Macro Trader: Il sorriso continua a funzionare per il dollaroIl dollaro rimane in posizione di forza, e beneficia dei flussi verso i rifugi sicuri con l'aumento dei rischi geopolitici, nonché della continua sovraesposizione dell'economia statunitense; entrambi sono fattori che indicano ulteriori prospettive positive sul tavolo.
Il dollaro statunitense ha continuato a guadagnare terreno di recente, con l'USD che si è rafforzato a nuovi massimi dell'anno contro un paniere di valute - sia secondo l'indice del dollaro (DXY) che secondo la misura più ampia di Bloomberg (BBDXY).
Il movimento arriva durante la persistenza della narrazione dell'eccezionalismo degli Stati Uniti che ha guidato il mercato FX G10 per gran parte dell'anno, nonché all'emergere di un altro fattore tradizionalmente favorevole al dollaro; vale a dire, l'aumento del rischio geopolitico e un conseguente aumento della domanda di rifugi sicuri mentre i partecipanti cercano riparo.
Non sorprendentemente, questo aumento del rischio mentre le tensioni in Medio Oriente sembrano aumentare, dopo l'attacco del fine settimana dell'Iran a Israele, e mentre i mercati si preparano a una potenziale rappresaglia, ha visto aumentare la volatilità in tutti i settori. Nello spazio FX, in particolare, l'indicatore di volatilità implicita FX di JPMorgan, sia a livello globale che G7, è salito ai massimi da inizio febbraio.
Forse il modo più semplice per visualizzare i fattori dietro la recente forte performance dell'USD è tornare a un concetto familiare - il cosiddetto 'sorriso del dollaro'.
Questo teorizza che il dollaro tende ad apprezzarsi in due situazioni; quando prevale l'avversione al rischio globale; oppure, quando l'economia statunitense supera i pari e il dollaro beneficia successivamente di un vantaggio sul rendimento.
Nel primo caso, l'appetito per il rischio è chiaramente su terreno relativamente instabile al momento. L'oro continua a registrare nuovi massimi record quasi ogni giorno, apparentemente fungendo da copertura del portafoglio del momento per la maggior parte dei partecipanti.
Nel frattempo, le azioni sono scivolate nelle ultime settimane, con l'S&P che ha chiuso lunedì al di sotto della sua MA a 50 giorni per la prima volta da novembre scorso, registrando anche un calo di oltre il 2,6% in due giorni, il più alto da oltre un anno. Tuttavia, sostengo che con la crescita economica ancora forte, i guadagni resilienti e il 'put' della banca centrale ancora vivo e vigente, il percorso di minor resistenza nel medio termine dovrebbe continuare a salire.
Nel frattempo, per quanto riguarda la prestazione superiore degli Stati Uniti, è chiaro che l'economia si sta discostando significativamente dai pari di mercato sviluppati.
Questo è particolarmente vero per la crescita economica, con una crescita del PIL superiore al 2% su base trimestrale annualizzata per gli ultimi sei trimestri consecutivi, mentre il momentum rimane debole altrove, in particolare in Europa dove i rischi rimangono inclinati al ribasso.
Lo stesso vale per l'outlook sull'inflazione. Il rapporto sul CPI della scorsa settimana ha ribadito la natura testarda e persistente delle pressioni sui prezzi all'interno dell'economia statunitense, con i prezzi al dettaglio che sono aumentati in modo inaspettatamente forte del 3,5% anno su anno, in una riaccelerazione guidata dall'energia rispetto a un mese prima, mentre il core CPI è rimasto invariato al 3,8%. Questo è in netto contrasto con gli sviluppi dell'inflazione altrove, con un progresso disinflazionistico verso gli obiettivi del 2% delle banche centrali che si sta dimostrando notevolmente più rapido di quanto ci si aspettasse.
A sua volta, ciò sta contribuendo a inclinare il bilancio dei rischi per le prospettive della Fed, e quelle delle altre banche centrali del G10, in direzioni opposte.
Se uno guardasse semplicemente ai dati provenienti dagli Stati Uniti, probabilmente metterebbe in discussione la necessità di tagli in generale, con una crescita resiliente, un'inflazione persistente e il mercato del lavoro incredibilmente solido. In molti modi, il motivo principale per cui si sta discutendo di tagli dei tassi è semplicemente perché Powell & Co. ci hanno detto che hanno intenzione di tagliare man mano che l'anno avanza.
Naturalmente, i mercati hanno rivalutato in senso ribassista le prospettive della Fed ultimamente, ora prevedendo il primo taglio a settembre e meno di 50 punti base di allentamento quest'anno - circa un terzo di quanto era prezzato all'inizio dell'anno!
D'altra parte, i dati altrove suggeriscono che i tagli arriveranno molto prima e probabilmente in misura molto maggiore.
La SNB, ad esempio, ha già avviato il proprio ciclo di easing, con un taglio del 25pb a marzo, con l'inflazione svizzera che ha raggiunto il fondo della banda target. Nel frattempo, la Riksbank sembra pronta a tagliare al prossimo incontro in maggio, e la BCE ha praticamente confermato che il primo taglio arriverà a giugno.
Anche per la BoE, sembra probabile che effettuerà il primo taglio del ciclo all'inizio dell'estate, con il tasso di disoccupazione nel Regno Unito che ora è al massimo degli ultimi 6 mesi, e l'inflazione pronta a toccare il target del 2% durante la primavera. Mentre le banche centrali antipodali - la RBA e la RBNZ - probabilmente aspetteranno fino ad agosto per fare lo stesso, i rischi qui sono anche inclinati in una direzione accomodante.
Quindi, mentre i recenti sviluppi geopolitici possono aver dato al dollaro un ulteriore slancio al rialzo, la domanda di dollari dovrebbe persistere anche una volta che le recenti tensioni inizieranno a svanire dalle menti dei partecipanti al mercato, con il vantaggio del rendimento del dollaro e la favorevole divergenza della politica della FOMC pronti a fornire un sostegno continuo.
Certamente, questo è il messaggio che i derivati stanno attualmente inviando. Le risk reversals a 3 mesi, a 25 delta, sia in EUR/USD che in GBP/USD, entrambe scambiano ai livelli più bassi da novembre 2023, implicando che le put stanno scambiando al premio più alto rispetto alle call da quel momento, e quindi il sentiment più rialzista sul dollaro dai fini dello scorso anno.
In sintesi, quindi, mentre il dollaro statunitense ha già guadagnato circa il 5% contro un paniere di pari quest'anno, e commercia in positivo contro tutti i pari del G10, questo forte slancio al rialzo sembra avere ancora molto spazio per correre.
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Wall Street indomabileWall Street è tornata a chiudere in positivo ieri, dopo essere scesa di quasi l’1% il giorno prima, grazie alla performance dei titoli tecnologici. L'S&P 500 ha chiuso a +0,7%, il Nasdaq ha guadagnato l'1,4% mentre il Dow ha recuperato qualcosa dalla chiusura di ieri. La giornata è stata caratterizzata da un avvio in risk off, con borse in calo, rendimenti dei titoli di Stato in salita e dollaro a schiacciare le valute concorrenti.
Poi i dati sui prezzi alla produzione Usa, usciti leggermente inferiori al consensus, hanno causato un pull back dei prezzi, sebbene i parametri relativi ai prezzi al consumo del giorno precedente, abbiano evidenziato una ripresa dell’inflazione superiore alle previsioni, supportando il sentiment ancora restrittivo dei rappresentanti di politica monetaria Usa, i quali hanno lasciato intendere che siano necessarie ulteriori prove di discesa dell’indice dei prezzi prima di tagliare eventualmente il costo del denaro.
BCE FERMA SUI TASSI
La Banca Centrale Europea ha mantenuto i tassi di interesse al 4.5% per la quinta volta consecutiva, con il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali ai massimi degli ultimi 22 anni mentre il tasso sui depositi presso la banca centrale si è mantenuto ai livelli più alti di sempre, ovvero al 4%. Nello statement si legge che, se ci fossero conferme di una inflazione stabilmente in discesa verso il 2%, si potrebbe prendere in considerazione la riduzione del costo del denaro.
I membri del Consiglio direttivo peraltro hanno ammesso che l’inflazione sia in calo, e che congiuntamente anche la domanda rimanga debole, tuttavia, hanno avvertito che le pressioni interne sui prezzi rimangono forti, portando ad un’elevata inflazione dei prezzi dei servizi. Durante la conferenza stampa della banca centrale, la presidente Lagarde è rimasta sulle sue posizioni riaffermando l’assoluta indipendenza dalla Fed, e ricordando che il mese di giugno sarà cruciale perché arriveranno le nuove proiezioni per l’anno in corso. Euro dapprima in ribasso con puntate fino a 1.0700 e poi in fase di correzione e ritorno in area 1.0740. Il trend rimane comunque, almeno per il momento, ribassista.
VALUTE
Sugli altri rapporti di cambio, si segnala una iniziale forza di dollaro contro tutte le altre valute, con un successivo movimento correttivo arrivato nel pomeriggio dopo la pubblicazione dei Ppi. UsdJpy ancora fortissimo a 153.20, mentre già si parla di quota 160.00 come target neanche tanto lontano. E la Boj sembra scomparsa nel nulla. EurChf tornato sotto quota 0.9800 mentre il UsdCad si è fermato a 1.3720 prima di correggere 50 pips. In ogni caso, sui cambi, si aspettano le rotture di punti importanti che per ora sembrano tenere, EurUsd con il supporto a 1.0695 00, il Cable a 1.2500 e usdjpy a 153.35 40. Interessanti i movimenti dei cross, nonostante il mercato rimanga dollaro centrico.
I PPI DELUDONO LE ATTESE
I prezzi alla produzione, negli Stati Uniti, sono aumentati dello 0,2% su base mensile nel marzo 2024, in seguito ad un aumento dello 0,6% a febbraio e al di sotto delle previsioni dello 0,3%. I prezzi dei servizi sono aumentati dello 0,3%, guidati dai guadagni nell'intermediazione di titoli, negoziazione, consulenza in investimenti e servizi correlati (3,1%). Anche i costi sono aumentati per la vendita all'ingrosso di attrezzature professionali e commerciali, oltre alle vendite al dettaglio di hardware, software e forniture per computer. Su base annua, il PPI è aumentato del 2,1%, il massimo da aprile 2023, dopo l’1,6% di febbraio. L'indice core è aumentato dello 0,1% nel mese, spingendo il tasso annuale più in alto al 2,4%.
RENDIMENTI ANCORA IN CRESCITA
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è salito oltre il 4,57% ad aprile, il livello più alto in cinque mesi, poiché come già ribadito poc’anzi, sono aumentate le preoccupazioni relative ad una Fed “on hold” per i prossimi mesi, il che ha innescato un’ondata più forte di vendite di titoli del Tesoro su tutti i periodi della curva dei tassi.
Un PPI più debole del previsto non è riuscito ad alleviare le preoccupazioni sulla pressione inflazionistica nell'economia statunitense dopo che i dati positivi sull'indice dei prezzi al consumo di questa settimana avevano fornito ulteriori indicazioni che la crescita dei prezzi si è stabilizzata su livelli decisamente elevati. Ciò, a sua volta, ha rafforzato la motivazione a favore della Federal Reserve a mantenere le condizioni finanziarie restrittive più a lungo. Di conseguenza, le probabilità che la Fed tagli a giugno sono scese al 43%, mentre quelle per cui non vi sarà alcuna riduzione nel 2024, sono intorno al 15%.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Volatilità in compressioneLa giornata di ieri ha visto Wall Street chiudere pressoché invariata, dopo che i tre listini principali si erano già stabilizzati nella sessione precedente. Gli investitori attendono con interesse ora, i dati chiave sull’inflazione statunitense questa settimana. Ciò che sorprende è la compressione di volatilità, e non solo sull’azionario, che si riscontra in quasi tutti gli asset. Non si capisce se sia mancanza di interessi o presenza di enorme liquidità che ne limiti le oscillazioni giornaliere, con il ritrovamento di un equilibrio generalizzato.
Il Dow e l'S&P 500 hanno ceduto rispettivamente lo 0,03% e lo 0,04%, mentre il Nasdaq Composite è salito dello 0,03%. I settori dell'energia, della sanità e della tecnologia sono stati i più penalizzati, mentre immobiliare, beni di consumo voluttuari e servizi di pubblica utilità sono stati i settori con le performance migliori. Nel frattempo, i rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni hanno superato il 4,4%, l’unico vero segnale di possibile aumento del risk off in un contesto che invece rimane generalmente tranquillo e in appetito al rischio.
Gli investitori attendono ora il rapporto sull'indice dei prezzi al consumo di mercoledì per ulteriori approfondimenti sulla politica monetaria della Federal Reserve, nonché su altri dati economici chiave e sull'inizio della stagione degli utili del primo trimestre. A livello di performance dei diversi titoli aziendali, Tesla balza del 4,9% dopo che Elon Musk ha annunciato che il produttore di veicoli elettrici svelerà il suo nuovo robotaxi ad agosto. Anche i titoli crypto, tra cui Coinbase (6,7%) e MicroStrategy (5,1%), hanno guadagnato grazie al rialzo dei prezzi del Bitcoin.
VALUTE
Poco mossi i principali rapporti di cambio, in ragione di una seduta priva di spunti interessanti. Nessun dato rilevante, ma neppure interventi chiave di banchieri centrali, cosicché le principali price action sono rimaste ancorate in 20 30 pips al massimo di oscillazione. EurUsd compreso tra 1.0830 e 1.0860 mentre il Cable è rimasto tra 1.2630 e 1.2670. UsdJpy a ridosso di 152.00, tra i timori che sopra tale quota si stiano accumulando stop loss e la possibilità che la Boj possa intervenire a sostegno della valuta nipponica. Poco da segnalare sulle oceaniche, nel trading range delle ultime sedute, e UsdCad, compresso tra 1.3570 e 1.3610.
TITOLI DI STATO
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è salito fino al 4,45%, il massimo in 4 mesi e mezzo, poiché gli ultimi dati hanno ridimensionato nuovamente le aspettative di tagli dei tassi della Fed. La scorsa settimana, i commenti sorprendentemente hawkish di diversi funzionari della Fed, insieme ai dati positivi su lavoro e produzione, hanno sollevato le preoccupazioni degli investitori sulla necessità che i tassi rimangano più alti per un periodo più lungo. Le probabilità di un taglio a giugno si attestano attualmente intorno al 50%, rispetto al 60% di inizio mese.
Questa settimana, il tasso di inflazione, i prezzi alla produzione, la fiducia dei consumatori del Michigan e i verbali del FOMC saranno i dati chiave e i market movers più importanti, in attesa che si chiariscano le cose relativamente ai prossimi passi della Fed. I politici, incluso il presidente Powell, hanno suggerito che tagliare il tasso dei fondi della Fed quest’anno potrebbe essere appropriato, ma non c’è bisogno di affrettarlo poiché la Fed ha bisogno di maggiore fiducia che l’inflazione stia tornando in modo sostenibile al 2%.
AUSTRALIA
L’indice della fiducia dei consumatori in Australia è sceso del 2,4% a 82,4 punti nell’aprile 2024, in calo per il secondo mese consecutivo poiché l’inflazione persistente e gli alti tassi di interesse hanno continuato a pesare sulle famiglie australiane. L’indice è al di sotto di 100 da oltre due anni, il periodo più lungo dalla recessione dei primi anni ’90, indicando che i pessimisti superano di gran lunga gli ottimisti. Le prospettive economiche a 12 mesi e a 5 anni sono scese rispettivamente del 2,7% e del 4,4%. Nel frattempo, i mercati si aspettano che la Reserve Bank of Australia inizi ad abbassare i tassi verso la fine di quest’anno, ma i solidi dati sull’occupazione e l’aumento dei prezzi delle case hanno rallentato le prospettive. AudUsd rimane tra 0.6540 e 0.6610. Buona giornata e buon trading.
GERMANIA
Le esportazioni dalla Germania sono diminuite del 2% su base mensile a 132,9 miliardi di euro nel febbraio 2024, superando le aspettative del mercato di un calo dello 0,5% e invertendo un aumento del 6,3% nel periodo precedente. Le esportazioni verso l’UE si sono contratte del 3,9% a 72,9 miliardi di euro, quelle verso l’Eurozona sono diminuite del 3,6%. Nel frattempo, le vendite verso i paesi terzi sono aumentate dello 0,4% a 60 miliardi di euro, principalmente verso gli Stati Uniti (10,2%) e la Russia (1,5%), parzialmente compensate dal calo delle esportazioni verso Cina (-0,6%) e Regno Unito ( -2%). Considerando il periodo gennaio-febbraio, le esportazioni tedesche sono state inferiori del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Saverio Berlinzani
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SPY in caduta fin dove?SPY: stasera non potevo evitare di vedere il grafico dello SPY che mostra una debolezza rara. I futures hanno visto un incremento dei volumi mentre qui sullo spy non sembrano esserci incrementi sostanziali. Per ora si guarda la zona 5120 come primo supporto.
I seller hanno ripreso il controllo e ora devono riuscire a confermare la loro posizione dominante. Si aspetta una conferma, la così detta acceptance.
Risk Disclaimer
Ogni idea presentata è da intendersi ai soli fini didattici e strettamente personali.
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Azionario in correzioneÈ iniziato il secondo trimestre di questo 2024, all’insegna di dati americani migliori delle attese che, sebbene non rappresentino ancora la certezza di un posticipo del tanto atteso ribasso dei tassi, segnalano comunque una situazione in cui la Fed potrebbe eventualmente allungare i tempi. Wall Street, ieri, ha chiuso in rosso in un mercato che rimane però ampiamente in appetito al rischio, con l’unica eccezione dell’aumento dei rendimenti del decennale statunitense, risalito sopra quota 4.3%.
Gli indicatori di inflazione preferiti dalla Fed non hanno comunque modificato lo scenario previsto, almeno per ora, con il presidente Powell che ha affermato che i dati di febbraio erano in linea con le aspettative. Il PCE principale è aumentato dello 0,3%, al di sotto dell'aumento dello 0,4% rivisto al rialzo di gennaio, e le previsioni dello 0,4% e il tasso core sono scesi allo 0,3% da un 0,5% rivisto al rialzo di gennaio, in linea con le aspettative.
Però, ieri pomeriggio, l’ISM Manufacturing PMI statunitense, è aumentato a 50,3 a marzo 2023, rispetto a 47,8 di febbraio, battendo le previsioni del mercato di 48,4. Ciò ha segnato la prima espansione del settore manifatturiero dopo 16 mesi di contrazione. I nuovi ordini sono aumentati a 51,4 da 49,2 e la produzione è salita a 54,6 da 48,4. Tuttavia, il portafoglio ordini è rimasto in contrazione a 46,3, lo stesso di febbraio.
Insomma, qualche dubbio, questi dati, sembrano evidenziarlo e di fronte ad un eventuale correzione dei listini, potremmo assistere alla salita del dollaro sia come asset da investimento (perché rimaniamo in risk off se osserviamo gli indici di rischio), sia come asset rifugio in un momento correttivo dei listini, che forse, parrebbe dovuto.
VALUTE
Sui cambi, la reazione del dollaro ai dati del Pmi manifatturiero, si è fatta sentire con l’EurUsd sceso a 1.0730 con la possibilità di attaccare 1.0690-00 area di supporto chiave. Anche il Cable ha rotto 1.2600 ed è tornato vero quota 1.2550, primo livello di supporto d breve termine a cui potrebbe far seguito l’area di 1.2520. UsdJpy tornato a ridosso di 152, in attesa di qualche segnale della BoJ che per ora però latita. Insomma, un dollaro che si mantiene forte contro le principali valute concorrenti e poche le speranze, per ora, di assistere ad una inversione, ma forse solamente qualche correzione.
LA LIRA TURCA REAGISCE DOPO IL NUOVO MINIMO STORICO
La lira turca, dopo aver visto nuovi minimi storici contro dollaro a 32.50, ha corretto tornando in area 32.00 dopo le lezioni locali, nelle quali, il partito AKP del presidente Erdogan ha subito una significativa sconfitta, perdendo in grandi città come Istanbul e Ankara. Si temeva che ciò potesse portare a un passaggio dalle recenti politiche economiche ortodosse a una politica fiscale più espansiva, ma il presidente Erdogan ha accettato la sconfitta e ha promesso che i suoi sforzi per contenere l’inflazione avrebbero dato i loro frutti quest’anno.
Il tasso di inflazione annuale in Turchia è salito al 67,07% nel febbraio 2024, il livello più alto da novembre 2022. I tassi di interesse sono saliti al 50%. Per proteggere i propri risparmi dall’inflazione, molti turchi stanno acquistando oro, e ad altri asset legati al dollaro statunitense.
CINA, MIGLIORA IL SETTORE MANIFATTURIERO
Il Caixin China General Manufacturing PMI è aumentato a 51,1 a marzo 2024 da 50,9 del mese precedente, battendo le stime di mercato di 51. Si è trattato del quinto mese consecutivo di crescita dell’attività industriale e il ritmo più veloce da febbraio 2023, sostenuto da nuovi ordini più elevati da sia a livello nazionale che estero. Nel frattempo, l’occupazione è nuovamente diminuita, indicando che le aziende erano caute nelle assunzioni nel tentativo di contenere i costi.
Per quanto riguarda l'inflazione, i prezzi dei fattori produttivi sono scesi per la prima volta da luglio, anche se solo marginalmente, a causa dei minori costi delle materie prime. Di conseguenza, le aziende hanno ridotto i prezzi di vendita per il terzo mese consecutivo e per il massimo in otto mesi, grazie agli sforzi volti a stimolare la nuova domanda. UsdChn che attacca le resistenze, a 7.2820, con la possibilità di tornare sui massimi di 7.3650.
NUOVI MASSIMI STORICI PER L’ORO
Lunedì l'oro è salito sopra i 2.250 dollari l'oncia, estendendo il suo rally e trovando un nuovo massimo storico a 2.267 dollari l’oncia, trascinato da acquisti massicci legati all’ottimismo relativo ai possibili tagli della Fed già da giugno, e con tassi di interesse più bassi si ridurrebbe il costo opportunità di detenere lingotti, aumentandone il valore di investimento. La correlazione con il biglietto verde, solitamente inversa, si è invertita, e gli acquisti del gold in dollari sembrano offrire ottimi rendimenti anche e soprattutto per l’aumentato valore del biglietto verde.
MINUTE RBA E DATI ODIERNI
La Reserve Bank of Australia ha mantenuto il tasso di liquidità al 4,35% durante la riunione di marzo, come ampiamente previsto. La decisione di martedì è arrivata tra i segnali di un rallentamento della crescita economica dopo un aumento totale dei tassi di 425 punti base negli ultimi due anni. Nel frattempo, l’inflazione ha continuato a diminuire in un contesto di moderazione dei prezzi dei beni. Le prospettive sembrano favorire un rallentamento nei prossimi mesi.
Sul fronte dati, oggi è una giornata interessante, con quelli relativi al mercato immobiliare inglese, seguito poi dalle vendite al dettaglio e il Pmi manifatturiero svizzeri. Dalle 9.00 in poi, Pmi per Spagna, Italia, Francia, Germania ed Eurozona. Alle 10.30 Pmi manifatturiero inglese, e dati sull’inflazione tedesca. Nel pomeriggio ordini all’industria Usa unitamente ai Jolts Openings, ovvero il rapporto mensile sulle offerte di lavoro nelle aree commerciali, industriali e uffici negli Stati Uniti. Parleranno poi Bowman, Williams, e Mester della Fed.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Ferragamo segna un incremento di volumiFerragamo sta vivendo una fase di incremento di volumi e la formazione di minimi crescenti. La resistenza di 13 euro non ha permesso un rialzo e in questa zona di 11 euro si stanno verificando incrementi di volumi.
La tenuta del prezzo potrebbe risvegliare i buyer. Lo scenario alternativo è un affondo sotto 10 e la formazione di nuovi minimi.
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Risk Disclaimer: quanto proposto in questo post non è da intendersi come consiglio finanziario; è un semplice diario di studio personale;
Ogni opinione espressa è da considerare con differenti scenari alternativi possibili.
WisdomTree _ Tactical Daily Update - 22.03.2024Le maggiori Borse mondiali prolungano la fase “risk–on”.
Nuovi massimi storici per Wall Street e per Tokio, borse cinesi in stabilizzazione.
Indici PMI europei depressi anche a marzo: manufattura in difficolta’.
Intelligenza artificiale: un mega-trend di cui sentiremo parlare a lungo.
Mercoledi la Federal Reserve ha confermato che entro il 2024 taglierà i tassi 3 volte, la 1’ delle quali a giugno, per un totale di 75 bps. Cio’ ha favorito chiusure positive ieri per le Borse europee, supportate non solo dall’atteso ammorbidimento nella politica monetaria Usa ed Europea, ma anche dalla discesa dell'inflazione nel Regno Unito e dal taglio dei tassi deciso dalla Banca centrale Svizzera, da 1,75% all'1,50%.
Londra e’ stata la migliore, +1,9%, bene anche Francoforte +0,9%, senza strappi Milano, +0,1% e Parigi, +0,2%: sul listino francese ha brillato Esso France (divisione Europea di Exxonmobil attiva nella raffinazione e distribuzione di prodotti petroliferi), +24%, grazie al maxi-dividendo straordinario di 12 euro, da aggiungere ai 3 Euro “ordinari”.
Wall Street, ormai inarrestabile, anche ieri si e’ mossa al rialzo: Dow Jones +0,7%, S&P500 +0,3%, al 20’ record storico di quest’anno, Nasdaq +0,2%.
Giornata movimentata per alcune azioni della tecnologia: Apple ha perso oltre -4% perche’ colpita da un’indagine Antitrust del Dipartimento di Giustizia americano.
Debutto col botto a Wall Street per Reddit, prima Ipo di social network dopo Pinterest nel 2019: l’azione della piattaforma piu’ diffusa di forum online, collocata a 34 Dollari/azione e’ schizzata anche sopra 56.
Micron Technology ha sorpreso il mercato con l’utile netto del 4’ trimestre di 42 US$ cents, e alzato la guidance 2024. Broadcom e’ balzata di +5.6% nel giorno del suo "Al Day" nel quale il suo management si e’ detto ottimista sulla prospettiva di acquisire crescenti quote dell’esplosivo mercato delle reti Al e degli “acceleratori personalizzati”.
Ieri protagoniste, a vario titolo, numerose Banche centrali: quella Svizzera (BNS), come detto, ha abbassato i tassi, mentre il consenso se li aspettava stabili, innescando l’indebolimento del Franco svizzero, -0,7% verso Euro, a 1,024.
La Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi invariati a 5,25% per la 5’ riunione consecutiva, pur rimarcando che il dato di marzo sull'inflazione al consumo in UK sia calatao a 3,4%, minimi dal 2021. Il Governatore Andrew Bailey conferma l’approccio prudente, e “data dependant”, attendo il consolidamento del trend positivo.
La Banca centrale di Turchia ha invece aumentato di 5 punti, da 45 a 50% il tasso di interesse di riferimento, quale ennesimo tentativo di raffreddare l’inflazione.
Il Presidente della Bundesbank e membro del board dell’ECB (Banca centrale Europea), Joachim Nagel, ha ammesso la “probabilità aumentata di taglio tassi prima della pausa estiva...ovviamente dipendera’ dai dati, questa non vuol essere una scusa ma il miglior approccio in un contesto dove l'incertezza resta alta anche a causa della guerra in Ucraina”.
Sempre la Bundesbank nel consueto rapporto periodico ritiene che l’economia tedesca restera’ probabilmente in recessione nel 1’ trimestre e, vista la debolezza dei consumi e degli ordini all’industria, l’intera 2024 si prospetta stagnante. Come nota incoraggiante, l’indice Ifo sul business climate in Germania a marzo è salito a marzo a 87,8, oltre le stime.
Sul fronte macro Usa emergono segnali contrastanti, che in media confermano la resilienza dell’economia: l’indice Pmi manifatturiero di marzo, smentendo le attese, e’ salito a 52,5 punti, dai 52,2 di febbraio: il Pmi servizi invece scende a 51,7, sotto alle stime.
Le vendite di case esistenti negli Usa a febbraio sono salite oltre le attese: +9,5% a 4,38 milioni, mentre il superindice economico (LEI-leading indicator Index), curato dal Conference Board, è aumentato a febbraio di +0,1% a 102,8 punti, facendo meglio del previsto e “cambiando segno” dopo 22 cali consecutivi.
I dati macro europei confermano invece la debole corrente dell’industria: l’indice Pmi manifatturiero dell’Euro-zona a marzo è sceso a 45,7, da 46,5 di febbraio: quello composito, invece, è salito a 49,9 da 49,2 di febbraio, ai massimi da 9 mesi, grazie al contributo dei servizi, il cui indice PMI e’ salito a 51,1 da 50,2.
Dopo l’inatteso calo delle scorte petrolifere Usa ieri il prezzo del greggio e’ sceso di circa -1%, col WTI a 81,1 Dollari/barile: sempre depresso il metano europeo, attorno a 27 Euro/MWh sulla trading venue TTF Amsterdam.
Ieri 21 marzo, giornata memorabile per l’oro, arrivato a superare per la 1’ volta i 2.200 US$/oncia, prolungando il movimento rialzista osservato da metà febbraio e favorito dalle crescenti tensioni politiche, commerciali e militari globali.
Stamane, Borse asiatiche in calo: quelle Cinesi soffrono probabilmente la debolezza del Yuan onshore, salito oltre 7,2 per USDollar, record da novembre e sintomo che le autorita’ monetarie di Pechino avallano una parziale svalutazione della valuta.
La Borsa di Tokyo ha segnato un nuovo massimo storico, grazie al +0,2% del Nikkei, a 40.883, ad una settimana dalla decisione della Banca del Giappone (BoJ) di avviare, con cautela, la normalizzazione della sua politica monetaria. Intanto accelera l'inflazione nipponica: quella al consumo (CPI “core”, al netto dei cibi freschi) +2,8%, quella “generele” +3,2%, in linea col consenso.
Borse europee “flat” a fine mattinata, leggermente positivi i future sugli indici Usa. Sulle cryptovalute prevalgono di nuovo le vendite, cali medi di -3%. (ore 13.30 CET)
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La BoJ delude le atteseLa Banca del Giappone (BoJ) ha alzato il tasso di interesse chiave a breve termine tra lo 0% e -0.1%, dal -0,1% precedente, come da consensus, interrompendo il Qqe che andava avanti da 8 anni. La decisione di oggi ha segnato anche il primo aumento dei tassi di interesse dal 2007, poiché l'inflazione ha superato l'obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale.
Nel frattempo, il Governo ha concordato con le principali e più grandi aziende del paese un aumento salariale del 5,28%, il più significativo in oltre 3 decenni. Due dei nove membri del consiglio della BoJ, Toyoaki Nakamura e Asahi Noguchi, hanno votato contro. La banca centrale ha inoltre posto fine al controllo della curva dei rendimenti per i titoli di Stato a dieci anni. Inoltre, ridurrà lentamente il ritmo degli acquisti di obbligazioni societarie prima di interromperli completamente tra circa un anno.
Tuttavia, la banca ha aggiunto in un comunicato che, in caso di un rapido aumento dei tassi a lungo termine, avrebbe dato risposte rapide, come ad esempio aumentando la quantità di acquisti di JGB. Il UsdJpy è sceso ancora contro dollaro arrivando fino a 150.28, segnale che il mercato non apprezza la decisione della BoJ che sembra essere un compromesso poco significativo e ha deluso le aspettative di coloro i quali pensavano ad un vero cambiamento di politica monetaria.
Così non è stato e lo Jpy scende ancora. Molto probabilmente i timori della BoJ sono verso una recrudescenza dell’inflazione causata dall’accordo sugli aumenti salariali, ma è un fatto che per il mercato sembra una decisione al ribasso, rispetto alle aspettative. Ora si tratta di vedere se la BoJ interverrà a sostegno della valuta.
RBA, TASSI INVARIATI
La Reserve Bank of Australia ha mantenuto i tassi di interesse al 4,35% durante la riunione di marzo, come ampiamente previsto. Il tasso di interesse in Australia è stato in media del 3,85% dal 1990 al 2024, raggiungendo il massimo storico del 17,50% nel gennaio 1990 e il minimo record dello 0,10% nel novembre 2020.
Nello statement, rispetto al precedente, è stato ritirato l’avvertimento secondo cui non si poteva escludere un ulteriore aumento dei tassi, il che presumibilmente significa che i tassi hanno raggiunto il loro picco. Dollaro australiano in ripiegamento a 0.6515, non lontano dal supporto chiave di 0.6480, che potrebbe anche essere raggiunto in giornata, a giudicare dalla price action del dollaro che sta spingendo contro tutte le valute indistintamente.
Il Dollar Index, infatti, si è mantenuto sopra 103,5, attestandosi ai livelli più alti delle ultime due settimane, mentre gli investitori pensano che la Fed non taglierà il costo del denaro così presto come avevano ipotizzato precedentemente. La ragione sono i dati su CPI e PPI che hanno mostrato una inflazione ancora sostenuta. Si prevede che la banca centrale americana manterrà i tassi stabili questa settimana.
AZIONARIO
I futures sulle azioni statunitensi appaiono stabili questa mattina, anche dopo che Nvidia ha presentato una nuova generazione di chip e software di intelligenza artificiale. Nelle contrattazioni regolari di lunedì, il Dow è salito dello 0,2%, l'S&P 500 ha guadagnato lo 0,63% e il Nasdaq Composite è balzato dello 0,82%.
Nove degli 11 settori dell'S&P hanno chiuso in rialzo, guidati dai servizi di comunicazione, dai beni di consumo di prima necessità e dai beni voluttuari. Apple e Alphabet hanno guadagnato rispettivamente lo 0,6% e il 4,6%, sulla notizia che Apple avrebbe integrato il motore AI Gemini di Google nell'iPhone.
Anche Tesla ha registrato un rialzo del 6,3% in seguito all'annuncio da parte della società di aumenti di prezzo per i suoi veicoli elettrici Model Y in alcuni paesi europei e negli Stati Uniti. Al contrario, Boeing ha perso l’1,5% a causa delle persistenti preoccupazioni sulla sicurezza.
BILANCIA COMMERCIALE EUROZONA
Nel gennaio 2024 l’Eurozona ha registrato un surplus commerciale di 11,4 miliardi di euro, rispetto a un deficit di 32,6 miliardi di euro nello stesso periodo dell’anno scorso. Le esportazioni sono aumentate dell'1,3% su base annua a 225,9 miliardi di euro, trainate dalle spedizioni di manufatti (+3,3%); prodotti chimici (+3%) e macchinari e mezzi di trasporto (+1,5%). Tra i principali partner commerciali, le esportazioni sono aumentate principalmente verso Stati Uniti, Giappone e Svizzera, ma sono diminuite verso Russia, Cina e Norvegia.
Contestualmente, le importazioni sono diminuite del 16,1% a 214,5 miliardi di euro, a causa del calo di combustibili minerali, lubrificanti (-36,4%); manufatti (-12,6%) e prodotti chimici (-10,4%). Le importazioni sono diminuite principalmente da Cina, Stati Uniti, Svizzera, Norvegia, Russia, Giappone e India.
VALUTE
Movimenti contenuti, ancora una volta, nella giornata di ieri, con oscillazioni all’interno dei trading range soliti per le principali coppie valutarie, in assenza di notizie capaci di spostare l’equilibrio attuale. Va detto però che nelle ultime ore, in seguito alle decisioni di BoJ e RBA, il mercato si è orientato nell’acquisto di dollari e il trading range delle ultime ore, che pareva assai solido, sembra modificarsi, generando maggiore volatilità.
EurUsd che in serata ieri era sceso sotto quota 1.0870, alla ricerca dei target compresi tra 1.0830 e 1.0810, è sceso altri 10 pips e sembra pronto ad un nuovo calo. Anche il Cable ha mollato tornato a ridosso di 1.2700, con target a 1.2680 e 1.2650, meno dell’euro in ragione del sell off di EurGbp sceso a 0.8540. Del UsdJpy abbiamo detto nel paragrafo relativo alla BoJ così come per le oceaniche, e in particolar modo AudUsd, mentre NzdUsd si trova sul supporto a 0.6040.
Dollaro superstar quindi, in correlazione diretta con le borse, ovvero un legame anomalo che non abbiamo visto troppo spesso. Ma non c’è comunque avversione al rischio, con l’indice Vix a 14.30 e i rendimenti dell’obbligazionario e titoli di stato in leggera ripresa, ma non tali da giustificare il ritorno del risk off. Oggi, tra i dati più rilevanti, segnaliamo la bilancia commerciale svizzera, lo Zew tedesco, il CPI canadese, e i nuovi cantieri negli Stati Uniti.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
BANCA MEDIOLANUM, short con la price actionBuongiorno,
propongo un'idea basata sulla price action con cui ipotizzare uno short.
Sul grafico settimanale, negli ultimi 28 anni, quando i prezzi si sono trovati di fronte al tentativo di violazione di un recente minimo/massimo ed hanno disegnato un pattern di inversione semplice (formato da massimo due candele) confermato, nel 86% dei casi si è prodotto un movimento"significativo".
Movimento significativo significa che si è manifestato con una profondità che si è rivelata sufficiente da rendere un trade per me profittabile.
La statistica riportata è stata ricavata applicando dei criteri miei personali ma univocamente individuabili al fine di rendere misurabili i dati e quindi elaborarli.
Nella parte di grafico visibile ne sono indicati gli ultimi 6 di cui, tranne uno evidenziato in rosso che non ha generato un pattern di inversione e quindi alcun segnale, i 5 validi hanno reso possibili altrettante operazioni positive.
Cioè si è prodotto un movimento profondo abbastanza da costruirci un trade con le caratteristiche che ognuno potrebbe implementare nel rispetto della propria tecnica e risk management.
Qui propongo di attenzionare la possibile falsa rottura dei massimi dell'ottobre del 2021.
I livelli operativi miei personali sono evidenziati e prospettano la possibilità di un utile lordo di circa 4%.
Ovviamente è possibile immaginare diverse idee di trading che abbiamo in comune quello di augurarsi di trovarsi nella parte buona della statistica ricordata cioè in quel 86 possibilità di 100 di portare a casa un risultato positivo.
DIASORIN, nuovo tentativo di correzione al rialzoBuongiorno,
il titolo, dopo i massimi assoluti raggiunti nel pieno della frenesia da COVID 19, non è mai riuscito a concretizzare una correzione apprezzabile.
È interessante osservare il fenomeno emotivo associato al semplicistico ragionamento vaccino=soldi facili per lungo tempo.
Nel mio lavoro di consulente finanziario, ricordo bene le molte richieste di pareri che a suo tempo mi arrivavano sull'opportunità di investire nel titolo.
Lo studio dei volumi dice che pochi hanno guadagnato tanto ma molti sono in perdita.
Ci sono stati acquisti importanti all'esordio del COVID che hanno spinto il titolo su livelli di p/e insostenibili.
Dai massimi assoluti, suggellati da un triplo massimo il cui target canonico in area 55 è ancora da raggiungere, si è sviluppato un severo movimento ribassista che è proseguito con volumi relativamente scarsi.
Questo è segno che, come sovente avviene, l'investitore non sopporta vedere le perdite trasformarsi da soltanto teoriche a reali con il risultato che conserva nel proprio deposito titoli cadaveri in avanzato stato di decomposizione.
La sostanza, nell'uno e nell'altro caso, è uguale: la differenza è solo terminologica: ci saranno coloro che parlano di "riduzione transitorio di valore" (chi si ostina a non vendere) e quelli (pochi) che avranno minusvalenze nel proprio zainetto fiscale da gestire per i prossimi anni.
Un primo tentativo di correzione dei prezzi è avvenuto intorno al livello di ritracciamento Fibo 50% dell'intero movimento rialzista partito dall'esordio del titolo.
I prezzi hanno abbozzato un chiaro testa e spalle ma, come si vede dal grafico, con volumi non convincenti.
I volumi in costante calo, anche durante la formazione della spalla destra dove tipicamente si osserva un aumento.
Il risultato è stato un falso breakout della neck line sebbene con i tipici volumi in aumento associati alla singola candela responsabile della violazione.
Ora siamo ad un nuovo tentativo di inversione, con un nuovo testa e spalle in corrispondenza del livello Fibo 61,8%.
I livelli di Fibonacci sono le linee tratteggiate blu.
Questo sembra, quantomeno, un tentativo più convincente visto che dal minimo della spalla destra i volumi questa volta sono in ascesa.
In verità i prezzi hanno già violato la neck line con la candela del 26 febbraio. Aumento dei volumi ma prezzi che arretrano formando una doji/shooting star sotto la resistenza statica di breve periodo evidenziata in rosso.
Male la prima
Nell'ultima settimana invece, con volumi altrettanto sostenuti, abbiamo visto invalidare il segnale ribassista della candela precedente visto che è stato superato il suo massimo.
Tuttavia, ora abbiamo la minaccia di un hanging man che ci sovrasta come una spada di Damocle.
Bisogna però osservare che, in questi casi il pattern si presta anche ad una lettura addirittura opposta.
Viene cioè visto come un rifiuto della shooting star con i prezzi che si sono velocemente allontanati dai minimi della stessa e ponendosi come in pole position per brekkare la neck line del TeS.
L'ipotesi di long proposto, presenta un primo target in corrispondenza del primo ostacolo che l'atteso movimento impulsivo potrebbe incontrare. Ad esso è associato un orrendo risk/reward che farà storcere il naso a molti e tuttavia sarà il mio target.
Il motivo è che, contando sull'auspicato aumento della volatilità tipica di un break out, la probabilità associata al suo raggiungimento è notevolmente maggiore a quella che associo alla possibilità che i prezzi invertano e vadano a colpire lo stop
Ma anche nel caso succedesse andrebbe semplicemente ad erodere il cuscinetto di gain accumulato dalle precedenti operazioni chiuse a target con la stessa logica.
Il secondo target proposto è in corrispondenza di un precedente importante minimo relativo, dove tra l'altro mi aspetto che arrivi anche la sma100 a fare da argine.
Il target canonico che pretende invece l'ortodossia del pattern di TeS è l'ultimo indicato nel grafico.
A ognuno il suo.
S&P500, nuovo massimo storicoNon curante del possibile inizio di una fase di correzione, Wall Street ieri ha chiuso nuovamente in forte rialzo con il solo Dow Jones leggermente meno performante, mentre sia l’S&P che il Nasdaq hanno chiudo a +1% e + 1.5%, facendo segnare il primo un nuovo massimo storico mentre il secondo ci è andato assai vicino.
Nel frattempo, i dati economici usciti ieri hanno evidenziato un leggero raffreddamento nel mercato del lavoro, mentre i commenti di Jerome Powell al Congresso hanno confermato che la Fed non ha fretta di tagliare i tassi di interesse, ma prevede comunque che nel 2024 arriverà il primo taglio dei tassi.
Sul fronte dei dati, le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione sono state leggermente superiori alle attese e il costo del lavoro per il quarto trimestre è stato rivisto leggermente al ribasso. Il risk on rimane predominante, con la correlazione intermarket che ricomincia a farsi vedere.
Oggi è una giornata estremamente importante perché sarà la volta dei NFP, attesi a 200 mila unità con un tasso di disoccupazione previsto al 3.7%. Ma prima sarà pubblicato anche il dato sul Pil di Eurozona, la terza revisione del quarto trimestre del 2023. Sarà certamente una seduta volatile dopo le 14.30.
VALUTE
Salgono le principali valute contro dollaro, a partire dal UsdJpy che, alimentato dalle voci di rialzo dei tassi, è sceso fino a 147.60 per poi chiudere qualche punto sopra 148.00. Questa notte la price action è rimasta la medesima con il cambio sceso nuovamente a 147.80. I target di medio, se il movimento dovesse continuare, sarebbero posti a 146.00 inizialmente, da dove ci attendiamo qualche correzione importante.
EurUsd sopra 1.0930 primo target, ma la resistenza sembra fragile e nel caso di rottura, i target sono posti a 1.1000 05 area. Supporti dove eventualmente entrare long posizionati a 1.0900. Cable verso gli obiettivi di 1.2830 mentre i supporti intervengono a 1.2760.
Oceaniche sugli scudi con AudUsd verso 0.6690 mentre NzdUsd punta a 0.6220. Interessanti i cross dello Jpy che scendono e attaccano i supporti di medio come EurJpy, GbpJpy, AudJpy e NzdJpy. Senza dimenticare CadJpy e ChfJpy che sembrano all’inizio di movimenti di più ampio respiro.
BCE, NULLA DI FATTO
La Banca Centrale Europea ha mantenuto i tassi di interesse invariati nella riunione di ieri. Nello statement si legge che emergono preoccupazioni per una possibile recessione, contestualmente a pressioni inflazionistiche ancora importanti. I tassi sono alti, ma probabilmente rimarranno tali fino a quando l’inflazione non avrà chinato la testa definitivamente. Sentiment che controbilancia quello espresso ieri da Jerome Powell nella sua testimonianza al Congresso Usa. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali rimane al livello massimo degli ultimi 22 anni pari al 4,5%, mentre il tasso sui depositi presso la banca centrale è rimasto invariato al 4%.
Nel frattempo, la BCE prevede che l’inflazione sarà in media al 2,3% nel 2024 (rispetto al 2,7% nelle proiezioni di dicembre), al 2,0% nel 2025 (rispetto al 2,1%) e all’1,9% nel 2026. Il tasso core è previsto al 2,6% nel 2024 (rispetto al 2,7%), 2,1% nel 2025 (rispetto al 2,3%) e 2,0% nel 2026 (rispetto al 2,1%). Viene contestualmente rivista la crescita, in ribasso con un deludente +0.6% per il 2024, prevedendo un’attività economica ancora modesta nel prossimo futuro. Tuttavia, la Bce prevede un ritorno della crescita nel 2025 con un +1,5% e nel 2025 con un +1,6% nel 2026.
USA E CANADA, BILANCE COMMERCIALI
A gennaio 2024 gli Stati Uniti hanno registrato deficit commerciale di 67,4 miliardi di dollari, il più alto degli ultimi 9 mesi superiore del precedente gap di 63,5 miliardi di dollari di dicembre e maggiore anche del consensus (di 63,5 miliardi di dollari). Export in crescita solo dello 0.1%, mentre l’import è cresciuto dell’1,1%, guidato dal settore automobilistico, camion, accessori per computer, semiconduttori, viaggi e servizi finanziari, mentre gli acquisti sono diminuiti di petrolio greggio, telefoni cellulari e altri beni per la casa.
Il deficit maggiore si registra con la Cina (22,9 miliardi di dollari), Unione Europea (18,1 miliardi di dollari) e Messico (12,7 miliardi di dollari), mentre avanzi commerciali sono stati registrati con Paesi Bassi (4,1 miliardi di dollari), Hong Kong (2,2 miliardi di dollari) e Australia (1,6 miliardi di dollari). Parallelamente in Canada, la bilancia commerciale ha fatto registrare un surplus di 0.5 miliardi di dollari, sostanzialmente invariato, anche se leggermente superiore alle previsioni.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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Equity in ribassoI tre principali indici azionari statunitensi hanno continuato a perdere terreno nelle contrattazioni post sessione europea ieri pomeriggio, spinti da un’ampia svendita dei titoli tecnologici e dalle preoccupazioni per un potenziale rallentamento economico. L'S&P 500 ha perso l'1,02%, il Dow Jones è sceso dell’1.04% e il Nasdaq ha chiuso con un -1.65%.
Nuovi dati hanno indicato che il PMI dei servizi dell'ISM è stato inferiore alle attese e che gli ordini alle fabbriche sono diminuiti più del previsto. A guidare la svendita dei titoli tecnologici sono state le azioni di Apple, scese del 2,8% a seguito di un rapporto di Counterpoint Research, che indicava un calo significativo delle vendite di iPhone in Cina durante le prime sei settimane del 2024. Le azioni mega-cap erano già sotto pressione, dopo i grandi guadagni della scorsa settimana. Tesla è scesa del 3.9% e Microsoft (-3%), Amazon (-2%) e Meta (-1,6) hanno chiuso tutte in rosso.
DATI USA IN PEGGIORAMENTO
L’ISM Services PMI è sceso a 52,6 a febbraio, rispetto ai massimi di quattro mesi di 53,4 pubblicato a gennaio, al di sotto delle previsioni di 53. La lettura ha indicato una crescita leggermente più lenta nel settore dei servizi. Inoltre, le scorte si sono ridotte (47,1 contro 49,1) e il portafoglio ordini è diminuito (50,3 contro 51,4). D’altro canto, sono aumentati la produzione e i nuovi ordinativi ad un ritmo più rapido e la pressione sui prezzi si è allentata (58,6 contro 64).
Sempre ieri, i factory orders, sono diminuiti del 3,6% su base mensile a gennaio 2024, dopo un calo dello 0,3% a dicembre e rispetto alle previsioni di mercato che erano per un ribasso del 2,9%. Si tratta del calo maggiore da aprile 2020. Escludendo i trasporti, gli ordini alle fabbriche sono diminuiti dello 0,8%.
Il Calo dei dati ha provocato la discesa dell’equity, come già evidenziato, ma al contempo anche il rendimento del decennale Usa è sceso a +4.13% da +4.21 di ieri, a conferma che la Fed potrebbe rivedere il proprio sentiment relativamente alla politica monetaria anticipando i tempi della riduzione del costo del denaro. L’indice Vix è salito leggermente a 14.6, ma rimane abbondantemente nell’area risk on.
VALUTE
Sui cambi ancora poco da segnalare con il dollaro che ha ceduto contro le principali valute, ma soprattutto contro Jpy dopo le dichiarazioni di Kanda della BoJ che ha ammesso che la BoJ si sta preparando ad alzare il costo del denaro. UsdJpy in calo a 149.90 anche se per ora non ha rotto il precedente minimo posto a 149.70.
EurUsd ancora in area 1.0850 con una puntata a 1.0875 ma senza grande slancio. Il range resta solido con supporti a 1.0800 e resistenze a 1.0880. Cable ugualmente in rialzo con 1.2735 a fare da prima resistenza con supporti che intervengono a 1.2680 85 area.
UsdCad a ridosso di 1.3600 ma incapace per ora di rompere i supporti posti a 1.3550. Oceaniche che stanno stabilizzandosi e tengono anch’esse i supporti chiave, almeno per ora. Ma la settimana è lunga e venerdì ci sono i payrolls.
PIL AUSTRALIA
L'economia australiana è cresciuta dello 0,2% su base trimestrale nel quarto trimestre del 2023, meno rispetto al dato del terzo trimestre e alle previsioni dello 0,3%. Si tratta del nono periodo consecutivo di crescita trimestrale, ma va detto che è la crescita più debole degli ultimi cinque trimestri. Tra le ragioni, il calo dei consumi delle famiglie, che si è concentrata soprattutto sui beni essenziali come elettricità, affitto, cibo e salute.
Nel frattempo, la spesa pubblica ha registrato un notevole rallentamento (0,6% contro 1,5%), in un contesto di calo della spesa per la difesa e di continui benefici statali per le famiglie. Gli investimenti sono diminuiti, con gli investimenti pubblici in calo per la prima volta dal terzo trimestre del 2022. A livello di bilancia commerciale, si segnala la diminuzione dell’export di beni e servizi (-0.3%) ma contestualmente sono scese maggiormente le importazioni (-3.4%).
POWELL, BOC E BCE
In un contesto di generale stabilizzazione, ricordiamo che oggi il Presidente della Fed Jerome Powell sarà al Congresso degli Stati Uniti per il consueto intervento semestrale, nel quale presumibilmente potrebbe fornire indizi di politica monetaria, ovvero su tempi e portata dei tagli dei Fed Funds.
C’è molta attesa ovviamente e i mercati certamente vedranno un aumento della volatilità. Il tutto ricordando che oggi sarà la volta della Bank of Canada, che deciderà sul costo del denaro, con previsione di tassi invariati e soprattutto domani sarà la volta della Bce, anch’essa attesa ad un nulla di fatto. Allacciamo le cinture, si ballerà.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
I listini correggono, sarà la volta buona?In attesa della pubblicazione dei dati economici chiave di questa settimana, tra cui i Non Farm Payrolls, unitamente ai Jolts openings e all’Ism Services Pmi, le borse statunitensi si son prese una pausa di riflessione con una correzione rispetto ai massimi di due giorni orsono.
Nelle ultime ore, a differenza di quanto accade da settimane e mesi, la discesa a cui abbiamo assistito ad inizio seduta, non si è ribaltata come di solito, ma ha proseguito consolidando al ribasso e chiudendo negativa. Nelle contrattazioni regolari di lunedì, il Dow è sceso dello 0,25%, l'S&P 500 ha perso lo 0,12% e il Nasdaq Composite ha perso lo 0,41%.
I titoli dei servizi di comunicazione, dei beni di consumo voluttuari e dell'energia hanno guidato il ribasso. Tra i singoli titoli, Apple è crollata del 2,5% dopo essere stata multata di quasi 2 miliardi di dollari dalla Commissione Europea, mentre Tesla è crollata del 7,2% a causa dei nuovi sconti sui prezzi. Nel frattempo, Super Micro Computer è salito del 18,7% dopo essere stato incluso nell'S&P 500, mentre Coinbase e MicroStrategy sono balzati rispettivamente dell'11,4% e del 23,6%, grazie all'aumento dei prezzi del Bitcoin.
Gli investitori ora attendono con ansia i rapporti sugli utili dei principali rivenditori al dettaglio martedì, nonché ulteriori dati economici statunitensi. Ma c’è anche grande attesa per la testimonianza al Congresso da parte di Jerome Powell, in programma mercoledì alle 16.00 ora italiana, in concomitanza peraltro con la decisione di politica monetaria della Bank of Canada. Sarà lui a muovere i mercati e a sbloccarli definitivamente dal torpore attuale?
BITCOIN VICINO AI MASSIMI STORICI
Il Bitcoin è cresciuto di quasi il 7% superando i 67.000 dollari, ormai non lontano dal massimo storico di quasi 69.000 dollari raggiunto nel novembre 2021 sulla forte domanda di ETF Bitcoin quotati negli Stati Uniti e sulle aspettative di una contrazione della domanda. La valuta digitale più scambiata è aumentata di quasi il 200% negli ultimi 12 mesi e del 60% dall’inizio del 2024.
VALUTE
Dollaro in calo, in una chiara fase di risk on che ancora coinvolge tutti gli asset, obbligazioni, azioni e cambi. Resta fuori solo lo Jpy, ancora vicino ai minimi per le solite ragioni legate al silenzio assordante della BoJ. L’euro si è avvicinato contro dollaro alle resistenze chiave di 1.0900 che se violate potrebbero aprire la strada ad una salita interessante finanche a 1.1140.
Cable a ridosso di 1.2700, altro livello chiave da rompere per poter aggredire l’area di 1.2800. Oceaniche stabili invece intorno a 0.6500 e 0.6100 rispettivamente per Aud e Nzd. UsdCad ancora sotto 1.3600 con le resistenze chiave poste a 1.3620. Cross neutrali in un mercato tipicamente dollaro centrico eccetto quelli dello Jpy in persistente salita, che non sembra finita.
SVIZZERA, INFLAZIONE IN CALO
Il tasso di inflazione annuale in Svizzera è sceso all’1,2% nel febbraio 2024 dall’1,3% di gennaio e rispetto alle previsioni dell’1,1%. Si tratta tuttavia del valore più basso da ottobre 2021, principalmente a causa del rallentamento dei prezzi di prodotti alimentari. Aumenti di prezzo più lenti sono stati osservati anche nei ristoranti e alberghi, attività ricreative e cultura. Inoltre, i costi sono diminuiti per i trasporti, la sanità e i beni e servizi per la casa.
Al contrario, l’inflazione è aumentata nel settore immobiliare ed energetico, mentre è rimasta stabile per l’istruzione. Su base mensile, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,6% a febbraio, dopo un aumento dello 0,2% a gennaio. Il tasso corre, che esclude le voci volatili come gli alimenti non trasformati e l'energia, è leggermente sceso all'1,1% rispetto al precedente 1,2%. Franco svizzero che dopo un parziale recupero, è tornato a scendere contro euro, facendo registrare un massimo di EurChf a 0.9617. Interessanti i cross, in fase di accumulazione come CadChf e NzdChf.
LIRA TURCA AL COLLASSO
Il tasso di inflazione annuale in Turchia è salito al 67,07% nel febbraio 2024, accelerando dal 64,86% del mese precedente e superando le stime del mercato del 65,74%. Si è trattato del valore più alto da novembre 2022, trainato da un solido aumento del salario minimo e da aggiustamenti delle tasse governative. I prezzi sono aumentati più rapidamente per tutti i sottogruppi, in particolare cibo e bevande analcoliche (71,2% contro 69,71% a gennaio), trasporti (77,98% contro 77,54%) e alloggi e servizi pubblici (49,07% contro 45,99%).
Nel frattempo, l’inflazione core è salita al 72,89% a febbraio dal 70,48% del periodo precedente. Su base mensile, l'indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 4,53%, moderandosi rispetto al massimo degli ultimi 5 mesi pari al 6,70% di gennaio. Lira turca crollata con EurTry salito fino a 34.30, con una salita che dall’agosto 2023 ha raggiunto quasi il 30%. I tassi ufficiali, ricordiamolo, sono fermi al 45%.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
GOLD breakout in arrivo?#GOLD daily con il future.
A differenza del CFD si denota ancora una gabbia di prezzi. Tuttavia potrebbe essere una zona di accumulo.
Attendo il possibile breakout superiore per cercare di seguire il trend.
Seguimi per altre idee di #trading
Risk Disclaimer: il testo proposto non è da intendersi come consiglio finanziario; è un semplice diario e studio personale
#stocks #nasdaq #investing #google
Azionario in distribuzione?Ancora una seduta poco significativa per i principali listini Usa, mentre il Dax, in controtendenza, continua invece a far registrare nuovi massimi storici, a dispetto della logica. I mercati però, come è noto, hanno sempre ragione per cui vanno comunque assecondati. Wall Street ha chiuso in territorio negativo su tutti e tre i listini principali, con movimenti ridotti.
Tecnicamente potrebbe cominciare una lenta fase di distribuzione dei prezzi in grado di generare una correzione più importante che però deve rompere tanti supporti ravvicinati che fanno pensare che prima che parta un trend di ribasso, occorrerà del tempo.
Si attende con interesse il dato, in via di pubblicazione questo pomeriggio, sul price consumer expenditure, che diventa estremamente importante anche alla luce della pubblicazione della seconda stima del Pil Usa del quarto trimestre, uscita inferiore alle attese. L’economia a stelle e strisce, infatti, è cresciuta del 3,2% anno su anno nel quarto trimestre del 2023, leggermente al di sotto del 3,3% nella stima anticipata, dopo un tasso del 4,9% nel terzo trimestre.
D'altro canto, la spesa dei consumatori è stata rivista al rialzo (3% contro 2,8%), guidata dai servizi (2,8% contro 2,4%) mentre i beni sono aumentati meno (3,2% contro 3,8%). Inoltre, la spesa pubblica è aumentata (4,2% contro 3,3%) ma anche le esportazioni (6,4% contro 6,3%) insieme alle importazioni (2,7% contro 1,9%) sono aumentate più del previsto. E con la discesa dei listini ci si sarebbe attesi un aumento del risk off, ed invece ancora nulla, con l’indice Vix ancora a 13.50 e i rendimenti dei titoli di stato decennali Usa stabili a 4.27%.
VALUTE
Finalmente una giornata interessante sui mercati, con il dollaro sugli scudi, a schiacciare sui supporti tutte le valute concorrenti. Movimenti interessanti con il solo euro e in parte la sterlina che hanno retto l’urto della divisa americana. Le oceaniche sono crollate, con un bel movimento di ribasso di AudUsd che ha sfiorato l’1% che di questi tempi è una gran cosa, mentre il dollaro neozelandese, dopo la decisione della RBNZ (tassi invariati), ha corretto di ben 100 pip ovvero l’1.7%.
Lo Jpy solita vittima sacrificale nel silenzio assordante della BoJ, almeno nella seduta europea e americana di ieri, poi questa notte recupero improvviso dopo le dichiarazioni di Takata, membro della BoJ che ha chiesto a gran voce un cambiamento nella politica monetaria, che dovrebbe adeguarsi all’economia reale e al contesto finanziario. UsdJpy che da 150.70 ha fatto 100 pip di discesa per poi stabilizzarsi.
Il movimento di tenuta del dollaro non sembra però essersi esaurito, specie sulle oceaniche e la contemporanea tenuta dell’euro ha spinto i cross EurAud ed EurNzd al rialzo con movimenti interessanti. EurAud ha violato 1.6610, ed ha messo nel mirino quota 1.6680, che se ulteriormente superato, crea dei target a 1.6900. EurNzd analogamente, cerca il superamento di 1.7920 area. Anche GbpAud e GbpNzd, ovviamente, stanno salendo con una certa impulsività.
EurJpy è sceso per contro a 162.40 e prova a muoversi verso i supporti posizionati in area 162.00. Ci prova infine anche UsdCad a rompere i livelli chiave per portarsi anch’esso verso 1.3620 30 area di resistenza. Insomma, si cominciano ad intravedere price action intriganti e volatili, e la ragione è che ci avviciniamo alle modifiche nelle politiche monetarie nelle principali aree del primo mondo, e se non vi saranno però cambiano le parole dei banchieri centrali, che cominceranno ad avere delle preoccupazioni anche verso la crescita e non solo l’inflazione. È solo questione di tempo.
ITALIA
L’indice di fiducia del settore manifatturiero, nel nostro paese, è sceso a 87,3 nel febbraio 2024 dall’88,1 rivisto al ribasso e relativo al mese precedente, facendo segnale per due anni consecutivi, un valore sotto quota 100. Ciò dimostra le difficoltà del nostro settore produttivo più importante.
La flessione è stata attribuita al peggioramento delle condizioni attuali dei nuovi ordini (-18,2 contro -17,1 di gennaio) e della produzione (-18,2 contro -16,2), mentre ha rallentato anche la fiducia sulle scorte finite (3,8 contro 4). Pessimismo si riscontra anche sulle aspettative future, in particolare su ordini (0 vs 2,5), produzione (-0,9 vs 0,7) e prezzi (4,4 vs 3,2), mentre continuano a peggiorare le aspettative sul quadro macroeconomico italiano (-15 contro -16,5).
EUROZONA
L'indicatore del sentiment economico nell'Eurozona è sceso a 95,4 nel febbraio 2024, in calo rispetto al dato rivisto di 96,1 di gennaio e al di sotto delle aspettative del mercato di 96,7. Il sentiment è rimasto fiacco, in ragione di una inflazione che ancora preoccupa, e resta elevata, costi di finanziamento in aumento e una domanda esterna debole.
La fiducia è peggiorata tra i produttori (-9,5 vs -9,3 di gennaio), i fornitori di servizi (6,0 vs 8,4), i rivenditori (-6,7 vs -5,6) e i costruttori (-5,4 vs -4,6), ma è leggermente migliorata tra i consumatori (-15,5 vs -16.1). Tra le maggiori economie del blocco, l’ESI è peggiorato in Italia (-1,6), Germania (-0,6), Francia (-0,3) e Spagna (-0,2), mentre è migliorato nei Paesi Bassi (+1,7).
OCEANIA
Le vendite al dettaglio in Australia sono aumentate dell'1,1% su base mensile nel gennaio 2024, invertendo il trend rispetto al calo del 2,1% rivisto al rialzo del mese precedente, ma mancando il consenso del mercato su un aumento dell'1,5%. Tutti i settori hanno sostenuto la ripresa dopo che i consumatori hanno anticipato la spesa per usufruire degli sconti durante l’evento del Black Friday.
In ripresa le vendite del commercio al dettaglio di abbigliamento, calzature e accessori personali (2,4% contro -5,4% di dicembre), dei grandi magazzini (1,7% contro -6,5%), bar, ristoranti e cibo da asporto (1,3% contro -0,7%). Il dollaro australiano ha recuperato quota 0.6515 dopo che ieri si era fermato sui supporti chiave posti a 0.6490.
In Nuova Zelanda, nel frattempo è uscito l’indice ANZ business out look, sceso a 34,7 nel febbraio 2024 dal massimo degli ultimi 10 anni, registrato a gennaio a 36,6. Gli ultimi risultati continuano a mostrarci un quadro misto, con dati positivi alternati a negativi. Dollaro neozelandese che dopo i fuochi di artificio delle ultime 3 4 settimane, sembra aver iniziato una correzione.
PETROLIO
Mercoledì i futures del greggio WTI sono scesi leggermente a 78,5 dollari al barile dopo la pubblicazione dell’aumento delle scorte di greggio statunitense. L’ultimo rapporto dell’EIA ha mostrato un aumento superiore alle attese di 4,2 milioni di barili nelle scorte di petrolio greggio statunitense la scorsa settimana, sebbene molto inferiore agli 8,4 milioni riportati dall’API.
L'aumento delle scorte è in gran parte attribuito ad un rallentamento dei processi di raffinazione che convertono il petrolio greggio in prodotti finiti. Guardando al futuro, gli investitori attendono con impazienza il prossimo incontro dell’OPEC+ a marzo, nel quale si decideranno probabilmente, nuovi tagli alla produzione. Inoltre, l’incertezza che circonda il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, così come i continui attacchi degli Houthi alle navi del Mar Rosso, aggiungono un premio al rischio che dovrebbe poi sostenere il prezzo del greggio.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Dati USA in peggioramentoLa novità delle ultime ore è rappresentata da un rallentamento dei dati negli Stati Uniti. Non che non fossero già usciti dati inferiori alle attese nelle scorse settimane, ma la frequenza con cui uscivano era di gran lunga inferiore a quanto abbiamo osservato nelle ultime ore.
I nuovi ordini di beni durevoli sono crollati del 6,1% su base mensile a gennaio 2024, più delle aspettative del mercato che scommettevano su un ribasso del 4,5% e in seguito ad un precedente ribasso dello 0,3% nel mese di dicembre 2023. Ciò ha segnato il calo mensile più consistente dall’aprile 2020, principalmente guidato dal ribasso degli ordini di mezzi di trasporto, (-16.2%) rispetto al -0,6% di dicembre.
Il calo dipende soprattutto dalla diminuzione della domanda di aeromobili e componenti (-58,9% rispetto a 1%), oltre che quella di autoveicoli e componenti (-0,4% rispetto a 0,2%). Sono diminuiti anche gli ordini di prodotti in metallo (-0,9% contro 0,2%), metalli primari (-1,7% contro 0,5%) e beni d'investimento (-15% contro -1,4%). Escludendo i trasporti, i nuovi ordini sono diminuiti dello 0,3% (rispetto al -0,1%). Escludendo la difesa, sono scesi del 7,3% (contro lo 0,1%).
WALL STREET
Ancora una chiusura vicino ai massimi per i principali indici americani, mentre sorprende ancora al rialzo il Dax, salito su nuovi massimi storici a 17.566, in un contesto macroeconomico tedesco in rallentamento. Il Dow Jones ha chiuso in ribasso dello 0.25% mentre l’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso in positivo, rispettivamente dello 0.17% e 0.37%.
Gli investitori restano in attesa dei dati chiave della settimana, tra cui il Pil Usa del quarto trimestre 2023, oggi pomeriggio, e relativo alla seconda rilevazione, oltre al dato sull’inflazione, il PCE, che potrebbe finalmente cambiare gli scenari futuri.
In ogni caso anche all’interno dei titoli ad alta capitalizzazione si comincia ad intravedere qualche crepa, con NVIDIA che ha registrato un calo di oltre il 2% mentre altri titoli come Microsoft, Apple e Amazon sono scesi di percentuali intorno allo 0.5%. Tengono invece Tesla (+0.17%), Apple (+0.81%) e Meta (+1.1%).
OCEANIA
La RBNZ, come da attese, ha lasciato i tassi invariati al 5.5% nella riunione di questa mattina, indicando gli obiettivi di inflazione al 2.6% nel 2024, leggermente più alti dell’ultima previsione del 2.4%. Nello statement si legge che l’OCR, rimarrà restrittivo per un periodo prolungato per garantire gli obiettivi dell’indice dei prezzi, anche se in questo momento sembra limitare la domanda aggregata. Quindi, calo della congiuntura in vista, ma politica restrittiva necessaria per il raggiungimento degli obiettivi.
Dollaro neozelandese in calo contro tutte le valute, con un movimento di circa lo 0.80% rispetto al biglietto verde, con 50 pip di discesa da 0.6175 a 0.6125. Intanto questa mattina sono usciti i dati sui prezzi al consumo in Australia, usciti in rialzo a +3.6% su base annua, rispetto al dato precedente di +3.4% e in linea con il consensus. Su base mensile +0.4%, superiore al -0.1% precedente.
AudUsd stabile a 0.6540, in salita sul dollaro neozelandese a 1.0675. Da un punto di vista tecnico le oceaniche restano in fase di correzione rispetto all’ultimo rialzo, che non è apparso così impulsivo come ci si poteva attendere.
VALUTE
Poco da segnalare sul mercato più liquido al mondo, se non i movimenti di AudUsd e NzdUsd di cui abbiamo già detto, con un dollaro che resta forte contro tutte le principali divise concorrenti, per via di un risk off che rimane a livello di latenza, ma che si intravede solo nel forex.
Il biglietto verde resta valuta rifugio e anche se non rompe le resistenze chiave, va riconosciuto che non molla di un centimetro i supporti. Abbiamo più volte ripetuto come sia necessario un innesco di qualche notizia macro o dichiarazione di banchiere centrale per spostare gli equilibri di fondo, trigger che però per ora non si è visto. Rimaniamo pertanto in trading range da lavorare con bande di oscillazione limitate all’interno del punto percentuale.
GERMANIA, MIGLIORA LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI
L'indicatore GfK del clima dei consumatori per la Germania è salito a -29,0 verso marzo 2024 dal minimo di 11 mesi di febbraio di -29,6, in linea con le previsioni di mercato. Le aspettative di reddito hanno raggiunto il livello più alto da oltre due anni (-4,8 contro -20,0 di febbraio), mentre la propensione all'acquisto (-15,0 contro -14,8) e le prospettive economiche (-6,4 contro -6,6) sono rimaste poco cambiate. Nel frattempo, la propensione al risparmio ha raggiunto il livello più alto da giugno 2008 (17,4 contro 14,0).
MESSICO
Nel gennaio 2023 il Messico ha registrato un deficit commerciale di 4,3 miliardi di dollari, ampliandosi rispetto al divario di 4,1 miliardi di dollari del corrispondente periodo dell’anno precedente e quasi il doppio delle aspettative del mercato che erano per un deficit di 2,3 miliardi di dollari. Si è trattato del divario più ampio dall’agosto del 2022, poiché le esportazioni si sono contratte dell’1,5% a 41,957 miliardi di dollari.
Le vendite estere di manufatti sono diminuite (-2% a 35,57 miliardi di dollari) in un contesto di forte calo delle esportazioni dell’industria automobilistica (-6,5% a 12,721 miliardi di dollari), mentre le vendite legate al petrolio sono aumentate dello 0,2% a 2,721 miliardi di dollari.
A contribuire negativamente al deficit, anche la forza del peso messicano che contro dollaro, dal 2020 ha guadagnato oltre il 30 per cento, con un UsdMxn sceso da 25.85 a 17.07 in 4 anni per effetto di un delta tasso favorevole alla divisa centroamericana, con tassi all’ 11.25 contro i 5.25 del biglietto verde. Ancora più ampio il divario con l’euro, rispetto al quale il peso ha guadagnato il 40% nello stesso periodo, con u delta tasso superiore visti i tassi europei al 4.5%.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
|EURUSD| - ANALISI SETTIMANALEBuona Domenica traders 👩🏽🚀
Oggi ho deciso di condividere con voi la mia analisi su FX:EURUSD per la prossima settimana.
Per quanto riguarda la visione sul lungo periodo vi consiglio di guardare la mia precedente idea che ho pubblicato perché la situazione è rimasta pressoché invariata.
Ho segnato la zona dove valuterò, con le dovute conferme, possibili operazioni Short.
Vediamo se a inizio settimana ci sarà anche la possibilità di prendere qualche operazione long per raggiungere l'area interessata.
Mi raccomando fate trading in modo responsabile!
Fammi sapere la tua idea con un commento e lascia un like per seguire gli aggiornamenti 🤳
"Take the risk or lose the chance" 🐺
BANCO BPM, come cogliere prossima probabile accelerazione longBuongiorno,
il titolo mostra un'interessante struttura che lascia presagire una imminente accelerazione di breve.
È utile tracciare un quadro più ampio perché è un caso in cui sembrano d'accordo sia il placido mensile, l'autorevole settimanale ed anche il più nervoso giornaliero.
Intanto diciamo che il titolo, come d'altra parte l'indice settoriale di appartenenza, è in chiaro trend rialzista.
Sul mensile le quotazioni stanno risalendo arrampicandosi sulla ema9, notoriamente media sulla quale gli appoggi vengono vissuti con apprensione ed in apnea.
Si tratta di un trend tanto ripido quanto instabile: è come pensare di portare a termine una maratona con un passo da mezzo fondo.
Il titolo nel mese di gennaio ha impiegato il tempo violando prima il minimo del mese precedente, testando la media e risalendo consegnandoci una bella candela bianca.
Nel mese in corso, invece, si è appena prodotta la violazione del massimo del mese precedente.
Il trend è vivo.
Sul settimanale, i corsi salgono invece sul più docile sentiero della sma20, sulla quale hanno rimbalzo a metà gennaio e sono ora in chiaro trend rialzista.
La settimana appena chiusa ha prodotto un nuovo appoggio sulla media con pronta ripartenza.
Sul giornaliero, tutto ciò detto si traduce in uno dei miei pattern preferiti: un testa e spalle.
In un quarto di volumi coerenti, siamo alla rottura della neck line in area 5,2.
Lo stop, in base ai gusti, sotto la testa, sotto spalla sinistra a 4,7 oppure a 4,8.
Sul target spenderei qualche considerazione.
Quello da manuale, proiettando l'altezza del pattern, è a 5,8 che vorrebbe dire anche nuovi massimi relativi.
Quello mio personale è a 5,4 cercando di appropriarmi del primo 30% del percorso (un 4% di guadagno) al quale è associato una probabilità di successo nettamente superiore rispetto al 12% del target canonico.
Si tratta di un'operatività che a ben vedere stride con i più comuni, che non significa per forza corretti in assoluto, principi di risk management.
Parliamo di trade in cui si cerca di guadagnare solo una frazione di quanto invece si rischia.
Sono concetti su cui mi propongo di ritornare magari con un post formativo.
È un tipo di operatività che uso ampiamente, su time frame veloci come M30, la cui durata si misura in minuti.
Come tale è difficilmente condivisibile attraverso la pubblicazione di analisi.
Tuttavia è la base del mio trading, operazioni in cui cerco di guadagnare 1 rischiando mediamente 3,5 con probabilità associate si due scenari, però, nettamente asimmetriche.
Tornando all'analisi, è molto probabile, che ricordo significa anche "non certo" cioè "guarda che potresti anche beccare un calcio negli stinchi", che il prezzo subisca un'accelerazione al rialzo alla rottura della neck line.
Ecco, il mio obbiettivo è quello di esserci dentro e riuscire a chiudere il trade in guadagno anche se poi il titolo ci ripensasse e dovesse tornare giù.
Riuscire cioè a prendere il mio pezzo di utile in un ambiente incerto dove magari altri traders sono ancora alle prese col dilemma se considerare convalidato il segnale del pattern.
Si tratta di un'operatività paragonabile a quella di quei migliaia di insetti che vivono la loro esistenza sotto le foglie di un sottobosco e dove l'esito delle loro azioni ha poco a che fare con quello che accade ai piani più alti o addirittura sulle fronde degli alberi delle quali probabilmente non conoscono neppure l'esistenza.
Si tratta di una filosofia ben precisa che presuppone l'aver sempre presente il concetto che non c'è nulla di certo ma piuttosto che tutto è più o meno probabile.
In questo c'è tutta la mia filosofia di trading in generale e di interpretazione dell'analisi tecnica, che non è una scienza, non si approccia con piglio ragioneristico, ne si pone in essa fiducia cieca.
Si tratta piuttosto di un'arte da interpretare.
Daily outlook del 21.02.2024 -IN ATTESA DELLE TRIMESTRALI NVIDIA- MARKET BACKGROUND
Occhi puntati sulle trimestrali Nvidia in pubblicazione questa sera, il titolo che oggi vanta una capitalizzazione di 1715 Trilioni di $ ha performato nell’ultimo anno solare il +221.08% , toccando i suoi massimi a 746$ per azione.
La forte espansione del settore tech, special modo il comparto legato all’AI, ha dato al titolo un enorme vantaggio competitivo, spingendo probabilmente a delle sovraperformane, almeno questo è quanto ci riportano i valori degli EPS. Il rapporto degli utili per azione è passato da 24.16 del 20218 al 116.89 del 2022, e nel solo 2021-2021 è salito del 96.87% come rapporto , ponendo forti dubbi sul fatto che il titolo sia in realtà in piena bolla speculativa.
Non di meno dobbiamo notare che i dati riportati nelle ultime trimestrali restano brillanti, basti pensare che il 2023 è partito con delle aspettative di 0.92$ per azione, superata del 18% con +1.09$, ancora nel Q2 gli attesi 2.08$ sono stati battuti da 2.70$ per portarsi al Q3 che ha visto gli utili per azione balzare a 4.02$.
Il fatturato non è da meno e continua la sua corsa rialzista passando da 7.19B nel q1 a 18.12B nel q3!
Come sempre il problema di quando di fa bene, e che non puoi mai deludere le aspettaive….
- FX
Il settore valutario vede undollaro impantanato , in attesa dei verbali FOMC di questa sera ore 20.00 , con i timori di scoprire una FED più agressiva di quanto si possa sperare , con outlook ancora rigidi su dei potenziali tagli tassi pronti forse questa estate. Anche le aspettative di un taglio tassi alla riunione di maggio sembrano svanire, pertanto il dollaro USA sebbene in una fase attendista, potrebbe vivere ancora nuova linfa rialzista grazie ad un FOMC aggressivo.
Resta ferma il mantra dello yen debole, che al netto di respiri tecnici doverosi , resta in un trend discendete infinito.
Fanno bene le oceaniche, con il dollaro australiano che gode ora del supporto della RBA minacciosa di tassi alti ben più a lungo di FED e BCE, senza contare il neo zelandese che ora vive aspettative di una RBNZ che potrebbe alzare ancora il costo del denaro già alla prossima riunione del 28 febbraio.
- EQUITY
L’azionario mondiale si divide, con l’Asia che recupera terreno grazie agli interventi della PBoC che danno fiato al China50 che recupera le porte dei 12 000 punti, lasciando le aree di 10700 e trascinando con i listini asiatici. Misto il quadro europeo che ora vede il nostro indice italiano passare all’attacco dei 32000 pnt e si proietta verso i 32200 pnt lasciando indietro il DAx che pur rimanendo in un ottimo trend rialzista, ancora non passa al test dei precedenti massimi .
In territorio negativo infine l’America , che in attesa delle trimestrali di questa sera per Nvidia sembra voler guardare alle prese di profitto. Il Nasdaq lascia le aree di 18000 pnt e si poggia sui primi supporti di 17530-17480 pnt, pronto ad affondare sui 17220 pnt se i dati di stasera dovessero generare sentiment di risk off.
- COMMODITIES
Per le commodities vince il riscatto del Ngas, che risorge dalle sue ceneri, e grazie all’avvicinarsi del nuovo contratto futures allinea le quotazioni che scontavano un forte effetto contango. Si lasciano quindi le aree di 1.50$ per passare nuovamente ai 1.73$.
Meno brillante il wti, che lascia le aree di resistenza di 78.71 $ e ripiega sui primi supporti statici dinamici dei 76.50$
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
DAILY OUTLOOK del 19.02.2024 – 🔴 I PRIMI TAGLI TASSI SARANNO E- MARKET BACKGROUND
Nessun motivo costruttivo per anticipare la partenza del ciclo di taglio del costo del denaro, pertanto i futures sui tassi FED riprendono la loro corsa a rialzo.
i futures scontavano agli inizi del 2024 la possibilità di trovare il costo del denaro al 3.75% a termine anno, con circa 150bp di tagli nel corso dell’anno, ma gli ultimi dati sull’inflazione hanno lasciato ancora lavoro da svolgere alla FED. La vischiosità dell’indice dei prezzi al consumo resta sostenuta e poco preoccupa al momento se la domanda aggregata segnala piccoli rallentamenti, il focus restano i prezzi!
Powell nell’ultima riunione è stato molto chiaro sulla priorità che ha la lotta all’inflazione e soprattutto sulla necessità di avere maggiori evidenze di una traiettoria netta verso i target del 2% prima di procedere ai tagli del costo del denaro.
Saltano dunque le aspettative sulla riunione di marzo a anche per quelle di maggio sembrano vacillare, ed i Futures rivedono ora la posizione netta tornando a rivalutare i massimi del 2023 superando ora il 4.50% per fine 2024 , il 3.90% per fine 2025 e 3.65% per il 2026.
- FX
Anche il comprato forex oggi sarà orfano degli States, pertanto i volumi saranno notevolmente ridotti, lasciano poco mossi i mercati valutari.
L’apertura settimanale sembra tuttavia dare una tenue tonicità al dollaro Usa che ha vissuto chiusure negate venerdì dopo i dati sulle vendite al dettaglio USA che hanno profondamente deluso.
Asset di giornata sembra essere il dollaro neozelandese che ha toccato il +0.45% contro il dollaro USA per poi ripiegare in tarda mattinata. Sul fronte della debolezza invece troviamo il franco svizzero che prosegue la sua fase di debolezza e si porta ad un -0.06% in tarda mattina contro il dollaro lasciando campo libero a potenziali spinte rialziste del dollaro USA e del dollaro neozelandese.
Le buone aspettative per la riunione con la RBNZ della prossima settimana stanno dando nuova linfa al dollaro neo zelandese che potrebbe godere di una fase rialzista guidata dalle aspettative di ulteriori rialzi tassi.
- EQUITY
Per il comparto azionario, rimane un diffuso sentiment di risk on, con i listini americani non lontani dai massimi ,ancora giudati dal mondo tech. Le aspettative per gli earnings di Nvidea della prossima settimana, lasciano ancora aperta la strada degli acquisti, sebbene il Nasdaq sembri ora stanco al test dei massimi di 18000 pnt, non di meno la struttura rialzista permane e potenziali storni tecnici si potrebbero avere solo alla violazione dei 17219 pnt prima e 16343 poi.
Resta alta l’attenzione sul comparo asiatico con il CSI 300 che respira dai minimi , ma non sorprende nell’apertura di questa mattina, restando sotto le resistenze degli 11.800 pnt.
I ritracciamenti del trend discendete in atto porta a potenziali approdi rialzisti verso le aree di 12090 pnt, livello del 50% di fio e confluenza statico dinaica con la mm200 periodi esponenziale.
- COMMODITIES
Innegabile ancora l’attenzione sul Ngas che si porta in apertura di settimana sotto 1.60$, a causa di una super offerta e di una domanda a dir poco asfittica, grazie ad un inverno mite che lasica alte le scorte. Innegabile la tentazione sugli acquisti, e la curva forward mette in luce le aspettative di quotazioni in ripresa nel prossimo futuro, tuttavia i contratti ngas godono ora di un nutevole effetto contango, che porta un certo svantaggio nell’acquisto dei prodotti futures che scontano quotazioni a rialzo.
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
Riemerge l'avversione al rischioGli ultimi dati americani, pubblicati la settimana scorsa, hanno mostrato un quadro misto, nel quale si sono alternati dati in ribasso, come le vendite al dettaglio, ad altri in crescita, come i PPI o la fiducia dei consumatori. I listini azionari hanno chiuso in calo, confermando la seconda discesa settimanale dopo 15 chiusure al rialzo, cominciate, udite udite, il 30 ottobre scorso.
Su base settimanale, dicevamo, l'S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente lo 0,4% e l'1,5%, mentre il Dow Jones è sceso dello 0,2%. Molto probabilmente, a suscitare preoccupazione, sono stati i numeri sui prezzi alla produzione, che contribuiscono alla rilevazione del PCE (il vero dato con cui la Fed misura l’inflazione), il price consumer expenditure, che, nell’ultima pubblicazione, era uscito in ribasso a +2.9%.
Il fatto che questo mese siano usciti positivi probabilmente aumenta il timore che la Fed rinunci al taglio del costo del denaro prima del previsto. L'S&P 500 ha perso lo 0,5%, il Dow ha ceduto poco meno dello 0.5% e il Nasdaq è scivolato dello 0,8% su base giornaliera. L’andamento di Wall Street fa pensare ad un ritorno, per ora embrionale, del risk off, in ragione del fatto che se la Fed manterrà l’approccio attuale in fatto di politica monetaria, coincidente con una discesa degli indici azionari.
A livello di trimestrali, le azioni di Applied Materials sono aumentate del 6,3% dopo che gli utili, i ricavi e le previsioni della società hanno superato le stime. D'altra parte, DoorDash è sceso dell'8,1% dopo aver riportato una perdita superiore al previsto. In rosso anche Meta (-2,2%) e Nike (-2,4%). Da segnalare che oggi Wall Street resterà chiusa in occasione del President Day.
SALGONO I PREZZI ALLA PRODUZIONE NEGLI STATI UNITI
I prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,3% su base mensile nel gennaio 2024, l’aumento maggiore in cinque mesi, dopo un calo dello 0,1% a dicembre e rispetto alle previsioni dello 0,1%. Il costo dei servizi è aumentato dello 0,6%, l'aumento maggiore da luglio, e insieme a loro sono saliti anche i costi della vendita all'ingrosso di prodotti chimici, di macchinari e attrezzature, dei servizi di alloggio e dei servizi legali.
D'altro canto, i prezzi dei beni sono scesi dello 0,2%, il quarto calo consecutivo, guidato da un calo del 3,6% della benzina. Su base annua, i prezzi alla produzione sono aumentati dello 0,9%, leggermente meno dell'1% a dicembre, ma al di sopra delle aspettative dello 0,6%. Il dato core, che esclude alimentari ed energia, è aumentato dello 0,5% nel mese, spingendo il tasso annuale al 2%, entrambi al di sopra delle previsioni.
LA CINA DIFENDE IL CAMBIO E LASCIA INVARIATI I TASSI
Domenica la Banca popolare cinese (PBoC) ha mantenuto il tasso sui prestiti a un anno ad alcuni istituti finanziari, noto come strumento di prestito a medio termine (MLF), al 2,5%, nel tentativo di prevenire ulteriori pressioni sullo yuan e valutare l’impatto delle recenti misure di sostegno all’economia. Il consiglio ha affermato in una nota che ha cercato di "mantenere la liquidità del sistema bancario ragionevolmente ampia".
Secondo Bloomberg News, da giugno 2023 la PBoC ha cercato di controllare le oscillazioni dello Yuan, in una fascia di oscillazione del 2% su entrambi i lati. A gennaio, sempre la PBoC ha abbassato dello 0.50% la riserva obbligatoria per le banche commerciali, il taglio più grande in due anni entrato in vigore all’inizio di febbraio.
VALUTE
Sui cambi sempre il solito trading range con le principali coppie ancorate in un range di 50 pip, e incapaci per ora, di rompere i livelli chiave sia al rialzo, sia al ribasso. Ci vuole qualcosa di più a livello macro per spostare l’equilibrio attuale. La festività del Presidents’s Day non modificherà di certo le price action della seduta odierna, nella quale, molto probabilmente, rimarremo dentro i livelli sopra citati.
EurUsd tra 1.0730 e 1.0790 mentre il Cable ha temporaneamente rotto 1.2600 dai minimi di 1.2540. Giocoforza EurGbp quasi immobile e compreso tra 0.8530 e 0.8560. UsdJpy appena sopra 150.00 dopo aver tenuto egregiamente 149.60, in un contesto di trend ancora in salita dopo il benign neglect della BoJ sui livelli eventuali di intervento a sostegno della valuta nipponica.
Poco da segnalare sugli altri rapporti con le oceaniche in ripresa, ma anch’esse sotto le resistenze che recentemente avevano già tenuto. Cross poco mossi in un mercato perfettamente dollaro centrico.
Sul fronte dati, la settimana prossima non si presenta come una delle più interessanti, con la pubblicazione dei verbali del Fomc, attesa per mercoledì, a cui farà seguito quella dei dati sul Global Pmi per Eurozona, Uk, Giappone e Stati Uniti.
Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
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|EURUSD| - ANALISI SETTIMANALEBuona Domenica traders 👩🏽🚀
Oggi ho deciso di condividere con voi la mia analisi su FX:EURUSD per la prossima settimana.
DAILY
Partendo dal Daily possiamo notare come i prezzi dopo aver liquidato il minimo della struttura precedente ha iniziato a salire in maniera correttiva, dandoci un segnale di debolezza per i compratori.
H4
Ho segnato le possibile zone dove valuterò, con le dovute conferme, possibili operazioni Short.
Vediamo se a inizio settimana ci sarà anche la possibilità di prendere qualche operazione long per raggiungere le zone.
Mi raccomando fate trading in modo responsabile!
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"Take the risk or lose the chance" 🐺