WisdomTree - Tactical Daily Update - 22.02.2022✚ Il Presidente Russo Putin “riconosce” le Repubbliche ribelli del Donbas!
✚ La Russia inviera’ truppe di “pacekeepers” a Luhansk e Donetsk.
✚ Usa ed Europa pensano a sanzioni contro la Russia: opinioni difformi!
✚ Reazione preoccupata dei mercati: risk-off in corso, ma senza panico.
Il Presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto le 2 repubbliche auto-proclamate di Luhansk e Donetsk nell'Ucraina orientale (Donbass) e ha deciso l’invio di truppe russe “di pacificazione” nelle stesse.
La comunita’ internazionale ha visto nella decisione russa il riconoscimento del distacco “di fatto” delle 2 piccole repubbliche dall’Ucraina, avvenuto nel 2014 dopo la cacciata da Kiew del Presidente filo-russo Janucovich e le sommosse di Piazza Maidan.
Il mood sui mercati è ovviamente preoccupato ed incline a scelte di “risk-off”, anche se senza panico: lo scenario resta magmatico e articolato e, mentre un escalation dell’offensiva russa sull’intera Ucraina resta possibile, la mossa di Putin di ieri e’ vista anche come una definitiva formale “ratifica” dello status quo che esiste dal 2015, dopo gli accordi di Minsk che avevano portato al “cessate il fuoco”.
Il Presidente Russo ha detto di aver informato Francia e Germania della decisione, e non ha parlato di prossime ulteriori azioni militari. A sua volta, ieri sera, il Presidente Ucraino Volodymyr Zalenski è apparso alla televisione nazionale invitando alla calma, dicendo che la Russia ha solo “legalizzato” la sua presenza in armi e aiuti economici alle 2 province ribelli del Donbas.
L’incontro in video-conferenza tra Putin e Biden, annunciato dal Governo francese domenica sera scorsa, e’ a questo punto in forse, al pari del summit preparatorio tra i Ministri degli Esteri delle parti interessate.
L’Amministrazione Usa ha annunciato che nelle prossime ore ci sarà una Riunione del Dipartimento di sicurezza nazionale: il Dipartimento di Stato Usa, in un comunicato, ha riaffermato la volontà di evitare un’escalation sanguinosa del conflitto.
Tornando alla reazione dei mercati di ieri sera, 21 febbraio, e di stamattina, potremmo fare una lunga lista dei danni, con mercati azionari Usa pesantemente in rosso, Nasdaq -1,2%, Borse asiatiche deboli, prezzo del petrolio e del gas natuale ancora in tensione, acquisti persistenti, come da un mese a questa parte, sull'oro, e rendimenti in calo sui bond classificati come “sicuri” sia in Usa che in Europa.
Impatto ben piu’ pesante sui listini asiatici stamattina, 22 gennaio: il Nikkei giapponese ha perso -1,7%, il CSI300 di Shanghai&Shenzen -1,3%, il Kospi coreano -1,4%, mentre l'Hang Seng di Hong-Kong, -2,7% ha vissuto la peggior seduta da ottobre, appesantito dalla componente “tech”, che col -3,2% di stamane e’ sceso ai minimi dal 2020.
Alibaba ha perso oltre -4%, poiche’ la sua partecipata al 33% Ant Group, attiva nel fintech, sarebbe oggetto di un’indagine chiarificatrice dei sui rapporti con alcune banche a controllo statale.
Sorprendentemente, a fine mattinata di oggi, osserviamo che dopo un avvio pesantissimo, i listini azionari europei hanno recuperato quasi tutte le perdite iniziali: il FtseMib italiano segna -0,2%, il Cac40 francese -0,1%, il DAX40 tedesco -0,2%, il Ftse100 britannico +0,2%, l'IBEX35 spagnolo +0,2% di Madrid (ore 12.45 CET).
Forse, a dare una mano, contribuisce il quadro macro positivo in Euo-zona dove, secondo il consueto sondaggio mensile PMI (Purchasing Managers Index), l’economia ha visto un forte recupero a febbraio, col settore dei servizi in bella evidenza, favorito dall’allentamento delle restrizioni contro il Covid.
L'indice Pmi composito (sintesi di manifattura e servizi) è risalito a febbraio ai massimi da 5 mesi a 55,8, svoltando decisamente rispetto ai 52,3 a gennaio e battendo la stima di 52,7 del consenso. L'indice PMI manifatturiero è sceso leggermente a 58,4 punti, dai 58,7 a gennaio, frutto di un mix di indicazioni che, in negativo scontano la persistente crescita dei prezzi e, in positivo la robusta domanda di beni.
Il PMI dei servizi e’ risalito a 55,8 punti, nettamente sopra il 51,1 di gennaio e alle stime di 52,0: l'ottimismo è decisamente migliorato e per il comparto dei servizi ha toccato 68,7 da 67,2 di gennaio.
A fine mattinata, anche i ribassi oltre -2% dei future sugli indici americani si ridimensionano a cali frazionali ed i rendimenti dei Treasury decennali, dopo essere scesi sotto il +1,9%, son tornati a salire: +1,94% (ore 13.00 CET).
Gli acquisti di beni rifugio, particolarmente visibili ieri sera e stamani, stanno rallentando, testimoniando una visione relativamente costruttiva sul fatto che la crisi politico-militare in Ucraina possa rimenere circoscritta alla orientale del Donbas.
Il prezzo dell’oro, dopo aver toccato i massimi da 9 mesi a 1912 Dollari/oncia, ha ripegato verso 1.900, mentre quello del petrolio ha toccato nuovi massimi da 8 anni, col Wti a 96 Dollari/barile, prima di ripiegare a 94,1, +3,2% (ore 13.30 CET) sul timore di nuove sanzioni che potrebbero colpire la Russia, il secondo produttore al mondo.
“Criptocurrencies” ancora sotto pressione, con Bitcoin sceso a 36.700 Dollari, -2,8%, per poi rimbalzare sino a 37.200 e deboli tutte le altre vaute digitali.
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Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.
Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
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PANIC SELLING?
BUONGIORNO FOREX DEL 17.02.2022
Gli equilibri dell’Europa dell’Est catalizzano le attenzioni degli operatori, la Russia riconosce l’indipendenza delle regioni controllate dai separatisti filo russi, e scende in campo per sostenerne il controllo. Le borse cedono di schianto con il dax che vede affondi del -4%.
Alta tensione in Europa e nel mondo, Putin ieri in un discorso aperto ha riconosciuto l’indipendenza delle regioni dei Donetsk e Luhansk, che erano sotto il controllo dei separatisti filo russi, attivando un’azione militare atta al mantenimento del controllo della regione. Immediata la risposta dei leader europei, che hanno offerto sostegno al governo ucraino, e sono già al vaglio pacchetti di sanzioni per la Russia.
La tensione è altissima, e i mercati non hanno tardato a reagire , special modo il comparto equity, con il dax che ieri ha segnato i suoi minimi alle aree di 14380 con un movimento del -4%, andando a rompere i minimi che avevano fatto da supporto tecnico fin dal maggio 2021.
Le borse americane chiuse per il President’s day , daranno oggi il loro segnale, che difficlmente potrà smentire quanto accaduto ieri, salvo nuovi scenari geopolitici, che possano in qualche modo distendere i toni.
Anche il comparto valutario ha subito assunto i toni del risk off, mostrando estrema forza delle valute rifugio come il Franco Svizzero, e a seguire anche il dollaro americano che ha recuperato qualche posizione sulle altre majors.
I movimenti del mercato fx sono stati tutto sommato composti, con un eurusd che ha perso i guadagni fatti nella mattina di ieri, portandosi a ridosso di 1.13 minimo del 14 febbraio, offrendo ai traders retail occasione per entrare in posizioni lunga, ma dobbiamo riconoscere che in un contesto di tale incertezza, è difficile dire quale sia il posizionamento più o meno corretto da assumere sul mercato in questo momento.
La volatilità resta altà, con movimenti bidirezionali, segno di un mercato confuso , che segue le news provenienti dal fronte ucraino, pronto a cambiare la propria posizione rapidamente.
Per ora se dovessimo assistere ad ulteriore forza del biglietto verde, eurusd potrebbe andare a testare i supporti di 1.1260-50, per poi approfondire fino alle aree di 1.1225, ma capovolgimenti di sentiment non sono da escludere, e la tenuta di 1.13 ne sarebbe la prima chiave di lettura per poi vedere ripartenze fino ai precedenti massimi di 1.14.
Anche il cable, soffre la forza del biglietto verde, e dopo aver ritestato le aree di 1.3640-50 nella mattina di ieri, ha ripiegato sulle aree di minimo a cercare 1.3575, primo supporto tecnico di breve. I traders retail iniziano a ridurre le loro posizioni short approfittando del movimento di lateralità che domina per ora la sterlina, che potrebbe andare al break out di 1.3575 per vedere affondi fino 1.35 figura, minimi di febbraio, aprendo la strada a capovolgimenti di sentiment.
Australia resta per ora confinato nella sua compressione di volatilità, al di sotto di 0.7225 con un no sentiment da parte dei trader retail che continuano ad alternare posizionamenti long/short, relativamente ai movimenti di brevissimo, senza avere indicazioni di trend direzionali.
Usdcad sta andando a testare la parte alta del range che intrappola i prezzi dal 28 gennaio tra 1.28 e 1.2650, con i traders retail che vendono i movimenti rialzisti nella speranza che anche questa volta le resistenze reggano e possano permettergli di rivedere i loro prezzi, ma tutto sarà dettato dalla forza o meno del dollaro americano.
Iniziano ad essere interessanti i cross euraud e eurnzd, che tipicamente legati a sentiment di risk off /risk on, questa volta non sembrano rispondere a queste dinamiche, rimanendo psantemente ancorati ai minimi di 1.57 figura per euraud e 1.6840 per eurnzd, mantenendo i trader retail in sofferte posizioni long contrarian. Inseriamo pertanto detti cross tra gli asset da monitorare per eventuali mean reverting.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
BUONGIORNO FOREX DEL 14.02.2022Inizia una nuova settimana sui mercati finanziari con un quadro macro economico non facile da definire, le tensioni tra Russia e Stati Uniti per la questione Ucraina, sono nella settimana decisiva, le possibilità di un conflitto armato nostro malgrado salgono e l’Europa ne potrebbe pagare amaramente le spese. La Fed ha indetto una riunione speciale, l’inflazione al 7.5% preoccupa non poco la banca centrale che vede perdere il suo controllo della curva dei prezzi, insomma tanti temi che avranno la loro evoluzione in questa settimana.
La richiesta dell’Ucraina di entrare nella UE è anticamera all’ingresso nella NATO, che a questo punto vedrebbe i suoi confini estendersi fino alle porte della Russia. In questa espansione , seppur democratica della NATO, la Russia vede una minaccia e la violazione di un patto non scritto di lasciare i paesi dell’est europeo come cuscinetto tra i due blocchi continentali. La tensione sale giorno dopo giorno, e i mercati hanno pesantemente risentito di una potenziale guerra all’indomani di una già disastrosa pandemia , che ha messo a dura prova le economie mondiali.
In caso di conflitto, l’Europa soffrirebbe pesantemente in primis delle possibili ripercussioni sulla fornitura di Gas proveniente dalla Russia, non solo facendone impennare i prezzi, ma spostando la ricerca di energia sul Petrolio, che vive già la soglia dei 100$ al barile, dando ulteriore boost rialzista ai prezzi del greggio e in generale ai costi del comparto energetico, già causa della fortissima inflazione in atto anche nel vecchio continente.
Venerdi tutte le borse mondiali hanno chiuso in territorio negativo, con perdite anche oltre il 2%, le incertezze del quadro geo politico non danno fiducia agli investitori, che questa volta trovano nel comparto obbligazionario porto più sicuro per i loro capitali. I decennali obbligazionari mondiali, hanno visto un’impennata dei rendimenti, il T-Note americano ha superato nella giornata di venerdi il 2% di rendimento.
La big pictures sembra impostata ad un chiaro risk off, con il gold che ha toccato venerdi i 1865$/ oncia, e il wti alla soglia dei 95$, le borse mondiali in netto calo, e un dollaro in grande spolvero insieme allo yen.
Il futuro del dollaro sembra anch’esso incerto, con la FED che ha indetto una riunione straordinaria, che dovrebbe avere fine già nella giornata di oggi Lunedi 14 febbraio. L’altissima inflazione, e le tensioni internazionali richiedono interventi immediati, e le attese per un forte rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca centrale americana hanno spinto il dollaro a rialzo gia nella giornata di venerdi , con il dollar index a ridosso delle resistenze di 96.10.
Il comparto valutario sembra iniziare a prezzare una potenziale forza del biglietto verde, con le majors in leggero storno , a partire da EURUSD che ha abbandonato le aree di 1.14 e ora a ridosso dei supporti di breve di 1.1330-25 sembra intenzionato a nuovi allunghi ribassisti fino alle aree di 1.1275-60 copn il sentiment retail impostato gia contrarian long al 55%.
Il cable incapace al momento di uscire dalle aree di 1.3550, continua ad orbitare sui prezzi attuali, rimanendo in una ampia fascia di lateralita con i massimi a 1.3625 e minimi a 1.35, senza dare direzionalità anche al sentiment dei trader retail.
Il quadro di profonda incertezza si rispecchia in tutte le majors, unica direzionalità al momento è dettata dallo yen che sulla spinta di un mercato risk off, ha trovato venerdi la forza di accellerare a rialzo contro tutte le altre valute, generando importanti storni sui cross come eurjpy e gbpjpy che sembravano fino a venerdi inarrestabili.
Difficile ora fare previsioni di più ampio respiro, dovremo vivere i mercati giorno dopo giorno, in attesa che gli eventi si sviluppino e i mercati prendano le loro direzioni, rimanendo nei limiti del possibile liquidi e pronti a tutto.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 21.01.2021Risk-off generalizzato e convinto: fine della festa sull’azionario? Vedremo..
Crypto-currencies in caduta libera. Scarso assorbimento delle vendite.
Prezzo del petrolio in calo, finalmente, ma resta ai massimi dal 2014
Oro e preziosi potrebbero rimbalzare? Il contesto prudente lo suggerirebbe.
L’inflazione in Germania, col PPI a +24,2% a dicembre, fa paura!
La giornata di ieri, 20 dicembre, era partita bene, con un buon recupero delle borse asiatiche. I listini europei erano partiti con un rialzo poco convinto e la volatilita’ e’ stata elevata per tutta la seduta producendo andamenti erratici degli indici che, con un insperato recupero nel finale, hanno poi chiuso positivi.
Il FtseMib italiano ha segnato +0,7%, similmente al Dax40 tedesco. Il Cac40 francese si e’ fermato a +0,3%, mentre il Ftse100 britannico e’ marginalmente sceso, -0,1%.
Wall Street, dopo lo slancio iniziale, ha chiuso con perdite significative: S&P500 -1,1%, Nasdaq -1,3%, Dow Jones -0,9%.
Il sell-off sulla tecnologia prosegue e la sensibilita’ alla guidance fornite in occasione delle “trimestrali” e’ sempre maggiore. Ieri sera, a mercati chiusi, Netflix ha perso fino al -20% dopo aver segnalato un ritmo di nuovi abbonato sotto le attese di consenso nel 1’ trimestre 2022.
Insieme alla pubblicazione dei risultati dell’ultimo trimestre ed intero anno 2021, riscontriamo una crescente attenzione ai dati macroeconomici, efficaci misuratori della congiuntura e della prospettiva economica. Il quadro che emerge e’ assai misto.
L'Indice sulla salute della manifattura, calcolato mensilmente dalla Fed regionale di Philadelphia, ha sorpreso ieri al rialzo, salendo a 23,2 in gennaio e smentendo le indicazioni emerse solo 2 giorni fa dall'Empire Manifacturing Index, relativo all’area di New York. Gli ordini sono in crescita e si riducono i tempi di consegna, segnalando che si stanno allentando le difficolta’ di approvvigionamento di materie prime e componenti.
Ieri, sempre negli Usa, e’ stato pubblicato il dato sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione, risalite di +55 mila a 286 mila, invertendo la tendenza virtuosa durata sino alla settimana scorsa. Tornano a crescere anche le richieste di sussidi continuativi, a 1.635 milioni, da 1.551.
L’indice dei prezzi alla produzione tedesco (PPI), a dicembre, e’ salito al massimo storico del +24.2% a dicembre, ponendo le condizioni per nuovi incrementi dei prezzi al dettaglio (CPI) nei prossimi mesi, quando gli aumenti “filtreranno a valle”.
Insomma, l’inflazione annuale europea sta ancora salendo, toccando a dicembre livelli da record nell’epoca “Euro”, +5,0%, dal +4,9% precedente, massimo da 25 anni, ma la Banca Centrale Europea (ECB) sembra voler confermare la “stance” iperespansiva degli ultimi anni, ovvero “tassi 0” ancora per tutto l’anno 2022.
Su questo fronte, la ECB sembra orientarsi ad una politica economica divergente rispetto a quella della Federal reserve (Banca Centrale Americana) che ha deciso di muoversi velocemente, probabilmente gia’ da marzo, con una serie di rialzi dei tassi che il mercato stima in 4 da +0,25% nel 2022 ed altri 2 nel 2023.
Tuttavia, dai verbali del meeting ECB di dicembre emerge una spaccatura in seno al Consiglio: un buon numero di membri chiede di agire in senso restrittivo se l’escalation dei prezzi dovesse minacciare la crescita economica, scoraggiando consumi e invstimenti e creando una dannosa spirale prezzi/salari.
Ieri, 20 gennaio, Europa ed Usa si sono espresse sulla questione Ucraina: la Russia ammassa truppe lungo la linea di confine con le province russofone indipendentiste del Donbas, facendo temere una prossima invasione/annessione.
ll Governo di Kiev chiede aiuto militare all’Occidente e l’inclusione nella Nato (North Atlantic Treaty Organization). Biden (USA) e Von der Leien (EU) prospettano pesanti sanzioni economiche alla Russia qualora attentasse all'integrità territoriale Ucraina.
Per la prima volta ieri 20 gennaio, e’ sceso il prezzo del petrolio, comunque vicino ai massimi dal 2014, sostenuto da una domanda robusta, da tensioni geo-politiche, e da un atteggiamento disciplinato dell’Opec+ (Cartello dei maggiori Paesi esportatori) sul ripristino graduale delle quantita’ pre-Pandemia. Il WTI (greggio di riferimento nord-americano, segna 84,0 Dollari/barile, -1,9% (ore 13.00 CET).
Stamattina, 20 gennaio, le borse dell’Asia-Pacifico hanno chiuso in forte calo, in scia al calo di Wall Street di ieri: il CSI300 di Shanghai&Shenzhen ha perso -0,9%, il Nikkei giapponese -0,9% (-3,1% nella settimana), il Nifty indiano -0,9%, il Kospi coreano -1,0%. In pareggio l’Hang Seng di Hong-Kong, +0,05%. In Giappone, l’inflazione e’ salita anche in dicembre, a +0,8% annuo, ma mano di quanto stimato.
A fine mattinata, i listini europei perdono in media -1,5%, proseguendo la striscia negativa settimanale, con una chiara atttudine “risk-off”. I future su Wall Street anticipano aperture negative, con quello sul Nasdaq -0,8%.
Cambio di rotta sui rendimenti dei Governativi. Il clima di avversione al rischio fa scendere di 7 bps in un solo giorno quello del decennale Usa a +1,77%: in Europa vediamo il rendimento del Bund decennale tedesco a -0,06% e quello del BTP a +1,29%. Spread stabile a 135 bps.
Giornata catastrofica per le cryptovalute: vendite massice con scarso assorbimento spingono Bitcoin a -10%, sotto 38 mila Dollari, dimezzato rispetto ai massimi di novembre.
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IPOTESI 2022. COS'HA SCONTATO IL MERCATO NELL'ULTIMO MESE?Buongiorno a tutti, siamo finalmente entrati in Q1 2022. Questa idea ha l’obiettivo di analizzare determinati “indicatori” e settori e i loro comportamenti in maniera tale da capire quello che potrà accadere in Q1 2022. La domanda importante da porsi è: dove i grandi investitori stanno posizionando i loro capitali?
RAPPORTO TRA AZIENDE VALUE, AZIENDE GROWTH ED S&P500
Il primo grafico che vi porto è il rapporto esistente tra aziende value e growth. Per chi ancora non lo sapesse, le aziende value sono quelle con un business molto forte che basano i loro guadagni nel presente; non hanno grandi prospettive di crescita futura e una parte dei loro guadagni sono ridistribuiti agli azionisti sotto forma di dividendi; quelle growth, come dice la parola stessa, sono aziende di “crescita”, ossia basano i loro guadagni in un tempo futuro, talvolta accontentandosi di avere bassi guadagni in tempi presenti; parte dei loro guadagni sono poi rienvestiti nell’azienda in maniera tale da espanderla e di conseguenza, spesso, i dividendi forniti agli azionisti sono bassi oppure totalmente assenti.
Dal grafico possiamo notare come, da metà novembre circa, le aziende value hanno sovraperformato le aziende growth. Nella parte bassa del grafico vi ho riportato l’andamento dell’S&P500. Vediamo come la sovraperformance delle value ha conciso con un momento di perlopiù lateralizzazione da parte dell’indice di riferimento; sono così andato ad evidenziare tutti quei momenti nell’ultimo anno in cui abbiamo avuto le value più forti rispetto alle growth (momenti evidenziati da canali paralleli ascendenti) e osservato il comportamento dell’ S&P negli stessi periodi: notiamo come ad un rafforzamento delle value rispetto alle growth è coinciso un momento di lateralità o momenti di bassissimi guadagni da parte dello Standard and Poor.
Al contrario, invece, possiamo osservare come ad un rafforzamento delle growth rispetto alle value (in tutte quelle parti non evidenziate) l’S&P500 ha realizzato performance più cospicue. Come mai accade ciò?
Per provare a far luce a tutto ciò ci viene in aiuto il vix:
come potete notare, il vix si trova nella parte bassa del grafico, con la linea rappresentativa di color azzurro.
Ho tracciato una retta di color rosso nel livello 20, considerato lo spartiacque tra “paura” e “relativa tranquillità” dei mercati, ed inoltre ho utilizzato dei rettangolini azzurri per indicare tutti i picchi di volatilità avuti nel 2021:
E’ facile notare come gli investitori, in periodi prossimi o corrispondenti a picchi di volatilità, abbiano preferito comprare azioni di aziende value rispetto a quelle growth.
Notiamo infatti come il primo picco di volatilità (a febbraio circa) è stato seguito da una grande forza relativa delle value, che è continuata anche nel picco relativo a marzo. Ciò è accaduto anche a maggio e a metà luglio per arrivare a dicembre quando, a causa della scoperta di omicron, la volatilità era salita di tanto spaventando i mercati.
Abbiamo quindi spiegato il motivo per cui, ad una forza relativa maggiore delle value rispetto alle growth, l’S&P 500 talvolta ha stornato, lateralizzato o segnato bassi guadagni? Perché a questi momenti è sempre corrisposta una volatilità “preoccupante”, tale da indurre gli investitori a chiudere posizioni long sulle aziende growth e ad aprirne su azioni value, considerate quindi più “difensive”.
Quando poi invece la volatilità si riabbassava, le growth diventavano più forti delle value, segno del fatto che la stessa non spaventava più. In base a quest’ultima frase da me scritta, che insegnamento possiamo trarne per tutto il 2022? Che quando le growth vanno a sovraperformare le value, ci troviamo in un clima di risk-on dei mercati, e questo è appunto dimostrato dal fatto che le growth performano bene in periodi di bassa volatilità e perché lo Standard and Poor, negli stessi periodi, guadagna in maniera cospicua.
Questo grafico da me costruito sarà un’indicatore che guarderò molto da vicino per capire il clima di rischio sui mercati per valutare il rischio stesso di ogni investimento.
AZIONI HIGH BETA, LOW BETA ED SP500
Lo stesso discorso fatto per le aziende value e growth può essere fatto con aziende a basso beta e ad alto beta. Sapete di cosa parlo?
ll Beta è un coefficiente che misura la variazione attesa del rendimento di un certo titolo per ogni variazione di un singolo punto percentuale del mercato di riferimento.
Il valore di questo coefficiente tende a muoversi intorno a 1: nello specifico, se il Beta di un’azione è pari a 1, questa tenderà a muoversi in linea con il mercato di riferimento, senza amplificare o ridurre i movimenti dello stesso. Quando il Beta di un’azione è maggiore di 1 invece, si è davanti a un titolo “aggressivo”, che amplifica i movimenti del mercato, l’attività è considerata quindi più rischiosa. Se il Beta è compreso tra 0 e 1, si ha di fronte un’azione “difensiva”, la quale tende a muoversi in modo meno che proporzionale all’indice di riferimento. Infine, un titolo con Beta negativo tenderà a muoversi in maniera opposta al mercato.
Spiegato cos’è il coefficiente Beta, vediamo il grafico di sotto:
La linea superiore in azzurro è il rapporto tra aziende a basso beta e aziende ad alto beta, mentre in basso, identificato con una linea color arancio, abbiamo l’andamento dell’S&P500.
Ho messo i due asset a confronto, e osserviamo come l’S&P tenda a crescere quando le aziende ad alto beta sovraperformano quelle a basso beta mentre, in caso contrario, l’S&P500 tende a lateralizzare.
In quest’ultimo periodo siamo in un momento in cui quelle a basso beta rendono meglio rispetto a quelle a beta più alto.
Vi siete chiesti quali sono i settori “low beta” tra quelli che nomino sempre? Sono il settore delle utilities, dei beni di prima necessità e il settore sanitario; vi riporto ora la correlazione esistente tra le aziende a basso beta e i 3 settori nominati per farvi osservare graficamente la grande correlazione positiva:
• SETTORE UTILITIES
Nei vari rettangoli vi ho evidenziato la grande correlazione positiva.
• SETTORE BENI DI PRIMA NECESSITA’
• SETTORE SANITARIO
Riassumendo quello che vi ho detto fin’ora, abbiamo quindi capito come le aziende più “difensive” come il settore delle utilities, sanitario e dei beni di prima necessità stiano performando bene:
Ricordo a chi non lo sapesse che tipicamente i settori difensivi vanno a performare bene in tempi di incertezze o rallentamenti economici o comunque, più in generale, in periodi di risk off dei mercati: questo accade perché gli stessi settori riescono comunque a generare guadagni nonostante il particolare periodo economico.
Dico sempre che la finanza tende sempre a scontare prima quello che poi in realtà succede, e vi ho dimostrato più di una volta che questa ipotesi è vera (vi consiglio di leggere le mie ultime idee, troverete tanti spunti sotto questo punto di vista). La domanda da farsi quindi è: come mai nell’ultimo mese sono stati i settori difensivi i veri protagonisti? Il mercato si aspetta un periodo di incertezza economica o un rallentamento?
Per spiegare questo, utilizzo un indice, il Russell 2000; quest’ultimo racchiude nel suo paniere le più importanti 2000 aziende statunitensi a piccola e media capitalizzazione. Utilizzo quest’ultimo come indicatore perché le aziende più piccole tendono ad avere la loro attività negli Stati Uniti, al contrario delle mega-cap che hanno affari in tutto il mondo; aziende come Microsoft, Amazon oppure Apple, essendo delle multinazionali, nonostante siano statunitensi, vendono i loro prodotti in tutto il mondo. Capendo quindi che le small e mid-cap hanno affari soltanto a livello nazionale, possiamo affermare che vanno a riflettere meglio lo sviluppo dell'economia statunitense. Di conseguenza, cosa possiamo aspettarci a livello grafico? Che se gli investitori vedono nel futuro un’economia forte, anche il Russell 2000 dovrebbe presentarsi forte e in trend lateral-rialzista; viceversa, ad un’aspettativa di rallentamento economico, dovremmo aspettarci un Russell debole e in trend lateral-ribassista. Vediamo come si sta comportando nella grafica:
Vediamo come, dagli inizi di novembre, l’indice abbia iniziato a disegnare una parabola discendente. Vediamo invece come da ottobre 2020 a inizi 2021,quando eravamo in ripresa economica, il Russell fosse invece salito in maniera abbastanza forte, rispettando quindi la sua funzione di “termometro dell’economia statunitense”. Questo ci deve far capire un qualcosa di importante: se gli investitori avessero avuto una visione positiva dell’economia, perché negli ultimi 2 mesi avrebbe venduto il Russell? Semplice: ciò significa che la loro visione economica non è positiva.
A tale scopo vi ho poi condiviso nella parte bassa del grafico gli stessi settori difensivi che vi ho citato prima: vedete come sono saliti a dispetto del Russell?
RUSSELL 2000 E APPIATTIMENTO DELLA CURVA DEI RENDIMENTI COME SEGNALI ANTICIPATORI
Come vi ho spiegato diverse volte, un altro termometro economico importante è il mondo obbligazionario, in particolare i titoli di stato USA a diversa scadenza e i loro rendimenti. Avevo scritto un’idea riguardo al loro comportamento, in particolare come essi variavano nelle diverse condizioni economiche; per maggiori dettagli, vi linko l’idea qua sotto:
Nel grafico sottostante abbiamo con la linea arancio il Russell 2000 mentre con la linea azzurra lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato USA a 10 anni e 2 anni. Per chi non sapesse a cosa si riferisce questo spread, è molto semplice: i 10 anni vengono considerati una scadenza lunga, mentre i 2 anni una scadenza corta; ciò significa che più lo spread tra i due titoli si restringe, più si ha l’appiattimento della curva dei rendimenti. Infatti, vedete come da aprile 2021 lo spread ha disegnato un trend ribassista? Significa semplicemente che, pian piano, la curva sta andando ad appiattirsi, segno del fatto che gli investitori si aspettano un rallentamento economico.
E’ curiosa la correlazione tra il Russell e lo spread: in ripresa ed espansione economica (ossia la parte racchiusa entro il rettangolo arancio) entrambi gli asset erano saliti (ricordo che se lo spread tra i due titoli è più pronunciato positivamente, ossia a percentuali positive, la curva è da considerarsi più “steep”).
Successivamente, da aprile 2021 ad oggi, il Russel ha iniziato una fase di lateralità mentre lo spread è andato a contrarsi; questa correlazione mi fa capire quanto entrambi gli asset siano correlati all’economia statunitense e come, in particolare, ci diano le stesse informazioni dal punto di vista del sentiment del mercato.
IL SETTORE PER ECCELLENZA IN TEMPI DI INFLAZIONE: REAL ESTATE
Un altro grande settore dalle grandi performance è sicuramente quello del Real Estate:
Come possiamo vedere dalla grafica, il settore è stato sicuramente tra i migliori, con una performance di oltre il 40%. Sapete come mai il settore immobiliare performa bene in questo periodo? Grazie all’inflazione!
Questo perché le aziende immobiliari riescono a trasferire al consumatore l’aumento percentuale dei prezzi in quanto gli immobili, in tempi inflattivi appunto, tendono a conservare il loro valore, al contrario di altri beni. Infatti, come saprete, con un inflazione che aumenta, aumentano anche i prezzi degli affitti, delle case e degli stabilimenti, e questo significa che i guadagni delle aziende immobiliari, in particolare i REITS, non vengono erosi (proprio per la capacità degli immobili di conservare quindi il loro valore).
L’inflazione in USA è al 6,8%; si prevede che nel 2022 si abbasserà di qualche punto percentuale. Quando succederà? Questo non si sa, ma credo che guardando il prezzo degli energetici e i valori dei PMI potremmo avere in futuro qualche certezza in più.
Spero questa analisi vi possa servire. Vi auguro un felice anno nuovo! MATTEO FARCI
L'INVERSIONE DEI MERCATI AZIONARI GIUNGERA' NEL 2022?Buongiorno ragazzi, oggi vi voglio parlare di ciò che potrebbe accadere prossimamente sui mercati finanziari, analizzando i vari cicli economici e il loro susseguirsi e, successivamente, la curva dei rendimenti dei titoli di stato USA e di come quest’ultima stia ultimamente cambiando la sua pendenza.
Il mondo obbligazionario è sempre stato considerando un mercato “anticipatore”, in quanto esso è sempre il primo asset tra i più conosciuti (obbligazioni, materie prime e azioni) ad anticipare i cambiamenti nei cicli economici.
I CICLI ECONOMICI
Come molti di voi sapranno, i cicli economici sono 4, e si susseguono uno dopo l’altro. Ogni ciclo può durare anche diversi anni e ciò che li caratterizza sono la crescita (o la decrescita) economica, i livelli di inflazione, di disoccupazione e le scelte di politica monetaria delle banche centrali.
Partiamo con l’esaminare il primo ciclo, ossia quello di ripresa economica (che rappresenterebbe il periodo metà 2020- metà 2021 circa) che nasce dopo un periodo di recessione economica (indotta, nel nostro caso, dalla pandemia). In un periodo del genere i livelli di inflazione sono bassi, le scelte di politica monetaria sono accomodanti: si fa spesso uso dei quantitative easing, così come è accaduto nel 2020, e il livello dei tassi di interesse sta quasi allo zero, il tutto per favorire una richiesta al credito (e ai prestiti) con lo scopo di far “girare moneta”, il tutto per favorire la crescita economica. I livelli di disoccupazione pian piano si abbassano. Per quanto riguarda i dati macroeconomici, dovremo aspettarci quindi dati sul PIL in crescita mese su mese, accompagnati dalla crescita delle vendite al dettaglio, del PMI, del PPI, dell’inflazione e delle buste paga, mentre i livelli di disoccupazione dovrebbero man mano diminuire. I dati sulla fiducia dei consumatori inizia ad alzarsi.
In questo contesto economico, le materie prime incrementano il loro valore (aumentando la domanda dei consumatori verso beni e prodotti, le industrie andranno a produrre di più e, dal momento che il prezzo delle materie prime si basa sulla legge della domanda e dell’offerta, più aumenta la domanda, più il loro prezzo salirà) così come il mercato azionario. Il mondo obbligazionario, invece, inizia a muoversi in territorio negativo in quanto gli investitori, in un clima di risk on, preferiscono comprare azioni che obbligazioni visti i ritorni all’investimento più alti.
Arriviamo quindi al secondo ciclo, ossia al ciclo della massima espansione, in cui l’economia si è ormai ripresa, la disoccupazione si è riassorbita ma i livelli di inflazione sono molto alti, a causa dei prezzi del petrolio e, in generale, delle materie prime e di tanti altri fattori che ora non discuterò per non uscire troppo fuori tema.
In questo particolare ciclo le banche centrali non sono più accomodanti, dichiarando di togliere all’economia i sostegni precedentemente dati (procedendo cin i famosi tapering) e di alzare successivamente i tassi di interesse, per cercare di far abbassare l’inflazione arrivata ormai oltre il target del +2%. I livelli del PIL sono alti, così come i livelli del producer price index, delle buste paga, delle vendite al dettaglio, dei PMI e della fiducia dei consumatori. Per quanto riguarda le performance delle varie asset classes, le obbligazioni rimangono in territorio negativo, mentre girano in negativo anche le azioni (perché, come dico sempre, la finanza anticipa sempre e gli investitori, spaventati dalla banca centrale e dal relativo aumento dei tassi di interesse prossimi, liquidano le proprie posizioni long). Le materie prime continuano tuttavia a performare bene perché di per sé sono asset che performano alla grande in periodi di moderata/alta inflazione.
Il terzo ciclo (quello del rallentamento economico) ha inizio a parer mio con la scelta delle banche centrali di alzare i tassi di interesse. Con questi oltre lo 0%-0,25%, le imprese non saranno tanto più spinte (come lo erano nel ciclo 1 e 2) a richiedere prestiti per espandersi e così come per le imprese, vale per i privati (in generale, ci sarà una stretta sul credito). Ciò significa che, vista l’inferiore quantità di moneta circolante, l’inflazione tende ad abbassarsi e con lei anche il valore in borsa delle materie prime (le commodities tendono inoltre a perdere il loro valore in quanto le industire iniziano a produrre di meno in quanto la domanda dei consumatori inizia ad essere più debole e quindi minor domanda, prezzo delle materie prime giù). Con le materie prime in trend negativo, andremo a trovare valori del PPI via via decrescenti, assieme alla fiducia dei consumatori e alle relative vendite al dettaglio. Il livello di disoccupazione giunge ad un bottom e inizia a muoversi in un trend lateral-rialzista. Il PIL inizia a registrare mese su mese valori via via decrescenti. Questo è l’unico ciclo economico in cui troviamo tutti e tre le asset classes che ho nominato in trend ribassista.
Arriviamo infine al ciclo 4, ossia alla contrazione economica (che talvolta può sfoggiare anche in una recessione) in cui il PIL non cresce più bensì inizia a diminuire mese su mese, e lo stesso vale per l’inflazione e il PPI. La fiducia dei consumatori e le vendite al dettaglio iniziano a registrare dei numeri ben più negativi dei cicli 1 e 2, e lo stesso vale per i PMI. I livelli di disoccupazione si alzano in quanto le aziende iniziano a registrare utili notevolmente inferiori rispetto al ciclo 2 e 3 e di conseguenza iniziano a tagliare anche i posti di lavoro (le buste paga aumentano tendenzialmente nei cicli 1 e 2 in quanto, ad una ripresa ed un’espansione economica massima le aziende tandono ad espandersi, e ciò accade di pari passo con nuove assunzioni). I tassi di interesse sono relativamente medio/alti.
Quando si tocca il punto più basso della contrazione o della recessione economica, si ha l’intervento delle banche centrali che applicano nuovamente politiche monetarie: dapprima gli abbassano di nuovo intorno allo 0% e successivamente agiscono immettendo denaro sotto diverse forme nel sistema economico, così che si possa tornare alla fase economica 1, ossia quella della ripresa. I segnali che anticipano una nuova ripresa economica sono dapprima le obbligazioni, che girano in territorio positivo, seguite successivamente da azioni ed infine dalle materie prime, non dimenticando tutti i dati macroeconomici già menzionati, che iniziano tutti a registrare dei valori via via sempre migliori.
LA SITUAZIONE AI NOSTRI GIORNI
Nel biennio 2020-2021 abbiamo a parer mio assistito al susseguirsi di 3 cicli economici in maniera molto rapida: fase di recessione, di ripresa e di espansione economica. Tutti gridano al crash dei mercati azionari: a parer mio, forse, ci arriveremo nel prossimo anno. La teoria secondo il quale affermo che con buone probabilità arriveremo ad una fase di rallentamento economico non giunge solo studiando i vari cicli economici e il loro susseguirsi, ma analizzando anche la curva dei rendimenti dei titoli di stato americani.
COS’E’ LA CURVA DEI RENDIMENTI?
La curva dei rendimenti è la rappresentazione grafica della relazione fra le varie scadenze dei titoli di Stato americani e il relativo rendimento. Nei grafici che tra poco condividerò con voi avremo sull’asse delle ordinate i rendimenti che il titolo assume in corrispondenza di ciascuna scadenza, e sull’asse delle ascisse le relative scadenze.
La curva dei rendimenti può essere essenzialmente di 3 tipi:
- Crescente (o “steepening”)
- Piatta (o “flattening”)
- Invertita
Abbiamo una curva dei rendimenti “normale” o “crescente” quando ci sono aspettative di crescita economica. Esiste un rapporto inverso tra le obbligazioni e i relativi rendimenti: se gli investitori vendono obbligazioni (in questo caso titoli di stato) , il rendimento delle stesse obbligazioni va a crescere; quindi, se la curva dei rendimenti “normale” è crescente, significa che gli investitori vendono obbligazioni di tutte le scadenze per andare a spostare i loro capitali in strumenti a più alto rischio, ossia le azioni (facendo quindi alzare i rendimenti, in maniera appunto crescente), considerando anche il tipico clima di risk on dei mercati tipici di quella fase economica; questa è la curva dei rendimenti che abbiamo avuto nel 2020-2021, tipica appunto di una ripresa/espansione economica che noi stessi stiamo vivendo (che dopo vi mostrerò). Inoltre voglio ricordare che in periodi di ripresa/espansione economica, l’inflazione si fa sempre via via più alta fino a raggiungere un punto in cui agisce la banca centrale che, alzando i tassi di interesse, cerca di calmierarla. Proprio per questo motivo la curva è crescente: che senso ha tenere un’obbligazione che ha, ad esempio, un rendimento dell’1,7% se poi ci ritroviamo con un inflazione del 2%/3%? Avrebbe poco senso, in quanto l’inflazione andrebbe ad erodere i futuri rendimenti agli stacchi delle cedole e, quindi, cosa fanno gli investitori? Vendono le obbligazioni, facendo aumentare i rendimenti e dando alla curva la tipica forma “steepening”.
Per quanto riguarda una curva piatta, essa si va a formare in periodi economici di transizione: gli investitori iniziano a comprare titoli di stato a lunga scadenza (10,20 e 30 anni) facendo abbassare i relativi rendimenti (e infatti nell’immagine vediamo come, nelle lunghe scadenze, la curva si appiattisce). Questo succede poiché i tassi di interesse, per combattere l’inflazione, sono stati aumentati e di conseguenza gli investitori iniziano a scontare ciò, andando a comprare obbligazioni a lunga scadenza, facendo così appiattire la parte finale della curva stessa (a questo punto gli investitori iniziano ad avere meno “paura” dell’erosione del loro denaro futuro a causa dell’inflazione).
Una curva invertita è tipica di una recessione. Vi chiedete il perché? Ragioniamo assieme: se i rendimenti delle scadenze brevi (a 1,2,3,5 e 7 anni) sono più alti delle scadenze lunghe, significa sostanzialmente che gli investitori stanno vendendo obbligazioni a bassa scadenza (facendo quindi aumentare i relativi rendimenti) e comprando la stesse a lunga scadenza (facendo quindi abbasare i relativi rendimenti). Che senso avrebbe ciò? Si vendono obbligazioni a breve termine quando, nel breve termine stesso, non si ha una buona visione dell’economia (chi è che compra i titoli di stato di un Paese che potrebbe nei prossimi tempi trovarsi in recessione economica?) mentre si vanno a comprare le obbligazioni a lunga scadenza in quanto si va scontare il fatto che poi in futuro (in un futuro a 10,20 e 30 anni), dopo l’intervento delle banche centrali, l’economia sarà migliorata.
Ho studiato i vari cicli economici e il mondo obbligazionario e, per pura curiosità, sono andato a costruire la curva dei rendimenti USA relativa al periodo di Q1,Q2,Q3 E Q4 utilizzando i rendimenti a 1,2,3,5,7,10,20 e 30 anni relativi a quei trimestri:
PRIMO TRIMESTRE 2021 (Q1)
Possiamo notare come la curva sia crescente. Più ci si avvicina alle scadenze più lunghe, maggiore è la pendenza della curva
SECONDO TRIMESTRE 2021 (Q2)
Anche nel secondo trimestre del 2021 la curva si presentava “steepening”, molto simile a quella di Q1.
TERZO TRIMESTRE 2021 (Q3)
Nessun particolare considerazione diversa per la curva di Q3
QUARTO TRIMESTRE 2021 (Q4)
Vediamo come, in Q4, la curva si sia appiattita. In particolare, il rendimento del titolo di stato a 20 anni presenta un rendimento addirittura maggiore rispetto a quello a 30 anni. Questa curva è stata da me creata il 3 dicembre, quindi pochi giorni fa. E’ un caso che la curva abbia iniziato ad appiattirsi alla fine del terzo trimestre / inizio quarto trimestre, quando si iniziava a vociferare l’aumento dei tassi di interesse (e, ultimamente, un accelerazione del tapering che andrebbe a significare un aumento dei tassi non più in Q2 2022 ma probabilmente in Q1 2022)?
Vi riporto la grafica della curva dei rendimenti il 20 ottobre (quindi inizio Q4):
Come vediamo, è intorno a quel periodo che la curva ha iniziato ad appiattirsi. Questo è stato causato a parer mio dal fatto che gli investitori hanno iniziato a scontare il rialzo dei tassi di interesse.
E’ POSSIBILE CHE STIA ARRIVANDO IL “CROLLO DEI MERCATI?”
La riflessione che faccio tra me e voi è questa: abbiamo detto che l’appiattimento della curva dei rendimenti anticipa una transizione di cicli economici; abbiamo detto anche che il rialzo dei tassi di interesse di una nazione va ad abbassare l’inflazione scoraggiando però le imprese e le industrie che andranno quindi a richiedere meno prestiti e finanziamenti: come ho detto prima, si tende ad assumere manodopera in maniera più consistente durante le riprese e le espansioni economiche (in quanto la richiesta per i beni, e di conseguenza la loro produzione, aumenta), ma, raggiunto un picco dell’espansione, come avevo detto in precedenza, i livelli di disoccupazione si iniziano a muoversi in un trend lateral-rialzista. Con una disoccupazione in leggero aumento, il dato sulla fiducia dei consumatori verso l’economia inizierebbe a registrare dei decrementi (è normale che un consumatore inizi ad avere meno fiducia sul sistema economico dal momento che la disoccupazione, a piccoli passi, inizia a salire), e di conseguenza è probabile che i risparmi delle famiglie inizierebbero ad aumentare. La conseguenza diretta è sulle vendite al dettaglio, che inizierebbero a diminuire e di conseguenza, con loro, le revenue delle aziende che non andrebbero più a fatturare come nella fase di ripresa/espansione economica, in cui i consumatori erano più propensi a spendere vista la grande fiducia sull’economia. A revenue inferiori delle aziende potrebbe essere legata la poi futura vendita delle azioni stesse da parte degli investitori, con i prezzi delle azioni che potrebbero vedere l’inizio di un trend lateral-ribassista. Dopotutto quando parlavo di cicli economici ho detto che la fase di rallentamento economica era anticipata dapprima dalle obbligazioni, seguite poi dalle azioni. Le obbligazioni effettivamente non si trovano in un trend rialzista: se infatti vi condivido il grafico dei titoli di stato a 10 anni, vediamo che essi sono in un trend discendente:
Lo stesso non si può dire per le azioni, in quanto se condividessi il grafico dell’S&P500 vedremo l’indice stesso praticamente ai massimi storici. Ciò può significare il fatto che, per gridare “i mercati crolleranno” (anche se io preferisco più un “i mercati scenderanno”), bisognerà aspettare che anche le azioni effettivamente inizino a stornare, confermando quindi il nuovo ciclo economico di rallentamento. Però attenzione. Vi condivido un grafico interessante:
Questo è il grafico dell’S&P500. Nell’area in giallo vi ho segnato il range di prezzo, notando che esso, in Q2 2020, è incrementato del 20,6%. I dati sul PIL USA relativi a Q2 2020 (dati reperiti su investing.com) erano:
30.09.2020 (2° trim.) -31,4%
27.08.2020 (2° trim.) -31,7%
30.07.2020 (2° trim.) -32,9%
Nonostante la ripresa economica non fosse ancora partita (visto che era appena scoppiata la pandemia) il mercato aveva già iniziato a scontare tutto. La domanda è: anche stavolta il mercato sconterà prima un nuovo possibile ciclo economico?
Vi voglio riportare un ultimo dato interessante, relativo alla FED: in una riunione di fine settembre, quando aveva quasi annunciato il “tapering”, la stessa prevedeva che l'economia americana sarebbe cresciuta del 5,9% quest'anno, per poi rallentare al 3,8% nel 2022 e al 2,5% nel 2023. Leggendo i dati della FED, balza subito all’occhio il fatto che potrebbe effettivamente esserci un rallentamento, no?
Quindi, ritornando alla domanda iniziale, il crollo dei mercati è vicino? Nessuno può saperlo, vi ho però portato alcuni dati interessanti, intrecciando cicli economici, obbligazioni e azioni. Per quanto riguarda il mio processo, continuerò giorno dopo giorno a leggere i dati macroeconomici e osserverò la curva dei rendimenti e tutti gli etf settoriali di cui parlo sempre…perché? Perché il mercato sconta quasi sempre tutto in precedenza.
MATTEO FARCI
NZDJPY ?Cross valutario molto correlato ad EURUSD, in realtà più correlato all'andamento del dollaro statunitense per effetto di NZDUSD e del risk on o risk off.
La coppia si è portata su un livello chiave nella giornata del venerdì post tacchino.
Quindi operare in una simile situazione comporta alti rischi di assistere a movimenti repentini, e se non si è dalla parte giusta: ingenti perdite.
Vediamo un po cosa è successo a livello annuale: a gennaio 2021 il cross si trovava a 73 e dopo performance mirabolanti dei mercati azionari oggi si trova solo a 77,56.
A dicembre 2014 era a 96. Voi mi chiederete come mai prenda come riferimento dicembre 2014 in realtà è solo il punto di massimo degli ultimi 8 anni e S&P a dicembre 2014 quotava 2075 pt.
Si oggi siamo a 4630.
Il livello chiave da monitorare è 76,76 POC poliennale, arrivando dall'alto e andando verso il basso è verosimile pensare che se anche avesse intenzione di rompere questo supporto volumetrico, prima che lo faccia subirà una spinta verso l'alto. In tal caso ci si posizionerebbe contro trend per un breve periodo consapevoli dei rischi.
Da un punto del genere il trend potrebbe anche cambiare ma non siamo maghi e neanche astrologi quindi ad ora non lo possiamo sapere.
Solitamente quando si raggiungono livelli chiave di questa entità prendo posizione e se l'operazione "funziona" inserisco uno stop loss in pari una volta raggiunto un cuscino di sicurezza che per questo cross ho definito in un 3%. E poi lascio correre la posizione. In caso contrario esco in quasi pari (causa commissioni ed interessi).
LA PRESENTE ANALISI HA SOLO SCOPO ILLUSTRATIVO DELLA MIA PERSONALE OPERATIVITA' NON DEVE ESSERE INTESA COME SOLLECITAZIONE AD OPERARE PER NESSUN MOTIVO, QUESTA ANALISI PUO' ESSERE VIZIATA DA CONFLITTO DI INTERESSE DERIVANTA DA OPERAZIONI CORRELATE POSITIVAMENTE ALLO STRUMENTO OGGETTO DI ANALISI
[PORTAFOGLIO] Analisi intermarket delle posizioniIl rounding bottom è una figura di inversione che sta ad indicare un lento cambio di forza tra venditori e compratori.
In questo caso il grafico è la rappresentazione del rapporto tra il Dollar Index e il Bloomberg Commodity index: strumento fondamentale nella mia analisi intermarket.
Fine delle politiche espansive, inizio del tapering, inflazione elevata e previsione di rialzo dei tassi d'interesse sono tutte avvisaglie per un nuovo ciclo economico alle porte. Il denaro si starebbe quindi spostando su nuovi asset e in questo panorama quello che è attualmente più sottovalutato e con maggiori prospettive è il Dollaro Americano.
Sebbene i tassi d'interesse siano ancora a zero, secondo indicatori anticipatori ci sarebbero già delle buone prospettive per vederli al rialzo già dalla metà dell'anno prossimo e sarebbe quindi logico aspettarsi una fase di accumuno di Dollari, confermata anche dalla sua ripresa di forza.
Il rounding bottom del sintetico rappresenta in forma grafica proprio questa fase di "spostamento" dei capitali che passerebbero dalla materie prime al biglietto verde.
In coerenza con la mia aspettativa di cambio di ciclo economico sono già da un bel po' (forse anche con troppo anticipo ;) ) compratore di Dollari sui cambi con l'EURO e il FRANCO SVIZZERO.
Mantengo sempre la posizione sul NIKKEI che, proprio per il costo elevato delle materie prime, non ha performato in questa fase di risk-on, ma che spero lo faccia quando inizieranno a scendere. Al contempo sono LONG di CADJPY, valuta risk-on per eccellenza.
A bilanciare il portafoglio c'è il SILVER che ho deciso di acquistare per la duplice veste di asset rifugio correlato all'oro e di materia prima che comunque ho preferito a quest'ultimo perché in relazione ha performato meno e potrebbe dare ancora qualcosa.
Questa è la condizione delle posizioni che attualmente sono aperte nel mio portafoglio.
AREGENTO:
attualmente in guadagno
CADJPY
attualmente in perdita
USDCHF
attualmente in guadagno
EURUSD:
attualmente in guadagno
NIKKEI:
attualmente in perdita
IMPORTANTISSIMO
Questo è il mio personale diario di trading. L'intento di pubblicare le mie attività su questo sito è solo narcisistico masochismo.
Vi esorto a NON replicare le operazioni non conoscendo nulla né della mia strategia né mio modello di gestione del rischio.
In ogni caso la decisione di agire in base a quanto scritto è solo affare vostro.
LIKE e SEGUIMI per avere notifica di nuove attività.
Domande, dubbi, perplessità? SCRIVI sui commenti.
Che i GAIN siano con Voi!
Analisi della volatilità e del sentiment.
Condivido il mio layout per l’analisi della volatilità corrente sui mercati finanziari. Grazie a questo monitoraggio, decido la modalità Risk On/ Risk Off per l’apertura di operazioni long di breve/medio periodo sull’azionario. Gli strumenti utilizzati sono:
• VIX: Volatilità dell’S&P stimata sul prezzo delle opzioni, primo grafico;
• VVIX: Conosciuta come “volatilità della volatilità” ,secondo grafico a destra;
• PUT/CALL Ratio: Rapporto tra il volume delle opzioni Put e Call nel mercato, terzo grafico;
• Forza relativa tra SPY (ETF su S&P500) e GC1! (Future sull’oro), quarto grafico.
A questi strumenti applico degli indicatori statistici come le bande di bollinger e le medie mobili.
In generale il livello di allerta aumenta nel momento in cui sia il VIX che il VVIX incrociano al rialzo la banda superiore di bollinger. In questo caso si prospetta una fase di volatilità elevata ed instabile.
E’ facile notare come in corrispondenza di questi valori, il mercato tenda a “respirare” e ritracciare.
Da inizio settembre è possibile apprezzare la tendenza in crescita del VIX.
Il Put/Call ratio esprime il rapporto tra il volume delle opzioni Put e Call. Esso può assumere valori superiori o inferiori ad uno.
Livelli di quest’indicatore superiori ad 1 esprimono un maggior volume di opzioni PUT (Opzioni di vendita, visione “non rialzista” del mercato).
Valori inferiori ad 1 indicano un maggior volume di opzioni Call (Opzioni di acquisto, visione “non ribassista”). In condizioni di normalità e per operazioni long, preferisco l’indicatore su valori inferiori ad 1 o decrescenti. Possiamo notare come in corrispondenza dei recenti ribassi del mercato, il Put/Call ratio abbia raggiunto il valore di 1,12. In piena crisi Covid addirittura il rapporto 1,8.
Infine valuto la forza relativa tra lo SPY ed il gold. In uno scenario ottimale, preferisco vedere la forza relativa dell’azionario maggiore rispetto a quella dell’oro, con l’indicatore crescente o in recupero rispetto ad un precedente minimo. Le fasi nelle quali il gold è più forte dell’azionario, potrebbero essere indicative di un clima di maggior preoccupazione da parte degli operatori.
Situazioni nelle quali 3 o più indicatori si trovano nella condizione ottimale, determinano una valutazione di “Risk On”.
Qualora i criteri di cui sopra non dovessero essere rispettati, la modalità è Risk Off per operazioni long su azionario.
BITCOIN BTCUSD sotto 50% e minimo di oggi BUYOPP!!è si per ora non si puo credere che i mercti stiano girando in BEAR MARKET, il BTC è un RISK OFF RISK ON signal ...
un buon INDICATORE!!
diciamo che i mercti TUTTI INSIEME COME AL SOLITO dovrebbero ballare ancora un pochino poer pii riprendere la corsa!!!
per ora è rientrato in canale rialzista verde
sotto 37500 rientrerebbe nel ribassista rosso!!!
VEDREMO....
BTC NEGATIVO SOLO SOTTO 30000!!!
BUY OPP!?!?!?
neeeXt!
LUNA/UST - 50% di Fibonacciaggiornamento sull'idea pubblicata precedentemente su LUNA\UST. Come avevo spiegato la quotazione poteva arrivare sulla linea parallela inferiore della pitchfork, dove solitamente si ha un 80% di possibilità di ritornare nella linea mediana, perciò di avere un rimbalzo. in concomitanza siamo su un rintracciamento importante di Fibonacci il 50%.
statisticamente in daily se torniamo indietro, notiamo come una serie di 3candele consecutive rosse, sono successe in data, attorno alla meta di luglio. Da quando si ha avuto un forte Uptrend non si erano ancora viste. perciò la chance di avere una 4candela consecutiva rossa è molto più bassa, guardando anche su che tipi di supporti siamo arrivati; posso ipotizzare che assisteremo ad un rimbalzo. Il timing che uso io, solitamente è dato da una divergenza nell'RSI in questo caso in H4, generalmente un RSI scarico ed in divergenza rialzista da un buon entry point e timing.
perciò unendo tutto quello che ho descritto, il risk reward, da questa posizione è sicuramente migliore delle giornate precedenti con uno Stop sotto la EMA100(Blu) in chiusura di giornata. come zone di resistenza abbiamo il recupero delle linee di fibonacci.
una chiusura daily sopra i 34$, sarebbe un ottima risposta all'azione bearish in atto, dove andrebbe ad annullare ogni dubbio di incertezza.
Non dimentichiamo che a breve, avremo l'aggiornamento Columbus5, che darà un valore deflattivo sull'asset.
Questa è puramente un analisi grafica, fondamentalmente, rimango Bullish su tutto il mondo crypto; ma le manipolazione o i sell off sono sempre dietro l'angolo. Perciò si cerca sempre il miglior risk reward.
BTC rimane il King assoluto, attenzione agli scrolloni che possono portare giù tutto il mercato crypto.
Inizia il contagio Evergrande sui mercati globaliBuongiorno a tutti,
il problema del rifinanziamento del debito da parte delle imprese costruttrici cinesi era iniziato ad emergere gia' a Maggio quando il CBOE China ETF Volatility Index (sopra) aveva iniziato a dare i primi segnali preoccupanti con repentine impennate provocate dall'intensificarsi dell'austerita' da parte del CCP nei confronti di questo settore esageratamente in espansione. La preoccupazione è rimasta circoscritta ai mercati cinesi per 4 mesi ma adesso che il rischio d'insolvenza sta esplodendo il contagio inizia a diffondersi rapidamente anche sui mercati globali con il VIX (sotto) che e' ritornato a dare segnali inequivocabili d'incertezza.
La situazione sta determinando un sentimento di risk-off sui mercati finanziari. Gli investitori si vedono costretti a ritirare i capitali dai mercati a rischio alla ricerca di safe havens anche se in questo momento l'unico bene rifugio disponibile sembra essere il dollaro americano in attesa del meeting della FED di mercoledi'. Il dollaro sembra infatti che stia beneficiando della svalutazione delle Yuan quale misura adottata per contrastare gli effetti della crisi finanziaria in Cina. Il Gold non si sta apprezzando come dovrebbe nonostante le dinamiche di risk-off mentre il Bitcoin sembra soffrire del fatto che alcune stablecoin possano essere esposte al default dei bonds Evergrande.
Spero di essere stato chiaro ma se avete altre idee vi prego di scriverle nei commenti qui sotto.
Queste sono solo idee di trading e non consigli per investire. Per quelle dovete rivolgervi a un professionista perche' io non lo sono. Sono un semplice appassionato.
Un abbraccio a tutti.
Be good!
Cozzamara
IOTA/USD - Entry Long 1,71Dopo il fortissimo impulso avuto recentemente, IOTA ha rintracciato all'incirca fino al 61,80% di Fibonacci (tracciato dall'impulso rialzista) perciò con un RSI che si è scaricato ma comunque rialzista di poco sopra il valore dei 50, e la EMA14 che fa da supporto al prezzo, e considerando che siamo su un ottimo supporto di prezzo (il rettangolo rosso) mi aspetto un rimbalzo che può concludersi con pazienza a 2,15$.Le tre EMA 50-100-200 stanno iniziando ad allontanarsi tra di loro, ed abbiamo una serie di volumi DECRESCENTI nel ribasso.
tutto mi fa pensare ad un ulteriore rialzo.
-Entry 1,71$
-Stop 1,50$
-Take Profit 2,15$
un risk reward elevato, con uno stop appena sotto la candela del giorno di ieri in concomitanza del 61,80% Fibo.
questa è la MIA idea operativa
Non è un consiglio finanziario
Mi farebbe piacere anche la vostra idea
Ovviamente tutto dipende anche dal BTC come alcuni mi fanno presente, manco si scoprisse l'acqua calda!!
Ma il risk reward e la velocità con cui si potrebbe andare a target è maggiore su questo strumento, preferisco fare trading su Crypto che hanno una maggiore forza rialzista e che presentano un trend ben definito.
Mercati ieri in rosso su dati economici poco brillanti e...Mercati ieri in rosso su dati economici poco brillanti e commenti falco della Fed.
A Wall Street si dice:
“Nel ventesimo secolo, gli Stati Uniti hanno subito due guerre mondiali e altri conflitti militari traumatici e costosi; la Depressione; una dozzina di recessioni e periodi di panico finanziario; shock petroliferi; una epidemia di influenza; e le dimissioni di un presidente caduto in disgrazia. Eppure il Dow Jones è salito da 66 a 11.497.”
Warren Buffett
Nell’ultima sessione a Wall Street, l’SP 500 è sceso del -0,58%. Nel momento in cui scrivo questa analisi i futures statunitensi sono positivi: Nasdaq +0,33%, per l’S&P 500 +0,27% e per il Dow Jones +0,22% circa.
Perché il mercato ha chiuso negativo nell’ultima sessione a Wall Street?
Gli indici azionari statunitensi giovedì hanno chiuso nettamente negativi. I dati economici statunitensi usciti ieri sono stati poco brillanti, a questi si sono aggiunti i commenti hawkish/falchi della Fed e tutto questo ha pesato sulla quotazione delle azioni.
C’è stato più di un funzionario della Fed che ieri ha dichiarato che la Banca Federale dovrebbe iniziare a ridurre il QE quest'anno. I loro commenti hanno alimentato un lungo percorso di risk-off azionario e hanno naturalmente alimentato la preoccupazione che il presidente della Fed Powell possa essere altrettanto falco quando parlerà venerdì alla conferenza sulla politica della Fed a Jackson Hole.
Il rendimento del Treasury a 10 anni è sceso di -0,2 punti base arrivando a 1,337%. Praticamente invariato dal giorno prima, ribadisco di fare attenzione al rialzo del Treasury che non è un buon segno per il mercato azionario (forse l'inflazione sta rialzando la testa ), monitorare il Treasury come indicazione di quello che accadrà alle azioni.
I dati economici statunitensi di ieri sono stati negativi per i prezzi delle azioni. Le richieste di disoccupazione settimanali degli Stati Uniti sono aumentate di 4.000 unità arrivando a 353.000, e questo indica un mercato del lavoro leggermente più debole rispetto alle aspettative di 350.000 unità. Il PIL del Q2 degli Stati Uniti è stato rivisto al rialzo al 6,6% dal 6,5%, dato più debole delle aspettative del 6,7%.
Scrivevo prima che i commenti della Fed sono stati falchi/hawkish per la politica della Fed e conseguentemente negativi per le azioni. Il presidente della Fed di St. Louis, Bullard, ha detto che la Fed dovrebbe "darsi da fare" per ridurre il QE, dato che l'economia è in pieno boom e non ha bisogno di altri stimoli. Inoltre, il presidente della Fed di Kansas City George ha detto che la Fed dovrebbe "iniziare" a ridurre il QE e che i rischi della variante delta Covid non dovrebbero ostacolare l'urgenza di rallentare gli acquisti di asset. Inoltre, il presidente della Fed di Dallas, Kaplan, si è detto preoccupato per l'impatto indesiderato dell'acquisto di obbligazioni da parte della Fed, ed è favorevole a che la Fed annunci la sua intenzione di ridurre il QE durante la riunione del FOMC di settembre.
La debolezza dei titoli delle catene di vendita al dettaglio ieri ha condizionato il mercato in misura generale.
Dollar Tree ha chiuso con un calo di oltre il -12%, peggior titolo nello S&P 500. La società ha comunicato che le vendite comparabili del
Q2 sono scese inaspettatamente del -1.2%, più deboli delle aspettative di un aumento del +0.25%, e ha previsto un EPS annuale di $5.40-$5.60, ben al di sotto del consenso di $6.03.
Gap ha chiuso in calo di oltre il -4%.
Dollar General e Ross Stores hanno chiuso in calo di oltre il -3%.
Autodesk ha chiuso in calo di oltre il -9%. La società prevede un EPS rettificato Q3 di $1.22-$1.28, dato più debole del consenso di $1.30.
La diffusione a livello globale della variante Covid delta ha forzato l'inizio di nuovi lockdowns in alcune aree dell'Asia e dell'Australia e preoccupa per l'effetto della crescita economica globale. La media di 7 giorni di nuove infezioni di Covid negli Stati Uniti è salita a un massimo di 7 mesi di 152.429 casi.
In questi giorni sto presentando il PROGETTO One-Shot di agosto.
Segnalo la super performance dei sei titoli oggetto del one shot di agosto.
Rialzo medio del primo giorno dei sei titoli in portafoglio +7,32%.
Vuoi sapere quale è il settore e quali sono i titoli del progetto One shot di agosto contattami adesso!!!
Cosa invece ha aiutato il mercato nell’ultima sessione?
Etsy ha chiuso in rialzo di oltre il +5%. Miglior titolo nello S&P 500 dopo che YipitData (società che fornisce dati ai più grandi hedge fund, fondi comuni di investimento, fondi pensione, fondi di private equity, family office, fondi patrimoniali e fondi di capitale di rischio nel mondo),ha stimato che le vendite lorde di merce del mercato di Etsy del Q3 stavano tendendo sopra le aspettative di consenso.
NetApp ha chiuso in rialzo di oltre il +4%. La società ha presentato entrate nette Q1 di $1.46 miliardi, dato migliore del consenso di $1.43 miliardi, e ha aumentato la sua previsione per le entrate nette dell'intero anno 2022 a +8%-9% da una previsione precedente di +6%-7%.
Salesforce.com ha chiuso in rialzo di oltre il +2%, miglior titolo nel Dow Jones. La società ha presentato entrate Q2 di 6,34 miliardi di dollari, sopra il consenso di 6,24 miliardi di dollari, e ha aumentato la sua previsione di entrate per l'intero anno 2022 a 26,2-26,3 miliardi di dollari, dato migliore del consenso di 26,0 miliardi di dollari.
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
In Asia questa notte i mercati hanno chiuso in maniera mista.
Gli investitori orientali sono in attesa di ulteriori indicazioni sui piani di tapering della Federal Reserve degli Stati Uniti.
Ad influenzare negativamente il mercato ieri in Asia il pullback a Wall Street dopo gli attacchi kamikaze contro civili afgani e truppe statunitensi all'aeroporto di Kabul.
Il discorso di Jerome Powell avverrà oggi nel tardo pomeriggio americano, io credo che sarà quest'anno il più ascoltato di sempre.
Alcuni funzionari della Fed hanno suggerito che il processo di tapering avverrà prima del previsto anche se non è stata fissata una data precisa.
Il mercato è arrivato con uno stato d'animo "risk on" in imminenza di Jackson Hole. Questo mi fa pensare che gli investitori si aspettino un'inclinazione della Fed abbastanza accomodante.
Comunque, il trading con bassi volumi nei mercati obbligazionari di questa settimana suggerisce una cautela latente.
Per quanto quest'anno l'importanza di Jackson Hole possa essere sopravvalutata, non posso negare che la ricerca di chiarezza politica non potrà che favorire il trading nelle prossime settimane.
Se il discorso si rivelerà un non-evento, allora l'attenzione passerà sul rapporto sui posti di lavoro la prossima settimana, che fornirà dati più concreti nel comprendere la linea temporale del tapering.
Cosa pensate che farà il mercato dopo Jackson Hole?
Mi piacerebbe leggere sotto la mia analisi le vostre opinioni.
Comincio io...
secondo me non sarà un nulla di fatto ma una linea sul tapering verrà definita e quindi il mercato reagirà la prossima settimana.
I livelli dei 3 maggiori indici americani dopo l’ultima sessione di borsa sono:
L’ S&P 500 è sceso di 26,19 punti a 4.470,01 per un +0,22%. Il record storico è stato stabilito il 25 agosto.
Il Dow Jones è sceso di 192,38 punti a 35.213,13 per un -0,54%. Il record storico è stato stabilito il 17 agosto.
Il Nasdaq 100 ha perso 90,40 punti, o -0,59%, a 15.278,52. Il record storico è stato stabilito il 17 agosto.
L’indice Russell 2000 rappresentativo delle small-cap ha perso il -1,04%, adesso vale 2.215,90.
Il rendimento del Treasury a 10 anni, che influenza direttamente i tassi di interesse sui mutui e altri prestiti al consumo, ha chiuso a 1,339% dall’1,344% del giorno precedente.
Il valore dell’oro dal minimo di marzo di 1680$ dollari l’oncia ha guadagnato 123$ ed adesso si attesta sui $1.803 dollari.
Il prezzo del Future greggio americano WTI è salito di 1,25 dollari stamattina e in questo momento quota 68,66 dollari al barile.
L'indice di volatilità VIX S&P 500 ieri ha chiuso a 18,84. Il VIX è ritornato verso la parte centrale del range recente delimitato dal massimo di metà luglio di 25.09 e il minimo di fine giugno di 14.10
L'esecuzione di investimenti, posti in essere dovranno essere fatti sotto la supervisione di un professionista di vostra fiducia iscritto all'apposito Albo, saranno quindi a vostro completo rischio, non assumendo personalmente alcuna responsabilità al riguardo. L’operatività descritta è proposta in maniera teorica e allo scopo formativo nei mercati finanziari. L'intento di questa analisi è quindi esclusivamente divulgativo e non costituisce stimolo all'investimento e/o consulenza finanziaria.
WisdomTree Tactical Update - 22.07.2021Wall Street e l’Europa ritrovano l’ottimismo.
Prosegue l'energico recupero del prezzo del petrolio.
Riunione ECB di giovedi’, c’e’ ottimismo su conferma politica monetaria.
La stagione della trimestrali europee entra nel vivo!
Ieri sera, 21 luglio, Wall Street ha replicato il robusto rialzo di martedì 20: Dow Jones +0,83%, S&P500 +0,82%, Nasdaq +0,92% e ancor piu’ marcato il balzo del Russell 2000, +1,74%.
La pubblicazione di relazioni trimestrali molto brillanti ha favorito acquisti su un ampio spettro di settori. Ottimi numeri da Verizon, Johnson & Johnson, Coca Cola e United Airlines: quest’ultima prevede di tornare a fare profitti, pur nell’incerteza dovuta alle nuove varianti COVID-19.
A livello settoriale, i guadagni piu’ rilevanti li hanno segnati le azioni dei comparti energia, +3,5%, e bancari/finanziari, e tecnologia, +1,2%, mentre le utilities, tema preferito nella fasi di “risk-off”, sono state vendute, -1,1%.
A far passare in secondo piano le preoccupazioni sulla pandemia, oltre alla reporting season partita col piede giusto, vi e’ anche la diffusa convinzione che la Fed (Banca Centrale Americana), potrebbe spostare in avanti l’inizio del “tapering”, dato il contesto incerto sul piano sanitario ed il parziale rientro dell’allarme inflazione&tassi.
Dopo una settimana dall’avvio della pubblicazione dei risultati trimestrali, oltre l’80% delle società dello S&P 500 avrebbe battuto le stime (Fonte Bloomberg), testimoniando la bonta’ della fase espansiva dell’economia e la capacita’ delle aziende di giovarsene appieno.
Gli investitori sembrano voler premiare, di giorno in giorno, le azioni di quelle societa’ che non deludono le attese e che mostrano la capacita’ di realizzare crescita profittevole, cioe’ di fatturato e piu’ che proprzionalemente di margini.
Al ritrovato ottimismo degli investitori hanno contribuito anche le dichiarazioni del Presidente Usa Joe Biden, che si e’ detto allineato alla Fed sul tema dell’inflazione, giudicandola transitoria e non strutturale.
Il clima di ritrovato ottimismo si riscontra anche nella mattinata positiva di oggi, 22 luglio, per le Borse europee, all’indomani di una delle migliori sedute dell’anno: ieri l'Indice EuroStoxx 50 ha segnato +1,8%, col FtseMib italiano a +2,36%, maggior variazione giornaliera da quattro mesi.
Il ripristino del “risk-on mood”, cioe’ della ricerca d migliori ritorni accettando un maggiore rischio, ha innescato vendite di asset percepiti come “sicuri”, proprio quelli su cui si erano scatenati gli acquisti lo scorso lunedi’ 19. Insomma, i mercato sono alquanto erratici, ma di base convinti a scommettere su un futuro prospero e premiante.
Ad esempio, il rendimento Treasury Usa 10 anni, e’ risalito stamani a 1,30% (ore 12.30 CET), 16 bps sopra i minimi di martedì di +1,14% e l'oro è sceso sotto ai 1.800 Dollari/oncia.
Un po’ diversa la situazione in Europe, dove il mercato dei Governativi sconta il clima di attesa per la Riunione della BCE (Banca Centrale Europea) di oggi, 22 luglio. Il BTP decennale italiano rende un misero +0,69%, attorno ai minimi da marzo, il suo omologo Bund tedesco -0,39%, per uno spread di 108bps.
Il prezzo del petrolio è in ascesa anche oggi, 22 luglio, rafforzando il rimbalzo di quasi il 5% di ieri: il WTI (West Texas Intermediate), scambia a 71 Dollari/barile, +1,1% (ore 12.30 CET).
L'ottimismo di Wall Street ha dato una mano dalle Borse asiatiche che stamattina, mettendo da parte i timori per il Covid, sono tutte salite. Chiusa la Borsa giapponese per festivita’, segnaliamo che il KOSPI coreano e’ avanzato del +1,1%, l'ASX 200 australiano del +0,9% e l’Hang Seng di Hong Kong addirittura del +1,7%.
Poco variati i listini cinesi “continentali”, col China Composite di Shanghai a +0,2% e Shenzhen a +0,18%.
Il cambio Euro/Dollaro, pressoche’ invariato, si muove attorno ai minimi da aprile attorono a 1,179, attendendo l’esito della riunione in corso dell’ECB (Banca Centrale Europea), dal quale gli investitori si attendono rassicurazioni sul proseguimento della politica monetaria espansiva, dati anche gli accresciuti rischi nuovi rappresentati dalla variante Delta. Molta attenzione sarà riservata alla definizione del “nuovo obiettivo simmetrico” per il target 2% dell’inflazione e alle prospettive di crescita economica.
Il bitcoin, tornato a quota 32.000 Dollari (ore 12.30 CET) prova a recuperare, dopo che alla conferenza “B World”, in cui si e’ discusso il futuro della valute digitali, sia il fondatore di Tesla e di SpaceX Elon Musk, che il CEO di Ark Investment Management Cathie Wood, hanno dichiarato la propria fiducia verso il bitcoin.
L’apertura e la mattinata europee vedono progressi medi dei listini azionari attorno al + 1,1%, trovando conforto anche dai future americani, a loro volta ancora in progresso.
Informazioni importanti
Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
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Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
WisdomTree Tactical Update - 20.07.2021
La variante Delta minaccia la ripresa. Borse in forte calo.
Scendono prezzi del petrolio e di tutte le materie prime. Bye-bye inflazione?
Precipitano i rendimenti dei Govies: Bund 10anni -0,42%, Treasury Us 1,16%.
Attesa febbrile per la riunione ECB di giovedi’ 22.
Ammesso che fosse “tanto attesa”, la correzione di ieri sui mercati e’ stata memorabile.
I mercati azionari ed obbligazionari hanno svoltato con decisione verso l’avversione al rischio (“risk-off”) mettendo implicitamente in discussione l’efficacia dei vaccini, la prospettiva di ripresa economica, il ritorno dell’inflazione e di tassi di interesse piu’ alti.
Evidentemente piu’ allarmati dal numero assoluto di nuovi contagi (di nuovo alti), che dalle ospedalizzazioni e dei decessi (ancora bassi), a soffrire maggiormente dei potenziali effetti della variante Delta sono stati titoli ciclici legati alla circolazione delle persone, al turismo, hotelleria, ristorazione ma, a ben vedere, nulla si e’ veramente salvato dalla furia delle vendite, compresi i titoli della tecnologia.
La frana delle Borse europee, in chiusura di seduta ieri, 19 luglio, e’ evidente, col -2,7% dell’Eurostoxx50 e il -2,5% del DAX tedesco e del CAC40 francese. Il Ftse Mib italiano e’ stato il peggiore, -3,3%, alla terza giornata consecutiva di ribassi, che ridimensiona al +7,8% il guadagno da inizio anno.
Umore negativo anche a Wall Street, ma con variazioni meno ampie: l’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso poco sopra i minimi, rispettivamente -1,6% e -1,1%, mentre il Dow Jones ha lasciato sul campo -2,1%.
La marcata avversione al rischio ha investito il mercato obbligazionario, con rendimenti bombardati sia in Italia che in Europa, che vanno ad accentuare l’inedito scollamento tra tasso di inflazione e tassi reali e l’appiattimento delle curve.
Quello del Bund tedesco a 10 anni e’ piombato a -0,42% (ore 14.30 CET), tornando ai livelli minimi di marzo, ma anche il 30 anni tedesco torna verso lo zero di rendimento, incorporando prospettive cupe e deflazionistiche che male si conciliano con i dati di inflazione CPI (Consumer price Index), +5,4% in giugno neli Usa.
Ancora piu’ impressionante il movimento dei Treasury americano, sia per la velocita’ con cui si e’ prodotto che per il livello raggiunto: +1,16% (ore 14.45 CET), quando venerdi’ scorso, 16 luglio, era pari all’1,31%, e la settimana precedente era sopra all’1,4%.
Gli spread con le obbligazioni corporate si sono mediamente allargati, ma senza degenerazioni e con ampie differenzazioni tra gli emittenti/settori.
C’e’ solo parzialmente da gioire se i rendimenti dei BTP siano ulteriormente scesi, con quello del decennale a +0,68%, visto che il contesto di “risk-off” ha portato un allargamento dello spread a 111bps (+5bps sul giono prima).
Infine, come naturale esito di un atteggiamento piu’ prudente, si sono materializzati importanti movimenti sui cambi, col Dollaro, “rifugio di sicurezza”, in apprezzamento a 1,177 Euro, assieme allo yen Giapponese (128,9) e il Franco svizzero (1,084). L’oro gioca le sue carte di bene rifugio e consolida il recente riaggancio di quota 1.800 Dollari/oncia.
Il prezzo del petrolio, complice l’accordo tra grandi Paesi esportatori e la generale presa di profitto sulle materie prime, e’ precipitato del 6% in una sola seduta, col WTI (West Texas intermediate), che si e’ riportato in area 66 Dollari/barile (ore 15.00 CET), quando solo una settimana fa, il 13 luglio, aveva sfiorato i 77 Dollari/barile.
La vigilia della riunione della ECB (Banca Centrale Europea) di giovedì 22 si presenta turbolenta, con alcuni allarmi che si ridimensionano (inflazione, tassi) ed altri che si accentuano (nuova ondata di contagi, lockdown, minaccia alla crescita).
Complessivamente, il clima di crescente preoccupazione, dovrebbe favorire un atteggiamento piu’ “dovish”, cioe’ accomodante, da parte del Consiglio dell’ECB, che dovrebbe dunque confermare tutti gli aiuti, vista che l’urgenza maggiore si dovrebbe spostare dalle misure di contrasto all'inflazione sopra il target, ma in tendenziale raffreddamento, al fornire un’efficace stampella alla crescita economica, minacciata dall’odiosa e metamofica pandemia.
Stamattina, 20 luglio, non sorprende che le borse asiatiche siano state tutte negative, proseguendo il movimento al ribasso del giorno prima, 19 luglio: Nikkei giapponese -0,96% ai minimi del 2021, afflitto dalla crescita dei contagi, proprio all’avvio dei Giochi olimpici.
L’Hang Seng di Hong Kong, -0,84% sintetizza l’atteggiamento di prudenza nel listino “cinese” piu’ diversificato, mentre il listino cinese continentale piu’ importante, il CSI300, ha limitato le perdita a – 0,09%.
Apertura e mattinata in leggero recupero per le Borse europee, ma il primo pomeriggio riduce i guadagni ad un misero +0,20% per l’Eurostoxx50 (ore 15.30 CET).
Apertura incerta, intorno alla parita’, per Wall Street, ma il flusso di trimestrali potrebbe ispirare una price action piu’ dinamica durante la seduta.
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WisdomTree Tactical Update - 19.07.2021Pandemia, la variante Delta ora fa veramente paura. Borse in calo.
Scende ancora il prezzo del petrolio, dopo l’accordo tra Arabia e Emirati.
Il risk off mood fa crollare i rendimenti: Bund 10anni -0,37%, Treasury Us 1,22%.
Molta attesa per la riunione della ECB di giovedi’ 22.
La pandemia non da’ tregua e la rapida diffusione della “variante delta” agita e preoccupa analisti e investitori. La politica e la scienza sembrano, una volta ancora, incapaci di dare una risposta uniforme e veloce. L’azione dei Governi dei vari Paesi interessati e’ molto eterogenea: alcuni scelgono la strada, assai impopolare, di nuove mirate restrizioni, altri tengono duro sul reopening.
Nel Regno Unito, da oggi, riaprono, senza grandi limitazioni, tutte le attività economiche, ma il «freedom day» e’ rovinato dall’impressionante risalita dei casi, ormai attorno a 50 mila/giorno, e dal fatto che il Primo Ministro Johnson ed il Ministro delle finanze Sunak sono in autoisolamento “da protocollo”.
Altro motivo di ansieta’, ormai ineludibile, e’ l’inflazione americana troppo elevata (+5,4% in giugno il dato CPI-Consumer price index), sebbene l’autorita’ monetaria, alias la FED (Federal Reserve, Banca Centrale Usa) si ostini a definirla un fenomeno temporaneo, confermando gli stimoli emergenziali in vigore.
All’incertezza ha contribuito, almeno sino a venerdi’ 16, il livello troppo alto del prezzo del petrolio e la velocita’ con cui e’ salito da aprile in poi. Il fallimento dell’ultima riunione dell’Opec+ (13 Paesi esportatori + partners) aveva innescato una nuova fiammata dei prezzi del WTI (West Texas Intermediate), sino a $ 77/barile.
Un accordo e’ stato infine raggiunto venerdi’ 16 luglio, e prevede di aumentare la produzione mensile a cominciare da agosto e di eliminare i tagli decisi ad aprile 2020 in piena emergenza Covid-19 da settembre del prossimo anno.
Il prezzo del greggio (“WTI crude”) si e’ calmato, e stamane, 19 luglio, ore 12.30 CET, e’ sceso bruscamente a 69,7 Dollari/barile, ai minimi delle ultime 6 settimane. (vedere grafico pag. 2).
Tornando alle chiusure di venerdi’ scorso, 16 luglio, segnaliamo il Ftse Mib italiano a -0,33%, il Ftse100 britannico a -0,06%, il Dax tedesco a -0,57% ed il Cac40 francese a -0,51%. Depressa anche Wall Street: S&P-0,75% e Nasdaq -0,80%, con diffusi realizzi in tutti i settori.
E’ evidente, in questa fase, l’importanza delle scelte delle Banche Centrali Usa ed Europea, visto anche che altri istituti centrali di singoli Paesi hanno deciso variazioni restrittive di politica monetaria.
Da ultime, la Bank of Canada ha ridotto il ritmo degli acquisti di obbligazioni sul mercato (cd Quantitative Easing), mentre anche la Reserve Bank of New Zeland ha anticipato al mercato l’imminente stop del proprio “quantitative easing” emergenziale.
Ovvia la crucialita’ dei prossimi meeting dei banchieri centrali in Europa e negli Usa: il primo sara’ quello della Banca Centrale Europea di giovedì 22 luglio, e sara’ un momento di verifica e conferma delle dichiarazioni delle Presidente Lagarde al Financial Times, pochi giorni fa, sul fatto che questa riunione saebbe stata portatrice di novita’ sul futuro indirizzo di politica economica e monetaria.
Sull’altra sponda dell’Atlantico, Jerome Powell (Chairman della Fed) conferma l’intenzione di mantenere una politica monetaria largamente espansiva, cosa gradita ai mercati, ma sempre piu’ minacciata dall’esuberante crescita dei prezzi, cioe’ dell’inflazione.
La tragedia dell’alluvione in Germania e Belgio sembra, tra le altre ricadute negative, poter avere anche un impatto destabilizzante sul piano politico tedesco, come suggerisce l’impennata di consensi per il partito degli ecologisti (Grunen): un inizio zoppicante per l’era post Merkel.
Non soprende, in questo quadro preoccupato dalla “variante Delta” e del possibile rallentamento della fase di ripresa, la chiusura negativa di molti dei principali listini asiatici: il Nikkei225 giapponese ha perso il -1,3%, spaventato dall’impennata del numero di contagi nella Prefettura di Tokyo (+1.410 casi sabato), l’Hang Seng di Hong Kong il -2,2%, e il Kospi coreano il -1,0%.
Si sono “relativamente salvati” i maggiori indici continentali cinesi, Shenzen e Shanghai, entrambi finiti invariati. Li hanno aiutati le parole del Segretario di Stato americano Janet Yellen, che ha criticato la “linea dura” dell’”epoca Trump” e prefigurato una prospettiva di maggior dialogo, sebbene su temi complessi.
Molto negativa la mattinata delle borse europee, con perdita media in area --2,5% (ore 15,15 CET) e deciso riposizionamento “prudenziale/risk-off” evidente anche sul mercato obbligazionario con il rendimento del Treasury Usa decennale crollato a +1,22% (!!) e quello del Bund tedesco a -0,37%.
Data scarsita’ di dati macro europei, il calendario macro della settimana ha qualche momento rilevante negli Usa, dove saranno pubblicati gli indici PMI (Purchasing manager Index) flash di luglio e i dati sul mercato immobiliare residenziale di giugno.
Informazioni importanti
Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.
Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
WisdomTree Tactical Update - 07.07.2021Dopo il fallimento del meeting Opec+ il petrolio tocca i massimi da 7 anni.
Borse europee e americane sottotono ieri: pesa la corsa del prezzo del greggio.
Dati macro Usa ed europei indicano un rallentamento della crescita.
L’inflazione sembra non fare piu’ paura. Scendono i rendimenti dei Governativi.
Ieri, 6 luglio, Wall Street debole alla riapertura dopo la pausa per l'Independence Day, ha influenzato le chiusure, ai minimi di giornata, delle borse europee. Tra i listini piu’ colpiti quello italiano, col FtseMib a -0,8%.
A parte il tentativo fallito di riagganciare la parita’, la seduta europea ha sofferto i nuovi rialzi record del petrolio, ai massimi da 7 anni, e diversi dati macroeconomici che segnalano indebolimento della fase di recupero delle economie.
L’impressionante ascesa dei prezzi del petrolio, con la sua inevitabile pressione inflazionistica e influenza sulle politiche monetarie delle Banche Centrali, e’ diventato il primario elemento di preoccupazione, specie dopo la spaccatura in seno all’organizzazione Opec+ (13 maggiori esportatori di petrolio + partners) nel fine settimana scorso.
Il WTI (West texas intermediate) ha toccato i nuovi massimi dal 2014, prima di ridimensionarsi leggermente nel pomeriggio di ieri. Stamane, 7 luglio, allunga di nuovo a 74,7 Dollari/barile, +1,8% (ore 12.00 CET).
Sullo scenario di inflazione e tassi sara’ interssante leggere i verbali dell’ultimo FOMC (Federal Open market Committee) della FED (Banca Centrale Americana) del 16 giugno scorso, che verranno pubblicati questa sera.
Andamento in calo, ma senza drammi, anche a Wall Street, dopo le chiusure record di venerdì 2 luglio: il Nasdaq è riuscito a chiudere in positivo, +0,17% e l’S&P500 limitare i danni al -0,2% dopo aver sfiorato il -1%. Oltre all’impennata del prezzo del petrolio, ha pesato la pubblicazione di indici Pmi e Ism in calo, e sotto le stime.
L’indice ISM dei servizi negli Usa, a giugno, ha corretto rispetto al massimo storico del mese prima, in misura piu’ marcata delle previsioni: 60.1 da precedente 64.8 e stime per 63.5, con cali di tutte le componenti. I new orders hanno perso 1.8 punti a 62.1, ma la business activity ben -5.8 punti a 60.4, e quella di “employment” -6 a 49.3. In sintesi, si conferma una crescita elevata dell’attività, come testimoniano i “new orders” ma il picco della crescita sembra ormai alle spalle.
Positivo, invece, l’andamento delle retail sales in Eurozo nadi Maggio, sopra le attese, con +4.6% dal precedente -3.9% e stime per +4.3%.
Sul versante asiatico cresce la preoccupazione per le iniziative del governo di Pechino volte ad inasprire le regole per le Società cinesi che puntano alla quotazione all'estero (spesso negli Stati Uniti) e quelle dell’iter di approvazione delle offerte pubbliche iniziali, con l’obbiettivo ultimo di contrastare «una crescente illegalità nel mercato dei capitali» ed il mancato rispetto delle regole nell’utilizzo dei dati.
Come dicevamo, sia gli ordini all’industria tedesca del mese di maggio, -3,7% congiunturale, atteso a +0,9%, che l’indice Zew di luglio, sono stati sotto alle aspettative. Spicca il netto peggioramento della componente expectations, 63.3 da 79.8 e stime di 75.2, mentre migliora il giudizio sulla situazione corrente: 21.9 da -9.1 e stime per 5.5.
Il mercato obbligazionario ha vissuto una giornata di forte “risk-off”, coi rendimenti dei Treasury Usa in crollo verticale: quello sul 10 anni ha perso 7 centesimi a 1,35% e quello sul 30 anni e’ sceso sotto la soglia del 2%.
I rendimenti dei governativi Europei sono scesi, con la “carta” Italiana e Portoghese ad avvantaggiarsene di piu’, e lo spread BTP-Bund decennali e’ tornato a 100 bps, col rendimento del BTP 10 anni parametro a +0,73%.
Al movimento di risk-off del mercato obbligazionario si e‘ associato, come spesso accade, l’apprezzamento del Dollaro, che stamani, 7 luglio, si avvicina a 1,182, massimi da inizio aprile.
Sul versante domestico italiano, segnaliamo l’ottimismo circa la prospettiva di ripresa emerso nella Relazione all’Assemblea annuale dell’ABI, dove il Governatore della Banca d’Italia (Banca centrale Italiana) Visco ha elogiato la capacita’ di ripresa ialiana, avvalorando le stime di Bankitalia che vedono una crescita del GDP al 5% per il 2021.
Visco ha dichiarato che le banche italiane hanno mostrato un’elevata capacita’ di contrasto all’impatto del COVID-19, reagendo molto meglio che nella crisi del 2009- 2012, pur riconoscendo l’esistenza di sintomi di aumento dei crediti ammalorati.
Stamattina, 7 luglio, le maggiori borse asiatiche hanno segnato frazionali cali, risentendo delle chiusure di WS e dell’Europa. Invece, le piazze finanziarie Europee, con un rialzo medio del +0,5%, sembrano voler recuperare la correzione di ieri. Tra i metalli preziosi, segnaliamo il ritorno dell’oro sopra i 1.800 Dollari/oncia.
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Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
EURCAD schema completo, ora si può andare alle stelle (RR 1:80)Una bella schematica in double bottom completata con una prorompente rottura dei livelli di resistenza dell'accumulo in atto. Ora vorrei saltare sul treno in JTC (molto molto risky, ma rischio rendimento che vale il tentativo...) oppure più tranquillo sull'imbalance H4 lasciato dal forte impulso precedente. Ci sono parecchie conferme che ho scritto direttamente a grafico...
Analisi di Setup mensile USD/CAD Dopo il breakout del 27 gennaio 2021, il prezzo ha ritestato la trendline dinamica resistenziale il 10 febbraio 2021 . Attualmente potrebbe essere una buona zona di rimbalzo del prezzo per le prossime settimane. Essendo che siamo in un mercato dollaro-centrico. Da tenere d'occhio l'andamento del dxy per capire la direzione futura, cercando di prendere delle zone importanti per entrare a mercato. Il prezzo si trova quasi a ridosso nell'area bassa di swing dei prezzi storici, cio' quindi potremmo aspettarci molta domanda, piuttosto che richieste di contratti in offerta. Le prossime sessioni di mercato saranno importanti per capire la forza relativa del dollaro verde. Siamo in una fase di Risk On dei mercati, proprio perchè i mercati non stanno chiedendo dollari. Sarà giunta l'ora? E' ancora presto per un ritorno di Risk Off dei mercati ? Le prossime settimane saranno cruciali per capire dove il mercato sta per andare.
DISCLAIMER
I contenuti riportati non devono assolutamente essere visti come sollecitazione al pubblico risparmio nè come consiglio operativo d'investimento o servizio di consulenza finanziaria.
L'attività speculativa nel trading comporta rischio economico e chiunque lo svolga lo fa sotto la propria responsabilità.
Si declina quindi qualsiasi responsabilità a carico dell' OM Team
TESMEC - POST AUMENTO DI CAPITALEVorrei proporvi questo titolo, su cui ho fatto un approfondita analisi pre aumento di capitale che si concluderà domani 10 Dicembre 2020 e che vorrei condividere per punti:
A) Descrizione: Tesmec S.p.A. designs, produces, and markets products and solutions for the construction, maintenance, and streamlining of infrastructures relating to the transmission of electrical power, data, and material transport in Italy, rest of Europe, the Middle East, Africa, North and Central America, and BRIC and other countries.
B) Vantaggi competitivi
-Trading at 92.3% below our estimate of its fair value
-Earnings are forecast to grow 82.53% per year
C) Rischi
- Interest payments are not well covered by earnings
- Highly volatile share price over the past 3 months
- Does not have a meaningful market cap (€9M)
D) Analisi della Struttura Finanziaria
- Short Term Liabilities: TES's short term assets (€229.7M) exceed its short term liabilities (€182.8M).
- Long Term Liabilities: TES's short term assets (€229.7M) exceed its long term liabilities (€117.0M).
E) Analisi Debito e Equity
-Debt Level: TES's debt to equity ratio (366.2%) is considered high.
-Reducing Debt: TES's debt to equity ratio has increased from 178.1% to 366.2% over the past 5 years.
-Debt Coverage: TES's debt is not well covered by operating cash flow (3.2%).
-Interest Coverage: TES is unprofitable, therefore interest payments are not well covered by earnings.
F) Principali Azionisti:
8.26%
Quaero Capital SA 8,483,512 €731.3k 0% 0.22%
3.71%
Fideuram Investimenti SGR S.p.A. 3,806,571 €328.1k 0% 0.02%
0.73%
Lemanik Asset Management S.A. 750,000 €64.7k 0% 0.08%
0.23%
Lemanik S.A., Asset Management Arm 239,400 €20.6k 0% 0.01%
0.15%
Ambrogio Dominioni 155,800 €13.4k 0% no data
0.11%
Symphonia SGR 110,000 €9.5k 0% no data
0.098%
Gianluca Bolelli 101,000 €8.7k 0% no data
0.049%
Mediolanum Asset Management Limited 50,000 €4.3k 0% no data
0.021%
BlackRock, Inc. 21,336 €1.8k -7.14% no data
0.011%
Stefano Chirico 11,492 €990.6 0% no data
0.0092%
Caterina Dominioni 9,500 €818.9 0% no data
0.0092%
Lucia Dominioni 9,500 €818.9 0% no data
E' un titolo sottile, con una capitalizzazione di circa 9 mln di euro su cui è facile avvertire la sensazione di manipolazione.
Dal 23 novembre al 10 dicembre si sta svolgendo l'aumento di capitale da 35 mln (35/9=3,88 volte la capitalizzazione attuale), il socio di maggioranza ha comunicato la sua partecipazione all'aumento di sua competenza e all'eventuale conversione dei diritti inoptati per massimi 3,5 mln.
I 35 mln potranno essere impiegati, si legge dal prospetto dell'aumento di capitale in due scenari:
a) scenario favorevole: 35 mln tutti legati a progetti di crescita
b) scenario sfavorevole: 14 mln verranno utilizzati per rimborsare prestiti vincolati a convenant con obiettivi non raggiunti, se gli stessi istituti non accetteranno di venir meno a queste clausole.
Le azioni derivanti da aumento di capitale verranno messe in carico a 0,07 a forte sconto rispetto alla chiusura di riferimento. La chiusura odierna si è attestata a 0,0836 cioè un +19,42% rispetto a 0,07.
Tutti i vertici aziendali compresi i loro congiunti hanno partecipato all'aumento di capitale di loro competenza, convertendo i diritti in azioni.
Il mercato sembra per il momento premiare il titolo, sarà fondamentale verificare che questo premio venga mantenuto anche al termine della settimana.
L'analisi tecnica per quanto possa valere in un contesto come quello appena descritto ci fornisce un livello chiave: 0,0824 che è il poc degli ultimi due giorni, due giorni in cui i volumi sono stati particolarmente elevati.
In base ai seguenti calcoli (da rettificare al termine):
Data Point Source Value
Valuation Model 2 Stage Free Cash Flow to Equity
Levered Free Cash Flow Average of 1 Analyst Estimates (S&P Global) See below
Discount Rate (Cost of Equity) See below 22.0%
Perpetual Growth Rate 5-Year Average of IT Long-Term Govt Bond Rate 2.0%
An important part of a discounted cash flow is the discount rate, below we explain how it has been calculated.
Calculation of Discount Rate/ Cost of Equity for BIT:TES
Data Point Calculation/ Source Result
Risk-Free Rate 5-Year Average of IT Long-Term Govt Bond Rate 2.0%
Equity Risk Premium S&P Global 10.0%
Machinery Unlevered Beta Simply Wall St/ S&P Global 1.03
Re-levered Beta = 0.33 +
= 0.33 + 12.949
Levered Beta Levered Beta limited to 0.8 to 2.0
(practical range for a stable firm) 2
Discount Rate/ Cost of Equity = Cost of Equity = Risk Free Rate + (Levered Beta * Equity Risk Premium)
= 1.95% + (2 * 10.04%) 22.03%
Discounted Cash Flow Calculation for BIT:TES using 2 Stage Free Cash Flow to Equity
The calculations below outline how an intrinsic value for Tesmec is arrived at by discounting future cash flows to their present value using the 2 stage method. We use analyst's estimates of cash flows going forward 10 years for the 1st stage, the 2nd stage assumes the company grows at a stable rate into perpetuity.
BIT:TES DCF 1st Stage: Next 10 years cash flow forecast
Levered FCF (EUR, Millions) Source Present Value
Discounted (@ 22.03%)
2021 19,4 Analyst x1 15,9
2022 21 Analyst x1 14,1
2023 23,4 Analyst x1 12,88
2024 25,08 Est @ 7.17% 11,31
2025 26,48 Est @ 5.61% 9,79
2026 27,68 Est @ 4.51% 8,38
2027 28,71 Est @ 3.74% 7,13
2028 29,63 Est @ 3.2% 6,03
2029 30,47 Est @ 2.83% 5,08
2030 31,25 Est @ 2.56% 4,27
Present value of next 10 years cash flows €94
BIT:TES DCF 2nd Stage: Terminal Value
Calculation Result
Terminal Value FCF2030 × (1 + g) ÷ (Discount Rate – g)
= €31,253 x (1 + 1.95%) ÷ (22.03% - 1.95% ) €158,68
Present Value of Terminal Value = Terminal Value ÷ (1 + r)10
€159 ÷ (1 + 22.03%)10 €21,67
BIT:TES Total Equity Value
Calculation Result
Total Equity Value = Present value of next 10 years cash flows + Terminal Value
= €94 + €22 €115,67
Equity Value per Share
(EUR) = Total value / Shares Outstanding
= €116 / 103 €1,13
BIT:TES Discount to Share Price
Calculation Result
Value per share (EUR) From above. €1.13
Current discount Discount to share price of €0.086
= (€1.13 - €0.086) / €1.13 92.3%
1,13/6 = 0,18 euro per azione
Questa ultima rettifica è da fare in virtu del nuovo numero di azioni in cirolazione post aumento che passerà da 100 mln circa a 600 mln circa
Il fair value per azione è pari a circa 0,18 euro dando per assodato i tassi di attualizzazione , e gli utili futuri.
Eventuali variazioni di questi due parametri (eventuali ordini inattesi, ovvero ordini già considerati che possono essere cancellati), shock sui mercati dei titoli obbligazionari, rimetterebbero in discussione tutto questo calcolo.
ANALISI SCRITTA A SOLO SCOPO DIDATTICO PER VALUTARNE A POSTERIORI (12/18 MESI) LA SOLIDITA' DELLE TEORIE DI ANALISI FONDAMENTALE UTILIZZATE. NON VUOLE ESSERE IN ALCUN MODO UNA SOLLECCITAZIONE AD PRENDERE DECISIONI DI INVESTIMENTO (CHE PER ALTRO RISULTEREBBERO TARDIVE).
Lo S&P500 forse ci sussurra qualcosa di shortL’indice sul grafico weekly mostra una risalita dai minimi relativi di marzo senza eccessi sugli oscillatori. Nel caso del RSI su 14 periodi non ha raggiunto il valore di 70. A contorno, si nota un calo progressivo dei volumi.
La sintesi è quella di un quadro divergenziale con prezzi che segnano massimi crescenti e volumi ed RSI che rispondono con massimi decrescenti. Il contatto con il massimo storico pre-Covid avvenuto nella penultima settimana di agosto è avvenuto in modo molle come certificato dai timidi volumi. Volumi che sono invece aumentati in modo significativo la settimana successiva permettendo ad una buona fetta del mercato di prendere profitto dal brillante movimento degli ultimi mesi.
Il movimento si è arrestato in perfetto stile da manuale del bravo trader: contatto dei prezzi con la sma25 nonché precedente massimo relativo che ha fatto da supporto e a rincarare la dose hanno formato una pin bar in un’area che rappresenta il primo livello di ritracciamento di Fibonacci. La candela di inversione ha fatto egregiamente il suo lavoro spingendo i prezzi di nuovo in area massimi storici fino alla chiusura di venerdì scorso.
Cosa ci lascia in dote l’ultima ottava? Un discreto materiale su cui ragionare. Innanzitutto è saggio tenere presente il contesto di divergenze prima citato che personalmente tendo sempre a non contraddire perché, soprattutto quando si protrae per tanto tempo, alla fine produrrà i suoi effetti. Quando e con che profondità non è dato sapere ma solo intuire leggendo costantemente i prezzi a caccia di qualche segnale che possa farci pensare che sia giunta l’ora. E quando dovesse concretizzarsi occorre farsi trovare pronti per prendere quanto più ci è possibile dal movimento che ci offrirà.
Ciò premesso, notiamo innnanzitutto un potenziale doppio massimo. A sostegno dell’ipotesi abbiamo la formazione di una candela di incertezza (doji) e volumi più bassi del precedente apice che ha segnato i massimi storici. Inoltre potremmo essere di fronte ad una formazione 1-2-3 high con l’ultima candela che si candida a segnare il punto tre della costruzione. Con questo quadro, sono possibili a mio avviso due idee short:
1) Se fossimo in presenza di un doppio massimo in formazione si potrebbe vendere la rottura del minimo della candela di venerdì e sperare che i prezzi ritestino area 3.250, livello 23% di Fibo e supporto statico del precedente massimo relativo, dove potremmo mettere il take profit. Mettendo uno stop sopra il massimo della settimana scorsa l’operazione avrebbe un adeguato risk/reward.
2) Se fossimo in presenza di un 1-2-3 high in formazione, la “regola” vuole che si attenda la rottura del punto 2 con stop sopra il punto 3. Tuttavia personalmente preferisco anticipare l’operazione vendendo la rottura del minimo del potenziale punto 3 e prendere profitto al contatto col punto 2. In questo caso l’operazione avrebbe lo stesso identico settaggio del caso del doppio massimo.
La logica alla base delle due idee operative è rappresentata da un’unica motivazione: evitare di decidere quando sopra le nostre teste stanno decidendo le “mani forti”. Infatti il minimo del punto 2 (1-2-3 high) è un livello che come si dice “vedono tutti” e questo diventa un perfetto terreno di caccia dove le prede sono i traders retail.
Sotto ai 3.200 punti possiamo immaginare gli ordini di vendita di tutti coloro che rialzisti hanno acquistato il rimbalzo sopra quest’area e che hanno gli stop sotto di essa. Ma anche di coloro che stanno attendendo di vendere la rottura di questo livello. La forza che avrà questa pressione al ribasso dipenderà da quanto forte sarà eventualmente l’azione dei compratori.
Ecco, semplicemente possiamo in questo caso tirarci fuori da questa disputa se siamo disposti a prenderci come quantità di rischio, con opportuno risk e money management, l’ampiezza della candela di venerdì scorso.
Se lo scenario su descritto dovesse concretizzarsi, oltre ad avere preso profitto dal movimento in giù avremmo mani libere per valutare un eventuale ulteriore short sotto area 3.200 attendendo un chiaro segnale tecnico (magari un pull back) oppure ponendoci al rialzo su tenuta del supporto dei 3.200 sposando anche qui un chiaro segnale tecnico.
USD/JPY vs GOLD: considerazioni generaliCiao a tutti,
condivido qui alcune considerazioni generali sui movimenti che si sono sviluppati a partire dallo scoppio della pandemia fra la coppia USD/JPY e Gold.
Le correlazioni nel mercati vanno e vengono ma in questo caso e' da notare come abbiano preso forma evidente durante lo scoppio della pandemia fino all'intervento della FED quando il 23 Marzo Powell ha annunciato QE illimitato.
Il 6 Maggio ho pubblicato un post su quella che poteva sembrare una correlazione interessante far il movimento degli indici azionari e il metallo prezioso. Infatti dopo l'intervento della FED sia l'oro che gli indici hanno iniziato a salire entrambi.
Tuttavia questo movimento apparentemente uguale potrebbe nascondere un'indicazione interessante per poter capire se siamo in un mercato Risk-On o Risk off.
La crisi pandemica ha decretato la fine del bullish market dell'ultimo decennio e probabilmente l'inizio di un periodo bearish (speriamo di breve durata). In questo contesto il rimbalzo degli indici stimolato dalla FED si potrebbe definire "Bear Rally".
Per quanto riguarda l'apprezzamento del Gold invece, ci troviamo in un contesto di "beni rifugio" di fronte a una potenziale crisi economica peggiore di quella del 2008. Da questo punto di vista il movimento del Gold dal 23 Marzo si potrebbe definire "Bull Run".
Se consideriamo la terminologia, la "Bull Run" ed il "Bear Rally" potrebbero volerci indicare due scenari diametralmente opposti, cioe' Risk-Off (nei mercati azionari) e continua fuga di capitali nei beni rifugio.
A supporto di questa teoria si potrebbe analizzare cosa potrebbe succedere nel mercato degli US Treasuries visti i volumi previsti in emissione.
Un saluto
Cozzamara
Qui sotto il link al post del 6 Maggio






















