti a 2 anni (scadenza corta): più lo spread sale, come nella prima parte del grafico identificata dalle due frecce rosse, tanto più la curva è “steepeng”, ossia “inclinata”. Se il trend che identifica lo spread viceversa scende ed inizia a formare dei massimi via via decrescenti, abbiamo l’appiattimento della curva. Come possiamo vedere, la curva ha iniziato a cambiare pendenza da fine marzo 2021 circa, e questo cambio continua ancora nel presente.
Possiamo quindi affermare che il mondo obbligazionario continua a darci le stesse informazioni da qualche mese a questa parte, confermandoci il fatto che gli investitori avessero scontato tempo prima la notizia relativa al FOMC e la paura di un rallentamento economico nel 2022 (ricordatevi che la curva si appiattisce quando gli investitori iniziano a scontare una transizione economica, specie da un’espansione ad un rallentamento).
DOLLARO USA
Vi ho riportato due grafici: a sinistra quello a 15 minuti per poter visualizzare il comportamento intraday degli operatori mentre a destra il grafico giornaliero, per avere una visione più chiara.
Guardando a sinistra vediamo come, in 71 barre, il dollaro abbia perso il -0,8% circa il che è abbastanza strano visto l’annuncio dei possibili tre aumenti dei tassi di interesse infatti, come saprete, un tasso di interesse alto è molto attraente verso gli investitori stranieri e, tipicamente, quando viene annunciato un aumento dei tassi stessi, una moneta va a rivalutarsi; quello che abbiamo osservato è stato esattamente il contrario: un crollo. Perché? Guardiamo il grafico giornaliero. Il dollaro è rialzista esattamente da maggio e continua ad esserlo.
Guardate ora un’interessante correlazione che rafforza le mie ipotesi:
Vi ho correlato lo spread tra i rendimenti dei titoli a 10 e 2 anni (linea blu) con il dollaro (linea arancio). Ho spiegato ripetutamente di come la curva si appiattisca quando si inizia a scontare un rialzo dei tassi di interesse: ciò è successo, la curva si è appiattita. Cosa è successo al dollaro nelle stesse settimane? Si è apprezzato. Questo cosa vuol dire? Che all’uscita della notizia il dollaro è crollato non perché gli investitori non erano felici della notizia, bensì avevano scontato la notizia prima, e questo mi viene confermato dalla correlazione che vi ho riportato graficamente. E’ importantissimo saper correlare tutti gli strumenti, avrete una visione ben più ampia di quello che succede.
YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Come potete vedere nei grafici a 15 minuti, né lo yen tantomeno il franco hanno avuto dei movimenti degni di nota; all’uscita della notizia hanno perso entrambi un -0,3% circa per poi andare a rimangiarsi praticamente tutto. Tipicamente queste due valute vanno ad apprezzarsi in momenti di incertezza, come era accaduto nei giorni della scoperta della variante omicron; il 15 non ci sono state sorprese e questo è testimoniato proprio dal fatto che entrambe le monete si siano mosse pochissimo. Questa è l’ennesima conferma alla mia ipotesi.
ORO
Gli investitori hanno operato sull’oro così come hanno operato sull’S&P500 e sul Nasdaq: hanno prima accumulato le loro posizioni intorno al Point of Control della distribuzione formata dal prezzo all’interno del rettangolo giallo che vi ho indicato; successivamente hanno spinto il prezzo verso il basso e, il 16 dicembre, hanno iniziato a chiudere le loro posizioni per portarsi a casa i guadagni fatti e, di conseguenza, il prezzo è successivamente salito. Grafico molto analogo all’S&P e al Nasdaq!
CONCLUSIONI
La mia idea termina qui. Ogni giorno, guardando i grafici, faccio delle ipotesi e cerco di trovare riscontro negli stessi. L’idea che il mercato avesse scontato dapprima il FOMC trova riscontro in questa idea da me condivisa, che volevo altrettanto condividere con voi. Capite che, riuscendo a leggere i mercati e le loro importanti correlazioni, potreste avere diverse soddisfazioni.
Per qualsiasi dubbio contattatemi pure, sono disponibile.
Matteo Farci
WisdomTree Tactical Update - 23092021I mercati azionari reagiscono bene al messaggio accomodante della FED.
Il “tapering ci sara’, dovrebbe partire a dicembre per finire a luglio 2022.
Piu’ sereni i mercati asiatici, Evergrande appare ora una minaccia piu’ gestibile?
Piu’ inflazione e meno crescita per l’economia tedesca nel 2021.
Noncuranti che la crisi del gruppo immobiliare cinese Evergrande avesse innescato ulteriore debolezza delle Borse asiatiche nella mattinata, in Europa e a Wall Street ieri, 22 settembre, i mercati azionari hanno messo a segno un buon rialzo.
Le Borse europee hanno digerito senza traumi anche la notizia che l’istituto di ricerca tedesco Ifo ha tagliato le previsioni di crescita: nel 2021 il pil tedesco salirà del +2,5%, lo 0,8% in meno rispetto alle precedenti stime, ma nel 2022 salira’ +5,1%, lo 0,8% in più rispetto alle vecchie attese, seguito dal +1,5% nel 2023.
A fine seduta, registriamo ampi progressi: il Ftse100 britannico +1,0%, il Ftse Mib italiano +1,4%, il Dax tedesco +1,0%, il Cac40 francese +1,3%.
Secondo il Financial Times, Evergrande avrebbe raggiunto un accordo per onorare il pagamento degli interessi, circa 35 milioni di Dollari, su un bond scadenza 2025, ma regna l’incertezza su altre scadenze piu’ prossime come quella di domani su un’obbligazione che il mercato “prezza” meno del 30% del valor nominale, dandola implicitamente per “saltata”, a meno di un accordo successivo alla scadenza in un periodo di “grazia” eventualmente concesso dai creditori.
Nel frattempo, la Banca centrale cinese fa il possibile per sedare le tensioni e la sfiducia verso il “sistema finanziario”, iniettando 90 miliardi netti di Yuan (14,0 miliardi di Dollari) attraverso accordi di 'reverse repo', che provvedono liquidità addizionale alla vigilia delle scadenze trimestrali e delle pause festive di ottobre.
L'attenzione di Wall Street, ieri, 22 settembre, era comunque puntata sul Federal Open Market Committee della FED, da cui e’ finalmente emerso l’annuncio della fine degli stimoli straordinari.
In sintesi, la riduzione (“tapering”) nei suoi acquisti di titoli governativi (Treasury bonds) e di quelli garantiti da mutui potrebbe iniziare dopo il prossimo FOMC del 2 e 3 novembre ed essere completata nel giro di sette mesi, con tagli da 15 miliardi ogni mese, nell’estate 2022.
Il primo rialzo dei tassi di interesse, oggi sostanzialmente a zero, potrebbe aver luogo gia’ a fine 2022, in linea con le attese degli analisti, che gia’ nel direttivo precedente osservavano che meta’ dei suoi 18 membri erano favorevoli.
Powell ha sottolineato che il tapering non deve essere visto come una sorta di anticipazione di rialzi dei tassi, che richiedera’ conferme sostanziali dei progressi della crescita economica post-pandemica. Insomma il messaggio e’ volutamente “dolce” e la politica monetaria della Fed rimane, pur con qualche correttivo, largamente accomodante.
La Fed ha aggiornato ed esteso al 2024 il proprio outlook, che prevede +0,8 punti di inflazione, ora vista al 4,2% a fine 2021, ed una crescita del Pil 2021 ridimensionata al +5,9% dal +7,0% precedente. Nel 2022 l’inflazione dovrebbe tornare al +2,2%, prossima al target del +2,0%.
L’azionario americano ha reagito positivamente all’annuncio, e tutti e tre i principali indici sono saliti energicamente: Dow Jones +1,00%, S&P 500 +0,95%, Nasdaq +1,02%, invertendo il trend al ribasso che durava da quattro sedute.
La revisione della dot plot della Fed, ovvero delle stime aggiornate sull’evoluzione dei tassi secondo i membri del board della banca centrale, sembra favorire una curva dei tassi più piatta, detta anche “flattening”. Le stime diffuse ieri, 22 settembre, indicano un valore mediano di +0,25% per il 2022, riviste al rialzo dal precedente 0,125%. Il rendimento del Treasury decennale Usa non fa una piega e continua ad oscillare attorno al +1,3%.
Anche per effetto di un tentativo di recupero delle azioni del comparto immobiliare, stamane, 23 settembre, spicca il rimbalzo della di Hang Kong; +1,2% per l’indice Hang Seng, con Evergrande che guadagna +10%, primo evidente rimbalzo dopo sette sedute consecutive di ribassi. L’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzen guadagna +0,65%, il Giappone è chiuso per festività, il Kospi coreano perde -0,5%, l’ASX australiano segna +0,9%.
L’indice della fiducia dei consumatori europei è cresciuto ancora a settembre, toccando livelli superiori a quelli pre-pandemia e, insieme alla migliorata intonaziona delle borse asiatiche ha favorito una mattinata positiva per le Borse europee, mediamente in rialzo del +0,8% (ore 13.15 CET).
Poche novita’ dal fronte valutario con l’Euro/Dollaro che stamane risale a 1,171, +0,2% sulla chiusura di ieri.
Il prezzo del petrolio WTI (West Texas Intermediate), dopo aver toccato 72,5 Dollari/barile, come reazione al calo delle scorte Usa emerso dai dati settimanali EIA (Energy Information Agency), ripiega leggermente a 71,7 (ore 13.15 CET).
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Fermi tutti è tornato di moda il Nasdaq. Durerà?A Wall Street si dice:
"Il trading si riduce a queste due cose: cercare di vedere in una cosa ciò che non vi ha visto nessuno e cercare di capire ciò che molti stanno pensando"
John Templeton
Nell’ultima sessione a Wall Street, l’SP 500 è sceso del -0,04%. Nel momento in cui scrivo questa analisi i futures statunitensi sono positivi: Nasdaq +0,28%, per l’S&P 500 +0,12% e per il Dow Jones +0,07% circa.
Perché il mercato ha chiuso in maniera divergente nell’ultima sessione a Wall Street?
L’S&P 500 ha chiuso sul minimo delle ultime 2 settimane.
Il Dow Jones ha chiuso sul minimo dell’ultimo mese.
Il Nasdaq 100 ha registrato un nuovo massimo storico.
Il mercato azionario ieri ha subito le conseguenze negative di mercoledì quando la Fed aveva anticipato la sua previsione di aumento dei tassi.
Questo ha anche provocato una rotazione dai titoli ciclici ai titoli tecnologici ieri da parte dei gestori di fondi azionari.
Gli indici azionari hanno trovato un aiuto dalla riduzione delle aspettative di inflazione negli Stati Uniti.
Advanced Micro Devices ha chiuso oltre il +5%.
Xilinx ha chiuso oltre il +4% e questo ha contribuito a spingere il Nasdaq 100 a un nuovo record. Il sito di news on line Dealreporter ha affermato che la Commissione europea non ha sollevato alcuna preoccupazione sulla proposta di accordo Advanced Micro Devices/Xilinx.
Nvidia ha chiuso in rialzo di oltre il +4%.
Amazon e Align Technology che hanno entrambi chiuso in rialzo di oltre il +2%.
Cosa ha invece aiutato il mercato ieri?
I titoli minerari sono stati venduti ieri.
I prezzi del rame sono scesi ai minimi di 4 mesi.
I prezzi dell’argento sono scesi ai minimi di 2 mesi.
Newmont ha chiuso in calo di oltre -6%.
Freeport McMoRan ha chiuso in calo di oltre -5%.
Ieri un calo di oltre -1% dei prezzi del petrolio ha indebolito le azioni di tutto il settore dell’energia.
Occidental Petroleum ha chiuso ieri in calo di oltre il -7%.
Marathon Oil, Haliburton e Devon Energy hanno chiuso tutte in calo di oltre il -5%.
Phillips 66 e Schlumberger hanno chiuso in ribasso di oltre il -4%.
Gli indici azionari statunitensi ieri hanno proseguito a scontare l’esito del FOMC che ha anticipato la sua previsione di aumento dei tassi.
La nuova previsione del diagramma a punti (dot plot) della Fed propone uno scenario negativo per le azioni poiché mostra due aumenti del tasso di 0,25 punti entro la fine del 2023. Il diagramma a punti della Fed ora mostra che 7 membri del FOMC vedono un aumento dei tassi della Fed entro la fine del 2022, (in marzo erano 4) e 13 membri su 18 vedono almeno un aumento dei tassi entro la fine del 2023, rispetto ai 7 di marzo.
I dati macroeconomici statunitensi di ieri non hanno aiutato il mercato azionario. Le richieste di disoccupazione iniziali settimanali statunitensi sono aumentate inaspettatamente da +37.000 arrivando a 412.000, mostrando un mercato del lavoro più debole rispetto alle aspettative di un calo a 360.000. Inoltre, il sondaggio sulle prospettive economiche della Fed di giugno a Filadelfia è sceso da -0,8 arrivando a 30,7, meno delle aspettative di 31,0.
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi:
Oramai è fatta quello che la Fed voleva sta avvenendo e quello che vedo dimostra che sapevano quello che facevano. I mercati sono guidati abilmente da questi politici e non ci saranno scossoni ma certamente aggiustamenti. Bravissimi.
La prima azione che la Fed probabilmente prenderà sarà un rallentamento dei suoi 120 miliardi di dollari di acquisti mensili di obbligazioni.
Questi acquisti hanno aiutato a mantenere i mutui a buon mercato.
Il presidente della Fed ha detto che tale riduzione è ancora probabilmente “una strada lontana”.
L’allentamento dell’aiuto della Fed all’economia sarà un grande cambiamento per i mercati, che hanno prosperato facilmente con tassi a breve termine ridotti e sostenuti da molti programmi di emergenza.
Anche se l’economia ha ancora bisogno di sostegno, la ripresa sta dimostrando di essere abbastanza forte da non aver bisogno delle stesse misure di emergenza prese all’inizio della pandemia.
Il tapering continuerà ne avremo ancora bisogno, ma non abbiamo più bisogno di stimoli di emergenza a questo punto.
L’economia ha ripreso a correre mentre la diffusione delle vaccinazioni aiutano ovunque ad avvicinarsi alla normalità. Adesso c’è ancora da valutare il notevole aumento nei prezzi delle materie prime chesta costringendo le aziende ad aumentare i prezzi per i loro clienti, ovunque dai fast food alle auto usate.
Questo sta alimentando le preoccupazioni sul fatto che l’aumento dell’inflazione sia temporaneo, come si aspetta la Fed, o più duraturo.
Io credo che la risposta sia a metà strada tra queste due visioni.
L’aumento dei prezzi delle materie prime è probabilmente legato all’aumento della domanda con la ripresa dell’economia, ma l’aumento dei salari negli stati Uniti sarà probabilmente più a lungo termine in quanto i datori di lavoro aumentano i salari per attirare i lavoratori.
I livelli dei 3 maggiori indici americani dopo l’ultima sessione di borsa sono:
L’ S&P 500 è sceso di 1,86 punti a 4.221,85 per un -0,04%. L’indice ha raggiunto il massimo storico il 14 giugno.
Il Dow Jones è sceso di 210,22 punti a 33.823,46 per un -0,62%. L’indice ha raggiunto il massimo storico il 7 maggio.
Il Nasdaq ha guadagnato 121,67 punti, o +0,87%, a 14.161,35. L’indice ha raggiunto il massimo storico il 14 giugno.
Il rendimento del Treasury a 10 anni, che influenza direttamente i tassi di interesse sui mutui e altri prestiti al consumo, ha chiuso a 1,51% dall’1,57% del giorno precedente.
Il valore dell’oro dal minimo di marzo di 1680$ dollari l’oncia ha guadagnato 104$ ed adesso si attesta sui $1784 dollari.
Il prezzo del greggio americano è salito di 62 centesimi chiudendo a 72,74 dollari al barile.
L’indice di volatilità VIX S&P 500 ieri ha chiuso a 19,22 allontanandosi dal minimo di 15,04 nuovo minimo degli ultimi quattro anni.
L'esecuzione di investimenti, posti in essere dovranno essere fatti sotto la supervisione di un professionista di vostra fiducia iscritto all'apposito Albo, saranno quindi a vostro completo rischio, non assumendo personalmente alcuna responsabilità al riguardo. L’operatività descritta è proposta in maniera teorica e allo scopo formativo nei mercati finanziari. L'intento di questa analisi è quindi esclusivamente divulgativo e non costituisce stimolo all'investimento e/o consulenza finanziaria.
La notizia meno gradita è arrivata ieri e adesso che farà...La notizia meno gradita è arrivata ieri e adesso che farà l’investitore medio?
A Wall Street si dice:
“L’Ego: bisogna stare attenti che l’amministratore delle nostre illusioni non diventi il liquidatore del nostro patrimonio.”
Michael Marcus
Nell’ultima sessione a Wall Street, l’SP 500 è sceso del -0,54%. Nel momento in cui scrivo questa analisi i futures statunitensi sono negativi: Nasdaq -0,59%, per l’S&P 500 -0,43% e per il Dow Jones -0,45% circa.
Perché il mercato ha chiuso negativo nell’ultima sessione a Wall Street?
L’S&P 500 ha chiuso sui minimi degli ultimi 10 giorni e il Dow Jones sui minimi dell’ultimo mese.
Gli indici azionari hanno subito il colpo quando la Fed ha anticipato la sua previsione di aumento dei tassi. Anche i dati economici statunitensi più deboli del previsto di ieri hanno pesato sul mercato azionario.
Oracle ha chiuso con un calo di oltre -5%. La società ha presentato un margine operativo del 49% nel quarto trimestre, proprio sul consenso. Tuttavia, la banca d’affari Citigroup ha affermato che la crescita sta accompagnando “significativi aumenti della spesa” che peseranno sui margini operativi.
Citigroup ha chiuso con un calo di oltre il -2%. Il CFO Mason ha avvertito che le entrate commerciali del secondo trimestre sarebbero probabilmente diminuite del 30% rispetto all’anno precedente.
Willis Towers Watson Plc ha chiuso con un calo di oltre il -7%. Maggiore perdita nell’S&P 500. Il Dipartimento di Giustizia degli
Stati Uniti ha citato in giudizio per bloccare l’acquisizione da $ 30 miliardi di Willis Towers Watson da parte di Aon Plc, sul presupposto che l’accordo per creare la più grande società di brokeraggio assicurativo del mondo sia anticoncorrenziale.
Gli indici azionari statunitensi sono scesi ieri pomeriggio dopo che il FOMC ha anticipato le sue previsioni di aumento dei tassi.
Le nuove proiezioni trimestrali della Fed sono favorevoli al dollaro in quanto mostrano due aumenti dei tassi di 0,25 punti entro la fine del 2023.
Il diagramma a punti della Fed (dot plot) ora mostra che 7 membri del FOMC vedono un aumento dei tassi della Fed entro la fine del 2022, rispetto ai 4 di marzo. e 13 membri su 18 vedono un aumento dei tassi entro la fine del 2023, rispetto ai 7 di marzo.
La dichiarazione post-FOMC affermava che “i progressi sulle vaccinazioni hanno ridotto la diffusione di Covid negli Stati Uniti e, tra questi progressi e un forte sostegno politico, gli indicatori dell’attività economica e dell’occupazione si sono rafforzati”. Il
FOMC ha aumentato la sua previsione del PIL degli Stati Uniti 2021 al 7% dal 6,5% di marzo e ha aumentato la sua stima del PCE di base al 3,0% dal 2,2% di marzo.
I commenti del presidente della Fed Powell mercoledì hanno spinto il rendimento del Treasury a 10 anni ad un massimo degli ultimi 10 giorni a 1,589%.
Questo impatta negativamente sul mercato azionario e ha affermato che “l’inflazione potrebbe rivelarsi più alta e più persistente ci aspettiamo” e la Fed è pronta ad adeguare la politica se l’inflazione si sposta “materialmente” oltre gli obiettivi della Fed.
Anche I dati economici statunitensi di ieri non sono piaciuti al mercato.
Gli investimenti immobiliari negli Stati Uniti a maggio sono aumentati del 3,6% m/ma 1,572 milioni, peggio delle aspettative di 1,630 milioni.
I permessi di costruzione di maggio, un proxy per le costruzioni future, sono scesi del -3,0% m/m al minimo di 7 mesi di 1,681 milioni, peggiori delle aspettative di 1,730 milioni.
L’indice dei prezzi all’importazione di maggio è aumentato del +11,3% a/a, più forte delle aspettative di +10,9% a/a e al ritmo di aumento più rapido degli ultimi 9 anni e mezzo.
I dati economici cinesi più deboli del previsto di mercoledì suggeriscono un rallentamento della ripresa cinese che potrebbe minare la crescita globale.
La produzione industriale cinese di maggio è aumentata dell’8,8% a/a, meno delle attese di +9,2% a/a.
Le vendite al dettaglio in Cina a maggio sono aumentate del +12,4% a/a, peggiore delle aspettative di +14,0% a/a.
Cosa ha invece aiutato il mercato ieri?
I titoli delle società crocieristiche sono saliti ieri.
Carnival, Norwegian Cruise Line Holdings e Royal Caribbean Cruises hanno sovraperformato comunicando tendenze in miglioramento nelle prenotazioni e nei prezzi.
Carnival e Norwegian Cruise Line Holdings hanno chiuso con un rialzo di oltre il +2%.
Royal Caribbean Cruises ha chiuso con un rialzo di oltre il +1%.
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi:
Ieri i titoli azionari sono scesi e i rendimenti obbligazionari sono saliti dopo che la Federal Reserve ha segnalato che potrebbe iniziare ad allentare l’acceleratore sul suo massiccio sostegno all’economia prima di quanto si pensasse.
Prima o poi doveva accadere lo avevo scritto nella mia analisi di martedì 15 “La festa prima o poi finirà ma nessuno vuole smette di ballare…” ed è proprio così, è stata una festa così bella che dispiace a tutti che sia finita e non si vuole credere a quello che si è sentito fino in fondo…
Ma è vero è successo davvero la Fed ha svelato una serie di proiezioni molto attese, che hanno mostrato che alcuni membri si aspettano che i tassi a breve termine aumentino di mezzo punto percentuale entro la fine del 2023. Il presidente della Fed ha anche detto che ha iniziato a parlare della possibilità di rallentare gli acquisti di obbligazioni che fa ogni mese per mantenere bassi i tassi a lungo termine.
I tassi di interesse ultra-bassi sono stati uno dei principali propulsori per la corsa del mercato azionario verso i record, l’ultimo dei quali arrivato solo lunedì scorso.
Logica quindi la reazione immediata degli investitori ai commenti della Fed di far scendere le azioni e far salire i rendimenti delle obbligazioni.
L’S&P 500 è arrivato a perdere fino all’1%.
Ma come ho scritto il mercato stenta a credere che la festa sia finita e i ribassi sono diminuiti quando il presidente della Fed, Jerome Powell, ha comunicato in conferenza stampa che qualsiasi cambiamento è probabilmente ancora lontano.
La Fed ha cambiato opinione o a semplicemente ribadito la fiducia nelle loro prospettive?
Prima, l’incertezza sul recupero dell’economia dalla pandemia potrebbe aver costretto i funzionari della Fed a spingere la linea temporale per i rialzi dei tassi più in là nel futuro. Ora, con le vaccinazioni diffuse che aiutano l’economia a ripartire con forza, la banca centrale potrebbe sentirsi più fiduciosa.
Ma lo spostamento della tempistica per i rialzi dei tassi probabilmente sposta anche la tempistica per un potenziale rallentamento degli acquisti di obbligazioni della Fed.
Adesso l’attenzione si sposta alla fine di agosto, quando la Federal Reserve Bank di Kansas City ospiterà il suo simposio annuale a Jackson Hole, Wyoming. Questo incontro è stato lo scenario di grandi dichiarazioni della Fed in passato, e sarà qui che Powell offrirà più indicazioni su quando il taper inizierà.
La domanda è che faranno i mercati adesso? Agosto è lontano e l’estate non aiuta.
La notizia meno gradita è arrivata ieri e adesso che farà l’investitore medio?
Io so bene cosa fare la mia opinione su come affrontare i mercati azionari e sull’operatività sugli indici è nota.
Alla domanda se temo che i mercati essendo così alti possono ritracciare e correggere, rispondo:
“Certo sarebbe una cosa spiacevole, ma i mercati sono questo. Ondate di crescita, cali più o meno inaspettati, mercato laterale. La strategia di coloro che decidono di uscire dal mercato temendo un ribasso e a causa di questo sono fuori da molti mesi non ha pagato e non pagherà nemmeno in futuro. Il mercato ha distribuito lauti guadagni e continuerà a distribuirli solo a chi è investito.
Allora come proteggersi?
Con la strategia il metodo e la disciplina.
Tutte le mie operazioni sono protette da stop sempre.
Ma non sono stop posizionati solo per proteggere, ma sono stop che permettono di limitare le perdite e venendo alzati ogni giorno amplificare i profitti.
Temo un ribasso del mercato?
Sicuramente sì, ma se avverrà in 24 ore tutte le mie posizioni saranno liquidate, e se poi la correzione sarà profonda sarò pronto e completamente liquido e libero di acquistare i titoli molto più in basso.
Il mercato è fatto di ondate, bisogna saper prendere il massimo quando il mercato da, e cercare di non perdere tutto quando il mercato prende.
È dalla differenza di queste due fasi che rimane il margine di profitto.
Quindi con la mia strategia rimango sempre investito ma mai spaventato di quello che può accadere perché sono preparato a qualunque scenario”
Per verificare la qualità del mio lavoro vi consiglio di seguirmi.
I livelli dei 3 maggiori indici americani dopo l’ultima sessione di borsa sono:
L’ S&P 500 è sceso di 22,87 punti a 4.223,71 per un -0,54%. L’indice ha raggiunto il massimo storico il 14 giugno.
Il Dow Jones è sceso di 265,66 punti a 34.033,68 per un -0,77%. L’indice ha raggiunto il massimo storico il 7 maggio.
Il Nasdaq ha perso 33,17 punti, o -0,24%, a 14.039,68. L’indice ha raggiunto il massimo storico il 14 giugno.
Il rendimento del Treasury a 10 anni, che influenza direttamente i tassi di interesse sui mutui e altri prestiti al consumo, ha chiuso a 1,589%.
Il valore dell’oro dal minimo di marzo di 1680$ dollari l’oncia ha guadagnato 134$ ed adesso si attesta sui $1814 dollari.
Il prezzo del greggio americano è sceso di 41 centesimi chiudendo a 71,74 dollari al barile.
L’indice di volatilità VIX S&P 500 ieri ha chiuso a 18,15 rimbalzando dal minimo di 15,04 nuovo minimo degli ultimi quattro anni.
L'esecuzione di investimenti, posti in essere dovranno essere fatti sotto la supervisione di un professionista di vostra fiducia iscritto all'apposito Albo, saranno quindi a vostro completo rischio, non assumendo personalmente alcuna responsabilità al riguardo. L’operatività descritta è proposta in maniera teorica e allo scopo formativo nei mercati finanziari. L'intento di questa analisi è quindi esclusivamente divulgativo e non costituisce stimolo all'investimento e/o consulenza finanziaria.