BTC: sesto update - vendiamo per ricomprare ad un miglior prezzoBuongiorno,
Aggiorniamo dopo l'ultima pubblicazione di inizio Dicembre 2023.
Il mercato ha raggiunto la zona di vendita confermando le aspettative di un ciclo bull di lungo termine.
Abbiamo raggiunto il target dinamico viola, dopodichè abbiamo avuto una fase di lateralizzazione e combattimento fra tori ed orsi, culminata nel massimo toccato a quota 49.000$ in prossimità del target dinamico interno azzurro e alla 300esima estenzione del target macro.
Da lì il mercato, dopo aver preso forse l'ultimo livello di liquidità, ha iniziato a scendere.
Il primo indizio short è la rottura del RT azzurro, per cui il primo trade possibile che vedo (ancora non troppo confermato, ma fattibile utilizzando un buon risk management) sarebbe lo short in zona 45.000$ in prossimita del 61.8 della prima area di vendita interna (rossa), con sovrapposizione del target dinamico celeste.
Se funzionerà, il target è in zona 32.000$/27.000$ dove sarebbe poi la zona ideale per ricomprare.
Vedremò se sarà tutto cosi bello oppure no.
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EURUSD : E' tempo di valutare un ingresso short!Buongiorno traders, l'EUR/USD ha saldamente mantenuto il suo trend al ribasso e si è ritirato verso minimi multi-settimanali nella zona di 1.0820, in mezzo a crescenti segnali di debolezza pre-ECB. Guardando il grafico a 4 ore, la coppia sembra aver superato la fase consolidativa. Detto questo, il primo livello di supporto sarà intorno a 1.0821 prima di 1.0723. Tentativi rialzisti, d'altro canto, dovrebbero cercare un test della SMA a 200 a 1.0920, seguito dalla SMA a 100 a 1.0930 e poi 1.0998.
La continuazione del forte bias di acquisto del dollaro ha mantenuto l'appetito per il rischio sotto controllo e spinto l'indice del dollaro statunitense (DXY) a un nuovo massimo annuale intorno a 103.80, aiutato anche dai rendimenti statunitensi più alti, specialmente nella parte centrale e lunga della curva e dall'attuale ambiente di risk-off. Alla luce dell'imminente evento della BCE, è interessante notare che i partecipanti al mercato hanno già incorporato circa 120 punti base di tagli dei tassi per l'anno in corso, e c'è un crescente dibattito tra i partecipanti al mercato e i responsabili delle decisioni della BCE riguardo al momento in cui la banca centrale deciderà di avviare una riduzione del tasso di politica nella regione. Nonostante l'inflazione superi l'obiettivo fissato dalla Banca Centrale Europea, i responsabili delle decisioni in Europa sembrano propensi a mantenere un approccio cauto, anche se i fondamentali economici deboli nella regione limitano il potenziale di rafforzamento della valuta europea.
La situazione si prospetta calda per il dollaro; il mercato oggi ha rotto una doppia zona di domanda a H4 e ora potrebbe ritracciare sul livello del 62% di Fibonacci nella zona di offerta al livello 1.0884 prima di cercare liquidità su uno swing low al livello 1.0750. In caso di ritracciamento, sarà fondamentale valutare un ingresso, possibilmente verso la fine della sessione di Londra, magari a seguito di un cambiamento strutturale ribassista per confermare la nostra visione. Un saluto a tutti e buon trading.
Azionario, ogni giorno nuovi massimi In attesa di ricevere ancora dati sulle trimestrali delle aziende, del Pil e delle spese dei consumatori, i mercati azionari Usa proseguono nella loro lenta ma inesorabile salita, con mezzo mondo che resta a guardare incredulo le performance dei listini statunitensi.
Wall Street, ieri, ha chiuso con il Dow Jones ha chiuso a +0.36% mentre l’S&P ha fatto registrare un + 0.22%. Anche il Nasdaq ha chiuso positivo con un +0.32%. Tra le trimestrali spicca il 6% di United Airlines dopo i risultati positivi, che hanno contribuito a sollevare tutto il comparto delle altre compagnie aeree.
Negli altri mercati e asset, a dire la verità ieri, non è accaduto granché, questo va ricordato, con i rendimenti dei titoli di stato Usa sotto al 4.1%, mentre sui cambi pochissimi movimenti e bassa volatilità.
BOJ, TASSI FERMI E POLITICA INVARIATA
La Boj ha lasciato i tassi invariati a -0.1% così come quelli dei rendimenti dei titoli decennali intorno allo 0%, con voto unanime, e mantenendo anche aperto il Qqe che però non ha causato la caduta dello Jpy, che, seppur inizialmente era sceso con UsdJpy tornato sopra quota 148.60, poi si è leggermente ridimensionato. Ora il prezzo naviga intorno a 148.15 area, stabile in mezzo al trading range della notte.
Sempre per quanto riguarda la decisione della Boj, bisogna ricordare che la banca centrale ha tagliato le stime sull’indice dei prezzi al consumo, portandole al 2.4% rispetto alla precedente rilevazione di +2.8%, e spiegandone il calo attraverso la discesa dei prezzi del greggio come principale motivazione.
Per il 2025 la Boj si aspetta una inflazione intorno all’1.8%. Tagliate anche le previsioni del Pil all’1.8% nel 2023 rispetto al +2% atteso e al +1.2% per l’anno in corso. Ueda ha dichiarato di non vedere alcuna necessità immediata per modificare l’atteggiamento accomodante attuale. La borsa giapponese ha reagito positivamente, trascinando con sé gli altri mercati asiatici.
VALUTE POCO MOSSE
Pochi movimenti sui cambi, con l’EurUsd nel trading range di 40 pip e candele inside di compressione di volatilità. La ragione è legata all’incertezza che continua a regnare relativa alle tensioni internazionali che sostengono il dollaro come asset rifugio, mentre sugli altri mercati, questa tensione latente si sente meno.
Il Cable, anch’esso stabile in pochi pip tra 1.2690 e 1.2735. EurGbp ancora sotto pressione a ridosso del supporto di 0.8550, incapace di violare 0.8585 area. EurJpy in consolidamento tra 160.50 e 161.50. Franco svizzero stabile contro euro a 0.9450 così come rispetto al biglietto verde, con oscillazioni contenute in 30 pip tra 0.8670 e 0.8700.
Oceaniche tendenzialmente ancora deboli ristretto range e con volatilità compresa tra lo 0.40 e 0.50 per cento. Dello Jpy abbiamo già detto nel paragrafo relativo alla decisione della Boj.
YUAN IN RECUPERO
Sempre relativamente i cambi, segnaliamo che lo Yuan si è apprezzato del 7% sul dollaro, dopo che la Pboc ha promesso di stabilizzare i mercati dei capitali. Sembra che il Governo voglia aiutare a sostenerlo attraverso la distribuzione di 2 mila miliardi di Yuan, pari a circa 280 miliardi di dollari, distribuiti su conti offshore, per acquistare azioni e risollevare la borsa.
Si tratta evidentemente di una iniezione di liquidità pari ad un taglio del costo del denaro. UsdCnh sceso da 7.23 a 7.17 in 4 sedute, un movimento chiaro che va nella direzione del risk on. Seguirà anche il UsdJpy?
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
DAILY OUTLOOK del 19.01.2024 – 🔴 SE CALANO I RENDIMENTI REALI - MARKET BACKGROUND
Sebbene gli ultimi dati sull’inflazione nel mondo occidentale stiamo mostrando il tanto temuto colpo di coda, non possiamo negare che questo 2024 resta l’anno dei tagli tassi o almeno cosi viene atteso dagli investitori che guardano quindi con fiducia al futuro secondo semestre del 2024 come l’inizio di un nuovo ciclo.
Facciamo notare che gli attuali rendimenti reali obbligazionari sono in diversi paesi positivi e questo ha garantito dei buoni flussi di capitale che tuttavia potrebbero rapidamente svanire se l’inflazione dovesse calare ed il costo del denaro dovesse essere tagliato. In questo scenario di un 2024 che porta il rendimento netto neutro se non negativo, molti investitori potrebbero scegliere di spostare liquidità sul comparo azionario, visto come favorito nella caccia ai rendimenti in fase di risk on.
Il mercato come sempre sconta in anticipo questi scenari pertanto le buone quotazioni dei giorni scorsi possono essere letti come opportunità per rientrare long nel mercato azionario.
I dati di questa mattina hanno evidenziato la debolezza della congiuntura macroeconomica UK, con le vendite al dettaglio in forte calo, passando da un +0.2% ad un -2.45 raggiungendo i livelli vissuti in pandemia del giugno 2020. Le pressioni di politiche economiche e fiscali inizia a dare i primi segnali e sebbene la fase recessiva per ora sembra essere scampata, un prolungato periodo di tassi alti potrebbe mettere a rischio la tenuta dell’economia UK.
Non da meno i dati sull’inflazione in Giappone vissuti questa mattina, che mettono in luce la difficoltà in Asia di trovare ripartenze strutturali dei prezzi tali da giustificare cambi di rotta da aprte della BOJ. Il dato Core YoY passa al 2.3% dal precedente 2.5%, restano in calo tutte le voci di lettura dell’inflazione per questa rilevazione.
- FX
Il mercato valutario porta a chiusura una settimana di forza di dollari che solo sul termine del periodo in esame trova storni tecnici dovuti. Il baske usd segna un +2.03% medio, a far male resta lo yen giapponese che affonda con un -1.0% medio. La giornata si apre con le vendite di sterline dovute ai dati sulle vendite al dettaglio sopra citate che portano ad un perdita media del -0.27% per le sterline contro le altre majors, con il cambio principe gbpusd fanalino di coda con un -0.16%.
Interessante a nostro avviso da monitorare usdjpy che si riporta sui livelli di massimo di 149.00 con interessanti divergenze ribassiste, che tuttavia devono trovare conferme nelle dinamiche di price action con strutturali break out dei minimi di 147.60 supporto di breve periodo per puntare ad approdi di 146.40-50
- EQUITY
L’azionario si divide tra Europa ed America, con i listini Usa che si portano verso i nuovi massimi storici , mentre il DAx faro europeo resta indietro in trappolato in una struttura Flag laterale Ribassista che evidenzia resistenze a 16780-16800 pnt. i supporti di 16440 sembrano per ora lontani. la ricerca dei nuovi massimi passa per il superamento delle resistenze sopra citate per allunghi verso 17000 pnt.
- COMMODITIES
Per le commodities oggi esaminiamo il gold, migliore tra i metalli, seppur intrappolato una struttura ribassista chiara, che spinge ra le quotazioni a 2032$. I minimi di 2004$ sembra ora lontani e la spinta intray rialzista sembra voler portare le quotazioni verso i massimi di 2050$, ma ricordiamo la pesante stagionalità ribassista di questo asset a partire da inizi febbraio che potrebbe incidere sui rendimenti del metallo gialllo
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
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DISCLAIMER: Gli investimenti con scambio a margine comportano notevoli rischi economici e chiunque li svolga lo fa sotto la propria ed esclusiva responsabilità, pertanto l’autore della presente sessione didattica non si assume nessuna responsabilità circa eventuali danni diretti o indiretti relativamente a decisioni di investimento prese dal lettore.
Borse in caloContinua, anche senza grande slancio e impulsività, la ripresa del dollaro, sostenuta dal solito refrain dei banchieri centrali, che insistono nel mantenere i tassi ai livelli attuali, senza tagliarli almeno per ora, per sconfiggere definitivamente una inflazione, che ultimamente, è sembrata dare segnali di recrudescenza.
Ma l’altra ragione è che i dati americani, pubblicati ieri pomeriggio e relativi alle vendite al dettaglio, sono apparsi ancora in crescita a dicembre, in aumento dello 0.6%, al di sopra del consensus di +0.4%. Come al solito, notizie macro positive allontanano il taglio dei tassi, generando un risk off sui mercati.
Le principali borse mondiali hanno, in ragione di questo aumento dell’avversione al rischio, (generatosi in seguito alle aspettative degli investitori apparse eccessivamente ottimistiche sul taglio del costo del denaro), corretto al ribasso, anche se l’entità della discesa sembra ancora poco significativa.
Wall Street ieri ha ceduto qualcosa, con il Dow Jones a -0.25%, L’S&P 500 a -0.56% e il Nasdaq che ha chiuso anch’esso a -0.59%, il secondo giorno consecutivo di chiusure in rosso. Infine, il decennale americano ha toccato nuovamente il 4.1% dopo le parole di Waller.
VALUTE
Sui cambi, è proseguita la discesa di EurUsd che è andato al test di area 1.0840-50, livello chiave, al di sotto del quale il livello successivo si trova a 1.0810. Non sembra per ora, che vi possa essere una inversione, al massimo qualche correzione, con possibili pull back in area 1.0900-20, ma il trend sembra ben definito nei grafici a 2 e 4 ore.
Anche il Cable, nonostante i dati sul Pil siano usciti migliori delle attese, sembra orientato a scendere, se non riuscirà a violare l’area di 1.2705-10. Gli obiettivi eventuali sono posti a 1.2530-50. Un’altra super giornata per il UsdJpy che ha rotto 148.00 e ha raggiunto i primi target segnalati ieri a 148.15-20, superandoli e avvicinandosi in serata ai target finali che avevamo ipotizzato essere area 148.75.
Anche UsdCad ha rotto 1.3500 raggiungendo quota 1.3540 da cui ha corretto circa 30 pip. Quindi una giornata ancora pro-dollaro nella quale i cross sono risultati ancora demoltiplicatori di volatilità come EurJpy che ha comunque violato quota 161.00 per effetto di una maggior tenuta di EurUsd rispetto al UsdJpy.
Siamo comunque vicino a dei target per il dollar index, a 103.40 e 103.90, circa lo 0.50% di movimento al massimo dai livelli attuali, prima di una correzione che parrebbe dovuta. Nella notte poi abbiamo assistito a correzioni con il biglietto verde che ha leggermente ripiegato contro tutte le principali valute concorrenti, in un movimento che per ora appare solo come correttivo.
PETROLIO E ORO
Mercoledì i futures sul greggio WTI sono scesi del 2% sotto i 71 dollari al barile a causa delle preoccupazioni sulla domanda futura. La crescita economica della Cina nel quarto trimestre è stata inferiore alle aspettative, mettendo in dubbio le proiezioni di un aumento della domanda cinese che guiderà la crescita globale del petrolio nel 2024. Inoltre, la forza del dollaro statunitense ha smorzato la propensione al rischio degli investitori. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno condotto nuovi attacchi contro i militanti Houthi allineati all’Iran nello Yemen a seguito di un attacco a una nave greca nel Mar Rosso.
Per quanto riguarda l’oro, ci avviciniamo ai punti chiave sui grafici settimanali, supporti interessanti posizionati a 1.995 dollari l’oncia. La correlazione inversa con il dollaro rimane presente e l’eventuale spinta rialzista del biglietto verde potrebbe causare la rottura del supporto richiamato spingendo la discesa anche fino a 1.970, supporto successivo.
DATI MACRO
Il tasso di disoccupazione in Australia, si attesta al 3.9%, invariato rispetto ai livelli di novembre. Il numero di disoccupati è sceso di 8 mila unità a 573 mila, mentre coloro che cercano lavoro a tempo pieno sono diminuiti di 7 mila unità a 367 mila.
L’occupazione è diminuita di 65 mila unità per un totale di 14.2 milioni di lavoratori, deludendo le aspettative di mercato che erano per un incremento di 17 mila. I lavoratori a tempo indeterminato sono quasi 10 milioni, diminuiti di circa 106 mila mentre quelli a tempo determinato sono 4.5 milioni, in calo di 40 mila.
La giornata di oggi prevede l’uscita delle minute della BCE alle 13.30 e in seguito, alle 14.30 sono previsti i jobless claims negli Usa.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
DAILY OUTLOOK del 17.01.2024 – 🔴 IL COLPO DI CODA DELL’INFLAZIDAILY OUTLOOK del 17.01.2024 –
🔴 IL COLPO DI CODA DELL’INFLAZIONE
- MARKET BACKGROUND
Possiamo dire che la BCE aveva ragione! L’inflazione nel mondo occidentale sta confermando il colpo di coda atteso dalla Lagarde e stamattina ancora una conferma dai dati Uk. L’inflazione nel regno Unito sale per la prima volta dopo 10 mesi portandosi su base annuale al +4% dal precedente +3.9%, mentre MoM si attesta al +0.4% dal precedente -0.2%.
Il rialzo dei prezzi viene guidato da tabacco ed alcohol, non di meno le preoccupazioni per una BOE ancora aggressiva salgono, creando aspettative per un delta tasso ancora favorevole per il british pound che stamattina guadagna un +0.71% medio, con il cable che si attesta ad un ottimo +0.31%.
Stamattina la lettura dei dati su Pil e Produzione industriale cinese hanno dimostrato un recupero della congiuntura economica cinese che tuttavia resta ben lontana dai valori ai quali ci aveva abituato attestando il Pil al +5.2% annuo e al +1.0% sul trimetre. I dati positivi tuttavia sostengono i dubbi di come la PBOC potrà sostenere la crescita senza rilasciare ancora risorse nel sistema economico. Un cambio di rotta nelle politiche economiche monetarie cinese diventa quindi difficile da sostenere come ipotesi.
Nella giornata di oggi avremo la lettura ultima dell’inflaizone in eurozona, che dovrebbe attestarsi al +2.9% annuo, confermando quindi un mancato raggiungimento dei target sostenendo la teoria della Lagarde di non poter ancora perseguire un potenziale primo taglio dei tassi.
Non meno importanti i dati USA sulle vendite al dettaglio che potrebbero fornire un quadro più completo dello stato della domanda aggregata , che se dovesse dimostrarsi ancora robusta associata ad un’inflazione ancora vischiosa , potrebbe dare sostegno all’idea di una FED hawkish.
- FX
Il mercato valutario sta vivendo un avvio di settimana all’insegna della forza del dollaro USA che dopo le forti vendite del mese di dicembre,vendite guidate dalla speranza di un primo taglio tassi nel marzo 2024, sembra ora dover fare marcia indietro e dimostrare che le vendite sono state frettolose e troppo aggressive.
Eurusd resta sotto le resistenze prime di 1.0875, con un fascio di medie ribasissta che dimostra ancora un forte trend ribassista di medio periodo, ma le quotazioni faticano oggi a rompere al ribasso i minimi di ieri a 1.0850, trigger chiave per parlare di nuovi affondi ribassisti
Più interessante la sterlina che contro dolari va a l test delle resistenze a 1.27 figura, generando interessanti decorrelazioni con la moneta unica.
Pesanti anche le oceaniche con audusd che resta sotto la mm21 periodi per il 30min dimostrando una forte tendenza ribassista che non da fiato , impedendo il test delle resistenze prime poste a 0.6590-0.66 figura.
- EQUITY
Intense il risk off che domina i mercati in questo avvio di settimana, e le borse europee sembrano ora essere pesantemente colpite dalle vendite, con performance intraday che vanno dal -1.51% in UK dal -0.86% del DaX.
Anche oltre oceano il pre market non brilla, ed i listini USA sono tutti in territorio negativo, confermando un mood di pessimismo che ora , a distanza di circa due settimane dalla prima riunione della FED 2024, sconta l0idea una banca centrale meno accomodante di quanto visto lo scorso dicembre.
- COMMODITIES
Ancora debole il gold, che soffre la forza del dollaro USA e dei rendimenti obbligazionari sovrano che tornano a risalire nella prospettiva di tassi di interesse ancora alti e di inflazione ancora vischiosa. I supporti di breve posti a 2020$ sono ora sotto attacco ed un’eventuale break out potrebbe aprire la strada ad affondi ribassisti verso i 1988$
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
Gold : ancora spinta ribassista per un rimbalzo?Buonasera con una nuova idea qui su tradingview.
In sintesi, come detto ieri nella consueta diretta "con il piede giusto" , analizzando i livelli di gann e fibonacci , dovremo ancora scendere per provare a rimbalzare , lato tempo abbiamo ancora 1 giorno di tempo per cercare un minimo che ci possa permettere di effettuare un long, la posizione all'incirca è situata sulla liquidazione dei minimi contrassegnati come EQL e appoggio sull'angolo 1x1 e 8x1 dei ventagli tracciati.
Setup con risk molto elevato , perchè il prezzo potrebbe scendere anche a 1997 circa.
Mi posizionerò con 1/3 del lottaggio a 2013 circa e successivamente proverò più sotto se per caso volesse scendere ancora di più.
Buona serata
Un saluto.
Il ritorno del dollaroIl dollaro ritorna prepotentemente sulla scena, dopo alcune settimane di movimenti laterali o di leggero indebolimento. La ragione di questa price action e, in parte, dei tentativi di ridimensionamento dei mercati azionari, è legata alle parole di Waller, membro del Fomc, che ha dichiarato che non ci sono motivi per muoversi sui tassi o tagliare rapidamente come in passato, considerato il fatto che l’attività economica e il mercato del lavoro sono ancora resilienti, unitamente ad una inflazione che scende al ritmo programmato verso il 2%.
E non solo Waller si è rivelato meno dovish del previsto, ma anche diversi rappresentanti della BCE sono rimasti molto conservativi sulle aspettative di politica monetaria, provocando quindi una reazione del mercato che, anche se non si tratta di un vero e proprio ritorno del risk off, comunque ha provocato un leggero aumento dei rendimenti dei titoli di Stato americani, tornati sopra al 4%, e un aumento del Vix sopra quota 13 punti.
Niente di che, ma qualcosa comunque in un panorama continuo e persistente di incertezza e dubbi relativi all’andamento delle economie e dei pericoli relativi alla situazione geopolitica, che continua a dominare la scena. La percentuale di probabilità che vi sia un taglio dei tassi a marzo si è ulteriormente ridotta, negli Stati Uniti, scendendo al di sotto del 60%.
VALUTE
L’EurUsd, ha rotto quota 1.0900 attaccando i supporti chiave posti a 1.0850 che non si può escludere vengano violati al ribasso, mentre solo il ritorno sopra quota 1.0950 modificherebbe lo scenario ribassista attuale. UsdJpy che a sua volta ha superato quota 147.50 con target almeno in area 148.30-40 area. Cable sotto pressione con obiettivi a 1.2550 almeno.
UsdCad che ha raggiunto i primi target a 1.3500 da cui potrebbe correggere anche un centinaio di punti, ma con target verso 1.3620-30 area. Interessanti movimenti di AudCad e NzdCad, vicino a supporti chiave posti a 0.8730 e 0.8230 rispettivamente. Trend interessante anche per EurJpy che potrebbe tornare sopra quota 160.00, nuovamente da considerare area di vendita.
DATI MACRO
Migliora l’indice Zew in Germania, con un aumento di 2.4 punti nel sentiment economico, a +15.2 a gennaio, sopra le aspettative di +12. Si tratta di un miglioramento nelle aspettative economiche della più grande economia europea, trascinate dalle speranze di un taglio dei tassi da parte della BCE nella prima metà di questo 2024.
Nel frattempo, le aspettative di inflazione nei prossimi 12 mesi scendono in Europa al 3.2%, il livello più basso dal 2022 e in calo rispetto al 4% che era stato previsto nel merse precedente. Altrove e per la precisione in Canada, sono usciti i dati sui prezzi al consumo, usciti in aumento al 3.4% dal 3.1% del mese di novembre. Secondo la BoC potrebbe essere necessario un altro aumento del costo del denaro per combattere una inflazione ancora troppo alta.
PIL CINA SOTTO LE ATTESE
L’economia cinese ha registrato un aumento del Pil nel quarto trimestre pari al 5.2% su base annua, superiore al dato del terzo trimestre, ma inferiore alle attese di 5.3%. A livello di crescita totale annua, il paese cresciuto del 5.2% sopra le attese del Governo che erano per un incremento del 5%.
Si tratta comunque del dato peggiore, sempre anno su anno, degli ultimi 30 anni, considerata la prolungata crisi immobiliare e consumi inferiori alle attese. UsdCnh sopra quota 7.2100, con possibili target a 7.2600.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Campari ama invertire coi testa e spalleBuongiorno,
sotto l'aspetto fondamentale l'azienda è solida e ben gestita ma, come spesso avviene, l'analisi fondamentale e quella tecnica non sempre esprimono lo stesso giudizio puntualmente.
A ben vedere questo aspetto rappresenta anche un formidabile carburante per chi si occupa a vasto titolo di estrarre valore nascosto dai mercati finanziari in genere.
Il motivo di questa più o meno costante discordanza tra le due analisi è ampiamente spiegato da chi si occupa di studiare e divulgare la faccenda e qui voglio oggi certamente non occuparmene.
Sul piano tecnico, l'analisi storica delle quotazioni mostra un particolare feeling del titolo con la figura di testa e spalle che spesso utilizza per decidere di cambiare rotta.
Il pattern a mio giudizio è uno dei più completi e comprensibili. Ci sono dentro, a ben vedere, tutte le fondamenta dell'analisi tecnica: il concetto di trend secondo Dow, lo studio dei volumi, i livelli di supporto e resistenza e non ultima la psicologia.
Andando all'attualità, i prezzi sono in un'area di supporto discreta osservando il comportamento storico, ad esempio 9,305 è il massimo pre Covid. In questo quadro, non sorprenderebbe se le quotazioni decidessero di prendersi una pausa lungo la discesa...e magari andare a chiudere il gap-down apertosi il 10 gennaio che, giova ricordarlo, non è una reazione negativa del mercato a qualcosa ma un semplice aggiustamento tecnico per le conseguenze sul capitale della recente operazione di acquisizione del Cognac.
Il trend è indiscutibilmente negativo e ha già prodotto un calo superiore al 20% dai massimi relativi precedenti dunque ora in territorio orso come si dice.
Personalmente questa rigida catalogazione di un trend non la adotto ma bisogna pur tenerne conto visto che il sentiment del mercato lo fanno gli operatori che vi operano e non la teoria.
Quindi, facendoci guidare dal brevissimo del time frame orario, si potrebbe mettere su un long sfruttando la costruzione in corso di quello che sembra essere un testa e spalle che, per ora presenta tutto i crismi richiesti vale a dire: siamo in una zona di supporto, il minimo della testa con volumi più bassi rispetto a quelli associati alla spalla già formatasi e in crescita in corrispondenza di quella che sarà la seconda spalla tuttora in formazione. Decisivi saranno i volumi che si osserveranno alla rottura della linea di collo che dovrebbe sancire, contemporaneamente, il completamento della figura e lo slancio all'insù che potrà avere come obiettivo auspicato la chiusura del gap con un rapporto reward/risk di 2/1.
Dati contradditori, incertezza e volatilitàContinua la fase di assoluta incertezza e precarietà dei mercati, dovuta principalmente al fatto che gli ultimi dati pubblicati nelle diverse aree, sia nei mercati occidentali, sia quelli asiatici, sono apparsi contrastanti.
Negli Stati Uniti, i numeri sull’inflazione hanno sorpreso al rialzo, come già ampiamente spiegato nei commenti precedenti, mentre quelli sui prezzi alla produzione, che non rappresentano l’anello conclusivo della filiera della produzione, ma quello iniziale, sono inaspettatamente scesi dello 0.1% su base mensile a dicembre, come il mese precedente, ma inferiori al consensus che era per un incremento dello 0.1%. Il costo dei beni è arrivato al terzo calo consecutivo, a -0.4%, in ragione del calo dei prezzi del gasolio. I prezzi dei servizi invece sono rimasti invariati.
Il dato core è rimasto ai livelli precedenti, con un incremento dello 0.2% su base mensile e +1.8% su base annuale, inferiore alle aspettative. Ciò significa, in prospettiva, un calo possibile della domanda, che è poi la ragione principale delle aspettative di calo del costo del denaro verso la fine del primo trimestre.
I listini americani cominciano a distribuire, ovvero fanno estrema fatica a raggiungere nuovi massimi e cominciano a segnalare divergenze ribassiste contestualmente alla perdita di momentum rialzista. Il Dow Jones venerdì ha chiuso in rosso di 115 punti, mentre gli altri due indici sono rimasti pressoché invariati.
Sul fronte degli utili societari, da segnalare la perdita di valore per Bank of America e Wells Fargo, dopo due trimestrali deludenti, ma anche JP Morgan ha ceduto qualcosa nonostante risultati migliori delle previsioni. Perdita anche per Delta Airlines dopo le previsioni di riduzione degli utili. Nonostante questo, la settimana borsistica ha visto i listini Usa chiudere ancora in positivo, mentre il Dax per contro, ha perso circa 300 punti dai massimi.
VALUTE
L’incertezza attuale, sulle valute, si è tradotta in un trading range volatile, ove è sembrato che i prezzi potessero rompere resistenze o supporti chiave ed invece poi gli stessi, sono sempre tornati indietro. Osservando i grafici a 2 e 4 ore, risulta evidente la formazione di candele di compressione sull’EurUsd, tutte barre inside rispetto alle ultime 9, fatto che lascia presupporre che prima o poi osserveremo un aumento della volatilità e dei possibili breakout di massimi o minimi.
Tra i due lati, dovremmo poter privilegiare l’upside per il cambio principale, ma con l’incognita dollaro se i dati macro dovessero ancora mostrarsi positivi e tali da indurre la Fed a rimanere ferma sul costo del denaro.
Ciò potrebbe portare ad un prepotente ritorno del risk off che ora sembra sia stato dimenticato dai mercati, nonostante le evidenti tensioni mediorientali, ma non solo, per esempio anche rispetto alle elezioni e alla vittoria del candidato democratico a Taiwan, spiccatamente contro la Cina, e favorevole ad un processo di democratizzazione del paese, il che non farà altro che aumentare le già crescenti tensioni tra Usa e Cina stessa.
La sterlina contro dollaro, si è mossa allo stesso modo di Eurusd con il trading range in questo caso, compreso tra 1.2680 e 1.2825. Anche qui, la sensazione è che l’upside potrebbe prevalere, ma attenzione sempre al ritorno del biglietto verde come valuta rifugio.
UsdJpy scivolato a 144.30 supporto, anche se poi in serata ha chiuso più alto, ovvero a ridosso di 145.00. In questo caso, molto dipenderà dalla BoJ, e dall’eventuale modifica della politica monetaria giapponese, che potrebbe andare in controtendenza a quella Usa.
Tra i cross, segnaliamo EurJpy che sembra essersi girato al ribasso nei grafici a 2 e 4 ore, anche se per ora non ha violato i supporti chiave posti a 158.30-40 area, seguiti da 157.20, livello di inversione di medio termine.
Tentativi di stabilizzazione per il franco svizzero contro euro a 0.9340 e contro dollaro a 0.8530 area. Interessante anche UsdCad che sembra attaccare le resistenze a 1.3435-45 area seguite da 1.3500, aree di possibile arrivo prima di una inversione. Oceaniche stabili a 0.6700 area per AudUsd e 0.6250 per NzdUsd, anche in questo caso, barre inside pronte a eventuali breakout.
PETROLIO
Dopo i minimi di 68 per il Wti e 72.50 per il Brent, segnaliamo la costruzione di minimi crescenti su base giornaliera, con il test dei doppi massimi recenti posti a 75.60 e 81.40 rispettivamente, anche se per ora non sono stati violati. La fase sembra favorevole ad un recupero, a meno di una violazione dei supporti chiave dei due minimi fatti registrare.
I DATI DELLA SETTIMANA
Negli Usa, occhi puntati sulle vendite al dettaglio, sugli aggregati redatti dall’Università del Michigan, e sui prezzi alle importazioni ed esportazioni. Ma in aggiunta, non dimentichiamo le trimestrali per Morgan Stanley e Goldman Sachs, oltre agli interventi di diversi membri della Fed.
In Cina dati sul Pil del quarto trimestre, vendite al dettaglio produzione industriale e tasso di disoccupazione. Ma anche i numeri su inflazione e vendite al dettaglio per Uk e Canada. In Eurozona, attenzione allo Zew tedesco e all’inflazione giapponese. In settimana, infine, parlerà anche il Governatore della BCE Lagarde.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Un fattore di criticità per il 2024Buongiorno a tutti e buon 2024. L’analisi che inaugura l’anno ha l’obiettivo di esaminare un fattore che potrebbe avere un impatto significativo sui mercati finanziari nel corso dell’anno. Vi auguro una buona lettura.
1. LA COMUNICAZIONE SUL TASSO DI INFLAZIONE
La notizia più rilevante della settimana è stata indubbiamente il tasso di inflazione. Come illustrato nella figura seguente:
• Il tasso di inflazione tradizionale, misurato su base annua, ha registrato un incremento al 3.4% dal 3.1% precedente
• Il tasso core, anch’esso misurato su base annua, ha mostrato un rallentamento al 3.9%, rispetto al precedente 4%
I due tassi di inflazione, misurati rispetto all’anno precedente. Grafico mensile
La figura precedente è di particolare interesse in quanto evidenzia come il processo di disinflazione, relativamente al tasso di inflazione che include nel paniere cibo ed energia, sia attualmente in stallo; infatti, il minimo è stato raggiunto nel giugno 2023, al 3%. Questo non si verifica se si considera l’inflazione core: in questo caso, il processo di disinflazione è pienamente in corso.
Le due grafiche che seguono illustrano le variazioni mensili dei due dati macroeconomici:
• Il dato tradizionale ha mostrato un incremento del +0.3%, rispetto al +0.1% del mese precedente
• Il dato core ha registrato un +0.3%, invariato rispetto al mese precedente
Tasso di inflazione su base mensile. Fonte: Trading Economics
Tasso di inflazione core su base mensile. Fonte: Trading Economics
La tabella rappresentata nella figura successiva evidenzia le variazioni percentuali di tutti i beni e servizi inclusi nel dato macroeconomico.
Variazione percentuali del CPI. Fonte: Bureau of Labor Statistics
È interessante notare come il costo degli alloggi (indicato come “riparo” nella figura) sia aumentato del +0.5% a dicembre 2023 e del +6.2% rispetto all’anno precedente. Anche il costo dell’elettricità ha registrato un aumento a dicembre, del +1.3%, e del +3.3% rispetto all’anno precedente, mentre il costo dell’energia ha mostrato un incremento mensile del +0.4%, ma una diminuzione del -2% rispetto a dicembre 2022.
Nonostante l’indice dei prezzi al consumo sia stato il principale catalizzatore dei mercati negli ultimi tre anni, questa volta non ha avuto lo stesso impatto. Infatti, come illustrato nella figura successiva, non ha influenzato significativamente il sentiment degli investitori.
Il consumer price index non ha agito da market mover. Grafico a 30 minuti
Dalle 14:00 alle 22:00 di giovedì, ora italiana:
• L’indice Nasdaq ha inizialmente registrato un calo, per poi risalire, chiudendo la sessione di negoziazione con un incremento del +0.12%
• Il rendimento del titolo di stato a due anni ha mostrato un calo, indicando un interesse da parte degli investitori per i bond governativi a tale scadenza
Ricordiamo che:
• Un dato inflazionistico tende a essere negativo per il mercato obbligazionario, poiché, come ho spiegato nel mio libro “Investire in Obbligazioni for Dummies”, il tasso di inflazione rappresenta un rischio che può erodere i rendimenti di questi specifici titoli di debito
• Al contrario, un dato deflazionistico o disinflazionistico tende a essere positivo per la ragione opposta
2. UN FATTORE DI CRITICITA’ PER I MERCATI FINANZIARI
Ora passiamo a descrivere un elemento critico che potrebbe influenzare i mercati finanziari nel 2024. È fondamentale ricordare che i prezzi delle varie classi di asset sono determinati dalle aspettative degli investitori. Sappiamo anche che i tassi di interesse sono uno dei principali catalizzatori dell’economia. Quindi, quali sono le aspettative degli operatori in questo senso? Esaminiamo la grafica successiva.
Probabilità sui tassi di interesse. Fonte: CME FedWatch Tool
Il mercato prevede ben SETTE tagli dei tassi di interesse, ciascuno di 25 punti base (0.25%), per un totale di 175 punti base. Ciò che mi colpisce personalmente è l’intensità di queste aspettative, dato che le percentuali sono elevate.
L’ultimo dot-plot chart, al contrario, indicava che le aspettative dei membri del FOMC riguardo ai tassi di interesse per il 2024 prevedevano tre tagli, per un totale di 75 punti base.
Se assumiamo tagli dei tassi di interesse di 25 punti base, le aspettative dei membri del FOMC suggeriscono tre possibili tagli per il 2024.
Sembra che gli investitori siano eccessivamente ottimisti. Questo è un aspetto molto importante da considerare, poiché sono proprio queste aspettative a catalizzare le tendenze rialziste dei mercati azionari e obbligazionari (saranno particolarmente soddisfatti coloro che gestiscono passivamente il famoso portafoglio 60% azioni e 40% obbligazioni).
Tutto ciò che ho appena descritto è illustrato nella grafica successiva.
Il catalizzatore dei rialzi dei mercati azionari e obbligazionari sono le aspettative sui tassi di interesse, esplicitate dall’indice di sentiment LQDH/LQD. Grafico giornaliero
Ciò che potrebbe destabilizzare i mercati sarebbe un cambiamento nelle aspettative attuali. Infatti, se le correlazioni mostrate nelle grafiche precedenti rimanessero invariate, LQDH/LQD inizierebbe a salire nuovamente, indicando aspettative di una politica monetaria più restrittiva per un periodo prolungato. Di conseguenza, SPY (ETF sull’S&P500) e TLT (ETF sui bond governativi a lunga scadenza) inizierebbero a scendere.
Potreste chiedervi perché il mercato preveda un taglio così drastico dei tassi di interesse, distribuito nell’arco dell’anno. Se pensate che il mercato stia prezzando una recessione, lo escluderei. In tal caso, avremmo dovuto osservare un aumento del mercato obbligazionario (a basso rischio) e una diminuzione del mercato azionario (ad alto rischio), poiché ciò avrebbe innescato una condizione di “risk off”. Personalmente, ritengo che l’aspettativa del mercato di un taglio così significativo sia guidata da altre previsioni: quelle di un rallentamento dell’inflazione verso l’obiettivo prefissato. Questa mia ipotesi è supportata dall’ultimo grafico: TIP/IEF, l’indice delle aspettative sull’inflazione, è in tendenza ribassista.
Le aspettative sul tasso di inflazione sono ribassiste. Grafico giornaliero
Quindi, prestate attenzione al prossimo grafico e ricordate: le decisioni di acquisto e vendita sono basate sulle aspettative, esplicitate dagli indici di sentiment.
Attenzione a LQDH/LQD e a TIP/IEF. Grafico giornaliero
A presto!
DAILY OUTLOOK del 03.01.2024 – 🔴 APPLE DECLASSATA- IL 2024 PARMARKET BACKGROUND
Partenza in deciso ribasso per i mercati in questo avvio di anno, e per quanto potesse essere una reazione plausibile ai forti rialzi di novembre e dicembre, lo storno è parso fin troppo impulsivo per essere dettato dalle sole prese di profitto. Ad una migliore indagine, il market mover che ha scatenato le vendite è stato il declassamento di Apple, titolo che nel 2023 ha performato oltre il 60% ma per il quale Barclays avverte di un poteniale raffreddamento nelle vendite di Iphone. Il rallentamento di domanda globale potrebbe colpire la Big Tech in maniera importante , cosi il fair value del titolo viene visto a ribasso a 160$ per azione, dagli attuali 185$.
Le vendite sono state massicce e repentine, e la concentrazione di liquidità sulle big seven del mondo tech ha questa volta punito gli investitori che hanno dovuto correre ai ripari.
I mercati restano fortemente correlati in un mood dollaro centrico che porta al consueto calo delle borse seguito da un rialzo del biglietto verde che schiaccia ora anche il compoarto commodities e quello fx, ma la forza del dollaro Usa sarà messa alla prova dai dati sull’ISM manifatturiero di oggi pomeriggio, seguito dai JOLTS e per finire dal FOMC di questa sera , che potrebbe tentare dichiarazioni più hawkish per mettere a freno gli entusiasmi dei listini .
-FX
Il comparto valutario rimane fortemente dollaro centrico, guidato nei primi giorni del 2024 da una buona forza di del biglietto verde , conditra dalla consueta debolezza dello yen giapponese che non passa inosservata.
La forza del dollaro Usa schiaccia le majors, riportando le quotazioni a valori medi , con eurusd che abbandona le aree di 1.11 e si riporta a 1.0950 con una buona struttura ribassista nel breve perido che potrebbe accompagnare i prezzi fino ai supporti di lungo periodo posti a 1.0875.
Ritorna il mood di risalita per usdjpy che ora costruisce massimi e minimi crescenti nel breve periodo e si porta al test di 142.75, non lontano dalle prime aree di resistenza dinamica a 143.00 dove passa la mm100 periodi h4 , livello di confluenza statico dinamica con i massimi della scorsa settimana.
In ultimo le oceaniche che soffrono la fase di risk off e la forza del dollaro USA con un trend di ribasso e break out dei minimi di ieri che apre le porte ad allunghi ribassisti fino ai supporti di medio periodo posti a 0.6725 per audusd e a 0.6225 per nzdusd
-EQUITY
L’azionario ancora guidato dalle vendite in America porta il Nasdaq ai primi supporti tecnici di 16625 pnt , sebbene i livelli di maggiore interesse restano a nostro parere i 16434 pnt, area di confluenza statico dinamica con la mm200 periodi h4.
Meno sofferto il contesto europeo, sul quale non grava il legame con il mondo tech, pertanto il DAX dopo un tentato allungo rialzista ai 16960 pnt, si riporta al test dei supporti di breve a 16636 pnt, livello oltre il quale si aprirebbero scenari ribassisti fino ai 16436 pnt.
-COMMODITIES
Il comaprto delle commodities soffre ora la forza del dollaro, con le quotazioni sia dell’energy che dei metalli in netto calo. Si passa al gold con un 2060$ in break out ribassista dei supporti di 2063$, il che apre ad affondi verso i 2040$, cosi come il WTI che lascia le aree di 73$ per portarsi al test dei 70$. La domanda di materie prime in calo, legata ad un’offerta ancora abbondante ed ad un dollaro tonico, spinge le quotazioni a ribasso.
Attendiamo dunque i dati del pomeriggio , seguiti stasera dal FOMC e dai NFP di venerdi per determinare le sorti del dollaro USA.
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
BORSE, INIZIO CONTRASTATO! Il 2024 comincia all’insegna di una correzione ribassista dei listini americani, in seguito ad un 2023 all’insegna di guadagni a 2 cifre per i principali indici. L’S&P ha ceduto lo 0.57% mentre il Nasdaq ha lasciato per strada l’1.63%. Il Dow Jones invece ha chiuso praticamente invariato (+0.07%). Il settore tecnologico è apparso quello più penalizzato, con risultati negativi per i colossi tecnologici (Nvidia Microsoft, Amazon e Meta), trascinati dall’aumento dei rendimenti dei titoli di stato americani, con il decennale tornato al 3.95%, in decisa ripresa dai minimi di 3.78%. Tra i titoli Apple ha perso il 3% dopo che Barclays ha declassato il rating della società. I listini asiatici sono scesi questa notte, in linea con quanto accaduto nella sessione americana, con il mercato che comincia a prezzare un nulla di fatto delle banche centrali sui tassi nel primo trimestre, nonostante negli ultimi tempi siano aumentate le probabilità di una riduzione del costo del denaro nei primi tre mesi del 2024. Va ricordato però che, tenute in considerazione le recenti dichiarazioni dei membri del Fomc, questo ottimismo potrebbe rivelarsi eccessivo. Intanto, entreremo nel vivo di dati e commenti già questa settimana, con i verbali del Fomc , i Jolts openings, e i dati sui Payrolls di venerdì. Il mercato è atteso ad un aumento anche sensibile della volatilità.
VALUTE.
Dollaro in decisa ripresa contro tutte le valute concorrenti, specie contro Euro e sterlina, che sono scese, da ieri, di quasi 100 pips sul primo e di 130 sulla seconda. Il ribasso ‘ dovuto sia a prese di beneficio, sia ad un leggero aumento del risk off che ovviamente fa tornare il biglietto verde in prima linea come asset rifugio. Supporti che ora intervengono su EurUsd a 1.0825 30, sul Cable possibilmente a 1.2500, mentre sulle oceaniche a 0.6715 e 0.6220 rispettivamente per AudUsd e NzdUsd. UsdJpy a ridosso di 142.00, senza grande slancio a dire la verità, mentre rimane solido il Franco svizzero e 0.9310 contro euro e a 0.8495 contro dollaro. UsdCad che in virtù di un Pmi inferiore alle attese per il paese nordamericano, sale fino a 1.3330. Anche sui cambi ci aspettiamo un aumento della volatilità, ma bisognerà attendere fine gennaio per capire direzione e intensità. Ma prepariamoci a vedere movimenti anche significativi, come sempre ciclicamente accade all’inizio di un nuovo anno.
PETROLIO.
Continua a scendere, alimentato dai segnali di un aumento dell’offerta globale, soprattutto da parte dei produttori non Opec, ma anche dalla diminuzione della domanda. Le tensioni geopolitiche per ora sembrano accantonate, anche se aumentano dopo l’invio di navi da guerra iraniane nel Mar Rosso, per fronteggiare quelle americane, che hanno distrutto le imbarcazioni Houti, le quali a loro volta, avevano assaltato alcune navi porta container. Il prezzo del Wti è tornato a 70.50, non lontano dai minimi fatti registrare a dicembre scorso a 67.93, mentre il Brent quota intorno ai 76 dollari, a meno di 4 dollari dai minimi di 72.49. Il trend appare ancora negativo, ma fino a quando non saranno violati i minimi precedenti, potrebbe rivelarsi anche come una fase di accumulazione a minimi crescenti. Buona giornata e buon trading.
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
USD/JPY: Svolte Inattese e Strategie VincentiAnalizzando la coppia valutaria USD/JPY, osserviamo diverse dinamiche in atto. Il yen giapponese fatica ad attrarre acquirenti a seguito dell'inazione della Banca del Giappone (BoJ) martedì. Il prevalente clima di "risk-on" nel mercato riduce ulteriormente l'attrattiva del JPY, sostenendo invece il USD/JPY. Le scommesse su un possibile cambio di rotta accomodante da parte della Federal Reserve statunitense (Fed) pesano sull'USD e rappresentano un ostacolo per la coppia valutaria. Dal punto di vista tecnico, la coppia ha superato la formazione di un cuneo espandente che si è sviluppato nell'ultimo mese, ma potrebbe aver bisogno di un impulso aggiuntivo per rompere il supporto della linea di tendenza discendente a partire dai massimi di metà novembre. Per quanto riguarda il calendario economico, l'attività di costruzione negli Stati Uniti rappresenta l'evento principale di oggi. I trader attendono con interesse i dati di venerdì, in particolare l'indice dei prezzi USPCE, per ulteriori informazioni sulla possibile traiettoria dei tassi della Fed. Una chiara rottura sopra il livello di 145,10 potrebbe incrementare la pressione rialzista verso i livelli di 146,60 e 147,35. Al ribasso, i livelli di supporto rimangono a 142,25 e 141,10. Il dollaro statunitense ha mostrato un rally durante la maggior parte della sessione di mercato europea di martedì, dopo che la Banca del Giappone ha deluso gli investitori con una dichiarazione monetaria inaspettatamente accomodante. Tuttavia, la coppia ha trovato resistenza nella zona di 145,10 prima di ritirarsi verso la metà dell'intervallo di 143.90. La Banca del Giappone ha ribadito la sua politica monetaria ultra-allentata e suggerito la possibilità di un ulteriore allentamento, poiché, secondo il Governatore Ueda, le prospettive sull'inflazione rimangono incerte. Questi commenti hanno fatto crollare il yen rispetto alle principali valute rivali. Dopo un pullback previsto gia' nel weekend il prezzo e' arrivato esattamente dove stavo aspettando e questa mattina mi muovero' alla ricerca di un entry short. Auguro a tutti una buona giornata di trading, un saluto da Nicola.
y10l'unica verità su questa storia è che le grosse banche usa hanno 400 mila miliardi di perdite sul nozionale. i loro risk office non gli avrebbero mai permesso di chiudere l'anno cosi ed ecco perche stanno artificialmente tirando su il prezzo del nozionale di ogni singola obblicazione su tutta la curva
📊DAX 06.12.203Terreno fertile per l’equity europea che vive giornate di splendore rialzista, grazie ad un mix di fattori coordinati al risk on.
Il primo dato più ovvio è la stagionalità, con un novembre di rialzi e un mese di Dicembre in cui si attende il famoso rally di natale, che seppur dovesse mandare come ulteriore spinta rialzista, sarebbe comunque improbabile vedere gli operatori perderei loro bonus senza lottare e cercare di mantenere alti i portafogli.
Secondo dato, l’inflazione! La prospettiva di un 2024 con inflazione ai target , con possibili scenari anche deflattivi, porta le aziende a potenziali minori costi e quindi migliori margini per i loro utili, generando di fatto una prospettiva ottimale per gli EPS del 2024
Terso fatto, l’energia! Siamo orami in inverno in Europa, e i prezzi del Ngas e del WTI sono ben sotto le loro medie stagionali, grazie ai timori di una ridotta domanda globale, che favorisce a questo punto la possibilità di scorte abbondanti a basso prezzo.
Ciliegina sulla torta, la speranza di un imminente taglio tassi da aprte della BCE a coronare il sentiment rialzista.
Questo mix di fattori ha portato ad una magnifica performance del DAX che aveva generato un segnale long il 28 Novembre a 15936 pnt con target a 16700, ed ora dopo circa una settimana di rialzo continuato, i target sono stati colpiti.
Il fortissimo trend ha visto solo una breve fase lateralte tra 16459 e 16360 pnt, fase che ha di fatto generato quelli che sono ora i primi supporti tecnici, in confluenza statico/dinamica con le medie mobili.
Ultimo baluardo del trend rialzista sembra essere 16385-360 pnt, poco sotto la mm200 in m30, dobbiamo tuttavia notare che la forte espansione di volatilità ha ora ampie potenzialità per degli storni tecnici che potrebbero portare le quotazioni al test della mm21 periodi prima a 16598 pnt e a 16532 pnt poi, area di confluenza con la mm 100 periodi.
Vedremo cosa ci riserva il mercato sul termine di questo 2023, raccomandiamo sempre prudenza, special modo nella caccia ai massimi.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
House of Trading: trader ed analisti, continua la sfidaDopo il “risk-on” che ha caratterizzato il mese di novembre, dicembre è iniziato con qualche dubbio sulla sostenibilità del rally azionario. Assisteremo o no al tanto atteso rally di Natale? I banchieri centrali stanno cercando di raffreddare gli animi, Jerome Powell non vuole ricalcare quanto fatto da Arthur Burns (che negli anni ‘70 permise all'inflazione di sfuggire al controllo della Fed) ma gli operatori non sembrerebbero troppo vogliosi di seguire queste indicazioni.
Al momento il mercato è concentrato sul nuovo massimo storico messo a segno dall’oro ad inizio settimana a 2.122,65 dollari l’oncia e dal rally del Bitcoin, tornato prepotentemente alla ribalta (+155% da inizio anno) in attesa dell’halving del 2024.
È di oggi la notizia che l'agenzia di rating Moody's ha abbassato l'outlook del rating del credito governativo cinese a negativo da stabile. Nel prendere questa decisione, Moody's ha dichiarato di essere preoccupata per l'aumento del rischio di indebitamento, in quanto il sostegno fiscale di Pechino ai governi locali e alle imprese statali in difficoltà potrebbe diminuire la forza complessiva del Paese. "La modifica dell'outlook riflette anche i maggiori rischi legati a una crescita economica a medio termine strutturalmente e persistentemente più bassa e al continuo ridimensionamento del settore immobiliare", ha dichiarato l'agenzia. Nonostante il declassamento, Moody's ha mantenuto il rating a lungo termine A1 sulle obbligazioni sovrane del Dragone.
Di tutto questo, e di tanto altro, si parlerà nella puntata di oggi di House of Trading.
House of Trading: cosa è successo nell’ultima puntata
Nell’ultima puntata, la squadra dei Trader, composta da Nicola Para e da Giancarlo Prisco, ha utilizzato i Turbo Certificate di BNP Paribas per investire al rialzo sull’S&P500, sul Bund, sul Petrolio WTI e sull’Oro: le prime due operazioni non hanno toccato il punto di ingresso mentre le restanti sono a mercato con un rendimento del -22,49% e del -1,24%.
Nel caso invece dei deal inseriti dagli analisti, la squadra era composta da Riccardo Designori e da Jacopo Marini, il “long” sul Petrolio WTI e lo “short” sul Nasdaq 100 hanno raggiunto lo stop loss (-58,4 e -4,61%), l’operazione al rialzo sul titolo Intesa Sanpaolo non è entrata mentre quella sull’oro è a mercato (-1,31%).
Guardando alla classifica, i Trader risultano in vantaggio con 55 punti contro i 43 degli Analisti (6 carte a mercato per i primi, 5 per i secondi).
Cosa attendersi dalla puntata di oggi
Nella puntata di oggi, 5 dicembre 2023, la squadra dei Trader sarà formata da Nicola Para e da Vincenzo Penna mentre i due analisti saranno Giovanni Picone ed il conduttore Riccardo Designori. I primi investiranno sul Bund, sul Dax, sulle azioni Nvidia e sul Nasdaq 100. Nasdaq anche per gli analisti, che punteranno anche sul Vix e sulle azioni Stellantis e Porsche.
Per quanto riguarda il sondaggio, focus sulla maggiore delle criptovalute: tra halving, ETF e quotazioni sopra i 40mila dollari, chi vince a Wall Street? È possibile scegliere tra Coinbase, Marathon Digital, MicroStrategy e Robinhood Markets.
L'ospite della puntata è Francesco Casarella , responsabile per l’Italia di Investing.com.
L’appuntamento, come di consueto, è alle 17:30. È possibile seguire la diretta di House of Trading a questo link: it.tradingview.com .
Gold Update!! Abbiamo rotto i 1998!Buongiorno , rompendo i 1998 , che erano un protettore cardine nel nostro setup abbiamo confermato un brealout rialzista importante.
Come detto nella precedente idea solamente una rottura dei 98 e chiusura con corpo sopra la resistenza avremo decretato la continuazione rialzista.
Detto ciò, gli scenari rialzisti sono ancora lì, dietro l'angolo.
Nel grafico , vedete come aver risposto alla 4x1 (che faceva da supporto) ha implementato una spinta rialzista , alla faccia del bank holiday!! :D
Prossimo target è segnato nella freccia rossa, attenziono con piacere i 2022/2025 per poi ragionare insieme su quello che si può fare.
Mio posizionamento personale è long con almeno 5 punti di stop, con il giusto risk si potrebbero centrare i 10 punti quindi un rr 1:2 abbastanza semplice.
Vediamo come andra!!
a presto
Luigi Fiori | Tader
📊USDCHF – 27.11.2023L’estrema debolezza del dollaro Usa si evidenzia contro la forza del franco svizzero, che sta mettendo a segno uno dei suoi migliori anni. La forza del franco svizzero non lascia spazio a respiri e il trend discendente è orami un rally con la piena caduta per questo asset, che va al break out continuo dei minimi.
L’espansione di volatilità ribassista è senza dubbio notevole e meritevole di respiri tecnici, anche notando il volatility pivot che si colloca a 0.87935 per l’intraday, livello che se dovesse reggere l’impatto con le vendite potrebbe genare interessanti prese di profitto fino al ri-test delle aree di resistenza poste a 0.8850-60 prima e 0.89 figura poi.
Le aree di resistenza in piena confluenza statico dinamica , con il supporto di cifre tonde e quarti di punto come 0.8850 e 0.89 figura restano senza dubbio le aree di maggiore interesse per gli operatori che cercano nuove occasioni di ingresso short sul dollaro USA, con maggiore attenzione a 0.89 figura, dove passa la mm200 periodi in h2 ed i minimi di fine ottobre 2023.
Da notare che un eventuale respiro del risk on attuale potrebbe dare nuovo lustro al franco svizzero rendendo complesso il processo di recupero di usdchf e lasciando l’asset sotto pressione sebbene il dollaro USA recuperi terreno contro le altre majors.
Massima attenzione dunque per questo asset che potrebbe generare interessanti occasioni di mean reverting su ulteriori espansioni ribassiste di volatilità intraday.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
ORO Rottura livello 2009 porterà il prezzo a 1997!Il prezzo dell'oro ha registrato un calo dai massimi di sei mesi raggiunti a $2.018 all'inizio della sessione asiatica di lunedì, consolidandosi ben al di sopra della soglia dei $2.000 in vista di una settimana critica. Questa settimana è dominata dai dati sull'inflazione provenienti dagli Stati Uniti (US) e dalla zona euro. Nonostante l'ottimismo di mercato durante la settimana del Ringraziamento, si sono verificati flussi di risk-off nelle negoziazioni asiatiche di lunedì. Ciò è accaduto nonostante gli sforzi della Cina per stimolare il sostegno finanziario alle imprese private e il miglioramento dei dati sugli utili industriali cinesi.
Inoltre, i mercati preferiscono operare con cautela in vista dell'indice dei prezzi al consumo delle spese personali (PCE) della Federal Reserve statunitense, in uscita più avanti questa settimana. Tale evento potrebbe consolidare le scommesse su un taglio dei tassi della Fed a maggio. I dati sull'inflazione della zona euro offriranno ulteriori spunti sulle prospettive dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea (BCE). Entrambi i dati avranno probabilmente un impatto significativo sul prezzo dell'oro, un bene che non genera interessi.
Analizzando il grafico, si nota che il prezzo ha rotto uno swing high al livello 2009 durante la sessione asiatica. Questa rottura apre le porte a un possibile short che potrebbe riportare il prezzo a testare la zona di supply al livello 1997, per poi ripartire verso i 2020. Pertanto, la mia view di oggi è ribassista. Auguro a tutti una buona giornata di trading. Un saluto da Nicola.
📊AUDUSDOttima spinta rialzista per le oceaniche che godono ora della fase di risk on guidata dal comparto azionario, che a sua volta sembra dominata dall’aspettativa del famoso rally di natale.
Anche il dollaro australiano pertanto continua la sua spinta rialzista sebbene in uno schema rialzista meno pulito tecnicamente rispetto al dollaro neozelandese, non possiamo negare l’esistenza di un trend rialzista dettato dal fascio di medie rialzista in campo sui tf da h4 fino h1.
Anche in questo calo la migliore espressione tecnica per questo asset sembra essere quella in h2, dove il fascio di medie sostiene i punti di swing supportivi in buone aree di confluenza statica dinamica.
Il raggungimenti delle aree di resistenza di lungo periodo a 0.66-0.6590 sembra ora necessitare di un respiro tencico he riporti le quotazioni sui supporti di 0.6525 prima e 0.6450 poi, livello ultimo per definire i movimenti attuali ancora in un trend rialzista.
La rottura degli ultimi supporti a 0.6450 potrebbero determinare l’approdo delle quotazioni sui minimi di 0.6350-0.6330.
Anche il quadro legato alla volatilità sembra gridare all’esigenza di storni tecnici, dopo che è stato violato il volatility pivot del 100% a 0.6550 , utimo baluardo sembra essere ora il 200% di volatilità media mensile a 0.6660, sebbene i prezzi non siano oltre la Bollinger band superiore, ma naviga tra quest’ultima e la mediana a 0.65 figura.
Il trend rialzista pertanto resta ancora valido , ma riteniamo più saggio valutare ingressi nel trend principale non prima delle aree di 0.6525-0.6500, o meglio a 0.6450, livelli che offrirebbero migliori R:R per ingressi long.
La rottura dei minimi di 0.6330-25 determinerebbe l’inequivocabile fine del trend rialzista.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
📊NZDUSDCi lasciamo alle spalle una settimana all’insegna del risk on e a beneficiarne non è solo il comparto equity ma anche il valutario che trova le valute oceaniche in pieno spolvero, grazie sia ad una fortissima stagionalità rialzista a loro favorevole che a quotazioni vantaggiose se si crede ad una ripartenza delle economie asiatiche.
Il dollaro neozelandese chiude la settimana sulle aree target in precedenza analizzate di 0.6080-0.61 figura e sembra ora necessitare di storni tecnici che possano offrire punti di ingresso nel trend rialzista principale più vantaggiosi di un break out dei massimi di periodo.
I primi supporti tecnici evidenti in h4 si collocano a 0.6040, area di confluenza con la mm21 periodi, livello che tuttavia potrebbe offrire poco supporto in mancanza di forti vendite di dollari Usa, mentre i livelli più robusti si collocano 0.60 figura 0.5980, area di confluenza statico dinamica con la mm100 periodi , e a 0.5975-0.5950 area di confluenza statico dinamica con la mm200 periodi e ultimo baluardo per il trend rialzista. La violazione degli ultimi supporti renderebbe nulla la struttura rialzista fin qui analizzata e si renderebbe necessario una rivalutazione della posizione.
La volatilità mensile è andata ben oltre i valori medi che rimangono fermi a 0.6050 per il 100% di volatilità media mentre troviamo a 0.61 figura le aree di doppia volatilità media mensile, il che richiamerebbe ad ovvia attenzione nel prendere decisioni rialziste senza prima aver visto adeguati storni tecnici.
Rimaniamo dunque improntati ad un outlook rialzista di medio lungo periodo , fermo restando la tenuta dei supporti fin qui descritti.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA