Volatilità per Piazza Affari e per Wall Street la parola d'ordinLa "Volatilità" è la padrona dei mercati del 2022 ma non sempre è bidirezionale!
Ieri 26 Aprile 2022 crollo sotto i 13000 punti di Nasdaq sfiorati i 12800 punti che sono i nuovi minimi aggiornati del 2022.
In tarda serata appena chiuso il mercato cash sin da subito gli algoritmi hanno difeso il supporto dei 13000 punti, il Nasdaq fatica a tornare sopra il livello dei 13180 che è il nuovo primo supporto ciclico e che adesso si conferma resistenza.
Solo con quotazioni superiori al livello dei 13180 di Nasdaq il mercato finanziario troverà pace!
il Nasdaq è l'indice che meglio esprime la volatilità e la stessa non sempre è bidirezionale anzi tutt'altro.
La volatilità ha quotato solo a ribasso sul Nasdaq da inizio 2022 facendo perdere al Nasdaq il 12% del suo valore.
Ieri da Wall Street alcune importanti trimestrali di cui Alphabet (Google) che delude nel primo trimestre con profitti netti del gruppo a 16,4 miliardi ed in calo rispetto alle stime di previsioni.
Microsoft nel trimestre fa bene e supera le attese con 49,4 miliardi di fatturato.
Tra i migliori titoli di Wall Street Microsoft +5% e Visa che segna un +8%.
la volatilità presenta il conto anche a Piazza Affari, il Ftse Mib in apertura tocca il minimo di 23000 punti futures ma trova la forza di rimbalzare e riposizionarsi sopra il supporto ciclico primario di 23370 punti.
Tra i migliori a Piazza Affari Nexi +4 e Mediobanca +3.
La guerra continua ad intimorire i mercati e le tensioni sulle quotazioni si vedono, i book sono riempiti con fatica e i vuoti sono continui.
La Russia da oggi taglia le forniture di Gas a Polonia e Bulgari ed il prezzo del Natural Gas si riporta al rialzo a +6% e sopra i 7.30 $ riaccendendo il timore del rincaro dei carburanti.
il 10 maggio il Presidente del Consiglio Mario Draghi sarà a Washington per incontrare Biden per pianificare la sicurezza energetica e il rilancio dell'economia ma soprattutto si spera che faccia rinsanire Biden.
Ecco i nuovi livelli ciclici di supporto e resistenza per Wall Street che sono :
Dow Jones supporto 33000 punti indice – resistenza 34500 punti indice
Nasdaq supporto 12750 punti indice – resistenza 13180/13850 punti indice
S&P500 supporto 4125 punti indice – resistenza 4350 punti indice
Ecco invece i nuovi livelli ciclici di supporto e resistenza per i futures Europei tra cui:
FTSE MIB supporto 23000 punti indice – resistenza 23400 \ 24200 punti indice
DAX supporto 13700 punti indice – resistenza 14250 punti indice
DJ Euro Stoxx supporto 3600 punti indice – resistenza 3800 punti indice
Volatilita
Pannello volatilità L'analisi del pannello della volatilità, malgrado tutte le implicazioni e le premesse del periodo, vede il mercato azionario americano, alle prese con un rientro in valori accettabili dei vari indicatori.
In maniera particolare il VIX fa segnare una compressione dei valori del 50% circa rispetto allo scoppio del conflitto, dando quindi vita ad un rimbalzo generalizzato degli indici statunitensi.
Anche la stabilità della volatilità, misurata dal VVIX, scende del 20% circa, piazzandosi su valori che seppur alti, sono di maggior confidenza rispetto ai recentissimi high.
In attenuazione anche volatilità storica ed ATR, nonché il tentativo del sistema di medie mobili a indirizzarsi verso un riallineamento.
Sarà importante verificare nei prossimi giorni l'andamento dei mercati ed a mio avviso, tenere d'occhio i livelli di forza relativa dei vari settori, per scoprire quali proveranno a "tirare" o quantomeno a far meglio degli indici di riferimento.
Pannello volatilità - Siamo ancora su valori alti.Prima di valutare l’ingresso in qualsiasi posizione, un’attenta analisi che svolgo con una cadenza di ogni 15 giorni circa, fa riferimento agli indicatori del mio pannello della volatilità.
Per quanto riguarda la selezione di singole azioni, continua la bassa propensione al rischio. Non riesco a far combaciare strategie di trend following di medio periodo con i setup tecnici su aziende valutate attentamente dal punto di vista dei fondamentali. Questo significa, per la mia operatività, rimanere flat e non aprire nuove posizioni. Come indicai in una recente idea, cerco di non restare bloccato nel loop del revenge trading (solo per il gusto di provare a recuperare il drawdown), pertanto negli ultimi 15 giorni sul mercato americano non ho effettuato nuove operazioni, ma continuo nella gestione delle operazioni al momento aperte.
L’indice Vix è in fase di risalita su valori alti, così come il VVIX mostra una “instabilità della volatilità”. Le condizioni del mercato caratterizzate da volatilità elevata ed instabile, sono decisamente inadatte ad un’operatività di tipo trend following su segnali di breakout, considerato il rischio elevatissimo di falsi segnali.
In risalita anche il put call ratio, probabile segnale di un incremento delle opzioni aperte di tipo Put (visione non rialzista del mercato).
Per quanto mi riguarda, altra settimana di studio e di monitoraggio delle aziende e dei mercati che potrebbero dare dei “segnali”.
vix vs vxn ho voluto postare la mia idea sui principali indici di volatilità(comumente detto indici della paura) di paura sia del S&P500(vix) e nasdaq(nvx) solitamente questo indicatore viene calcolato in percentiali e maggiore e il trend rialzista che si crea maggiore e la forza con cui i mercati solitamente scendono....
Ho preso in considerazione il periodo che va dal 1 luglio 2021 ad oggi, da come possiamo vedere dal VIX(Primo Grafico) attualmente sta tornarno in quella che io chiamo comfort zone Intorno ai 20, mentre il vxn(Secondo Grafico) mostra che attualmente si trova ad una volatilità al pari ad 30,32% in questo perido il nasqad e molto influenzato da una maggiore reazione di paura in rapporto al S&P500
Bitcoin altcoin e considerazioni sul rapporto volatilità/rischioBuongiorno a tutti! Ieri abbiamo esaminato la situazione grafica di Ethereum su base oraria, ora vogliamo dare un'occhiata ai movimenti di Bitcoin. Come si può notare in H1 il trend di breve periodo è anch'esso rialzista e parallelo a quello notato in Ethereum. Medie mobili ben allineate e ampio canale orientato alla crescita dei prezzi ce lo confermano. Questo, a nostro avviso, convalida la tesi che vede Bitcoin trainare, nel bene e nel male, i prezzi delle principali criptovalute. La differenza importante da evidenziare riguarda il peso delle variazioni di prezzo. Infatti possiamo dire che le altcoin amplificano i movimenti del Bitcoin, vale a dire aggiungono una ulteriore volatilità a quella già elevata della criptovaluta principale. E qui diventa interessante ragionare su un argomento che divide investitori e trader, ovvero il dogma che una maggiore volatilità viene quasi universalmente riconosciuta come una caratteristica che comporta un maggior livello di rischio. Noi non ne siamo così sicuri perchè se è vero che maggiori oscillazioni di prezzo possono spaventare, nella valutazione del rischio preferiamo prendere in considerazione l'analisi fondamentale. Solo studiando a fondo le dinamiche dello strumento finanziario che esaminiamo possiamo fare un'appropriata valutazione dei rischi sottostanti. Vale a dire che secondo noi ci sono degli strumenti poco volatili che possono però essere molto rischiosi (ad esempio azioni di società decotte il cui prezzo si muove poco), mentre altri come appunto i Bitcoin che sono molto volatili ma che se analizziamo bene il quadro macroeconomico e le tendenze in atto, possono risultare con un fattore rischio comunque controllato. Ciò senza contare che una buona volatilità presenta anche delle ottime occasione di guadagno per chi le sa sfruttare in ottica di trading, mentra un investitore di medio lungo termine potrebbe non curarsene troppo. Sappiamo che con queste righe stiamo andando controcorrente e proprio per questo ci piacerebbe sentire il parere di altri investitori e traders su questo argomento che ci affascina particolarmente. Grazie in anticipo a coloro che vorranno intervenire!
GLI ASSET MIGLIORI NEI GIORNI DI ALTA VOLATILITA'Ciao ragazzi, in questi giorni di alta volatilità ho deciso di pubblicare questa idea in cui vado ad analizzare diversi asset ed in particolare le loro performance, in maniera da scovare quelli che hanno performato meglio e peggio per sfruttare, magari nel prossimo futuro, altri giorni di alta volatilità come questi in maniera da massimizzare i profitti e contenere le perdite.
COS’E’ LA VOLATILITA’?
Per chi non lo sapesse, è bene che spieghi in poche parole a cosa si riferisce la volatilità: essa non è altro che uno strumento che misura la variazione di prezzo di un asset in un dato periodo. Può assumere dei valori bassi o viceversa alti (per il VIX, indice di volatilità dell’S&P 500, lo spartiacque tra bassa ed alta volatilità sono i 20 punti mentre per il VXN, indice di volatilità del Nasdaq, 25 punti) a seconda delle particolari condizioni di mercato.
Spesso gli indici di volatilità sono definiti “gli indici di paura” in quanto un loro incremento è spesso associato ad uno storno del mercato.
I mercati ad alta volatilità sono caratterizzati da bruschi movimenti di prezzo che vanno a caratterizzare l’elevata imprevedibilità di quel mercato mentre i mercati a bassa volatilità sono più stabili e hanno fluttuazioni di prezzo contenute.
Come grafici principali ho condiviso i due indici di volatilità più famosi: a sinistra il VIX e a destra il VXN. Con i due rettangoli gialli ho evidenziato le aree di “tranquillità” Vediamo dai grafici come entrambi abbiano superato gli ultimi 3 giorni la soglia dei 20 e dei 25 punti. In particolare, notiamo come il VIX si sia mosso in media del +33,60% circa, a differenza del VXN, che ha registrato in media un +11,8%.
LE PERFORMANCE DELL’S&P 500 E DEL NASDAQ
Per prima cosa, andrei ad analizzare gli indici principali, ossia l’S&P 500 e il Nasdaq.
Per quanto riguarda il primo, vediamo come nelle ultime 3 sessioni abbia perso circa il -2,64%; se il VIX non riuscisse a tornare a valori inferiori ai 20 punti è probabile che il prezzo vada a rivisitare la struttura segnata con un segmento di color nero a 4547$.
Il Nasdaq ha perso circa il -2,48%. Così come per l’S&P 500, anche per il Nasdaq è probabile che potrebbe andare a rivisitare la struttura a 15702$ se la volatilità del VXN non si abbassasse.
Dopo aver visto le perdite in percentuali dei due indici principali, andiamo ad addentrarci settore per settore per vedere le relative performance utilizzando vari etf, mentre successivamente analizzeremo il mondo delle materie prime, quello obbligazionario ed infine il forex.
SETTORE ENERGETICO XLE
Sappiamo come il settore energetico americano sia fortemente dipendente dal prezzo del petrolio, di cui parleremo però tra poco. La caduta del petrolio (e del natural gas) è andata ad influenzare chiaramente il settore, che nelle ultime sedute ha visto un tracollo del -6,85% circa (peggior indice settoriale) . Il prezzo è andato a rompere il rettangolo di distribuzione che aveva creato tornando a rivisitare la media a 50 periodi, che sembra per il momento non aver costituito un punto di supporto. Sarà interessante vedere come si comporterà il crude oil nel breve periodo (vi ricordo le riunioni OPEC di oggi e del 2 dicembre in cui si discuterà sulle future strategie da adottare, anche a fronte della nuova variate omicron).
SETTORE FINANZIARIO XLF
Anche questo settore è andato a rompere il rettangolo di distribuzione in cui si era incastonato segnando nelle ultime sessioni un brusco -5,43%. Il prezzo ha rotto con buoni volumi la media a 50 periodi al ribasso, proiettandosi ora verso la media a 200 periodi. Ci arriverà? In questo senso sarà interessante vedere come si comporterà il mondo obbligazionario, in quanto esiste la correlazione diretta tra gli asset finanziari e i rendimenti dei titoli di stato. Ho approfondito questa correlazione in una mia precedente idea, ve la allego in maniera che possiate approfondire.
SETTORI INDUSTRIALE E DEI MATERIALI
Anche questi settori si sono comportati come quello finanziario ed energetico. L’industriale ha perso il 4,87% circa, mentre quello dei materiali il 3,44%. Al momento della scrittura di questa idea (18:30 del 30/11) il prezzo di XLI si trova schiacciato sulla media a 200 periodi mentre XLB sulla media a 50 periodi. Vedremo prossimamente se tali medie andranno a costituire punti di supporto.
SETTORI REAL ESTATE E TECNOLOGICO
Entrambi i settori perdono intorno al -2,2% / -2,8% come si evince dai due grafici. Ricordiamo che i due settori sono diversi tra loro: il real estate è uno di quei settori che tendenzialmente performano bene in periodi di media/alta inflazione, mentre il settore tecnologico è legato in maniera indiretta all’inflazione stessa in quanto essa erode i guadagni futuri, e siccome nel settore tech XLK molte aziende sono growth, esse vanno a risentirne, nonostante le grandi performance fatte nel 2020/2021. Se vogliamo trovare una correlazione, vi suggerisco di guardare la fragilità che dimostra il settore in quelle sedute in cui i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni aumentano in maniera repentina ed improvvisa.
SETTORI CONSUMER STAPLES E SANITARIO
I due settori si comportano all’incirca come tutti quelli che vi ho già descritto. I loro prezzi oscillano sempre tra i 2 punti percentuali e mezzo circa.
SETTORE DELLE COMUNICAZIONI
Il settore delle comunicazioni è uno di quelli che ha performato peggio, arrivando a segnare in intraday un -3,95%, rompendo dapprima la struttura a 78,75$ e successivamente, con molta forza, anche la media a 200 periodi.
SETTORE CONSUMER DISCRETIONARY
Il settore XLY perde tanto quanto il settore consumer staples, ossia il -2,90% circa.
E’ interessante vedere che questo settore si dimostra tanto forte, essendo l’unico di tutti quelli che ho analizzato a trovarsi a distanza rilevante dalla media a 50 periodi (questo è sinonimo di grande forza del trend)
Concludendo con l’analisi sui settori del mondo azionario statunitense, possiamo affermare che la volatilità è nemica del rialzo del prezzo. In questo senso, la teoria sulla volatilità conferma gli studi: in periodi di alta volatilità, è molto più probabile che un prezzo scenda in maniera anche aggressiva anziché salire; questo significa il fatto che gli investitori non hanno spostato i loro capitali nelle equities, bensì hanno probabilmente chiuso le loro posizioni rialziste per andarsi a proteggere su altri asset. Questi asset possono essere le materie prime? Direi proprio di no.
Vi condivido uno degli etf più famosi sulle materie prime, ossia il bloomberg commodity index, che contiene al suo interno il paniere appunto delle commodities con un peso rilevante riservato a quelle energetiche.
Come si evince dal grafico, l’indice è arrivato a perdere addiritura il -8,62% al momento della scrittura, ben peggio di tutti gli indici azionari analizzati. Utilizzando l’analisi volumetrica, notiamo come il prezzo si sta ora poggiando su l’importante point of control dell’ultimo impulso rialzista formato dal prezzo; se riuscirà a romperlo al ribasso , è probabile che andrà a finire sulla media a 200 periodi (non ricordo ora l’ultima volta in cui il prezzo abbia rivisitato tale struttura data la sua enorme forza da marzo 2020).
Vorrei fare una menzione importante sul petrolio, in quanto esso nel biennio 2020-2021 non aveva mai perso (in tre sole sedute) il 16% del suo valore. Ciò è chiaramente dovuto alla nuova variante del covid scoperta il giorno del black friday, in quanto va a minacciare la ripresa economica globale ma soprattutto la domanda di petrolio stesso (dal momento che diverse rotte aeree sono già state interrotte). La paura di possibili nuovi lockdown ha fatto liquidare tantissime posizioni long dei non-commercials (sarà interessante studiare il prossimo cot report per analizzare quante effettive posizioni long siano state chiuse) e, di tutta risposta, il prezzo è crollato. E’ interessante dal lato tecnico vedere che il prezzo ha prima rotto la struttura a 71,15 dollari dove presumibilmente erano posizionati tanti ordini long qualora il prezzo ci fosse tornato a far visita (come ho dichiarato nella mia precedente idea), successivamente ha rotto al ribasso il point of control della lateralizzazione di fine maggio-fine settembre e successivamente addiritura la media a 200 periodi. Il mercato secondo voi ha paura di tutto ciò? A tal proposito vi ho condiviso anche l’indice di volatilità del crude oil, ossia l’OVX, che in 3 sedute ha segnato un +167%. Credo che questo lasci davvero pochi commenti, fa impressione!
Deduciamo da queste ultime analisi che nemmeno il mondo delle materie prime ha avuto delle belle giornate a cui tutti noi eravamo abituati. Il mondo delle commodities è già di per sé volatile, quindi è abbastanza scontato che gli investitori non mettessero i soldi in un asset simile perché, come ho spiegato all’inizio dell’idea, “I mercati ad alta volatilità sono caratterizzati da bruschi movimenti di prezzo che vanno a caratterizzare l’elevata imprevedibilità di quel mercato”. Detto in poche parole, in momenti di alta volatilità le commodities si comportano come uno strumento troppo imprevedibile e ciò non piace al mercato, così come le notizie improvvise, come quella della nuova variante.
Quali sono stati quindi i “beni rifugio” (ossia quegli asset che in periodi instabili tendono ad incrementare il proprio valore) di queste ultime giornate volatili? Sicuramente il mondo obbligazionario, che è meno volatile rispetto alle azioni e alle commodities anche se offre dei rendimenti inferiori e, nel mondo del forex, il franco svizzero e lo yen giapponese. Andiamo a vederli.
MONDO OBBLIGAZIONARIO
Vi ho condiviso un titolo di stato a breve scadenza, quello a 5 anni, e uno a lunga scadenza, ossia quello a 10 anni. Vediamo come quello a 5 anni abbia superato il punto percentuale, mentre quello a 10 anni abbia segnato addiritura un +2,25%.
Come ho spiegato prima, è probabile che gli investitori abbiano utilizzato le obbligazioni come bene rifugio dato che, come assets, sono meno volatili delle equities anche se, come ho già detto, non offrono gli stessi rendimenti; sono i tipici asset che possono performare bene in periodi di “risk off”, ossia quando la tendenza al rischio e bassa.
FOREX: YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Sappiamo che queste due valute sono dei beni rifugio: lo yen probabilmente perché il debito del Giappone è per il 90% nelle mani dei giapponesi stessi, per cui è più difficile assistere ad attacchi speculativi sul debito del paese, mentre il franco svizzero perché la Svizzera è sempre stato visto come un porto sicuro, con un’economia e un sistema politico stabile.
Guardando i due grafici che vi ho condiviso, vediamo come i due future valutari si siano apprezzati e abbiano effettivamente agito da beni rifugio di breve periodo, andando a momenti a superare entrambi il 2%.
ORO
Il bene rifugio per eccellenza è l’oro che curiosamente, al momento della scrittura, si trova in territorio negativo rispetto alle 3 sessioni precedenti. Didatticamente mi sarei aspettato un prezzo molto superiore, ma ciò stavolta non è avvenuto.
LE MIE CONCLUSIONI
Innanzitutto, mi scuso se la mia idea è stata troppo lunga. Mi sono dilungato perché mi piace affrontare con voi di questa community questo tipo di analisi intermaket. Non avevo mai condiviso un’idea correlata alla volatilità nei mercati finanziari, e di conseguenza ho agito per proporre nel mio profilo delle idee sempre diverse, con spunti sempre diversi ed interessanti. Spero di “lavorare” bene, è la mia passione. Per quanto mi riguarda, condivido sempre l’importanza che hanno questo tipo di analisi, specie in giorni particolari. Se è vero che nei mercati finanziari si studia sempre il passato per capire il futuro, era importante capire per me la reazione dei diversi asset a quest’alta volatilità. Questo significa che se prossimamente, a parità di condizioni economiche e sociali, si dovesse ripresentare una volatilità di questo tipo, saprò dove rifugiarmi. Buona giornata.
MATTEO FARCI
Russel 2000 - Consolidamento interessante
Nell’analisi dei vari segmenti del mercato, merita sempre un approfondimento lo studio del Russel 2000.
Il Russel 2000 è un indice azionario composto da aziende a piccola capitalizzazione e può essere di aiuto nell’analisi delle dinamiche dei mercati finanziari, considerando che fornisce una fotografia del tessuto aziendale del mercato americano, al netto dei “colossi” (es. FAANG) e di aziende operanti su scala globale.
Dai minimi del COVID l’indice ha espresso una massima performance vicino al 150%. Da marzo 2021 possiamo notare come tenda a fluttuare in un range di valori ben definito, simile ad un consolidamento, con relativa compressione di volatilità.
Con ogni probabilità la fase laterale può essere un “passaggio di mani” tra smart e dumb money nella quale possono presentarsi due eventualità:
• Gli smart money (Commercials, Large Speculators) realizzano i profitti, passando le azioni ai dumb money (per lo più retail) liquidando le posizioni. In questo caso, le quotazioni non troveranno più la spinta ed i volumi degli istituzionali e saranno destinate a cadere;
• Gli smart money accumulano nuove posizioni, in virtù di eventuali aspettative al rialzo.
In ogni caso, la fase di compressione è destinata a risolversi verso chi ha aspettative rialziste o ribassiste.
Come poter interpretare questi segnali?
L’analisi tecnica ci insegna a non provare a “prevedere” il mercato, piuttosto a leggere il presente, analizzando i prezzi, osservando i comportamenti degli operatori e prendere posizione di conseguenza.
Chiunque fosse entrato a mercato durante la fase di consolidamento del Russel, avrebbe impiegato il proprio capitale per 7 mesi, senza ottenerne alcun ritorno.
Più saggio potrebbe essere attendere la direzionalità delle quotazioni ed il verificarsi di un evento di breakout al rialzo o al ribasso della struttura evidenziata per provare poi a seguire il trend, accodandosi alle scelte di chi determina il movimento del mercato intero.
In questo caso l'analisi è stata condotta utilizzando un ETF Ishares, ma lo stesso avrei potuto fare con un qualsiasi SPDR - Invesco - Amundi - Xtrackers.
Analisi volatilità: 12.10.2021
Lo studio della volatilità è uno delle basi per definire l’attitudine al rischio delle mie strategie, nonché per definire le size delle operazioni.
• Negli ultimi giorni abbiamo visto un VIX (primo grafico) in fase discendente, tuttavia osservando la tendenza di fondo, da agosto 2021 i minimi continuano ad essere crescenti, facendo
configurare situazioni di maggior volatilità. Stamattina il VIX quota valore 20,00 in rialzo del 6,55% rispetto alla precedente chiusura.
• Il VVIX, ovvero la “stabilità della volatilità”(secondo grafico), sembra continuare a lateralizzare attorno a quota 110, livello che ci ha accompagnato da luglio 2020.
• La volatilità storica del Mini S&P (terzo grafico), sembra aver rotto al rialzo una trendline ribassista Segnale da tenere sotto controllo
• Il PUT/CALL ratio (quarto grafico) gravita attorno al livello 1, non prevale in maniera particolare un volume delle opzioni PUT o delle opzioni CALL. Tuttavia notiamo come da marzo 2021 i
minimi ed i massimi dell’indicatore siano andati a crescere. Questo significa che i traders con ogni probabilità abbiano protetto i loro profitti con strategie di protective put.
• La forza relativa tra SPY e Gold (quinto grafico), tarata su un periodo di 25 settimane di osservazione, con media di 10 settimane è discendente in favore del gold. Questo potrebbe significare
una maggior propensione d’investimento in asset legati all’inflazione ed ai finanziari.
• Analizziamo infine nell’ultimo grafico il sistema di medie mobili sull’S&P500 che ha visto l’incrocio al ribasso tra Ema20 ed Ema50.
Quali conclusioni traggo da quest’analisi?
Sicuramente sui mercati vige indecisione. Da tempo ho liquidato asset di natura tecnologica ed aziende ad alto tasso di crescita, andando a preferire, studiando anche l’analisi intermarket, posizioni su energetici (in questo settore ad oggi non apro nuove operazioni, gestisco le esistenti) e finanziari. Personalmente le uniche posizioni che sto aprendo fanno proprio riferimento a breakout su titoli bancari o conglomerati finanziari (segnalati anche con idee precedenti). Tuttavia la massima esposizione settoriale prevista dalla mia strategia è pari al 20% ed attualmente il mio portafoglio è investito al 30% circa ripartito tra energetici, finanziari, ed in quota parte industriali ed healthcare. Per il resto sono flat, conservando liquidità per successive opportunità o per operazioni swing di breve termine.
BTC compressione di volatilitàLa forza dei buyers si è fatta sentire e il prezzo non ha ceduto, nonostante capitolazione delle big tech di due giorni fa e l'evento delle tre streghe di ieri.
Sul TF a due ore è evidente una compressione di volatilità, rinchiusa in un triangolo simmetrico.
A breve potremmo prendere direzionalità.... e da quello che dice il grafico, la direzione è long!
Personalmente sono alquanto scettico su un allungo deciso oltre gli 11.100 $ poichè i cicli superiori sono ancora in fase di debolezza, inoltre sul ciclo semestrale manca una seconda gamba ribassista a chiusura del ciclo.
Per chi trada i cicli sicuramente riconosce che ci troviamo fuori statistica, qualora prenda una direzione Long.
Non dimentichiamo che questo asset è riconosciuto per i falsi breackout e per sporcare i livelli per poi orientarsi.
Quindi occhio a questa situazione insolita.....
Vi rimando ad una seconda analisi sul TF a 15 minuti per analizzare il settimanale
Eur/Usd: Abbassamento di volatilitàIl cambio forex è tra i miei preferiti da sempre e, al momento, è in una situazione di abbassamento di volatilità chiaro su un grafico a barre settimanali con due "Inside Week" che fanno rimanere i prezzi in range tra 1,1320 e 1,1180.
Come è tipico nella struttura dei prezzi, la volatilità tende a crescere per poi scendere e quindi ora siamo in un momento dove è possibile un aumento di volatilità nel prossimo futuro.
La tendenza degli ultimi mesi è long con i prezzi arrivati in area 1,1400 rapidamente quindi questo rallentamento delle ultime settimane potrebbe essere preludio di un nuovo movimento bullish verso 1,1400 e oltre, abbiamo livelli molto più in alto dove il mercato potrebbe arrivare infatti.
Cerco di seguire il cambio nei prossimi giorni/settimane per un trade di breve termine, mantenendo una visione short/long nel breve visto il possibile 1,1140 e 1,1000 come nuovi livelli di domanda importanti prima di un allungo.
Mantengo comunque un'attenzione particolare più per la fase long, continuazione del trend in atto.
Per oggi è tutto, vi auguro un buon trading SIMPLE!
Recordati alzare gli stopOttimo allungo di Recordati sopra 38,4 segnalato nelle precedenti analisi, ma il comportamento erratico meglio visibile in intraday consiglia di alzare gli stop. Per i più conservativi lo stop sale a 38,4 per chi ritiene di lasciare un po' più di spazi di volatilità al titolo può attendere la rottura al ribasso di 37,9. Gli stop sono soggettivi e dipendono dalla personalità di ognuno.
Alzare gli stop 38,4 oppure 37,9
Queste sono riflessioni personali che non costituiscono in alcun modo una sollecitazione al
pubblico risparmio. L'analisi cui sopra non costituisce consulenza
personalizzata, e chi scrive non conosce le caratteristiche personali di
nessuno dei lettori, in specie flussi reddituali, capacità a sostenere
perdite, consistenza patrimoniale. E' possibile
che chi scrive sia direttamente interessato in qualità di risparmiatore privato
all'andamento dei valori mobiliari trattati in questo sito e svolga attività di
trading in proprio sugli stessi strumenti citati.