FTSE MIB al 18.11.22Non sono un consulente finanziario, non è un consiglio finanziario, non è sollecitazione all'investimento.
Grafico a candele 1D.
Il FTSE MIB è entrato in correzione della salita dal lug12 al 05.01.22.
Andando ad analizzare la correzione con la teoria delle onde di elliott, vediamo che dal 05.01.22 al 29.09.22 ha compiuto il movimento A (della durata di 264 giorni) della correzione ABC, rimbalzando attorno al 50% della estensione del suddetto movimento.
Dal 29.09.22 al 15.11.22 ha compiuto il movimento B della correzione, che ha sua volta ha ritracciato l'estensione del movimento A di oltre il 50%.
Il 15.11.22 con RSI in totale iper comprato a 82,28, a parere di chi scrive, è terminato il movimento B e l'indice FTSE MIB è entrato nel movimento C di fine correzione (C in 5 sotto movimenti).
Fine correzione ipotizzato a circa 16.734,34 punti, avendo ipotizzato indicativamente C con la stessa estensione di A, con un ipotesi di fine correzione al 08.08.23 nel caso C durasse con la stessa estensione temporale di A, oppure al 14.11.23 rapportandola con la mia personale proiezione di fine correzione degli indici Usa, attualmente da me ipotizzata al 14.06.2023 (a parere di chi scrive SP500 il 15.11.22 è entrato nel movimento 3 di C).
Queste sono tutte ipotesi indicative che intendono indicare principalmente una direzione e un lasso temporale di massima, con un target di massima, necessariamente andrà tutto attualizzato e riscontrato col passare del tempo e con quanto si verifica sul grafico.
Quello che appare ragionevolmente più certo è il completamento dei movimenti A e B.
Perchè ora oltre ai riscontri grafici a parere dello scrivente è cambiata la direzione?
La risposta è la politica monetaria della BCE.
Sappiamo che la BCE, come la FED, deve contrastare l'inflazione e per farlo deve abbassare la domanda e per farlo deve ridurre la quantità di moneta in circolazione (e di conseguenza diminuisce anche quella riversata nei mercati facendo scendere le quotazioni, autoalimentando la propensione al risk off), in sostanza deve creare condizioni sfavorevoli all'economia, potendo anche arrivare a creare una recessione, che peraltro ad esempio negli Usa i modelli di Bloomberg (e non solo) danno al 100% nel 2023. Un pratica le banche centrali devono creare povertà.
Orbene fino al ieri 17.11.22, la BCE ha praticato, rispetto alla FED, una politica monetaria inasprita di tipo soft, per i problemi energetici e per la guerra in Ucraina, arrivando ad alzare i tassi al 2% ad ott22, a differenza della FED che alla stessa data è arrivata al 4% (il doppio) come tassi FED ed ha iniziato il Quantitative Tightening nel mese di giugno 2022, pertanto si trova molto più avanti rispetto alla BCE nel contrasto all'inflazione.
E ora cosa è cambiato in Europa?
E' cambiato che ad ottobre 2022 l'inflazione in Europa è continuata a crescere, peraltro a livelli insostenibili, pari al 10,7% in eurozona, con picchi del 20% nei Paesi Baltici e del 16.9% in Olanda e del 11.8% in Italia, quando sappiamo che l'obbiettivo delle banche centrali è mantenere l'inflazione intorno al livello del 2%. Come sappiamo e vediamo l'inflazione è un mostro che riduce il potere d'acquisto, i salari e i risparmi dei cittadini, impoverendoli. E' preciso compito delle Banche Centrali mantenere sotto controllo l'inflazione (che peraltro hanno creato stessi loro) tendendola vicino allo standard che hanno deciso essere al 2%, questo sopra ad ogni altro compito e anche in divergenza dagli altri compiti, quali ad esempio creare le condizioni per la piena occupazione.
Il Presidente della BCE ha pertanto comunicato di recente che oltre a continuare il rialzo dei tassi, dal 2023 la BCE procederà a fare Quantitative Tightening ovvero ridurrà il bilancio dei suoi asset in portafoglio, ovvero ridurrà più intensamente e più velocemente la quantità di moneta in circolazione.
In pratica oltre ad annunciare la continuazione delle politiche monetarie inasprite e la crescita delle politiche monetarie inasprite ha comunicato anche un aumento di intensità delle stesse sia per l'inasprimento dei tassi sia soprattutto per l'introduzione del QT.
In pratica ha annunciato di passare da una politica monetaria di tipo soft ad una politica monetaria di tipo hard.
La crescita, ma soprattutto l'aumento dell'intensità della politica monetaria europea inasprita non potrà essere ignorata dai mercati.
Tutto il comparto azionario e il FTSE MIB si trovano attualmente in estremo iper comprato e questo può solo concorrere alla discesa delle quotazioni che hanno già iniziato da poco a flettere. E' più che probabile pertanto la direzione verso nuovi minimi con un raggiungimento di fine correzione attualmente stimato a parere di chi scrive ragionevolmente verso la fine del 2023 piuttosto che ad agosto 2023 per il FTSE MIB.
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WisdomTree - Tactical Daily Update - 16.11.2022Il calo dei prezzi alla produzione Usa in ottobre alimentano fiducia e “risk-on”.
La “stance” delle Banche Centrali sui tassi dipende da inflazione futura.
Missili e 2 vittime in Polonia (membro Nato), ma prevale ipotesi incidente!
I dati macroeconomici Usa continuano a sorprende in positivo .
I prezzi alla produzione in ottobre negli Stati Uniti sono in rallentamento ed hanno contribuito, soprattutto a Wall Street, ad un’altra seduta positiva: il PPI (Production price index) e’ salito +0,2% rispetto al mese precedente: inoltre il dato di settembre e’ stato rivisto a +0,2% da +0,3%, alimentando la prospettiva di una banca centrale (Federal reserve-FED) piu’ moderata sui tassi d’interesse.
Gia’ nella mattinata di ieri, 15 novembre, era emerso un clima positivo sulle Borse asiatiche, risultato della volontà del Governo cinese di fornire un generoso supporto al settore immobiliare attraverso garanzie pubbliche alle banche. Il diffuso ottimismo si deve anche al clima disteso emerso ieri nell'incontro tra il Presidente Usa Joe Biden e quello cinese Xi Jinping.
La seduta europea si e’ dipanata senza strappi e con tono positivo, permettendo chiusure frazionalmente rialziste: Parigi +0,30%, Francoforte +0,46%, Milano all’ottava seduta consecutiva di rialzo, +0,42%, mentre Londra ha perso -0,19%. Wall Street ha chiuso in rialzo, col Nasdaq in evidenza, +1,44%, ma progressi anche per S&P500, +0,87% e Dow Jones, +0,17%.
Tornando ai dati sui prezzi alla produzione (PPI) Usa, ad ottobre sono aumentati +0,2% rispetto al mese precedente, contro stime di +0,4%. Il dato “core", nettato delle componenti più volatili (cibo, energia), e’ salito +0,2% sul mese precedente, contro attese di +0,3%, replicando il +0,3% di settembre.
Nella variazione annuale, i prezzi alla produzione sono aumentati +8,0%, contro +8,5% di settembre, e sotto le attese di +8,3%. Il dato “core” segna un rialzo del +5,4%, inferiore al +5,6% precedente. Questi dati incoraggianti si sommano a quelli sui prezzi al consumo diffusi giovedi’ 10, che indicavano una discesa al +7,7%, dal +8,2% di settembre.
Nel frattempo, i dati macro recenti confermano un'economia Usa resistente. L’indice Empire State Manufacturing, calcolato dalla FED di New York e’ risalito a +4,5% a novembre, recuperando 14 punti in un mese e battendo le stime di -6%. Inoltre, l’Indice Redbook, indica che le vendite al dettaglio sono cresciute +6,8% annuale nella 2’ settimana di novembre.
Un attacco missilistico vicino al confine tra Polonia e Ucraina ha ucciso ieri due persone in un villaggio agricolo polacco. L’Ucraina incolpa Mosca, che ovviamente nega, e la Nato (North Atlantic military alliance) invita alla cautela, in attesa di verifiche.
Mentre partecipa al vertice G20 a Bali, il Presidente americano Biden ha giudicato "improbabile" che il missile sia partito dalla Russia e cio’ attenua i risvolti potenziali piu’ cruenti della questione, che include l’intervento diretto della Nato nel conflitto. L'esercito polacco è stato comunque posto in maggiore allerta.
Il quadro macroeconomico europeo continua ad indebolirsi e l’ECB (Banca Centrale Europea) parla di crescente percentuale di famiglie a rischio di dissesto finanziario: “shock energetico, interessi sui mutui più alti, calo del potere d’acquisto di salari e pensioni potrebbero determinare situazioni di stress finanziario, inclusi l’incapacita’ di onorare debiti" per il 20% di famiglie più povere europee”.
In Italia, secondo i dati Banca d’Italia, a settembre e’ sceso il debito pubblico: 2.741 miliardi di Euro, -16,2 miliardi rispetto ad agosto. Il fabbisogno netto di 13,8 miliardi è stato piu’ che bilanciato dalla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro, scese a 31,9 da 48,1.
Le entrate tributarie italiane a settembre sono scese -5,8% su settembre 2021, mentre quelle cumulate nei primi nove mesi 2022 registrano un aumento del +12,4%, alias +40,2 miliardi, a 364,0.
Sul mercato obbligazionario si respira ottimismo su tenuta dei conti pubblici e prospettiva di discesa dei tassi d’interesse: lo spread di rendimento tra BTP decennali italiani e omologi Bund tedeschi e’ sceso a 192 bps, col rendimento del BTP decennale a 3,98% (ore 13.30 CET). Anche quello del Treasury decennale e’ sceso fino ad un minimo di 3,76%.
Il rallentamento economico cinese e globale hanno indotto il cartello dei maggiori esportatori Opec+ a ridimensionare di mezzo milione di barili/giorno le stime della domanda globale di greggio. Il prezzo del WTI (greggio di riferimento Usa) e’ sceso a 87 Dollari/barile. Quello del metano europeo, sulla piattaforma TTF di Amsterdam segna 124 Euro/megawattora, lontano dai 300 Euro del picco 2022.
La prospettiva di inflazione in calo e di una Federal Reserve meno aggressiva hanno determinato nelle ultime settimane un considerevole calo del Dollaro, il cui cambio verso Euro e’ risalito fino a 1,048, ai massimi da luglio.
Le Borse asiatiche soffrono sulla notizie di missili e vittime in Polonia: a parte il Nikkei giapponese, +0,14%, segni negativi per Kospi coreano, -0.12%, Hang Seng di Hong Kong, -0,4%, CSI300 cinese -0,8%.
Rilevante che, per il sesto mese consecutivo, i prezzi medi delle nuove case nelle 70 principali città cinesi siano scesi -1,6% annuale e che JP-Morgan abbia abbassato le previsioni di crescita Cinese per 2022/2023, a causa della persistenza del Covid-19.
Informazioni importanti
Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.
Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
2° obiettivo raggiunto su EUR-USD (operazione in corso)Anche il 2° obiettivo è stato raggiunto sulla valuta europea dandoci ulteriore soddisfazione e mostrando come l’area supportiva individuata da noi sia la stessa utilizzata anche dagli istituzionali per accumulare.
Nel nostro ultimo intervento abbiamo ribadito come la pessima chiusura che si era verificata dopo il raggiungimento del 1° obiettivo, non sanciva ancora la fine della nostra view rialzista, e sottolineavamo, inoltre, come il posizionamento strategico dello stop in profitto, se colpito, avrebbe dato anche indicazione di un primo indebolimento della struttura rialzista che, lo ricordiamo, al momento è ancora un ritracciamento di un trend ribassista di lungo periodo.
A questo proposito va detto anche che qualcosa sembra stia cambiando e che la struttura rialzista sta fornendo segnali più di lungo periodo, ci sentiamo di affermare che i massimi raggiunti, non a caso individuati come area di 2° target, siano decisamente cruciali per capire cosa potrebbe fare l’Euro su di un orizzonte temporale più ampio.
Ora, per i motivi sopra scritti, ci sembra opportuno spostare lo stop (già messo in profitto) di un ulteriore step in modo da garantirci un profitto ancora maggiore potendolo comunque posizionare su di un livello tecnico che, se raggiunto, mostrerebbe un primo segnale di debolezza.
Oggi è la giornata della BCE e va prestata la massima attenzione perché sicuramente ciò che non mancherà sarà la volatilità, in ogni caso possiamo ormai tranquillamente affermare che, indipendentemente da come andrà, anche questa operazione ha generato un risk/reward decisamente favorevole.
Seguirà ulteriori aggiornamento.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 15.11.2022Prosegue la fase di risk-on sui mercati: si spera nell’inflazione in calo.
Un 2023 di graduale ammorbidimento delle Bance Centrali? Lo vedremo..
Al G20 a Bali incontro dai toni distesi tra Biden-Xi-Jinping: bene!
Le ultime statistiche dicono che l’economia UE ha “tenuto” nel 3’ Trim.
Ieri, 14 novembre, per le Borse europee e’ stata la 4’ seduta positiva consecutiva. A ispirare e dare sostegno al ritrovato “gusto per il rischio” la prospettiva che una discesa rapida dell’inflazione Usa possa ammorbidire la “stance” (attitudine) restrittiva della Banca Centrale (Federal Reserve-FED), e la decisione di Pechino di allentare la politica anti-Covid e “puntellare” il settore immobiliare.
Milano ha guadagnato +0,58% e dai minimi di metà ottobre ha recuperato il +20,0%, Londra +0,86%, Francoforte +0,62%, Parigi +0,22%. Wall Street ha invece chiuso in calo: Dow Jones -0,62%, Nasdaq -1,12%, S&P500 -0,89%.
Ad un certo punto, dopo la chiusura delle borse europee, le dichiarazioni del vicepresidente della FED Lael Brainard sembravano favorire la prospettiva di una banca centrale Usa meno "hawkish" (restrittiva).
La Signora Brainard, parlando di prospettive macro-economiche Usa, spiegava che «i recenti dati sull'inflazione sono rassicuranti e che...probabilmente, sarà opportuno rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi”. Peccato che poche ore prima, il Governatore della FED Christopher Waller sostenesse che “e’ ancora lunga la strada prima di terminare i rialzi dei tassi d’interesse”.
In Europa si respira un’aria piuttosto simile: Fabio Panetta, membro del Board dell’EBC (Banca Centrale Europea) si auspica moderazione nelle prossime riunioni: "La politica monetaria non reagisca in modo eccessivo dopo le mosse gia’ intraprese nell’orientare in senso restrittivo la politica monetaria: un inasprimento aggressivo non è consigliabile".
Oggi, 15 novembre, dovremmo registare gli interventi pubblici di altri 2 rappresentanti del Board dell’ECB: quello del vicepresidente Luis De Guindos, e quello del Governatore della Banca centrale del Portogallo Mario Centeno.
Ieri e’ iniziato il G20 di Bali (Indonesia) dal quale sono emersi segnali di distensione tra Cina e Stati Uniti, dopo l'incontro bilaterale tra il Presidente Usa Joe Biden e l’omologo cinese Xi Jinping. Potrebbe essere un primo passo verso minori tensioni tra le due superpotenze su temi come le relazioni commerciali e il destino di Taiwan.
Qualche sorpresa positiva e’ invece venuta dalla produzione industriale di settembre nell’Unione Eurpea: l’aumento medio destagionalizzato e’ stato del +0,9% rispetto ad agosto (stime di Eurostat, Ufficio statistico dell'Unione). Quella italiana è scesa del -1,8%. Gli incrementi mensili più elevati sono stati quelli di Irlanda, +11,9%, e Belgio, +7,1%, i peggiori hanno riguardato Lituania, -8,2%, Grecia, -4,5%, ed Estonia -3,6%.
Stamattina, sul fronte macro Europeo, ha stupito positivamente l'indice ZEW di novembre sul sentiment dell'economia tedesca: è risalito a -36,7, facendo meglio del -50 atteso e del precedente -59,2. II GDP del 3’ trimestre per l'Euro-Zona ha confermato una crescita del +0,2% trimestrale (contro +0,8% del 2’ trimestre) e del +2,1% annuale (da +4,3%).
Tra i dati macro americani di oggi, grande attenzione per i prezzi alla produzione (PPI) in Usa ad ottobre, che potrebbero confermare, oppure negare, la tendenza al calo emersa nel dato sui prezzi al consumo (CPI) di giovedi scorso. Di rilievo anche l'indice manifatturiero del New York Empire State di novembre, atteso ancora in flessione.
Crisi delle piattaforme di scambio di cryptovalute: FTX, praticamente fallita ed in procedura Chapter-11, ha interrotto le attivita’ in Europa, dopo che l'Autorità di vigilanza cipriota, Cyprus Securities and Exchange Commission-CySEC, ha sospeso l'autorizzazione ad operare a partire dall'11 novembre 2022: in virtù del cosiddetto "passaporto europeo" la sospensione ha effetto in tutta la UE.
Il prezzo del metano europeo sale oggi, 15 novembre, del +5,1,% a 122,8 Euro/megawattora, all’indomani della decisione del Governo tedesco di nazionalizzare Sefe, ex Gazprom Germany controllata dal monopolista russo Gazprom. Il Ministro dell'Economia tedesco ha spiegato la scelta con il rischio d'insolvenza dell'azienda e di interruzione delle forniture.
Nuovamente in calo anche il prezzo del petrolio, col WTI (greggio di riferimento Usa), sceso stamani a 85,2 Dollari/barile, -0,8% (ore 14.00 CET). L'Opec+ (Cartello dei principali esportatori mondiali) ha tagliato di mezzo milione di barili/giorno la previsione sulla domanda nell'ultimo trimestre del 2022.
Sul fronte valutario spicca il forte recupero dell'Euro sul Dollaro, +1% a 1,04, al massimo da giugno. Le criptovalute tentano il recupero, Bitcoin +3% a 16.900 Dollari, forse aiutate dalla proposta di Binance di realizzare un “recovery fund” consortile per “stabilizzare il settore”, molto impattato dalla bancarotta di FTX.
Le Borse europee confermano stamane, 15 novembre, il mood costruttivo delle ultime 4 sedute: i segnali di raffreddamento dell'inflazione in Usa hanno favorito un ritorno di interesse per gli “asset rischiosi”, azioni in primis. A fine mattinata il progresso medio e’ del +0,5%, con rialzi simili anticipati anche dai futures su Wall Street.
In brillante recupero le borse cinesi: Shanghai +1,64%, Shenzhen +2,14%, Hong Kong +3,94%. Kospi coreano +0,3%, Nikkei giappones e ASX australiano invariati.
Il prezzo dell’oro conferma i sostanziali progressi delle ultime 3 settimane portandosi a ridosso dei 1.800 Dollari/oncia, ai massimi da meta’ agosto (vedere grafico).
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Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
S&P500. Operare sul supporto a 3800 in unione con USD/JPYSiamo all'indomani dell'elezioni USA di MidTerm, con i risultati sul Senato ancora in bilico che potrebbero cambiare le sorti del destino politico del Presidente Biden.
L'S&P 500 si trova in una fase di stallo, complice l'attesa per i risultati definitivi che usciranno dalle urne e l'apertura del mercato azionario in America. Per coloro che volessero operare di breve sull'importante supporto di area 3800 consigliamo di attendere le conferme sulla continuità del trend rialzista, guardando anche ai movimenti di USD/JPY, i cui andamenti sono direttamente correlati in questa precisa fase storica di rialzi dei tassi oltre oceano. Il supporto dell'SP500 a 3800 è ben delineato dalla trend line discendente tracciata a partire dai massimi del 16 agosto, e successivamente rotta al rialzo e al ribasso (mai banalmente, grazie alla conferma dei pull-back) tra fine ottobre scorso e l'inizio novembre. Solo una mancata rottura della resistenza di area 146Y di USD/JPY, individuata dal passaggio della trend line rialzista tracciata a partire dai minimi del 5 ottobre, confermerebbe l'atteggiamento risk-on sui mercati azionari, supportando la tenuta di area 3800 du S&P500.
RALLY DI NATALE VS BEAR MARKETIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 09.11.2022
-CONTESTO
Prosegue la salita del comparto equity ancora in scia con l’euforia degli operatori pronti a godere del rally di natale, una finestra atta a mostrare conti e bilanci in ottimo stato o almeno al meglio possibile, per godere di premi e benefit, finestra che molto spesso porta a chiusure e ricoperture di posizioni che hanno generato grande profitto nell’anno, i grandi fondi e le case di investimento che hanno goduto del bear market prendendo posizioni corte vogliono giungere alla conclusione di questo anno senza perdere i vantaggi delle performance realizzate e questo giustifica prese di profitto e ricoperture che generano salite dei mercati azionari sebbene in pieno bear market.
Le attese nel breve periodo si focalizzano sul dato di domani dell’inflazione USA, dato che potrebbe generare non poca volatilità , partendo dal dollaro americano per finire al comparto azionario.
In caso di un dato ancora tonico, con un’inflazione sostenuta sia nel dato core che nel dato generale, si potrebbe assistere a nuove vendite di azionario sul timore di una FED con tassi diretti al 5%, dando cosi nuova linfa a quello che resta ancora un chiaro bear market!
La fase di ribassi dei mercati non è terminata, e l’idea di proiettarci ora verso i massimi annuali sembra a dir poco irrealizzabile, considerato l’attuale fermo produttivo della Cina, un’Europa ancora in stallo sulla questione energetica, il Regno Unito in fase di recessione e l’America che inizia a vacillare anche nel mondo del lavoro.
Rimaniamo dunque con i piedi per terra e valutiamo con molta attenzione il ritmo del mercato , prendendo l’attuale salita per quella che è.. un buon rally di fine anno, ma certo al momento non possiamo parlare di inversione in Bull Market.
-FOREX
Il comparto valutario si adegua al risk on, e trova finalmente prese di profito nel dollaro americano che si porta al test dei supporti a 109.75 dove l’eventuale break out potrebbe dare vita a ribassi più poderosi fino anche 107.75 prima e 105.00 figura poi, senza tutavia poter annunciare la fine di un trend rialzista per il biglietto verde che troverebbe solo una fase di equilibrio.
Il mondo retail si adegua rapidamente con un 65% di trader in posizione long, pronti a dare la caccia ai minimi , incuranti di scegliere un timing adeguato.
La risposta delle altre majors non tarda ad arrivare e la partenza rialzista dell’euro ne è la conferma.
Grandi posizionamenti long dei non commercials sui futures davano già chiara idea della forza che avrebbe potuto esprimere l’euro e cosi su una fase rialzista che porta eurusd a 1.0095, pronto a nuovi allunghi rialzisti fino alle aree di 1.0180 il mondo retail prende posizione corta, in chiaro mean reverting con un 70% di posizioni contrarian.
La’ttuale debolezza del dollaro americano si evidenzia anche su asset come usdcad , che dopo la formazione grafica di un ottimo testa spalla, sembra essere giunto al break out della neckline e con un 71% di retail in posizione contrarian long sembra avere possibilità di allunghi ribassisti fino 1.3210.
Anche usdchf mostra la debolezza momentanea del biglietto verde, aggredendo i supporti a 0.9850 pronto per allunghi in trend ribassista con un 71% di retail short, segnale di potenziali allunghi in trend ancora fino 0.9780.
-EQUITY
Indici americani che provano ad allungare a rialzo , ma come detto non crediamo in una netta inversione di tendenza dato la congiuntura macroeconomica mondiale, ma confidiamo in una fase laterale che dia modo di riposizionare portafogli e posizioni per il termine dell’anno solare.
Il comparto tech si mantiene intorno agli 11000 punti e solo allunghi fino 11600 e 11800 potrebbero decretare un vero movimento rialzista in grado di mettere in crisi la struttura a massimi e minimi decrescenti dell’attuale bear market.
Decisamente piu tonico il comparto europeo che gode ora di un vantaggioso tasso di cambio e invoglia gli investitori a cogliere l’occasione di rivalutazioni sia negli asset azionari, quanto nel cambio valutario eurusd. Gli attuali livelli di prezzo di 13600pnt, non trovano grande supporto nei dati macroeconomici , pertanto non siamo inclini ad acquisti di equity europea, ma ci limitiamo a monitorarne l’andamento per cogliere eventuali nuovi ingressi al ripresentarsi delle dinamiche bear market.
-COMMODITIES
Tra le commodities monitoriamo il gold, che ora vive fase di splendore grazie al dollaro debole e ad un freno nei rendimenti obbligazionari. Non escludiamo un 2023 brillante per questo asset, sebbene l’inflazione possa essere in calo, la discesa del dollaro ed eventualmente il calo nei rendimenti obbligazionari mondiali potrebbe dare nuova linfa ad un asset che ritroverebbe posto nei portafogli degli investitori.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
NUBI PER LA STERLINA E LA BANK OF ENGLANDIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 01.11.2022
-CONTESTO
Entriamo nel vivo di una settimana ricca di market movers, primo fra tutti e non in ordine temporale, l’appuntamento con la FED di domani 2 Novembre, che potrebbe generare non poca volatilità sui mercati che aspettano indicazioni più chiare sulle future mosse della banca centrale, dando oramai per scontato il prossimo rialzo da 75Bp, ma non cosi certa l’azione di Dicembre 2022.
Altro market mover chiave per la giornata di oggi, sarà la BOE, che dovrebbe avviare la vendita netta di Gilts, le obbligazioni sovrane, che sono state accumulate nel bilancio , special modo durante il periodo pandemico per sostenere le esigenze e le emergenze del paese.
Allo stato attuale delle cose, la BOE dovrà svendere i titoli obbligazioni, mettendoli all’asta a prezzi più bassi di quanto li ha pagati, generando cosi una perdita oramai certa nel bilancio delle casse del tesoro.
Un fardello in più da gestire per il PM Sunak, che dovrà insieme al cancelliere Hunt presentare il nuovo piano fiscale entro il 17 novembre, ma sembra già evidente chela pressione fiscale salirà mettendo a dura prova i cittadini britannici, già alle prese con l’inflazione a doppia cifra in un contesto economico asfittico, di scarsa produttività e peggiori esportazioni, secondo gli ultimi dati PMI.
La BOE attesa questa settimana per un nuovo rialzo tassi da 75Bp, potrebbe vedersi costretta a toni meno aggressivi, per controllare l’eventuale instabilità che potrebbe crearsi oggi con la svendita dei Gilts, consapevole quindi che è un territorio inesplorato, che va oltre le consuete manovre di rialzo tassi a cui le banche sono oramai abituate.
Cosa potrà accadere sarà monito per la FED così come per le altre banche centrali occidentali che sono prossime alla vendita nette di obbligazioni sovrane.
-FOREX
Le attese per le banche centrali portano ad un sostanziale equilibrio nel mercato fx, con il dollaro ancora ago della bilancia, che tuttavia non riesce ad esprimere direzionalità.
Dollar index al momento resta sotto le aree di resistenza di breve di 112.00, dettando il ritmo di una sessione di debolezza, portandosi ora al test di 110.75 per probabili allunghi fino 109.50. il sentiment retail al momento resta neutro con un 53% short, che rispetto al 57% di ieri mette in evidenza una profonda incertezza.
Equilibrio anche per la moneta unica che resta non lontano dal livello di parità a 0.9925, sulla media a 21 periodi daily creando tuttavia una buona struttura a massimi e minimi crescenti su base daily, che potrebbe vedere allunghi rialzisti interessanti fino alle aree di 0.1 e 1.02.
Il mondo retail si mantiene al 51% short sul basket euro, ed in perfetto equilibrio su eurusd, senza dare per ora grandissime indicazioni.
Calano le posizioni short sulla sterlina, che passano dal 56%di ieri al 58% attuale, ponendo ancora una volta in equilibrio il sentiment degli operatori in vista degli eventi di oggi pomeriggio.
Unici sbilanciamenti interessanti restano lo yen giapponese con un 62% long, sebbene in calo dal 65% di ieri e un 70% long sul dollaro australiano in linea con il 71% di ieri.
-EQUITY
Prosegue la fase di risk on delle borse occidentali, con il dax che si porta sui massimi di 13400pnt e sembra oramai lanciato a testare i 13550 area di resistenza chiave per determinare una vera inversione di tendenza. Al momento la linea morbida intrapresa dalla BCE sembra dare fiato all’azionario europeo, sebbene le prospettive dell’economia reale sono tra le peggiori degli ultimi 20 anni.
Stabili le borse americane, che dopo una giornata di ribassi modesti, sembrano voler recuperare in pre-market con il nasdaq che aggredisce gli 11630 pnt, livello oltre il quale si aprono strade rialziste fino gli 11800 pnt.
Più tonico al momento l’S&P che si trova in pre-market già alle porte dei 3925 pnt massimo di ottobre, pronto per interessanti allunghi rialzisti che potrebbero portare fino alle aree di 4000pnt.
Attendiamo oramai l’intervento della BOE e della FED di domani, per capire quale nuova direzionalità ci accompagnerà nel finire di questo 2022
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
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LE BORSE IN VOLATA SOLITARIAIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 25.10.2022
-CONTESTO
Terminata la fase di correlazione perfetta tra i vari comparti finanziari che ha caratterizzato il terzo trimestre del 2022 per dare vita ad una volata solitaria del mondo equity mentre il valutario rimane in attesa delle banche centrali con un dollaro in un timido laterale che da ancora il ritmo a commodities e obbligazionario.
I mercati finanziari trovano ancora un comparto obbligazionario debole nei prezzi e decisamente tonico nei rendimenti, special modo nelle scadenze più brevi come il 3 mesi e l’anno, segno che il bottom è ancora lontano il che farebbe pensare ad una prematura partenza del comparto equity, vediamo anche le commodities, special modo i metalli ,rispondere ancora alle salite del dollaro dettando un ritmo tipico delle fasi di risk off in un ciclo economico ribassista sebbene ricordiamo le commodities sarebbero secondo letteratura le ultime a ripartire a rialzo.
Il mercato equity vive ora giorni di rialzo solitario sostenuto da un lato dalla statistica stagionale di un q4 rialzista grazie anche al famoso rally natalizio , sebbene manchino 2 mesi alle festività di fine anno, riteniamo più probabile un riposizionamento sui mercati dopo un anno di ribassi, che potrebbe essere vivo grazie a prese di profitto e ribilanciamenti di portafogli in vista del nuovo anno.
Le trimestrali Usa entrano nel vivo con aziende del calibro di Microsoft, Coca cola, Visa e Apple, che daranno senza dubbio grande vitalità ai mercati azionari che fondano ora i movimenti di rialzo più su speranze ed aspettative che su dati reali, pertanto ci trovano poco concordi a prendere posizioni rialziste senza prima avere evidenze chiare nei numeri
-FOREX
Il comparto valutario è in sostanziale equilibrio , con un dollar index non lontano dai minimi di questo ottobre, in un trading range che va dai minimi di 111.80 ai massimi di 113.50, senza dare nessuna vera direzionalità all’intero comparto valutario.
Il mondo retail si adegua con una neutralità asfissiante, senza nessun sentiment deciso, con anache lo yen che ritraccia, e vede ora un 65% dei retail long, in attesa della prossima mossa della BOJ attesa per dopodomani alle decisioni di politica monetaria. In caso di un nulla di fatto e decisioni ancora dovish non possiamo dunque escludere una ripartenza di usdjpy a rialzo, non avendo una precisa area di sostegno da parte della banca centrale giapponese, la caduta dello yen potrebbe ripartire violenta.
-EQUITY
Tutti gli indici sono al test delle resistenze, con il dax a 13000 pnt, pronto per eventuali allunghi che trovano a nostro parere valide resistenze a 13450 pnt. In egual misura il nasdaq punta dritto alle aree di 11800pnt, prima vera resistenza statica in grado eventualmente di riportare l’indice tecnologico in un trend ribassista.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Il calendario macroeconomico rallenta in attesa delle banche centrali a aprtire da domani con la BOC e poi BCE ed infine BOJ.
Resta vivo il calendario delle trimestrali USA che vede oggi i dati di Microsoft , Coca Cola, Visa e Spotify che saranno senza dubbio in grado di dare volatilità ulteriore ai mercati asionari USA che restano focus di questa settimana.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Quale destino attendersi dal rally di fine anno?L'inversione di tendenza del mercato americano e dell'S&P 500 venerdì 21 è stata determinata dall'articolo del WSJ che ha prospettato i rialzi di 75 basis point di novembre e i 50 basis point di dicembre come una sorta di pivot, dai quali poi i rialzi futuri sarebbero rallentati.
Continuo a pensare che per come vedo io il mercato non si tratterebbe nemmeno di una pausa.
Venerdì però la forza dei compra-tori ha mantenuto costante il sentiment risk-on fino alla chiusura delle contrattazioni.
Mi chiedo se e quanto potrà reggere questo rialzo basandosi solo su questo tipo di notizia?
Può essere l'articolo del Wall Street Journal in grado di dare origine a un rally affidabile per il quarto trimestre?
Qui non si tratta di innamorarsi di una tesi e difenderla per spirito di parte, bisogna sempre analizzare i perché:
• Il Treasury a lunga scadenza non ha ancora trovato un fondo.
• Gli investitori esteri sono costretti a vendere i loro asset a causa di surplus commerciali e di prezzi energetici elevati, che nel caso del gas naturale sono regionali e non paralleli con il petrolio.
• La riduzione del bilancio della Fed, che porta con se implicazioni per i mercati del debito.
• Il movimento dei junk bonds, titoli obbligazionari dal rendimento elevato, ma caratterizzati da un alto rischio per l'investitore positivo per i compra-tori, ma, come per l'S&P 500, ancora caratterizzata da una serie di massimi decrescenti dopo l'esaurimento del rally estivo.
• Solo il Russell 2000 è riuscito a mantenersi al di sopra dei minimi di giugno e ciò conferma la giusta conclusione che gli Stati Uniti sono al momento i meglio posizionati per superare la tempesta.
• Venerdì è stato preoccupante seguire la sessione giornaliera del dollaro: nemmeno il forte aumento dei rendimenti è servito a tenerlo in alto.
Per il dollaro quello che sembrava essere un consolidamento prima di un nuovo rialzo, rischia di diventare invece un periodo in cui il dollaro inizia a scendere.
Questo spinge nella direzione di mostrare che le tensioni manifestate dalla Fed e dalla maggior parte delle banche centrali stanno per raggiungere anche gli Stati Uniti.
Ancora non è evidente nel mercato del lavoro americano, ma sia gli indicatori economici anticipatori statunitensi che quelli mondiali stanno proiettando un quadro di recessione garantita.
In questo momento l'unica incertezza sta solo sulla gravità e durata di questa recessione.
Parlo adesso di un aspetto che interessa le valutazioni dei titoli direttamente.
Gli utili per azione dell'indice S&P che raggruppa 500 titoli dipingono un quadro ribassista a lungo termine.
La media attuale è di 245 dollari, le indicazioni sono per un...
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LA PAROLA ALLE BANCHE CENTRALIIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 24.10.2022
Parte oggi una nuova ottava di contrattazioni ricca di market movers, che trova ancora una volta le banche centrali protagoniste indiscusse dei mercati finanziari con gli appuntamenti previsti per il 26 ottobre con la Bank of Canada, il 27 con la BCE e il 28 con la BOJ.
Restano alte le aspettative per la BCE chiamata ad un rialzo tassi ancora di 75Bp per controllare un’inflazione che ha toccato la doppia cifra nell’intera area Euro, che sta gettando le basi per una crescente crisi energetica non trovando nel ribasso dei prezzi del comparto energy adeguato sollievo per aziende e consumatori, a causa di un tasso di cambio privo di respiro.
La forza schiacciante del biglietto verde oramai mette in crisi diverse economie, special modo per le importazioni, siano esse food o energy in maniera indistinta si manifesta un’importante inflazione importata.
Mentre gli operatori attendono le banche centrali, continuano le pubblicazioni delle trimestrali USA entrando in una settimana decisiva con i dati di alcune big come Coca cola, Microsoft, Apple e Google.
Grazie ai buoni dati che la domanda aggregata USA ha mostrato nelle sue ultime rilevazioni, salgono le aspettative di utili aziendali ancora tonici, che non risentano delle manovre delle banche centrali ne tanto meno della tanto temuta recessione, ma nostro malgrado i timori maggiori restano per la forza schiacciante del dollaro che penalizza fortemente le esportazioni di diverse aziende USA come ad esempio è stato per Testa, potremmo avere uno scenario simile per Apple.
Al momento i timori di Earings sotto le attese sembrano non impensierire gli operatori, che sebbene con un dollaro ancora forte, non sembrano rigettare l’idea di acquisti di equity USA, mettendo in luce una forte divergenza tra i due comparti che fino ad oggi hanno vissuto una fortissima correlazione dollaro centrica.
ANALISI RETAIL
Il mondo valutario che ha svolto funzione di termometro perfetto per i mercati finanziari in questa fase perfettamente dollaro centrica, si vede ora messo da parte, in una fase di incertezza ben espressa dal posizionamento dei traders retail
Il basket dollaro usa che vedeva i retail short al 70% venerdì, trova ora i commercials al 62% short, alla ricerca di un equilibrio che lascia poco spazio a fasi direzionali, ma resta chiara avvisaglia di trading range.
Trading range anche per il basket euro, dove i retail oggi sono al 55% short dal 51% long di venerdì, anche in questo caso chiara incertezza, con oscillazioni di sentiment in un’intorno del 50%, e ancora medesimo quadro per la sterlina che oggi trova il mondo retail short al 55% dal precedente 56% long di venerdì.
Dopo le mosse della BOJ di venerdì si vedono ritracciamenti nel posizionamento retail sul basket yen , che si porta al 68% long dal 72% di venerdì, rimanendo unico asset ad avere ancora uno sbilanciamento degno di nota.
Equilibrio anche per il franco svizzero con un sentiment del 52% short dal 53% di venerdì.
Per le oceaniche prosegue la pesantezza del dollaro australiano che porta i retail ad un 79% long dal 78% del giorno precedente, mentre restano invariate le posizioni sul dollaro neozelandese con un 56% long stabile da venerdi.
-EQUITY
Il mondo equity vive una fase di netta euforia, un risk on, che non trova per ora riscontri in altri asset class, motivato sia dalle aspettative degli earings USA ma anche dalle parole del presidente della FED di San Francisco che vede sufficienti rialzi da 50bp se non da 25BP alle prossime riunioni… gli investitori vogliono avere il peggio alle loro spalle e guardare fiduciosi al futuro.
Per questo avvio di ottava il dax guadagna un +0.91% il nasdaq in premarket un +0.55% e l’SP500 un +0.80%, vedremo con l’apertura di wall street e la pubblicazione dei dati aziendali di oggi pomeriggio cosa accadrà.
buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta Trader
WisdomTree - Tactical Daily Update - 18.10.2022Mercati azionari ancora in recupero: il “risk-on mood” e’poco spiegabile.
Trimestrali grandi banche Usa mostrano ricavi in crescita, grazie ai tassi.
Il Presidente cinese Xi’ verso il 3’ mandato: promette continuita’.
Scendono ancora I prezzi del gas in Europa: l’UE verso un accordo?
Ieri, 17 ottobre, per Wall Street, un’altra seduta di cospicui rialzi: il Dow Jones è tornato sopra 30.000, grazie alle convincenti relazioni trimestrali di alcune big bancarie. In Europa il ripensamento del Governo britannico sul programma di tagli fiscali ha ridato slancio a Sterlina, Gilts (titoli del debito inglese) e, in generale, a tutte le Borse del “vecchio cont inente”.
Ottime chiusure delle borse europee, appena sotto i massimi di seduta: Milano +1,8%, Francoforte +1,6%, Parigi, Londra e Madrid +1,2%. Wall Street ha fatto ancora meglio: Dow Jones +1,9%, S&P500 +2,7% e Nasdaq +3,4%!
Il fronte “caldissimo” britannico registra il drastico cambio di direzione del Cancelliere dello Scacchiere (Ministro delle Finanze) Hunt, che ha annunciato la sostanziale cancellazione di sconti e agevolazioni fiscali annunciate solo 3 settimane dal predecessore Kwarteng.
Se da un lato il cambio di rotta del Governo fa tremare la poltrona del neo Premier Liz Truss, a meno di 7 settimane dalla sua nomina, dall’altro i mercati plaudono alla prospettiva di una ritrovata “ortodossia” nei conti pubblici del Regno Unito.
Notevoli i recuperi di Sterlina, risalita a 1,142 vs Dollaro, da 1,06 di pochi giorni fa, e dei titoli governativi: il rendimento del Gilt 10 anni e’ tornato sotto il +4%, dopo essersi impennato sino a +5% a meta’ della scorsa settimana.
I numeri del 3’ trimestre delle blue chips bancarie americane, pur facendo registrare cali dell’utile netto, evidenziano ricavi (margine di intermediazione) in crescita, grazie ai tassi di interesse in ascesa. Ieri hanno superato le attese di consenso sia Bank of America che Bank of New York-Mellon, mentre Goldman Sachs rilascia i suoi dati oggi pomeriggio.
Attenzione pero’ che, fuori del comparto bancario, la musica potrebbe essere diversa: attenzione ai numeri di Netflix (martedì 18), Tesla e P&G (mercoledì 19) e, a partire da giovedi’ 20, a quelli di molti big-tech.
Le stime di consenso per la stagione della trimestrali sono piuttosto caute: secondo il “consensus” misurato da FactSet, gli utili netti delle società dello S&P500 aumenterebbero solo +2,4% anno su anno: nulla di tragico, ma sarebbe comunque il peggior risultato degli ultimi 2 anni.
La “reporting season” del 3’ trimestre si colloca comunque in un contesto preoccupato per la persistenza dell’alta inflazione ed il correlato atteggiamento restrittivo delle banche centrali, che tendono ad aggravare la prospettiva di un'economia globale gia’ in rallentamento.
Dalla Federal Reserve (FED- Banca Centrale Usa) il mercato si aspetta un rialzo di 75 bps a novembre.
Sul fronte macro USA segnaliamo il calo sopra le previsioni dell'indice manifatturiero NY-Empire State: -9,1 vs 4 atteso e-1,5 precedente, in ottobre. Il dato segnala rallentamento dell'economia manufatturiera, ma altri dati congiunturali su consumi, fiducia delle famiglie e domanda di servizi continuano ad indicare un andamento congiunturale ancora robusto e resiliente.
Il prezzo del metano europeo e’ ai minimi da giugno, grazie ai progressi registrati dalla Commissione Ue nel dare un tetto a prezzi e volatilita’ del gas. Inoltre i livelli di stoccaggio strategico nei principali paesi europei hannno raggiunto livelli massimi prima del previsto. Il prezzo del gas naturale sulla piattaforma TTF-Amsterdam e’ sceso ieri -7%, a 132 Euro/mwh.
La bozza di proposta della Commissione prevede la definizione entro fine anno di un nuovo benchmarck nei rapporti coi fornitori, e mette in discussione il valore parametrico sino ad oggi attribuito alla piattaforma TTF: da qualche mese essa e’ oggetto di crescenti dubbi circa la capacita’ di riflettere le effettive condizioni del mercato.
Una minor volatilità dei prezzi sara’ ricercata dall'Unione Europea piu’ che attraverso un “tetto massimo” al prezzo, per mezzo di un "corridoio dinamico" e temporaneo. Intanto stamane il prezzo del metano in Europa perde ancora -7,7%, toccando 118 Euro/megawattora (ore 11.00 CET). Il prezzo del petrolio e’ stabile: il WTI (West Texas Intermediate), consegna novembre, segna 86 Dollari/barile.
Sul mercato obbligazionario l’atmosfera e’ piu’ rilassata ed in Europa spicca il calo dello spread di rendimento tra BTP decennale italiano e omologo Bund tedesco: 238 punti-base, dai 245 di ieri, col rendimento del BTP benchmark sceso a 4,60% da 4,80% della chiusura di venerdì 14. Il Treasury decennale Usa rende +3.97%, pressoche’ invariato da 2 sedute (ore 13.30 CET).
Stamattina, Borse asiatiche ben intonate: Nikkei giapponese +1,4% Hang-Seng di Hong-Kong +1.1%: piu’ deboli i listini domestici cinesi: Shanghai +0,1%, Shenzhen +0.2%, mentre si svolge la terza gionata del 20’ Congresso del Partito comunista cinese: dall’atteso discorso del Presidente Xi-Jinping non sono emersi elementi di novità sulla politica fiscale ed economica del Governo.
Mattinata di decisi rialzi per borse europee, in media oltre +1,2% (ore 13.30 CET), mentre anche i futures su Wall Street indicano riaperture attorno +1%. Sembra consolidarsi tra gli investitori un’accresciuta propensione al rischio, che sara’ messa alla prova dalla stagione delle trimestali e dal “tightening” della politica monetaria.
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Usa: sale l’inflazione ma anche l’azionario. Perché?Seduta a volatilità estrema quella di ieri sui mercati azionari e non solo.
L’uscita del dato sull’inflazione Usa ha prima provocato un forte ribasso e successivamente un forte apprezzamento.
Il recupero dell’S&P500 è stato il quinto più forte nella storia di Wall Street, con il mercato che è passato dal perdere oltre il 2% a guadagnare quasi il 3% in poche ore.
Il future sul principale indice americano ha infatti chiuso la seduta con un +2.60% a 3.681 punti.
I prezzi al consumo sono saliti a settembre dell'8,2%, sopra le attese degli analisti che scommettevano su un +8,1%; su base mensile l'aumento è stato dello 0,4%, oltre il +0,2% previsto.
L’accelerazione dell’inflazione ha portato in un primo momento i mercati a paventare nuovi rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve.
La successiva inversione dei mercati è stata difficile da spiegare in termini macroeconomici, anche se alcuni operatori sostengono che sia stata dovuta ad una condizione estrema di ipervenduto, mentre altri invece che sia il risultato di una combinazione di operazioni di short-covering.
Personalmente riteniamo che il rimbalzo sia stato causato da una concomitanza di fattori, nello specifico ecco quali:
- Guardare oltre, poiché va innanzitutto segnalato che dai dati di ieri, seppur superiori alle attese, qualcuno intravede già un rallentamento della dinamica dei prezzi, che potrebbe presto portare ad un inversione di tendenza della politica monetaria, guardando di fatto già oltre il prossimo rialzo dei tassi a novembre, previsto a 75 punti base con probabilità al 98%.
- Fattori tecnici, ovvero il test di un livello fondamentale come quota 3.500 punti; già nella scorsa analisi segnalavamo come le aspettative di recupero su tale mercato sarebbero passate dalla tenuta di area 3.650 punti ed in caso di un breakout di 3.615 sarebbe stato probabile un affondo a 3.550 punti, con il successivo rischio di vedere un ulteriore aggiornamento dei minimi annuali. Al di sotto degli attuali minimi annuali il prossimo importante supporto andava identificato proprio in area 3.500 punti, ovvero sul supporto dinamico fornito dall’estremo inferiore del canale ribassata e da una trendline congiungente i precedenti minimi di swing tra dicembre 2018 e maggio 2020. Tra l’altro tra settembre e novembre 2020 area 3.500 aveva frenato il primo recupero post covid, mentre il successivo breakout di tale livello aveva dato il là al mega up trend del 2021. Logico quindi che alcuni grossi player abbiano piazzato difese su un livello così importante, sia come target di operazioni short e sia come possibile punto di acquisto in ottica speculativa.
- In ultimo va segnalato che nonostante la situazione sull’azionario americana rimanga incerta, è in arrivo la stagione delle trimestrali ed è possibile che qualche operatore stia già scommettendo su risultati migliori delle attese; va ricordato infatti che le previsioni per il trimestre sono tutt’altro che rosse e che quindi in fondo se i big player sia del settore bancario, ma soprattutto del comparto tech riuscissero ad attutire il colpo, questo potrebbe essere inteso come un miglioramento dello stato di salute dell’economia a stelle e strisce.
Detto ciò nonostante il forte rimbalzo di ieri ora al test di quota 3.700 riteniamo che il mercato incontrerà delle difficoltà; possibile quindi uno storno almeno fino a 3.650 punti, dove andrà monitorata la dinamica di prezzo e dove cercheremo conferme sulla volontà di proseguire il rimbalzo.
In caso di difesa oggi dei 3.650 punti salirebbero le possibilità di assistere ad una prossima ottava da risk on, mentre sul fronte opposto se il mercato dovesse nuovamente mollare quota 3.580 punti dovremmo attenderci un nuovo test almeno dei 3.540 punti.
Importante sempre continuare anche a monitorare la volatilità implicita Vix, che modelliamo con bande di bollinger su time frame daily e che abbiamo visto ieri in deciso calo dall’estremo superiore del canale delle bande di volatilità e attualmente sopra area 31 punti; per supportare un ulteriore recupero sarebbe importante tornare a vedere il Vix in questa fase al di sotto dei 29.50 punti.
In caso di ulteriore allungo segnaliamo le prossime resistenze al rialzo a 3.760 e 3.810 punti, livelli dove il mercato offrirà verosimilmente nuove occasioni per operare lato short; l’impostazione tecnica di continuare comunque a vendere le salite in ottica multiday non subirà grosse variazioni fino a che il mercato non recupererà quota 3.850 punti.
Falsa rottura al rialzo oggi, per domani vedo possibile nuovo...Falsa rottura al rialzo oggi, per domani vedo possibile nuovo ribasso dopo il CPI.
Oggi i vendi-orsi sul mercato americano non sono riusciti a mantenere l’abbrivio sui future guadagnato in mattinata e i compra-tori hanno messo a segno secondo me quello che a posteriori sarà un falso breakout.
Anche se i compra-tori sono sostenuti dai titoli obbligazionari, il rialzo intraday è progressivamente diminuito insieme alla loro posizione di risk-on in quello mi sembra essere un fallito tentativo di salire del mercato.
In questo momento mentre sto scrivendo questa analisi il future Mini S-P vale 3.605, non che mi aspetti un rialzo molto più alto oggi.
Vedo i 3.620 come un primo livello di resistenza (anche facile da superare volendo).
Questo livello e stato testato sulla reazione iniziale del PPI, anche se il mercato azionario ha cercato di interpretarlo in modo rialzista si è subito reso conto che dato che conta di più per la Fed sarà il CPI in uscita domani.
Le valutazioni dei dati bilanciano lo 0,4% dell'IPP su base mensile con l'IPP core anno su anno, quindi vedo più probabilmente il mercato azionario orientato al ribasso.
Questo rende falso il breakout che si stava profilando all'inizio della mattinata europea sul future.
A mio parere, nella migliore delle ipotesi, la giornata odierna dovrebbe concludersi solo un modesto apprezzamento.
Oggi al di là del moderato movimento del mercato è una giornata di difficile interpretazione.
Qualsiasi tipo di rialzo mi appare di natura effimera.
Dico questo basandomi sul comportamento dei Treasury a lunga scadenza che non hanno mantenuto i promettenti guadagni intraday, rendendo la loro stabilizzazione ancora indecisa.
La parte breve della curva dei rendimenti riflette ancora la retorica e le aspettative da falco della Fed, e non sta affatto anticipando le mosse pro mercato azionario della Bank of England.
Cosa mi aspetto dal dato di domani?
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La Bank of England prova a lanciare un salvagente nel mare.L'S&P 500 è sceso pesantemente anche ieri e con volumi in aumento, questo senza nemmeno l'aiuto da parte dei mercati obbligazionari chiusi ieri per il Columbus day.
L’ETF che racchiude le obbligazioni societarie ad alto rendimento ha inviato un chiaro messaggio ieri con il suo scivolone a senso unico, siamo ancora in modalità risk-off.
D'altro canto l'USD continua a salire, e il sentiment che proviene dal mercato europeo lo aveva anche anticipato.
C’è stato un po’ di recupero nei futures oggi pomeriggio verso le 15 ora italiana quando è arrivato l'ennesimo annuncio della Banca d'Inghilterra.
La banca centrale del Regno Unito ha dichiarato che ora acquisterà titoli di stato che offrono protezione dall'inflazione e titoli di stato convenzionali per cercare di "ristabilire condizioni ordinate" nel mercato.
Gli acquisti arriveranno a 10 miliardi di sterline (11 miliardi di dollari) al giorno suddivisi equamente tra entrambi i tipi di obbligazioni e il programma terminerà venerdì 14 come originariamente previsto.
Questa notizia ha scaldato i cuori di tutte le colombe in attesa.
Ma l'effetto della notizia mentre sto scrivendo l'analisi alle 17 sembra già essere...
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Mara al 08.10.22 - aggiornamento Grafico a candele 1D
Non sono un consulente finanziario
Non è un consiglio finanziario
Non è sollecitazione all'investimento.
E' tutto descritto sul grafico.
Il trend di breve e di medio appare ribassista.
Come da precedente analisi, si conferma la formazione del Pattern Testa Spalle, figura ribassista, i cui target porterebbero Mara a nuovi minimi. La perdita della neckline, questa volta diminuirebbe di moltissimo le possibilità di potersi riportare di nuovo al di sopra di essa.
Nuovi minimi coerenti con il contesto Macro e di Politica Monetaria.
Prestare massima attenzione all'incrocio al ribasso della media mobile a 20 periodi (in rosso) sulla media mobile a 50 periodi (in arancione) in data 19.09.22, che dà un fortissimo segnale ribassista.
Più a lungo il prezzo di Mara si trova al di sotto della mm20 e magari distaccato da essa e più sarà ben definito il trend al ribasso.
La situazione grafica di Mara appare in deterioramento.
Nel frattempo abbiamo SP500 e Nasdaq impostati al ribasso, dopo terza respinta da parte delle media mobile (veloce) a 20 periodi (quella in rosso).
L'RSI su questi indici è rispettivamente a 36 punti e 37 punti, il che consente ancora una discesa pur trovandosi nella zona bassa dell'indicatore e vicini alla zona di ipervenduto a 30 punti (30 punti che possono anche essere infranti al ribasso. Diciamo che dai 30 punti si inizia a prendere in maggiore considerazione la possibilità di un rimbalzo, della dimensione che sia ).
Più a lungo il punteggio degli indici si trova al di sotto della mm20 e magari distaccato da essa e più sarà ben definito il trend al ribasso.
Il periodo è dominato dall'inflazione alta e dal compito della Fed di riportarla allo standard del 2% attraverso il rialzo dei tassi e l'inasprimento quantitativo del bilancio Fed (riduzione degli asset in portafoglio), che tolgono liquidità dalla circolazione e dai mercati, creando le condizioni per una contrazione economica al fine di abbassare la domanda (ciò dovrebbe quindi impattare anche sugli utili delle trimestrali) e pertanto l'inflazione.
Nonostante i tassi attualmente fra il 3% e il 3.25%, abbiamo visto uno sfolgorante dato sulla disoccupazione ritornata al 3.5% (sostanzialmente piena occupazione).
Questo ha fatto crollare i mercati il 07.10.22 per la paura di un aumento di intensità/durata della politica monetaria inasprita.
I mercati nell'incertezza e nella paura si ritraggono ed iniziano le vendite. Il periodo comunque è ancora dominato sui mercati azionari da sentiment negativo e da risk off.
Attualmente i Fed Founds Futures di nov 22 stanno scontando un aumento dei tassi dello 0,75% (il dato può comunque variare di giorno in giorno).
Personalmente mi chiedo se la fed possa pensare di aumentare i tassi il 02.11.22 anche di un intero 1%. Vedremo il dato del 12.10.22 dell'inflazione core Usa di set 22.
Sempre attualmente i mercati (i fed founds futures) stanno scontando il picco del rialzo dei tassi per giugno 2023 (ricordo che anche questo dato può cambiare nel corso del tempo).
Il 12.10.22 usciranno i dati sull'inflazione Usa di set22 i cui esiti influenzeranno in un verso o in un altro i mercati a seconda del risultato. La Fed prende maggiormente in considerazione l'inflazione core (privata dell'andamento dell'inflazione degli alimentari ed energia). Un aumento di questo dato rispetto ad ago22 farebbe nuovamente crollare i mercati.
Due Drivers da seguire per aiutarsi a comprendere l'andamento dei mercati.
In questo momento il dollaro domina secondo un rapporto di correlazione inversa sui mercati. Se il dollaro sale, i mercati scendono.
Perchè il dollaro sale e si rafforza? Il dollaro innanzi tutto si rafforza con l'aumento dei tassi d'interessa da parte della Fed. Ad ogni aumento dei tassi da parte della Fed il dollaro si rafforza. Si rafforza anche con l'inasprimento quantitativo (QT) dato dalla riduzione del bilancio degli asset della Fed che insieme al rialzo dei tassi, toglie liquidità dalla circolazione.
Ancora, il dollaro si rafforza quando migliorano i dati macro economici Usa. Lo abbiamo visto anche di recente ieri 07.10.22 con l'uscita del dato sulla disoccupazione scesa al 3.5%. Viceversa se peggiorano i dati macro economici il dollaro dovrebbe essere portato ad indebolirsi.
Il paradosso è che i mercati sono portati a reagire positivamente a dati macro economici negativi sia perchè il dollaro si indebolisce sia perchè sono indotti a ritenere che la Fed diventi più vicina a diminuire intensità e durata dell'inasprimento della politica monetaria.
Per quanto riguarda l'andamento del dollaro potete guardare il Dollar Index qui su TW.
E' da sottolineare il Dollar Index misura l'andamento del dollaro nei confronti di un paniere con percentuali differenti di sei diverse monete. Essendo il dollaro la moneta del 56% degli scambi internazionali, in particolare modo delle materie prime, il dollaro forte esporta inflazione nel resto del mondo.
Altro diver per seguire i mercati azionari è l'andamento dei rendimenti dei Tbond. Il rendimento del Tbond è inversamente correlato al suo valore. I Tbond vengono emessi dal Tesoro Usa, con un valore nominale, con una scadenza e con un percentuale di retribuzione di interessi prestabilita. A scadenza viene rimborsato l'intero valore nominale e nel corso del tempo viene incassato il profitto annuo. Tuttavia esiste un mercato dove sono scambiati i Tbond già emessi (e ovviamente non scaduti), il cui prezzo di mercato dipende da domanda e offerta, che è influenzata da vari fattori economici. Nel momento che il valore di mercato del Tbond scende, aumenterà la percentuale della cedola di retribuzione dell'interesse e viceversa.
Solitamente vi è una correlazione inversa fra aumento dei tassi d'interesse ed il valore di mercato dei Tbond. Per questo motivo assistiamo a forti aumenti della retribuzione dell'interesse sui Tbond (perchè ne scende il valore di mercato).
Nel brevissimo termine invece, assistiamo al fatto che nel momento che il Dollar Index va a correggere e la forza del dollaro si indebolisce, i Tbond aumentano di valore e la loro percentuale di interesse scende.
Perchè scrivo questo?
Perchè quando il valore dei Tbond sale e la loro percentuale di interesse scende, si porta al rialzo i mercati azionari, soprattutto i titoli Growth, i più sensibili alle variazioni.
Pertanto vale la pena (come riscontro) andare sul grafico dell'interesse dei Tbond, in special modo del Treasury a 10 anni, e monitorare il suo andamento, perchè ad un calo dell'interesse (e quindi ad un aumento del valore dei Tbond) dovrebbe corrispondere un rialzo dei mercati azionari.
Ad ogni modo, per il futuro, in generale l'aumento del valore dei Tbond (e quindi la diminuzione dell'interesse retribuito, che è quello che vediamo rappresentato sui grafici), anticipa il successivo rialzo dei mercati.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 06.10.2022L’azionario ripiega dope le 2 sedute di rialzi di inizio settimana.
Opec+ vede calo domanda e difende prezzi: ok a taglio da 2mln barili/giorno.
Dati macro usa ancora forti: la FED puo’ restare “falco” contro l’inflazione.
Alta volatilita’ e saliscendi continui dei rendimenti obbligazionari.
La nuova settimana ed il nuovo mese erano partiti bene, con due sedute di forte rialzo per i mercati azionari: ieri, 5 ottobre, l’illusione e’ svanita, con chiusure europee vicino ai minimi di giornata, contagiate dalla riapertura negativa di Wall Street. Milano e Madrid le peggiori, -1,5%, Francoforte -1,2%, Parigi -0,90% e Londra -0,47%, Eurostoxx50 -1,4%.
Anche Wall Street ha chiuso in calo, ma senza disastri: Dow Jones -0,14% Nasdaq -0,25%, S&P500 -0,19%: al centro dell'interesse dei mercati ieri pomeriggio, la riunione dell'Opec+ (Cartello dei maggiori esportatori di greggio), che ha deciso un notevole taglio alla produzione: -2 milioni di barili/giorno, da 26,5 a 24,5.
Nell’annuciare che la prossima riunione sara’ il 4 dicembre, Opec+ ha dichiaratao che «alla luce dell'incertezza che circonda le prospettive economiche e del mercato petrolifero globale e della necessità di migliorare la guidance a lungo termine per il mercato petrolifero.....i Paesi partecipanti hanno deciso di adeguare al ribasso la produzione complessiva di 2 milioni di barili/giorno da novembre».
Nel mirino di analisti ed investitori anche la fase restrittiva (alias di rialzo dei tassi ufficiali) delle banche centrali: se a inizio settimana si era fatto largo uno scenario di allentamento delle politiche monetarie restrittive, alcuni dati americani sopra alle attese hanno di nuovo avvalorato le prospettive piu’ “hawkish” (da falco).
Infatti l’indice PMI (Purchasing Managers Index) di settembre, pur restando in area di contrazione (cioe’ sotto 50), è risalito da 43,7 di agosto a 49,3, battendo leggermente le attese di 49,2 punti.
A suffragare uno scenario aggressivo da parte Federal Reserve anche i numeri settembrini sull'occupazione nel settore privato, cresciuti oltre le attese: +208 mila nuovi posti di lavoro rispetto ad agosto, sopra le previsioni di 200 mila.
Sul tema caldissimo del mercato del lavoro Usa, i numeri piu’ cruciali saranno quelli di venerdi’ 8, perche’ forniscono una visione d’insieme su cui la FED basa la propria “stance” (attitudine) di politica monetaria.
La cornice macroeconomica e’ invece univocamente sconfortante in Europa: a confermarlo ieri, 5 ottobre, l’Indice PMI dei servizi di settembre, sceso ai minimi da 20 mesi a settembre: e’ infatti calato a 48,8 punti da 49,8 di agosto. L'indice “composito” (servizi&manifattura), è sceso a 48,1 da 48,9 di agosto, al minimo da 19 mesi.
Dal fronte della guerra scatenata dalla Russia , si rincorrono notizie ed indiscrezioni, compresa quella secondo cui Putin starebbe per proclamare lo stato di guerra in Russia e nella regioni occupate e annesse dell’Ucraina e preparerebbe un test nucleare “dimostrativo” al confine con l’Ucraina.
Il problema maggiore per il Cremlino e’ il successo ottenuto sul campo dall’esercito di Kyiv, che riconquista rapidamente territori occupati nell’area ad est di Karkhiv, a sud verso Kershon ed anche nelle 2 republiche autoproclamate di Luhansk e Donetsk, di cui la Duma (Parlamento russo) ha appena ratificato l’annessione.
Sul tema della crisi europea del gas la Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha affermato che la Commissione «è pronta a discutere un tetto per il prezzo del gas utilizzato per produrre elettricità», risultato su cui fino a pochi giorni fa si registravano divergenze tra i Paesi membri. Intanto, il monopolista russo Gazprom ha annunciato la ripresa delle forniture all'Italia, via Austria.
Materie prime energetiche: dopo l’annucio dei tagli alla produzione dell’Opec+, ha accelerato al rialzo il prezzo del greggio, gia’ era salito nei primi 2 giorni della settimana: pur senza strappi, il WTI (greggio di riferimento Usa) ha chiuso ieri a 87,8 Dollari/barile, +1,2%: stamane perde -0,6% a 87,3.
Sul fronte energetico, resta volatile ed in tendenziale indebolimento, come a settembre, il prezzo del metano europeo, stamane a 168,4 Euro/mwh (ore 13.00 CET), quasi dimezzato dal picco di 311 di fine agosto.
Il clima di “risk-aversion” di ieri, specialmente in Europa, ha innescato notevoli correzioni al rialzo della curva dei rendimenti dei bond, con quelli dei governativi dell’Europa “periferica” risaliti in media +0,15%, assieme ad ampi “allargamenti” dei differenziale di rendimento coi “corporate” a basso rating.
Da osservare anche il forte rialzo dello spread tra BTP decennali italiani e omologhi Bund tedeschi: alla chiusura di ieri 242 punti base, dai 232 di lunedi’, col BTP che “pagava” 4,44% da 4,20%.
L’agenzia internazionale di rating Moody's ha intanto aggiornato il suo giudizio sul credito sovrano italiano, lasciando il rating Baa3 invariato, ma evidenziando che eventuali deviazioni dal PNRR (Piano nazionale di resilienza e ripresa), la mancata attuazione delle riforme e l’indebolimento della prospettiva di crescita potrebbero pesare sul rating.
Stamani borse asiatiche mediamente positive: Tokio e Taiwan +0,7%, Mumbai +0,3%: le Borse cinesi sono chiuse per festivita’.
Mattinata in progressivo indebolimento in Europa, in media -0,7% (ore 13.00 CET).
I future su Wall Street indicano riaperture in frazionale calo.
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EUR/USD ha superato l'ostacolo principale di 0,9900 EUR/USD estende il recupero sopra 0,9900 mentre la riduzione del rischio svanisce, NFP statunitense al centro
6 ottobre 2022, 03:07
•EUR/USD ha superato l'ostacolo principale di 0,9900 poiché il tono del mercato risk-off ha iniziato a svanire.
•Il DXY sta attraversando un periodo difficile prima dei dati NFP statunitensi.
•Le proiezioni più deboli per le vendite al dettaglio dell'Eurozona indicano un calo della domanda al dettaglio.
La coppia EUR/USD ha superato con sicurezza l'ostacolo immediato di 0,9900 e dovrebbe stabilizzarsi al di sopra dello stesso. Il profilo di rischio sta diventando allegro ora poiché l'S&P500 ha registrato un deciso rimbalzo. Inoltre, i rendimenti si sono in qualche modo raffreddati poiché gli investitori stanno spostando la loro attenzione sui dati sui libri paga non agricoli (NFP) statunitensi. I rendimenti del benchmark a 10 anni sono scesi sotto il 3,75%.
Nel frattempo, l'indice del dollaro USA (DXY) è scivolato bruscamente vicino a 111,00. Sembra che il DXY stia affrontando una volatilità a causa del consenso più basso per i dati sull'occupazione negli Stati Uniti. L'aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve (Fed) per combattere l'aumento dell'inflazione ha ridotto le opportunità di lavoro.
La società non ha lasciato altra scelta che posticipare l'espansione della capacità e i piani di investimento per evitare obblighi di interessi più elevati. Ciò si traduce in un rallentamento nel processo di creazione di posti di lavoro.
Secondo le aspettative, i dati sui libri paga non agricoli (NFP) statunitensi scenderanno a 250.000 rispetto al rilascio precedente di 315.000. Il tasso di disoccupazione è considerato stabile al 3,7%. A parte questo, i dati sull'utile orario medio rimarranno a fuoco, che dovrebbe ridursi di 10 punti base (bps) al 5,1% su base annua.
Tuttavia, il rilascio ottimistico dei dati sugli stipendi dell'ADP (Automatic Data Processing) degli Stati Uniti giovedì non supporta la tesi di un rallentamento nel processo di assunzione da parte del settore aziendale. Ma i dati della PFN degli Stati Uniti dovrebbero mostrare un quadro chiaro dello stato occupazionale nell'economia statunitense.
Giovedì, i rialzisti dell'eurozona danzeranno sulle note dei dati sulle vendite al dettaglio. Secondo le stime, il catalizzatore economico diminuirà dell'1,7% contro il precedente 0,9%. Ciò indica un rallentamento della domanda complessiva al dettaglio e le crescenti pressioni sui prezzi sono responsabili dello stesso. A parte questo, le aziende del blocco commerciale stanno affrontando un grave calo dei margini operativi a causa dell'impennata dei prezzi dell'energia.
5 motivi per i rialzisti e 3 per i ribassistiCINQUE MOTIVI PER ESSERE RIALZISTI
1. La rotazione settoriale su time frame superiori suggerisce che siamo in risk on, almeno per il medio periodo. Su time frame inferiori, la sovra performance delle small e mid cap growth è insolita in un mercato che è in caduta libera. Si può sfruttare questo aspetto con un attento stock picking.
2. TNX potrebbe darci un po’ di respiro considerato il profilo sul settimanale.
3. Sentiment molto pessimista, di solito associato a minimi importanti.
4. Analisi di ampiezza suggerisce che siamo vicini a un minimo di breve e medio periodo.
5.Stagionalità molto positiva nell’ultimo trimestre, specialmente a Ottobre
TRE MOTIVI PER ESSERE RIBASSISTI
1. AD line deve reggere il livello e tornare al rialzo. Lo stesso indicatore del Nasdaq è ampiamente sotto il minimo precedente.
2. VIX non ancora a livelli estremi
3.E ultimo, ma più importante di tutti, i prezzi e il suo momentum al ribasso. E questo aspetto sposta tutti gli equilibri poiché sono sempre e solo i prezzi che comandano.
L’INVERSIONE SARà BRUTALE!ANALISI COT REPORT del 25.09.2022
-CONTESTO
È oramai chiaro a tutti la fame di dollari che c’è nel mondo, il bisogno di tutti gli operatori e delle banche centrali di rifugiarsi nel biglietto verde, lasciando andare non solo gli asset più aggressivi, ma oramai qualsiasi altro asset, valutario o meno che non sia il dollaro.
In questo quadro quasi apocalittico che si sta formando, le aspettative si dirigono ora verso la necessità di un intervento coordinato per soddisfare in qualche modo la fame di dollari, senza colpire ulteriormente le altre valute che si trovano al collasso, oramai prossimi ai minimi del 2020 per le oceaniche, e addirittura non lontane dai minimi del 1985 nel caso della sterlina.
Ogni singola valuta tra le majors avrebbe motivi specifici per vedere forti ribassi, ma il quadro d’insieme mostra chiaramente la fame coordinata di dollari che c’è nel mondo.
Come ovvio che sia, anche i comparti equity e delle commodities sono oramai in caduta libera a confermare il ciclo di contrazione economica globale verso il quale ci stiamo dirigendo e per il quale è necessario liberarsi al più presto di asset rischiosi e trovare porti più sicuri, ora che la liquidità nel mondo intero si sta ritirando come la marea che ha sostenuto le barche e che ora sembra giunto il momento di porre a rimessa.
La rubrica consueta del week end è incentrata al posizionamento dei big players sui mercati futures e come ben sappiamo i dati da noi analizzati sono purtroppo in ritardo, ma comunque esplicativo di un sentiment di ampio.
Questa settimana, dopo i profondi ribassi di tutti gli asset class ad eccezione del dollaro usa, non possiamo non notare la profonda divergenza che si è creata con il posizionamento dei big players che sembrano invece cercare un’inversione di rotta completa.
Due le ipotesi sul tavolo a questo punto: la prima è seguire i dati senza troppe domande, e credere che il movimento attuale sia l’ultimo allungo prima del climax di inversione sia per il dollaro che per le altre valute, o in seconda ipotesi, le mani forti hanno anticipato un posizionamento errato al quale cercano di porre rimedio con grande energia.
-FOREX:
il comparto valutario in chiara divergenza con le dinamiche che abbiamo visto nell’ultima settimana, vede i big players prendere profitti sul dollaro americano e far spazio a tutte le altre majors fino ad oggi profondamente penalizzate come l’euro e la sterlina.
Se crediamo all’ipotesi uno, prima citata, allora siamo giunti al climax, le mani forti tagliano i dollari sui massimi e comprano a prezzi stracciati gli altri asset valutari, in attesa che il cambio di rotta si compi, dopo aver stressato al limite il sistema.
Nostro malgrado, questa per ora resta solo un’ipotesi, e no ne possiamo aver conferma se non attendendo gli sviluppi della prossima settimana.
Ma procediamo con ordine:
EURUSD
Siamo giunti ai minimi di 0.9680 e i big players entrano a comprare a tal punto da ritrovarsi posizionati long sul contratto euro con ben 33449 contratti, con un balzo di 45286 contratti in una sola settimana, volumi che non si vedevano dal 2020 anno della pandemia.
La moneta unica oramai in caduta libera da giorni, ha rotto i minimi di 0.9950 prima e 0.9860 poi si è andata a posizionare non lontano dai minimi di 0.9680
Ulteriori minimi sensibili sono posti a 0.8570-0.8350 e 0.82 figura, aree che non possiamo escludere di raggiungere prima di assistere a vere inversioni di rotta.
Il tempo sarà la chiave di tutto, e posizionamenti leggeri saranno la chiave di sopravvivenza di molti traders e magari occasioni di medio-lungo periodo.
GBPUSD
Attacco diretto alla sterlina e agli asset finanziari del Regno Unito, dai quali la fuga è inequivocabile, i big player restano corti sui futures con 54843 contratti short, riducendo di ben 13243 contratti la loro posizione, ma decisamente insufficiente per parlare di potenziali inversioni.
I prezzi della sterlina, oramai in panic selling si sono assestati venerdi a 1.0850 portando le chiusure mensili ,oramai prossime a al – 6.80% .
Ricordiamo che solo nel 2021 il cable quotava 1.4270… una caduta davvero da ricordare per la sterlina!
Le aree di potenziale approdo sono a 1.0525, ma molti analisti non escludono il raggiungimento della parità on il dollaro. Anche in questo caso, l’orizzonte temporale sarà la discriminante, perché gli attuali prezzi potrebbero essere grandi occasioni nel medio lungo periodo, ma ancora prematuri nel breve.
YEN
La banca centrale giapponese ha parlato, e un intervento a sostegno della divisa nazionale si è reso necessario, sebbene non siamo ancora a conoscenza dei reali volumi con i quali la BOJ entrerà nel mercato fx, ci basti sapere che l’attuale livello di svalutazione dello yen inizia a preoccupare la banca centrale per iniziare a guardare lo yen con occhi diversi.
I futures ancora non lontano dai livelli di minimo raggiunti questo 2022 inizia a fare le prime prove di rimbalzo, che potrebbero vedersi concretizzarsi dai primi giorni di ottobre, dopo che la BOJ avrà svelato con maggior chiarezza i suoi piani.
AUDUSD
Anche sul dollaro australaino questa è stata una settimana di prese di profitto per le mani forti, che hanno ridotto le loro esposizioni nette corte da 57850 contratti a a40556 contratti short.
Presto dunque per parlare di inversione anche in questo caso, ma i prezzi attuali potrebbero essere la fine di un più ampio movimento ribassista, che va alla sua conclusione, pertanto è buona norma ora portare a casa i profitti per chi ha posizione in trend.
Il cambio audusd ha rotto a ribasso 0.6675 e chiude la settimana a 0.6525 giungendo anche in questo caso non lontano dalle aree di minimi viste durante la pandemia del 2020.
Prezzi decisamente interessanti, per chi ha orizzonti temporali più lunghi, ma per chi lavora nel breve termine, potremmo assistere ancora ad affondi ulteriori, prima di poter avere una reazione delle banche centrali.
USDINDEX
Corsa senza fine per il dollaro americano, che esplicita chiaramente la scarsità di offerta, a fronte di una iper domanda, con prezzi che volano sui massimi a 113.00 figura, entrando di fatto nell’orbita dei massimi del 2001 proiettandosi cosi a 119.25-120 figura.
Difficile ora non credere ad un intervento che possa saziare il mondo dalla sua fame di dollari, che altrimenti potrebbe generare ulteriori apprezzamenti del biglietto verde che metterebbero inc crisi le valute e le economie concorrenti.
Come già richiamato nei nostri interventi sugli altri nostri canali social… il dollaro inizia a sorridere un po troppo!
Le mani forti nel frattempo prendono parziali profitti riducendo le loro esposizioni nette lunghe che passano da 35669 contratti a 27931.
-EQUITY:
Il comparto equity non può che allinearsi al mood esistenze, e con il risk off che la fa da padrona, prosegue la sua caduta, portandosi a grandi passi, nelle quotazioni di quasi tutti i listini mondiali, ai livelli pre pandemici, segno che il drenaggio di liquidità sta riallineando l’universo finanziario a quello dell’economia reale.
Presto per parlare di acquisti, la fase dei ribassi potrebbe ancora durare molto, ma certo che un respiro del dollaro potrebbe dare sollievo anche al comparto equity mondiale.
S&p
l’S&P si porta ai minimi si 3647pnt e guarda ora con simpatia a 3584 e 3400pnt. I ribassi poderosi degli ultimi giorni portano le mani forti a prendere profitto sulle loro posizioni nette corte che ricordiamo essere 281004 contratti, mentre ora si portano a 219451.
La discesa può non essere finita, e la cautela è obbligo, su tutti gli indici mondiali si abbatte la scure della recessione, e le banche centrali non sembrano essere minimamente propense ad allentare la presa da falco che sta dominando la scena economica mondiale.
COMMODITIES
Wti
Prosegue la caduta anche del mondo commodities, che soffre ugualmente la forza del biglietto verde e la prospettiva di una domanda asfittica nel prossimo futuro.
Il wti si riporta sotto gli 80$ e tenta allunghi a77$ con le mani forti che hanno ridotto sensibilmente le loro posizione long dai massimi di 600 000 contratti agli attuali 239000. Non escludiamo allunghi ribassisti fino le aree di 61.50$ previo break out dei minimi di 77$ e sempre ammesso che l’opec+ non intervenga.
Ngas
Il natural gas dopo il break out di 7.60$ si sta dirigendo verso i 6.34$, portandosi cosi verso il fair value da noi indicato, e con il supporto dei big plaiers che anche in questo caso proseguono a mantenere le loro posizioni nette corte a 155711 contratti rispetto ai 145715 della scorsa settimana.
buon trading
Salvatore Bilotta
L’ARTICOLO COMPLETO DI GTRAFICI E REPORT LO TROVI AL MIO BLOG
WisdomTree - Tactical Daily Update - 19.09.2022Mercati azionari in flessione, vittime del “risk-on” e dell’attesa della FED.
Il FOMC di mercoledi’ 21 potrebbe alzare i tassi anche di +100 bps.
Scenari di indebolimento domanda deprimono petrolio: WTI a 82 $/barile.
Inflazione europea confermata a +9,1% ad Agosto: in Italia +8,4%.
Venerdi’ 16 si e’ chiusa una settimana da dimenticare per le borse mondiali: l’inflazione resta alta ovunque e l’attesa per le decisioni di mercoledi’ 21 sui tassi del comitato di politica monetaria della Federal Reserve si fa febbrile. Circa tre quarti degli analisti si aspetta un rialzo di 75 punti base, ma i futures sulla curva dei rendimenti Usa danno 25% di possibilita’ a +100 bps, un balzo senza precedenti.
A fare da sfondo, avvalorando questa prospettiva, si rileva un robusto aumento dei rendimenti dei titoli di Stato Usa. Anche i dati sull'inflazione al consumo ad Agosto nell'Eurozona confermano livelli record e avvalorano uno scenario di rialzi dei tassi anche da parte della Banca Centrale Europea (ECB).
Lo ha ammesso venerdi’ scorso anche il Presidente della ECB Christine Lagarde, ad un incontro con gli studenti delle scuole superiori francesi: “la stabilità dei prezzi è la priorità principale, ben sapendo che le nostre azioni possono avere un impatto sulla crescita, e questo e’ un rischio che dobbiamo correre".
A fine seduta le variazioni sono tutte negative per le Borse europee: Francoforte -1,7%, Milano -1,1%, Londra -0,7%, Parigi -1,3%. Aria pesante anche a Wall Street con Dow Jones -0,5 %, S&P500 -0,7% e Nasdaq -0,9%, su cui ha inciso il profit warning di FedEx, che vede uno scenario in forte deterioramento e difficolta’ a formulare previsioni a breve termine.
Secondo la Banca Mondiale l'economia mondiale rischia concretamente la recessione, a causa dell'inflazione al massimo da oltre 30 anni e della stretta monetaria decisa dalle banche centrali per contrastarla. Gli esperti della World bank paragonano il rallentamento attuale a quello pre-recessione del 1970, rimarcando che la fiducia dei consumatori sia recentemente scesa più che in circostaze simili.
L'inflazione globale, escludendo l'energia, potrebbe collocarsi al +5% nel 2023, circa il doppio della media quinquennale 2015-2019, cioe’ prima della pandemia. Le necessario drastiche misure di “tightening” varate dalle banche centrali, assieme al quadro geopolitico molto teso, implicherebbero una crescita del prodotto interno lordo globale di soli +0,5% nel 2023, o di -0,4% ragionando in termini pro-capite.
Allo scenario fosco della Banca Mondiale si contrappongono alcuni segnali di ripresa dell'economia cinese, dove produzione industriale e vendite di agosto hanno battuto le attese. Venerdì 16 un report di UBS (maggiore banca svizzera) ha aggiornato le stime sull’economia della Cina: la crescita 2022 si fermera’ a +2,7% dal precedente +3%, e nel 2023 dovrebbe toccare +4,6%, sotto +5,4% precedente.
Quasi sorprende la compostezza del mercato obbligazionario europeo: venerdi’ scorso, in chiusura, lo spread di rendimento tra Btp e Bund decennali e’ sceso lievenmente a 228 punti base, col rendimento del Btp benchmark salito a +4,03% da 4,01% di giovedi’.
Piu’ interessante e’ notare come il rischio di recessione negli Usa sia incorporato nell'inversione, la piu’ ampia da 25 anni, della curva dei rendimenti dei Treasury: il Note a dieci anni rende +3,45%, il trentennale +3,63% ed il biennale +3,87%.
Un po’ dissonante, in questo contesto, il dato sulla fiducia dei consumatori americani calcolato dall’Universita’ del Michigan che, col suo sorprendente rialzo a 59,5, in recupero dal dato precedente di 58,2, testimonia la leggendaria propensione consumista dell’americano medio, anche in tempi di alta inflazione.
In Italia ci si avvicina rapidamente alle elezioni politiche di Domenica 25 settembre: qualunque Governo ne derivera’, dovra’ fare i conti con i tagli ai flussi di gas dalla Russia ed i suoi impatti negativo sulla crescita e sui conti pubblici, mettendo a rischio il rating sovrano. A sostenerlo e’ l'Agenzia di rating Fitch, mantenendo per ora l'Italia a BBB, appena un “notch” (gradino) sopra il 'junk' (pattumiera!!).
Purtroppo, ad agosto, l'inflazione italia ha registrato un aumento del +8,4% annuo da +7,9% di luglio segnando il record dal 1985 e collocandosi appena sotto +9.1% medio europeo. I prezzi del cosiddetto "carrello della spesa”, col +9,6%, segnano il peggior aumento da giugno 1984.
La settimana delle Borse asiatiche è iniziata debolmente: col Giappone chiuso per festivita’, l’indice CSI300 di Shanghai&Shenzen ha perso -0,1%, poco stimolato dalla notizia della rimozione del lockdown di due settimaneper i 21 milioni di abitanti di Chengdu. L’Hang Seng di Hong Kong ed il Kospi coreano hanno perso -1,1%. Praticamente invariati l’ASX200 australiano ed il Sensex indiano.
Le borse europee non trovano ragioni per rimbalzare e, a fine mattinata, perdono mediamente -1%, cosi’ come i future su Wall Street puntano a riaperture in lieve ribasso.
Sul mercato valutario il Dollaro Usa consolida i massimi recenti verso Euro, attorno a 1, e verso il paniere delle 14 principali valute mondiali: Dollar Index a 109,8. (ore 13.30 CET). Giornata da dimenticare per le crptovalute: Bitcoin, -6,2% a 18.600 Dollari, Ethereum -8,5% appena sopra 1.300. (ore 13.30 CET).
Informazioni importanti
Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.
Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 12.09.2022Dopo l’aumento record dei tassi della BCE, le Borse provano a risalire.
Speranze di raffreddamento dell’inflazione in Usa.
La Russia soffre la controffensiva Ucraina: cambiano sorti del conflitto?
Watch out! Settimana ricca di dati macro europei e americani.
Venerdi’ 9 settembre i principali mercati azionari globali hanno accentuato l’ottimismo gia’ emerso il giorno prima, chiudendo la settimana con contrattazioni vivaci ed indici in forte ascesa. Milano ha primeggiato, con un sonoro +1,9%, bene anche le altre principali piazze europee: Londra +1,2%, Parigi +1,4%, Madrid +1,5%
Clima costruttivo e orientato al “risk-on” anche a Wall Street: Dow Jones in rialzo del +1,2%, lo Standard&Poor’s500 di +1,3%, il Nasdaq di +2,1%, per un ottimo bilancio settimanale, rispettivamente +2,7%, +3,7%, e +4,1%.
Su entrambe le sponde dell’Atlantico sembra dunque essersi invertito il trend negativo che durava da meta’ agosto e che, secondo Bloomberg, aveva portato gli investitori a ridurre fortemente le proprie posizioni azionarie sull'Europa: -3,4 miliardi di Dollari usciti dai fondi azionari nella settimana chiusa al 7 settembre, e oltre -80 miliardi da inizio agosto.
Sullo sfondo restano le stesse preoccupazioni che durano da diversi mesi, l’inflazione “in primis”, ma anche il consolidarsi di scenari recessivi. Il dato sull'inflazione americana previsto per domani avra’ grande impatto sul mood dei mercati, che vi leggeranno un’implicita indicazione sulle prossime mosse della Banca Centrale Usa (Federal Reserve – FED).
Il consensus degli analisti punta ad un calo al +8,0% anno su anno, dal +8,5% di luglio, una decelerazione che pero’ potrebbe non riguardare la parte "core", quella che esclude cibo ed energia. I mercati ritengono altamente probabile un nuovo aumento dei tassi da +75 punti base nella prossima riunione della FED prevista la prossima settimana, 20 e 21 settembre.
Il Chairman della FED Jerome Powell, ha nuovamente confermato la necessità per la banca centrale di andare avanti sulla strada dei rialzi, al fine di contrastare l'inflazione. La FED manterrà la politica restrittiva, confortata da un mercato del lavoro molto forte, come hanno rivelato le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, scese per la quarta settimana consecutiva.
Crisi del gas in Europa: il gruppo del ministri dell'energia dell’Unione Europea ha invitato la Commissione a proporre, entro questa settimana, una lista di misure per limitare i guadagni dei produttori di energia elettrica con bassi costi di produzione (alias “rinnovabili”) e ad introdurre un contributo di solidarietà (cd “windfall tax”) a carico delle società di combustibili fossili.
L’intento e’ ovviamente quello di alleviare la bolletta energetica per i soggetti piu’ fragili, colpiti dal “caro energia”, e da qui deriva anche l’invito a varare interventi di natura tamporanea ed emergenziale, compreso il famoso “tetto” al prezzo di acquisto del gas, tema piuttosto controverso in seno ai Governi dell’UE.
Nel frattempo il prezzo del metano in Europa e’ cedevole e stamani (ore 10.00 CET) i future sulla piattaforma TTF olandese perdono oltre -7% a 192 Euro/megawattora, mentre la Russia, principale fornitore di gas, sta soffrendo la controffensiva miliare Ucraina nell'Est e sud-Est del Paese aggredito.
Prezzi del petrolio in calo in mattinata: i futures del West Texas Intermediate (WTI) sono in calo d -1,2% a 85,9 Dollari/barile.
Il mercato obbligazionario e’ poco mosso, in attesa del dato sull’inflazione Usa di domani. In Europa, il differenziale di rendimento tra BTP decennali italiano e omologhi Bund tedeschi e’ stabile a 231 punti base, mentre scende sotto il +4% il rendimento del BTP benchmark. In Usa, quello del Treasury a 10 anni e’ attorno a +3,3% e la curva dei rendimenti per scadenza resta invertita.
L’attitudine “restrittiva” dell’ECB (Banca Centrale Europea) ha ridato un po’ di fiato all’Euro: il cambio verso Dollaro e’ tornato sopra la parita’, vicino a 1,01, sostenuto dalle parole del Presidente della Banca Centrale tedeca Nagel, che ha espresso il suo favore per una politica monetaria “rigida”. Sul tema interverranno oggi anche il vice Presidente dell’ECB De Guindos, ed il membro tedesco nel “board”, Schnabel.
Di buon umore le borse asiatiche stamani: ASX australiano +1,1%, Nikkei giapponese +1,2%. Chiusi i mercati della “greater China” e coreani per la festa di metà autunno, tra i quali Hong Kong, Shanghai, Shenzen, Taipei e Seul, all’indomani della decisione della Commissione sanitaria cinese di imporre nuove restrizioni, fino a fine ottobre, su spostamenti all'interno del Paese e nell'area di Pechino.
Settimana ricca di appuntamenti macro: in Europa, martedì 13 l’indice Zew tedesco fotografera’ la fiducia degli operatori economici, mercoledi’ 14 i numeri sulla produzione industriale dell’Eurozona, che potrebbero fornire dare la misura dell’impatto della crisi del gas nell’Euro-Zona, e il dato sull’inflazione nel Regno Unito attesa salire ancora al +10,3%.
Negli USA, mercoledi’ 14 avremo il dato sui prezzi alla produzione di agosto, previsti in rallentamento, e giovedi’ quello sulle vendite al dettaglio, attese restare invariate su base mensile per il secondo mese consecutivo.
Borse europee in forte rialzo, in media +1,5% a fine mattinata, e futures su Wall Street lievemente positivi (ore 13.00 CET).
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Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 09.09.2022Come previsto, BCE ha scelto aumento di +0,75% dei tassi di riferimento.
Segnali di raffreddamento dell’inflazione in Cina ed in Usa.
Mercati azionari tentano il recupero dopo 4 settimane di cali: durera’?
Si rivedono rendimenti reali anche sulle obbligazioni europee. Da confermare…
Le Borse europee ieri, 8 settembre, hanno limitato i danni iniziali, dopo l’annuncio della Banca Centrale Europea (ECB) di alzare i tassi di riferimento di +0,75% e la successiva analisi di dettaglio durante la conferenza stampa della Presidente Christine Lagarde.
La Banca Centrale Europea ha portato i tassi sulle principali operazioni di rifinanziamento a +1,25%, il tasso sulle operazioni marginali a +0,50% ed il tasso sui depositi a +0,75%. I prossimi incontri del Consiglio Direttivo dell’ECB decideranno probabilmente nuovi rialzi, commisurati all'evoluzione dei dati macro.
Le nuove proiezioni 2023 e 2024 della Banca Centrale indicano attese di inflazione piu’ elevata e una minore crescita: CPI (indice dei prezzi al consumo) +5,5% nel 2023 (vs 3,5%) e +2,3% nel 2024 (vs 2,1%): GDP (prodotto interno lordo) +1,9% nel 2023 (vs 2,1%) e +1,9 % nel 2024 (vs 2,1%). Non si rilevano sorprese su questo fronte.
Milano ha chiuso in lieve rialzo, +0,2%, Francoforte ha perso -1,2%, Parigi -0,6%, Londra -0,4% proprio mentre circolavano le tristi notizie dell’aggravarsi e del decesso della Regina Elisabetta. A Wall Street Indici positivi, in media del +0,6% sul finale della seduta di ieri per tutti e 3 i maggiori indici, con lo S&P500 tornato sopra la soglia dei 4.000 punti che aveva “lasciato” a fine agosto.
Non ha avuto particolari impatti negativi l'intervento del Chairman della Banca Centrale Usa (FED) Powell alla conferenza monetaria annuale del Cato Institute (Think tank americana di ispirazione libertaria), nel quale ha ribadito il forte impegno della FED per riportare l’inflazione verso l’obbiettivo del +2%.
Passato il giro di boa della riunione dell’ECB con la scontata mossa restrittiva sui tassi, i mercati finanziari continuano ad interrogarsi sugli impatti della crisi del gas in Europa, sul rallentamento della crescita cinese e sulle prospettive di “rientro” dell’inflazione dai picchi correnti.
Mentre la volatilita’ resta accentuata, sul tema “inflazione” emergono segnali positivi, grazie al calo del prezzo petrolio e delle materie prime agricole. I dati cinesi di agosto (maggiori dettagli piu’ avanti) e quelli stimati da diversi analisi sull’inflazione Usa puntano nella direzione di un graduale raffreddamento: attendiamo conferme.
La stretta monetaria dell’ECB dovrebbe aiutare il cambio dell’Euro contro Dollaro a recuperare parte delle perdite delle settimane passate, ma per ora non si vede nulla di tangibile, ed il fixing rimane nell’intorno del 1:1. (ore 12.30 CET).
Ieri, 8 settembre, le parole di Jerome Powell e di Christine Lagarde anno inizialmente sospinto al rialzo i rendimenti delle obbligazioni: quello del Treasury Note decennale Usa e’ tornato a +3,30%, quello del biennale a +3,50%, nuovamente vicini ai recenti massimi del 2022.
Rendimenti in ascesa anche per i titoli governativi europei, sospinti dalla prospettiva di nuovi rialzi dei tassi: quello del Btp ieri, 8 settembre, ha toccato un massimo a +4,04%, per finire la seduta a+3,92%, mentre lo spread con l’omologo Bund decennale tedesco e’ stabile attorno a 225 punti base.
Essendo leggermente in calo le aspettative sull’inflazione l’effetto e’ quello di far risalire i tassi reali: sul mercato del debito italiano, il BTP decennale TIP, agganciato all’inflazione, avvicina il +1,0% di rendimento reale.
Come anticipato, l'inflazione in Cina ad agosto ha rallentato: i prezzi al consumo (CPI) sono saliti +2,5% su base annua, dal +2,7% di luglio, sotto le attese degli analisti che prevedono +2,8%. Anche i prezzi alla produzione (PPI), con un aumento annuale del +2,3%, livello piu’ basso da febbraio 2021, sono in frenata rispetto al +4,2% di luglio, avvalorando la politica monetaria accomodante della Banca Centrale.
Le Borse asiatiche hanno chiuso la seduta odierna (9 settembre) in rialzo, grazie al buon dato sull'inflazione di agosto in Cina e all’indebolimento (finalmente...) del Dollaro verso le principali valute dell’area asiatica.
Il cross Dollaro-Yen giapponese, saliti nei giorni scorsi all’iperbolico livello di 144 (record da oltre 25 anni), ha visto la valuta giapponese recuperare oltre +1% sul Dollaro, ma il bilancio settimanale e’ comunque -1,8%, e -19% da marzo: gli esportatori giapponese sono felici, i “policy makers” americani un po’ meno...
Tornando agli indici azionari, a Tokyo il Nikkei ha guadagnato +0,53%, portando il saldo settimanale a +2%, l’Hang Seng di Hong Kong +2,6%, ma -0,5% nella settimana: il CSI300 di Shanghai&Shenzen ha segnato +1,1%, e +1,5% nella settimana.
Il prezzo del petrolio WTI prosegue il rialzo dopo lo scivolone di inizio settimana a 82 Dollari/barile: a fine mattinata “leggiamo” +1,7% a 84,8 Dollari, che segue il +2% di ieri. Anche l’oro e’ ben acquistato, +1,0% a 1.737 Dollari/oncia.
Significativo rimbalzo delle criptovalute, col Bitcoin +8,8% a ridosso di 21 mila Dollari ed Ethereum +4,1 sopra i 1.700 Dollari.
A fine mattinata, il contesto di moderato “risk-on mood” favorisce rialzi medi dei listini europei di +1,6%: i futures su Wall Street indicano riaperture a +0,8% medio (ore 13.30 CET).
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